Il ritorno della maestra.

di shelters
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1- ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2- ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3- ***
Capitolo 4: *** Epilogo- ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1- ***


 

alla solita gente, perchè insieme siamo come una grande, imbarazzante famiglia.

Prima di fare ritorno, si era detta che sarebbe tornata purificata, un percorso di liberazione che l’aveva portata a Parigi per un biennio e le aveva regalato attimi di felicità.
Tornata, si aspettava di vedere tutto con occhi diversi e trasognati; in realtà, guardandosi attorno in quel locale affollato e vociante, non si sentiva diversa e non vedeva differente, le persone che chiacchieravano allegre erano le stesse e l’atmosfera non era mutata di un filo.
Forse era lei ad essere cambiata troppo da non riuscire più ad adattarsi, un leggero senso di disagio che preferì tenere per sé.
Vagò con lo sguardo per la sala, cercando volti familiari: era in mezzo ad un grosso gruppo di amici, un bicchiere semivuoto in una mano e l’altra tra i capelli biondi per ravvivarli.
Un uomo poco lontano le fece l’occhiolino interessato, ma lei non lo degnò di uno sguardo, troppo concentrata nella sua ispezione.
Chissà se era successo, si chiese muta, ma le parve che la terra avesse tremato quando i suoi occhi si posarono su un volto ben noto a pochi metri da lei: le mani le tremavano tanto che dovette appoggiare il bicchiere perché il vino non fuoriuscisse, una vertigine quasi dolorosa la bloccava sul posto e di nuovo desiderò di non aver mai abbandonato Parigi.
Furono i suoi capelli a tradirla, inconfondibili, li artigliò nervosamente per strapparseli uno a uno perché avevano contribuito all’inizio della fine: lo vide aggrottare le sopracciglia e sporgersi leggermente.
Quando la riconobbe strabuzzò gli occhi e ammutolito si separò da chi era con lui per venire verso di lei, l’espressione sconvolta e l’andatura incerta, come se per lui lei fosse una visione.
Charlotte tentò senza successo di mettere a tacere il proprio cuore affannato, stritolandosi la stoffa del vestito all’altezza del ventre come a sbrogliare il nodo lacerante in cui erano aggrovigliate le sue viscere.
Lui aveva i capelli appena più lunghi e spesso ciuffi indisciplinati andavano ad accarezzargli la mascella, portava occhiali dalla montatura tondeggiante, ma dietro le lenti i dolci occhi bruni erano inconfondibili.
Era esattamente come se lo ricordava, esageratamente alto e bello come lei non aveva mai saputo apprezzare fino in fondo.
-Ciao Liam...- esalò senza fiato, intrecciando le dita in grembo per evitare che lui si accorgesse che le tremavano le mani
Lo vide cercare parole perfette e diverse per coronare quel loro primo incontro dopo l’addio, ma non ne trovò, respirò profondamente e annuì.
Gli sorrise piano, attendendo una sua reazione che non parve venire, lui era paralizzato e lei si sentiva tremendamente a disagio.
Quando lei fece cenno di allontanarsi dopo un ultimo sorriso di circostanza, Liam parlò precipitosamente.
-Scusa, io... non me l’aspettavo... quando sei tornata? Dov’eri?-
