C'è un gufo per te

di Sinylla
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio ***
Capitolo 2: *** Lettere.. ***
Capitolo 3: *** Galeotto fu quel gatto... ***
Capitolo 4: *** Il risveglio... ***
Capitolo 5: *** L'incontro... ***
Capitolo 6: *** Rivelazioni... ***
Capitolo 7: *** Ricordati della cena... ***
Capitolo 8: *** Paura di perderti... ***
Capitolo 9: *** Indovina chi viene a cena?... ***
Capitolo 10: *** ...e alla fine arrivò Lavanda! ***
Capitolo 11: *** Tanto tempo perso ad odiarsi e poi... ***
Capitolo 12: *** Perchè? ***
Capitolo 13: *** Sogno o son desta... ***
Capitolo 14: *** Zio Draco e... ***
Capitolo 15: *** Indecisioni e gelosia... ***
Capitolo 16: *** Un bacio ed un pugno... ***



Capitolo 1
*** L'inizio ***


Prima di tutto ci tengo a precisare che questa sarà volutamente una specie di remake del film "C'è post@ per te"
Avverto inoltre tutti i deboli di stomaco e di cuore che questa è la mia prima fanfic e che sono notoriamente la numero uno negli ORRORI di ortografia, non ve la prendete a male e abbiate pietà di me.
Sin

Draco Lucius Malfoy era da sempre, agli occhi di tutti, lo stronzo bastardo numero uno. Aveva insultato e deriso e avvolte, anche picchiato il Bambino sopravvissuto, quello che ora era, agli occhi di tutti, Il Salvatore del mondo magico, e sicuramente in anonimato, il salvatore del mondo babbano. In passato, quando la sua vita era caratterizzata dall’obbedienza al Signore Oscuro, lui aveva torturato e portato in fin di vita per ottenere ciò che voleva, ma non aveva mai ucciso: no, perché ogni volta che sapeva che stava per togliere la vita ad un essere umano, gli si paravano davanti due profondi occhi azzurri, gli occhi dell’unico uomo che gli aveva dimostrato cosa significava vivere e morire per una giusta causa in cui si crede. Gli aveva fatto capire cosa significasse scegliere.
La sera che il miglior preside che Hogwarts abbia mai avuto, morì per mano di un vile Mangiamorte, Draco Lucius Malfoy si trovò davanti ad un bivio, ed inconsapevolmente imbocco la strada che noi chiameremo “della redenzione”. Inconsapevolmente, abbassando la bacchetta davanti a quell’uomo, aveva deciso chi voleva essere davvero, e per la prima volta lo aveva scelto da solo.
Certo, la strada per rendersi umano agli occhi di tutti era lunga e tortuosa per lui, che nei suoi primi 20 anni di vita, aveva vissuto come servo del signore Oscuro, dedito alle torture e alla magia nera come suo padre e il padre del padre prima di lui. Ma Draco ce la stava mettendo tutta, ed ora, a quasi 7 anni da quella sera, lui si sentiva esclusivamente una cosa: un uomo terribilmente solo. Non che fosse davvero solo, aveva Blaise Zabini affianco, il suo migliore amico, un fratello, che oltre tutto cercava di aiutarlo a riabilitare la sua immagine agli occhi del mondo magico.
Blaise con volontà e dedizione era diventato uno dei migliori avvocati esistenti nel mondo magico, e con la sua classe ed il suo innato senso degli affari, aveva fatto diventare Draco il presidente di una grande azienda produttrice di pozioni e artefatti magici, amministrando il suo denaro in maniere impeccabile. Basti pensare, che quasi tutti gli ospedali magici nel mondo, si rifornivano dall’azienda di Draco.
Ma per la Serpe bionda, erano duri da lasciar andare quei gesti tipici dell’alta società purosangue e classista, che lo facevano sembrare ancora, agli occhi di tutti, un figlio di Mangiamorte, anzi, un Mangiamorte lui stesso. E se pur non volendo quell’etichetta la portava appesa al collo ogni giorno. E per tutti questi ed altri motivi, un giorno di inizio autunno, Draco Lucius Malfoy fece per sbaglio, una cosa che prima di quel momento mai avrebbe sognato di fare: lesse la gazzetta del profeta alle ultime pagine, dove si trovavano le colonne degli annunci di maghi e streghe, ed uno spiccò ai suoi occhi, così semplice e tenero:
“Cerco un amico di carta ed inchiostro, forse sei proprio tu che stai leggendo in questo momento, non voglio sapere chi sei ne cosa fai, voglio solo condividere quello che siamo dentro. Jher Londra”
Fu un attimo e Drao era già li nel suo studio, con piuma e inchiostro a scrivere su un foglio di pergamena pulita.
Circa Quattro mesi prima Draco Lucius Malfoy lesse quell’annuncio, che poteva sembrargli tremendamente idiota, al quale solo una stupido potesse rispondere, e reputando chi l’aveva scritto una persona senza spina dorsale, ma non fu per niente così. Decise che sarebbe stato lui quell’amico anonimo, perché nemmeno a lui importava sapere chi lei fosse, era sicuro fosse una lei, o cosa facesse, gli importava solo essere cosciente del fatto che almeno lei non lo avrebbe giudicato per come appariva, ma per come era dentro: un essere umano capace di provare sentimenti, come tutti gli altri. E fu così che Draco trovò una “stupenda anonima” a cui aprirsi che ricambiava le sue parole ardenti, con altrettante parole infuocate di vita.



Un timido raggio di sole bussò sul cuscino ed Hermione Jane Granger, aprendo gli occhi, diede il ben arrivato al nuovo giorno.
Grattastinchi saltò sul letto, facendo le fusa e miagolando, per dare il buongiorno alla sua adorata padrona, cercando, con piccoli morsetti innocenti sulla mano che usciva fuori dal lenzuolo, di convincerla a darle la sua razione mattutina di coccole e carezze. Per tutta risposta Hermione si alzò prendendolo in braccio e affondando una mano nel fulvo pelo dell’animale, dirigendosi a passi lenti verso la cucina. I suoi occhi d’oro si posarono sulla mensola della colazione e la trovò desolantemente vuota.
“Beh, peloso amico mio” disse girando il gatto verso il suo viso, in modo che i suoi occhi dorati si rispecchiassero in qulli d’ambra dell’animale” credo che si ora di fare la spesa! E se ci pensasse Ginny ogni tanto non sarebbe per niente male.”
Con un gesto della bacchetta accese la radio posando il bel animale a terra.

♫♪ Buongiorno Londra qui è Chris Clarence, il vostro speaker preferito che vi informa che oggi è una splendida giornata di sole, gli uccellini cantano soavi, e in tutti i negozi di dischi di Diago Alley oggi uscirà il nuovo singolo delle Sorelle Starvagarie, e per la felicità di tutti i loro fans è il pezzo che ora andrà in onda, sulle frequenze di Radio Magic London ♪♫

Il nuovo singolo delle Sorelle Starvagarie si disperse nell’aria, tra le mura di quel piccolo appartamento mansardato, mentre la giovane strega dall’esile figura, si accingeva ad entrare sotto la doccia.
“Buongiorno anche a te Chris..”
Le parole della strega dagli occhi d’oro si dispersero tra le mille parole, che dopo il singolo lo speacker sputava fuori dalla radio ad una straordinaria velocità, con tono alquanto petulante e fastidioso, ma tant’è che il quella casa si sentiva solo ed esclusivamente quella stazione.
Tra poco meno di un’ora e mezza doveva essere a lavoro, e anche se poteva smaterializzarsi quella era, come le aveva fatto notare giustamente Chris, una giornata da sfruttare per una sana camminata mattutina. In poco meno di mezz’ora si trovò pronta per uscire di casa, con indosso i suoi amati jeans logori e il maglione a collo alto verde mela. Un paio di scarpe da ginnastica ai piedi ed il cappotto di lana, completavano il tutto. Facendosi spazio tra il caos che regnava sovrano in casa, recupero tra un cuscino del divano e un giornale, la sua borsa e raccolse il lettore mp3 da sotto il basso tavolino del salotto: da quando viveva con Ginny la situazione tra quelle quattro mura era a dir poco caotica, ma chi non avrebbe adorato vivere con la propria migliore amica, anche se disordinata? Prima che i suoi piedini di fata varcassero la soglia, un miagolio insistente la fece tornare sui propri passi: si era scordata Grattastinchi! Ma il suo fido compagno quella mattina le aveva riservato una sorpresa: con piccoli passi felpati la raggiunse, tenendo stretta tra le zannette una lettera. Il suo cuore perse un battito quando, prendendo la lettera in mano, riconobbe la calligrafia che aveva tracciato il suo soprannome sulla busta. Trepidava ogni volta che riceveva quelle lettere, troppo scossa dalle mille emozioni che quel semplice foglio di pergamena poteva contenere. Quelle erano le lettere che il suo stupendo amico, “di carta ed inchiostro” come lui amava firmarsi, le scriveva. Erano ormai quattro mesi che una costante corrispondenza epistolare via gufo, intercorreva tra lei e quell’anonimo individuo. Ed in poco più di quattro mesi, lei era riuscita ad aprirsi ad un perfetto sconosciuto, ad affezionarsi, ad innamorarsi quasi, di un estraneo che a sua volta le apriva il cuore. E quella era una delle cento e più lettere che in quell’ultimo periodo l’avevano resa di nuovo felice.
Sorridendo raggiante sistemò gli auricolari del lettore mp3, e prese il suo beneamato felino tra le braccia stringendolo al petto insieme alla lettera. Quattro mesi prima, si soffermò a pensare mentre percorreva i due isolati che la separavano dal luogo di lavoro, aveva commesso una pazzia, forse sotto Imperius, perché non era proprio da lei pubblicare un annuncio sulla Gazzetta del Profeta, per cercare qualcuno con cui condividere solo pensieri. Forse lo aveva fatto semplicemente perchè la rottura con Vicktor l’aveva davvero debilitata, date le scoperte sconcertanti che ne erano venute fuori nell’ultimo periodo insieme. Aveva bisogno di riprendersi, ma non bastava lo shopping come a tutte le ragazze normali, per rimettersi in carreggiata lei doveva fare una vera e propria pazzia che un acquisto inutile ed esorbitante non poteva comparare. E qull’annuncio le aveva portato una sola persona: un ragazzo stupendo, dai pensieri profondi, a volte duri a volte davvero dolci, che l’avevano fatta tornare a sorridere, e le avevano insegnato a credere in se stessa come mai aveva fatto prima; era come conoscersi da sempre, senza essersi mai visti, le era vicino, anche se non conosceva il suo volto, ma sentiva nel più profondo che di lui poteva davvero fidarsi, anche se era solo “carta ed inchiostro”.


Se siete arrivati fino a qui, sicuramente avete letto tutto il primo capitolo, e quindi vi va il mio sentito e sincero grazie^^

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Capitolo 2
*** Lettere.. ***


Siamo arrivate al secondo capitolo e non posso fare a meno di commuovermi nel sapere che questa storia vi stà piacendo. Sono rimasta davvero estasiata.. Spero solo di non deludervi mai. Ci tengo solo a ricordarvi che i miei personaggi saranno un po’ OOC. Un'ultima cosa: quando notate degli errori fatemeli presente così li correggo ^^
Baci Sin






Hermione cammina spensierata tra le strade della Londra babbana. L’aria era fredda, ma splendeva un sole stupendo , mentre una nuvola solitaria solcava il cielo limpido come una nave solca spedita l’oceano. La musica incessante nelle orecchie le stava facendo da colonna sonora, mandata da quello stupendo lettore mp3 che Harry e Ginny le avevano regalato per il suo compleanno; a dire la verità era stato Herry a decidere di regalarglielo, Ginny non aveva la più pallida idea di cosa fosse, ma sicuramente rimase felice dell’espressione estasiata che la sua migliore amica aveva assunto vedendo lo stupendo ritrovato di tecnologia babbana. Imboccò l’ingresso di una caffetteria dietro l’anglo dall’ingresso del Paiolo Magico, e si sedette a fare colazione insieme al suo fidato amico fulvo. Mentre sorseggiava il suo caffè lungo, lesse la lettera:

“Mia dolce amica sconosciuta
sono quattro mesi ormai che il nostro rapporto epistolare va avanti e mai e poi mai, avrei immaginato che una persona come me, arrivasse al punto di desiderare come l'aria il sopraggiungere di una tua lettera. Vivo solo in funzione delle tue parole. Non so chi sei, non conosco il colore dei tuoi occhi e non ho mai ascoltato il dolce suono della tua voce...perchè solo un dolce suono può avere la tua voce, ma a me basta lo scorrere lento e sensuale delle tue parole. Con le tue frasi sei ormai diventata capace di guardare dentro i miei pensieri, e come dolci carezze accogliere nella tua anima ogni mia parola. Come sia possibile tutto questo non oso immaginare. Ma sono sicuro che il mio migliore amico rabbrividirebbe all’idea, se solo scoprisse queste nostre "conversazioni". Non sono quel tipo di persona che si presenta al mondo, avvezza ad aprire il propri cuore con una sconosciuta. Ma tu non sei una semplice estranea, tu sei l'essenza che mi manca, colei che sa parlare alla mia anima fredda e gelata da troppo tempo. Ti ho incontrato per caso su una pagina di un giornale, ma questa nostra amicizia è per la mia carne stanca, un balsamo divino, è la completezza e l'infinità del cielo.
Sta notte guarda le stelle e pensa che io le stia guardando insieme a te, ed assapora il vento sulla tua pelle come se fosse una mia carezza di gratitudine.
Con immenso affetto
Il tuo amico di carta ed inchiostro.”


Gli arrivò dritta in fondo al cuore, come solo una freccia di Cupido sa fare.
Si alzò dal tavolino quasi volasse, e dopo aver pagato, si diresse velocemente sulla strada principale di Diagon Alley, raggiungendo la sede da cui trasmetteva la sua radio. Eh si, Hermione era, il Martedì ed il Venerdì mattina, la speaker più gettonata e sexy che il popolo magico di Londra ascoltava.

♪♫ Cari ascoltatori di Radio Magic London, qui è Hermione Granger che vi parla e vi informa che saremo insieme per le prossime tre ore. Ma non trovate che oggi sia una splendida giornata? ♫♪




Draco Malfoy aveva un brutto vizio, che spiccava più di tutti: l’alcol. Il suo migliore amico cerava in tutti i modi di redimerlo da questa usanza particolarmente deleteria, ma lui non faceva davvero nulla per smettere di ingurgitare litri e litri di Whisky Incendiario ogni giorno. Probabilmente credeva ciecamente che bere aiuta a dimenticare, e lui del suo passato voleva dimenticare tante cose. E quel giorno non fu da meno.
Aveva finito di firmare tutte le scartoffie che Anne, la sua segretaria, gli aveva posato sulla scrivania del suo studio, alla Malfoy Corporation, ed infilato il cappotto aveva imboccato l’uscita verso l’unica direzione che le sue gambe credevano possibile: la strada per il Cinghiale Ubriaco, e già dal nome è facile immaginare da che tipo di elementi fosse frequentato.
Sulla porta d’ingresso dell’azienda incontrò Blaise che lo richiamò con tono risoluto, dopo aver notato che l’unico gesto d’attenzione concessogli dal suo migliore amico, fu un misero cenno con il capo.
“Signor Malfoy!!” tuonò in direzione del biondo.
A quel richiamo Draco non potè fare a meno di voltarsi; era bastata un’occhiata alla camminata affrettata e all’espressione corrucciata, per far capire al moro le intenzioni che la Serpe bionda aveva, e Draco sapeva benissimo che lui odiava vederlo ridotto uno straccio: bastava uno sguardo da parte degli occhi blu profondi del moretto, per comprendere che non era esattamente la condotta che doveva tenere un uomo d’affari, ma quel giorno era esattamente la sua intenzione ridursi da schifo: la notte sogni orribili, venuti fuori dal suo passato, lo avevano tormentato incessantemente, che lui voleva solo dimenticare, e l’alcool fino a quel momento gli era risultato un ottimo aiuto nel suo intento. Si fissarono un momento, con sguardi che valevano più di mille giustificazioni o ammonimenti, poi il volto diafano del direttore si voltò nuovamente in direzione dell’uscita, solcando la lussuosa hall dell’azienda a grandi passi.
Zabini rimase per un momento interdetto, poi ripresosi da quel repentino crollo attenzione nei suoi confronti, seguì correndo il biondo.
“Per favore Draco, aspettami!” urlò, con voce quasi stridula, correndogli dietro, poi una volta affianco, gli disse con tono mesto e rassegnato ”dove hai intenzione di andare?” aspettandosi una risposta ovvia, che non si fece attendere.
“ Lo sai dove vado ed è inutile che cerchi di convincermi a desistere” nemmeno lo guardò mentre parlava, perché sapeva, che se lo avesse fissato negli occhi si sarebbe sentito terribilmente in colpa; infondo Blaise lo ammoniva semplicemente perché gli voleva bene, semplicemente perché non voleva perdere l’unico essere, che gli era rimasto in vita, degno del suo affetto sincero. Camminarono ancora per qualche metro, lungo la strada di mattoni rossi, l’uno affianco all’altro in religioso silenzio, poi il moretto estrasse dalla tasca interna della sua giacca firmata una lettera e la porse a Draco.
“E’ arrivata nel pomeriggio” disse mentre gliela consegnava “Il tuo maggiordomo mi ha chiesto gentilmente se la potevo dare al suo padrone”
Gli occhi grigi del biondo assunsero una strana luce, quando videro con che nome gli era stata recapitata, e come se fosse il bene più prezioso la ripose nella tasca del cappotto.
“Sono curioso di sapere chi te l’ha inviata” asserì all’indirizzo dell’amico “ chi è che ti scrive indicandoti sulla busta con il nome DraMa?” chiese assumendo un espressione e usando un tono, tra lo sconcertato e il divertito “Certo è appropriato: tu sei proprio un dramma!”
“Fatti miei” fu la secca risposta dell’altro.
Il moro girò gli occhi al cielo, poi con sguardo serio si rivolse all’amico.
“Senti Dra, non mi importa chi ti scrive” sospirò “Promettimi solo che non ti caccerai nei guai. Voci sicure hanno affermato che i figli di quei Mangiamorte” calcò il tono sulla parola quei “vogliono ancora fartela pagare”
Uno sguardo indecifrabile si dipinse sul volto dell’ultimo discendente della stirpe dei Malfoy, mentre varcavano il cancello principale.
“Non ti preoccupare amico mio” un sorriso appena accennato si dipinse sulla maschera di cera del viso di Malfoy “Rimarrò in vita solo per te!”
Si abbracciarono e con un sonoro crack si smaterializzarono entrambi verso le loro destinazioni.

Draco si ritrovò finalmente solo davanti l’ingresso del suo locale preferito a Diagon Alley: il Cinghiale Ubriaco. Varcò la soglia d’ingresso e si sedette ad uno dei tavolini in ombra che tanto si confacevano al suo stato d’animo: semi nascosti per la poca luce presente nel locale, davano quel senso di riservatezza di cui aveva bisogno. Nessuno si sarebbe avvicinato a disturbarlo, tranne l’oste che gli chiese esclusivamente cosa dovesse portargli.
Bevuto il primo sorso di Whisky Incendiario, estrasse la lettera dalla tasca dove con cura era stata riposta:

“Ogni mattina il mio gatto mi sveglia, trascinandomi via dai sogni dove ormai ti incontro tutte le notti. Non credere che sia sbagliato che ti pensi così tanto, perchè me ne accorgerei se fosse uno errore, ne ho fatti così tanti fino ad ora! Ma quello che credevo più grande si è rivelata l'azione più giusta, perchè mi ha portato te. Le mie amiche penserebbero che tu rimani solo un sogno, il frutto della mia fervida fantasia. Non importa. Solo io so che tu sei reale così come i pensieri che mi scrivi; lo so che ci sei in qualche parte del mondo.
Non ha importanza incontrarti, perchè a me basta pensare che tu sei, dentro una notte, nel tempo, nell’aria, nel vento sulla pelle. Non credo tu possa immaginarlo e forse non sembra nemmeno tanto reale, ma per me qui senza le tue lettere è diventato impossibile vivere. Sono le cinque del mattino, e guardando la notte che sfuma, lasciando spazio al sole nascente, tutto quello che desidero, è un'altro turbine di emozioni, un mulinello nel fiume dei tuoi pensieri solo per me. Nelle tue lettere mi fai sentire e respirare quel che sei, perchè le tue parole in me hanno un’eco in più.
Lo so che pensi di vivere una vita ingiusta, prima di incontrarti lo pensavo anche io; da quello che mi scrivi percepisco che per te il tragico gioco della vita non ha regole, e lo capisco sai, anche io che amo la vita ho conosciuto troppo la morte. Ma non sentirti solo, guardati intorno e mi vedrai ancora in tutto quello che ti circonda: sentirai la mia voce nella risata di un bambino, ed il mio sguardo potrai fissarlo nei raggi del sole. Per il momento a presto dolce amico di carta e inchiostro.
Tua Jher”


E Draco Lucius Malfoy nell’intimità di quell’angolo buio, di un pub sporco e maleodorante, sorrise. Un sorriso sincero all’indirizzo di quella splendida sconosciuta






Premetto che le lettere non mi convincono più di tanto, ma meglio di così io purtroppo non ho saputo fare. ^^"
Anche qui se se stai leggendo queste parole vuol dire che sei arrivato fino in fondo al capitolo quindi ti va il mio sincero e sentito garzie.Spero vi piaccia anche questo capitolo
Ma un grazie speciale va a: canfly, lunachan62, white_tifa, silvia90, ficcy, tery91, fedefun, de_pi, sonaj, Erin, T@ti@ch@n, truelena..mi avete fatto commuovere ^^
Un bacio
Sin

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Capitolo 3
*** Galeotto fu quel gatto... ***


Sono davvero commossa da tutte le splendide recensioni, non pensavo che potesse piacere la mia storia, soprattutto con i miei personaggi più umani del solito. Intanto vi posto il terzo capitolo e spero solo di non deludervi. Piccolo appunto al capitolo precedente: DraMa e Jher sono le mie personalissime abbreviazioni dei nomei dei personaggi^^
Un Bacione a tutti.
Sin






♫♪ Ed anche per oggi dalla vostra Hermione Granger è tutto, e come ultimo pensiero della giornata vi lascio all’ascolto del brano babbano “Don’t want miss a think” Siate Felici! ♪♫


Le nuvole candide e soffici della mattina, nel cielo di Londra, si erano trasformate repentinamente in nubi grigie cariche di pioggia. Hermione camminava velocemente sulle strade di Diagon Alley, che a causa di quel tempaccio erano diventate improvvisamente deserte. Il suo programma alla radio andava divinamente, facendo milioni di ascolti come ogni volta, e questo rendeva il cuore della ragazza colmo d’orgoglio. Nel pomeriggio aveva preparato la scaletta per la messa in onda della puntata successiva; durante una pausa dal lavoro, inoltre, si era incontrata con il più abile e sexy avvocato esistente: il signor Blaise Zabini. Non era la prima volta che si vedevano, anzi: da qualche anno si davano appuntamento costantemente ogni settimana. Oltre ad organizzare qualche dibattito durante il suo programma, Hermione amava stare in compagnia con quel ragazzo anche solo per una semplice chiacchierata: non era il tipo di persona che come scopo principale di un incontro, con un essere dell’altro sesso, ha il classico e sadico atteggiamento che si assume per portare l’incontro su altri livelli, anche perché, le attenzioni sessuali del bel moro ex Serpeverde, andavano oltre la fauna femminile; per lei era come parlare con un’amica con cui confidarsi o a cui dare dei consigli. E quel giorno Zabini aveva proprio bisogno di un consiglio: non parlavano mai di Draco Malfoy, o meglio, erano rari gli incontri in cui l’argomento delle loro discussioni era il biondo presidente, ma Blaise aveva bisogno di parlarne con qualcuno ed Hermione risultava essere per lui, l’unica persona di cui si potesse fidare, oltre Malfoy stesso, per trattare argomenti delicati. Lo dilaniava l’idea che Draco avesse preso la strada della distruzione, finendo spesso in risse e duelli magici ubriaco lercio. Quando tornarono ognuno ai rispettivi impegni Blaise era riuscito almeno a strappare da le labbra rosee e gonfie di Hermione, la promessa che avrebbe cercato di convincere Harry Potter a mettere sotto controllo il biondastro, assegnandogli un Auror della sua squadra speciale. Hermione dal canto suo, aveva colto l’occasione per incastrare il moro, per un incontro alla radio la settimana successiva.
Ed ora, con due buste ricolme di ogni genere alimentare per le mani, si dirigeva verso casa, preceduta dal suo fedele amico peloso. Lei sapeva benissimo dove doveva andare, ma si sa che i kneazel, hanno insito l’istinto di ricondurre i propri padroni verso casa, e Grattastinchi non era da meno, scortandola ad ogni passo. Ma qualcosa percepita nell’aria lo fece bloccare, facendo quasi inciampare la povera Hermione, che distratta da un abito in vetrina non si rese conto dell’improvvisa frenata.
“Ma che sei scemo?” disse stizzita verso i suoi piedi.
L’animale per tutta risposta voltò il muso verso la sua padrona, e dopo averle lanciato un occhiata, paurosamente umana, prese a correre verso una direzione a lei ignota, direzione che poco seguiva la strada di casa.
La giovane strega rimase basita dal comportamento del proprio felino, prima di corrergli dietro urlando. “Stupido gattaccio che non sei altro! Fermati immediatamente! Se mi fai correre così per farmi vedere una delle tue nuove conquiste, giuro che ti strozzo!”
In passato era già accaduto altre vote che il suo gatto, orgoglioso delle proprie conquiste, l’aveva costretta a corrergli dietro per mostrargli la preda amorosa. Ma quella sera, voltato l’anglo di una stradina buia, lo spettacolo che le si parò davanti non fu affatto una splendida gatta dal pelo lucente, ma qualcosa di davvero raccapricciante.



