Pipone, il mago dal Lungo Bastone

di MeliaMalia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 7. ***
Capitolo 7: *** 8. ***
Capitolo 8: *** 9. ***
Capitolo 9: *** 10 ***
Capitolo 10: *** 11. ***
Capitolo 11: *** 12 ***
Capitolo 12: *** 13 ***
Capitolo 13: *** 15 ***



Capitolo 1
*** 1. ***


Prologo.









“Andraste meretrice, disgustosa donnaccia, lucciola degli inservienti, meretrice dei marinai, cortigiana dei bastardi, figlia d’una donnaccia, battistrada di città, peripatetica delle campagne, vacca del borgo…”
Questo era mio padre. Lo ricordo così. Una fucina, il calore, le armi, le sue grosse mani che lavorano, la sua tonante voce da fabbro. E le sue opinioni circa il mestiere di Andraste.
Con le quali sono pienamente d’accordo.
Mia madre era una donna di nobili origini. Oh, sì. S’innamorò d’un villico, grosso e rude. Immagino per quella cosa che il villico grosso e rude celava nei pantaloni e che, a giudicare dalle ragguardevoli dimensioni raggiunte dal bastone nelle mie mutande, ritengo d’avere ereditato.
Ma sapete, il bello d’un villico grosso e rude finisce lì. Nel suo bastone. Oltre la possanza del batacchio vi è un uomo ignorante, violento, rozzo. Un cretino che ha pensato di chiamarmi Pipone. Un deficiente con il quale mia mamma era infelice. E non faceva altro che parlarmi, lei, di quanto fosse nobile il nostro sangue e quanto indegno quello di papà, e quanto avesse sbagliato nello sposarlo e di quanto avrebbe potuto essere felice se mio nonno, il quale affettuosamente mi chiamava “disgustoso bastardo” e rifiutava di vedermi, non l’avesse diseredata.
Io, da parte mia, vedevo un uomo che si apriva il fondoschiena in una fucina per mantenerci e una stupida che blaterava di nobilità e non faceva altro che lamentarsi. Così stupido a volerle ancora bene, da amarla e da lavorare per mantenerci entrambe. Lei lo disprezzava. E così ho capito varie cose, come che l’amore non esiste, che Andraste e le sue antenate erano donne dai facili costumi e altre nozioni utili, come che i nobili sono degli idioti inutili alla società. Così come i sacerdoti. Così come i templari.
Ma i maghi… oh, i maghi. Loro sono utili. Loro sono forti. Loro sono temibili.
Io sono uno di loro.
Il migliore.



Il guaio è che, purtroppo, anche quando sei il migliore devi relazionarti con il prossimo. E proprio il fatto che tu sia il migliore impone, ovviamente, che chiunque ti affianchi ti appaia un emerito, irrecuperabile cretino.




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Capitolo 2
*** 2. ***


Jowan.




Ci sono persone che sembrano nate per inciampare nelle tue faccende personali; potresti pensare che non sia colpa loro, ma il più delle volte hai la dannata sensazione che costoro ce la mettano tutta per rovinarti la vita. O, se non altro, per darti quanto più disturbo possibile.
Ad esempio, sei appena giunto al Circolo dei maghi; hai dieci anni e una paura fottuta, ma devi far capire a tutti che invece sei un futuro incantatore con le palle cubiche; perché il rispetto devi guadagnartelo subito, sin dal primo giorno. Tuo padre ti ha rovinato la vita con un nome che anche un mabari avrebbe rifiutato, ma almeno s’è degnato di insegnarti un paio di cose molto importanti per il futuro: orgoglio e determinazione sono la strada per il successo. Sii forte, spietato e terribile: otterrai il rispetto degli altri; anche a costo di ammazzarli o di rapire i loro figli. Nessuno ti metterà mai i piedi in testa, se tutti avranno paura di te.
Stai elucubrando piani atti a ottenere lo scopo, quando un deficiente ti passa vicino e ti rovescia addosso un piatto di zuppa. Così, semplicemente, senza volontà di dolo. Il cretino scivola e il suo pranzo ti fa la doccia. Lo senti dire “Oh, scusami! Non volevo!” e pensi che invece tu, Andraste passeggiatrice dei bassifondi, vorresti sgozzarlo, eccome. Ma lui, Andraste vendicatrice delle maiale impenitenti, ha dodici anni e venti centimetri di vantaggio . Nel momento in cui il liquido bollente ti ricopre da capo a piedi, lasciandoti addosso vegetali a pezzetti, e le risate dei presenti vi esplodono attorno, senti dentro di te il suono di un pianto disperato: è il profondo dolore del tuo orgoglio, che sta tentando il suicidio in compagnia della tua determinazione.
Quel giorno, tutti hanno riso, io un po’ meno. Jowan, il deficiente, s’è convinto che fosse l’inizio di una grande amicizia. Mi scodinzolò dietro da anni, era molto affettuoso, davvero dolce. Gli feci capire da subito che, insomma, era decisamente compito suo rifarmi il letto tutte le mattine perché, voglio dire, doveva farsi perdonare per l’incidente della zuppa. E giungemmo di comune accordo alla conclusione che fosse un suo preciso dovere occuparsi anche di altri compiti alquanto noiosi, come quello di riporre i miei libri, di riordinare la mia biancheria, di portarmi i pasti in camera. Perché, Andraste puritana dei marinai ci è testimone, quello più dotato con il bastone, tra i due, sono sempre stato io, ed era logico che dedicassi la maggior parte del mio tempo e dei miei sforzi o allo studio della magia o a quello delle studentesse più deliziosamente poppute del circolo. Tutto sempre per il bene del prossimo, non è evidente anche ai vostri occhi?
Col passare degli anni, però, il suo talento di disturbarmi nei momenti meno opportuni non si è mai affievolito. Come ogni schiavo mentalmente limitato che si rispetti, è sempre riuscito a importunarmi quando proprio, proprio, proprio non era il caso. Immaginate fiumi di inchiostro versati su pergamene che hanno richiesto ore del vostro impegno. Immaginate antichi, preziosi, costosi libri che scivolano di mano e cadono nell’unica, dannatissima pozzanghera nel raggio di venti metri. Immaginate porte di ripostigli che si aprono all’improvviso mentre stai per infilare le dita nelle mutandine di una biondina qualsiasi. Ogni volta, la stessa frase. “Oh, scusami! Non volevo!”
Un “Oh, scusami! Non volevo!” al giorno. Per mesi. Per anni. Strozzarlo sarebbe poco, Andraste peripatetica.
Durante il mio ultimo periodo di residenza al circolo, Jowan mi è stato meno attorno. Lo avrei ritenuto un sollievo, se non fosse che il cretino tendeva a sparire quando era il momento di rifarmi il letto e a riapparire quando, semplicemente, avevo bisogno di stare solo.
Ad esempio dopo il Tormento. Voglio dire, non un’epilazione a caldo. Il Tormento. Sapete cosa vuol dire, Andraste ninfomane, aprire gli occhi con un mal di testa che nemmeno l’Arcidemone ha mai procurato al più idiota dei Custodi Grigi, e trovarvi di fronte il Cretino che ti riempie di discorsi senza né capo né coda? Hai appena superato la prova peggiore che un mago possa affrontare, e pensi solo: “Fammi respirare. Muori. MUORI!”
“A me il Tormento non lo fanno fare, pensano che non sia pronto?” Jowan, non saresti pronto nemmeno a camminare da solo, non so come porca Andraste tu riesca a farlo senza inciampare in quei prosciutti che spacci per piedi. “Mi vogliono rendere adepto della Calma!” Non credo vedrei la differenza; tu sì? “Sono così preoccupato!” No, mio caro, stai tranquillo: però se mi capita qualcosa di tagliente a portata di mano, allora sì, agitati pure.
Credo che abbiate capito il soggetto. Un idiota completo. Il quale, appena ha trovato una grossa mammifera vagamente umanoide disposta a fargli annusare quella faccenda che pure la Profetessa celava tra le gambe, ha pensato bene di coinvolgermi e cercare il mio aiuto per scappare dal Circolo.
Sono contrario ai filatteri, voi lo sapete. Se mi avesse chiesto di aiutarlo a fuggire da solo, avrei potuto pensarci. O avrei sfruttato la cosa a mio vantaggio, ma aiutandolo. Forse. Però sono ancora più contrario alle sacerdotesse. E lui voleva sposarsene una. Lui voleva che lo aiutassi a rendere felice una di quelle stronze religiosi piene di buoneintenzioni e insegnamentidivita.
Figuriamoci. L’ho tradito nel tempo di un Andrastemaiala.
L’ho rivisto poi, sapete? In qualità di eretico, dentro una prigione. Un eretico responsabile di un bel casino che, guarda il caso, ha creato problemi a ME. Tipico del talento di Jowan.
E’ stato molto carino, nei miei confronti, mi ha confessato d’aver capito che il mio tradimento è stato certamente dovuto al fatto che la sua richiesta d’aiuto fosse così grande da mettermi in una situazione impossibile da gestire correttamente. Mi ha domandato perdono per avermi cacciato in tutto questo casino, a causa del quale ho sono diventato un Custode Grigio. Ovviamente gliel’ho rifiutato l’ho ucciso. L’essere diventato un Custode Grigio potevo perdonarglielo.
Ma la zuppa del primo giorno, quella no. Quella mai.

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Capitolo 3
*** 3. ***


Alistair - Prime Impressioni



Mi sono bastati dieci minuti in sua compagnia. Dieci schifosi minuti, Andraste Signora Delle Femmine Facili. E già dopo i primi due istanti avevo capito con chi avevo a che fare. O meglio, con cosa. Perché ritenere una persona quella creatura mentalmente impacciata che risponde al nome di Alistair è un’offesa nei confronti degli esseri umani in generale e nei miei in particolare.
Prendiamolo per quello che è: un animaletto particolarmente tonto e incredibilmente limitato, la cui compagnia non mi è stata gradita nemmeno per un attimo. Molto probabilmente, Duncan se lo portava dietro per pietà; cosa decisamente ammirevole, ma non ho mai capito perché il fardello della sua compassione sia, poi, ricaduto su di me.
Diciamoci la verità: già quando il Custode Grigio ci chiese di andare nella foresta a raccogliere sangue di Prole Oscura le cose non iniziarono bene.
Aveva da ridire su ogni cosa che facevo.
“Perché avete ucciso quel poveretto? Era ferito!”
“Alistair, riflettiamo su questa curiosità: nelle parole che avete appena pronunciato vi erano sia una specifica domanda, sia la sua risposta corretta. Quante stranezze in questo mondo, eh?”
“Siete… spietato!”
“Sono orribilmente spietato. Voi, invece, sì che siete una persona giusta e amorevole! Perché non lasciare in vita quell’emerito sconosciuto, in modo che potesse morire con calma e orribili urla a causa dei lancinanti dolori portati dalla corruzione che, ormai, scorreva in lui? Andraste puttana.”
“Smettetela di imprecare!”
“Creatore Inculato.”
“Da quale nido di prole oscura siete uscito??”
La mia risposta riguardò l’apparato riproduttivo di sua madre, e lui non la prese bene. Che scimmietta permalosa, l’animaletto con cui Duncan mi costringeva ad andare in giro!
Le cose, insomma, non andavano bene, tra noi. Questo perché io sono una persona assennata, pratica e complessivamente utile al mondo. Alistair, invece, no.
Il nostro mentore non sembrava voler prestare alcuna attenzione alla cosa. E ci mise di nuovo nella stessa missione.
“Duncan, è necessario che io frequenti questo gerbillo?”
“Ehi! Come vi permettete? Ho un nome!”
“Ne sono convinto, amabile porciglione, solo che, capite, non m’interessa. Quindi è logico che non mi venga naturale ricordarlo. Duncan, insisto, non posso andare in missione senza il trombiculide? Sarebbe più produttivo.”
“La volete smettere di offendermi?”
“No, caro il mio petauro, non voglio smetterla. La cosa ti crea qualche problema?”
Prendete quello che gli astronomi chiamano “vuoto cosmico”. Piazzatelo su un volto umano. Ecco l’espressione che lentamente è andata a disegnarsi sulla faccia di Alistair. Non ha risposto niente, semplicemente perché tentare di farlo avrebbe costituito un grosso pericolo per il suo cervello: lo sforzo avrebbe potuto fonderlo.







