The prophecy of destiny

di _Slash
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cercasi OC! ***
Capitolo 2: *** Prologo. L'inizio della fine ***
Capitolo 3: *** Voglia di sapere e attacco improvviso ***
Capitolo 4: *** La fuga ***
Capitolo 5: *** Nel caos più totale. ***
Capitolo 6: *** Non si capisce niente! ***
Capitolo 7: *** 7. Notte in compagnia! (Parte 1) ***
Capitolo 8: *** Notte in compagna! (Parte 2) ***



Capitolo 1
*** Cercasi OC! ***


GiornoH  J

Ed eccomi con un’atra fic, stavolta con OC.

Ho bisogno del vostro aiuto! Mi servirebbero 10 OC, se proprio ne vogliono partecipare altri, gli riserverò qualche ruolo “secondario”...

La trama è questa:

Un’ antica profezia si cela in Giappone, una profezia che potrebbe cambiare il mondo.

Secondo questa solo undici ragazzi, eredi di grandi eroi, potranno salvare o no il mondo dall’estinzione degli esseri umani , ma chi sarà?

La profezia è custodita in un libro che ora è in possesso del malvagio milionario Sebastian Flamel e di sicuro non ci ricaverà nulla di buono: Il mondo è in pericolo.

I nostri OC conducono una vita normale: Casa, scuola, amici. Questa tranquillità (Da brava sadica u.u) non gliela farò durare a lungo, infatti verranno a sapere dell’esistenza di questa profezia. Essendo a conoscenza di tutto ciò, sono in pericolo e verranno coinvolti in guerre,  incontri, amori, amicizie e tutto ciò attraverso il calcio.

Vi ho incuriosito (?)? Volete partecipare (!?)?

Bene ^^, compilate questo modulo:

 

Nome:

Cognome:

Età (Dai 15 ai 20):

Aspetto:

Va a scuola? (Se si, quale):

Carattere:

Lavoro (Mettete solo lavori part time, non chiedete perchè o.o):

Storia:

Ragazzo (Se proprio vorrò mettere un po’ di romanticismo…):

Numero di maglia e ruolo:

Tecniche:

 

Vi faccio un esempio con la mia OC:

 

Nome: Ume

Cognome: Ikeda

Età (Dai 15 ai 20): 18 anni

Aspetto: Bassa e magra. Ha i capelli castani con delle lunghe ciocche lilla, lunghi e lisci. I suoi occhi sono nero pece. Ha un lungo taglio lungo la mascella.

Carattere: Orgogliosa, amichevole e ama divertirsi. Quando si adira con qualcuno una persona ne esce sempre malconcia. In realtà la sua è una maschera per nascondere la sofferenza che le vela il cuore da quando i suoi genitori l’hanno abbandonata. Fa amicizia facilmente.

Lavoro (Mettete solo lavori part time, non chiedete perchè o.o): Commessa ad una libreria.

Va a scuola? (Se si, quale): Si. Va ad un’università d’arte in Giappone.

Storia: Seconda genita. In realtà i genitori non volevano una seconda figlia, ma il primo genito era leucemico e quindi era venuta al mondo per fare da serbatoio di sangue. Quando suo fratello morì, Ume venne abbandonata e imparò a cavarsela da sola.

Ragazzo: Atsuya Fubuki

Numero di maglia e ruolo: Attaccante n°10

Tecniche:

Doppio calcio: Ume fa apparire un suo clone, il quale è il suo contrario. Le due avanzano velocemente lasciandosi dietro ognuna una scia: Ume una infuocata, il clone una di ghiaccio. Le ragazze calciano la palla, la quale si "impossessa" delle due scie. Il tiro va in porta. 
Tormenta infuocata: Uguale alla Tormenta glaciale, solo che l'elemento del tiro non è il ghiaccio, bensì il fuoco.
Avvitamento di fuoco: Tecnica di Gouenji
Palla di fuoco: Tecnica di Burn

 

Finito.

Credo aggiornerò di settimana in settimana.

Spero che partecipate in numerosi ^^

A presto.

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Capitolo 2
*** Prologo. L'inizio della fine ***


Note prima della storia:
GiornoH :)
Eccomi qui con il prologo/capitolo.
Spero che vi piaccia :)
Ci vediamo in fondo 



L'inizio della fine

Una  limousine nera vagava per le strade del Giappone;  A causa dei vetri scuri nessuno poteva vedere che dentro vi era un uomo dalla pelle verdognola e rugosa e dai capelli argentati. I suoi occhi erano coperti da dei costosi occhiali da sole e perlustravano la città in cerca di qualcosa, anzi, di qualcuno...

Quel qualcuno era Goro Nakamura; Al solo pensare a lui, il suo viso si indurì: Era sempre stato la sua ombra, amici all’apparenza inseparabili, ma si erano separati. L’aveva lasciato, quello squilibrato.

Non ce la faceva più ad essere inferiore a quel tizio.

Ghignò.

Se avrebbe ottenuto la profezia del Destino, non sarebbe più stato inferiore a lui. Avrebbe distrutto il mondo e poi l’avrebbe dominato, perché ci sarebbe stato il bisogno di un capo e lui era la persona più adatta per prendere il comando.

Peccato che per dominarlo aveva anche bisogno del libro che conteneva la profezia. Beh, l’avrebbe ottenuto, in un modo o nell’altro.

L’autista lo riscosse dai suoi pensieri. –Dove la porto?-

Il suo ghigno si allargò ancora di più. –Mi porti alla libreria “Librorium”. E’ il momento di fare una sorpresa ad un vecchio amico d’infanzia-

-Roger- Ed eseguì l’ordine.

“L’intera umanità mi obbedirà come fa lui” Pensò, guardandolo.

L’autista frenò improvvisamente e  per poco il misterioso signore non si strozzò con la cintura.

Ok, forse non avrebbero proprio obbedito come l’autista: Avrebbero dovuto servirlo senza quasi ucciderlo.

-Stia più attento!- Gli gridò e fece per prenderlo a pugni.

-Non le conviene- Sibillò l’altro, gelido.

Sbuffò e ritrasse il pugno. Aveva ragione, non gli conveniva, ma se non fosse stato dalla sua parte, lo avrebbe già ucciso.

-Comunque, siamo arrivati a destinazione, può uscire- Annunciò.

All’uomo misterioso sembrò che lo stesse cacciando dalla limousine, ma era meglio non litigare proprio in quel momento.

-Aspettami qui- Gli ordinò ed uscì, senza aspettare un sua risposta.

La limousine partì lo stesso. Sospirò, rassegnato; Sarebbe tornato a piedi.

Fissò la libreria davanti a lui e un ghigno compiaciuto gli comparve in viso.

Quello era l’inizio della fine.

 

Un tonfo.

Fu un tonfo a far sobbalzare Ume Ikeda; Ella era una ragazza bassa e magra, gli occhi nero pece e lunghi capelli castani con qualche ciocca lilla. Una ragazza con un aspetto normale, se non fosse per il lungo taglio che le percorreva la mascella.

Ume lasciò stare lo scatolone pieno di libri che teneva in mano e si mise a correre; Allo sgabuzzino ci avrebbe pensato dopo.

Salì le scale dello sgabuzzino per due gradini alla volta, a momenti ci stava per rimettere la faccia.

Raggiunto il penultimo gradino, notò una cosa che la turbo leggermente: Undici ragazze, loro clienti abituali, accovacciate sulla fine delle scale. “Chissà come ce l’hanno fatta a starci tutte e undici” Pensò Ume.

-Ma che…- Non fece in tempo a completare la frase che Rika Ryuu, una ragazza con i capelli castani, ricci e con i riflessi viola le schiaffò una mano sulla bocca.

-Taci!- Fu la sua unica parola. Prima di ribattere, Ume notò un particolare strano: Il suo occhio destro da color del ghiaccio era diventato prima nero (Colore della paura), poi rosso (Colore che significava l’odio o la rabbia).

-Non darmi ordini- Replicò lei, fulminandola.

-Cavoli, se ci fosse un premio per chi si odia di più, voi sareste troppo occupate a litigare per ritirarlo– Questa volta fu Mackenzie Angel, una ragazza dai capelli color sabbia tenuti in una treccia, gli occhi color oceano e la pelle diafana a parlare.

-Ah, ma taci- Risposero contemporaneamente le due.

-Ragazze, silenzio. Non sento niente!- Le rimproverò Daisy Grenness; Ella aveva i capelli rosa e dei grandi occhi viola. Era arrossita, come sempre; In fondo era una timida di natura.

“Ma cosa deve sentire?” Si chiese Ume. Spinta dalla curiosità, si sporse verso il punto indicato dalla violetta e ciò che vide la sconvolse: Il suo capo, Goro Nakamura, era seduto sopra un uomo occhialuto, dai capelli argentati e la pelle verdognola.

Goro Nakamura non poteva certo definirsi brutto: Era alto e slanciato, i suoi occhi, bianchi, erano in netto contrasto con i suoi lunghi capelli neri e un filo di barba gli contornava il mento.

Era il capo della libreria “Librorium” dove lavorava anche Ume, dunque i due erano abbastanza legati.

Migliaia  di ragazze gli sbavavano dietro, ma lui non ne voleva sapere di fidanzamento.

Era un tipo gentile, un po’ strano, ma sapeva il fatto suo.

Ora però era irriconoscibile: I suoi occhi, spesso calmi e pacifici, in quel momento mandavano saette da tutte le parti e dalla sua bocca uscivano parole poco carine.

-Forte! Io già stimo quell’uomo!- Una ragazza dai capelli neri con delle ciocche verdi, gli occhi del medesimo colore e una cicatrice sopra l’occhio destro osservava ammirata il suo capo; Se non si sbagliava, a Ume parve si chiamasse Dakota Kawashima.

Un altro tonfo fece sobbalzare le ragazze: L’occhialuto si era scrollato di dosso Goro ed ora si stavano parlando in latino; Ovviamente le ragazze non ci capirono una mazza, quasi tutte:

-Stanno parlando di una profezia…- Quasi tutte le ragazze guardarono stupefatte Yuki Ishijama: Aveva i capelli neri e lisci come la liquirizia e i suoi occhi color ghiaccio scrutavano i due uomini. –Frequento il liceo linguistico, non meravigliatevi- Aggiunse.

Dal latino erano passati al francese.

-Il Signor Quattrocchi gli sta imponendo di dargli il libro che la contiene…- Ora i loro sguardi erano puntati su Mizu Airi; I suoi capelli castano scuro avevano delle ciocche indaco e gli occhi marroni avevano delle striature verdi. Anche lei sembrava capirli. Sentendosi osservata, si girò verso le altre. –Idem per me-.

-Cavoli, se parto da qualche parte vi porto come traduttore-Sbuffò Ume.

Una ragazza con i capelli neri e rossi spalancò i suoi occhi color azzurro–Se non disturbo la vostra chiacchierata, vi informo che qualcuno ha tirato fuori le armi.- Notando di non essere ascoltata, i suoi occhi diventarono neri. Prese la prima cosa che le capitò sotto mano, cioè un libro all’apparenza antico, e lo scagliò contro la pistola che l’occhialuto stava puntando contro Goro. Il tiro fu ben riuscito e la pistola cadde dall’altra parte della libreria.

Yukari Isawa, una ragazza dai capelli biondi tenuti in una mezza coda e gli occhi verdi-azzurri spalancò gli occhi con ammirazione –Però, bel colpo, Seline!-

-Lo so, ho un’ottima mira- Rispose l’altra, spostandosi un ciocca rossa dal viso.

Goro sorrise trionfante davanti all’espressione sbigottita dell’occhialuto –Ben ti sta, Sebastian Flamel!-

Al solo sentire quel nome, alle ragazze venne il voltastomaco.

Il sorriso di Goro spari all’istante e al suo posto vi apparve un’espressione d’allarme –Oh, no. Il libro!- Si buttò contro Sebastian, che nel frattempo ne stava sfogliando le pagine, afferrò saldamente il volume e lo tirò verso di sé, cosa che fece anche il signor Flamel.

