NON L'AVESSI MAI FATTO

di OhBirds
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ch.1 ***
Capitolo 2: *** ch.2 ***
Capitolo 3: *** ch.3 ***



Capitolo 1
*** ch.1 ***



Autore: OhBirds
Titolo: Non l'avessi mai fatto
Fandom: Kuroko no Basuke
Personaggi: Aomine Daiki, Kise Ryouta
Generi: Commedia, Sportivo, Sentimentale
Avvertimenti: //
Rating: Giallo
Note: Cosa diavolo è successo a EFP? Non pubblico una fan fiction da una vita e come ho aperto il sito mi ha fatto mille e più domande (peggio di quando vado a donare il sangue), ma alla fine ce l'ho fatta -o almeno credo- Per questa ff vorrei ringraziare la -peto-Sara, perchè è lei che ha insistito a farmela scrivere, dato che il mio culo è troppo pesante e solitamente sono idee che nascono, crescono e muoiono nel mio cervelletto. Inoltre mi ha anche dato una rapida correzzione agli errori (quindi penso che la si possa chiamare Beta qualcosa -troppi nomi complicati gente, non fa per me la cosa-). Comunque mi farebbe piacere se poteste apprezzare anche solo un briciolo la storia che segue. Buona lettura.

- - -



Era normale per la sua fascia d'età avere dei bisogni fisici; allo stesso modo, bisognava avere dei metodi per "scaricare" tali bisogni. Aomine lo sapeva bene, una ragazza sarebbe stata la risposta più scontata ai suoi problemi, ma si sa... una donna ha un utilizzo e mille svantaggi, non valeva la pena sopportare un tale peso per soddisfare un semplice desiderio sessuale, inoltre Sastsuki -com'era già successo in passato- l'avrebbe rimproverato per il modo superficiale e maschilista con il quale trattava il gentil sesso.
 
Era per quel motivo -probabilmente- che Aomine era single: l'amore per il basketball -che già di per se riempiva le sue giornate- sommato al suo carattere pigro e involontariamente disattento lo rendevano un perfetto nemico femminile.  "Dai-chan dovresti aspettarla finite le lezioni, accompagnarla a fare compere, ricordarle sempre e comunque che lei è l'unica che...ehi Dai-chan..Mi stai ascoltando?" Sastuki blaterava qualcosa del genere al riguardo, e solo il "pensiero" per l'appunto lo stancava, facendogli perdere il sunto del discorso.
 
Per questi e vari altri motivi, il moro era giunto alla conclusione che se era una "mano" ciò che gli serviva, allora la sua andava più che bene. Era routine per il giovane "liberarsi" tutte le sere, tanto per conciliare il sonno, scaricando lo stress della giornata appena trascorsa. Era un ragazzo, uno sportivo, un adolescente, e come tutti anche lui aveva l'esigenza di quei momenti. Per aiutarsi -non avendo cotte per alcuna ragazza in particolare- Aomine utilizzava le classiche riviste colme di Idol nelle più svariate pose possibili; tra le sue preferite spuntavano quelle riguardanti Mai Horikita, nipponica, pelle chiara e lineamenti delicati, seno prorompente -suo tallone d'Achille- capelli color pece e labbra sporgenti.
 
Era una sera come tante, nulla di interessante veniva trasmesso in TV, l'opzione "fare i compiti" come sempre era stata scartata in primo luogo. Era giunto il momento più piacevole -dopo gli allenamenti pomeridiani- della sua giornata tipica. "Cosa potrei utilizzare oggi?" Il moro si inginocchiò andando a frugare al di sotto del suo letto, dove era custodito il suo "tesoro", riviste su riviste erano ammassate tra i vari scatoloni di vestiti invernali. Eppure nulla attirava la sua attenzione, la stessa Mai usata e riutilizzata più volte sembrava non invogliarlo particolarmente quella sera. Sbuffò al solo pensiero di dover saltare il suo solito "esercizio notturno", quando vide che dalla sua stessa cartella una copertina lucida di un colore ramato spiccava -tra i vari quaderni di scuola- attirando la sua attenzione.
 
"Una rivista?" Quella stessa mattina qualche suo compagno di scuola doveva avergliela passata di sotto banco, uno scambio per lo più normale, e quotidiano. Venivano ripresi più volte dal professore di Inglese per "atti osceni" -se scambiarsi "riviste porno" poteva essere classificato tale-. Evidentemente il moro era troppo preso da una delle sue pennichelle mattutine per essersene reso conto. 
 
Diede un'occhiata veloce, sulla copertina mille e più scritte si accavallavano l'una sopra l'altra. 'Sondaggio del mese', 'test -come presentarsi al primo appuntamento' e bla bla bla, spazzatura varia; 'Pag.18 HOT ISSUE' un lieve ghigno si disegnò sul volto del giovane, che sensa ripeterselo due volte,  sfogliò avidamente la rivista per arrivare alla pagina designata. Su tutta la sua lunghezza, una ragazza dalla pelle cerea ne riempiva l'articolo, inutile dire che le varie didascalie relative ad una probabile intervista erano passate subito in secondo piano. Allungò in fretta e furia una mano verso la scatola di fazzoletti riposta sul suo comodino, per poi sedersi -spalle contro il cuscino- sul suo letto. Era inspirato, se non invogliato da quella nuova figura, così differente e fresca, completamente opposta al suo genere. Le seguenti tre pagine erano dedicate unicamente alla giovane, una chioma bionda e liscia cadeva leggera sulle sue spalle, i seni minuti venivano coperti da una maglia color pesca, mentre degli shorts lasciavano esordire le gambe lunghe ed armoniose. Quel che colpì di più Aomine però, fu il viso, le labbra rosee lasciate al naturale -senza nessun bisogno di qualche particolare cosmetico- le goti lievemente arrossate in contrasto con il resto della persona, ma in particolare gli occhi, quegli occhi che sembravano suonargli familiari, occhi vispi color miele, un semplice pezzo di giornale sembrava non bastare a contenere l'euforia che il suo viso sembrava emanare. Furono pochi istanti dopo essersi concentrato su quello che Aomine imbrattò il fazzoletto contro il quale aveva avvoltò la sua erezione. 
 
"Dannazione.." era così preso dal viso della ragazza, che era 'venuto' assaporando unicamente il volto e non la figura nella sua unità, non che ci fosse molto da osservare -data la 1° scarsa di reggiseno-.
 
