Autumn Love (like a leafs fall)

di My Pride
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #06. Equilibrio ~ What a wonderful world ***
Capitolo 2: *** #05. Offerta di pace ~ Strawberry sweet ***
Capitolo 3: *** #03. Sonno ~ Cheat. You can call it «Nami» ***
Capitolo 4: *** #01. Cambiamenti ~ Our first date ***
Capitolo 5: *** #04. Stella cadente ~ Shining stars ***



Capitolo 1
*** #06. Equilibrio ~ What a wonderful world ***


What a wonderful world

Titolo: What a wonderful world
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 825 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Sanji Black-Leg, Roronoa Zoro
Rating: Giallo
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff
Avvertimenti: Shounen ai, Assurdità sparse, What if?
Piscina dei prompt: One Piece, Zoro/Sanji, "Non mettere più mano ai fornelli, Zoro. Di casinista ci basta già Rufy"
Humanity Strip: #07. Maglietta
Tabella/Prompt: Oggetti › 10. Cavallo a dondolo
Contest&Challenge Mania, Tabella/Prompt: Autunno › Equilibrio


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.



    Sanji si era appena svegliato e già non capiva più niente.
    La sera addietro aveva alzato un po' il gomito, ma non si era preoccupato più di tanto, giacché erano anni che beveva in compagnia dei suoi compagni e, oltre ad un lieve mal di testa dopo esserci andato troppo pesante, non si era sentito mai veramente male. Il sake che aveva bevuto, però, non giustificava il fatto di trovarsi in una stanza che non aveva mai visto con le pareti color avorio e le lenzuola di velluto azzurro a coprire il suo corpo nudo e il materasso. C'era decisamente qualcosa di sbagliato in quella situazione, e non si riferiva soltanto alla strana camera in cui si era ritrovato. Se lui era a letto, allora chi era l'artefice del bel profumino invitante che aveva cominciato a stuzzicare le sue narici?
    Aggrottando la fronte, Sanji diede una rapida occhiata intorno e recuperò dai piedi del materasso una vestaglia nera e, mentre si avviava in direzione di quell'odore, quasi gli venne da chiedersi se non fosse stata fatta su misura proprio per lui, dato che gli andava alla perfezione. Ogni sua domanda, però, morì nella parte più bassa del suo cervello non appena giunse in cucina e vide pancake, frittelle e quelli che avevano tutta l'aria di essere due piatti colmi di uova e bacon. Ma cosa...?
    «Alla buon'ora», sentì ridacchiare, accorgendosi solo in un secondo momento della presenza di qualcun altro. E non poté fare a meno di sbattere le palpebre nel rendersi conto che quell'uomo con quel discutibile grembiule con dei cavalli a dondolo stampati sopra era Zoro. «Ho preparato la colazione», soggiunse proprio quest'ultimo, e a quel dire Sanji non poté fare a meno di accigliarsi maggiormente.
    «Hai preparato che cosa?» gli venne spontaneo chiedere, rimediandoci una rapida occhiata da Zoro.
    «La colazione», ripeté, stranamente paziente per essere il marimo che conosceva.
    «N-Nay, aspetta... da quand'è che prepari la colazione, tu?»
    «Lo faccio ogni mattina da più di tre anni, idiota», sembrò quasi volergli precisare, sollevando un sopracciglio con fare scettico. Eppure quello che stava cominciando a non capirci più niente era proprio lui.
    «Marimo... tu non prepari mai la colazione», sussurrò quasi, come se stesse cercando di fare in qualche modo il punto della situazione. O forse di convincere se stesso che quella conversazione stava diventando più assurda di quel che aveva immaginato al principio. «Sono io il cuoco, qui. Sono io quello che sta sempre a preparare qualcosa da mangiare, non tu».
    «Che diavolo dici?» chiese Zoro, e l'espressione sul suo viso lasciò perfettamente intendere che non capiva davvero che cosa stesse blaterando. C'era decisamente qualcosa di sbagliato, lì, e non si riferiva soltanto al modo bizzarro in cui lo spadaccino lo fissava o allo stupido grembiule che, se fosse stato sano di mente, non avrebbe mai indossato. Che cazzo stava succedendo? «Da quando ti conosco non ti ho mai visto preparare nemmeno un panino, e adesso vuoi farmi credere che sei un cuoco?» soggiunse poi, riscuotendolo dai propri pensieri. Stava forse scherzando? «Hai di nuovo bevuto, Sanji?»
   