Le ragazze osservarono interdette la lotta tra i due uomini: Sembravano due bambini che si litigavano un giocattolo. 

Alla fine il libro era ancora in mano a Sebastian, non del tutto: Una pagina era in possesso di Goro.

Il signor Flamel sorrise, mostrando i suoi denti giallastri –A quanto pare ho vinto io, né Goro?- I suoi occhiali caddero per terra, ma a lui non importò. Girò i tacchi e si diresse verso l’uscita. Si girò per un’ultima volta si girò verso la libreria . Per una frazione di secondo, il suo sguardo incontrò quello delle ragazze e i suoi occhi grigi sembrarono assumere una sorta di oscurità; Ciò fece deglutire gran parte di loro.

Subito dopo che Sebastian Flamel uscì, le ragazze raggiunsero Goro Nakamura.

-Signor Nakamura, si può sapere che cavolo è successo?!-

Goro sembrò risvegliarsi da un sonno profondo. Guardò negli occhi le ragazze e il suo sguardo avrebbe fatto paura perfino alle rocce –Avete visto tutto?-

-Certo!-

Dopo la risposta di Alana Brown, una ragazza dai capelli biondi e mossi e gli occhi azzurri, le ragazze si ritrovarono a correre per le strade del Giappone, trascinate dal signor Nakamura.

-Ma che fa!? –

--Mi pare ovvio, vi sto salvando!- La risposta di Goro lasciò abbastanza confuse le ragazze. Tra le sue labbra spuntò un sorriso amaro –E’ una lunga storia. Ve la racconterò a tempo debito. Ora però dovete salvarvi- Aggiunse, serio.

-Ma da cosa?- La domanda di Diana Raven, una ragazza mora con una treccia azzurra e degli occhi color zaffiro, non poté essere più azzeccata.

Il viso di Goro si indurì -Da Sebastian Flamel- Notando che le ragazze non avevano ancora capito, continuò –Ragazze, quello che avete visto non dovevate vederlo. E’ successa una tragedia. Sebastian possiede il libro: E’ molto prezioso quanto distruttivo, potrebbe distruggere il mondo per ciò che contiene. Nessuno avrebbe dovuto vederlo in mano del volume, ma voi l’avete visto. Ora di sicuro Sebastian vi cercherà e tenterà di eliminarvi. E’ per questo che vi nasconderò in un posto sicuro.-

Le parole di Goro spaventarono molto le ragazze, il che lo fece sorridere, comprensivo. Mise una mano sulle spalle di Diana e Dakota, in quel momento vicine a lui –Non vi preoccupate, se starete al sicuro non vi accadrà niente. Fidatevi di me-

Ume non rifletté: Lei si sarebbe sempre fidata di Goro –Io mi fido di lei. Ma le ragazze come lo spiegheranno ai loro capi? Non possono mica dirgli che ci troviamo in una situazione che manco noi stiamo capendo e che lei ci sta facendo da bodyguard da uno sconosciuto! -

-Ah, questo non è un mio problema- Detto questo, Goro girò i tacchi e proseguì la sua corsa, seguito dalle ragazze, leggermente turbate e scocciate.

Dopo una ventina di minuti, Goro si fermò improvvisamente e le ragazze rischiarono di cadergli addosso .

-Si può sapere perché si è fermato!?- Chiese Rika. Il suo occhio destro era di nuovo rosso.

-Siamo arrivati.-

-E dove dovremmo nasconderci, in un cestino dei rifiuti?!-

-Dovrete imparare a guardare meglio. Forza, sforzate un po’ la vista-

Le ragazze obbedirono, peccato che nessuna notò niente di particolare, nessuna a parte una ragazza dai capelli castani e mossi e gli occhi verde smeraldo, Claudia Smrt:

-C’è una sporgenza! Forse li c’è una porta!-

-Esatto. Bella vista, signorina. Non c’è che dire.-

-Grazie.-

-Se non sono di disturbo, vorrei entrare al più presto. Niente di che…Siamo solo in pericolo di vita!- Gli occhi di Seline erano di colore nero. Era proprio di cattivo umore, ma non serviva un detective per capirlo.

-Si, certo- Goro si avvicinò lentamente alla misteriosa porta e la sfiorò delicatamente con le dita. Successivamente la spinse ed essa si aprì. Si appoggiò allo stipite della porta –Prima le signore-

-Ah, che onore- La battutina di Mackenzie le fece ricevere un’occhiataccia di Goro –Scherzavo, scherzavo…-

Le ragazze entrarono una per una nella stanza misteriosa, ma una sorpresa inaspettata le attendeva; Appena entrate, una miriade di palloni da calcio le stava per colpire, ma non accadde. Alcuni palloni furono stoppati da Diana e Yukari, che si trovavano davanti a tutte, altre furono rimandate da Alana e Yuki, mentre le altre ragazze le schivavano prontamente.

Un pallone si diresse verso Ume e Rika, ma venne rinviato dalle due contemporaneamente. Una scia rossa si impossessò della palla e sparì nel vuoto.

Tanta polvere si sollevò per la stanza e quando scomparve, una trentenne uscì allo scoperto: Aveva la pelle scura, i suoi lunghi capelli biondi ondeggiavano lievemente ad ogni suo movimento e i suoi occhi color cielo scrutavano attentamente le ragazze. Il suo fisico era molto muscoloso, da vera atleta. –Niente male, ragazze. Potreste fare le calciatrici.-

-Un attimo, è lei che ha tirato tutti quei palloni?!-

-Si, violetta, sono stata io. Non sono male, eh?-

-Io mi chiamo Daisy, non mi chiami violetta.-

-Nori! -

La trentenne si voltò verso la fonte della voce –G-Goro-san?! Sei tu!- Fece una corsa così veloce da far invidia ad un’atleta e abbracciò di slancio Goro.

Se prima le ragazze erano un po’ spaesate, ora erano completamente spiazzate

–V-Vi conoscete?-

-Noo, davvero, Claudia?!- Dakota si conquistò un’occhiataccia da Claudia.

-Si, ci conosciamo. Ragazze, lei è Nori Okada: La vostra nuova allenatrice di calcio.-

-CHE?!-

-Ehm, non l’avevo già detto?-

Lo scappellotto di Nori fu una risposta più che sufficiente –No, non l’avevi detto manco a me.-

Goro sospirò rumorosamente –Scusa, è successo tutto troppo in fretta: L’arrivo di Sebastian, la sua fuga con il libro, le ragazze…-

Il volto di Nori si indurì –Quel deficiente di Sebastian ha preso il libro?-

-Si, non del tutto, almeno.- E tirò fuori dalla sua maglia l’unica pagina del libro in suo possesso.

-Siamo nei guai, in grossi guai.-

La frase di Nori fece deglutire le ragazze: Ormai sapevano che la loro vita sarebbe cambiata e di sicuro non in meglio. 




Angolino di Erica
E rieccoci qua ^^
Ecco a voi il prologo.
L'ho fatto poco lungo o.o


Ringrazio tutte le ragazze che mi hanno dato gli OC:


Cherry Blossom (Mackenzie Angel) e sua sorella (Daisy Grennes)
Emy Angel (Diana Raven)
Debby_chan (Yukari Isawa)
_Ryusei Girl_ (Claudia Smrt)
DaRk_HiRo (Dakota Kawashima)
Summer38 (Rika Ryuu)
Cannella o_o (Seline Smith Anderson)
_Yuki_Chan_ (Yuki Ishijama)
Shuu_chan (Mizu Airi)
shawn_frost (Alana Brown)


Coloro che hanno messo la mia storia tra le preferite:

Emy Angel
DaRk_HiRo

E chi l'ha messa tra le seguite:

Shuu_chan
_Ryusei Girl_


Spero che vi sia piaciuto e di aver introdotto bene gli OC :)
Ora vado.
Spero di leggere vostre recensioni, anche negative (E ho la sensazioni che ce ne saranno tante u.u)
Baci
 

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Capitolo 3
*** Voglia di sapere e attacco improvviso ***


 

Note prima della storia:

Ave popolo *Si inchina fino a toccare il pavimento* *Viene colpita da dei pomodori*

Ed eccomi qui con il secondo capitolo.

Spero che vi piaccia (Si, come no) :’D

 

Voglia di sapere e attacco improvviso.


Era da mezz’ora che le ragazze erano arrivate a casa della loro neo-allenatrice.

Nori aveva accompagnato le ragazze in cucina e poi era uscita con Goro a confabulare su chissà cosa.

Le ragazze si sedettero, chi su delle sedie, chi sul pavimento e poi…silenzio totale.

Nessuna osava proferir qualcosa: Erano troppo scosse.

Solo Yukari tentò di alleggerire l’aria –Ragazze, che cosa ci è successo?-

-Che cosa vuoi che ci sia successo, Yukari? Le nostre vite sono cambiate, tutta colpa di quel libro.- Il tono di Yuki era ancora più freddo del solito e il suo sguardo avrebbe ucciso chiunque.

Di nuovo silenzio.

Nessuna tentò di ribattere, perché erano d’accordo: Le loro vite non sarebbero più tornate come prima.

Un rumore di passi attirò la loro attenzione.

Il loro sguardo si posò sulla fonte del rumore: Dakota. Ella si era accovacciata sul pavimento e stava origliando dalla porta.

-Ehm, Dakota? Che stai facendo?-

-Che vuoi che faccia, Diana? Cerco di capire qualcosa di questa situazione. Qui solo Goro e Nori ne sanno qualcosa, peccato che stiano parlando in…Greco, credo.-

Sentendo le ultime parole, Mizu si avvicinò a Dakota e si mise ad origliare anche lei –Aspettate, ora traduco. Stanno parlando della profezia-

-Uffa! Ancora con questa profezia, che barba!- Mackenzie si guadagnò l’ennesima occhiataccia -Scusate, continua.-

La Airi riprese a tradurre: -Allora, la pagina in mano di Goro sembra essere importante, senza di questa il signor Flamel non potrà sapere una parte importante della profezia. Uhh, Nori inizia ad usare le  parole pesanti. Povero Goro!- All’improvviso l’espressione di Mizu passò da curiosa a confusa, cosa che non sfuggì a Seline.

-Allora, vuoi dirci che cosa si dicono o resti lì impalata a mò di salame?-

Mizu rimase stizzita da quella specie di incoraggiamento della Smith, ma in quel momento non era in vena di lite -Sta dicendo che la casa potrebbe essere infestata da Acromantule ¹ per mano di Flamel-

Claudia si accigliò, anch’ella confusa -Acromantule? Che sono?-

Alana si alzò dalla sedia, trionfante –Ce l’ho fatta!-

-Hai capito che cosa sono le Acromantule?-

-Ah? Di che parli, Daisy? Volevo dire che ce l’ho fatta a terminare l’ultimo livello di Bubble Shot-

Gli occhi di Mackenzie si illuminarono –Davvero? Fa vedere!-

-Certo! Guarda!-

-Whao! Ma sei un genio!-

-Lo so, modestamente-

E fu così che un sedia volante sfiorò le teste di Mackenzie e Alana.

Rika sbatté un piede a terra, furibonda –Noi pensiamo al pericolo che stiamo passando e voi ad uno stupido gioco?!- Fece per prenderle a pugni, ma Ume la bloccò per il polso.

-Ora calmati, prendendo a pugni pensi che risolverai qualcosa?- Qualcosa negli occhi della Ikeda convinse Rika a ritirare il pugno, anche se controvoglia.

Subito dopo Ume si voltò verso le altre ragazze, con un sorriso tirato, ma ben mascherato –Se non chiediamo a loro non possiamo sapere che cosa sono le Animantule-

-Acromantule-

-Giusto, Acromantule. Grazie, Diana.- Dopo aver fatto un cenno di ringraziamento alla Raven, si diresse verso la porta della cucina e la aprì.

