Second to the right and then straight on till morning.

di CarolinetheGleek
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Terribile notte passando da Hyde Park. ***
Capitolo 2: *** Safe and sound. ***
Capitolo 3: *** Surprise! ***



Capitolo 1
*** Terribile notte passando da Hyde Park. ***


 

 Hello everyone :) Speriamo vi piaccia, siamo in due a scriverlo, Caroline e Jo, infatti la storia sarà dai punti di vista di questi due personaggi, che sono le protagoniste assieme ai ragazzi. Questo capitolo è abbastanza breve, ma è il primo, serve per non rendere troppo pesante la lettura. In certi punti (non in questo capitolo in particolare, ma in generale nella storia) ci saranno scene spinte abbastanza dettagliate, quindi chi si scandalizza facilmente, fa meglio a non leggere. Buona lettura, have fun! 

 

P.S: Cami ed Anne, tranquille che arrivate anche voi <3






-Hey, baby, piantala di muoverti, so che ne hai voglia anche tu.

-Mollami, brutto stronzo!- dico io, cercando di divincolarmi dalla sua stretta, che mi tiene bloccate le braccia.

-Chiedo solo una scopatina, mica la luna!- risponde, cercando di avvicinarsi al mio viso col suo. Prima che possa farlo, gli tiro una ginocchiata vicino alle parti intime, ma sfortunatamente lo manco.Lui indietreggia leggermente, ma poi riesce a riafferrarmi.

Ha una risata malefica in viso, da chi ha qualcun altro nel suo corpo, è sudato e più violento che mai. Non posso credere stia cercando di farmi questo.

Le mie urla disperate sembrano perdersi nell'aria, Hyde Park è deserto e la pioggia scroscia violenta sulla mia pelle.

Lui intanto, con una spinta, mi butta a terra e cerca di abbassarmi i pantaloni. Si sdraia su di me per tenermi ferma, ma scalcio così forte che non ci riesce.

-Oh, piccola, non riesco ad aspettare, devo entrare dentro di te.

-Non mi avrai MAI!

-Vuoi scommettere?- tenta di aprirmi le gambe e in quel momento vedo la mia vita segnata per sempre. Chi può essere tanto spregevole da rovinare l'esistenza a una persona? Non posso permetterglielo.

-AH! BRUTTA PUTTANA!- urla lui. Lo vedo sanguinare dal naso. Senza accorgermene devo avergli tirato un pugno molto forte. Mentre non mi tiene, riesco a rialzarmi e lo spingo a terra. Inizio a correre più velocemente che posso, il terreno è scivoloso e intorno è tutto, totalmente buio, ma devo uscire da qui. Sono più spaesata che mai, ma lui mi insegue e non posso fermarmi. Mentre corre grida "torna da me, troietta, dobbiamo ancora scopare io e te!"

Io continuo a correre e tra questi bui cespugli, ogni volta che credo di vedere una sagoma che vuole aiutarmi, in realtà è solo un lampione o una panchina.

Finalmente supero la cancellata e mi butto in strada. Il marciapiede di Westminster sembra sconosciuto, nonostante lo calpesti ogni giorno da quando ho imparato a camminare.  Il Big Ben segna la mezzanotte con rintocchi violenti e lunghi, questo minuto sembra non finire mai. Le macchine che sfrecciano sotto la pioggia sembrano solo tante piccole luci, ignare di ciò che mi sta capitando. Faccio un passo avanti e come mi muovo, il suono di mille clacson mi attacca minaccioso.

Poi, la dispersione totale, dopo aver sentito la voce lontana di qualcuno che urla "ATTENTA!".

E poi il buio.

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Capitolo 2
*** Safe and sound. ***