«Io non...» cominciò, ma si fermò non appena ricordò di aver bevuto la sera addietro e che quello scemo d'un marimo l'aveva addirittura chiamato per nome. Lui non lo faceva mai, dannazione. Che cosa stava succedendo? Avrebbe volentieri chiesto spiegazioni al diretto interessato se alle sue narici non fosse giunto qualche attimo dopo l'odore di qualcosa che bruciava e alle sue orecchie un'imprecazione sommessa, e sussultò non appena il tonfo metallico di un paio di pentole che cadevano si abbatté contro il pavimento, svegliandolo.
    Con gli occhi spalancati, Sanji si gettò qualche occhiata intorno e si rese conto di trovarsi nella cucina della Sunny e di essersi addormentato proprio lì, seduto su una sedia e con le braccia ancora incrociate sul tavolo. E fu proprio vicino al piano cottura che vide Zoro, intento a raccattare le pentole che lui stesso aveva fatto cadere dopo aver spento il fuoco, per quanto si fosse sporcato la maglietta
. «Marimo?» lo chiamò immediatamente, e stavolta fu il turno dello spadaccino di sussultare, tanto che si voltò verso di lui con fare accigliato.
    «Ohi», rimbeccò lui a mo' di saluto. «Mi era venuta fame».
    Ah, beh... quello lo vedeva anche da sé, ed era stata una fortuna se non aveva sprecato cibo. Altrimenti l'avrebbe fatto a pezzi e cucinato per cena.
«La prossima volta svegliami», bofonchiò, sollevandosi in piedi per sgranchirsi prima di avvicinarsi a lui. «E non mettere più mano ai fornelli, Zoro. Di casinista ci basta già Rufy», soggiunse, storcendo il naso nel vedere il disastro che aveva combinato quello scemo del suo compagno. Lui era uno spadaccino, non un cuoco, e avrebbe dunque dovuto fare ciò che gli riusciva meglio senza fare disastri.
    Qualche attimo dopo, però, Sanji sospirò ilare, scuotendo brevemente il capo. Per quanto l'idea che quello scemo d'un marimo si dimostasse tanto carino da preparargli la colazione ogni mattina lo allettasse, doveva ammettere di preferire decisamente la realtà. Era tutta una questione d'equilibrio, in fin dei conti.







_Note inconcludenti dell'autrice
Ho questa raccolta pronta da una vita, eppure non l'avevo ancora postata
Come le precedenti,
è stata scritta per la «Fluff Fest» indetta dal forum Contest&Challenge Mania, e sarà anch'essa composta da sei capitoli che ruoteranno intorno ad argomenti che ricordino in qualche modo l'autunno
Si alterneranno momenti fluff con momenti un po' assurdi, e diciamo che questo primo capitolo ne è in qualche modo la prova... insomma, ad un certo punto si può considerare in qualche modo fluff, no? x)
Provvederò il prima possibile anche ad aggiornare 
Like Davy Jones' Locker (where the men find the eternal sleep) con il sesto capitolo, visto che avrei dovuto postarlo prima ancora di partire per il Romics e invece non l'ho fatto
Commenti e critiche sono ben accetti, ovviamente.
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Capitolo 2
*** #05. Offerta di pace ~ Strawberry sweet ***


Strawberry sweet

Titolo: Strawberry sweet
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 644 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Sanji Black-Leg, Roronoa Zoro
Rating: Giallo
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff
Avvertimenti: Shounen ai, Assurdità sparse, What if?
Humanity Strip: #01. Calze/Calzini
Tabella/Prompt: Cibo › 13. Fragole
Contest&Challenge Mania, Tabella/Prompt: Autunno › Offerta di pace


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.