Draco Malfoy, con una bottiglia di liquore per le mani, aveva imboccato la strada di casa camminando a piedi con andatura barcollante di chi ha esagerato troppo alzando il gomito, non riuscendo a concentrarsi abbastanza per potersi smaterializzare. Da quando era entrato nel locale aveva ingerito non si sa quanti bicchieri di alcool, riuscendo perfettamente nell’intento non tanto desiderato, di distruggersi il fegato, ma non avvicinandosi nemmeno lontanamente, allo scopo per cui aveva deciso, uscendo dall’ufficio, di sostare nel locale. I suoi incubi, causa la sbronza, non solo non lo avevano lasciato, ma continuavano a tormentarlo ancora più insistentemente di quando aveva riaperto gli occhi quella mattina svegliandosi.
Ed ora completamente smarrito, si ritrovava perso in una stradina buia, quasi sicuramente senza uscita, continuando a tracannare dalla bottiglia che aveva in mano, circondato da più di qualche losco individuo.
L’alcool lo rendeva ceco al pericolo, e poi una rissa gli avrebbe giovato a scaricare i nervi. Almeno questo era quello che pensava. Ma le persone che lo circondavano non si trovavano li per caso, perché non erano semplici spacconi di strada, pronti a dar via ad una lotta con il primo di turno. No, quelli erano i figli dei Mangiamorte che ormai da qualche anno lo braccavano incessantemente. E quale occasione miglioreper la vendetta, scoprire che il loro nemico tanto odiato si trova alla propria mercé, semi incapace di difendersi?
Fu l’individuo alla destra di Draco, secco e dal naso aquilino, a parlare per primo.
“Molto bene signor Malfoy” ogni parola pronunciata veniva fuori ricolma di disprezzo “Finalmente ci rincontriamo. L’ultima volta che sono riuscito a vederti così da vicino portavamo ancora la divisa di scuola.”
“Oh Nott, è un piacere rincontrati” le parole gli uscivano di bocca biascicate tanto era forte la sbronza.
“Non posso dire che lo stesso sia per me” lo guardò per un attimo con il volto sfigurato dalla rabbia “Se avessi potuto immaginare cos’avresti fatto una volta uscito da quella insulsa scuola, avrei messo il punto alla tua vita senza pensarci un attimo”
Per tutta risposta il biondo, senza freni inibitori, gli sputò contro e non fu esattamente la mossa giusta, perché per quell’affronto, ad un cenno di Nott partirono cinque Cruciatus all’unisono.
Draco si ritrovò a contorcersi al suolo, trafitto da mille lame cariche di dolore e di astio covato per troppi anni; cercò di trattenersi dall’urlare, non voleva dare a quegli individui meschini anche la soddisfazione di sentirlo gridare il suo dolore, oltre ad averlo colto impreparato, ma lo strazio era troppo, anche per il Principe delle Serpi. Si ritrovò a pensare che forse, perire così non era esattamente la sua massima aspirazione, ma sicuramente la morte avrebbe messo fine ai suoi tormenti ed ai sui incubi, anche se gli avrebbe tolto solo una cosa a cui teneva: quei minuti di pace e di sensazioni molto vicine alla felicità, che le lettere della sua amata amica anonima gli regalavano.
Una luce accecante di un intenso color porpora illuminò la strada, mettendo fine in pochi istanti alle ondate di dolore e agli spasmi che lo stavano travolgendo. Per Salazar, questa doveva essere solo la luce che ti circonda prima di finire tra le fiamme del oltretomba, perché solo all’Inferno poteva finire la sua anima peccatrice; era scampato ad Azckaban per un pelo ma alle porte dell’Ade nessuno può sottrarti. Quel senso di sollievo che si diffuse nelle sue membra provate poteva solo essere la fine dell’esistenza, quell’illusione di pace prima di finire tra i tormenti e le fiamme degli Inferi. Non se lo seppe spiegare altrimenti.
Cercò di aprire gli occhi, Lucifero infondo lo voleva guardare in faccia prima di ricevere la giusta punizione per i suoi crimini, ma ciò che scorgerono i suoi occhi cinerei ed annebbiati fu solo uno scorcio della stradina in cui si trovava qualche minuto prima, e un esile figura che si dirigeva a passi svelti verso di lui.
Poi il buio.





Ed eccoci giunti alla fine anche di questo capitolo, forse un po’ cortino. Spero solo di non aver tradito le vostre aspettative. E come sempre a chi è riuscito ad arrivare a leggere fino a qui, un immenso e caloroso GRAZIE. Ed un grazie particolare va a: silvia90, tery91, merryluna, fedefun, lunachan62, stellinainnamorata90, white_tifa, sonaj, Erin, T@ti@ch@n, de_pi, LOVEHARRY. Grazie infinite^^ Un bacio Sin

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Capitolo 4
*** Il risveglio... ***


Lo so sono in tremendo ritardo, ma ho una scusa validissima per farmi perdonare, almeno spero: Internet da casa mia non funziona da 10 giorni e davero devo elemosinare un po’ di connessione dalla mia vicina di casa ^^”. Forse ora è meglio se vi lascio al capitolo che spero sia all’altezza delle aspettative^^ Un bacio Sin






Il bel ragazzo biondo si girò su di un fianco, percependo un’intesa fitta al costato: non fu il migliore dei risvegli. I capelli fini e biondissimi, gli ricadevano in ciocche scomposte e leggermente umide di sudore sul bel viso, dai lineamenti delicati e marmorei. La luce che avvertiva lo infastidiva non poco, gli faceva dolere la testa ancora più del dovuto; chiuse le palpebre con forza sugli occhi, che se fossero stati aperti si sarebbero mostrati dalle iridi intense, come due pozze di piombo fuso. Ogni parte del corpo urlava pietà per i dolori provati. Cadere da un balcone al quarto piano, farà provare le stesse sensazioni e gli stessi spasmi? Sentì un peso caldo e confortevole su di lui, che non doveva esserci, assaporò l’odore di lenzuola pulite, che non avrebbe dovuto sentire. Ma dov’era finito? Delle voci che discorrevano concitate, gli giunsero all’orecchio distanti ed ovattate; gli esseri infernali possono avere voci così dolci di donna? Aprì lentamente gli occhi plumbei cercando di mettere a fuoco la visuale, adattandosi pian piano alla luce solare che, si rese conto dopo, proveniva da una finestra posta di fronte a dov’era situato, velata da fine tendine azzurre. In un primo momento tutto gli apparve opaco e confuso, come se avesse un velo posato con forza sul viso, e fu preso momentaneamente dal panico: sono diventato cieco?!? Poi la consapevolezza del disagio passeggero svanì: tutto apparve più chiaro, i contorni si delinearono, i colori divennero più intensi. Si rese conto di essere steso su di un divano rivestito di velluto scuro, al centro di un piccolo salotto a dir poco caotico: sul basso tavolino a pochi passi dal sofà giacevano scomposte una risma di riviste e quotidiani magici, le mensole stracariche di libri e soprammobili minacciavano di cadere da un momento all’altro, tutto sembrava immerso nel disordine eppure emanava un senso di conforto e calore umano, che dentro il suo immenso maniero asettico non aveva mai provato; posava la testa su un morbido cuscino di piume, ed una calda coperta di lana lo ricopriva con cura, come se qualcuno l’avesse rimboccata da poco. No, di certo quello non poteva essere l’Inferno. Quindi voleva dire solo una cosa: era ancora vivo. Affondò ancora di più la testa sul cuscino, assaporando la piacevole sensazione di essere ancora nel suo corpo, se pur pieno di lividi e contusioni, ma ancora vivo. La testa gli doleva in un modo tremendo, ma il tastare il suo fisico intatto e vitale lo mandò in visibilio: Draco Malfoy era ancora in gioco!
In quel momento le voci che prima sentiva distanti gli giunsero più forti e nitide; si voltò in quella direzione cercando di individuare la loro fonte, nel voltare la testa si procurò una fitta intensa alla base della nuca: era decisamente a pezzi, ed ogni più piccolo movimento in quel momento poteva sembrare azzardato, per il suo corpo stanco. Sicuramente quelle voci femminili provenivano da una stanza al di là della porta, molto probabilmente una cucina, dato il forte odore di caffè che gli stordiva l’olfatto, proveniente dalla stessa direzione. Si soffermò ad ascoltarle, curioso di scoprire a chi appartenessero.
“Certo che sei proprio impazzita!”urlò una voce, dalle tonalità acute e un tantino isteriche.
“Vuoi abbassare il tono? Lo potresti svegliare” la seconda era decisamente più bassa e contenuta.
“Ma si può sapere per quale assurdo ed inconcepibile motivo, quando l’hai trovato lo hai portato qui? Il San Mungo non andava bene?” sembrava fosse sull’orlo di una crisi di nervi.
“Ho le mie buone motivazioni” I toni delle due stavano tornando ad un volume e a delle sfumature decisamente normali “e non mi va di spiegarle adesso. Mi perdonerai mai per questo?”
“Tesoro io mi fido di te” la voce della prima era diventata prontamente dolce “e so che non faresti mai mosse azzardate. A parte fidanzarti con Viktor è ovvio” il tono canzonatorio sicuramente fece imbestialire non poco l’altra perchè gli rispose quasi con un ringhio.
“Non tirare in ballo Krum adesso!” ora era lei ad urlare quasi.
Krum? Quel Krum? Da che ne sapeva lui il giocatore della nazionale bulgara di Quidditch era sposato, con una russa. Beh forse Blaise quando gli aveva riferito questa importantissima soffiata di gossip aveva capito male.
“Adesso lo chiami anche per cognome?” continuò la prima “Beh, quando viveva qui con noi non ogni vezzeggiativo assurdo lo trovavi tu, ed eri pronta a giustificare tutte le sue stranezze” Non sembrava fosse arrabbiata, forse solo un po’ amareggiata, ed in risposta ebbe un sussurro triste che Draco quasi non riuscì a percepire.
“Mi spieghi perché lo tiri in ballo ora se stavamo discutendo di Malfoy?”
Quindi quelle due lo conoscevano! Beh a pensarci bene non era difficile riconoscerlo, considerando il fatto che finiva sulle copertine delle riviste magiche molto spesso: sul Settimanale delle Streghe per esempio, era nominato con tanto di foto sexy in allegato, che puntualmente Draco si chiedeva dove le ripescassero se lui non aveva mai posato per loro, ad ogni uscita, indicato come lo scapolo più seducente e ricco del Mondo Magico.
“Tesoro mio” sbottò “ è la stessa cosa! Tendi sempre a portare a casa gli uomini sbagliati!”
“Ma non stiamo insieme Ginny!” rispose l’altra “E’ un amico! E in difficoltà. Al san Mungo avrebbero fatto troppe domande!”
Beh si, infondo spiegare che lo avevano attaccato di proposito con 5 Cruciatus, proibitissimi dalla legge, avrebbe dato non pochi fastidi, si soffermò a pensare lui; però quel nome: Ginny, non gli era nuovo, ma dove lo aveva sentito? Beh di certo l’altra, che diceva di essere sua amica, non era Pansy sicuramente, ne tanto meno Daphne. Quelle due tanto viziate quanto oche, non avrebbero saputo curare nemmeno un raffreddore, figuriamoci prestare il primo soccorso ad un essere svenuto e moribondo. E doveva dire che lo aveva curato anche bene: ogni contusione più evidente, ogni taglio o graffio era stato medicato e fasciato con cura.
“Ma come fai a fidarti di lui? Lo sai come ti ha sempre trattata, non credo che ora sia cambiato. I Malfoy erano e saranno sempre subdoli ed infidi. Non appena ti volterai ti attaccherà alle spalle!”
Come ti ha trattata? Quindi in un passato, remoto o vicino che fosse, conosceva anche l’altra e non erano in buoni rapporti. Eppure lei lo stava curando. Fu una strana sensazione indecifrabile, come un morso in gola quello che Draco Malfoy provò a quel pensiero.
E poi era strano che qualcuno si fidasse così, infondo non aveva mai permesso a nessuno di avvicinarsi a lui più di tanto: la maschera di cera indecifrabile che indossava tutti i giorni per mostrarsi al mondo, non lo aveva mai posto in buona luce, e se quello non bastava c’era sempre il suo ghigno sprezzante, e qualche battutina infida a dare il colpo di grazia. L’unico era Zabini, ma quest’ultimo di certo non si trovava nell’altra stanza.
“Ti dico di no” rispose l’altra in tono pacato “Ginny tu sei la mia migliore amica, mi dovresti essere vicino e supportarmi! Non ti chiedo nulla, solo di fidarti un po’ di me” le ultime parole furono quasi una preghiera. “E va bene! Lo sai che alla fine vinci sempre tu! Soccorrilo quanto vuoi, ma se sta sera torno e ti ha torto anche solo un capello, lo ammazzo con queste stesse mani!” Ginny sospirò un po’ sconfortata, poi si senti un rumore di chiavi “Adesso scappo, che ho 2 appuntamenti in ambulatorio”
No. Di certo Ginny non si fidava proprio di lui, ne lo vedeva di buon occhio.
Si sentì lo schiocco di un bacio sulla guancia, certamente si stavano salutando, e una porta chiusa con un tantino di forza in più. La conversazione era finita. Ora doveva solo aspettare. Chi l’aveva salvato non si sarebbe fatto attendere se si reputava un buon infermiere.
Vide un fulmine rosso giungere dalla cucina, fermarsi ad osservarlo un attimo con i grandi occhi d’ambra, e saltargli sopra lo stomaco facendo le fusa senza tanti complimenti, causandogli non pochi dolori.
“No Grattastinchi!” tentò di richiamarlo la donna in cucina “Lo sveglierai!”
Draco osservò il gatto con sospetto: anche quella bestiola era tremendamente familiare. Un dubbio atroce inizio a farsi strada nella mente del giovane malato. La risposta a quel quesito irrisolto non si fece attendere. Il suono di piccoli passi affrettati si fece più vicino, poi sulla porta d’ingresso del salotto si stagliò un’esile figura, coperta da una larga felpa e degli short logori, dalle gambe snelle e dai lineamenti gentili con in testa una cascata di boccoli castani raccolti sulla nuca in soffici ciuffi scomposti.
La mascella di Draco si fece strada inevitabilmente verso il basso nella conferma della sua scoperta, e se il dubbio non si fosse affacciato alla sua mente rimandandogli alcune immagini di otto o nove anni prima, forse non l’avrebbe nemmeno riconosciuta.
Hermione Granger era cambiata. Eccome se era cambiata dalla stupida ragazzina so tutto io, un po’ goffa e sempre ligia alle regole, ed era mutata sicuramente in meglio.
La giovane strega ferma sull’uscio sorrise incerta all’indirizzo del biondo.
“ Oh” fece stupita “Ti sei svegliato” il tono calmo era tradito solo dall’imbarazzo che pian piano stava apparendo sul suo volto, colorandole le guance di rosso “Beh, in questo caso” mostrando due tazze nelle proprie mani “Caffè o teh?”









Com’è andata? Spero che dopo questo “dolce risveglio” per il nostro eroe continuerete a leggere quello che scrivo. Non vi preoccupate che anche se si trovano sotto lo stesso tetto ho pensato a tutto ^^ Accetto tutte le lamentele. Comunque come sempre a chi è riuscito ad arrivare fin qui senza sentirsi male va il mio più sincero grazie^^ E un grazie speciale a tery91, lunachan62, PiperHG, silvia90, white_tifa, fedefun, Erin, canfly, sonaj, Tatiachan; vi ringrazierei una per una ma il tempo è davvero poco. GRAZIE Un bacio Sin

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Capitolo 5
*** L'incontro... ***


Eccovi il nuovo capitolo. Spero solo non sia deludente, e sia comunque leggibile^^
Un bacio Sin







Si era preparata mentalmente tutta la notte a quello che sarebbe potuto accadere quella mattina. La sera precedente il suo gatto l’aveva condotta senza un apparente motivo, per un dedalo di viuzze al centro di Londra e la scena che si era trovata davanti girando l’angolo, ed entrando sull’ennesima stradina l’aveva lasciata senza parole. Indubbiamente la meta della corsa frenetica di Grattastinchi non poteva essere altro che quella.
Gatto e padrona osservavano impietriti la scena che si stava svolgendo davanti al loro sguardo sconvolto: Draco Lucius Malfoy circondato da cinque individui dall’aspetto poco raccomandabile che, se pure il biondo ex Serpeverde poteva vantarsi di un’alta statura, in quel momento lo sovrastavano nettamente e di li a poco non si sarebbero fatti alcuno scrupolo ad usare le bacchette nei modi peggiori, in cui solo i Mngiamorte rimasti usavano fare. Lui però anche se ubriaco, saturo di alcol fino a scoppiare, conservava la stessa eleganza che lo aveva sempre contraddistinto, e l’arroganza che ogni Malfoy ostenta anche davanti al pericolo, e nemmeno quella sera si smentì. In quel momento tutto le apparve come a rallentatore: lo vide sputare su quello che sembra il capo della banda, un cenno con il capo e cinque Cruciatus carichi di odio furono pronti a partire. Intravide il corpo del giovane cadere a terra e urlare il suo dolore: troppo accanimento c’era in quegli anatemi, troppo risentimento e disprezzo trasformatosi in lamine strazianti, che invisibili riescono ad arrivare in profondità non deturpando solo la carne ma anche l’anima, lame tanto forti da non poter essere sopportate nemmeno dal Principe delle Serpi. La risata sguaiata satura di sprezzo del tizio che aveva fatto partire il triste spettacolo, la fece risvegliare dallo stato di shock che momentaneamente l’aveva colpita: fu un attimo, un battito d’ali di farfalla, e una luce di un intenso color porpora scaturì dalla sua bacchetta, ed i cinque corpi appartenuti a quei seviziatori si trovarono a terra schiantati. Lo aveva soccorso e senza esitare lo aveva portato dentro la propria casa. In silenzio lei e Ginny lo avevano cambiato e medicato, scrutandosi entrambe con dubbi e domande inespresse, fino a che la rossa non fu a letto e per tutta la notte lei, accoccolata sulla poltrona accanto al divano dove lo avevano sistemato, lo aveva osservato timorosa nel lasciarlo da solo. Quella mattina aveva affrontato Ginny, sapendo che la sua migliore amica non avrebbe mai approvato il tenere un Malfoy sotto lo stesso tetto, ma tant’è che l’aveva convinta, se non a sopportare lui, almeno a fidarsi di lei senza esitare. Ed ora ferma sullo stipite della porta, all’ingresso del proprio salotto Hermione Jane Granger aveva paura. Un’inspiegabile paura nell’affrontare la persona che più al mondo l’aveva offesa ed umiliata ed ora giaceva inerme, sul proprio divano.
Sorrise incerta, e con pochi passi tornò a sedersi sulla poltrona che l’aveva accolta per tutta la notte. Non sopportava lo sguardo indagatore che scaturiva da quegli occhi color ghiaccio, la infastidiva terribilmente quell’espressione stupita che non accennava ad abbandonare il volto del biondo. Gli posò sul tavolino una tazza ricolma di caffè fumante, e rimase ad osservarlo cercando le parole adatte a rompere quel silenzio ormai insopportabile. Ma fu lui a parlare per primo.
“G-granger…?” una domanda retorica partorita dalle labbra rosate del bel giovane. Una domanda che aveva tutta l’aria di essere stata fatta solo per avere una conferma ad un’altra domanda inespressa.
“Si lo so come mi chiamo” il tono pacato, l’espressione serena “ pare che il mio gatto ti trovi simpatico” constatò poi lei, non sapendo cos’altro dire.
“No dico, che cosa diavolo ci faccio io in casa tua?” Tutta la calma che si era conservata innaturalmente fino a quel momento, sparì con quelle semplici parole quasi urlate.
“Beh vedi Malfoy” cercò di rimanere calma “ Grattastinchi ti ha trovato in difficoltà ed io ti ho aiutato” bevve un sorso di teh, dalla tazza che teneva tra le mani, con studiata lentezza.
“Cioè Mezzosangue, vuoi dire che questo coso pulcioso, che ora mi fa le fusa sullo sterno mi ha salvato?” era davvero strano sentire la voce di Malfoy inclinarsi sempre più verso l’isterismo. Uno spettacolo unico, di cui solo lei avrebbe mai potuto godere.
“Esattamente” lei sorrise pacata.
“Senti Mezzosangue, non è tempo di scherzi questo!” aveva già riacquistato l’aria fredda che era solito assumere “ Ho sentito i discorsi che facevi prima, e hai asserito senza remore di fidarti di me”
“ Mi fido di te, si perché?” Hermione continuò a rispondergli calma e serena, la paura che prima l’assaliva era sparita al primo Mezzosangue che lui aveva pronunciato.
“Non farmi ridere” adesso si stava davvero arrabbiando “Un’amica incallita di San Potter, l’Auror acchiappa-Mangiamorte e salva-mondo per eccellenza, aiuta un tremendo seguace del Signore Oscuro come me? ” non poteva prenderlo per i fondelli così, Draco Malfoy è un uomo degno di rispetto, ed ancor meglio di timore.
“Senti Malfoy” lei si sporse con il busto verso di lui come a non far sentire a nessun’altro ciò che stava per idre “ Non fare il finto tonto con me, lo so perfettamente che hai tradito i seguaci di Voldemort da quando abbiamo lasciato la scuola”
Ci volle qualche secondo perché Draco immagazzinasse quelle parole. Nessuno sapeva del suo tradimento tra le file dell’Oscuro, e si era premurato ancor di più di nascondere la cosa all’Intero Mondo Magico, per non incappare in fastidiosi incidenti come quello della sera precedente. Le uniche persone a conoscenza dei fatti erano lui, Blaise Zabini che lo aveva difeso al processo, e i membri della giuria che lo avevano dichiarato innocente. Forse proprio perché aveva così brillantemente nascosto tutto quanto, il mondo intero lo vedeva come un Mangiamorte scampato alla galera solo per i Galeoni sborsati alle persone giuste.
Quando aveva fallito la missione che il Signore Oscuro gli aveva affidato, si era visto crollare il mondo addosso: torturato e seviziato aveva assistito impotente all’assassinio della madre come punizione al suo fallimento. L’unica persona oltre Blaise a donargli senza inganno amore ed affetto, era morta e la sua breve vita non fu stroncata da uno dei tanti accoliti di Lord Voldemort. No, la mano di colui che aveva compiuto quell’insano gesto apparteneva a suo padre, che finalmente libero, non aveva avuto ne remore ne indugi nell’uccidere la donna che lui asseriva d’amare. Quell’atto agli occhi di Draco fu la goccia che fece traboccare il vaso: ma chi diamine stava servendo? In quali malsani ideali aveva creduto sino a quel momento? La risposta era palesemente mostrata ai suoi occhi, e la condotta che da quel momento avrebbe seguito era già limpida nella sua testa, sin dal istante in cui il corpo straziato e senza vita di Narcissa Black in Malfoy fu condotto fuori dal suo campo visivo.
Di certo non poteva andare da Potter e dichiararsi apertamente dalla sua parte, lui aveva pur sempre una dignità da ostentare agli occhi dello Sfregiato! Ma disseminò così tanti indizi e tracce per incastrare quei subdoli assassini che si reputavano suoi compagni, che anche uno stupido Auror babbanofilio avrebbe saputo scovarli. E le aspettative non furono deluse: la sera che Il Bambino Sopravvissuto divenne il Salvatore del Mando, grazie al suo tradimento, la maggior parte dei Mangiamorte furono imprigionati, catturati e deportati ad Azkaban.
Ed ora quella verità che tanto gelosamente aveva custodito gli veniva ributtata in faccia da quell’insulsa Mezzosangue.
“Come lo sai?” il volto diafano di Draco Malfoy era tirato in un’espressione indecifrabile “Come sai quello che ho fatto? Dimmelo Granger!” stava urlando. Stava scaricando la rabbia, e poco importava che i polmoni premessero nel petto e gli facessero male, o i muscoli indolenziti dal dolore si rifiutassero di obbedire: con un scatto degno di un felino la sovrastò con tutta la sua statura puntandole iridi plumbee in quelle dai riflessi dorati della strega. Pretendeva una risposta e la pretendeva immediatamente.