Eccomi qua, che faccio come le persone serie e rispondo alle recensioni (in verità ciò accade solo perché, in questa sezione, esse rimangono entro un numero limitato e umanamente comprensibile XD)


Athenril: Gvazie cava pev i complimenti. *-* Guarda, ti dico solo che il capitolo su Leliana è quasi pronto e rende davvero onore alle aspettative. Pipone è un personaggio particolare… è nato così, dal buco del culo, ma ce lo portiamo ormai tutti nel cuore u.u’’’
RainbowCar: Pipone un tenero bastardo… mi sa che ti deluderò portando avanti la storia XD Vedrai che di bastardo c’è TANTO, di tenero… mmmh, i cadaveri che si lasciano alle spalle, nelle prime ore dopo il decesso potrebbero esserlo. Se non arrivasse il Rigor Mortis a rovinare poi tutto. XD
Rosheen: Ho seguito il tuo consiglio! Che ne dici? Grazie mille. Stay with us!!
Mikoru: THE GAME XD No, perché puzzi, no scherzo XD La mia prima recensisisistrice e grazie per le correzioni, amora, appena ho tempo vagolo nei capitoli indietro e le metto. ^*^




Ovviamente, ringrazio tutti voi per avermi lasciato segno tangibile del vostro passaggio, mi auguro vogliate farlo ancora, senza di voi non sarei nessuno, grazie mamma per questo Oscar… meglio che la smetta XD
Un bacio,
Melia.

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Capitolo 4
*** 4. ***


Morrigan, Flemeth e ancora Alistair.

Odio svegliarmi. Non perché io sia una persona pigra, ma, per il semplice motivo che, dopo la magia e il sesso selvaggio, quella di dormire è una delle pratiche in cui eccello particolarmente. Quindi cerco di dedicarle il giusto tempo, ovvero almeno otto o nove ore al giorno, con una costanza degna del più serioso degli studiosi o del più atletico dei soldati.
E’ logica conseguenza dei concetti sopra esposti il fatto che io, ad ogni risveglio, sia di un umore appena tendente al genocidio. Non attendetevi un sorriso da Pipone nelle prime ore del mattino, anche se potreste giustamente aspettarvi l’allegro buongiorno del suo bastone, il quale è solito salutare l’avvento dell’astro diurno con un bell’attenti capace di forare lenzuola d’ogni foggia.
Ma il risveglio di oggi, beh, è decisamente peggiore del solito. Sì, sono di pessimo umore, come mi succede spesso. E nudo, come mi succede spesso. E all’oscuro di altri dettagli secondari, come il ricordo del momento in cui sono andato a letto, cosa abbia fatto prima di addormentarmi o a chi appartenga il giaciglio dove ho riposato. Ma anche questo mi succede spesso, e la cosa non mi allarma. Il problema vero consiste nel fatto che una grossa, bianca fasciatura mi attraversa il petto. Intuisco subito che sotto di essa vi deve essere una ferita terribile: difatti la lesione, appena accortasi che il suo corpo ospite ha ripreso i sensi, pensa bene di segnalare la propria esistenza con fitte strazianti.
Cerco di radunare i miei ricordi. La cosa non è facile, dal momento che un bel paio di tette mi si piazzano davanti al naso.
“Ah…” dice una voce femminile, probabilmente appartenente alla padrona di quel bel Delizioso Duetto di bocce. “Finalmente ti sei ripreso… hai dormito un sacco. Mia madre ti ha salvato la vita appena in tempo, ricordi qualcosa della torre?”
Le tette rimangono in silenzio, come in attesa di una risposta.
La torre? Sì, sì. La torre. Giusto. Io l’avevo detto che sarebbe finita male. Prima di una grande battaglia un re platinato convoca due dei suoi uomini migliori… e assegna loro il duro mestiere del lampionaio. Come avrebbe potuto finire bene?”
“Come ti senti?” m’incalzano ancora le tette. “Hai dormito un bel po’. Ti abbiamo dato per spacciato.” Davvero familiari, quelle poppe. Sode al punto giusto, bell’e pronte da afferrare, come un paio di tonde mele mature. Perché quella voce continua a parlarmi, quando sto cercando di ricordarmi dove Andraste Zoccola io abbia già visto quest’accogliente, duplice meraviglia di carni?
“Abbiamo salvato solo due di voi.” aggiungono ancora le tette. Dove, dove cazzo le ho già viste? Sono sicuro di averle solo notate, ma mai toccate. Una mancanza cui vorrei porre rimedio subito, se la ferita e la spossatezza non mi tenessero ancorato a questo letto sconosciuto. “Gli altri sono morti tutti. Il tuo amico è disperato, continuava a ripetere che non potevi essere sopravvissuto. Straparla da ore.”
Questo è l’unico argomento che potrebbe distrarmi dal meraviglioso duetto di signorine che mi ondeggia davanti al naso. Alzo gli occhi e incontro quelli dorati di una donna dai capelli neri. Oh, sì. La zoccola delle selve. Rammento il momento in cui ci siamo conosciuti.
Fu nella foresta, durante la prima missione che feci con il petauro, come si chiama quel cretino?, Alistair. Lei apparve dal nulla e disse qualcosa. Disse un bel po’ di cose, per la verità. Ci presentò anche sua madre, credo, la quale ci consegnò dei documenti appartenenti ai Custodi Grigi. Mi pare che le due siano entrambe streghe, o qualcosa del genere, dal momento che non badavo molto alle spiegazioni. C’erano quel paio di tette lasciate bene in vista, capite?
Adesso, però, è l’ora di lasciarle per un attimo da parte, fare mente locale e cercare di capire un particolare molto importante. “Un mio amico” ripeto, quasi sudando freddo. “Che straparla. Lo avete salvato, dite.”
“Esatto. Ti aspetta di fuori.”
“Ha, per caso, l’espressione di un pesce pescato da quattro giorni?”
Lei ci riflette un secondo. “All’incirca” ammette infine, perplessa.
“Di tutti i cretini presenti in quella maledetta torre, proprio il gerbillo dovevate salvare? C’era un soldato rimasto zoppo e un mago decapitato, non potevate portare via loro??”
La donna sorride, incerta, come se non fosse abituata a farlo. Dovrei far felice le più romantiche delle mie lettrici e ammettere che quel sorriso mi sembra, almeno in parte, carino quanto le sue tette. Invece penso solamente che, date le dimensioni del suo apparato orale, la donna deve essere portata per determinate pratiche sessuali.
Sospiro. “Vado da lui. ”
Nemmeno a dirlo, Alistair mi viene incontro come un cucciolo di facocero farebbe con la sua mamma.
“Siete vivo!” mi festeggia, per nulla allarmato dal fatto che io lo stia guardando con l’espressione di un leone che ha appena deciso di uccidere il succitato cucciolo di facocero. Non per appetito, ma per semplice, deliberata cattiveria verso un animale troppo stupido per stare al mondo.
“Vedo che gli ornitorinchi come voi sono duri a morire.” è tutto quello che ho da dirgli, prima di girare lo sguardo verso la vecchia che abbiamo già incontrato nelle selve. Lei m’incuriosisce. Ha potere, e tanto. Il mago che è in me vorrebbe mandare tutto in malora, spiegare ad Alistair che sicuramente batterà il Flagello se riuscirà a tenere il fiato per dieci minuti e fermarsi per anni in quella casupola nel bosco per apprendere i migliaia di segreti magici che gli occhi di questa vecchia sembrano celare tanto gelosamente.
Purtroppo, in giro nelle selve ci sono solo un paio di tette, quelle della figlia della strega in questione. E mi annoierebbero dopo poco, già lo so. Per cui metto da parte questo piano e mi concentro sulla situazione attuale. Il mio fedele petauro si dimostra utile come suo solito.
“Cosa pensate che dovremmo fare?” domanda ansioso.
“Perché lo chiedete a me? Non eravate nei Custodi Grigi da più tempo del sottoscritto?”
Vedo sulla sua tonda e inutile faccia l’espressione di un templare cui è appena stato chiesto di dimostrare con prove razionali l’effettiva storicità della figura di Andraste: un vuoto d’intelletto totale, riempito con scandalo e rabbia per la domanda appena ricevuta. “Beh, io…”
“Dimenticate la mia obiezione. In effetti, lasciare a voi il comando ci porterebbe sicuramente a una catastrofe ridicola, come la morte per annegamento in un fiumiciattolo. Già sento le risate dei Prole Oscura.”
“Ehi, voi…”
“Cuccia lì, trombiculide.” Mi rivolgo a Flemeth. “Abbiamo i trattati dei Custodi Grigi. Mi pare d’aver capito che possiamo usarli per radunare un esercito.”
La donna annuisce, serena. Comprendo una cosa, di lei, che mi trasmette un brivido lungo la schiena. E’ rimasta in silenzio, apparentemente in passiva attesa delle nostre decisioni, ma era pronta ad intervenire per pilotare il nostro ragionamento e portarlo al punto cui sono appena arrivato. Ecco spiegata la sottile soddisfazione che i suoi occhi non riescono a celare del tutto.
Costei è potente, spietata e pericolosa. E io, invece di restare qui a imparare qualcosa da una rispettabile, straordinaria maga eretica, devo andare in giro per il mondo con Alistair l’Emù Stordito. Duncan, un giorno io e te ci rincontreremo in una qualche specie di aldilà, e quello sarà il glorioso momento in cui ti prenderò a pugni sul naso.
“Volete radunare un esercito per combattere i Prole Oscura?” mi chiede sconvolto il camelide che è causa del mio risentimento verso il Custode Grigio defunto.
Dovrei accettare il fatto che Alistair procede sulle strade del ragionamento logico con la velocità di un carro di due tonnellate trainato da un cucciolo di mabari e portare pazienza, ma la verità è che non ho voglia di farlo. “No” rispondo. “Voglio radunare un corpo di ballo con il quale distrarre l’Arcidemone. Poi voi, mio fedele dik dik, attaccherete sul fianco e inizierete a parlare a ruota libera, senza freni. A quel punto, compreso il fatto che gli umani siano troppo stupidi per essere corrotti dal loro sangue, i Prole Oscura certamente faranno dietrofront e ci lasceranno in pace.”
Sento gli uggiolii del cucciolo di mabari che trainano il famoso carro da due tonnellate. Gli lascio il tempo di cui ha bisogno. Dopo un lungo silenzio, Alistair domanda: “State scherzando, giusto?”
“Andraste lucciola dei porti di mare.” borbotto, sempre più convinto del fatto che, da solo, la mia missione avrebbe maggiori possibilità di riuscita.
Il paio di tette che mi hanno salutato al risveglio escono fuori dalla casupola. Chiamandola per nome, Flemeth mi ricorda che la figlia si chiama Morrigan. Dopo di ciò, ce l’affida. Semplicemente, senza chiederle alcun parere.
Sono cresciuto con un padre disperatamente innamorato di una stronza. E con la stronza in questione, che era ben consapevole del sentimento del marito ma, invece di apprezzarlo, lo usava per umiliarlo e piegarlo ai propri capricci. Per cui, non mi è difficile intuire il tipo di rapporto che vi è tra le due donne: Morrigan certamente ha più volte provato ad ottenere l’affetto, l’ammirazione ed il rispetto che quasi tutte le figlie cercando di avere dalle madri. Ma la sua genitrice la ritiene un semplice strumento, un monile magico particolarmente potente. E ce lo affida, tutto qui. Senza dare alcun peso alla sua opinione.
Quel paio di tette ed io abbiamo qualche cosina in comune. Dovrei farle notare la cosa, una sera di queste, e farle notare che il mio bastone starebbe proprio bene in mezzo alle sue bocce. Oh, sì.
“Se preferite, sarò la vostra guida silenziosa e non aprirò bocca per esprimere la mia opinione.” mi propone la giovane donna, con un atteggiamento che non ho mai visto prima in qualcuno. Come se non sapesse da che parte iniziare per intavolare un rapporto sociale. Mi fa sorridere.
“Vo-volete davvero portarvela dietro?” interviene il mio poco intelligente varano da compagnia che si spaccia per Custode Grigio. “Ma… non mi sembra il caso, è un’eretica!”
Logico che avrebbe tentato un’obiezione del genere. Non è semplicemente nato con una consistente fetta di cervello mancante, ma è anche un templare mancato. Il che lo rende peggio di uno stupido: è uno stupido con la mentalità elastica come il granito.
“Esprimete liberamente le vostre opinioni” le concedo, lanciando un’occhiataccia molto eloquente ad Alistair. “Come vedete in questo gruppo anche il petauro ha diritto di parola.”