Il mio stomaco è sottosopra, la testa mi esplode, non so dove mi trovo e mi fa male tutto. -Va tutto bene, tranquilla, sei al sicuro.- dice una voce calda e vicina. Riesco a malapena ad aprire gli occhi, ma quel poco basta per intravedere una figura. Un ragazzo dai capelli chiari. Non riesco a vedere altro. -Dove sono? C-cosa è successo? Tu chi sei?- balbetto a fatica. Fa freddo e riesco a sentire il rumore della pioggia. -Diciamo, sul marciapiede. A Westminster. -Ma…a Dallas? -No, a Londra! Sono passati poco più di due minuti da quando sei svenuta in mezzo alla strada. -E' colpa sua! -Ora va tutto bene, hai battuto la testa. Come ti senti? -Meglio. Ho un po' freddo, ma sto meglio.- anche se in realtà non è così. Faccio fatica ad aprire gli occhi e tremo come una foglia. Non riesco nemmeno a ragionare completamente.Sembra sia passata un'eternità. -Tieni la mia giacca.- dice lui, sfilandosi la giacca e mettendomela sulle spalle. -Così tu avrai freddo. -Non importa, tu stai male e devi ripararti. Però ora devi dirmi cosa ti è successo, altrimenti non posso aiutarti! A quella domanda, inizio a piangere a dirotto, senza neppure rendermene conto. -No, no, per favore, non fare così. Ora è tutto passato, sei al sicuro con me. Tranquilla, va tutto bene, ci sono io a proteggerti. Mi abbraccia forte, facendomi sentire al sicuro per la prima volta in tutta la notte. -Tranquilla, dimmi che cosa ti è successo, va tutto bene. -Lui era…mi inseguiva e ha cercato di violentarmi…era crudele e continuava a urlare. -Lui chi? -Lui, il mio ex. -Come si chiama? -Perchè? Cosa vuoi fargli? Vuoi portarlo alla polizia? Vuoi prenderlo? -No, ma può essere pericoloso e dobbiamo tenerti al sicuro. -Io lo amo, lo amo ancora. -No, lui è cattivo e deve starti lontano, se non vogliamo che ti succeda qualcosa. Inizio di nuovo a piangere. Non so cosa dico, nella mia mente riesco solo a vedere Jason che cerca con tutta la sua violenza di farmi sua, dopo avermi trattata malissimo. Non pensavo che il ragazzo di cui ero tanto innamorata, o se non innamorata, invaghita e affezionata, sia diventato quella "cosa". -No, io e lui ci amiamo, sono la sua fidanzata io, lui però non mi vuole perché non vado a letto con lui, preferisce Stephanie.- dico, singhiozzando a dismisura. -Vieni, ora devi riposarti, è meglio se vieni con me.- il ragazzo si alza e mi tira su in piedi. -Dove andiamo?- dico, sempre singhiozzando. -A dormire, ne hai bisogno. Mentre mi stringe con le braccia per non farmi cadere a terra, sento una forte pressione su per lo stomaco. Un caldo e schifoso getto di vomito mi esce veloce dalla bocca. Sento il ragazzo dire "Oh, merda". Poi mi prende in braccio e mi porta in un posto sconosciuto, o forse conosciuto, ma l'affollamento di pensieri, il dolore e la paura mi impediscono di capire ciò che mi succede intorno.

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Capitolo 3
*** Surprise! ***