Com’è andata? Non oso immaginare quanti errori ho fatto soprattutto nei nomi, comunque da qua credo cominciamo ad entrare nel vivo della storia. Spero continuerete a seguirmi e come sempre a chi è riuscito ad arrivare fino a qui va il mio più sincero e sentito grazie Un grazie speciale va a chi ha recensito fino ad ora: white_tifa, T@ti@ch@n, fedefun, PiperHG, Erin, lunachan62, silvia90, Lucy Light, sonaj; è con il vostro stupendo supporto che continuo ad andare avanti GRAZIE^^

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Capitolo 6
*** Rivelazioni... ***


Lo so che il cap precedente era un po’ cortino, forse anche questo non è uno dei più lunghi,ma spero vi piaccia ugualmente. Ci tenevo a fare solo una precisazione, se nella mia storia ci sarnno scene idiote o demenziali è perché stò cercando di scrivere una commedia^^
Un bacio Sin







Hermione Jane Granger non sapeva mentire, o almeno, non lo aveva mai saputo fare poi tanto bene, soprattutto con i suoi amici, Harry Ron e Ginny gli erano troppo cari, mai avrebbe saputo tenerli all’oscuro da qualcosa, e soprattutto usando le menzogne. Ma in un’occasione ci riuscì.
Durante gli interminabili mesi dopo la guerra, lei ed i suoi compagni furono chiamati a testimoniare, nelle lunge ed estenuanti sedute d’imputazione tenute all’ultimo piano del Ministero della Magia, anche perché infondo, quasi sempre erano loro quelli in prima linea durante le battaglie. Venivano chiamati insieme o singolarmente a testimoniare dalla parte dell’accusa, in quei processi in cui vennero condannati tutti i Mangiamorte. La truppa al completo dei seguaci dell’Oscuro, catturati la notte della caduta del loro Lord, furono deportati ad Azkaban e condannati, chi più chi meno a seconda dell’accusa, per i restanti anni di vita di cui ancora potevano godere, confinati tra quelle quattro mura; tutti tranne uno. E proprio per il processo di quest’ultimo che Hermione Jane Granger, la donna leale e sincera, aveva mentito spudoratamente ai suoi amici, omettendo la sua presenza a quell’udienza e la rilevanza che la sua testimonianza ebbe rispetto allo scaglionamento dell’accusato. Non che avesse voluto mentire davvero, ma sentiva che quella fosse la cosa giusta da fare. Gli altri rispetto a lei erano troppo cechi per capire l’innocenza di quell’uomo e quanto fosse stato utile a loro, per l’aiuto che gli aveva dato durante gli anni di lotta. Troppo astio intercorreva tra l’imputato e i suoi amici, troppo astio che l’avrebbe fatto condannare anche se innocente.
“Mezzosangue mi stai ascoltando?”
Quella frase urlatale in faccia e la rabbia crescente nella voce del ragazzo, la riportarono alla realtà, ma ancora più vicino al mondo dei ricordi.
Fissò i suoi occhi dai riflessi dorati in quelli tempestosi del biodo. Riusciva a percepire non solo la collera che scaturiva da quello sguardo, ma l’agitazione che si stava formando nella mente del giovane, desideroso com’era di ricevere delle risposte. La testa del ragazzo pulsava per l’emicrania crescente, avrebbe voluto stendersi e dormire sul comodo divano, che l’aveva ospitato fino a quando era scattato in piedi posizionando le braccia tese sui braccioli della poltrona, dove sedeva la sua salvatrice.
Hermione schiuse le labbra un paio di volte come per parlare, ma le richiuse all’istante: non sapeva davvero da dove cominciare. Intuiva che fosse giusto far sapere a Malfoy l’identità del teste al suo processo, ma le sembrava una notizia così delicata che le parole non le uscivano di bocca.
“Vuoi parlare lurida Mezzosangue” aveva perso la pazienza, quella cosa precaria che anche in lui albergava ogni tanto.
Non ebbe nemmeno il tempo di realizzare che la mano della ragazza si stava alzando velocemente nella sua direzione, che si ritrovò con la sagoma rosata di cinque dita, stampata sul bel volto candido.
In un impeto crescente d’ira strattono Hermione, tirandola su malamente per un braccio, e ritrovandosela di fronte ritta sulle proprie gambe. Un gemito da parte della giovane strega gli fece notare che forse l’aveva spaventata, non se curò, ma un movimento sbagliato e il conseguente lancinante dolore, gli ricordò che non era lui quello nella posizione per dare ordini.
Si trovò nuovamente steso e dolorante sull’agognato divano, sovrastato dall’esile figura della sua ex-compagna di scuola, che lo fissava dall’alto del suo metro e sessantacinque con sguardo severo, le gote imporporate e le braccia incrociate al petto.
“E’ così che mi ringrazi?” soffio lei all’indirizzo del giovane.
Lui emise un flebile lamento massaggiandosi il fianco dolorante, non degnandola nemmeno di uno sguardo. “Senti Malfoy, credi davvero che sia stata solo la bravura di Blaise al processo, per tenerti fuori dalla portata dei Dissennatori?” si riaccomodò in poltrona fissando la nuca del ex-Serpeverde dai crini dorati.
“Beh chi altri se no mi avrebbe tenuto fuori?”Si voltò per guardarla negli occhi, esprimendo con quello sguardo il più puro disprezzo “Forse tu?” azzardò ghignando sarcastico.
“Si sono stata proprio io razza di pallone gonfiato che non sei altro!” seduta con le braccia ancora al petto amareggiata, si voltò con la testa in direzione della finestra “Tra tutte le scartoffie del Ministero c’è ancora la mia testimonianza scritta, in bella mostra nella cartella relativa al tuo processo. E se solo Herry e Ron la venissero a scoprire mi ripudierebbero come amica. Loro ti avrebbero voluto dentro anche se avessero visto quello che ho visto io.”
“Ah si? E cos’avresti visto di grazia Miss so-tutto-io?” l’ansia si faceva strada dentro di lui a velocità strabiliante.
“Senti Malfoy” Hermione rispose tranquilla, infondo non stava confessando chi sa quale delitto “Non sono stata così stupida da non indovinare chi fosse quel Mangiamorte così distratto da lasciarci tanti indizi e poi..” lasciò la frase in sospeso per un momento, prendendosi tutto il tempo per osservare attenta le colorazioni cangianti sulla pelle del biondo, respirò affondo prima di continuare “la sera che Voldemort è caduto ti ho seguito” attese una reazione da parte del ragazzo; reazione che però non giunse permettendole di aggiungere “Herry era impegnato nella battaglia, e molti altri con lui. Avevo visto strani movimenti tra voi Mangiamorte e la curiosità mi ha spinto a seguire le tue mosse. Devo dire che sono davvero rimasta sbalordita, quando hai rinchiuso tutti i più valenti seguaci di Voldemort dietro a quel Muro Invalicabile” sospirò “La capacità che avete voi Serpeverde nell’inganno è strabiliante e non si smentisce mai!”
Era vero, maledettamente vero. Era stato lui a tradire il suo gruppo e a operare l’incantesimo, per far si che nessuno dei presenti tra le quattro mura in cui li aveva condotti, avesse la possibilità di fuggire. Il conseguente messaggio anonimo inviato agli Auror fu la parte più facile; avrebbe potuto firmarlo quel messaggio: almeno così nelle retate dei giorni successivi non sarebbe nemmeno finito tra gli imputati maggiori, ma voleva ripagare almeno una piccola parte del debito, che era sicuro di nutrire nei confronti di Silente. Aveva messo la sua vita nelle mani e nelle parole di Blaise che fino a quel momento credeva fosse l’unico artefice della sua libertà.
“Parlai con Blaise prima del processo ed è stato lui a supplicarmi di rimanere in anonimato e di non far parola con nessuno di tutto questo. Ho rispettato la sua richiesta per i miei motivi, ma quali sono i tuoi?”attese con il fiato sospeso. L’assurda curiosità che l’aveva spinta a seguirlo quella famosa sera anche in quel momento la stava animando facendole desiderare di conoscere le motivazioni del giovane.
“Sai Mezzosangue perché non voglio che si sappia?” attese una risposta fissando intensamente lo schienale del divano, a cui, anche mentre ascoltava le parole della ragazza, aveva rivolto tutta la sua apparente attenzione.
“Non riesco proprio ad immaginarlo, ed è per questo che te lo sto chiedendo”
“Perché mi avrebbero tutti trattato da eroe! Io ho agito così per vendetta.”
“Si ma ora” si fermò un momento, il tono si fece tremolante “Nessuno comunque si fida di te. Tutti credono che tu sia ancora un Mangiamorte infido a tutti gli effetti!” lo guardò con sguardo misto tra stupore e incredulità, mentre il ragazzo si voltava mettendosi a sedere di fronte a lei.
“Che lo credano pure” sibilò “Non voglio pietà da nessuno” gli occhi plumbei ridotti a fessure.”E non la voglio nemmeno da te”
Hermione scattò in piedi non sapendo come reagire a quell’accusa velata.
“AH bene è così che mi ringrazi?” gli puntò un lungo dito affusolato contro “ Tu sei sempre il solito infido Serpeverde di sempre” la mano ancora tesa ad accusarlo mentre l’altra stringeva convulsamente la tazza del teh “Adesso è anche peggio: sei il presidente di un’azienda che sfrutta elfi e creature magiche senza diritti”
“Ecco che viene fuori il tuo insulso spirito d’attivista” il tono calmo e strascicato per confermare l’evidenza “ Ora che ci penso, c’è sicuramente il tuo zampino dietro a quello sciopero di gobelin del mese scorso”
Hermione arrossi visibilmente. I toni della conversazione stavano decisamente cambiando.
“E se anche fosse, Malfoy?”
“Galeoni persi inutilmente, per colpa di una lurida Mezzosangue!”
“Ed è per colpa mia che adesso respiri! Se non ti avessi salvato il tuo regale fondoschiena ora non saresti qui ad insultarmi!” glielo urlò quasi a due centimetri dal viso protesa com’era verso di lui.
“A proposito, mi spieghi come hai fatto tu insulsa femmina, a buttare a terra cinque energumeni come quelli?”
Insulsa femmina?! No questo era davvero troppo! Raccolse il cappotto buttato in un angolo, lo indosso abbottonandolo di storto e imboccò la strada in direzione della porta di casa. Voltandosi a metà strada gli puntò la bacchetta contro.
“Solo per tua informazione ho usato uno Schiantesimo potenziato, me lo ha insegnato Vicktor!”
Riprese a passo di marcia la sua strada ed uscì sbattendo la porta, poi come se avesse avuto un ripensamento la riaprì ed urlò.
“ E l’incantesimo del Muro Invalicabile è una mia invenzione!” Chiuse nuovamente, con rinnovata violenza, la porta facendo cadere qualche granello di polvere, ed uscì definitivamente di casa.







Bene eccoci alla fine del seto capitolo. Mi piacerebbe avere un vostro parere su quanto ho scritto perché alcune cose non mi convincono. E poi vorrei che mi si facciano presenti i vari orrori di ortografia^^"
A quelli che sono giunti fin qui va il mio più sincero Grazie. E ringrazio quelle stupende persone che hanno recensito e continuano a seguirmi in questa pazza storia e cioè: lunachan62, fedefun, white_tifa, Erin, silvia90 VI ADORO SEMPLICEMENTE!!!!!!!

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Capitolo 7
*** Ricordati della cena... ***


Ok, sono in ritardo mostruoso, ma internet ha deciso di lasciare definitivamente la mia dimora. La mia vicina mi ospita volentieri al suo pc, il problema però è che non c’è mai -_-. Comunque vi lascio a questo capitolo scritto, in effetti, con poca ispirazione.
Un bacio Sin^^










La giovane Hermione Granger si ritrovò senza sapere come nel palazzo, all’apparenza abbandonato e decadente, dove il S. Mungo aveva insediato un suo nuovo reparto distaccato e per la precisione, il reparto dedicato all’accoglimento delle giovani streghe madri in difficoltà, una sorta d’imitazione di un Consultorio femminile babbano.
L’ospedale magico aveva ben pensato di dedicare un intera costruzione a quel tipo di cure, per far in modo di mantenere una certa privacy nel rispetto delle streghe che ne usufruivano e dedicarsi così più costantemente, nella sede principale, alle incombenze, come amavano definire erroneamente ai piani alti, più rilevanti.
Il reparto di per se era comunque ben strutturato, maghi e streghe non lasciano mai tutto al caso: l’interno appariva confortevole, con pareti dipinte da lievi toni pastello, ambulatori e camere di degenza all’avanguardia ed una calda e comoda sala d’attesa, in cui le pazienti venivano accolte dalle amorevoli cure delle infermiere e medimaghe aggiudicate li di presidio, con moine e sorrisi di circostanza, il tutto svolto in un surreale silenzio, che Hermione, presa dalla foga del momento interruppe di malagrazia. Una giove infermiera, sicuramente in via di specializzazione come denotava il cartellino di un viola acceso appeso sul camice, l’accolse sorridente, lei abbozzò un sorriso di rimando senza proferir parola e con aria assente lesse le targhe, appese alle porte sul lungo corridoio in cui vagava, fino a quando non individuò quella di suo interesse; con decisione afferro la maniglia ed aprì la porta ad essa annessa, mentre un’esclamazione di sorpresa ed una risata fragorosa e cristallina l’accolsero.
“Lo sapevo!” esclamò Ginny, mentre fasciata da un corto camice bianco, accoglieva la sua migliore amica invitandola con un gesto a sedersi.
“Sapevi cosa di grazia?” rispose l’altra accomodandosi su una soffice sedia imbottita di fronte la scrivania, alla quale la rossa prese posto.
“ Che in sua compagnia non saresti durata più di un paio d’ore!” un sorriso sincero si aprì sul volto di Ginny. Hermione a quell’insinuazione si incupì maggiorente rispetto a quanto già lo fosse.
“Spiritosa” disse “e cosa ti fa supporre che io sia qui perché non so stare in sua compagnia?”
“Beh vediamo, furia a parte” sospirò l’altra “il fatto che sei venuta qui con cappotto e pigiama?”
Solo in quel momento la giovane Strega dai boccoli color caramello si rese conto, con profondo disgusto e rammarico, che nella foga di abbandonare il più in fretta possibile quel losco individuo, come aveva deciso di definirlo, il suo abbigliamento fosse a dir poco succinto e inappropriato. Con aria sconsolata trasfigurò gli short e la felpa in un paio di comodi pantaloni di velluto e un caldo maglione di lana, il tutto svolto tra le risatine convulse di Ginny, che si spacciava per una persona seria e impassibile anche di fronte alle situazioni più imbarazzanti; Hermione si chiese se il lavoro di Ascoltatrice, ruolo intrapreso con innata dedizione ed amore dalla sua migliore amica, lasciando basiti parenti ed amici, si addicesse a quella ragazza minuta dai lunghi capelli rossi, due profondi occhi azzurri ed il viso cosparso di lentiggini, sempre allegra, ma spesso battagliera e decisamente molto poco paziente, che rispondeva al nome di Ginevra Molly Weasley. Si disse che molto probabilmente non era il lavoro adatto a lei, immaginandola di fronte una paziente con tipici problemi non poco imbarazzanti, probabilmente di tipo sessuale e si disse che probabilmente Ginny avrebbe trattenuto a stento le risa rovinando senza volerlo, il fragile equilibrio psichico della giovane. Quasi sicuramente, come Ginny, anche gli Psicologi babbani non erano realmente ciò che si dipingevano essere. Ma infondo a lei piaceva così: era la sua migliore amica e on l’avrebbe cambiata di una virgola per nulla al mondo. Infondo quando voleva, sapeva essere la persona più seria e giudiziosa che avesse mai conosciuto e a quest’ultimo pensiero sorrise inconsciamente.
Tornò a guardare l’amica, che con finta aria distratta sfogliava un plico sulla sua scrivania.
“ Ah Herm!” esordì con ostentata noncuranza “Ricordati di fare la spesa per la cena di sta sera”
Il viso di Hermione trasfigurò repentinamente, dal viso allegro che aveva fino a qualche secondo prima in un’espressione di puro terrore.
La cena. Aveva organizzato per quella sera una rimpatriata tra vecchi amici e lei, con gli avvenimenti nelle ore appena trascorse lo aveva completamente dimenticato.
“Oh porc…eh Ginny?”
Aveva appena iniziato a parlare che l’amica l’interruppe prontamente.
“No Herm, non la rimandiamo” lo sguardo serio, terribilmente somigliante al cipiglio della signora Weasley “è un mese quasi che si è deciso di fare questa benedetta rimpatriata, che tra l’altro hai proposto tu, quindi Malfoy o non Malfoy la cena si fa!” tornò a sfogliare le carte che aveva in mano poi riassumendo un aria rilassata aggiunse “Per tua fortuna i gemelli non ci saranno: sono fuori Londra per alcuni affari!”
Hermione tirò un sospiro di sollievo: almeno Fred e Georg non avrebbero contribuito al subbuglio che quella sera, ne era certa, si sarebbe creato in casa Granger.
“Va bene tesoro io vado allora” esordì Hermione con aria affranta, già sulla porta “Ci vediamo a casa” sorrise alla ragazza dietro la scrivania che la saluto sorridendole di rimando.
Si avviò con passo lento e strascicato verso l’uscita, mentre una forte tristezza le stringeva il cuore.
Cos’avrebbero pensato ora Harry e Ron? Sicuramente sarebbero saltati su asserendo che la loro migliore amica stava fraternizzando col nemico. E lui come avrebbe reagito?
Mosse una mano davanti al viso come a scacciare una mosca molesta: ci avrebbe pensato quando il momento sarebbe giunto. Fino ad allora non avrebbe permesso a niente e nessuno di disturbarla.
Giunta sulla strada si diresse spedita verso la sua caffetteria preferita: Il Caffè Dietro l’Angolo. Un buon cappuccino è quello che ci vuole per iniziare una giornata al meglio e perché no, magari scrivere una lettera?

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Lou si sente veramente come una angelo che sente
E che vola sopra ogni cosa e vive tra la gente
Lou non sa farsi vedere Lou non sa farsi sentire
Ma ci prova ogni momento Lou vive fuori dal tempo
Lou si spoglia per capire se è invisibile davvero
O se è solamente vero che Lou è un bastardo solo
Si da botte tra la gente per mostrare che è esistente
Lou si sente sempre solo bastardo figlio del niente

Quando il cielo ride

Superdotato che fortunato puoi dimostrare superiorità
Supercoglione pieno di niente buffone con crisi di identità

Superdotato sfigato malato di troppa virile
Stupidità stupidità che
Non da che non è niente supersfigato
Superiore a chi nessuno si sa

Superdotato supermalato malato di troppa mediocrità
Supercoglione pieno di niente buffone con crisi di identità

Supermontato drogato d'ignoranza
Falsa abbondanza speranza di
Vincere vincere partite che giochi contro di te
Giochi contro di te
Ma perdi sempre


♪♫… e questa signori è Angelo dei Prozac +, una delle vere Hit del mondo babbano , o almeno così mi dicono, ma comunque, per la gioia di tutti voi ascoltatori fedeli di Radio Magic London , ho il piacere e l’immenso onore di annunciarvi che a sorpresa ci è venuta a far visita la mitica Hermione Granger (applausi di sottofondo, mentre la voce calda e sensuale della strega si espande dalle casse delle radio ) buongiorno a tutti ed è un onore anche per essere in diretta con il mitico Chris Clarence, il miglior collega che abbia mai avuto…♫♪

“Ma che..”Il giovane rampollo della famiglia Malfoy, si rigirò tra le lenzuola e le coperte del suo giaciglio ormai sfatto, trasportato prepotentemente alla realtà da una voce calda e suadente, che proruppe improvvisamente dalla radio accesasi all’improvviso. Con una mano afferrò il cuscino di piume, premendolo con forza sopra le orecchie, nel vano tentativo di ostacolare quel suono indesiderato e ricadere tra le confortevoli braccia di Morfeo. La discussione di quella mattina e gli sforzi subiti dal suo corpo stanco, nell’agitazione lo avevano prontamente ricacciato nel oblio del sonno, pochi minuti dopo l’uscita non molto femminile di Hermione.

♪♫ Allora Herm, come ti senti ad essere una delle più gettonate speaker della nostra radio
- Ma che razza di domande mi fai Chris (risatine)
- Oh beh, dal rossore delle tue guance in questo momento, che tra l’altro è un sublime spettacolo, credo proprio tu voglia solo fare la modesta. Beh sei ancora impegnata con i programmi pro liberazione creature magiche?
- Oh si ovviamente. Sai Chris, la canzone che hai mandato in onda poco fa mi ricorda terribilmente un biondo di mia conoscenza (tono sarcastico accentuato sulla parola biondo)….♫♪

A quelle parole, Draco non poté fare a meno di soffermarsi ad ascoltare, riconoscendo l’incredibile familiarità di quella voce così penetrante e seducente che lo aveva riportato alla realtà.
“La Mezzosangue? Lavora alla radio?!” se lo chiese più per confermarlo a se stesso che come domanda vera e propria. A quell’ultima affermazione però, la consapevolezza che il riferimento fatto da Hermione fosse per lui, fece in modo che il cuscino stretto tra le mani di Draco volasse repentinamente verso la radio, in uno scatto di rabbia per la presunta offesa.
Certo, poteva anche averlo offeso, ma si rese conto in quell’istante di quanto lui, nei confronti della Mezzosangue, avesse usato una scortesia altamente fuori luogo: lei era stata terribilmente gentile con lui, e le sue stupide convinzioni da Purosangue non gliel’avevano fatto apprezzare.
Si voltò con lo sguardo verso il pavimento, intercettando le iridi ambrate di Grattastinchi.
“Che dici gattaccio?” il tono scherzoso “sono stato davvero scortese con la tua padrona vero?”Disse come per scusarsi, mentre un ghigno molto simile ad un sorriso si formava sulle sue labbra.
Sicuramente è più facile chiedere scusa ad un gatto e ringraziarlo: non potrà mai rovinare la tua reputazione rivelando questa tua piccola debolezza.
Qualcosa però attirò l’attenzione dell’animale lontano dagli occhi di Malfoy: scatto con un agile balzo sul basso tavolino ai piedi del divano, annusando con sospetto una lettera sicuramente consegnata da un gufo mentre Draco dormiva.
L’animale dopo una lunga osservazione,voltò la testa verso il ragazzo allungato sul divano,fissandolo con eloquente sguardo come a voler dire “Guarda che è per te!”.
Un espressione inquieta si dipinse sul volto del biondo: non aveva mai incontrato in tutta la sua breve vita, un altro animale come quello, capace di assumere atteggiamenti cosi spaventosamente umani.
Prese la busta con circospezione e lesse quelle 5 lettere, dalle amate forme, poste su di essa a comporre il suo soprannome. Si, decisamente quella lettera l’avevano inviata a lui.
Febbrilmente aprì la busta.


“Mio caro amico di carta e inchiostro
quanto avrei bisogno ora di una tua parola. In questo momento in cui tanto amara mi appare la vita. Rincontrare una persona che non si vede da molto, non pensavo potesse essere così doloroso: si pensa che tutti gli screzi e tutti i pregiudizi siano andati via, lavati dal tempo, ci si mostra gentili e premurosi sperando almeno in un semplice ‘Grazie’ e invece ci si ritrova sopportare le stesse accuse inutili, gli stessi insulti di quando si è bambini, perché non tutti cambiano. Penseresti che ormai quegli anni che il nostro mondo ha vissuto nel Buio Profondo, abbia fatto diventare davvero ogni persona uguale all’altra, ed invece certe inutili abitudini, perché solo così si possono definire, in alcuni persistono diabolicamente, rendendoli ancora più meschini di come ci si ricorda. Forse dovrei solo guardare oltre e cercare ciò che c’è di buono.
Lo so che non è molto quello che ho scritto, ma credo volessi solo cercare conforto nelle tue parole, aspettando ardentemente una risposta a questo mio lamento.
Tua Jher”


Dolce amica sconosciuta, mi fa male sapere che soffri, ma quanto desiderio ho avuto di poterti sentire ancora.












Ora dovete essere sincere: ha fatto tanto schifo? No perché io non sono proprio convinta per niente. Tralasciando poi gli errori che faccio continuamente(Per fortuna c’è la correzione automatica con Word).
Comunque ringrazio tutti quelli che hanno la santa pazienza di seguirmi e in particolar modo:

Lucy Light: grazie mille per le recensioni stupende^^ Comunque in qualche modo fanno, non preoccuparti, ho pensato a tutto; si lo so che ci sono degli orrori, come li chiamo io, e mi da a nervi perché adoro la lingua italiana. Cerco di essere meno “sgrammaticata” possibile, ma qualche volta mi riesce difficile.

silvia90: si adoro semplicemente, come non si può adorare chi recensisce?! Spero di non deluderti mai con quello scrivo. Grazie mille davvero^^

lunachan62:Beh Herm, per quanto questa storia sia OOC, rimane sempre la solita orgogliosa Grifondoro, non può farsi mettere i piedi in testa. E Draco non può credere che lei sia così “perfetta”. In 8 anni le cose cambiano, ma lui è un po’ duro di comprendonio.(e questo è un piccolo spoiler velato :P) Grazie mille ma non mi sento proprio brava

white_tifa: si aggiorno con la velocità di una lumaca però aggiorno, e posso dire che se anche questo capitolo ti piacerà, ho già pronti i due cap successivi^^. Non posto ma scrivo. Mille Grazie ancora, te li meriti tutti^^

Erin: come lunghezza spero che questo non ti abbia deluso, per il contenuto però…Comunque Grazie Mille sono felice che continui a seguirmi^^

Candy_Malfoy: Sono felice che ti sia piaciuta al punto di leggere tutti i sei capitoli insieme^^ Grazie davvero. Si vede che non fanno sentire proprio tanto male allora. Spero continuerai a seguirmi.


