Dan, la danza e me

di Elle xxx
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** New York e Dan ***
Capitolo 2: *** ambientarsi ***
Capitolo 3: *** la cena ***
Capitolo 4: *** la prima lezione ***
Capitolo 5: *** Liam e Dan ***
Capitolo 6: *** chiarimenti ***
Capitolo 7: *** il vestito ***
Capitolo 8: *** dal medico ***
Capitolo 9: *** incidente ***
Capitolo 10: *** che fare? ***
Capitolo 11: *** Liam o Dan ***
Capitolo 12: *** felicità e tristezza ***
Capitolo 13: *** tanto amore ***
Capitolo 14: *** gelosia ***
Capitolo 15: *** la scelta giusta ***
Capitolo 16: *** il brutto incontro ***
Capitolo 17: *** ancora ***
Capitolo 18: *** vestiti e regali ***
Capitolo 19: *** problemi ***
Capitolo 20: *** riflessioni ***
Capitolo 21: *** l'esito ***
Capitolo 22: *** di nuovo Dan ***
Capitolo 23: *** mamma ***
Capitolo 24: *** partenza ***
Capitolo 25: *** sorpesa ***
Capitolo 26: *** litigi ***
Capitolo 27: *** il permesso ***
Capitolo 28: *** destinazione New York ***
Capitolo 29: *** il bacio sbagliato ***
Capitolo 30: *** riconciliazione ***
Capitolo 31: *** sorpresa ***
Capitolo 32: *** dodici mesi più tardi... ***



Capitolo 1
*** New York e Dan ***


Quella mattina faceva davvero molto freddo. Era il 24 ottobre. Mi ero trasferita da poco nella grande città di New York. Ero abituata a vivere nel mio piccolo paesino inglese e non mi ero abituata ancora all’idea di vivere in una grande metropoli e per di più lontano dalla mia famiglia e dai miei amici.

Il telefonò squillò e mi distolse dai miei pensieri:

-Ally?-

-ciao mamma!-

-come stai?-

-bene bene, mi devo ancora abituare a questo mondo, ma me la sto cavando- dissi soddisfatta.

-sono contenta! Devo andare ci sentiamo presto! Ciao tesoro!-

Mi sono trasferita a New York perché ho vinto una borsa di studio di un anno all’accademia di danza.

La prima lezione iniziava tra due settimane.

L’appartamento che avevo trovato non era dei migliori, ma mi ero già affezionata.

Si trovava all’ultimo piano, l’ultima porta in fondo.

Aperta la porta ci si trovava nella piccola cucina. Un tavolino, una tv, un frigo, un piano cottura e un acquaio.

A destra c’era la mia camera. Letto matrimoniale, grandissimo armadio,e una enorme finestra che illuminava la stanza.

Naturalmente come tutti gli appartamenti aveva un bagno e un piccolo salotto.

In quel condominio sembrava vivessi da sola. Non si sentiva mai nessuno e nessuno avevo mai incontrato per le scale.

Passai il resto della giornata spolverando e sistemando le ultime cose che avevo in valigia.

Verso le 20.00 cenai, avevo davvero fame ma mangiare da soli era la cosa più brutta del mondo.

Lavai i piatti e mi catapultai direttamente sul divano, non immaginavo che spolverare riuscisse a far stancare.

Il vocio della tv mi fece addormentare quando qualcuno suonò alla porta. Sobbalzai dal divano.

-chi sarà mai?- pensavo ad alta voce.

Guardai dall’occhiello. Era un ragazzo che aspettava impazientemente che aprissi la porta.

Aprii piano la porta.

-ma non sei Luke?-

-emm…no, tu chi sei piuttosto?-

-sono Dan, ma Luke dov’è?-

-non conosco nessun Luke, mi sono trasferita qui da poco-

-ah capisco, mi ha lasciato da solo, non ci posso credere, ora che farò…- disse triste.

-ma chi è questo Luke?-

- è il mio migliore amico che a quanto pare è andato via senza dire niente, lui fa sempre così!- disse arrabbiato.

-comunque io sono Ally!-

-piacere, scusa ma devo ancora cenare, ci si vede!- salutò mentre si avviava nel suo appartamento. Aprì la porta vicino alla mia casetta.

-ok, ciao! Buona cena!- chiusi la porta.

O mio Dio! Allora non ero sola in questo condominio. Dan era davvero un bel ragazzo, strano ma carino.

Abitava nell’appartamento vicino al mio. Sarebbe stato un ottimo aiuto in caso di bisogno.Spero.

Ero davvero stanca. Indossai il pigiama e andai a dormire.

Domani sarà un nuovo giorno. Pensai.

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Capitolo 2
*** ambientarsi ***


La luce del sole mi colpì dritta in viso.  Guardai la sveglia erano le 8.30.

Quella mattina si prospettava bellissima, da quando ero arrivata non c’era mai stata una giornata così bella.

Mi preparai la colazione: latte e caffè, un biscotto al volo e andai a prepararmi.

Leggins e un maglioncino verde, converse nere, un po’ di mascara, borsa e andai a fare una passeggiata.

La mattinata sarebbe trascorsa in giro per la città.

Entrai in diversi negozi di vestiti ma non comprai nulla, non avevo molta voglia.

Passeggiavo guardandomi intorno, mi stavo davvero abituando a quella città quando…

-ahiii!!-urlai.

- scusami tanto non volevo!- disse il ragazzo scusandosi.

-non fa niente , ma sta più attento!-

-Ally?-

-Dan! Scusa non ti avevo riconosciuto!-scoppiai a ridere.

-cosa ci fai qui?- disse sorpreso.

-facevo un giro, sai com’è mi devo ambientare-sorrisi.

-allora non ti dispiacerà se ti faccio da guida turistica!- propose.

-certo che no! Dove mi porti?-

-sorpresa!-

Camminammo per un’ora buona. Non sapevo davvero dove stavamo andando.

-come mai sei venuta qui a New York?- chiese curioso.

-bhe ho vinto una borsa di studio per cui dovrò trascorrere un anno intero qui a New  York all’accademia di danza-

-aah! Non sapevo fossi una ballerina!-rispose provocandomi.

-bhe diciamo che ci provo! Tu che fai nella vita?-chiesi curiosa.

-io? Io gioco a basket-

-wow! Sei uno dei pochi ragazzi che conosco che non giocano a calcio!- scoppiai a ridere.

-cosa ridi? Lo trovi divertente?- seguì la mia risata.

-Arrivati!- urlò.

-dove siamo?-

-in un parco, non vedi?-

-ma non c’è nessuno!-

-infatti, questo è il mio posto preferito. Vengo qui per riflettere, e per rilassarmi. È un posto, come dire, magico!- sorrise.- vieni!-

Lo seguii.

Mi portò ad un albero enorme.

-Carino- dissi sarcastica.

-questo è il “mio” albero. Mi siedo qui e penso, penso, penso.-

-mi piace!-

-trascorremmo il resto della mattinata a parlare di tutto. Non avrei mai pensato che con un quasi sconosciuto mi potessi trovare davvero bene.

Erano le 13.00.

-ehi è tardi, devo andare-dissi alzandomi da terra.

-ok, andiamo-

- quanta strada! Non ce la faccio più!- sbuffai.

-dai forza manca poco.- mi incoraggiò.

Arrivati a casa ci salutammo e mi buttai sul letto.

Mi svegliai alle 16.00. avevo dormito così tanto??

-devo mangiare!- su il mio primo pensiero, non avevo fatto pranzo.

Non feci in tempo ad alzarmi che suonò il campanello.

-Dan? Che c’è?-chiesi sbuffando.

-scusa non sapevo non mi sopportassi!-

-no, scusa solo che mi sono svegliata adesso e devo ancora mangiare-

-ah ok, se è così ti lascio mangiare in pace. Vado ad allenarmi. Ci vediamo. Ciao- urlò mentre scendeva le scale.

Chiusi la porta e preparai un po’ di pasta.

Nel pomeriggio chiamai Jessy la mia migliore amica.

-Ally!!! Sei viva allora!-

-certo!- risi.

-come stai? Incontrato qualcuno di interessante? L’accademia?-si bombardò di domande.

-calma calma. Ti racconto tutto! Sto bene, e ho incontrato un ragazzo che abita nel mio stesso appartamento  ed è davvero carino. Le lezioni iniziano la prossima settimana.-

-come si chiama???- chiese supercuriosa.

-Dan!!-

-ha un nome molto sexy!!- scoppiò a ridere.

-smettila scema!! È solo un amico.-

-sisi, solo un amico, tutte dicono così. Ally scusa ma devo andare c’è Rob che mi aspetta, ci sentiamo!-

-ok ciao Jessy, salutami Rob- Rob era il suo ragazzo, stavano insieme da tre anni.

Quel pomeriggio dovevo assolutamente riprendere l’allenamento prima delle lezioni di danza. Infilai una tutta, ipod e decisi di andare a correre nel parco dove mi aveva portata Dan la mattina. Non c’era nessuno e potevo allenarmi tranquillamente.

 

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Capitolo 3
*** la cena ***


La settimana era trascorsa, domani andrò alla mia prima lezione all’accademia.
Dan non si era più fatto sentire e non ci siamo più incontrati. Forse era arrabbiato con me perché non ero stata molto gentile l’ultima volta.
Un po’ mi dispiaceva ma non dovevo dimenticare l’appuntamento con l’allenamento che mi aspettava nel pomeriggio.
Indossai una tuta che Jessy mi aveva regalato per il mio compleanno. Era nera con delle righe ai lati delle gambe e delle braccia fucsia.
Indossai le scarpe da ginnastica, presi l’ipod e mi avviai verso il parco.
Dopo circa un’ora che correvo decisi di fermarmi un po’.
Andai sotto l’albero di Dan. Si stava davvero bene. Il vento soffiava leggero, nessun rumore oltre il tuo respiro e il frusciare delle foglie: una magia.
Avevo paura per il giorno seguente. Nuova insegnante, nuove compagne con cui confrontarsi. Ci saranno stati diversi problemi contro cui combattere. Recentemente avevo sentito parlare di una ragazza che si stava riprendendo dall’anoressia dopo che aveva smesso di mangiare per arrivare al modello perfetto di ballerina.
Io fortunatamente non avevo mai avuto problemi di anoressia. Ero magra di costituzione, stavo attenta a quello che mangiavo ma non privavo mai del cibo.
Qualcuno mi distolse dai miei pensieri coprendomi gli occhi con le mani. Un brivido mi percorse lungo la schiena, chi poteva mai essere.
-Chi sono?- chiese.
Cercai di liberarmi dalla presa delle mani ma non ci riuscii.
-Sono Dan!- urlò lasciando la presa.
-sei davvero matto!- scoppiai a ridere.
-Che ci fai qui?- chiese.
-ero venuta per correre, quando mi sono stancata sono venuta qui per riflettere.-
-ah si? A cosa pensavi prima della mia interruzione?- chiese sedendosi vicino a me.
-a domani, alla prima lezione. Alla nuova insegnante, alle nuove compagne, ai nuovi problemi.- dissi seria.
-dai, tranquilla vedrai che andrà tutto bene. Sei una forte-  sorrise
-mah non ne sarei così sicura. Ma cosa hai fatto al polso- chiesi vedendo che aveva una fasciatura.
-mi sono fatto male mentre giocavo, sono caduto a terra e un avversario mi è caduto sopra-
-mi dispiace, ti fa male?-
-non tanto, però per ora non potrò giocare- rispose triste.
-dai ti rimetterai presto. A proposito che fine avevi fatto?-
-si scusa è che mia nonna è morta e sono dovuto andare in Italia al funerale e poi ne ho approfittato per girare un po’ le varie città italiane.
-a mi dispiace, non volevo…-
-tranquilla, ero molto anziana. Non stava bene e noi eravamo troppo lontani per aiutarla, le volevo tanto bene.- disse con le lacrime agli occhi.
-ehi, vieni qui. So cosa si prova ho perso mio nonno l’anno scorso.-
Trascorremmo i minuti seguenti abbracciati.
Dan si staccò dall’abbraccio:
-visto che non ci siamo sentiti e non ho potuto avvisarti che partivo potremmo scambiarci i numeri di telefono così da rimanere in contatto-
-ok,*******-
-Perfetto ora ti faccio uno squillo così anche tu avrai il mio.-sorrise.
-che ne dici se stasera mangiamo insieme, tanto tu sei da sola, io da solo, almeno ci facciamo compagnia a vicenda.- propose.
-mi sembra una buonissima idea!-
Tornammo a casa.
-mi faccio la doccia e ti suono ok?.- Lo avvertii.
-perfetto! Ti aspetto.-
Una doccia era proprio quello che mi serviva. Mi scrollai via tutto il freddo accumulato.
Mi asciugai i capelli, infilai un paio di jeans, un maglioncino arancione, un filo si trucco e suonai  il campanello.
-Buonasera!- sorrise.
-buonasera anche a lei!- scoppiai a ridere.
- dai entra ti faccio vedere la mia reggia!-
-cosa hai cucinato di buono?-chiesi curiosa.
-io? Cucinato? Veramente aspettavo che tu arrivassi per farlo tu!- Disse scherzando.
-dai mettiamoci al lavoro. Io cucino e tu apparecchi.- ordinai.
-perfetto!-
La cena era stata buonissima. Lavati i piatti ci sedemmo sul divano a guardare la tv.
-cosa vuoi guardare? Chiese.
-quello che vuoi, non ho preferenze-
C’era la partita di basket. Non c’era cosa peggiore. Però non importava.
Cercò di spiegarmi tutto quello che stava succedendo. All’inizio ero davvero interessata, dopo un po’ però la stanchezza cominciava a farsi sentire. Non mi andava di andare via lasciandolo da solo, mi sembrava scortese. Mi distesi sul divano mentre lui continuava a spiegarmi. Mi addormentai sul divano di Dan.

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Capitolo 4
*** la prima lezione ***


Il rumore della doccia mi svegliò.
Mi guardai intorno, non ero a nel mio appartamento.
Oh no, mi ero addormentata a casa di Dan!
Guardai l'orologio; erano le 8.30. Alle 10.00 avevo lezione.
Fortunatamente non era tardi; aspettai che Dan uscisse dalla doccia.
Nel frattempo girovagai per il salone, curiosando tra le sue foto.
C'era la foto del diploma, quella del matrimonio di un suo familiare, credo sua sorella.
-Vedo che ti sei svegliata!-disse uscendo dalla porta del bagno.
-Si, scusa stavo solo guardando le tue foto-arrosii.
-Tranquilla, fai pure. Ieri sera eri molto interessata alla partita di basket!- disse sarcastico.
-all'inizio si ma poi ero davvero stanca e non sono riuscita più ad ascoltarti-
-vuoi fare colazione?-urlò dal bagno mentre si stava asciugando i capelli.
-sarebbe fantastico, ho una fame tremenda!-
-mi devo sdebitare con te per la cena di ieri sera, ti porto a fare colazione nel bar più bello di New York!- scopiò a ridere.
-per questa volta accetto!- sorrisi.
Il bar era davvero vicino al nostro condominio.
Entrammo e ordinammo due cappuccini e due cornetti.
Ci sedemmo in un tavolo un po' appartato, a me non piaceva mangiare dove la gente ti può guardare.
-Allora com'è? ti piace il bar?-
-mah, niente di che- finsi.
-ma come?!-
-scherzavo! è davvero carino!- risi.
Restammo una buona mezz'ora a parlare della lezione che mi aspettava dopo poco.
-Vuoi tornare? Ti devi preparare.-
-si, è una buona idea, non vorrei fare tardi il primo giorno.-
-andiamo!-
Dan come promesso mi pagò la colazione e uscimmo.
-ti accompagno all'accademia?-propose.
-...ok anche perchè non so dove sia- risposi dopo un paio di secondi.
-mi vesto e arrivo, accomodati-
Indossai il body nero incrociato dietro, calze, chignon, tuta, scarpe, borsa, chiavi, pronta.
.possiamo andare- avvertii.
-wow, quel coso sulla testa fa molto chic!- provovò.
-si chiama chignon, ignorante!- scherzai spingendolo fuori dalla porta.
-non vai all'allenamento oggi?- chiesi.
-no, il polso mi fa ancora male e veder giocare senza scendere in campo è davvero angosciante; tu piuttosto sei pronta?-
-assolutamente no!-
scoppiò a ridere di gusto.
Arrivammo avanti ad una porta enorme.
-siamo arrivati- annunciò.
Tirai un sospiro e varcai la soglia.
-a che ora finisci?-chiese Dan.
-verso le 13.00.-
-ti passo a prendere, posso?-
-Dan, scusa ma no-
-ah, ok allora ci vediamo.-
Mi piaceva stare con lui però non tutto il tempo. volevo anche un po' godermi la mia vita da sola. Non volevo offenderlo, però ci ero riuscita.
Mi feci indicare lo spogliatoio da una ragazza.
Mi cambiai, infilai le punte ed entrai in sala.
-Buongiorno ragazze!- salutò l'insegnante.
-buongiorno!- rispondemmo in coro.
-quest'anno avremo una nuova alunna, Ally Stander. arriva da un paesino vicino Londra. Ha vinto una borsa di studio per studiare un anno qui con noi,vi prego di essere cordiali e gentili.-
Iniziammo la lezioni. Diversi esercizi alla sbarra. Tutti mi scrutavano con occhiate veloci, mi sentivo davvero a disagio.
-Brava Ally- disse la signorina Daisy.
Gli esercizi erano diversi da quelli della mia scuola, più difficli e lunghi ma imparavo abbastanza in fretta.
Il centro era la parte della lezione che preferivo. Lì potevi esprimere tutte le tue qualità. Il pour de bras era fantastico!
Gli esercizi in diagonale erano tutti incentrati sulle pirouettes. Poi c'erano i mitici fouettes. Ero abbastanza brava nell'eseguirli ma non tanto come le ragazze dell'accademia.
A lezione finita l'insegnate mi trattenne ancora una decina di minuti per sapere qualcosa in più di me, della mia danza, della mia insegnante.
Nello spogliatoio mi feci una doccia, mi vestii e uscii.
Dan non c'era. L'avevo davvero offeso? non era mia intenzione. Era molto permaloso. Voleva solo essermi amico e d'aiuto ma io non ero abituata a troppe attenzioni.
Tornai a casa, mi lavai i capelli e accesi la tv; non c'era nessun programma decente.
Per quella sera sarei andata a dormire presto, anche se avevo la certezza di riuscire a dormire con tutti quei pensieri per la testa. Chiusi le tende, indossai il pigiama, spensi la luce e mi infilai sotto le coperte.

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Capitolo 5
*** Liam e Dan ***


La sveglia suonò alle 9.00. Era davvero stressante quel suono.
Mi alzai pigramente dal letto dirigendomi verso la cucina per preparare il caffè.
Come previsto non riuscii a dormire bene a causa dei pensieri che percorrevano la mia mente.
Mentre aspettavo che la macchina del caffè compiva il suo lavoro mi feci una doccia fredda, non perché ne avevo bisogno ma dovevo schiarirmi le idee.
Mi sedetti al tavolo della cucina sorseggiando il caffè e sgranocchiando un biscotto.
Mi preparai per la lezione delle 10.00 e uscii di casa.
Per le scale incontrai Dan:
-ciao…- salutò distratto.
-ciao- risposi.
Non capivo il perché del suo comportamento. Ci conoscevamo da due settimane circa e si offendeva se dicevo che non volevo venisse a prendermi.
Mentre percorrevo la strada che mi separava dall’accademia accesi il mio ipod e mi immersi nella musica; era davvero rilassante.
La lezione trascorse tranquilla. Nello spogliatoio c’era un vociferare di ragazze che parlavano di una cena che si doveva svolgere il sabato seguente.
Una ragazza si avvicinò a me:
-Ally, stiamo organizzando una cena, verranno tutti i ragazzi e le ragazze del nostro corso, ti andrebbe di partecipare?-
- emmm…. Non saprei, non conosco nessuno-
-da adesso conosci me, mi chiamo Emma- si presentò.
-se le cose stanno così accetto, ho bisogno di fare amicizie.- sorrisi.
-perfetto- concluse-ragazze!!! Ally è dei nostri sabato sera!- urlò a tutto lo spogliatoio.
Tutte urlarono e vennero lì a presentarsi. Ero davvero felice, non pensavo fossero così gentili e simpatiche.
Mentre uscivo dallo spogliatoio inciampai su qualcosa, e caddi a terra.
-scusami tanto, ho lasciato la borsa sul pavimento- disse un ragazzo accertandosi che stessi bene.
-sono davvero imbranata!- Affermai.
-stai bene?- chiese.
-sisi tranquillo, grazie- sorrisi.
-io sono Liam- disse porgendomi la mano.
-io Ally- stringendogliela.
-studi qui all’accademia?-
-si, solo quest’anno, ho vinto una borsa di studio-
-ah, complimenti, sarà un onore allenarsi con te- disse scherzando.
-non ne sarei così sicura- arrossii.
-ora devo andare, ci vediamo..- -anzi, vieni alla cena di sabato?- disse mentre scendevamo le scale.
-em, si-
-allora ci vediamo sabato- disse uscendo dall’accademia.
Sabato ero stata invitata ad una cena, non stavo più nella pelle. Avrei conosciuto moltissime persone.
Sono molto timida ma se qualcuno si dimostra gentile e simpatico nei miei confronti so essere molto estroversa.
La cena era tra due giorni e non avevo niente da mettermi. Dovevo assolutamente comprare qualcosa.
Aprii la porta di casa e buttai sul divano la borsa. Mi preparai un panino e mi stesi sul divano a guardare un po’ di tv. Erano davvero noiosi i pomeriggi senza Dan. Erano le 16.00. Il tempo non scorreva mai.
Decisi di leggere il libro che mi ero portata dall’Inghilterra.
Dopo le prime due righe, lo chiusi. Non riuscivo a concentrarmi.
Dovevo chiamare Dan, non volevo che la nostra quasi amicizia finisse prima ancora di cominciare.
Composi il numero, aspettai ma non ottenni risposta. Era davvero arrabbiato.
Decisi di scrivergli un messaggio:
“ dove sei? Non ci siamo più parlati, non voglio rovinare un’amicizia, ti prego chiamami.”
Passò una buona mezz’ora. Il telefono vibrò; era lui.
“Tra mezz’ora davanti al nostro condominio”
Non era la risposta che volevo, ma comunque era un buon inizio.
Mi preparai infilandomi un paio di jeans, una t-shirt bianca e un cardigan verde.
Mi avviai verso l’uscita del condominio.

