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Bene, dopo una lunga pausa
rieccomi qui, pronta con un'altra storiella scritta di punto in bianco. In
realtà si tratta del seguito di una mia ff, se l'avete letta immagino capirete
subito quale ;P Sia chiaro che non è necessario leggere la prima per capire
questa, ma avreste comunque una visione più completa della vicenda e dei
comportamenti dei personaggi! Buona fortuna con la lettura ;D,
VidelB
***
I primi raggi rossastri dell’alba
si levarono da dietro la barriera dei Monti Paouzu, illuminandone anche le cime
occidentali più basse. Su una di queste si trovavano le uniche due costruzioni
costruite nel raggio di decine di kilometri: un paio di abitazioni, l’una più
piccola dell’altra. La luce inondò entrambi gli edifici e indiscreta filtrò
attraverso le loro finestre.
Un ragazzo dai
capelli color carbone, tutto scompigliato, strinse e aprì leggermente gli occhi,
sospirando. Stava già iniziando una nuova giornata… che avrebbe potuto fare
oggi? Un’oretta di meditazione e una corsa per il bosco non suonavano male…
aveva provato una nostalgia pazzesca di quei posti negli ultimi anni; tante cose
si erano succedute troppo velocemente e non gli avevano dato la possibilità
nemmeno di tornare nella casa del nonno, o di camminare per quei prati, nuotare
nei laghetti e stendersi al sole tranquillo come faceva da bambino. Sì, decise
che era proprio una buona idea. Contento del programma, si levò seduto di scatto
pronto ad alzarsi in piedi. Solo allora avvertì il peso del corpo che aveva
sbatacchiato col suo movimento brusco: delle mani erano intrecciate fermamente
intorno al suo collo. Goku gridò sconvolto da quella sensazione; subito pensò
che qualcuno lo avesse sorpreso mentre dormiva ancora. Doveva assolutamente
liberarsi e capire chi lo tenesse imprigionato in quella morsa, impedendogli
quasi di respirare. Con cautela si voltò da un lato e i suoi occhi si
allargarono gradualmente per la sorpresa: non era un uomo o un mostro; era una
ragazza, cioè Chichi, ed era… Il giovane deglutì e abbassò lo sguardo per dare
un’occhiata anche a sé stesso, quindi acchiappò un lembo delle lenzuola e vi
coprì completamente entrambi, tremando dall’imbarazzo. Si era completamente
dimenticato di quanto successo la sera precedente e i pochi ricordi che stavano
riaffiorando adesso erano confusi, chiari quel tanto da ridurlo in quello stato.
Cosa diavolo avrebbe dovuto fare ora? Oh kami… se solo ci fosse stato qualcuno a
cui chiedere! Perché non l’aveva domandato ai suoi amici durante il matrimonio?
Anche se, a dire la verità, allora credeva che avrebbero semplicemente dormito,
perciò non si era posto troppi problemi. Eppure se ci fosse stata qualche usanza
particolare gliel’avrebbero detto perlomeno, sapevano che lui di queste cose non
si era mai interessato!
Infine, si
convinse che doveva essere una cosa semplice e diede qualche schiaffetto leggero
alle guance della moglie, chiamandola incerto, finché quest’ultima non si
svegliò con un mugolio infastidito.
- Goku…- mormorò con voce
impastata dal sonno.
- Sì, sono io!- esclamò, contento
che avesse ripreso coscienza. Se non altro avrebbero potuto decidere insieme il
da farsi.
- Lasciami dormire ancora un po’,
per favore.- fece Chichi. Il ragazzo allora fu preso dal panico: non poteva
lasciarlo così, in quell’indecisione, doveva dirgli cosa fare!
- No ti prego svegliati.-
insistette scostandola da sé, tentando nel frattempo di liberarsi dall’abbraccio
a piovra. La giovane contrariata da quelle azioni si destò quasi del tutto e
mise il broncio, mentre lui la posava supina sul materasso.