    Quella era un'idiozia bella e buona e niente, nemmeno quello stupido cuoco e le sue altrettanto stupide moine che gi aveva stranamente riservato quel giorno, gli avrebbe fatto cambiare idea in qualche modo.
    Come se nulla fosse, quello scemo d'un damerino gli aveva proposto una cena per due in cambusa - perché usare la cucina avrebbe probabilmente implicato di esser visti, probabilmente, dunque lo spadaccino non si era nemmeno posto il problema di fare domande - con tanto di torta di fragole e panna per dessert, e lui, ovviamente, gli aveva fatto gentilmente notare che lui e i dolci non andavano per niente d'accordo; Sanji non aveva però voluto sentir ragioni e l'aveva praticamente obbligato a seguirlo, e da un certo punto di vista, adesso, Zoro non si pentiva per niente della sua scelta. Però... per quanto fosse rimasto praticamente a bocca aperta - non era una scena che si vedeva tutti i giorni, quella, dunque la sorpresa era stata maggiore -, non era riuscito ad evitare di sollevare un sopracciglio, facendo vagare lo sguardo sulla figura del compagno.
    Okay, da un certo punto di vista quella situazione era... piacevole, se voleva usare un aggettivo meno volgare. Perché, dannazione, vedere quello stupido cuoco praticamente nudo - calzini a parte, e non voleva neanche saperne il motivo, dato che era concentrato su ben altro - con solo una torta a coprirgli le parti intime risvegliava in lui istinti primordali che, in altri momenti, probabilmente non avrebbe nemmeno saputo di possedere. Lo faceva apposta o cosa, quel sopracciglio a ricciolo? Poi si domandava perché diavolo gli saltasse addosso senza complimenti, accidenti a lui. «E questo che diavolo significa, cuoco?» gli venne dunque spontaneo chiedere nel dar vita a quei pensieri, ma il sorriso del cuoco lo confuse ancor di più. Che cosa accidenti aveva in mente?
    «Considerala... un'offerta di pace, marimo», replicò Sanji, schioccando la lingua sul palato in un gesto così erotico che Zoro non poté fare a meno di rabbrividire, e di certo il venticello gelido che filtrava lì in cambusa c'entrava ben poco. E lo spadaccino sentì i pantaloni divenire più stretti nel momento stesso in cui il cuoco, con una nonchalance che avrebbe fatto invidia a chiunque, allungò una mano verso una fragola e la intinse nella panna che farciva la torta, portandosela poi alle labbra per leccarne la punta. Oh, dannazione... «Libero di accettarla o meno», soggiunse nel far scivolare verso il basso il piatto contenente il dolce, e poco ci mancò che Zoro avesse un orgasmo immediato proprio come un dannato moccioso alla sua prima volta.
    Lo spadaccino cercò comunque di riprendere il controllo delle proprie facoltà mentali, avvicinandosi di soppiatto alla branda che il cuoco aveva diligentemente preparato prima di metter su quel numero. «O-Ohi...» cominciò poi incerto, sistemandosi sopra di lui per osservarlo dall'alto in basso da quella posizione. «Non avevi detto che non se ne sarebbe fatto più nulla?»
    «Se non avessi avuto voglia di fare sesso, marimo, non mi avresti visto conciato così nemmeno nei tuoi sogni più perversi», replicò sarcastico Sanji, avvolgendo le braccia intorno al suo collo prima di sporgersi verso il suo viso, sorridendo maggiormente. «Piuttosto... che ne diresti di assaggiare una fragola e un po' di panna?»
    Zoro deglutì, guardando lui e poi quella torta. Non poteva dire di non essere tentato di finirla tutta e arrivare al tesoro che c'era sotto, però... «Lo sai che non mi piacciono le cose dolci, cuoco», rimbrottò, ma non fece in tempo ad aggiungere altro che una di quelle fragole gli sfiorò le labbra, lasciandolo un momento spaesato.
    «Assaggia tutto e potrai fare il bis... e non mi riferisco ad un'altra torta», replicò allusivo, e Zoro si lasciò convincere del tutto quando fu il cuoco stesso a cominciare a spogliarlo, senza nemmeno dargli il tempo di capire con esattezza la situazione.
    Beh... forse per una volta poteva anche assaggiarle, quelle dannate fragole
.