Da fuori Goro e Nori la fissarono, sbigottiti, cosa che fecero anche le altre ragazze. Ume fissò i due con uno sguardo più gelido che mai –Nori, Goro, ci dovete delle spiegazioni.-

Un silenzio imbarazzante si sollevò per i corridoi.

Goro fece un passo verso Ume, si scambiò un’occhiata con Nori e poi si decise a parlare –E’ vero. Dovete sapere che cosa stia succedendo. Seguitemi-

Le ragazze obbedirono e presero a seguire il signor Nakamura. Quando Goro si fermò, scambiarono varie occhiate all’ambiente circostante: Erano in salotto.

Goro si sedette sul divano, cosa che fecero anche le ragazze, mentre Nori rimase in piedi.

-Allora, da dove parto?-

Gli occhi di Claudia sembrarono assumere un brillio improvviso –Stavate parlando di Acromantule, cosa sono?-

-Si vede che abbiate origliato, fa niente: Per chi non lo sapesse, le Acromantule sono dei ragni “speciali” e sono apparsi in Harry Potter; In molti dicono che non esistono, ma si sbagliano.-

-Freni un attimo, cosa intende dire per “speciali”?- Seline sottolineò l’ultima parola, decisa a non scontare delle spiegazioni.

-Speciali- Ripeté il signor Nakamura –Beh, diciamo che le Acromantule sono pericolose quanto un leone.-

–Quindi sono delle nullità- La parole che uscirono dalla bocca di Nori spiazzarono le ragazze e rischiarono di cadere per lo shock.

Goro richiamò l’attenzione delle ragazze –E adesso è meglio spiegare la parte più importante: Il principio di questo caos. Tutto iniziò nel 1503. Quando nacque un famoso scrittore di profezie. Sapete quale?-

Le ragazze rifletterono, fin quando a Daisy non venne la risposta –Nostradamus?-

Goro fece cenno di si –Esatto. Come ben saprete, lui era destinato a scrivere delle profezie che si sarebbero avverate. Quando sfruttò quest’abilità, le trascrisse in un libro che conoscerete bene… -

-“Le profezie”-

-Giusto, Yukari. Tutti conoscono questo libro, ma quello che non sanno è che vi è una pagina nascosta. E’ proprio in questa pagina che vi è scritta la profezia del Destino. Non si è ancora avverata, ed è per questo che Flamel la voleva a tutti i costi. Ora è in mano sua, non del tutto.- Mostrò alle ragazze la pagina in suo possesso.

-Quella è una pagina della profezia?-

-Sì. Però ho rovinato un libro prezioso, mi dispiace.-

Nori ridacchiò, mettendogli amichevolmente una mano sulla spalla –Su, su. E’ per una buona causa.-

–Ci dite che cosa c’è scritto in questa profezia o restiamo qui e peliamo le patate?- Seline sembrava sul punto di una crisi nervosa.

-Certo. Me la ricordo a memoria:

 

In un’età in cui tutto sembrerà finire,

per gli eroi giungerà il momento di apparire,

nonostante la loro giovane età,

attraverso il calcio, salveranno o domineranno l’umanità.

 

Questa è la profezia del Destino-

Diana sembrò curiosa –E quale sarebbe la parte importante della profezia in suo possesso?-

Goro sorrise alla domanda a lui posta -E’ la parte che racconta cosa succederà in quest’avventura, anche se è difficile capirne qualcosa. Certo che Nostradamus a volte è incomprensibile.- Dopo aver riflettuto a voce alta, osservò una ragazza alla volta e vide in ogni loro sguardo tanta curiosità mista a paura.

Il silenzio dominava in quella stanza, ma era destinato a finire;

Dakota si alzò all’improvviso e si mise a correre per tutto il salotto, lasciando interdetti gran parte dei presenti –Whaa! Che figata!- Dopo un paio di giri per la stanza, la Kawashima inciampò su un  piede “involontariamente” esposto da Yuki e rischiò di cadere su Nori, ma non accadde, infatti la loro futura allenatrice si scansò e Dakota si ritrovò a baciare il pavimento.

Vedendola, Mackenzie si mise a ridacchiare –Ehi, Dakota, vuoi continuare a fare effusioni con un tappetino per molto?-

Il commento di Mackenzie fece arrossire violentemente Dakota, che si ritrasse in un lampo dal pavimento e si sedette vicino a Daisy.

Successivamente Goro si alzò, girò i tacchi e si diresse verso uno dei tanti corridoi della casa.

-Ma che fa?! Non ci legge cosa c’è scritto in quella pagina?-

Il signor Nakamura interruppe il suo cammino, si girò verso la fonte della voce ,ossia Diana, e sorrise ironicamente –Nah. Se ve lo leggo, che gusto c’è?- Poi riprese a camminare, lasciandosi dietro delle ragazze turbate e altre che lo avrebbero ucciso volentieri.

Quando Goro fu abbastanza lontano da non sentirla, Alana si grattò il capo, a disagio –Certo che è strano.-

Le altre fecero un cenno d’assenso. Erano completamente d’accordo con la Brown.

Nori annullò il silenzio che si era formato, con un accenno di sorriso sulle labbra –Che ci possiamo fare? Goro è fatto così. Ma ora è meglio che andiate a dormire.-

-Ma sono le sette di sera!-

–Oh, credetemi: Per tutti gli allenamenti che domani vi farò fare, dovrete essere piene di energie se vorrete sopravvivere! E ora a nanna.- Dopo aver trascinato le ragazze nelle loro rispettive stanze, Nori si mise in marcia di Goro.

Tanto sapeva esattamente dove si trovava.

 

 

 

Dopo vari minuti di camminata, Goro raggiunse il portico della casa di Nori.

Quel posto gli ricordava i suoi momenti d’infanzia passati con la Okada, quando erano felici e spensierati; Ora non lo erano più e non lo sarebbero più stati.

Una lacrima solitaria tentò di solcare la sua guancia, ma con scarsi risultati.

Sedendosi su una panchina, il signor Nakamura si mise a riflettere sulla quella giornata: Un attimo prima stava lavorando e un attimo dopo si era ritrovato a salvare delle ragazze con il pericolo di morire, il Traditore che cercava di dominare il mondo e delle Acromantule che avrebbero cercato di ucciderlo. Sorrise, ironicamente: Quella non era la sua giornata.

Questa volta una lacrima solcò veramente una sua guancia, poi due, tre, fin quando non sentì una mano famigliare sulla spalla: La mano di Nori.

La Okada sorrise –Mancanza di sonno?-

-Mancanza di sonno- Confermò lui, poi sospirò –A quanto pare la battaglia ha inizio, eh?-

-Già. Posso chiederti una cosa?-

-Sputa il rospo-

-Perché non hai letto alle ragazze quella pagina?-

-Perché non voglio coinvolgere in questa situazione. Se gli leggessi il futuro, sarebbero in pericolo. Non voglio spaventarle-

-Ma lo sono già e questo lo sai bene-

La risposta di Nori fece sobbalzare Goro: Aveva ragione. Tutto ciò gli fece venire i sensi di colpa e sentì una morsa allo stomaco. Si morse un labbro, ma prima che potesse dire qualcosa, una mano di Nori gli tappò la bocca –Hai sentito?-

Goro si accigliò. Sentito che cosa? Decise di ascoltare più attentamente e fu ora che sentì un rumore sospetto.

Si tolse la mano di Nori dalla bocca –Ticchettii-

La Okada annuì –Ticchettii.- Poi disse una cosa che Goro non si sarebbe mai aspettato dire da lei –Goro, porta le ragazze in salvo, alle Acromantule ci penso io-

Prima di voltarsi a guardare Nori, Goro vide una massa ragni pelosi ad otto occhi con delle lunghe zampe; Tentò di proteggere la signora Okada, ma fu proprio lei a spingerlo verso i corridoi che lo avrebbero portato alle ragazze –Forza Goro, corri! Guarda che queste creature non sono le prime che affronto-

Il signor Nakamura decise di dar retta a Nori e si mise a correre per i corridoi di casa Osaka, alla ricerca delle stanze in cui aleggiavano le sue “protette”.

Un dubbio però persisteva nella sua mente: Nori sarebbe riuscita a proteggersi?

 

Angolino di Erica:

Ed eccoci qua ^^

Lo so, vi ho lasciati nel momento più eccitante.

Muaahahahah ^O^

Spazio ai filmini mentali :D

Ringrazio tutti quelli che hanno voluto leggere questo capitolo, chi ha messo la mia fic tra le seguite e chi l’ha messa tra le preferite; Vi amo tutti *-*

pero che vogliate lasciare una recensione *Si prepara ai pomodori*

Baci <3

 

Erica

 
P.s.: Ecco a voi la descrizione dell’Acromantula, una creatura di Harry Potter *w*

Ci saranno molte creature di Harry Potter, sia chiaro u.u

 

¹Acromantula:

Ragno con otto occhi, originario del Borneo.

Caratterizzata da una fitta peluria e delle zampe lunghe 4 metri.

Le sue pinze producono un ticchettio quando è arrabbiata o eccitata.

E’ carnivora e predilige le prede grosse.

Non addestrabile.

 

In questo sito ci sono anche le descrizioni delle altre creature: http://www.lumos.it/enciclopedia-creature-magiche/

Ora vi saluto davvero, a presto ^^
 

 

 

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Capitolo 4
*** La fuga ***


Note prima della storia:

BuongiornoH :D

Eccomi qui con il terzo capitolo.

Ci vediamo giù ^^

La fuga.


Le ragazze dormivano.

La stanza in cui riposavano le ragazze era silenziosa; Niente interrompeva quella calma, fino a quando non arrivò Goro…

-Ragazze, dobbiamo scappare!- Il signor Nakamura si beccò una ciabatta in testa e fece un capitombolo per terra, cosa che avrebbe fatto ridere le ragazze, se non fossero ancora stanche morte.

Seline si alzò dal letto, felice come non mai, infatti i suoi occhi diventarono turchesi (Colore della felicità)–Quanto ho desiderato farlo!-

Alana aiutò Goro ad alzarsi, ancora assonnata –Si può sapere che è successo?- Chiese tra uno sbadiglio e l’altro.

Goro tossicchiò, nervoso -Ahem, vi ricordate le Acromantule?-

Le ragazze fecero cenno di si, curiose.

-Ecco, ci hanno attaccati e dobbiamo scappare. Niente di che…- Soffiò ironico.

Alle ragazze tra un po’ non venne un infarto -Cosa?!-

Goro si stufò di dare spiegazioni, quindi prese le ragazze e le trascinò fuori dalla loro camera, non prima di aver visto migliaia di Acromantule fare irruzione nella stanza.

Diana sussultò –E questi ticchettii?-

-Il segno evidente dell’irruzione delle Acromantule, no?- Chiese Goro, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

–O la smette di parlare, oppure le prendo la lingua e gliela lego al collo a mò di sciarpa.- Le ragazze deglutirono alla minaccia di Rika: Sapevano benissimo che quella ragazza non scherzava.

Goro invece la ignorò bellamente e continuò a correre; In ogni stanza in cui andava delle Acromantule cercavano di attaccarlo.

Alla fine arrivarono in un vicolo cieco, circondati da Acromantule: Era la fine, o no?

Tanti pensieri affollarono la mente di Goro: Avrebbe dovuto combattere, mostrando così la sua vera natura? Sarebbe stato troppo pericoloso, era meglio di no. Poi però le vennero in mente le ragazze e si decise a usare la sua arma.

Frugò nella tasca dei pantaloni ed estrasse la sua spada, cosa che lasciò sbigottite le ragazze.

-Perché cavolo ha una spada? Per lo più in una tasca.- Il tono di Yuki era freddo come al solito, ma dai suoi occhi si leggeva curiosità.

Goro fissava assorto la spada che aveva tra le sue mani tremanti. Impugnandola molti ricordi gli si prestavano davanti, travolgendolo come una valanga e tagliandolo come un coltello -Questa spada era di mio padre; Lui è morto proteggendo le cose in cui credeva, era sempre stato dalla parte del bene… Se deve arrivare la mia fine, almeno saprò di aver dato un significato alla mia vita.- Detto questo partì alla carica contro le Acromantule, sfoderando molti attacchi e difendendo le ragazze.

