Il cuore fra le nuvole e il sole

di PULLA68
(/viewuser.php?uid=133027)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Prologo de Il cuore fra le nuvole e il sole ***
Capitolo 3: *** Una guardia indecisa ***
Capitolo 4: *** Le nuvole si addensano ***
Capitolo 5: *** Il morso di Rebecca ***
Capitolo 6: *** Il legame spezzato ***
Capitolo 7: *** Il mio amico lupo ***
Capitolo 8: *** Addio Nessi ***
Capitolo 9: *** Una festa pericolosa ***
Capitolo 10: *** Il gran giorno ***
Capitolo 11: *** E' giunta l'ora ***
Capitolo 12: *** Adii ***
Capitolo 13: *** Un capitano delle guardie ***
Capitolo 14: *** Incontri ***
Capitolo 15: *** Un potere imbarazzante ***
Capitolo 16: *** Iniziano i problemi ***
Capitolo 17: *** Malik ***
Capitolo 18: *** L'istinto del vampiro ***
Capitolo 19: *** Chiarimenti ***
Capitolo 20: *** In cerca di risposte ***
Capitolo 21: *** Si avvicina la tempesta ***
Capitolo 22: *** La voglia di lottare ***
Capitolo 23: *** Un destino inevitabile ***
Capitolo 24: *** L'ultimo atto ***
Capitolo 25: *** La decisione di Edward ***
Capitolo 26: *** La goccia che fa traboccare il vaso ***
Capitolo 27: *** La fine di Volterra ***
Capitolo 28: *** Una nuova speranza?? ***
Capitolo 29: *** Decisioni e strategie ***
Capitolo 30: *** Le decisioni di Bella ***
Capitolo 31: *** L'inizio della fine ***
Capitolo 32: *** La Battaglia ***
Capitolo 33: *** La resa dei conti ***
Capitolo 34: *** La saggezza di Carlisle ***
Capitolo 35: *** Il sole e la luna ***
Capitolo 36: *** Un altro addio ***
Capitolo 37: *** Ritorno a Volterra ***
Capitolo 38: *** La richiesta di Marcus ***
Capitolo 39: *** Una decisione difficile ***
Capitolo 40: *** Edward Cullen Capitano di Volterra ***
Capitolo 41: *** Il luogo segreto ***
Capitolo 42: *** Una notizia inaspettata ***
Capitolo 43: *** Un nuovo giuramento d'amore ***
Capitolo 44: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 45: *** Una nuova famiglia ***
Capitolo 46: *** Epilogo del cuore ***
Capitolo 47: *** Backstage - il cuore fra le nuvole e il sole ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


IL CUORE FRA LE NUVOLE E IL SOLE



CI SIAMO !!!!!!


Finalmente dopo una lunga attesa ecco a voi la terza e ultima parte della Trilogia delle Nuvole.


Dopo

Il Sole dietro le Nuvole” e “Le Nuvole di Volterra

arriva la FF conclusiva, l'ultimo atto della mia storia che come al solito è già finita e pronta...

Il Cuore fra le Nuvole e il Sole ”.




Per chi non avesse letto le precedenti FF temo sarà arduo riuscire a capire cosa stia succedendo ed apprezzare il percorso evolutivo dei personaggi e di quello che li circonda, malgrado il prologo sia un breve riassunto della situazione.

Vi invito pertanto a leggerle prima di affrontare questa storia in quanto non sono lunghissime e pare che volino veloci … altrimenti se volete provare chiedetemi pure liberamente se ci fosse qualche punto oscuro che non capite durante la storia.


Vi aspetto numerose e pronte a tutto... perché, come al solito, succederà di tutto e la tensione sarà la vostra compagna di viaggio come per i precedenti racconti ...


Trama.


Ecco la conclusione della Trilogia delle Nuvole.

Dopo “Il Sole dietro alle Nuvole” e “Le nuvole di Volterra” ecco la terza e ultima FF che è iniziata con il rapimento del nostro amatissimo Edward.

Lo abbiamo lasciato a casa, incerto e insicuro a combattere contro se stesso.

Adesso però è il momento di scegliere e di capire chi vuole essere....

Sceglierà il Sole di casa Cullen e l'amore di Bella o le Nuvole di Volterra e l'amore di Rebecca??

Sceglierà di essere uomo o vampiro??

E che ne sarà della sua famiglia e di Bella?? Combatteranno ancora per lui o lo lasceranno libero di scegliere il proprio destino??

E infine riuscirà Aro a completare il suo piano e ad avere tutti i Cullen ai suoi ordini ??


Decisioni.....decisioni.....decisioni.........



e la breve anteprima con cui avevo preso congedo.


Lei si voltò e fissati prima me e poi Carlisle mormorò “Se lei mette piede in questa casa, Aro avrà vinto la sua battaglia e noi tutti finiremo nelle Guardie, ed io ...ti ucciderò Edward Cullen” ringhiò girandosi e sparendo dalla nostra vista.



E giusto per ripartire subito posterò di seguito subito il prologo... un pov Edward nel quale capiremo cosa sta girando nella sua testolina contorta e nel suo cuore.

E munitevi nel frattempo di padelle, pomodori oltreché di fazzoletti, senza dimenticare un ripassino di tutti gli insulti che conoscete ...

Perché ciò che vi aspetta è nulla di ciò che immaginate (spero) … ed io preparo le valigie...

E ricordatevi non demordete, anche se all'inizio vi arrabbierete con me e con Edward , abbiate fede... hihihi


A presto mie adorate, pazienti , intrepide e soprattutto coraggiose lettrici e per la pazienza che avete dimostrato nell'avermi seguito fin qua …Vi lascio una sorpresina … un pensiero spin-off che ho anche postato in chiusura delle Nuvole.



    Rabbrividendo mi chiusi la mantella sulle spalle , simbolo della mia appartenenza alle Guardie Reali di Volterra.

    Fra poco avrei scoperto qual' era il mio destino. Avrei affrontato la punizione a testa alta qualsiasi essa fosse, qualsiasi cosa loro avessero deciso di farmi.

    Avevo agito sicura dei miei sentimenti ed ero pronta ad affrontare tutto... anche la morte... ma non quello che il futuro mi stava per riservare...perché se lo avessi saputo forse avrei agito diversamente risparmiando tanto dolore ad entrambi...

    Rebecca... sei pronta? ” mi chiese Demetri affacciatosi alla porta della mia stanza nella quale ero rinchiusa da giorni in attesa del loro giudizio. Io annui e lo guardai mentre abbassava gli occhi per non incrociare il mio sguardo.

    Lui aveva già pagato duramente per l'amicizia che aveva dimostrato verso Edward ed ora toccava a me.

    Aro non ci aveva infatti perdonato la nostra disobbedienza e sapevo che con me non sarebbe stato altrettanto clemente.

    Lo avevo deluso... si era fidato ed io lo avevo tradito.

    Un brivido di paura mi scese lungo la schiena, e con determinazione ingoiai a vuoto il veleno che aveva invaso la mia bocca.

    Avrei affrontato la punizione a testa alta come una Guardia mi dissi sperando di essere abbastanza forte.

    Alzando il mento, per mostrare una sicurezza che non avevo, mi avviai con passo deciso verso la Sala del Trono, con la consapevolezza di non poter sfuggire al mio destino.

    Quando gli passai vicino, Demetri, con un gesto repentino, mi strinse per un braccio costringendomi a fermarmi e a guardarlo negli occhi “Hai la comprensione e la stima di tutte le Guardie… oltreché la mia.” mormorò con un filo di voce scrutandomi con i suoi occhi rossi... e quello che vi lessi mi spaventò a morte ...




Vi aspetto datemi solo il tempo di postare.... il prologo!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Prologo de Il cuore fra le nuvole e il sole ***


Giuro fedeltà al clan dei Volturi

Giuro di rispettare le sue leggi, di obbedire agli ordini e di proteggere i suoi membri.

M'impegno a far rispettare le leggi dei vampiri, a proteggere la mia razza in ogni parte del mondo, anche a costo della mia stessa vita.

Lego la mia immortalità a voi e vi chiedo miei signori Aro, Caius e Marcus di accettarmi quale membro della Guardia Reale.





Prologo


Edward


Sedici anni fa Aro con un sotterfugio mi aveva costretto a giurare fedeltà alle Guardie di Volterra.

La mia famiglia era riuscita ad ottenere solo la mia parziale libertà.

Ogni quindici anni dovevo infatti fare ritorno in Italia e restarci per tre mesi.


E quando era giunto il momento, allo scoccare del quindicesimo anno, avevo ubbidito mantenendo fede all'accordo preso e mi ero recato a Volterra mettendomi al suo servizio.

Là Aro mi aveva fatto legare a Rebecca, una simbionte.

Il legame avvenuto attraverso il morso di quella bella vampira aveva fatto si che lei cambiasse il suo aspetto rendendolo simile al mio.

Avevo fin da subito capito quanto forte fosse il potere che esercitava su di me.

Non potevo infatti allontanarmi da lei più di cinque o sei metri senza sentirmi male fisicamente. Inoltre lei non solo non parlava ed era schermata contro qualsiasi potere, anche il mio, ma percepiva il mio stato d'animo e poteva intervenire per lenire le mie sofferenze sia mentali che fisiche assorbendole dentro di lei.

Quando ero rimasto ferito nella battaglia che aveva visto Guardie contro Licantropi lei non solo mi aveva salvato recuperando il veleno necessario dal licantropo che mi aveva morso, ma mi aveva baciato per assorbire il dolore. Quel gesto, frainteso dalla mia famiglia, aveva rischiato di farmi perdere l'amore della mia Bella convinta che Rebecca fosse diventata la mia amante.


Purtroppo Volterra ed Aro mi avevano cambiato profondamente.

Ero infatti diventato un vero vampiro e un assassino con gli occhi rossi.

Per permettermi di combattere contro i licantropi avevo ricevuto l'addestramento delle Guardie imparando a combattere ed uccidere e il risultato era che ero diventato a tutti gli effetti uno di loro.

Il mostro dentro di me era stato risvegliato ed era forte e potente, bramoso di sangue umano ma soprattutto capace di prendere il sopravvento sul Edward appartenente alla famiglia Cullen.


Quando ero tornato a casa, al termine dei tre mesi e grazie all'intervento di Nessi, avevo combattuto contro me stesso a lungo per riuscire a imbrigliare nuovamente il mio istinto ed alimentarmi solo con il sangue animale.

Era stato un processo lento e faticoso che avevo superato solo con l'aiuto e l'amore della mia famiglia e con il sacrificio di non vedere Nessi e Jacob per diverso tempo.


Avevo ingannato tutti o almeno ne ero convinto.


La mia famiglia e la mia Bella pensavano che passata la bramosia di sangue umano, tutti i miei problemi fossero risolti. Che il vampiro dentro di me fosse ormai sconfitto e legato saldamente da quelle catene che lui aveva distrutto a Volterra.

Ma in cuor mio sapevo che non era vero.

Avevo paura di quello che ero diventato, paura che la Guardia prendesse il sopravvento.

Evitavo così qualsiasi atteggiamento pericoloso e qualsiasi lotta con i miei fratelli.

Potevo essere letale.

Avevo imparato ad uccidere senza pietà e non volevo correre il rischio di far loro del male per errore se il vampiro dentro di me si fosse risvegliato in tutta la sua potenza prendendo il controllo del mio corpo e della mia mente.

Mi sentivo fragile, e l'autocontrollo era diventato per me una sfida costante ed estenuante.


Anche con Bella il mio rapporto era cambiato.

L'amavo in una maniera disperata, quasi ossessiva.

Avevo bisogno di lei e del suo contatto fisico.

Quando lei non era vicino a me, sentivo il panico strisciare e bussare nella mia testa mentre s'impadroniva lentamente di me, e la mia mente volava a Volterra a quei giorni in cui avevo Rebecca sempre al mio fianco, sempre vicina pronta ad aiutarmi e sostenermi.


Rebecca....

La cicatrice che mi aveva lasciato quando mi aveva morso la seconda volta per liberarmi dal suo potere continuava a bruciare così come il mio animo si agitava inquieto al suo ricordo.

Cosa avevo realmente provato per lei?

Non riuscivo a capire a fare chiarezza nei miei sentimenti.

Era stata la mia catena e la mia compagnia. La mia prigione e il mio scudo.

Quante volte mi aveva protetto, accudito ed aiutato?

Troppe.

Avevo instaurato un rapporto di dipendenza fisica e mentale che avrebbe dovuto sciogliersi quando mi aveva liberato dal suo potere mordendomi nuovamente.

Ma così non era stato.

Un qualcosa ancora si agitava inquieto dentro di me.

Un fantasma che ogni tanto si affacciava nella mia mente con prepotenza.

“Ricordati di me” mi aveva chiesto ed io quando nessuno mi guardava mi perdevo nel suo ricordo.

Solo la vicinanza di Bella m'impediva di andarla a cercare, il suo amore infinito e profondo mi urlava che avrei dovuto dimenticare... ma non ci riuscivo.


E mi dibattevo confuso e incerto, spaventato da quello che ero diventato e che non riuscivo più ad essere... convinto di essere riuscito a nascondere a tutti il mio turbamento.

A tutti ma non hai miei genitori che si erano accorti che qualcosa non funzionava come doveva e che mi aiutavano con discrezione, allo scuro di quello che in realtà mi succedeva, sperando che il tempo guarisse anche le ferite del mio animo.

Ma più il tempo passava più stavo capendo che Aro aveva ragione.

Quando ero andato via mi aveva detto: Sia come vuoi allora, Edward. Vai... ma se non sarai accettato, se ti sentirai fuori posto... torna pure da noi. Questa in fondo è la tua casa, l'unica casa che possa avere un vero vampiro.


Ovviamente la mia famiglia mi aveva accettato e mi aveva aiutato nella mia battaglia, ma non era stato sufficente ed io più il tempo passava più mi sentivo un estraneo fra loro.

Ero rimasto una Guardia, una Guardia inquieta e preoccupata, confusa persino sui suoi sentimenti.


E cosi dopo sei mesi dal mio ritorno a casa presi una decisione che avrebbe turbato la mia famiglia e forse rovinato per sempre la mia vita.

Ma lo ritenevo giusto e non potevo tirarmi indietro.

Dovevo chiarirmi e capire... dovevo andare a Volterra per rivedere Rebecca e se possibile portarla via da lì.

Forse solo così avrei finalmente ritrovato la mia pace, forse solo così sarei riuscito ad imprigionare la Guardia una volta per tutte.


Preoccupato dalle conseguenze e intimorito dalla risposta che avrei ricevuto raccolsi tutto il mio coraggio e affrontai mio padre da solo, nello studio.

“Carlisle, te la sentiresti di adottare un'altra figlia?” chiesi con un filo di voce.


Per un attimo pensai che sarebbe caduto dalla sedia. Probabilmente si aspettava di tutto da me, ma non certo questo. I suoi pensieri iniziarono a vorticare furiosamente, incapace di capire a chi mi stessi riferendo.

“Chi?” chiese alla fine cercando di riordinare le mille domande che gli assiepavano i pensieri.

“Rebecca” risposi imbarazzato.

Lo vidi aprire la bocca e poi richiuderla, riaprirla, scuotere la testa e portarsi le mani sul viso a lisciare le rughe della fronte che non aveva.

Poi sospirò e scosse la testa appoggiandosi alla poltrona

“Ecco cosa ti sta tormentando.” asserì alla fine.

Io mi limitai ad annuire portandomi la mano sulla sua cicatrice. Un tic e un abitudine che mi seguivano da quando ero tornato a casa. Un gesto che facevo quando qualcosa mi preoccupava, come se il contatto con quel morso avesse potuto infondermi sicurezza.

“Sei sicuro di quello che vuoi? Ne hai già parlato con Bella?” mi chiese scrutandomi attentamente, cercando di leggere il mio cuore.

“Si e no. Sono sicuro che sia la cosa giusta ma prima di parlarne con Bella, volevo sentire cosa ne pensavi tu.” risposi sedendomi di fronte a lui e torcendomi le mani nervosamente alla ricerca di qualcosa a cui aggrapparmi prima di sprofondare in quella sensazione di panico che sentivo stava iniziando a farsi strada dentro di me sempre più violenta per la lontananza dalla mia Bella.

Lui scosse la testa, potevo sentire i suoi pensieri vorticare furiosamente, incoerenti e confusi.

Mai prima d'ora avevo sentito un turbamento così profondo in lui.

Mai avevo sentito una così forte riluttanza impadronirsi di lui.

Lo avevo sempre visto forte e sicuro pronto ad aiutarmi senza se ne ma.

Eppure stavolta potevo sentire la sua indecisione, la sua paura agitarsi inquiete insieme al profondo desiderio di aiutarmi.

“Non so Edward... Non so cosa risponderti... Devo pensarci... Sai bene che la mia preoccupazione è sempre rivolta alla famiglia e quello che mi chiedi potrebbe avere conseguenze pesanti per tutti. E sono convinto, inoltre, che sia giusto che prima tu ne parli con Bella. Ha sofferto troppo a causa sua. E non sarebbe giusto da parte mia forzarla in qualche modo o prendere una decisione senza prima avere sentito il suo parere.”

Lo guardai preoccupato.

Avevo sperato che in qualche modo mi aiutasse ad affrontare Bella. Mi ero sempre appoggiato a lui e speravo che potesse aiutarmi in quel compito così difficile.

Sarebbe stato per me più semplice parlarne con Bella se lui mi avesse già dato il suo consenso.

Lo vidi sospirare in risposta al panico che doveva essere evidente sul mio viso.

“Mi spiace figliolo. Ma non intendo prendere l'idea in considerazione se prima lei non dà il suo benestare. Non me la sento di ferirla ulteriormente. Bella potrebbe prenderla male e non credo che il sapere che tu ne abbia discusso prima con me, aiuterebbe la situazione.” poi si fermò un attimo mi scrutò e mi chiese “Perché Edward? … Non capisco”

Gli sorrisi e scossi la testa. Non lo sapevo neanch'io, non riuscivo a chiarirmi... a capirmi. Sapevo solo che mi mancava. Ma quale fosse il sentimento che mi spingeva verso di lei, quello era ancora un mistero per me.

Ed ero sicuro che sarei riuscito a capirlo solo incontrandola nuovamente, solo se avessi avuto il coraggio di abbandonare la mia famiglia e di tornare a Volterra.

Avrei trovato la pace solo se avessi avuto il coraggio di affrontare le mie paure... tutte le mie paure, anche quella di baciarla nuovamente.


Demoralizzato mi alzai e feci per andarmene. Non ero arrabbiato o offeso. Solo non sapevo cosa rispondergli.

“Edward...” mi chiamò mio padre preoccupato dal mio silenzio ma non ebbe il tempo di finire la frase.

Alice era entrata nello studio di corsa.

“Ma sei impazzito!” Mi apostrofò sbattendomi contro lo stipite della porta. “Vuoi distruggere la famiglia?” sibilò mentre un profondo ringhio le usciva dalle labbra arricciate sui denti a pochi centimetri dal mio collo.

Jasper che la seguiva da vicino la bloccò. “Calma!! Alice che succede?” chiese.

Lei si voltò e fissati prima me e poi Carlisle mormorò “Se lei mette piede in questa casa, Aro avrà vinto la sua battaglia e noi tutti finiremo nelle Guardie, ed io... ti ucciderò Edward Cullen” ringhiò girandosi e sparendo dalla nostra vista.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Una guardia indecisa ***


Ciao a tutte ed eccomi con il primo capitolo.  Immagino e spero siate curiose e quindi vi auguro solo buona lettura.
Ci risentiamo Martedì.
Infatti come per l'altra FF ("Il destino di una famiglia"  se non l'avete ancora letta e vi piace il mio modo di scrivere venite a trovarmi!) posterò il Martedì e il Venerdì.  
Saluti a tutte


Capitolo 1 Una Guardia indecisa



Edward



Rimasi fermo sulla soglia dello studio di Carlisle e lentamente girai la testa per fissarlo. Dovetti ingoiare il veleno e ricorrere a tutto l'autocontrollo che possedevo per non rincorrere Alice con l'intento di ucciderla.

Era pericoloso stuzzicarmi e la Guardia dentro di me smaniava alla ricerca della sua vendetta.

A farne le spese fu lo stipite della porta a cui mi attaccai e che andò in frantumi sotto le mie mani. Meglio quello che il collo di mia sorella.

Lui in piedi mi guardava. Guardava lo stipite in frantumi e guardava la porta dalla quale era sparita Alice seguita da Jasper che provava a calmarla.

“Ecco di cosa ho paura Edward. ” mormorò guardandomi con gli occhi carichi di tristezza.

Io annui e mi voltai allontanandomi di corsa nel corridoio.

Senza una parola uscii di casa e mi andai ad arrampicare sulla grande quercia che sovrastava il giardino della grande Villa nelle Ardenne dove eravamo rimasti.

Avevo bisogno di riflettere, di capire e di rinchiudere saldamente il mostro che stava smaniando.

Ero pericoloso, al limite del controllo, ma dovevo trovare la forza di stare da solo.

La mancanza di Bella mi bruciava come un ferro.

Non ero più stato capace di allontanarmi da lei più di qualche metro e adesso mi sentivo male come se mi avessero strappato il cuore dal petto. Ma avevo bisogno di stare da solo, dovevo riprendere il controllo e volevo pensare.

Sapevo perfettamente il rischio che avrebbe corso tutta la mia famiglia, ma sapevo anche che non potevo girare la testa. Non potevo abbandonare Rebecca al suo destino, forse aveva bisogno di me, ed io senza dubbio avevo bisogno di lei.

Cosa fare dunque?

La testa mi girava, mentre dentro di me si stava svolgendo una battaglia pesantissima.

Mi raggomitolai stringendomi le ginocchia con le braccia. Posai la testa su di esse e chiusi gli occhi cercando di dominare l'ansia che mi avvolgeva. Presi un forte respiro e provai a liberare la mente. Dovevo riuscire a pensare con lucidità.

Mio padre mi aveva chiesto di parlarne con Bella, ma lei avrebbe capito?

Come uscire da quella situazione? Non lo sapevo.

Non me la sentivo di raccontare le cose come stavano, non volevo ferirla... ma non potevo neanche dirle una bugia.

Non potevo dirle che amavo lei ma che forse amavo e avevo bisogno anche di Rebecca.

A rompere i miei pensieri fu un grido proveniente da sotto “Edward, scendi, ti devo parlare!”

la voce di Bella non prometteva niente di buono.

Alice doveva averle parlato.

Riusciva mai a stare zitta mia sorella, ma perché doveva sempre complicare le cose?

Veloce mi lasciai scivolare a terra, ricadendo agilmente ai suoi piedi.

Lei mi squadrò severa.

“Cosa stavi facendo lassù Edward? Siamo già in ritardo, dobbiamo accompagnare Nessi e Jacob a ritirare le partecipazioni per il matrimonio. Non ti ricordi?” mi rimproverò con il sorriso sulle labbra.

La guardai sorpreso. Avevo calunniato Alice.

Mi affrettai ad abbracciarla tirando un sospiro di sollievo. Chiusi gli occhi e aspirai il suo profumo, strofinando il naso contro i suoi capelli, poi tirai su la testa e le diedi un bacetto in fronte “Scusa” mormorai sorridendole felice di quel contatto che tanto mi era mancato. Le mi guardò e mi sorrise a sua volta posando le sue labbra sulle mie e iniziando un dolce e lento bacio.

Adesso mi sentivo completo e sicuro.

Mi sarei potuto dimenticare del mondo che ci circondava, di Rebecca, di Volterra e di tutti i miei problemi. Quando ero con lei, quando l'avevo vicina la mia mente trovava la pace… ma un colpetto di tosse interruppe le nostre effusioni.

Mi voltai attirato dal profumo di Alice incenerendola con lo sguardo per aver interrotto quel momento di pace.

Lei mi stava fissando silenziosa ed enigmatica “ La tua idea è pura follia. Non puoi farlo Edward, non puoi sconvolgere lei e la nostra famiglia. Non voglio finire a Volterra, non voglio diventare una Guardia agli ordini di Aro”

Abbassai gli occhi addolorato e annui “Non finirà così Alice” la tranquillizzai, non sapevo ancora come, ma avrei studiato qualcosa.

“Non finirà così, cosa? Edward?” mi chiese Bella inclinando la testa e tendendo le labbra chiaramente irritata dall'essere stata esclusa da quella discussione silenziosa con mia sorella.

“Niente di preoccupante” le dissi dandole un bacetto in fronte e pregando in cuor mio che Alice mi tenesse il sacco.

Sapevo mentire bene, e ancora una volta me ne approfittai. Non era certo quello il momento di parlare di certe cose.

Mia sorella sbuffò. “A dopo ragazzi” ci salutò “Non puoi continuare a mentirle. E devi spiegarle la tua decisione e le sue conseguenze. Ti do tempo fino a stasera poi... le parlerò io” mi intimò mentalmente.

Strinsi gli occhi e abbassai appena la testa, eravamo diventati esperti in discussioni silenziose.

Bella mi guardò inclinando la testa, aveva capito che c'era qualcosa di strano ma contrariamente a quanto mi aspettassi lasciò cadere il discorso, limitandosi a tirarmi verso la Volvo che ci aspettava.

La segui con gli occhi bassi sentendomi ancora una volta un verme mentre mi domandavo come uscire dal vicolo cieco in cui mi stavo infilando.


Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Le nuvole si addensano ***


Ciao eccomi qua con un nuovo capitolo.  Spero che vi piaccia.  Buona lettura.

Capitolo 2 - Le Nuvole di addensano


Edward


E già il matrimonio!!

Non avevo più scuse per rinviarlo.

Jacob si era laureato e adesso che avevo ripreso in apparenza il mio controllo non c'erano più impedimenti.

Salimmo sulla Volvo ed io mi misi al volante.

Tenevo gli occhi sulla strada per evitare di guardare lo specchietto retrovisore nel quale avrei visto i due colombi sbaciucchiarsi indifferenti alla nostra presenza.

Quando sentii un “Ahia” di Renesmee un sordo ringhio iniziò a uscirmi dal petto subito messo a tacere da una carezza di Bella sulla mia guancia. Il suo scudo si alzò “Edward. Stai calmo, non stanno facendo nulla di male ... niente di peggio di quello che facevi tu” mi trasmise ridacchiando e coprendo con la sua mano la mia posata sul cambio .

Le sorrisi e cercai di pensare a come dirle della mia decisione. Era il modo migliore per escludere i pensieri urlanti dei due fidanzati.

Arrivammo e tutta felice la mia piccola Nessi ci portò nel negozio per farci vedere le partecipazioni che aveva scelto con entrambe le mie sorelle.

Bella non le aveva ancora viste proprio come me.

Lei che non aveva voluto sapere nulla del suo matrimonio aveva dato carta libera alla piccola Nessi, che invece si era trovata ad accettare suo malgrado l'aiuto sia di Rosalie che di Alice.

Non so come facesse il povero Jacob a subire la tortura di entrambe le mie sorelle, che stavano impazzando ad organizzare quello che nelle loro menti sarebbe stato il matrimonio del secolo.

Io da parte mia, cercavo di non pensarci.

Non riuscivo ancora a digerire l'inevitabilità della cosa e malgrado Jacob si fosse rivelato un vero amico ed un alleato fedele era per me difficile immaginarlo essere il marito della mia bambina. Di quella ragazza che era mia figlia malgrado all'apparenza potessimo passare per fratelli.

Ero geloso e non era un mistero.

L'amore che provavo per Nessi era ampiamente ricambiato da lei ma il modo in cui sorrideva a Jacob apparteneva solo a lui.

Si sarebbero sposati fra due mesi esatti il 2 Dicembre quando la neve avrebbe ricoperto tutto e le giornate corte ci avrebbero dato la possibilità di muoverci senza timori in giardino.

A parte la mia famiglia al gran completo sarebbero stati presenti molti altri invitati.

Alice aveva stilato una lista che sembrava non finire mai.

Sarebbero stato presente tutto il Clan di Denali, Zafrina con le sue sorelle ed anche Benjamin e Tia. Anche tutto il branco avrebbe partecipato oltre agli amici umani che i novelli sposini si erano fatti in questi lunghi anni. Senza contare il povero Charlie che aveva accettato tutto senza più chiedere nulla.

Renee non sarebbe venuta, quel giorno per combinazione avrebbe avuto la febbre.

Per tutto il giorno Nessi ci trascinò per negozi felice di poter condividere con i suoi genitori le sue scelte e solo nel tardo pomeriggio tornammo a casa.

Quando posteggiai e scesi dalla macchina presi Bella per mano e mi avviai verso la sala della grande casa.

“Bella puoi venire un attimo?” la chiamò Rosalie “Voglio farti vedere il vestito che ho scelto per il matrimonio”.

Lei sbuffo appena e sorridendomi lasciò la mia mano per salire al piano di sopra incontro a mia sorella.

Rimasi fermo nel centro della sala, senza levare gli occhi dal mio amore, in preda a quel senso di vuoto che mi colpiva quando lei si allontanava da me.

Alice si avvicinò velocissima e mi prese per un braccio dandomi così quell'appiglio che mi era mancato.

I suoi occhi erano tristi mentre mi guardava con un sorrisino appena accennato “Tutto bene?” mi chiese ansiosa “Vi sono piaciute le nostre scelte?”

La guardai e sentii nei suoi pensieri che aveva capito “Tranquillo Edward, adesso torna. Se vuoi posso chiedere a Jazz di aiutarti”.

Scossi la testa imbarazzato, mentre vedevo mia madre avvicinarsi.

Sapevo che il mio comportamento era assurdo, che non avrei dovuto reagire così, ma non potevo farci nulla, era più forte di me.

Sapere che Esme e Carlisle si erano accorti del mio problema era accettabile ma sapere che anche i miei fratelli ne fossero a conoscenza mi scocciava parecchio.

Non ti agitare fratellino, sono solo io che ho capito, e se vuoi saperlo l'ho capito solo oggi quando hai parlato con Carlisle. Gli altri non lo sanno e nemmeno Bella immagina quello che ti passa per la mente” mi tranquillizzò sempre tenendomi stretto per un braccio.

Annui e mi sporsi a baciare Esme sulla fronte che era venuta a salutarmi e pronta ad aiutarmi se Alice mi avesse lasciato andare.


Senza dirmi nulla Alice mi prese per mano e si diresse al divano trascinandomi a vedere la televisione con i miei fratelli. Non credo che le interessasse la partita di baseball che Emmett e Jasper stavano vedendo, ma lei rimase li seduta vicino a me con la mano nella mia con estrema naturalezza.

Vidi gli occhi di Jasper guardare le nostre mani e sentii la sua mente registrare quell'atto come una cosa strana, ma il “fuori campo” della nazionale lo distrasse subito.

Per fortuna Bella scese presto e come una calamita mi fiondai ad abbracciarla sentendomi finalmente completo sotto gli occhi sorridenti di Alice ed Esme.

La serata passò come al solito giocosa e divertente e quando fu l'ora di ritirarci nelle nostre stanze i pensieri di Alice penetrarono con forza nella mia testa “Hai qualcosa da dire a Bella, ricordatelo Edward”.

Abbassai la testa affranto, avevo paura di ferirla, ma Alice aveva ragione, non potevo rimandare.

E prendendo Bella per mano uscii dalla porta dove orecchie indiscrete non ci avrebbero sentiti.



La notte era calda e tiepida malgrado fosse già Settembre. Le stelle brillavano pulite nel cielo limpido e la mano di Bella nella mia scaldava il mio cuore.

Passeggiavamo silenziosi. Lei aveva capito che qualcosa non andava, lo doveva aver intuito ma rimaneva silenziosa, aspettava che io parlassi.

Ed io, avevo paura.

Sapevo che era stata accecata dalla gelosia nei confronti di Rebecca, sapevo che la mia abilità nel mentirle la rendeva insicura, e mi chiedevo come avrebbe reagito.

Non c'era che un modo per saperlo.

Parlargli!!!

Mi fermai e l'abbracciai stretto iniziando a baciarla con forza e disperazione. Lei ricambiò il mio bacio poi si staccò da me e mi fissò con i suoi occhi caldi e profondi.

“Non mi piace quando mi baci così Edward! Tutte le volte che lo hai fatto sono state solo per dirmi addio. Quale è il problema?”

Abbassai la testa, disperato. Forse sarebbe stata sul serio l'ultima volta che avrebbe voluto baciarmi, ma non c'era scampo dovevo parlarle.

“Ho chiesto a Carlisle di adottare Rebecca” mormorai senza avere il coraggio di guardarla negli occhi, aspettando la sua reazione a quell'affermazione così sconvolgente per lei.

Sapevo che ne era stata gelosa e sapevo anche che non avrebbe avuto tutti i torti ad esserlo nuovamente.