Beh, Grazie ancora a tutte, continuo imperterrita ad adorarvi^^
Un bacio Sin

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Capitolo 8
*** Paura di perderti... ***


Eccovi il nuovo capitolo. Lo so che vi ho fatto aspettare molto, ma per pubblicare i cap non ho quasi mai tempo. Però scrivo non preoccupatevi.
Spero solo non sia deludente^^
Un bacio Sin







La scritta verde intermittente ON THE AIR appesa alla parete, proprio sopra il vetro divisore tra la sala comandi e quella di registrazione, si spense indicando a tutti i dipendenti di Radio Magic London che potevano tirare un sospiro di sollievo. Le tre ore di messa in onda terminate in quel momento lasciavano spazio all’ora di pausa attesa impazientemente da tutti i fonici e gli speaker.
Radio Magic London, l’emittente radiofonica per cui Hermione lavorava era una nuova radio nata da poco più di un anno, in perenne competizione con il colosso mondiale delle radio magiche: Radio Strega Network, la più grande emittente che fino a quel momento aveva detenuto il più alto indice di ascolti. RML oltre ad essere nuova, aveva anche un team prettamente giovanile, una ventata d’aria fresca per quel genere di comunicazione di stampo gabbano che con pochi sforzi aveva intaccato il mondo magico. Oltre ad intere ore di musica che spaziava tra i generi più disparati, Radio Magic London teneva lunghi dibattiti, definiti rivoluzionari e poco ortodossi dalla maggior parte di quei maghi e streghe di stampo classico e conservatore, su argomenti d’attualità incentrati all’innovazione e miglioramento del mondo magico, e al suo adattamento in una società che aveva subito non poche modifiche dopo la Grande Guerra. La speaker Hermione Granger, stella nascente nel firmamento radiofonico, fu ben lieta, a suo tempo, di accettare quel lavoro, prospettando grandi giovamenti per le sue personalissime campagne pro-elfi e creature magiche annesse.
Persa nei suoi pensieri la giovane strega dai boccoli color cioccolato, sorrise al suo collega alzandosi dalla postazione dei microfoni ed infilandosi il cappotto, pronta per andare a casa mentre l’esiguo pubblico presente, formato da qualche amico o parente o semplicemente dai presenti dipendenti si diradò verso varie direzioni, vociando animatamente e discutendo della messa in onda appena finita.
Lavorare con Chris Clarence era davvero divertente e rilassante: aveva grandi occhi nocciola ed i capelli lunghi fin sotto le spalle, tenuti rigorosamente legati da un laccio di cuoio,di un inteso nero corvino leggermente brizzolato; magari non a tutti poteva sembrare bello col suo fisico alto e dinoccolato, ma qualsiasi persona che avesse avuto anche solo una breve occasione per rimanere a contatto con quel ragazzo, avrebbe affermato senza remore che la capacità di Chris di trasmettere calma e allegria negli altri, fosse un vero e proprio dono. Certo, passa attraverso le fasi emozionali più disparate in tempi brevissimi, lasciando basiti i presenti, dando non pochi grattacapi per calmarlo, ma la disinvoltura e le battute pronte e divertenti lo rendevano una persona necessaria in qualsiasi situazione. Forse proprio per quel motivo era scattata quasi subito una forte amicizia tra lui e la sua collega preferita: Hermione adorava gli sguardi giocosi e le battute ironiche e avvolte piccanti che si scambiavano; un tempo forse, ai tempi di Hogwarts, c’era stato anche qualcosa in più oltre alla stupenda amicizia e complicità che li legava. Ed in quel momento la compagnia di Chris era proprio quello di cui lei aveva bisogno per prepararsi alla bufera che l’aspettava quella sera. Raccolse le sue cose, tra le quali spiccava una busta contenente un pacco regalo, dal nome sulla carta si poteva dedurre provenisse da un negozio d’abbigliamento molto conosciuto a Diagon Alley.
“Ei Jher” la voce di Chris le giunse all’orecchio richiamando la sua attenzione. In radio quasi tutti la chiamavano con quel nome: le era stato affibbiato da Chris stesso, con la scusa che il nome Hermione fosse troppo lungo, e per forza d’abitudine o semplice comodità anche il resto del team radiofonico le si rivolgeva così.
“Dimmi Capretta” Non voleva offenderlo, semplicemente il lungo pizzetto bruno e irto, molto somigliante a quello dell’ovino in questione, gli aveva regalato quel soprannome.
Hermione si voltò con lo sguardo verso il suo interlocutore, raccogliendo l’ultima sacca da terra.
“Dovremmo lavorare più spesso insieme! Mi alzi gli ascolti in maniera assurda! ” disse avvicinandosi alla giovane strega con aria gioviale, poi cambiando discorso “Sai, è semplice curiosità” cercò di mantenere un tono calmo e non curante “ ma chi era il biondo a cui ti riferivi durante l’intervista?”.
Hermione rise brevemente prima di rispondere “Non era un modo velato per riferirmi a te e non è nessuno che conosci, o forse si, ma…” prima che potesse finire di parlare però,uno dei fonici, forse Peter non lo riconobbe, la interruppe chiamandola da lontano.
“Jher c’è un gufo per te!” disse sventolando con il braccio teso una lettera in aria.
“Ammiratori che ti scrivono grazie alla mia intervista” gongolò il moro speaker “mi dovresti offrire una cena sai?” sorrise sornione, ammiccando sensualmente all’indirizzo di Hermione.
“Ma fammi il piacere” lo spintono debolmente, sorridendo “Sei sempre pronto per provarci tu!”
Si avviò verso il fonico che la raggiunse a metà strada.
Per un secondò tutto il mondo intorno a lei si fermò: non era un ammiratore, ma il suo adorato corrispondente anonimo. Il cuore le iniziò a battere all’impazzata. Non poteva crederci che una semplice lettera le potesse fare un tale effetto. Sorrise a Chris con sguardo ebete, lui la guardò a sua volta con aria perplessa e un po’ delusa.
“Ho capito!E’ il tuo amico anonimo” sospirò “ con quello non si può proprio competere, perdi la testa ogni volta che ti arriva una sua insulsa lettera!” poi riprendendo la sua solita aria spensierata “Mi devi una Burrobirra una di queste sera, me lo hai promesso tempo fa. Ricordatelo” e così dicendo sparì dietro la porta della sala pausa.
La giovane strega rimasta sola contemplò la busta con sguardo amorevole, carezzandola meccanicamente prima di aprirla

“Mia dolce amica sconosciuta E una strana sensazione per me sentirmi triste nel sapere che soffri. Forse potrei regalarti un po’ della mia innata capacità nell’offendere le persone, in cambio di un po’ della tua gentilezza e speranza. Ti aiuterebbe davvero ad affrontare quelle persone meschine che offendono un essere così puro come sai essere tu. Forse non conoscono quello che tu hai dentro. Sicuramente non hanno la fortuna di poter dimorare nella tua anima e bearsi, come è stato concesso a me. La persona più indegna per ricevere un tale privilegio. Sono cinico e meschino a tal punto che non basterebbe un’altra vita per rimediare all’idea sbagliata che il mondo si è fatto di me; non mi scalfisce niente, ne una parola scortese ne un gesto ostile: ho imparato a chiudere il mio cuore e la mia anima dietro il muro di pietra del mio corpo. Ma non è affatto bello essere così. Vorrei ancora riuscire a provare emozioni forti, intense, tanto grandi da uccidermi quasi. Invidio la tua gioia, e invidio il tuo dolore, perché tu li sai ancora provare. Ma posso assicurarti che con la bellezza che c’è in te hai graffiato questo muro. Ho avuto paura. Ho avuto paura di perderti. Da ora e per sempre tuo”

Una lacrima solcò il bel volto candido di Hermione. Una lacrima solitaria carica di tristezza e di gioia.
Aveva avuto paura di perderla!.
Non sarebbero bastati mille Malfoy ad offenderla e buttarla giù ora.















Allora che ne pensate? Orrido? Se vi va di recensire e notate qualcosa di sbagliato mi raccomando fatemelo presente.
Certo però se state leggendo queste parole siete arrivati fino in fondo quindi “Grazie Infinite” spero non vi abbia fatto sentire male. Un grazie speciale ovviamente va a le persone che hanno recensito:

Candy_Malfoy: sono felice che la fic ti piaccia e spero di non averti fatto cambiare idea con questo capitolo. No Draco non ci è ancora arrivato, altrimenti finirebbe tutto subito ;) Grazie^^

Lucy Light: Beh “Angelo” è una delle mie canzoni preferite, e poi come ho fatto dier ad Herm, in questa storia secondo me descrive molto bene Draco^^ Sono buona perché fai bene a correggermi, altrimenti come potrei migliorare; degli errori ci saranno sempre, ma cerco di stare il più attenta possibile. Grazie mille davvero^^Un bacione.

selene87: Hai riletto davvero tutta la fic. Il mio ego potrebbe diventare un capodanno cinese dalla felicità^^ sono felice che ti piaccia. Grazie mille.

lunachan62: beh si poverino davvero, ma con la sua classe credo saprà cavarsela egregiamente. E’ la Giustizia Divina (da me interpretata…mm come sono modesta) per le sue malefatte. Grazie mille anche a te.

white_tifa: beh io i miei dubbi li ho sempre, perché anche se a me piace quello che ho scritto, nop è detto che piaccia a voi. Ti ho fatto aspettare tanto vero? Spero potrai perdonarmi, e di non averti deluso. Un bacio immenso e Grazie mille^^

MissMalfoy1: semplicemente fantastica^^? Wow adesso si che mi monto la testa^^ No scherzo, sono felicissima che la fic ti piaccia e spero continuerai a seguirla^^Grazie

Gemellina: beh sono davvero molto contenta che la storia ti piaccia, perchè le tue le trovo semplicemente fantastiche e aspetto con ansia ogni nuovo capitolo. Grazie infinite. Un bacione^^

Erin: Stò cercando di non postare cap corti, mi rendo conto che è frustrante rimanere tanto in sospeso nell’attesa e poi trovare poche righe. Almeno questo è quello che succede a me quando la lettrice sono io. Non so ancora precisamente come Draco scoprirà l’identità della sua corrispondente, ma è ovvio che la scoperta la farà lui. Una mezza idea già ce l’ho, devo lavorarci su^^ Grazie mille un bacione^^

Demian: grazie per aver recensito, anche se è stata una recensione un po’ criptica, almeno per me, ma grazie comunqe^^

SIETE MITICHE!!!!

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Capitolo 9
*** Indovina chi viene a cena?... ***


Eccovi il nuovo capitolo. Sarà un capitolo forse troppo lungo ma non potevo troncarlo troppo. Senza altri commenti vi lascio alla lettura, sperando solo di non deludervi ^^”
Un bacio Sin







“Sono tornata!” esclamò gioviale Hermione superando la soglia di casa “Ci sei ancora o hai deciso di toglierti la vita pur di non stare a contatto con una lurida Mezzosangue?” si tolse il cappotto posandolo distrattamente su una sedia in cucina e avviandosi verso il salotto.
L’ultimo discendente della famiglia Malfoy si trovava steso sul divano, in una posa poco adatta a far risaltare le sue nobili origini: la testa sul bracciolo, un piede sulla spalliera e l’altro penzoloni fuori dal perimetro del sofà. Forse i rampolli di sangue puro potevano anche permettersi pose sgraziate, pensò la giovane strega, perché anche così scomposto, con la tshirt sgualcita, ed i capelli scomposti sul viso, Draco Malfoy rimaneva sempre il mago più affascinante che lei avesse mai avuto il piacere d’osservare.
“Vedo che non ti sei fatto poi molti problemi Malfoy” asserì serafica sistemandosi con una spalla sullo stipite della porta ed incrociando le braccia al petto.
Il biondo sollevò lo sguardo dal libro che teneva in mano, con aria annoiata, ammiccando con gli occhi in segno di saluto.
“E non ti sei fatto nemmeno tanti problemi a frugare tra le mie cose.” Continuo lei, avvicinandosi e posando ai piedi del divano la busta contenente il pacco regalo.
“Frugare tra le tue cose?” chiese sarcasticamente Draco “ Qui è un caos pazzesco ed è tutto a portata di mano, non bisogna frugare” accentuando il tono sull’ultima parola.
Prima di muoversi in direzione della cucina, la giovane strega buttò uno sguardo alla copertina del libro, ancora stretta tra le mani di Draco
“Romeo e Giulietta..mmh, non credevo ti piacessero testi babbani” disse lei con tono ironico “anche dentro di te si annida un minimo di cultura” mosse qualche passo verso la sua meta.
“Se mi conoscessi meglio scopriresti che c’è molto di più in me” un sorriso falso ad increspare il volto del giovane biondo.
“No, se ti conoscessi meglio scoprirei che al posto del cervello hai una boccetta di veleno, e al posto del cuore un pezzo di ghiaccio ammuffito” disse con naturalezza; non lo pensava davvero, ma le parole le sfuggirono dalle labbra senza avere tempo di fermarle.
Draco impiegò qualche istante per rendersi conto dell’insinuazione fatta dalla donna, e con suo grande disappunto scoprì che non aveva la capacità di risponderle a tono.
Hermione non udendo risposta si voltò dandogli le spalle, e si diresse in cucina, iniziando a sistemare gli acquisti nei vari stipi e tirando fuori il necessario per la preparazione del grande evento.
Pochi istanti dopo sentì lo sguardo color tempesta del ragazzo perforale la schiena.
“Mi spieghi cosa sono questi!?” urlò quasi, agitando per aria una camicia ed un paio di pantaloni dal taglio classico.
“Vestiti, che altro potrebbero essere secondo te?” disse lei voltandosi con aria impassibile, sostenendo lo sguardo burrascoso del biondo
“Oh beh. Questo l’avevo capito anche io insignificante essere vivente.” Sbotto con ira “ma cosa significa?” “ Significa che devi cambiarti” disse Hermione assumendo un cipiglio arrabbiato “ e che tu voglia o no sta sera parteciperai alla cena che ho organizzato” sospirò “per mia disgrazia, dovrò tenerti dentro casa ancora per un po’ visto come sei conciato, e non credere che ne sia così felice Malferret!”.Hermione si bloccò improvvisamente, mentre una risata cristallina le affiorava alle labbra.
“E adesso che cos’hai?” chiese Draco con sguardo perplesso.
“ Niente” si portò il dorso della mano alle labbra per fermare le risa “ E’ che non ti chiamavo così da quando non andiamo più a scuola, e mi ha fatto” si fermò per riprendere fiato “ uno strano effetto, tutto qui” poi continuò con un tono rilassato, non ricevendo risposta dal suo interlocutore rimasto basito “ Dai vai a cambiarti che tra poco arriveranno gli ospiti”.

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“ Niente.E’ che non ti chiamavo così da quando non andiamo più a scuola, e mi ha fatto uno strano effetto, tutto qui!”

Draco Malfoy a quell’affermazione era rimasto di sasso, non tanto perché lo avesse infastidito, semplicemente, per la seconda volta nel giro di pochi minuti, una semplice ragazza era riuscita nell’intento di lasciarlo senza parole. Sia ben chiaro: Draco malfoy non rimane mai senza parole, ma quello strano effetto a cui la Mezzosangue si era riferita, aveva colpito anche lui. Gli sembrò per un istante d’essere tornato tra i banchi di scuola, quando i suoi più grandi problemi sussistevano nel trovare nuove battute pungenti per offender Potter ed i suoi inseparabili amici, o riuscire a padroneggiare un incantesimo di Trasfigurazione particolarmente difficile. E per un istante quel periodo, per quanto l’avesse disprezzato vivendolo, gli mancò terribilmente: in quei giorni, per lui, sopravvivere era molto più semplice.
Draco mosse qualche passo in direzione del bagno contemplando con rassegnazione la camicia candida ed i pantaloni neri di ottima fattura, stretti tra le mani, mentre Hermione tornava a dedicarsi alla preparazione della cena; la Mezzosangue poteva anche essere insofferente nei suoi confronti, ma aveva gusto nel vestire. Una domanda gli frullo per la mente all’improvviso. Il bel biondo ex-Serpeverde si bloccò tornando ad osservare la ragazza, che con naturalezza e disinvoltura, muoveva i suoi passi tra le suppellettili e i mobili della cucina: notò i lunghi boccoli castani dai riflessi color caramello, l’esile corporatura così snella e perfetta, la pelle candida e levigata della giovane donna, le mani affusolate che abilmente muovevano pentole e vivande con l’ausilio della bacchetta, e non potè sopperire sul nascere il pensiero che ostinato si fece strada dentro di lui: era bellissima, così semplice e naturale, senza particolari artifici, elemento principale e strumento di seduzione, della maggior parte delle donne che ogni notte scaldavano il suo letto. Non era più una ragazzina acerba, dai capelli crespi e scomposti, incisivi sporgenti, e aria da fastidiosa so-tutto-io.
L’aveva odiata davvero tanto un tempo, ma ora? L’odio è un sentimento troppo grande da portare dentro, occorre un impegno enorme per odiare davvero qualcuno o qualcosa; bisogna mostrare attenzione alla persona odiata, e una particolare dedizione nel praticarlo, non a caso l’odio è definito l’opposto dell’Amore. La semplice indifferenza avvolte è la miglior soluzione e valido surrogato, ma nemmeno quella riusciva più ad ostentare nei confronti della Mezzosangue, non ora che si era mostrata così ben disposta nei suoi riguardi.
Gli insulti che le aveva rivolto durante la loro discussione mattutina, erano semplici reminescenze, venute fuori da un passato ormai troppo lontano, per rivendicare il vecchio astio nei confronti del sangue sporco; aveva usato quelle parole di disprezzo come arma di difesa, per non mostrasi debole. Sangue sporco da cosa oltre tutto? Meritava più lei il dono della magia, che tutti i purosangue ancora in vita messi insieme; Hermione almeno la sapeva usare bene. Santo Cappello Parlante a non averla smistata nei Serpeverde: Draco era sicuro che se Hermione fosse finita in quella casa, con il talento che aveva, e la meschinità che avrebbe acquisito, sarebbe riuscita la dove anche il Signore Oscure aveva fallito.
E a non meritare il dono della Magia sentiva di essere lui prima di tutti. Lui sopra ogni altro si sentiva sporco, corrotto nell’anima. L’intero mondo magico lo considerava subdolo e meschino, anche se dentro non lo era mai stato. Cosa doveva rivendicare ancora? Dopo la vittoria dello Sfregiato, classi sociali non esistevano più, e Draco Malfoy era uno dei tanti benestanti: un anonimo ricco individuo, che incuteva timore per il solo temperamento violento e sprezzante, e l’idea che fosse un ex- Mangiamorte in libertà.
Si riscosse prontamente da quei pensieri. Non si era fermato per meditare sulle sue elucubrazioni mentali.
“Ehm…Granger. Chi sarebbero gli ospiti di grazia?” proferì tentando di celare al meglio la sua curiosità ed i suoi timori.
“Beh vediamo ci sarà…” Hermione fu interrotta da un forte rumore proveniente dal salotto. Qualcuno era entrato in casa Granger via camino.

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Il giovane Auror scelto Harry Potter, con un agile balzo uscì fuori dal camino, e mettendo piede nella dimora della sua migliore amica, si spazzolò con le mani i residui di cenere della Metropolvere.
Si guardò intorno per qualche istante, sistemando con l’indice i rotondi occhiali sul naso, notando il caos che regnava sovrano tutto attorno, caratteristico di quell’abitazione. Fu quasi certo che la vera artefice di tanto disordine fosse la sua dolce fidanzata.
Lo sguardo smeraldino gli cadde sul libro dalla copertina lisa posato di malagrazia sul sofà: Romeo e Julietta. Hermione l’aveva divorato in poche ore un’infinità di volte, conoscendo quasi a memoria ogni battuta di quella tragedia, e si che di libri ne aveva, letti e riletti anche loro, ma forse quello era il caso di riporlo per un po’ sullo scaffale per dedicarsi a letture di altro genere. Cambiare ogni tanto non fa male.
Da quando la sua storia con Vicktor era giunta al terminata, Herm non si dimostrava più la stessa: la sua vita aveva come cardini principali libri studio e lavoro, chiusa in se stessa. Fine. Se non fosse per la vicinanza di Ginny e la compagnia di Chris nella sede della radio si sarebbe potuto pensare che avesse perso la voglia di vivere e quindi, ricevendo l’invito per la cena e scoprendo che l’iniziativa partiva da lei, Harry si mostrò ben felice di unirsi a quella rimpatriata tra amici.
“Scusami Herm” disse avviandosi in direzione cucina “sono in anticipo, ma ho finito il turno prima e non sapevo cosa fare” terminò a mo di scusa.
“No no tranquillo” rispose la giovane strega, preparandosi mentalmente a lo scoppio d’ira che, ne era sicura, Harry avrebbe avuto notando Malfoy.
“Non ti dispiace se…”le parole morirono tra le labbra rosate del giovane Potter quando, varcata la soglia della cucina, vide con chi Hermione si intratteneva.
“TUUU?!” urlò l’Auror all’indirizzo del mago biondo “Cosa diamine ci fai in questa casa!” lo sguardo gli cadde sull’abbigliamento succinto che copriva a malapena il giovane: una tshirt sgualcita ed un paio di boxer, lasciando in bella mostra il fisico atletico, e molto poco all’immaginazione. Notando la naturalezza che Hermione seguitava a mostrare nella preparazione della cena, il colorito del Salvatore del Mondo impallidì di rabbia mentre una malsana idea faceva capolino.
“Hermione esigo una spiegazione” disse fissando le iridi smeraldine in quelle della sua migliore amica.”Cosa diamine ci fa lui qui! E perché è così svestito!” il tono sempre più alto e rabbioso.
Un ghigno beffardo affiorò sul viso di Draco.
“Non preoccuparti Sfregiato, la tua sporca Mezzosangue non l’ho sfiorata nemmeno con un dito” non voleva davvero riferirsi ad Hermione con quell’aggettivo ma la voce di Potter gli mandava il sangue alla testa come sempre, facendolo sragionare.
“Tu non provare nemmeno a fiatare” sibilò; gli occhi ridotti a fessure e la bacchetta puntata contro il petto del biondo: Herry James Potter era davvero infuriato.
“Non provarci nemmeno!”Rispose Draco impugnando fulmineo anche lui l’arma.
“Herry per favore” Hermione cercò di mantenere un tono calmo “E anche tu Malfoy” lo sguardo saettante da l’uno all’altro in una muta richiesta di mantenere la calma.
“No Mezzosangue” sibilò a sua volta Malfoy “ E’ giunto il momento di regolare alcune questioni in sospeso con San Potter”
“Giusto, regoliamo i nostri conti” Harry scrutava Draco aspettando la prima mossa
“Smettetela immediatamente di fare i ragazzini” la calma che tanto aveva cercato di mantenere, andò irrimediabilmente perduta esattamente sulle ultime parole del suo migliore amico “Malfoy vai immediatamente a vestirti!” il tono autoritario non ammetteva repliche. Con riluttanza Draco lasciò la cucina per dirigersi verso il bagno. Infondo non aveva nemmeno tanta voglia di sentire le lamentele del giovane Auror, considerandole stupide ed insensate.
Hermione attese che l’ultimo rampollo della casata Malfoy lasciasse la stanza per rivolgersi all’amico.
“Harry James Potter, non ti permettere mai più di tentare di sfidare a duello un mio ospite” mani sui fianchi e sguardo serio, la giovane strega attese una risposta, che arrivò con la stessa furia di un uragano.
“UN TUO OSPITE!? Draco MAlfoy è un tuo ospite?!” le inveì contro l’Auror “Ma sei impazzita? Da quando in qua inviti la feccia della società dentro la tua casa?!”
“Per tua informazione, Malfoy non è feccia. Aveva bisogno di aiuto e lo ospitato. Ha dormito qua sta notte, e visto che la casa è mia ci faccio entrare chi voglio” dichiarò fermamente la strega.
Herry ci mise qualche istante per immagazzinare l’informazione, e infervorasi, se possibile, ancora di più. “Dormito qua? Sotto lo stesso tetto di mia moglie?” il viso sempre più pallido e la voce sempre più alta.
“ Da quando tu e Ginny siete sposati” disse Hermione incrociando le braccia sotto i seni, e sorridendo a quell’affermazione.
“Non siamo ancora sposati, ma ho intenzione di chiederglielo al più presto” al pensiero della proposta di matrimonio la voce di Harry tornò ad un volume normale, poi riscossosi dalla parentesi sentimentale tornò all’attacco “ma poteva uccidervi nel sonno Herm!”
“Ma non dire sciocchezze” sorrise rendendosi conto che il pensiero di Ginny aveva calmato notevolmente l’animo di Harry.
“Ma tu lo odi! Noi tutti lo abbiamo sempre odiato!” disse lui, con aria accorata.
“Harry io non lo odio!” rispose serena Hermione “Forse durante gli anni a scuola riserbavo del rancore nei suoi confronti! Ma quei giorni sono morti e sepolti. Ed i suoi insulti non hanno più effetto su di me”non era del tutto vero, ma on poteva di certo dire ad Harry il trattamento riservatole dal biondo quella mattina “ Non sabbiamo più sedici anni! Il tempo cambia. Le persone cambiano!”
Draco, nascosto dietro la porta del bagno non aveva potuto far a meno d’ascoltare l’accesa discussione dei due. Non che si potesse non sentirla, dato il tono soave utilizzato da entrambi.
Lei non lo odiava. Un dato di fatto che sconvolse l’anima del biondo ex-Serpeverde. Una sensazione quella, che lo mise in tumulto all’altezza del petto, facendolo quasi avvampare. Una sensazione dolce-amara che Draco non seppe definire e che mai lo aveva colpito. Decisamente era cambiato se si lasciava trasportare così dalle emozioni. Non lo avrebbe mai ammesso ma lui desiderava davvero cambiare in meglio e le parole di Hermione furono come manna dal celo per il suo spirito da tempo distrutto.
“Ma è un Mangiamorte in libertà!” Esclamò Harry
Un sonoro crack invase il salotto, distraendo per un momento i due interlocutori.
“Chi è un Mangiamorte in libertà?” esordì così Ronald Weasley apparendo in casa Granger.











Siete ancora tutti integri mentalmente o vi causato danni? Io non so che pensare a dir la verità, ma se siete arrivati fin qui vi va il mio più sincero grazie visto che il capitolo lo avete letto tutto, spero ^^”.
In particolar modo ringrazio:

Candy_Malfoy: non so che ne pensi di questo cap, ho cercato di essere un po’ più comica ma non so se sono riuscita nell’intento. Grazie mille e un bacione.