Mi risveglio con dei dolori lancinanti lungo tutto il corpo. Non ricordo niente di ciò che è successo dopo il mio svenimento e per di più non so dove diamine mi trovo. No, aspetta…DOVE DIAMINE MI TROVO? Questo letto? Questa stanza? Oh, Dio santissimo! Mi guardo attorno frastornata, spaventata e con una lieve sensazione di panico dentro di me. Come sono arrivata qui? Come mai ho solo addosso la maglietta? Che Jason mi abbia portato qui dopo…ma no, impossibile che non me ne sia accorta! Oh, cazzo cazzo… Ho la forte tentazione di aprire la porta e andare a cercare di scoprire che cavolo succede, ma non ne ho il coraggio. Forse sono stata ritrovata in mezzo alla strada da un signore di mezza età e mi ha portata qui per la notte, oppure è la casa di una vecchia veggente che cura con pozioni magiche o altri intrugli. Ma l'arredamento sembra quello della casa di un diciottenne alle prime esperienze di indipendenza… Poi sento bussare. -Posso entrare?- dice una voce da dietro la porta. Oh, cristo santissimo incolonnato. Che dico? Che faccio? Mi presento così? -Uhm…avanti! Da dietro la porta esce un ragazzo. Di primo acchito, mi sembra un bel ragazzo, biondo e con un sorriso dolce. Ma poi capisco, Lui non è un ragazzo qualunque. E' il ragazzo che ho voluto mio per chissà quante volte. Non so come reagire, non so cosa dire. Tutto questo è impossibile, totalmente, non può essere reale. Quando mai capita di trovarsi nel letto della casa di Niall Horan, dei One Direction? Soprattutto, quando ti capita di essere soccorsa proprio da lui, con tutte le persone che vivono a Londra? La mia testa gira, continua a girare. Non può essere vero, semplicemente non può! Insomma, ragioniamoci su! Deve essere un sogno. Sì, dopo la botta di ieri, è normale. -Tutto bene?- la sua voce è profonda, ma allegra e rassicurante. Vorrei rispondere a dovere, ma mi esce solo una serie di urletti incontrollati. Lui mi guarda e sorride, forse ha capito come mi sento. Ma andiamo, se tutto questo è un sogno, che senso ha andare avanti? Preferisco svegliarmi e sapere come sono andate davvero le cose, invece che andare fuori di testa per cercare una spiegazione a tutto questo. -Non mi parlare. So che tu sei finto e sei come uno di quelli spiritelli malefici che ti vengono in testa per confonderti le idee.- dico io, alzandomi dal letto e avvolgendomi un lenzuolo indosso. Il suo sorriso cambia in uno sguardo strano, come se non capisse ciò che vado dicendo. -Hai preso una brutta botta, devo dire, ma in ogni caso, rimettiti a letto perché devi riposare, solo così ti riprenderai e… -No, adesso ascoltami. Dimmi se sto sognando, perché se è così devi darmi un pizzicotto di quelli forti, non posso stare qui a perdere tempo.- mi guarda con un sopracciglio alzato e una faccia tra lo scioccato e il preoccupato. -Senti, so che può sembrare strano, ma per un secondo, non pensare al fatto che sono Niall Horan o cose del genere…sono un ragazzo normale e ti ho aiutata ieri notte perché eri…- Prima che possa finire la frase gli tiro uno schiaffone in faccia. -Ahia.- fa lui, massaggiandosi la guancia. Oh, no. In un sogno, non dovrei sentire la mia mano che tocca il suo viso. Non dovrei avvertire il sensi, eppure sembra che il mio tatto funzioni benissimo. Questo non mi piace per nulla… -Sei davvero tu?- chiedo io, guardandolo dispiaciuta. -E' quello che cercavo di dirti. So quanto possa sembrare strano, ma a volte capita. Sono un essere umano, alla fine!- si lascia scappare una risata, così contagiosa da far sorridere anche me. -Ma, se tutto questo è vero…io sono stata soccorsa dal mio idolo e poi…gli ho tirato uno schiaffo in faccia?- chiedo io, sedendomi sul letto, sempre avvolta nell'enorme lenzuolo. -Senza tenere conto del fatto che ieri mi hai vomitato addosso.- dice lui, sedendosi di fianco a me. -Che diavolo ho fatto?- chiedo io, sbigottita. -Si. beh, ti sei sentita male, capita. Certo, direttamente addosso a me non mi era mai capitato, ma c'è sempre una prima volta. Rimango a fissarlo a bocca aperta. In un primo momento, vengo sommersa dall'imbarazzo, ma poi esplodo in una risata. -HAHAHAHAHAHAHA, non posso crederci!- dico io, ridendo fragorosamente. -Al mio posto non avresti riso!- dice lui, prima ridendo poi guardandomi in maniera dolce e premurosa negli occhi. Distolgo lo sguardo dopo poco e dico: -Beh, in ogni caso, sarà meglio che torni a casa. -Ma, sei sicura di essere nelle condizioni? -Scherzi? Tu mi hai portata qui e tu mi riaccompagni!- dico io, guardandolo con aria di sfida. -Oh, va bene. Spero ti possa accontentare di salire sul mio stesso taxi, visto che non ho la macchina.- fa lui, facendo un sorrisetto. -Alla tua età? Oh, dio santo, dove andremo a finire. In ogni caso va benissimo, ma è bene che facciamo in fretta perché…- mi blocco. Lo so il motivo, ma è come se lo avessi realizzato solo ora. -OH CRISTO, MUOVIAMOCI! -Va bene, va bene, ma forse faresti meglio a vestirti con questi, i tuoi abiti sono pieni di vomito…- fa Niall, porgendomi dei pantaloni della tuta sgualciti, larghissimi e troppo corti. Li squadro come se dovessi fargli una radiografia, poi dico: -Preferisco il vomito, piuttosto che uscire con questi. Solo quando salgo sul taxi coi pantaloni tutti vomitati, realizzo che forse non era poi tanto meglio. Niall sta per dire qualcosa, ma lo interrompo. -Non dire nulla, dobbiamo andare. SUBITO!

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