Il Tuo Migliore Amico

di zmarz
(/viewuser.php?uid=62270)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sorriso ***
Capitolo 2: *** Harry Potter ***
Capitolo 3: *** Tom Riddle ***
Capitolo 4: *** Il Ballo ***
Capitolo 5: *** Scoperte ***
Capitolo 6: *** Profumo ***



Capitolo 1
*** Sorriso ***


ccc

Sorriso



La Tana non aveva un vero e proprio giardino davanti a sè. Diciamo che oltre il cortile polveroso si estendeva già il bosco, oltre l'orticello e il piccolo giardino, che la signora Weasley curava con amore e dedizione. Subito la natura cresceva incontrollata: gli alberi, i cespugli, i fiori, ricoprivano il suolo verde e sembrava di essere già nella foresta, sulla collina.

Lee Jordan aveva ascoltato tanti racconti di Fred e George su quel bosco, e sapeva che poteva aspettarsi di tutto: da animali selvatici ai piccoli gnomi poco amichevoli.

Era con gli altri fratelli Weasley, con il manico di scopa in spalla, pronti a cercare una piccola radura riparata da sguardi indiscreti per giocare a Quidditch. Mentre i ragazzi Weasley erano tranquilli, Lee era guardingo.

Ma non fu abbastanza attento e lei apparve: piccola, rossa, veloce, selvaggia.

Che fosse uno spirito di quella incolta foresta?

L'urlo lo fece trasalire.

"Vattene a casa, Ginny" disse il fratello maggiore, Bill, alla creatura.

"No!" urlò lei, indispettita.

"Lei è Ginny, nostra sorella" gli disse Fred "una vera piaga"

Ginny guardò dalla loro parte, gli occhi di fuoco. Lee deglutì: non aveva mai visto uno sguardo così vivo.

"Ginny, vai a casa o diremo alla mamma che sei arrivata fino qui da sola" le disse Percy.

"E diglielo!"

"Ti metterà in punizione" le ricordò Ron.

"Non importa"

"Puoi fare quello che vuoi, noi non ti faremo giocare con noi" disse George.

"Su, andiamo" disse Charlie.

I sette ragazzi si incamminarono lasciando la bambina da sola. Lee si voltò a guardarla: incredibile che non stesse piangendo.

I suoi occhi, malcelavano una profonda tristezza.

Appena si accorse che Lee la guardava gli lanciò uno sguardo di fuoco.

Il ragazzo si voltò di scatto.

"Perchè non la facciamo giocare?" provò "in fondo non è tanto più piccola di Ron"

"No, Lee, non si può" rispose Fred.

"Ginny non ha mai volato su una scopa" disse Bill.

"E non ne sarebbe in grado" aggiunse George.

"La mamma, poi, si arrabbierebbe molto" proseguì Ron.

Lee annuì: le risposte, in fondo, erano giuste. Ma perchè gli dispiaceva tanto per quella bambina?

"Però, lasciarla tutto il pomeriggio da sola.." ritentò Lee.

"Sono solo capricci, i suoi" rispose Percy "non le interessa salire veramente su una scopa, deve solo copiarci. Non può ottenere sempre tutto quello che vuole!"

I ragazzi erano arrivati sulla collina. Ma Lee non riusciva a giocare bene: ogni volta le ritornavano in mente quegli occhi scuri tristi, e una morsa gli attanagliava lo stomaco.

Finse di non sentirsi bene e di voler tornare a casa. I gemelli si offrirono di accompagnarlo, ma Lee gli disse che si ricordava bene la strada e li avrebbe aspettati a casa. I due non si fecero pregare e continuarono a giocare.

Lee incontrò Ginny poco dopo, nascosta dietro dei cespugli.

"Ciao" le disse, sorridente.

Ginny non ricambiò e lo squadrò da capo a piedi.

"Che fai?" chiese il ragazzo.

"Guarda che io non ci casco ai vostri stupidi scherzi"

Lee scrollò le spalle.

La ragazzina non abbassò lo sguardo.

"Ti va di fare qualcosa?" chiese Lee.

Ginny lo guardò in modo strano.

"No" rispose.

Lee scrollò nuovamente le spalle.

"allora vado a casa"

"Perchè?" chiese Ginny.