Charlotte si rese conto che era come tornare da un mondo misterioso perché lui non sapeva nulla di come si erano svolti questi due anni lontano da lui.
-Sono stata a Parigi, è stato... molto bello...- gli confessò, sperando di non ferirlo –è stato un brusco cambio, ma me la sono cavata...-
Avvertì una stretta al cuore quando colse le sue mani stringersi a pugno, forse voleva colpirla come aveva sicuramente desiderato fare quando era scappata da lui.
-Qui non è cambiato molto...-
Spostò il peso da un piede all’altro a disagio, guardandosi attorno.
-Ho visto i tuoi nuovi film, mi sono piaciuti...-
Charlotte si interruppe per un groppo alla gola, se solo lui avesse capito quanto si sentiva cambiata.
-Liam, mi dispiace per come mi sono comportata, sono stata una vigliacca e non ti ho trattato come meritavi e mi sono sempre posta male nei tuoi confronti, vorrei solo che...-
Lui agitò una mano come per dirle che non serviva, piegando leggermente il capo verso destra.
-Va bene così, Charlotte, davvero... è andato...-
-Volevo scusarmi, mi sono sempre sentita orribile...-
Liam sorrise ancora, non avrebbe mai dimenticato quegli occhi blu.
-Va tutto bene, davvero... spero che ne sia valsa la pena...-
Lei annuì semplicemente, desiderava così tanto invitarlo a bere uno di quei caffè che si concedevano sempre e potergli raccontare tutto quello che le era successo e quello che le era passato per la mente.
-Tu come stai?- gli chiese titubante, sbirciando oltre la sua spalla per cercare di riconoscere con chi fosse venuto lì
-Bene, ho alcuni progetti da ultimare, me la cavo... sono andato a trovare i miei la scorsa settimana... e ho comprato un cane...-
Si può tentare di riassumere il contenuto di due anni? Charlotte non tentò neppure, lo guardò grattarsi lievemente la nuca, toccava a lei rivelargli qualcosa.
-Io ho rispolverato il mio francese ed è andata alla grande, direi che quella è nota estremamente positiva... è stato un ritorno alle origini interessante...-
Era fidanzato, lo capì improvvisamente quando si sentì trafiggere da uno sguardo ceruleo poco lontano: era bella come una bambola, quelle a cui si pettinerebbero i capelli rossi come il tramonto per ore e l’innocente visetto di neve spruzzato di lentiggini.
Lo controllava da poco lontano e, se l’avesse riconosciuta attraverso quello che lui poteva averle raccontato, sicuramente non poteva sperare altro che lei sparisse.
Charlotte sobbalzò, quando le parole di lui le arrivarono forti e chiare, inaspettate.
-Potremmo prendere un caffè uno di questi giorni, per recuperare tutto il tempo...- buttò lì Liam casualmente, ritrovandosi a fronteggiare il più luminoso dei sorrisi che ricordava lei gli avesse mai rivolto
-Sarebbe fantastico, magari giovedì, così nel frattempo mi sistemo un po’ e finisco un po’ prima in casa editrice... hai ancora il mio numero?-
Si aspettava che lui l’avesse eliminato, estraendo il telefono per ripetere quello che aveva fatto quella che le pareva una vita fa.
-Non l’ho cancellato...-
Accettò il sorriso che lui le rivolse, sentendosene riscaldata fino alle ossa.
E quando si voltò per tornare dagli amici non sentì più la mancanza di Parigi.