Soddisfatto e appagato per la "new entry", ripose la rivista -lievemente stropicciata ma almeno immacolata- nel suo zaino, tirando un sospiro di sollievo "Domani dovrò informarmi su l'Idol, magari è nuova" con queste ultime parole, Aomine si coricò tra le coperte, assopendosi in una manciata di minuti.
 
 
(...)
 
 
La notte era trascorsa veloce, troppo veloce per il parere del giovane che a passi lenti -e praticamente costretto dall'amica d'infanzia- attraversava ora i corridoi dell'istituto. In quel momento poteva essere considerato come un prigioniero che si avviava dal boia, per l'esecuzione finale.
"Aomine-kun" una voce apatica, proveniente dal basso, lo destò da quello che probabilmente doveva essere una continuazione del sogno -chiaramente erotico- della sera precedente.
"T-Tetsu..."  Aomine sussultò poco prima di essere spintonato dall'amica alle sue spalle. "Tetsu-kun, Ohayou!" la giovane si lanciò -letteralmente- contro la sua cotta, avvinghiandogli le braccia contro il collo ed iniziando ad elencare quanto fosse stata lunga la sua giornata in sua assenza.  Il moro ne approfittò per dirigersi -ancora intorpidito- verso il suo banco. Banco strategico: terza fila al fianco delle vetrate, luogo ideale per sonnellini prolungati, arieggiato e piacevole, inoltre da quella distanza il professore non aveva nulla da ridire se l'alunno non disturbava l'istruzione e l'ora d'apprendimento del resto della classe, non che la classe di per sè fosse interessata alle varie spiegazioni -secchioni esclusi-.
 
"Aomine-kun, hai letto l'articolo?" la sua "ombra" era riapparsa come suo solito dal nulla; nonostante lo conoscesse da parecchio, non si era ancora abituato alle sue "entrate in scena" improvvise. "Mmh?" Aomine era ancora in quello che la gente chiamava "dormiveglia", ovvero era fisicamente presente in quella classe, sul quel banco, ma la sua mente riposava ancora comodamente tra le lenzuola di lino del suo appartamento. 
 
"L'articolo della rivista che ti ho passato ieri.." Kuroko osservò il ragazzo -che era completamente assente- guardare un punto indefinito al di fuori della finestra, mentre aveva posato goffamente il viso contro l'avambraccio. "Aomine-kun..è successo qualcosa che dovrei sapere?" esordì il ragazzo minuto. "Ah? Testu oggi sei più loquace del solito.." lo fissò l'altro con la coda nell'occhio "Niente di nuovo, ho solo fatto più tardi del solito ieri. C'era uno show in TV che non volevo perdermi" Daltronde non poteva di certo dirgli: "Ehy ieri ho trovato questa nuova modella, e mi ci sono masturbato fino a notte fonda". Il moro rise al solo pensiero di una possibile reazione da parte della sua ombra. Sarebbe stata esilerante, e magari da provare in un prossimo futuro.
 
'Kyaaa, sta benissimo' 'Quel colore gli dona' 'Com'è possibile che abbia delle gambe più aggraziate delle nostre che siamo donne?' 'Pensi che quelle erano extension o una parruccha?' 'Era così Kawaiiiii"
 
"Tch..che diavolo hanno da urlare di prima mattina quelle och-.." La voce del moro venne interrotta dallo spigolo di una rivista che Momoi gli aveva bellamente dato sulla noce del collo, "DAI-CHAN finiscila di offenderle." La giovane sbuffò rassegnata, per poi proseguire "è normale, tutta la classe, anzi tutta la scuola è in fermento oggi". Il moro la guardò con fare interrogativo, mentre lei proseguì divertita: "La nuova idol è diventata parecchio apprezzata da entrambi i sessi"; Momoi trattenne una risata divertita, mentre  adagiava sul banco del moro una rivista a lui ben conosciuta. La stessa rivista ramata dalla copertina traslucida della sera precedente. "Aomine-kun era di questo che stavo parlando." riprese Kuroko "L'hai letta, non è vero?" Aomine sbattè gli occhi confuso, bombardato da tutte quelle domande senza capo né coda. Perchè diamine avrebbe dovuto leggere una rivista di quel genere? Era chiaramente uno dei mille settimanali banali, dediti ad un pubblico di ragazzine, che trattava per lo più di tematiche frivole, della serie 'Il colore di quest'estate è il giallo'  - 'Oroscopo della settimana, item portafortuna da portare sempre con te per far colpo sul tuo "lui"' o ancora 'Test-sei una persona attenta o superficiale?' - 'Come farsi notare dalla persona amata in poche e semplici mosse'. In sostanza materiale inutile, che poteva forse interessare al feticista degli oroscopi di Midorima.
 
"Aomine-kun sei incoreggibile" disse Kuroko con un tono fiacco seppur lievemente irritato. "Ieri mattina durante lezione ti avevo detto di leggere la rivista, ricordi?" "AH!" Il moro si ricordò che effettivamente la rivista non gli era stata data da nessuno del suo gruppo "scambiamoci tutti i porno allegramente" ma bensì dal suo compagno di squadra, per qualche assurdo motivo che Aomine ovviamente non si era degnato di ascoltare. "Diciamo che sono stato impegn.." Il moro venne interrotto dalla ragazza al suo fianco "Aah, povero Ki-chan ci teneva che anche tu leggessi il suo articolo". Kuroko annuì semplicemente, mentre prendendo in mano la rivista, ne sfogliava le pagine. "Pagina 18, Kise Ryouta.." incominciò leggendo una parte del paragrafo designato sulla stampa "Il giovane Idol, che sembra aver catturato il cuore di moltissime ragazze nipponiche, è stato scelto insieme ad altri 3 modelli per il concorso "Cross dressing - the story of a idol transformed into a beautiful girl", progetto adottato dalla campagna casting I.G., in seguito al sondaggio che ha permesso di vendere in triplice copia il numero della settimana passata." Man mano che le parole uscivano fluide dalla bocca del ragazzo, Aomine incominciava ad avere un "presentimento" dei più malaugurati. "M..momento momento ! Fermi tutti" Il moro con un gesto fulmineo rubò la rivista dalle mani di Kuroko -seguita da qualche lamentela di Momoi sul suo pessimo comportamento- "Questa Idol..." disse puntando la ragazza dalla chioma bionda e gli occhi color miele "Dico...Questa ragazza è..." deglutì al terrore del suo stesso pensiero "Kise-kun" "Ki-chan" terminarono rispettivamente i suoi compagni.
 