Un silenzio pesantissimo calò fra noi.

Non rispose, non mi disse nulla, non mi urlò contro.

Silenzio, solo silenzio.

Alzai la testa e la guardai negli occhi temendo di vedere il dolore riflesso del suo cuore ferito.

Lei mi studiava, stava pensando. Ma il suo scudo era alzato ed io ero escluso dai suoi pensieri. Stavo impazzendo per quel silenzio mentale che mi torturava più che mai e avrei dato entrambe le braccia per capire cosa le girava nella testa, ma potevo solo aspettare.

“Perché?” mi chiese alla fine guardandomi e ingoiando a vuoto.

“Non posso abbandonarla là. Aro la sfrutta, la costringe a legarsi a chiunque decida e... lei mi ha aiutato tanto.” Non me la sentivo di dirle tutto.

Non me la sentivo di dirle che in qualche modo ero ancora legato a lei.

Lei mi guardò chiedendosi, probabilmente, se le stavo dicendo il vero.

“Ti manca vero?” mi chiese con un filo di voce “Lei ha preso il tuo cuore” concluse con la voce spezzata posando una mano sul mio petto.

“Si, mi manca. Ma non nel modo che credi tu. Io sono legato a te, Bella. Ti appartengo. Ma non posso dimenticarla. Lei è stata parte di me e so che ha bisogno di me adesso”

Cercai di spiegarle. Non volevo ferirla.

“Ti amo Edward. Non posso perderti, ma non sono sicura di poterla accettare… neanche come sorella” mi mormorò affranta. “Ma sono felice che tu me l'abbia chiesto, anche se tanto farai di testa tua” mormoro mordendosi le labbra.

Potevo vedere i suoi occhi stringersi come per trattenere le lacrime che non sarebbero mai uscite, e la sua sofferenza scivolare fuori dal suo viso.

“Non si tratta di soddisfare un mio capriccio. Si tratta di fare la cosa giusta, di farmi perdonare per tutto il dolore che le ho inflitto e che continuerà a subire se resta agli ordini di Aro” cercai di spiegarle, di farle comprendere il mio punto di vista.

Lei annui poi alzò gli occhi e me li puntò contro “Anche se significa ferirmi?” mi chiese senza mollare i miei occhi mentre nei suoi potevo vedere la speranza brillare.

Non ebbi il coraggio di guardarla e mi sottrassi al suo sguardo “Si” mormorai “perché sai che lei non potrà essere nulla di più di una sorella” affermai con la voce sicura mentre mi stavo chiedendo se fosse la verità o una menzogna che continuavo a ripetere a me stesso come a giustificare quel sentimento che non riuscivo a classificare.

Rimase in silenzio poi mi prese entrambe le mani “Cosa ha detto Carlisle, quando glielo hai chiesto?” mi domandò.

Con un sospiro le raccontai tutto quello che era successo compreso la visione di Alice.

La vidi aprire la bocca e portarsi le mani al viso “E malgrado questo vuoi portarla qua?” mi chiese preoccupata.

“Non lo so. Non lo so più” scossi la testa confuso, non riuscivo a ragionare, a decidere. Ero confuso su tutto. Persino sui miei sentimenti.

Lei mi fece una carezza sul viso. “Perché non ne riparliamo dopo il matrimonio. Passeranno altri due mesi e tu avrai il tempo di chiarirti e magari nel frattempo avrai modo di ripensare alla tua idea” mi mormorò.

Annui, sapevo anche senza leggerle nei pensieri che sperava di prendere tempo, che io mi dimenticassi. Ma si sbagliava, ogni giorno di più la mia coscienza e il mio rimorso crescevano insieme alla smania di rivederla.

Ma come potevo spiegarglielo, come farle capire che non era solo la cicatrice della spalla che bruciava ma anche quella del mio cuore??

Ma forse aveva ragione lei, forse il tempo avrebbe guarito quella ferita. Non potevo deluderla e ferirla di più di quanto avessi già fatto.

“Come vuoi tu.” mormorai facendole una carezza sul viso sperando che non mi rifiutasse.

Ma ancora una volta ebbe la capacità di stupirmi.

Perché invece di allontanarmi mi abbracciò stretto e posò le sue labbra sulle mie.

“Ti amo Edward Cullen. ” mormorò baciandomi intensamente.

Restituii il bacio e mi scostai leggermente da lei.

“Anch'io...Bella. Anch'io... ” dissi a testa bassa senza avere il coraggio di guardarla negli occhi.

Sapevo di non averle risposto in maniera diretta, di aver ancora una volta aggirato la verità.

Non avevo più avuto il coraggio di dirle “ti amo”.

Non era giusto che quelle due semplici parole uscissero dalle mie labbra e mai più lo avrei fatto fino a quando non fossi stato sicuro dei miei sentimenti.

Il mio cuore era infatti diviso fra le nuvole di Volterra e il sole della mia famiglia , così come nel mio corpo convivevano a fatica il vampiro e l'umano.

Ma se riuscivo con molta difficoltà a imprigionare il mostro dentro di me ancora assetato di sangue e morte, il mio cuore era invece completamente alla deriva . Sapevo di essere ancora innamorato di Bella, di esserle ancora legato profondamente, avevo bisogno di lei e del suo amore ma dovevo rivedere Rebecca... dovevo capire quali sentimenti provavo verso di lei, perché sapevo che non era solo la riconoscenza ad essersi insinuata nel mio animo.



Jasper


Non capivo perché Alice mi avesse voluto trascinare in giardino intimandomi di pensare al suo corpo nudo.

Era una tortura.

La seguivo silenziosamente, i miei occhi fissi sulle sue forme così perfette che non facevano altro che ricordarmi che sarebbe stato meglio andare in camera da letto.

Mi stavo concentrando a pensare come sarebbe stato bello spogliarla e amarla, ma non capivo bene il perché me lo avesse chiesto.

Intuivo che altro non era che un diversivo per tenere Edward lontano dalla mia testa, ma non ne capivo il motivo e stava diventando una lenta tortura.

Ci fermammo dietro un albero e Alice mi abbracciò forte baciandomi sensualmente. Non riuscivo quasi a capire più nulla eccitato e inebriato dalla sua presenza.

Ma lei mi mise una mano sulle labbra e mi sussurrò piano.

“Cosa senti Jasper?”

La domanda mi lasciò sbalordito. Mi concentrai e avvertii subito forte e prepotente il suo amore per me ma anche la sua ansia.

“Sei preoccupata Alice?” le chiesi sempre più confuso.

“Cosa sta provando Edward? ” mi chiese baciandomi ancora per impedirsi di pensare a lui.

“Amore...” risposi titubante e stupito dalla sua richiesta mentre sondavo i sentimenti di mio fratello negli alberi poco lontano da noi “Un amore forte e potente ma anche... disperato” dissi quasi incerto, “mai lo avevo sentito così disperatamente innamorato, quasi avesse paura di perderla”.

Mi sorrise scuotendo la testa scoraggiata e divertita al contempo.

“Si la ama è vero ma non ha rinunciato al suo progetto...la visone non è ancora sparita” mi spiegò mentre mi trascinava velocemente lontano dove Edward non avrebbe potuto sentirci. Poi iniziando a spogliarmi mi sussurrò “e noi dovremo trovare il modo di cambiare il futuro”.

Non ci avevo capito nulla, ma avrei rimandato le spiegazioni a dopo quando sarei stato capace di ragionare con lucidità. Adesso non potevo più resistere e immerso nell'amore e nel desiderio di Alice mi sdraiai sull'erba umida del giardino e la feci mia con dolcezza.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Il morso di Rebecca ***


Ciao eccomi con il terzo capitolo di questa tormentata storia. E... a tutto c'è sempre una spiegazione...o quasi.

Baciiii e grazieeee ♥♥

Capitolo 3 Il morso di Rebecca


Edward


Mancavano quindici giorni al 2 Dicembre e tutte le donne di casa sembravano impazzite. Alice alla fine aveva preso il sopravvento e continuava a dare ordini a tutti.

Io non ce la facevo più.

Odiavo quella confusione e più ancora i vari impegni che tenevano Bella spesso lontano da me costringendomi a cercare conforto e compagnia nei miei genitori.

Ma ancora di più ero angosciato per la mia bambina.

Ero purtroppo stato consapevole fin dalla sua nascita che questo giorno sarebbe arrivato presto, ma malgrado questo non riuscivo ad accettare quello che stava succedendo.

Ero egoista ed apprensivo in maniera assurda. Sapevo che Jacob non le avrebbe mai fatto del male, che l'amava profondamente. Ma il mio istinto di Vampiro si ribellava all'idea che mia figlia finisse in sposa a un Licantropo.

Se Bella avesse saputo quello che pensavo mi avrebbe smembrato, ma non potevo farci nulla. Era più forte di me e l'istinto risvegliato a Volterra, mi costringeva ad un autocontrollo ancora maggiore.


Uscii in giardino. Bella era fuori con tutte le donne di famiglia e i miei fratelli erano andati a caccia approfittando dell'ennesima giornata nuvolosa.

Il senso di panico si stava ingigantendo in maniera tremenda e quando sentii la mano di mio padre sulla mia spalla tirai un sospiro di sollievo.

Tutto bene Edward?” mi disse sorridendomi.

Si grazie, papà” annui.

Dopo l'accordo preso con Bella gli avevo raccontato della nostra decisione e non avevamo più parlato del problema.

Forse anche lui era convinto che con il tempo le cose si sarebbero aggiustate.

Ma si sbagliava come si era sbagliata Bella.

Invece che andare meglio era sempre peggio. E il mostro dentro di me si agitava inquieto, stuzzicato dalla gelosia verso Jacob.

Sentì la sua mano stringersi sulle mie spalle, non era un lettore del pensiero ma sicuramente il suo amore per me gli faceva percepire la mia inquietudine.

Edward... come stai?” mi chiese portandosi vicino a me senza levare il braccio dalla mia spalla.

Ingoiai il veleno e scossi la testa.

Sono nervoso come tutti... e ho paura di perdere Nessi” aggiunsi a bassa voce.

Lo vidi annuire e sorridere. “Su questo ne ero certo” rispose quasi divertito “Ma io intendevo con l'altro problema” aggiunse cercando i miei occhi.

Evitai il suo sguardo, mi vergognavo.

Edward... ti dispiace venire nel mio studio un attimo... vorrei parlarti” mi disse stringendo la presa su di me e spingendomi dolcemente verso le scale.

Sospirai e annui. Se mi voleva parlare c'era una ragione precisa, e qualsiasi cosa mi avrebbe detto, dovevo starlo a sentire.

Eravamo soli in casa e probabilmente era un po' di tempo che aspettava quest'occasione.

Sempre tenendomi per la spalla mi condusse nel suo studio e senza lasciarmi chiuse la porta dietro di se.

Mi avviai verso la sedia di fronte alla sua scrivania e mi sedetti. Entrai veloce nella sua mente, ma vi trovai l'elenco di quello contenuto nella sua borsa.

Mi scappò un sorriso e ne uscii veloce.

Invece di andare a sedersi sulla seggiola si sistemò sul bordo della scrivania di fronte a me e la sua mano scivolò sul mio braccio.

Va sempre peggio vero Edward?” disse cercando i miei occhi.

Lo guardai ingoiando a vuoto e annui.

Quello che non capisco è il perché!” continuò sempre guardandomi “è da quando ho capito quello che ti succede che ci penso, ma non trovo una spiegazione.”

Sospirai “Non riesco a capire neanch'io” mormorai avvilito.

Mi vuoi spiegare esattamente cosa ti succede? Magari parlandone riusciamo a trovare un perché o una soluzione” continuò risoluto.

E' strano. E' come se mi sentissi solo, abbandonato. Per quante persone ho intorno o vicino ho bisogno di un contatto fisico. E sto male fisicamente come quando ero lontano da... lei” cercai di spiegare.

Quello che non riesco a capire Edward, è se è un qualcosa di fisico o di testa. Quale dei due influenza l'altro?? Hai studiato medicina, non riesci a capirlo??”

Scossi la testa, depresso. “Non lo so. So solo che mi viene a mancare un qualcosa. E che sono in pensiero per lei. Non posso abbandonarla là. Non aveva mai parlato prima e con me l'ha fatto. E mi ha chiesto di non dimenticarla.” cercai di spiegargli, ma mi rendevo conto quanto fosse impossibile dal momento che io stesso non capivo cosa mi stesse succedendo.

Lui annui pensieroso poi mi sorrise “Edward, posso vedere ancora la cicatrice. Ti fa ancora male il suo morso?” mi chiese dolcemente.

Lo guardai un po' stupito poi il suo pensiero mi colpì come un pugno nello stomaco.

Credi che mi abbia messo un qualcosa dentro?” chiesi stupito dal suo pensiero.

Non lo so, figliolo. Ma il fatto che continui a farti male non è normale. Forse se ci do un occhiata più approfondita riusciamo a trovare la soluzione al mistero che la circonda” mi disse sorridendomi.

Forse aveva ragione, era una possibilità.

Annui e iniziai a sbottonarmi la camicia.

Lui scosse la testa. “Siediti sul lettino. E' più comodo” mi disse alzandosi.

Lo imitai e accompagnato da lui mi sedetti sul lettino, poi mi sfilai la camicia restando a torso nudo.

Lui si avvicinò e iniziò a studiare la cicatrice con gli occhi stretti.

Non ho mai visto nulla di simile. Sembra quasi risplendere ed è identica a quando sei tornato a casa. Avrebbe dovuto sbiadirsi in questi mesi” constatò ad alta voce. Non sapevo se parlava con me o con se stesso, per cui rimasi in silenzio.

Se ti faccio troppo male dimmelo Edward, che mi fermo” mi disse a bassa voce mentre le sue mani si portavano sulla mia spalla con un tocco leggero.

Quando provò a schiacciare la ferita un gemito mi sfuggì dalle labbra che tenevo chiuse perché non volevo ostacolare la sua visita.

Lui le levò subito permettendomi di prendere nuovamente fiato.

L'ho appena sfiorata” constatò pensoso “non avresti dovuto sentire male” si giustificò in ansia per me.

Vai avanti, posso farcela” sibilai. Volevo andare fino in fondo. Se mio padre aveva ragione sarei stato finalmente libero.

Lui scosse la testa e si avvio a frugare nel suo armadietto.

Io rimasi lì seduto con la testa bassa e il respiro affannoso.

Fece in un attimo e la sua mano si posò sul mio braccio.

Stai tranquillo Edward. Cerca di rilassarti” mi disse dandomi il tempo di calmarmi. Poi mi fece una carezza sui capelli “Sdraiati sarà più facile per entrambi” ubbidii.

Avevo sempre avuto fiducia in lui e dovevo continuare ad averne.

Non mi avrebbe mai fatto male volontariamente ed era troppo importante quello che voleva fare.

Lo vidi prendere quello che sembrava un gel per i capelli e uno strano apparecchio. “E' una macchina per fare le ecografie molto particolare e altamente specializzata, l'ultima innovazione, voglio vedere se dentro la ferita c'è qualche corpo estraneo” mi spiegò mentre mi prendeva la mano sinistra e ci versava quel liquido vischioso. “Mettilo tu sulla ferita così sentirai meno male”.

Ubbidii in silenzio. Quando ebbi finito mi porse un asciugamano asciutto per pulirmi la mano e si avvicino piano. Poi iniziò a passarmi l'apparecchio sulla cicatrice guardando sul suo monitor i risultati.

Ci mise pochissimo e mentre lo riponeva mi porse nuovamente l'asciugamano “Pulisciti . Non c'è nessun corpo estraneo nella spalla”

Ubbidii nuovamente chiedendomi se la cosa fosse un bene oppure no.

A interrompere i miei pensieri fu di nuovo lui.

C'è solo un ultima prova che dovremmo fare” mi disse dandomi la schiena. Gli entrai veloce in testa e quello che vidi mi spaventò.

Mi vuoi incidere la spalla? Perché?” gli chiesi consapevole che il dolore sarebbe stato fortissimo.

Perché a questo punto penso che ci sia una sacca di veleno non assorbita sotto la pelle” mi disse voltandosi e sospirando. “E' solo una possibilità ma spiegherebbe il perché ti fa ancora male dopo tutto questo tempo e il tuo comportamento anomalo.”

Il veleno mi salì in bocca, ero preoccupato.

Ovviamente non ho antidolorifici come per gli umani e quindi se non vuoi non ti forzerò. Anche perché... non sono sicuro che la mia teoria sia giusta.” continuò facendomi un sorriso tirato.

Se credi che ci possa anche solo essere una possibilità...” lasciai la frase in sospeso.

Lui annui “Si , una possibilità c'è, che io abbia ragione. Vedi è solo un ipotesi ma in tutto questo tempo ho fatto delle ricerche e credo che ci possa essere una possibilità concreta.”.

Allora fallo” sospirai

Lui annui e si voltò a cercare un bisturi affilato. Non gli chiesi che cos'era, sapevo benissimo che proveniva da qualche dente di licantropo.

Presi fiato e chiusi gli occhi mentre con le mani stringevo il bordo del lettino.

Adesso stai fermo più che puoi” sentii la sua voce calda e rassicurante.

Cercai di rilassarmi ma quando la lama incise la cicatrice un urlo sfuggì dalle mie labbra. Cercai di mordermi le labbra e il veleno iniziò a uscire dalla mia bocca mentre le mie dita stringevano il bordo del letto che si stava deformando sotto di esse.

Lui proseguì con l'incisione e poi scostò i due lembi di carne.

Un altro ringhio mi sfuggì dalle labbra mentre capivo il perché avesse aspettato che la casa fosse vuota.

Ecco, guarda” mi disse.

Aprii gli occhi con difficoltà, avevo un male tremendo e stentavo a non urlare mentre vidi dalla cicatrice aperta uscire un liquido argentato. Il veleno di Rebecca colò sulla spalla come fuoco liquidò e un altro gemito mi sfuggì dalle labbra. Vidi Carlisle, asciugarlo e quando aprì di nuovo la ferita per fare uscire il resto chiusi gli occhi cercando di non pensare a nulla, di fare il vuoto intorno a me.




Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Il legame spezzato ***


Ciao a tutte. Immagino che  siate curiose di sapere quanto il veleno di Rebecca stia incidendo nel comportamento di Edward. Non anticipo nulla se non leggete con vicino un digestivo perchè temo che ne avrete bisogno.
Un bacione a tutte e grazie a ncora di essere qua!!!


Capitolo 4 Il legame spezzato


Edward


La sua voce arrivò calda e tranquilla “Ecco ho finito. Ti ho fasciato la spalla Edward. Apri gli occhi, ragazzo mio” .

Ubbidii lentamente e mi trovai il suo viso che mi scrutava ansioso.

“Ti fa tanto male?” mi chiese passandomi del cotone intorno alle labbra ad asciugare il veleno che era fuoriuscito.

Annui. La spalla bruciava come il fuoco e la testa mi pulsava dolorosamente.

“Dovresti andare a letto. Hai bisogno di riposarti, prima che tornino gli altri. Vedrai che tra qualche ora sarà tutto finito” cercò di confortarmi aiutandomi a mettermi seduto.

“Grazie papà. Vado in camera” biascicai ingoiando il veleno che continuava a impastarmi la bocca.

Lui mi sorrise e mi aiutò ad alzarmi, poi preoccupato per me mi accompagnò e mi fece sistemare nel letto.

Quando mi fui sdraiato fra le coperte chiusi di nuovo gli occhi per cercare di tenere a bada il mal di testa che mi stava assalendo. Mi sembrava di essere di nuovo a Volterra sfinito dal lavoro di Aro.

“Ti lascio a riposarti. Vado a pulire e mettere in ordine lo studio. Se hai bisogno chiamami Edward” mi disse Carlisle sorridendomi e allontanandosi veloce.




Carlisle


Era da quando era tornato che mi chiedevo il perché fosse rimasto così legato a Rebecca, ma non ci avevo dato importanza. Speravo che il tempo guarisse le ferite.

Poi quando mi aveva chiesto di adottarla avevo capito che la questione era più grave di quanto immaginassi.

Senza dirgli nulla avevo iniziato a fare delle ricerche e avevo telefonato ad Eleazar.

Lui aveva confermato i miei risultati. Rebecca non era la prima simbionte che avesse bazzicato i Volturi.

Lui mi spiegò che a volte la preda non veniva liberata totalmente.

Ma cosa restasse per imbrigliare la vittima nemmeno Eleazar lo sapeva.

A questo punto mi stavo domandando se a lasciare la sacca fosse stato un atto volontario o meno. Se sotto c'era un ordine di Aro oppure no.

Da quello che raccontava Edward sembrava di no, ma la conseguenza era che adesso lui voleva andare volontariamente a Volterra a cercare Rebecca e quello che sarebbe successo lì era un mistero persino per lui.

E se l'avesse lasciata Rebecca di sua iniziativa per costringerlo a tornare da lei?? Forse lei era innamorata di Edward e lo voleva per se e lui mi sembrava molto confuso sui suoi sentimenti nei confronti della sua simbionte.


Rimuginavo e intanto facevo passare il tempo.

Dopo venti minuti andai a trovare Edward. Aprii la porta piano e lo vidi sdraiato con gli occhi chiusi.

“Come va?” gli chiesi sottovoce.

Lui aprii gli occhi e mi sorrise. “Un po' meglio anche se fa ancora parecchio male la spalla e la testa mi brucia come il fuoco”

Annui comprensivo, me lo aspettavo “Non intendevo quello.” dissi scrutando i suoi occhi alla ricerca del panico e dolore che avrei potuto trovarci per essere stato da solo così tanto tempo.

Lui lesse la mia mente e mi sorrise sereno. “Sto bene. Finalmente sto bene anche da solo” confermò “Sei riuscito a guarirmi” concluse senza levare gli occhi dai miei.

Io annui e lo senti proseguire in risposta ai miei pensieri “Si sto bene, ma andrò a Volterra lo stesso. Non posso abbandonarla là”

“Non mi aspettavo niente di diverso da te” scossi la testa “Lo sai vero che è pericoloso?? Potresti non riuscire a venire più via e rimanere imbrigliato là per sempre.” risposi preoccupato per il suo progetto.

Lui fece per rispondermi quando sentimmo una macchina fermarsi.

Erano le ragazze tornate dalle loro commissioni lo informai sbirciando dalla finestra.

“Vado a spiegargli dove sei e cosa è successo, prima che si preoccupino troppo. Ne riparleremo più avanti” gli dissi facendogli una carezza sulla testa e uscendo velocissimo.



Mi fermai ai piedi della scala. A entrare furono solo Alice ed Esme.

“Dov'è Edward?? Perché l'hai lasciato solo??” Il tono spaventato e accusatorio di Esme mi ferì ma subito scacciai la rabbia. Era preoccupata per suo figlio, non potevo rimproverarla per questo.

“E' su nella sua camera. Sta riposando.” risposi loro guardando dalla porta e aspettando di veder entrare Bella e Nessi con Rose.

Alice ed Esme si guardarono interrogative. Dovevo spiegare.

“Sta bene. Ho scoperto che la cicatrice lasciata da Rebecca non era guarita bene e questo gli produceva quel senso di abbandono che lo tormentava. Ma adesso abbiamo risolto il problema, è guarito.” conclusi certo di vedere il sorriso sulle loro labbra.

Esme in effetti mi sorrise radiosa mentre veniva ad abbracciarmi felice. Alice invece sgranò gli occhi un attimo poi mi guardò rabbuiata “Non ha cambiato idea, però, vuole partire e andare a Volterra a prendere Rebecca lo stesso” mi disse scuotendo la testa scoraggiata.

Annui mentre un sorriso triste si dipingeva sul mio volto.

Esme abbassò lo sguardo e mi disse “Bella, Nessi e Rose torneranno tra un paio d'ore. Noi siamo arrivate prima con una scusa, eravamo in pensiero per lui. Ma bisogna farlo ragionare, non può ritornare là dopo tutto quello che è successo. Aro non gli permetterà mai di realizzare il suo piano.”

Scossi la testa. “ Credo che sia consapevole dei rischi che correrà ma non credo che riuscirà a trovare la pace se resta.” mormorai.

“E' cambiato Carlisle. E' così cambiato” sussurro Esme abbracciandomi.

Annui “Lo so, Esme. Volterra non si è limitata a risvegliare il vampiro in lui. Adesso è diventato una Guardia e credo che lui stesso non sappia bene chi sia in realtà. Non solo fa fatica a gestirsi come sappiamo fin troppo bene tutti ma è confuso anche riguardo ai suoi sentimenti, purtroppo ” dissi affranto.

“Lui è Edward Cullen prima di tutto. Non ci posso credere papà, che si sia dimenticato di noi e dell'affetto per la sua famiglia. Non posso credere che nel suo cuore Rebecca abbia sostituito Bella” scosse la testa Alice affranta.


“Non mi sono dimenticato di voi, Alice, ne ho smesso di amarla. Altrimenti non sarei qui. Ma ci sono delle cose che devo capire e altre da chiarire. Ha ragione papà sono confuso e non posso fare finta che non sia accaduto nulla. E l'unico modo per tornare ad essere l' Edward di prima è affrontare i miei dubbi e le mie paure. Se resto qua Alice sarò sempre una Guardia in congedo tormentata dal rimorso e dal dubbio. Devo andare e capire . E' l'unico modo per trovare finalmente la pace. E tu più di tutti lo sai, così come sai che non riuscirai a farmi cambiare idea.”

Alzai la testa, Edward era in piedi con la spalla fasciata sulla porta della stanza. Aveva sentito e ci aveva risposto costringendoci ad ammettere quello che in cuor nostro sapevamo già e che Alice continuava a vedere.

“Quando partirai ?” gli chiese Esme tremando contro il mio petto.

Ogni volta che lui si allontanava da noi per sua mamma era una sofferenza immensa.

“Appena terminato il ricevimento. Non voglio che Nessi stia in pena per me” ci rispose.

“E Bella, quando intendi dirglielo?” gli chiese Alice con la voce tagliente.

“Vi prego di tenere questa notizia per voi. Bella lo saprà all'ultimo. E' inutile che io le rovini questi giorni di festa” ci rispose.

Non lo capivo più.

Non mi piaceva la sua reticenza a parlare con Bella. Potevo capire che il suo amore fosse in dubbio, che si sentisse attirato da Rebecca ma non poteva trattare così Bella.

Lui probabilmente lesse i miei pensieri perché ancora una volta la Guardia prese il sopravvento “Quello che provo non sono affari tuoi Carlisle.” disse adirato. Poi abbassò lo sguardo e mormoro “Scusa, non volevo. Voglio bene a Bella, papà. Anche se può sembrare strano ai vostri occhi il legame che sento verso Rebecca. Ma è proprio per questo che devo partire perché devo spazzare via le ultime nuvole dal mio cuore per poter essere sereno e felice con la mia Bella e tornare ad essere come ero.”


Forse aveva ragione, finché non avesse spezzato il vincolo che lo legava a Rebecca, fino a che non avesse finalmente chiarito cosa provava in realtà per lei, non avrebbe avuto pace.

“Va bene Edward. Noi ti aiuteremo in quello che possiamo, sempre e comunque qualsiasi cosa succeda” dissi convinto.

“Ma lei non deve venire qua. Edward” intervenne Alice. “Non ti permetterò di distruggere la nostra famiglia” ribadì, poi si girò uscendo e lasciandoci con quel triste presagio nel cuore.




Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Il mio amico lupo ***


Ciao eccomi qua. Immagino che questo Edward vi possa far arrabbiare. Lui è confuso proprio come voi e quindi vi dico solo abbiate fiducia in me.  

E intanto vi auguro buona lettura e vi ringrazio...

Capitolo 5 Il mio amico lupo


Edward


Era il primo di Dicembre e domani Renesmee si sarebbe sposata il suo lupo.

A Bella e agli altri avevamo raccontato che l'operazione di Carlisle era servita a curarmi la cicatrice che sapevano mi dava fastidio. Non avevamo raccontato invece del legame fisico che eravamo riusciti a sciogliere.


Non avevo ancora parlato con Bella, della mia imminente partenza, sia per non rovinarle il matrimonio sia perché non ne avevo avuto ancora il coraggio. In fondo non le stavo dicendo delle bugie ma solo omettendo dei particolari, cercai di consolarmi.


Ero da solo in camera. Cercavo di evitare il più possibile il contatto con tutti. Il mio essere Guardia, la fatica che facevo per gestire il vampiro in me mi aveva imposto di evitare il più possibile il contatto con gli altri.

Per gli umani era pericoloso perché il loro sangue era ancora una tentazione mentre con gli altri vampiri avevo paura si accorgessero di quanto instabile fossi.

Senza parlare dei licantropi.

Dopo la battaglia avuta con loro, il solo odore risvegliava la Guardia in me, e sordi ringhi mi nascevano spontanei nel petto.

Sospirai guardando fuori dalla finestra.

Domani avrei perso la mia bambina, domani avrebbe sposato il suo Jacob.

Quel ragazzo l'amava profondamente, ne ero certo.

Solo un grande e profondo amore avrebbe potuto spingerlo ad accettare di convivere con una famiglia di vampiri.

Solo un grande e profondo amore avrebbe potuto permettergli di accettare un suocero Guardia dei Volturi, che si era cibato di umani innocenti e ucciso dei licantropi.

Per me era difficile stare vicino a lui, era uno sforzo immenso resistere all'impulso di morderlo e ucciderlo. Eppure ci ero riuscito in questi lunghi mesi malgrado alcune volte avessero dovuto intervenire i miei fratelli per evitare tragedie di cui mi sarei sicuramente pentito appena ripreso il controllo.

Ero conscio dell'amore di mia figlia per il suo lupo e dell'amicizia che aveva dimostrato nei miei confronti rischiando molto per aiutarmi.

Ma adesso era ancora più difficile perché da fidanzato tenuto sotto controllo costantemente sarebbe diventato suo marito.

E la gelosia era diventata per me una compagna di viaggio.

Eppure sapevo fin dalla sua nascita che sarebbe andata così e che domani sarebbe arrivato prima o poi.


Bene ci siamo” dissi a me stesso prendendo fiato e uscendo dalla camera.

Mentre uscivo di casa salutando velocemente potei percepire i pensieri dei presenti. Un sorriso m'increspò le labbra, tutti davano per scontato che il mio comportamento anomalo fosse dovuto alla tensione per l'imminente matrimonio e alla gelosia che erano certi stessi provando. Non avevano torto anche se ero convinto che nessuno a parte i miei genitori ed Alice sapessero che con esso sarebbe arrivato anche l'addio alla mia famiglia.

Mi diressi in giardino, salutando ed evitando di parlare con gli invitati vampiri che si erano sistemati in casa nostra in attesa dell'indomani.

Stavo cercando una persona in particolare.

Con l'aiuto dell'olfatto m'inoltrai nel bosco guidato dal suo odore e non ci volle molto a trovarlo.

Jacob era in riva al fiume da solo che scagliava sassi cercando di farli rimbalzare sulla sua superficie.

Dodici. Non male per un licantropo” dissi osservando la pietra affondare nelle scure acque.

Lui si girò sorridendomi. “Che ci fai qui Edward?? Sei scappato dalle grinfie di Alice?” mi chiese incuriosito.

Mi scappò una risata mentre mi avvicinavo. Avevo capito cosa aveva in passato affascinato Bella: la sua capacità di scherzare su ogni cosa e avevo imparato ad apprezzare quella sua dote così rara in noi vampiri.

Anche” risposi prendendo un sasso e unendomi al suo gioco. “E tu? Preoccupato?” gli chiesi.

Potevo sentire i suoi pensieri mescolarsi incoerenti nella sua testa. Mi sorrise sornione “Undici, non male per un vampiro.” disse scegliendo un altra pietra dalla riva “Sono venuto qui per stare un po' da solo. Volevo pensare... levarmi dalla confusione. Tanto Renesmee è stata rapita da Bella e dalle tue sorelle” concluse lanciando il sasso e guardandolo rimbalzare sul pelo dell'acqua fino ad affondare con un leggero plof.

Solo cinque. Un po' scadente per un cane” sghignazzai facendo saltare la mia pietra una decina di volte. “So che ti manca Billy” dissi fermandomi a guardarlo “Mi spiace di non esserci stato quando avevi bisogno di me” dissi triste ripensando a quello che era accaduto.

Sospirò “Si, mi manca ma adesso acquisterò un altro padre” disse ridacchiando e dandomi una spinta giocosa.

Per un attimo al contatto con la sua pelle calda un ringhio mi scappò dalla bocca e lo vidi sgranare gli occhi confuso e preoccupato. “Scusa Jacob.” mormorai avvilito dal mio comportamento allontanandomi di qualche metro da lui “Lo sai che malgrado tu sia un licantropo impertinente sono felice che sposi Nessi. Sono convinto che tu l'amerai e la proteggerai per sempre anche se io non potrò più farlo” dissi abbassando lo sguardo addolorato.