Le ragazze non riuscivano a vedere la scena, era come se una luce abbagliante le accecasse ogni volta che tentavano di voltare lo sguardo verso Goro.

Solo un lamento doloroso diede la forza alle ragazze di voltare lo sguardo e lo spettacolo davanti a loro era agghiacciante: Goro era accasciato sul pavimento, pallido, mentre le Acromantule lo stavano per affogare con i loro corpi.

Tutto questo però non successe, infatti una figura misteriosa batté con un solo colpo di spada tutte le Acromantule, che se la diedero a gambe levate; La figura misteriosa rimase per alcuni secondi immobile a guardare il vuoto, poi quando si girò le ragazze poterono riconoscerla.

-Nori, sei tu!- Daisy si era letteralmente buttata su Nori.

-Però, che accoglienza!-

L’attenzione delle ragazze si spostò su Goro che stava riprendendo i sensi.

No appena alzò il busto, dovette riabbassarlo perché Nori si era buttata tra le sue braccia.

-Brutto deficiente! Non farlo mai più!- Ripeteva sempre tra i singhiozzi.

Goro ridacchiò, tenendola stretta a sé –che dolce che sei, mia cara Nori-

Gli occhi di Mizu si illuminarono e si mise a scuoricinare come una fan girl –Che dolci! Quei due si dovrebbero fidanzare, si si.-

-Ma no, sono troppo vecchi per innamorarsi.-

Goro e Nori arrossirono sia per i commenti di Mizu, sia per quello di Mackenzie. Si alzarono lentamente e, arrivati davanti alla Adams, si misero in posizione d’attacco –Noi non siamo vecchi, chiaro?!- Gridarono, rincorrendola.

Le ragazze assisterono alla scena, ridendosela sotto i baffi.

Ume non riuscì più a trattenere le risate –Dovremmo filmarli, potremmo diventare ricche!-

Claudia sorrise impercettibilmente –Per ora godiamoci questa scena, quanto vorrei dei pop corn- Aggiunse, malinconica.

Nori si fermò di colpo e fissò la Smrt con uno sguardo assassino –Guai a te! I pop corn fanno male alla salute!- Detto questo si mise a rincorrere anche Claudia.

Intanto Dakota si era appesa ad un lampadario, in stile pipistrello –Cavolo, mi diverto troppo!-

Ume si mise a ridacchiare -Ehi, Dracula. Come butta da lassù?-

Dakota si aprì in un sorriso radioso -Non male, anzi, potrei viverci qui sopra-

Goro e gli altri si fermarono, raggiungendo le ragazze –Non credo che potrai rimanere lì a lungo.-

La Kawashima fece una smorfia da bambina -Perché no?-

-Per prima cosa, potresti cadere- Appena Goro finì di parlare, il lampadario si staccò e Dakota rischiò di rimetterci la pelle, ma inaspettatamente fece una capriola all’indietro e atterrò elegantemente sul pavimento.

Nori si mise a scrutarla –Non male ragazza, saresti un’ottima atleta.-

Goro la fulminò con lo sguardo –Seconda cosa, dobbiamo fuggire, se vogliamo sopravvivere-

Le ragazze ci rimasero di sasso, infatti le loro mascelle rischiarono di cadere per terra.

Nori chiuse la bocca a tutte le ragazze –Bocca chiusa, che ci entrano le mosche.-

-E ora, si parte per una nuova avventura!- Goro venne fulminato da Rika, sicuramente la ragazza lo avrebbe ucciso a momenti.

La Ryuu venne però allontanata timidamente da Yukari –Su, su. Non vogliamo omicidi qui-

-Forza, in marcia!-

Le ragazza obbedirono e si misero a camminare, sconsolate.

A Yuki venne in mente una domanda –Visto che siete così informati, si può sapere dove andiamo?-

Nori sorrise –Da un mio amico, lui si che ci porterà al sicuro-

-E quanto ci metteremo ad arrivarci?-

-Credo un giorno-

-Oh mer…- Diana tappò immediatamente la bocca di Rika.

Daisy si schiarì la voce, a disagio –Meglio se andiamo-

Tutti fecero un cenno d’assenso e si misero a camminare.

Appena usciti, però, migliaia di tartarughe con il carapace pieno di gemme preziose li accerchiarono e li diedero la schiena.

Alana si accigliò, confusa –Si può sapere che cosa fanno?- La risposta non tardò ad arrivare, infatti dal loro didietro le tartarughe “sputarono” fuoco, per fortuna debole, infatti riuscì a raggiungere solo le caviglie di Nori, che però non fece una piega.

Goro si allarmò –Oh no. Fire Crab!-

Seline sospirò, esasperata –Si può sapere quante altre creature magiche ci sono al mondo?-

-Meglio se non lo sai- Detto questo, Nori scacciò i Fire Crab con la spada e si mise a correre trascinandosi dietro le ragazze e Goro.

Dopo varie ore di corsa, Nori si fermò. Una cosa strana che le ragazze notarono era che Nori non aveva il fiato corto, mentre loro sembravano sul punto si svenire per tutta la stanchezza che avevano.

Yukari si inginocchiò e tentò di riprendere fiato, cosa che fecero anche le altre ragazze, poi strinse l’erba e sentì guarirsi da ogni ferita.

Nori si voltò verso le ragazze e gli sorrise, comprensiva  –Va meglio?-

Diana annuì –Si, grazie. Dove ci troviamo?- Chiese poi.

Goro scosse la testa –Non ne ho la più minima idea- Stranamente le ragazze non si stupirono, ormai ci erano abituate e sapevano che quello sarebbe stato il proprio destino: Scappare senza combattere.

Mizu si sdraiò sull’erba e osservò gli alberi, assorta nei propri pensieri; La sua vista venne ostacolata da Mackenzie –Che c’è, Mackenzie?-

La Adams fece spallucce –Non saprei, ti vedevo triste. Stai bene?-

Mizu annuì, facendo un sorriso tirato -Si, si. Tranquilla.- Sapeva che aveva mentito, ma non si sentiva di potersi fidare di quella gente.

Questa calma venne  interrotta da un urlo di Claudia. Le ragazze si voltarono verso di lei e videro una cosa sconvolgente: Tante creature con la testa d’aquila e il corpo di leone.

Nori osservò le creature con disprezzo -Grifoni-

Goro annuì, pallidissimo –Esatto. Ragazze, credo che dovremmo correre ancora un pò – Prese alcune ragazze e si diresse a destra, mentre Nori prese le altre e se ne andò a sinistra.

Si erano divisi, ma ne erano stati costretti.

 


Da Goro…


Goro correva a perdifiato tra gli alberi trascinandosi dietro le ragazze. Doveva trovare un posto sicuro o quella sarebbe stata la fine.

Si fermò un secondo e si accorse di non avere tutte le ragazze con sé. Aveva solo Daisy, Yuki, Dakota, Diana e Alana. In più mancava anche Nori.

Deglutì, spaventato: E se le altre non ce l’avessero fatta? ; Si tolse subito questo pensiero dalla testa. Di sicuro si erano solo separati, non dovevano per forza essere morte.

Riprese a correre verso una meta indefinita, senza sapere cosa fare per la prima volta in vita sua.

Rabbia, tristezza, paura…Erano queste le sue emozioni: Rabbia, perché quello stupido di Sebastian lo aveva tradito e ora progettava la fine della libertà degli uomini, tristezza, perché si era separato da Nori e non sapeva dov’era e se stava bene insieme alle altre ragazze, paura, perchè sapeva che rischiava di morire insieme alle ragazze.

Era tutto sbagliato.

Ora però doveva mettersi in salvo e proteggere le ragazze, era il suo compito.

Un altro Grifone gli sbarrò la strada. Dopo un po’ di esitazione sospirò ed estrasse la sua spada.

-Che cosa fa?!-

Goro si girò verso le ragazze e gli sorrise tristemente. Una lacrima rigò il suo volto –La miglior difesa è l’attacco. Io vi proteggerò ragazze, ad ogni costo- L’ultima frase era poco più di un sussurro, ma le ragazze la sentirono lo stesso. Cercarono di fermarlo, ma Goro era già partito all’attacco.

  

 

Da Nori…


Ormai Nori sapeva benissimo di essersi separata da Goro, ma continuava a correre.

Correre, correre, correre; Ora era l’unica cosa che poteva fare.

Stava male, ma correva, aveva paura, ma correva.

Lo faceva per salvare le poche ragazze rimaste ancora con lei.

Nori vide una sagoma in lontananza, che fosse lui?

Si mise a correre ancora più veloce, verso la salvezza.

Appena raggiunta la figura, Nori si accorse che non era lui, bensì l’ultima persona che avrebbe voluto vedere.

-Sebastian -Sibilò, più furiosa che mai. Tutto quello che stava succedendo era solo causa sua.

Sebastian sembrava non essersi accorto di loro e continuò a guardare altrove, con il suo solito ghigno malvagio.

Nori se ne approfittò, prese la rincorsa e si preparò ad attaccarlo –Brutto stupido! Non meriti di vivere!- Solo allora Sebastian si voltò verso la Okada e…

 

Note di Erica:

 

E rieccoci qua :D

Adesso vi metto le definizioni:

 
Grifone:

Zampe anteriori e testa di aquila, corpo e zampe posteriori di leone.

Viene spesso utilizzato per custodire tesori. Si nutre di carne cruda ed è molto feroce.

 

Fire Crab:

Simile ad una tartaruga, il Fire Crab ha principalmente due attrattive: il carapace coperto di gemme preziose e il meccanismo di difesa (sputa fiamme dal didietro).

 

Et voilà :3

Spero che il capitolo vi sia piaciuto ^^

Esatto, Nori non è morta. Contenti?

Io si u.u

Nori: Anche io u.u

Vi ho rilasciati nel momento più interessante, lo so XD

Mi raccomando, lasciate recensioni, anche negative *Si mette il giubbotto anti proiettili*

Baci  

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Capitolo 5
*** Nel caos più totale. ***


AVVERTENZA IMPORTANTISSIMA!

 

Bene, e ora che ho conquistato la vostra attenzione, devo dirti una cosa…

Tutti: Che è successo O_O?!

Niente volevo solo dirvi…NON CHIAMATEMI SLASH! POTETE ANCHE USARE IL MIO VERO NOMEE!

Tutti: Tutto qui?! è.é

Si, perché? Cosa pensavate, che avrei cancellato la storia? *Sghignazza*

Tutti: *Si avvicinano pericolosamente*

Prima che mi uccidano, spero che il capitolo vi sia piaciutoo *Scappa*

Tutti: *La rincorrono* Dove vuoi andare?! Ora le prendi!

 

Nel caos più totale.

Da Goro…

Goro lottava con tutte le sue forze, fosse stata l’ultima cosa che avrebbe fatto; Se continuava così, lo sarebbe davvero stata.

Questo era ciò che pensavano le ragazze.

Erano nascoste dietro una quercia e osservavano la scena, impotenti. Cosa avrebbero potuto fare? Niente, o forse qualcosa si?

Diana si alzò improvvisamente, tanto che spaventò le altre ragazze –Io vado a chiedere aiuto- Annunciò solo, poi si diresse dalla parte opposta a Goro, incurante se l’avrebbero uccisa o mangiata.

Si alzò anche Yuki e con una velocità da ghepardo raggiunse la Raven e la bloccò per un polso –Ma sei impazzita?! Perché vorresti farlo? Dopotutto a quell’uomo non gli importa di noi.-

-Non essere sciocca, Yuki. Se non gli importasse di noi, sarebbe li a combattere, a rischiare la vita? Io non credo, mi fido di quell’uomo e dovresti farlo anche tu.- Detto questo Diana si liberò dalla presa di Yuki e continuò a camminare tranquilla.