Aomine si pietrificò istantaneamente. La ragazza, l'idol della rivista dai seni minuti e le gambe longilinee, non era altri che quell'idiota di Kise Ryouta? Era shockato, non solo Kise si era travestito da donna -cosa che lo rendeva già di per se un transessuale- ma Aomine stesso era cascato in quella "trappola", senza essersi accorto dell'inganno che si celava dietro. "A..aspetta" Aomine era ormai in un mondo a parte, e le parole che uscivano dalla sua bocca probabilmente non avevano nessuno senso logico per il compagno di squadra e l'amica d'infanzia, che lo guardavano sconcertati. Quel che era peggio era che, se Kise era davvero la donna della copertina, allora lui, Aomine Daiki, asso della Teikou Middle School, si era masturbato -con successo- su un'immagine di un uomo -compreso di attributi maschili e privo di quelli femminili-, un uomo che altro non era un suo compagno di squadra, con cui avrebbe dovuto convivere per i restanti anni di scuola. "Non ci posso credere" Il moro scivolò dalla sedia sulla quale era seduto, sdraiandosi praticamente sul pavimento. "Dai-chan cosa diavolo ti pre..." la ragazza venne interrotta dall'ombra che con un lieve -seriamente lieve- ghignò proseguì "Momoi-san penso che dovremmo lasciare per qualche minuto Aomine-kun da solo". La ragazza era confusa, non capiva il perchè dell'affermazione del suo amato, ma essendo pronunciata appunto dallo stesso, eseguì le sue istruzioni senza obiettare minimamente. Kuroko si avvicinò all'orecchio del ragazzo -ora abbracciato alla gamba del proprio banco- "Aomine-kun.." sussurrò "..non è che hai usato Kise-kun come materiale por...." Il moro si voltò in un istante tappando fulmineo con una mano la bocca del ragazzo. "T-Tetsu" Il cuore iniziò a palpitargli furiosamente, stretto nel petto. Si sentiva come un ladro colto in flagrante, sulla scena del crimine. Non che lui fosse colpevole. Lui era ignaro della vicenda, e per la prima volta in tutta la sua vita malediva il fatto di non aver letto quelle inutili interviste a bordo pagina.
 
Sapeva che l'amico aveva compreso tutto, e per tutto intendeva proprio tutto. Probabilmente aveva anche percepito che fosse stato un "incidente" e non una "scelta volontaria". Sapeva i gusti del moro, e sapeva che tra quelli non vi era indicato alcun interesse per lo stesso sesso -ne tanto meno per il travestimento-. Aomine era un ragazzo semplice, e piuttosto banale, tutte le sue giornate ruotavano attorno al basket, tutto ciò che ne faceva parte era interessante ai suoi occhi, e al contrario, ciò che ne era escluso era monotono e irrilevante. Per quanto riguardava i suoi "gusti sessuali", Aomine era il più scontato ed evidente. Era il più palesemente etero tra i suoi compagni. E chiunque, nella sua squadra, sapeva che aveva un'ossessione per le ragazze dal seno prorompente. Non esisteva nessun caso nel quale Aomine si potesse masturbare -spontaneamente- con l'immagine di uno suo coetaneo. Solo l'idea gli dava i brividi.
 
"Tetsu, credo di non stare molto bene" Il moro si accasciò sul banco con fare depresso. "Lo posso immagine, Aomine-kun" disse l'altro picchiettando appena la spalla dell'amico. "No Tetsu, ti prego, non immaginare niente" disse in un singhiozzo mentre la sua ombra sorrideva divertita.

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Capitolo 2
*** ch.2 ***


La mattinata era trascorsa lenta e inesorabile, il caldo di quella tipica giornata di metà luglio non aveva aiutato il moro nell'intento di assopirsi durante una delle ennesime lezioni di letteratura -materia che disprezzava particolarmente-. Al tutto andavano a sommarsi molteplici fattori, le voci stridule delle compagne di classe seguite dai commenti -tipicamente sessuali- dei ragazzi intenti a sfogliare quel giornaletto ramato. Tutti sembravano essere attratti dal topic del momento : Kise Ryouta.
 
Come si faceva a dimenticare un "errore" commesso, se tutto l'istituto te lo ricordava constantemente, sputandotelo in faccia? La mattinata di Aomine Daiki era stata così. Le prime tre ore le aveva passate nell'intento di sedersi  agitandosi su quella dannata sedia, cercando una o più posizioni per una delle sue solite sieste -tutto invano- il pensiero della notte prima, lo tormentava come lo spettro del vecchio re Amleto, ebbene sì, il moro per la prima volta in tutta la sua breve vita aveva seguito l'intera lezione, non perchè fosse realmente interessato all'argomento, ma semplicemente nella speranza di un qualche effetto soporifero. Durante l'intervallo, dopo essersi sgranchito gli arti, non si era recato come suo solito sulla terrazza dove l'avrebbe atteso la famosa generazione dei miracoli -Kise compreso-, ma anzi aveva lasciato andare Kuroko e Momoi da soli -per la felicità di quest'ultima-, mentre lui si recava al bagno. Si sarebbe liberato -dato che l'aveva trattenuta durante tutta la mattinata- per poi tornare comodamente al suo banco. Non appena aprì la porta vide due ragazzi della classe affianco alla sua, in piedi di fronte ai sanitari a muro che parlottavano evidentemente di qualcosa di interessante. Si mise affiancò ad uno di loro, non per scelta ma semplicemente perchè l'unica latrina libera era quella. Sbadigliò annoiato, mentre abbassandosi la zip fece finta di ignorare i ragazzi -non era un tipo così amichevole da attaccare bottone per primo, inoltre voleva tornarsene il prima possibile al suo posto per cercare di recuperare qualche ora di sonno-. Evidentemente uno dei giovani non la pensava come lui, voltandosi lo riconobbe in men che non si dica. "Ah, Aomine-kun, anche tu a svuotare la vescica?" Il compare rise, probabilmente trovando divertente il gergo da camionista del ragazzo, Aomine d'altra parte non si girò nemmeno, anzi si mise a fissare il proprio membro, sperando che si sbrigasse a finire ciò che aveva appena cominciato. Il ragazzo continuò imperterrito "Sai di cosa stavamo parlando?" azzardò sperando di catturare la sua attenzione "Sai quanto me ne frega?" avrebbe voluto rispondergli in quel modo, ma si limitò semplicemente a guardarlo con fare seccato -era già qualcosa-. L'altro prosegui "Il tuo amico, quello in squadra con te.." Aomine alzò un sopracciglio, dubbioso, il club di basket era numeroso, contava quasi metà dei ragazzi dell'istituto, quel "in squadra con te" era fin troppo generico. Il giovane, Tanaka -o almeno così pensava si chiamasse Aomine- sorrise, "Dai, il modello, il biondo...Kida..." il compagno al suo fianco gli diede una lieve gomitata "E' Kise, cretino, Kise Ryouta". Tanaka sembrava seccato per quella correzzione "inappropiata", infatti si voltò guardandolo infastidito "Oh scusami, se IO non mi masturbo con le sue immagini, Jun". A quelle parole, Aomine sussultò -sentendosi tirato in causa-, sbandando appena e "mirando" in direzione del ragazzo. "EHY CHE DIAV.." Tanaka si guardò meticolosamente i pantaloni, sperando che l'altro non l'avesse sporcato. Il danno era lieve, due gocce appena all'altezza della tasca mancina. "stai attento dove punti quel coso.." disse indicandolo "per poco non mi pisciavi addosso!" irritato sbraitò contro Jun che se la stava ridendo di gusto. 
 