"Non mi andava più di giocare a Quidditch"

"E perchè mai?" chiese lei, sempre più stupita. Come poteva non andargli di giocare a Quidditch?

"Non esiste solo il Quidditch" rispose lui "se vuoi possiamo fare qualcosa insieme"

Ginny era sospettosa, ma cominciava a calare le difese. Lee lo aveva capito e sorrise, conciliante.

"Se vuoi, ti insegno a volare" propose.

Il volto di Ginny si trasfigurò in un ghigno molto simile a quello dei gemelli.

"Andiamo"

Lo condusse verso il capanno delle scope e ne uscì con una vecchia scopa malconcia. Lee aveva la sua tra le mani.

"è la vecchia scopa di Charlie" spiegò Ginny "mamma e papà gliel'hanno comprata una nuova quando è diventato Capitano"

Lee si sentiva molto fiero di fare qualcosa di utile per quella bambina.

"Ti faccio vedere come devi fare per farla alzare" disse.

La ragazzina ghignò di nuovo. Lee aggrottò le sopracciglia.

"Fammi vedere" disse lei.

Lee posò a terra la scopa e, come gli aveva insegnato suo padre e Madama Bumb, gridò 'su'.

La scopa si alzò da terra e lui la cavalcò.

"Ecco, vedi, e poi.."

Alzò lo sguardo. Ginny era sparita.

"Ginny!" gridò il ragazzo. Sentì una risatina argentea in un punto imprecisato sulla sua testa. Alzò lo sguardo: Ginny era sulla sua scopa, a mezz'aria.

"Ginny!" esclamò, improvvisamente terrorizzato "non so come hai fatto, ma scendi subito, potresti farti male"

Come aveva fatto una ragazzina di nove anni a librarsi in volo la prima volta che si avvicinava ad una scopa?

"Non mi dare ordini!" ringhiò lei.

"Dico sul serio, è pericoloso, non eri mai salita su una scopa prima"

"Ho imparato a volare a sette anni, spiando gli altri" rispose lei.

Lee era a bocca aperta. Aveva imparato a volare.. da sola?

Ginny atterrò con grazia a fianco a lui.

"Non dirlo a nessuno, va bene?" gli disse.

Lee annuì.

"nessuno lo sa?" chiese.

"Già" rispose Ginny.

"Com'è lo hai detto a me?"

Ginny scrollò le spalle.

"Perchè tu sei il primo ad avermi dato la possibilità di imparare e di partecipare ai vostri giochi" rispose Ginny "sei stato gentile"

Lee si sentiva vagamente accaldato.

"era giusto così" balbettò.

Ginny sorrise: il primo vero sorriso che la bambina concedeva al ragazzo.

Era luminoso.

"Prometti che non lo dirai mai a nessuno?" chiese Ginny.

"Lo giuro" rispose Lee solennemente. Ed era sincero.

"Ti va di farci un giro? Mi fai vedere di cosa sei capace"

"Va bene!"

I due ragazzini si librarono in aria, ben nascosti dalle fronde degli alberi. Lee mantenne la promessa e quel sorriso di Ginny gli rimase per sempre tra i suoi ricordi più belli.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Harry Potter ***


gl nv

Harry Potter


Quell'estate, alla Tana molte cose erano diverse dal solito:

Bill era in Egitto, e la sua assenza si faceva notare.

Charlie aveva finito la scuola ed era partito per la Romania, per approfondire i suoi studi in Cura delle Creature Magiche.

Percy era diventato Prefetto, e lo faceva notare a chiunque e più volte al giorno.

Ron sarebbe andato presto ad Hogwarts, ed era emozionatissimo.

In tutto quel trambusto, Lee Jordan era comunque venuto per godersi la sua solita settimana estiva in compagnia dei suoi migliori amici.

Come al solito era stato accolto con allegria.

"Lee caro, ho preparato lo sformato che ti piace tanto"

"Grazie mille, signora Weasley"

La piccola Ginny gli era corsa incontro con la solita energia.

"Ciao Lee, come stai?" gli chiese allegra.

In un anno non era cresciuta tanto di altezza ed era rimasta il solito scricciolo. I capelli, però erano un po' più lunghi, il volto più affilato e nel complesso sembrava più grande. Ma gli occhi erano gli stessi che aveva lasciato un anno prima.

