Free falling.

di ciasten
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** a sad scene, for a sad place. ***
Capitolo 2: *** why you have the guitar? ***
Capitolo 3: *** she's lucky. ***
Capitolo 4: *** he like me. ***



Capitolo 1
*** a sad scene, for a sad place. ***


Free Falling.

L
a mia migliore amica era morta.

Quando lo seppi rimasi immobile per qualche secondo,per poi accasciarmi al pavimento.
Sapevo che quel momento sarebbe arrivato,solo speravo non tanto in fretta.Non pensavo che un tumore le potesse risucchiare la vita così,in meno di un anno.
Non tentai mai di vedere la situazione in altri modi,non cercai mai altri modi di dirlo:era morta,avrei dovuto accettarlo,era questo che lei voleva.
Non andai alla veglia funebre,non piansi,rimasi sveglia una notte intera a ripensare a lei:ai suoi capelli biondi,agli occhi verdi,alla sua testardaggine,alla sua cotta per il suo migliore amico,ai suoi sogni ormai irrealizzabili.
Aveva solo diciotto anni.
La mattina dopo mi trascinai fuori dal letto,indossai dei jeans neri e una maglietta del medesimo colore:non volevo essere elegante,non volevo essere niente.Volevo solo che lei ritornasse lì,accanto a me,come una volta.Avrei voluto rivederla un'altra volta,una sola volta.Pochi minuti mi sarebbero bastati.
Mia madre mi chiamò al piano inferiore e io scesi.Poi insieme salimmo in macchina dirette verso il cimitero,dove si sarebbe tenuto il funerale.
-Come ti senti?-mi chiese dopo poco,interrompendo il silenzio che si era creato in macchina compatto come un muro.
Alzai le spalle,appoggiando la testa al finestrino.
-Dovresti parlarne.Anche con me,se vuoi.-mi propose lei,ma io scossi la testa.
Avrei risolto tutto da sola:dovevo solo ripetermi che Caitlin era morta,prima o poi quell'idea sarebbe stata vera.
-Posso partire per Londra?-chiesi improvvisamente io.Volevo realizzare il nostro sogno e,magari,lontana dall'Irlanda,tutto sarebbe stato più facile.
Scosse la testa violentemente.
-Non puoi scappare da ogni problema.-disse agitandosi sul sedile ed io sospirai.
-Era solo una domanda.-farfugliai per poi riappoggiare la testa sul finestrino e così com'era iniziata la nostra conversazione era finita.
Dopo pochi minuti arrivammo davanti al cimitero e parcheggiammo a qualche metro di distanza.Iniziai a camminare a testa bassa.Non volevo vedere dove mi trovavo,non volevo vedere dove sarebbe stato il corpo di Caitlin.Non subito,almeno.
Circa due ore dopo il funerale era finito.La tomba era ormai sotto terra,tutti piangevano,tutti si consolavano.Piangevano persino alcuni ragazzi e ragazze di scuola che nemmeno la conoscevano.
Era strano:tutti piangevano tranne me.
Avrei dovuto piangere, eppure davanti a quelle persone il pianto diventava banale.Io volevo distinguermi dagli altri,volevo essere forte per lei,per noi.Non volevo che la nostra amicizia terminassse con un pianto.Ora lei stava meglio,non doveva sopportare tutti i dolori degli ultimi mesi.Furono questi pensieri a farmi coraggio.
A mano a mano la gente andava via,finchè non mi ritrovai sola,davanti alla tomba della mia amica,con lo sguardo ancora basso.Ora che ero sola,però,potevo farlo:potevo guardare la lapide come una pazza,farmene una ragione,senza essere portata da uno psicologo.
-Sei morta sussurrai.-credendoci quasi,per la prima volta,dopo due giorni.-Sei morta.-continuai,sentendomi morire dentro.Ora le lacrime avevano un senso.-Sei morta.Morta.Morta.-e le lacrime mi inondarono il viso.
Lei era morta e io non ero stata con lei,non le avevo stretto la mano,non le avevo detto che tutto sarebbe andato bene,sapendo di mentire.
Caddi in ginocchio a pochi centimetri dalla nuova lapide e lessi a voce bassa di nuovo,per convincermi.
-Caitlin Goodman,nata il 14 luglio 1994,morta il 3 marzo 2012.- sussurrai tra le lacrime.
-Non dovevi morire!-urlai,tirando pugni alla lapide,per poi calmarmi a poco a poco.-Non dovevi morire.-

 

 

 