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Capitolo 6
*** chiarimenti ***


Era già arrivato;stava con le spalle al muro, sembrava sconsolato.
-ehi, ciao!- sorrisi.
-ciao…-
-allora?-
-andiamo al parco, almeno li saremo tranquilli-
-ok- volevo assolutamente sapere cosa fosse successo.
Durante il tragitto l’aria era tesissima; si sentivano solo i nostri respiri e nessuno aveva il coraggio di parlare.
Ci sedemmo sotto l’albero.
Passarono alcuni minuti senza che nessuno dei due parlasse.
-Dan per  favore, mi dici che hai?-
-Io? Niente, perché?-
-perché? Non è normale che ti offenda perché io l’altro giorno ho detto che non avevo voglia che mi venissi a prendere.-
-hai ragione, ho sbagliato. Sai io sono molto possessivo; quel tuo rifiuto mi ha fatto pensare che la mia presenza nella tua vita non era gradita.-
-ma cosa dici, tu sei importante, non sarei mai riuscita ad ambientarmi a New York senza di te.-
-con Luke è successa la stessa cosa. Eravamo molto amici e poi da un momento all’altro mi ha abbandonato. Non è una cosa bella, sai. Pensavo che con te sarebbe successa la stessa cosa.-
-non succederà mai- lo abbracciai.-è normale che qualche volta voglio stare sola, ma non perché non sei gradito. Magari ho bisogno di pensare, riflettere, oppure voglio solamente trascorrere del tempo con me stessa.-
-hai ragione scusa-disse ricambiando l’abbraccio.
-domani pomeriggio devo andare a comprare un vestito per una cena, ti va di accompagnarmi?- proposi.
-ne sarei felicissimo!-
-e stasera vieni a cena da me per recuperare il tempo che abbiamo perso-
-ma, stasera non ho voglia di stare con te..- rispose.
-ah ok, pensavo ti facesse piacere-
-scherzavo!- disse dandomi una spinta.
-ti prendi gioco di me?- dissi scherzando.
-cosa mi fai?- provocò.
Iniziai a fargli il solletico e così giocammo per un po’. Era bello ritornare bambini.
Nella strada verso casa continuammo a ridere di gusto per tutto quello che dicevamo. Stavo davvero bene con lui.
Aprii la porta e andai in cucina a preparare la cena. Dan si accomodò sul divano, accese la tv per guardare una partita di basket.
-la partita stasera è abolita! È pronta la cena- dissi avvertendolo.
Mangiammo e parlammo di tutto. Il bello di stare con Dan è che si poteva parlare di tutto senza problemi.
-squisita!- commentò.
-grazie-
-i piatti stasera li lavo io- propose.
-mi sembra una buona idea-
Io mi sedetti sul divano e guardai un film che non i piaceva un granchè.
Dan arrivò i si accomodò vicino a me.
-bello il film?- chiese.
-no- risposi sincera.
Era un film romantico. A me piacciono moltissimo i film romantici, ma quello non era speciale.
Così iniziammo a farci domande sui nostri ex e tutti i discorsi sull’amore.
Parlando e scherzando Dan smise di parlare e si avvicinò sempre di più al mio viso.
Eravamo davvero vicini. Si sentiva nel sottofondo il rumore della televisione.
Le labbra di Dan sfiorarono le mie.
Mi allontanai. Non volevo che la nostra amicizia sfociasse in amore. Almeno non per adesso.
-scusa-dissi.
-ok, non fa niente-disse alzandosi dal divano.
-no Dan, aspetta- lo tirai per un braccio.- non è che non voglio, tu mi piaci. Sto bene con te, mi sento me stessa, però per adesso no. Non voglio rovinare la nostra amicizia.-
-d’accordo-
-dai vieni qui vicino a me- dissi.
Mi strinsi forte a lui e ci addormentammo così, l’uno vicino all’altro.
 

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Capitolo 7
*** il vestito ***


La mattina seguente eravamo sdraiati l’uno vicino all’altro.
Mi svegliai. Erano le 11.00. Cavolo! Non avevo sentito la sveglia. Quella mattina non sarei potuta andare alla lezione.
Preparai il caffè.
Dan si svegliò e mi diede il buongiorno scoccandomi un bacio sulla guancia.
-stamattina niente lezione?- chiese.
-per colpa tua no!-
-colpa mia?-
-dai sto scherzando, Dan!- scoppiai a ridere.
-oggi pomeriggio inizio ad allenarmi, vieni con me? Così poi ti accompagno a comprare il vestito- propose.
-si, va bene tanto non ho niente da fare-
La mattina la passai al telefono con mia madre che mi fece il terzo grado; Dan invece la passò al computer.
Facemmo pranzo con un panino.
Andai in camera a prepararmi. Dan mi seguì.
-Dan?-
-che c’è?-
-mi dovrei cambiare-
-e allora?-
-e dai! Vai di la-
- perché?-
-ne abbiamo parlato ieri sera, non mi far arrabbiare-
Se ne andò chiudendo la porta alle sue spalle. Era davvero insistente.
Jeans, un maglioncino fucsia e un paio di stivaletti. Un filo di mascara. Eyeliner. Mi pettinai i capelli. Presi la borsa e uscimmo.
-il palazzetto è lontano. Dobbiamo prendere la macchina.-disse aprendomi la portiera.
Salii e partimmo.
Durante il tragitto nessuno parlò.
Parcheggiò e mi disse di seguirlo.
Lungo il corridoio incontrammo diversi suoi amici:
-ehi Dan bentornato!-
-grazie Bryan-
-Chi la ragazza?-
- un’amica-
Entrammo nella palestra. –siediti sulle gradinate, vado a cambiarmi e arrivo-
-ok- obbedii.
-come sto con la divisa?-domandò uscendo dalla porta dello spogliatoio.
-benissimo!- sorrisi.
L’allenamento iniziò. Il coach fece eseguire diversi esercizi.
I ragazzi erano concentratissimi. Mi piaceva seguire l’allenamento di basket.
Alla fine dell’allenamento il coach lasciò che i ragazzi giocassero una partita.
La squadra di Dan era in vantaggio; la palla passava velocemente da un giocatore ad un altro.
A metà partita Dan disse qualcosa all’allenatore e egli li indicò la panchina.
Si mise seduto. Non capivo cos’era successo. Stava giocano così bene.
Scesi dalle gradinate e mi avvicinai a lui:
-cos’è successo?-
-il polso. Comincia a farmi male.
-ma non era guarito?-
-evidentemente no, spero non dovrò operarmi.
-ma dai , solo per una distorsione-
-ma che ne sai tu!- sbottò.
-scusa-
-no scusami tu. Non sopporto di avere qualcosa che non va-
-ti capisco-
Il coach fischiò la fine della partita. La squadra di Dan aveva vinto.
Andò a cambiarsi, io lo aspettai fuori.
-Signorina!-
Mi girai, era il coach:
-porti questo a Dan, gli farà bene- disse porgendomi un sacchetto con del ghiaccio.
-ok, grazie-
mi avviai verso la macchina.
Dan mi raggiunse.-cosa porti in mano?-
-ghiaccio, me l’ha dato il tuo coach-
-non mi serve-sbottò.
-Dan ha detto che devi metterlo,non fare il bambino.-
-ma non mi fa più male-
-capisco che vuoi far finta che sia tutto a posto ma non è così-
Salimmo in macchina e restammo seduti il tempo che il ghiaccio facesse effetto.
-ti sei mai fatta male?-chiese
-non sai quante volte-
-ma dai!-
-davvero. Mi sono slogata la caviglia, lussata il ginocchio, strappata un muscolo-
-la danza è davvero pericolosa- rise.
-in ogni sport e in ogni disciplina ci sono dei problemi a livello fisico, bisogna affrontarli e curarli-
-sei davvero brava a dare consigli-
-modestamente- lo snobbai.
-dove vuoi andare a vedere il vestito?-
-non conosco nessun negozio, dimmi tu-
-io? Non so quali posso essere dei negozi per ragazze-
-dai, non ne conosci nessuno?-
- forse uno-
-perfetto!-
Entrammo nel negozio e provai diversi  vestiti.
-com’è questo?- chiesi a Dan.
-no, bruttissimo! Prova quello rosa pastello-
-può andare?-
-per me questo è perfetto!- sorrise.
-provo anche quello nero e poi decido-
-ok, ma devi comprare quello rosa-
-deciso. Quello rosa-
Pagai e uscimmo dal negozio.
Ero davvero felice.il vestito era bellissimo. Aveva le maniche a tre quarti e finiva a metà coscia. Dietro c’era una spacco sulla schiena che in punti alterni era unito da fiocchetti neri.
Arrivata a casa salutai Dan e lo ringraziai per il pomeriggio strascorso, gli diesi un bacio sulla guancia.
Entrai in casa. Dovevo cercare le scarpe che mi ero portata da abbinare al vestito.
-trovate!-urlai.
Scarpe nere con il tacco. Stupende anche queste.
Mancava qualcosa…la pochette!
Oh no! Mi ero dimenticata di comprarla.
Mi dispiaceva disturbare ancora Dan ma il giorno seguente mi sarebbe servito per accompagnarmi a comprare la pochette.
Usci per suonare il campanello e trovai un pacchetto ai miei piedi.
“ per Ally”
Lo aprii. Era una pochette dello stesso colore del vestito.
Io amavo quel ragazzo!
Suonai il campanello dell’appartamento di Dan.
-ti adoro!-dissi saltandogli al collo.
-lo sapevo ti sarebbe piaciuta!-
-grazie grazie grazie- lo strinsi ancora più forte.
-ally! Mi stai strozzando!-
-oh scusa!-
Finiti i ringraziamenti lo salutai e chiusi la porta.
Dan era letteralmente sorprendente.
 

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Capitolo 8
*** dal medico ***


La sveglia suonò alle 9.00.
Mi svegliai lentamente; guardai il cellulare erano le 9.00 di sabato mattina.
Oggi non dovevo andare a lezione; accidenti non avevo disattivato la sveglia nel giorno di sabato,sono davvero imbranata.
Restai sul letto per un’altra ora abbondante; mi piaceva stare sul letto crogiolandomi.
Fuori si stava scatenando il putiferio. Pioggia e grandine cadevano giù in quantità.
Mi alzai, infilai le ciabatte e scostai le tende della grande finestra.
Odiavo la pioggia e tutto quello che era bagnato. Mi infastidivano le gocce d’acqua sulla pelle asciutta, sui vestiti e sui capelli.
Il telefono squillò:
-pronto?-
-ally?-
-mamma, ciao!-
-come stai?-
-bene, voi come state?-
-bene, il tempo com’è?-
-diluvia, da voi?-
-anche da noi piove da tre giorni ininterrottamente-
-proprio oggi che avevo la cena, speriamo che smetta-
-quale cena?-
-ah non te l’ho detto, le ragazze dell’accademia hanno organizzato una cena-
-sono state carine ad invitarti-
-si, molto-
-te la cavi da sola?-
-sisi tranquilli, ce la faccio.Ora ti saluto che devo fare colazione.-
-ok tesoro, tanti baci-
-ciao , saluta tutti-
Gettai il cellulare sul letto e andai in cucina a preparare il caffè.
Cosa potevo fare in una giornata così triste?
Bevvi il mio caffè e mi rilassai sul divano guardando un po’di tv.
Il cellulare squillò. Ritornai in camera dove l’avevo lasciato, era Dan.
-Dan?-
-Ally, scusa se ti chiamo di sabato mattina, però ti dovrei chiedere un favore-
-dimmi tutto-
-stamattina sono andato dal coach agli allenamenti e mi ha detto che devo fare una visita a 12.00, mi accompagni?-
-di sabato gli allenamenti? Cmq si va bene-
-è si, il coach è così… imprevedibile. Grazie mille ti passo a prendere tra mezz’ora.
Bene la mattinata era sistemata. Dovevo accompagnare Dan ad una visita medica per il suo polso.
Erano le 11.00, avevo tutto il tempo di prepararmi.
Aprii il mio armadio ma non avevo niente da mettermi, come la maggior parte delle volte d’altronde.
Infilai un paio di leggins pesanti e una felpa celeste, un paio di stivaletti. Mi truccai un po’:mascara e eyeliner. Raccolsi i capelli in una coda. Misi la sciarpa di mia madre che mi ero portata per non sentire la sua mancanza e aspettai che Dan arrivasse.
Dopo pochi minuti suonò al portone.
-Adesso scendo- dissi alzando la cornetta.
Chiusi a chiave la porta e scesi le scale; spinsi il portone e Dan mi aspettava in macchina.
Salii e partimmo.
-Come mai dal medico?-
-il polso fa troppo male e non riesco a giocare-
-come mai ti devo accompagnare?-
-sinceramente?-
-certo-
-ho paura-disse serio-
-di cosa?-
-che mi dovrò operare-
-ma non dire stupidaggini-
-Ally che ne sai! Se fosse davvero un problema serio?-
-io non penso, però ok tranquillo,non succederà nulla-
-grazie-
-è questo che fanno gli amici, no?-
Sorrise.
Dopo mezz’ora arrivammo a destinazione.
Scendemmo dalla macchina e ci dirigemmo verso l’ambulatorio del medico.
Non c’era molta fila. Aspettammo pazientemente il nostro turno.
Dan ero molto agitato-Dan tranquillo-
Mi strinse la mano e si calmò.
Non accettai il suo comportamento ma in una situazione come questa lasciai correre.
-Stoner!-chiamò il medico.
-è il nostro turno sussurrai-
Entrammo e il medico chiuse la porta alle sue spalle.
-come si chiama?-chiese il medico rivolgendosi a Dan.
-Dan Stoner-
-bene Dan il suo coach mi ha chiamato per via del suo polso. Mi faccia vedere-
-cosa ha fatto?-chiese il medico.
-ad una partita di basket dono caduto e un ragazzo mi è caduto sopra.-
-facciamo una lastra e scopriamo un problema-
Entrarono in un’altra sala. Aspettai seduta su una sedia vicino alla scrivania del medico.
Fatta la lastra il medico disse che il risultato era pronto il giorno seguente.
-arrivederci!-
-arrivederci- rispondemmo.
In macchina cercai di sdrammatizzare.
-ally, ti prego-
-ok, la smetto-
-lunedì vieni con me?-
-a che ora?-
-quando hai finito l’allenamento-disse Dan.
-ma non puoi andare da solo a ritirare le lastre?-
-dai Ally, ti prego-
-ok,ok  ti accompagno-
-stasera vai alla cena?-domandò.
-eh si, speriamo smetta di piovere-
-ma si dai, chi ti accompagna?-
-ecco questa è una bella domanda-
-ho capito-
-grazie mille!!- gli diedi un bacio sulla guancia.
Entrai in casa, guardai l’orologio, erano le 14.00.
Mangiai un po’ di pasta e una buona porzione di insalata.
Nel pomeriggio era previsto, stirare, bagno e preparazione festa.
Odiavo stirare, però estendendo in un appartamento da sola toccava a me.
Mi feci un bel bagno rilassante. Ne avevo proprio bisogno.
Verso le 19.00 iniziai a prepararmi. Misi il completino intimo nero di pizzo che mi mamma mi aveva comprato per Natale. Infilai il vestito rosa. Bellissimo! Mi sentivo proprio bene. Mi truccai poco ma bene. Volevo sembrare naturale. Misi un gloss rosa. Infilai le scarpe, presi la pochette ed ero pronta.
Avevo lasciato i miei lunghi capelli sciolti, appena lavati erano davvero belli!
Suonai il campanello dell’appartamento di Dan. Venne ad aprire
-Ally?-
-si sono io-
-sei bellissima…-
-grazie-arrossii.
-Andiamo!- disse prendendo le chiavi della macchina e chiudendo la porta di casa.
Salimmo in macchina diretti al ristorante.
-Con chi torni?-
-non so, chiederò se qualcuno del gruppo-
-ok, però se nessuno è disponibile chiamami-
-si tranquillo Dan, non essere così possessivo, non ho voglia di litigare ancora.-
Fuori dal locale c’erano un sacco di ragazzi che seguivano il mio corso.
Riconobbi Liam. Aveva davvero molto gusto nel vestire.
-grazie mille del passaggio- dissi.
Gli stavo per dare un bacio sulla guancia, quando si gira di scatto e mi ritrovo le sue labbra sulle sue.
Gli mollo uno schiaffo.
-Dan!! Non puoi fare così, basta non ne posso più!- sbottai.
-scusa Ally, perdonami-
-no Dan basta. Sei ossessivo. Te l’ho detto per adesso voglio un’amicizia perché devi rovinare tutto!?-
-sei arrabbiata?-domandò.
-si!!- urali sbattendo la portiera della macchina.
 

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Capitolo 9
*** incidente ***


 
Liam venne a salutarmi.
-ciao!-
-ciao Liam-
-chi è il tuo ragazzo?- chiese.
-emm, no è un amico-
-allora perché ti ha baciata?- chiese invadente.
-LIam per favore. Non sono affari tuoi.-
-ok, scusa non essere così acida-
-no non sono acida è che è una situazione un po’ strana.
-ok tranquilla-
Guardai Dan dentro la macchina che scrutava attentamente Liam, dopodiché se ne andò.
-Ally!!- urlò Emma venendomi a salutare.
-Ciao Emma!-
-vedo che hai fatto amicizia con Liam- disse.
-si, l’ho incontrato in accademia-
-mi fa piacere, andiamo al tavolo-
Il ristorante aveva apparecchiato una lunga tavolata solo per noi.
Mi sedetti tra Liam e Emma. La serata trascorse tranquilla.
Uscimmo per prendere un po’ d’aria.
-hai un vestito fantastico!- disse Emma rivolgendosi a me.
-Grazie, anche tu non scherzi- dissi indicando il suo.
-Vi va di andare a fare un giro?- propose Liam al suo amico, Emma e me.
-va bene-rispondemmo.
-dove volete andare?-
-andiamo nel pub dove andiamo sempre, dobbiamo farlo vedere ad Ally- disse Emma.
Salimmo in macchina con Liam.
Il pub era davvero bello. Liam e il suo amico ordinarono una birra. Io non ne avevo molta voglia, magari avrei fatto un sorso da Liam.
-Non provi Ally?- chiese Liam porgendomi il bicchiere.
-un sorso, non mi va di bere stasera- era davvero buona.
Passò un’ora circa.
Liam quella sera aveva alzato un po’ il gomito; però sembrava sobrio.
-Basta!- dissi a Liam togliendogli la birra dalle mani,
-Perché?- chiese stupito.
-devi guidare- risposi seria.
-se non vuoi venire con me fatti portare a casa dal tuo amico-fidanzato- rispose.
Gli diedi uno schiaffo e uscii dal pub. Da ubriaco era davvero insopportabile.
Emma mi seguii
-di solito non è così, da ubriaco è davvero stronzo-
-lo vedo- sbuffai.
-mi dispiace che abbia chiamato il tuo amico così-
-anche a me-
Uscirono Liam e l’amico interrompendo il nostro discorso.
Dovevo per forza andare il macchina con Liam, non potevo disturbare Dan a quell’ora.
Salimmo in macchina. Liam non era poi così tanto ubriaco.
Girò la chiave e la macchina si mise in moto.
Fin qui tutto bene.
La strada non era tanta, saremo arrivati a casa sani e salvi.
Lungo il tragitto non c’era nessuna macchina a parte qualcuna ogni tanto.
Liam stava parlando e non si stava concentrando sulla strada.
-Liam guarda avanti- lo riprese Emma.
Continuava a parlare, non ci stava ascoltando. Qualcuno di noi avrebbe potuto guidare al suo posto se solo avessimo avuto la patente.
-Liaaam!!-
 
 
Mi svegliai su un lettino. Come ci ero finita?
Oh no, avevamo avuto un incidente.
Mi alzai dal lettino e uscii fuori dalla porta.
-mi scusi dove sono i ragazzi che sono venuti con me?- dissi rivolgendomi ad un medico.
-la stanza giù in fondo-
-grazie-
Attraversai il corridoio che mi separava da quella porta. Notai che mi avevano fasciato il braccio, faceva davvero male. Fortunatamente non avevo niente di rotto.
Spinsi piano la porta. Tre lettini.
Emma dormiva, aveva la mano fasciata.
L’amico di Liam era tutto intatto.
Liam aveva la testa fasciata.
-trauma cranico-disse l’ amico rivolgendosi a me.
-o mio Dio- dissi avvicinandomi a Liam.
-hanno detto che ora sta bene, sta solo dormendo.
Era davvero tranquillo mentre dormiva. In quel momento mi sentii in colpa per avergli dato uno schiaffo.
-che hai fatto al braccio?- chiese l’amico.
-penso solo una distorsione-
Emma si stava svegliando.
-abbiamo avuto un incidente vero?-
-si-rispondemmo.
- sono tutta intera fortunatamente- disse Emma.
Il  mio cellulare squillò. Uscii nel corridoio.
-dan?-
-dove sei?- chiese preoccupato.
-emm, stiamo tornando.
-cos’è questo silenzio? Ally la verità-
-ok, però non ti arrabbiare. Abbiamo avuto un incidente e…-
-cosa? Ally cavolo-
-fammi finire. Stiamo bene, anche Liam anche se ha avuto u  piccolo trauma cranico.-
-arrivo-
-no Dan..-
Non riuscii a finire la conversazione che riattaccò.
-chi era?- chiese Emma vedendomi tornare nella stanza.
-Dan-
-il tuo amico?-
-si, sta arrivando, vado fuori ad aspettarlo-
Rimasi per un quarto d’ora seduta sulle sedie dell’ospedale spettando che Dan arrivasse.
La porta all’entrata si aprii. Mi voltai. Era Dan.
 