_Note inconcludenti dell'autrice
Allora! Partiamo dalle note principali. Questa flash prende velatamente spunto da una role fatta con la nipotola Red Robin - metto anche il nick, così non dice che la cito unicamente con il suo soprannome XD anche se, e non smetterò mai di dirlo, nipotola è più affettuoso u_u - un po' di tempo fa, anche se la situazione era... ehm... un tantinello molto più piccante, sensuale e decisamente a rating rosso, già
Però, come ho già affermato nelle precedenti raccolte di questa serie, non ho intenzione di far diventare questa raccolta a rating rosso, quindi le storie si fermeranno massimo all'arancione, anche se praticamente non vanno oltre al giallo, essendo per lo più delle flash fiction con vago sfondo fluff

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Capitolo 3
*** #03. Sonno ~ Cheat. You can call it «Nami» ***


Cheat. You can call it «Nami»
 
Titolo: Cheat. You can call it «Nami»
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 858 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Sanji Black-Leg, Roronoa Zoro, Nami
Rating: Giallo
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff
Avvertimenti: Shounen ai, Assurdità sparse, What if?
Humanity Strip: #06. Intimo
Maratona in piscina: One Piece, Nami & Sanji & Zoro, barare
Tabella/Prompt: Cibo › 14. Onigiri
Contest&Challenge Mania, Tabella/Prompt: Autunno › Sonno


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.