(ed)
Ero seduto sulla terra,appoggiato alla lapide del mio migliore amico,morto esatammente un anno prima.
La chitarra poggiata accanto a me,mi sfiorava il ginocchio.Adoravo suonare in quel posto:emi faceva pensare a John e me,a sedici anni,quando avevamo creato la nostra band.Non potevamo certo sapere che qualche anno dopo io mi sarei ritrovato a suonare sulla sua tomba.Era triste,ma ormai l'avevo accettato.
Guardai il cielo,come al solito grigio e dopo pochi secondi iniziò a piovere.All'iniziò solo qualche goccia,poi un vero diluvio.Mi rifugiai sotto un albero con la mia chitarra.
Mi appoggiai al tronco,sperando che il temporale finisse presto,quando mi accorsi di una figura,inginocchiata davanti ad una lapide.
Se non fossi stato certo di non aver assunto nessun tipo di droghe nelle ultime ventiquattro ore avrei pensato ad uno zombie.
Ma poi ricordari che qualche ora prima c'era stato un funerale,proprio lì,dove ora si trovava quella figura,immobile.
Doveva essere una ragazza,a giudicare dai lunghi capelli, e doveva essere una parente.Non c'era altra spiegazione.
Rimasi a guardarla per qualche istante,lì,sotto l'acqua,bagnata da testa a piedi,immobile.
Era una scena triste,per un luogo triste.
Il temporale finì,ma non tanto presto quanto avevo sperato.

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Capitolo 2
*** why you have the guitar? ***



(ed)
Quando la ragazza andò via,mi avvicina alla lapide.
Caitlin Goodman,18 anni.
Mi chiesi se in quel cimitero ci fossero solamente giovani.

 

 

(cher)
Il giorno dopo,alle 10 del mattino,mi ritrovai alle porte del cimitero.E così fu per la successiva settimana.
Forse non avrei dovuto farmi del male e andare sempre lì,ma il dolore serviva a farmi capire e poi tutte le mie lacrime le avevo versate giorni prima.
Addentrandomi nel cimitero notai un ragazzo,proprio davanti la lapide di Caitlin.I capelli rossi si sarebbero potuti vedere a kilometri di distanza e la cosa strana era che in mano aveva una chitarra.Chi mai poteva portare una chitarra in un cimitero?
Mi avvicinai a passo svelto.
-Chi sei?E cosa vuoi?-chiesi,senza salutarlo.Quando si voltò verso di me lo riconobbi di vista.Anche lui era venuto spesso in quel cimitero.Si sedeva sempre vicino una tompa qualche metro lontana da quella della mia amica.
Lo vidi imbarazzato alla mia domanda,ma sostenni il suo sguardo.
-Ehm...sei sempre qui,mi chiedevo chi venissi a trovare.Comunque sono Ed.-disse lui di getto,nervosamente.
-Anche tu sei sempre qui,ma non mi sono mai avvicinata alla tomba del tuo amico.-mentii.In realtà mi ero avvicinata alla lapide del rosso:doveva essere un suo amico,un certo John Green,morto a vent'anni.-Io sono Cher.-
-Se non ti sei mai avvicinata come fai a dire che era un mio amico?-mi chiese lui e lì capii di essermi tradita con le mie mani.
-Intuito femminile?-bofonchiai alzando le spalle e lui mi sorrise.Che bel sorriso.-Okay,ho dato solo un'occhiata.-ammisi infine.-mi dispiace per lui,comunque.-
Il rosso annuì tra sé e sé.
-Anche a me dispiace per la tua amica.-mi disse infine e sentii un nodo allo stomaco.
Stavo iniziando a realizzarlo,ma sentirmelo ricordare. da un estraneo faceva male.Lei non c'era più.
-Già.La vita a volte è ingiusta...-dissi e non fui sicura che lui mi avesse sentito.Tra di noi poi calò un silenzio imbarazzante e lui non accennava ad andarsene.Deglutii.-Perchè hai la chitarra in un cimitero?-gli chiesi.
-Storia lunga...-si limitò a rispondermi,perdendosi con lo sguardo nel cielo,con l'accenno di un sorriso triste.
Conoscevo benissimo quello stato d'animo,perchè era lo stesso che mi tormentava da giorni e giorni.
Era come volersi sfogare,ma sapere di non poterlo fare con nessuno,perchè gli altri non potevano capire ciò che provavi.Potevano soltanto provare pena e la pena non era il sentimento adatto.
-Ho tanto tempo.-gli sorrisi,facendo ritornare la sua attenzione su di me.Io potevo capirlo e lui poteva capire me.Una belle chiacchierata non avrebbe potuto che farci bene.
-Okay.Ma non qui.-mi disse ed annuii.Non era il posto adatto per i discorsi,quello.-Vieni,ti offro un caffè.-disse lui e lo seguii fino alla sua macchina.