 
 

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Capitolo 10
*** che fare? ***


Gli corsi incontro e lo abbracciai forte.
-come stai?- mi chiese.
-io bene. Ho solo male al braccio ma è tutto a posto- risposi.
Scoppiai a piangere. Non so il perché. Forse la paura,la tensione, la delusione che avevo dato a Dan.
-ehi, non piangere- mi rassicurò Dan.
-mi dispiace tanto- dissi tra le lacrime.
-non ti devi preoccupare, non è stata colpa tua- disse accompagnandomi sulla sedia della sala d’aspetto.
Si sedette vicino a me.
-Gli altri dove sono?-
-nella stanza in fondo al corridoio-
-vado a vedere se hanno bisogno d’aiuto- mi informò Dan.
Ritornò dopo pochi minuti. Guardai il cellulare:erano le 6.00.
-come sta Liam?si è svegliato?- chiesi preoccupata.
-si, ha chiesto di te- disse sistemandomi sulla sedia.
-posso andare?- chiesi sperando in un si.
-certo che puoi-
-torno subito-
Tornai nella stanza. Liam era seduto su una sedia.
-Ally…-
-che c’è?-
-scusa per tutto. Davvero. Ho sbagliato a chiamare in quel modo il tuo amico e perdonami per aver preso la macchina in quello stato-
-non fa niente, tranquillo. È stata anche colpa nostra. Dovevamo aspettare che tornassi sobrio.In quel momento ti ho odiato ma poi ho lasciato correre-
-grazie- disse dandomi un bacio sulla guancia.
-ora vado, Dan mi aspetta. Ciao Emma-
-ciao Ally-
Tornai da Dan.
-che ti ha detto Liam?-
-si è scusato-
-gli piaci, vero?-
-Dan…-
-che c’è? Non posso chiedere?-
-la tua gelosia non aiuta; non lo so se gli piaccio-
-a te piace?-
-Dan basta, ti prego-
-ok scusa-
Arrivammo alla macchina e salimmo.
In poco tempo arrivammo a casa.
-Puoi venire da me?- chiesi speranzosa.
-perché?-
-non mi va di dormire da sola, ti prego-
-va bene-
Aprii la porta.
Mi tolsi il vestito ed infilai la prima maglietta che trovai e mi buttai sul letto.
Dan si distese vicino a me; lo abbracciai e ci addormentammo così. Il suo abbraccio mi trasmetteva tranquillità.
 
Mi svegliai, guardai l’orologio, orano le 18.00.
Avevo dormito tantissimo. Dan stava ancora dormendo. Mi alzai piano dal letto in modo da non svegliarlo ma non ci riuscii.
-Ally?-
-si-
-che ore sono?- chiese sbadigliando.
-le 18.00-
-o mio Dio! Ho dormito tantissimo-
-anche io ho pensato la stessa cosa- scoppiai a ridere.
-devo dire il tuo make-up è davvero bello!- disse indicando il mio viso soffocando una risata.
Mi guardai allo specchio del bagno. Il mascara si era sciolto, sembravo un panda.
Presi lo struccante dallo scaffale e mi tolsi il trucco e lavai il viso con acqua fredda. Ora mi sentivo bene.
Raccolsi i capelli in una coda e tornai in camera.
Dan stava aprendo le tende della finestra.
Fuori c’era il sole, perfetto per una domenica, pensai.
Mi sedetti sul letto, Dan vicino a me.
-come stai?- mi chiese.
-mm insomma, bene-
-il braccio?-
-tutto a posto-
-Dan! Le lastre?-
-domani-
-pesavo ci fossimo dimenticati-
-no tranquilla- sorrise.
-ti fa ancora male il polso-
-non più-
-bene- conclusi- oggi non ho voglia di fare niente!-affermai-
-strano- rise.
-come strano? Io faccio tantissime cose di solito!- ribadii.
-convinta tu!- mi provocò.
-non rispondo a provocazioni- troncai il discorso e con la faccia compiaciuta andai in cucina a preparare il caffè.
-ne vuoi uno?- urlai dalla cucina.
- SI grazie-
Appoggiata al piano cottura aspettavo che il caffè fosse pronto. Sentii la presenza di Dan dietro di me.
Mi afferrò i fianchi. Esitai per alcuni istanti; mi voltai e intrecciai le braccia intorno al suo collo.
Mi strinse a se e le nostre labbra si sfiorarono per poi unirsi nel bacio più bello della mia vita.
Non avevo mai provato un’emozione così. Era davvero strano. C’era una parte di me che diceva di buttarmi; l’altra invece diceva di provarci. Era straziante.
Mi staccai e mi allontanai da lui.
-Dan scusa non so cosa mi sia preso-
-Hai fatto quello che volevi fare ma avevi paura di ammetterlo-
-forse-
-pentita?-
-no, però non so se sia la cosa giusta-
-perché?-
-non lo so Dan, con te sto bene davvero, però…-
-cosa-
-Liam-
-lo sapevo!- sbottò.
-Dan calmati! Cavolo devi sempre essere così geloso?-
-io ti voglio per me e basta-
-io no sono di nessuno ok?- urlai andando in camera, infila domi un paio di leggins, le scarpe e uscii di casa sbattendo la porta.
Perché nella mia vita era sempre tutto così difficile?
Sentii le lacrime pungermi mentre scendevo le scale.
Chiami Emma
-emma scusa, sai dov’è Liam?-
-si è a casa mia.-
-devo parlargli-
-vieni da me-
-ok grazie, arrivo tra poco.-
Attraversai tre isolati a piedi e arrivai finalmente a casa di emma.
Suonai il campanello e la porta si apì.
-vieni, entra-
-buonasera- dissi ai genitori di Emma.
-Liam è di là- mi informò la ragazza- vai vi lascio da soli-
Entrai nella stanza. Liam era seduto sul letto.
-ally! Volevi parlarmi, cosa c’è?-
-non dovrei sfogarmi con te ma io non sopporto più Dan!- scoppiai a piangere- non ce la faccio più!-
-perché?- disse porgendomi un fazzoletto.
-perché è geloso! Prima ci siamo baciati e dopo gli ho detto che non sapevo se era la cos migliore. Sai che mi ha risposto? Io ti voglio solo per me!-
-beh certo, ti capisco. Andiamo a fare un giro-
Salutammo Emma e uscimmo. Girammo per la città e parlammo dei nostri problemi, ma soprattutto di Dan.
Mi disse che dovevo capire bene quello che volevo prima di compiere mosse azzardate.
Mi accompagnò a casa.
-Grazie Liam- dissi dandogli un bacio sulla guancia.
Entrai in casa. Dan non c’era. Andai in cucina a preparare la cena. Sula tavolo c’era un foglio. Si scusava per come si era comportato e sperava lo perdonassi.
Quella sera non avevo voglia di mangiare. Smisi di cucinare e andai in camera.
Le coperte avevano il profumo di Dan. Quella notte sarebbe stato davvero difficile dormire.
 
 
 

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Capitolo 11
*** Liam o Dan ***


 
Si era fatta mattina ed ero già sveglia, la notte l’avevo passata in bianco.
Erano le 8.00. Preparai la colazione con calma dopodiché iniziai a prepararmi per andare all’accademia.
La stanchezza si faceva sentire, però dovevo andare a lezione.
Presi il borsone e uscii di casa.
Lungo la strada che mi separava dall’accademia pensai a come i due ragazzi che conoscevo da poco, Liam e Dan, mi stavano facendo perdere di vista la danza; anzi la mia danza.
Nello spogliatoio c’era una gran confusione.
-che succede?-chiesi ad una ragazza.
-non lo sai? Tra pochi giorni ci sarà un’audizione per lo spettacolo di fine anno- rispose entusiasta.
Non ci potevo credere. Dovevo essere in forma per quel giorno.
-emma!- dissi vendendola entrare nella stanza.
-ciao Al!-
-Al? È così che mi chiami ora?-
-si- rise.- non ti piace?-
-certamente!-
Entrammo in sala prove per scaldarci.
-Ally perché non sei venuta l’altro giorno?- chiese Daisy, la mia insegnante.
Mostrai il braccio.
-cos’è successo?-
-una distorsione, ma sta già passando-
-um, capito- si allontanò- forza ragazze, iniziamo la lezione-
Quella lezione era davvero faticosa. Ero stanca e non riuscivo a rendere come avrei dovuto.
Nell’esercizio delle piroette dovetti fermarmi, mi girava la testa e mi sentivo debole.
Chiesi alla mia insegnante di uscire un attimo nel corridoio.
Dopo il suo consenso chiusi la porta della sala alle mie spalle; la testa girava così decisi di sedermi a terra.
-Ally?-
Alzai lo sguardo, era Liam.- cosa ci fai qui?- chiesi sorpresa.
-faccio lezione. Cos’hai?- chiese preoccupato.
-mi gira la testa. Stanotte non ho dormito e la stanchezza si fa sentire-
Frugò nella suo borsone e tirò fuori una bustina di zucchero.
-tieni- disse porgendomela.
-grazie. Ma cosa ci fai con le bustine di zucchero nella borsa?-
-in casi di emergenza sono sempre utili-
Scoppiai a ridere.
Mi consigliò di informare la mia insegnante che andavo a casa perché mi sentivo poco bene.
-io ho finito la lezione, ti accompagno a casa- disse rivolgendosi a me.
Mi vestii e uscimmo.
Stavo un po’ meglio forse perché avevo Liam vicino.
Mi accompagnò nel mio appartamento.
-vuoi che stia con te ancora un po’?-chiese.
-magari- dissi chiudendo la porta di casa.
Gli mostrai l’appartamento e ci sistemammo in camera mia.
-come va con Dan?- chiese curioso.
-il fatto è che a me piace ma è troppo possessivo non ce la faccio a sopportare le sue pressioni.-
-questo non succederebbe con uno come me- disse con un velo di sarcasmo.
-lo so-
-Ally io ti devo dire cosa provo-
-cosa?- quell’affermazione mi aveva letteralmente spiazzato.
-visto che non sai che fare con Dan io ti devo confessare che mi piaci. Lo so sembrerà una cosa stupida ma non lo è affatto. Non sono mai stato bene come con te. Mi piace tutto di te.-
-Liam…-
-aspetta. Io penso che potrei darti tutto quello che vorrai. Lo so a volte non ho il senso della misura ma dopo che ho cercato di uccidere tutti con quell’incidente, giuro che cambierò.-
Liam si era confessato. Non aspettavo altro.
Dan mi piaceva ma non mi permetteva di essere me stessa al cento per cento. Avevo paura di un suo giudizio negativo. Non riuscivo a tener testa alla sua possessività. Non so perché l’ho baciato, in quel momento mi sembrava la cosa più giusta ma ora con Liam lì vicino pensavo di aver fatto la cosa sbagliata.
Perché la mia vita doveva essere così ingarbugliata?
-a cosa stai pensando?- chiese Liam.
Gli raccontai quello che pensavo di Dan. Mentre parlavo lui sembrava ascoltarmi,ad un tratto mi baciò. Prima con delicatezza poi con violenza. Mi afferrò i fianchi e mi attirò a lui. Mi stava praticamente sopra. Non riuscivo a staccarmi,no so il perché. Presi coraggio e lo spinsi indietro con forza.
Rimanemmo distesi l’uno vicino all’altro per un paio di minuti. Nessuno dei due parlava. La mia testa era piena di emozioni, domande e incertezze.
-Liam?-
-Ally non so cosa mi sia preso. Quello che provo per te è un sentimento che non riesco a trattenere. Scusa. Non è solo questione di attrazione fisica.-
-capisco, però ora ho le idee più confuse di prima. Con Dan mi rendo conto che non potrà funzionare almeno che non smetta di essere geloso. Con te invece è tutto più semplice. Però penso che devo concedere una possibilità a Dan.-
-io ti aspetterò. Non ho mai provato niente di simile con nessun altro-
Si alzò dal letto e si avviò verso la porta; lo accompagnai e mi salutò stampandomi un bacio sulle labbra.
Lo spinsi via e chiusi la porta.
Mi sedetti a terra e iniziai a piangere come una bambina.
Non potevano piacere due ragazzi, per di più mi ero lasciata trasportare dall’emozione del momento.
Chiamai Dan al cellulare, volevo chiedergli se ero in tempo per accompagnarlo a prendere le lastre.
Non rispose. Andai in camera a riposarmi visto che quella notte non avevo chiuso occhio.
Non feci in tempo ad entrare nella mia stanza che il suonò il campanello.
-Dan ti ho chiamato ma non mi hai risposto-
-perché stavo venendo da te-
-entra-
-cosa volevi dirmi?-
-per prima cosa volevo sapere se ero in tempo per accompagnarti a prendere le lastre-
-sono appena tornato dall’ospedale. Però non le ho aperte, volevo farlo con te. Comunque ti volevo chiedere scusa per come mi sono comportato con te la scorsa volta. Non so cosa mi sia preso, quando sento il nome di Liam vado su tutte le furie.-
-sono contenta che tu le voglia aprire con me. Per quanto riguarda il tuo comportamento, scuse accettate, ma che sia l’ultima volta Dan, intesi?-
-certamente-
-e poi ti volevo dire che ho riflettuto a lungo e sono giunta alla conclusione che voglio dare una possibilità al nostro rapporto-
-sei sicura?-
-si, però niente gelosia e possessività. Non riesco a sopportare né l’una né l’altra.-
-sono davvero felice!- disse baciandomi sulle labbra.
-e ora le lastre!- lo incitai.
Aprì piano la busta. Non aveva fratture era solo un dolore dovuto al brutto colpo che aveva preso.
-contento?-
-mai stato così felice! Non devo subire un intervento e sto insieme alla ragazza che mi piace-
Lo strinsi forte. Mi sentivo protetta fra le sue braccia.
Non sapevo se la nostra relazione avrebbe funzionato, ma in quel momento ero felice.
 

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Capitolo 12
*** felicità e tristezza ***


Nei giorni seguenti pensai solo ad allenarmi per l’audizione.
Non avevo nessuna intenzione di farmi sfuggire un’occasione del genere.
Con Dan ci vedevamo poco, lui aveva il basket ed io la danza, per di più i nostri orai non combaciavano mai.
La mattina dell’audizione ero in fibrillazione.
Mi alzai prestissimo, feci colazione e mi preparai. Presi il body più bello che avevo, punte e calze.
Raccolsi i capelli in uno chignon, infilai una tuta ed ero pronta.
Suonai al campanello di Dan il quale mi aveva promesso avrebbe assistito alla mia performance.
Il viaggio da casa all’accademia fu davvero snervante.
-in bocca al lupo- disse Dan mentre mi accompagnava al’entrata della scuola.
-crepi- dissi in ansia.
Mi infilai le calze, body, punte e entrai in sala a riscaldarmi.
C’era già l’esaminatrice e qualche persona venuta ad assistere alle audizioni.
Cercai di scaldarmi il più possibile. Avrei eseguito una coreografia inventata da me. Mi rispecchiava perfettamente. Speravo di essere abbastanza brava da esprimere le mie emozioni attraverso la danza.
Ci avrei messo tutta me stessa, la danza sarà sempre l’unica cosa in cui credo veramente.
-ally tocca a te- disse la mia insegnante.
-buongiorno- salutai l’esaminatrice.
-buongiorno- rispose.-pronta?- chiese.
-si!- risposi decisa.
Dan era in un angolo della stanza aspettando che iniziassi a ballare; non mi aveva mai visto. Ero agitata ma decisa a dare il meglio.
La musica iniziò. I passi erano precisi e carichi di emozione. Eravamo soltanto io e la musica, fuse insieme per dar vita alla danza.
La musica si stoppò. Restai nella posizione finale fino a quando gli spettatori non applaudirono. Ero davvero soddisfatta di me stessa qualunque fosse stato il risultato.
Uscii dalla stanza salutando l’esaminatrice.
Dan mi seguì e mi abbracciò forte.
-sei stata bravissima!- disse baciandomi dolcemente.
-grazie- risposi continuando il bacio.
Al termine delle audizioni avremmo saputo i risultati.
Passai il tempo che mancava per sapere i risultati con Dan. Avevamo bisogno di recuperare il tempo perso.
-Ally!- urlò Liam dal corridoio venendo ad abbracciarmi.
-ciao! Come stai?- chiesi.
-molto meglio se tu stessi con me- mi sussurrò all’orecchio.
Gli pizzicai il braccio.
Vidi Dan infastidito dalla presenza di Liam.
-vai ora, lo sai com’è fatto Dan, parliamo un’altra volta- dissi.
-va bene , come vuoi- rispose tristemente e se ne andò.
-che ti ha detto?- chiese Dan.
-niente-
-qualcosa ti ha detto-
-mi ha detto che stava bene-
-sicura?-
-Dan basta! Avevi detto la smettevi di essere geloso-
-lo so ma Liam mi da sui nervi!-
-devi fidarti di me!- sbottai.
-hai ragione, scusa- disse tirandomi per un braccio e facendomi sedere sopra le sue gambe.
-ho paura di perderti- mi sussurrò.
-non succederà-
-promesso?-
-promesso- dissi baciandolo.
 
-sono usciti i risultati!- urlò Emma entrando nello spogliatoio- oh, scusate non sapevo c’era Dan- disse rossa dalla vergogna.
Scoppiammo a ridere di gusto.
Scorsi la lista fino al mio nome.
-idonea!- urlai abbracciando Emma.
-che bello danzeremo insieme- disse lei entusiasta.
 
Dan mi accompagnò a casa. Lasciai il borsone vicino la porta. Mi infilai nella vasca da bagno, era davvero rilassante.
Dan suonò il campanello.
-stasera ti porto a cena fuori- propose.
-ma…-
-ma niente. Per festeggiare la tua idoneità!-
-va bene-
Mi vesto e arrivo, se vuoi entra, tanto sei già vestito.
Indossai un vestito blu con le scarpe abbinante. Un filo di trucco e uscimmo di casa.
-sei davvero bella!-esclamò.
Arrossii.
Dan mi aprì la portiera.
-come siamo galanti questa sera- risi.
-certamente mia signora!- scoppiò a ridere.
Salimmo in macchina.
Il mio telefonò squillò. Era Liam.
-che vuole, ancora?- sbottò Dan leggendo il  nome sulla schermata del telefono.
-dan per favore…-
-non rispondere- ordinò.
-dan se è qualcosa di importante?-
-non è sicuramente niente di importante- disse prendendomi il telefono.
-ridammi il telefono- urlai. – dan non mi far arrabbiare, perché devi comportarti sempre così?perchè non ti fidi di me?-
-io mi fido di te, ma non di lui.-
Pigiò il tasto per rifiutare la chiamata.
-dan!- urlai.
Mi ridiede il telefono.
Ero diventata nervosa tanto che una lacrima mi rigò il volto.
Dan sembrava non accorgersene e mise in moto la macchina.
Composi il numero di Liam.
-Perché hai attaccato?-
-no, scusa, ho sbagliato tasto-
-ma stai piangendo?hai una voce strana- chiese.
-no, ho un po’ di raffreddore, dimmi- mentii.
-no volevo congratularmi con te per l’audizione-
-ah, grazie mille, mi fa piacere, scusa ma ora devo andare, ci sentiamo dopodomani-
-ok, ciao.-
-cioa-
Terminai la chiamata.
L’aria nella macchina era davvero testa.
Le lacrime uscivano senza controllo. L’effetto dell’arrabbiatura con Dan.
Quel giorno fantastico era diventato il più brutto della mia vita.
 