Ma cosa stai dicendo? Lo sai che vivremo qui con voi, tornati dal viaggio di nozze organizzato dalle tue pazze sorelle” affermò fermandosi a guardarmi con gli occhi socchiusi.

Potevo leggere il suo stupore e le mille domande che avrebbe voluto farmi.

Presi un sospiro e balzai sedendomi su un alta pietra li vicino.

Jacob. Domani dopo che sarete partiti, io tornerò a Volterra” dissi stringendomi poi le ginocchia al petto e guardandolo tristemente da dietro di esse.

Lo vidi aprire la bocca come per dirmi qualcosa, poi richiuderla e scuotere la testa come a scacciare quelle parole.

Ma cosa stai dicendo?? La prossima volta che sarai obbligato sarà fra quattordici anni. Perché vuoi tornare là, adesso??”

Gli sorrisi. La sua preoccupazione per me era commuovente. Mi voleva bene ormai era parte integrante della mia famiglia.

Ma ero io a non esserlo più!


Vedi Jacob. E' successo qualcosa che mi ha cambiato. Non riesco più a trovare pace qui. Non sono tranquillo, devo tornare. Devo capire chi sono in realtà”

Lui scuoteva la testa con gli occhi stretti e il viso preoccupato “E' Rebecca vero?? L'ho capito quando ti ho visto baciarla... che lei era qualcosa di più di una... simbionte” affermò con la voce disgustata mentre l'ultima parola gli usciva dalla bocca come se l'avesse sputata fuori.

Potevo capirlo. Con chiunque parlassi faceva quell'effetto ma dovevo cercare di spiegargli e per l'ennesima volta mi ritrovai a spiegare il motivo della mia partenza.

Lui mi stette a sentire in silenzio. Poi quando ebbi finito scosse la testa.

Perché mi stai spiegando questo? Perché lo stai dicendo a me, invece di parlarne con Bella o Nessi?”

Bella sa che prima o poi partirò gli ho già accennato che non posso abbandonare Rebecca là. Fa finta di niente ma nel suo cuore ha capito. E domani quando sarà tutto finito le spiegherò tutto prima di partire. Ma vedi ne parlo anche con te perché non so come finirà. Non so che cosa mi attende a Volterra. Se e quando ritornerò. E voglio che tu sappia che ti voglio bene e che sono convinto che proteggerai Nessi da ogni pericolo. Ma mi devi promettere Jacob di non venire mai più a Volterra e di non portare mai più Nessi là.
Domani quando metterò la sua mano nella tua, non sarà un semplice gesto simbolico.
Domani ti affido mia figlia, e voglio che tu la protegga anche da se stessa e … da me se fosse necessario.”

Conclusi guardandolo in volto. I suoi occhi si strinsero un attimo e dai suoi pensieri capii che aveva compreso.

Domani avrei dato l'addio non solo alla mia famiglia, non solo alla mia Bella ma anche a Nessi e avevo lasciato a lui il compito di proteggerla per il futuro.

Mi sorrise e prese fiato.

Domani quando la prenderò in moglie sarà per sempre Edward. E nessuno e di nessuna razza e per nessun motivo potrà farle del male. Lo giuro davanti a te e sulla mia pelle” mi rispose con la fierezza tipica del suo popolo.

Annui ne ero certo. “Anche sulla tua pelliccia Jacob?” gli chiesi per stemperare quel momento che era diventato troppo solenne.

Lui mi guardò e sornione mi rispose “Anche su quella e sulla pelle brillante dei vampiri” e con un gesto repentino mi tirò addosso il sasso che gli era rimasto in mano.

Lo schivai agilmente e ridendo balzai giù dalla pietra abbassandomi per prendere un sasso a mia volta.

Erano mesi che non combattevo con nessuno neanche per gioco e la mia posizione accovacciata provocò un urlo di spavento alle mie spalle.

Edaward No!!”

Mi bloccai e mi voltai stupito.

Non avevo alcuna intenzione di attaccare Jacob o di fargli del male, volevo solo rendergli lo scherzo, ma evidentemente non ero il solo a temere me stesso.

Vidi Bella correre verso di noi con il volto tirato e preoccupato.

Doveva avere frainteso il mio gesto. Aveva immaginato che stessi per attaccare Jacob, evidentemente.


Io e Jacob ci guardammo un attimo prima di scoppiare a ridere mentre mi tiravo su tranquillamente senza toglierle gli occhi da dosso.

Stavamo solo giocando Bella” le spiegò Jacob ridacchiando e scuotendo la testa.

Era bellissima e mi sentii il cuore mancare. I capelli lunghi sciolti sulle spalle incorniciavano il suo stupendo viso sul quale si era stampato un sorriso imbarazzato e allegro, non si immaginava mai più che l'indomani sarei partito dicendole addio forse per sempre.

Abbassai gli occhi mortificato e addolorato. Odiavo vederla soffrire e odiamo me stesso per il male che sapevo le avrei fatto. Ingoiai il veleno che aveva invaso la mia bocca e mi feci forza pronto a perdermi in quegli occhi così caldi e profondi che con il loro colore mi ricordavano ogni giorno l'enorme sacrificio che aveva fatto per me.

Con la mente percepii senza difficoltà i pensieri di Jacob “Io vado Edward. Penso che tu voglia goderti questi ultimi momenti da solo con lei” pensò mentre dopo averci salutato si allontanava velocemente con una scusa.

Annui “Grazie Jacob a dopo” risposi riconoscente abbracciando e baciando teneramente il mio amore.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Addio Nessi ***


Ciao a tutte e grazie tantissimo per i commenti e l'affetto che mi dimostrate anche solo seguendo la storia. Il matrimonio e la fatidica ora si sta avvicinando...

Capitolo 6 Addio Nessi


Edward


Quando Jacob si allontanò baciai teneramente Bella accogliendola fra le mie braccia.

Lei mi guardò sorniona mentre le sue mani scivolavano sul mio petto sotto la maglietta che mi ero messo addosso.

Chiusi gli occhi stringendola più forte a me. Sentivo il suo profumo seducente invadermi le narici, il suo corpo aderire perfettamente al mio, le sue mani accarezzarmi il petto vogliose di me.

Anch'io avevo voglia di lei. Anch'io desideravo farla mia. Avevo bisogno del suo corpo e del suo amore come una droga... una droga in grado anestetizzare il dolore che provavo per il mio comportamento.

Per un attimo pensai che ero proprio un mostro. Stavo per fare l'amore con mia moglie e progettavo nel contempo di partire per Volterra a cercare Rebecca.

Tremai al pensiero di come avrebbe reagito Bella all'indomani quando le avrei rivelato le mie intenzioni. Si sarebbe sentita tradita e abbandonata. L'avrei ferita profondamente e se avesse deciso di non volermi vedere mai più avrei solo dovuto accettare la sua decisione. “Te la sei cercata” avrebbe sentenziato Alice e probabilmente avrebbe avuto ragione.

Le sue mani scesero ad accarezzare il mio membro che era divenuto duro per l'eccitazione.

Ringhiai sommessamente di piacere mentre l'attirai vicino a me.

Non mi sarei tirato indietro avrei fatto l'amore con lei un ultima volta, mi sarei donato a lei e l'avrei fatta impazzire di piacere.

Qui sulla riva di questo anonimo fiume avrei fatto l'amore con lei consapevole di quanto mi sarebbe mancato in futuro.

Qui fra le sue braccia sarei riuscito finalmente a dimenticare tutti problemi e gli affanni di questi lunghi mesi, immerso nel suo amore, avrei ritrovato quella pace che tanto mi mancava.

Qui sdraiato sulle pietre del greto lentamente la spogliai lasciandole ricambiare quel dolce gesto d'amore.

Qui con lentezza e passione facemmo l'amore lontano da tutti e da tutto.




Quando tornammo a casa dopo diverse ore, andammo a cambiarci in camera sotto lo sguardo divertito dei nostri ospiti che avevano notato le tracce di fango sui nostri vestiti.

Una mia occhiata di fuoco zitti' Emmett che come al solito stava per fare la sua solita battuta sul sesso.

Quando fummo pronti uscii dalla stanza e andai a cercare Renesmee.

Era in camera con Alice e Rosalie che le stavano mettendo dei bigodini sulla testa.

Ciao Principessa” entrai sorridente.

Vidi Alice sgranare gli occhi un attimo mentre prendeva Rosalie per un braccio trascinandola fuori dalla stanza. “Vieni Rose, credo che Edward voglia parlare con Nessi da solo” spiegò alla sorella.

Sei più stupido di quanto pensassi Edward.

Scossi la testa “Vattene Alice non sono affari tuoi” le dissi mezzo ringhiando mentre lei si affrettava ad uscire offesa.

Che c'è papà?” mi chiese Nessi ridacchiando “Vuoi farmi il classico discorso padre-figlia sulla prima notte di nozze?? Lo sai che mi ha già parlato mamma... vero?” mi chiese diventando rossa per l'imbarazzo.

Ingoiai il veleno che mi era salito in bocca al vedere il suo viso arrossato.

Scossi la testa, sorridendole. “No, non sono venuto per questo” le dissi guardandola attentamente.

Lo sai che sei bellissima??” affermai ancora sorpreso di quanto fosse meraviglioso quel gioiello nato dall'amore che mi univa a Bella.

Grazie papà.” trillò, e poi si avvicinò a me sorridendomi e posandomi la mano sulla guancia.

Chiusi gli occhi e mi concentrai su quello che voleva farmi vedere.

Mi rividi abbracciarla alla sua nascita, darle il biberon, correre con lei, raccontarle le favole, accompagnarla a scuola. Mi mostrò tutto l'amore che provava per me e per sua madre. E poi mi mostrò Jacob che l'abbracciava e la baciava. Mi mostrò quando le aveva dato il braccialetto del suo popolo come pegno del suo amore.

Ecco vedi papà. Io ti amo tantissimo ma amo anche Jacob e sono felice di sposarlo” mi disse convinta, conscia della mia gelosia.

Annui “Lo so Renesmee. Lo so piccola mia” dissi con la voce tagliata dal dolore.

Sono venuto a salutarti. Ad augurarti tanta felicità con il tuo lupo. Perché ti amo tantissimo piccola mia e mi mancherai tantissimo” mormorai emozionato dai miei stessi sentimenti.

Ma io resterò sempre qua, con voi... con te” mi disse passandomi una mano calda sulla guancia mentre mi sorrideva chiedendosi cosa volessi dire con quelle parole.

Annui stringendogli la mano. Volevo salutarla spiegarle che forse al suo ritorno non mi avrebbe più trovato. Che forse non sarei più tornato da Volterra. Ma non ne ebbi il coraggio. Non potevo ferirla. Non volevo che si rovinasse il giorno più bello della sua vita.

Rimasi a guardarla un attimo poi dalla tasca levai un brillante a forma di fiore appeso a una catenina sottile d'oro.

Apparteneva a mia mamma esattamente come il cuore che avevo donato a Bella tanti anni prima.

Questo era di tua nonna. Elizabeth Masen, la mia vera mamma” le spiegai mentre glielo sistemavo intorno al collo.

Lei divenne rossa dall'imbarazzo e dalla felicità poi senza dirmi una parola si buttò fra le mie braccia emozionata mentre due lacrime calde scorrevano dai suoi occhi scivolando nel mio colletto.

Ti voglio bene. Sono fiera d'indossare qualcosa di tua mamma, della mia nonna” mi mormorò emozionata stringendomi stretto a se.

Lo so. Ricordati che tu sei la cosa più preziosa che possiedo e che resterai per sempre nel mio cuore.” finii chinandomi a baciarla sulla guancia dopo averla scostata per guardarla nuovamente con gli occhi gonfi dall'emozione.

Lei mi sorrise felice. Non lo avevo più fatto da quando ero tornato, non avevo più avuto il coraggio di avvicinarmi così tanto a lei, spaventato da me stesso avevo cercato di mantenere le distanze e mi ero imposto di non fare nulla che potesse risvegliare il vampiro e metterla in pericolo.

E adesso mentre mi chinavo a sfiorarle la guancia con le labbra ancora una volta sentii il sangue scorrere invitante nel suo collo, il suo profumo stuzzicare il mio appetito, i miei denti stringersi in una morsa dolorosa e il mostro smaniare dentro di me per rompere le catene con le quali stavo provando a imbrigliarlo.

La Guardia che ero diventato mi urlava di cibarmi di lei, di assaggiare quel dolce nettare mentre la bocca si riempiva di veleno. Ma non avrebbe vinto ero ancora io il più forte... per ora.

Mi staccai e veloce mi girai e fuggii dalla stanza inorridito da me stesso e dalla mia tentazione... ora non potevo far altro che aspettare il giorno dopo.

Ancora una volta il vampiro aveva provato ad uscire e ancora una volta era stato troppo vicino a riuscirci.

Ero un pericolo per la mia famiglia e questo non ne era che l'ennesima conferma.

E con il cuore in gola, un groppo nello stomaco e gli occhi che pungevano mi allontanai nel bosco.

Da solo come è giusto che fosse...

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Una festa pericolosa ***


Ciao eccomi qua. 
Scusate se Venerdì non ho postato ma ero fuori con la famiglia e senza computer nelle vicinanze...
Buona lettura e un bacio a tutte.

Capitolo 7 - Una festa pericolosa


Edward


Avrei tanto voluto starmene con Bella quella notte a coccolarla e ad amarla ancora una volta ma sapevo già che non potevo tirarmi indietro.

Bisognava festeggiare i due sposini.

Bella con le mie sorelle, Emily, Sue, Leah e tutte le altre che nel frattempo si erano fidanzate con i licantropi portarono Renesmee a festeggiare.

Mia mamma e mio padre restarono invece a casa con gli ospiti vampiri che non avevamo coinvolto per evitare problemi con il branco.

Io invece accompagnato dai miei fratelli ero andato con i licantropi al gran completo a festeggiare Jacob.

Non avevano organizzato niente di particolare, solo un gran falò in mezzo alle montagne impervie con una gran quantità di roba da mangiare, vino e birra a fiumi.

Era la prima volta che partecipavamo a un loro raduno e tutti e tre eravamo tesi, non sapevamo infatti cosa aspettarci.

Ci sedemmo tutti intorno al fuoco che rischiarava la notte buia e assistemmo al banchetto dei licantropi.

Per cortesia provarono a offrirci il cibo e ovviamente si trovarono davanti un nostro chiaro rifiuto.

Sentivo nei pensieri dei miei fratelli domandarsi come facessero a bere e mangiare quantità simili di cibo, eravamo abituati a Jacob e ai suoi pasti abbondanti ma vederlo fare a tutti insieme ci risultò alquanto strano.

Esattamente come era strano stare seduti vicino a quel grosso fuoco.

Ero nervoso, la loro puzza e l'odore della legna che bruciava rievocava in me l'ultimo scontro avuto con dei licantropi nel quale avevo rischiato fortemente di morire.

Il vampiro in me si agitava inquieto, la Guardia era innervosita dalla situazione.

Anche l'odore del cibo e delle bevande era fastidioso e ancora una volta avrei preferito essere da tutt'altra parte.

Sentivo invece tranquillità nei pensieri dei miei fratelli che incuriositi osservavano il banchetto, sorridendo e scambiandosi battute con i lupi circa la loro fame insaziabile.

Non era un caso che fossi seduto fra di loro. Avevo Jasper alla mia destra ed Emmett alla mia sinistra. Non erano molto tranquilli sul mio comportamento e si erano sistemati pronti ad intervenire se il vampiro avesse preso il sopravvento su di me.

Quando finalmente ebbero finito di mangiare e tutto il cibo fu sparito iniziarono a raccontare storie e aneddoti sulla vita della loro tribù.

Ascoltammo in silenzio rapiti dalle loro leggende e solo quando Sam raccontò quella sui freddi  un brivido d'odio mi scese lungo la schiena. Subito sentii la mano di Jasper sulla mia spalla e la calma entrare nella mia mente.

Grazie Jasper” mormorai riconoscente del suo intervento

Tranquillo Edward. Riprendi il controllo, ci siamo qua noi.

Gli sorrisi e mi affrettai a distogliere la mente dalle loro leggende. Un sospiro mi scappò mentre pensavo a quanto ero cambiato e a quanto pericoloso e instabile ero diventato.

Volterra mi aveva trasformato risvegliando il mostro in me e adesso ero diventato un pericolo per tutti, persino Jasper era ora molto più controllato di me.

Ero perso nei miei ragionamenti quando mi sentii chiamare ad alta voce da Seth “Edward, dai tocca a te”

Alzai la testa confuso, non avevo seguito i discorsi e non sapevo a cosa si riferisse.

Edward, ti sei addormentato?” mi chiese Jacob scoppiando a ridere seguito da tutti i suoi amici.

Noi non potevamo dormire...

E' una battuta Edward mi spiegò mentalmente Seth che vedeva il mio volto confuso.

Sorrisi imbarazzato e scossi la testa divertito nel vedere la loro reazione esagerata alla battuta di Jacob

Coraggio è il tuo turno” mi disse Sam “Vogliamo vedere per una volta i vampiri bere la birra. Jasper l'ha già fatto e adesso tocca a te”

I suoi movimenti e la sua parlata indicavano chiaramente che non era molto sobrio e guardandomi in giro notai che i licantropi erano tutti decisamente alticci.

Jasper mi passo la bottiglia di birra in mano.

Lo guardai dubbioso. Noi non potevamo bere e mangiare e Carlisle ci aveva più di una volta raccomandato di non farlo.

Ho fatto finta, mi sono solo bagnato le labbra...giusto per farli contenti mi confermò Jasper.

Annui. Non potevamo certo rifiutarci e rovinargli la festa.

Presi la bottiglia e la guardai annusando il suo contenuto.

L'odore era raccapricciante e una smorfia di disgusto si dipinse sul mio viso. Al che una selva di risate scroscianti scaturì dalle gole dei nostri amici lupi.

Si stavano divertendo da morire a vedere la nostra reazione.

Forza Edward. Chiudi il naso e ingoia, dimostra di essere un vero uomo e di avere gli attributi al posto giusto! ...Una volta tanto!” la voce leggermente impastata di Jacob mi fece scappare un ringhio sommesso.

Non fare l'idiota Edward. Fai finta di bere e accontentali mi suggerì Jasper che aveva percepito la mia rabbia e stava cercando di smontarla.

Mi voltai a guardarlo sornione e alzando la bottiglia a mo' di saluto verso i licantropi l'avvicinai alle labbra come se quello fosse per me il gesto più normale che esistesse.

Smisi di respirare e senza un tentennamento feci scivolare quel liquido disgustoso nella mia gola.

Fermati, ma che stai facendo? Il grido mentale di Emmett mi riscosse e scostai la bottiglia dalla mia bocca, poi guardando Jacob e il branco la voltai completamente facendone cadere solo un paio di gocce a terra.

Hai bisogno di altre dimostrazioni?... Cucciolo??” gli chiesi ironico.

Ci fu un attimo di silenzio imbarazzante nel quale percepii la preoccupazione nella mente dei miei fratelli alla bravata che avevo fatto, la confusione di Jacob e lo stupore del branco al mio gesto ma soprattutto alle mie parole chiaramente offensive. Poi le risate e gli applausi dei licantropi m'investirono fragorose smorzando il clima teso che si era instaurato.

Adesso sarà meglio che torniamo tutti a casa, prima che le nostre mogli ci massacrino” disse Emmett preoccupato per le conseguenze che sicuramente ci sarebbero state al mio gesto stupido e infantile “E anche tu Jacob, altrimenti domani rischi di addormentarti in piedi e di lasciare la povera Nessi in bianco alla sua prima notte di nozze ” finii con una sonora risata che contagiò tutto il gruppo.


Non ricordo bene quello che successe dopo, solo che mi ritrovai, nella notte fonda, appoggiato a un albero a vomitare quel liquido schifoso.

Emmett e Jasper erano vicini a me e li sentivo mugugnare e scuotere la testa.

Ogni tanto giuro che non ti capisco Edward. Si può sapere cosa ti è preso?? Lo sai che bere quelle schifezze ci fa solo stare male.” Jasper mi stava sgridando sorridendo bonario.

Sembrava proprio il fratello maggiore che rimprovera il più piccino.

Scossi la testa. “Ho solo un po' di nausea” cercai di giustificarmi minimizzando la mia reale situazione fisica.

Solo un po' ?” mi rispose ironico Emmett “Sono dieci minuti che vomiti e sembra che tu non abbia ancora finito” brontolò mentre un altro conato mi squassava il corpo.

Quando ebbi finito e mi fui finalmente liberato di quello schifoso liquido mi lasciai scivolare a terra stringendomi lo stomaco.

Va meglio?” mi chiese Jasper sedendosi vicino a me e facendomi una veloce carezza sulla testa ancora chiaramente preoccupato per la mia salute.

Annui, finalmente il senso di nausea stava passando.

Si credo sia tutto finito” risposi con la bocca finalmente invasa dal familiare gusto del veleno.

Vorrei sapere cosa ci provano a passare la serata a mangiare, a ubriacarsi e a raccontare vecchie leggende” disse Emmett sedendosi vicino a noi.

E loro probabilmente si chiederanno perché noi passiamo le nostre ultime nottate da scapoli a cacciare” rispose Jasper sogghignando.

Li guardai e mi resi conto che era l'ultima volta che potevo stare a scherzare con loro.

Avrei voluto salutarli e dirgli che mi sarebbero mancati a Volterra, ma non volevo che sapessero fino all'ultimo. Non potevo rischiare che quelle due teste calde impedissero la mia partenza.

Così rimanemmo qualche ora seduti noi tre nel bosco a chiacchierare e ridere come non succedeva ormai da tanto tempo mentre aspettavamo che fossi in grado di tornare a casa senza dare spettacolo.

Senza saperlo mi regalarono un momento meraviglioso che avrei portato con me nel mio cuore.


Quando rientrammo erano le prime luci dell'alba del 2 Dicembre e nel pomeriggio la mia bambina si sarebbe sposata il suo lupo.


Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Il gran giorno ***


Ciao curiose sul matrimonio?? Finalmente ci siamo. Buona lettura.

Capitolo 8 Il Gran giorno


Edward



Il fatidico giorno era arrivato ed io ero nervoso come non mai.

Mi stavo sistemando la cravatta di seta blu in tinta con l'abito per l'ennesima volta quando Bella si avvicinò da dietro e mi diede un dolce bacio sul collo.

“Sei bellissimo Edward e sei perfetto. Devi andare a prendere Nessi” mi disse stringendomi leggermente il braccio.

Feci un sospiro e mi voltai a darle un ultimo bacetto. Sarei andato oltre come sempre se lei non mi avesse allontanato gentilmente.

“No Edward. Non possiamo altrimenti stropicciamo i vestiti e chi la sente poi Alice?” mi disse ridacchiando e scappando dalla porta con un fruscio di seta.

Era bellissima. Aveva un completo attillato color acqua marina che metteva in risalto le sue linee perfette esaltandone la strabiliante bellezza.

Rimasi ancora due minuti in camera davanti allo specchio ad aspettare che il mio corpo si calmasse.

Non avrei certo fatto una bella figura se avessi accompagnato Renesmee all'altare con il rigonfiamento dei pantaloni visibile.

Poi mi guardai intorno e i miei occhi si posarono sull'armadio che conteneva la divisa di Volterra pronta per essere indossata.

Chiusi gli occhi consapevole che quello sarebbe stato il mio ultimo giorno in famiglia e con un immenso dolore nel cuore m'imposi di dimenticarmi l'imminente partenza. Dovevo godermi quella giornata di felicità e non permettere alle Nuvole di Volterra di oscurarmi il cuore.

Con calma, cercando di rilassarmi e non pensare a quello che sarebbe successo da li a poche ore, uscii e andai in camera di Renesmee.

Era in piedi vestita e pronta.

I suoi capelli lunghi e ramati erano raccolti in un elaborata acconciatura dalla quale sembrava scappata qualche ciocca ribelle che le ricadeva sulle spalle incorniciando il suo viso splendido e coprendo il suo lungo e delicato collo.

Il vestito rigorosamente di seta bianca era di una semplicità e di una eleganza spettacolare.

Un lungo strascico di tulle le partiva dalle spalle come un dolce e delicato mantello arrivandole alle caviglie.

Rimasi fermo ad ammirarla in tutto il suo splendore dimenticandomi di respirare.

“Respira papà” mi disse sorridendomi felice nel vedere il mio sguardo rapito.

“Certo... anche se sicuramente non sarò l'unico che smetterò di farlo” le dissi ridacchiando e prendendola delicatamente per mano.

“Andiamo?” le chiesi con la voce rotta dall'emozione mentre percepivo la sua gioia rimbombare nella mia mente.

“Tranquilla non cadrai... non l'ha fatto tua mamma” risposi poi con un sorriso ai suoi pensieri preoccupati strappandole una sonora risata.

“Se ti avesse sentito...” non terminò la frase ridacchiando e stringendomi il braccio.

Ecco ero pronto a consegnarla al suo futuro compagno... al suo lupo.

Quando arrivammo alla grande sala di casa nostra i suoi occhi si aprirono di meraviglia e gioia.

Rosalie iniziò a suonare la marcia nuziale ed io emozionatissimo come non mai l'accompagnai dal suo Jacob.

Lui era lì in piedi che l'aspettava con un sorriso smagliante e gli occhi gonfi dall'emozione.

Vestito in un elegante frac grigio scuro era raggiante ed elegante come mai l'avevo visto e continuava a spostare il peso da un piede all'altro nervoso mentre le mani erano strette intorno al bouquet di orchidee rosa e bianche che le avrebbe donato al loro incontro.

Quando fui vicino presi la mano di Renesmee la portai alla mia bocca e dopo averle dato un tenero bacio l'appoggiai su quella calda di Jacob.

“Ricordati la tua promessa” gli mormorai.

Vidi gli occhi di mia figlia scrutarmi stupiti ed enigmatici mentre si chiedeva che cosa avevamo tramato alle sue spalle. Jacob invece mi sorrise serio “Non dubitare di me Edward. Manterrò la mia parola”

Annui e andai a raggiungere Bella nella prima fila.

Lei mi diede la mano e alzò lo scudo per farmi percepire la sua gioia.

Ingoiai a vuoto commosso e nervoso mentre sentivo la mano di mia mamma stringermi il braccio.

Mi voltai e lei mi sorrise Andrà tutto bene Edward. Non temere .

Annui e guardai mio padre e i miei fratelli. Erano tutti felici e sorridenti. I miei occhi incontrarono quelli di Jasper e una serenità immensa mi invase il cuore. “Grazie” mormorai grato del suo aiuto ricevendo in risposta una strizzatina d'occhi .


La cerimonia si svolse senza intoppi e sentii gli occhi gonfiarsi di quelle lacrime che non potevano uscire quando i due novelli sposi si baciarono davanti a noi suggellando il loro patto d'amore eterno.

Un lungo applauso e uno scoppio di urla da parte dei Quileute accolse quel lungo bacio così a lungo sospirato.

Chiusi la mente e gli occhi felice che il loro sogno d'amore fosse finalmente sbocciato.

Con tutti gli ospiti ci avviammo al banchetto che era stato adibito in una grossa sala di legno costruita appositamente e decorata con enormi quantità di fiori.

Non potevamo certo festeggiare in giardino con la neve, avevamo anche qualche ospite umano e non potevamo correre il rischio di farli morire di freddo.

Jacob e Nessi aprirono le danze. Lei dolcissima sembrava scivolare sul pavimento con una fluidità invidiabile mentre lui era chiaramente impacciato. Un sorriso mi scappò sulle labbra, loro erano l'esatto opposto di me e Bella. O almeno di quando Bella era umana visto che da vampira era diventata una perfetta ballerina. E dopo aver fatto ballare la mia bambina, iniziai a volteggiare per la pista assieme al mio amore, grato di poterla stringere ancora a me.

Non riuscivo a staccarmi da lei e solo malvolentieri concessi un ballo ad Alice che insistette per tutta la sera fino a che non l'accontentai.

“Lo sai che a volte sei proprio pesante?” la rimbrottai ridacchiando stringendola a me mentre la conducevo con sicurezza sulla pista da ballo.

“Lo sai che mi mancherai vero?? Un ultimo ballo potevi anche concedermelo no??” mi rispose guardandomi con gli occhi pieni di angoscia.

Non le risposi e abbassai gli occhi mortificato. “Non ci pensare Edward. Scusa fratellino” mi mormorò appoggiando la testa sulla mia spalla.

Le sorrisi imbarazzato e la strinsi più forte per trasmetterle l'affetto che provavo per lei ma finito il ballo invece di cercare Bella andai da mia madre.

Volevo sentirmi stringere un ultima volta fra le sue braccia, mi sarebbe mancato il senso di protezione che provavo sempre quando lei era vicino a me.

Ballammo insieme senza una parola. Lei aveva pienamente capito ma non mi disse nulla, cercando solo di trasmettermi quella serenità che cercavo e l'affetto che provava per me.

Conscio che ormai il tempo stava per scadere tornai dalla mia Bella con l'intenzione di godermi gli ultimi sprazzi di felicità con lei cercando ancora una volta di dimenticarmi della partenza e di tutto quello che mi aspettava.


E come avevamo supposto tante volte, ridacchiando con i miei fratelli, il gruppo di licantropi presente non si smentii affatto facendo un fracasso infernale, fra danze, urli e scherzi ai novelli sposi mentre il cibo spariva a vista d'occhio rendendo movimentata e allegra quella splendida serata.

Alla fine presero prima Renesmee e poi Jacob facendoli volare in aria fra le urla, le risa e gli applausi degli invitati.

“E adesso tocca al padre della sposa ” rise Seth venendo assieme ai compagni verso di me.

Ma come la sua mano toccò il mio braccio un sordo ringhio uscii dalle mie labbra. Snudai i denti e l'avrei colpito se Jasper non mi avesse afferrato per le braccia.

“Bravo Edward...va tutto bene...calmati fratellino” mi sussurrò mentre il suo potere entrava nella mia mente come un balsamo.

Seth spalancò gli occhi stupito e spaventato dalla mia reazione mentre iniziava a tremare visibilmente, cercando di non trasformarsi davanti a tutti.

Un attimo di silenzio imbarazzante scese fra noi e solo la calma di Carlisle impedì ulteriori problemi.

“Basta ragazzi. Perché non andiamo tutti a ballare?” disse prendendo Seth per una spalla e allontanandolo da me fra le braccia di Sam che era accorso in aiuto “Jasper porta Edward, a fare due passi...probabilmente ha fatto qualche brindisi di troppo” aggiunse per distrarre gli umani che mi fissavano spaventati.

Lui annui e mi accompagnò fuori tenendomi stretto per un braccio.

Non so se fu il vento freddo o il potere di Jasper ma il vampiro si acquietò subito.

“Sto bene Jasper. Lasciami” dissi liberandomi dalla sua presa ferrea.

Lui mi scrutò un attimo negli occhi, poi qualcosa lo convinse che poteva farlo senza problemi.

“Ok Edward.” disse voltandosi a controllare chi stava arrivando.

Era Bella che con grazia ed eleganza si portò vicino a me.

“Vai Jasper, sto qui io con lui” gli disse sorridendogli.

Mio fratello mi fece un sorriso e visto che ero calmo e che non serviva più si allontanò velocemente con l'urgenza di abbracciare Alice nei suoi pensieri.

“Cosa ti è successo Edward?” mi chiese Bella mentre si levava le scarpe e si rintanava fra le mie braccia.

“ Faccio ancora fatica a controllarmi e quando Seth mi ha toccato...” non finii la frase. Mi vergognavo della mia debolezza.

Lei mi alzò il mento con un dito specchiandosi nei miei occhi che ora erano d'ambra.

“Stai ancora tanto male...vero Edward?” mi chiese senza levare lo sguardo dal mio.

Io invece non resistetti e abbassai la testa.

“Si. Aspettare non è servito a nulla Bella. E adesso devo partire. Devo andare là...Qui sono solo un pericolo per tutti voi” sputai fuori tremando non certo per colpa del freddo.

Glielo avevo detto, l'avevo ferita.

Non sapevo cosa aspettarmi e ancora una volta mi sorprese.

La sberla mi fece voltare la testa “E allora va da lei se è questo quello che vuoi” mi ringhiò contro e senza aspettare una mia risposta si precipitò nella grande costruzione lasciandomi solo nel giardino buio con i miei sensi di colpa.