"Ehi piccola, ciao! Sto benissimo" le scompigliò i capelli. Aveva sempre desiderato una sorellina minore e Ginny la trattava come se lo fosse.

Passò tutto il pomeriggio con Fred e George a studiare quella fantastica mappa che i due avevano rubato qualche mese prima a Gazza. Imparati a memoria tutti i nuovi passaggi segreti, chiusero la pergamena e la nascosero da qualche parte, lontano dagli occhi della signora Weasley.

La sera, prima di andare a dormire, si imbattè davanti alla porta chiusa della cameretta di Ginny, sulla quale era attaccato un foglio con scritto a caratteri cubitali:


Camera di Ginny

BUSSARE PRIMA DI ENTRARE!


Lee sorrise tra sè e sè e bussò.

Ginny aprì subito.

"Oh.. dovevo immaginarmelo che eri tu" disse.

"Perchè?" chiese Lee.

"Sei il primo che ha bussato. Gli altri entrano e basta" spiegò lei.

I due rimasero fermi sulla porta.

"Vuoi entrare?" chiese Ginny.

"Io.."

"Dai, entra un attimo"

Lee entrò nella cameretta. Era più piccola delle altre, ma più ordinata.

"Carina" disse.

"Grazie"

Ginny si sedette sul letto.

"Allora, quando faremo qualche volo insieme? Mi manca tanto volare con qualcuno.."

Lee non sapeva dirle di no. E neanche voleva.

"Uno di questi giorni, sicuramente" rispose il ragazzo.

Ginny gli regalò un altro dei suoi sorrisi luminosi.

Lee si guardò intorno e i suoi occhi si poggiarono sulla scrivania. C'era un diario, aperto. Lee non lo fece apposta e vide una pagina piena di cuoricini di tanti colori e un nome.

"Harry Potter?" chiese lui.

"Oh, sì" disse lei, con aria sognante "mi piace!"

"Ma se nemmeno lo hai mai visto!" replicò Lee.

"Ma immagino che sia molto carino!" rispose Ginny "Andrà ad Hogwarts quest'anno, come Ron! Magari si conosceranno, diventeranno amici e.."

"Ci sono tante persone ad Hogwarts"

".. e potrò conoscerlo!"

"Magari è anche antipatico"

"Come può essere antipatico? Ha sconfitto Tu-Sai-Chi!"

Lee sorrise.

"Dai, se sei fortunata lo conoscerai il primo settembre, al Binario Nove e Tre Quarti!"disse, sedendosi accanto a lei.

"Lo spero tanto" rispose lei "meno male che ci sei tu, ogni tanto"

"Perchè?"

"Perchè sei l'unico che mi ascolta"

Lee non sapeva cosa dire "non è vero, Ginny.."

"Ho provato a parlare di Harry a mamma ma si è arrabbiata" disse la ragazzina "dice che se ho intenzione di inseguire tutti i ragazzini di undici anni per vedere se hanno una cicatrice sulla fronte non mi ci porta a King's Cross"

"E ha ragione, sembreresti pazza"

"E i miei fratelli mi prendono in giro" esclamò lei "tanto, sai che novità, loro mi prendono sempre in giro"

"Ma ti vogliono tutti bene" rispose Lee.

"Mmmmm"

La porta si spalancò all'improvviso.

"Oh eccoti Lee" esclamò Fred.

"Pettini le bambole con Ginny?" sghignazzò George.

"Sulla porta c'è scritto 'bussare'" strillò Ginny.

"Guarda Fred, il diario di Ginny.."

"Fermatevi!"

"Caro diario, io amo Harry Potter.."

"Non è vero, non c'è scritto quello!" esclamò Ginny, rossa come non mai.

"E tutti questi cuoricini?"

"IO TI AMMAZZO!"

"Ooooh, la piccola Ginny si è arrabbiata"

"Scappiamo, che paura"

"Andatevene via, tutti quanti!" urlò inferocita Ginny.

Lee recuperò il diario e lo diede a Ginny, che glielo strappò di mano.