Koe: beh se non ti piace la coppia alora devo considerarmi fortunata se hai letto tutta la storia e vuoi continuar a leggerla.^^ Grazie mille

Lucy Light: spero che almeno per la lunghezza, con questo cap mi sia fatta perdonare se il precedente è stato un po’ cortino. Spero ti piaccia ugualmente come l’altro. Grazie mille e correggimi gli errori mi raccomando^^un bacione

lunachan62: grazie mille per la recensione positiva, ma non sono del tutto sicura che riesca a caratterizzare i personaggi davvero come sono. Soprattutto in questo cap. fammi sapere cosa ne pensi.Un bacione enorme.

gemellina: si che ti sei spiegata, anche se può non sembrare. Questo cap è meno tenero credo e nemmeno tanto comico come speravo -_-. La tua storia invece prosegue sempre divinamente^^Grazie ancora e un bacione^^

Erin: anche se mi dite che non sono deludente io non posso fare a meno di pensarlo. Anche per non sembrare troppo piena di me e vantarmi quando so che ci sono scrittrici molto più brave, tipo la tua ultima storia per dirne solo una. Ma è bello saper che ti piace la mia storia^^ Grazie per i bei complimenti. Un bacione^^

lola82: beh ha avuto paura di perderla perché ha avuto paura di morire durante l’attacco da cui Herm lo ha salvato. In effetti la cena non è nemmeno in questa ma spero ti sia piaciuto ugualmente. Grazie mille un bacione^^

silvia90: guarda che non serve chiedere scusa se salti un capitolo ^^ ok la rimpatriata qui c’è, almeno una parte, che ne pensi? Un bacione e mille grazie^^

anter: nono Killer no, per favore^^ la continuo la storia non preoccuparti, perché sono proprio le vostre recensioni a spronarmi. Grazie mille davvero^^

white_tifa: mi fa sempre un immenso piacere leggere le tue recensioni.Grazie mille^^ comunque oggi il mio Dracuccio si è lasciato prendere un po’ dal panico per i vestiti. Ma è stato abbastanza freddo con potty?Un bacio immenso e fammi sapere cosa pensi di questo capitolo ok?^^

SSIETE MITICHEGRAZIE INFINITE

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Capitolo 10
*** ...e alla fine arrivò Lavanda! ***


Eccomi qua^^ Vi lascio alla lettura del capitolo, sperando si all’altezza di tutte le vostre aspettative perché ho lavorato un po’ di fantasia^^
Un bacio si^^







Erano mesi che Ronald Weasley non metteva piede in casa della sua più cara amica e di sua sorella. Gli estenuanti allenamenti di Quddich a cui la sua nuova squadra veniva sottoposta, lo tenevano lontano da casa e dagli affetti per lunghi periodi. Aveva una voglia matta di riabbracciare tutti i suoi più cari amici, soprattutto Hermione, considerando che non aveva avuto modo di starle vicino durante la rottura con Vicktor.
Di quel bulgaro Ron non si era mai fidato: fin dai tempi della scuola aveva più volte tentato di mettere in guardia Hermione, con scarsi risultati, e conseguenti litigi furibondi. Dai gufi che Harry e sua sorella gli mandavano, intuiva che Herm faticava a riprendersi dalla brutta batosta ricevuta da quel fedifrago di Krum. Ora avrebbe tanto voluto dirle “Te l’avevo detto io” come riscatto per tutte le volte che lei aveva avuto la possibilità di ribadirlo a lui, ma si rendeva perfettamente conto che in quella situazione non fosse davvero il caso. Anche se tutti considerassero Ron ancora un ragazzo distratto e con poco tatto, il tempo lo aveva maturato notevolmente.
Anche lui ben felice di partecipare a quella cena, inaspettatamente organizzata dalla sua migliore amica, mettendo piede il casa Granger, rimase alquanto stupito dall’ultima affermazione del suo futuro cognato. “Chi è un Mangiamorte in libertà?” disse con tono calmo e stupito.
“Oh, Ron! Quanto tempo!” una voce familiare ed una cascata di boccoli castani lo travolsero.
Per quanto fosse scossa dall’accesa discussione con Harry, Hermione non potè fare a meno di gettare le braccia al collo del rosso, felice come non mai di poterlo rivedere dopo la lunga separazione.
“Si Herm, anche io sono felice di vederti!” disse cercando di svincolarsi dall’abbraccio stritolatore della strega “ Di chi stavate parlando?” chiese poi guardando l’Auror.
“Di Malfoy” rispose Harry con tono piatto, mal celando l’ira che ancora lo pervadeva.
“Malfoy? E cosa diamine c’entra quello li?” Ron non seppe trattenere il tono stupito e al contempo allarmato con cui parlò.
“E’qui in casa” continuò l’Auror con voce piatta. Si fermò un momento “E sarà a cena con noi”
“E’ vero Herm?” chiese rivolgendo lo sguardo di un azzurro limpido verso la strega, che durante lo scambio di battute tra i suoi migliori amici si era scostata un po’ da entrambi.
“Si sarà a cena qui, e rimarrà dentro casa mia fin quando lo vorrò!” alzando una mano come per fermare le parole nascenti sulle labbra del rosso continuò “Non è un Mangiamorte, e sono certa che in fondo non lo è mai stato davvero”
“Herm senti” Ron si rivolse a lei serio “lo so anche io che non lo è. Almeno che non lo è più”
Lo sguardo stupito di Hermione e quello sconvolto di Harry si posarono prepotentemente sul rosso, mentre Draco ancora nascosto in bagno, aguzzava l’udito per non perdere nemmeno una parola, frastornato da tutta l’irreale situazione.
Non ricevendo risposta Ronald Weasley continuò.
“Beh Percy mi ha raccontato del processo in cui sei stata testimone. Non credo te ne sia accorta ma era lui il segretario durante l’udienza” si fermò un momento “Sai, da quando papà è morto, i rapporti con lui si sono un po’ ripresi” Sospirò triste al pensiero del padre “Non potevo credere che fosse Malfoy il fautore di tutti gli indizi per catturare i seguaci di Voldemort” Non aveva più paura di pronunciare il nome dell’Oscuro. Si fermò un momento come per cercare le parole adatte a proseguire “E non volevo credere che la testimone oculare fossi davvero tu, ma Percy mi ha fatto vedere di nascosto tutte le pratiche del processo. Le prove erano tutte a suo favore e ho dovuto ricredermi sul conto di Malfoy”
“Sapevi del processo?” chiese un’Hermione alquanto sconvolta dalla notizia appena appresa.
“Senti tesoro, non te l’ho mai detto perché pensavo ce ne parlassi tu, quando avresti creduto fosse opportuno rendercene partecipi!” Rispose accorato.
“Fermi un attimo!” esordì Harry “Hermione è stata la testimone del processo che ha scagionato Malfoy?” era veramente amareggiato.
“Si…beh…ecco” tento di rispondere la diretta interessata
“E anche tu Ron lo sapevi? E non me lo avete mai detto?”
“Herry io avrei voluto…” cercò di giustificarsi Ron
“Perché? Non vi fidate più di me?” chiese con tono affranto.
“No Harry è colpa mia! Non ne ho parlato perché credevo non avreste capito” rispose Hermione seria “Avevate ancora così tanti pregiudizi su di lui!”
“Beh ce li ho ancora se è per questo!” rispose stizzito “Non mi fido ne mai mi fiderò di Draco Malfoy”
La porta di casa Granger si aprì e si richiuse subito dopo l’ingresso di Ginny Weasley, che in pochi istanti fu anche lei in salotto, assaporando l’aria satura di tensione che aleggiava in quella stanza.
“Amore mio!” proferì con tono dolce buttandosi tra le braccia dell’amato, che la strinse a se ancora rigido per la discussione appena avvenuta.
Le labbra dei due amanti si unirono mentre Draco Malfy usciva dalla porta del bagno aggiustandosi il colletto della camicia. Lo sguardo argentato vagò sui presenti fermandosi con disgusto sui due avvinghiati in un bacio passionale. Hermione dal canto suo rimase piacevolmente colpita da come gli abiti, da lei scelti, ricadessero con così tanta grazia sul corpo statuario del biondo, mentre Ron sconsolato, scuoteva la testa per mostrare il suo dissenso alle effusioni amorose, in atto tra sua sorella e il suo migliore amico.
“Potter! Che sapore hanno le tonsille della Weasley?” disse con tono strascicato Malfoy.
I due si staccarono immediatamente, mentre un silenzio carico di elettricità invase la camera. Quella situazione di stasi però, durò davvero poco, perché una grossa nuvola di cenere si innalzo nel camino, e tra le fiamme smeraldine fece capolino la biondissima e sexy Lavanda Brown con prole al seguito.
“Ronald Weasley!” tuonò con voce acuta.
Lavanda uscì dal camino a passo di carica, e dopo aver messo, senza rendersi realmente conto, tra le braccia di Draco la bimba dai capelli color carota, che fino a pochi istanti prima teneva amorevolmente al petto, marciò in direzione di Ron.
“Sei peggio di un Trol di montagna! Lo sai vero?” asserì guardando negli occhi il diretto interessato
Dietro Lavanda sbucò dal camino un bambino, non poteva avere più di quattro o cinque anni, con il viso cosparso di lentiggini ed i capelli rossi anche lui, che dopo aver osservato con timidezza i presenti in sala, si buttò sorridente tra le braccia di Ginny.
“Zia Gin” squittì con la sua nocetta infantile “Mi sei mancata tantissimo!”
“Lav- Lav scusa ma..”tentò di dire mentre la donna lo raggiungeva, ma non fece in tempo a finire la frase che Lavanda lo anticipò.
“Niente scuse e niente ma! La devi smettere di prendere e smaterializzarti quando dobbiamo portare i bambini! Non ci sono solo le gioie nella paternità!” poi addolcendo il tono si rivolse ad Hermione “Oh tesoro, come sono felice di vederti!” e abbracciò la ragazza, con aria civettuola.
Draco da canto suo, dopo aver sentito le parole della nuova arrivata, osservò titubante la bimba che inspiegabilmente gli era stata messe tra le braccia.
Un visino paffuto dalla pelle chiarissima, due occhi enormi e di un azzurro cielo così intensi da rimanerne stregati, ed i capelli rosso fuoco molto simili a quelli del padre e di quello che doveva essere suo fratello, notando la somiglianza. Si, beh, Ronald Weasley poteva anche essere un demente, per quel che gliene importava, ma aveva generato una prole di una bellezza davvero invidiabile.
Draco accennò un sorriso, guardando la bimba che gli puntava gli occhi addosso come se lo stesse studiando, poi non sapendo che fare la solleticò sotto il collo e dondolandola un po’ gli sussurrò:
“Ciao bellissima! Come ti chiami?”
La bambina rimase un momento in silenzio muovendo la testina sulla mano del biondo, per poi scoppiare in una dolce risata infantile, una risata innocente, di quelle che fanno bene al cuore.
Lavanda, che in quel momento aveva appena terminato in convenevoli salutando tutti i presenti con smorfie e moine, sentendo ridere sua figlia si voltò, rendendosi conto solo in quel momento che non era Chris, il collega di Hermione, la bionda persona a cui aveva avventatamente affidato la bambina. Ripresasi dallo smarrimento iniziale, sorrise affabile a Draco muovendosi verso di lui.
“Merlino che sbadata!” disse portandosi una mano alla testa, per tendere subito dopo le braccia verso sua figlia “Vieni da mamma Laurentina” poi si rivolse svenevole e sorridente a Draco “Non ci conosciamo vero?”
“Amore è Draco Malfoy! Abbiamo frequentato tutti gli anni ad Hogwarts con lui” disse Ron con aria scocciata e poi aggiunse un po’ più duro “E’ di Serpeverde”
“Oh, Ron! Non dirlo in modo così scortese! Abbiamo il piacere di avere a cena un magnate delle pozioni, ed una celebrità!” disse al marito per rivolgersi poi nuovamente verso Malfoy “Ho letto tutti gli articoli sulle riviste magiche che la riguardano!” lo disse quasi vantandosi. Adorava i pettegolezzi. Altrimenti non sarebbe stata la direttrice della sezione cronaca nella rivista mondana “Strega Oggi”!
“Ah davvero?” le rispose Draco a denti stretti e con sguardo indecifrabile, mentre lei coccolando Laurentina aveva già messo su banco raccontando a tutti le nuove tresche amorose del Ministro della Magia.
Approfittando del momento di calma Hermione fece Evanescere divano e poltrone per lasciar spazio a Tavolo e sedie, apparse magicamente dalla bacchetta di Ginny, che guardandola le fece sorridente l’occhiolino. Hermione non amava molto Lavanda, con quelle arie da diva, sempre pronta al pettegolezzo, tutta moine e smancerie, ma la ringraziò mentalmente lo stesso: con la sua provvidenziale entrata, aveva decisamente migliorato la piega che la serata stava prendendo.
“Ragazzi a tavola!La cena è servita!” disse Ginny imitando alla perfezione la voce di un elfo domestico, e scatenando l’ilarità comune.
Si sederono mentre Harry sussurrava alla fidanzata “Ma chi diavolo ha messo il nome a quella bambina? Passi Arthur, lo avrei fatto anche io se avessi un figlio maschio, ma Laurentina?!”
“E’ una vecchia zia italiana di Lavanda…non chiedermi perché Ron non si è opposto! Quando si sono sposati, non hanno firmato nessun contratto dove si chiedesse esplicitamente di non dare nomi assurdi ai propri figli!”
Scoppiarono a ridere entrambi.
La serata trascorse allegra e spensierata, tra chiacchiere e risate, rilassando l’animo di tutti i commensali; tutti tranne uno. Il bel biondo seduto a capotavola, rimase quasi tutto il tempo chiuso in un ostinato silenzio, perso nei suoi pensieri, mentre una pesante realtà si aggravava sempre più sulle sue spalle; vedere quel gruppo di amici così legati da tanto e così felici insieme, l’aveva messo di fronte ad una verità indiscutibile: lui era un uomo terribilmente solo. A parte Blaise, non aveva nessun altro che gli volesse bene, e anche le loro cene si dimostravano oltremodo tese e silenziose.
Draco si riscosse da quei pensieri tetri solo quando Hermione, seduta alla sua sinistra, gli posò sotto il naso quello che doveva essere formaggio.
“Cos’è?” chiese guardando il piatto con aria circospetta.
“Gorgonzola danese” rispose lei gioviale “ Ce l’ha portato Ron dalla sua ultima trasferta”
Draco annuso sonoramente la vivanda.
“C’è del marcio qui! C’è del marcio in Danimarca!” le parole gli uscirono di bocca senza rendersene davvero conto.
Per un secondo tutti i presenti si zittirono. Una serpe nella tana dei leoni che fa una battuta ha davvero dell’incredibile. Hermione fu la prima ad afferrare il senso della frase e a ridere di gusto, seguita a ruota dal resto del gruppo, compreso l’algido Malfoy che per una volta nella vita si lasciò andare e ridendo spostò lo sguardo in quello screziato d’oro della ragazza che aveva affianco.
Si guardarono ed Hermione non potè far a meno di notare che Draco avesse il sorriso più bello che lei avesse mai visto.












Chen e pensate? Devo continuare a scrivere o è meglio che lascio stare?
Se siete arrivati fin qui vi va comunque la mia ammirazione perché avete sopportato tutte le castronerie che ho scritto, ed i miei errori grammaticali che sicuramente non mancano. Comunque in questa fic ho deciso di riabilitare un pochino l’immagine di Ron, diamo un briciolo di gloria anche a lui! E spero non vi dispiaccia.
Vorrei davvero salutarvi una per una ma vado di corsa, anzi la mia vicina di casa va di corsa(continuo sempre a postare da casa sua -_-), e quindi un mega GRAZIE a:

white_tifa, Erin, fedefun, silvia90, lunachan62, Lucy Light

…SIETE DAVVERO MITICHE!!!!
Grazie ancora di cuore
Un bacio Sin^^

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Capitolo 11
*** Tanto tempo perso ad odiarsi e poi... ***


“La ragazza correva nella notte buia, persa nella selvaggia foresta che imperiosa tentava in ogni modo di sbarrarle il passo. Continuava a voltare la testa per assicurarsi che non fosse più inseguita. Il respiro sempre più affannato dall’estenuante corsa, i capelli sporchi di fango e bagnati dalle grosse gocce di pioggia che nuovamente iniziavano a cadere dalle enormi nuvole cineree ammassate nel cielo. Non una luce o un segnale ad indicarle la strada da seguire. Solo la paura a guidarle le gambe. L’ansia di non uscire viva da quella gabbia di rami cresceva ad ogni nuovo taglio sul corpo e ad ogni nuovo strappo sui vestiti ormai logori. Un flebile raggio di luna fece capolino per un attimo mostrandole una casa isolata nel bosco, con la luce accesa sull’uscio: la casa di un cacciatore!! Forse poteva salvarsi. Pochi metri ancora e avrebbe assaporato ancora il profumo della liberta.
Un ululato, troppo vicino per i suoi gusti, le invase le orecchie distraendola dalla sua meta. Si voltò titubante, mentre l’adrenalina ricominciava a salirle nelle vene, e quando non vide nulla tornò con lo sguardo verso la sua meta ma qualcosa le si parò dinanzi. Mosse qualche passo indietro, alla ceca. Un piede inciampò in una radice, facendola rovinare a terra, mentre un mostro dalla corporatura umana e coperto di pelo ispido, avanzava inesorabile verso di lei, gli occhi iniettati di sangue, la bava sui canini aguzzi…”


“E questo cosa diamine sarebbe?” la voce di Draco risuonò sconcertata nel salotto di casa Granger.
“Beh Malfoy” gli rispose Hermione, mentre osservava scettica la copertina di un dvd, stretta tra le mani “ Dalla trama del film direi che si tratta di un licantropo” tornò ad osservare il suo interlocutore “Lupo mannaro come titolo poi dovrebbe rendere il concetto esplicito”
Un pop-corn volò in direzione della tv, che nel buio della sala continuava a mandare immagini del film, irritando il biondo mago ancora di più, per l’affronto che quei fotogrammi dimostravano verso una creatura magica, che se pur poco raccomandabile, non aveva nulla di così esageratamente grottesco.
Si trovavano seduti, uno sul divano con indosso una tshirt e i pantaloni di tuta di pregiata fattura dai colori verde argento, mentre l’altra accoccolata sulla poltrona, coperta da un largo pigiama con un grosso orsacchiotto disegnato sul davanti: infantile forse, ma troppo tenero per Hermione; entrambi intenti a guardare il film babbano, decisamente poco Horror, che Harry le aveva prestato, mentre Grattastichi faceva le fusa coccolato dalle carezze premurose della sua padrona.
“Ma che visione distorta!” esclamò Draco continuando a guardare sempre più orripilato l’essere peloso che si muoveva nella tv. “Forse dovrebbero spiegare loro come sono davvero i Licantropi!” si fermò un momento pensieroso “Anzi, dovrebbero spiegargli come sono fatte un po’ tutte le creature magiche”
“Stai forse dicendo, che vuoi instaurare un rapporto socievole con i babbani?!” ribattè lei con voce calma, mentre un sorriso malizioso le si dipingeva in viso.
“No, non credo proprio” disse lanciando un altro pop-corn questa volta in direzione della ragazza “La mia forza di volontà credo sia stata tutta impiegata, nel instaurare un rapporto socievole con te.”
Hermione aprì la bocca già pronta per rispondere, poi la richiuse con aria dubbiosa.
“Cosa vorresti dire scusa?” chiese lei inarcando un sopracciglio.
“Assolutamente nulla di importante” e stravaccato sul divano, Draco, inizio a lanciarle pop-corn a velocità impressionante.
La risposta della battagliera Hermione non si fece attendere, utilizzando a sua volta i bianchi proiettili in contrattacco all’azione bellica del biondo.
Tanto tempo perso ad odiarsi e poi eccoli la, a giocare come ragazzini.
I giorni trascorsi dalla sera della ammontavano a quasi un’intera settimana, in cui i due ragazzi più volte si trovarono piacevolmente in compagnia. Draco si tratteneva in casa della ragazza, anche se non necessitava più di cure costanti. Il suo fisico atletico aveva reagito bene alle pozioni propinatele da Hermione ed era guarito in pochi giorni, ma un malsana voglia si instaurava sempre di più dentro il suo animo, lasciandolo sconcertato e piacevolmente sorpreso allo stesso tempo: bramava la compagnia della Mezzosangue più di ogni altra cosa al mondo. Certo non l’avrebbe mai ammesso ad anima viva, ne sarebbe valsa la sua dignità: non poteva permetter al mondo magico di pensare che si fosse rammollito.
E per quanto si sforzasse di non far trapelare dalle parole quel insalubre desiderio, nei confronti di Hermione si era dimostrato oltremodo propenso ad elargire gesti affettuosi. Un episodio in particolare, accaduto due pomeriggi prima di quella sera, aveva colpito la giovane strega mettendo in luce qualità di Malfoy che mai aveva immaginato lui possedesse.

Flashback

Hermione rientrò come una furia dentro casa, sbattendo la porta con troppa violenza, tanto da rischiare che questa cadesse di li a pochi minuti. Teneva stretto tra le mani un foglio di pergamena, fittamente scritto. Molto probabilmente si trattava di una lettera. Draco guardò la strega con un sopracciglio alzato, come a domandarle silenziosamente cosa fosse accaduto di tanto grave da farla imbestialire così.
Lei gli esibì di malagrazia il pezzo di carta sbattendoglielo sul viso, urlando sguaiata.
“La vedi questa? E’ una lettera di quel Troll di Vicktor” strappò lo scritto in mille pezzettini “ma come si permette?” aggiunse buttando i coriandoli ottenuti, nel fuco scoppiettante del camino.
“Hem Mezzosangue” iniziò l’altro con tono stranamente pacato, mettendosi a sedere sul divano “come si permette di fare che cosa?”
Hermione non rispose e si sedette con aria stralunata ai piedi di Draco; vagò con lo sguardo nella stanza, soffermandosi in fine su un contenitore d’argento al fianco del giovane.
“Sono sigarette quelle?” chiese con aria bramosa, e senza attendere una risposta ne afferrò una e se l’accese, aspirandone grosse boccate.
Draco rimase basito e sconcertato da quel gesto insano per una persona troppo seria quale era la Grenger per lui.
“Ma che..” provò a dire lui con voce incerta
Hermione non gli diede il tempo di continuare fulminandolo con lo sguardo e osservando il libro che teneva posato in grembo.
“Cosa stai leggendo?” chiese con tono duro, non senza cere di contenere la rabbia ed il risentimento che le infiammava l’anima.
“Mein Kampf” rispose distrattamente Draco con sguardo perso nel vuoto “E ti dirò. La trovo una lettura molto interessante: alcuni gabbani non si comportano poi così diversamente dai Purosangue sai?”ma prima di realizzare le reali intenzioni della ragazza, mentre lui le parlava, vide il tomo bruciare velocemente insieme a quel che rimaneva della missiva.
“Si può sapere per Merlino, cosa diamine ti prende?” chiese lui con rabbia alzandosi in piedi e sovrastando Hermione.
“E’ tutta colpa di quello stupido” rispose voltando la testa “il libro era il suo”; non voleva guardarlo negli occhi, non voleva che lui vedesse quanto dolore si celasse dietro quelle iridi screziate d’oro. Non voleva mostrargli le sue debolezze.
“Sentimi bene!” tono calmo ma comunque fermo “Cosa ti ha fatto di così grave quel bulgaro da strapazzo? Ogni volta che viene nominato da qualcuno ti infiammi ed ora sembra che ti animi il diavolo, per quanto sei stranita!” si fermò qualche istante indeciso se continuare o meno, ma poi disse risoluto “Parlamene. Magari ti posso aiutare”
Lei lo guardò scettica.
“Tu mi puoi aiutare? E come se nemmeno mi conosci?” gli rispose fissandolo ora negli occhi con aria di sfida.
“Ok, magari non ti conosco bene come lo Sferegiato e Lenticchia” vide il volto di Hermione rabbuiarsi ancora di più e si corresse “ Potter e Weasley va meglio?” un cenno del capo della ragazza in segno d’assenso lo fece continuare “Dicevo: magari non ti conosco bene ma so che sei orgogliosa e battagliera; tutta questa tristezza non fa parte di te. Io non riesco a vederti così!”
Hermione rimase basita dall’ultima affermazione, Draco Mafoy non è una di quelle persone dedita ad elargire parole affettuose, ma fu proprio quella frase e lo sguardo sincero del giovane ad indurla a confessare ciò che la turbava.
“Beh, avrai sicuramente capito che io Vicktor siamo stati insieme” iniziò titubante.
“Ma non stavi con Lenticchia?...Weasley pardon” chiese Draco mal celando l’interesse che covava dentro.
“No” un flebile sorriso apparve sul volto della ragazza “Io e Ron non siamo mai stati insieme. Finita la scuola si è fidanzato nuovamente con Lavanda e dopo l’ultima battaglia si sono sposati. Beh questo credo l’hai potuto notare anche da solo” sorrise nuovamente, questa volta più convinta.
“In effetti non ho avuto modo di farmelo sfuggire dalla mente, dopo aver conosciuto la sua prole!” Ghignò beffardo immaginando Ron tra biberon e pannolini.
“Arthur e Laurentina sono fantastici” sospirò “ Comunque, anche io dopo la scuola avendo più tempo libero ho riallacciato i contatti con Krum, e dopo un po’ ci siamo fidanzati, anzi, quando ho comprato questa casa lui è addirittura venuto a vivere qui con me” si fermò un momento lasciando il tempo a Draco di fare domande.
“E la Weasley? Quand’è che ne ha approfittato per insediarti sotto il tuo tetto?” chiese poggiandosi con il busto allo schienale del divano ed inclinando la testa da un lato continuando ad osservare Hermione attentamente.
“Oh Ginny si è trasferita qui dopo la rottura con quel cretino. Ma perché vuoi sapere tutte queste cose?” chiese dubbiosa lei.
“Non lo so nemmeno io in effetti.” Rispose, con un mezzo sorriso ad increspargli le labbra “ forse mi piace ascoltarti” sussurro le ultime parole, più a se stesso che in risposta alla strega. Lei rimase sorpresa dall’ultima rivelazione, ma non vi fece accenno e continuò nel suo racconto.
“Siamo stati insieme un anno, forse più. Lui non mi faceva mancare nulla, ed io cercavo di convincermi che lo amavo, lo assecondavo in tutto, credendo anche a tutte quelle scuse che imbastiva per restare fuori Londra: allenamenti, cene e quant’altro” si fermò un momento pensierosa “Ti dirò: non mi convincevano per niente, ma ci passavo sopra lo stesso. Non volevo tormentarmi facendomi stupide paranoie. Ho sbagliato. E poi..” si fermo tentando di continuare, ma le parole non le volevano uscirle di bocca.
“E poi?” disse Draco con tono inaspettatamente dolce, sfiorandole una guancia con la mano e incitandola a continuare.
Hermione rimase ancora un attimo in silenzio, ma si fece coraggio e proseguì.
“E poi una sera ho incontrato Lavanda in un negozio” una piccola lacrima fece capolino dagli occhi della ragazza “Era dalla nascita di Laurentina che non ci vedevamo, non che mi stia davvero simpatica intendiamoci, ma è la moglie di un mio caro amico e così ci siamo fermate a chiacchierare del più e del meno” un’altra lacrima inaspettata solcò il volto candido di Hermione “ e quando gli ho detto di Vicktor lei ha esordito dicendo ‘beh deve aver divorziato per stare con te. Ma ne avrebbero parlato le riviste scandalistiche’. Mi è crollato il mondo addosso” copiose e calde lacrime salate si aggiunsero alle prime mentre la ragazza continuava “Ho preso la prima Passaporta per la Bulgaria e l’ho cercato ovunque finche non l’ho trovato in un albergo, in compagnia di sua moglie”
“Si beh, Blaise mi aveva riferito l’importante notizia di gossip, come dice lui, del matrimonio di Krum con una russa” disse atono “ E posso immaginare come sia andata a finire” si fermò attendendo una qualche risposta da parte della Mezzosangue. Una risposta che non arrivò.
A quelle parole oltre al pianto si aggiunsero forti singhiozzi, mentre affondava il viso tra le mani, per nascondere l’umiliazione annidata nei suoi occhi.
“E adesso ha il coraggio di chiedermi di rivederlo. Ma cosa crede? Che io non abbia un onore da difendere?”
“E immagino che sia ancora sposato”
“Già” rispose lei tra un singhiozzo e l’altro
Offesa. Oltraggiata. Ecco come si sentiva Hermione Granger mentre due forti braccia ed un petto solido la stringevano improvvisamente. Si, perché Draco Malfoy non seppe controllare l’impellente bisogno di abbracciare in una stretta quasi dolorosa quella ragazza, che senza volerlo lo stava rendendo più vivo. Più umano.
Sentì la rabbia montargli dentro, mentre l’esile corpo che si aggrappava furiosamente a lui in cerca di sostegno, si dibatteva ancora dal pianto. Lui forse non possedeva la capacità d’amare e sapeva quanto un uomo può essere subdolo, ma di certo non avrebbe illuso così una ragazza. O meglio: non avrebbe illuso così la Mezzosangue, perché con lei non si trattava di una delle numerose oche svampite con cui lui amava intrattenersi tra le lenzuola. Era diversa e meritava sicuramente il meglio.
“Ehi Mezzosangue” le sussurrò piano in un orecchio, mentre una mano carezzava dolce i boccoli caramello “Pensi che avrei perso tanto tempo ad odiarti se non avessi avuto la certezza che ti saresti sempre tirata su rispondendomi a tono?Adesso è arrivato nuovamente il momento di rialzarsi e rispondere”
Hermione si strinse ancora di più al petto del ragazzo, e tra un singhiozzo e l’altro a Draco sembrò di percepire un flebile ‘Grazie’

Fine Flashback

Il flusso di ricordi e la guerra di pop-corn cessò nel momento esatto in cui il pianto di un bambino li raggiunse dalla camera da letto di Hermione.