Aomine sospirò, cercando di ricomporsi e riprendere da dove era rimasto. Nonostante l'accaduto Tanaka riprese a parlare "Comunque, Kise Ryouta..il "modello" o almeno si fa per dire.." disse, accennando ad un occhiolino che sommato alle parole intrise di quella che doveva essere ironia, infastidirono ancora di più il moro. "ha fatto delle foto.." soppresse una risata, per poi continuare "In cui è vestito da donna" lanciò un occhiatta all'amico al suo fianco per poi voltarsi verso l'ace della Teikou, proseguendo e bisbigliando come se dovesse raccontare qualche segreto impronunciabile "Devo ammetere che quando l'ho visto è venuto duro anche a me" 
 
Aomine respiro a fondo, questa volta non per noia e nemmeno per rassegnazione, era un sospirò al fine di "tranquillizarsi", al fine di non spaccare la faccia all'idiota che gli si parava davanti. Chiuse la zip dei suoi pantaloni, accennò ad un sorriso -di quelli tirati, e inequivocabilmente finti- per poi dare le spalle ai due. Si diresse verso il lavandino, aprendo il getto d'acqua gelida che gli accarezzò le mani. Tanaka sbottò, annoiato dal fatto che tra i due non ci fosse stato un minimo di dialogo e che il ragazzo non avesse reagito minimanente alle sue avance.
 
Jun riprese a parlare, voce bassa e pacata, probabilmente doveva essere un fan del modello dato che, poco dopo il commento del compagno di classe era arrossito lievemente per l'imbarazzo, come se fosse stato colto in fallo. Questo significava forse che -volontariamente- Jun si era masturbato su quell'immagine di Kise? Cioè che di sua spontanea volontà -sapendo la vera natura "maschile" dell'idiol- Jun non avesse avuto nessun tipo di "blocco"? Era gay per caso? Non che avesse qualche pregiudizio verso le persone con "certi" gusti -Aomine era un tipo tranquillo che adottava il "vivi e lascia vivere" come stile di vita- ma quel pensiero lo infastidiva lievemente, non c'era disgusto, ne tanto meno ribrezzo, c''era solo irritazione. Per un momento nella sua mente aveva sperato che quelle immagini non fossero mai state pubblicate.
 
Si asciugò le mani, quando lo sentì appena, un sussurro. "Secondo me non gli dispiacerebbe prenderlo da dietro, diciamocelo, ha la faccia da persona "indecente"..ahah" fu un attimo, secondi. La mano di Aomine avvolse il collo del ragazzo, alzandolo contro il muro, "Hai la lingua fin troppo lunga per i miei gusti". Aveva resistito abbastanza, ma sopratutto aveva sentito abbastanza. E il ragazzo aveva superato il limite. Satsuki e Tetsu lo avevano sempre rimproverato per il suo carattere irrascibile, ed effettivamente lui non era mai stato un santo, ma non era il tipo da "alzare" le mani per niente. Un motivo ora ce l'aveva, e gli sembrava più che plausibile. Non voleva picchiare pesantemente il ragazzo che probabilmente non aveva mai fatto a cazzotti con nessuno prima di allora -ad eccezione dei bambini delle elementari, forse-. Voleva solo spaventarlo quel tanto da far si che un episodio del genere non ricapitasse, soprattutto in presenza di Kise.
 
Jun si dimenava, terrorizzato, blaterando cose come "Aomine-kun ti prego, stava scherzando, lascialo andare" mentre singhiozzava spaventato. "Oh sta zitto, sei fastidioso" disse ammutolendolo con lo sguardo. "Ti chiami Tanaka, dico bene?" Il ragazzo spaventato annui immediatamente "Bene, Tanaka..Non mi importa di cosa te lo fa diventare duro o meno, ma.." fece una pausa, sollevandolo ancora di qualche centimetro "se sento ancora un commento del genere, sopratutto in giro.." sorrise "..farò in modo che tu non possa più avere una erezione per il resto della tua vita" Tanaka aveva gli occhi rigati da quelle che presumibilmente dovevano essere lacrime mancate, il terrore nelle sue pupille era tangibile, mentre lentamente lo adagiava al suolo. Allento la presa, lasciando trasparire lividi sulla carne del ragazzo.
 
"Bene, ora immagino che dovrò ri-lavarmi le mani" fece intuire che doveva pulirsele come se fosse appena stato a contatto con sterco di animale -non che la differenza tra i due fosse poi così evidente- I due giovani, approfittarono delle spalle che il moro rivolgeva loro, per poter fuggire a gambe levate dai servizi.
 

---

 
La giornata era iniziata male, e così era proseguita. Dopo il "disguido" nei bagni, Aomine era tornatato in classe e irritato com'era, non era riuscito a chiudere gli occhi nemmeno per cinque minuti, il tempo era trascorso lento e inesorabile finchè non fu ormai pomerggio, e questo poteva significare solo una cosa: Allenamento.
 