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LOOK AT ME.

allora, ciao a tutti.
si sospetta che questa volta riuscirò a finirla questa ff soprattutto perchè l'ho già finita lol
sarà una flashfic, questo è il primo di 4 capitoli (non riesco a trovarlo tra le avvertenzee)
il banner sta arrivando, mi dicono sarà pronto per lunedì. immaginatevi una cosa figa, nel frattempo.
volevo dire tante cose importanti, tipo che ho imparato a tagliare le canzoni in modo da farle partire da dove voglio io e fare tante belle suonerie, che ho in cantiere una nuova ff, ma non so se la finirò, motivo per cui non vi anticipo niente. poi, che la peazer e le sue xx sono una cosa looooontana, ma non ho intenzione di espirmere il mio parere in merito. efp non accetta usi esagerati di violenza, volgarità, e mentre faccio PARTY HARD, potrebbe scivolarmi qualche termine inappropriato.
non so quando aggiornerò, mi devo contenere e non aggiornare già domani.
credo lo farò quando sarà pronto il banner, qundi lunedì/martedì.
spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto, perchè tengo davvero tanto a questa flashfic (ci lavoro da giugno uu), motivo per cui ENJOY :)
vi lascio, torno sul divano a piangiucchiare sulla 4x02 di glee, sulla perfezione di Marley e a cercare di capire dove sono i miei adorati fincheel.
un bacio, Viola(:

P.S. C'E' STATO UN LIEVE CAMBIAMENTO. il banner è arrivato prima. motivo per cui ci sentiamo sabato ;)
        e i crediti dello splendido banner vanno a @thatsamuffin su twitter,  itsapancake  qui su efp!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2- ***


 

Ad Alessia, che non si è nemmeno asciugata i capelli nella foga di leggere il primo capitolo


Non era cambiato niente, lo giurò a se stessa, lo vedeva con i suoi occhi, lo sentiva ed era il sentire più meraviglioso che ci fosse.
Ancora loro due, incastrati in un tavolino in un piccolo bar affollato, a chiacchierare come se lei non fosse mai svanita e loro non avessero mai smesso di rifugiarsi sotto le coperte del letto di lui appena la tensione tra di loro fosse diventata insopportabile.
Gli sorrise ancora, le pareva di aver seppellito quella pesante armatura di indifferenza in cui si era sempre racchiusa ostinatamente.
Quale sciocchezza gli stava raccontando ora?
-... e abbiamo capito in quel momento che Marcel aveva bisogno di essere portato in ospedale, ma abbiamo impiegato un’ora per trovare Jacques che era sparito senza dire niente a nessuno e nel frattempo Victoire non si trovava più...-
Lui rise ancora e a Charlotte parve che non avesse fatto altro per il resto del loro incontro, che fosse veramente felice di averla ritrovata.
-Deduco tu non abbia avuto un attimo libero...- commentò Liam con tracce del suo ultimo sorriso ancora sulle labbra
-Oh no, mi sono anche tanto rilassata... passeggiate a Le Tuileries, pranzi ai bistrot, musei e mostre, i parigini hanno sempre un milione di idee di cui renderti partecipe...-
Bevve qualche sorso del suo caffè, appoggiandosi piacevolmente soddisfatta allo schienale.
-Perché sei tornata?-
Charlotte sentì il bisogno fisico di portare lo sguardo fuori dalla vetrata del bar, osservando la fiumana di gente che popolava i marciapiedi, niente boulevards, niente file di alberi in fiore, nessuno che fosse lì da ore davanti ad una tela nel tentativo di catturare uno scorcio della città.
Solo gente attiva e adrenalinica, sempre protesa verso un dove.
-Mi hanno richiamato, a quanto pare servivo di nuovo qui...- replicò con un sorrisetto, ma improvvisamente si ricordò chi aveva di fronte e quanto lui la conoscesse nonostante tutto
-Sei... diversa da come ti ricordavo, lontano da quello che non mi piaceva di te...- le confessò lui in un sussurro ed era doloroso navigare nella dolcezza di quegli occhi bruni perché capiva quale parte sbagliata di lei gli avesse regalato durante il tempo che avevano condiviso.
-Mi piace molto come sei diventata...-
Non resse più perchè sentì pungergli gli occhi lacrime che non aveva mai osato versare in vita sua, per tutto ciò che di straziante le era capitato.
-È morto mio padre...-
Lo osservò mentre cercava disperatamente qualcosa da dire che fosse giusto in quel momento, ma lei lo guardò negli occhi e lui tacque, immergendosi in quel mare di malinconia.
-Quattro mesi fa, nella sua nuova casa a Firenze... arresto cardiaco, quando sono arrivata lì ho conosciuto Galatea, si erano sposati un mese e mezzo prima... e io non sapevo niente...-
Cedette anche la dura Charlotte e pianse contro i palmi delle proprie mani, perché lui non la vedesse e lei non fosse cosciente che lui le stava davanti e la guardava sciogliersi per tutta quella sofferenza.
Quando si riprese, Liam era ancora lì, il volto più pallido e gli occhi più scuri di pietà.
-Non mi ha invitata al matrimonio, Galatea mi ha detto perché non voleva deludermi dicendomi che un altro dei suoi matrimoni era naufragato... ma questa volta era serio, lei è una donna eccezionale, so che questa volta non sarebbe fallito... sono arrivata lì e ho trovato una marea di gente in lutto, a quanto pare ero solo io quella che non lo sapeva apprezzare... quante cose non mi ha detto? E quante volte l’ho accusato di non avere fatto il suo dovere di padre? Ho sprecato anni a detestarlo per come aveva gettato nella spazzatura il ricordo di mia madre e non mi sono mai sforzata di pensare a come stesse lui... non meritava una figlia ingrata...-
Singhiozzò e Liam fece quello che sognava fin da quando lei era entrata, meravigliosa, in quel bar, con uno di quei sorrisi in viso che erano ormai la sua ossessione: le catturò una mano nelle proprie e prese ad accarezzarle il dorso con il pollice.