Rimasi lì fermo a vedere scendere la neve con la morte nel cuore. Ecco alla fine ce l'avevo fatta...ero riuscito a ferirla. Le avevo promesso che non l'avrei mai più abbandonata e ancora una volta mi accingevo a violare la mia parola.

Ancora una volta le avevo mentito quando le avevo promesso che saremmo stati assieme per sempre.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** E' giunta l'ora ***


Ciao.  Come previsto in molte siete arrabbiate con Edward. E penso che nei prox due capitoli il vostro nervosismo aumenterà. Ma non siate troppo severe con lui...  devono succedere tante cose, cose che nessuno, nemmeno Alice può prevedere...
Un bacione e grazie ancora tantissiimo, sono emozionata dal vedere che dopo 3 FF siete ancora qua in trepida attesa!!!

Ps: Venerdì non posso postare sono in un Tw Raduno. Se riesco giovedì ma non ve lo garantisco visto che ho parecchio da fare, mal che vada ci sentiamo martedì prox. Un abbraccio e buon BD a tutte!!!♥♥


Capitolo 9 E' giunta l'ora


Edward


Erano partiti.

Renesmee mi aveva abbracciato gridandomi nella sua testa un “A presto papà”, mentre Jacob mi aveva stretto forte la mano guardandomi dritto negli occhi e abbozzando un sorriso “Ci rivedremo, stai attento laggiù non ti ficcare nei guai”.

Senza fretta aspettai che gli ospiti si allontanassero, che tutti si distraessero nei saluti di rito e silenzioso mi diressi in camera.

Non avevo più parlato con Bella.

Avevo provato ad avvicinarla diverse volte nella serata, ma tutte le volte con una scusa si era allontanata da me. Avevo potuto vedere nei suoi occhi la rabbia nei miei confronti e una volta aveva perfino alzato lo scudo per permettermi di leggere tutto il suo rancore e il disgusto che provava verso di me.

Mi feci una doccia, buttai alcuni vestiti in una sacca insieme a qualche libro e iniziai a mettermi la divisa.

Ero davanti allo specchio. Mi stavo lisciando la mantellina nera sulle spalle pensando a quanta importanza dessero le Guardie a quell'oggetto e a quante volte Rebecca me l'aveva sistemata con cura.

Sarei andato a Volterra a cercare cosa? Non lo sapevo neanch'io.

Sapevo di amare Bella eppure dovevo cercare Rebecca e dovevo in qualche modo ritrovare la pace con me stesso e con il mio istinto.

Aveva ragione Aro il mio posto non era più con la mia famiglia, ero cambiato, anche se mi spiaceva ammetterlo, e forse solo a Volterra avrei trovato finalmente un equilibrio.

Speravo che là in mezzo a loro sarei riuscito a imbrigliare nuovamente il vampiro e se non ce l'avessi fatta ... Bhe, almeno non avrei fatto del male a chi mi amava.

Non potevo continuare ad essere un pericolo per chi mi circondava. Gli volevo troppo bene per continuare a ferirli con il mio comportamento.

L'incidente con Seth era solo l'ultimo di una lunga lista, non sfociato nella tragedia solo grazie al continuo controllo della mia famiglia. Non potevo continuare a vivere così, prima o poi il vampiro avrebbe preso il sopravvento e qualcuno si sarebbe fatto male a causa mia.

Sospirai e presi il medaglione.

Ecco il legame tangibile che mi univa ai Signori di Volterra.

Ricordavo ancora con chiarezza il giorno che Aro me lo aveva legato al collo.

Non mi aveva solo messo un simbolo ma una vera e propria catena.

Aveva legato il mio destino al loro.

A testa bassa immerso nei miei tristi pensieri allungai le mani per chiudermelo ancora una volta intorno al collo ma me le trovai bloccate e con stupore, quando alzai gli occhi, mi trovai a fissare nello specchio il volto sorridente di Bella.

Mi prese la catena dalle dita e allacciò il medaglione al mio collo, poi con dolcezza mi fece girare e mi sorrise. “Ti amo Edward. Scusami.” mi disse dolcemente posando le sue braccia intono al collo.

“Sono io che devo scusarmi. Non volevo ferirti... ma devo andare” le dissi con gli occhi che pungevano per quella nuova separazione.

“Lo so Edward. Lo capisco. Così come immagino che mi diresti no se ti chiedessi di accompagnarti” mi rispose sorniona.

I miei occhi si accesero per la preoccupazione e con un tono di voce più forte di quello che volevo esclamai “No Bella!” poi abbassai la voce contrito “E' troppo pericoloso per te... ed è una cosa che... devo fare da solo.” finii.

“Vuoi portare Rebecca qua?” mi chiese inclinando leggermente la testa per studiare meglio la mia espressione.

“Non lo so Bella. Non so cosa succederà.” mormorai avvilito.

Lei annui e mettendosi sulle punte dei piedi mi baciò. Un bacio dolce e profondo.

“Ti amo Edward... cerca di non dimenticarlo” mi disse prima di voltarsi e scappare lasciandomi immobile a fissare il vuoto.

Non la meritavo. Non meritavo tutto quest'amore. E con gli occhi gonfi, la gola stretta andai a recuperare la macchina che mi avrebbe portato in Italia.


Il garage era buio e tutto era silenzioso. Assorto nei miei pensieri non sentii i loro odori e non mi accorsi della loro presenza. E quando realizzai… ormai era troppo tardi.



Carlisle


Era chiaro che sarebbe partito dopo la cerimonia. Non aveva cambiato idea mi confermò Alice durante il ricevimento.

Lei era triste come lo ero io.

Sapevamo che Edward era cambiato e lo tenevamo d'occhio con discrezione in continuazione, ma ci rendevamo tutti conto che non era più lui.

Dove era finito il mio ragazzo spensierato e felice?

Volterra ci aveva restituito l'ombra dell' Edward che conoscevamo e malgrado fossero passati ormai molti mesi la situazione non era cambiata.

E al matrimonio ne avemmo l'ennesima conferma.

Era pronto ad attaccare Seth. Non un licantropo qualsiasi ma il suo amico Seth! Quel ragazzo per il quale fino a pochi mesi prima, avrebbe dato la sua vita per difenderlo.

Seth ero stato il primo ad accettarci e a schierarsi con noi senza chiedere o pretendere nulla e tutti noi gli volevamo bene. Ma era soprattutto con Edward che si era instaurato un rapporto bellissimo durante la gravidanza di Bella.

Ma adesso Edward era cambiato.

Mi ero sempre rifiutato con me stesso di ammetterlo, ma aveva ragione. Finché non si fosse chiarito con i suoi sentimenti, finché non avesse dissolto le ultime nuvole del suo cuore e imbrigliato il vampiro dentro di lui, non avrebbe trovato pace fra di noi.

E adesso stava partendo.

Avevo visto Bella evitarlo per quasi tutta la sera e la ragione non poteva essere che una.

Lui le aveva parlato.

E con il cuore in gola presi per mano Esme e insieme andammo ad aspettarlo per salutarlo un ultima volta.

Non sarebbe partito come un ladro nella notte.

Non sarebbe partito prima di aver saputo che l'amavamo ancora e che avrebbe potuto far ritorno a casa in qualsiasi momento sia da solo che con ....Rebecca.

Stentavo a pronunciare quel nome che tanto ci aveva fatto soffrire. Ma sebbene le conseguenze avrebbero potuto essere nefaste, a sentire Alice, avrei accolto lo stesso quella vampira in casa nostra.

Non potevo fare diversamente, non avrei mai permesso a lei o a chiunque altro di farmi perdere il mio dolce figliolo.


Alice


I due sposini erano partiti ed io stavo ferma al margine del prato a far compagnia a una Bella silenziosissima.

Non ci eravamo parlate, non mi aveva detto nulla ma io sapevo tutto, così come sapevo che lei non l'avrebbe lasciato partire senza prima avergli rammentato un ultima volta il suo amore.

“Bella” le sussurrai dopo aver avuto la visione su di loro in camera. Lei alzò gli occhi su di me e mi sorrise appena. Poi prese fiato e mi sussurrò “Adesso vado”.

L'abbracciai stretta a me e poi la segui con lo sguardo allontanarsi. Stava andando da mio fratello e di questo le sarei stata per sempre grata.

Un dolce profumo attirò la mia attenzione e vidi Jasper in compagnia di Emmett e Rosalie venire verso di me.

“Cosa sta succedendo?” mi chiese Jasper nervoso.

Lui doveva aver capito che qualcosa non andava, i sentimenti di disperazione di Edward, quelli di dolore di Bella, di paura e tristezza dei nostri genitori sicuramente l'avevano investito tutta la sera esattamente come i miei che avevo cercato di nascondergli.

Per un attimo non risposi.

Edward non aveva voluto rivelare loro nulla, forse per paura di ferirli, forse per paura di essere fermato e indecisa mi chiesi se dovessi raccontargli o meno la verità.

Ma non potevo mentire a Jasper ed ero sicura che Edward stesse sbagliando.

“Edward sta per partire e tornare a Volterra” dissi loro in un sussurro appena udibile.

Il mio amore e i miei fratelli mi guardarono con gli occhi sbarrati increduli, mentre raccontavo loro ciò che Edward aveva nascosto in questi lunghi mesi e ciò che si preparava a fare.

Non dissero nulla, non imprecarono, non gli sfuggì una sola parola di biasimo verso loro fratello mentre metabolizzavano l'accaduto.

Alla fine quando calò il silenzio insopportabile vidi Jasper alzare lo sguardo verso la finestra illuminata della camera di Edward e prendermi per mano “Andiamo” disse mentre tutti e quattro ci allontanavamo nel buio.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Adii ***


Ciao eccomi qua. Di corsissima ma non volevo saltare l'appuntamento. Credo che questo capitolo sia un duro colpo, ma personalmente lo adoro perchè ci sono alcune sfumature che ritorneranno prepotenti più avanti. Quindi leggetelo con calma e attenzione. Alla fine della storia capirete il perchè ve l'ho detto!!
Un bacione a tutte.... e abbiate fede!!

Capitolo 10 Adii

Edward


Erano tutti lì. I miei genitori e i miei fratelli erano lì in garage ad aspettarmi.

Rosalie accese la luce ed io mi riscossi dai miei pensieri. Non mi aspettavo di trovarli lì a fissarmi con i loro volti tristi.

Avevo sperato di riuscire ad allontanarmi senza salutarli, di riuscire a fuggire nella notte in silenzio, senza rumore, senza il dolore della separazione.

“Ma bravo Edward, volevi andartene senza neanche salutarci?” mi rimproverò con un sorriso forzato Emmett.

Rimasi in silenzio, frastornato.

Non era stata una decisione dettata dalla cattiveria, ma dalla paura di non riuscire a partire se li avessi salutati.

“Edward. Non vogliamo fermarti... Capiamo il perché vuoi partire... Ma non ti permetteremo di fuggire nella notte come un ladro senza neanche averci detto addio” disse mia madre dolcemente.

Alzai gli occhi su Esme e sentii la gola stringersi.

Rimasi in silenzio consapevole che se avessi aperto la bocca sarei scoppiato in singhiozzi.

Mi guardai intorno con il cuore che sentivo stringersi sempre di più in una morsa dolorosa.

Senza una parola Emmett venne verso di me e mi abbracciò stretto.

“A presto fratellino e ricordati di non bere più birra” mi disse facendomi poi una carezza veloce sulla testa. Aveva cercato di sdrammatizzare come al suo solito ma i suoi pensieri erano carichi d'angoscia come quelli di tutti gli altri.

“Ci vediamo Edward, torna presto” mi disse Jasper stringendomi la mano e il braccio. Il suo sorriso era triste ma deciso. “Veglierò su Bella non temere” pensò risoluto strappandomi un sorriso mesto. Lui più di tutti stava capendo come mi sentissi straziato nel cuore da quei saluti.

“Non ho visto nulla Edward. Non capisco perché, ma l'ultima visione che ho sei tu al cospetto di Aro” mi disse Alice scusandosi. Il suo sguardo triste era lo specchio della sua anima.

Annui stringendola forte e dopo averla baciata sulla testa, le sussurrai “Non diventerai mai una Guardia. Te lo prometto Alice. Ricordati della promessa che mi hai fatto e ricorda a Jasper la sua.”

Lei si staccò e annui sorridendomi appena, triste per la mia partenza e irata dalla promessa che le avevo estorto.

Anche Rosalie venne ad abbracciarmi ma non mi disse nulla limitandosi a tenere gli occhi bassi come se avesse paura di salutarmi. E forse era proprio così. Non voleva dirmi addio. “Sai a cosa sto pensando vero?” mi chiese. Annui commosso e mi staccai per abbracciare i miei genitori.

Ancora una volta levai il braccialetto di famiglia dal polso e lo porsi a mia madre.

“Non lo merito mamma. Forse un giorno verrò a riprendermelo ma quando lo farò sarà solo se sarò ritornato l'Edward che avete chiamato figlio per tanto tempo” le mormorai tristemente.

Lei lo strinse forte fra le sue mani e nascose il volto nel petto di mio padre singhiozzando.

Distolsi gli occhi incapace di salutarlo. Gli dovevo tanto, troppo e non volevo sentire la delusione e il dolore che sapevo stava provando.

Ma lui mi passò un braccio dietro al collo e mi attirò a se stringendomi forte contro la sua spalla “Ti aspetteremo, come abbiamo sempre fatto. Da solo o in compagnia. E ricordati, Edward, che tu lo voglia o meno sarai per sempre un Cullen. ” disse semplicemente.


E quelle poche e semplici parole, contenenti tutto il suo amore e tutta la sua fiducia in me, si conficcarono profondamente nel mio cuore... da dove sarebbero saltate fuori con tutta la loro forza dirompente al momento opportuno.


Arretrai e mi diressi verso la mia Volvo.

Volevo fuggire il più veloce possibile da loro e dal loro amore che potevo quasi percepire nell'aria e che bruciava nel mio petto come un ferro arroventato.

Posai la mano sinistra sulla maniglia della portiera e i miei occhi si posarono sulla fede che portavo al dito.

Tremai e veloce me la sfilai poi mi girai verso Alice e gliela porsi.

“Dalla a Bella... non me la merito” mormorai guardando il segno che era rimasto sul mio dito.

“No Edward. Tu devi dargliela!” mi rispose chiudendo la mia mano intorno ad essa e facendomi segno verso l'entrata del box.

Lei era lì in piedi, che mi guardava.

Non resistetti e veloce mi buttai fra le sue braccia lasciando che mi stringesse stretto se.

La baciai con ardore, riempiendomi un ultima volta i polmoni e il naso con il suo profumo, mentre i singhiozzi uscivano dal mio petto non più controllati.

Lei ricambiò il mio bacio, senza un singulto e mi strinse forte.

“Addio Edward. Addio mio unico ed eterno amore”

Mi scostai tremante e aprii la sua mano facendole scivolare la vera fra le dita. Lei la guardò un attimo consapevole del gesto che stavo facendo e di quello che significava poi chiuse il pugno stringendola forte.

Senza una parola, in un silenzio carico di significati, si sfilò la catenina che portava al collo con il medaglione raffigurante il nostro stemma di famiglia e ci fece scivolare il mio anello vicino.

“La terrò qui, vicina al mio cuore, aspettando che tu venga a riprenderla” mi sussurrò decisa.


Era troppo.

Arretrai veloce e senza più avere il coraggio di guardarli, salii in macchina ingranando la marcia e allontanandomi sgommando nella notte.



Bella


L'avevo seguito silenziosa e sulla porta del garage lo vidi salutare la sua famiglia.

Era avvilito e più di una volta lo vidi cercare di trattenere dei singhiozzi.

Stava facendo quello che riteneva giusto ma sapevo anche che era una scelta che gli stava spezzando il cuore.

Quando mi mise in mano la sua vera, mi sentii morire.

Era come se avesse voluto lasciarmi libera, rompere il legame che ci univa.

In un lampo decisi che lo avrei aspettato qualche tempo poi se non fosse tornato avrei cercato la morte alla prima occasione. La vita senza di lui non mi interessava più. Ma questo lui non doveva saperlo, se fosse tornato doveva essere perché si era accorto di amarmi ancora non per qualche scrupolo assurdo.

Mi misi la vera al collo dove sarebbe stata vicino al mio cuore.

E con gli occhi tristi e la morte nel cuore lo vidi allontanarsi.

In un solo giorno avevo perso la figlia e il marito. Ma mentre ero sicura che Nessi sarebbe tornata a casa non avevo alcuna certezza sul suo futuro.

Aspettai che sparisse nella notte prima di crollare per terra fra i singhiozzi che avevo trattenuto per tutto il tempo. Non volevo farmi vedere debole da lui... lui non doveva sapere.

Probabilmente non avrebbe trovato il coraggio di partire se mi avesse visto così... ma lo doveva fare... lo sapevo e lo avevo accettato.

Loro non si erano allontanati e vennero tutti intorno a me per confortarmi.

Esme mi strinse forte. “Ritornerà Bella. Lo ha sempre fatto” mi disse baciandomi fra i capelli. Avevo bisogno di conforto e quella donna che adesso consideravo come mia madre doveva saperlo perché mi strinse forte a lei per consolarmi come se fossi stata una bambina piccola.

Grata del suo conforto mi abbandonai singhiozzante fra le sue braccia sotto gli occhi tristi dei miei fratelli e di mio padre che assorto guardava nella notte lungo la strada che aveva inghiottito suo figlio.

Quando mi fui calmata grazie anche a Jasper ci avviammo tutti verso casa. Nessuno parlava, ognuno era chiuso nel proprio dolore.


Stavamo per varcare la porta di casa quando qualcosa attirò la mia attenzione.

Fu un attimo ma per un momento mi sembrò di vedere in mezzo al bosco che circondava la nostra casa due grossi occhi gialli fissarmi nel buio della notte.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Un capitano delle guardie ***


Ciao a tutte. Edward è partito e adesso?? Adesso deve affrontare il suo destino...e finalmente capire chi è e  dove si trova il suo cuore... ma la strada sarà lunga e tortuosa anche perchè molte sono le cose a cui nessuno ha pensato... ma come alcune hanno notato aggrappatevi a questa frase: "E quelle poche e semplici parole, contenenti tutto il suo amore e tutta la sua fiducia in me, si conficcarono profondamente nel mio cuore... da dove sarebbero saltate fuori con tutta la loro forza dirompente al momento opportuno."

Un bacione a tutte ♥♥

Capitolo 11 Un Capitano delle Guardie


Edward


Ero partito. Avevo avuto il coraggio di salutare e dire addio alla mia famiglia. E adesso sarei tornato a Volterra.

Ma adesso sarei tornato cosciente di quello che ero.

Adesso mi sarei presentato come un Capitano delle Guardie e avrei fatto valere il mio grado all'interno della Rocca.

Avrei ubbidito ad Aro e mi sarei comportato come una vera Guardia e avrei cercato Rebecca.

Volevo parlarle, capire che cosa provavo per lei realmente.

Poi avrei deciso cosa fare. Non avevo un piano preciso e non sapevo bene che cosa aspettarmi... sapevo solo di dover chiarirmi con me stesso se volevo tornare a casa.

Esme e Carlisle mi avrebbero aspettato. Lo avevano già fatto altre volte. Loro perdonavano sempre.

Ma Bella?? Mi aveva detto che mi avrebbe aspettato ma cosa sarebbe successo se avessi scoperto di essere innamorato di Rebecca??

Non lo sapevo e non volevo pensarci.

Se volevo attuare il mio piano non avevo scelta, dovevo nascondere nella mia mente e cancellare dal mio cuore i saluti strazianti della mia famiglia.

Aro non doveva sapere il perché ero tornato.

Gli avrei raccontato una mezza verità. Ma il mio piano di strappare Rebecca dalle sue grinfie andava nascosto.

Mi fermai per strada e cacciai nei boschi italiani.

Volevo presentarmi gonfio di sangue. Avrei così evitato di dovermi nutrire di sangue umano, almeno per un po'.

Fu così che invece d'impiegarci solo tre giorni per raggiungere Volterra ne impiegai quattro.

Ecco adesso ero pronto ad affrontare i miei Signori.


Giunto alla base della Rocca posteggiai la mia Volvo e a piedi mi diressi all'ingresso della piazza.

Era notte ovviamente. Non volevo correre rischi. Ma la luna brillava serena in cielo.

Mi fermai sulla piazza e fui invaso da una marea di ricordi. Bella che correva per salvarmi... le uscite con Felix e Demetri... gli incontri clandestini con la mia famiglia...

Quante cose erano successe e quanto mi avevano cambiato la vita!

Presi un sospiro e mi recai all'entrata nel vicolo a fianco alla torre.

Apparentemente non c'era nessuno ma io sapevo che era sorvegliata e senza indugio bussai forte.

Il portone si aprii e due Guardie spuntarono incuriosite.

Salute a te Damon. Puoi farmi entrare?” chiesi a quella alta.

Lo conoscevo bene, non era mai stato molto gentile nei miei confronti ma aveva partecipato alla battaglia e sapeva quanto forte fossi diventato e che mi doveva la vita.

L'altro non lo avevo mai visto, probabilmente era nuovo. Era inquieto e gli occhi erano rossi fuoco tipici dei neonati nel primo anno.

Mi ringhiò preoccupato snudando i denti.

Damon lo zittì subito “Taci e trattieniti Telemaco.” poi si rivolse a me “Edward? Che ci fai qui?” mi chiese chiaramente stupito dalla mia presenza.

Dovevo chiarire subito, se volevo realizzare il mio piano era necessario far valere subito il mio grado.

Capitano Edward... Damon” precisai con la voce tagliente mentre scrutavo con astio Telemaco.

Damon spalancò per un attimo gli occhi poi abbassò la testa in segno di rispetto “Scusate Capitano. E' che non vi aspettavamo e mi avete colto di sorpresa”

Sorrisi compiaciuto “Capisco Damon. Posso entrare?” risposi .

Lui annui e mi fece segno di passare poi chiuse il portone alle mie spalle.

Resta qui Telemaco, ti mando qualcuno a sostituirmi devo accompagnare il Capitano dal nostro Signore” disse sicuro di se.

Telemaco si limito ad annuire e a lanciarmi uno sguardo di sottecchi mentre mi stava studiando attentamente “Chissà chi è. Non l'ho mai visto. E' un Capitano... uno di noi... però ha gli occhi gialli. Mi domando il perché non l'abbia mai visto prima ” sorrisi divertito “Vedrai che troverai qualcuno che ti spiegherà ” risposi allontanandomi nel corridoio e lasciando Telemaco ancora più confuso di prima.

Sicuramente nei prossimi giorni avrebbero tutti parlato del Vampiro Edward.

Tutti mi conoscevano o perlomeno conoscevano le storie che mi circondavano. Ero uno dei pochi che aveva osato, infatti, più di una volta sfidare i Signori di Volterra.

Il vampiro dagli occhi gialli che amava passare il suo tempo libero sugli alberi, che aveva imparato a combattere e che non sottostava alla disciplina facilmente era ormai al centro dei pettegolezzi delle Guardie.

All'inizio mi avevano affibbiato i nomignoli più strani come Vampiro Triste o Tarzan ma molti di coloro che mi avevano disprezzato in passato avevano imparato a rispettarmi dopo la battaglia.

Avevo dimostrato il mio valore combattendo al loro fianco e avevo conquistato la loro stima oltreché i gradi di Capitano.

Tutti tranne Jane ed Alec ovviamente.

Loro di grado superiore al mio avrebbero continuato a disprezzarmi e a cercare tutti i modi possibili per colpirmi e ferirmi, ma questa volta non avrebbero trovato una scusa. Non gli avrei permesso di trattarmi come in passato, avrei fatto il bravo e rispettato le regole e se ne avessi avuto l'opportunità mi sarei vendicato.


Ci inoltrammo nei lunghi e bui corridoi.

Era la cosa che odiavo di più di Volterra. Io amante degli alberi e dei boschi odiavo sentirmi chiuso e soffocare da quelle alte mura di pietra.

Sospirai, mi ci dovevo abituare nuovamente.

Damon mi fece strada fino allo studio privato di Aro.

Avevamo incontrato diverse Guardie nel nostro percorso. Alcune le conoscevo, altre no. E tutte quelle che mi conoscevano spalancarono gli occhi vedendomi.

Nessuno si aspettava che tornassi a Volterra così presto. Il mio obbligo sarebbe scattato fra quattordici anni e nessuno si sarebbe immaginato di vedermi camminare fra loro prima di quel termine .

La mia riluttanza all'arruolamento era famosa.

Aspettate qui un attimo, Capitano” mi disse Damon entrando per primo.

Aspettai solo pochi secondi, quando la porta si aprii nuovamente e lui mi fece segno di entrare.

Presi fiato per farmi coraggio ed entrai nello studio di Aro a testa bassa.

Tante volte ero stato convocato lì e quasi mai ne ero uscito senza dolore.

Feci qualche passo e alzai la testa risoluto “Mio Signore Aro.” dissi guardando negli occhi quel vampiro che tanto odiavo e che tanto temevo.

Non era solo nella stanza.

Con lui c'erano radunati i Capitani di Volterra.

Jane, Alec, Felix e Demetri posarono uno sguardo stupito su di me.

Edward che piacere vederti qui, non ti aspettavo così presto” esclamò Aro compiaciuto dalla mia presenza inaspettata.

Cosa sei venuto a fare?” mi chiese Jane sospettosa e rabbiosa.

Non mi sopportava, tante volte me lo aveva detto e tante volte mi aveva promesso di uccidermi alla prima occasione. Erano lei e il suo gemello che dovevo temere di più.

La guardai con un sorrisetto ironico e poi mi voltai verso il mio Signore

Sono venuto, mio Signore, per chiederti di accettarmi, di nuovo, al tuo servizio fra le Guardie” gli dissi senza degnare di uno sguardo Jane.

Sentii forte e distinto il suo ringhio echeggiare nella sala.

Aro si voltò verso di lei infastidito “Jane smettila. Edward è tornato fra noi e tu dovresti esserne felice come tutti noi. Il suo dono è forte e potente ed io a nome anche dei miei fratelli gli porgiamo il benvenuto” disse venendo verso di me.

Inginocchiati Edward” mi ordinò.

Vidi il sorriso sul volto di Jane aprirsi compiaciuto. Sapeva quella sadica vampira quanto odiassi inginocchiarmi ai piedi del mio Signore e contava evidentemente su un mio rifiuto.

Le sorrisi divertito e senza dire nulla mi piegai sulle ginocchia abbassando il capo.

Mi stava mettendo alla prova, ed io dovevo stare al gioco imbrigliando il mio orgoglio.

Aro si avvicinò e posò la mano sulla mia testa.

Io lessi nei suoi pensieri la gioia di avermi ai suoi piedi e la soddisfazione di aver vinto.


Si, il suo piano era riuscito.

Ero ritornato a Volterra di mia spontanea volontà e mi stavo mettendo ai suoi ordini ubbidiente e docile.


E per un attimo tremai quando lessi nella sua mente l'intenzione di prendere anche Bella, Alice e Jasper in qualche modo. Era convinto che una volta caduto io, gli altri mi avrebbero seguito.

Ingoiai la mia rabbia per il suo piano e rimasi in silenzio, sottomesso e mansueto.

Lui levò la mano e m'invitò ad alzarmi.

Alzati Edward. Sono felice che tu sia tornato, Capitano della Guardia.” affermò rimirando i miei occhi gialli.

Ma perché hai deciso di tornare da noi?” mi chiese poi afferrandomi la mano.

Sono ritornato ad essere un vero vampiro e non c'era più posto per me.
La mia famiglia non ha accettato il mio cambiamento ed io non sono stato capace di ritornare ad essere quello che ero” affermai con la testa bassa.”Avevate ragione Mio Signore, io non vado più bene per loro. 
Quello non è più il mio mondo e le sue regole mi stanno strette.”

E quest'ultima parte, purtroppo, era la verità.

Mi aveva trasformato e per quanto mi fossi sforzato, il mostro dentro di me era sveglio e inquieto.


Lui annui compiaciuto.

Benissimo Edward. Puoi andare nella tua stanza. Domani sera prenderai servizio presso di me. Prima di allora sei libero di girare indisturbato per la Rocca. Ma ricordati che non ne puoi uscire senza ordini”

Annui e mi girai per uscire.

Edward ci vediamo più tardi in cortile” il pensiero di Demetri bussò allegro nella mia mente. Mi girai e annui impercettibilmente, poi uscii per recarmi nella mia stanza.



Era ancora buio e dopo aver posato la sacca decisi di andare in cortile.

Anche stavolta incontrai diverse Guardie, ma non mi degnai nemmeno di salutarle.

Quando misi i piedi sull'erba tirai un sospiro di sollievo. Il vento fresco mi abbracciò e veloce andai dal mio albero.

Mi fermai ai suoi piedi e chiudendo gli occhi mi rividi quando per la prima volta avevo costretto Rebecca a salirci sopra. Un sorriso apparse sul mio volto mentre le mie mani si posarono su quella ruvida corteccia.

Dolcemente iniziai ad accarezzarlo, grato che lui fosse ancora là.

Un ancora a cui aggrapparsi, un punto fermo dentro il caos del mio cuore e quasi sobbalzai quando una voce conosciuta mi chiamo:“Edward!”

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Incontri ***


Ciao è il momento di sapere chi ha chiamato Edward. Non vi anticipo nulla e vi lascio al capitolo. Baci e grazie!!!!


Capitolo 12 Incontri


Edward


Mi voltai subito e mi trovai a faccia faccia con Ilmi e Kong.

I due istruttori delle Guardie che mi avevano insegnato a combattere si avvicinarono sorridenti a me.

Non ci volevo credere quando ho sentito dire che la Guardia dagli occhi Gialli era tornata alla Rocca” disse un divertito Kong.

Io annui e mi avvicinai stringendogli la mano “Ciao Kong. Sono contento di rivederti” poi alzai lo sguardo verso il gigante che gli era a fianco “Ilmi.” lo salutai inclinando la testa con rispetto .

Lui mi sorrise e ignorando la mia mano mi strinse fra le sue forti braccia “Siamo felici di rivederti Edward” mi disse mentre mi stritolava affettuosamente.

Mi staccai da lui e sorrisi a quelle due guardie che sapevo si erano affezionate a me.

Perché sei tornato?? Credevo che ci odiassi” mi chiese Kong facendomi segno di sederci per terra, ridacchiando.

Ubbidi e sorridendo gli risposi “Perché mi mancavate”

Non si aspettavano una risposta simile ed entrambi socchiusero gli occhi valutando la mia sincerità.

Sei proprio tutto strano” commentò Ilmi scuotendo la testa.

Già di tutte le risposte possibili questa non me l'aspettavo” confermò Kong.

Intendi restare?” mi chiese nuovamente Ilmi decisamente incuriosito

Scossi la testa divertito da quello che sembrava un interrogatorio in piena regola “Non lo so. Ho le idee un po' confuse” dissi pentendomene subito.

Per quanto amici fossero non dovevo dimenticare che erano pur sempre delle Guardie al servizio di Aro.

Vidi Ilmi sorridere sornione della mia espressione “Non ha importanza Edward. Non temere. Sono solo contento di averti rivisto e non credevo che saresti tornato di tua volontà. Sembravi troppo felice di scappare via da qua, l'ultima volta.”

Ingoiai a vuoto. Aveva ragione, ovviamente. Eppure a casa non ero stato capace di essere tranquillo, di dimenticare quello che era successo.

Non risposi, non sapevo cosa dire.

Bene Edward. Oggi pomeriggio abbiamo lezione, perché non ci vieni a trovare, se non hai da svolgere incarichi?” mi chiese Kong alzandosi e dandomi una pacca amichevole sulla schiena.

Annui “Certamente” risposi. Non avevo nulla da fare e la loro compagnia sarebbe stata un ottimo diversivo.

Li vidi allontanarsi chiacchierando allegramente e quando furono lontani salii rapidamente sul mio albero.

Non mi sfuggirono i commenti di alcune nuove Guardie che si trovavano a passeggiare nel cortile. Il mio udito mi permise di ascoltare i loro sussurri mentre la loro mente esprimeva tutto il loro stupore per il mio gesto inaspettato.

Ma non mi interessava, mentre veloce salivo fino agli ultimi rami e inspiravo il vento tiepido che portava i profumi della campagna circostante.



Fu solo quando il sole si alzò alto nel cielo che Dementri e Felix mi vennero a chiamare.

Ehi Edward. Che ne diresti di scendere?”

Guardai di sotto e li vidi sorridenti alla base dell'albero.

Con pochi balzi atterrai al loro fianco e mi affrettai ad abbracciarli felice di rivederli.

Non pensavo che fosse possibile ma mi ero affezionato a quelle due ruvide Guardie che mi avevano preso sotto la loro ala protettiva.

Sono felice di rivedervi” dissi sorridendogli.