L'allenamento pomeridiano in palestra, era un toccasana per il moro. Solitamente qualsiasi fosse il suo problema, veniva abbandonato al di fuori dell'abitacolo per tutta la durata dei suoi esercizi. Amava il basketbal, lo amava più di chiunque altro, c'era nato e brobabilmente c'avrebbe condiviso il resto della sua vita. Solitamente quello era il momento più bello della sua giornata, ma non quel giorno. Attraversò la soglia dell'entrata, dandò un occhiata in giro, i regolari non erano ancora al completo, mente la seconda squadra era intenta ad intrattenersi sulle panche delle riserve. 
Si avvicinò sbottando, mentre con una mano si strofinava gli occhi, assonnato.
 
"Oh, Buon pomeriggio, Aomine-senpai" Uno dei ragazzi gli venne incontro per salutarlo, mentre la comitiva iniziò stranamente ad agitarsi, il moro inarcò le sopracciglia "Che diavolo stanno facendo?" il ragazzo fece da scudo, cercando di coprirli "A..Ah...niente stavamo parlando del più e del meno". Quella non era la giornata ideale per prenderlo per i fondelli, tirò un respirò profondo, spintonando il ragazzo quel tanto da sgombrargli la strada.
 
"ohi.." Aomine interruppe i ragazzi, facendone sobbalzare uno in particolare, che portò furtivamente le mani dietro la schiena. "Cosa stai nascondendo, uh?" fece qualchè passo per poi abbassarsi sulle proprie ginocchia, in modo da poter scrutare qualsiasi possibile balla detta dal ragazzo. Era impossibile sostenere il contatto visivo con Aomine Daiki, quegli stessi occhi che potevano essere allegri e vispi durante un match, con la luna storta potevano trasformarsi in uno dei peggior incubi del genere umano. "N-niente" esitò il ragazzo. "Balle" ribattè l'altro allungando le mani dietro la schiena del Kohai. "N..no Aomine-sen..." Il moro afferrò qualcosa tra le mani. Una copertina ramata trasluc...Ancora? Guardò la rivista, per poi fissare il ragazzo, fece lo stesso osservando il resto del gruppo. "Cosa diamine stavate fac-" le sue parole vennerò interrotte dalla figura alle sue spalle "Aomine, tieni basso il tono della voce, per favore" commentò Midorima portando una mano contro la fronte, rassegnato. "evita di iniziare uno scontro anche con loro" anche? la voce si era già sparsa? quei due idioti non avevano tenuto chiuso la fogna nemmeno per un giorno? Poco importava, era abituato a quel tipo di "situazione" l'importante era che non si venisse a sapere il motivo della lite. Midorima fissò il compagno per poi osservare l'oggetto tra le sue mani "Ooh, capisco" Aomine lo guardò perplesso seguendo lo sguardo del quattrocchi "Eh? Ah no questo non è mio" disse indicando il gruppo che guardava la scena con estrema attenzione. "Ehi tu, idiota, diglielo" il moro arrotolò la rivista per poi sbatterla contro la noce del collo del giovane "ouch, s..si Midorima-senpai, la rivista a dire il vero era m...mia" un amico continuò esordendo "Nè nè, cosa ne pensate senpai?" I due si guardarono perplessi come a chiedersi quale fosse l'argomento in questione. "Non pensate che Kise-senpai, stia bene con questi vestiti?". Ci fu un minuto di silenzio, forse anche di più. Probabilmente se fossero stati in un film western a quest'ora una balla di fieno sarebbe passata rotolando mentre della polvere veniva alzata dal vento. Midorima interruppe quel silenzio imbarazzante, si sistemò le lenti per poi cominciare "Mi dispiace ma non ho queste tendenze" in modo molto diplomatico Shintaro storpiò le aspettative dei ragazzi che si ammutolirono. Pochi secondi dopo, tutti gli sguardi erano puntati su Aomine che ancora non aveva dato una sua risposta.
 
Che domanda era? Come doveva rispondere ad una cosa del genere? Non era tipo da fare salotto, ma non poteva nemmeno abbandondare la conversazione dato che di lì a breve sarebbero cominciati gli allenamenti. Cosa pensava di Kise vestito in quel modo? Fu sorpreso. Effettivamente da quando aveva realizzato che Kise era l'idol della sera prima, non si era mai posto quella domanda. Cosa pensava di quegli abiti? del ragazzo? ma sopratutto della situazione in generale? Sarebbe stato un ipocrita a dire che quegli indumenti non gli "donassero" dato che lui stesso era venuto copiosamente tra i fazzoletti pensando fosse una ragazza -ci teneva a puntualizzare l'ultimo punto-. La situazione però stava degenerando, Aomine sapeva che Kise era amato dalle donne, ed era conscio che orde di fangirls avrebberò pagato per poter stargli vicino anche solo 5 minuti, potergli rivolgere la parola, vederlo sorridere o quant'altro, ma non gli era mai passato per l'anticamera del cervello che degli uomini -un giorno- potessero fargli la corte. Non in un così gran numero almeno. Non c'era un solo ragazzo nell'istituto che non trovasse Kise attraente, forse per gli scatti che lo ritraevano nei panni di una donna, forse per i tratti delicati ed efebici del compagno, forse per il suo carattere solare o forse per altri futili motivi, il punto era che ora l'istituo fosse in preda a questa febbre di cupidigia a chi potesse conquistarlo prima. Vedeva davanti a se quel gruppo di Kohai, alcuni avevano nascosto la stessa rivista che teneva lui tra le mani, chi dietro la schiena, chi sotto la panca, chi sotto la maglia. I loro visi gli facevano venire la pelle d'oca, i loro occhi in particolare, parlando del modello chiunque, da quella mattina -che fosserò i due ragazzi in bagno, o i suoi compagni di classe- mostrava quell'espressione. "Desiderio sessuale" quelle erano le parole che gli venivano in mente per descrivere i loro visi. Sembravano selvaggi che vedevano un pezzo di carne per la prima volta dopo mesi di isolamento, ragazzini che trovavano una torta appena sfornata sul tavolo della cucina incustodita. Gli dispiaceva che l'amico venisse visto in quel modo, Kise Ryouta aveva un orgoglio e a sua insaputa quella pubblicità lo stava infangando. Il fatto che lui non lo sapesse era un bene ma non risolveva il problema. Aomine lì fisso tutti -escluso Midorima che probabilmente, una volta tanto, la pensava allo stesso modo- mentre con il suo sguardò li gelava tutti in pochi secondi, "E' disgustoso" disse con l'amaro in bocca accartocciando la rivista per poi posarla tra le mani del proprietario. Era disgustoso veramente, disgustoso il comportamento e il modo in cui lo guardavano, il modo in cui trattavano colui che doveva essere un compagno, un amico.
 