 

 

Un'ora dopo mi aveva raccontato del suo amico,di come era morto e fui felice del fatto che Caitlin non avesse fatto la stessa fine.Morire schiacciato sotto un camion non era le migliori morti.
-Me la canti una canzone?-gli chiesi,mentre ci dirigevamo in un parco in città.
-Solo perchè ho una chitarra deduci che abbia una buona voce?-mi guardò,alzando un sopracciglio e feci spallucce.
-Intuito femminile?-chiesi nuovamente facendolo ridere.
-Ne dubito.Comunque se vuoi te ne canto una ,l'ho scritta io.-annuii sorridendo.
Ci sedemmo in una panchina lì vicino e lui si schiarì la voce.
 

I’m gonna pick up the pieces,
and build a lego house
when things go wrong we can knock it down

My three words have two meanings,
there’s one thing on my mind
It’s all for you

 

Intonò lui e io rimasi incantata dalla sua voce.Era la cosa più bella che avessi mai sentito.
-Devo finire di scriverla.-mi disse poi,arrossendo e grattandosi la nuca.Io rimasi zitta,continuando a sorridere.-Non ti è piaciuta?Scusa..-iniziò a dire freneticamente ma lo
bloccai alzando una mano e scoppiando in una risata.

-E' bellissima e tu sei bravissimo.Quando finirai di scriverla voglio assolutamente sentirla.-gli dissi sicura di me.
-Sai,il mio sogno è quello di diventare un cantante.-mi disse senza guardarmi negli occhi ed io lo guardai stupita.
Non mi sarei mai aspettata questo,ma sorrisi istintaneamente.Era una bellissima cosa avere un sogno,crederci e fare in modo che si realizzasse.
-Combatti per fare ciò che ami.-gli dissi semplicemente e sul suo volto si formò un sorriso stupendo.Gli occhi azzurri si illuminarono.-Chissà,magari questa canzone ,la prossima volta, la sentirò in radio.-

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Capitolo 3
*** she's lucky. ***



Sbattei per l'ennesima volta la porta della mia stanza.
Io e mia madre continuavamo a litigare per “il mio brutto carattere” come lo definiva lei.Io credo che continuassimo a litigare perchè le nostre idee erano sempre diverse,si scontravano sempre e non eravamo mai d'accordo.
E poi lei non riusciva a capirmi.
Continuava a dirmi che dovevo riprendermi dalla morte di Caitlin,che dovevo continuare a vivere la stessa vita di prima e che non dovevo passare tutte quelle ore con un ragazzo che lei neanche conosceva.
Era passato solo un mese,Caitlin era la mia migliore amica da quando avevo 3 anni:come faceva a pretendere che io mi riprendessi tanto facilmente?
E poi non era un semplice ragazzo,era Ed.Lui mi aiutava ad andare avanti,ecco perchè continuavo a frequentarlo.
Sbuffai gettandomi sul letto e dopo pochi secondi il mio cellulare vibrò.
-Ehi,ho terminato la canzone.Se vuoi sentirla ci vediamo tra mezz'ora al parco.Ed.- diceva il messaggio.Sorrisi entusiasta e digitai velocemente un “si”,per poi alzarmi e vestirmi.
Indossai un paio di jeans strappati,una maglietta a maniche corte rosa e un paio di superga grigie.
Lavorava a quella canzone da un mese e io cercavo di aiutarlo come meglio potevo.Mi piaceva vederlo chino,alla scrivania di casa sua,con una penna in mano e la chitarra alla sua destra.Era rilassante.
Stare in sua compagnia era rilassante.

Prima di uscire guardai un ultima volta il mio braccio,sul quale risaltava il nome “Caitlin” scritto con una callografia elegante.Era stato Ed a propormi di fare un tatuaggio.
Io ci avevo scritto “Caitlin” e lui “John”.
Avevamo deciso di scivercelo sulla pelle perchè loro erano stati parte fonademantale della nostra vita,almeno così li avremmo ricordati per sempre.