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Capitolo 13
*** tanto amore ***


Scesi dalla macchina sbattendo la portiera. Entrai nel ristorante e attesi che il cameriere mi indicasse il tavolo. Dan arrivò dietro di me.
Ci sedemmo e per tutta la serata parlammo a monosillabi.
-che ordini?- mi chiese lui.
-non so-
Tu?
-neanche-
-bene-
-bene-
La serata fu davvero straziante.
Ordinai una pizza e lasciai la maggior parte nel piatto; avevo lo stomaco chiuso.
Pagammo e salimmo in macchina.
-hai l’intenzione di non parlarmi più?- chiese quasi scocciato.-
-sei consapevole di come ti sei comportato prima?-
-si però non mi sembra questo il modo di farmela pagare- concluse.
-non si tratta di come devo fartela pagare. Il fatto che mi far stare male è che non ti fidi di me-
-te l’ho detto. Io non mi fido di Liam.-
-Liam non c’entra. Devi fidarti di me-
-mi perdoni?- chiese avvicinandosi a me.
-si ti perdono, però non reggo più questa situazione-
Mi prese i fianchi e mi avvicinò a lui.
Si avvicinò per baciarmi ma io mi scansai. Ci riprovò ma questa volta cedetti. Era davvero dolce, non resistevo alla sua tenerezza.
-andiamo a casa?- domandai; ero davvero stanca.
-ok-
Parcheggiò davanti il condominio.
Mi tolsi i tacchi e salii le scale a piedi scalzi.
Prima di aprire la porta di casa salutai Dan con un bacio.
-vieni da me?- mi chiese.
-va bene, mi cambio e arrivo-
Indossai una maglietta e un leggins e chiusi la porta.
-è molto più comodo il tuo letto del mio!- affermai buttandomi sul materasso.
Dan si mise una felpa e si sistemò sotto le coperte.
Quella sera faceva freddo.
-hai sonno?- mi chiese.
-abbastanza- risposi sinceramente.
Stavamo accoccolati sotto il piumone, quei momenti erano i migliori.
Dan mi accarezzava i capelli, mi prese il viso tra le mani e mi baciò.
-dan io mi fido di te-
-e io cercherò di avere più fiducia,ho bisogno solo di un po’ di tempo-
-promesso?-
-assolutamente-
-basta parlare- mi disse.
Riprese a baciarmi prima delicatamente poi con foga.
Mi sfilò la maglietta e lo stesso io feci con la sua felpa.
Mi fermai.
-che c’è?- chiese preoccupato.
-siamo sicuri di quello che stiamo facendo?-
-io si Ally, ma tu?-
-si, però ho paura del dopo-
-avrai la mia parola che non soffrirai più-
Ora ero io a baciarlo. Eravamo solo noi due e la voglia di stare insieme.
 
La mattina seguente mi svegliai, Dan non era vicino a me.
Dov’era andato?
Rimasi a letto finchè non sentii la porta aprirsi.
-dan?-
-ti sei svegliata finalmente!- disse entrando nella camera.
-che ore sono?- chiesi stirandomi.
-le 11.00-
-dove sei stato?-
-a comprare i cornetti- rispose sfoggiando un sorriso.
-così mi metti all’ingrasso!- risi.
-ma se sei magrissima!-
Si accomodò sul letto e mi diede il buongiorno dandomi un bacio.
-quanto sei dolce!- dissi sincera.
-tu non sei da meno- -stamattina non hai lezione?-
-no per il resto del mese no, perché Daisy è in Spagna-
-quindi potremmo passare più tempo insieme?-
-certamente!-
Mi alzai dal letto e andai a preparare il caffè.
-che facciamo oggi?- Chiese dan dalla camera.
-potremmo andare a fare una passeggiata in centro- proposi.
-e se invece andassimo a correre?- domandò affacciandosi alla porta della cucina.
-bravo! Mi sembra un’ottima idea- sorrisi.
Bevemmo il nostro caffè dopodiché ci infilammo la tuta e ci dirigemmo verso il parco.
Era bello correre insieme, era stimolante.
Dopo un’oretta circa ci sedemmo sull’erba.
-è stato davvero stancante!- affermai distendendomi a terra.
-non la fare tragica! Era solo una corsetta-
-una corsetta? Non sono così resistente come te!-
-sei proprio scarsa!- scherzò.
-ehi!-
-Ally sto sterzando!-
-ma guarda tu se mi devo far prendere in giro da uno come te!-
-uno come me?- disse facendomi il solletico.
-dan basta,non ce la faccio più!- dissi morendo dal ridere dal solletico.
Dan non badò alle mie parole e continuava a solleticarmi.
Lo presi e lo buttai a terra; lo baciai. Finalmente si era fermato.
-era il solo modo per farti smettere!-
Rise.
-ally-disse serio.
-si?-
-penso di amarti-
-sdolcinato!!-
-no davvero-
-è molto bello quello che mi stai dicendo –
-tu?-
-sinceramente ancora no, però per adesso ti voglio un bene dell’anima-
Restammo distesi sull’erba a scherzare e giocare come due bambini.
 

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Capitolo 14
*** gelosia ***


La mia storia con Dan continuò per diversi mesi.
Liam non si era fatto più vivo, forse per questo motivo io e Dan stavamo ancora insieme.
Nel frattempo le prove per lo spettacolo erano a buon punto.
Non avevo ottenuto la parte principale, ma mi era stato assegnato comunque una parte importante.
Il tempo che stavo passando a New York mi fece capire che la danza non era una priorità nella mia vita, però la amavo.
Quando ballo i pensieri spariscono. Rimango io e la musica; amo vedere il corpo che si muove sulle note del compositore. È quasi una magia.
Passavo più tempo a casa di Dan che nel mio appartamento.
La gelosia non affiorò più, eravamo una coppia stupenda e io l’amavo da impazzire.
-ti accompagno stamattina a lezione?- chiese dandomi un bacio.
-si grazie, non mi va di camminare- risposi.
-mi preparo e andiamo-
Infilai una tuta, raccolsi i capelli in uno chingon, presi la borsa e uscimmo.
-ciao Dan, ci vediamo dopo-lo baciai e mi diressi verso lo spogliatoio.
Mi cambiai e mentre percorrevo il corridoio che mi separava dalla sala prove qualcuno coprì il mio viso con le sue mani.
-indovina chi sono?- chiese camuffando la voce.
-emma?- feci un tentativo.
-no-
Cercai di liberarmi il viso dalle mani e quando ci riuscii mi voltai verso la persona.
-Liam!- urlai saltandogli al collo.
-mi sei mancata Ally, non sai quanto!-
-ma che fine hai fatto?- chiesi curiosa.
-sono stato da mia nonna. Dovevo dimenticare te e Dan ma non ci sono riuscito- rispose triste.
-Liam…- lo abbracciai forte.
-state insieme?- chiese.
-a quanto pare…-
-sei felice-
-ora come ora si. Il fatto che eri lontano lo ha aiutato a non essere geloso.-
-capisco-
-Liam esci con altre ragazze, non pensare a me ti prego, non rendere le cose più difficili-
-ma ti piaccio?-
-Cavolo Liam non iniziare. Mi attrai non lo posso negare, ma non so se mi piaci.-
-ci vediamo dopo la lezione?-
-vediamo quello che posso fare- risposi.
Entrai in sala; mentre mi scaldavo ripassavo mentalmente la coreografia.
Quando fui pronta la musica partì e iniziai la mia variazione sulle punte.
Amavo quelle scarpette con il gesso,davano moltissime soddisfazioni oltre che provocare dolori ai piedi.
La mia variazione era quasi perfetta, mancava poco.
-abbiamo finito per oggi Ally-disse Daisy.
-grazie, a domani- dissi uscendo dalla stanza.
mi feci una doccia, mi vestii e scesi la scalinata che mi separava dall’uscita.
-al!- urlò Liam che mi stava raggiungendo.
-Liam-
-facciamo una passeggiata?-
-dai va bene-
-grazie mille ti adoro- disse baciandomi una guancia.
Uscimmo dall’accademia e ci avviammo verso il parco, non quello in cui mi aveva portato Dan.
Liam mise una braccio intorno alle mie spalle.
Qualcuno mi afferrò un braccio e mi sottrasse da Liam.
-Ally!-
-Dan cosa ci fai qui?-
-tu cosa fai con Liam?- sbottò.
-stavamo facendo una passeggiata- risposi sincera.
-con il suo braccio intorno alle tue spalle?-
-cosa sarà mai!- dissi sconsolata.
-ti vedi con lui quando io non ci sono?- urlò Dan.
Liam stava assistendo alla scena senza intervenire.
-no Dan. Io sto con te-
-certo stai con me e mi tradisci con lui!-
-Dan non ti permetto…-
Non riuscii a finire la frase che il mio ragazzo mi diede uno schiaffo. Non mi aveva mai toccato prima.
-Dan..- ero scioccata.
- scusa Ally, non volevo- disse abbracciandomi.
-lasciami! Ma che persona sei? Non ti riconosco più- dissi tra le lacrime.
Camminavo velocemente. Non so dove stavo andando, non mi importava; andavano bene tutti i posti a patto che si trovassero lontano da Dan.
Liam mi seguì.
-ally-
-ti prego non parlare-
-d’accordo ma andiamo a casa-
-non ci torno-
-allora vieni da me-
-posso?- chiesi.
-ma certo! Che domande-
Salimmo in macchina.
Mi fece accomodare in cucina.
-vuoi qualcosa?- chiese.
-un bicchiere d’acqua, grazie-
Non riuscivo a capacitarmi di quello che aveva fatto Dan. Non lo credevo capace di una cosa simile.
-a cosa pensi?- chiese Liam.
-a quello che è successo. Non ci posso credere. Ma che persona è?-
-è gelosia. Permettimi di dirti una cosa. Come fai a stare con una persona del genere?-
-non lo so davvero. Io lo amo Liam, non ci posso fare niente.però non so più che fare-
-il problema sono io- disse triste.
-non importa, deve accettare la nostra amicizia-
-che farai?-
-per ora niente. Posso stare da te per un po’-
-certo!-
 

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Capitolo 15
*** la scelta giusta ***


Passarono due mesi. Dan non si fece sentire. Io non avevo intenzione di chiamarlo.
-ancora niente?- chiese Liam mentre rifaceva il letto.
-no purtroppo. La verità è che mi ha usato e basta. Non gli importa assolutamente niente di me-
-non posso darti torto-
-però a me piace, dannazione!-
-posso farti una domanda un po’ intima?- chiese.
-dimmi-
-ma ci sei stata?-
-si- arrossii.
-ecco perché ti senti così legata a lui.- concluse.
-forse.dopo lo sbaglio che ha commesso mi avrebbe dovuto chiamare, invece niente-
-l’unica cosa è dimenticarlo-
-può darsi.-
-ally ti prego dammi una possibilità, non ti deluderò-
-tu hai ragione, però mi sentirei una ragazza poco per bene se vado con uno e con un altro-
-Ally ma che dici? Hai scelto Dan invece che me. Lui ti ha usato ma tu lo amavi quindi è normale che hai fatto quello che hai fatto. Ora se vuoi provare con me, che male c’è? Perché non vuoi essere felice?-
-forse hai ragione tu-
Il nostro discorso finì lì.
Passarono alcune settimane. Dan non si fece sentire e io ragionai su quello che mi aveva detto Liam.
In fondo a me piaceva, perché dovevo privarmi della felicità?
Dan si era divertito a prendersi gioco di me, ora basta. Avrei pensato a me stessa.
-al stasera guardiamo un film?- propose Liam.
-si va bene. Quale?-
-non saprei,uno che mette tanta paura-
-non è il mio genere però se ti piace va bene-
-vado a noleggiarlo-
-ok, ci vediamo dopo intanto preparo la cena-
-perfetto!-
Per cena preparai pizza e patatine fritte. Non era molto salutare ma per una volta andava più che bene.
-già tornato?- chiesi.
-si,c’era poca fila-
La cena era buona. Liam lavò i piatti mentre io mi sedetti su divano.
-inizia!-urali mettendo il dvd.
-arrivò- disse correndo e si sedette vicino a me.
L’inizio era abbastanza tranquillo.
-o mio Dio!- urlai stringendomi a lui.
-tranquilla!- disse rassicurandomi.
-no Liam non ce la faccio a guardarlo- dissi dopo alcune scene orribili.
Andai in camera per non sentire le voci del film.
Chiusi la porta e mi distesi sul letto.
-aaaaaaaa!-urlai.
Liam era entrato nella stanza e mi aveva afferrato una gamba. Non mi ero accorta di nulla.
-per poco non mi prende un infarto!- sbottai.
Scoppiò a ridere e salì sul letto.
-dai vieni di là, il film è bellissimo-
-no per carità dei film horror ne ho abbastanza-
Eravamo l’uno vicino all’altro, si sentivano le voci del film in sottofondo.
Liam si avvicinò lentamente e con un dito sfiorò le mie labbra.
Mi voltai e gli sorrisi.
Mi baciò. Mi staccai.
-Liam tu non mi deluderai mai, vero?-
-ally tu mi piaci più di qualsiasi cosa al mondo. Non potrei mai ferirti-
Mi baciò delicatamente. Era davvero dolce.
Non so quanto durò quel momento, ma fu bellissimo.
Ci addormentammo come due bambini, abbracciati.
Ero sicura che Liam mi avrebbe reso felice, era la persona giusta, questa volta davvero.
 
Ora stavo con Liam. Dan era uscito completamente dalla mia vita, per sempre.
Il giorno dello spettacolo era arrivato.
Nel camerino c’era aria satura di ansia.
Mi truccai, feci lo chingon, infilai il vestito e le punte e corsi sul palco a scaldarmi.
Il vestito a dir poco fantastico.
Tutto blu. Tutù piatto e il corpetto pieno di strass che illuminavano il mio corpo.
La terza campanella suonò.
Il sipario si aprì e la musica iniziò.
La variazione era perfetta. Tutti applaudirono e il mio cuore si riempì di gioia.
Liam mi portò un mazzo di rose rosse.
Quel ragazzo era strabiliante.
-grazie amore!- lo baciai.
-sei stata perfetta!-
Tutti si congratularono, soprattutto la mia insegnante.
- Liam mi accompagni a prendere un po’ di cose a casa mia?-
-certo, andiamo-
Aprii la porta, quanto tempo era passato. Presi le cose che mi servivano e le misi dentro una borsa. Chiusi la porta e salii in macchina.
A casa di Liam c’era un silenzio tombale.
-ma i tuoi non ci sono mai?-
-no, vivo qui da solo.-
-ah ho capito-
Stavo con Liam da quasi sei mesi. Quella sera era il nostro anniversario.
-andiamo a cena fuori?-
Mi venne alla mente la cena al ristorante con Dan. Cancellai immediatamente quei pensieri.
-sarebbe fantastico!-
Ci preparammo.
Indossai un vestito verde e un paio di tacchi.
Liam camicia e jeans. Quant’era bello.
Erano le 20.30, noi avevamo prenotato per le 20.00. eravamo in ritardo.
Mi truccai lungo la strada per il ristorante.
La cena fu perfetta. C’era tranquillità e tanta voglia di stare insieme.
-Liam andiamo sono quasi le 24.00!-
-si andiamo hai ragione-
A casa mi sfilai il vestito e misi una maglia lunga. Mi struccai e andai in cucina a prendere un bicchiere d’acqua.
Liam mi prese i fianchi e mi avvicinò al muro.
-Ally Stander, io ti amo-mi sussurrò all’orecchio.
Sorrisi mentre sentivo il mio cuore battere all’impazzata.
Mi baciò prima dolcemente poi con forza.
Riuscivo a sentire il suo cuore battere forte.
Mi trascinò nella camera senza staccarsi dal bacio.
Mi adagiò sul letto.-sei sicura?-
-ora più che mai-
Sbottonai la sua camicia.
Quella sera fu la più bella di tutta la mia vita.
 
 

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Capitolo 16
*** il brutto incontro ***


Quella mattina era il primo giorno di primavera.
-buongiorno piccola- mi sussurrò Liam all’orecchio.
La sua voce mi svegliò.
-buongiorno- dissi stirandomi.
-come stai?- chiese.
-benissimo, mai stata meglio. Stare con te è la cosa migliore che abbia fatto nella mia vita-
-ti amo tanto-
-anche io, non sai quanto-
Mi alzai dal letto e mi vestii.
-che facciamo oggi?- domandai.
-non ne ho idea-
-potremo stare tutto il giorno in casa- risi.
-e dai, sul serio-
-idea! Ti porto in un posto-
-dove?-
-vedrai-
-facciamo i misteriosi- rise.
-vestiti, dai-
-agli ordini!-
Mi infilai un paio di jeans e un maglioncino lilla.
-prendo le chiavi della macchina e andiamo-
Gli indicai la strada, ignaro di dove stavamo andando.
Parcheggiò e lo guidai al parco che mi aveva mostrato Dan.
-un parco?- disse sorpreso.
-si, ti piace?-
-non c’è nessuno!-
-ho detto la stessa cosa, quando Dan mi ci ha portato!- risi.
-Dan ti ha portato qui? E perché ci hai portato me?-
-perché è un posto magico, vieni-
Gli presi la mano e lo accompagnai sotto l’albero.
Ci sedemmo e gli feci ascoltare il rumore del vento tra le foglie dell’albero.
-ti piace?-
-è bellissimo Ally-
Mi strinse a se.
-così per sempre- mi sussurrò.
Lo baciai. Stavo quasi per piangere per le parole che aveva appena pronunciato.
Sentimmo dei passi dietro di noi, vidi Dan. Feci finta di niente.
-ciao- disse Dan rivolgendosi a noi.
Ci voltammo.
-ciao- rispose Liam.
-perché siete qui?- domandò.
-mi ha portato Ally-
-non mi saluti?- chiese Dan rivolgendosi a me.
-Dan  non mi sembra il caso di chiedere il perché- rispose Liam.
-mi sembra abbastanza grande per rispondere da sola- rispose scocciato.
Liam stava per alzarsi e andare verso di lui, ma lo tirai per un braccio.
-ti posso parlare?- mi chiese Dan.
-non ho niente da dirti- risposi senza guardarlo in faccia.
-io si invece-
-a me non interessa-
-dai vai, tranquilla- sussurrò Liam.
Mi alzai e mi diressi verso di lui.
Ci allontanammo un po’ così che Liam non potesse sentire.
-perché non ti sei fatta più sentire?- chiese.
-Dan ma stiamo scherzando? Io mi dovevo far sentire? Io mi fidavo di te e tu mi hai usato. Non ti è mai importato niente di me-
-non puoi dire questo-
-questo è quello che sembra. La tua gelosia ti ha portato a darmi uno schiaffo. Questo non è amore-
- per me si-
-no Dan, non lo è.
-Ally io ti amo-
-può anche darsi ma non si dimostra nel modo in cui lo hai fatto-
-ho sbagliato a darti uno schiaffo, ti ho chiesto perdono-
-Dan no. La tua gelosia non mi fa vivere bene. Non ce la faccio-
-se non c’è Liam non sono geloso.
-a te interessa che l’unico ragazzo che conosca sia tu. Non va bene. Ho il diritto di avere amicizie maschili-
-state insieme?-
-si-
-da quanto?-
-da un po’-
-lo ami?-
-si-
-non ci credo, ti ami me.-
-no Dan non ti amo. Credevo di amarti ma sbagliavo-
Mi attirò a lui e mi abbracciò.
Cercò le mie labbra. Cercavo di staccarmi dalla sua presa, non ci riuscivo.
-Dan lasciami-
-no, assolutamente, sei mia. Io lo so che mia ami.
-no Dan smettila-
Vendendo che ero in difficoltà Liam arrivò in mio soccorso.
Mi tirò per un braccio e finalmente riuscii a liberarmi dalla presa di Dan.
-vattene- ordinò a Dan.
-solo perché voglio io, non certo perché me lo hai detto tu-
-come vuoi- troncò Liam.
Mi accasciai a terra e iniziai a piangere.
-al non fare così, perché piangi-
-non lo so Liam. Dan rende la mia vita uno schifo, non ce la faccio più ti giuro.-
-Al sei con me, basta. Dan è una persona orribile-
-mi abbracci?-
-vieni qui. Non riesco a vederti così-
-adesso passa-
Tra le sue braccia tutto passava.
-come farei senza di te?-
-e io senza te?-
-come siamo sdolcinati- scoppiammo a ridere.
Il mascara si era sciolto a causa delle lacrime. Presi un fazzoletto cercando ti ripulirmi.
-non verremo mai più qui-
-mai più-
Tornammo a casa.
Il cellulare di Liam squillò.
-mamma che c’è?, davvero? Quando? Ok, a domenica. Posso portare una persona? Grazie-
-chi era al telefono?-
Chiesi abbracciandolo d dietro.
-mia madre-
-e?-
-e ha detto che domenica si sposa mia cugina-
-devi partire?-
-si ma tu verrai con me-
-al matrimonio?no Liam-
-come no? Vedrai che ti divertirai-
-ma non ho il vestito adatto, le scarpe adatte-
-per quello ci sono io. In settimana andremo a comprarci qualcosa-
-lo faresti per me?-
-Al che domande-
Lo baciai-lo sai che ti adoro?-
-modestamente-
Scoppiai a ridere.
-ti farò conoscere tutti i miei parenti-
-così inizieranno a chiedere “è la tua fidanzata?”-
-e io risponderò si e la amo tanto-
-Liam basta mi sta venendo una carie con tutta questa dolcezza-
-come siamo spiritosi oggi-
Ridemmo. Con lui ero sempre felice.
Quello che era successo due ore prima al parco era già un brutto ricordo.