Yuki rimase imbambolata a fissare il punto da cui la Raven era scomparsa e rifletté: E se avesse ragione? Forse avrebbe dovuto fidarsi di Goro, non solo di lui. Si morse il labbro e rischiò di farlo sanguinare, poi si girò verso le altre ragazze, cercando di apparire il più fredda possibile e le raggiunse.

Osservò una per una le sue compagne d’avventura e si accorse che erano preoccupate, come biasimarle: Erano in pericolo di vita in balia ad un uomo che a breve tempo sarebbe passato a miglior vita. “Una cosa da niente” Pensò, ironica.

Si accasciò per terra e pianse silenziosamente al solo pensare al suo passato, pregò che Diana facesse in fretta, pregò che nella sua vita piena di oscurità una luce filtrasse e le illuminasse il cammino.

Ciò che non sapeva era che il suo desiderio di sarebbe esaudito, ma a che prezzo…

 

 

Da Nori…

Sebastian si girò verso Nori e…parò l’attacco?! Di più, procurò un taglio profondo a Nori, proprio al centro della pancia.

Tutti erano sorpresi, perfino Sebastian.

La Okada trattenne un gemito di dolore e partì all’attacco.

I due uomini iniziarono a lottare , ognuno per qualcosa: Nori per salvare le ragazze e per la salvezza, Sebastian per il potere, un qualcosa di affascinante ma anche letale.

Ogni colpo poteva segnare la fine, ogni colpo poteva segnare la vittoria.

Le ragazze volevano aiutare Nori, ma era come se le gambe gli si fossero bloccate, come se la forza di gravità fosse ancora più potente del solito.

E così se ne stavano in disparte a sperare che Nori ne uscisse viva, l’avevano conosciuta da poco, ma sapevano di potersi fidare di lei.

Dei Grifoni le circondarono e sembravano volerle sbranare, cosa che non successe, infatti Nori gli tagliò le teste e caddero a terra.

Nori mise a posto la  spada e sorrise –Non mi sono mai divertita così tanto-

Le ragazze la fissavano, a occhi sbarrati –Ma come…-

Nori le fermò con un gesto della mano –Come ho fatto a vincere? Semplice: Tanto allenamento, cosa che farete anche voi. Seguitemi, forza- Le ragazze obbedirono e camminarono dietro la Okada per i vari sentieri di quel posto misterioso.

A Seline però sorse un dubbio –Ma Sebastian è ancora vivo?-

Nori fece spallucce –Credo di si.-

Rika sospirò –Che peccato- Le ragazze la fissarono, sbigottite –Che c’è?! Se lo merita-

Nori sorrise amaramente –Ha ragione Rika, quel pezzo di…popò è meglio perderlo che averlo.-

Seline stava per aprir bocca, quando si trovarono di fronte ad una grotta all’apparenza non molto sicura –E quella da dove sbuca?!-

Nori si mise a ridacchiare -Mistero- Poi la sua espressione si fece più seria, anche se tradiva una punta di divertimento -Forza, entriamo.- Le ragazze guardarono dubbiose la Okada, che nel frattempo era già all’ingresso della grotta, pronta a mille sorprese e, ovviamente, a combattere; Peccato che lei fosse pronta, ma non le ragazze.

Infatti, al solo pensare di entrare in quella grotta, a Yukari vennero i brividi –Ma siamo sicure che sia sicuro?- In quel momento le venne in mente che di fronte a quella grotta, Dakota ci si sarebbe subito fiondata dentro. Sospirò. Le mancava quella ragazza.

Ume si accorse dello stato d’animo della sua compagna e le poggiò una mano sulla spalla, comprensiva –Tranquilla, le troveremo-  Yukari non si fece convincere, in fondo non ci credeva manco la Ikeda, anche se tentava di non farlo vedere, dunque ritirò la mano e voltò lo sguardo altrove, intenta a non piangere per il troppo nervoso accumulato in un solo giorno.

Vedendo che le ragazze non azzardavano a muovere un solo passo, Nori si decise a trascinarle verso l’interno della grotta– Donne di poca fiducia- Borbottò. -Ormai trascinarvi di qua e di la sta diventando un’abitudine- Sbuffò poi.

Le ragazze ridacchiarono nervosamente, ma lo spettacolo che gli si presentò davanti le zittirono subito: Al contrario delle loro aspettative, all’interno della grotta non era un porcile, pieno di ragnatele, sporcizia e co, ma era bello, cavolo! Il pavimento era ricoperto di un legno splendente, lo stesso per le pareti, che erano un po’ più chiare; Per la mobilia, era tutta in ebano e  disposta accuratamente per la grotta.

Claudia balbettò, incredula, indicando vari punti della casa –M-ma come diavolo?!-

-Non lo so, lui è un uomo dalle mille sorprese-

Mackenzie le punzecchiò il braccio –Ehi, Nori. Non è che sei capitata  in un triangolo amoroso?-

Nori arrossì fino alla punta dei capelli e “accidentalmente” fece cadere Mackenzie per terra con una mossa di karate che “involontariamente” aveva usato –Non sono innamorata di nessuno!-

Mackenzie fece il broncio per poi sorridere –Tanto non demordo- Sfiorò per una frazione di secondo un calcio volante diretto alla sua fronte –Ok, ok. Sto zitta.-

-Sarà meglio…per te!-

Mizu si guardò attorno, spaesata –Scusa, ma dove dovrebbe essere questo affascinante uomo dalle mille sorprese?!-

Dopo aver fulminato Mizu per bene, Nori ispezionò la casa alla ricerca di lui, ma non lo trovò. Digrignò i denti –Ah, se lo prendo! Quando gli dico di uscire, sta qui a poltrire, quando ho bisogno di lui, decide di fare il vero uomo!-

Rika tossicchiò con una vena pulsante sulla fronte –Quindi l’innominato non è qui?! E che facciamo?-

-Lo aspetteremo, intanto recuperate le energie. Ne avete bisogno- Manco finita la frase che Nori parlò al muro: Le ragazze si erano subito addormentate. Sorrise comprensiva e dopo aver augurato loro sogni d’oro, si postò davanti all’ingresso della grotta a far da guardia, ma finì coll’addormentarsi, non prima di essersi tastata la ferita con una smorfia di dolore.

Claudia se ne approfittò e uscì da quella grotta, verso la libertà, ma anche verso il pericolo…

 

 

Da Diana…

Era da un bel po’ di tempo che Diana correva per il bosco, ma ancora non aveva trovato nessuno; Come ciliegina sulla torta, si era persa.

Si fermò a prendere fiato, ormai esausta -Diamine- Tra gli alberi riconobbe una figura che correva alla velocità della luce –Claudia?-

Si mise a seguirla, intenta a sapere cosa succedesse.

La figura era ormai lontana, ma lei l’avrebbe raggiunta. Non gliene importava se moriva, ora voleva solo rincontrare Claudia.

 

 

Da Claudia…

Claudia vagava in giro senza una meta precisa, voleva solo scappare da tutto. Non ce la faceva più.

Sapeva di poter morire, ma ormai non gliene importava. Aveva perso tutto, se per lei era giunto il Game over, pace and love. Addio.

Inciampò su un sasso e cadde per terra. Strinse i pugni nel tentativo di non mandare il mondo a quel paese, mentre delle lacrime solcavano il suo viso. Tentò di rialzarsi, ma la caviglia destra le faceva un male tanto forte da farle scappare dalla bocca gemiti di dolore.

Pensava che per lei fosse finita, fin quando una mano occupò la sua visuale. Con un po’ di difficoltà la afferrò e non appena fu in piedi scrutò la figura davanti a lei. L’impresa fu però impossibile, visto il fatto che il viso era coperto da un cappuccio. Un dolore improvviso si impossessò della sua caviglia e fu costretta a tenersi sulla spalla della persona misteriosa, che la sostenne prontamente:

-Ehi, tutto bene?- Una scossa pervase Claudia. Quella voce, seppur sconosciuta, le sembrava famigliare…Non ci diede troppo peso e tentò di non far preoccupare il suo interlocutore:

-Si, va tutto bene. Grazie- Tentò di sorridergli, ma le venne solo una smorfia di dolore.

-Vieni, ti porto al sicuro- Non fece in tempo a ribattere perché la figura misteriosa l’aveva già presa in braccio e la stava portando chissà dove.

-N-Non è necessario- Balbettò, imbarazzata. Il suo interlocutore non disse niente e continuò a camminare, aumentando un po’ la presa in modo protettivo. Non sapeva perché, ma Claudia si sentì al sicuro tra quelle braccia e si addormentò subito, con mille domande senza risposte.

-O-

Claudia aprì faticosamente gli occhi e si accorse di non conoscere quel posto. Si guardò attorno, spaesata, fin quando la stessa figura di prima le si presentò davanti.

-Vedo che ti sei svegliata. Va meglio?-

–Si, tutto bene. Non so come ringraziarti- Sorrise lei. In effetti non aveva più alcun segno di dolore, che la stanchezza le avesse giocato brutti scherzi?

Alzò lo sguardo e si mise a fissare il cielo: Era sera e le stelle iniziavano a dominare il cielo. Trattenne le lacrime: Che cosa le era successo? Perché proprio a lei? La figura misteriosa la imitò, sedendosi accanto a lei –Vedo che ti piacciono le stelle- Claudia annuì senza staccare gli occhi da quello spettacolo:

-Si, le adoro- Voltò lo sguardo verso il suo interlocutore, ma la sua attenzione fu presto attirata da una figura lontana, sembrava corresse verso di loro. Spalancò gli occhi –Ma quella è Diana!- Iniziò a correre, ma si sentì tirare per un polso. Si girò, preoccupata, ma al solo vedere la figura incappucciata si tranquillizzò –Cosa c’è?- Domandò.

-Hai intenzione di tornare da quella ragazza?-

Claudia abbassò lo sguardo, indecisa. –Credo di si. Non voglio abbandonare le mie compagne.-

La mano che prima le stava tenendo il polso ora era poggiata sulla sua spalla –Ti capisco. Ora vai. Se segui il tuo cuore starai sempre sulla via della luce. - L’ultima frase sembrava che la stesse più dicendo a sé stesso, ma Claudia decise lo stesso di dargli ascolto e dopo averlo ringraziato andò incontro a Diana, lasciandola sola.

La figura misteriosa rimase a fissare il punto da cui era scomparsa Claudia; A causa del cappuccio nessuno poteva notare che delle calde lacrime stavano rigando le sue guance. –Intanto anche io farò la mia strada...- Sempre piangendo, sorrise amaramente –Chissà se tutto questo avrà una fine…Probabilmente no.- Detto questo, se ne andò in un punto imprecisato della foresta ad affrontare il suo destino.

 

Angolino senza nome:

Devo trovare un nome per il mio angolo .-.

Sob…*Si accorge dei lettori* Oh, ma salve :D

No, non mi hanno uccisa u.u

Vi è piaciuto il capitolo? Spero di si ^^

Ringrazio tutte le persone che leggono, recensiscono, che hanno messo tra a preferiti e seguiti la mia fic o che la leggono e basta. Mi riempite d’orgoglio *-*

Questa volta non ho messo altre creature, altrimenti dopo facevo più fatica a scrivere.

Sapete com’è (?)

Secondo voi chi era la figura misteriosa?

E la ferita di Nori? Minninna, anche se gliel’ho procurata io *Coff*

Cosa ne pensate dei personaggi? Io li adoro *-*

Ora vado.

Baci

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Capitolo 6
*** Non si capisce niente! ***


Note prima della storia: Ok, lo so. Sono TREMENDAMENTE in ritardo, ma non avevo ispirazione, infatti il capitolo qui sotto è uno schifo u.u

Perdono T-T

Beh, ci vediamo giù *^

 

 

Non si capisce niente!

 

Cadeva, cadeva, cadeva…Basta cadere! Dopo averlo pensato, Alana atterrò elegantemente su una superficie ruvida.

Si guardò intorno, spaesata, fin quando non riconobbe il posto in cui si trovava: L’ospedale in cui era ricoverato suo fratello!