 

 

(ed)
Arrivai al parco dieci minuti in anticipo,sperando di vedere spuntare la testolina bionda di Cher da un momento all'altro.Ero impaziente di farle sentire la mia nuova canzone,quella che le avevo dedicato,anche se lei non lo sapeva.
Avevo iniziato a scriverla prima di conoscerla,ma dopo averla conosciuta tutto era cambiato.E questa era solo la prima canzone che le avrei dedicato,ne ero certo.
Dopo pochi minuti la vidi arrivare e sorrisi istantaneamente.Indossava dei vestiti davvero semplici eppure la vedevo bellissima.La vedevo sempre più bella,in realtà.
-Ciao.-farfugliò quando arrivò,lasciandomi un bacio sulla guancia.
Pensai di voltarmi.Sarebbero bastati solo pochi centimetri e le sue labbra si sarebbero posate sulle mie.
Scossi la testa cacciando via quel pensiero.
Dopo alcuni secondi vidi che mi guardava emozionata e inizialmente non capii cosa si aspettasse.Poi mi ricordai che l'avevo chiamata lì per farle sentire la mia canzone.
Presi la chitarra e iniziai ad intonare qualche nota.
Iniziai a cantare,sperando che la canzone le piacesse,sperando che i miei sentimenti fossero corrisposti.Naturalmente non le dissi che quella canzone era per lei,questo lo tenni per me.
Vidi una marea di espressioni passarle per la faccia e più di una volta pensai che non avrei potuto farcela a continuare.
Alla fine,la osservai profondamente,aspettando che mi dicesse qualcosa.
-E' stupenda.-mi disse con gli occhi lucidi e capii di averla colpita profondamente.Dentro di me esultai.-A chi l'hai dedicata?-mi chiese poi e sorrisi tra me e me,pensando all'ipotetica reazione che avrebbe potuto avere se avesse saputo che era per lei.
-Per una ragazza...-dissi vago e lei annuì,persa nei suoi pensieri.
-Dev'essere molto fortunata.-mi disse poi sorridendo e capii che lo pensava davvero.
Pochi secondi dopo arrossì,cosi cambiai discorso.
-Stasera vuoi venire da me?Magari mangiamo qualcosa e guardiamo un film.-le proposi speranzoso.
La vidi mangiarsi le unghie e annuire.Era sempre un po con la testra tra le nuvole,come se pensasse sempre ad altro,ma non la potevo giudicarla perchè era successo lo stesso a me quando avevo perso John,con l'unica differenza che io avevo dovuto affrontare tutto da solo.Lei invece adesso aveva me.
Mi persi qualche secondo a contemplarla,mentre lei guardava da tutt'altra parte.
I suoi occhi erano verde scuro,con alcune pagliuzze dorate,i capelli le ricadevano vagamente mossi sulle spalle e la sua bocca si era trasformata in sorriso,evidentemente dopo aver visto qualcosa di buffo dall'altra parte del parco.
Pensai a quello che mi aveva detto poco prima sulla mia canzone “E' stupenda” e pensai che quell'aggettivo sarebbe stato davvero troppo poco per definire Cher.

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Capitolo 4
*** he like me. ***