Non ho la più pallida idea di come sia venuto fuori questo capitolo considerando che non l’ho riletto quasi per niente, ma se siete arrivati a leggere fin qui non sarà sicuramente così disastroso. E comunque l’avete letto tutto quindi GRAZIE.

lola82: oddio spero che con questo cap non ti abbia deluso. Si beh, i due si attraggono a vicenda, ma non credo se lo diranno tanto facilmente^^Un bacio Sin e grazie infinite
Candy_Malfoy: eccezionale? Wow mi lusinghi troppo, ma sono felicissima che la mia fic ti piaccia. Grazie infinite^^ un bacio
Clementine Hermione Weasley : si credo che continuerò, anche se non ne sono ancora convinta. Le idee ci sono, ma avvolte mi sembrano così stupide in confronto a quelle che tante altre scrittrici di questo sito hanno, che mi butto inevitabilmente giù di morale. Grazie mille^^
Lucy Light: Tesoro! Le tue recensioni mi rendono sempre davvero felice^^ Si, Ron e Lav-lav sposati; era ora che Ronald mettesse un po’ di testa, e ovviamente che mettesse su famiglia^^Spero che l’avvicinamento dei protagonisti in questo cap sia stato di tuo gradimento^^
lunachan62: spero che anche questo cap ti sia piaciuto e spero di continuare a scrivere cose che ti possano piacere. Grazie mille. Un bacio^^
fedefun: ogni tanto ci penso ad abbandonarla perché come ho detto prima avvolte le mie idee mi sembrano così idiote rispetto a quello che leggo sul sito. Per ora continuo poi si vedrà. Grazie per il sostegno^^Un bacio
Erin: volevo solo riabilitare un pochino Ron, mi dispiace vederlo sempre come lo zimbello della situazione. Sicuramente il mio Ron almeno è diventato un bravo portiere^^ Tu comunque scrivi delle storie fantastiche, ‘Proie Rouge’ è una delle più belle fic che abbia mai letto. Grazie mille e un bacio enorme^^
white_tifa: sai la causa di divorzio tra me e la grammatica ormai è quasi conclusa, e ha vinto lei-_- Spero vivamente che anche questo capito, per quanto credo sia altamente idiota ti sia piaciuto Comunque grazie mille per le recensioni, sempre stupende con la S maiuscola e mi raccomando continua a correggermi^^un bacio Sin

RAGAZZE SIETE MITICHE! MI FATE COMMUOVERE!

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Capitolo 12
*** Perchè? ***












Il piccolo Arthur Ronald Weasley apparve sulla soglia del salotto stringendo il suo draghetto di pezza ed osservò con sguardo critico, il che è tutto dire per un bambino di 4 anni e mezzo, sua zia Hermione e il suo nuovo amico Draco Malfoy completamente assorti dalla loro battaglia di cereali.
Scosse la testa con aria rassegnata raggiungendo la ragazza.
“Zia Herm” disse con la sua voce infantile “Tina piange e non mi fa dormire”
Hermione alzandosi sorrise amorevole al piccolo e si diresse nella sua stanza per accudire la bambina.
“Veramente siete voi due che non mi fate dormire” commentò poi il ragazzino scrutando Draco e stringendosi ancora di più al suo pupazzo.
I piccoli di casa Weasley quella notte si trovavano ospiti della loro adorata Zietta acquisita Hermione, mentre i loro genitori trascorrevano alcuni giorni fuori città, per una partita del campionato di Quidditch a cui la squadra di Ronald partecipava; non che dovesse in realtà essere lei a badare ai figli di Ron e Lavanda, ma Ginny, a cui era stato affidato il compito inizialmente, non poteva rinunciare assolutamente all’appuntamento galante con il suo ragazzo, che le aveva promesso di portarla a cena fuori in un ristorantino carino sul lago di Loch-Ness in Scozia, dove oltre tutto avrebbe passato la notte, amoreggiando adorabilmente. Quindi, con abilità invidiabile, aveva declinato l’incarico alla sua migliore amica, uscendo di casa con disinvoltura e sentendosi urlare dietro da quest’ultima ‘A buon rendere tesoro ’ . Purtroppo non era la prima volta che Hermione si ritrovava a fare da baby-sitter ai figli del suo migliore amico e quel ‘buon rendere’ non era mai arrivato, ma ci aveva fatto l’abitudine, adorava sentirsi chiamare ‘zia’ dal piccolo Arthur e poi erano così dolci e tranquilli, a dispetto di quello che si potrebbe pensare, che non le dispiaceva affatto occuparsi di loro.
La ragazza tornò con Laurentina piangente tra le braccia cullandola per cercare di farla calmare. La bambina strillava sguaiata, agitando i pugnetti in aria, con il piccolo viso contratto in un’autentica smorfia di dolore.
“Che cos’ha?” chiese allarmato Draco, preoccupato che potesse continuare a frignare così per tutta la notte.
Hermione dal canto suo non sembrava affatto turbata da quell’improvviso attacco di pianto.
“Oh niente” sorrise avviandosi verso la cucina “Gli stanno nascendo i dentini. E’ normalissimo che pianga. E non preoccuparti: con qualche goccia di Babydent nel latte vedrai che si calma” aggiunse in risposta allo sguardo preoccupato del giovane.
“Anche io voglio il latte zia” esordì gioviale Arthur.
“Andiamo in cucina allora” poi rivolgendosi nuovamente a Draco “ Vuoi qualcosa anche tu Malfoy?”
“Una tazza di teh non mi dispiacerebbe in effetti” rispose alzandosi dal divano ed accettando l’invito la seguì in cucina.
Con qualche colpo di bacchetta Hermione fece levitare la teiera già piena sul fuoco, insieme ad un pentolino con del latte per i bambini, mentre tenendo sempre a se Laurentina, armeggiava tra gli oggetti riposti sulle mensole in cerca della pozione.
La trovò su un ripiano un po’ troppo alto per lei e si chiese come fosse finita la su, se Lavanda l’aveva portata insieme ai cambi per i bambini, solo quel pomeriggio. Ginny doveva avere veramente capacità straordinarie per disperdere ogni cosa.
Allungò una mano invano nel tentativo di recuperarla, e si sorprese quando, con un gesto elegante Draco le venne in soccorso.
Lei lo ringraziò educatamente, guardando con disappunto la boccetta quasi del tutto vuota. “Noto con piacere che è un mio prodotto” disse osservando con orgoglio il marchio della sua fabbrica stampato sull’etichetta.
“Si beh. Non te ne sarai mai accorto” rispose lei “Ma produci davvero delle ottime pozioni” sorrise prima di continuare “Ginevra adora le tue lozioni cosmetiche, non te lo dirà mai, ma è sempre la prima a provare i prodotti nuovi”
Non sarebbe stato carino dirlo, ma Draco si sentì inspiegabilmente orgoglioso di se stesso, anche se ignorava totalmente che la sua fabbrica producesse lozioni cosmetiche o antidolorifici per bambini. In effetti era quasi del tutto all'oscuro su cosa creasse la sua industria, ma il lato calcolatore insito in lui, non tardò ad affiorare facendogli considerare che la permanenza in casa della Mezzosangue era un buono spunto per delle ricerche di mercato, giusto per farsi un’idea di cosa desiderasse davvero la clientela.
Scacciò immediatamente l’ultimo pensiero dalla testa, rendendosi conto che lui non si trovava li per delle stupide analisi di marketing. Quello non era sicuramente, ne il luogo ne il momento adatto per pensare ad un tornaconto personale, cosa strana per un Malfoy questa, perché si sa che quel tipo di persone pensa sempre al proprio guadagno in ogni situazione. Effettivamente non sapeva bene nemmeno perché si trattenesse ancora in casa di Hermione - si era addirittura fatto portare vestiti e biancheria pulita in abbondanza dal suo maggiordomo, come se dovesse trattenersi un mese intero!– essendo perfettamente guarito; una cosa era certa però: in quella casa e con quelle persone lui ci si trovava d’incanto.
Il bollitore sul fornello produsse un fischio acuto, segno che l’acqua al suo interno era pronta per l’infusione. Aiutandosi con la bacchetta Hermione, da brava donna di casa, servì i presenti continuando ad occuparsi amorevolmente della bambina tra le sue braccia.
Draco si perse con lo sguardo cenerino tra quei movimenti materni, e si trovò a immaginare di non essere li, magari in una piccola casa sperduta tra le campagne di Londra, con una donna, semplice e così femminile allo stesso tempo, come vedeva in quel momento la Mezzosangue, al suo fianco a prendersi cura magari di un loro bambino, sorridere allo sbadiglio prodotto da quella piccola bocca di pesca, come faceva in quel momento Laurentina…magari un giorno, forse anche lui poteva avere una vita normale, dare ai suoi figli l’affetto che non aveva mai ricevuto lui, magari riuscire a provare dei veri sentimenti.
“Ehi!” la voce del piccolo Arthur lo riportò bruscamente alla realtà. Il bambino gli strattonò i pantaloni per attirare la sua attenzione “Mi metti sul tavolo?”
“Oh si certo” e ancora distratto dai pensieri che gli frullavano per la testa, lo tirò su facendolo accomodare. Bevvero in silenzio, mentre Hermione rimetteva a letto Tina, ma stare da soli in compagnia di un bambino di 4 anni si sa che non porta quasi mai nulla di buono. Infatti.
“Posso chiamarti Zio?” chiese innocentemente Arthur.
“Eh cosa?” l’immagine di Hermione al suo fianco ancora lo turbava. No, ma non era la mezzosangue quella che aveva immaginato! Il fatto che il suo inconscio avesse associato la Granger ad una sua ipotetica compagna di vita lo sconvolse ancora di più.
“Ehi ma che sei sordo? Ti ho chiesto se posso chiamarti zio!” rispose un po’ imbronciato dondolando i piedini oltre il bordo del tavolino.
“Non ci pensare minimamente” disse con il suo solito tono strascicato “non ci tengo ad essere imparentato con Weasley” riacquistando tutto il suo autocontrollo e la sua freddezza Draco bevve nuovamente sperando che le richieste assurde di quel nano finissero li.
Per un momento il silenzio offeso del bambino gli fece tirare un sospiro di sollievo.
Ciò che non si sarebbe mai aspettato però, fu il vedere lo sguardo limpido e innocente del piccolo Arthur posarsi sul suo avambraccio, e il vederlo sgranare gli occhi in maniera inverosimile.
Per quanto fosse ormai sbiadito il tatuaggio con il teschio ed il serpente, spiccava ancora abbastanza nitido perché lo si notasse.
“Cos’è quello?” chiese un po’ allarmato il piccolo.
“Un tatuaggio” disse con velata noncuranza.
“E perché ce l’hai?”
“Perché…” cosa diavolo doveva rispondergli? Di certo il ragazzino era troppo giovane per conoscere tutta la storia del Lord Oscuro, ma non era comunque il caso di spiegargli il vero motivo per cui aveva quel simbolo impresso sulla pelle “Perché me lo hanno fatto” si così poteva andare.
“E perché te lo hanno fatto?” Ma non la finisce più questo qui?
“Mi hanno costretto” in un certo senso non era poi così lontana dalla realtà come affermazione.
“E perché ti hanno costretto?”
“Mi ha costretto mio padre” lo disse senza nemmeno rendersene conto.
“E non potevi dire di no? E’ bruttissimo!”
“Ma la vuoi piantare?” Draco strinse la presa sulla tazza, tanto che di li a poco l’avrebbe sicuramente rotta. Si stava arrabbiando: possibile che un nanetto di 4 anni lo mettesse così in difficoltà?
“Mio papà non mi costringe mai a fare niente. Lui è bravissimo”
“Oh il papaprino è perfetto” disse guardandolo con malcelata rabbia “magari ti poteva costringere a stare zitto!”
Per nulla turbato Arthur continuò ad osservare il biondo mago ed il suo avambraccio.
“Zio Harry l’altro giorno mi ha detto che gli uomini cattivi hanno quel coso sul braccio” Maledetto Potter, questa me la paghi “ma tu non sei cattivo vero?”
Draco ci pensò un attimo prima di rispondere
“No, non sono cattivo, ma se continui a rompere così lo potrei diventare!” ghignò soddisfatto della sua risposta, notando Arthur zittirsi di colpo e guardarlo vagamente spaventato.

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Hermione sorrise mentre rimboccava la copertina nella culla improvvisata, dove ora Laurentina dormiva serenamente. Le sarebbe davvero piaciuto avere una bambina così dolce, da crescere con tutto l’amore che aveva dentro e che mai a nessuno era riuscita a donare. Da qualche tempo anche lei, come tutte le donne, era giunta al punto di desiderare ardentemente l’essere madre, magari con un maschio da potersi definire un vero uomo affianco.
Certo, visti gli scarsi risultati che fino a quel momento aveva ottenuto con l’altro sesso, si era fermamente detta che il momento in cui avrebbe potuto pensare ad una famiglia era ancora molto, molto lontano.
Quello di cui aveva bisogno in quel momento sicuramente era avere al proprio fianco un uomo forte moralmente e sensibile, una persona che non la prendesse in giro, che la facesse sentire sicura mentre la stringeva a se…
In un attimo il ricordo di due braccia forti e un solido petto che la circondavano le riaffiorò alla mente. Non ne aveva parlato con nessuno da quando era accaduto, men che meno con il diretto interessato, ma quando Draco l’aveva stretta per rassicurarla, Hermione si era sentita protetta come non lo era mai stata; si era crogiolata nella dolce illusione che in quel momento, tra quelle braccia vigorose, nulla poteva nuocerle.
Per un solo flebile attimo si era sentita sicura ed in pace con il mondo.
Quel ricordo le fece male al cuore. Si rendeva conto perfettamente che Draco Malfoy non poteva assolutamente incarnare l’essenza dell’uomo perfetto per lei. Per quanto i tempi e le condizioni fossero cambiati, sapeva che loro due erano ancora così diversi. Però magari sognarlo nella veste del principe azzurro…
Dannazione Hermione vuoi darci un taglio! E’ finito il tempo in cui puoi vivere di sole illusioni!
La sua parte razionale aveva maledettamente ragione: non poteva più permettersi di vivere di pura fantasia, non doveva più mentire a se stessa. Lo aveva fatto con Vicktor, ultimo di una lunga serie, e si era vista l’amara conclusione.
Sospirando persa ancora nei suoi pensieri tornò in cucina e rimase un attimo perplessa osservando Malfoy ed il piccolo Arthur scrutarsi attentamente.
“Che succede ragazzi?” chiese ai due tornando nuovamente serena.
“Niente zietta” rispose gioviale il più piccolo “mi ha solo minacciato”
“Ti ha cosa?” chiese guardando allibita Draco
Lui preso alla sprovvista sgrano gli occhi color tempesta, assumendo un’espressione di finto stupore.
“Piccolo farabutto…” masticò tra i denti guardando malevolo il bambino.”Se l’è cercata” aggiunse poi tornando a posare gli occhi di ghiaccio sulla strega.
Arthur nel mentre scivolò agilmente dal tavolo e portandosi di fronte Hermione, le rivolse uno dei suoi migliori sguardi teneri ed innocenti: la sua arma vincente quando voleva ottenere qualcosa.
“Non voglio indagare. E non guardarmi così” disse Hermione rivolta al bambino “Dimmi cosa vuoi e basta”
“Possiamo guardare il film dell’orco?” rispose prontamente lui con sorriso furbetto, un sorriso molto molto simile ad uno dei ghigni di Draco.
“Ehi ragazzino” intervenne Malfoy “prima ti lamenti che non ti facciamo dormire e poi vuoi vedere un film? Ma lo sai che ore sono?”
“Dai zia! Per favooooreeeee!” disse ignorando Draco; sapeva perfettamente che Hermione non gli avrebbe detto di no se la guardava così.
Lei inizialmente assunse un aria severa corrugando la fronte e portandosi le mani ai fianchi, ma quello sguardo tenero che le stava rivolgendo Arthur la fece capitolare, come ogni volta. I metodi di persuasione di quel ragazzino lo avrebbero portato lontano anche in futuro, si disse.
“Aspettate un attimo! Io non ho nessunissima voglia di vedere un altro film idiota babbano!” asserì offeso il biondo.
Ma dopo dieci minuti e un po’ controvoglia il giovane rampollo dei Mlafoy si ritrovò steso comodamente sul letto matrimoniale della Mezzosangue, dove prontamente era stato portato tutto il necessario per la visione di Shrek, il cartone animato preferito di Arthur. Almeno sulla scelta di quel film, a suo tempo, Harry ci aveva azzeccato.
Il film fece ridere tutti gli spettatori, compreso Draco così riluttante all’inizio ad unirsi nella visione della pellicola, ed Hermione, da sola sorrise con il cuore quando, voltandosi alla sua sinistra, lo vide con la testa reclinata, i capelli scomposti sul viso e le labbra schiuse, sprofondato di gusto tra le braccia di Morfeo.
Poco dopo, abbracciando Arthur anche lui dormiente, la dolce Hermione li raggiunse nel mondo dei Sogni.











Un infinito grazie a chi è giunto fin qui. Ho scritto il capitolo di corsa ed anche adesso sono di fretta. Ringrazio infinitamente tutte le persone che hanno recensito: juju210, Erin, gemellina, Lucy Light, lunachan62, white_tifa, lola82, fedefun, Candy_Malfoy Non ho davvero le parole adatte per esprimere la gioia che sento leggendo le vostre recensioni GRAZIE^^

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Capitolo 13
*** Sogno o son desta... ***












Hermione guardò Draco negli occhi sorridendo dolcemente, un raggio di sole birichino le infastidiva la vista, ma non poteva non contemplare quel ragazzo dai capelli color del grano e dallo sguardo di tempesta, nel quale si sentiva annegare. Seduto al suo fianco sul divano, nel caotico salotto di casa Granger, Draco le sfiorò con le dita affusolate una guancia, beandosi della vista della ragazza ed assaporando i suoi lineamenti perfetti, quasi angelici ai suoi occhi. La mano ancora libera del ragazzo corse ad intrecciarsi a quella della giovane, mentre lei abbassava il capo arrossendo innocentemente. Con una lieve pressione del palmo sul viso di lei, fece in modo di poter ancora unire gli sguardi.
Era forse un eresia desiderare ardentemente quell’essere divino? Draco non lo credeva.
“Voglio che tua sia mia per sempre. Solo mia” questa fu la sua supplica, la preghiera del pellegrino al cospetto di un essere sacro. Lei sola poteva salvarlo dal peccato.
Hermione si sentì morire a quelle parole e socchiuse le palpebre avvicinandosi pericolosamente con tutto il suo essere a Draco.
Sentì la passione divampare come fuoco nelle vene, quando le morbide labbra del giovane sfiorarono le sue; un attimo soltanto ed il bacio fu più profondo, le lingue danzarono insieme trasportate da una sconosciuta melodia. Note inconsistenti ma capaci di guidare entrambi.
Si ritrovarono stesi l’uno sull’altro, caduti inevitabilmente sul pavimento per colpa del crescente desiderio che li spingeva ad assaporarsi sempre più affondo.
E forse si sarebbero toccati anche l’anima se solo Draco, per nessuna evidente ragione, non avesse improvvisamente iniziato a leccargli la guancia con rapidi tocchi di lingua, dalla superficie un po’ troppo ruvida per come le era sembrata qualche istante prima.
“Mpf Draco smettila..”
“Smettere di fare cosa?” la voce del ragazzo le arrivò distante e con un tono fin troppo stupito per non capire a cosa lei si riferisse.


Schiuse rapidamente le palpebra e due occhi d’ambra dalla pupilla allungata la fissarono intensamente.
Sentì il muso peloso del gatto, strusciarsi contro la guancia incriminata e creduta da lei, fino a quel momento in possesso del biondo mago, che ora la osservava con un espressione mista tra incredulità e divertimento, regalmente adagiato con una spalla contro lo stipite della porta.
Gli occhi increduli di Hermione si posarono su Draco. Scattò a sedere con straordinaria velocità, non male per una persona ancora avvolta nel dormiveglia.
Era solo un sogno…purtroppo.
Le gote le si imporporarono per l’imbarazzo nel constatare la triste verità. E arrossì maggiormente quando Draco, per nulla turbato anzi, forse più incuriosito da quel pudore, le ripetè insistente la domanda. “Smettere di fare cosa Mezzosangue?”
La giovane strega non si sentiva in grado di sostenere quello sguardo plumbeo, non dopo quello che la sua parte irrazionale le aveva fatto assaporare con immagini così vivide. Torturando il lenzuolo stretto tra le dita affusolate, mosse una mano con il chiaro significato di lasciar perdere.
Come sentendosi autorizzato ad infierire nell’imbarazzo e sulla timidezza di Hermione, le labbra di Draco si delinearono in un ghigno malizioso, uno dei migliori nella ristretta gamma di espressioni da lui assunte.
Con passi eleganti si avvicinò alla ragazza e giunto al suo cospetto le prese il mento tra l’indice ed il pollice, portandola con mano delicata, a guardarlo dritto negli occhi.
Hermione per un istante cercò di resistere: se davvero si fosse persa in quello sguardo d’argento fuso, come Morfeo le aveva sussurrato durante la notte, davvero non sapeva come poter tornare indietro dopo.
Ma la stretta di Draco divenne più ferma, non dolorosa, ma ferrea quel tanto che basta per non permetterle di opporre resistenza. Lei si voltò ed i loro visi quasi si sfiorarono; trattenne il respiro in attesa di qualcosa che iniziava a desiderare davvero ma che non giunse.
Le parole che le arrivarono invece furono come una doccia d’acqua gelata per i suoi nervi provati.
“Mi stavi sognando vero?” la voce vellutata accarezzò la pelle candida della strega “Nemmeno tu poi resistere al mio fascino” non una domanda, ma una semplice constatazione, l’osservazione inopinabile di un latin lover un po’ troppo pieno di se.
Ed eccola li mentre un sorriso sarcastico le si dipingeva in volto. Doveva negare anche di fronte alla più pura verità. Almeno questo Vicktor glielo aveva insegnato bene.
“Il solito purosangue narcisista” con un gesto secco lo allontanò da se, quel tanto che bastava per permetterle di alzarsi dal letto ed avvolgersi in una calda vestaglia “Non cambierai mai vero?”
Draco gongolò, perché a dispetto dell’orgoglio e della fermezza nella voce che Hermione cercava di ostentare, la pudicizia sulle sue gote non accennava a dileguarsi. Il chiaro segno che aveva centrato in pieno l’autenticità della sua affermazione.
Nemmeno la regina dei Leoni Hermione Granger era poi così immune al suo fascino.
E per quanto cercasse di celare l’esuberanza della scoperta alla strega, non poteva mentire a se stesso, almeno questa volta, perché sentiva distintamente il suo cuore battere in un modo un po’ troppo accelerato, rispetto a quanto avrebbe fatto se l’essere di Hermione non la toccasse affatto. Il suo cure pulsava incessante, la sua anima gridava di gioia, e sul viso una maschera di cera per nascondere quelle sensazioni umane che per troppo tempo gli avevano insegnato a rinnegare.
In quel momento si sentiva esattamente come quando poteva assaporare le parole, vergate con mano gentile, della sua dolce amica sconosciuta. Per Merlino! Era una settimana ormai che non riceveva una sua lettera. Che le fosse accaduto qualcosa di grave? Dove accertarsene assolutamente.
Sarebbe uscito a fare due passi e le avrebbe scritto da un posto tranquillo e isolato.
“Malfoy i bambini dove sono?” la voce allarmata di Hermione lo ricondusse prepotentemente alla realtà. “Sono all’asilo” nessun accenno sui tratti rigidi del volto a rivelare il suo turbamento emotivo.
“E li avresti accompagnati tu?” chiese con ironia l’altra “Come facevi a sapere dove li dovevi portare?”
“Lo ha lasciato scritto Lavanda” poi aggiunse con non curanza “Al ritorno il tuo sacco di pulci mi ha costretto ad entrare in una caffetteria e ho pensato di portarti la colazione”
“Oh Grazie Malfoy” sorrise gentile e stupita all’indirizzo del giovane.
“Non montarti la testa. E’ stato un puro caso”
Ma che puro caso! Grattastinchi non gli aveva di certo puntato una bacchetta alla testa per comprare una brioche ed un cappuccino alla Mezzosangue, ne tanto meno lo aveva davvero trascinato con la forza all’interno del locale: aveva solo osservato la “Caffetteria Dietro L’Angolo” e poi lui come se fosse abituale fermarsi li ogni mattina, i proprietari del locale avevano salutato il gatto chiedendo dove fosse la sua padrona e lui aveva intuito, che forse avrebbe fatto piacere alla Mezzosangue la sua colazione preferita.
“A dopo Mezzosangue” disse freddo e glaciale più del dovuto.
Hermione vide Malfoy indossare il soprabito, chinare il capo dai crini dorati in segno di saluto, ed in fine sparire dietro la porta d’ingresso.
La giovane strega dai boccoli color cioccolato addentò avidamente il croissant, assaporando la delicata croccantezza della sfoglia ed il sapore unico del cacao al suo interno; conosceva un solo posto dove si producessero paste così perfette. Draco era addirittura entrato in bar babbano per farle piacere? Merlino!
Sorrise a trentadue denti agguantando il fulvo gattone.
“Chi è l’amore della mamma?” lo stritolò letteralmente a se, così in visibilio come si sentiva.
E dopo una sana dose di carezze e abbracci Grattastinchi fu libero di lasciare la sua padrona adorata ai preparativi per recarsi sul posto di lavoro.