-Sono rimasta fino all’apertura del testamento perché mi è stato chiesto, mi sono sentita un’estranea vicino a tutta quella gente che gli era affianco da chissà quanti anni e vicino a Galatea che non ha mai smesso di piangere, e indovina un po’? Mi ha lasciato tutto, a me e una parte a Galatea, tutto quello che non mi sono meritata, case, proprietà, eredità... non è mia stato così difficile convivere con me stessa...-
Lo guardò negli occhi, mentre le scendevano altre lacrime, e Liam si portava la sua mano alle labbra, baciandola delicatamente.
-Sono tornata a Parigi, ma era difficile rimanere così vicino a lui... quando mi hanno offerto di tornare a Londra ho accettato subito, un continente di distanza è più che sufficiente, ma so che le mie colpe rimarranno sempre con me... vorrei solo essere stata più presente, invece che essere fuggita fin qui per non doverlo ascoltare...-
Charlotte sentì la pelle tempestata di baci e lo rimpianse in maniera lacerante, rimpianse lui e le sue tenerezze, le volte che avevano riso in compagnia, quando lo sorprendeva a fissarla intensamente.
Quante volte l’aveva scombussolata con comparsate, quanto l’aveva viziata con piccoli gesti e lei, come aveva allontanato suo padre, così aveva allontanato lui.
Lo guardò straziata, cogliendolo mentre intrecciava le sue dita con le proprie e passava le labbra su ogni nocca bianca.
-Come si chiama lei?-
Liam la guardò interrogativamente, e lei gli fece un sorriso umido, tutte le volte che gli aveva rubato una carezza guardandolo sconvolgersi perché non era da lei, gli abbracci nel cuore della notte.
-Lei chi?-
Tornava tutto, come un’onda che sciabordava cullandola, e quando si ritirava Charlotte si accorgeva che le aveva sottratto tutto e poteva guardare i luccichi che il sole produceva sulla sua acqua solo da lontano.
-La tua fidanzata...-
Lui la guardò per lunghi minuti e lei si sentì di nuovo nuda, ma non a disagio, sostenne l’occhiata, ancora con le guance segnate dalle tracce delle lacrime e le labbra rosse per averle morse dolorosamente.
-Amanda...-
Non Charlotte, quella che gli stava di fronte e lo rimpiangeva silenziosamente con ogni fibra del suo essere: districò la mano dalla sua presa calda, tergendosi il viso e abbozzando un sorriso.
-È questo il prezzo da pagare per essere stata sciocca una volta... non sono stata in grado di tenermi nulla che valesse veramente la pena, si paga tutto, prima o poi... ho perso mio padre in maniera definitiva, ma forse questa è la perdita peggiore, perché tu sei ancora qui, ma non più mio...-
Non se ne accorse, ma piangeva ancora, e se quella scena fosse accaduta due anni prima entrambi l’avrebbero trovata assurda perché lei non era così, non lo era mai stata fino ad ora.
-Mi dispiace se non ti ho mai fatto sentire apprezzato e poi sono scappata, quando mi hai chiesto di bere un caffè insieme ho pensato che questa fosse una seconda possibilità, ma non credo di meritarmela...-
Charlotte capì che a breve si sarebbe alzata e sarebbe di nuovo uscita di scena, questa volta piangendo sulla sua anima rovinata, iniziando a pregare per non doverlo incontrare ancora e guardare con occhi sofferenti il suo errore.
-Una vita passata a trincerarmi dietro un muro di indifferenza nella speranza di non essere colpita da nessun dolore, senza pensare che potesse arrivare alle mie spalle... se fossi egoista non ti lascerei andare, ma ho combinato troppi guai per poter avere ancora il diritto di insistere... senza mio padre non avrei mai imparato a rimpiangere i miei comportamenti... e senza di te non avrei mai appreso quanto sia doloroso non poter essere corrisposti...-
_____________________________________
LOOK AT ME.
allora, so che dovevo aggiornare domani, ma iniziano e le giostre e la fiera nel mio paese e ho una festa, quindi non avrei avuto tempo.
è il secondo capitolo, ciò significa che ne mancano due.
aggiungo che non ho ancora visto glee, ma il promo della 4x04 è il peggiore della storia. i klaine e i finchel si lasciano e distruzione, lacrime, odio, morte.
per il resto LA VITA E' BELLA.
non so quando aggionerò, conoscendomi domenica o lunedì, non riuscirò a trattenermi lol