Corse per i corridoi bui di quell’edificio; Non le interessava come era capitata in quel posto, voleva solo vedere come stava il suo amato fratello. In realtà non lo era propriamente: Ariana aveva una famiglia con cui viveva felicemente, fin quando una sera non si addormentò con una candela accesa dopo aver ricevuto il bacio della buonanotte di sua madre.

Non sapeva che quella sarebbe stata l’ultima volta che l’avrebbe vista…

Durante il sonno sentì l’odore di bruciato e si svegliò, ma non si trovò nella sua bella camera, bensì fuori da casa sua, in quel momento in fiamme. Il fuoco che avvolgeva quella casa era lo stesso che avvolgeva la sua famiglia: Doveva fare qualcosa. Tentò di muovere un solo passo, ma subito si riaddormentò, non prima di aver sentito una presenza che la portava via da quel posto.

Quando si svegliò vide la sua nuova famiglia, coloro che l’avrebbero trattata come una schiava, tranne uno: Suo fratellastro, Sora. Purtroppo un incendio tentò di rubargli anche Sora, ma non ci riuscì; Certo, le portò via la sua nuova famiglia, ma il suo fratellastro era ancora vivo, anche se ricoverato in quell’ospedale.

Alana si sentiva troppo in colpa per i suo parenti, era lei che si era addormentata con una candela accesa. Doveva morire lei.

Sora le aveva ridato la gioia di vivere e per questo lei gli voleva un bene dell’anima.

La Brown si riscosse da quei pensieri e proprio in quel momento si trovò davanti alla camera di Sora: La numero 19. Aprì cautamente la porta con un’angoscia che non si spiegava e fu allora che vide suo fratello, in perfetta forma, seduto sul suo letto e fissava il paesaggio davanti a lui.

Fece per abbracciarlo e fu ora che lui voltò la testa e lo sguardo che aveva la fece rabbrividire: I suoi occhi nel quale ci si immergeva nella più totale tranquillità verde ora erano incalcolabili, freddi, quasi sofferenti.

-Perché? Perché non mi sei più rimasta accanto?- Le chiese lui con un sussurro interrotto dai vari singhiozzi, sia di Alana che suoi.

-Sora, l’ho fatto solo per…-

-Fa niente, ora conta solo il fatto che staremo insieme e domineremo il mondo.- Alana osservò attentamente suo fratello: Non sembrava lui. Stava davanti a lei e le stava porgendo la mano con un’area inquietante. Sorrideva senza però una minima traccia di felicità e i suoi occhi ormai erano vuoti. No, decisamente non era lui.

Nonostante ciò, sentiva di fidarsi di lui.

Non fece in tempo a fare niente che venne scagliata fuori da quella strana dimensione, ritrovandosi in un tunnel. Si dimenò tentando di raggiungere suo fratello, in quel momento impassibile, ma niente.

Rinunciò del tutto a fare qualcosa, ormai in lei sentiva solo il vuoto.

-E’ buio pesto.- Vero, era buio proprio come il suo cuore in quel momento.

Si guardò intorno: Non vedeva niente, fin quando una luce si estese sotto i suoi piedi e la risucchiò dentro. Chiuse gli occhi, spaventata, ma quando si accorse di essersi fermata li riaprì subito; Il luogo, se si poteva chiamarlo così, in cui si trovava era di una luce immensa e quasi divina.

Era poggiata su una piattaforma circolare in cui vi era dipinta la figura sfocata di un probabile uomo. Ma che significava?

Una figura si prostrò davanti a lei. Era una donna di mezza età, ma manteneva il suo fascino: I suoi capelli argentati erano lunghi fino alle spalle e incorniciavano delicatamente il suo viso ormai un po’ rugoso , i suoi occhi erano celeste cielo e sapevano di saggezza.

Alana desiderò di diventare come lei da vecchia.

La signora le sorrise dolcemente e le accarezzò una guancia: -Come ti chiami, piccolina?-

La Brown assottigliò gli occhi –Ho diciannove anni, signora-

-Ops! Scusa, ma come ti chiami?-

-Alana Brown-

La signora sobbalzò –Davvero? Quindi ho l’onore di avere davanti a me la sua erede-

-Erede di chi?!-

-Alana, svegliati!- Time out. Quella era la voce di Daisy! Ma che ci faceva li? Stava forse sognando?

-A quanto pare ti cercano, è meglio che vada.-

La signora fece per andarsene, ma Alana la trattenne per un polso: -Aspetti, che sta succedendo? Di chi parlava?-

-Alana!-

-Ragazza, ora sei molto confusa. E’ meglio che non ti dica ancora l’amara verità. Per ora ti consiglio solo di seguire il tuo cuore.- La donna sparì in una debole luce, ma la sua voce rimbombò ancora  in quella strana dimensione –E ricordati che dentro ogni ombra c’è sempre un po’ di luce-

“Ma, lei chi era?” Alana sentì improvvisamente molto sonno, tanto da non riuscire a resistere alla tentazione di chiudere gli occhi, poi…Il vuoto. Si sentì trasportare da una delicata brezza, lontano. Molto lontano.

 

Aprì gli occhi, intontita, guardandosi attorno: Davanti a lei c’erano le sue compagne, preoccupate.

-Ma che ho fatto? Mi sono forse addormentata?- Mugugnò, ancora intontita.

-Si, e mi chiedo anche come.- Rispose Yuki, squadrandola con freddezza.

Alana la ignorò e iniziò a cercare tra di loro quella donna misteriosa, ma niente. Ne rimase piuttosto delusa.

Per fortuna Dakota la risvegliò dai suoi pensieri: -Ehi, nostro piccolo fiore di gelsomino, stai bene?-

Le ragazze rimasero basite di fronte a quel soprannome; Nostro.piccolo.fiore.di.gelsomino? Osservarono sconcertate Dakota come se fosse un alieno, fin quando Alana per poco non le saltò addosso: -Non darmi della piccola!- Le gridò.

Mentre lottava contro Dakota, vide da dietro le spalle di Daisy Goro, fortunatamente vivo, anche se ferito, e un piccolo bambino dalla pelle pallida, i capelli fucsia con qualche ciocca violetta e sotto agli occhi color arancione aveva delle strisce gialle. Era tremendamente adorabile.

Si fermò di scatto e si buttò a coccolare il povero bambino che inaspettatamente si scostò e lasciò cadere Alana con il muso per terra. La Brown alzò il viso e fece la faccia offesa più realistica del mondo –Ehi, sei cattivo-

Il bambino la fissò con degli occhioni da cerbiatto –Ma non l’ho fatto a posta. O si? Questo lo dovrai capire da sola- Cinguettò poi con una risatina. Fu presto un attraente soggetto di omicidio per la maggior parte delle ragazze, persino di Daisy.

Yuki si limitò a fissarlo con freddezza –Goro, chi è questo individuo alquanto odioso?-

-Odiosa sarai tu, brutta prugna acerba.-

Goro interruppe il loro tanto amoroso discorso, tossendo –Non lo so, ma è stato lui a salvarmi. Non so neanche come.- Aggiunse pensieroso.

Il bambino gli fece l’occhiolino –Come non lo sai? Ce l’ho fatta perché sono un dio sceso in terra. Io sono Roy Tengawara! Ammiratemi e veneratemi, autografi?- Detto questo si mise in una posizione da modello.

-Andiamo a cercare le ragazze, va.-

-Non mi ignorare, prugna!-

-Sbrigatevi!-

-Va bene, ma poi non chiedetemi dove sono quelle ragazze perché non ve lo dico più.-

Le ragazze lo fissarono per in paio di secondi, fino a quando non gridarono contemporaneamente: -Tu sai dove sono?!-

Roy ghignò compiaciuto per la loro reazione prevista–Ma certo. Sono a est, a ovest, di qua, di là…Chi lo sa? Lo scoprirete presto.- Dopo scomparve del nulla, lasciando tutti sconcertati.

Daisy si riprese un po’, anche se con difficoltà –Meglio se andiamo.-

Tutti acconsentirono –Già.-

Iniziarono a camminare per i vari sentieri di quello strano posto, cercando quelle ragazze che manco sapevano se fossero vive.

 

 

Dietro un albero…

 

Roy si era nascosto lì a osservare le ragazze e a meravigliarsi di quanto fossero prevedibili, ma soprattutto per incontrare il suo capo.

Un tipo a posto, ma piuttosto silenzioso e anche per questo inquietante. Non sapeva niente di lui e visto che portava una felpa era solo a conoscenza del fatto che fosse alto e abbastanza muscoloso

Per fortuna non tardò ad arrivare con quell’aria tranquilla e misteriosa di sempre.

Roy non lo degnò manco di uno sguardo e si arrampicò sull’albero come una scimmia e iniziò a sgranocchiare una mela.

-Cosa stanno facendo le ragazze e Goro?-

-Ah, niente di che. Stanno cercando le altre.- Poi fece il broncio –Quella prugna acerba è un’antipatica. Potresti ucciderla?- Chiese infine, con gli occhi che avevano assunto una strana luce.

-Anche se potrei farlo con molta facilità, no. Servirà anche lei per il piano.-

-E che cavolo. Non è giusto, sei un cattivone.-

-Non mi interessa.- La voce del suo capo divenne poco più di un sussurro –M’interessa solo il fatto che il grande giorno stia per arrivare.- Dopo di che se ne andò con Roy alle calcagna.

 

 

Da Claudia e Diana…

 

Le due ragazze si erano ricongiunte da un bel po’ di tempo e stavano cercando di raggiungere gli altri, ma senza risultati.

Questo perché Diana era troppo preoccupata per le ragazze e non riusciva a concentrarsi su niente, mentre Claudia era troppo impegnata a pensare alla persona misteriosa che l’aveva salvata e al perché gli sembrasse tanto famigliare.

Erano così distratte che Claudia manco si accorse di stare per sbattere contro un albero, cosa che accadde.

Gemette di dolore. -Che male!- Si massaggiò distrattamente il naso ormai rosso –Sembro un clown- Le cose andavano di male in peggio.

-Dai, resisti. Dovremmo essere vicine- Un altro Grifone le sbarrò la strada. Sospirò e poi si mise a correre. –E’ come se ci seguissero! Facciamo in fretta!-

Non ricevette risposta.

Si girò preoccupata per la sorte della sua compagna e purtroppo non erano delle migliori, infatti stava per rimetterci la pelle per un colpo del Grifone.

Per fortuna la Smrt sembrò avvertire la sua zampa e la sfruttò per far leva per un salto, poi estrasse una spada e colpì la creatura con un fendente, ghiacciandola.

Diana restò incredibilmente stupita dallo spettacolo di fronte ai suoi occhi, tanto che Claudia fece fatica per farla ritornare sulla terra.

-Ehi, Diana. Torna da noi, anzi, da me.-

La Raven sembrò risvegliarsi da un sonno profondo. –Scusa, sei stata micidiale. Ma da dove l’hai presa quella spada?-

Claudia osservò a lungo l’oggetto tra le sue mani, come se potesse darle delle risposte –Non lo so, ma è come se impugnandola una parte di me si fosse accesa…Una parte nascosta da sempre.-

-Eh?-

Il rumore di applausi distrasse le ragazze dai propri pensieri; Ma quella non era Nori?

La Okada sorrise –Molto bene, ragazze. Avete superato la prova d’ingresso, i miei complimenti.-

Silenzio totale.

Claudia si trattenne a stento dal picchiarla –Tutto questo caos era solo una prova?-

-Si, anche se ci sono state degli…Ehm…Incidenti di percorso- Indicò con il mento il Grifone per fortuna ghiacciato. –Mi scuso per i picc…per gli ostacoli. Ma ora andiamo!- Detto questo trascinò Diana e Claudia dalle ragazze, piuttosto arrabbiate, Goro e il caro Roy in quel momento intento a lottare contro Yuki.