"FUORI!" urlò la ragazzina, con quanto fiato aveva in gola. I tre ragazzi scapparono dalla stanza e Ginny sbattè la porta con rabbia.

"Che cos'è tutta questa confusione?" urlò la mamma, dalla cucina "Fred, George, volete lasciare in pace vostra sorella?"

Fred, George e Lee andarono in camera loro.

"Il momento che vostra sorella avrà una bacchetta tra le mani ve la farà pagare cara" disse Lee.

"Infatti ne approfittiamo ora, che è piccola e indifesa" ghignò George.

Indifesa non direi, riflettè Lee.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Tom Riddle ***


GL cap 3


Tom Riddle


Quell'anno era stato il più assurdo che Lee Jordan avesse mai vissuto. Hogwarts era oscura e spenta, studenti venivano pietrificati, la gente si accusava l'un l'altra, il terrore vagava tra i corridoi.

Era l'anno che la piccola Ginny era giunta a scuola e a lui dispiaceva che l'aveva dovuto vivere così: le aveva descritto Hogwarts come un luogo divertente e sicuro, e invece non era più così.

E anche lei, Ginny Weasley, era diversa dalla Ginny che aveva conosciuto alla Tana: era taciturna e pallida, il suo sorriso luminoso era lontano anni luce da lì, perso tra gli alberi che circondavano la Tana.

"Sono preoccupato per Ginny" sentì dire Percy ai gemelli "è strana, sembra quasi malata"

"è solo spaventata, Perce" disse George.

"è del primo anno, è normale che sia scossa da quello che sta succedendo" continuò Fred.

"Forse è meglio parlarne alla mamma, magari è meglio che la riporta a casa.." mormorò Perce.

"No!" esclamò Lee "è tutta la vita che Ginny desidera venire qui. È solo impaurita, tutto qui.."

"Ha ragione Lee" disse George, dopo qualche istante di silenzio "non possiamo farle questo"

"Forse avete ragione.." riflettè Percy "ma teniamola d'occhio, intesi?"

Lee mantenne fede anche a quella promessa.

O almeno, cercò di farlo.

Ginny era diventata quasi evanescente.


La vedeva di rado, nonostante fossero entrambi Grifondoro.

La vide, una volta, che si guardava spaesata nel corridoio del secondo piano.

"Ginny! Che ci fai qui, tutta sola? Non sei con le tue amiche?"

Era irriconoscibile.

"io.." mormorò.

Era spaventata.

"Ginny" cominciò Lee "tutto questo finirà. Silente scoprirà il colpevole

e Hogwarts tornerà il luogo allegro di sempre"

"Ne sei sicuro?"

"Al cento per cento. Ti prometto che sarà così"

Ginny fece un debole sorriso.

"Lo voglio davvero" mormorò.


Il suo scheletro giacerà nella camera, per sempre.

Lucida e scarlatta, quella scritta non gli si sarebbe mai più cancellata nella mente.

"Chi è stato rapito?" chiese alla prima persona che aveva accanto, uno studente del quinto anno di Tassorosso.

"Si dice una studentessa del primo anno.." rispose.

Non ci pensò minimamente, all'inizio. Non poteva lontanamente immaginare che potesse essere lei.

Ma lo scoprì quando vide le facce dei quattro fratelli Weasley e di Harry.

"Ginny.." disse solamente Fred, quando furono vicini.

Lee si lasciò cadere su una poltrona.

"Non è possibile.."

Dovevano fare qualcosa, lottare, cercare. Non poteva immaginare di non vedere mai più quel sorriso..

Lei, Ginny, la sorella che non aveva mai avuto..

Il buio li avvolse pian piano.

Ginny, dove sei?

Quella notte, nessuno di loro andò a dormire.


Il sole non era ancora sorto, ma una luce già illuminava il tutto.

Ginny era salva!

Era stato Harry, insieme a Ron, avevano trovato la Camera dei Segreti e..

Ginny era salva!

Fu uno dei primi ad andare in Infermeria. Probabilmente il primo dei suoi amici.

Sgattaiolò via dal banchetto e si intrufolò nell'Infermeria, mentre

Madama Chips era impegnata a risvegliare gli studenti pietrificati.

Ginny era immobile, nel letto. Guardava il vuoto.