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Capitolo 17
*** ancora ***


Avevo deciso di tornare nel mio appartamento;non perché in quello di Liam non mi trovassi bene ma avevo bisogno dei miei spazi.
Liam mi accompagnò –grazie mille- gli diedi un bacio e scesi dalla macchina.
-stasera stiamo insieme?- chiese.
-assolutamente-
-ti passo a prendere alle 20.30-
-va bene, a dopo-
Liam aspettò che chiusi il portone e ripartì.
Aprii la porta e trovai un foglio a terra.
Era Dan. Diceva che partiva e non lo dovevo cercare per nessun motivo.
Lo accartocciai e lo buttai nella spazzatura.
Andai in camera. Il letto era sfatto. Aprii la finestra per arieggiare la stanza. Era stata chiusa per troppo tempo.
Mi feci una doccia. Usai il bagnoschiuma al cacao che mi aveva regalato la mia migliore amica per il compleanno, lo adoravo.
Mi infilai un paio di jeans stretti, una camicetta celeste e portai un maglioncino in caso facesse freddo.
Arricciai i capelli con il ferro e mi truccai un po’.
Liam suonò al campanello, lo feci accomodare.
-mi metto le scarpe e andiamo-
-si tranquilla, è presto-
Indossai un paio di tacchi blu.
-pronta- dissi affacciandomi alla porta della camera.
-ma quanto sei bella?-
-grazie- arrossii.
Chiusi la porta.
-dove andiamo?-
-lo scoprirai-
Salimmo in macchina e mi disse di chiudere gli occhi.
-per tutto il viaggio?-
-certo, altrimenti che sorpresa è?-
Dopo un quarto d’ora arrivammo a destinazione.
-puoi aprirli adesso-
Vidi una struttura enorme tutta illuminata.
-dove siamo?- chiesi.
- è il ristorante più chic di New York!-
-Liam se lo sapevo mi sarei vestita meglio-
-sei perfetta! Non ti preoccupare-
-se lo dici tu…-
Chiusi la portiera ed entrammo.
C’era poca gente perché era un giorno feriale.
Il cameriere ci indicò il tavolo.
Aveva prenotato un tavolo un po’ appartato.
Il cameriere ci servì la cena, era tutto ssquisito.
-ti piace il posto?- chiese Liam.
-è bellissimo,grazie davvero-
-grazie a te di stare con me-
-sai oggi cosa ho trovato nel mio appartamento?-
-dimmi-
-un messaggio di Dan in cui diceva che non lo dovevo cercare più. Ti rendi conto?-
Scoppiò a ridere- non ho parole, ma chi crede di essere?-
-era così dolce. Poi si è trasformato –
-Ally non so che dirti-
-va bè basta parlare di Dan-
Finita la cena facemmo un giro per strada.
Era l’1.00 non c’era nessuno.
Camminavamo mano nella mano.
-Liam basta, non ce la faccio più dal ridere. Mi si sono indolenzite le guance-
-va bene la smetto-
Mi divertivo tanto quando stavo con lui.i brutti pensieri sparivano e restava solo tantissima felicità.
-torniamo?mi fanno male le scarpe-
-si andiamo. Sono stanco-
Il viaggio in macchina passò velocemente.
-non mi porti a casa?- dissi osservando che aveva parcheggiato davanti casa sua.
-no, stasera stai con me-
Salimmo fino al suo appartamento, chiuse la porta e mi baciò.
-Liam-
-shh-
Ci dirigemmo verso la camera, il letto era davvero accogliente.
-aspetta- dissi togliendomi i tacchi.
Quella notte era perfetta, e si concluse magicamente.

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Capitolo 18
*** vestiti e regali ***


Mi svegliai, il cuore batteva a mille. Guardai l’orologio erano le 7.30.
Avevo avuto un incubo, non ricordo; c’era una strada lunghissima, io correvo e una persona di cui non conoscevo l’identità mi inseguiva; non avevo vie di fuga, la mia salvezza era solo correre.
Andai in cucina  a prendere un bicchiere d’acqua per calmarmi.
Tornai in camera e mi distesi sul letto. Liam ancora dormiva, era così dolce raggomitolato sotto le coperte.
Cercai di riprendere sonno ma non ci riuscii, così decisi di chiamare mia madre.
-ally, non ti sei fatta più sentire!-
-scusa mamma solo che sono stata molto impegnata-
Raccontai dell’accademia, dello spettacolo di fine anno e di Liam.
-ti vuole portare al matrimonio della sorella? Allora è storia seria- disse mia madre.
-io mi vergogno, non credo di essere all’altezza-
-ally, tu sei una ragazza splendida, non ti devi preoccupare di queste sciocchezze, se lui a scelto te è perché ti crede all’altezza, giusto?-
-si, hai ragione-
-ora vado mamma, ci sentiamo-
-ok tesoro, ti voglio bene-
Passai al telefono con mia madre circa un’ora.
Tornai in camera e Liam stava ancora dormendo, mi misi vicino a lui e gli diedi un bacio sulla guancia.
Non si svegliò. Ci riprovai e si mosse.
-Liam-sussurai.
Rispose mugugnando.
-buongiorno-
-giorno- rispose sbadigliando.
-da quant’è che sei sveglia?-
-circa un’ora-
-ma non hai sonno-
-si ma ho fatto un brutto sogno e non sono più riuscita ad addormentarmi-
-povera piccola!-
-sfotti, sfotti-
-vieni qua, dai- disse alzando le coperte in modo che mi potessi infilare nel letto.
Mi abbracciò e restammo così per un po’.
-oggi dobbiamo andare a comprare i vestiti!- disse entusiasta.
-è vero…-
-non ne hai voglia?-
-non tanto, però se vengo con te la prospettiva cambia-
-dai andiamo altrimenti facciamo tardi-
Indossai un paio di leggins e una camicia lunga.
Andai a preparare il caffè mentre Liam si cambiava.
-è rimasto un po’ di caffè per me?- chiese.
-si, tieni- dissi porgendogli la tazzina.
-grazie-
Salimmo in macchina. Accessi la radio, c’erano canzoni mai sentite prima.
Liam iniziò a cantare.
-Liam!- scoppiai a ridere.
-che c’è non sono intonato?-
-no per niente!-  risi.
Parcheggiò, scendemmo dalla macchina ed entrammo.
-buongiorno, vorremmo vedere degli abiti adatti ad un matrimonio-
-si venite, seguitemi di la- disse la commessa.
Entrammo in una sala immensa, illuminata da un enorme lampadario di cristallo.
-gli abiti per la signorina da questo lato- - per lei da quest’altro- disse rivolgendosi a Liam.
-ti aiuto a scegliere?- chiese Liam.
-magari! Ci sono troppi vestiti e tutti stupendi!-
-questo, questo e questo- disse Liam afferrando tre diversi vestiti e porgendomeli.
-e questo!- dissi io.
-vado a provarli-
Entrai nel camerino, indossai il primo vestito. Era celeste, ti tessuto morbido.
-com’è?- chiesi rivolgendomi a Liam.
-troppo celeste-
-si anche secondo me-
Provai gli altri tre vestiti ma non mi convincevano del tutto.
Provai l’ultimo.
-perfetto!- disse Liam entusiasta.
-mi piace!-
Era di colore verde, un po’ più lungo di metà coscia e mi lasciava scoperta una spalla.
Le scarpe verdi le avevo, mancava solo una pochette.
Girovagai per il negozio alla sua ricerca.
-trovata!- dissi a me stessa.
-Liam io ho finito, ora tocca a te!- dissi rientrando nella stanza.
Provò diverse combinazioni e alla fine scelse un paio di jeans scuri e una camicia beige.
Finiti i nostri acquisti, pagammo e andammo alla ricerca del regalo di matrimonio.
-cosa potrei fargli?- mi chiese Liam.
-non ne ho la più pallida idea. Dipende cosa le piace-
-non ricordo bene; mi sembra le piacesse un vaso di cristallo che aveva visto in un negozio qui vicino-
- perfetto!-
Camminammo alla ricerca del negozio, finalmente lo trovammo.
-buongiorno, vorrei vedere dei vasi di cristallo. È un regalo di matrimonio-
-si, da questa parte- disse la commessa –tutti quelli sullo scaffale in alto-
C’erano una ventina di modelli diversi, tutti bellissimi.
-quale ti piace?- mi chiese Liam.
-vediamo… quello lassù- dissi indicandolo.
-perfetto, prediamo quello- rivolgendosi alla commessa.- mi può fare un pacchetto regalo?-
-certamente-
Pagammo e uscimmo.
-è già l’una!- esclamai guardando l’orologio.
-hai fame?-
-non tanto-
-io si!- affermò.
-vieni a casa mia a pranzo?- proposi
-si va bene, andiamo-
Il tragitto durò abbastanza da farm venir fame.
Entrammo e lasciammo le buste degli acquisti per terra vicino al divano.
-cosa cucino?- chiesi.
- quello che vuoi-
Preparai un po’ di pasta e condii l’insalata.
Mangiammo verso le 14.00.
Il pomeriggio passò tra chiacchiere e tv. Per una volta restammo a casa.
-stasera adiamo al MC?
-mm, va bene-
-che c’è? Non hai voglia di fare niente- sbuffò.
-no è che…-
-cosa, pensi a Dan?-
-ma cosa dici? Se mi facessi finire di parlare invece di essere sempre prevenuto-
-allora dimmi-
-sono solo stanca, però va bene-
- ok scusa- disse baciandomi dolcemente.
Alle 19.30 ci preparammo. Volevamo arrivare presto così da tornare a casa non troppo tardi.
Indossai un vestitino nero, ballerine e raccolsi i capelli in una coda.
La cena si risolse in un’oretta.
Tornati a casa di Liam, mi catapultai sul letto; non mi andava neanche di infilarmi il pigiama.
Mi sfilai il vestito e lo buttai da qualche parte della stanza , Liam mi passò la maglia.
-non me lo dai un bacio?- chiese offeso.
-ma certo, vieni qui!- sorrisi baciandolo.
-buonanotte-
-notte-

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Capitolo 19
*** problemi ***


Il giorno del matrimonio era arrivato.
La messa era alle 10.30. la sveglia suonò alle 8.30.
-Ally, dai svegliati altrimenti facciamo tardi-
-che ore sono?-
-le 8.30-
-adesso mi alzo- dissi scostando le coperte.
-lo vuoi il caffè?- domandò Liam avviandosi verso la cucina.
-si, grazie-
Mi alzai e non trovando le ciabatte ai piedi del letto, andai in cucina a piedi scalzi.
Abbracciai Liam da dietro e gli scoccai un bacio sulla guancia.
-tieni il caffè- sorrise.
-grazie-
andai in camera a preparami.
-dov’è la busta del vestito?-
-vicino al divano-
Afferrai pigramente la busta vicino al divano e lentamente tornai in camera.
-ally una mossa!- urlò Liam.
-sta calmo!-
-ma che hai stamattina?-
-non lo so neanche io, sono stanca e non mi sento tanto bene-
-vuoi misurarti la febbre?-
-nono tranquillo-
Tornai in camera e presi il vestito dalla busta.
Lo infilai.
Mi truccai usando lo specchio della camera di Liam. Trucco semplicissimo, quella mattina non ero motivata a fare del mio meglio.
Indossai le scarpe; presi la pochette mettendoci dentro il cellulare ed ero pronta.
-Liam hai fatto?-
-si quasi, metto la camicia ed ho finito-
Prese le chiavi e uscimmo di casa.
-oh no! Il regalo-
Aprii e la porta e velocemente prese la busta con il regalo.
-possiamo andare- sorrise.
Il viaggio in macchina fu straziante. Non avevo mai sofferto di mal d’auto prima di quel momento.
-Liam ti prego fermati-
-Al stai male?-
-si-
-vuoi che torniamo indietro?-
-no, ora mi passa-
-hai bisogno di qualcosa?-
-un po’ d’acqua-
Ci fermammo al primo autogrill che incontrammo.
Liam gentilmente mi  comprò dell’acqua.
-ora va meglio-
-sicura, che vuoi venire?-
-si tranquillo-
Per il resto del viaggio cercai di dormire, in modo che la nausea non si facesse sentire.
-Al? Ally siamo arrivati-
Aprii gli occhi. Liam aveva parcheggiato vicino una chiesa.
-è questa la chiesa?-
-si- rispose Liam.- come stai?- aggiunse.
-ora abbastanza bene-
-vuoi camminare un po’ prima di entrare?-
-buona idea-
Scesi dalla macchina e facemmo un giro.
-è bello qui- dissi guardandomi intorno.
-sono contento che ti piaccia-
Mi sedetti su una panchina.
-è ora di andare- disse Liam dopo una decina di minuti.
-posso chiederti un bacio?-
-tutti quelli che vuoi- rispose.
Entrammo nella chiesa; c’erano già dei parenti che Liam salutò e a cui mi presentò.
-ah è la tua ragazza?- domandò un’anziana signora.
-si, è la mia bellissima ragazza- rispose. Gli diedi una gomitata.
Tutti mi scrutavano, mi sentivo a disagio.
Ci sedemmo sul posto riservato a noi.
-se stai di nuovo male avvertimi, ok?- disse.
-Liam, tranquillo-
Dopo poco la chiesa di popolò di tantissima gente.
La marcia nuziale iniziò e la sposa entrò dalla grande porta centrale della chiesa.
Suo padre la teneva sottobraccio, le diede un bacio e la sposa attraversò i pochi centimetri che la separava dall’altare.
La cerimonia si svolse tradizionalmente.
-un giorno anche noi saremo li- mi sussurrò all’orecchio.
Mi uscì una lacrima per la bellezza di quello che aveva detto.
Fuori dalla chiesa Liam mi presentò una miriade di parenti.
-ho mal di testa con tutti questi nomi!-
-ci credo- rise.
Al ristorante mangiai poco e niente; non avevo voglia.
Conobbi meglio una coppia di fidanzati di cui lui era il cugino di Liam. Erano davvero simpatici.
Liam mi presentò alla sorella.
-ciao- salutai timorosa.
-ciao, Ally, giusto?-
-si e tu sei?-
-katy- sorrise. Aveva lo stesso sorriso di Liam.
Liam le portò il regalo.
-grazie a tutti e due-
Verso le 18.00. tornammo a casa.
-mi porti a casa mia?- chiesi.
-no stasera o io vengo da te o tu vieni da me-
-vieni da me-
-andiamo-
A casa mi struccai, mi infilai il pigiama e mi infilai sotto le coperte.
Liam mi passò il termometro.
-Non ho la febbre!- sbottai.
-misurala comunque- disse. Cedetti alla sua testardaggine.
-che ti avevo detto?-
-allora cos’hai?-
-non lo so. Avrò mangiato qualcosa che mi ha fatto male….-
-Liam- dissi dopo pochi secondi.
-che c’è?-
-non sono sicura di quello che sto per dire, però…. ho un ritardo-
-un ritardo?-
-si, ma spero mi sbagli-
Vidi Liam sbiancare.
-domani chiamo il medico e fisso un’appuntamento- dichiarò.
-d’accordo-
-non mi ci vedo come padre-
-e io non mi vedo come madre, anche se credo sarebbe bellissimo-
Mi diede un bacio. Le sue labbra sono così morbide che mi resta difficile allontanarle.
Il matrimonio era passato e domani sarà stato un nuovo giorno da affrontare,

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Capitolo 20
*** riflessioni ***


-Ally ho chiamato il medico, ho preso l’appuntamento per oggi pomeriggio- disse Liam.
-a che ora?-
-alle 16.00- disse. –come stai oggi?- aggiunse.
-meglio-
-hai fame?-
-no, meglio che non mangio niente-
-ok, come vuoi. Hai chiamato tua madre?-
-perché?-
-per dirgli quello che sta succedendo-
-no altrimenti si agiterebbe. E poi non sono sicura-
-di cosa?-
-di essere… ho paura di pronunciare quella parola-
-incinta?-
-Liam!- sbottai.
-Ally è normale avere paura.  Io sarò sempre vicino a te, qualunque cosa succederà-
-ma quanto ti amo?- dissi strappandogli un bacio.
Nel frattempo chiamò mia madre.
-come stai?-
-tutto bene, mamma- mentii.
-non vedo l’ora che torni a casa- esultò.
Mancavano due mesi e questa bellissima avventura NewYorkese sarebbe giunta al termine.
Non avevo nessuna intenzione di tornare. Avrei potuto trovare un lavoro e vivere la mia storia d’amore con Liam.
La telefonata con mia madre terminò.
-ally che hai?- disse Liam vedendo che fissavo il vuoto.
-tra due mesi dovrò partire?-
-tra così poco?-
-purtroppo. Potrei trovare un lavoro. Non voglio andarmene.voglio stare con te-
-tua madre è d’accordo?-
-ancora non gli ho detto niente; e poi è così entusiasta all’idea di rivedermi-
-dai non ci pensare, preparati che dobbiamo andare-
-agli ordini- risi.
Indossai un paio di leggins e una maglia lunga.
Il tragitto per arrivare all’ambulatorio del medico fu davvero angosciante: avrei scoperto la verità.
Ci sedemmo nella sala d’aspetto, fino a quando l’infermiera non chiamò il mio nome.
Liam mi seguì –no Liam aspettami qui-
-d’accordo- disse tornando seduto.
Entrai chiudendo la porta.
-allora Ally, dimmi-
Raccontai il problema.
-bisogna fare qualche esame-
-quando avrò il risultato?-
-tra due giorni-
-perfetto. Grazie e arrivederci-
-che ti ha detto?- mi chiese Liam quando uscii dalla stanza.
-mi ha fatto degli esami e l’esito si saprà fra due giorni-
Tornando a casa- mi hanno chiamato alcuni miei amici prima, mi hanno chiesto se stasera facevamo qualcosa insieme-
-e tu?-
-gli ho proposto se volevano venire a casa ma prima dovevo informarti-
-ma si, falli venire-
-grazie!- disse dandomi un bacio- ci fermiamo a comprare delle pizze-
-va bene. Però io rimango in macchina-
Scese dalla macchina e si diresse verso il supermercato.
-Jessy!- urlai rispondendo al cellulare.
-come stai?-
-insomma-
-che è successo?-
-forse sono incinta, però devo ancora sapere il risultato-
-o mio Dio! Mi hai fatto prendere un colpo! Ma come..? non avete preso precauzioni?- chiese allarmata.
-ma si Jess però a quanto pare non sono servite-
-speriamo nel meglio. Avere un figlio a quest’età è un problema, però è pur frutto del vostro amore-
-hai ragione!- risi pensando a quanto amavo Liam.
-come si chiama il tuo ragazzo?-
-Liam-
-non era questo il nome…-
-quello era Dan. Il ragazzo che abitava vicino casa mia. È una storia lunga che ti racconterò appena ci vedremo. Scusa ma ora devo andare-
-ciao Al-
-ti voglio bene-
 
-chi era?- chiese Liam salendo in macchina.
-Jessy, la mia migliore amica-
-capito-
Tornati a casa aiutai Liam a scaldare le pizze.
-vai tu Al?- mi chiese sentendo suonare il campanello.
-ciao- dissi.
-ciao, tu devi essere Ally, giusto?- chiese un ragazzo alto.
-si, sono io-
-piacere Austin-
-non ci provare con la mia ragazza- urlò Liam dalla cucina.
-non ci sto provando!- rispose l’amico ridendo.
A cena mangiai poco. Stavo abbastanza bene.
Gli amici di Liam erano davvero simpatici. Non la smettevo di ridere.
Mi alzai per prendere in bicchiere d’acqua, non feci in tempo che dovetti correre in bagno.
-Al!- urlò Liam.
Vomitai tutto quello che avevo mangiato. Odiavo quella situazione. Tutti gli amici si stavano chiedendo il perché.
-Come stai?-chiese Liam.
-secondo te?-
-scusa-
-no scusa tu. Non ce la faccio più- urlai sbattendo la porta della camera. Avevo bisogno di riflettere.
Cavolo avevo la possibilità di essere incinta di Liam. Mi stava crollando il mondo addosso. Non avrei mai immaginato di poter rimanere incinta.Un bambino è pur sempre una cosa meravigliosa ma avrei dovuto affrontare mille problemi. Non so se sarei riuscita ad essere una brava madre.
-sono andati via- disse Liam affacciandosi alla porta della camera.
-vieni qui?-
Annuì con la testa.
Mi baciò prima delicatamente poi con foga. Era bellissimo stare con lui. non chiedevo di più dalla vita.
-Liam?-
-si-
-ho paura-
-Ally, te l’ho detto qualunque cosa succederà l’affronteremo insieme.-
-si però il nostro amore ci sta distruggendo-
-lo credi davvero?-
-un po’-
-non abbiamo fatto apposta, è successo-
- lo so-
-ora non ci pensare-
Mi abbracciò e mi addormentai.