Non fecero in tempo a muoversi di un solo passo che Daisy le saltò addosso –Ragazze! Siete vive!-

Seline squadrò Daisy da capo a piedi –Saltare addosso alle persone a quanto pare è diventato un tuo hobby, vero?-

Mackenzie si unì all’abbraccio e fece la linguaccia a Seline, felice di rivedere le sue compagne.

Accortesi della presenza di Claudia e Diana, le altre ragazze le circondarono e fecero loro miliardi di domande, ma la più azzeccata fu quella di Rika: -Dove eravate finite?-

Diana tentò di trovare una risposta sensata –Ehm, ecco…-

Per loro fortuna Nori richiamò le ragazze intorno a sé.

Dopo degli attimi di silenzio, la Okada iniziò a parlare –Come avrete ben capito, avete svolto il test d’ingresso che avete superato con buoni voti, ma non pensate che d’ora in poi le cose saranno più facili- Ignorò le varie occhiatacce delle ragazze e continuò –Per ora sosteremo un po’ a casa di Roy, il famoso lui- Si mise a ridacchiare.

Roy fece un’espressione confusa, ancora all’ignoto dei vari film mentali fatti dalle ragazze su di lui.

Le altre ne rimasero basite, cosa che lo fece confondere ancora di più. Si avvicinò pian piano a Yukari –Ma che cosa vi prende?-

Yukari sobbalzò, colta in fallo –Ehm, niente! Vedi, io…- Detto ciò si nascose dietro Dakota.

-Bah…- Mormorò.

Nori lo fulminò con lo sguardo –Vero che ci farai alloggiare da te?!-

Roy non si fece affatto intimorire dallo sguardo assassino della Okada, anzi, la fissò con un’aria di sfida –Per chi mi prendi, per un albergo?- Ribatté, acido come non mai.

-Roy Tengawara!-

Il piccolo Tengawara sobbalzò, poi si mise a riflettere.

Buon segno.

Dopo aver dato una breve occhiata dietro un albero, acconsentì –E va bene, però dovrete rispettare delle regole.- Iniziò a camminare verso la sua caverna, seguito dalle ragazze.

-Ah si? E quali sarebbero?- Gli chiese Goro, curioso.

Roy sorrise storto –Allora, regola numero uno, non rompere niente, incluse le mie scatole, regola numero due, non sporcare…-

 

 

Dopo un’ora…

 

Ormai avevano raggiunto la caverna di Roy e fatto un giro turistico, ma lui continuava a dettare regole –Regola numero mille, avere rispetto verso muà. Finito, ci sono domande?-

Ume si lasciò cadere su una sedia –No! Ci avrai detto novecentonovanta regole…-

Roy la gelò con un solo sguardo –Sono mille, a quanto pare non le hai memorizzate. Te le ripeto-

-Ma anche no.- Mugugnò lei, assonnata.

Nori tappò la bocca di Roy -Ok, ok. Come ben saprete, qui siete al sicuro da ogni sorta di creatura maligna, godetevi l’alloggio. Ora accomodatevi pure, poi ceniamo e vi dico la disposizione delle camere. Domani farete allenamento. E ora…sciò!-

Le ragazze annuirono e si sparpagliarono per la caverna, mentre gli adulti e Roy si occupavano della cena.

Ormai non ne potevano più, ma in fondo era solo l’inizio…

 

Angolino della pasta volante (?):

E rieccoci J

Goro è salvo! *O*

Tutto questo caos era solo una prova d’ingresso, scioccati?

Eheheh, è questo che esce nella mia mente contorta u.u

Vi piace Roy e il suo capo?

Secondo voi cosa avrà in mente?

E la signora?

Nel prossimo capitolo ci saranno le disposizioni delle stanze e poi qualcos’altro che ancora non so ^^’’

Ringrazio come sempre chi ha messo la storia tra le preferite, le seguite, chi recensisce o chi legge e basta ^^.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto <3 (Ahahahah, bella battuta u.u)

Ehm, non ho altro da dire.

Baci

 

P.s. Avete idee per il nome della squadra? Io li chiamerei The protector of the world. Sta a voi decidere ;3

P.p.s Pastaaaa X3 *Scuoricina*

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Capitolo 7
*** 7. Notte in compagnia! (Parte 1) ***


Note piccine (?): Hola mondo (Yeah, sono in orario!)^O^  

Sono tornata :3

Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento <3

La speranza è l’ultima a morire u.u

Ci vediamo giù :3

 
Notte in compagnia! (Parte 1)


Nella caverna di Roy…


Si poteva dire che Nori fosse brava nel calcio, nel combattimento e, cosa improbabile ma vera, perfino nell’uccidere gli squali, ma nella cucina era proprio negata!

Questi erano i pensieri di Goro e Roy, in quel momento impegnati a tentare di rimediare alla cucina della Okada per non far morire le ragazze.

Purtroppo i risultati non erano dei migliori…

“Pazienza” Pensarono “Tanto non siamo noi a dover mangiare.” Come si dice, la speranza è l’ultima a morire.

La Okada li risvegliò dai loro pensieri –Ragazzi, oggi mangiate anche voi due! Dovete essere in forma per gli allenamenti delle ragazze!- Ecco. Ciao ciao speranze.

Tentarono di apparire il più felici possibili –Evviva, che bello.- Ricevettero un sorriso smagliante di Nori. Missione compiuta.

Terminata l’opera, Roy chiamò le ragazze iniziando a pregare che non morissero perché non aveva dato loro ancora fastidio –A tavola!-

Dopo una frazione di secondo le ragazze erano già sedute a tavola, piuttosto impazienti.

Goro sorrise, immaginandosi già le facce delle ragazze quando avrebbero visto il cibo che avrebbero dovuto ingurgitare –Per caso avete fame?- Chiese ironicamente, giocando un po’ con i suoi capelli.

Il brontolio proveniente dallo stomaco di Alana fu una risposta più che sufficiente.

Le ragazza si misero a ridere, perfino la Brown stessa, in quel momento anche arrossita.

Quando la Okada posò il cibo in tavola le risate furono sostituite da un silenzio agghiacciante e sguardi confusi.

Quello non poteva essere cibo…

Seline toccò quella melma disgustosa, dubbiosa, ma poi rabbrividì subito e ritrasse il dito, schifata. Si pulì in fretta il dito e se lo disinfettò –Che schifo, ora di sicuro avrò preso molti germi!- Si voltò verso Diana –Ho la guancia sporca?-

La Raven la osservò, poi scosse la testa –No.-

La Smith sporse l’altra guancia –E qui?-

-No-

-E sulla testa? Sui capelli? Sulla maglietta?-

Diana sospirò. Non si vedeva, ma in realtà stava per perdere la pazienza.

Per fortuna la Okada in un certo senso la salvò –Forza ragazze, mangiate questa delizia!-

Mizu la guardò con gli occhi sbarrati –Quindi questo sarebbe del cibo?-

Nori la fulminò –Si, perché, ci sono obiezioni?-

Yuki rispose per Mizu –Si.- Ribatté piatta

-Ah si? E quali sarebbero?-

Questa volta a parlare fu Rika –Per esempio il fatto che questo intruglio non dev’essere manco commestibile-

Goro bloccò la Okada, intenta a tentare di uccidere quelle ragazze, sia perché ci teneva che fossero ancora vive sia perché quella era un’opportunità per non mangiare quella schifezza che manco meritava di chiamarsi cibo.

La Nori sbatté un piede per terra, scocciata –Significa che dovrete rimanere a digiuno!-

Ume alzò le spalle, indifferente –Meglio che ingurgitare questa porcheria e poi vomitarla.- Rabbrividì; Non sapeva perché, ma aveva paura di vomitare.

Roy sobbalzò, poi prese Ume per il colletto e la scosse –No! Guai a voi se lo fate!-

Nori non ne poté più e se ne andò in camera sua, non prima di aver borbottato un “Ingrate” a bassa voce, in modo tale che nessuno la sentisse.

Dopo essersi assicurato che la Okada non lo sentisse, Goro sospirò di sollievo –Devo ringraziarvi. Temevo di dover mangiare quella cosa disgustosa.-

Daisy sorrise, poi sobbalzò, preoccupata. Sembrava essersi accorta di una cosa: -E le disposizioni?-

-Ah giusto.- Goro si sedette su una sedia e poggiò il viso tra te mani.

Passarono un po’ di minuti in silenzio, fin quando Claudia non lo interruppe –Beh, vuole dircele?-

Goro sorrise –Nah, voglio un po’ di suspance.- Dopo un “E noi no” collettivo, sbuffò: -Uffa, siete cattive. Va beh, ve le dico, allora:

Prima stanza: Mackenzie, Diana e Seline.

Seconda stanza:  Mizu, Yuki e Alana.

Terza stanza: Yukari, Ume e Claudia.

Quarta stanza: Rika, Dakota e Daisy.

Ecco, contente? Ora andate a dormire, va.- Sbuffò, andandosene in camera sua e di Roy portandosi via quest’ultimo.

Le ragazze obbedirono e si diressero ognuna nelle proprie stanze, chi eccitata, chi indifferente, chi delusa per non essere in stanza con la persona che le stava più simpatica.

  

 

Nella prima stanza…


Le tre ragazze entrarono nella stanza e furono felici del suo aspetto: Non era né grande né piccola con le pareti turchesi e il pavimento in parquet; Vi era un letto a castello e uno singolo, entrambi con le coperte color bianco panna. Un comò in legno con sopra un lampada regnava tra i due letti, mentre un  armadio occupava un lato della stanza insieme a una poltroncina bianca.

Le ragazze tentarono in tutti i modi di chiedersi come faceva una caverna ad essere così confortevole.

Diana occupò tranquillamente il letto singolo, mentre Mackenzie e Seline lottavano per il letto di sopra; Alla fine vinse Mackenzie.

La situazione era abbastanza calma, ma non lo sarebbe stata per molto. Infatti Mackenzie si mise a punzecchiare Seline che dopo un po’ di minuti le tirò un cuscino in faccia, facendo così iniziare una lotta di cuscini molto movimentata sotto gli sguardi ammonitori di Diana.

Poco dopo la Raven sospirò –Potete smetterla? Vorrei dormire.- Disse solo questo.

-Un attimino.- Seline alzò il cuscino e lo colpì con un calcio verso Mackenzie.

SBANG! La Adams colpita affondata.

La Smith sorrise e  i suoi occhi diventarono turchesi –Bene, possiamo andare.- Dopo di che si infilò sotto le coperte, seguita da Mackenzie.

Diana spense la luce, ma la riaccese subito –Ragazze, come faremo con questo disordine?-

Le due ragazze diedero un’occhiata alla stanza. In effetti vi erano piume ovunque.

Mackenzie sbarrò gli occhi –Però, una stanza distrutta in un solo giorno. Ho superato il mio record- Disse solo.

La Smith affondò la testa nel cuscino –Bene, vorrà dire che pulirai tu domani.- Disse acida, poi spense la luce senza dar opportunità alla Adams di protestare.

Dopo poco tutte e tre vennero accolte tra le braccia di Morfeo.

  

 

Nella seconda stanza…

 

Da un po’ di tempo le ragazze si erano sistemate in quella stanza; Era come a prima, a parte il fatto che le pareti erano gialle mentre le coperte erano arancioni. In più vi erano tre letti singoli e due dei tre erano messi del tutto vicini, mentre uno era più lungo e messo ai piedi dei primi due letti; Yuki aveva proprio occupato quel letto per stare il più lontana possibile dalle due, anche se i loro piedi li avrebbe sentiti eccome, mentre Alana e Mizu avevano occupato i restanti due letti.

La situazione era questa: Mizu si divertiva a spupazzarsi Alana e a metterla in difficoltà facendole domande in tedesco, mentre Yuki era già sdraiata a dava le spalle alle due e tentava di passare il tempo attorcigliandosi i capelli.

Stranamente si sentiva sola, era strano. Non era mai successo, fin quando Diana non le aveva detto di aprirsi di più.

“Quella ragazza è strana, sicuramente”

Non fece in tempo a pensare altro che sentì due braccia circondarle il petto da dietro.