Anche loro sembravano felici e potei sentire la gioia nelle loro menti.

Bentornato Edward” confermò un sorridente Felix.


Ci mettemmo a passeggiare in cortile e loro mi raccontarono quello che era successo dopo la mia partenza.

Ovviamente erano stati puniti severamente anche se si rifiutarono di dirmi come.

Titubante per la prima volta chiesi informazioni sul vero motivo che mi aveva spinto a Volterra.

Dov'è Rebecca?” domandai tranquillo simulando indifferenza.

Vidi appena Demetri irrigidirsi nervoso mentre Felix sorridendo divertito spiegò “E' fuori... in missione.”

Annui chiedendomi se c'era dell'altro ma un sesto senso mi consiglio di tacere mentre nelle loro menti potei leggere il dispiacere per quell'allontanamento.

Le è successo qualcosa?” chiesi all'improvviso ansioso colpito dai loro pensieri.

Felix mi scrutò di traverso mentre Demetri stringeva lo sguardo chiedendosi il perché mi interessasse tanto.

Una normale missione” rispose evasivo.

Si è legata a qualcuno?” insistei troppo spaventato per accorgermi che mi stavo avventurando su un terreno pericoloso.

Non credo che la cosa ti debba interessare” mi rispose brusco Demetri rivolgendo i suoi pensieri al pasto consumato il giorno precedente.

Già, è vero” confermai per allontanare il sospetto sul vero motivo della mia visita e ritraendo la mia mente dalle loro.

Chissà perché non mi avevano risposto?? Mi domandai assorto scocciato dal sapere che avevano trovato il modo per tenere i loro pensieri al sicuro.

Dovevo riuscire a scoprire dov'era e quando sarebbe tornata.

Sospirai e seguii i miei due amici all'interno della Rocca.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Un potere imbarazzante ***


Ciao vi lascio al nuovo capitolo dove ritroverete un "simpatico" personaggio.  Baci a tutte ♥♥


Capitolo 13 Un potere imbarazzante


Edward


Li accompagnai fino alla sala del trono e poi mi allontanai.

Non ci tenevo ad incontrare Aro e Caius.

Il primo l'avrei visto quella sera e il secondo mi odiava fortemente.

Non avevo ancora capito cosa gli avessi fatto per meritarmi il suo odio ma supponevo fosse perché avevo avuto in passato, assieme alla mia famiglia, il coraggio di oppormi a loro.

Il mio Signore Marcus, invece non sapevo bene cosa pensasse di me. Non mi aveva mai osteggiato apertamente ne tanto meno protetto. Probabilmente gli ero indifferente come la maggior parte delle questioni.

Chiuso nel suo dolore per la perdita della moglie si era isolato da tutto e da tutti limitandosi a fare presenza e lasciando ai fratelli le decisioni importanti. Ma sapevo che non gli sfuggiva nulla. Una presenza silenziosa ma determinante al tempo stesso.


Mi allontanai nei corridoi rimuginando e salutando le poche Guardie che mi conoscevano con fare distratto quando un voce stupita mi chiamo “Edward”.

Mi voltai e mi vidi venire in contro Pamela.

Rimasi fermo non sapendo bene come comportarmi. L'ultima volta che l'avevo vista mi era letteralmente saltata addosso e solo la presenza di Rubens mi aveva permesso di evitare il suo assalto.

Certo la colpa era la mia.

L'avevo sedotta per rubarle la password del computer e lei quando era stata trasformata per punizione si era illusa di essere un qualcosa di più per me.

Quando poi le avevo spiegato come stavano le cose mi aveva giurato vendetta e che in un modo o nell'altro sarei stato suo.

Mi irrigidì pronto a difendermi.

Non avevo alcuna intenzione di lasciarmi baciare o di avere una qualsiasi storia con lei.

Oltre a non piacermi, il mio cuore era già abbastanza lacerato senza aggiungere lei alla lista.


Ma contrariamente a quanto mi aspettassi si avvicinò tranquilla sorridendomi come se ci fossimo salutati da ottimi amici.

Ciao Edward. Sei tornato” mi disse allegra.

Annui ed entrai nei suoi pensieri. Non mi aspettavo nulla di diverso, voleva avermi a tutti i costi.

Rinunciaci Pamela. Non perdere tempo con me è una battaglia persa la tua” le risposi per mettere subito in chiaro cosa pensassi.

Lei annui e sempre sorridendo si avvicinò di più a me.

Non temere Edward. Mi sono fidanzata con Lucio e non provo più nulla per te” mi disse.

Restai in silenzio, sentivo i suoi pensieri vorticare, non era una bugia ma neanche la verità.

Sospirai. “Pamela....leggo nei pensieri” le risposi divertito dalla sua espressione stupita.

Fece una smorfia. “Poco male Edward” mi disse allungando la mano e posandomela sul petto.

Arretrai appoggiandomi con la schiena sul muro del corridoio.

Cosa stai facendo?” dissi stupito mentre sentivo il mio respiro diventare veloce.

Scrollai la testa per riordinare le idee che sembravano essere diventate improvvisamente confuse mentre sentivo crescere in me il desiderio di baciarla e i calzoni tirare all'altezza dell'inguine.

Mi stai per baciare Edward” mi disse prima di posare le sue labbra sulle mie. Avrei voluto ritrarmi da quel contatto ma qualcosa mi stava spingendo a ricambiare il suo bacio mentre la stringevo a me.

Le mie labbra si attaccarono alle sue vogliose e impazienti.

Una sua mano si posò dietro al mio collo iniziando a giocare con i miei capelli mentre l'altra scivolava languida sui pantaloni facendomi tremare dal desiderio.

Non riuscivo a ragionare con chiarezza, ero preso da una voglia disperata di toccarla e di liberarmi dai vestiti mentre sentivo il mio membro pulsare dolorosamente smanioso di possederla. Le mie mani si posarono sui suoi glutei cercando di farsi strada sulla pelle liscia del sedere alla ricerca del suo luogo nascosto.

Pamela che stai facendo? Staccati subito da lui !!” la voce forte di Rubens accompagnarono le sue mani che presero Pamela per le spalle strattonandola via da me.

Sobbalzai e presi fiato mentre riprendevo, confuso, nuovamente contatto con la realtà come se mi fossi appena svegliato da un sogno.

Mi pulii la bocca con il dorso della mano schifato dal contatto avuto con lei, mentre li fissavo chiedendomi che cosa fosse accaduto in realtà.

Sapevo che ci avresti provato. Avevo ordine di tenerti d'occhio. Vai subito nella tua stanza e restaci mentre vado a fare rapporto. Non ti è consentito usare il tuo potere sulle Guardie dovresti saperlo ormai” la voce di Rubens non ammetteva repliche mentre Pamela gli sorrideva per nulla intimorita.

Come vuoi Rubens. A più tardi Edward... magari la prossima volta non ci interromperà nessuno” mi sibilò contro mandandomi un bacio con la mano mentre si allontanava di corsa.

Guardai Rubens ancora confuso.

Lui sospiro e si rivolse a me “Tutto bene Edward?” mi chiese gentile.

Annui “Si....adesso si. Ma non capisco cosa mi sia preso” chiesi ancora stupito guardandolo e aspettando una spiegazione da lui.

Pamela ha sviluppato in questi mesi un potere particolare. Che non riusciamo a imbrigliare” mi disse scuotendo la testa chiaramente irritato.

Non avremmo dovuto trasformarla e se non sta attenta saremo costretti a sopprimerla” disse chiaramente infastidito dagli atteggiamenti della bella vampira.

Quale potere ?” chiesi cercando di capire che cosa mi era successo mentre sentivo il mio corpo teso iniziare a rilassarsi

Non ti devi far sfiorare da lei, Edward. Perché vedi basta toccarla o anche solo sfiorarla che cadi sotto il suo dono” mi disse.

Strinsi gli occhi cercando di fare chiarezza nei miei ricordi “E sarebbe?” chiesi incuriosito.

Non ti sei accorto?” mi domandò divertito .

Stetti in silenzio un attimo ma quello che era appena successo era solo un vago ricordo coperto da ombre “Temo di no” dissi.

Stavi per fare l'amore per lei e se non ti avessi fermato le saresti saltato addosso nel giro di poco” disse guardandomi ridacchiando nel vedermi sgranare gli occhi dalla sorpresa.

Ma...” feci per protestare, ma lui mi zittì invitandomi a guardare i miei pantaloni.

Non essere imbarazzato Edward, l'ha fatto con quasi tutti, ma non c'è verso di bloccarla. Anche perché non viene mai punita” disse fra i denti irritato.

E perché mai ?” gli domandai stupito e irato con me stesso per quello che stavo per combinare nel corridoio.

Perché è sotto la protezione di Caius. E quindi al massimo viene solo rimproverata... nulla di più” disse scuotendo la testa.

Non era una bella notizia quella che mi aveva dato, ci mancava solo Pamela con il suo strano dono a complicare la mia vita.

E dopo averlo ringraziato, sia per il suo intervento sia per l'avvertimento, ci salutammo.

Avrei dovuto stare attento ovviamente, ma almeno avevo scoperto di avere un altro amico all'interno della Rocca oltre ad una vampira assatanata che mi dava la caccia e che avrebbe cercato d'insidiarmi in ogni momento.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Iniziano i problemi ***


Ciao vi lascio con un nuovo capitolo nel quale ritorneremo anche a vedere cosa sta succedendo a casa Cullen.  Buona lettura.

Capitolo 14 Iniziano i problemi


Edward


Passai il pomeriggio ad assistere all'addestramento delle nuove Guardie.

Ilmi e Kong non davano loro tregua ed io, che mi ero messo lontano per non disturbare le lezioni, passai il tempo ad osservarli mentre la mia mente vagava persa nei ricordi di quando io stesso avevo subito il loro allenamento.

Alla fine mi chiamarono e m'invitarono a combattere per dare una dimostrazione.

Declinai gentilmente l'invito, avevo paura di non riuscire a gestire il vampiro dentro di me che sentivo smaniare dalla voglia di uccidere.


Congedati gli alunni si avvicinarono.

“Che succede Edward, ti ritieni troppo superiore per noi, adesso?” mi chiese Ilmi a bruciapelo evidentemente irritato dal mio atteggiamento scostante.

Scossi la testa mortificato e gli raccontai la difficoltà che avevo a gestirmi.

“Questo non va bene Edward” sentenziò Kong “non è normale. Se ogni Guardia che va in battaglia non fosse in grado di gestirsi al suo ritorno, finiremmo tutti per azzannarci fra di noi” scuoteva la testa preoccupato.

“Lo so. E' per questo che sono qui. Ero un pericolo per la mia famiglia” spiegai triste ripensando a tutto quello che era successo nei mesi precedenti.

“Credo che l'unica sarebbe nuovamente combattere sforzandoti di gestire il tuo istinto” mi disse Kong pensieroso.

“Sono pericoloso. Non voglio farvi del male per errore” risposi scuotendo la testa spaventato alla sola idea di quello che avrei potuto combinare se non mi fossi riuscito a controllare.

“Non ti preoccupare” disse Ilmi sorridendomi divertito “Ci faremo aiutare da Rubens e Anna nel gestirti. Loro sono abituati a tenere bravi i neonati... e quindi non credo che tu possa essere un problema” disse sorridendomi “Ci vediamo domani pomeriggio qui alle sei” affermò poi scambiandosi un segno di assenso con Kong.

“Ma...” non riuscii a proseguire perché vidi una Guardia che non conoscevo venire verso di noi velocissimo.

“Edward, il nostro Signore Aro ti vuole” mi disse tutto d'un fiato. Era un ragazzo sui quindici anni, biondo e dai lineamenti delicati. Dal modo di fare sembrava un neonato e anche gli occhi rossi accesi sembravano darmi ragione.

“Daniele. E' un Capitano ed un tuo superiore e gli devi portare rispetto” intervenne Kong divertito dal comportamento del ragazzo.

“Perdonami, mio Capitano...io...” iniziò a balbettare intimorito.

Non avevo mai visto un vampiro così timido e sorridendo lo zittii “E' tutto a posto Daniele, accompagnami da lui” lo vidi abbassare la testa e poi visto che non lo avevo rimproverato mi fece un largo sorriso e si avvio. Salutai i due istruttori e mi avviai al cospetto di Aro.

Mi aspettava una lunga notte, ma avrei svolto il mio lavoro senza lamentarmi.



Carlisle


Edward era partito da pochi giorni e non avevamo più avuto sue notizie. Nemmeno Alice diceva di aver avuto visioni su di lui ma sospettavo che stesse mentendo.

Mi domandavo il perché non avesse cercato di comunicare con noi, non riuscivo proprio a capire quel ragazzo.

Quando era partito singhiozzava disperato eppure era partito ugualmente.

Aveva soffocato il suo cuore per andare a cercare un qualcosa che neanche lui sapeva.

E adesso mancava a tutti quanti tantissimo.

Facevamo finta di niente ma ci sembrava che la casa fosse vuota.

Bella era triste e le sue sorelle cercavano di coinvolgerla e di non lasciarla sola ma era evidente la sofferenza sul suo viso e l'apatia che l'aveva avvolta era preoccupante.

Non cacciava e non usciva mai di casa. Se qualcuno dei suoi fratelli o noi non la cercavamo era capace di passare intere giornate ferma, in piedi davanti alla finestra a scrutare l'orizzonte.

Forse sperava di vederlo comparire all'improvviso o sognava di andare da lui.


Fu ritornando dall'ospedale che ebbi il sospetto che qualcosa non andava.

Dopo aver parcheggiato scesi dalla macchina e mi girai di scatto.

Avevo percepito la vicinanza di qualcosa e con i sensi allerta studiai l'ampio giardino e il bosco circostante ma solo il profumo di Esme che si stava avvicinando colpì il mio olfatto.

Scrutai attentamente, ma nulla. Forse me lo ero sognato, forse era stato solo un falso allarme... ma non ero tranquillo e abbracciando la mia dolce Esme mi affrettai ad entrare a casa.

“Dov'è Jasper?” chiesi fra gli sguardi stupiti della mia famiglia. Mancava solo lui.




Jasper


Ero sull'albero.

Ero sicuro che gli occhi gialli che avevo intravisto nel bosco il giorno precedente sarebbero ritornati e dopo aver raccontato che volevo andare a caccia da solo mi ero allontanato.

Non avevo mentito o perlomeno non del tutto dal momento che ero effettivamente a caccia anche se non delle solite prede, non per nutrirmi come pensavano. I miei obiettivi erano ben altri.

Non mi piaceva quello che avevo visto nel bosco e avevo bisogno di risposte.

Mi appostai in alto nascosto dalle fronde degli alberi, se avevo ragione lui non mi avrebbe trovato, mente io potevo sorvegliare la mia famiglia pronto a intervenire se ce ne fosse stato bisogno.

Vidi Carlisle fermare la Mercedes e scendere dalla macchina.

Fu allora che lo vidi allontanarsi preoccupato di essere stato visto da mio padre.

Un sorriso maligno si aprì sul mio volto.

Si reputavano furbi ma non lo erano, adesso bisognava solo capire quanti fossero e che piani avessero.



Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Malik ***


Ciao a tutte. Vi lascio un nuovo capitolo dove scoprirete cosa ha fatto promettere Edward ad Alice!!!   Un bacione e buona lettura.


Capitolo 15 “Malik!”


Edward


Entrai e mi inginocchiai ai piedi di Aro.

Lui si volto a sorridermi poi senza una parola posò la sua mano sulla mia testa, mentre il primo vampiro entrava nella Sala del Trono.

Lavorai tutta la notte e come al solito feci ritorno alla mia camera ancora stordito.

Questa volta al mio fianco non c'era Rebecca ad aiutarmi e ci misi un po' prima di riuscire a rilassare abbastanza la mente per immergermi in quella specie di torpore che mi permetteva di recuperare le forze.


Erano le prime ore del pomeriggio quando ancora intontito mi venne a chiamare Daniele.

Buongiorno mio Capitano” mi salutò tutto festoso.

Gli sorrisi, mi piaceva il modo di fare di quel ragazzo. La sua dolcezza e allegria erano contagiose senza contare che mi ricordava Alice, sembrava un folletto perennemente sorridente proprio come la mia sorellina.

Il nostro Signore Aro ti aspetta nel suo studio, appena sei pronto” finii allegro prima di uscire come un razzo dalla stanza.

Mi alzai e mi guardai intorno. Per un attimo cercai Rebecca, poi scossi la testa sbuffando. Ero solo ovviamente, e mi scocciava ammetterlo... ma mi mancava.

Avevo voglia di rivederla, di parlarle di chiarire quello che si agitava dentro di me.

Ma lei non c'era e io non sapevo quando sarebbe arrivata.


Incuriosito mi avviai da Aro, chiedendomi ancora una volta che cosa potesse mai volere da me.

Quando arrivai bussai alla porta ed entrai.

Non era solo, con lui c'era Malik.

Oh Edward. Eccoti finalmente” mi disse cordiale il mio Signore.

Annui e abbassai la testa per salutarlo.

Sul suo volto si aprii un sorriso allegro . Nella sua mente, ancora una volta esplose la gioia per avermi lì, sottomesso ai suoi desideri.

Oggi pomeriggio devi accompagnare Malik. Il tuo dono sarà importante per svolgere bene il suo lavoro. Ed Edward, mi aspetto che tu gli ubbidisca” terminò.

Annui “Come volete Mio Signore” risposi e posai lo sguardo sul vampiro al suo fianco.

Lo conoscevo di vista ma non gli avevo mai parlato. Sapevo che si occupava della gestione della Rocca ma non sapevo esattamente di cosa. Apparteneva alla Guardia Reale e la sua mantella bordata di rosso lo identificava come responsabile dell'amministrazione. Lui mi stava studiando, chiedendosi se sarei stato effettivamente d'aiuto o solo un impaccio per la sua missione.

Dovrai metterti in borghese e vestito elegante Edward. Ci vediamo tra quaranta minuti in piazza” mi ordinò.

La sua voce melodiosa come tutti quelli della mia razza era ferma e severa proprio come il suo aspetto.

Se fossimo stati umani avrei potuto scambiarlo per un Professore o il Dirigente di una grande industria, mentre vedevo i suoi occhi scrutarmi enigmatici e i suoi pensieri ripassare tutto quello che sapeva su di me.

Ci sarò” gli risposi mentre venivo congedato dal mio Signore con un gesto.

Senza perdere tempo andai in camera e mi vestii con un completo grigio sopra una camicia azzurrina che trovai nell'armadio. Non sembravo più ne una Guardia, ne tanto meno un diciassettenne.

Mi guardai nello specchio per sistemarmi la cravatta blu a strisce bianche e rosse e il ricordo del matrimonio di Nessi bussò nella mia mente.

Bella” mormorai al mio riflesso mentre venivo assalito dai ricordi e la mia mano si alzava come per farle una carezza.

Ingoiai a vuoto diverse volte per calmarmi stringendo con violenza i pugni lungo i fianchi.

Una ferita del mio animo si era riaperta, ma non potevo permettere al mio cuore e alla mia mente di pensare a lei. Non sarei tornato da lei fino a che non fossi diventato sicuro dei miei sentimenti nei suoi confronti e non fossi riuscito a imbrigliare il mostro dentro di me una volta per tutte.

Quando ebbi la forza di riaprire le mani sulla mia pelle erano presenti i segni lasciati dalle unghie. Mi guardai ancora una volta per accertarmi di avere tutto in ordine e veloce uscii sulla grande piazza.

Non aspettai molto che vidi Malik venirmi incontro.

Anche lui vestito elegante si fermò vicino a me osservandomi attentamente.

Bene Edward” annui sorridendomi mentre lanciava un veloce sguardo al mio abbigliamento trovandolo evidentemente di suo gusto “Aro mi ha detto che sei abituato a stare in mezzo agli umani e a comportarti come tale e questo fa di te un ottimo compagno. Non sono molte le Guardie capaci di comportarsi normalmente e nessuna ha il tuo preziosissimo dono” disse scrutandomi di sottecchi.

Scossi la testa “Da quando mi sono scontrato con i licantropi ho alcuni problemi di autocontrollo. Anche se sono in grado di gestirmi sufficientemente” lo informai scocciato da quella mia debolezza con cui avevo imparato a convivere ultimamente.

Lui mi guardò serio e preoccupato “Questo è un male Edward. Dovresti informare Aro.” mi rimproverò aggrottando le sopracciglia e chiedendosi se fosse il caso di rimandarmi nella Rocca.

Non immaginavo che mi facesse uscire. Ma non ti preoccupare se non succede nulla sono in grado di controllarmi a sufficienza” cercai di rassicurare lui e me stesso.

Comunque hai fatto bene ad informarmi. Mi aspetto da te aiuto, ma se fossi in difficoltà dimmelo, non possiamo comprometterci, in nessun modo” mi disse asciutto mentre si avviava con un buon passo umano verso il centro della Cittadella.

Annui seguendolo, poi incuriosito gli chiesi “Dove stiamo andando?”

Lui mi sorrise un attimo poi tornato serio mi rispose “In Banca. Devo parlare con il Direttore e tu mi devi aiutare a capire il perché certi investimenti sono andati male”

Lo guardai dubbioso “Investimenti?” gli chiesi poco sicuro di aver tradotto bene l'italiano.

Mi guardò un attimo di traverso fermandosi e bloccandomi per un braccio.

Edward. Cosa ne sai di operazioni finanziarie?” mi chiese a bruciapelo preoccupato.

Qualcosa” gli risposi infastidito dal suo tono.

Scosse la testa “Mi mancava dover fare la balia a un vampiro instabile e per di più che non capisce nulla di economia” bofonchiò chiaramente alterato da quello che iniziava a considerare solo un peso.

Stava per rimettersi a camminare che lo bloccai io stavolta per un braccio snudando i denti “Forse non sarò un tecnico del settore... Malik! Ma non sono uno scemo... ho tre lauree” affermai offeso dal suo comportamento.

Lui si scrollò la mano e mi guardò assorto un attimo “Vedremo Edward...vedremo. Per adesso vieni e cerca di fare del tuo meglio”

Levai la mano e lo seguii in silenzio.


Quando ci presentammo ci fecero accomodare in un piccolo salottino moderno.

Malik si comportava completamente a suo agio in apparenza ma sentivo i suoi occhi puntati su di me e il suo nervosismo per la mia presenza oltreché per la sua missione.

Mi osservava in continuazione chiedendosi se avrei creato problemi.

Quando arrivò il Direttore ci diede la mano cordiale mostrando indifferenza alla nostra temperatura mentre iniziava a parlare con lui, che evidentemente conosceva da tempo.

Riuscivo a seguire tutti i discorsi con facilità e fin da subito entrai nei pensieri di quell'uomo.

Sicuramente Sig. Malik la grave crisi che ha investito l'America ha coinvolto i governi vicini e l'Argentina si è trovata in difficoltà. Non era prevedibile che le azioni crollassero così di colpo.” spiego affabilmente il direttore al mio compagno.

Sorridendo comprensivo al Direttore e facendo finta di cambiare posizione sussurrai a Malik “Sta mentendo... lo sapeva da una ventina di giorni ma ha fatto finta di niente, per guadagnarci” lo smascherai.

Ovviamente il Direttore non sentì quello che avevo sibilato al mio compagno e Malik ne approfittò per incastrarlo “Ho fonti sicure che affermano che voi ne siete stato informato con venti giorni di anticipo e questo non piacerà al mio Signore” la sua voce era pacata e calma ma nonostante questo il direttore iniziò a sudare copiosamente.

Ecco io...” provò a giustificarsi.

Non ha i soldi da restituire... ha paura di te” informai nuovamente il mio compagno provando una certa pena per quell'uomo.

Non si preoccupi Direttore... sono sicuro che la prossima volta m'informerà per tempo... e che nel frattempo cercherà di rimediare alla perdita del denaro” lo interruppe Malik sorridendo mellifluo.

Il tono era apparentemente tranquillo ma il direttore era chiaramente terrorizzato dal mio compagno. Non sapeva con esattezza chi aveva davanti, per sua fortuna, ma era cosciente della possibilità di perdere la vita se non avesse mantenuto la parola. Era fermamente convinto fossimo esponenti di spicco della mala vita italiana.

Si. Si..cura..men...te” rispose asciugandosi il sudore dalla fronte con il fazzoletto.

Fregherà un investitore di Milano, per ripianare i conti” sibilai a Malik leggendo la mente del Direttore. “E' fermamente convinto che apparteniamo a qualche organizzazione poco pulita e assai pericolosa” riferii ridacchiando all'idea di quanto fosse fuori strada sul tipo di organizzazione criminale.

Non eravamo di certo mafiosi ma sicuramente qualcosa di ancora più letale. Se non avesse rimediato alla sua mancanza avrebbe potuto finire come cibo al prossimo banchetto.

Ne sono certo. Arrivederci Direttore” lo salutò cordiale il mio compagno chiaramente soddisfatto dall'impegno preso da quel pover'uomo e da quanto gli avevo riferito leggendogli nella mente.

Mi alzai e salutai imitando Malik sotto gli occhi attenti del Direttore che si stava chiedendo chi fossi dal momento che era la prima volta che mi vedeva e che non avevo aperto bocca.

Immaginava che fossi una guardia del corpo e ancora una volta mi venne da sorridere all'idea di quanto fosse fuori strada.


Facemmo ritorno alla Rocca diretti e quando arrivammo davanti all'entrata lui mi prese per un braccio facendomi fermare.

Mi ero rilassato e non mi aspettavo la sua presa per cui mi girai e gli ringhiai snudando i denti.

Lui sussultò un attimo, poi lasciò il mio braccio intimorito e stupito dalla mia reazione.

Scusa Edward. Non volevo spaventarti.” mi disse capendo al volo la situazione.

Io annui e mi rilassai “Perdonami mi ero distratto.”

Per fortuna che non è successo in Banca. Usciremo altre volte assieme. Sei molto utile ragazzo ma... stai attento... le tue distrazioni potrebbero essere pericolose” mi ammonì prima di entrare e sparire nei bui corridoi.


Rimasi indietro un attimo ripensando alle sue parole poi velocemente mi diressi in camera e mi cambiai rimettendomi la divisa.

Mi aspettavano per combattere e forse finalmente sarei riuscito ad imbrigliare il mostro nuovamente.

Ancora una volta avevo constatato quanto instabile e pericoloso fossi e decisamente non mi piaceva esserlo.



Alice


Volevo parlare con Edward prima che partisse e ne avevo approfittato al matrimonio.

Avevamo ballato assieme ma non avevo avuto il coraggio di parlargli...ci avevo provato ma il suo sguardo disperato mi aveva impedito di proseguire.

Aspettai che il ricevimento stesse per finire e lasciato Jasper con Emmett, mi diressi a cercare mio fratello. Non potevo rimandare.

Si stava guardando in giro, forse stava cercando Bella pensai osservandolo attentamente.

Poi lo vidi partire deciso e andare da lei. Si parlarono pochi secondi e lo vidi abbassare la testa e allontanarsi verso il giardino buio.

Senza perdere tempo lo seguii e lo raggiunsi velocemente.

Mi stava dando le spalle “Edward” lo chiamai dolcemente.

Lui si voltò guardandomi con gli occhi tristi e ingoiando a vuoto. Stava singhiozzando, per questo si era allontanato nel buio del giardino.

Mi avvicinai e lo abbracciai stretto “L'hai detto a Bella...vero?” gli chiesi.

Solo quello poteva giustificare il suo comportamento.

Si.” mi sussurro allontanandosi leggermente da me evidentemente infastidito dal farsi vedere così debole ai miei occhi.

Lo sentii prendere fiato per rilassarsi poi calandosi una maschera sul viso e sul cuore mi disse calmo e freddo “Ti devo chiedere un favore Alice” .

Rimasi in silenzio e gli feci cenno di proseguire inclinando la testa e attendendo la sua richiesta incuriosita.

Mi stavo domandando cosa avrebbe mai potuto chiedermi quando lo vidi guardarmi e sorridermi timidamente.

Quando sarò via... non cercarmi. L'ultima volta avete sofferto tutti a causa mia e delle tue visioni. Non voglio che si ripeta” mi disse cercando i miei occhi.

Come poteva chiedermi questo? Mi domandai allarmata e stupita dalla sua richiesta.

No. Edward. Non chiedermelo e poi lo sai che mi arrivano senza che io lo voglia. Se non avessi avuto la visione della battaglia saresti morto sui Monti Urali” ribattei decisa.

Lo vidi sorridermi, il volto teso, tirato, mentre mi sussurrava “Forse sarebbe stato meglio per tutti.”.

Stupido di un fratello!! Ero arrabbiata con lui, con il suo modo di fare e di comportarsi. Ma come poteva non capire? Gli afferrai le braccia per scrollarlo, per svegliarlo da quel suo continuo incolparsi... ma non feci in tempo... il suo ringhio d'avvertimento mi blocco' mentre vedevo i suoi occhi farsi neri e i suoi muscoli tendersi in posizione d'attacco...

Promettimelo Alice” mi disse balzando improvvisamente indietro spaventato da se stesso.

Edward... non posso” ti prego vieni qui, abbracciami. “Non è successo nulla” supplicai spaesata e spaventata dalla sua reazione e ancora di più da quello che sapevo stava pensando di se stesso.

Lui scosse la testa. “Non vuoi proprio capire vero Alice? Non sono più lo stesso, sono pericoloso. E tu mi devi promettere che non mi cercherai mai”

Lo guardai, era disperato e promisi.

Non avrei mai cercato le visioni su di lui e se fossero arrivate non le avrei raccontate agli altri.

Poi mi voltai e scappai via travolta dal dolore. Lo avevamo perso non eravamo stati capaci di capirlo ed aiutarlo abbastanza e adesso ci avrebbe detto addio forse per sempre.


* * *


La mia promessa mi pesava e cercavo di evitare di pensare a lui.

Le poche immagini che mi arrivavano e che non riuscivo a bloccare non erano allarmanti e cercavo di cancellarle dal mio cuore e dalla mia mente velocemente, per non turbare nessuno come mi aveva chiesto.

Era un fardello pesante da portare ma sapevo che era la cosa giusta da fare.


Dopo che fu partito, insieme a Rosalie, decidemmo che la cosa migliore da fare era quella di aiutare Bella.

Non potevamo aiutare lui, ma almeno avremmo aiutato nostra sorella a non impazzire e ad uscire da quel dolore che sapevamo la stava annientando e che stava distruggendo anche noi.


Eravamo rientrate da poco quando vidi Carlisle entrare e chiedere di Jasper, mi concentrai su di lui per cercarlo e quello che vidi mi fece scappare un urlo. Non era possibile...

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** L'istinto del vampiro ***


Ciao a tutte. eccomi qua con un nuovo capitolo dove scoprirete a chi appartengono gli occhi gialli e  che cosa ha visto Alice!!! Contente...spero di sì e buona lettura !!!  Un bacio e ancora grazieee!!!

Capitolo 16 L'Istinto del Vampiro


Edward


Quando arrivai in cortile li trovai già lì ad aspettarmi.

Ilmi e Kong stavano spiegando a Rubens ed Anna cosa volevano da loro.

Dai loro pensieri gli ultimi due sembravano perplessi, soprattutto Anna mi guardava diffidente.

Ciao Edward” mi salutò festoso Kong “con chi preferisci combattere?” mi chiese sorridente.

Mi strinsi nelle spalle, era indifferente ovviamente.

Allora inizio io” e senza darmi darmi il tempo di levarmi la mantella mi saltò addosso velocissimo.

Mi spostai di lato ma non riuscii ad evitare l'impatto con lui.

Finimmo entrambi a terra, e sorridendo mi bloccò per le braccia.

Sei distratto ragazzo... credevo te la cavassi meglio. Non ti ricordi nulla di quello che ti abbiamo insegnato?” mi canzonò.

Gli ringhiai e agile come un serpente riusci a sfuggire la sua presa rovesciandolo per terra “Non ti illudere Kong, mi hai solo preso di sorpresa” gli sibilai ridacchiando a mia volta.

Era tantissimo che non combattevo e l'ultima volta era stato per la mia sopravvivenza e non certo per giocare.

Iniziammo a lottare, studiandoci e cercando di sopraffare l'avversario.

Stavo lottando cercando d'imbrigliare il lato oscuro del mio istinto, di trattenere il vampiro assetato di morte dentro di me, non volevo fargli male, e lui invece non si sarebbe accontentato di una resa. Era una fatica immensa ma ci stavo riuscendo.

Stavo già gongolando convinto di essere riuscito a controllarmi pienamente quando all'improvviso da dietro mi sentii prendere per le spalle e scaraventare a terra. Mi mossi troppo tardi e inviperito e spaventato per quell'attacco ingiustificato e soprattutto imprevedibile, persi il controllo e sentii il mostro ruggire e prendere il sopravvento su di me. Dimentico di chi ero e cosa stavo facendo, snudando i denti con un ringhio bestiale, mi avventai su Ilmi con l'intento di smembrarlo.