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“Dolce amica
E quasi una settimana che non ricevo una tua missiva. La consapevolezza che per così tanti giorni io non abbia potuto assaporare la felicità nell’leggere le tue dolci parole mi ha assalito, lasciandomi un’inspiegabile amarezza. La paura che qualcosa di grave ti abbia colpito, mi pervade l’anima ed è troppo grande, da descrivere con le parole.
E’ già così difficile per me esprimere a voce ciò che ho dentro, ed imprimerlo sulla carta diventa ancora più arduo. Sento di essere un essere spregevole, non all’altezza per sostenere una corrispondenza con una persona così dolce quale sei tu per me. Mi hai dato la forza di andare avanti in momenti tanto difficili da non poter essere immaginati da nessuno. Avvolte stento a credere che ci sia qualcuno in grado di sostenermi moralmente come sai fare tu.
Un desiderio mi corrode le vene, mi brucia come fuoco dentro queste stanche membra. Il desiderio di averti al mio fianco. Ho bisogno di qualcuno che mi stia vicino, e non importa che volto abbia o quale sia il suono della suo voce, mi basterebbe vedere al suo interno, o nel suo sguardo, la bellezza che hai tu, l’incanto di cui sono sature le tue lettere.
Vorrei incontrarti.
Sempre tuo
Drama”


Draco rilesse le parole vergate su quel pezzo di pergamena almeno dieci volte prima di dirigersi verso l’Ufficio Postale per affittare un gufo. Ed anche quando il piccolo rotolo giallino fu legato alla zampetta del regale animale dal folto piumaggio brunito, l’insicurezza nell’inviare la missiva lo assalì tramortendolo nuovamente.
Quando nemmeno un ora prima, si era accomodato su una delle sedie in ferro battuto all’esterno di un pub su Diagon Alley, quelle scarne parole che ora giacevano a decorare la pergamena, impresse come se fossero marchiate a fuoco, erano sgorgate istintivamente dalla sua piuma, senza riuscire a fermare la mano nello scriverle. Ma non aveva la piena convinzione del significato di quelle frasi, come invece accadeva qualche tempo prima.
Non era sicuro che quell’inchiostro elaborato finemente corrispondesse alla realtà.
Estremamente disonesto. Così si sentiva.
La consapevolezza che sette lunghi giorni erano nati ed appassiti, senza ricevere nulla era nata solo quella mattina, troppo preso come si sentiva dalla sua nuova compagnia.
Ogni espressione dalla sua dolce amica sconosciuta pensava davvero fosse intrisa di dolcezza; sentiva davvero la forza di andare avanti attraverso le parole di lei, ma quando la loro corrispondenza aveva avuto inizio, ancora non aveva appreso che nel suo mondo ci fosse una persona altrettanto dolce e capace di non giudicarlo, di non disprezzarlo a vista conoscendo oltretutto chi lui fosse veramente.
Ma voleva incontrarla, forse per sfatare il mito di cui l’aveva rivestita, perché probabilmente adesso esisteva una persona, di carne e sangue, che sentiva in grado di farlo cambiare.
Vide il volatile librarsi in aria, per poi sparire tra i tetti delle case della Londra Magica. Attese ancora qualche minuto prima di allontanarsi per andare a riprendere i due nani Weasley e riportarli dalla loro zietta adorata.












Un infinito grazie a chi è giunto fin qui ovviamente. Che ne pensate? Io non sono proprio convintissima di questo cap, ma comunque vado avanti.
Ci tengo a ringraziare infinitamente le persone che recensiscono sono mitiche.
Candy_Malfoy: Arthur e Laurentina sono i miei personalissimi cuccioletti dai capelli rossi^^ e anche Dracuccio ha apprezzato Shrek, si è dovuto ricredere sui gusti di Potter ovviamente^^ Un bacio immenso e garzie mille^^
miwind: l’hai letta tutta insieme? WOW mi sento lusingata se ti piace davvero così tanto^^ Eccolo di nuovo ‘l’amico’. Ha fatto la fine dell’uomo preso da una donna :P. Un bacione^^
mhcm,: io mi ci impegno nello scrivere, anche se poi non ne sono soddisfatta. Spero comunque continui a piacerti. Garzie mille^^
lunachan62: una famigliola? Beh l’idea era quella anche se poi mi è sembrata un po’ troppo banale^^” Grazie mille tesoro^^Un bacio immenso
gemellina: DRaco ha un concetto molto ampio dell’ospitalità. Beh che ci vuoi fare è sempre un Malfoy… I bimbi Weasley serviranno ancora credo^^ un bacione immenso e continua a scrivere le tue fic fantastiche^^
pai80: Arthur è un bambino davvero intelligente, e credo sia merito della continua frequentazione della Zietta Herm^^ e poi è un tipo temerario. Un bacione^^
white_tifa: In questo cap credo abbiano fatto un passo da gigante i due protagonisti, spero non sia stato deludente. Ed è bellissimo leggere le tue recensioni^^Grazie infinite
juju210: Draco ed Arthur sono ’amiconi’ ed in un certo senso mi sono divertita a scrivere quella parte. I bambini sono sempre la bocca della verità^^ Grazie mille
Lucy Light: grazie a te che continui a recensire sempre così costantemente Ti prometto che Blaise parlerà presto, anche se ora non c’è è un personaggio importante^^ Un bacio dolcezza e ancora grazie
sweet_puffola_pigmea: oddio! Davvero ti piace come scrivo?è davvero lusinghiera come cosa^^. Mi dispiace se passa tanto tempo tra un cap e l’alòtro ma sono costretta a postare dalla mia vicina di casa, perché da casa mia non funziona internet^^” e lei torna nel weekend. Un bacio immenso^^

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Capitolo 14
*** Zio Draco e... ***












Non poteva crederci. Assolutamente impossibile.
Sicuramente qualche mago sconosciuto ed estremamente potente le aveva giocato un brutto scherzo.
Hermione aveva la ferma convinzione che una persona, oltremodo subdola, l’avesse catapultata a sua insaputa in un universo parallelo. Altrimenti non poteva spiegarsi come Draco Lucius Malfoy le stesse usando così tante gentilezze.
Quella mattina per prima cosa, al suo risveglio, le aveva fatto trovare pronta la colazione, anzi, ad essere precisi le aveva portato la sua colazione preferita, appositamente acquistata presso la sua amata caffetteria e per di più babbana! Non riusciva proprio ad immaginare come un personaggio così abbietto, come credeva fosse Draco, un essere cosi poco propenso alle relazioni con i non-maghi, si fosse recato in un posto assolutamente privo di magia, esclusivamente per farla contenta.
E adesso che, passeggiando per le stradine di Londra, si dirigeva verso casa rimuginava sulle due plausibili, ma amare conclusioni: qualcuno, per quanto improbabile, le stava facendo vivere una vita non sua o Draco Malfoy aveva definitivamente perso il lume della ragione. Risoluzione questa più credibile, ma molto meno desiderata perché avrebbe significato il tornare ad odiarsi non appena lui fosse rinsavito.
Ed era arrivata a tormentarsi l’anima con queste assurde elucubrazioni, dopo essere passata per l’asilo dei fratellini Weasley ed aver appreso perplessa, da una maestra un po’ troppo elettrizzata, che il signor Malfoy personalmente, le aveva fatto visita nel pomeriggio per riprendere i bambini, desideroso e ben felice di poterli riaccompagnare a casa della loro zietta; oltre tutto la signorina Cindy, l’insegnante in questione, le aveva confidato in tono quasi cospiratorio, che un uomo così elegante, ben distinto ed educato era un peccato lasciarselo scappare, considerando anche la premura che aveva usato nei confronti di Laurentina e la felicità di Arty nel vedere il signor Malfoy e poi, con il patrimonio che possedeva l’avrebbe resa senza alcun dubbio, una moglie davvero felice.
“Ehm intende che dovrei sposarlo io? O è un suo desiderio, signorina Cindy?”aveva risposto Hermione tra una risatina e l’altra della maestra.
“Ma lei signorina Granger! Non mi dica che con l’intelligenza che si ritrova si stia lasciando sfuggire un partito così allettante! Ma ha visto che fisico che ha quell’uomo? E che portafoglio gonfio di galeoni deve avere!” rispose l’insegnante con sguardo sognante.
“Oh beh. Adesso è tutto chiaro” aveva troncato il discorso così, non potendo sopportare un secondo di più quelle frasi senza senso. Sicuramente la maestrina a suo tempo ad Hogwarts, aveva riempito le file esclusivamente composte da oche, del fan-club di Draco.
E poi anche quella frivola bionda doveva rendersi conto che Malfoy rappresentava un pericolo pubblico, soprattutto se Arthur gli si era affezionato con così poco tempo.
Era risaputo che Arthur non percepisse il senso del pericolo, e fosse una calamita umana per i guai, considerando che all’età di 3 anni in visita a nonna Molly, aveva ben pensato di gettarsi dal tetto della Tana stringendo un lenzuolo tra le mani a mo di paracadute, convinto di poter volare anche senza l’ausilio di una scopa; se Fred non avesse avuto i riflessi pronti, nel prenderlo prima che toccasse terra sarebbe stato davvero un problema e quello era stato uno degli episodi meno gravi: aveva quasi dato fuoco al dipartimento degli Auror, in un’occasione in cui Herry l’aveva voluto portare in ufficio con se; un mistero ancora adesso era come Arthur avesse privato Harry della bacchetta per compiere l’insano gesto.
E in quel momento Malfoy a confronto con il Salvatore del mondo magico, rappresentava a parere di Hermione un pericolo, non vedendolo come persona adatta ad occuparsi dei bambini, e la felicità di Arty ne era la conferma.
C’era da dire in oltre, che la lettera che il suo amato amico di carta ed inchiostro le aveva inviato in tarda mattinata, l’aveva scombussolata ancora di più. La felicità nel ricevere la missiva era stata ogni oltre previsione, ma la titubanza nel rispondere alla richiesta vergata su quella pergamena assumeva limiti esponenziali. Tutto diveniva più bello quando quelle lettere giungevano nelle sue mani, ma incontrarlo era tutta un’altra cosa. E se fosse stato diverso nella realtà? Non si era mai posta il problema di incontrarlo, o forse non lo aveva mai giudicato necessario, ma ora che quella richiesta aveva preso forma come rispondere? Mille dubbi l’assalivano anche su questo fronte, adesso però c’erano i bambini a cui pensare, anzi da salvare.
Magari più tardi, gli avrebbe risposto.
Con la paura di ritrovarsi la casa in fiamme, Hermione attraversò il cortile del palazzo in cui viveva.

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Era steso sul divano immerso nei suoi pensieri, con una mano si scompigliava distrattamente i serici ciuffi biondi. Un raggio di sole invadente gli rifletteva sugli occhi, donandogli quel colore azzurro quasi vitreo, ma Draco Malfoy non vi dava peso, immerso com'era nei suoi pensieri. Perchè diamine il sorriso di quella dannata Mezzosangue gli tornava sempre alla mente? La sua risata coinvolgente era musica per le sue orecchie, e poi i boccoli così perfetti che le ricadevano sulle spalle, i lineamenti così dolci...in sette anni in cui l'aveva avuta così costantemente sotto gli occhi non gli era mai apparsa tanto incantevole.
Troppo preso dall'insultarla non aveva mai fatto caso ai particolari. Eh, quelli si che contano quando vivi in bilico costante tra la vita e la morte. E poi c'era da dire che quando lo sguardo dai bagliori dorati si soffermava sul suo viso, mentre parlavano o semplicemente rimanevano immersi in un profondo silenzio, nei suoi occhi non percepiva mai l’aria di puro di disprezzo, con cui troppo spesso Draco si trovava a fare i conti non solo nell'alta società, ma anche quando semplicemente camminava per Diagon Alley per svolgere le sue commissioni: quello sguardo tipico di chi giudica le colpe del padre anche le colpe del figlio, lo sguardo riservato ad un Mangiamorte in libertà, lo perseguitava ogni istante. Diamine! Il medioevo aveva avuto fine da un pezzo, ma possibile che nella società magica gli uomini non cambino mai?
E c'era da dire che quella sera, attaccato da cinque loschi individui, non si era fatta scrupoli a soccorrerlo e ancor di più ad ospitarlo in casa sua, dove ancora adesso si trovava, anche quando non ce n'era più bisogno.
Il rossore sulle guance delle strega, quando la vedeva imbarazzata, lo mandava letteralmente al manicomio; voleva stringere ancora a se quel corpo caldo e fragile, che cosi naturalmente aveva consolato qualche sera prima. Non avrebbe mai immaginato che il suo cuore fosse ancora in grado di compiere evoluzioni e salti mortali come era invece accaduto.
Chi l’avrebbe mai immaginato: Draco Lucius Malfoy è ancora in grado di far battere il suo cuore!
Ma non poteva sbilanciarsi, l’orgoglio della Mezzosangue lo avrebbe sicuramente allontanato, e lui non voleva assolutamente abbandonare la compagnia di lei.
Tacere rimaneva l’unica soluzione possibile: il silenzio l’avrebbe preservato da un possibile rifiuto, e l’immagine che aveva assunto nel collettivo sarebbe rimasta quella dell’uomo freddo e senz’anima. Dopo aver tanto decantato la purezza del sangue non poteva desiderare una Mezzosangue; e poi infondo, in quei pochi giorni in cui si erano trovati così a stretto contatto, in cui l’aveva davvero conosciuta, gli era bastato respirare l’aria che la strega aveva respirato poco prima, per sentirsi bene.
Arthur disegnava assorto bivaccando sul tappeto, colori e fogli scarabocchiati sparsi ovunque. Non che si notasse visto il disordine già presente.
“Zio come si scrive il tuo nome?” chiese il bambino con la testa bassa ancora attento alla sua opera, ma riscuotendo Draco dallo stato di alienazione i cui era caduto.
“Ti ho già detto di non chiamarmi ‘zio’ nanetto? O non è chiaro il concetto?” il tono freddo e strascicato a sottolineare di non volere una parentela con la Donnola, anche se quel bambino infondo, molto in profondità, gli stava simpatico.
“E perché tu continui a chiamarmi nanetto? Non ti ho mica detto che mi piace!” Arthur alzo lo sguardo di un profondo azzurro fissandolo in quello cinereo del mago.
Sconvolgente quanto fosse serio il ragazzino in quel momento. Sta troppo a contatto con la Mezzosangue, pensò Draco osservandolo attentamente.
“Perché io sono un adulto” disse cercando di zittirlo
“Se va beh! Sembri più stupido di Trevor!”
Chi è Trevor?”
“Un bambino dell’asilo. Dice sempre di essere il più grande e fa il prepotente per prendersi l’altalena” continuò a disegnare con il pastello giallo “e io ieri gli ho dato un pugno!”
Mmh Coerente come frase, ma almeno non è rammollito come il padre
“E vorresti tirare un pugno anche a me visto che ti ricordo lui?” chiese Draco scoccando un’occhiata scettica al ragazzino
“No tu mi stai simpatico” rispose sorridendo gioviale “Allora come si scrive il tuo nome zio?”
“D R A C O” ci pensò un attimo e poi aggiunse perplesso “Ma perché? Sai scrivere?”
“Mi ha insegnato l’alfabeto zia Herm”
Si! Passa decisamente troppo tempo con la Mezzosangue Il bambino tracciò il nome del ragazzo impugnando un pastello nero, si alzò e porse il foglio disegnato nelle mani di Draco.
“Ti piace?” chiese giulivo il piccolo
“S-si è…bellissimo, e credo che anche ad Hermione piacerà tantissimo”
Aveva gli occhi spalancati dalla meraviglia ed una vampa calda gli partì dal centro del petto imporporando leggermente anche il viso - sensazione nuova e piacevole per Draco - ma non seppe mai se fu più grande, lo stupore nel vedere ritratti con mano infantile lui e la Mezzosangue nel tenersi per mano, con scritto sulle teste ZIO DRACO e ZIA HERM a lettere cubitali, o la sorpresa di aver chiamato per la prima volta Hermione con il nome di battesimo, senza epiteti scortesi a seguito. Il tempo di porsi domande non lo ebbe, perché Laurentina seduta sul divano accanto a lui, scoppiò in un fragoroso pianto schiacciandosi la manina paffuta tra le spoglie gengive.
L’unica cosa che venne in mente a Draco fu che la pozione per calmarla era terminata e lui non aveva la più pallida idea di come si chiamasse.
Cosa fare ora? Non che si sentisse un puericultore provetto, in grado di calmare la bambina.
Fratelli piccoli non ne aveva mai avuti, ne tanto meno nipoti con cui avrebbe potuto esercitarsi. Magari Narcissa poteva suggerirgli cosa usare come surrogato di quella stramaledetta pozione finita. Ma di certo non gli parve appropriato scomodare sua madre per soccorrere la figlia di Weasley, una delle famiglie anche se purosangue assolutamente aborrite da lei.
Ne si sarebbe mai sognato di cercare Ginny in fuga d’amore con il suo bel principe occhialuto; non che li odiasse ancora così tanto come un tempo, però sarebbe stato davvero umiliante chiedere aiuto allo Sfregiato e la sua dolce metà... ed Hermione...dio come suonava bene quel nome! Era certamente in onda alla radio, e non si sarebbe sicuramente potuta scomodare per venirgli in soccorso, o forse si? Beh meglio non disturbarla ugualmente. Il vero motivo è che ci teneva a non apparire uno stupido idiota sprovveduto ai suoi occhi. Chi poteva aiutarlo allora? Blaise!
“Ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima!” Arthur guardò Draco davvero male credendolo impazzito nel vederlo parlare da solo.
Blaise era assolutamente la persona più indicata al momento: non avrebbe fatto storie per essere stato scomodato, conosceva probabilmente la pozione in questione -Blaise conosceva ogni prodotto creato dalla sua fabbrica – e spesso si occupava della figlia di una delle sue numerose sorellastre. Oltretutto, voleva sapere come stava: rimaneva sempre il suo migliore amico, come un fratello e non si vedevano ne sentivano da una settimana!!
Senza esitare prese la Polvere Volante e la gettò nel camino, immergendo la testa nelle fiamme smeraldine.













Allora gentili e fantastiche lettrici, cosa ne pensate? Certo se state leggendo queste parole è sicuro che almeno fin qui ci siete, arrivate, spero indenni ^^
Arthur non è un piccolo genio! Ci tengo a precisarlo. Sa come si scrivono le lettere e le mette insieme, ma non saprebbe mai scrivere un poema^^
Per chi me l’ha chiesto precedentemente, il nome Laurentina è si del personaggio di “Principessa Laurentina”, un libro della scrittrice che semplicemente adoro perché è grazie ai suoi libri che amo leggere e scrivere e poi, sicuramente mi giudicherete pazza, ma a me piace come nome ^^” Hem..
Ho una comunicazione di servizio da fare: ad un certo ho intenzione di inserire un cross-over nella storia, non è importante ai fini della trama, ma se giudicate giusto inserirlo nelle avvertenze fatemelo sapere.
E comunque VI ADORO!!!

Giorgia: grazie mille a te per i complimenti, io non credevo che questa storia potesse davvero piacere, ed è per questo che spero sempre di non deludere chi legge…grazie mille ancora^^

lunachan62: già già si avvicinano sempre di più è ho una dolce sorpresa per il prossimo cap, che ovviamente non anticipo perché altrimenti che gusto ci sarebbe? Grazie mille infinitamente^^

white_tifa: come potrei non adorare le tue recensioni se sono sempre così stupende? Certo avvolte credo sei troppo buona nei miei confronti, e mi fai gasare troppo :p Vai a Londra per caso? Non spoilerare sul settimo libro per favore, che io non so quando riuscirò a reperirne una copia. Buon viaggio^^e grazie infinite ancora^^

mhcm: quando lo scopriranno? Mai! No dai scherzo^^ sinceramente ho una mezza idea di come e quando ma la devo mettere su carta. Grazie mille e un bacione^^

Lucy Light: ok non solo sei mitica nelle recensioni ma sei anche un angelo nel consigliare la storia…Ma ti piace davvero questa storia? Wow, comunque fai benissimo a rompere, io sono davvero un disastro in grammatica, ma per fortuna che ci sei tu^^ grazie millissime^^

Miwind: insomma devo farti una statua d’oro…bene, i miei risparmi saranno ben spesi. Grazie mille se stata semplicemente mitica, spero di non deluderti con questo cap^^ Un bacio ed un abbraccio infinito

gemellina: purtroppo si, e non potevo di certo farli baciare così senza un movente :P Draco è un gentiluomo e lo sarà sempre stronzo o non stronzo. Un bacio gigante^^

sweet_puffola_pigmea: mi stò preparando al linciaggio… penso ci vorrà ancora qualche cap perché si incontrino(sto svicolando apertamente -_-) ma spero che questo capitolo ti sia piaciuto lo stesso^^grazie mille

juju210: non sono mai convinta di quello che scrivo, nemmeno di questo cap a dirla tutta. È ovvio che si incontreranno, altrimenti starei scrivendo per niente…grazie infinite un bacio Sin^^

Come sempre SIETE MITICHE^^

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Capitolo 15
*** Indecisioni e gelosia... ***












Nel suo splendido salotto, Blaise Zabini, misurava con passo nervoso l'ampiezza della stanza. La sua immagine impeccabile si specchiava nel vetro opaco delle grandi porte-finestre, con i capelli corvini e lisci ad incorniciargli il volto e gli occhi blu cobalto ed il corpo slanciato fasciato da un elegante abito di seta grigio. Amava viziarsi ogni tanto con quegli abiti costosi, ma in quel momento avrebbe donato tutta la sua preziosissima collezione di abiti Armani (noto stilista babbano molto apprezzato anche dalla comunità magica), per sapere dove fosse finito quello sciagurato perdi giorno, non che suo migliore amico, che rispondeva al nome di Draco Malfoy. L'ansia provata ogni volta che spariva il perfido biondastro, era inimmaginabile per qualsiasi essere vivente. Gli voleva davvero bene, e se lo ripetevano all'infinito che erano come fratelli e dovevano aiutarsi e restare uniti, ma più lui cercava di riabilitarlo agli occhi della società magica, più Draco tendeva a rovinarsi babbanamente ubriacandosi e finendo in risse non magiche che spesso causavano più danni di uno schiantesimo. La magia può far male, ma un pugno ben assestato avvolte può fare molto di più.