Mi ha recensita solo Rainbowcar >.> (fa la faccina offesa)
No, so che purtroppo posso mettere i capitoli solo nel fine settimana (so che sembra strano ma ho un lavoro serioso), dunque le mie pubblicazioni sono o attaccatissime come in questo caso o distanziate da giorni. X°D
Sì, il capitolo precedente era corto perché di Alistair parleremo taaanto e in diversi capitoli. Sono felice che ti faccia sorridere. *-* Il Bastone di Pipone sia con te sino alla prossima pubblicazione! u.ù

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Capitolo 5
*** 5 ***






Leliana.



Parliamo della rossina. La cretina che ho incontrato in una taverna, la quale ha pensato che fosse opportuno dapprima intervenire in una discussione con la quale non c’entrava un bel niente, poi aiutarci in una rissa alla quale non un’anima aveva pensato d’invitarla e, infine, presentarsi calorosamente a noi nonostante della sua identità non fregasse un bel niente a nessuno.
A quel punto, dal momento che io sono una persona con un certo senso di giustizia e ritengo sia il caso fare i complimenti quando essi sono meritati, ho incitato Alistair a rallegrarsi perché avevamo finalmente incontrato un essere umano più stupido e inutile di lui. Chissà perché, quel trombiculide che mi debbo portare appresso in qualità di alleato ha ritenuto offensivo il mio intervento. L’ho anche incoraggiato a valutare la possibilità di un accoppiamento con la rossa fanciulla, non per amore ma nel nome della pura e semplice curiosità scientifica (i loro cuccioli sarebbero da studiare, o da sfruttare per la creazione di una razza di schiavi completamente incapaci d’intendere e di volere, così come di fare addizioni e di coniugare i verbi), ma il petauro si è ulteriormente risentito.
Come mi pare d’aver già detto, io purtroppo non ci so fare, con gli animali. Ma stavo parlando di Leliana. Una che fa tutto da sola: arriva felice come solo una completa cretina potrebbe esserlo, si presenta, vaneggia per dieci minuti buoni e infine se ne va, lasciandoti confuso come un istrice ubriaco ma con la netta sensazione, Andraste squaldrina, d’aver appena sprecato dieci o venti preziosi minuti della tua esistenza.
Avrei potuto farmela. In qualsiasi momento. Non mi ci sarebbe voluto molto, con quel carattere da oca e quel cervello di gallina che si ritrova. Inoltre capite, a me le donne poppute con i capelli rossi piacciono non poco: sono una merce estremamente rara e, secondo alcuni racconti di certi contadini, hanno una qual certa predilezione per le maialate più estreme.
Ma è mio preciso desiderio sentire una donna invocare il Creatore unicamente quando la schiaccio su un materasso, e non ogniqualvolta la cretina veda un fiore, o un sassolino, o un cetriolo, o un dannatissimo accidente che la colga.
Una volta ci ho provato, sapete?, a farle capire che nella sua testa c’è sicuramente un ingranaggio (o anche due o tre) che non riesce proprio a fare contatto con gli altri. Ho cercato di farla ragionare: si era unita a noi da circa un paio di mesi, e continuava a blaterare cose completamente prive di senso logico; a quel punto, l’ho presa da parte e ho tentato una conversazione. Leliana, perché ci hai aiutato in quella taverna? “No, perché, capisci, ecco, io ho avuto una visione, ho avuto una visione…” Senti, moglie ideale del porciglione, rimanda i vaneggiamenti a dopo e rispondi alla mia domanda. “Davvero, Andraste mi ha mandato in missione da voi. Andraste vuole che io vi aiuti! Oh, che scarpe orribili avete su questo continente. Io adoro le scarpe, sapete? Ma qui…” Leliana, per l’amore di quell’Andraste puttana cui tu tanto vuoi bene, rimani concentrata. Com’è che la Profetessa Zoccola t’avrebbe detto di venire con noi? Ti ha mandato la richiesta via lettera? Ha pagato in natura un ambasciatore che ti portasse la lieta novella? “Devi sapere, ecco, devi sapere che, dopo la visione, c’era una rosa sbocciata su un cespuglio secco, capisci? Era un segno. Un segno!” Sì, certo, assolutamente. Un segno. Ti direi di andarne a parlare con il mabari, perché è l’unico che potrebbe capirti, ma in effetti sarebbe crudele nei suoi confronti. Quindi, vai da Alistair.
Ero esasperato. Chi non si sarebbe sentito orribilmente preso in giro, al mio posto? Ero terribilmente convinto del fatto che una persona così stupida da battere la scarna intelligenza del nostro pangolino da riporto non potesse esistere, e ritenevo l’atteggiamento di Leliana una semplice sceneggiata. Così l’ho messa alla prova. Sono andato da lei, con aria molto seria, e le ho confessato che, incredibilmente, uno stronzo da me appena cagato con prodi sforzi aveva per filo e per segno lo stesso aspetto di Andraste.
La sua reazione? “Oh, non posso crederci, questo è un altro segno! Fatemelo vedere!”
Ed è andata a vederlo.
E lo ha raccolto.
Poi ha pianto di commozione.
Quando l’ho cacciata dal gruppo, è partita con il mio prodotto corporeo ancora avvolto in un grosso pezzo di stoffa.




Volevate il capitolo su Leliana? Eccovi il capitolo su Leliana. X°D Breve per un semplice motivo: specchio della realtà: ho tenuto Leliana circa un giorno o due nel party, poi, ad un bel momento, mi sono avvicinato a lei nell’accampamento e le ho semplicemente detto: Vattene. No, no, via. Vattene.
Ho proseguito il gioco senza di lei. u.u’’’
Oh oh oh miei fedeli lettori, ecco il momento della posta. *-* No, cioè delle lettere. Volevo dire, delle recensioni *_*_*
Annuncio subito che, in queste settimane, il lavoro è decisamente pretenzioso nei miei confronti, dunque se mi vedete sparire non preoccupatevi! X°D
RainbowCar: Ebbene sì, Pipone ha un cuore u.u’’’ Lo tiene ben vicino ai polmoni e sopra gli intestini, ma, mi raccomando, se qualcuno te lo chiedesse, tu ricordati sempre che, là in mezzo, è il bastone che comanda! X°D
Rosheen: Eccoti accontentata, Leliana servita su un piatto sacro e accompagnata da una bella cacca a forma di Andraste! X°D Eh… il bastone di Pipone ormai ha puntato le poppe di Morrigan come l’ago di una bussola si fissa verso il nord, vedremo come andrà a finire… XDDD
Mikoru: Grazie per le correzioni, quelle le sistemerò appena mi ripasserò la storia! Ecco il pangolino da te tanto richiesto, anche se sottorazza pangolino da riporto, contenta? Mentre, per quanto riguarda la tua pena nei confronti di Andraste, ebbene, ho fatto presente la cosa a Pipone, il quale si è limitato a replicare “Andraste zoccola delle selve capra libertina vacca impenitente”, per poi andarsene canticchiando qualcosa sul fatto che lui ha il bastone più duro del mago tuo o di quello della tua amica. Ti dirò, non è un personaggio facile da gestire, fa le boccacce a un certo mezzo demone e cerca d’infilare il bastone nel culo ad un certo draghetto, causando ustioni nei personaggi lì attorno… beh, la smetto! XD
Athenryl: In effetti non potevamo trovare un paragone più calzante per quell’arnese sconquassato e malridotto che è il senso logico di Alistair. X°D Felice che la storia ti piaccia e ti sembra scorrevole, come dicevo più sopra Pipone, in qualità di essere vivente dell’ordine dei mammiferi, sottoramo dei primati, dispone di un cuore, ma diciamo che esso tende a ridurre la voce ad un bisbiglio implorante quando, nelle decisioni, interviene il possente Bastone! X°D

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Capitolo 6
*** 7. ***


Indovinate di chi sto parlando.




“Siete… sicuro di volerlo portare con noi?”
Avete presente quel momento in cui, alla fine di una lunga giornata di cammino, stanchi e disidratati, dovete tentare di organizzare un accampamento prima che cali il tramonto, sperare nella cena che il vostro mabari è andato a cacciarvi nel bosco e, nel contempo, tenere unito un gruppo di scapestrati, il tutto con un paguro pignolo che non la smette di porvi la stessa, identica, stupida domanda?
No, che non lo sapete. Perché c’è un solo eletto designato per un tale onore e quel povero coglione, Andraste puttana delle osterie, sono proprio io.
Sospiro e alzo trucemente gli occhi su Alistair, chiedendomi che espressione assumerebbe quel suo volto da orango se lo strozzassi lentamente, a poco a poco. Molto probabilmente, creperebbe con la medesima faccia da cretino con cui è nato. Poco lontano, nemmeno troppo di nascosto, Morrigan mi lancia uno sguardo colmo d’ironia.
Eh, sì, per lei è tutto facile, una passeggiata. Passa le giornate stuzzicando il microcebo e poi se la ghigna quando lui, manco vedesse in me la rassicurante figura materna di una maestra, cerca di tirarmi in causa per venir difeso. Solitamente, le mie risposte alle sue insistenze sono paterni consigli su come andare a farsi inculare dal Creatore, eppure esse non fanno desistere Alistair dal coinvolgermi e Morrigan dal torturarlo. Se la quantità di stoffa dei suoi abiti non fosse inversamente proporzionale alle dimensioni delle sue poppe, io e lei avremmo un bel po’ di problemi. Ma per fortuna le cose stanno così, e l’unico punto di attrito tra noi sta nel fatto che si rifiuti di darmela.
Vi rimedierò con il tempo. Magari dopo aver strozzato Alistair. La cosa potrebbe eccitarla.
“Sono sicuro di volerlo portare con noi” replico infine, forse per la milionesima volta. “In fondo, ho raccolto un mabari, un cercopiteco mentalmente rallentato, un’eretica popputa e una bigotta popputa. Ognuno di voi mi rompe i coglioni in qualche modo. Ma lui no. Per quanto mi riguarda, lui è il miglior acquisto di sempre.”
E lo indico, tanto per dare forza alle mie parole. Alle quali credo sul serio. Questo tizio che abbiamo recuperato oggi è davvero il migliore degli elementi a mia disposizione…
Il nuovo elemento pensa bene di sottolineare la sua utilità. “Ti seguirò e combatterò il Flagello al tuo fianco, verserò il sangue dei nemici, li decapiterò e li spezzetterò. Dissacrerò i loro corpi Combatterò al fianco di voi piccoli e stupidi umani, così, dopo aver compiuto strage dei nemici, potrò tornare a casa a fare rapporto. Dove sono i biscottini?”
… Capite la tristezza della mia situazione? Andrastemaiala.
La mia unica, piccola consolazione è: non può andare peggio.
Morrigan ridacchia. Attirando l’attenzione del nuovo arrivato.
“Perché stai ridendo? Non stavo scherzando. Voglio i biscottini. Inoltre, perché sei qui? Sei una donna. Le donne cucinano e stirano e fanno i figli e stanno a casa, non giocano a fare gli uomini.”
L’espressione che va disegnandosi sul volto della nostra eretica popputa mi fa capire che, sì, le cose possono andare peggio. Tipo, una tizia a caso, magari vestita in modo lascivo, potrebbe dar fuoco all’intero accampamento per cercare vendetta.
Maledetti qnari.


Eccola qua, trallalerò trallalà, l’autrice che risponde alle sue fedelissime lettrici. Sono completamente fusa dal lavoro – se vi dicessi di cosa mi occupo, voi capireste molte cose circa come nascono i deliri presenti in queste vivaci righe – e dalla febbre, ma questo capitoletto “giallo” con sfida a scoprire l’identità del nuovo arrivato ve lo dovevo u.u’


RainbowCar: Eh, lo dicevo io pure a Pipone! E fattela, gli dicevo, oppure fai in modo che procrei con Alistair! Ma lui continuava a dirmi che se volevo dei cuccioli ritardati potevo tranquillamente far accoppiare il mio gatto (non è vero, perché il gatto è sì stupido ma castrato) e quindi abbiamo finito per litigare e a quel punto lui, offeso, è andato a fare la corte all’altro personaggio presente nei miei salvataggi di Dragon Age. Poi ha scoperto che questo altro personaggio ha sposato Alistair e ne è stato così disgustato da cercare rifugio in FIFA 2012.
Rosheen: No, fanciulla, tu adesso me lo devi: raccontami che caspioioiolina succede quando ti svegli vicino a Leliana. Lei apre la cosa dicendo che il tuo batacchio somiglia tutto ad Andraste? X°D

Un saluto a tutti voi! Che il Bastone di Pipone accompagni i vostri sogni! ^O^

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Capitolo 7
*** 8. ***





Shale!