Non stavo più giocando... lui era la mia preda, il vampiro voleva vendetta.

L'avrei senz'altro raggiunto e distrutto dal momento che rimase impietrito dalla mia reazione violenta e dai miei occhi diventati all'improvviso neri di rabbia se non fossero intervenuti Rubens e Anna che capito al volo cosa stava succedendo mi atterrarono dal dietro.

Mi ritrovai con la faccia premuta nel terreno, a divincolarmi ruggendo come un leone, incapace di ragionare e d'imbrigliare il mostro dentro di me.

Poi lentamente iniziai a sentire le loro voci “Calmati Edward. Riprendi il controllo.” mi sussurravano tranquille e dolci nello stesso tempo.

Presi fiato e imbrigliai il mostro dentro di me, rilassando i muscoli e tacitando il mio ringhio.

Sto bene, lasciatemi” dissi lentamente conscio di essere di nuovo padrone di me stesso.

Sentirono il mio corpo rilassarsi e le mie parole li convinsero che non c'era più pericolo.

Come mi sentii libero mi alzai in piedi aggiustandomi la camicia a testa bassa. Mi vergognavo ma soprattutto ero dispiaciuto e preoccupato dal mio comportamento.

Avevi ragione Edward. Sei pericoloso” mi confermò Anna scuotendo la testa.

Temevo peggio” intervenne Ilmi. “Finché non si è spaventato attaccato da dietro era padrone di se” concluse guardando Rubens

Come i neonati. Devi riuscire a gestire le emozioni. Ma anch'io ero convinto che fossi messo peggio. Penso che nel giro di poco riuscirai di nuovo a imbrigliare il tuo mostro, ragazzo” mi sorrise per incoraggiarmi.

Ok, di nuovo Edward. E stavolta faremo di tutto per stuzzicarti, ragazzo” mi spintonò Kong “Devi riuscire a dominarti in qualsiasi situazione”.

Combattemmo ancora per alcune ore .

Mi dovettero bloccare diverse volte, ma Rubens e Anna impedirono al vampiro di fare del male ai miei due istruttori che facevano di tutto per stuzzicarmi e mettermi alla prova.

Fu solo quando il simpatico Daniele venne a chiamarmi per portarmi nuovamente da Aro che smettemmo.

Ubbidi a malincuore e dopo aver salutato i miei compagni di gioco ed aver ricevuto la promessa di continuare l'indomani lo seguii veloce.

Ero contento.

Mi stavo levando la paura di non riuscire a gestirmi e più me la levavo più mi sentivo forte e controllato.

Presto sarei riuscito nuovamente a legare il mostro dentro di me in maniera definitiva.


La nottata passò come al solito e quando nel primo pomeriggio mi ripresi dalla stanchezza mi avviai verso il mio cortile.

Volevo cercare Felix e Demetri per farmi dire dove era Rebecca.

Smaniavo all'idea di vederla.

Dovevo capire dove fosse e quali sentimenti provavo per lei, solo così avrei potuto liberare il mio cuore dal dubbio ed essere libero di ripensare a Bella e alla mia famiglia senza quel dolore che mi attanagliava al loro ricordo.

Quando arrivai in cortile non vidi nessuno dei due, e a ben pensarci non erano presenti neanche quella notte nella Sala del Trono.

Probabilmente erano in missione.

Scossi la testa avvilito e mi preparai a saltare sul mio albero.

Dove vai Tarzan?” sentii una vocetta conosciuta e odiosa chiamarmi.

Se non fosse stata mio superiore in grado non mi sarei nemmeno voltato ma invece lo feci girandomi e guardandola in quegli occhi da bambina.

Vuoi qualcosa Jane?” le risposi acido.

Lei mi sorrise scuotendo la testa “Perché sei tornato? Cosa speri di ottenere? Ci stai nascondendo qualcosa! Ne sono sicura.” mi sibilò contro.

Nella sua voce c'era stupore e rabbia. Mi odiava lo sapevo ma non avevo mai capito il perché.

Perché mi odi così tanto Jane?” le chiesi incuriosito.

Lei mi fulminò con gli occhi “Non sono affari che ti riguardino. Vattene Edward. Vattene dalla tua famiglia prima che sia troppo tardi. Qui nessuno ti vuole, tu disonori solo la nostra razza. Tu non sei un vero vampiro. ” mi sibilò poi si voltò e si allontanò veloce.

Rimasi fermo stupito. Quello che avevo letto nei suoi pensieri non era solo invidia, gelosia, odio e superiorità nei miei confronti. Aveva cercato di nascondermelo ma c'era un sentimento che stava cercando di reprimere... un sentimento a lei sconosciuto ma che mi terrorizzò più degli altri.

Stavo ancora pensando spaventato e immobile appoggiato al tronco dell'albero quando mi sentii chiamare.

Edward”.

Non riconobbi la voce. L'avevo sentita una volta sola nella mia vita ma quando alzai lo sguardo rimasi come fulminato.

Rebecca mi stava correndo incontro scortata a distanza da Demetri e Felix.

Rimasi lì fermo, senza sapere cosa dire o fare.

Lei con i capelli argentati sciolti nel vento si fiondò tra le mie braccia.

L'abbracciai stretta a mia volta. Felice di rivederla.

Si staccò da me subito e mi prese per le mani guardandomi con quei suoi occhi particolari che sembravano quasi bianchi.

Stai bene?” mi chiese con la sua voce melodiosa e preoccupata.

Stavo in silenzio e la guardavo. Non me la ricordavo così bella. Per la maggior parte del tempo l'avevo vista con i miei occhi, con il mio sorriso come se fosse una parte di me.

Ma adesso era libera... era lei stessa.

Si Rebecca. Adesso che ti vedo si” le dissi e mi chinai per baciarla sulle labbra.

Lei portò le dita sulla mia bocca “No Edward. E' stato tutto un inganno. Ci siamo cascati entrambi lo sai, vero?” mi chiese titubante.

La guardai ancora incerto, incapace di capire cosa volesse dirmi con quelle parole, senza capire il perché mi avesse respinto. L'avevo desiderata tanto, avevo desiderato rivederla e abbracciarla. Avevo bisogno delle sue coccole e delle sue carezze. E adesso non capivo a cosa alludesse.

Lei si girò verso le due Guardie che silenziose l'avevano accompagnata. Entrambi erano stupiti e molto turbati dal mio comportamento per loro inspiegabile.

Lasciateci soli. Dobbiamo parlare” disse loro e sorridendogli “Non abbiate paura . Andrà tutto bene”

Loro la guardarono incerti e poi titubanti si allontanarono, lanciandoci occhiate preoccupate mentre si chiedevano di cosa mai avremmo dovuto parlare.

Li guardai andare via domandandomi il perché si preoccupassero e scossi la testa stupito mentre Rebecca mi prendeva per mano “Andiamo Edward, saliamo sull'albero. Lì potremo parlare senza che nessuno ci disturbi”.

L'osservai e un sorriso si dipinse sulle mie labbra al ricordo di quando l'avevo trascinata quasi a forza lassù.



Jasper


Seguì la spia a distanza. La sua puzza era inconfondibile e volevo capire dove fosse diretto e il perché ci sorvegliava.

Lui probabilmente non avvertiva il mio odore perché si stava muovendo nel nostro bosco dove eravamo soliti cacciare.

Gli lasciai parecchio spazio e silenzioso come un fantasma iniziai il mio inseguimento.

Poi ad un tratto mi fermai. L'odore si era intensificato.

Fiutai attentamente l'aria e decisi che potevo avvicinarmi senza problemi, ero infatti sottovento.

Mi acquattai dietro a un cespuglio non molto lontano e tesi le orecchie. Con il mio dono cercai di spargere tranquillità in modo da annullare qualsiasi sospetto.

Li ho trovati. Avevamo ragione. Sono loro” disse una voce.

In quanti sono?” chiese una seconda

Per ora ne ho contati cinque. Ma gli odori che circolano mi farebbero pensare che siano di più” confermò la prima.

Al massimo quanti pensi possono essere?” chiese nuovamente la seconda che dal tono doveva essere il capo.

Non più di dieci” affermò la prima

Sicuro?” chiese il capo

Si. Non ho dubbi su questo” affermò certo.

Andiamo a riferire . Se è così non sarà un problema annientarli” affermò deciso il comandante.


Rimasi fermo paralizzato. Le mie paure si erano avverate.

I licantropi che avevamo attaccato per salvare Edward sui Monti Urali, volevano vendicarsi della mia famiglia. Loro erano gli occhi gialli che ci spiavano dal bosco.

Mi ero accorto che non tutti erano periti nella battaglia ma mai più mi sarei immaginato che i sopravvissuti ci avrebbero cercato per vendicarsi del nostro intervento.

Non avevo molta scelta dovevo scoprire quanti erano e quali erano i loro piani, se volevo salvare la mia Alice e gli altri.

Senza perdere tempo mi allontanai e preso un biglietto che mi ero portato in tasca iniziai a scrivere sperando che Alice mi stesse guardando...

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Chiarimenti ***


Ciao eccomi. Scusate il ritardo ma è stata una giornata caotica. Ma ecco il capitolo dove finalmente ci saranno un bel pò di chiarimenti!!! Spero che vi piaccia e nell'attesa di saperlo auguro a tutte Buona Lettura!!  Baci sparsi ♥♥


Capitolo 17 Chiarimenti


Edward



Quando fummo in cima al mio albero mi sedetti comodamente fra le sue fronde guardando Rebecca e domandandomi cosa provassi per lei.

Lei sinuosa e bellissima si sedette di fronte a me guardandomi con un sorriso triste sul volto.

“Mi spiace Edward. Ti fa ancora male la spalla vero?” mi chiese allungando il braccio e facendomi una carezza sulla guancia come era solita fare quando era il mio simbionte.

Io scossi la testa. “Ci ha messo un po'... ma mio padre ha trovato la sacca di veleno e l'ha tolta Rebecca” le dissi sorridendole e aprendo la camicia per farle vedere la mia spalla.

Appena visibile era rimasta una leggera cicatrice sulla mia pelle bianca.

Lei strabuzzò gli occhi e mi sorrise enigmatica “Perché sei qui allora?” mi chiese.

Le presi la sua mano con le mie. “Non lo so Rebecca. Non so cosa provo per te... so solo che dovevo rivederti... che non potevo abbandonarti qua” le dissi guardandola negli occhi.

“Mi dispiace Edward. Per tutto. Quando mi sono legata a te l'ho fatto per ordini... poi è successo un qualcosa... e credevo di essermi innamorata di te. Per quello ho lasciato una parte di veleno... volevo rivederti, volevo che tu tornassi da me” mi disse abbassando la testa colpevole mentre cercavo di capire le sue parole sussurrate nel vento.

Le alzai il mento e la costrinsi a guardarmi negli occhi. “Adesso sono qua. Sono venuto per te, di mia spontanea volontà non costretto dal tuo veleno... per portarti via da questo posto, per impedirti di soffrire ancora a causa di Aro. Ti porterò via... lontano” le dissi sorridendole.

Lei afferrò la mia mano e la strinse fra le sue “Ma hai lasciato la tua famiglia, tua moglie, tua figlia.

Non dovevi farlo... non per me” disse sfuggendo i miei occhi e guardando in basso.

“E' vero Rebecca. Ma l'ho fatto perché ero diventato un peso e un pericolo per loro. Sono tornato perché dovevo capire quello che provo per te e per cercare d'imbrigliare il mio istinto. Non ero più quello che loro amavano e conoscevano. Ero solo un pericolo.” le dissi accarezzandole i capelli, impacciato e timoroso di scoprire la verità.

“Baciami Rebecca. Una volta sola... ti prego” le chiesi con la voce rotta dall'emozione.

Volevo capire... dovevo sapere... levarmi il dubbio che mi aveva attanagliato tutti questi ultimi mesi.

Lei mi guardò e sul volto apparve un espressione decisa. “Ti ho fatto tanto male Edward. E me ne pento. Ti voglio tanto bene e sono felice di rivederti... ma non ti amo e neanche tu ami me.

E' stato tutto un inganno.” continuò fissandomi con i suoi occhi argentati densi di dolore “Il mio potere ti ha convinto del contrario e quello che abbiamo passato assieme ha complicato le cose. Ma guarda nel tuo cuore. Io leggevo i tuoi sentimenti e ti posso dire che tu ami tua moglie... lo sento …anche adesso... anche se non sono più il tuo simbionte... non c'è mai stato nulla fra di noi.

Eri semplicemente innamorato del tuo Simbionte... non di Rebecca.” concluse mesta poi si avvicinò e sfiorò le sue labbra con le mie dandomi un dolce ma casto bacio prima di lasciarsi cadere fra i rami e correre via.


Rimasi lì fermo e imbambolato. Chiedendomi cosa stavo provando. L'avevo baciata come desideravo ma non avevo provato nulla. O certo era stato bello ma non era scattata quella molla che mi univa invece a Bella. Era stato un bacio tenero e dolce ma nulla di più.

Gli ero affezionato ma era solo un' amica, una sorella.

Questa era la verità e finalmente il velo che mi aveva coperto gli occhi e il cuore fu squarciato mettendo a nudo i miei veri sentimenti.

Avevo amato il mio simbionte in quanto parte di me... non Rebecca.

E adesso lui non c'era più ed ero finalmente libero. Le catene del mio cuore erano state spezzate.


Ma non capivo il perché allora mi avesse lasciato la sacca di veleno nella spalla. Aveva detto di avermi amato ma cosa era cambiato nel frattempo?

Non aveva importanza.

Sarei ritornato a casa e l'avrei portata via con me.

Ora che ero certo dei nostri sentimenti avrei potuto portarla a casa senza problemi e senza ferire Bella. Sarebbe diventata mia sorella e avrebbe vissuto felice e libera . Sarebbe diventata una Cullen e nessuno l'avrebbe più sfruttata per il suo potere.

Avrei dimostrato a Bella che l'amavo ancora e mi sarei fatto perdonare. Con il mostro imprigionato nuovamente grazie all'addestramento sarei potuto tornare a testa alta e finalmente sereno.

Mi ero fatto un bel quadretto in testa e solo quando mi ricordai della visione di Alice capii il vero problema dove stava.

Aro non l'avrebbe mai lasciata libera e forse adesso non avrebbe lasciato libero nemmeno me di ritornare a casa.

Sospirai e chiusi gli occhi lasciandomi cullare dal vento mentre la mia testa volava a casa dalla mia famiglia.

Ero là da pochi giorni e già la ferita della separazione si era riaperta, già morivo dalla voglia di rivederli. Adesso che finalmente avevo capito avrei potuto tornare a testa alta ed essere felice.

Sapevo che avrei dovuto combattere una lunga e difficile battaglia ma adesso finalmente sapevo per cosa combattere esattamente e quale era il futuro che desideravo.



Carlisle


Gli occhi di Alice non promettevano nulla di buono e quando la vidi iniziare a scrivere mi domandai cosa mai avesse visto.


Siamo tutti in pericolo. I licantropi sono tornati e ci vogliono attaccare. State uniti e in casa. Non vi allontanate. Cercherò di scoprire quanti sono e i loro piani.


Quando ebbe finito di scrivere i suoi occhi tornarono normali e si posarono sul foglio gonfiandosi di quelle lacrime che non potevano uscire.

Noi ci guardavamo tutti consci del pericolo al quale eravamo esposti.

Questa volta nessuno sarebbe venuto in nostro aiuto e l'unica speranza era che fossero in pochi.

“Per fortuna che Nessi e Jacob sono fuori” mormoro Esme abbracciandomi forte.

Emmett invece guardò dalla finestra e con la voce rotta dall'emozione disse “Se Edward fosse qui, sarebbe un altro paio di maniche... speriamo almeno che Jasper torni presto”

Nessuno gli rispose, era strano vederlo così preoccupato, e questo la diceva lunga sul pericolo a cui tutti eravamo esposti.


Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** In cerca di risposte ***


Ciao a tutti. Questo è un capitolo cortino ma credo che lo apprezzerete molto per il suo contenuto.  Un bacione  e buona lettura perchè qui potreta  andare...

Capitolo 18   In cerca di risposte


Edward


Passarono altri quattro lunghi giorni. Lavorai per Aro tranquillo e ubbidiente. Potevo sentire la soddisfazione nella sua testa per il mio comportamento.

E quando mi riprendevo andavo sul mio albero fino all'ora dell'allenamento.

Ero soddisfatto, facevo passi da gigante riuscendo a gestire il mio istinto. Il fatto di essere sicuro di non poter far male a nessuno mi aiutava a spingermi nel verificare la mia stretta sul mostro.

Strinsi ottimi rapporti con tutti e quattro, sebbene Anna mi trattasse con freddezza.

Non capivo bene il perché e così decisi di chiedere a Ilmi se sapeva cosa bloccava Anna nei miei confronti.

“Anna era la compagna di Sirius” mi spiegò lui scuotendo la testa.

Molti ricordi mi invasero la mente. Sirius mi detestava ed era morto nella battaglia contro i licantropi come molte altre Guardie.

“Mi spiace. Ho cercato di avvisarli” spiegai a Ilmi mentre i ricordi affluivano nitidi nella mia mente.

Lui annui “Lo sappiamo tutti. E anche lei lo sa... altrimenti ti avrebbe ucciso. Ma vedi è stato Felix a ucciderlo perché era stato morsicato e tuo padre non ha potuto fare l'antidoto.” mi spiegò mentre ci avviavamo all'interno della Rocca.

“E quindi le faccio rabbia ” conclusi leggendo la sua mente.

“Si, tu sei sopravvissuto... lui no” finì la frase.

“Già... grazie a Rebecca” dissi abbassando la testa.

Lui annui. “Non gli hai più parlato?” mi chiese.

Scossi la testa. Non l'avevo più vista. Probabilmente mi evitava.

“Ha sofferto molto sai... quando sei andato via. E Aro l'ha fatta punire.” mi disse abbassando la voce in un sussurro dispiaciuto.

“Come?” gli chiesi.

Scosse la testa. “Devi chiederlo a lei... ma dubito che te lo racconterà mai. Nessuno lo sa con precisione. Ma ci è voluto tanto prima che il sorriso si affacciasse sul suo volto nuovamente.” mi disse.

“Presto andrò via. Tornerò a casa e vorrei portarmi lei...” gli confidai per vedere la sua reazione.

Sgranò gli occhi e poi scoppiò a ridere.

“Edward non è più il tuo Simbionte. Dimenticala... è meglio per tutti, ragazzo” affermò dandomi una pacca sulla testa e iniziando a pensare al prossimo allenamento.

Poi sempre sghignazzando si allontanò lasciandomi solo a riflettere sul suo comportamento inaspettato. Era chiaro che c'era qualche mistero che non aveva intenzione di svelarmi.


Quando entrai in camera la trovai lì.

Per un attimo mi fermai bloccato e indeciso poi mi avvicinai e la salutai sorridendole

“Ciao Rebecca. Temevo non volessi più vedermi” le confessai.

Lei mi sorrise “Edward. Ho pensato a lungo a quello che hai fatto e a quello che mi hai detto. E ti voglio bene. Ma sono una Guardia, Edward , e voglio rimanerlo! Voglio rimanere qua... questo è il mio posto come la tua famiglia è il tuo.”

La fissai assorto. Non ci avevo pensato. Avevo dato per scontato che sarebbe fuggita con me, che odiasse Volterra come me. Che stupido ero stato.

“Vattene Edward. Torna a casa dalla tua famiglia. Hai una moglie e una figlia. Torna da loro. Qui sei fuori posto, noi non possiamo darti quello di cui hai bisogno, quello per cui hai sempre vissuto.

Là sarai di nuovo felice Edward e forse un giorno ci rincontreremo.

Poi si era avvicinata sorridendomi “Questo credo sia tuo. L'avevi dimenticato quando sei fuggito da qua l'ultima volta” mi disse porgendomi lo zainetto rosso di Bella che avevo dimenticato a Volterra.

Si era avvicinata e mi aveva fatto una carezza sul braccio poi si era voltata “Pensaci Edward. Pensa a quello che ti ho detto” ed era uscita.

Rimasi lì a fissare la porta... aveva ragione quella non era la mia casa e la vita che volevo.

Ma forse era tardi. Forse Aro non mi avrebbe lasciato partire. Ero stato uno stupido e adesso ne avrei pagato le conseguenze.

Sospirai e mi avviai alla Sala del Trono, mentre nel mio cuore si riapriva una lunga cicatrice.



Jasper


Li pedinai a lungo. Erano entrati in città e si muovevano in piena sicurezza mischiandosi alle persone comuni. Ma l'alba stava spuntando ed era un giorno di sole.

M'infilai in un vicolo stretto e buio ed aspettai la mia preda.

Carlisle mi avrebbe rimproverato duramente se avesse saputo le mie intenzioni, ma non potevo perdere le loro tracce e non potevo girare tranquillamente sotto il sole.

Aspettai paziente pochissimo e quando vidi la persona giusta... attaccai.

Era un uomo grosso come me, ma non era un vampiro e svenne subito quando gli strinsi la gola.

Per un attimo lo fiutai affamato e tentato dal suo sangue... poi mi limitai a rubargli il cappotto, la sciarpa, il cappello e gli occhiali da sole. Quando si fosse svegliato avrebbe pensato di essere stato derubato... non avrebbe mai saputo quanto fosse stato fortunato che fossi sazio.

Con il bavaro alzato, le mani in tasca, la sciarpa stretta intorno al collo, il suo cappello e gli occhiali da sole per ripararmi dal mio luminoso nemico ripresi la mia caccia. Il loro odore era inconfondibile ed io dovevo trovare delle risposte al più presto se volevo salvare quella che era diventata a tutti gli effetti la mia famiglia.

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Si avvicina la tempesta ***


Ciao a tutti scusate il ritardo. Ma è un periodo terribile sul lavoro. Comunque non vi faccio perdere tempo e vi lascio al nuovo capitolo dove  come avete immaginato...

Capitolo 19 Si avvicina la tempesta


Edward


Ero confuso e incerto.

Le parole di Rebecca mi risuonavano nella mente senza sosta.

“Torna a casa Edward” continuavano ad invitarmi.

Iniziai così a pensare su cosa volessi veramente.

Ero andato là per scoprire quali erano i miei sentimenti per Rebecca e per portarla via da quella che ritenevo fosse una vita di sacrifici. Ma lei mi aveva spiazzato.

Era felice lì, ed io avevo scoperto di provare solo amicizia per lei... nulla di più...

Rivederla, parlarle avevano aperto i miei occhi.

Gli allenamenti poi mi avevano fatto capire che il mostro in me era libero nella stessa misura in cui io ne avevo paura.

Più ero certo di riuscire a controllarmi più gli stringevo le catene attorno.

Il saper combattere di per se non faceva di me un assassino e un essere pericoloso.

E se non avessi più assaggiato sangue umano sarei potuto ritornare ad essere Edward Cullen.


Conscio di queste certezze lasciai liberi la mia mente e il mio cuore.

Seduto sull'albero iniziai ad annusare l'aria pura e l'odore della pioggia mi riportò a casa a quando giocavo con i miei fratelli sul prato. Mi vedevo ridere e scherzare con loro, prendere in giro Alice per la sua altezza e battibeccare con Rosalie per il suo aspetto.

Chiusi gli occhi e sentii il vento caldo abbracciarmi. Anche Esme mi abbracciava spesso quando ero in difficoltà, coccolandomi come fossi un bambino piccolo riversando su di me quell'istinto materno che la trasformazione in vampiro non aveva di fatto mai distrutto.

Rivedevo Carlisle sorridermi orgoglioso delle mie lauree pronto a sostenermi nei momenti difficili, quando avevo bisogno di sicurezze, quando i dubbi mi attanagliavano e rendevano la mia vita ingarbugliata e triste.

Sospirai e guardai le verdi colline toscane, i prati, i vigneti che ordinati si allineavano pigri, la torre di un santuario poco distante e il sole che dietro le nuvole combatteva per uscire a illuminare il mondo intorno a se.

Si Bella era stato il mio sole.

Aveva illuminato la mia mezzanotte infinita, aveva portato gioia e felicità nella mia vita e uno scopo per viverla.

Ed io da idiota avevo rischiato molte volte di perderla, di perdere lei, di perdere il mio universo.

Sorrisi amaro, chiusi gli occhi e ancora una volta volai con la mia mente a dov'era lei.

Rividi le corse assieme, le battute di caccia, le risate e il suo viso imbronciato quando la facevo arrabbiare.

Rividi le sue carezze, il suo corpo che nudo faceva vibrare il mio come nessuno aveva mai fatto. Rividi la nostra complicità e il nostro amore sprizzare da ogni poro. La rividi umana e vampira, ragazza innocente e madre premurosa, fidanzata e moglie.

E l'amore che avevo imbavagliato in questi lunghi mesi esplose e mi travolse curando e ricucendo il mio cuore lacerato.

Mi misi le mani sul viso disperato mentre la voce di Reenesmee esplose nella mia testa.

“ Papà io amo Jacob e lo voglio sposare” mi aveva detto la mia bambina “ma non temere ti amerò lo stesso per sempre, tu sei il mio papà”.


Cosa avevo mai fatto!!!

Ecco adesso finalmente avevo capito...Aro aveva provato a distruggere l'uomo in me, giocando con le mie paure e la mia insicurezza. Mi aveva costretto ad affrontare nuovamente il mio istinto ormai assopito rendendomi di fatto nuovamente un vampiro… ma l'uomo che volevo disperatamente essere stava lottando per ritornare tale e avrebbe vinto.


Il sole nascosto dalle nuvole di Volterra, sarebbe rispuntato portando una nuova alba nella mia vita.


Non potevo ritornare ad essere un umano, ma potevo ritornare ad essere Edward Cullen, potevo ritornare dalla mia famiglia.

Loro mi stavano aspettando con la pazienza che solo l'amore può donare ed io non li avrei delusi.


Aspettai che gli ultimi raggi del sole sparissero dietro all'orizzonte e mi avviai alla Sala del Trono.


Ero partito convinto di dover lottare per salvare Rebecca e adesso avrei dovuto lottare per salvare me stesso.



Jasper


Quando entrai nel ristorante gli odori provenienti dalla cucina mi diedero la nausea.

Dovetti usare tutta la forza che avevo per impedirmi di scappare o di mettermi a vomitare.

Smisi di respirare e mi sedetti a un tavolo, prendendo il menu e facendo finta di leggerlo.

Loro erano là che stavano mangiando e ridendo come un normalissimo gruppo di umani.

Li contai velocemente e presi nota mentalmente di quanti erano.

Un uomo più anziano sedeva a capo tavola guardando gli altri ridere e scherzare. Doveva essere il capo: il Signore della Luna. Al suo fianco una donna della stessa età circa gli accarezzava la mano.

Erano innamorati e non avevo bisogno del mio potere per capirlo.

Gli altri erano per di più giovani ragazzi come quelli che avevo seguito. Solo tre donne facevano parte del gruppo e stavano incollate a tre baldi giovani.

Se non fosse stato per la loro puzza che copriva perfino quella del cibo avrei giurato di essermi sbagliato. Ma purtroppo era la verità. Erano molti... troppi per noi.

La cameriera si avvicinò cordiale. “Cosa posso portarle” mi chiese gentile studiandomi a fondo con i suoi occhi azzurri.

Mi riscossi dai miei pensieri e le sorrisi cercando di tenere a bada il vampiro che aveva fiutato il sangue dolce. Lui indifferente alla bellezza dell'umana era attratto dal suo odore e dal calore del suo sangue che vedevo scorrere nella vena del collo messa in risalto dal vestito scollato. “Una pasta all'italiana e un hamburger” le chiesi non sapendo bene cosa ordinare. Era passato troppo tempo da quando ero entrato in un luogo simile.

Lei annui, mi lasciò la copia dell'ordinazione sul tavolo e con un sorriso radioso si allontanò ancheggiando verso la cucina.

Provai a prendere di nuovo fiato approfittando della sua lontananza ma la nausea mi assalì di nuovo. Maledetti licantropi proprio in un ristorante dovevano riunirsi??

Acuii l'udito in modo da sentirli e cercai di spandere tranquillità e buon umore sperando che rilassati si mettessero a parlare dei loro piani.

“Sono una decina... non di più... sarà una passeggiata... vedrete” attirò la mia attenzione il ragazzo che avevo seguito

“Anche se siamo parecchi di più, sono pericolosi. Lo hanno dimostrato sugli Urali” intervenne un altro.

“Là c'erano le Guardie di Volterra. La biondina per esempio ha creato grossi problemi con il suo potere” rispose irato un terzo.

“Hai ragione Vladimir. Questi sono di ben altra pasta. Sarà un giochetto farli fuori” riprese il discorso il primo.

“Non ci contare. Io c'ero e ti ricordo che il biondo giovane, arrivato in un secondo tempo, era un vero leone a combattere.” s'intromise un altro che fino ad ora era stato in silenzio.

Mi scappò un sorriso. Si un leone. Non aveva torto, se Edward assomigliava a un puma quando combatteva io ero un leone forte e determinato.

“Si ma in compenso l'altro biondo più vecchio sembrava che non volesse combattere e anche la bruna con i capelli lunghi non era un gran che. Il biondo forte l'ha protetta e salvata almeno un paio di volte” s'intromise una donna “quella potrei farla fuori io tranquillamente” concluse spavalda.

Un ringhiò mi scappò dal petto. Non potevano toccare Bella, Edward mi aveva chiesto di vegliare su di lei prima di partire e io non avrei permesso che le facessero del male. In quanto a Carlisle ... era un uomo pacifico ma sapevo quanto forte e determinato sarebbe diventato se c'era da difendere la sua famiglia e la sua Esme.

“Chi mi preoccupa è quello grosso e la bionda. Devono essere compagni perché non si sono separati un attimo e insieme sono un bel problema” riprese il discorso il ragazzo.

“Ti sbagli”. L'ho interruppe un altro. “Basta abbatterne uno dei due e l'altro si farà uccidere per difenderlo.” commentò acido.

Rabbrividii purtroppo avevano ragione. Chiunque di noi si sarebbe fatto uccidere per difendere la compagna ed io avrei difeso Alice con la mia vita anche se in un combattimento lei era molto temibile.

“Mio Signore quando attaccheremo?” chiese una delle ragazze giovani.

Sentii un brivido scendere lungo la schiena mentre la cameriera mi stava portando un piatto fumante.

“Fra una settimana esatta. Aspetteremo che si uniscano a noi Petrev e Nina che sono in ritardo e poi elimineremo questo gruppo di vampiri dalla faccia della terra e vendicheremo i nostri compagni caduti” rispose quello che avevo supposto essere il capo.

Sospirai e rabbrividii quando il profumo del piatto entrò con prepotenza nelle mie narici.

La cameriera mi guardò preoccupata.

“Si sente bene, signore?” mi chiese sfoderando il suo più caloroso sorriso.

Scossi la testa. Certo che no, come facevo? Ventidue licantropi ne stavano aspettando altri due e poi avrebbero ucciso me e tutta la mia famiglia senza eccessiva difficoltà. Eravamo troppi pochi... maledizione!

Mi alzai trattenendo il fiato e guardai con disgusto il piatto fumante. Sembravano tanti vermi rossi attorcigliati ma quello che mi faceva rabbrividire era l'odore nauseabondo di pesce che ne proveniva fuori.

Presi trenta dollari dalla tasca, li misi in mano alla cameriera che mi osservava stupita e mi affrettai ad uscire.

Il sole era sparito dietro alle nuvole e una volta uscito mi affrettai a respirare veloce per ripulire il mio olfatto dall'odore nauseante del cibo e da quello invitante della cameriera, mentre mi allontanavo alla massima velocità concessa dalla vicinanza degli umani.

Che potevamo fare??

Non avevamo tempo abbastanza per contattare i nostri amici vampiri. Molti erano lontani ed altri non sapevamo neanche dove fossero di preciso.

Stando attento a non farmi notare mi arrampicai su un tetto lì vicino e mi sedetti nascosto dai camini a guardare l'orizzonte.

“Alice amore mio, non posso permetterti di morire. Devo trovare una soluzione... devo riuscire a salvarti e salvare la nostra famiglia. Quella famiglia a cui devo tanto. Che mi ha accettato ed accolto come uno di loro. A loro devo la mia felicità, a loro devo la mia nuova vita. Ed io lotterò per salvarti e per salvare loro fosse l'ultima cosa che faccio nella mia lunga ed eterna vita" lo dissi sovrapensiero  a voce alta. 