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Capitolo 21
*** l'esito ***


Il giorno tanto temuto arrivò.
-Liam sbrigati o faremo tardi!-
-eccomi- disse infilandosi frettolosamente i pantaloni della tuta.
Ero in ansia, di lì a poco avrei saputo il risultato dell’esame.
In macchina nessuno dei due aveva la voglia pi parlare. Chissà cosa stava pensando Liam.
Chiedemmo della dottoressa al centro informazioni.
-buongiorno!- ci salutò.
-buongiorno, siamo venuti per i risultati dell’esame-
-Ally, giusto? Ecco qui l’esito- disse porgendomi una busta bianca.
-grazie mille, arrivederci-
-l’apriamo adesso?- disse Liam in fibrillazione.
-no, meglio a casa-
Ci sedemmo al tavolo della cucina-vuoi aprire tu?- chiesi a Liam.
-si, ti prego-
Gli porsi la busta e l’aprì lentamente.
Lesse le prime righe senza far trapelare nessuna emozione.
Quegli istanti sembravano infiniti, il cuore batteva a mille.
Finì di leggere e mi guardò –allora?- chiesi.
-vuoi leggere o te lo dico?-
-dimmelo!-
-non so come la prenderai, in fondo qualunque sia stata la risposta sarei felicissimo, esito negativo-
In quel momento avvertii una strana sensazione. Non ero felice come avevo sperato di essere. Ero rimasta delusa. Mi sarebbe piaciuto avere un figlio, mio figlio; nostro figlio.
-non sei felice?- domandò Liam.
-vorrei dire di si, ma in realtà no.-
-Ally avremo tempo, tranquilla-
-hai ragione- lo baciai.
-ora che sappiamo l’esito stasera…-
-Liam!- urali.-no stasera no-
-perché?- chiese triste.
-perché ho paura che possa riaccadere-
-va bè io ti amo comunque-
-che c’entra?-
-niente, volevo solo informarti- sorrise.
-anche io- risposi e mi stampò un bacio sulle labbra.
 
Verso sera suonò la porta.
-chi è?- chiese Liam.
-Dany, la mamma di Ally-
Liam aprì la porta –buonasera signora. Ally è in cucina-
-mamma?!? Cosa ci fai qui?-
-non potevo più stare lontano da te!-
L’abbracciai forte – quanto mi sei mancata.!-
-non ti emozionare!- dissi vedendo che scese una lacrima.
-come hai fatto a sapere che ero qui?-
-sono andata al tuo appartamento ma non c’eri. Ho suonato alla porta affianco e un ragazzo mi ha detto che eri qui-
“Dan” pensai. Era tornato.
-capito. Lui è Liam il mio ragazzo-
-si lo so me lo ha detto quel ragazzo-
-vedo che avete parlato- dissi scocciata.
-no, mi ha detto solo come si chiamava, ma già non me lo ricordò più- scoppiò a ridere.
-meglio- rispose Liam.
-dove starai a dormire?- chiesi a mia madre.
-un alberghetto qui vicino-
-per quanto starai?-
-una settimana, dopo devo tornare a lavorare-
-bene-
-allora stasera ceniamo insieme?- propose Liam.
-non posso rifiutare un invito- disse mia madre.
Quella sera mia madre si propose di cucinare anche se era stata invitata; così io e Liam ne approfittammo per coccolarci sul divano.
-è pronto!- urlò mia madre dalla cucina.
La cena era buonissima.
-allora Liam tu e Ally state insieme?-
-a quanto pare- rispose.
-da quanto?-
-orami da un po’ di tempo-
-già avete avuto rapporti?-
Mi strozzai con l’acqua che stavo bevendo, Liam divenne tutto rosso.
-mamma!- urlai. Mia madre non era mai stata così diretta, quella domanda mi prese alla sprovvista.
-emm, si- rispose timoroso Liam.
-con le dovute precauzioni?-
-ma certo mamma, non siamo mica due incoscienti!- sbottai.
-Ally scusa volevo solo sapere-
-questi discorsi fanno parte di una cosa chiamata privacy!-urlai.
Cambiammo discorso. Parlammo della danza, di Liam e di me.
-grazie per la serata ragazzi, a domani-
-ciao!- rispondemmo in coro.
-Liam?- dissi quando mia madre se ne fu andata.
-che c’è?-
-dan è tornato-
-ho sentito-
-come mai?-
-Ally non ne ho la più pallida idea. Perché ti interessa.-
-mi sembra strano e ho paura pensando che lo potrei incontrare-
-tranquilla, non ti verrà a cercare e poi ci sono io, il tuo valoroso guerriero!-
Scoppiammo a ridere.
-quanto sei scemo!- dissi scoccandogli un bacio sulla guancia.
-domani mi accompagni a casa mia?-
-per vedere Dan?-
-solo per vedere se lo incontro, ti prego-
-ma che ti importa di lui?-
-niente, però…-
- va bene, lo faccio solo perché ti amo e mi fido di te-
-grazie amore-
 

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Capitolo 22
*** di nuovo Dan ***


Liam, dai mia accompagni?- dissi alzandomi dal divano.
-tra un po’-
-va bene però sono già le 18.00-
-tranquilla se ho detto che ti ci porto, ti ci porto-
Mi risistemai sul divano guardando distrattamente una fiction.
-ma come fai a guardare queste cose?- chiese stupito.
-non sto seguendo attentamente e poi quando non c’è niente da fare è un ottimo passatempo- sorrisi.
-bah!- scosse la testa sconsolato.
Mi alzai dal divano per afferrare un pezzo di pizza sul tavolo che Liam aveva portato poco prima.
-ehi quella è la mia pizza!- scherzò.
-ed ora è la mia!-
Sbuffò. – dai tieni- dissi porgendogliene metà.
-grazie-
Risi.
Mangiata la nostra pizza mi andai a vestire.
-non ti fare troppo carina!- urlò dalla cucina per farsi sentire.
-tranquillo non ne ho la minima intenzione- risi.
-pronta!- annunciai dopo una manciata di minuti.
-andiamo allora, prendo le chiavi.- disse chiudendo la porta.
Durante il tragitto mi avvertì su Dan -Liam lo so, non ti preoccupare e poi ci sei tu con me, no?-
-si, hai ragione. Sono troppo premuroso-
-mi piace che mi riservi così tante attenzioni!-
-lo faccio perché ti amo troppo. Se ti succedesse qualcosa non saprei perdonarmelo-
Gli stampai un bacio sulle labbra.
-solo uno?- chiese con il viso triste.
-stai guidando. Dopo ce ne saranno altri!-
-non vedo l’ora- rispose ridendo.
Salimmo le scale per andare nel mio appartamento.
Era triste così vuoto e non volevo tornarci perché mi ricordava troppo Dan.
-ho un’idea! Se prendo tutte le cose e mi trasferisco da te?-
-come mai?- chiese.
-questo appartamento mi ricorda troppo Dan. E poi mia madre invece di pagare l’albergo potrebbe venire qui-
-mi sembra una buona idea!- rispose soddisfatto.
-dai aiutami ad impacchettare tutte le cose-
-ok-
Passammo le due ore successive ad inscatolare tutto quello che avevo portato  dall’Inghilterra.
-questo è l’ultimo- disse Liam infilando nello scatolone un portafoto.
-grazie davvero- sorrisi.
- figurati, mi sono divertito-
Gli concessi un bacio.
-mi stai provocando?- chiese.
-chi io? Ma quando mai!- risi.
Riprese il bacio e mi trascinò sul divano. Eravamo a pochi centimetri di distanza, mi slacciò la tuta.
-Liam no. In questa casa no-
-perché?-
-lo sai perché non ho voglia di ripeterlo-
-hai ragione scusa. Mi abbracci?-
-certo sciocco!- dissi riallacciandola.
Restammo abbracciati per un bel po’.
Quando decidemmo di andare aprii la porta per portare fuori tutti gli scatoloni.
La porta della casa di Dan si aprì.
-traslocate?- chiese acido.
-si me ne vado-
-come mai?-
-vado da Liam. La casa è più grande-
-bene-
-bene-
-Ally?- chiamò Liam da dentro l’appartamento.
-parli da sola?-
-no è Dan-
Pronunciato quel nome si catapultò fuori dalla porta.
-ciao- lo salutò Liam.
-si..ciao- rispose Dan.
-ally porto questo in macchina- disse sollevando uno scatolone.- tu porta giù il sacchetto che è in camera tua- aggiunse.
-va bene, lo vado a prendere-
Dan mi aspettò nel corridoio.
Feci finta di non considerarlo. Liam era già arrivato alla macchina. Scesi le scale quando Dan mi attaccò con le spalle al muro.
-torna con me, ti prego Ally- disse.
-Dan…non rendere le cose difficili. Hai avuto la tua occasione e l’hai giocata male-
-allora dammene un’altra-
-Dan ti ho detto che è finita. Non cambierai mai il tuo carattere-
-sono cambiato,te lo giuro-
-Dan, no. Lasciami mi stai facendo male-
-no finchè non tornerai con me-
-Dan te lo ripeto io sto con Liam. Io ti ho amato ma tu non mi lasciavi respirare, ti prego basta.
Strinse ancora più forte il mio braccio. Non avevo via di fuga. Ero intrappolata dal suo corpo.
-Dan lascia stare la mia ragazza!- urlò Liam salendo le scale.
-ha detto che mi ama e che non vuole stare con te! Diglielo Ally!-
-tu hai dei problemi. Devi farti vedere da uno psicologo-
-io sto benissimo-
Liam mi tirò via dalla presa di Dan.
-vattene!- urlò Liam.
Prendemmo gli ultimi scatoloni e andammo in macchina.
-stai bene Ally?-
-per niente. È un incubo non ce la faccio più-stavo per piangere.
-è tutto passato- disse abbracciandomi.
-grazie, ci sei sempre quando ne ho bisogno-
-non metteremo più piede in quell’appartamento-
-mai più-
Quella sera sistemammo tutte le mie cianfrusaglie a casa di Liam.
Eravamo davvero stanchi dopo il trasloco; la serata si concluse guardando alla tv  un film comico.
 

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Capitolo 23
*** mamma ***


-mamma!- dissi aprendo la porta sentendo il  campanello suonare.
-ciao tesoro- disse abbracciandomi.-posso entrare?-
-certo! Vieni…- la feci accomodare in cucina.-vuoi qualcosa?-
-no grazie. Mi chiedevo se ti andrebbe ti fare un giro con me in città-
-oggi?- chiesi.
-si, perché, hai da fare?-
-no no è perfetto!-
-allora vatti a preparare-
- sono tornato!- annunciò Liam chiudendo la porta.-salve signora!-salutò entrando in cucina.
-ciao Liam. Oggi ti posso rubare Ally?- chiese mia madre.
-ma certo! Oggi devo fare degli impegni quindi, divertitevi!-
-quanto sei carino!- disse mia madre.
Liam arrossì.
-sono pronta-  dissi uscendo dalla camera.
-non mi saluti?- chiese Liam offeso.
-ma certo! Vieni qua- dissi stampandogli un bacio sulle labbra.
-io vado alla macchina, appena hai finito scendi- disse mia madre sentendosi di troppo.
-dove andate?- chiese Liam curioso.
-non so. Ha detto che vuole andare a fare un giro in città-
-gli parlerai dell’appartamento che hai lasciato vuoto..-
-no Liam, meglio di no. Dan abita a fianco. Non voglio più sentire parlare di lui-
-capisco, però tua madre non dovrà pagare l’albergo-
-lo so Liam però no. Non me la sento-
-va bene. Dai ora non ci pensare, vai a divertirti!- disse baciandomi.
-ti amo!- dissi continuando il bacio.
-anch’io-
Mi tirò l’ultimo bacio mentre chiudevo la porta.
Aprii la portiera e mi sistemai sul sedile.
-allora.. ti piace tanto Liam, vero Ally?-
-non sai quanto mamma. lo amo davvero tanto-
-anche io e tuo padre ci siamo conosciuti alla vostra età e poi ci siamo sposati!- sorrise.
-quanto sei dolce mamma!- dissi dandogli un bacio sulla guancia.
-dove andiamo?- chiese.
-dove vuoi tu!-
Passai un pomeriggio bellissimo assieme alla mia adorata mamma.
Mi fece bene trascorrere del tempo con lei.
Girammo tutti i negozi possibili; comprammo tantissime cose dai vestiti a sopramobili, da scarpe a cappelli.
Era tantissimo tempo che non passavo un pomeriggio così superextrafantastico!
-Liam sono tornata!- dissi chiudendo la porta di casa.
Non rispose nessuno.” Dov’era andato?” pensai.
Lo chiamai al cellulare ma non rispose. Cominciavo a preoccuparmi.
Cenai e mi sedetti sul divano, stavano trasmettendo uno show televisivo.
-Ally?- qualcuno sussurrò al mio orecchio.
Aprii gli occhi e mi trovai a pochi millimetri di distanza dal viso di Liam.
-mi sono addormentata, non sono riuscita ad aspettarti sveglia-
-non fa niente- disse baciandomi.
-dove sei stato?-
-dovevo fare diverse commissioni, poi mi sono fermato a mangiare un pezzo di pizza con un mio caro amico incontrato per caso-
-potevi avvisarmi-
-lo so scusa. Non ci ho pensato-
-mi sono preoccupata quando non mi hai risposto al telefono-
-lo so Ally, scusa, mi perdoni?-
-ma certo! Però non ti dimenticare più di me-
-promesso- -che hai?- chiese vedendomi triste.
-tra una settimana devo partire-
-manca così poco?-
-purtroppo-
-ci vedremo comunque durante le vacanze-
-Liam stai scherzando?- dissi acida.
-si. Volevo solo sdrammatizzare la situazione. Voglio stare con te Ally. Solo con te. Ti prego non partire-
-il tempo di tornare, passare un po’ di tempo con i miei e tornerò per sempre-
-è una promessa?-
-ti amo Liam…- dissi baciandolo con foga.
Lo trascinai verso di me. Non avevo più paura di quello che potesse accadere. Di una cosa ero sicura: volevo lui.
 
-buongiorno amore- disse aprendo le tende della finestra.
Un’ondata di luce invase il mio viso.
-buongiorno un cavolo! Chiudi quelle maledettissime tende!- dissi nascondendo la testa sotto il cuscino.
Rise di gusto; si catapultò sul letto e iniziò a farmi il solletico.
-Liam! Sei in vena di divertimento, oggi?-
-Si!- urlò continuando a solleticarmi.
Si distese stanco sul letto.
-finalmente!- sospirai.
-questa mattina siamo acide!- provocò.
-Liam dai, capiscimi tra sei giorni parto, è normale che mi senta triste-
-lo so, volevo solo farti divertire-
-e ci sei riuscito- dissi baciandolo.
Appoggiai la testa sul suo petto e in silenzio ascoltai i suo cuore battere. Erano bellissimi questi momenti.
Nessun rumore. Solo i nostri cuori che battevano all’unisono.
-devo iniziare a preparare le cose che devo portare via-
-adesso?- chiese stupito-
-dopo mi dimentico-
-va bene, tra un po’, restiamo ancora qui- disse tirandomi per un braccio.
-quanto sei dolce-
-mi mancherai tanto, sai Ally?- sembrava avere gli occhi lucidi.
-Liam tornerò molto prima che tu te ne accorga-
-vorrei che fosse così-
-e se non vorrai tornare perché magari ti manca troppo la tua vita di prima?-
-mi  mancherà, ma io voglio stare con te. Nessuno me lo impedirà-

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Capitolo 24
*** partenza ***


Quella mattina la sveglia suonò per l’ultima volta in quella bellissima città di New York. La mia borsa di studio era arrivata al termine.
-a che ora hai l’aereo?- mi chiese Liam.
-alle 11.00-
-allora abbiamo ancora un po’ di tempo da passare insieme- sorrise.
-già mi machi- dissi abbracciandolo.
-mi accompagni all’aeroporto?-
-certo!- mi baciò.
-dimenticavo. Devo passare all’accademia per salutare Daisy e Emma-
-allora ti accompagno adesso, altrimenti farai tardi-
-grazie-
Entrai per l’ultima da quell’enorme porta, bussai alla porta.
-avanti!- sentii dire dall’interno.
-Daisy!-
-ally!-
-volevo ringraziarti di tutto. È stato davvero un anno meraviglioso. Mi è servito a migliorare la mia tecnica-
-Parti oggi?-
-si, tra poche ore-
-Ally, sarà una grande perdita non averti più a lezione-
-spero di ritornare il prima possibile. Per restare, naturalmente-
- ne sarei davvero entusiasta. Allora… a presto!- mi abbracciò.
-ci vediamo-
Chiusi la porta- emma! Ciao. Mi mancherai ma spero di tornare-
-già vai via! Ti voglio bene. Fatti sentire- disse abbracciandomi, per poco non mi stritolava.
Durante la strada per tornare all’appartamento nessuno parlò. Non volevo andarmene.
-hai preso la valigia?-
-si ho preso tutto, possiamo andare-
Liam chiuse la porta alle sue spalle, sentii una stretta al cuore. Non volevo guardarlo altrimenti sarei scoppiata in lacrime; pochi minuti e per un po’ di tempo, chissà quanto, non avrei più rivisto il mio ragazzo.
L’altoparlante chiamò il mio volo.
-è ora- annuncia.
Liam prese il mio viso tra le sue mani.
-Ally io ti amo non scordartelo!-
-mai!- una lacrima scese rigando il mio viso.
-ora vai- disse baciandomi.
Non volevo staccarmi dalle sue labbra.
-ultima chiamata…- disse l’altoparlante.
-devo andare. Ti amo Liam-
Mi diressi verso il gate. Aspettai il mio turno, feci la fila e finalmente salii sull’aereo.
Dopo tutte le avvertenze sulla sicurezza, l’aereo decollò.
Mi piaceva stare in aereo. Era strano pensare di essere oltre le nuvole.
Accesi il mio ipod e mi immersi nella musica. Non volevo pensare. Non dovevo.
Mi svegliai e l’aereo era già atterrato. Avevo le orecchie tappate. Colpa della differenza di pressione.
Arrivai ai rulli dove avrei ripreso la mia valigia. Non la vedevo. Ci mancava solo di averla persa  e sarebbe stato il secondo giorno più brutto della mia vita.
Mi sbagliavo,alla fine la trovai.
La sollevai con forza dai rulli. Era davvero pesante.
Mi diressi fuori dall’aeroporto enorme. Trovata l’uscita fermai un taxi e mi diressi verso casa.
-grazie- dissi pagando.
-arrivederci- rispose l’uomo.
-Ally!- urlò mia madre venendo ad aprire la porta.
-ciao a tutti!- dissi urlando.
Mio padre mi venne ad abbracciare.
-Fred?- chiesi.
-tuo fratello è uscito, tornerà a momenti-
-bene, vado in camera-
-ok, vai a riposare, ti chiamo quando è pronta la cena-
In camera mi buttai sul letto. Scorsi i nomi della rubrica e chiamai Liam.
-amore! Già ti manco?-
-non sai quanto. Non ho chiamato per farti sapere che sono tornata-
-com’è andato il volo?-
-ho dormito sempre!- scoppiai a ridere.
-sono contento!-
-ally è pronto!- urlò mia madre dal piano di sotto.
-Liam devo andare a cena. Ci sentiamo, ti amo!- lo salutai.
-ok, ti amo!- la conversazioni si concluse.
Scesi le scale.
-Ally!- urlò mio fratello venendo ad abbracciarmi.
-Fred! Quanto mi sei mancato!-
A cena mi chiesero moltissime cose riguardo New York, l’accademia e Liam.
-sai pensavo di trasferirmi a New York- dissi rivolgendomi a mio padre.
Per poco non si strozzava con il boccone che aveva in bocca.
-perché?- chiese stupito, bevendo un sorso d’acqua.
-voglio stare con Liam. Posso trovarmi un lavoro; fare degli stage per poter insegnare danza-
-mi sembra una cosa improbabile, Ally- disse mio padre.
-perché? Ho vinto una borsa di studio, qualcosa so fare-
-Certo, però trovare un lavoro è una cosa più complicata-
-fammi provare. Se non ci riesco torno e farò qualcosaltro nella mia vita-
-devo pensarci-
-ok però non metterci troppo-
Finito di cenare di chiusi in camera; mi distesi sul letto. Mi mancavano le serate senza Liam, la sua voce, i suoi occhi; mi mancava tutto di lui.
-Ally posso entrare?- chiese Fred bussando alla porta.
-si, vieni- dissi facendogli cenno di sedersi vicino a me.
-allora, com’è questo Liam?-
-pettegolo!-
-dai voglio sapere-
Mio fratello aveva due anni più di me. Lo amavo alla follia. Era dolce, sensibile e comprensivo. Un ragazzo da sposare.
-è meraviglioso. Non so dirti com’è. Mi trovo bene con lui, posso confidargli qualsiasi cosa e mi capisce sempre. Quando ne ho bisogno posso contare sul suo aiuto-
-ti piace proprio…-
-è si-
-dai raccontami qualcosa che non so-
Gli raccontai di Dan e di tutto quello che era successo.
-o mio Dio Ally,che persona orribile- commentò.
-lo so purtroppo. E pensare che mi piaceva tanto-
-fortunatamente c’è Liam-
In quel preciso istante squillò il mio cellulare: era Liam.
-oi!- risposi facendo cenno a Fred che doveva andarsene.
-come mai mi chiami a quest’ora?-
-volevo sapere come va- chiese.
-scusa un attimo…- dissi.- Fred vattene altrimenti non ti racconterò più nulla- lo minaccia. Aprì la porta e la richiuse alle sue spalle.
-va male Liam, non sai quanto mi manchi-
-Ally non dire così altrimenti mi deprimo-
-sai stasera ho esposto le mie intenzioni a mio padre e ha detto che ci deve pensare-
-speriamo bene-
-anche se dirà no, io parto ugualmente.altrimenti ti trasferisci tu-
-io lo farei, solo che non so se ai miei va bene-
-Liam sto scherzando, non ti chiederei mai di fare una cosa del genere-
-io ci avevo pensato. Non è una cattiva idea-
-non lo so. Prima sentiamo quello che dice mio padre. Poi ci penseremo. Sono stanca ci sentiamo amore-
-ok ciao piccola-
Quella notte fu davvero lunghissima, non riuscivo a dormire. Mancava la cosa fondamentale.
 