Sospirò, cercando di alleggerire quell'aria di tensione che aleggiava sulle loro teste, quando la voce di Midorima lo portò coi piedi per terra "Aomine.." la voce del quattrocchi che solitamente era ferma e decisa, sembrò esitare per qualche secondo, solo dopo essersi girato il moro capì il perchè. Dietro alle sue spalle seguito da Kuroko, Kise lo fissava senza proferire parola.

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Capitolo 3
*** ch.3 ***


"K..Kise" fissò il biondo che stendeva alle sue spalle, in silenzio. Nella palestra risuonava unicamente il rumore dei palleggi che si scontravano contro il parquet consumato. Il moro stette fermo, mentre al suo fianco poteva percepire chiaramente il quattr'occhi sospirare rassegnato, sembrava voler dire "Hai fatto un altro danno". Aveva davvero fatto qualcosa di male? Era stato sincero con i kohai, aveva solo espresso ciò che pensava, come sempre d'altronde. Esitò alcuni secondi, ripensando a ciò che gli ripeteva constantemente Momoi

'Dai-chan a volte sei davvero tardo"
"Ah? e questo da dove ti esce?"
"Non te ne rendi conto, ma ciò che dici ingenuamente, può essere interpretato diversamente da chi ti sta intorno."
"E sarei io quello tardo? Se loro non cap-"
"DAI-CHAN! lo dico per il tuo bene, non tutti sono disposti a sopportarti come me...mi correggo, quasi nessuno lo è"
"Satsuki, vuoi litigare per caso?"

 
"Kise, Io.." non fece in tempo a finire il discorso che la sua voce venne interrotta dal capitano -ora presente- "Riscaldamento!" annunciò in tono solenne. Il moro si avvicinò a Kise, non voleva lasciar cadere il discorso in quel modo, non sapeva cosa l'amico avesse sentito o da quanto fosse stato alle sue spalle, e non voleva far lasciar vagare la sua fantasia per una faccenda -a conto suo- di poca importanza.
"Cosa stai facendo?" Aomine si irrigidì sul posto, nel sentire la voce di Akashi "eh? no veramente io.." Il rosso chiuse lentamente gli occhi, per poi riaprirli altrettanto velocemente, fissò il moro in silenzio per alcuni secondi; Akashi sapeva bene come incutere timore ad ogni singola pedina del suo team, e per il bene dello stesso non ci pensava due volte ad agire con metodi a dir poco risoluti.  "Daiki, vai a fare 10 giri dell'istituto". Gli altri membri della generazione avevano iniziato con dello stretching per rilassare i muscoli in attesa di nuove indicazioni. "Istituto? è immens..." Il moro venne interrotto nuovamente. "20 giri". Per quanto il capitano fosse spaventoso in quel momento stava mettendo a dura prova la resistenza dell'ace: l'avrebbe voluto prendere a pugni, magari solo uno, giusto per il rispetto che provava verso la sua posizione di leader. "Ohi Akas..." Il rosso sembrava davvero irritato, intrecciò le braccia fissando il giovane "Facciamo 30 ok Daiki? Per oggi sei esonerato dagli allenamenti". Il moro strinse i pugni in silenzio, gli ordini di Akashi erano assoluti; si lasciò scappare un 'dannazione' appena sussurrato prima di uscire dalla palestra irritato e contrariato.
 
"Aka-chiiiin~"Murasakibara si trascinò fino al capitano, appoggiandoglisi contro. "Sei pesante Atushi" commentò pizzicando una delle braccia che penzolava dalle sue spalle "mmh~  Aka-chiin non pensi di essere stato troppo severo?" Il ragazzo masticava rumorosamente una delle mille gomme al gusto di fragola.
"Non credo, avrà tempo per schiarirsi le idee, dovrebbe ringraziarmi" commentò porgendo il palmo della sua mano verso Murasakibara che lo guardava confuso. "Sputala" sospirò "Ti ho detto di non mangiare durante gli allenamenti, chiaro?" Il compagno lo fissò contrariato, rinunciare ai dolci era impossibile per il pivot, ma tra tutti i membri della GoM, Atushi era il più obbediente e remissivo se si trattava di un ordine del capitano.
 
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Quanto tempo era trascorso? Un'ora? Due? O solo una manciata di minuti? Aomine stava correndo intorno all'istituto da ormai così tanto tempo che il sole stava calando dietro l'orizzonte, probabilmente i suoi compagni di squadra -capitano del diavolo compreso- si erano già cambiati e diretti verso casa in fretta e furia.
"Tch" si irritò solo al pensiero, mentre completava quell'ultimo ed estenuante giro.
Il calore del mese di luglio sembrava alleviarsi lentamente col trascorrere della giornata, e con il diminuire dei raggi solari. Una brezza leggera per di più afosa e calda soffiava di tanto in tanto, facendo ondeggiare le fronde degli alberi parallele all'edificio. Delle studentesse chiacchieravano di fronte all'entrata, in ritardo di qualche ora rispetto all'uscita regolare, probabilmente a causa di quache club idiota e frivolo (cucito, cucina etc etc.)
La scuola, durante quelle ore, tutto sommato era un posto piacevole, forse lui la apprezzava per il silenzio e la tranquillità che erano assenti durante le ore diurne.
Gradualmente diminuì la velocità della sua corsa, mentre si dirigeva verso la soglia dell'entrata.
Come aveva previsto il campo era deserto, nessun ragazzo sotto canestro, solo un pallone lasciato all'angolo del cartellone per segnare i punti durante le amichevoli tra 2° e 3° squadra. Sulla panca contro al muro, vi erano adagiati degli asciguamani e una borraccia giallognola, leggermente consumata. Si avvicinò a passi lunghi, agguantando uno dei canovacci, prima di tamponarsi via il sudore dal viso, era accaldato, aveva corso per delle ore ma della palla da basket non ne aveva visto nemmeno l'ombra. Era stanco, eppure due tiri li avrebbe fatti volentieri, quei classici tiri, quel classico 1on1 contro Kise. Appunto, Kise! Non era riuscito a parlarci, e non aveva potuto chiarire quello che poteva essere recepito come un malinteso. Sospirò avvolgendo l'asciugamano attorno al suo collo, una mano riposava sul fianco mentre l'altra era intenta ad afferrare la borraccia abbandonata. Nessuno dei suoi compagni aveva la lebbra né tanto meno era un malato terminale, ergo Aomine avvrebbe potuto servirsene tranquillamente, dopotutto era acqua non vino, non gli avrebbero detto niente di sicuro.
 