    Aveva messo in conto sin dal principio che quella si sarebbe rivelata una pessima idea, eppure, punto in particolar modo nell'orgoglio, non era proprio riuscito a tirarsi indietro. Aveva dunque assecondato l'idea di Nami e, senza fare una piega, aveva accettato la sua sfida, ritrovandosi poi a dover fare i conti anche con quello scemo d'un cuoco, che aveva cominciato a lagnarsi sul fatto che non fosse giusto che lui fosse esonerato da una cosa a cui partecipava persino la sua dolce musa. Si erano quindi accomodati tutti e tre sul pavimento della cucina, e, senza nemmeno accorgersene, se n'erano andate ben più di due ore. Adesso, però, ne aveva veramente abbastanza.
    «Merda!» sbottò difatti, lanciando le carte a terra con un'esclamazione frustrata. Nami, seduta sul pavimento proprio davanti a lui, sorrideva soddisfatta, mostrandogli un full d'assi che avrebbe fatto invidia anche al più esperto giocatore di poker di tutti i tempi. Lì c'era decisamente qualcosa che non andava, ne era certo. «Come cazzo fai a vincere ogni dannata volta, razza di strega?» rimbeccò, e non fece in tempo ad aggiungere altro che un calcio ben assestato lo colpì dietro alla nuca.
    «Ti ho detto mille volte di non insultare Nami-san, marimo imbecille!» sibilò Sanji, inviperito. Poi, come se nulla fosse, si voltò civettuolo proprio verso di lei, e poco ci sarebbe mancato che dalla sua sigaretta uscisse del fumo a forma di cuoricini. «Sei bravissima, Nami-san ~♥! Una giocatrice provetta ~♥»
    «Adularmi non ti cancellerà il debito, Sanji-kun», parve quasi freddarlo con voce divertita, e il luccichio nei suoi occhi non parve per nulla rassicurante. «Mi devi ottomila berry», gli ricordò, facendolo cadere in depressione. Rivolse poi la sua attenzione a Zoro, sorridendo, se possibile, ancora di più. «E tu me ne devi addirittura dodicimila, Zoro. Hai qualche altro soldo per puntare?»
    «Mi hai spellato, non ho più niente».
    «Levati i pantaloni, allora».
    Zoro per poco non si strozzò con la sua stessa saliva. «C-Che cosa?!»
    «Ho detto levati i pantaloni», ripeté lei, paziente. «Sei già senza maglietta, quindi levati i pantaloni. E alla svelta, non abbiamo tutta la notte», soggiunse distratta, ignorando qualche istante dopo il borbottio sommesso che il Vice Capitano, alzandosi in piedi, si lasciò sfuggire mentre si levava i pantaloni; li lanciò poi nel bel mezzo del gruzzolo che la navigatrice aveva accumulato, aggrottando la fronte nel restare solo in intimo davanti a lei.
    «Vuoi che mi levi pure le mutande, strega?» bofonchiò, rimediandoci un altro calcio allo stinco da Sanji.
    «Non insultarla e non fare proposte così volgari, marimo in calore!»
    La lite che sarebbe potuta sorgere venne sedata immediatamente da Nami, che prpose di riprendere il gioco con calma assoluta. Peccato, però, che vinse per l'ennesima volta, e fu solo per grazia divina che decise di porre fine lei stessa a quella partita a carte, anche perché l'idea di vedere lo spadaccino completamente nudo non sembrava allettarla particolarmente. Certo, Zoro era un bel ragazzo... ma non ci teneva ad avere le sue mutande.
    Sanji si alzò in piedi subito dopo di lei, guardando Zoro di sottecchi. «A quanto pare sei messo peggio di me, marimo», ridacchiò, guadagnandoci un'occhiataccia.
    «Se hai tanta voglia di rompere le palle, cuoco, perché non mi prepari qualche onigiri?»
    «Nemmeno per sogno», rimbrottò, sorridendo alla navigatrice, «però, ovviamente, se Nami-san ne vuole qualcuno...»
    «Grazie del pensiero, Sanji-kun, ma non ne ho voglia».
    «Allora non se ne fa nulla».
    «Che diavolo sono questi favoritismi, imbecille d'un cuoco?!»
    «Lei è una bella donna, tu uno scorfano dai capelli verdi», replicò tranquillissimo, venendo immediatamente afferrato per il colletto della camicia dallo spadaccino. E avrebbero anche cominciato a fare a botte come al solito se solo la navigatrice, lasciandosi sfuggire uno sbadiglio, non avesse richiamato in parte la loro attenzione.
    «Ho sonno, credo proprio che me ne andrò a dormire», la buttò lì, e Sanji, dopo aver allontanato da sé Zoro con un calcio, le soffiò contro un bacio.
    «Buonanotte, Nami-san ~♥!» cinguettò tutto allegro, provando ad abbracciarla; Nami, però, si scansò con nonchalance inaudita, e, dopo aver augurato a sua volta buonanotte ad entrambi, si diresse verso la soglia della cucina, stiracchiandosi. Fu proprio nel farlo, però, che Zoro vide qualcosa cadere dalle maniche della sua maglietta, e sgranò gli occhi nel rendersi conto di cosa si trattasse.
    «Ohi, hai barato per tutto il tempo!» esclamò, e Nami, dapprima accigliata, abbassò a sua volta lo sguardo sul legno, ridacchiando nervosamente nel vedere gli assi di cuori e di picche che facevano bella mostra di sé sul pavimento della cucina. Gettò poi uno sguardo veloce ad entrambi, e, con una mano poggiata sullo stipite della porta, allargò spropositatamente il sorriso, facendo loro una linguaccia.
    «Non è mica colpa mia se vi siete fatti fregare così facilmente, no?» se la sbrogliò, salutandoli con un rapido gesto della mano prima di chiudersi la porta alle spalle, lasciando basiti entrambi. Almeno fino a quando, con una mezza risata, Sanji abbassò lo sguardo su di lui, sorridendo a sua volta.
    «Visto che sei già in mutande, marimo... che ne dici di sfruttare la cosa?» asserì tranquillamente, e Zoro, alla vista del luccichio sinistro nell'occhio azzurro del cuoco, sentì un brivido corrergli lungo la schiena.
    Nay, decisamente era stata una pessima idea, quella di giocare a poker con Nami
.






_Note inconcludenti dell'autrice
In verità mi sono appena svegliata, sto mezza dormendo e mi fa male la testa a causa della febbre, quindi non sono certa che queste note finali abbiano una qualche utilità o siano in qualche modo capibili... però dov'è la novità, in fin dei conti? Queste note sono sempre inconcludenti *rotola via ridacchiando come una scema*
Comunque sia, questa storia era stata scritta per la Maratona in piscina della community
[info]piscinadiprompt, ed è a sua volta inconcludente come queste stupide note
Però il prompt ispirava e mi ha fatta venire un'idea del genere, anche perché io ce la vedo benissimo Nami che bara per guadagnare un po' di soldi, anche a discapito dei suoi poveri nakama XD
chi ci va sempre male, però, è sempre Zoro... come se non avesse abbastanza debiti con lei, bah
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Capitolo 4
*** #01. Cambiamenti ~ Our first date ***


Our first date

Titolo: Our first date
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 809 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Sanji Black-Leg, Roronoa Zoro
Rating: Giallo
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff
Avvertimenti: Shounen ai, Assurdità sparse, What if?
Humanity Strip: #10. Scarpe
Tabella/Prompt: Cibo › 06. Polpette
Contest&Challenge Mania, Tabella/Prompt: Autunno › Cambiamenti


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.