Poi lo vide.

"Oh, Lee, non dovresti essere qui. Vai via"

Abbassò lo sguardo.

Si vergognava.

Lee non capiva il perchè.

Si sedette sul letto.

"Sono una persona orribile. È tutta colpa mia. Nessuno dovrebbe stare con

me. Sono.. sono un mostro!"

"Ginny, non so di cosa tu stia parlando" disse Lee, sinceramente "ma tu

non sei un mostro"

"Oh, sì che lo sono" rispose lei, tra le lacrime

"ed è giusto che venga espulsa"

"Ti sono solo capitate delle cose brutte. Non sei responsabile di niente"

"Tu non sai nulla. Non sai quello che ho fatto.."

"Non so quello che ho fatto.. ma so chi sei tu, Ginny Weasley. E so che sei una persona

buona, che non farebbe mai del male a nessuno. E se hai fatto delle cose sbagliate.. si può sempre

rimediare, no? Nulla è irreparabile, Ginny"

Ginny sorrise. Forse un po' della sua luce stava ritornando in lei.

"JORDAN, COME HAI FATTO AD ENTRARE?! LA SIGNORINA WEASLEY

DEVE RIPOSARE! ESCI SUBITO DI QUI!"

"Beccato" mormorò Lee.

Si alzò dal letto e posò un bacio sulla testa della ragazzina.

"Se vorrai parlarne.. sai dove trovarmi"

disse.

Ginny annuì.

Lee Jordan manteneva sempre le sue promesse.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Il Ballo ***


ginlee

Il Ballo



Il Ballo del Ceppo era andato peggio di quello che credeva, pensava Lee,

mentre rientrava da solo nel suo Dormitorio. Alicia lo aveva mollato dopo

la prima canzone, come aveva previsto, per abbandonarsi tra le braccia

di George Weasley. Beh, in fondo lo aveva capito da quando aveva

accettato con troppa gioia il suo invito: lo aveva avvertito Katie Bell,

ma comunque non era cieco. E non è che gli interessasse veramente Alicia

Spinnet. Il suo sogno era sempre stata Angelina.

Aveva ballato un po' con Ginny, poi aveva trovato una ragazza carina del

quinto anno di Corvonero. Dopo qualche ballo, risatine di lei e battute idiote

di lui, si erano ritrovato a pomiciare in un corridoio vuoto. Si chiamava Sandra,

e dopo un'oretta insieme aveva scoperto che in realtà era innamorata di un

altro. Vecchia storia. Lee l'aveva lasciata lì senza troppe spiegazioni. In fondo

non era un granchè come conquista.

Buttò il vestito a terra e si infilò nel letto. Che ore erano? Le tre? Fred e George

si staranno sicuramente divertendo con le ragazze..

La piccola Ginny, gli aveva un po' rallegrato la serata, anche se poco. Non si

aspettava di trovarla al ballo, era troppo piccola, ma Neville Paciock

l'aveva invitata. Poi l'aveva abbandonato anche lei, per ballare con quel tale di

Corvonero, neanche si ricordava come si chiamava..

Le ragazze, tutte uguali. Chissà cosa stavano facendo Ginny, Angelina, Alicia in quel momento,

con i loro ragazzi.. ripensandoci, sapeva benissimo cosa stava succendendo..

All'improvviso, una sorta di rabbia salì dentro di lui. Merlino, aveva lasciato la

piccola Ginny Weasley nelle mani di uno sconosciuto, di sera, da soli! Come

aveva potuto? Ginny non era come Angelina o Alicia, era piccola, era.. Ginny!

Si alzò e si mise seduto: doveva scendere, cercarla e riportarla alla torre!

Non fare niente di stupido Lee, non te lo perdonerebbe mai.

Sbuffò. La sua coscienza lo faceva ragionare troppo. Stupida ragazzina. Non era

innamorata di Harry? Che ci faceva la notte con un altro?

Si ributtò nel letto. Forse era meglio addormentarsi.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Scoperte ***


gl5

Scoperte



"Nostra sorella.. un ragazzo.. non è possibile"

"Come lo hai saputo?"

"Me lo ha detto Hermione"

"Allora è vero"

"Chi è?"