Lo avrei voluto gridare al mondo, ma l'unico che sentì il mio impegno fu un passerotto che inclinata la testa mi guardò preoccupato volando lontano verso quelle nuvole che si erano portati via Edward. Se ci fosse stato lui avremmo avuto un altro combattente in più che con il suo dono avrebbe potuto fare la differenza.

Scossi la testa sconsolato... dove sei Edward? Cosa stai combinando adesso? Mi manchi tanto fratellino mio...


Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** La voglia di lottare ***


Ciao a tutte eccomi qua. Innanzitutto vi chiedo perdono per non aver risposto alle vostre recensioni. Durante le feste provvederò con molto piacere a farlo. Ma adesso sono veramente messa malissimo con il lavoro e non ho un attimo di tregua.

Vi auguro inoltre un felicissimo e bellissimo Natale♥♥

I prossimi giorni saranno ricchi d'impegni e quindi posterò il prox capitolo fra il 27 e il 28 dicembre. A gennaio invece posterò il 3, per poi riprendere con il nostro ritmo dal 7 in poi.

Un bacione a tutte e grazie ancora per la passione, l'attaccamento e l'affetto che mi dimostrate.

Baciiiiiii e auguriiiiii




Capitolo 20 La voglia di lottare


Edward



Andai alla Sala del Trono e mi inginocchiai ai piedi del mio signore e svolsi il mio compito con la solita diligenza. Nascondendo nella mia mente i miei pensieri.

Per fortuna lui era tranquillo e si disinteressò completamente di me assorto nei pensieri dei suoi ospiti.

Sfinito fui accompagnato in camera e crollai nel buio per evitare che la testa mi scoppiasse.

Quando finalmente mi sentii lucido e riposato mi vestii e mi diressi allo studio di Aro.

Dovevo parlargli!

Fuori dalla porta Damon e Marcello spalancarono gli occhi quando mi videro arrivare e sentirono il mio desiderio di avere un colloquio con Aro.

Lui mi ricevette subito e con il cuore in gola per l'ansia entrai nel suo studio.


Dentro oltre all'onnipresente Renata mi accorsi che c'era anche Jane.


Aro alzò gli occhi e mi guardò interrogativo, si stava chiedendo cosa mai mi avesse spinto a chiedergli udienza.

Mio Signore. Ho bisogno di parlarvi” gli dissi sperando che allontanasse Jane, che mi stava fissando con odio e disprezzo.

Lui annui e mi fece il gesto di continuare senza accennare a mandare via quella sadica vampira.

Radunai il coraggio e gli dissi “Mio Signore. Vorrei tornare a casa” mi sembrava assurdo dargli tante spiegazioni o girare intorno al mio desiderio.

Speravo che mi avrebbe dato il permesso... che avrebbe capito e reso la mia libertà.

Ero andato lì di mia volontà quindi... in teoria… non ero obbligato a rimanere ma avrei potuto allontanarmi a mio piacimento.

Lo vidi irrigidirsi mentre i suoi pensieri vorticavano alla ricerca di una motivazione valida per la mia richiesta che non avrebbe saputo trovare da solo.

Sei appena arrivato Edward. Cosa ti spinge a cambiare idea?” mi chiese spiazzato, mentre potevo sentire la rabbia crescere dentro di lui.

Ho riflettuto, ho provato ma... la mia famiglia mi manca troppo... questo non è il mio posto, la mia casa...” cercai di spiegare sperando che mi credesse.

La sua risata sferzante mi fece rabbrividire “Edward, Edward... questa è l'unica casa che può avere un vampiro. Carlisle s'illude e tu sai che il tuo istinto non può essere messo a tacere. Il tuo dono è prezioso per me e per Volterra.

Resterai qua Edward... che tu lo voglia o meno” e la sua ultima frase non era una constatazione ma una minaccia.

Non posso mio Signore. Sono venuto di mia spontanea volontà e adesso ti chiedo di lasciarmi andare. Mi presenterò alla scadenza del termine, come fissato, ubbidirò... hai la mia parola” provai a rabbonirlo senza molte speranze.

I suoi occhi fiammeggiarono mentre si rendeva conto che mi stava perdendo... ancora una volta rifiutavo il loro stile di vita e le loro regole.

Ancora una volta si stava scontrando con il mio rifiuto d'integrarmi, di diventare una perfetta e ubbidiente Guardia e di comportarmi da vero vampiro come pensava volessi fare.

Inginocchiati Edward” mi sibilò facendo un passo avanti con la mano tesa.

Voleva vedere dentro di me, voleva capire cosa mi spingeva a chiedergli nuovamente la mia libertà, cosa mi aveva fatto cambiare idea.

Le mie motivazioni non importano... ” risposi arretrando.

Non volevo che frugasse nella mia mente non ero sicuro di riuscire a nascondere le vere motivazioni.

Ma Jane non aspettava altro e con un sorrisetto sadico mi colpì leggermente facendomi inginocchiare dal male mentre sul suo viso appariva un sorriso soddisfatto.

Lui si avvicinò e posò la sua mano sulla mia testa, mentre lei ritirava il suo potere lasciandomi stordito e inginocchiato... inerme di fronte a lui.

Lo sentii entrare subito dentro la mia mente con una violenza e una cattiveria mai provata, mentre, impreparato al suo attacco metteva a nudo e leggeva tutti i miei pensieri e i miei propositi. Non ci mise molto ma percepii chiaramente la sua mente penetrare in profondità come un bisturi e aprire e scardinare tutte le protezioni che avevo provato ad erigere in precedenza. Per la prima volta mi ritrovai completamente alla sua mercé nudo e inerme al suo potere.

Ahh! Ecco cosa ti ha spinto a tornare. Volevi sottrarmi Rebecca! Volevi indebolire Volterra. ” esclamò disgustato e in preda all'ira “Ma il tuo piano è fallito Edward. Lei mi è fedele! E adesso per punizione rimarrai qua al mio servizio per almeno tre mesi come impone la regola. E per ricordarti che sei una Guardia e che sei tenuto a ubbidire ti farò rinchiudere nella Gabbia.”

La sua voce era tagliente e dura e mentre con stizza levava la sua mano dalla mia testa si rivolse a Jane. “Portalo in Gabbia e lasciacelo almeno quattro giorni. E... Jane se si ribella puniscilo senza pietà” concluse guardandomi ancora rabbioso. “Prima o poi ti piegherò Edward. Prima o poi mi chiederai strisciando di tenerti al mio servizio. Troverò il modo e tre mesi mi daranno l'opportunità che cerco. Tu sei solo uno stupido ragazzo viziato e abituato ad avere tutto... ti accorgerai presto cosa significa disubbidire al tuo Signore e quale è il tuo dovere e il tuo posto. ” mi minacciò facendo un gesto a Jane ancora completamente fuori di se dalla rabbia.

E lei con un sorrisino angelico ancora una volta scatenò il suo potere su di me.

Adesso basta Jane” disse poi alzando appena la voce sorridendo nel vedermi raggomitolato a terra.

Damon, Marcello venite” ordinò alzando appena la voce.

Mi stavo tirando in piedi ancora dolorante che mi sentii afferrare per le spalle.

Non opporre resistenza Edward. Non costringere Jane a farti ancora del male” mi disse guardandomi irato “Portatelo nella Gabbia, non lo voglio più vedere davanti ai miei occhi. Li potrai ripensare al tuo giuramento Edward e renderti conto che ormai sei una Guardia e che ti devi rassegnare. Il tuo cuore, il tuo destino e la tua vita appartengono a Volterra... appartengono a me.” disse deciso e furente.

Non lo avevo mai visto così furibondo e rimasi fermo, spaventato dalla sua reazione oltre che sconvolto dal male che mi aveva fatto entrando così prepotentemente dentro di me. La testa mi bruciava come il fuoco e Jane non aveva certo migliorato la mia condizione.


Edward mentre starai chiuso li dentro... rifletti su ciò che realmente sei e su come ti dovrai comportare quando uscirai. Altrimenti rimpiangerai amaramente il tuo destino. Finora sono stato troppo bravo e accondiscendente con te... ma adesso basta. Sono stufo di dover lottare contro il tuo rifiuto d'integrarti. Non tollererò altre ribellioni, altri ripensamenti. Rassegnati, ragazzo, poiché il tuo destino ormai è deciso” mi sibilò lui.

Disperato per il suo rifiuto e spaventato dalle conseguenze e da quello che mi aspettava nelle prossime settimane, li seguii senza fare opposizione. Sapevo ormai per esperienza che ad oppormi alla punizione non avrei ottenuto nulla, solo di far divertire Jane a torturarmi.

Lungo la strada incontrammo Lucio e Pamela. Lei li guardò divertita e gli diede l'ordine di seguirla.

Dove state andando?” chiese incuriosito Demetri che stava chiacchierando con una Guardia nel corridoio.

Jane gli sorrise cattiva e rispose “Edward, ha disobbedito ad Aro e deve essere punito. Un po' di Gabbia gli farà bene. Sono ordini del nostro Signore” precisò sapendo che lui avrebbe cercato di proteggermi.

Vidi Demetri inscurirsi in volto “Non hai ancora capito Edward?” mi disse scuotendo la testa Mi spiace ragazzo, devi stare attento “Vi accompagno” continuò ad alta voce unendosi a noi. Mentre Jane gli lanciava una occhiata perplessa e preoccupata. Con lui presente non avrebbe potuto fare pienamente di testa sua, sentii nei suoi pensieri rabbiosi.

Quando arrivammo dalla gabbia Jane mi guardo ridacchiando.

Apri la bocca Edward, ti mettiamo il morso” mi disse.

Mi girai e la fulminai con lo sguardo “ Questo non è un ordine di Aro” le ricordai spaventato. Il morso faceva parecchio male oltre ad essere umiliante portarlo.

Forse non hai ancora capito, Edward, che ho un grado superiore al tuo e una certa autonomia per trattare con le Guardie sottoposte. Fai il bravo ed apri la bocca o devo intervenire io?” la sua vocetta era carica di odio e un ringhio forte mi usci dal petto. L'odiavo profondamente e l'avrei uccisa volentieri.

Il suo potere mi fece crollare a terra e mentre ero in balia al dolore, incapace di muovermi o di difendermi, Lucio e Damiano mi assicurarono il morso nella bocca.

Demetri invece stava fermo in disparte con lo sguardo triste sapendo di non potere far nulla per aiutarmi. In fondo avevo osato ribellarmi ad Aro e questo era il minimo che potesse capitarmi.

Mi misi in ginocchio ancora dolorante e senza preavviso mi avventai su di lei.

Non potevo morderla ma potevo lo stesso farle del male.

La feci cadere ma non riuscii a fare altro perché le altre Guardie piombarono su di me e mi allontanarono da lei.

Calmati Edward. Smettila. Riprendi il controllo.” mi supplicò Demetri cercando di tenermi fermo e di farmi ragionare. Sapeva che facendo così avrei solo peggiorato la punizione.

Lucio e Damiano mi avevano bloccato per terra con il loro peso e Pamela guardò Jane.

Lei sorrise diabolica mentre le fece un cenno affermativo.

Vidi Pamela avvicinarsi a me e senza problemi strapparmi la camicia e la mantella lasciandomi a torso nudo. Le sue mani iniziarono a passarmi sul petto mentre una voglia assurda s'impadroniva del mio corpo.

Iniziai a mugolare e a dimenarmi per liberarmi dalle loro mani, mentre impazzivo dal desiderio di prendere Pamela e farla mia.

Non pensavo ad altro. Avevo solo un disperato bisogno fisico di fare sesso con lei. Dovevo farla mia, il membro eretto e dritto premeva contro i pantaloni. Mi dimenavo impazzito mentre lei continuava ad accarezzarmi facendo aumentare vertiginosamente quel desiderio che non sarebbe stato appagato mai.

Fu Demetri a staccarla da me, ringhiandole contro.

Adesso basta. Mettetelo dentro” ordinò a Damiano e Lucio.

Jane sorrise divertita “ Prima legategli le mani dietro la schiena” tubò soddisfatta . Ancora stordito ed eccitato dal potere di Pamela venni spinto nella gabbia con i polsi bloccati per impedirmi di finire da solo quello che Pamela aveva iniziato.

E nel buio e nel silenzio che sarebbero diventati i miei compagni e che mi avrebbero tenuto compagnia nei giorni seguenti, iniziai a singhiozzare per l'umiliazione e la rabbia che non potevo sfogare in maniera diversa.



Jasper


Seduto sul tetto del palazzo pensai a come potevamo tirarci fuori da quella situazione.

Erano troppi per affrontarli, e da soli ci avrebbero spazzato via.

Fuggire era impensabile, ci avevano trovato già una volta e nulla li avrebbe fermati dal darci la caccia. Così come sembrava un impresa impossibile riuscire a trovare chi ci aiutasse in tempo. Mancava solo una settimana... troppo poco per chiedere aiuto ai nostri vecchi amici. Non sapevamo dove erano e avremmo perso troppo tempo a cercarli senza pensare che non potevamo allontanarci. Jacob, Nessi ed Edward dovevano poterci rintracciare senza problemi. Ma mentre per i primi due sarebbe bastata una telefonata con Edward comunicare era quasi impossibile.


Con un sospiro ripensai al mio passato, a tutte quelle volte che avevo dovuto combattere per salvarmi la vita.

Mi avrebbe tanto fatto comodo un esercito come quando ero alla testa delle truppe di Maria. Allora sì che il destino sarebbe cambiato!

Ma loro non c'erano più, erano stati spazzati via da altri vampiri o dai Volturi.

La nostra famiglia reale all'epoca si occupava solo di mantenere la pace e l'anonimato. La rispettavo e lo scoprire quello che in questi ultimi anni avevano fatto mi aveva rattristato.

Un tempo erano i difensori dei vampiri, non dei pazzi assetati di potere come si erano rivelati.

Rimasi fermo diverse ore a pensare e a vagliare le diverse possibilità.

Dovevo trovare una soluzione e quando infine capii quello che dovevo fare, mi sentii un brivido freddo scendere lungo la schiena.

Ma dovevo rischiare... dovevo provare… forse era l'unica strada possibile... l'unica speranza esistente... l'unica remota possibilità di salvezza per il Clan dei Cullen.


E con determinazione, certo che la mia decisione sarebbe stata vista da Alice che avrebbe informato gli altri, mi alzai e mi allontanai incontro al nostro destino.

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Un destino inevitabile ***


Ciao a tutte sò che è un capitolo un pò cortino ma serve per rendere l'idea di quello che sta per accadere, per focalizzare la situazione!!   Anzi come regalo vi anticipo che sta per succedere un qualcosa che cambiera prepotentemente l'intera storia che avete seguito... quello che si potrebbe chiamare un giro di boa a 180 gradi!  

E con questo regalino vi auguro ancora Tanti Auguri  e ci sentiamo il 3 Gennaio per inagurare assieme questo nuovo anno ricco di colpi di scena!!!  Baciiiii ♥♥♥

Capitolo 21 Un destino inevitabile


Edward


Non so per quanto tempo rimasi chiuso in gabbia, ma mi sembrava ogni ora in più d'impazzire.

Inginocchiato in quello spazio angusto non potevo muovere un solo muscolo.

Il morso mi faceva male. Ma soprattutto a essere ferito era stato l'orgoglio.

Avrei voluto uccidere Pamela e Jane.

Restai diverse ore a ripensare all'accaduto eccitato e infuriato contro Aro e tutta Volterra, poi piano piano mi calmai e riuscii a isolare la mente e rilassare il corpo.


Quando la porta si aprii, Felix mi tirò fuori e mi aiutò a mettermi in piedi. I muscoli da troppo tempo fermi mi cedettero e lui aiutato da Rubens mi aiutò a sedermi per terra liberandomi le mani.

“Ma cosa hai combinato Edward?” mi chiese mentre mi porgeva una camicia intera.

La presi abbassando la testa per ringraziarlo.

“Abbassa la testa che ti leviamo quel coso dalla bocca” disse scuotendo il capo.

Ubbidii subito felice di potermi levare quel fastidio.

Lui lo sfilò agevolmente stando attento a non ferirmi ulteriormente “Ecco fatto”.

“Gra..zie” gli mormorai con una certa fatica passandomi la mano sulla bocca ancora dolorante.

Mi sorrise e mi aiutò nuovamente a mettermi in piedi e accompagnato da Rubens mi accompagnò nella mia stanza. Qui sfinito e dolorante mi sdraiai sul letto cercando di rilassare i muscoli e la mente.

Quando fu l'ora mi venne a chiamare Daniele e ubbidiente mi presentai da Aro nella Sala del Trono.

“Eccoti qua Edward. Spero che tu abbia riflettuto sui tuoi doveri e che d'ora in poi ubbidisca agli ordini, senza discutere o ribellarti. Ricordati che sei una Guardia e che ci devi obbedienza” mi disse fulminandomi con i suoi occhi intensi.

Abbassai la testa inginocchiandomi al suo fianco.

Tre mesi... se fossi stato attento... non erano poi molto tempo. Non potevo combattere... non avevo la forza per ribellarmi. Non l'avevo mai avuta... riflettei amaramente.

La sua mano si posò sulla mia testa Bravo Edward comportati bene e passeranno veloci, disubbidisci e la prossima volta non fermeremo Pamela e Jane si divertirà a lungo.

Rabbrividii, ancora una volta mi ero cacciato in un vicolo ceco. Dovevo solo tenere duro, solo resistere. In fondo me l'ero cercata e adesso avrei scontato la punizione per aver dubitato dei miei sentimenti per Bella.

Quando fossi riuscito a tornare da lei gli avrei offerto il mio dolore quale pegno d'amore.


La mia unica consolazione veniva dal fatto che almeno la mia famiglia era al sicuro ignara della mia sorte e convinta che fossi felice.



Alice


Avevo visto Jasper prendere la sua decisione e le sue conseguenze. Cercai di bloccare i singhiozzi che rischiavano di travolgermi e con la voce calma annunciai alla mia famiglia la nostra morte.

“I licantropi ci attaccheranno e sono in molti. Ho visto la nostra morte...” mi bloccai e chiusi gli occhi non volevo vedere i loro volti stravolti dal dolore e dalla consapevolezza. Ma facendo così rivedevo solo quelle terribili immagini.

“Quando e dove Alice?” mi chiese Emmett stringendo la mano a Rosalie.

“Fra una settimana quando la luna sarà piena. Verranno qua Emmett” risposi cercando di sorridere, quando invece avrei solo voluto urlare e scappare.

“Dovete scappare” ci disse Esme.

La guardai inclinando la testa non capivo cosa intendesse dire.

“Non possiamo andare via tutti... ci seguirebbero. Ma tu con Bella, Emmett e Rose potete andare via... potete salvarvi” ci spiegò stringendo la mano a Carlisle “Noi li aspetteremo e li terremo occupati”.

Lo vidi annuire e baciarle i capelli “Esme ha ragione ragazzi” confermò nostro padre..

“No. Non ha senso. Se devo morire tanto vale farlo assieme e difendendoci. Io non scapperò davanti a loro. Siamo una famiglia e se dobbiamo morire moriremo come tale.” Emmett era sicuro di se.

“Anche se scappiamo, mamma. Loro ci cercherebbero e ci ucciderebbero uno per volta. Non possiamo andarcene. Ci batteremo e si pentiranno della loro decisione” Rosalie non si sarebbe tirata indietro, se Emmett rimaneva lei sarebbe stata la suo fianco.

Vidi Carlisle scuotere la testa “Non cambierete idea...vero?” gli chiese poi già sapendo la risposta si voltò verso di me “Dov'è Jasper? Raggiungilo. Voi potrete salvarvi” mi disse.

Scossi la testa. “Jasper non si arrenderà mai Carlisle. Tornerà da noi in tempo per la battaglia. Tornerà a morire con me e con voi … se riuscirà a tornare.”

Avevo visto dove era diretto e un brivido mi scese per la schiena.

“Dobbiamo dirlo a Bella e tenerla al sicuro. Glielo abbiamo promesso” continuai pensando ad Edward. Lui sarebbe impazzito fosse successo qualcosa a lei. Io sapevo, ero convinta che lui non aveva mai smesso d'amarla, e che prima o poi l'avrebbe capito anche lui.

“Le chiederemo di allontanarsi... lei ha la responsabilità di Nessi” disse Carlisle.

Annui ma vidi nei loro occhi la certezza che avevo anch'io.

Bella non sarebbe mai scappata anzi forse sarebbe stata grata di porre fine alla sua esistenza. Avremmo potuto pregarla quanto volevamo ma lei non ci avrebbe mai dato retta.

Il suo cuore era morto quando Edward ci aveva salutati e forse sarebbe stata contenta di rinunciare per sempre a quella vita che adesso sentiva fredda e vuota senza di lui.


Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** L'ultimo atto ***


Ciao eccomi qua come promesso. Innanzi tutto ancora tantissimi auguri per un 2013 che spero sarà  positivo e ricco di  serenità per tutte voi. E mentre mi preparo al voletto sulla scopa del 5 notte vi lascio il nuovo capitolo dove troverete  alcune risposte!!!
Ci risentiamo  martedì 8  con il solito ritmo  e la solita vitaccia complicata.  Un bacione a tutte  grossissimo!!!!!!!!!!

Capitolo 22 L'ultimo atto


Edward


Passarono due giorni. Lavorai per Aro ubbidiente ma non uscii più in cortile, ne mi presentai agli allenamenti. Quando mi riprendevo, rimanevo nella mia camera, sdraiato sul letto a guardare il soffitto immaginando il sole e il cielo blu. Era un atteggiamento stupido, lo sapevo bene, ma era più forte di me. Sapevo che non avrei potuto passare tre mesi andando avanti così, ma al momento, non mi interessava.

Immagini della mia famiglia, ricordi dei momenti passati assieme, mi affollavano la mente ricordandomi quanto stupido fossi stato.

Su tutti ovviamente il ricordo di Bella e di Nessi.

La loro dolcezza, il loro amore mi cullavano, mi facevano compagnia in quelle lunghe ore solitarie.

Mi sentivo straziato dentro ma soprattutto perso. Come se fluttuassi nell'aria, lasciandomi trascinare dal vento, come se ogni punto di riferimento mi fosse stato strappato via. Ero come una nave in balia della tempesta sbattuta dalle onde o un satellite che all'improvviso aveva perduto la sua traiettoria e incerto si aggirava nello spazio desideroso di tornare nella sua orbita, ma consapevole dell'infinito che lo circondava.

Avrei tanto voluto comunicare con loro, poter correre a casa e inginocchiato chiedere loro perdono. Avrei voluto cancellare ciò che era successo, ritornare indietro e annullare il tempo e l'accaduto. Ero stato un illuso, un ingenuo o più semplicemente un ragazzo di diciassette anni incapace di crescere, bloccato nel proprio egoismo.

Ancora una volta mi odiai, rendendomi conto di quanto male avessi fatto loro e chiedendomi se mai avrebbero potuto perdonarmi.

Ma ormai non potevo cambiare il passato, potevo solo cercare di resistere, di non farmi nuovamente avviluppare dalle nuvole di Volterra anche se iniziavo a non sentirmi più così estraneo a quel mondo.

E questo mi spaventava e destabilizzava ancora di più.

Non potevo più negarlo a me stesso. Le nuvole erano entrate dentro di me, non perché avessi riscoperto cosa significava essere vampiro o perché fossi felice di stare agli ordini di Aro. 
No...questo decisamente no! 
Ma perché iniziavo a comportarmi da Guardia, a stringere rapporti che fino a sedici anni prima avrei ritenuto impossibile avere. Iniziavo a sentirmi... non so neanch'io… ma mi rendevo conto che la Rocca e i suoi occupanti erano diventati non più degli estranei da odiare per la loro diversità o da temere per la loro fama sinistra.

Dietro ai mantelli e alla sete di sangue per loro ingestibile, c'erano individui pensanti... delle persone a cui mi stavo affezionando e che in qualche modo erano entrati nel mio cuore minando le mie certezze e quello in cui avevo sempre creduto.


Un brivido mi scese lungo la schiena.

La constatazione di ciò mi terrorizzava e mi lasciava senza fiato ancora più spaventato dei possibili tranelli che Aro sicuramente mi avrebbe teso in questi tre mesi per farmi capitolare ai suoi piedi.


Era pomeriggio tardi quando la porta si aprii e vidi entrare Ilmi e Kong.

Ciao Edward.” la voce forte di Ilmi mi riscosse dai miei pensieri e mi misi seduto guardando le due Guardie avanzare verso di me.

Perché non sei più venuto?” mi chiese Kong rivolgendomi uno sguardo interrogativo mentre si sedeva sul bracciolo del divano.

Non sapevo bene neanch'io cosa rispondergli e quindi mi limitai a fare spallucce. Non potevo confessargli che iniziavo ad avere paura della loro amicizia e di quello che sentivo crescere dentro.

Sappiamo che sei stato per alcuni giorni nella gabbia ma pensavamo che una volta uscito saresti venuto da noi per completare l'addestramento” mi disse Ilmi scrutandomi attentamente.

Mi sentivo stanco... volevo stare un po' in pace... da solo. Avevo bisogno di pensare.” risposi sorridendogli, un po' intimidito dal loro comportamento così diretto e sincero.

Era buffo sapere, dalle loro menti, quanto quei due orgogliosi vampiri fossero preoccupati per me.

E vuoi passare tutti i pomeriggi chiuso qui dentro? Cosa credi di ottenere Edward? Alzati e vieni a prendere una boccata d'aria” m'intimò Kong poco conciliante, come era nella sua natura.

Sbuffai ridacchiando, grato del loro interesse e della loro compagnia e acconsentii a seguirli, non tanto per l'ordine a cui non ero tenuto ubbidire, quanto perché forse avevano ragione.

Uscimmo e mi condussero nel cortile. Il sole stava tramontando e alcune Guardie chiacchieravano e ridevano in gruppetti. Come entrammo diverse si voltarono e sentii mentalmente i loro discorsi.

Parlavano di me, della mia richiesta ad Aro e di come fossi stato punito.

Rabbrividii al ricordo di come aveva reagito il mio corpo alle carezze di Pamela e il veleno m' invase la bocca.

Ilmi mi posò la mano sulla spalla “Tutto bene Edward?... sembri nervoso” mi chiese.

Annui “ Si, Ilmi. Sto bene, nessun problema” sospirai. Il vampiro era sotto controllo. Ormai mi sentivo sicuro. Le catene erano nuovamente solide. Il mio istinto era stato domato.

Ma era inutile negare che sentire i commenti delle Guardie mi aveva innervosito.

Kong e Ilmi mi accompagnarono in un angolo, a ridosso dell'alto muraglione, e ci sedemmo assieme a chiacchierare sulla fresca erba ancora umida di pioggia.

Parlarono loro tutto il tempo raccontandomi aneddoti circa l'addestramento delle Guardie e distraendomi dai miei cupi pensieri.

Li stavo a sentire ridacchiando, grato di poter pensare a qualcosa di diverso che non fosse il mio passato o il mio futuro.

Quando giunse sera mi salutarono ed io mi avviai alla mia camera.

Un altro giorno era trascorso e con calma mi preparai ad andare a svolgere il mio lavoro.


Quella sera nella Sala del Trono c'erano quasi tutte le Guardie. Tre nuovi vampiri avevano completato l'addestramento e avrebbero prestato il loro giuramento di fronte ai miei Signori e all'intero Corpo di Guardia convocato per l'occasione.

In silenzio in piedi a fianco ad Aro ascoltai le loro parole rimbombare nella grande sala Giuro fedeltà al clan dei Volturi ripeterono uno per volta con solennità “Giuro di rispettare le sue leggi, di obbedire agli ordini e di proteggere i suoi membri.

M'impegno a far rispettare le leggi dei vampiri e a proteggere la mia razza in ogni parte del mondo, anche a costo della mia stessa vita. Lego la mia immortalità a voi e vi chiedo miei Signori Aro, Caius e Marcus di accettarmi quale membro della Guardia.” terminarono rammentandomi ciò che avevo pronunciato io quando mi ero di fatto legato a Volterra e con un brivido di paura e di rabbia ascoltai la risposta di Aro

Ed io, Aro, a nome anche dei miei fratelli, accetto il vostro giuramento e i vostri servigi. Niente e nessuno potrà infrangere il vostro giuramento, al quale sarete legati fino a quando non venga meno la nostra volontà


Anche loro erano ormai nelle mani di Aro e con una profonda tristezza nel cuore abbassai la testa guardando riflettere le luci sul medaglione che portavo al collo... lo stesso che Aro stava ponendo sui loro petti.

Il simbolo tangibile dell'appartenenza alle Guardie.


Quando la cerimonia ebbe termine e pensavo già di aver finito, Lucio entrò nella sala velocemente e portatosi davanti ai miei Signori gli annunciò che era appena arrivato un vampiro che chiedeva udienza.

Aro annui invitando Lucio a scortare il nuovo venuto.

Io mi misi in ginocchio ai suoi piedi e abbassai la testa pronto a svolgere, rassegnato, il mio compito.


Nella sala scese il silenzio mentre i passi dello sconosciuto entrarono decisi senza la paura tipica di chi veniva ammesso al cospetto dei miei Signori.


Quando i passi si fermarono, alzai la testa di scatto spalancando gli occhi dalla sorpresa.

Ciao Edward” mi salutò mentalmente mentre la sua voce decisa salutava i miei signori “Signori di Volterra. Grazie di avermi concesso udienza”


Non potevo credere ai miei occhi Jasper era in piedi di fronte a me.




Jasper



Sapevo che Alice avrebbe avvisato la mia famiglia e sapevo anche che non sarebbero scappati.

Solo loro potevano aiutarci. Solo i signori di Volterra avrebbero potuto intervenire a difenderci.

Loro era il compito di proteggere i vampiri di tutto il mondo e speravo che inviassero il loro Corpo di Guardia per difendere la mia famiglia, per terminare ciò che assieme avevamo iniziato.

Risoluto mi presentai al loro cospetto.

C'era il pericolo che mi trattenessero ma non c'era altra possibilità. Avrei rischiato e avrei implorato il loro intervento.


Ma quando mi presentai e vidi Edward accucciato come un cane ai piedi di Aro capii che la mia visita sarebbe stata inutile.

Per troppo tempo avevano badato solo a se stessi, per troppo tempo si erano dimenticati chi fossero in realtà e quale compito noi tutti gli avevamo affidato.


Salutai mentalmente mio fratello con il cuore gonfio dalla tristezza mentre mi chiedevo come fosse mai possibile per lui vivere lì in quelle condizioni...

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** La decisione di Edward ***


Ciao eccomi qua. Le feste sono finite e finirà anche qualcos'altro con loro!!  Vi lascio questo capitolo a cui tengo in maniera particolare perchè tutto ciò che è successo nelle tre FF precedenti porta a questo!! Quello che succederà  è solo la conseguenza di tutto quello che è accaduto, quindi leggetelo con calma e immedesimatevi nell'ambientazione!! 

Un bacione grossissimo e... abbiate fiducia nel...

Capitolo 23   La decisione di Edward


Edward


Non potevo credere ai miei occhi. Cosa diavolo mai ci faceva Jasper qui??

Scansai la mano di Aro ed entrai nei suoi pensieri veloce alla ricerca di notizie della mia famiglia ma quello che vi trovai mi ferì profondamente.

C'era solo stupore e disgusto nei miei confronti.

Lo guardai negli occhi e vi vidi una profonda tristezza.

Fu solo un attimo poi il suo sguardo ritornò fiero e con calma si rivolse ai miei Signori.

Sono venuto a chiedervi aiuto. I licantropi che abbiamo combattuto assieme sono decisi a vendicarsi sulla mia famiglia e abbiamo bisogno di aiuto.” disse distogliendo gli occhi da me e guardando i miei Signori con sguardo fiero.

Ci misi un attimo a capire le sue parole, poi vidi nella sua mente, il suo inseguimento e i piani dei licantropi. Un lungo brivido freddo mi scese per la schiena. Sarebbero stati uccisi tutti.

Terrorizzato e consapevole che se erano in pericolo era ancora una volta colpa mia, guardai i miei Signori sperando che dessero l'ordine di partire.

Aro che aveva nuovamente posato la sua mano sulla mia testa aveva sicuramente visto le stesse immagini nella mia mente e speravo non sarebbe rimasto indifferente alla sua richiesta d'aiuto.

Ma mi sbagliavo e lo capii quando alle parole di mio fratello rispose solo il silenzio.

Poi un sorriso si allargò sul volto di Aro mentre i suoi pensieri mi aprirono una profonda ferita nel cuore.

E perché mai dovremmo intervenire a salvare la tua famiglia mettendo a rischio le nostre vite...Jasper... Cullen?” chiese chiaramente soddisfatto.