    Il cambiamento nella loro relazione non era stato così radicale. Prima c'era stata la totale indifferenza, poi gli scambi di battute taglienti; in seguito erano venuti gli insulti pesanti e le sfide, entrambe per celare il rispetto che, bene o male, provavano l'uno per l'altro; senza che nessuno dei due se ne rendesse conto, qualche tempo dopo, erano cominciati gli sguardi gettati di nascosto, quegli sguardi ricchi di un sentimento al quale non avrebbero saputo dare un nome. Quando era arrivato anche il primo bacio, scappato quando entrambi avevano alzato un po' troppo il gomito, avevano realmente capito che cosa significasse tutto quel punzecchiarsi e il cercare di attirare l'attenzione dell'altro: si erano innamorati. Loro due, che sin dal primo momento in cui si erano guardati in faccia avevano provato subito un certo tipo d'antipatia, si erano innamorati.
    Era quasi ironico, a ben pensarci. Però, e bisognava ammetterlo, a loro stava bene anche così. O almeno era ciò a cui stava pensando Sanji in quel momento, seduto al bancone di una locanda accanto a Zoro. Erano scesi in città per fare rifornimento e, per quanto avesse storto il naso al pensiero di entrare in quella sudicia bettola, alla fine aveva vinto il brontolio del suo stomaco e aveva seguito lo spadaccino, accomodandosi sullo sgabello e ordinando qualcosa al volo. Il cibo si era rivelato meno peggiore di quel che si era aspettato - mancava il sale e anche un po' d'aroma, certo, però era mangiabile, almeno -, e anche la compagnia di Zoro non era stata male, visto che non aveva fatto l'idiota come suo solito.
    «Queste polpette non hanno nemmeno un po' di sapore», asserì d'in tratto il Vice Capitano, osservando la polpetta di carne che aveva infilzato con la forchetta. Non sembrava convinto nemmeno della sua forma, dato il sopracciglio sollevato.
    A quella costatazione, però, Sanji si lasciò scappare uno sbuffo ilare. «E da quando te ne intendi di cibo, tu?» gli domandò ironico. «Pensavo che ingurgitassi soltanto qualsiasi cosa ti mettessero davanti».
    «Ohi, per cosa diavolo mi hai preso? Per una pattumiera?» borbottò di rimando Zoro, allungando una mano per afferrare la bottiglia di sake; dopo essersi portato la polpetta alla bocca, poi, avvicinò alle labbra anche la bottiglia, scolandosi un bel sorso di liquore per accompagnare il cibo, il tutto sotto lo sguardo alquanto divertito del cuoco. Nessuno spreco di cibo, in sua compagnia. Questo l'aveva imparato fin troppo bene.
    Stavano per apprestarsi a pagare e ad andarsene quando Zoro si sentì picchiettare una spalla, e nel sollevare un po' lo sguardo si vide davanti un tipo grande e grosso tutto muscoli, la cui fronte aggrottata non prometteva nulla di buono. «Roronoa Zoro?» domandò, e lo spadaccino sollevò un sopracciglio.
    «E tu sei?» gli venne spontaneo chiedere in tono ironico, e, prima ancora che potesse anche solo fare qualcosa, una mano dell'uomo si chiuse a pugno intorno alla sua maglietta bianca, lasciando ben intendere che quel tizio cercava rogne.
    Bastò una frazione di secondo a scatenare una rissa, alla quale si unirono la maggior parte dei tipi presenti in quel locale; uno di loro provò a colpire con un pungo Sanji, che, con un sospiro scocciato, si limitò semplicemente a sollevare una gamba e a colpirlo alla caviglia, facendolo capitolare sul pavimento. «Le loro testacce dure mi rovineranno le scarpe, ne sono certo», sembrò lagnarsi falsamente qualche attimo dopo, ricevendo un'occhiata scettica dal compagno.
    «Vorrà dire che te ne comprerò un paio nuovo».
    «Ah, ma davvero? E con quali soldi, marimo?»
    «Och, sta' zitto». Senza nemmeno sfoderare la sua Ichimonji, Zoro utilizzò unicamente il fodero di essa per colpire al fianco il proprio avversario, premurandosi di mettere in quel colpo tutta la forza che possedeva; l'uomo si accasciò a terra con il fiato mozzato, e Zoro se ne approfittò per gettare una rapida occhiata a Sanji, «Piuttosto consideralo come un primo appuntamento, cuoco», ironizzò, facendolo scoppiare a ridere.
    «Pranzo, liquore e rissa finale... non potevo chiedere di meglio», rimbeccò divertito, avendo il tempo di portarsi una mano in tasca per afferrare una sigaretta prima di sollevare una gamba e assestare un calcio ben piazzato all'uomo che si era gettato contro di lui.
    Lo scontro durò relativamente poco, essendo stati per lo più dei pesci piccoli. Sanji era stato sicuro che fossero passati appena cinque minuti da quando avevano cominciato, però, e bisognava ammetterlo, in un certo senso si era divertito. Non si sarebbe potuto aspettare un vero e proprio appuntamento con quello scemo di Zoro, ma, essendo pirati e uomini, a lui era andata bene anche così. «Manca solo una cosa, per essere un appuntamento che si rispetti». O quasi.
    Zoro, che si era appena sistemato alla cintola la sua katana, gli gettò un'occhiata scettica. «E cosa?» chiese, ma furono le labbra del cuoco poggiate sulle sue a rispondere a quella domanda, lasciandolo letteralmente spiazzato.
    Beh, doveva ammetterlo: quello di baciarlo in pubblico era stato un gran bel cambiamento
.