Quella sera ero decisamente indecisa:non sapevo se dire la verità a mia madre,raccontandole che avrei cenato da Ed,o dirle una qualsiasi balla.Optai per la seconda ipotesi,caso mai avesse deciso che era davvero arrivata l'ora di impedirmi di vedere Ed “perchè lui vuole solo una cosa”,come diceva mia madre.
-Mamma!-urlai dalla mia stanza,vedendola entrare qualche minuto dopo.
-Che c'è?-mi chiese stanca.Ultimamente era sempre stanca quando parlava con me,come se fossi una delusione per lei,un caso perso con il quale non fare più tentativi.Decisi di cogliere l'occasione.
-Stasera sto un po male,ti dispiace se resto qui e mi metto a letto prima?-sperai che la sua risposta mi soddisfacesse.
-Per quello che vale.-alzò le spalle ed uscì dalla mia stanza.
Mi faceva un po male vederla comportarsi così nei miei confronti,ma io ero l'unica causa del suo comportamento,io e il mio perenne pessimismo,acuitosi dopo la mortd di Caitlin.
Decisi di non pensarci troppo e rovinarmi la serata,così indossai dei jeans grigi ed una felpa non troppo pesante,poi mi truccai leggermente.
Aspettai qualche minuto e mi calai fuori dalla finestra,scendendo le scalette appoggiate proprio accanto al mio balcone,sperando che nessuno mi vedesse.Sperando soprattutto che un gradino non cedesse e che mi rompessi l'osso del collo.Se mia madre mi avesse vista...
Quando fui a terra iniziai a camminare verso casa di Ed,che distava 10 minuti da casa mia fortunatamente.
Quando arrivai mi affrettai a bussare,dato il freddo che faceva fuori.
Avrei dovuto indossare un cappotto...
Bussai più volte finchè non sentì dei passi avvicinarsi velocemente alla porta ed aprirla.Mi apparse davanti un Ed sorridente,con i capelli vagamente arruffati e gli occhi azzurri più vispi che mai.
-Entra.-mi disse lui prendendomi per una mano e spingendomi dentro casa,per poi chiudere la porta alle mia spalle.
-Mr. Ginger,fuori fa decisamente freddo.Perchè ci hai messo così tanto ad aprirmi?-gli chiesi passandomi le mani sulle braccia,per poi guardarmi intorno l'ennesima volta.
La casa era piuttosto ordinata per un ragazzo che abitava solo in un posto tanto grande.
-A meno che non volessi vedermi nudo,ho dovuto ritardare un po.Mi stavo facendo la doccia.-si giustificò lui e cercai di non arrossire ed annuii semplicemente.-E questo nuovo soprannome,poi,dove lo hai trovato?-mi chiese ridacchiando.
-Hai mai visto i tuoi capelli?-risposi ridendo a mia volta e lui fece segno di si con la testa,continuando a ridere.
-Okay,ora calmiamoci.-disse cercando di assumere un aria seria.-Devo farti un annuncio.-e si suoi occhi si illuminrono ancora di più.
-Dimmi.-gli dissi impaziente.Mi piaceva vederlo felice e volevo saperne il motivo.
-Dopo.Prima ordiniamo una pizza.-scoppiai a ridere,come qualche secondo prima.
-Okay,ma poi mi dici tutto.-

 

Dopo circa mezz'ora la pizza arrivò ed ero sempre più impaziente.Quando Ed la portò in salotto notai che aveva i capelli un po bagnati.Glieli indicai curiosa e lui scosse la testa.
-Fuori diluvia.-disse soltanto,per poi venirsi a sedere accanto a me,poggiando la pizza sul tavolino di fronte.Era solo una pizza grande,avevamo deciso di condividerla.
-Ora raccontami tutto.-gli dissi dopo aver addentato la prima fetta.
Lui ingoiò e si voltò verso di me,pronto a raccontarmi tutto.
-Beh,oggi pomeriggio ho ricevuto una chiamata.-mi disse sorridente.-Era il proprietario di un bar in centro.Mi ha detto di aver sentito qualche mia canzone su youtube e mi ha chiesto se domani sera volevo cantare qualcosa al suo bar.-fui contenta per lui.-Gli ho detto che lo avrei fattto.-
Il suo sogno era cantare e magari questo poteva essere un inizio.Lo abbracciai.
-Vuoi venire anche tu?-mi chiese indugiando ed io annuii.Non avevo mai voluto fare qualcosa così tanto,perchè sapevo che per lui contava tanto e perchè ormai ero legata profondamente a lui,non mi sarei persa niente.
-Come potrei perdermelo?-gli dissi e lui sorrise,per poi ritornare a mangiare la sua pizza.
Nel frattempo i tuoni fuori non accennavano a diminuire e lo scrosciare dell'acqua si faceva sempre più incessante.Finchè non saltò la luce.
Ed imprecò e poi lo sentii alzarsi dal divano.
-Aspetta,vado a prendere una torcia.-mi disse subito dopo e io mi rilassai.
Il buio non mi era mai piaciuto troppo.Soprattutto da quando Caitlin era morta ed ogni notte mi si ripresentavano incubi diversi.Odiavo il buio perchè quando poi mi svegliavo ero al buio ed era come se non fossi nulla.
Mi destai,quando vidi Ed arrivare dall cucina,vagamente illuminato dalla torcia.
-E ora come me ne vado?-dissi guardando fuori.Tutte le luci del quartiere erano spente,per non parlare della pioggia che continuava a battere sul terreno.Sbuffai.
-Semplice,non te ne vai finchè il tempo non migliora.-affermò lui risedendosi accanto a me e poggiandomi un braccio intorno alle spalle.Rabbrividii.
Mi piaceva stare con Ed.Mi piaceva quando mi abbracciava,mi piaceva quando mi sorrideva.Mi piaceva il suo sorriso,i suoi occhi,i suoi capelli,la sua voce.
Mi piaceva lui?Senza alcun dubbio.
Pochi secondi dopo mi addormentai sulla sua spalla,accompagnata dal rumore del suo respiro.

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