"Quello conta come bacio indiretto, lo sai?" una voce a lui conosciuta gli giunse fulminea alle orecchie, cogliendolo di sorpresa e facendogli sputare il liquido non ancora ingerito.
"K..Kise?" Il moro colto tra i suoi mille pensieri non l'aveva nemmeno notato uscire dallo stanzino contenente gli attrezzi della palestra. Il biondo lo raggiunse, sedendosi sulla panca di fronte alla sua persona. Aomine aveva ancora dei rivoli che gli colavano lateramente dalle labbra, mentre cercava di asciugarsi grossolanamente. Aspetta, cos'aveva detto? 'Bacio indiretto'? Che diavolo ! E'...
"E' disgustoso giusto?" Il modello tirò appena indietro la schiena, cominciando a muovere le gambe alternativamente, avanti ed indietro. Fissò il moro per un paio di secondi per poi abbassare lo sguardo verso il pavimento. La frangia ne copriva gli occhi color miele. Sembrava "deluso" in qualche modo, come se si aspettasse qualcosa, qualche parola che il moro probabilmente non avrebbe saputo dirgli. La borraccia doveva essere sua, avrebbe dovuto intuirlo anche solo dal colore. Aomine fissò il ragazzo, per qualche strana ragione una stretta lieve ed intensa si fece sentire nel suo petto. Ricordò le parole di Satsuki, le sentì risuonare nella sua testa, aveva offeso Kise? Lo aveva deluso? Cosa si aspettava da lui? L'ace non era tipo da scusarsi, sopratutto per qualcosa che non aveva nemmeno fatto con intenzione. Kise era probabilmente l'unica persona che lo ammirava in modo sincero ed onesto, l'unico che poteva essere una costante sfida, Kise non si arrendeva mai contro di lui, lottava continuamente nonostante le numerose sfide perse, ogni volta era lui a proporre un 1on1, e nonostante ne sapesse già l'esito, per tutta la durata della sfida il modello sorrideva lamentandosi in modo infantile contro il compagno.
Aomine strinse i denti al pensiero, ed in quel momento il suo corpo si mosse automaticamente, riprese la boraccia, portandola nuovamente alla bocca, traccannandone tutto il contenuto, lo ingerì tutto -fino all'ultimo sorso- in pochi secondi, lasciando colare qualche nuova goccia che gli scesce dal viso, seguendo i lineamenti del suo collo.
"A..Aominecchi?" Kise alzò il viso sorpreso dalla reazione dell'amico.
"Sei sempre stato un idiota.." Il moro premette la boraccia contro la fronte del modello con forza.
"Ahia, ahia, Ao..aominecchi mi fai male.." Il biondo si dimenava, mentre sorridendo cercava di liberarsi dalla presa dell'amico.
Aomine lo fissò per qualche istante, per poi dischiudere la bocca, qualche secondo di pausa precedette le sue parole, poi in un respiro lasciarono le sue labbra.
"Non potrei mai trovarti disgustoso.." liberò gradualmente la presa portando una mano dietro la noce del collo, sfregando svogliatamente "..non te.."
All'ultima frase Kise smise di sorridere, sbigottito. Vedendo la sua reazione, Aomine spalancò gli occhi, 'non te'? che diav...era necessaria la seconda parte?
Non è che aveva preparato quel discorso, era uscito tutto in un modo così naturale e fluido dalla sua bocca che non aveva nemmeno riflettuto sulle sue parole prima di esprimersi. Si guardarono per alcuni secondi mentre il viso di Kise sembrava evidenziare chiari segni di imbarazzo per la situazione venutasi a creare. Aomine non era a suo agio, sentiva lo stomaco contorcersi lievemente mentre un misto di adrenalina e agitazione gli risuonavano nelle orecchie. Gli ricordava la sensazione che aveva prima di ogni match, l'ansia e la frenesia di quando non vedeva l'ora di scontrarsi contro un opponente apparentemente invincibile, solo che in questo caso, l'effetto sembrava opposto, stessi sintomi, ma la voglia, la necessità di voler lasciare quella stanza, perchè troppo piccola per contenere entrambi i due giovani.
"Che diavolo hai da guardare?" Il moro si piegò in avanti allungando le mani verso i fianchi dell'amico per distrarlo, "N..no Aominecchi no, il sollettico no, ti prego" Kise scoppiò a ridere in una risata contagiosa, dimenandosi mentre le sue labbra si arricciavano in un sorriso "scusami, scusami, A..Aomin..." Il modello sussultò di colpo non appena l'ace toccò un punto in particolare -probabilmente decisivo- oscillò lievemente all'indietro prima di afferrare un lembo della canotta del moro e ricadere in avanti. "Ohi, Kis..." Aomine non riuscì a terminare la frase che venne sbattuto con la schiena contro il pavimento. La borraccia ormai vuota, rotolò per un paio di metri prima di sbattere contro una delle pareti fibrose. Ci fu un rumore acuto, durò un istante ma nell'abitacolo rieccheggiò per i minuti a seguire fino a svanire gradualmente. La luce rosata alternata da sfumature arancio penetrava l'entrata dell'abitacolo, illuminando la palestra di un colore tenue, quasi rilassante, mentre le finestre color alabastro  permettevano ai raggi di intrecciarsi con le travi del soffitto.
Un peso gravava sul suo ventre, il modello gli si era completamente rivoltato addosso. Non era Tetsu, Kise era notevolmente più alto di conseguenza anche il suo peso era maggiore, e non era nemmeno Atsushi -che lo avrebbe completamente schiacciato- ma comunque se avesse dovuto scegliere, Aomine avrebbe preferito una ragazza con una coppa C sul suo corpo in quel momento.
"Ohi, idiota, non sei una piuma" disse alzando lievemente la schiena e poggiandosi sui gomiti.
"Aah, Aominecchi sei davvero crudele" Kise protestò sollevando goffamente il volto. Si zittì istantaneamente. Per qualche strana ragione, il viso del modello si era gradualmente arrossato, le ciocche di capelli intrise di sudore aderivano contro le sue tempie, le ciglia, corvine e lineari si estendevano per tutta la lunghezza dei suoi occhi mentre negli occhi color miele le pupille si dilatavano dolcemente. Entrambi i giovani erano sudati -per lo sforzo fisico appena concluso- e i panni umidi aderivano alla loro pelle, striusciando tra loro.
Il biondo poggiò entrambi gli avambracci sul petto dell'amico, sollevandosi appena. Aomine lo fissava, studiandolo. Era la prima volta che vedeva il viso di Kise da una distanza così limitata. Per la prima volta aveva capito perchè effettivamente fare il modello fosse la sua professione. L'incarnato niveo era immacolato: era il volto di un uomo eppure non vi era la minima traccia di imperfezioni, sembrava "morbido", cedevole al tatto.
Aomine allungò una mano, senza curarsene troppo, portandola contro la guancia del giovane, che sussultò al contatto azzardato. Sfregò la gote con l'esterno delle sue dita. Come aveva previsto il suo viso era soffice e caldo come quello di una ragazza, forse anche meglio. Dopotutto -pensò in quell'istante- non è che tra uomo e donna ci fosse poi questa immensa differenza. Kise era a disagio, non perchè fosse seccato né tanto meno scomodo, sembrava semplicemente in una situazione di "pena". Aomine sentiva il battito accellerato dell'amico pulsargli contro il petto scorrendo fino alle gambe, probabilmente lo "spavento" per la caduta doveva averlo fatto agitare più del dovuto.
Sospirò rassegnato per poi esordire con un "Tutto bene?"
Kise rispose con un gemito di consenso "Aominecchi sa essere gentile quando vuole", l'ace  sbuffò colto in fallo "Taci, sei fastidioso" il biondo schiuse le labbra in un sorriso dolce ed avvolgente, e piegandosi alla carezza del moro socchiuse gli occhi.
Per un momento, un solo momento, un pensiero gli attraversò la testa.
Guardandosi attorno, la situazione era "quella situazione". Il luogo, le luci, le loro "posizioni", il segnale, il chiaro segnale di quando una ragazza è consenziente all'atto che sta per seguire. Tra l'altro come diavolo erano finiti in quel modo? Perchè la sua mano stava accarezzando il viso dell'altro? Ma soprattutto perchè l'altro si piegava remissivo alla sua volontà? Stava per parlare, per enunciare qualsiasi ridicola o deviante scusa, quando le parole gli morirono in bocca ancor prima di trovarne il suono. Anche se lieve, lo sentiva. Kise tremava. Era in attesa, aspettava qualcosa -ancora una volta- Aomine piegò le labbra in un sorriso sghembo prima di accorciare di qualche altro centimetro la distanza tra i due "Kis-"
 