un abbraccio, Viola.
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3- ***


a lea michele che, giorno dopo giorno, continua ad essere la mia ispirazione più grande


Lucy infilò la testa dentro il suo ufficio e Charlotte le rivolse un saluto distratto, cercando tra scartoffie quella che le serviva.
-C’è qualcuno che la aspetta giù...-
Nonostante avessero pochi anni di differenza, la ragazza si ostinava a darle del lei: le rivolse uno sguardo interrogativo, ma non si alzò.
-Come fai a saperlo?-
-Hanno chiamato dalla portineria, hanno chiesto espressamente di lei...-
Si chiese chi fosse così pigro da non salire fin lassù in ascensore e sbuffò, quella mattina non aveva neppure il tempo di alzarsi per sgranchirsi le gambe.
-È proprio urgente?- chiese in tono rassegnato, cercando nel viso pulito di Lucy una risposta che sapeva non sarebbe arrivata
Si alzò, dirigendosi a passo di carica verso gli ascensori, un’aura di irritazione palpabile attorno a sé: arrivò giù lievemente affannata e decisamente infastidita, superando le grandi porte a vetri e rabbrividendo per l’autunno che stava avanzando impietoso.
E lì la sua irritazione svanì come volute di fumo rotte da una folata di vento.
-Che cosa fai qui?- chiese sorpresa, mentre Liam avanzava verso di lei con l’ombra di un sorriso, ma pareva nervoso
-Passeggiamo, ci sono un bel po’ di fotografi appostati, non voglio che ci vedano...- fu l’unica cosa che le disse, avviandosi
Lei si rese conto che non aveva preso il cappotto, sfregandosi velocemente le braccia coperte da una sottile camicia di chiffon bianco e affrettandosi a seguirlo.
-Credevo che... avessimo deciso di non vederci più...- mormorò mentre zigzagavano tra i passanti
-Hai deciso di nuovo tu, io non ho detto niente... le brutte abitudini non muoiono mai...- la riprese con un sorriso, infilando le mani in tasca
-Credevo fosse il meglio per entrambi e io non voglio interferire in altre relazioni...-
Lo vide fremere e non capì, mentre svoltavano l’ennesimo angolo popolato da grattacieli.
Quando lui si accorse che lei pativa il freddo, fece per togliersi il cappotto e posarglielo sulle spalle, ma Charlotte lo fermò, conscia che quel gesto sarebbe stato mal interpretato.
-Quando ci siamo incontrati per la prima volta dopo due anni ho pensato che mi sarei dovuto sentire furioso per come mi avevi lasciato senza dire niente, invece ero solo... elettrizzato, incredibilmente euforico di rivederti... e affascinato da come in due anni io non avessi dimenticato nulla del tuo viso...-
Lei si sentì arrossire, ma pretese di credere che fosse l’effetto del vento sferzante contro la sua pelle.
-Mi sono tormentato perché tentavo di capire come fosse possibile caderci ancora, ma dubito volessi scoprirlo veramente e non fosse solo una scusa per pensare a te... la mia prova finale era la nostra uscita per verificare se in effetti tu fossi rimasta la stessa persona, a quel punto mi sarei sforzato di allontanarmi, ma ecco che tu non sei più la stessa, sei migliore, la faccia buona della medaglia...-
Tutto quel discorso Liam lo fece in tono meditabondo, come se stesse riflettendo tra sé e sé e lei si sentì uno spettatore che aveva il dovere di rimanere muto, per non interrompere il filo estremamente delicato dei suoi pensieri, con il cuore che ruggiva dentro il petto e l’attesa che la divorava.
-Sono tornato a casa e, mentre tu sei cambiata, io mi trovo nella stessa situazione di due anni fa, completamente perso in cerca di capire che cosa si sia ripetuto...-
Si fermarono l’uno di fronte all’altra e il freddo per Charlotte era passato in secondo piano, c’era solo lui e il suo volto meraviglioso e leggermente bruciato da sole, le labbra piene e invitanti e quegli occhi profondi e dolci che la catturavano.
-Per questo ho lasciato Amanda e sono venuto fin qui per raccontarti tutto quello che c’era da sapere...-
Registrò le parole lentamente e il suo cuore ruggì ancora, come un leone sulla cima della sua savana che inorgoglito grida al cielo la sua felicità.
Gli sorrise con le lacrime che le solleticavano dolcemente gli occhi, in uno di quei modi di cui lui non scordava mai un dettaglio, rimase immobile a contemplarlo perché sarebbe stato di nuovo suo.
-Non posso fare quello che vorrei perché ci stanno guardando da ovunque, ma questa sera, finito il lavoro, vieni a casa, vieni a casa da me...-
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LOOK AT ME.
ehi, dovevo pubblicare ieri sera, ma efp mi ha preceduta e ha deciso di non funzionare lol
è corto, lo so, ma il prossimo sarà il gran finale, quindi ho tenuto il meglio alla fine.
non ci sono molte recensioni/visualizzazioni, ma quelle poche mi rendono felicissima!
un ringraziamento speciale a jas_ (che mi ha fatta saltare ed urlare per la casa quando ho visto recensione e contenuto di essa) e ad Alice per aver recensito.
ci sentiamo fra poco, un bacio!