_Note inconcludenti dell'autrice
Io tra questi due non riuscirò mai a vedere un appuntamento normale, è inutile
Insomma, siamo pur sempre parlando di Sanji e Zoro, e di sicuro loro non sono quel tipo di coppia stucchevole che si regala fiori e cioccolatini o si sussurra frasi romantiche, no? Quindi, boh, penso che se mai avessero un appuntamento, esso si svolgerebbe più o meno in questo modo: pranzo, rissa e bacio finale u_u
Okay, okay, sono fuori di testa e ne sono maledettamente consapevole - anche colpa della febbre, mi sono appena svegliata e non capisco un accidenti di niente -, ma meglio una cosa del genere che quegli appuntamenti troppo stomachevoli dove non riuscirei a distinguere né l'uno né l'altro ò_ò
E dopo queste note ultra-inconcludenti in cui esprimo una mia opinione che può anche non interessare a nessuno, vi lascio e vi ricordo che c
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Capitolo 5
*** #04. Stella cadente ~ Shining stars ***


Shining stars

Titolo: Shining stars
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 643 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Sanji Black-Leg, Roronoa Zoro
Rating: Giallo
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff
Avvertimenti: Shounen ai, Assurdità sparse, What if?
Humanity Strip: #03. Cappello
Tabella/Prompt: Cibo › 15. Soba
Contest&Challenge Mania, Tabella/Prompt: Autunno › Stella cadente


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.