- Ah, sei sveglia!- disse
soddisfatto Goku quando, nel ritirarsi, incontrò il suo sguardo irritato.
- Bene, sei contento ora?-
borbottò l’altra a braccia incrociate di rimando- Dopo quello che è successo
ieri notte non ho neanche il diritto di dormire? O forse…- sfumò la voce
mettendosi a riflettere mentre fissava l’interessato sopra di lei e un rossore
le inondava il viso- Per caso vorresti… di nuovo… stamattina?- balbettò
stringendosi le mani sul cuore.
Il ragazzo divenne paonazzo a
tali parole mentre lo coglieva un flashback e si spostò fulmineo ritornando
nella propria metà del letto, limitandosi quindi a sbirciare il suo profilo
dolce con timore.
- Chichi, no. Mi dispiace per
ieri, ti ho fatto male, non me lo perdonerò mai. Il nonno mi aveva sempre detto
di trattare con gentilezza la donne e invece a te ho fatto solo del male, sia al
torneo che ieri.
- Ma cosa dici?- si rigirò
scioccata verso di lui- Ieri mi hai resa felicissima, non hai fatto nulla di
negativo!
Il giovane si morse un labbro
innervosito; che se ne fosse già scordata? In ogni caso inutile mentire.
- E’ stata una cosa bella per me,
anzi, credevo per entrambi… per te no?- proseguì lei mentre iniziava a prenderla
lo sconforto.
- Sei davvero sicura? Quando hai
urlato ho avuto paura ti avessi colpita o ferita in qualche modo ma poi non mi
sembrava e così ho lasciato perdere.- spiegò abbattuto stringendo i pugni.
Il viso di Chichi si distese
finalmente in un sorriso mentre la ragazza si riavvicinava al suo interlocutore.
Goku rialzò lo sguardo nel sentirsi accarezzato con tenerezza.
- Sono sincera, sto bene.
Smettila di preoccuparti, dopotutto sono una combattente anch’io no?
- Sì, certo però…- rispose
inquieto.
- E ti amo tanto tanto, hai
capito? Non m’importa nient’altro.
- Tanto… tanto? In ogni caso?-
ripeté incredulo.
- Sì.- annuì lei senza
distogliere lo sguardo intenso- E sempre te ne vorrò, siamo intesi.
Il giovane toccò una ciocca dei
lunghi capelli corvini della compagna e ne seguì con un dito il disegno sul
cuscino, fino ad arrivare dietro un suo orecchio e accarezzare quel lato del
volto come era stato fatto a lui. La pelle bianca e liscia sembrava fatta
apposta per essere toccata e Chichi sembrava felice del suo gesto per cui
continuò per un po’ in silenzio, prima di abbracciarla piano e stringerla contro
di sé, sorprendendosi nuovamente della sua morbidezza; finché un’idea prese il
sopravvento e le posò un lento bacio sulle labbra, mentre la cullava. Quando
ripresero fiato Goku ridacchiò di fronte alla meraviglia evidente della moglie,
ma avvertì improvvisamente una sensazione particolare e si fece serio… un
presentimento strano, una presenza, un nemico? Non riusciva a discernere ciò che
stava provando… abbassò le palpebre e cercò di concentrarsi su quel pensiero,
lasciando libero il corpo di seguire l’istinto... le rialzò nel momento in cui
il palmo di una sua mano si poggiò contro qualcosa di molto caldo.
- Che fai?- domandò confusa
Chichi sentendosi toccare l’addome.
- E come… come se ci fosse
qualcuno nascosto qui, proprio in questo punto.- cercò di spiegare il giovane
con aria altrettanto stupita.
- C-cosa vorresti dire?
- Non mi sbaglio. Sento la
presenza di qualcuno, qui, anche se molto debole.
- Dici… stai scherzando
vero?!