Cough Cough
Due colpi di tosse, seguiti dal verso di colui che si schiarisce la voce prima di un discorso plateale.
"Noto che avete fatto pace" asserì semplicemente.
"Midorimacchi"
"Quatt...Midorima !" I due sobbalzarono alla vista del compagno di squadra che proseguì "Mi dispiace interrompere ma.." allungò il braccio, stringendo tra le dita un mazzo di chiavi  "..dovrei chiudere la palestra" li fissò per alcuni secondi esitando "intendo...se avete finito, chiudo" Shintaro si sistemò le lenti abbassando lo sguardo, probabilmente imbarazzato per la scena alla quale aveva appena assistito -era risaputo che Midorima fosse uno tsundere non dichiarato.
"Ah?" Aomine lo guardò confuso, per poi osservare la sua stessa mano che riposava ancora sulla guancia del modello "Ah! No, questo.." deglutì alla ricerca di un'illuminazione "Questo idiota ha perso l'equilibrio finendomi addosso" In fin dei conti era la pura e semplice verità. Con la stessa mano tirò uno schiaffo -seppur lieve- sulla testa del giovane. "Ahia, Aaaominecchi!"
Il moro, in preda all'ansia, gli tirò una ciocca di capelli "Dico bene?" Il biondo scosse la testa impaurito per le conseguenze dovute ad un evenutale risposta negativa.
"..e pensare che poco fa eri così gent.." Aomine portò velocemente una mano contro la bocca del compagno, zittendolo, mentre l'altro si dimenava tra le proteste.
Midorima continuava a fissare il moro, con lo sguardo altezzoso di chi ormai aveva capito tutto -ergo era inutile negare l'evidenza.
Dannazione non lo sopportava, decisamente non lo sopportava, Kise e la sua lingua lunga.
 
Il cielo si era ormai tinto di un blu opaco quando i tre ragazzi uscirono dalla palestra. Il quattr'occhi chiuse definitivamente l'entrata con un paio di mandate per poi voltarsi verso i compagni che, stranamente, lo avevano atteso in rigoroso silenzio.
"Bene.." cominciò lui "allora io me ne andr..." venne strattonato dal biondo, che sfoderando un raggiante sorriso completamente finto gli si aggrovigliò al braccio. "M..Midorimacchi vengo con te..devi spiegarmi gli appunti d'Inglese, o..ok?" in quel momento Shintaro potrebbe aver giurato di aver visto la parola "BALLA" aleggiare sopra la testa di Kise. Si voltò verso Aomine,  notando come il moro si stesse grattando la noce del collo nervosamente, sospirò per poi annuire al biondo. Non sapeva cosa stesse succedendo ma voleva tornare il più presto possibie a casa, se avesse fatto tardi durante la sua routine notturna la mattina successiva si sarebbe perso Oha-asa, cosa assolutamente inconcepibile.
 
Aomine e Kise si guardarono di sfuggita -accennando ad un saluto- per poi voltare lo sguardo a fissare il nulla più assoluto.
Midorima si incamminò e così il modello al suo seguito, l'ace sentì le loro voci allontanarsi gradualmente mentre tirava un lungo e meritato sospiro di sollievo.
Il vento ancora afoso, nonostante quell'ora tarda di una giornata di luglio, soffiava flebile sul viso del moro, che chiuse gli occhi ancora più stanco di quella stessa mattina. In un breve e coinciso fleshback gli passò di fronte tutta la sua mattinata.
Portò una mano sul suo viso, coprendolo interamente mentre abbassava il volto verso il pavimento,
"..e quello cosa diavolo era?"




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N.A. Questo capitolo è orrido, come gli altri daltronde, ma tralasciando tutto ciò, ci tengo a precisare che durante le lezioni di grammatica ai tempi delle elementari io e Riccardo (e chi sarebbe? mistero della fede per voi) decapitavamo le Bratz delle nostre compagne di classe o giocavamo con i BeyBlade, quindi per qualsiasi critica riguardante la mia sgrammatica rivolgetevi al Rich, per il resto spero che la lettura non sia stata noiosa o comunque pesante.

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