"Un certo Micheal Corner, di Corvonero, c'era anche lui alla Testa di Porco"

"Ah, capito"

"Alto e moro?"

"Esatto"

Tre dei fratelli Weasley confabulavano sulla neonata vita sentimentale della loro

sorellina. Lee assisteva. In realtà, lui sapeva tutto ciò da molto tempo, ma non

aveva tradito la fiducia che riponeva in lui Ginny.

"Cosa facciamo?"

"Cosa possiamo fare Ron? Era logico che prima o poi Ginny avrebbe avuto

un ragazzo"

"Basta che non allunghi le mani"

"E che non la baci"

"Almeno non in pubblico"

"Come abbiamo fatto a non notarlo prima?"

Se lo chiedava anche Lee, in realtà. Ginny era cambiata tanto. La timidezza era

svanita, era spiritosa e divertente. Era diventata più alta, i capelli erano sempre più

lunghi, i suoi occhi scuri palesavano il carattere forte di una ragazza sicura di sè, il suo sguardo

era luminoso e fiero.. ed era davvero bella.

Era perfetta.

In quel momento, quella strana rabbia che aveva provato dopo il ballo del Ceppo

si impossessò nuovamente di lui. Cosa aveva fatto quel deficiente di Micheal Corner

per meritarsela? Non l'aveva mai guardata (nessuno, l'aveva mai guardata) qualche tempo

prima, e ora bastavano delle gambe più lunghe ed un accenno di seno, quell'avvicinarsi

all'essere donna per renderla preda? Era solo questo che vedeva Micheal Corner in lei,

non ne sapeva niente, niente, quindi non la meritava. Non sapeva che volava da quando

aveva sette anni all'insaputa di tutti, non sapeva che aveva affidato i suoi pensieri ad un

malvagio sconosciuto, non sapeva che era teneramente innamorata di Harry Potter.

Queste cose le so io.

Lui la conosceva e ne amava tutte le piccole cose: amava come aggrottava le sopracciglia

quando era in disappunto, amava quel modo aggraziato in cui cavalcava la scopa, amava il suo

passo veloce, amava il modo in cui si faceva valere con i fratelli maggiori.

Amava il suo sorriso radioso e i suoi occhi,

Ne amava ogni singola sfumatura

così scuri e luminosi allo stesso tempo.



Per Merlino, mi sono innamorato di Ginny Weasley!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Profumo ***


lg

Profumo



Abbracciò Ginny, e inevitabilmente l'odore dei suoi lunghi capelli lo avvolse.

Sapevano di fiori e vento. Come al solito. Nonostante una lunga e combattuta

partita di Quidditch.

Era irresistibile.

"Un migliore amico lo avrai sempre, piccola"

"Lo so"

Migliore amico, a chi voleva darla a bere?

Lui non voleva essere solo il suo migliore amico.

Non voleva essere quello a cui confidava i segreti, con cui si faceva qualche risata,

con cui si lamentava dei suoi fratelli.

Voleva toccarla, stringerla, accarezzarla, baciarla.

Voleva nascondersi con lei nelle aule vuote.

Voleva ridere con lei, per essere scampati dai suoi fratelli.

La voleva.


"Ora vai, buttati nella mischia"


Non pensava di poter essere così sdolcinato. Il sentimento che

provava per lei era così forte da volere solo ciò che poteva renderla

felice. Anche se questo non rendeva felice lui.

Non riusciva però, a non essere contento che finalmente si fosse

liberata di quell'imbecille di Micheal Corner.

Non la meritava.

In fondo, chi mai poteva meritarla?


Ma magari ora.. una speranza c'era.


Guardò Ginny saltellare via, verso i suoi amici, per

festeggiare la vittoria. Sorrise.

"Lee, vieni a festaggiare" gli disse Samuel McKinnon, un ragazzo

dello stesso anno di Katie Bell.

"Arrivo" rispose lui. Si voltò verso il campo. Micheal Corner e Cho

Chang stavano ancora pomiciando.


"Micheal Corner, non ti conosco, ma so per certo che sei l'idiota più grande che esiste al mondo"


Buttare un galeone per uno zellino. Bah. Certa gente non

l'avrebbe mai capita.

Come resistere a quel profumo?

Era una droga.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1299621