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Capitolo 25
*** sorpesa ***


Era passata una settimana da quando mio padre aveva promesso di prendere una decisione, ma ancora non lo aveva fatto.
Quella mattina scesi in cucina per fare colazione.
-ci hai pensato?- dissi rivolgendomi a mio padre.
-ancora no, Ally.-
-è già passata una settimana!- sbottai.
-non mi parlare con quel tono. È difficile lasciarti andare a vivere lontano da noi-
-lo so, ma è questo quello che voglio.-
-ti chiedo solo un altro po’ di tempo-
Lasciai la cucina senza aver fatto colazione. Mi si era chiuso lo stomaco. Ero arrabbiata, triste e delusa.
Chiamai Liam, volevo sentire la sua voce. Non rispose.
Infilai un paio di leggins un maglioncino grigio e uscii di casa; dovevo rilassarmi e una passeggiata in quel momento era la cosa migliore.
Ripensai a tutto quello che era successo a New York. Ero partita per la danza e il destino mi aveva catapultato da un’altra parte. La suoneria del telefono mi distolse dai miei pensieri.
-Ally dove sei?- chiese mia madre.
-sto facendo una passeggiata-
-potresti tornare a casa? Mi serve il tuo aiuto-
-non può aiutarti Fred?-
-no Ally, mi servi tu, per favore-
-va bene, arrivo- troncai la conversazione.
Percorsi la strada che mi separava da casa mia.
Non avevo la più pallida idea del perché mia madre aveva chiesto il mio aiuto.
Suonai il campanello e mia madre venne ad aprire.
-grazie Ally, vieni in cucina che mi devi aiutare a preparare una torta-
-una torta? Mi hai chiamato per aiutarti a cucinare una torta?-
Non feci in tempo a litigare con mia madre che qualcuno mi tappò gli occhi con le mani.
-Fred non è il momento di giocare- urlai voltandomi verso di lui e liberandomi dalla sua presa.
Non mi trovai davanti il viso di Fred ma quello di Liam.
Gli saltai al collo e lo abbracciai forte.
-ma cosa ci fai qui?- chiesi stupita.
-sorpresa! Sono venuto per stare con te. mi mancavi tanto Ally-
-anche tu, non sai quanto.-
-tuo padre?-
-non si decide. Sono arrabbiatissima-
-tranquilla, in qualche modo le cose si sistemeranno-
-lo spero tanto. Tu piuttosto dove alloggi?-
-un appartamentino qui vicino-
-perché non vieni a stare da noi. Abbiamo una stanza libera che non usa mai nessuno. Possiamo?-chiesi rivolgendomi a mia madre.
-se lui non è contrario per me non ci sono problemi-
-se le cose stanno così non posso che accettare la vostra ospitalità!- concluse Liam.
-stasera sei a cena con noi?-
-in realtà vorrei il permesso per portare Ally a cena fuori, è da tanto che non ci vediamo-
-ma si andate-
-papà?- chiesi.
- a papà ci penso io. Vai tranquilla Ally- mi rassicurò mia madre.
-sei un angelo- dissi scoccandogli un bacio sulla guancia.
-vieni Li ti mostro la casa- dissi facendogli cenno di seguirmi.
Dopo il tour della casa lo feci salire in camera e ci sedemmo sul letto.
-come stai?- mi chiese.
-adesso bene. Un’ora fa malissimo-
-ho visto. Era nervosa.-
-non sai quanto è stato orribile non vederti. Anche se non ci siamo visti per una settimana per me è tanto. Forse sono troppo legata a te-
-davvero pensi questo?-
-mi piace stare con te, però mi preoccupa il fatto che senza te non posso resistere-
-per me è normale che due persone che si amano vogliono stare insieme-
-forse hai ragione-
Mi distesi sul letto e lui si mise vicino a me.
-hai sonno?- mi chiese.
-stanotte ho dormito poco-
-anche io, mi mancavano i tuoi abbracci-
Gli sorrisi e gli stampai un bacio sulle labbra.
Chiusi gli occhi mentre Liam mi accarezzava i capelli. Dopo circa cinque minuti smise; mi voltai, si era addormentato. Sul mio viso spuntò un sorriso; mi risistemai sul letto e chiusi gli occhi. Ora si che potevo dormire tranquilla. Liam era con me.

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Capitolo 26
*** litigi ***


Mi svegliò la vibrazione del mio cellulare. Era Dan.
“ dove sei finita?” mi aveva scritto.
Non sapevo cosa rispondere o meglio non sapevo se dovevo rispondere.
Liam dormiva vicino a me.
“ sono tornata a casa. La mia borsa di studio è terminata” scrissi velocemente e inviai il messaggio.
“Liam?”
“è con me”
 “non tornerai mai più a New York?”
“ non lo so. È una decisione difficile”
“ti prego torna. Vorrei vederti”
“se tornerò non lo faccio per te ma per Liam”
La nostra conversazione si concluse lì.
Liam si stava svegliando così nascosi velocemente il cellulare sotto il cuscino. Non volevo sapesse che Dan si era fatto sentire. Non volevo recargli inutili preoccupazioni.
-buongiorno!- dissi.
-giorno!- rispose stirandosi.
-andiamo a fare colazione?- domandai.
-senza neanche un bacio?-
-non ti starò viziando un po’ troppo?- dissi baciandolo.
-non mi sembra- sorrise.
Scendemmo le scale e entrammo in cucina. C’era mia madre intenta a preparare una crostata.
-buongiorno ragazzi!- sorrise vedendoci entrare in cucina.
-ciao mamma. che facciamo oggi Liam?- chiesi prendendo un biscotto.
-non lo so-
-ti va di andare in piscina?- proposi.
-non ci avevo pensato! Mi sembra una buona idea! Ma..non ho il costume-
-ne prenderai uno di mio fratello!-dissi inzuppando il biscotto nel tè.
Finito di fare colazione salii in camera. Aprii l’armadio in cerca di un costume.
Ne presi uno a strisce blu e bianco e lo infilai. Indossai un paio di shorts e una canotta blu e infradito. La borsa del mare era accanto all’armadio.
Attraversavi il corridoio che mi separava dalla stanza di Fred, aprii il suo armadio e scelsi tre costumi. Liam avrebbe indossato quello che più gli piaceva.
-Ally?- chiamò salendo le scale.
-sono in camera di Fred, arrivo-
Mi trovò e si appoggiò allo stipite della porta.
-quale ti piace?- dissi mostrandogli i tre costumi.
-quello blu-sorrise.
Glielo lanciai e misi nell’armadio gli altri due.
-dai cambiati altrimenti facciamo tardi-
Uscimmo di casa e percorremmo la strada a piedi. La piscina era a pochi metri di distanza da casa mia.
Arrivati presi un lettino, tirai fuori l’asciugamano dalla mia borsa, mi sfilai pantaloni e canotta e mi distesi al sole. Sentivo i raggi penetrare nella mia pelle. Amavo il caldo.
-non vieni a farti il bagno?-
-prima il sole-
-sei pessima!- scherzò e così facendo si buttò nell’acqua. – è gelida!- urlò.
Scoppiai a ridere e mi alzai per vedere la sua faccia. Dopodiché ripresi la mia posizione iniziale.
Quel giorno non c’era nessuno a parte due anziani signori dalla parte opposta del mio lettino. Si entiva solo il rumore dell’acqua. Chiusi gli occhi rilassandomi al massimo.
-è fredda?- urlò Liam abbracciandomi tutto bagnato.
-tu sei completamente pazzo!- urlai.
Scoppiammo a ridere.
-ora dovrò proprio bagnarmi- dissi- vieni con me?-
-si tra un po’, ora sono io che voglio abbrustolirmi al sole- rispose facendomi una linguaccia.
Mi tuffai nell’acqua limpida della piscina. Era davvero fredda ma dopo un po’ mi abituai.
-Ally vieni qui un attimo?- disse Liam facendomi cenno di uscire dall’acqua.
-che c’è?- chiesi.
-perché messaggi con Dan? Chiese sconvolto.
-hai letto i miei messaggi? Come ti è venuto in mente?-
-Dan ti ha fatto uno squillo, ho preso il cellulare per rispondere e mi sono apparsi i vostri messaggi-
Cavolo avevo dimenticato di cancellarli. non mi andava di litigare con Liam.
-si mi ha scritto, e allora?-
-perché gli hai risposto?-
-non c’è niente di male nel rispondere ad un messaggio-
-invece si Ally! Ti sei dimenticata che persona è?-
-no Liam non me lo sono dimenticata-
-allora perché? Ti piace ancora? Io non voglio fare il geloso però a questo punto non so più cosa pensare-
-ma perché devi fare questa scenata? Non ti capisco. Ho anche scritto che se torno a New York è per te. lo hai letto?-
-si ma non c’entra nulla. Non devi rispondergli, punto- troncò la conversazione.
-bene!- sbottai.
Mi infilai furiosamente i pantaloni e la canotta, raccolsi le mie cose e me ne andai.
-Ally! Torna qui, dove vai?- urlò mentre me ne stavo andando.
Feci finta di non sentire. Evidentemente Liam mi seguì perché dopo pochi minuti mi raggiunse e mi tirò per un braccio facendomi voltare verso di lui.
-che c’è ancora?- urlai.- stai diventando come lui, sai? Pensavo fossi diverso- piangevo per la rabbia.
Mi abbracciò.- Ally scusami tanto, davvero. Non so cosa mi è preso. Ma io ho paura che Dan possa farti del male-
Lo strinsi fortissimo. –ti amo Liam. Voglio solo te, capito? Non mi piace Dan, capiscilo una volta per tutte-
-anche io ti amo Ally. Va bene. Non succederà più una scenata del genere, promesso.-
Lo baciai e lui ricambiò il bacio. La guerra era finita.
 

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Capitolo 27
*** il permesso ***


-è pronta la cena!- urlò mia madre dalla cucina.
-Ally è pronta la cena- disse Liam sentendola urlare.
-ho quasi finito- stavo facendo la doccia dopo la giornata trascorsa in piscina.
-mi passi l’asciugamano?- chiesi a Liam.-grazie-
Attorcigliai i capelli in un turbante e mi vestii.
Scendemmo le scale e prendemmo posto al tavolo.
Mio  padre non c’era. Aveva un pranzo di lavoro.
-papà ha deciso riguardo il mio trasferimento?- chiesi a mia madre speranzosa.
-non so nulla Ally-
-troveremo una soluzione- mi tranquillizzò Liam stringe domi la mano.
-con mio padre è impossibile. Non si può ragionare-
il pranzo continuò in silenzio, nessuno disse più nulla.
Mangiai poco per la rabbia che avevo verso mio padre.
Allontanai rumorosamente la sedia dal tavolo e mi alzai; sbattei la porta della camera e mi buttai sul letto. Era la posizione perfetta per pensare.
-posso?- chiese Liam bussando alla porta.
-si vieni-
Si sedette vicino a me. –come stai?- disse accarezzandomi i capelli.
-secondo te?-
-lo so che sei furiosa, però capisci tuo padre-
-cosa gli costa mandarmi a New York? Vivrei a casa tua, tu saresti con me; non mi succederebbe nulla. Esiste il telefono, la webcam; davvero non capisco-
-anche tu hai ragione. Oggi parlaci da sola e vedi la sua reazione, d’accordo?-
-va bene-
 
Verso le quattro del pomeriggio mio padre tornò a casa.
-papà! Ti devo parlare- dissi scendendo le scale.
-Ally, dimmi-
-andiamo in salotto-
Ci sedemmo e con calma iniziai a parlare. Esternai tutto quello che pensavo.
Dopo qualche minuto di silenzio- ho capito tutto Ally. Tu sei una bravissima ragazza e mi fido ciecamente di te. non devi essere arrabbiata. Sapere una figlia lontana è molto difficile da accettare, per me sei e sarai per sempre la mia bambina. Non poterti vedere o abbracciarti quando vorrei mi vede costretto a tenerti qui con me. Ora ho capito che devi seguire la tua strada e tenerti qui con me è sbagliato. Quindi hai il mio permesso per partire e tornare a New York; non ti dimenticare della famiglia però. Lo sai che ti voglio bene- disse con le lacrime agli occhi.
-Oh papà!- dissi abbracciandolo. Era tenerissimo quando si lasciava trasportare dall’emozione.
-ti voglio bene!- gli sussurrai all’orecchio.
-anche io-
Corsi su per le scale e spalancai la porta della mia camera, saltai al collo di Liam.
-mi lascia partire!- dissi euforica.
-vedo che sei triste!- scoppiò a ridere.
-scemo! Sono la persona più felice del mondo!- lo strinsi forte.
-dobbiamo fare i biglietti- tornò serio Liam.
-hai ragione. Prenoto on-line- dissi accendendo il mio portatile.
-ti aiuto- si offrì.
Prenotammo due biglietti per New York non mi sembrava vero. Sarei ripartita con il mio ragazzo.
-chiamo Daisy- dissi-ehi ciao! Come stai? Io bene, grazie. Ho una bella notizia…torno a New York! Si non ci posso credere. Certo che tornerò all’accademia! Va bene ci sentiamo ciao!-
-che ha detto?- chiese curioso Liam.
-è contentissima che ritorno all’accademia.-
-stasera ti porto fuori a cena-
-stasera? No Liam non mi va. Scusa ma sono stanca-
-ma dai!-
-mi farò perdonare-
 
-tua madre è davvero brava a cucinare- disse Liam salendo le scale dopo aver cenato.
-lo dicono tutti!-
Liam era già seduto sul letto quando io chiusi la porta.
-Ally ti posso parlare?- chiese Fred.
-certo- facendogli cenno di entrare.
-no vieni tu- disse tirandomi per un braccio fuori dalla stanza.-socchiudi la porta- sussurrò.
-dimmi, che c’è?- sbuffai.
-non fate troppo rumore stanotte perché io devo dormire- scoppiò a ridere
-quanto sei scemo!- arrossì.
-ah! Prendete precauzioni-
-Fred!- lo ammonii.
-che voleva- chiese Liam mentre chiudevo la porta.
-le solite sciocchezze di mio fratello-
-va bene, allora che facciamo stasera, film?-
-io ho un’idea migliore per festeggiare-dissi spegnendo la luce.
-devo dire che la tua idea non mi dispiace affatto- disse attirandomi a se.
-buongiorno- sussurrò Liam al mio orecchio.
Aprii gli occhi e sorrisi.-buongiorno-
-come stai?- chiese.
-mai stata meglio. Mi rendi felice-
-mi piace sentirmelo dire- disse baciandomi.
Il mio telefono squillò.
-chi è a quest’ora?- dissi prendendo il cellulare. Dopo due squilli il mittente chiuse la chiamata.
-chi è?- chiese Liam.
-non lo so. Aspetta- cliccai le chiamate perse. No, ancora; non volevo crederci.
-chi è?- insistette Liam.
-mi prometti che non ti arrabbi?-
-promesso-
-Dan-
-ancora? Ma cosa vuole da te?-
-Liam non vuole qualcosa da me, vuole me. Non lo hai capito?-
-e tu che vuoi fare? Pensi di parlarci?-
-non lo so. Non riesce a capire che io sto con te-
-a te non interessa più, giusto?-
-Liam stai scherzando?- urlai- ancora non lo hai capito? Sei uguale a Dan!- mi alzai furiosa ma non riuscii ad allontanarmi perché mi afferrò per il braccio e mi fece cadere sul letto-
-no Liam, non ti sopporto più!-
-ho sbagliato, lo so. Non lo faccio apposta. Tengo troppo a te-
-anche io . ma non è così che mi dimostri il tuo amore, non ferendomi e non credendo in me-
-Dan mi da alla testa. Se potessi lo strozzerei-
-non ci pensare domani saremo a New York. Solo io e te!- lo baciai.
-l’idea non mi dispiace affatto!- rispose ricambiando il bacio.

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Capitolo 28
*** destinazione New York ***


Passammo buona parte del pomeriggio a riempire la valigia, cercando di non dimenticare nulla. Eravamo davvero euforici all’idea di tornare a New York.
-dov’è il phon?- chiesi a Liam.
-in bagno, credo. L’ho usato prima-
-trovato!-
-le mie magliette?-chiese Liam.
-primo ripiano dell’armadio- risposi sicura.
-finito! Sono esausta- dissi chiudendo la valigia e buttandomi sul letto.
-ho finito anche io. Vado a prendere un po’ d’acqua-
-vengo anche io-
Mentre scesi le scale mia madre aprii la porta di casa.
-ehi ragazzi! Avete finito di fare la valigia?- chiese posando a terra la spesa.
-proprio adesso, fortunatamente-
-avete fame?-
-moltissima-
-ti aiuto- dissi portando la borsa della spesa in cucina.
-ho fatto una torta buonissima. È in forno-
-è davvero buona!- disse Liam con la bocca piena.
-sono contenta che ti piaccia. Allora Ally, sei pronta?- chiese mia madre rivolgendosi a me.
-si mamma, non vedo l’ora-
Mi abbracciò forte.- mi mancherai-
-anche tu-
Il resto della giornata passò in relax.
 