Magari l’ha rapito qualche babbano per asportargli un rene, lui è morto e io non lo saprò mai.*

Continuava a tormentarsi il nodo della cravatta, decisamente troppo stretta in quel momento di panico. Draco rappresentava sempre il proprietario di una multinazionale di pozioni e il presidente di una società come la sua magica o babbana che sia, non dovrebbe sparire così da un momento all'altro diventando irrintracciabile.
Cosi concentrato nelle sue frustrazioni non si rese conto che il bel fuoco scoppiettante, acceso nel camino con basamento risalente all'antica Roma, da quel bel rosso acceso che era si stava tramutando in guizzanti fiamme verde scuro.
"Ehi Bla, la mia assenza ti sta rovinando di stile, quella cravatta fucsia sbatte troppo con il grigio perla"
Sentendo la voce della persona per cui così tanto si stava angustiando in quel momento, Blaise Zabini per poco non mancò di avere un attacco di cuore. Si voltò correndo verso la testa del suo migliore amico, in quel momento magicamente sospesa a mezz'aria tra le fiamme, e ad un passo da lui urlo con voce acuta.
“Oh Draco sei vivo!!!” la voce tremava, quasi rasentando il pianto “che fine hai fatto?Mi stavi facendo morire!!Lo sai che la mia salute ne risente"
"Non fare la checca isterica. Non è poi così grave, sono integro e sto bene" il ghigno tipico stampato in volto a dimostrare che diceva il vero "Mi serve il nome di un antidolorifico per bambini prodotto da noi"
"Beh c’è Nocolic, Bimboinforma, il Babydent…" rispose con tutta la naturalezza del mondo, non rendendosi conto di cosa stesse parlando realmente. Ci volle qualche istante perchè la sua testa registrasse correttamente ciò che l’amico gli aveva chiesto, ed infine esplose.
"COSA??tu sparisci per una settimana, non si sa dove e con chi sei stato, mi fai preoccupare da matti, mentre io sono costretto a non farti saltare gli affari in azienda, e tutto quello che sai chiedermi dopo una settimana è quali pozioni produciamo?! Per un bambino poi. Ma stai bene Dra?no guarda perchè il mio analista è sempre pronto a darti una mano."
Il ghigno beffardo sul volto del biondo si increspo ancora di più: si stava divertendo troppo nel veder uno dei finti attacchi di panico del suo migliore amico, ormai ci era abituato e sapeva che Blaise lo faceva solo per dimostragli il suo affetto fraterno, quindi non c'era motivo di preoccuparsi e poi fino a che la Mezzosangue non lo avesse cacciato chi era lui per levare le tende dalla dimora della sua salvatrice?
" Si beh, era giusto una domanda, comunque me ne manderesti una fornitura a casa della Granger.” Osservò lo sguardo dubbioso impresso sul volto abbronzato del suo migliore amico “E' una storia lunga e a dovertela raccontare così mi si atrofizzerebbero le ginocchia.” Fece per andarsene ma poi continuò “Ci sentiamo Bla, ora sei contento? sai dove trovarmi!"il tono duro ed il viso marmoreo in posa inespressiva.
Non voleva sembrare duro agli occhi del suo migliore amico, ma non ci era proprio abituato a fare la persona gentile. E poi non poteva sentirsi in colpa per tanto poco!
“Oh si, ora è tutto chiaro” rispose sarcastico l’altro.
"Stò facendo riabilitazione” sospirò platealmente “come la chiameresti tu!" e detto questo voltò le spalle e ritrasse la testa dalle fiamme.
Riabilitazione? Aveva sentito bene? Un sorriso quasi di compiacimento apparve sul bel volto curato del moro. Finalmente Malfoy aveva deciso di seguire i suoi consigli; le sue incessanti lamentele per convincerlo a cambiare idea sul come relazionarsi, finalmente stavano dando i tanto agonisti frutti! Certo mai si sarebbe aspettato da uno come lui, anzi no, proprio da lui che abbandonasse quell'aria strafottente e quei modi altezzosi con una Mezzosangue. LA Mezzosangue, che per quasi sette anni aveva umiliato e disprezzato senza posa. Forse stava davvero cambiando. E poi Hermione era semplicemente adorabile, per come Blaise nell'ultimo anno l'aveva conosciuta. Quell'aria altezzosa assunta tra le mura di Hogwarts, con la divisa verde argento, che aveva anche lui a suo tempo, l' aveva abbandonata ormai nei confronti di tutti. Il Signore Oscuro era morto da qualche anno, e quel regime di terrore era crollato così velocemente come si era istaurato; e poi lui, per quanto la madre avesse sempre tentato di fargli il lavaggio del cervello, non sarebbe mai diventato un Mangiamorte, ne tanto meno aveva mai avuto l'intenzione di far prevalere la sua superiorità di sangue su chiunque. Chi era lui per offendere e sbeffeggiare i mezzosangue ed i babbani? Hermione per esempio, era la prova vivente che i maghi nati gabbani, spesso si dimostrano più capaci dei maghi dal sangue puro: ai tempi della scuola risultava la miglior strega della sua età, e continuava ad esserlo anche ora. Probabilmente fu questo il motivo per cui, quando lei per la prima volta, lo aveva invitato per una delle sue interviste radiofoniche dipingendolo come uno dei più grandi esponenti legali del mondo magico, di certo non lo avrebbe mai ammesso, ma si era sentito oltremodo onorato e aveva cominciato a vedere la giovane strega dai boccoli color cioccolato e la voce dai toni caldi e suadenti, sotto una prospettiva diversa. Argomentava i suoi discorsi in modo divino, e aveva dei modi così gentili e pacati, che se fosse stata un uomo le avrebbe chiesto di sposarlo.
Con l’animo più leggero indosso la sua preziosissima giacca di cammello e si smaterializzo verso la Malfoy Corporation. La curiosità di scoprire cosa il suo migliore amico stesse combinando l’aveva assalito così tanto dopo quella breve apparizione, che non trovò modo migliore di indagare se non recapitare lui personalmente ciò che Draco gli aveva chiesto.

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Hermione salì le ripide scale della palazzina con ansia febbrile mentre dalle cuffiette nelle orecchie si espandeva una musica dai toni dolci, in netto contrasto con il suo umore nero. Rimanere nel dubbio e non sapere cosa fare la rendeva oltremodo frustrata.
La consapevolezza di quell’invito le pesava sulla testa come una spada di Damocle. Oh certo. Voleva dare un volto al ragazzo delle lettere, ma se fosse rimasta delusa dalla persona che si sarebbe potuta trovare davanti? L’espressione abbattuta con cui mise piede in casa si tramuto in una maschera di puro stupore quando lo sguardo dai riflessi dorati si posò sulla scena che si animava in salotto.
Vedere Laurentina ridere felice, mentre sorretta da Draco muoveva i suoi primi passetti goffi cercando di acchiappare con la mano paffuta la coda di Grattastinchi ed oltre tutto in ottima salute fu un duro colpo, e lo fu ancor di più vedere esultare Arthur mentre il suo Re picchiava ferocemente il Cavallo di Blaise.
Le chiavi di casa le scivolarono dalle mani, troppo stupita ed interdetta dalla presenza del moro e il vedere sua casa dolce casa ancora intatta e senza la presenza di fumo o cenere sospetta. Che Arthur fosse rimasto tranquillo senza causare nessun danno sembrava una cosa impossibile, eppure nulla lasciava intendere il contrario. Decisamente qualcuno le aveva giocato un brutto scherzo.
Il suono argenteo che produssero le chiavi picchiando sul pavimento, attirarono l’attenzione dei due adulti e del piccolo Weasley che corse gioviale tra le braccia di Hermione, immobile e con la bocca spalancata.
“Ehi Mezzosangue, hai intenzione di cenare con le mosche questa sera?” la voce del biondo giunse alle orecchie della strega, strascicata e derisoria come sempre.
“Ehi Herm, come stai?” sorrise Blaise appena ripresosi dalla dura sconfitta subita dal ragazzino “Questo marmocchio è un mostro a scacchi magici!”
Nel sentire le parole pronunciate dal mago una risata cristallina scaturì dalle morbide labbra.
“Cosa pretendi dal figlio del vincitore del torneo di Scacchi Magici scolastico?” prendendo Arthur tra le braccia si avvicinò a Blaise per salutarlo.
“Gia, mi dimentico sempre questo particolare” si giustificò divertito il moro.
“Ma come mai sei qua? E’ da tanto che volevo invitarti in casa mia, e tu ti presenti quando io non ci sono?” scherzò Hermione sorridendo
Inspiegabilmente un mostro feroce ruggì nello stomaco di Draco alla vista della Mezzosangue baciare sulle guance d’ebano il suo migliore amico, e ancor di più quando lui ricambiando iniziando con modi amabili un fitto scambio di battute scherzose con la ragazza.
Il sangue gli ribolliva nelle vene e per quanto forte scorreva, il rumore prodotto gli impedì di sentire cosa i due si dicessero. Ma non era di certo il cosa si dicessero ma come. La naturalezza nel rispondersi, gli sguardi di pura complicità scambiati, accecarono il bel biondino dalla rabbia, che senza rendersene conto strinse i polsi di Laurentina un po’ troppo forte facendola gemere di dolore.
I due giovani si voltarono nella sua direzione entrambi con sguardo perplesso.
“Da quand’è che vi frequentate?” le parole fuoriuscirono quasi come un ringhio, accompagnate dallo sguardo inquisitorio e fiammeggiante.
“Ci frequentiamo?” chiese Hermione “Se intendi l’incontrarci ogni tanto per un caffè e le interviste in radio, ci frequentiamo da un anno quasi” lo sguardo dorato assunse un aria di sfida curiosa di sapere dove volesse andare a parare. “Non te l’ho mai detto Dra?” aggiunse Blaise confuso.
“No, non me lo hai mai detto” la voce sempre più dura, mentre sollevava la bambina da terra accomodandola sul divano.
“Mi sarà sfuggito di mente”disse divertito a mo di scusa.
Quei due gozzovigliavano insieme da quasi un anno e lui non ne sapeva nulla?!Come aveva potuto Blaise nascondergli una concetto così importante? Ma soprattutto, perché si sentiva così infastidito, così…geloso nei confronti di Hermione? I toni usati con la ragazza si erano placati certamente rispetto agli anni accademici, ma lui non aveva mai sentito quella complicità, non aveva mai intravisto negli occhini lei l’intimità che percepiva adesso tra i due.
Con le braccia conserte e passi cadenzati voltò le spalle a entrambi chiedendosi in bagno sbattendo valentemente la porta dietro di lui.
“Ma cosa gli ha preso?” chiese contrariata Hermione.
“Oh niente” Blaise sorrise sornione “Avrà le sue paturnie”
Non aveva mai visto il suo migliore amico infervorarsi per così poco, infondo quello che legava lui ad Hermione era solo una splendida amicizia, e non poteva essere altro visti i suoi gusti sessuali. Non era affatto infastidito dalla gelosia che notava negli occhi di Draco anzi, la cosa lo rendeva oltremodo felice perché poteva avere un solo e semplice significato: a Malfoy la Mezzosangue piaceva, e non come potevano interessargli le sue innumerevoli ‘scaldaletto’.
Hermione rimase imbambolata ad osservare la porta lignea, chiusa ermeticamente, ancora intenta a chiedersi il perché di quel cambio così improvviso d’umore.
“Herm, senti io avrei alcune cose da fare” la guardò affranto “Quello stupido di Draco ha indetto un ballo in casa sua per la sera di Natale, mancano solo due settimane e ovviamente lui non se ne occupa minimamente” Hermione sorrise comprensiva.
“Vai a fare il lavoro sporco per Malferret tranquillo!”
Blaise sorrise a sua volta schioccando un grosso bacio su una guancia lattea della ragazza. Il suono di quel bacio oltrepasso impertinente la barriera, rappresentata dalla porta verdina del bagno, che Draco aveva eretto per isolarsi, attorcigliandogli le budella maggiormente. Picchiò un pugno contro la parete trattenendo il gemito di dolore che seguì il gesto.
“Zietta perché zio Draco si è offeso?” chiese innocentemente Arthur.
“Zio Draco? Da quando quell’essere scorbutico si fa chiamare così?” chiese stralunata lei.
“Ma lui mi chiama nano!” rispose piccato il bambino.
Hermione sorrise senza rispondere e con un gesto della bacchetta tentò invano di ordinare la stanza.
Zio Draco, chi sa cosa avrebbero detto i suoi amici Purosangue sentendolo chiamare così.
All’incirca una mezz’ora dopo il biondo era ancora chiuso in bagno con i suoi pensieri, mentre nel salotto di casa Granger faceva il suo ingresso la bambolona bionda rispondente al nome di Lavanda Brown.
Lavanda riprese i bambini dopo aver rimbambito Hermione con il dettagliato racconto delle grandi gesta di Ron, e mentre la giovane mamma abbandonava la stanza via camino, la strega rimasta sola mosse timidi passi verso il nascondiglio della Serpe, indecisa se bussare o meno.














* citazione dovuta: Blaise non è pazzo, io penserei davvero una cosa del genere ^^”

Ho scritto davvero il tutto molto di corsa e non ho la più pallida idea se quello che volevo esprimere sia chiaro, sicuramente sarà pieno di errori, comunque se siete arrivati a leggere queste parole sicuramente avete letto tutto e vi ringrazio infinitamente. Anche ora sono di corsa ma a tutte le persone che hanno recensito il precedente capitolo: Lucy Light, giorgia, frafave, juju210, susi, lunachan62, gemellina, vi ringrazio davvero con il cuore in mano, SIETE MITICHE è un delicato eufemismo, perchè siete molto di più. Mi riempite l’anima di gioia GRAZIE^^

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Capitolo 16
*** Un bacio ed un pugno... ***












Draco Malfoy si nascondeva dietro la porta del bagno da almeno venti minuti.
Se la situazione creatasi in casa Granger fosse stata per così dire normale, la padrona di casa avrebbe potuto pensare che l’isolamento in un luogo così intimo fosse dovuto ad un passeggero malore del giovane mago, ma l’espressione furente e la minaccia di crollo della porta chiusa con malagrazia risultavano un chiaro segno che qualcosa di non ben definito aveva turbato l’animo del ragazzo.
Hermione finalmente sola, dall’alto della sua ignoranza sul motivo di turbamento del malefico biondo, osservava circospetta la porta incriminata, indecisa su quale fosse il modo migliore di agire.
Per uno strano scherzo del destino, le parole pronunciate poco prima di sparire da Lavanda, le continuavano a frullare per la testa impertinenti.

“Beh cara, ti ringrazio per aver guardato i bambini, ma sei sempre chiusa in casa! Sarebbe ora che uscissi a divertirti! Non dico di fare chi sa cosa, ma quel bel giovane che ospiti potrebbe essere un ottimo cavaliere per una cena galante”

Si le aveva detto proprio così. Impunemente, e con la sua solita aria volitiva Lavanda aveva suggerito ad Hermione di uscire a cena fuori con il perfido biondastro, ormai palesemente in villeggiatura dentro casa sua, e purtroppo a detta di Hermione stessa, l’idea la ispirava particolarmente.
Probabilmente erano mesi che non si permetteva un’uscita con un ragazzo, più precisamente dalla rottura con Vicktor, e se si fossero escluse dal conteggio le passeggiate dopo cena con Ginny ed Harry, nei momenti in cui i due non si concedevano esclusivamente a loro stessi, si poteva dire senza ombra di dubbio che la strega in questione si barricava fermamente in casa, consentendosi esclusivamente il lusso di una passeggiata solitaria o al massimo in compagnia del suo felino, nel tragitto compreso dalla sua dimora allo studio radiofonico in cui lavorava.
Voleva svagarsi. Con Malfoy. E non si può certo dire che non fosse estremamente turbata, perché tante volte aveva rifiutato gli insistenti inviti di Chris il suo collega, sempre gentile ad affabile, mentre ora non si stava facendo scrupoli nell’invitare lei stessa Draco, il ragazzo che per buona parte della sua vita l’aveva insultata e denigrata come se fosse la feccia dell’umanità. Che cosa le stava accadendo? Sinceramente non aveva voglia di pensarci.
Raccolse quel tanto decantato coraggio Grifondoro, che in quel momento molto probabilmente aveva deciso di abbandonarla, e picchiò forte il pugno contro il legno della porta, posando l’orecchio sulla superficie lignea per carpire eventuali rumori.
Nessuna risposta.
“Malfoy ci sei ancora?” chiese titubante.
Ancora nessun suono ad indicare la presenza dell’uomo.
“Ehm Draco…potresti uscire?” Diamine lo aveva chiamato per nome!
Il flebile click della serratura annunciò l’uscita trionfale dell’ultimo discendente della famiglia Malfoy.
Draco non era stato rapito dallo sciacquone del water, espediente erroneamente pensato dalla strega, come giustamente dimostrò lui stesso aprendo con espressione impassibile l’anta e trovandosi a pochi centimetri dal viso di lei. Lo stupore beffardo spuntò sul viso di Hermione imporporandole le gote, mentre lo sguardo del biondo divenne se possibile ancora più duro, perché accecato dalla gelosia aveva scambiato quel rossore di timidezza per una prova di colpevolezza, ma di certo no gli si poteva togliere il merito di riuscire a nascondere bene l’euforia provata, nel sentire il suo nome pronunciato da quelle labbra velate come petali di rose.
“Cosa vuoi Mezzosangue? Il tuo amichetto Blaise ti ha abbandonato?” sputò fuori duro.
L’orgoglio di Hermione fino a quel momento scomparso, tornò furente alla carica trasformandole l’espressione timida in una maschera di pura determinazione.
“Ma si può sapere che problemi hai?” replicò lei furiosa.
“Perché non lo chiedi al tuo amico?” calcò il tono sull’ultima parola quasi ringhiata.
“Fino a prova contraria è anche il tuo migliore amico!” inveì lei.
“Lascia fuori questa storia Mezzosangue! E comunque sembravate così intimi” continuò lui con lo stesso tono simile ad un ringhio.
“Intimi un corno Malfoy!” strillò più forte Hermione “Se tu fossi più civile e seppellissi sotto metri di cemento i tuoi stupidi pregiudizi purosangue, riusciresti ad avere rapporti d’amicizia normali, come me e Blaise”
Le parole di Hermione furono come uno schiaffo in pieno viso per l’orgoglio di Draco, che nulla lasciò trasparire dall’espressione marmorea rifugiandosi nel più assoluto silenzio, incapace di rispondere ad un’affermazione così maledettamente vera. Quel silenzio inaspettato però fu interpretato da Hermione come ulteriore conferma dell’inciviltà di Malfoy che fu guardato con pura rabbia dagli occhi screziati d’oro della strega.
Strappandosi il soprabito con rabbia, Hermione si diresse a grandi falcate verso la sua camera inveendo contro il ragazzo.
“Ma che cosa mi è slatto in mente?!” disse più a se stessa “volevo invitarti a cena fuori!” guardò il proprio gatto accoccolato sul bordo del letto ignaro della tempesta ormonale in corso “Ci pensi Grattastinci?Mi sarei solo avvelenata la serata!”
Draco afflitto dalla consapevolezza di essere un incivile, non registrò immediatamente l’affermazione rivolta implicitamente a lui, ma si riscosse prontamente raggiungendo la ragazza, rispondendole affannato sporto per metà sull’ingresso della camera da letto.
“Per me va bene” il tono ansioso per la paura d’aver perso un’occasione irripetibile.
“Come scusa?” rispose lei imbronciata.
Un broncio delizioso a detta di Draco.
“Per me va bene, andare a cena fuori intendo” lo disse sorridendo, appena un accenno, ma era un vero sorriso quello che si stava formando sulle labbra del ragazzo.
Di nuovo quel rossore timido e traditore ad imporporarla, mentre sedeva sul proprio letto mezza svestita.
“Ti va il cinese?” disse titubante lei non avendo niente di meglio in mente.
“Si ma il locale lo scelgo io!” sorrise più convinto e malizioso aggiunse “A proposito, carino quel reggiseno di pizzo nero!”
Chiuse la porta appena in tempo per parare un cuscino volante, indirizzato sul suo bel faccino scanzonato, partito prontamente dalle mani della bella strega come chiara risposta di dissenso all’affermazione del biondo. Draco si sentiva euforico all’idea di una cena in compagnia della Mezzosangue, e la cosa buffa fu che non sapeva nemmeno spiegarsi perché l’idea di una banalissima cena lo facesse sentire così…felice forse?
Al di là della porta invece, l’ancora frastornata Hermione al pensiero del invito accettato valutò seriamente l’idea che forse stava impazzendo del tutto.

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L’aria era stranamente mitigata, a parere di Hermione, per essere quasi a metà Dicembre. Un venticello leggero soffiava scompigliando i boccoli castani della strega, che rideva spensierata passeggiando al fianco di Draco Malfoy. Sicuramente la manutenzione magica aveva operato un qualche incantesimo per riscaldare l’aria di Diagon Alley, o era la così stretta vicinanza con il mago biondo che l’accaldava? Di certo non si sarebbe mai aspettata serata più meravigliosa di quella.
Draco l’aveva accompagnata in un piccolo e delizioso ristorante giapponese nel quartiere nipponico della Londra Magica. La cena a base di sushi e sashimi fu un vero incanto; Hermione mon avrebbe mai creduto che il pesce crudo e condito come solo i veri giapponesi sanno fare, fosse così squisito. Avevano parlato per tutta la durata del pasto, in un modo diverso, più complice, come mai avevano fatto in vita loro, nemmeno nella loro vicinanza forzata in casa di Hermione. La raffica di domande, di racconti e di risposte espressi in modo semplice e spontaneo sembrava quasi il modo naturale, di conoscere un estraneo al primo appuntamento.
Dopo una tazza di teh presa nel locale affianco a quello in cui avevano mangiato, anche se la cena risultava particolarmente leggera, si concedettero una passeggiata, una di quelle che la strega amava tanto fare, lungo le strada principale di Diagon Alley, che in modo spropositato stava utilizzando l’espediente babbano, per ricolmare le casse dei negozi, allungando l’orario di chiusura verso la mezzanotte e riempiendo strade e negozi di eccessivi addobbi colorati. Certo Hermione non tollerava molto lo sfruttamento aggiunto che i poveri elfi, affaccendati tra gli scaffali delle botteghe dovevano subire costantemente, ma per quella sera voleva esclusivamente godersi le luci colorate i festoni e il ciarlare dei clienti che entravano ed uscivano dalle porte con allegri scampanellii.
Con innata naturalezza la strega insinuò la candida mano nell’incavo del gomito piegato di Draco, mentre decantava le grandi doti del suo gatto, discorso strampalato quello, che fece pensare al bel biondo che forse la ragazza aveva bevuto un po’ troppo sakè durante la cena.
“Ho una cosa per te” disse infilando la mano nella tasca posteriore degli eleganti pantaloni neri.
“Che cosa caro?” chiese lei guardandolo con la vista leggermente annebbiata.
Per tutta risposta Draco portò davanti al naso di Hermione due biglietti.
“No non ci credo?”
Le passa velocemente la sbornia, pensò lui squadrando Hermione strappargli di mano i due pezzi di carta ed osservarli in religiosa contemplazione.
“Ma sono due ingressi speciali per i palchi esclusivi a teatro “disse lei incredula.
“Per Romeo e Giulietta ad essere precisi” l’osservò attento “domani sera.”
“E tu li vuoi dare a me?” ancora più incredula osservò Draco circospetta. Non poteva essere vero. Lei adorava Shakespeare ed in particolare quel dramma.
“In un certo senso…” stava dicendo lui, ma non potè mai finire la frase perché un uomo barbuto e dal naso schiacciato si sovrappose alle sue parole.
“Bambolina mia, mi sei mancata!” esordì il nuovo venuto.
Un uomo alto, dalla corporatura prestante e un folta capigliatura color pece, travolse letteralmente la povera Hermione in un abbraccio appassionato.
Draco osservò attonito la scena, preso alla sprovvista com’era, ma non gli sfuggì il ringhio di collera prodotto dalla strega, qualche secondo dopo quell’assalto.
“Lasciami immediatamente, brutto cafone che non sei altro!” urlò Hermione all’uomo, cercando con tutte le sue forze di districarsi il più velocemente possibile, da quella stretta indesiderata.
“Ma tesoro” esordì affranto l’altro in un inglese dal forte accento russo “pensavo di mancarti molto, sono tornato qui per te”
“Non me ne frega un bel niente se sei qui per me, cretino!” disse puntando la bacchetta al petto dell’uomo.
“Hermione, amore mio…” l’espressione da cane bastonato che fece, contribuì ad imbestialire maggiormente la strega.
“Vicktor vai a quel paese, sono stata chiarissima l’ultima volta!” gli occhi di Hermione fiammeggiavano d’ira “io e te abbiamo chiuso! E’ chiaro il concetto?”
“Ma io pensavo..”
“C’è qualche problema?” lo interruppe Draco con espressione dura in volto. Quello era il bastardo che aveva fatto soffrire tremendamente la sua Mezzosangue. Da quando era sua? Non ebbe il tempo di porsi domande perché Victor gli si parò davanti con il chiaro intento di arrivare alle mani, se non si fosse messo da parte.
“Chi saresti tu? Damerino da strapazzo” asserì duro l’altro.
Damerino? Offendeva la sua mobilissima persona? Doveva pagarla e cara.
“Non ti deve interessare chi sono io, ma Hermione le ha chiesto di andarsene ed è quello che deve fare” il tono piatto ma duro allo stesso tempo “Immediatamente” aggiunse in risposta allo sguardo dubbioso che Vicktor rivolse alla strega.
“Questo discorso è tra me e la mia ragazza” rispose il bulgaro.
“La tua ragazza? Ma ti sei bevuto il cervello?” sbraitò contrariata Hermione mentre la tensione tra i due saliva inesorabilmente.
“Perché cucciola, pensavi che ti avessi abbandonato?”
Draco a quelle parole non vide più nulla, ricordò solo il corpo caldo e scosso dal pianto della strega, che aveva stretto tra le sue braccia dopo il racconto delle prodezze da don Giovanni, di quell’energumeno senza materia grigia in testa.
La mano elegante e diafana si chiuse a pugno e partì carica di rabbia e rancore a velocità sorprendente, verso il mento barbuto del bulgaro, che preso alla sprovvista non riuscì a schivare il colpo infertogli da Draco, cadendo a terra semisvenuto.
Hermione guardò allibita la scena prima di sentirsi stringere dall’abbraccio di Draco e trovarsi smaterializzata davanti la porta d’ingresso di casa sua. Per quanto Draco fosse anche lui prestante ed agile, una volta ripresosi, Vicktor gli avrebbe risposto per le rime e lui non aveva voglia di rovinarsi il suo bel faccino.
Draco sorrise della faccia stupita che ricevette dalla strega, passandosi distrattamente la mano incriminata tra i morbidi crini biondi.
“Non avevo voglia di discutere, e un bel pugno se lo meritava” si toccò il mento pensoso “E’ meglio che rimanga da solo non trovi?”
“In effetti” sorrise a sua volta Hermione “Grazie di cuore, io non sarei mai riuscita a farlo svenire così!” rise di gusto seguita mentre Draco assumeva un’espressione seria.
“Dimmi solo che verrai con me domani” era una nota di speranza quella che si percepiva dalla sua voce?
Hermione mosse qualche passo verso di lui alzandosi sulle punte dei piedi a qualche centimetro dal suo corpo.
“Con molto piacere” disse sorridendo prima di sfiorare con le sue labbra quelle morbide e rosate del ragazzo. Non era una cosa voluta, aveva solo sbagliato mira nel cercare di baciargli una guancia, ma entrò in casa e si chiuse velocemente la porta alle spalle lasciando Draco basito.
Non voleva sapere cosa quel ragazzo stesse pensando di quel bacio rubato.














Come sempre vado di corsa, più che altro per il precario collegamento ad internet e poi perchè stò cercando di scrivere qualcosa di decente per il concorso di EFP che scade a fine luglio. Abbiate pietà di me! Spero che per quanto a me non piaccia questo cap almeno vi abbia fatto sorridere e soprattutto che non ci siano troppi orrori di ortografia ^^".
Adoro le ragazze che recensiscono, sono fantastiche e sempre troppo buone. Un grazie speciale a: lunachan62, piperina, gemellina, Kadma32, frafave, Lucy Light, aiag siete a dir poco fantastiche e quasi mi commuovo quando leggo le vostre recensioni^^ GRAZIE INFINITE a tutte

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