“Non mi sembra una buona idea. Lasciamo perdere.”
Ci sono frasi che proprio non andrebbero pronunciate in determinate situazioni. Diciamo che non sono compatibili con esse, ecco. Ad esempio, dopo aver offerto ad una popputa fanciulla un buon pasto in una taverna e aver pagato una stanza per entrambi, le parole “però niente sesso” sono assolutamente intollerabili per qualsiasi uomo. O ancora, dopo aver marciato per giorni alla ricerca di un Antico Manoscritto Introvabile, ovviamente conservato in una dimenticata biblioteca di religiosi posta sul cocuzzolo di una montagna raggiungibile soltanto attraverso un impervio sentiero addobbato qua e là da simpatici tagliagole, sentirsi dire “Mi dispiace, signore, il libro che lei cerca è già stato dato in prestito”, può causare varie reazioni emotive, dall’infarto al raptus genocida.
Le parole, insomma, possono già essere sbagliate di per sé. Ma ci sono istanti in cui, come avrete intuito, esse risultano ancora più pericolose per coloro che osano pronunciarle.
Per farvi un ultimo esempio: se io, dopo aver ricevuto una misteriosa verga che dovrebbe attivare un magnifico golem, mi ritrovo, per trovare la dannata parola d’ordine capace di far funzionare l’oggetto magico in mio possesso, a dover salvare un intero paese, a sconfiggere un demone – azione che mi è costata l’omicidio di una bambina la quale, per quanto petulante fosse, era decisamente un animo innocente – e, infine, a convincere un padre che, ehi, per la sua figliola era meglio ridursi ad un mucchio d’ossa che campare schiavizzata da un gatto rognoso… se, insomma, alla fine di tutto ciò, io – sudato, sporco e, logicamente, non poco incazzato – giunto infine davanti ad una grande statua pronta a divenire mia schiava nella lotta contro la Prole Oscura, mi sento dire “Lasciamo perdere”, che cosa devo fare? Che cosa devo fare, oltre strappare la pelle, rompere le ossa, cavare gli occhi, mozzare la lingua ed estrarre il cuore dell’incauto obiettore? Che cosa? Pisciare addosso ai suoi resti?
Per un attimo, immagino Andraste, la Gloriosa e Lucente, interrompere il lavoretto orale che sta facendo alle parti bassi del Creatore e guardarmi con aria condiscendente, impietosita dal destino che lei stessa mi ha riservato.
Poi, molto, ma davvero molto lentamente, alzo lo sguardo in direzione del cormorano ignorante reo di aver pronunciato le Peggiori Parole Sbagliate nel Peggior Momento Sbagliato di questo mondo. Alistair, battendo le ciglia con la sua solita espressione da triglia, si limita a fare spallucce, come per scusarsi del fatto di essere venuto al mondo completamente sprovvisto di cervello.
“E se poi non riusciste a controllarlo?” aggiunge, tanto per dare forza alla propria obiezione.
“In tal caso, Voi sarete tanto gentile da far scudo alla nostra precipitosa fuga con il Vostro inutile corpo.” flauto, evitando con accuratezza che la mia mano trovi l’elsa della spada, o non so come le cose andrebbero a finire.
Sì, adesso so usare un’arma. Nonostante i deliri sessisti e la patologica voglia di biscottini, Sten si è dimostrato realmente un valido elemento: ha iniziato ad addestrarmi nelle arti del combattimento; ed è quindi comprensibile che, per quanto io apprezzi l’eleganza di un omicidio a distanza operato per mezzo della magia, quel tricefalo di Alistair riesca a risvegliare in me il desiderio ancestrale di affondare la lama nel petto di qualcuno e farmi una sacrosanta doccia con il sangue che ne zampillerebbe.
“Abbiamo perso tempo, energie e pazienza per arrivare davanti a questa stupida statua. Adesso, Andraste lasciva e peripatetica, io l’attiverò, è chiaro?” aggiungo, notando con la coda dell’occhio il rapido cenno d’assenso di Morrigan, che si dichiara così completamente d’accordo con me. Sten, invece, sta parlando con il mabari, e sembra che si trovino bene assieme. Beati loro.
Sono assolutamente certo di ciò che vado a fare: non ho alcuna esitazione, credo in me, credo nel golem, credo nel fatto che finalmente avrò un soldato capace di eseguire i miei ordini senza opporre l’ostacolo di stupidi commenti, assurde obiezioni o cicli mestruali di sorta.
Finalmente uno schiavo! Grosso, potente e cattivo! Spietato, rapido, feroce. Dotato di senso e di capacità intellettiv…
“Esso è molto piccolo.”
“Ehm. Sì. Perché sono umano.”
“Esso è un umano.”
“Ehi, Golem delle frasi retoriche, che ne diresti di…”
“Esso ha la verga del controllo in mano.”
“Sì, mia grossa Roccia delle Ovvietà, adesso ascoltami…”
“Esso ha un bastone da mago. Esso è un mago?”
“Oh, no, lo uso per grattarmi il culo.”
Il golem si guarda attorno. “Mi chiamo Shale” dichiara, come se la cosa fosse di mio interesse. Tutto ciò che vorrei sentire uscire dalle sue rocciose labbra è qualcosa del tipo: oh mio signore e padrone, sarò tuo schiavo in eterno, vuoi che inizi il mio lungo periodo di glorioso servizio alle tue dipendenze massacrando di botte quel paguro che si spaccia per Custode Grigio?
“Molto bene, Shale. Noi dobbiamo combattere la Prole Oscura e…”
“UN UCCELLO! AAARG!”
Con questo terrificante urlo di battaglia, la grossa statua parte all’attacco di un piccione spaurito, il quale, avendo un’ala rotta, può soltanto tentare di volare rasoterra, pieno di terrore. Morrigan mi si avvicina, forse per supportarmi psicologicamente, ed entrambi osserviamo in silenzio lo strambo inseguimento che prende forma nella piazza deserta del paese.
“Siamo una banda di pagliacci. L’Arcidemone usa i nostri sogni per spiarci e spanciarsi dal ridere.” mormoro, incapace di contenere la delusione.
“Una cosa va detta” mi risponde l’eretica, sorridendo appena. “Se siamo ancora vivi, è perché tu sai tenerci assieme. Sei un buon leader.”
“Non è una grande impresa. Un cane pastore tiene assieme il gregge, ed è un cane.”
“Noi non siamo pecore” replica ella, scandalizzata.
“No. In effetti, Alistair se lo sogna di avere l’intelligenza di un ovino.” ammetto, strappandole una risatina.
Nel frattempo, il golem balza a piè pari sull’indifeso volatile; ne consegue uno spruzzare di piume e fluidi corporei, che strappa un verso di disgusto all’allocco vagamente umanoide che Duncan mi ha messo alle calcagna.
Ancora una volta, faccio l’errore di pensare che le cose non possano andare peggio. Cosa che spinge quella puttana di Andraste, sto iniziando a credere in lei per dare a qualcuno la colpa di quanto schifo faccia la mia vita, a smentirmi immediatamente.
“Gli umani sono proprio buffi.” commenta Shale, il mio Golem Pazzo Aviofobo Personale. Chi non ne vorrebbe uno?
“E fragili.” aggiunge Sten, il mio Soldato Qunari Genocida e Saccarofilo. Come farne a meno?
Si osservano, vagamente sorpresi dalla compatibilità delle loro opinioni antiumane. E’ l’incontro di sguardi tra due anime evidentemente affini.
“Hai notato come sono buffi, quando cadono?”
“Sì, c’è da chiedersi come facciano a non rompersi.”
“Inoltre sono così stupidi.”
“Terribilmente.”
“Ehi” interviene Alistair. “Smettetela di insultare il genere umano!”
Sten lo fissa. “Perché vi sentite offeso? Il Custode Grigio non fa altro che puntualizzare la vostra appartenenza al genere animale, quindi i nostri discorsi non vi riguardano.”
“Io… voi… ehi!!!” il petauro si gira a fissarmi, in cerca di soccorso.
Non credo di potercela fare. Voglio dire, l’unica piacevole vacanza avuta ultimamente è stato il mio Tormento, capite? Da lì in poi, ho avuto soltanto una lunga discesa verso l’inferno, Girone degli Idioti. Morrigan inarca un sopracciglio, lanciandomi un’occhiata. La luce del sole le illumina gli occhi, facendone risaltare le sfumature color oro.
Sorrido. Il nostro esercito fa schifo, ho degli idioti al mio comando, ma in questo momento lei è davvero, davvero bella. “Sai cosa mi farebbe stare meglio?” mormoro, con più dolcezza.
“Hm?”
“Se tu me la dessi.”
“Sei un porco.”



Ben presto il lavoro non mi lascerà tregua, dunque approfitto di questi momenti liberi per scrivere *O*
Ammetto che l’idea della solidarietà antiumana tra Shale e Sten non è un’idea mia, ma una cruda realtà che avviene se qualcuno fa la minchiata di averli assieme nel party. Cosa che io facevo regolarmente. XD
Rispondiamo alle recensiuone. *-*
Oggi, per un caso fortuito e del tutto speciale, sarà proprio Pipone e replicare! **
Mikoru: Adesso che so cosa succede se ti svegli con Leliana accanto, sono quanto mai contenta d’averla cacciata via. Ho letto tutte le correzioni che hai fatto alla tua recensione, ti sono molto grato per l’attenzione che presti alle mie avventure, anzi credo che, per esprimerti meglio tutta la mia enorme gratitudine, dovrei farti fare la conoscenza del mio enorme bastone. Quando vuoi tu, dove vuoi tu, in compagnia di chi vuoi tu: non disdegno le comitive.
Rosheen: Ah, Rosheen. Tu sì che hai capito cosa voglio dalla vita: gente che non rompa i coglioni. Spero d’incontrare presto questo Oghren di cui parli, anche se la cretina che gestisce la mia vita (non Andraste zoccola, ma la zoccola che muove il joypad) odia i nani, per cui temo che finiremo nelle loro allegre miniere piene di Prole Oscura molto più avanti. Ma parliamo di noi: perché, invece di sognare il mio bastone, non vieni qua a farne conoscenza di persona? Al solo pensiero s’è già alzato in piedi, ne sarebbe molto felice.
Ahrya: Oh, giovine fanciulla, perché sprecare il tuo amore per una femmina incostante e incapace di fedeltà, quando puoi avere il mio bastone? Ama me. Me e lui.
RainbowCar: Non so di che nonnetta tu parli, ma per mia fortuna sono anche gerontofilo. Come ben saprai, per il mio possente e potente bastone ogni buco è tana. Anche se pure io ho i miei limiti: pur essendo Shale femmina, credo che il mio bastone potrebbe correre vari rischi con lei, dalle escoriazioni per sfregamento con minerali di vario genere ad una brutta rottura causata dalla sua volontà di rimanere una brava golemmina vergine.




Che il Bastone di Pipone vi accompagni! *o*

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Capitolo 8
*** 9. ***


Winnye.



Contro:
Sin da bambino…
“Pipone, non tirare i capelli alla tua compagna.”
… via, via, nel corso degli anni…
“Pipone, perché non dici mai le preghiere?”
… Ho udito da lei…
“Pipone non fare altre domande sulla magia del sangue!”
… Sempre…
“Pipone, non sfruttare Jowan per i tuoi comodi!”
… La solita…
“PIPONE!!! Non dare fuoco ai gatti!!!”
… Solfa.

Pro:
“Oh, hai la camicia strappata? Oplà, come nuova!”
“Benedetto sia il Creatore, ti sei rovinato il mantello? Oplà, come nuovo!”
“Acciderbobolina, sbaglio o il tuo femore mostra chiaramente una frattura scomposta con esposizione dell’osso? Oplà, come nuovo!”
“Morrigan è DECEDUTA! … Oplà, come nuova!”