La sveglia suonò alle 7.30.
-Ally è ora di alzarsi- disse Liam aprendo le tende.
-di già?-
-eh si. Si parte!-
Aprii gli occhi e lo guardai, si vedeva lontano un miglio la sua felicità.
Scendemmo a fare colazione. Mia madre aveva  preparato una crostata alle fragole.
Mangiammo tutti insieme, era da tanto che non eravamo tutti riuniti a colazione.
Tornai in camera per vestirmi; indossai un paio di jeans, un maglioncino bianco e stivaletti.
-le valigie le porti tu all’ingresso?- chiesi a Liam.
-si amore!- disse trascinandole fuori dalla camera
-perfetto! Andiamo- dissi afferrando la borsa
Fred, mamma e papà ci stavano aspettando vicino il portone.
-non è un funerale!- sorrisi.
-ci mancherai- disse papà scoppiando in lacrime.
Abbracciai tutti facendo raccomandazioni.
-ciao fratellone!- lo strinsi fortissimo.
-ciao Ally!- disse scoccandomi un bacio sulla guancia.-fatti sentire!
-sicuramente!-
Liam salutò tutti; lo aiutai a trasportare le valige fuori dalla porta. Il taxi ci stava aspettando per accompagnarci all’aeroporto.
Il viaggio in taxi trascorse velocemente.
-grazie!-dicemmo rivolgendoci all’autista.
-buon viaggio!- sorrise.
Prendemmo dal portabagagli le valige e ci dirigemmo verso il check-in.
-presi i biglietti?- chiese Lian ansioso.
-si-
-il passaporto?-
-si, sta tranquillo!- sorrisi.
Passato il check-in aspettammo la chiamata del nostro volo.
-ci sediamo là?- dissi indicando delle sedie d’aspetto.
-si, andiamo-
-vengo a casa tua, giusto?- chiesi.
-certo Al, dove vuoi andare altrimenti?-
Sorrisi.
-ma quanto ti voglio bene?!-
-anche io tanto, troppo-
-stanno chiamando il nostro volo-
Ci dirigemmo verso il gate e dopo aver mostrato il biglietto salimmo in aereo.
Ci sedemmo e aspettammo che l’aereo partisse. La hostess mostrò tutte le uscite di sicurezza.
Dopo una buona mezz’ora riuscimmo a decollare.
-è la prima volta che prendo l’aereo con te!-
Scoppiai a ridere.
-cosa ridi?-
-che volevi dire con quell’affermazione?-
-è strano prendere l’aereo con la mia ragazza!- arrossì.
-quanto sei dolce!-
Mi svegliai all’atterraggio dell’aereo.
-siamo arrivati?- chiesi stirandomi.
-si-
-non hai dormito?-
-mi sono svegliato poco prima di te-
Slacciai la cintura e scendemmo dall’aereo.
Recuperammo velocemente le valigie dai rulli trasportatori e chiamammo un taxi.
-finalmente a New York!- sospirai.
-finalmente a casa!- Disse Liam.
Dopo pochi minuti il taxi era davanti l’entrata dell’aeroporto e ci portò a destinazione.

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Capitolo 29
*** il bacio sbagliato ***


 
Liam girò la chiave nella toppa e la porta si aprì.
Respirai a fondo –aria di casa, finalmente!-
Trascinai le valigie nella camera mentre Liam apriva le finestre per far arieggiare le stanze.
-ordiniamo una pizza stasera?- propose Liam
-buona idea, a me non va di cucinare-
Liam compose il numero sul suo cellulare mentre io chiamavo mia madre per farle sapere che eravamo atterrati sani e salvi.
-Liam vai tu?-domandai sentendo suonare il campanello.
 Salutai mia madre al telefono e andai in cucina.
-è davvero buona!- dissi ingoiandone un pezzo.
Sparecchiammo e ci sedemmo sul divano. Il viaggio ci aveva distrutto. Ci addormentammo l’uno vicino all’altro.
 
La mattina seguente afferrai il cellulare sopra il tavolino davanti al divano.
Avevo ricevuto un messaggio alle 00.30, non lo avevo sentito.
Era Dan, chiedeva se ero tornata.
“ si” risposta fredda e distaccata; doveva capire.
Dopo pochi minuti un altro messaggio “ ci possiamo vedere”.
“no”; la conversazione terminò lì.
Liam era all’oscuro di tutto. Meglio. Altrimenti avrebbe iniziato il terzo grado.
-Liam esco un po’- annunciai.
-dove vai?-
-in giro, voglio pensare a cosa farò adesso che sono qui-
-non ti preoccupare, vai. Ti farà bene.-
-grazie- dissi baciandolo.
Feci colazione al volo, indossai il giubbetto, presi il cellulare e mi incamminai per la strada; non avevo una meta.
Mi faceva bene camminare. Pensavo a quale lavoro sarebbe stato più adatto a me; volevo rientrare all’accademia, magari lavorare al suo interno come maestra; avrei potuto fare dei concorsi per insegnare danza.
Qualcuno mi distolse dai miei pensieri.
-ciao- disse qualcuno.
Mi voltai, era Dan. – ciao. Scusa ma devo andare- dissi camminando velocemente.
-ehi! Non ci credo. Perché scappi, hai paura di me?-
-Non voglio ascoltarti, so già quello che mi devi dire e non voglio confondermi-
-quindi hai le idee confuse!-
-si..cioè.. no! Dan smettila accidenti!- sbottai.
Mi prese il viso tra le mani e mi baciò. Mi dimenai cercando di staccarmi, alla fine mi arresi. Lui si staccò.
-non mi dai uno schiaffo?- domandò.
-no-
Ero confusa. Quel bacio mi ricordò tutti i bei momenti passati insieme. Io ero assolutamente convinta di amare Liam, però Dan era stato il primo ad aiutarmi in quella grande città. Ero legata a lui, questa cosa era inevitabile.
-ti piaccio..-
-Dan ascolta. Sei stato il primo ad aiutarmi. È normale che sono legata a te. è strano ma questo bacio mi ha ricordato tutti i bei momenti passati insieme. Ma io amo Liam ormai. Ti voglio bene ma non posso negare l’amore che nutro nei confronti di Liam-
-ho capito. Ho sbagliato a comportarmi come mi sono comportato. E ora ne pago le conseguenze-
Lo abbracciai forte. – troverai la ragazza giusta per te. devi solo essere meno possessivo, ok?-
-d’accordo. Non ti dimenticherò mai-
Gli scoccai un bacio sulla guancia.
-ti posso accompagnare a casa?-propose.
-certo!- sorrisi.
-grazie per la compagnia- disse salutandolo all’entrata del portone.
-fatti sentire- disse.
-ci proverò-
 
-sono tornata!- annunciai spalancando la porta.
-com’è andata?- chiese Liam.
-bene. Ho pensato tanto-
-sono contento. Spero ti sia chiarita le idee-
-sai, ho incontrato Dan-
-lo mai lo dici tranquillamente?-
-abbiamo chiarito una volta per tutte-
-cioè?-
Gli spiegai tutto quello che ci eravamo detti ma non gli dissi del bacio.
-strano vederlo calmo senza voglia di baciarti!-
Diventai rossa dalla vergogna. Liam lo notò.
-Al mi devi dire qualcosa?-
-no niente, perché?-
-perché sei rossa come un pomodoro-
-emm.. è caldo qui-
-Ally la verità-
-non ti devo dire niente- sbottai alzandomi dalla sedia.
-non me lo dire.- disse- vi siete baciati!- urlò dopo pochi secondi.
-Ally!! Non ci credo! Cos’hai per la testa!-
-Liam ti posso spiegare. Quel bacio ha aiutato a chiarire le cose tra noi-
-ma cosa dici Ally! Smettila, sei solo una bambina capricciosa che non sa cosa vuole!- sbottò chiudendo la porta.
-Liam!!!- urlai.
Perché?perchè doveva sempre finire male?
Era stata una stupida a baciare Dan; però avevamo chiarito una volte per tutte.
Scoppiai a piangere e mi chiusi in camera. Le lacrime sgorgavano da un’ora; non riuscivo a fermarle.
La porta di casa si aprì, così cercai di piangere in silenzio. Liam era tornato e non avevo il coraggio di aprire la porta della camera e varcare la soglia.
Restai lì sul letto. I minuti divennero interminabili. Lo avevo ferito profondamente e avevo paura di sapere cosa sarebbe successo al nostro bellissimo rapporto.

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Capitolo 30
*** riconciliazione ***


Trascorsero tre giorni. Liam continuava ad evitarmi. Da quando avevo baciato Dan si era rotto il filo conduttore che ci legava. Vivevamo nella stessa casa ma era come se ognuno vivesse per conto suo.
Io cercavo di parlarci, di instaurare un rapporto; niente.
Il quel momento capii che dovevo dedicarmi alla mia passione, la danza.
Mi vestii e andai all’accademia. Passai l’intero pomeriggio nella sala a ballare. Quello era l’unico modo per sfogarmi; allontanare la realtà anche solo per poche ore mi faceva star bene.
Mi feci una doccia e mi vestii. Decisi che per quella sera non sarei tornata a casa per mangiare.
Mi fermai in una pizzeria vicino all’accademia; mi sedetti e ordinai.
Il cameriere mi portò la pizza e in quel preciso istante Dan entrò nel locale accompagnato da una bellissima ragazza.
Aveva seguito il mio consiglio; ero felice per lui.
-ehi Al!- mi salutò.
-ciao Dan-
-come mai da sola?- chiese lui.
Non risposi.
-ho capito riguarda il nostro incontro-
Annuii  con la testa.
-perché glielo hai detto?-
-no glielo ho detto, lo ha capito da solo-
-dai non ti preoccupare, tornerà tutto come prima-
-speriamo-
-lei è Ann- disse presentandomi la sua amica.
-piacere Ally!-
Finii di mangiare la mia pizza, pagai e uscii da locale. Feci una passeggiata prima di tornare a casa. Non sapevo come farmi perdonare da Liam. Dovevo parlarci. Tornai a casa piena di speranza. Aprii la porta e lo trovai sul divano. Mi sedetti vicino a lui che non mi degnò neanche di uno sguardo.
-non possiamo continuare così- dissi.
Lui non rispose.
-Liam per favore. Tu lo sai quanto ti amo-
-mi ami? Ally mi hai preso in giro per tutto il tempi. A te piace Dan!-
-no, io amo te. è normale che mi senta legata a lui, è stata la prima persona ad aiutarmi in caso di necessità. Poi mi ha baciata e ho rivissuto tutti i momenti passati insieme. Era stato un bel periodo della mia vita, ma ormai è un capitolo chiuso. Ci siamo chiariti una volta per tutti tanto che oggi l’ho visto con la sua ragazza-
-sono contento che mi hai detto tutto ma non so se riuscirò a fidarmi di te come prima-
-Liam…- mi avvicinai alle sue labbra.
-no Ally, no-
Rimasi seduta sul divano con lo sguardo perso mentre lui si dirigeva verso la cucina.
Dopo pochi minuti mi alzai e andai a letto. La situazione non era risolta però stava ad un buon punto.
Liam si comportava da amico; non lo sopportavo. Come se tutti quei mesi insieme si fossero cancellati dalla sua mente. Ogni volta che usciva e non mi dava un bacio il mio cuore si stringeva. Era l’unica persona al mondo che non volevo perdere, era troppo importante.
Quella mattina uscì presto.
Dovevo sorprenderlo. Ormai erano passate più di due settimane dalla nostra crisi, dovevo fare qualcosa.
Riunii tutte le nostre foto e feci un collage. L’incontro; l’inizio; i momenti passati insieme; le difficoltà affrontate. Tutta la nostra storia era raccontata da quelle fotografie.
Infine scrissi una lettera dove spiegavo che era la persona più importante, che non volevo perderlo e tutto quello che mi sentivo di scrivere in quel momento.
Liam sarebbe tornato nel pomeriggio.
Lasciai il regalo sul tavolo, feci pranzo e poi andai all’accademia.
Un altro pomeriggio di danza mi avrebbe fatto solo che bene.
Comprai un vestitino che mi sarei messa per tornare a casa nella speranza che Liam mi avesse perdonato.
Tornai a casa e Liam era in cucina davanti al regalo. Non so se mi sentì entrare perché non si voltò.
Entrai in cucina. Si voltò e mi abbracciò. Non ci credevo.
-Ally perdonami per come ti ho trattato, non te lo meritavi. Anche per me sei la cosa più importante e non voglio perderti. Ti amo-
Non feci in tempo a dire niente che mi baciò con foga e mi trascinò sul letto e il filo che ci univa si riallacciò magicamente.
 
-sei stata fantastica a farmi un regale del genere. Mi sono emozionato tanto- disse con gli occhi lucidi.
-che dolce che sei. Dovevo farti capire quello che provavo altrimenti ci saremmo lasciati-
-infatti stavo cercando un modo per farlo se non mi avessi fatto capire tutto-
-fortunatamente sono arrivata in tempo-
-già-
 Restammo abbracciati sul letto per un tempo indeterminato.
 
 

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Capitolo 31
*** sorpresa ***


-buon compleanno!- disse svegliandomi.
-grazie amore-
Eravamo fine agosto ed era bello svegliarsi il giorno del proprio compleanno vicino alla persona amata.
La giornata passò all’accademia; non riuscii a concentrarmi al cento per cento sugli esercizi, ero agitata all’idea di trascorrere il mio compleanno insieme a Liam.
Mi feci una doccia e precorsi la scalinata; Liam era all’entrata.
-cosa ci fai qui?- chiesi.
-ti porto a cena fuori- sorrise. Era vestito benissimo.
-ma non sono vestita alla tua altezza-
-ho portato vestiti e trucchi in macchina. Hai tutto il tempo-
Gli stampai un bacio sulle labbra.
Indossai il vestito che aveva portato e mi truccai giusto un po’.
Mi portò a cena in un ristorante rinomatissimo.
-Liam non dovevi-
-invece si perché ti amo-
Il servizio era ottimo e la cena non era da meno.
A fine cena mi fece un discorso profondo su noi due. Sentivo il sangue salirmi fino alla lesta.
- ora il regalo- annunciò di punto in bianco.
Tirò fuori dalla tasta una scatolina blu. –apri- disse.
Sollevai il coperchio con calma e rimasi basita davanti all’anello che mi aveva comprato.
-è bellissimo- dissi con gli occhi lucidi.
-come te-
-Liam non dovevi. Devi risparmiare-
-per te Ally farei di tutto-
Liam lo prese e lo infilò sull’anulare della mia mano sinistra.
-Ally Stander, mi vuoi sposare?- disse ridendo.
-si- sorrisi.
Tornati a casa mi buttai sul letto.
Eravamo talmente stanchi che si addormentammo di sasso come due bambini.
 
Era passato circa un mese dalla nostra riconciliazione.
-Al vado a comprarti la tachipirina?- chiese Liam.
-si grazie-
Stavo male. Avevo la febbre e vomitavo tutto quello che mangiavo.
Mentre Liam era in farmacia chiamai il medico e presi un appuntamento.
Dopo una mezz’oretta era di nuovo a casa.
-scusa Al ma c’era tanto traffico!-
-tranquillo. Ho chiamato il medico e mi ha fissato un appuntamento per domani. Mi accompagni?-
-certo. A che ora?-
-verso le 16.00-
-perfetto. Domani mattina ricomincio l’allenamento-
-all’accademia quando inizi?-
-tra una settimana-
A cena non mangiai niente. Bevvi solamente un thè.
-come stai?- mi chiese Liam.
-ora un po’ meglio-
-dai sarà solo un virus-
-speriamo-
 
La mattina seguente la sveglia suonò alle 10.00.
-Al io vado ad allenarmi ci vediamo per le 15.30, ok?-
-ok-
Mentre Liam chiuse la porta squillò il cellulare.
-mamma!-
-ciao Al, come stai?-
-benissimo- mentii.-voi?-
-tutti bene, ci mancate-
-anche a noi. Prima o poi verremo a salutarvi-
Passai al telefono un’ora buona.
Dopodiché mi feci una doccia.
A pranzo non mangiai anche se avevo un po’ di fame; avevo paura di vomitare tutto.
-il campanello suonò- guardai all’occhiello, era Liam.
Presi la borsa e andammo dal medico.
-Liam io ho paura che, insomma, io, sia incinta- dissi mentre eravamo in macchina.
-ma che dici Ally, sta tranquilla-
Aspettammo seduti sulle sedie fuori dall’ambulatorio.
-Stander?-
Mi alzai e Liam mi seguì.
Il medico iniziò a fare diverse domande e ci chiese se avevamo preso precauzioni. Noi ovviamente rispondemmo positivamente. Dopo avermi visitato il medico sentenziò.
-Allora. La cosa è piuttosto evidente, lei è incinta-
A quelle parole Liam svenne cadendo a terra.
-Liam!- urlai.
Aiutai il medico a metterlo sul lettino.
Dopo poco si svegliò.
-Ally ma ho sognato o il medico ha detto che sei in…incinta?-
-no Liam è tutto vero-
-cosa volete fare?- chiese il medico mentre Liam si metteva seduto al suo posto.
-io lo voglio tenere- sorrisi.- tu Li che dici?-
-anche io. Infondo è frutto del nostro amore-
-perfetto allora le prescrivo la dieta che dovrà seguire e i controlli che dovrà fare-
-grazie e arrivederci-
In macchina mi accarezzai la pancia.
-ti rendi conto Liam?-
-ancora no sinceramente. Ally ho paura. Non sono pronto per fare il padre-
-neanche io mi sento pronta per fare la madre. Prima o poi deve succedere. Lo affronteremo insieme come abbiamo sempre fatto. Ti ricordi gli esami che avevano dato esito negativo?-
-si..-
-in quel momento ero triste perché mi sarebbe piaciuto essere incinta della persona che amavo. Ora non ho nessuna intenzione di essere triste-
-ti amo- mi baciò.
-non sai quanto-

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Capitolo 32
*** dodici mesi più tardi... ***


Un anno dopo…
-Liam prendi tu le valigie?- chiesi girandomi verso di lui.
-certo-
-vieni Rachel dammi la mano- dissi prendendo la mano della piccola.
Aiutai Liam a sistemare le valigie in macchina, diretti all’eroporto.
Quel giorno era il compleanno di Rachel; io e Liam avevamo pensato bene di andare a trovare i miei genitori.
Dopo due ore eravamo seduti in aereo pronti per decollare.
Rachel per tutto il tempo non fece che guardare fuori dall’oblò. Era attratta da tutto quel blu e quelle nuvole così vicine a lei.
Fuori dall’aeroporto ci stava aspettando un taxi che ci avrebbe portati direttamente a casa.
-grazie, e buon fine settimana- ringraziammo.
-anche a voi- rispose.
Suonammo il campanello.
-Ally!!- urlò mia madre abbracciandomi.
-mamma! fred!!- gli abbracciai fortissimo.
-entrate, posate le valigie lì- disse indicando un angolo della sala.
-com’è bella!- disse la mamma-vieni dalla nonna Rachel, vieni qui-
Lasciai mia madre giocare con la bambina mentre io Liam e Fred ci sedemmo sul divano.
-allora, com’è essere genitori?- ci chiese Fred.
-straziante!- sbuffò Liam ridendo.- è bellissimo ma è una grande responsabilità. Però Ally e Rachel sono la mia vita, farei di tutto per loro.- disse baciandomi.
Il campanello suonò- vado io- disse Fred.
-ciao Dany!- disse baciando sulle labbra la ragazza.
A quella scena rimasi senza parole.
-Fred!- urli- vieni subito qui! Ti sei fidanzato e non mi hai detto nulla?- sorrisi.
-emm…si lei è Dany, la mia ragazza- arrossì.-loro sono Liam e Ally, mia sorella-
Papà scese le scale e ci venne ad abbracciare dopodiché scomparve in cucina con la mamma e Rachel.
-la bambina chi è?- chiese Dany all’oscuro di tutto.
-la figlia di mia sorella- rispose Fred.
-quant’è bella!-
-grazie!- rispondemmo io e Liam.
-ha gli occhi della mamma, ma le labbra del padre e speriamo l’intelligenza dello zio!- disse Fred.
Scoppiò una risata fragorosa.
Il mio cellulare squillò.
-ehi Dan! Grazie per gli auguri. Stiamo tutti bene, voi? Volete venire a vedere la bambina…certo che potete. Quanto partite? Domani sarete qui? Perfetto! Ciao, un bacio e salutami Ann-
-era Dan ha detto che viene a trovarci e fa gli auguri a Rachel- dissi terminando la chiamata.
-restate tutto a pranzo?- domandò mia madre facendo capolino dalla cucina.
-si!- rispondemmo in coro dopo una rapida occhiata tra di noi.
-Al posso portarti un attimo via da qui?- mi chiese Liam.
-certo. Torniamo subito- dissi prendendo il giubbetto.
Camminammo per un po’, poi ci sedemmo su una panchina in un parco.
-dimmi-
-volevo solo dirti che la nostra vita è cambiata in così poco tempo. Non mi sembra vero. Una bambina. È davvero incredibile-
-tu sei incredibile Liam. Ti amo ogni giorno di più. Tu e Rachel siete la mia vita-
-anche per me è la stessa cosa-
Avvicinò le sue labbra alle mie sfiorandole; poi le appoggiò delicatamente; un bacio interminabile.
-dai andiamo. Si chiederanno dove siamo finiti- disse alzandosi dalla panchina.
Avevo avuto una bambina dalla persona che amavo di più al mondo. Mia mamma era diventata nonna e devo dire che l’ha presa piuttosto bene; non so come farò a toglierle Rachel dalle mani. Il mio fratellone si era fidanzato con Dany. Tra me e Dan era tutto chiarito; era diventata un’altra persona, sempre adorabile.
Ero entrata all’accademia come insegnante. Le mie allieve non superavano i cinque anni. Erano così belle!
Insegnare danza è una cosa meravigliosa. È un gioco di emozioni interminabile.
Liam aveva trovato un lavoro in un negozio di vestiti oltre che continuare a ballare all’accademia.
A Natale io e Liam avevamo ballato insieme al teatro diretto dall’accademia. Un’emozione unica.
La mia vita con Liam e Rachel era appena iniziata…

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