- No, sul serio! Ma è
impossibile! Non posso credere che ci sia qualcuno nascosto dentro di te, è
semplicemente assurdo. Mi starò sbagliando… anche se sembrerebbe tanto chiaro,
non ci capisco nulla!- esclamò guardandola e facendosi un attimo sospettoso- Non
è che sei qualcuno trasformato in Chichi per ingannarmi?
La ragazza, incredula e furiosa
per l’accusa fattagli, lo colpì con un violento pugno in testa:
- Ma sei scemo totalmente?! Va a
finire che hai passato la tua notte di nozze con un trasformista!- gridò
sconvolta.
- No… mi sa che sei tu davvero.-
ammise massaggiandosi il capo dolorante- Però continuo a non capire.
- Se sei proprio tanto sicuro una
spiegazione plausibile potrebbe esserci.- mormorò lei tremando un po’- Ma non
posso credere che sia già successo.
- Cioè? Cos’è successo? Dimmelo!-
la incitò interessato.
- Potrei essere rimasta incinta
no?- farfugliò impacciata, incespicando sulla penultima parola.
- Eh?- fece Goku sollevando le
sopracciglia e piegando la testa su un lato.
Lei annuì: - Sarà… così, non c’è
altra soluzione.
- Non c’ho capito niente. Sei
rimasta dentro una cinta? Che significa??- domandò sempre più preoccupato e
confuso.
- … Non scherzare, non fai
ridere!
- Mica sto facendo una battuta…-
rispose offeso, corrucciandosi. Chichi per poco non svenne, probabilmente
l’agitazione era troppa affinché accadesse.
- Spero tu non mi abbia preso in
giro fin dall’inizio con questa storia delle presenze!-esclamò invece.
- Ti sto dicendo la verità, non
capisco perché ti stia arrabbiando tanto.
Furiosa per il suo modo di fare
in un momento così critico, la ragazza si alzò dal letto, indossò la camicia da
notte e corse in bagno sbattendo rumorosamente la porta. Goku, rimasto di
stucco, andò subito a bussare ma lei non rispose. L’interessata infatti era
intenta a specchiarsi, passandosi una mano sul ventre, come a volervi captare
qualcosa, ma non vedeva né sentiva niente di insolito. ‘Si sarà sbagliato… non
credo che… e poi dovrei sentirmi subito strana in quel caso?’ si tormentava.
Dopo un altro paio di minuti scrollò le spalle e si avvicinò alla porta, ma in
quel preciso istante fu presa da un forte dolore che la fece bloccare e
stringere i denti.
- Goku!- gridò agitata.
- Che succede?- rispose lui
avvertendo una nota di dolore nella sua voce- E’chiuso!
- G-Goku!!- urlò di nuovo
disperata quando il dolore aumentò, inginocchiandosi sul pavimento.
Il giovane senza pensarci troppo
diede una spallata alla porta e questa si scardinò in parte, spalancandosi e
mostrandogli la figura accucciata di sua moglie. Si fiondò a raccoglierla e la
riportò sul letto. Chichi aveva le lacrime agli occhi e gli si stringeva
spasmodicamente contro, gemendo il meno possibile, finché il crampo si attenuò
fino a sparire, lasciandola semplicemente tremante fra le sue braccia.
- Tesoro…- la chiamò Goku senza
rendersene conto, sentendosi stringere il cuore.
- Ha fatto… fatto molto male.-
sussurrò lei- Ma forse questo… significa che è vero, e allora sarei felice.
- Perché saresti felice?- domandò
leggermente stupito.
- Te l’ho detto. Comunque sognavo
di avere presto un bambino; è stato sempre uno dei miei sogni e forse questo è
un buon segno.
- Bambino? Cosa c’entra?- indagò
stordito.
- Dai, non fare lo scemo. Se sarà
così voglio solo dirti grazie, amore mio.- sorrise al settimo cielo ricoprendolo
di baci. Goku davanti a tanto affetto spontaneo la lasciò fare, lasciando cadere
la questione. Dopotutto, l’importante era che si sentisse felice quanto lui.
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