Una così, anche se ti ha rotto i coglioni sin dall’infanzia perché insegnante nella Torre del Circolo, non puoi certo cacciarla solo perché è un’emerita bigotta: la nonnina col cervello rincitrullito dall’età e dalla religione è uno degli elementi migliori che il mio gruppo presenti, e capite con quale vergogna io affermi ciò.
L’abbiamo incontrata durante un casino scoppiato nella mia vecchia, amata scuola di magia. Si è unita a noi per combattere il Flagello, o forse per farmi ramanzine sul fatto che io tenti spesso una conversazione con le tette di Morrigan, non lo so. Fatto sta che quella lì può rimetterti a posto ossa che tu nemmeno ricordavi di avere, il che la rende la sua presenza in un gruppo il cui passatempo preferito è quello di cercare rogne con la Prole Oscura non solo apprezzabile, ma addirittura indispensabile.
Per farvi una breve panoramica della nostra situazione attuale: dobbiamo cercare le ceneri di Andraste Profetessa Puttana per salvare un tizio importante; visto che era di strada, abbiamo soccorso il Circolo dei Maghi, cosa che logicamente ha fatto infuriare quei verginotti vergognotti dei Templari, i quali non mi rivolgono più la parola. Gné gné gné, poverini. Ho promesso a me stesso di scoparmi le loro madri, per quanto rugose e inguardabili possano essere. A proposito di tizie rugose e inguardabili, Winnye si è unita a noi e insiste sul fatto che dovrei essere un capo più comprensivo, che dovrei darmi alla castità o che dovrei lavarmi meglio le orecchie; dopo un paio di bestemmie, però, solitamente cambia idea e desidera lavare le proprie, il che, lo ammetto, mi gonfia di soddisfazione. In tutto questo, non avendo evidentemente altro da fare, il trombiculide trova offensivo il fatto che, quando mi preparo per una missione, ho preso l’abitudine di lasciarlo solo all’accampamento, solitamente in compagnia del mabari che non lo considera all’altezza di una conversazione impegnata e di Morrigan che si diverte a torturarlo mentalmente. Accusa infondata, questa, perché il petauro non possiede alcun organo minimamente paragonabile ad un cervello ragionante, e lui stesso lo sa. Ma tant’è.
Solitamente, affronto il Flagello con un gruppetto ristretto: Sten, Shale e Winnye. Lasciatemi esplicare quanto vincente sia questa combinazione, poiché ne vado particolarmente fiero. Ecco, tu sei uno della Prole Oscura: basso, puzzolente, vagamente isterico, perennemente affamato, forse anche afflitto da ciclo mestruale perenne. Per vendicarti del fatto di avere un brutto carattere e un aspetto che nemmeno la più chioccia delle madri potrebbe trovare carino, decidi di attaccare un gruppo di viandanti a caso, ovvero noi quattro. Ecco. Ottima idea. Sai che succede?
Succede che il mago delinea l’area dove state tu ed i tuoi amichetti poco profumati. Succede che casta una magia ed un improvviso, orribile terremoto v’impedisce qualsiasi movimento, ferendovi anche. Succede che le creature di pietra sono immuni a questo tipo d’incantesimo, per cui possono muoversi liberamente sulla superficie terremotata; quindi, mentre il terreno vi sta frullando per bene, succede che alzate la testa e trovate un grosso Golem che vi dà un ceffone in faccia.
Ma mettiamo caso che sopravviviate. Vuoi perché disperatamente amanti della vita o disperatamente masochisti, a seconda dei punti di vista. A quel punto, sapete che succede? Facile. Succede che un enorme qunari vi spappola la testa con la sua enorme mazza. No, niente doppi sensi in questo.
E se proprio avete gradito così tanto il servizio da essere riusciti a rantolare in direzione del mago di cui sopra, succede che costui vi fa la sorpresina, tira fuori una spada e vi passa da parte a parte. In tutto questo, la vecchietta che accompagna questi tre massacratori, quella che vi è parsa debole e inutile poco prima dell’attacco, quella che è tutta rughe, li risana di ogni graffietto che voi faticosamente gli avete procurato, rendendoli decisamente invincibili.
Ho provato a spiegare tutto questo a quel bicefalo d’un templare mancato. Ho provato a dirgli: “Alistair, non voglio offenderti, ecco, ti chiamo anche con il tuo nome, visto? Senti, noi siamo compagni di viaggio, di battaglia, siamo uniti da un sentimento di complicità molto profondo portato dagli orrori di questa guerra, per cui, del profondo del cuore, ho da dirti che NON SERVI A UN CAZZO!!! Monta le tende, se vuoi avere un’utilità, Andraste Bagascia, oppure accetta il tuo ruolo di pangolino e vai in cerca di coccole dai membri del gruppo!!! Oppure MUORI, MUORI, MUORI!”
Ecco, e quello si offeso.
Poi mi ha confessato di essere un ufficioso erede alla corona.
Sono rimasto in silenzio. A lungo. Infine, dal momento che il mio ruolo di leader del gruppo m’imponeva di pronunciare un’opinione giusta e sincera sulla questione, ho ammesso: “Non so se provare più dispiacere per il popolo che si ritroverà governato da uno gnu ignorante come te, o per il trono che dovrà sopportare giornalmente la presenza del tuo culo.”
“Oh, no, non capite! Io non voglio diventare Re! Per il Creatore, sarebbe un supplizio a vita! Sarei infelice per il resto dei miei giorni, preferirei morire piuttosto! No! No! No!”
In quel momento, ho realizzato: io ho un sogno.
Un Custode Triglia con una corona in testa.




Siamo giunti al momento della Posta *O*
Il capitolo è corto e breve, ma capite, la mia migliore amica nonché testimone delle mie nozze (non sto scherzando, mi sposo tra poco più di un anno XD) questa sera è depressa, abita lontano, e io son abituata a far stare meglio le persone o riempiendole di cibo o facendole ridere. Mi pareva poco simpatico chiamare Pizza Sì per una consegna a 300 km di distanza, ergo per cui ho optato per un mini capitolo scritto rapidamente per farla sorridere *-*
BlackAxek94: Benvenuta nel Magico Mondo del Bastone! Pipone vorrebbe che io ti dicessi che è tradizione onorare l’entrata di nuove adepte ponendo innanzi alle loro boccucce il rituale Bastone, ma se non te la senti fa lo stesso. Zevran sarà uno dei prossimi, e tutto ciò che voi avete immaginato non sarà niente in confronto al raccapriccio che proverete leggendo. Io stesso ero raccapricciata. XD
Athenryl: Shale te la consiglio, è un personaggio apprezzabilissimo. Autoironico, potente, molto godibile anche per quanto riguarda la sua storia personale. Di tutti, è quella che mi è piaciuta di più. Dal momento che adori il Bastone di Pipone, egli si premura di farti sapere che suddetto arto/arnese/organo “MAGICO “ è disponibile 24 h su 24, 7 giorni su 7, anche per molte sessioni consecutive.
Arinoth: Pipone è lieto di aver convertito qualcuno all’odio per il pangolino pruriginoso, e desidera farti sapere che l’aver deposto sì tante recensioni a suo favore ti ha dato diritto ad una notte di folle e rovente divertimento in compagnia sua, del suo bastone e, se accetta, di Morrigan. ^O^
Rosheen: Come ho detto sopra, Zevran arriverà a breve, ma rimarrete sconvolte. Io stessa rimasi sconvolta da ciò che accadde. Pipone è un personaggio che risponde ben poco agli ordini della sua creatrice, e dimostrazione ciò è il fatto che sia uscito di corsa, precipitandosi da te. Ha portato un Tom Tom con la voce di Alistair, ti troverà? XD
Ahrya: Pipone ti ama anche lui, così tanto, ma così tanto, che giura di esserti fedele per almeno cinquanta minuti, a patto che tu voglia giocherellare col suo bastone. Piaciuta la nonnettah? Rompiballe? XD
Mikoru: Oh beh t’ho dedicato l’intero capitolo, che vuoi di più? Un bastone? XD XDXD
Laiquendi: Ma io SONO un troll: lo dimostrano le mie enormi cosciotte pelose ed il mio nasone e… beh m’inchino ugualmente ai complimenti! XD Lieve ironia in questo fandom? Nooo… ma cosa mi dici mai? XD (ho letto cose che voi umani non VOLETE nemmeno immaginare ndPipone). Spero che le altre letture abbiano alleviato il tuo uggioso pomeriggio (ma siamo in estate!).
RainbowCar: Hai una finestra vicina? Affacciati. Piano, lentament… ATTENTA! Ecco, ti sei presa il bastone nell’occhio, Pipone ha detto che mirava alla bocca, ma era così in ansia per aver mancato di dare appuntamento ad una che volesse massaggiare il suo legno da agitarsi e sbagliare mira! Ci dispiace tanto. Se venisse l’occhio nero, puoi mandarlo via con una bistecca cruda. La roba bianca che invece c’è già, ecco, beh, basta una salvietta XD (Rainbow, hai appena vinto un premio speciale da me istituito in questo medesimo istante: Premio Povera Recensitrice Che Si Becca La Risposta Più Vietata Ai Minori Di Anni Diciotto. XD Direi che è una bella consolazione per la precedente mancanza, giusto?)


Che il Bastone di Pipone sia con voi! *O*

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Capitolo 9
*** 10 ***



Zevran.