Sobbalzò. Quelle braccia le ricordavano tanto gli abbracci di sua madre.

Tentò di fare l’indifferente, con ottimi risultati, ma non resistette a trattenere un po’ di curiosità quando si sentì trascinare verso il centro dei due letti messi insieme –Ma che fate?- Chiese.

Alana sorrise –Ti teniamo compagnia-

-E perché?-

–Perché nessuno deve mai stare solo.- Notò un puntino di tristezza nei suoi grandi occhi, ma non ci fece caso.

-Non ho bisogno della vostra compassione- Ribatté acida.

Mizu alzò un sopracciglio –La nostra non è compassione, è solo la voglia di diventare tue amiche- Sorrise –E ci riusciremo, in un modo o nell’altro- Aggiunse con un ghigno.

Yuki sospirò, divertita.

Sobbalzò sentendosi trascinare via dai due letti.

Alzò un sopracciglio di fronte a ciò che vedeva: Le due ragazze stavano staccando i propri letti e stavano mettendo al centro il suo, poi unirono i loro letti a quelli di Yuki.

Mizu sorrise –Bene, e ora a nanna!- Buttò la Ishijama nel letto al centro senza tanti complimenti e si tuffò nel proprio. La Brown tentò di imitare il suo esempio col proprio letto, ma nel farlo sbatté l’alluce contro il piede del letto. Fece una smorfia di dolore, poi si tuffò letteralmente sul materasso del suo letto e abbracciò Yuki, imitata da Mizu.

-Buona notte- Dissero in coro, poi spensero non si sa come la luce con i piedi.

-Notte- Rispose Yuki. Sorrise nel buio in modo tale che nessuno la vedesse. Forse in fondo quell’avventura non era tanto male…

Infine si addormentò.

 

Angolino dei clone di Riku (?):

 

 

Riku */Q\* *Un Heartless tenta di svegliarla dalla trance, ma non ci riesce, quindi ne arrivano due, non ci riescono, infine un esercito di Heartless (?)*

Eh? Ah, sono tornata ^0^ (Fortuna o sfortuna? Boh .-.)

Spero che il chappy vi sia piaciuto ^^

Ebbene si, l’ho diviso in due parti perché altrimenti ne usciva troppo lungo :3

Pardon .3.

Ringrazio come sempre chi mi segue, chi ha messo la storia tra le seguite e le preferite :3

I love you ^3^

Ok, la smetto di rompere u.u

Baci

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Capitolo 8
*** Notte in compagna! (Parte 2) ***


 

Note prima della storia: Giorno a tutti!

Come state, miei ammmori? *^*

Eccomi qui con il nuovo capitolo, tutto per voi

Ci vediamo giù :3

 

Notte in compagnia! (Parte 2)

 

Nella terza stanza…

 

 

Appena entrate in camera, le ragazze si rifugiarono ognuna in un angolino a farsi i fatti propri.

C’era un’aria tesa…

Dopo un paio di minuti Yukari non ce la fece più e decise di attaccare bottone con una delle due.

Prima provò con Ume, ma visto che lei stava dormendo come un ghiro non molto femminilmente e con la pancia scoperta, si limitò a sistemarle le coperte.

Decise quindi di fare amicizia con Claudia, in quel momento intenta a disegnare.

Si avvicinò pian piano a lei e sbirciò quello che stava disegnando. Visto che sembrava non lo sapesse fare, decise di chiederglielo.

Tentò di farsi notare tossendo, ma niente. Fece un respiro profondo e partì alla carica: -Ehm, Claudia?-

La Smrt staccò lo sguardo dal disegno e la gelò con lo sguardo –Cosa vuoi?- Chiese acida. Un bell’inizio…

La Isawa tentò di non apparire spaventata di fronte a quello sguardo e sorrise: -Che bel disegno- Piccola bugia. –Cos’è?-

Claudia posò di nuovo lo sguardo sulla sua opera –Se pensi che sia bello perché non sai cos’è?- Chiese, guardandola di sbieco.

Il suo interlocutore sobbalzò: Beccata! Balbettò in cerca di una scusa, ma la Smrt la fermò con un gesto della mano –Non ti preoccupare, lo so che sono una frana a disegnare- Yukari sospirò di sollievo –Comunque, sto disegnando mio cugino.-

La Isawa si sporse verso il disegno, studiandolo con l’aria di un intenditrice –Ah.- Commentò soltanto. Sorrise ad un “Niente commenti, grazie” borbottato dalla compagna.

La Smrt staccò di nuovo lo sguardo dal disegno e si guardò intorno. –Non pensi anche tu che questa camera sia bellissima?- Aveva ragione; Era favolosa, nonché colorata: Le pareti erano di un bel verde pistacchio, mentre i mobili erano in legno e i letti avevano le coperte colorate da un spiccante rosso fuoco ed erano disposti in modo tale che avessero la forma di un triangolo.

Yukari annuì, felice di essere riuscita a chiaccherare civilmente con la ragazza: -Hai ragione, anche se le pareti mi fanno venir voglia di mangiare un gelato al pistacchio- Aggiunse con un brontolio dello stomaco; In risposta si beccò un palmface degno di nota da parte di Claudia.

Ci fu un attimo di silenzio, interrotto subito da una risata delle ragazze per il russare non molto fine della Ikeda.

Le due passarono la notte a parlare e scherzare con come sottofondo il russare di Ume…

 

 

Nella quarta stanza…

 

 

Rika era davanti alle due ragazze e quando si ritrovò davanti alla porta non si trattenne dall’aprirla con un calcio, sotto lo sguardo sconcertato delle due.

Dopo di che la ragazza si sedette tranquillamente sul letto singolo, mormorando un “Non disturbatemi, altrimenti vi taglio le lingue e le do a Nori per fargliele cucinare” e mettendosi le cuffie nelle orecchie per ascoltare un po’ di musica. Da quello che si sentiva, era sicuramente rock.

Dakota si limitò a scattare delle fotografie alla stanza e ne rimase soddisfatta dai risultati; Le pareti arancioni stavano d’incanto con le coperte dei due letti verdi. Si, due, perché uno era matrimoniale. Il pavimento marrone chiaro e i mobili in ebano incorniciavano il tutto e rendevano il tutto ancora più bello.

Daisy invece si infilò sotto le coperte del letto matrimoniale imitata poco dopo da Dakota, la quale la sfidò subito ad una partita di scacchi con la scommessa che la perdente avrebbe dovuto mangiare la cucina della Okada. Sorrise, di sicuro l’avrebbe battuta, essendo un prodigio in quel gioco di intelligenza.

Infatti non poco dopo l’aveva già stracciata; Scoppiò a ridere davanti all’espressione sconcertata della sua  compagna: -Che c’è? Sei stupita del fatto che ti abbia strabattuta?-

Dakota sorrise –No, son rimasta sorpresa dal fatto che non sei così tanto timida come pensavo.- Ridacchiò vedendo Daisy confusa –Niente, niente.-

Il resto della nottata la passarono a fare caos in stanza sotto gli sguardi assassini di Rika.

Quando ormai era diventato tardi e anche la loro compagna si era addormentata sotto le note dei Green Day anche loro decisero di riposare.

Spensero quindi le luci e si accoccolarono tra le coperte.

Quando Daisy stava per addormentarsi, quando Dakota iniziò a parlarle: -Daisy?-

Aprì di malavoglia di occhi e le rispose con la voce impastata dal sonno: -Si, Dakota?-

-Avevi posato il Re nella casella sbagliata, lo schifo te lo mangi tu.-

Daisy spalancò gli occhi, ma poi si arrese di fronte all’amara realtà.

Con il terribile pensiero del cibo di Nori, si addormentò insieme ad una trionfante Dakota.

 

 

Di mattina…

 

 

La mattina dopo le ragazze si svegliarono pimpanti e piene di energia.

Infatti in cucina ci fu il caos più totale, tra urla, stritolamenti e semplici cenni di saluti.

Il povero Roy rischiò perfino di perdere l’udito per tutto il chiasso che c’era.

Tutto quel rumore cessò all’istante quando arrivò il cibo.

Le ragazze si aspettarono di tutto, dalle lingue di rana all’occhio di un topo, invece si trovarono davanti delle semplici tazze di latte insieme a dei biscotti.

Goro sorrise di fronte alle espressioni spaesate delle ragazze –Oggi ho cucinato io.-

Mizu annuì –Si vede.- Commentò con la bocca piena di biscotti.

Seline fece una smorfia schifata di fronte a quella mancanza di ben educazione –Ma insomma, datti un contegno!-

La ragazza ingoiò a fatica i biscotti e bevve un po’ di latte. Dopo essersi leccata per bene i baffi sorrise –Cara Seline, cos’hai mangiato a colazione, dello yogurt?- Le chiese con voce canzonatoria.

La Smith ghignò –Lo vedi anche tu che sto bevendo il latte.-

Mackenzie ridacchiò –Uno a zero per Seline Smith Anderson!-

A quell’affermazione la Airi estrasse da chissà dove una bandiera bianca e la sventolò –Ok, mi arrendo!- Dichiarò, facendo scoppiare a ridere le sue compagne.

Ume si alzò di scatto e chiuse la mano in un pugno, lasciando alzati solo l’indice e il medio –Oh yeah, pace and love for the muffins!-

Yuki alzò un sopracciglio –Pace e amore per i muffin?- Chiese, sia scettica che divertita.

Ume annuì –Certo, io adoro i muffin- Disse con gli occhi a forma di cuore.

Rika annuì –Sono d’accordo con lei.-

-Ah, strano.-

-In effetti…-

Ad interrompere quel momento stranamente tranquillo fu Nori che fece la sua comparsa in scena e batté le mani per ottenere il silenzio, con ottimi risultati.

Studiò le ragazze una ad una, per poi dire soltanto un “Seguitemi, si inizia l’allenamento”. Le ragazze fecero come gli era stato detto e la seguirono, per poi trovarsi in un maestoso campo dove il colore predominante era il verde.

Dopo un “Whao” generale le ragazze, sotto gli ordini di Nori, si sistemarono sulla linea laterale del campo.

La Okada si posizionò di fronte a loro e incrociò le braccia, con aria fiera –La vostra squadra sarà la “The protector”- Disse, poi estrasse un pezzo di stoffa –E il capitano sarà…-

Ci furono vari attimi di silenzio, quello della calma Nori e quello delle ansiose ragazze.

Rimasero tutti spiazzati quando la Okada gettò via il pezzo di stoffa che venne mangiato da un coniglio lì vicino.

Alana aggrottò le sopracciglia –Il capitano sarà un coniglio?-

Diana la ignorò e inarcò un sopracciglio –Si può sapere perché l’ha fatto?-

Nori alzò le spalle –Prima di tutto, nella squadra non ci devono essere figure più importanti- Su questo le ragazze erano d’accordo.

-Seconda cosa- Aggiunse –Questa è la punizione per aver detto che cucino male.-

Il pensiero più comune tra le ragazze era “Ancora con questa storia?”. Sospirarono, sconsolate.

Nori sorrise trionfante e distribuì ad ognuna di loro delle divise da calcio con la maglia a maniche corte blu e bianca e dei pantaloncini dell’ultimo colore. –Ecco, mettetevele-

Quando tutte tornarono con addosso le divise, la Okada continuò a parlare, ghignando –Bene, ora fate cinquanta giri di campo, via!-

Le ragazze obbedirono, anche se con scetticismo e di malavoglia, mentre gli adulti e Roy studiavano le loro potenzialità.

 

 

Angolino del Paese dei Dolci (*Q*):

Adoro quest’angolo :Q_

Rieccoci qua *-*

Per prima cosa ringraziate il mio caro non proprio u.u  amico Tommy per questo capitolo, perché il ragazzo mi ha assillata ogni giorno dicendomi di aggiornare.

Infatti ho un bel mal di testa

Beh, spero che vi sia piaciuto *^*

Ringrazio i soliti santi che amo

A presto ^^

Pace and love for muffins **

 

Erica

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