    Perdersi nell'osservare le stelle non era poi così male, una volta tanto.
    Sdraiato sul velo erboso della Sunny in compagnia di Zoro, a cui era toccato il turno di guardia al posto di Rufy - il quale si era bellamente addormentato prima ancora che potessero ricordarglielo, stringendo a sé il suo cappello di paglia a mo' di pupazzo -, Sanji aveva pensato di godersi la volta celeste, in una serata calma come quella. In verità al principio non aveva minimamente pensato di restare, però, dopo aver portato allo spadaccino uno spuntino notturno fatto unicamente di soba e sake e aver atteso che lo finisse, si era lasciato andare con le braccia dietro la testa e si era messo a fissare il cielo, contemplandolo come non faceva praticamente da una vita. Sin da bambino, quand'era ancora a bordo del Baratie e prima ancora sulla nave da crociare sulla quale aveva lavorato, aveva sempre osservato il mare e si era perso nel contemplare le onde che si increspavano grazie al lieve venticello che si innalzava di tanto in tanto, ma mai come quella notte aveva trovato tremendamente interessanti le stelle e il colore bluastro del cielo che li sovrastava. Ed era ancora lì, adesso, ad ascoltare il suono dell'oceano e il respiro profondo di Zoro, che aveva preso posto accanto a lui da una buona decina di minuti o poco più.
    «Ohi, marimo... stai dormendo?» lo chiamò in un sussurro, rimediandoci un grugnito sommesso prima che lo spadaccino si stiracchiasse e sbadigliasse.
    «Ci ero vicino», bofonchiò assonnato, e a quel dire Sanji sollevò appena un angolo della bocca in un sorriso, reclinando il capo verso di lui per osservarlo da quella posizione. Sotto la luce della luna, che illuminava i dintorni e riusciva a far distinguere i profili, il cuoco lo vide con le palpebre abbassate e un'espressione placida in volto, come se il Vice Capitano fosse davvero pronto ad appisolarsi sull'erba anziché spostarsi in un posto più comodo o riprendere il turno di guardia. «Perché non facciamo a cambio, cuoco? Sembri più vispo di me».
    «Och, non se ne parla proprio, marimo», ridacchiò Sanji. «Ti faccio compagnia per un altro po', ma il turno di guardia spetta a te».
    Lo spadaccino, a quel dire, si ritrovò a sollevare appena una palpebra, guardando il cuoco con un mezzo ghigno. «Quindi sei completamente inutile», la buttò lì, provocando all'altro uno sbuffo scocciato.
    «Non rompere, altrimenti ti mollo qui da solo», sbottò, fingendosi offeso, puntando nuovamente lo sguardo verso il cielo; e nel farlo catturò con gli occhi la scia luminosa di una stella cadente, spalancando la bocca in un grosso sorriso a trentadue denti. «Ohi, marimo, guarda! Una stella cadente!» esclamò nel puntare un dito verso l'alto, eccitato come un bambino. «Esprimi un desiderio, coraggio!»
    Zoro, nel sentirlo, si voltò appena verso di lui per fissarlo in viso per quanto concessogli, sollevando un sopracciglio con fare scettico. «Cosa? Non dirmi che credi a queste idiozie, cuoco...»
    «Oh, andiamo! Esprimi un desiderio, non ti costa nulla», bofonchiò il cuoco in risposta, mettendosi a sedere per osservarlo da quella posizione e aggrottando persino la fronte, scocciato. «Non c'è qualcosa che ti piacerebbe avere?»
    «Non ho bisogno di desiderare niente», replicò Zoro senza mezzi termini, issandosi a sua volta prima di passare un braccio dietro alle spalle del compagno e attirarlo verso di sé sotto il suo sguardo incredulo. «Ho già tutto quello che mi serve».
    Bastarono quelle semplici parole per far sì che le guance di Sanji assumessero un vispo colore rossastro, tanto che, per dissimulare l'imbarazzo che l'aveva colto, si lasciò sfuggire uno sbuffo e mise mano al pacchetto di sigarette che aveva nel taschino della camicia, premurandosi di distogliere lo sguardo dal viso dello spadaccino. «Idiota... non mi diventare così sentimentale», sussurrò, e qualsiasi altra sua replica fu bloccata sul nascere da Zoro, con un bacio dato di sfuggita sotto quel cielo costellato di stelle cadenti.







_Note inconcludenti dell'autrice
Zoro che diventa sentimentale fa paura, ma a Sanji tutto sommato piace u_u *sa lei di che cosa sta parlando*
Comunque sia, stavolta non ho un granché da dire.
Diciamo semplicemente che quando ho letto tutti quei prompt ho fatto due più due e li ho uniti, quindi quando è uscita fuori una cosa del genere non ci ho fatto tanto caso neppure io
Solo che, beh, Sanji lo vedo più propenso a guardare il cielo e a conoscerlo - insomma, è un marinaio, e i marinai facevano affidamento anche alle stelle -, e a sperare in qualcosa come una stella cadente, per quanto lui sia razionale
Okay, nay, niente, queste note finali sono più sconclusionate del solito, quindi lasciamo perdere che è molto meglio XD

Commenti e critiche sono ben accetti, ovviamente.
Alla prossima. ♥


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