Innanzitutto, la cosa fondamentale che voi dovreste tenere bene a mente prima che io prosegua nel raccontare è: ho un’ottima giustificazione per ciò che ho fatto. Ce l’ho eccome, Andraste animatrice dei bordelli, lasciate solo che mi spieghi in modo adeguato.
Portandomi appresso l’arzilla nonnetta, il Golem delle Ovvietà e il sanguinario barbaro assetato di the coi biscottini, un bel giorno m’imbatto in una specie di cosino basso e gracile, coi capelli da donna e le orecchie a punta, che tenta di farmi la pelle.
Mi permetto di sottolineare un particolare non di secondaria importanza: tolti inutili rami secchi quali un pangolino petulante ed un paio di tette buone soltanto come distrazione serale, il gruppo che ho costruito e con il quale mi avventuro ora in giro per il continente è giunto ad un tale livello di potenza che, quando un Ogre ci scorge e tenta di caricarci, solitamente esso viene additato e deriso da tutti. Per poi fare un’orrenda fine.
Vi lascio, quindi, immaginare quanti secondi io impieghi per far fuori il gruppo di figli d’Andraste con cui il cosino gracile di cui sopra sta tentando di ammazzarmi; ancor prima di poter protestare per la strage da me appena compiuta, il deficiente fa l’errore di non guardarsi alle spalle e la sua imprudenza gli vale un pugno sulla testa da parte di Sten. Dal momento che non sembrava già abbastanza una femminuccia, lo sconosciuto pensa bene di crollare a terra. Svenuto. Sì, svenuto. Come una cazzo di principessa in fuga o una troia di dama sventurata, o che so io. Svenuto! Creatore inculato dai cinghiali.
Sten lo raccoglie come un sacco di patate, tenendolo per i talloni, e lo trascina verso di me, in modo che lo esamini.
“E’ un elfo” commenta Wynne, pensierosa.
“E’ un cretino” la correggo prontamente. “Uno che attacca un mago accompagnato da un qunari e da un golem è un tale deficiente che non merita di riprodursi. Ecco perché gli elfi sono in via d’estinzione. Se sono tutti così…”
“Veramente…” tenta una debole opposizione la nonnina, prima di scuotere il capo e dare fondo a tutta la propria pazienza per non intavolare un’inutile discussione con me. Abbiamo raggiunto una specie di equilibrio, una sorta di posizione di stallo: la vegliarda ormai sa bene che io sono una persona orribile, così come io ho ormai ben chiaro quanto lei sia un’orribile rompicoglioni; se ci scontrassimo ad ogni minima divergenza di opinione daremmo all’Arcidemone tutto il tempo non solo di portare il Flagello,ma anche di sterminare ogni forma di vita presente in tutti i continenti conosciuti e di costruirsi con le ossa dei defunti una bella villa con tanto di piscina. Per cui, quando qualcosa del mio comportamento non le aggrada, Wynne si limita ad aggrottare la fronte rugosa, trasformando la sua faccia in una roba tutta grinze e increspature; come adesso. Nella battaglia, qualcuno le ha slogato il polso destro e tagliato via metà della mano. Si guarisce l’arto con fare distratto, senza alcuno sforzo, prima di domandare: “Vuoi ucciderlo?” Bella domanda. Voglio ucciderlo? Questo coglione è una di quelle persone così stupide che ammazzarle non può dare sufficiente soddisfazione. Sapete cosa vorrei? Vorrei che riprendesse i sensi, si guardasse confuso attorno, udisse le parole: “Sei più cretino del nostro otocione da compagnia” e morisse così, magari sgozzato, agonizzante e pieno di domande su cosa sia un otocione.
Ecco, questo è il motivo per cui ho permesso all’elfo di vivere: volevo semplicemente ammazzarlo più crudelmente. Non potevo certo prevedere che, una volta ripresi i sensi, egli mi avrebbe confessato d’essere un assassino inviato dal traditore di Calain allo scopo di uccidermi. Si è poi detto pronto a schierarsi dalla mia parte. A quel punto pensare che Alistair sarebbe uscito di testa se io avessi accettato la sua alleanza e portarmelo all’accampamento è stato un attimo.
Me ne sono pentito subito, davvero. E stiamo arrivando al punto nevralgico della questione, cercate di starmi dietro.
La sera, solitamente, striscio nei pressi della tenda di Morrigan. Perché, sapete, io e lei facciamo sesso. E’ cominciata per caso, sostiene. La verità è che ha ceduto al potere del Bastone, come tutte quante, muah uah.
Ma se proprio vogliamo analizzare i fatti, è andata così: mi ha chiesto di uccidere sua madre. Non voglio dilungarmi sul perché lei volesse questo o su come io ci sia riuscito – accenno solo ad una vecchietta incazzata capace di trasformarsi in un drago – ma fatto sta che, dopo, lei è stata interamente mia. Morrigan, non Flemeth. E insieme ci divertiamo. Sono il mago che si scopa la figlia della Strega delle Selve, signore e signori. E mi son fatto fare un’armatura con le scaglie della sua adorata mamma!
Solo, come tutte le donne che non richiedono pagamenti per le proprie prestazioni, prima di sentirsi ispirata a farsi sollazzare lei deve… parlare. Per ore. E’ un po’ noiosa, lo ammetto, ma non certo come le altre con cui ero solito intrattenermi. Ogni tanto le scappa qualche segreto sulla magia che mi riempie di curiosità. Ogni tanto mi propina qualche racconto sulla propria infanzia; in effetti, mi fa sorridere: è cresciuta con una madre che non le ha mai voluto davvero bene, come me. Insomma, sopportare la voce di una donna prima del sesso, ultimamente, non è un supplizio come al solito. Morrigan mi piace, non solo perché posso vedere le sue tette anche fuori dalla tenda. Ma fatto sta che, per ottenere di schiacciarla sul giaciglio, devo sorbirmi almeno una o due ore di lunghi discorsi.
Quindi, alla sera, sistemato l’accampamento, debbo correre da lei. O il tempo rimasto a disposizione potrebbe venire investito unicamente nei discorsi, tralasciando il dopo che a me tanto interessa. Avete capito sino a qui? Ora torniamo a parlare del cretino: l’elfo. Il quale fa il fino depresso. Anzi, peggio, è un finto allegro in realtà depresso fintamente depresso. Andraste peripatetica, lasciate che mi spieghi meglio.
Gli passi vicino dicendo “Zevran, raccogli la tua roba”, ed ecco che lui parte con i suoi deliri: “Sai, mia madre era una prostituta, eh eh, non che la cosa mi faccia male, ah ah, io sono un duro, oh oh, pensa che ho ucciso la mia prima amante, eh eh, non che la cosa mi faccia male, ah ah, io sono un duro, oh oh”
“Zevran… ti ho detto solo di raccogliere la tua rob…”
“Sì, mia madre era una prostituta, ah ah, e gli assassini mi hanno comprato al mercato, eh eh, lo racconto perché intanto sono un duro, ah ah, e non mi fa male al cuore pensare al mio passato, oh oh. Eh, sì, ho avuto una vita proprio dura, difficile e terribile, ma io sono duro, oh oh, e quindi sembro un allegrone, eh eh. Eh eh. Però nel mio cuore oscuro di corvo assassino sono triste. La verità è che voglio solo essere amato. Non ti è per caso venuta voglia di coccolarmi?”
“No. Di soffocarti.”
“Col tuo bastone, hmmm?”
“Andraste zoccola, non fosse che da quando sei arrivato il petauro passa le notti in bianco nell’ansia di venire smembrato nel sonno, t’avrei già ammazzato.”
Dopo le mie minacce, lui è solito sorridermi con aria sorniona, sostenendo che chi disprezza compra e altre cazzate di questo genere. Che voglia di dargli fuoco ai capelli! Per due o tre sere mi ha tanto trattenuto coi suoi ricordi pieni di tristezza, malinconia, abbandono genitoriale e durezza da quattro soldi; mi ha costretto ad ascoltarlo per così tanto tempo da farmi perdere regolarmente il sesso con Morrigan.
Beh, quest’andazzo finirà questa sera stessa. Questa sera io scoperò Morrigan. Punto.
Faccio il giro largo per evitare Shale e i suoi problemi da femmina rocciosa – “Oh, pensi che questi minerali m’ingrassino?” – salto a piè pari il giaciglio di Wynne – “Sesso tra un’eretica e un Custode Grigio? Tsk, tsk, finirà tutto in un pianto, credi a me.” -, mi allontano dal trombiculide. – “Il vostro mabari continua a battermi a scacchi!” -, lascio Sten bene in fondo – “Ho perso la mia spada. Era simbolo di Onore, Lealtà, Nobiltà, Crudeltà” Sten parla sempre di cose con l’accento sulla a. “Magari potremmo andare a vedere se l’ho lasciata in quella taverna coi biscottini buoni?” – e infine compio un prodigio contro il rallentamento costituito da Zevran:
“Sai, vorrei tanto dei guantini come quelli della mia mammina morta, ah ah, era una dalish, oh oh, ma io sono un dur…”
“Vaiamoriremmazzato.”
Ed ecco, dopo questo meraviglioso atto di diplomazia, giungo trionfante alla tenda di Morrigan. Sono tre sere che resto a bocca asciutta. Il Bastone esige che gli sia dato un giusto tributo. Magari lei potrebbe, giusto per oggi, tacere i suoi soliti discorsi e usare quella bella bocca che si ritrova per questioni assai più piacevoli, nelle quali è molto, molto brava.
E invece no. Ma proprio no. “Noi non possiamo più fare sesso.”
“CHE COSA?”
“Eh, sì, c’è un problema.”
“Un problema? Che c’impedisce di scopare? Te la sei cucita?”
“No! E’ un problema grave.”
“Sei incinta? Si può fare lo stesso, eh.”
“NO! Io… mi sono innamorata di te.”
“E io no, quindi che problema c’è?”
A quel punto, mi ha tirato uno stivale.
Io me ne sono andato, incazzato nero, bisognoso di sfogare rabbia e desiderio, ed è stato a quel punto che ho portato Zevran poco lontano, l’ho piegato in avanti e l’ho fatto tacere a modo mio. Dandogli quello che voleva lui.
Quindi sì, c’è stato qualcosa ma, come dicevo più sopra, ho la mia dannata giustificazione!

Non ho il tempo di rispondere alle recensioni ç___ç
Che il Bastone di Pipone sia con voi *O*!

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Capitolo 10
*** 11. ***


Special.
Alcune chicche che si possono incontrare nel gioco. Le inserisco qui perché non le vedrete nella storia.



Se ci si specializza in Magia del Sangue, Wynne vi abbandona. Ma potete essere furbi.

“Wynne, credo che diventerò mago del sangue.”
“OH, NO! Se voi diverrete mago del sangue, io me ne andrò! Lo giuro sul Creatore, lascerò il gruppo oggi stesso, rinuncerò anche a fermare personalmente il Flagello, se questo dovesse significare accompagnarmi ad un disgustoso, oscuro, terribile Mago del Sangue!!!”
“Oh, caspita. Allora, beh, puoi diventarlo tu?”
“Io? Maga del Sangue?”
“Eh, sì.”
“Oh.” Silenzio. “Non ci avevo mai pensato. In effetti, è un’idea grandiosa. D’accordo.”
“…”

Se ci si allea con i Lupi Mannari, bisogna calcolare bene il momento in cui lo si fa.

“A-ah! Ho ucciso quello stupido orecchieapunta, adesso la vostra maledizione è sciolta! Ehi, avete visto, con quella testa pelata che si ritrovava , quanto parevano a punta le stupide orecchie di quello stupido elfo?”
“Questo suona un po’ razzista.”
“Zitto, Zevran. Allora, lupacchiotti miei, deliziosi botoli da guerra, adesso mi aiuterete?”
“Ehm…”
“Dobbiamo combattere il Flagello e io ho DAVVERO bisogno di creature grosse, cattive e puzzolenti. Il qunari non mi basta.”
“Ehm… noi… ecco, noi siamo… insomma, come avete detto voi: avete ucciso l’artefice della nostra maledizione… quindi, adesso noi siamo liberi!”
“Appunto, quello che volevate! Adesso zampe in spalla e partiamo all’attacc…” Silenzio. “Dove sono le vostre zampe?”
“E’ proprio questo che cercavo di spiegarvi.”
“E dove sono le code? Le zanne? I DANNATISSMI ARTIGLI?”
“ Siamo tornate persone normali! Non possiamo certo seguirti in battaglia. Sai, io sono un contadino.”
“Io un falegname!”
“Io una lavandaia!”
“Andraste zoccola.”

Potete utilizzare la mappa per individuare i nemici che vi attendono nelle stanze ancora da esplorare. A quel punto…

“Palla di fuoco. Terremoto. Tempesta di ghiaccio. Tempesta di fulmini.”
“Quando avreste intenzione di aprire quella porta e combattere da uomo??”
“Zitto, otocione. Ok, ragazzi, contiamo fino a dieci, poi entriamo e spogliamo i cadaveri.”
“Questo non è molto onorevole.”
“Onorevole? oggi abbiamo un petauro che ha studiato il dizionario?”

Se trasformate Loghain in un Custode Grigio, vi sarà il dialogo PIU’ BELLO di tutti.

“Invece di uccidere questo traditore… costringiamolo ad arruolarsi.”
“Buona idea. Abbiamo bisogno di carne da macello.”
“Con lui non vado in battaglia! Gné gné! Se arruolate questo traditore, me ne vado io!”
“Senti, otaria delle spiagge deserte, non gli sto regalando una casetta sul fianco della montagna, lo sto spedendo a morire sul fronte!”
“Beh, se c’è lui, non ci sono io.”
“Prego, pangolino, la porta è là.”
“Me ne vado proprio, eh! Sparisco!”
“Il mabari si sentirà solo.”
“Me ne vado!!!”
“Alistair, a chi cazzo lo stai urlando, che qui non ti ascolta nessuno?”