-Viola 

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Capitolo 4
*** Epilogo- ***


*ATTENZIONE. leggete le note alla fine che ho una "sorpresa" per voi.*


ai pochi, ma buoni, che mi hanno accompagnata in questo viaggio. nella speranza di vedervi anche nel prossimo.


Correva e correva a perdifiato per il marciapiede, oltre il semaforo, ancora marciapiede e poi finalmente il posto che cercava e in cui si catapultò dentro come se l’avessero scagliata.
Scale che la parevano infinite e mentre si aggrappava al corrimano senza fiato ricordava come il suo pomeriggio fosse stato avvolto da una nube indistinta che le aveva impedito di pensare chiaramente, non riusciva a focalizzare le azioni che aveva compiuto, le persone che le avevano rivolto la parola, l’unica cosa che continuava ad accarezzare dolcemente la sua mente era il pensiero di quel momento, il pensiero di lui ad attenderla, l’aveva quasi raggiunto.
Tremava per la fatica, ma non si sentiva minimamente di fare gli ultimi piani a piedi, voleva arrivare a lui senza fiato come era stata tutto il pomeriggio pensando al loro incontro, come se lui le avesse rubato il respiro promettendole che glielo avrebbe restituito solo se fosse corsa da lui.
Ansimava e tremava davanti alla semplice porta scura, ciocche di capelli umide le lambivano il collo bianco, e si sentiva sull’orlo delle lacrime o di ridere fino a morirne.
Suonò il campanello e attese.
Lui non arrivava e una lunga crepa rovinò la sua gioia, si diramava inesorabile e rischiava di spezzarla: ma prima di toccare il suolo rovinosamente, udì passi pesanti, lui correva per non farla attendere ancora.
Quando l’uscio si aprì rimasero immobili a guardarsi, come se entrambi avessero agognato disperatamente a quel momento, ma nessuno si fosse preparato a dovere.
Charlotte lo contemplò, beandosi della bellezza del suo viso e dello scintillio dei suoi occhi, chiedendosi che cosa avesse lui che avesse fatto scattare la sua serratura, perché proprio quel paio di occhi bruni e quella voce profonda.
Ma non si rispose.
Si lanciò su di lui e Liam fu lesto a prenderla al volo, facendola volteggiare nel paradossale tentativo di recuperare l’equilibrio in quegli attimi di gioia folle: lei sentì le mani di lui sfiorarla a velocità vertiginosa, come se volesse sincerarsi che non si fosse tirata indietro come si aspettava, fino a che non prese il suo volto tra le mani grandi e ruvide e la baciò.
La trascinò con sé, in quella camera che lei conosceva così bene, e ripercorse tutti i gesti che sapeva a memoria, ma quelli erano momenti diversi, nuovi per la meraviglia del ritorno.
Lei ricordava lui come lui ricordava lei e guardare il suo viso sorridente a un soffio dal suo, avvolti ora dalle coperte aggrovigliate non le pareva fosse tramontato mai.
-Non ho combinato niente questo pomeriggio, ho solo... aspettato...- le confessò Liam in un mormorio indistinto e Charlotte annuì, perchè neppure lei si era mai separata dall’orologio e sperava che per lui fosse stato lo stesso
Si sentì baciare lentamente, in quel modo che aveva solo lui per catturarti nelle profondità senza possibilità di risalita.
-Non posso credere che sia successo tutto di nuovo...- sussurrò lei, mentre Liam la attirava a sé, tempestandole il viso di piccoli baci
Rimasero in silenzio, sorridenti a contemplare la prospettiva che gli era davanti.
Gli occhi nocciola di lui erano lo specchio più fedele di come si sentisse in quel momento, si intravedeva come se fosse sempre stata lì e lui non avesse mai smesso di pensarla.
Si sollevò per baciarlo ancora, e poi parlarono e si dissero quello che avevano ancora da confessarsi e il tempo non era più un problema, Charlotte non doveva scappare in segreto, era tornata e lui l’aveva accolta, l’aveva aspettata, non aveva importanza quanto, alla fine lei si era riconsegnata a lui.

Fine
 

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LOOK AT ME.
ok, sono solo 4 capitoli, ma sono emotivamente distrutta.
è finita, *le cries*
allora, sto morendo.
è finita la ff, domani pomeriggio vedrò la 4x04 di glee che sarà un disastro, la morte e Zayn Malik ha deciso di anticiparmi che ha un GRANDE annuncio per tutti.
COSA SUCCEDERA' ANCORA? CADRA' UN METEORITE E NON FARO' LA VERIFICA DI STORIA SABATO? 
ok, passo ai ringraziamenti.
non so quante persone seguano effettivamente questa ff, ma vi ringrazio TUTTE, dalla prima all'ultimo, che abbiate recensito o no.
è stato un viaggio per me e sono stata felice di aver percorso questa strada insieme a voi.
E qui viene L'ANNUNCIO.
sono felice di annunciare che sto progettando non una, maaaa DUE FAN FICTION *la folla esulta*
una sarà molto impegnativa, nello stile di questa, insomma. l'altra sarà per diletto, quindi non m'impegnerò a scrivere bene lol
spero di vedervi anche in una/due di queste, sennò SHAME ON YOUU.
posso togliere il grassetto.
insomma vi mando un bacio, un grande rigraziamento per aver letto e un biscotto!
stay tuned per le mie fan fiction :3


un grandissimo bacio,
Viola.

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