Sono di corsa anche questa volta, ma prometto che risponderò a tutte le recensioni al prossimo aggiornamento… Oghren vi aspetta. <3

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Capitolo 11
*** 12 ***


Pillole di Orzammar




“Un luogo meraviglioso, incredibile. Non ho parole per descriverne la maestosità.”
Roteo gli occhi al cielo. “Carino, Wynne, non fosse per tutti questi bambini molesti che ci camminano tra le gambe. Hai visto alcuni quanto sono grassi?”
“Sono nani.”
“Vero, alcuni sono proprio grassi e nani. Finalmente hai imparato ad esprimerti con minor ipocrisia?”
Wynne aggrotta le rughe della fronte in segno di disapprovazione, ricordandomi in tutto e per tutto uno sharpei.
Non la considero. Ci siamo avventurati in queste grotte giganti decorate da creature evidentemente cieche o assolutamente prive di senso estetico per una ragione: trovare appoggio contro la Prole Oscura. Agguanto per la collottola uno dei bambini vestito in maniera un po’ più elegante degli altri e lo sollevo da terra, portando il suo volto all’altezza del mio. La cosa, immancabilmente, scatena vivaci proteste da parte del piccoletto.
“Mettimi giù!” sbraita, agitando le corte braccia e le tozze gambette. E’ quasi carino.
“Voglio parlare con il vostro sovrano.”
“Appena tocco terra, straniero, ti trapasso le ginocchia con la mia ascia!”
“Poche storie. Quali di questi bambini è il vostro re?”
“Sei uno schifoso razzista! Non offendere la nostra fiera stirpe!”
“Offendervi? Credevo ci pensaste già da voi, con quelle barbe.”
“Le nostre barbe sono l’espressione di un’antica e gloriosa cultura nanica!” devo ammettere di avere per le mani un bambino dotato d’un vocabolario ragguardevole. Ha il volto così paonazzo, da essere prossimo ad un infarto. “Ti reciderò lo scalpo!”
“Auguri. Forse con una scaletta…”
“AAAARRRGH!”
***

“Quindi, se ho capito bene” Alistair non capisce mai bene, anzi, non capisce mai. Però ci prova sempre e con gran impegno, per cui debbo almeno dargli atto di perseveranza. “Per ottenere le truppe previste dai Trattati dei Custodi Grigi, dobbiamo fare in modo che uno dei due candidati al ruolo di re salga sul trono?”
“Sì” replica Sten, il mio quarto uomo. Sapendo di dover affrontare gli oscuri e puzzolenti cunicoli di Orzammar, ho scelto lui perché sa frantumare le ossa, Wynne perché sa ripararle e il petauro perché so che avrebbe odiato questo posto almeno quanto me.
“Non ha senso!” protesta ancora l’emù rimbecillito. “Perché lasciano che sia l’appoggio di uno straniero a stabilire chi li governerà?”
“Perché” rispondo, con una pazienza che davvero non mi aspettavo di possedere. “Sono bambini, e dunque non hanno l’età legale per eleggere alcun governatore. Per loro fortuna siamo arrivati noi.”
“Non ho mai conosciuto qualcuno che incarnasse in modo bieco, ignorante e crudele razzismo meglio di voi.” sbotta Wynne. “Vi rendete conto della responsabilità che vi hanno messo per le mani? Da voi dipende il futuro di questo popolo. Dunque, chi volete scegliere come re?”
“Ma è logico: quello che mi costerà minor fatica.”
Evidentemente l’umidità delle grotte naniche ha risvegliato l’artrosi della nonnina, rendendola sufficientemente nervosa da replicare ancora: “Siete sicuro di non essere stato partorito da una donna prossima all’eterno riposo durante una notte di plenilunio in un cimitero? E’ l’unica spiegazione plausibile per l’alto numero di demoni che alberga nel vostro animo.”
“Wynne, una volta per tutte: chiamami stronzo senza sprecare tanto fiato e tante parole complicate che il varano non capisce.”
“Ehi!” sbotta il varano in questione, chissà perché offeso. Poi lo vedo concentrarsi e ripetere tra sé e sé la parola plenilunio, e capisco che ha trovato un enigma che lo terrà impegnato per il resto della missione.
“Scegliamo uno dei due pretendenti e facciamola finita: l’Arcidemone deve aver ormai compreso di avere come avversari un gruppo di disperati deficienti e sta evidentemente temporeggiando, ma non aspetterà per sempre.” sbotto, posizionandomi alla testa del gruppo. “Muoviamoci. Finiamola in fretta.”
Alistair mi considera poco e vedo ancora una volta sulle sue labbra le sillabe: “ple-ni-lu-nio”.
***

“Se volete scegliere il re, dovrete prima di tutto conquistarvi la fiducia di uno dei due candidati al trono rappresentandolo nell’Arena.”
“Ah. E poi?”
“Poi potrete conoscerlo, a quel punto dovrete fare quel che vi dice come l’ultimo degli sgherri.”
Va bene. Basta così, giusto?”
“No; dovrete avere anche l’appoggio di un campione”
“A-ah. Ok, indicatemi dov’è questo campione. Spero non più a cinque minuti di cammino da qui.”
“Si trova nelle Vie Profonde, chilometri sotto la superficie, laddove la Prole Oscura non lascia scampo. Un viaggio senza ritorno.”
“…”
“AH! Plenilunio: vuol dire Luna piena! Visto che non sono un deficiente?!”
Wynne mi tappa la bocca prima che io possa rispondere al nostro quercino.
***

“D’accordo, adesso andiamo nelle Vie Dabbasso, prendiamo il Campione, lo trasciniamo qui ai piani superiori e la facciamo finita una volta per tutte.”
“Si chiamano Vie Profonde.” mi corregge Wynne. “Potreste, almeno, mostrare un po’ di rispetto per la lingua locale?”
Mi guardo attorno con aria critica. “Bleah. Che razza di fauna. Non scoperei con una di queste nane nemmeno se me la offrissero in gruppo.” Sten annuisce una volta soltanto, evidentemente appoggiando la mia tesi.
Wynne non è altrettanto d’accordo. “Il Creatore un giorno vi costringerà ad una psicostasia.”
Il toporagno spalanca gli occhi. Quest’ultima parola lo terrà impegnato per un mese almeno.
***

Vado a sbattere contro un bambino che emette, Andraste Zoccola mi è testimone, la più bella, articolata, arzigogolata e originale bestemmia che io abbia mai sentito. Abbasso gli occhi, ammirato, e mi ritrovo a fissare un nanetto simile a tanti altri, fiero della propria ascia e del proprio puzzo.
“Tu sei il Custode Grigio, vero?” domanda, con vocione intimidatorio.
“Dov’è la tua mamma?” chiedo, ad onor del vero con una certa gentilezza.
“So che stai andando nelle Vie Profonde. Vengo anch’io. Vi aiuterò a farvi strada. ”
“Wynne, sarebbe morale far combattere un minore?”
“Per l’amore di Andraste, avete notato che nessuno ride del vostro paragone tra i nani e i bambini?” ulula l’interpellata, dimentica della pazienza.
“Ho una domanda sui nani” interviene Sten, la cui capacità di cogliere il momento opportuno per fare domande scomode è direttamente proporzionale alla delicatezza con cui le suddette domande verranno poste. “Visto che sono nani, perché hanno costruito cunicoli con i tetti così alti? Per sentirsi ancora più nani?”
Wynne torna ad imitare uno sharpei.
Alistair bada poco alla scena: sulle sue labbra, senza alcun suono, vedo il ripetersi della parola: “Psi-co-sta-sia…”
“Voglio venire” insiste il nano. “So che state andando a cercare il Campione, Branka.”
“Sì, quel tizio, il campione” borbotto, stanco. “E allora?”
“Siamo sposati.”
“Ma tu sei… un nano maschio?”
“Puoi scommetterci il bronto” ridacchia quello. Poi rutta. Credo sia in nanico.
“E… hai sposato il Campione? Ma che schif…”
Wynne mi si rivolge con voce acida: “Non vorrai fargli la morale tu, che con Zevran hai compiuto della sodomia?”
Alistair spalanca gli occhi alla notizia, boccheggia, guarda prima lei e poi me, apertamente sconvolto. La cosa mi fa incazzare: “Però una parola difficile come sodomia la conosci, eh?” lo accuso, tanto per non rimanere zitto.
***

“E c’era questa mercenaria… due poppe che non ti dico, là sotto pelosa come uno Snuff, l’ho ribaltata, spalancata, e poi le ho infilato ben in fondo alla galleria il mio bronto, e le ho dato una ripassata che nemmeno con un battipanni l’avrei potuta sbattere meglio.”
“Dovresti vedere con la tizia che ho all’accampamento. Una sera l’ho messa a pecorina, l’ho legata come un salame, e poi l’ho cavalcata come una giumenta, continuava a implorarmi di darle di sperone…”
“Devo aver fatto qualcosa di terribile” sibila Wynne. “Se il Creatore ha deciso di mandare un altro Pipone ad allietarci con la sua compagnia.”
Sta mentendo, il nuovo arrivato non mi assomiglia affatto. E’ perennemente ubriaco, puzza come un montone di montagna e combatte con il raziocinio e il controllo di una valanga. Agli occhi di Wynne sembriamo simili solo perché, diciamolo apertamente, questo Oghren l’unico del gruppo cosa sa che vuol dire godersi la vita.
“Psicostasi: estasi della psiche!!! Visto che non sono un ignorante?” ulula Alistair, facendomi sobbalzare per lo spavento.
“Andraste zoccola! A volte sei così stupido da indurmi a chiedermi come tu abbia trovato l’uscita dal ventre di tua madre! Me l’immagino, il giorno del parto, povera donna, con una manina che le esce dalla bocca e qualcuno che urla disperato: da sotto, idiota, da sotto!!!
Oghren ride come un matto, e la cosa è ufficiale: mi sta simpatico.


Fermata da un’orrida malattia (ho la febbre ç.ç) ho trovato il tempo di scrivere ed anche, Andraste si meraviglia, di rispondere alle recensioni! ^O^
Arinoth: Si chiama Wynne, lo so, ma ho voluto compiere spontaneamente questo errore per vedere quante di voi erano attente e quante distratte dalla mole del Bastone. Ehm, sta in piedi come giustificazione? X°D
Ahrya: Pipone ti aspetta dietro il separé, dice di portare mutandine commestibili. Cmq sì, le cose illogiche nel gioco sono tantissime, hai ragione, a parer mio meritavano un bel capitolo a parte. Ti perdono per essertene persa ben due, immagino che sognare Pipone ogni notte tolga energie e concentrazione alla giornata. u.u
RainbowCar: Pipone t’invita nel medesimo separé di cui si parla qua sopra, per una cosa a tre come da te richiesto. Sono sicura che non rimarrai delusa, e ci saranno tette in abbondanza. Zevran è stato l’avventura di una notte, lui è resterà sempre fedele alle POPPE. <3
Ilune: Appena rimango disoccupata, ci provo seriamente a scrivere un bel libro! Con tanto di trama e di personaggi!
Sese: Versione profana di Jane Austen è il complimento più strano che abbia mai ricevuto! Come va con la numerazione? X°D
Ary91: Ti abbiamo persa al capitolo 3! Oddio! Qualcuno vada a cercarla!
snuFF: Oh beh, se mi chiami Illustre Autrice, io arrosisco, e poi balbetto, e poi inciamo, ehm, ehm… ! Sono felice che tu infine sia uscito dall’ombra ed abbia recensito, mi fa sempre piacere quando accade. Mi auguro che Oghren sia stato all’altezza delle tue aspettative! (ti prego chiamami ancora Illustre Autrice, non dimenticare le maiuscole, son quelle che creano l’effetto! XD)
Rosheen: Penultima così impari a recensire in ritardo XD Ordunque, come hai visto, Zevran è sopravvissuto all’incontro con Pipone, è un elfo felice e sodomizzato. Mi auguro che le miniere naniche ti abbia allietato. ^.^
Mikoru: ABITO DA SPOSAAA TI DEVO FAR VEDERE L’ABITO DA SPOSAAA p.s.: sapevo che la chicca dell’otaria delle spiagge deserte ti sarebbe piaciuta.
A presto, che il Bastone di Pipone sia con voi!

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Capitolo 12
*** 13 ***


“Va bene, vecchio” Wynne apre la bocca per protestare, il petauro impallidisce e Morrigan alza gli occhi al cielo, nascondendo un sorrisino divertito. A giudicare dalle loro reazioni, non mi sto rivolgendo alla persona che ho dinnanzi con il rispetto che il suo rango richiederebbe. Beh, sapete che vi dico? Ho galoppato come un bronto per le puzzolenti minieri naniche, mi sono azzuffato con elfi, trafficanti di schiavi elfi e ancora altri elfi, ho fatto il culo a una setta di campagnoli di un paesino in cima ad una montagna gelida e, per quanto mi riguarda, è l’uomo con cui sto discutendo a dovermi del rispetto. Non il contrario.
Siamo in città, nella sua tenuta. Ci ha radunati qui con la promessa di un aiuto per l’incontro dei popoli, ma il compito che mi ha appena affidato è troppo. Voglio dire, ho aiutato l’ex moglie pazza del mio nuovo amico diversamente alto a perpetrare la propria follia imprigionando anime di viventi in grossi ammassi di ferro, tra l’altro convincendo la nostra alleata golem che tutto ciò non è mai successo e che, oh sì cara, le nuove rocce che le ti ho portato dal sottosuolo ti snelliscono. Ne ho combinato, di stronzate, ok? Ma questo è troppo. “Dammi un solo motivo per salvare quella strega della figlia di Loghain. Dammi una fottuta buona ragione per mettere a repentaglio il mio culo e portare in salvo quella stronza figlia d’uno stronzo, Andraste puttana. Uno solo!”
“Beh…” ma, prima ch’egli possa elaborare e rifilarmi una risposta atta a farmi comprendere la solenne importanza del compito appena affidatomi, è Wynne ad intervenire. Perché può sembrarvi una tranquilla nonnina, forse un po’ bigotta, ma in realtà è una stronza manipolatrice.
“Anora? Non si dice che sia una gran figa?”
“…”
“Bionda, prosperosa, e propensa alle orge. Girano queste voci, su di lei.”
“Soldati! Andiamo.”
Morrigan mi guarda male. Ah, ah. Così impara.

“Succede questo, amico, a partire in missione per salvare una gran figa”
Mi giro verso Oghren. Non è un belvedere. “Succede questo?” ripeto, con voce giustamente acida. “Si finisce nudi in una cella?”
“Non guardare niente più in basso dei miei luccicanti occhioni, chiaro?” sbotta lui, alzandosi in piedi in tutta la sua – limitata – ma gloriosa nudità. “Visto quel che si dice di te e Zevran, tieni le mani a posto e non farti cadere saponette, perché non te le raccoglierò.”
“Oghren, scoparmi il tuo culo sarebbe un’opzione successiva al tagliarmi il cazzo e darci fuoco, è chiaro?” replico, rabbioso. Siamo stati catturati in missione, noi due soli, e chiusi in una cella, noi due soli, e siamo nudi, noi due soli. Ho già detto che siamo noi due soli e che siamo nudi? E che questo nano continua a zampettare avanti e indietro, facendo ondeggiare quel suo molliccio coso che fa davvero onore alla legge della L? Pare di dividere la cella con un pitone, e la cosa non mi fa affatto piacere, checché ne dica lui.
Seduto a terra, la schiena appoggiata alle gelide sbarre della prigione, sospiro. La mia vita fa schifo. Così tanto schifo.
Però potrebbe andare peggio.
Potrei essere qui con l’emù.
All’improvviso, Oghren smette di divorare la cella con piccoli passetti rabbiosi e si gira di scatto verso di me.
“Attento, vuoi cavarmi un occhio?”
“Secondo te verranno a salvarci?”
“Ma che cazzo ne so?”
“Secondo te chi verrà?”
“Cazzo ne so?? Spero solo non Morrigan e Sten!”

La cosa mi è stata raccontata in seguito, da Morrigan. A quanto pare è andata più o meno così:
“Sten, dobbiamo convincere quelle guardie a lasciarci passare…”
“Uccidiamole, invece.”
“No, razza di qunari imbecille. Siamo soltanto in due e dobbiamo salvare quei coglioni in galera: non possiamo esporci combattendo. Questa è una missione di copertura!”
“Copertura, eh?”
“Sì, grosso mercenario rincretinito. Copertura. Dobbiamo mantenere un profilo basso e non farci notare, d’accordo? Non fare stupidaggini!”
“Bene. Sentite!” le guardie si girano di scatto, e li guardano male. “Fateci entrare! Dovremmo consegnare delle cose.”
“Cos…?” agonizza Morrigan, seguendo il suo compagno di sventure con espressione fintamente convinta. Le due guardie si scambiano un’occhiata perplessa. “Che genere di cose?” domanda poi una di loro.
“Cose… da consegnare.” silenzio. “Varsden, non funziona!”
“Cos…?” ripete la povera strega, ritrovandosi poi coinvolta in una sanguinosa rissa. “Dovevo portarmi il mabari!!!”
Due guardie morte e parecchio sangue dopo, a quanto pare, la copertura dei due non è ancora saltata. Trovandosi innanzi ad un’ulteriore porta controllata a vista, Morrigan tenta di fermare la diplomazia di Sten. Il quale però ha ormai, chissà perché, sviluppato la ferma convinzione di essere decisamente portato per cose di questo genere.
“Ehi” sbotta, rivolto alla giovane donna posta a presenziare l’ingresso delle prigioni. “Tu sei forse un elemento d’arredo?”
“Avrei dovuto portare il mabari!” sibila per la seconda volta Morrigan, alle sue spalle. La guardia, invece, lo fissa smarrita.
“Prego?” balbetta infine, incerta.
“Voglio dire: quale altra utilità potresti avere, qui immobile, se non come elemento decorativo? Anche se non sei molto bella.”
Il ringhio di Morrigan si fa sempre più pericoloso. “Persino Alistair si sarebbe rivelato utile!”
“Sai… sai che ti dico?” balbetta la giovane guardia. “Hai proprio ragione. Io… Io sto sprecando la mia vita!” E corre via.
“Ma che cazz…? Sten, sei… stato davvero utile, questa volta!”
“Perché? Io ero realmente perplesso dalla sua inutilità. Dov’è andata?”

Insomma, è così che abbiamo salvato Anora. Così che ci hanno salvati. E adesso bisogna tirare le fila, prima dell’incontro dei popoli.
Sapete? Alla Torre dei Maghi, quando ero ancora uno studente e tutto questo casino del cazzo non mi riguardava assolutamente, avevo come compagna di studi d’una mia lontana cugina. Sua madre aveva la fissa di battezzare la propria prole con nomi melodiosi, così aveva chiamato la figliola con un nome composto da tre note musicali: Silado.
Alta, gnocca, bionda, occhi azzurri, tettona e puttana. Silado aveva una precisa azione contenuta nel proprio nome e tendeva a ripeterla con chiunque le capitasse a tiro, dando in gentile concessione le proprie grazie con una generosità che avrei potuto ritenere ammirevole. Non fosse stato per il fatto che era tanto zoccola quanto stronza. Tanta bellezza celava una cattiveria ed una pericolosità incredibili. Tanta sensualità mascherava una propensione al dolore altrui che persino io ritenevo scioccante.
Non appena ho l’occasione di confrontarmi faccia a faccia con Anora, comprendo di avere innanzi una donna della medesima razza: bella e stronza. Capace di rendere impossibile la vita di chiunque le stia accanto. Non la scoperei nemmeno se fosse l'ultima donna sulla faccia della terra. Questa qui ha la faccia di una strega fatta e finita.
E così la proposta mi viene istintiva: “Ehi, piccola stronzetta. Vuoi diventare regina? Che ne diresti di sposare il nostro petauro?”
“COSA???”




Come avrete intuito, Silado è il mio personaggio di Dragon Age II. Chissà, forse un giorno la conoscerete. XD

Non ho tempo di rispondere alle recensioni. ç_ç
Che il Bastone di Pipone sia con voi! *O*

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Capitolo 13
*** 15 ***


L’incontro dei Popoli è terminato; per una volta, siamo tutti soddisfatti di come siano andate le cose. Beh, quasi tutti.
“Mio padre!!! Avete ucciso mio padre!!!”
Oltrepasso la stronzetta bionda e urlante, sperando fortemente che i suoi strilli diano tanto fastidio al nostro qunari da spingerlo a sgozzarla per avere finalmente un po’ di pace.
La politica è così, dolcezza: qualcuno deve uscirne insoddisfatto.
Qualcuno tipo l’otocione.
“COME avete potuto ingarbugliare tanto i fili, sino a questo punto? COME avete potuto fare in modo che io debba sposare quella… quella lì, e diventare re? COME?”
“Alistair” prendo fiato e mi fermo a guardarlo. Voglio che capisca, davvero. Voglio che la comprensione marci decisa in quella cavità che un tempo doveva contenere una qualche sorta di cervello, portando seco un po’ di luce. “Io godo nel torturarti. E’ chiaro? Spero di sì. Se tu patisci, io sto meglio. Se tu piangi, questo mondo mi appare meno spietato. Se tu urli per la disperazione, la mia disgustosa, terribile, insopportabile esistenza mi pare appena più accettabile. Ecco, questa è la verità, mio adorabile petaurus breviceps; hai capito, o deve venire quella puttana di Andraste a spiegartela? Ognuno di noi ha una croce. La mia è riunire il continente e combattere il Flagello. La tua consiste nell’essere la mia inutile, stupida, incompresa valvola di sfogo. Auguri per il matrimonio, in ogni caso, e figli maghi.”
E lo lascio lì. A chiedersi cosa sia un pataurus breviceps.

Siamo giunti alla sera prima della battaglia. Le cose non sembrano andare bene, a dire il vero. Pochi soldati, poche risorse. Non sono affatto sicuro di come andranno le cose. Ovviamente, un dannato custode grigio pensa bene di convocare me e Alistair, e di rovinarmi ulteriormente la vita, come se il suo collega Duncan non fosse già riuscito egregiamente nell’impresa. A quanto pare, chi ammazzerà l’Arcidemone lo seguirà nella tomba. Ah, fantastico.
Le cose potrebbero forse andare peggio?
Apro la porta della mia stanza e vi trovo Morrigan.
Evidentemente, sì.
Sembra nervosa. Inquieta. Timorosa. Spaventata, anche. E indecisa, forse.
Speriamo solo che sia qui soltanto per darmela.
“Ti ha detto la verità?” domanda, senza troppi preamboli. “Sul destino che attende colui che ucciderà l’Arcidemone?”
Faccio spallucce e annuisco. “Ha usato un sacco di paroloni e non sono del tutto convinto che Alistair abbia compreso appieno il discorso. Il mio piano, domani, è stendere di pugni l’Arcidemone e dire al petauro qualcosa del tipo: mio buon amico, in segno di profondo rispetto per la vostra persona, vi lascio l’onore del colpo di grazia a questo infido drago incazzato.”
“E se io… ti fornissi una valida alternativa?” domanda lei, dopo una piccola risata. “Una scappatoia. Una via di fuga.”
Faccio spallucce. “Sai che amo le scappatoie e le vie di fuga.”
“Devi fare sesso con me. In questo modo, quando domani ucciderai l’Arcidemone, non morirai.”
“Hm.”
“Lascia che ti spieghi. Questa è una magia molto antica e potente. Lo spirito dell’Arcidemone verrà attirato dalla corruzione del tuo sangue, e si unirà al figlio che tu mi donerai questa notte.”
“Hm.”
“Certo, non potrai mai vedere il frutto del mio grembo e io sparirò per sempre dalla tua vita, ma… che cosa ne pensi?”
“Hm? Scusami. Non ho capito altro dopo la parola sesso. Era un discorso importante?”
Lei scuote il capo, arrendevole. “Forse dovresti smetterla di usare il tuo cinismo come arma per celare i tuoi veri sentimenti, lo sai?”
“Morrigan, vuoi scopare sì o no?”
Beh, signore e signori. Lo vuole! Nessuno resiste al Bastone di Pipone!
Però, dopo il sesso, faccio una cazzata.
Non so perché. Forse per l’epicità della scopata. O forse perché in effetti il mio cinismo è una maschera e per celare bla bla bla. O forse perché mi va, che cazzo. Scegliete voi l’ipotesi che più vi aggrada. Fatto sta che la faccio.
“Ti amo” sbotto, afferrandole il volto con mani ferme, decise. “E vaffanculo, puoi anche scappare in capo al mondo, ma verrò a cercarti e a riprenderti. Per i capelli, Morrigan.”
Lei ride.
Forse l’ho fatto semplicemente perché mi piace quando ride.

Il giorno successivo, rompo il culo ad un Arcidemone. Non capisco perché tutti la spacciassero come una grande impresa. Muore quasi subito, il coglione.
Il giorno ancora dopo, Alistair sposa una donna che non gli offrirà mai un orifizio dove infilare il suo spadino. Beh, quel petauro non riconoscerebbe l’orifizio in questione nemmeno se ci cascasse dentro per errore, quindi non credo soffrirà troppo della situazione.
Dopo avermi fatto tanto dannare l’anima con la sua totale deficienza, il nuovo Re mi convoca, domandandomi cosa io desiderassi più di ogni altra cosa. Dal momento che sono un eroe ricco e famoso e lo sono diventato perché noi maghi siamo in realtà dei superuomini che meritano tutto il rispetto di questo fottuto mondo, chiedo immediatamente lo scioglimento del Circolo.
Infine, mi decido a partire. Per trovare Morrigan.
Zevran dev’essersi fatto delle idee sbagliate su di me e sulla nostra relazione, perché afferma di volermi seguire, promettendo di starmi alle spalle. Credo sia una minaccia.
Declino l’offerta e parto. Solo.
Se l’ho trovata?
Lo scoprirete dalle parole di mia cugina…


Siamo giunti all’ultimo capitolo delle Cronche del Bastone! ^O^
Grazie a tutti i lettori che sono giunti fino a qui… coloro che lasceranno un saluto mi faranno un piacere. Stiamo per iniziare una nuova avventura… nella quale, per quanto vi appaia impossibile, non mancherà Pipone.
State sintonizzati e preparatevi a… Silado, Maga in Bikini.

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