I miei occhi si posarono allora su Jasper che continuava a fissarli tranquillo e deciso.

Perché loro ci cercano per vendicarsi del nostro intervento sui Monti Urali” spiegò volgendo lo sguardo sui tre Signori e infine abbassandoli su di me “Dove noi abbiamo rischiato la nostra vita per voi”.

Come stai Edward ...a casa sono preoccupati per te. ”.

Ancora una volta guardai Aro speranzoso convinto che avrebbe dato ordine subito di prepararsi ma le sue parole mi gelarono.

Non possiamo mandare la Guardia... ma se volete potete venire qui … sotto la nostra protezione” e nella sua voce c'era tutta la gioia dei suoi pensieri.

Tutto il Clan dei Cullen a Volterra sotto i suoi ordini. Non solo più io ma Jasper, Alice, Carlisle, Bella e perché no anche Nessi e Jacob ... tutti loro nelle Guardie.

Aveva vinto alla fine ce l'avrebbe fatta a farci suoi.


Vidi il volto di Jasper farsi vitreo, e i suoi pensieri seguirono le sue parole.

No. Moriremo piuttosto che sottometterci ai vostri ordini” disse abbassando la testa sconfitto.

Maledetto, non diventerò mai una Guardia, non mi metterò mai in ginocchio ai tuoi piedi.”

E così sia giovane Jasper. Se preferite la morte … sarete accontentati. Ma se tu vuoi restare, credo che tuo fratello sarebbe felice di avere compagnia qui. C'è giunta voce che sei un abile combattente.” intervenne Caius con la voce soddisfatta e un ghigno sul volto.

Mi voltai a guardare Jasper e lo vidi sorridere.

Un sorriso amaro mentre scuotendo la testa rispondeva a Caius “No Caius. Ritornerò a casa. Ti ringrazio dell'offerta... ma avete già uno di noi. Io tornerò dalla mia famiglia a lottare con loro e per loro e a morire con loro se questo sarà il nostro destino.” disse

Addio Edward. Spero che tu sia felice qua. Manchi a tutti fratellino ma come ti ho promesso difenderò Bella finché mi sarà possibile, e se riesco a convincerla la manderò qua da te.”

Mi sorrise e fece per girarsi.

Lo stavo guardando andare via quando sentii la risata di Aro rimbombare nella sala e la sua mente esultare all'idea di aver finalmente sconfitto chi a lungo aveva temuto. Sperava che Bella alla fine  mi raggiungesse... un altro gioiello per la sua collezione. In ogni caso avrebbe ottenuto il suo scopo.

La distruzione del Clan dei Cullen.


Fu allora che davanti al mio viso apparvero i volti dei miei familiari, il loro ultimo addio, gli occhi gonfi di Esme, la fiducia di Carlisle, il sorriso di Emmett, l'orgoglio di Rosalie, la paura di Alice e la determinazione di Jasper. Ma su tutti il volto triste di Bella mentre metteva la mia vera al suo collo e l'ultimo sorriso di Nessi prima di partire con il suo lupo.


E qualcosa nel mio animo si spezzò.


Qualcosa che a lungo era stato confinato dai vincoli di obbedienza che mi aveva imposto Chelsea, dalla paura e dall'insicurezza, venne fuori in tutta la sua potenza travolgendomi e dandomi una forza che non sapevo di possedere.

Non so cosa fu esattamente, se la consapevolezza che potevo fare qualcosa, che era giusto che provassi a difendere la mia famiglia o la certezza del loro amore per me e il mio bisogno disperato di restituire ciò che avevo preso per anni e di saperli vivi e felici indipendentemente dalla mia sorte.

Non mi importava del mio destino, ma non potevo permettere che finisse così... loro erano troppo importanti per me, loro erano... la mia famiglia!

Senza di loro la mia vita non avrebbe avuto alcun senso, senza di loro il mio mondo sarebbe stato solo un lungo e profondo vuoto incolmabile.

Mi sarei trascinato, da solo, nel tempo, insensibile come un fantasma, sciogliendomi nel dolore ogni giorno e ogni ora, incapace di vivere veramente, senza speranza o futuro, odiandomi per quello che non avevo avuto il coraggio di fare, finché una mano pietosa non avrebbe messo fine al mio tormento.

No questo non era accettabile. Loro non dovevano morire, loro contavano più della mia vita.


E con uno scatto mi alzai e mi portai in mezzo alla sala di fronte ai miei Signori.

Vidi Jasper fermarsi e voltarsi a guardarmi stupito e preoccupato.

Ma non mi importava.

Non si trattava più di combattere per me, ma di combattere per loro ...
per chi mi aveva sempre amato incondizionatamente.


Mio Signore Aro. Ti prego permettimi di portare delle Guardie in difesa della mia famiglia” gli chiesi sperando che mi ascoltasse… che per una volta mi ricompensasse dei miei servigi presso di lui.

Taci Edward. E torna al tuo posto” mi rispose stupito e scocciato dalla mia richiesta posta di fronte all'intero Corpo di Guardia.

No. Voi dovete inviare le Guardie. Non possiamo fare finta di niente… noi...” risposi ma non feci in tempo a finire la frase.

Jane a un suo segnale aveva colpito.

Mi ritrovai piegato per terra ma non volevo dargliela vinta e mi morsi le labbra per non gemere.

Adesso basta Jane, cara. Alzati Edward e riprendi il tuo posto... Guardia!” m'intimò sorridendo felice di aver dimostrato la sua forza e il suo potere su di me davanti a tutti e a mio fratello.

Mi alzai con fatica e con la testa bassa guardai Jasper.

Il suo sguardo era preoccupato e interdetto, gli sorrisi e mi rivolsi di nuovo ad Aro.

No. Sapete benissimo che è nostro dovere intervenire, loro sono un Clan di vampiri e il nostro compito è di proteggerli come...” di nuovo non riuscii a finire la frase perché mi ritrovai nuovamente accartocciato per terra a gemere per il dolore.

Fermati Jane. Alzati Edward, non farti punire ulteriormente. Loro non sono veri vampiri, non appartengono alla nostra razza, loro sono come eri tu… dei rinnegati che pretendono di vivere come gli umani. Esseri che hanno rinunciato e disprezzato la loro stessa natura di vampiro.” e nelle sue parole c'era tutto il disprezzo che provava verso tutta la mia famiglia. 
Ma sapevo che stava sbagliando... io ne ero la prova.

E le ultime parole di mio padre rimbombarono nella mia mente “E ricordati Edward che tu lo voglia o meno sarai per sempre un Cullen” dandomi la forza e il coraggio di cui avevo bisogno.

Mi alzai e cercai di mettermi dritto, ma facevo fatica. La testa mi scoppiava e tutti i muscoli erano indolenziti. Guardai Jane snudando i denti e prendendo fiato ancora una volta gli risposi “Non ha importanza la nostra alimentazione, o il colore degli occhi, Volterra è la nostra casa reale, voi rappresentate la giustizia, voi...” e Jane colpì una terza volta.

Stavolta non riuscii a contenere il dolore e dei lunghi e strazianti gemiti uscirono dalla mia bocca.

Il dolore finii e senti la voce di Caius imporsi sul mormorio che era scoppiato fra le file delle Guardie.

Silenzio!!! Come osi ribellarti Edward? Sarai punito severamente Guardia per le tue parole” disse, mentre il silenzio calava nuovamente nella grande sala.

Mi tirai su a carponi poi con un grande sforzo di volontà mi misi in ginocchio.

Con la voce che tremava per lo sforzo ripresi imperterrito. 
Non mi sarei fermato, tutti dovevano sapere e capire quanto falsi fossero e come stavano calpestando il nostro giuramento dietro al quale nascondevano la loro sete di potere.
“Puoi punirmi quanto vuoi Caius. Puoi chiudermi in gabbia per mesi, puoi lasciarmi nelle mani di Pamela per ore o affamarmi… ma non puoi negare l'evidenza. Loro sono vampiri e le Guardie di Volterra sono nate per proteggere la nostra razza da...” ancora una volta Jane colpi con una forza inaudita.

Crollai a terra urlando tutto il dolore che avevo dentro, contorcendomi come fossi sul rogo, incapace di trattenermi.

E quando finalmente il male passò usai la poca forza che mi era rimasta per tirarmi su. Ma il mio corpo si rifiutava di ubbidire e riuscii a malapena a mettermi carponi.

Tirai su la testa e mi voltai verso le Guardie.

C'era silenzio. Nessuno parlava più.

Guardai Jasper e vidi che era tenuto fermo da Felix e da Demetri.

Gli sorrisi e annui. Stavo soffrendo ed ero orgoglioso di farlo per loro. Perché se era vero che ero una Guardia era anche vero che prima di tutto ero un Cullen e il vincolo che mi univa a loro era dettato dall'amore, un legame che nemmeno Chelsea era riuscita a spezzare.

Poi i miei occhi si posarono su Felix e Demetri che mi guardavano pieni d'angoscia consci che stavo sfidando i Signori di Volterra e il mio destino. 
Ma non si fermarono lì, fissarono Ilmi e Kong che tenevano la testa bassa sconsolati di veder soffrire un amico, Malik che si stava chiedendo se avessi ragione, Chelsea che si era sempre sentita in colpa per come mi aveva strappato alla mia famiglia sedici anni prima, Haidy che portava gli umani come cibo ma che non mi aveva mai visto partecipare a un banchetto, Rubens e Anna che avevano assistito a come con tanta determinazione avevo cercato d'imbrigliare il mio mostro per tornare a casa, Angela che mi aveva somministrato il veleno per confondermi sotto i loro ordini, e poi Damiano, Damon, Katia, Daniele, Adamo, Katrina, Renata, Telemaco e tutti gli altri che mi conoscevano.

Anche Rebecca mi stava guardando, lei più degli altri mi capiva, capiva quanto dolore e determinazione c'era nel mio rifiuto. Lei sapeva che Aro non mi avrebbe piegato questa volta... che i signori di Volterra non avrebbero vinto.

Potevo veder negli occhi di quasi tutte le Guardie quel senso di delusione che provavano, e nelle loro menti la sensazione di sentirsi traditi. Di sentire il loro giuramento, i principi per i quali avevano lottato a lungo e per i quali si erano posti al loro servizio, venire rinnegati e calpestati dai loro stessi Signori.

Guardie di Volterra.” dissi alzando la voce per quanto possibile,  rivolgendomi a loro con tutte le mie forze residue “Voi sapete che ho ragione. Loro ci stanno tradendo... stanno tradendo quello per cui avete a lungo lottato... noi...” ancora una volta il potere di Jane mi colpì e ancora una volta gridai a quelle volte dorate tutto il dolore che sentivo straziarmi il corpo, senza ritegno, senza vergogna, incapace di trattenermi, incapace di lottare contro il suo potere.

Basta, ti prego...” mi ritrovai a implorare gemendo mentre sbattevo con forza la testa sul duro pavimento incapace di controllare il mio corpo e i miei muscoli.

Mi sentivo gli occhi bagnati, le labbra umide, il naso colare e quando il male cessò avrei voluto rimanere per terra sfinito, abbandonarmi al buio e alla pace che il mio corpo reclamava, ma non potevo e radunando tutte le mie forze residue mi tirai sui gomiti.

Senti diversi gemiti di orrore provenire dalle Guardie e con fatica mi portai la mano al viso. Il veleno nero mi macchiò il suo dorso. Lacrime di veleno uscivano dai miei occhi impedendomi di vedere con lucidità, mentre lo sentivo scorrere dal naso e dalle labbra ferite dai miei stessi denti.

E raccogliendo tutto il fiato che avevo mi rivolsi nuovamente a loro “ A quanti di voi è successo quello che è successo a me? Quanti di voi hanno visto il loro clan distrutto... pensavate che fossero dei giusti... che difendessero la nostra razza e invece... stanno dimostrando solo di essere dei traditori del loro stesso giuramento... Non ti interessa nulla di noi Aro... tu vuoi solo dominarci...tu...vuoi solo il pote...” ma ancora una volta Jane scaglio il suo dono su di me impedendomi di finire il mio discorso.

E quando il male cessò rimasi sdraiato con il volto poggiato al freddo pavimento, non avevo neanche più la forza di alzare la testa. Dalla mia bocca uscivano solo dei rantoli di dolore.

Hai passato il limite Edward. Adesso verrai giustiziato per ribellione e tradimento. Lucio, Damiano portatelo qua. Lo ucciderò io stesso, ora!” tuonò Caius dal trono alzandosi in tutta la sua potenza con un sorriso sadico sulle labbra.

Mi senti sollevare e non opposi resistenza, non avevo più la forza.

La mia strada era arrivata alla fine e avrei preceduto la mia famiglia nella morte come era giusto che accadesse. La colpa era solo la mia e adesso finalmente avrei pagato per i miei errori.

Il mio ultimo pensiero cosciente fu per Carlisle e Bella “Adesso saprò se esiste il paradiso e l'inferno... e se abbiamo o meno un anima”... poi fu solo buio.

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** La goccia che fa traboccare il vaso ***


Ciao cosa succederà adesso? Saranno servite le parole taglienti di Edward e la sua sofferenza  a risvegliare la Guardia? Bhe nell'avvisarvi che siamo solo a metà FF vi lascio a scoprire quello che sta succedendo e che forse non tutte si aspettano.

Un bacio e buona lettura.

Capitolo 24 La goccia che fa traboccare il vaso



Jasper


Pur temendo che la mia richiesta sarebbe stata inutile, con coraggio e determinazione chiesi aiuto ai Signori di Volterra.

E la loro risposta segnò la nostra condanna a morte. Non sarebbero intervenuti per proteggere la mia famiglia ma mi offrirono la loro protezione.

Per un attimo pensai che in quelle fredde mura avremmo potuto sopravvivere, ma i miei occhi si posarono nuovamente su Edward sempre inginocchiato ai loro piedi e un fremito di rabbia mi percorse per tutto il corpo. La visione di Alice era a un passo dall'avverarsi.

Ma conscio del destino che ci avrebbe atteso, sicuro d'interpretare il volere di tutti, con decisione rifiutai ciò che mi era stato offerto, loro ed io stesso avremmo preferito morire piuttosto che perdere la nostra libertà e inginocchiarci ai loro piedi.

Alla fine avevano vinto, il Clan dei Cullen sarebbe stato annientato.

Vidi sul volto di Edward passare dapprima la speranza e poi la delusione. Forse si era aspettato che loro cedessero, che capissero ma la consapevolezza di quello che sarebbe successo si fece strada anche dentro di lui e la sua disperazione mi travolse. Era rimasto in silenzio senza reagire accucciato ubbidiente ai piedi dei suoi Signori permettendo ad Aro di leggere nei miei pensieri, sperando in quello che era chiaro sarebbe stato solo un miracolo. 
Con il cuore stretto in una tenaglia lo salutai promettendogli che avrei cercato di mantenere la mia parola e di salvare Bella come mi aveva chiesto.


E cercando di nascondere nella mia mente la mia angoscia mi voltai pronto ad andare verso il mio destino.

Fu allora che sentii la sua voce ferma e determinata rimbombare nella grande sala. Con immenso stupore mi girai e lo vidi in piedi davanti ai suoi signori.

Stava dritto con il viso alto e le sue parole erano piene di speranza. Non finii nemmeno di parlare che lo vidi crollare sotto il potere di Jane. Un brivido mi scese lungo la schiena. Non avevo mai provato di persona ma potevo immaginare quanto male facesse.

Ritornai sui miei passi ma mi bloccai quando lo vidi tirarsi in piedi e sorridermi.

Tremai conscio che dietro a quel sorriso c'era una volontà di ferro, lui non si sarebbe fermato... avrebbe sfidato i suoi Signori.

E lo vidi cadere un altra volta e un altra ancora. Con un ringhio cercai di avventarmi su quella serpe che lo stava torturando. Ma le braccia forti di Felix e Demetri mi bloccarono. Ero circondato dalle Guardie e per quanto abile fossi non sarei mai riuscito a fare nulla.

Con orrore lo vidi tirarsi su a fatica. Dal naso, dalle labbra che lui stesso si era ferito e dagli occhi colava il nero veleno rendendolo di fatto una maschera del terrore. Si voltò a guardarmi e il cuore mi si strinse dolorosamente. Quanto aveva patito ogni qualvolta si era ribellato agli ordini di quei mostri? Quante volte doveva essere stato punito e umiliato? Mi sentii un verme per aver pensato che si fosse arreso senza combattere, per averlo sottovalutato e disprezzato. 
Chiunque, anch'io probabilmente mi sarei accucciato ai piedi di Aro per evitare quella sofferenza immensa.

E con vergogna finalmente capii che tante cose non ce le aveva mai raccontate per non ferirci, che aveva taciuto e nascosto i suoi sentimenti, solo questo poteva giustificare la sua sottomissione.

E una rabbia profonda e cieca iniziò a montare nel mio cuore, come la marea lentamente saliva sommergendo il mio cuore di guerriero.

E mentre le sue urla riempirono la sala un ringhio profondo iniziò a uscirmi dal petto. Un ringhio di rabbia e di dolore. Ma lui incapace ormai di muoversi alzò la testa un ultima volta sfidando ancora i suoi Signori. E la preghiera che mormorava durante gli attacchi di Jane risuonò ancora un ultima volta ormai quasi inudibile.

Rimasi lì fermo attonito quando vidi il suo corpo rimanere immobile per terra. Aveva dato tutto, aveva fatto tutto quello che poteva ma la voce di Caius risuonò forte pronunciando la sua condanna a morte per tradimento.

Tradimento.... pensai con ironia.

Secondo Caius, Edward aveva tradito i suoi Signori mentre in realtà erano loro a tradire il loro stesso ruolo e la loro stessa razza. Mi venne la nausea a pensare di come ancora una volta avevano sovvertito la verità per smania di potere.

E quando lo vidi trascinare stordito e indifeso davanti a Caius e vidi le mani di quel lurido essere alzarsi per staccargli la testa il mio ringhio esplose violento e con uno strattone mi liberai e mi buttai contro quell'essere immondo pronto a morire per difendere mio fratello.

Pensavo che sarei stato atterrato prima di arrivare, che il mio gesto sarebbe stato inutile e tardivo ma con mia grande sorpresa nessuno mi fermò e come una palla di fucile piombai addosso a Caius travolgendolo con un ringhio bestiale che echeggiò come un tuono tra le alte mura affrescate.


Demetri


Guardavo Edward dimenarsi per terra chiedendomi cosa lo spingesse a comportarsi così. Il suo dolore era evidente e mi colpiva ricordandomi con quanta determinazione aveva lottato sugli Urali e con quanto coraggio mi aveva salvato la vita a rischio della sua.

E adesso la sua famiglia sarebbe morta.

Stava usando lo stesso coraggio e la stessa determinazione per cercare di salvarli, ma sarebbe stato inutile.

Ricordavo ancora sua sorella cucire le Guardie ferite senza chiedere neanche il loro nome, ricordavo con estrema chiarezza quando suo padre mi aveva cucito il braccio e mi aveva stretto la mano salutandomi. Quante Guardie avevano salvato quel giorno?? Se qualcuno era sopravvissuto dovevamo ringraziare loro, quei vampiri dagli occhi gialli che senza problemi si erano schierati in nostro aiuto solo perché eravamo in difficoltà.

Non si erano limitati a salvare Edward, ci avevano aiutati senza alcun motivo se non quello di difendere qualcuno della loro razza. E adesso Aro si rifiutava di rendere loro il favore e continuava a colpire quel ragazzo che ubbidiente si era sottomesso al suo volere malgrado fosse stato ingannato e arruolato contro la sua volontà.

Fermai Jasper. Era il mio compito ma al suo ringhio si unì il mio.

E quando vidi Caius prepararsi ad eseguire la condanna a morte più ingiusta di tutta Volterra capii che Edward aveva ragione.

Non stavo seguendo la mia famiglia reale, coloro che avevano il compito di proteggere la mia razza, ma un branco di assassini avidi di potere che avevano rinnegato e calpestato il loro stesso giuramento.

Quel giuramento che avevo rispettato e che mi ero impegnato a far rispettare ai miei simili e nel quale credevo ciecamente.

E al ringhio che sentivo crescere intorno si unì il mio, il dolore di Edward divenne il mio e la mia rabbia esplose in tutta la sua potenza.

Con un rapido sguardo a Felix lasciai libero Jasper d'attaccare e lo segui mentre la mia voce riecheggiava nell'ampio salone “Guardie a me!”.



Rebecca


Vidi Jasper attaccare Caius e cadere insieme a lui e al trono per terra. Sapevo che era la cosa giusta, la punizione che avevo subito per aver lasciato libero Edward era stata terribile e le sue cicatrici mi avrebbero accompagnato per sempre.

Ma il punto era che quel ragazzo aveva detto solo la verità.

Aveva ragione... su tutto. Aro ci aveva usati tutti solo per avidità nascondendosi dietro a un giuramento che di fatto calpestava quando gli interessava. Molti di noi erano stati ingannati o obbligati proprio come Edward.

Il velo sui nostri occhi era stato squarciato dallo stesso vampiro che ora stava per essere ucciso.

E come vidi Demetri seguire Jasper capii che era la cosa giusta da fare e con un ringhio bestiale mi avventai su Lucio decapitando quel vampiro che gongolava nel vedere Edward ridotto in quello stato. Con la coda dell'occhio vidi Felix seguire Demetri e un ringhio potentissimo salii nell'ampia sala e si unì ai nostri, ma non era di un piccolo gruppo di vampiri ma dell'intero corpo di Guardia che si stava ribellando ai suoi Signori.


E mentre intorno a me scoppiava il caos e una lotta fratricida fra guardie, mi accucciai sul corpo di Edward esanime per proteggerlo con il mio. Nessuna guardia avrebbe potuto fargli del male, l'avrei difeso fino alla morte.

Damon, rimasto un attimo stupito, mi sorrise felice, pieno di riconoscenza per aver messo al sicuro il suo Capitano, poi si avventò su Pamela che in cerca della sua vendetta per la morte di Lucio si era avvicinata e si preparava ad attaccarmi  pronta a finire ciò che Caius non era riuscito a terminare.

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** La fine di Volterra ***


Ciao a tutte. Le Guardie si sono ribellate  ma i destini di alcune devono ancora essere decisi. Vi lascio con il nuovo capitolo in loro compagnia  a scoprire ...

Capitolo 25 La fine di Volterra



Chelsea


Non potevo credere a ciò che vedevo.

Mi ricordavo chiaramente la fatica che avevo fatto e il dolore che avevo procurato per riuscire a tagliare i legami forti di Edward e imporgli quelli che lo imbrigliavano a Volterra.

Aveva cercato di resistere con tutte le sue forze, aveva lottato disperatamente contro di me e contro il dolore fisico che gli procuravamo per indebolirgli la mente, ma alla fine complice il veleno che gli avevo somministrato, era capitolato.

Si era arreso, alla fine aveva dovuto cedere al mio potere, al volere dei suoi Signori.

L'avevo fatto sotto gli ordini di Aro e Jane, felice di ubbidire, convinta di fare la cosa giusta, ma quel ragazzo mi aveva spiazzato.

Non avevo più interferito nella sua vita ma avevo visto lentamente nel corso del tempo riallacciare i suoi legami come se un chirurgo fosse intervenuto a cucire e a riunire i fili che lo legavano al suo clan.

Non credevo che l'amore, quel potente sentimento a me ancora sconosciuto, fosse in grado di ricostruire con tanta solidità quello che io avevo tagliato, né che avesse la forza d' infrangere il vincolo di ubbidienza che gli avevo imposto.

E adesso che lo vedevo dibattersi a terra mi sentivo in colpa.

Era stato il mio potere a ridurlo in quello stato, a metterlo di fronte alla sua morte.

Le sue parole, il suo coraggio urlavano il diritto di essere liberi, mi sbattevano in faccia le mie colpe.

Mi sentivo in preda alla nausea, ma non per quello che stava succedendo, ma per quello che mi rendevo conto avevo fatto nel corso del tempo ad altri sfortunati vampiri.

Avevo negato loro la libertà di scelta, avevo rubato il loro cuore avvolgendolo nella ragnatela di Volterra.

E quando vidi Caius condannarlo a morte, avrei voluto urlare l'ingiustizia della situazione. Ma a nulla sarebbe servito, io non ero nessuno. E così mi allontanai nel buio della sala, colma di vergogna e rimorso.


Un ringhio acuto e violento rimbombò nella sala attirando la mia attenzione. Alzai gli occhi e vidi il fratello di Edward quel forte e coraggioso guerriero attaccare, seguito dall'urlo del Capitano Demetri che chiamava le guardie a sé.

Ringhiai anch'io ma il mio potere non era di combattere, non era quello il mio compito.

I due Capitani erano lì di loro scelta, e lo stesso valeva per molte guardie ma alcune erano state legate da me proprio come Edward.

Sapevo quello che dovevo fare e sedendomi nell'angolo più buio, chiudendo gli occhi espansi il mio potere... adesso le guardie erano libere di scegliere il loro destino, libere dai legami di obbedienza che avevo loro imposto, libere di seguire e combattere per chi ritenevano giusto.



Demetri


Sapevo cosa dovevo fare e mi avventai su Aro. Sapevo che Renata avrebbe potuto proteggerlo e con mio immenso stupore la vidi spostarsi a protezione di Marcus.

Anche lei aveva fatto la sua scelta.

E senza indugio mi avventai su Aro seguito a ruota da Felix.

Rimase fermo al suo posto e con voce chiara ci guardò scioccato “Anche voi intendete tradirmi?” ci chiese stupito e addolorato.

Sei tu che hai tradito noi, il nostro giuramento e la nostra razza” gli risposi ponendo fine alla sua vita e al suo dominio su Volterra.



Jasper


Quando mi avventai su Caius non pensai alle conseguenze o perlomeno sapevo quelle che sarebbero state. Sarei morto insieme ad Edward per mano delle Guardie, ma non aveva importanza, dovevo almeno provare a salvarlo.

Caddi travolgendo quell'odioso vampiro pieno di boria, trascinando con me anche il pesante trono. Mi rialzai, presi la sua testa e con un odio profondo posai le mie labbra sul suo collo decapitandolo.

Poi mi girai pronto a difendermi fino alla morte ma quello che vidi mi lasciò a bocca aperta.

Intorno a noi era scoppiato il finimondo.

Alcune Guardie si erano portate in difesa dei loro Signori mentre altre avevano attaccato le prime.

In tutta la Sala si combatteva e i ruggiti riempivano l'aria risuonando nella grande sala.

Vidi Renata che dietro al trono di Marcus, teneva le sue mani posate sulle spalle del vampiro che era rimasto seduto tranquillo sul suo trono come se quello che stava succedendo non lo sfiorasse nemmeno.


Il trono centrale invece era caduto e le figure di Demetri e Felix torreggiavano su un corpo disteso a terra.

Nel giro di pochi attimi la battaglia si consumò e i ringhi cessarono.

Solo dei lamenti si continuavano ad udire e girai la testa verso quella direzione stupito.

Jane stava colpendo con il suo potere una Guardia con la mantella bordata di rosso che si dimenava sul pavimento mentre a fianco a lei Alec teneva in scacco i due addestratori.

Con rabbia mi alzai pronto a colpire quella sadica vampira ma lei veloce spinse una porta segreta alle sue spalle e scivolò nel corridoio dandosi alla fuga.

Aspetta Jane” senti urlare al bel gemello che distrattosi non badò più ai due istruttori, lasciandoli liberi di agire.

Loro veloci e micidiali non persero un secondo e gli saltarono addosso abbattendolo e staccandogli la testa a morsi.


Ancora scosso da quello che mai più mi sarei aspettato, voltai la testa alla ricerca di mio fratello e lo vidi steso per terra fra le braccia di una vampira dai capelli d'argento. Doveva essere Rebecca dalla descrizione che Edward ci aveva fatto. Avevo combattuto con lei ma adesso il suo aspetto era differente. Adesso era libera dal suo potere e non più il simbionte di mio fratello.

La bella vampira lo teneva fra le sue braccia e si era strappata una manica della divisa con la quale stava ripulendo e asciugandogli il volto.

Un ombra oscurò il mio viso e vidi un giovane vampiro chinarsi verso di me.

Il mio nome è Telemaco. Sono felice che il Capitano Edward si sia salvato” mi disse prendendo poi il corpo di Caius e portandolo verso il grande camino nel quale le Guardie stavano bruciando i resti dei vampiri che si erano schierati in difesa dei Signori di Volterra.

Mi alzai e mi avvicinai ad Edward. Aveva gli occhi chiusi e il respiro affannoso ma sembrava non avesse riportato ferite nello scontro.

Non ha nulla di grave. Nessuno gli ha fatto del male” mi disse Rebecca sorridendomi “Fra poco si riprenderà... non temere. Ha solo bisogno di riprendere le forze.” mi sorrise.

Grazie Rebecca” le risposi chiedendomi se era diventata la sua donna.

Doveva essere molto intuitiva o il mio sguardo molto eloquente, perché mi guardò con gli occhi dolci e mi disse “Sono solo un amica. Nulla di più. Lui voleva tornare a casa da sua moglie e Aro l'ha fatto torturare quando l'ha saputo” mi spiegò abbassando gli occhi “Sono contenta sia morto”

Annui e alzai gli occhi, Demetri e Felix stavano portando il corpo e la testa di Aro verso il camino.



Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Una nuova speranza?? ***


Ciao eccomi qua e grazie ancora a tutte per i commenti e la vostra costante presenza, sono veramente commossa. Ma cosa succederà adesso? Immagino che vi aspettiate che Edward sia libero  di prendere le sue decisioni ma forse non è proprio così. E poi ritorneremo a trovare i Cullen perchè ... bhe vi lascio in compagnia di ...

Capitolo 26 Una nuova speranza ????


Edward


Qualcosa mi stava asciugando il viso e lentamente con fatica aprii gli occhi mentre mi sentivo chiamare con dolcezza.

“Edward, Edward. E' tutto finito sei salvo, apri gli occhi ti prego”

Con uno sforzo che mi sembrò titanico misi a fuoco le immagini intorno a me e la prima cosa che vidi fu il sorriso di Rebecca e i suoi occhi argentati che brillavano di gioia.

“Dove sono? Cosa è successo?” mormorai confuso cercando ti alzarmi.

“Sei salvo Edward, le Guardie hanno decretato la fine del regno di Aro e Caius” sentii la voce cristallina di Jasper.

Voltai la testa e lo vidi affianco a me sorridente.

Strinsi gli occhi un attimo cercando di capire quello che mi aveva detto, poi li spalancai quando finalmente le sue parole fecero breccia nella mia testa.

Aiutato da Rebecca e Jasper mi alzai in piedi traballante e potei finalmente vedere con i miei occhi la scena surreale che mi si presentò.

Tutte le Guardie erano in piedi silenziose al loro posto e mi stavano guardando quasi attendessero qualcosa.

Felix e Demetri erano da soli in piedi di fronte al trono di Marcus e anche loro mi stavano osservando attentamente.


Ma i miei occhi si spalancarono sbalorditi quando si posarono sui troni vuoti e abbattuti dalla furia della battaglia mentre mi chiedevo ancora una volta che cosa fosse successo.


“Mio Capitano Edward, sono ai vostri ordini. Sono pronto a partire per difendere il vostro Clan.” la voce cristallina di Demetri risuonò sicura mentre lo vedevo abbassare la testa in segno di rispetto e portarsi la mano destra chiusa sul petto come saluto.

Ancora stordito mi guardai intorno, ma ovunque posassi gli occhi vidi le guardie compiere il medesimo gesto e mormorare le medesime parole.

Per ultima con un sorriso smagliante Rebecca abbassò la testa “Mio Capitano”.


Mi voltai verso Jasper e lo vidi sorridere compiaciuto e darmi una pacca sulle spalle “Non abbiamo molto tempo Edward. Raduna i tuoi uomini. Se vogliamo arrivare in tempo per salvare la nostra famiglia dobbiamo muoverci”.

Ero ancora scioccato da quello che avevo visto. Mi voltai verso il camino che avvampava emettendo nuvole di fumo nero. Chissà quali e quante guardie erano morte per me. No mi corressi, erano morte per colpa di Aro e della sua avidità.

Avevano combattuto non solo per me, ma soprattutto per loro stesse, stufe di subire degli ordini ingiusti e di vedere calpestato quello in cui credevano. Erano stati Aro e Caius stessi di fatto a decretare la loro morte, io non ero stato altro che la goccia che fa traboccare il vaso.

Ancora frastornato mi portai di fronte al trono di Marcus e mi inginocchiai portando il pugno sul cuore “Mio Signore... il tuo Capitano Edward ti chiede il permesso di poter andare a difendere il Clan dei Cullen che verrà attaccato dai licantropi.”

Lui era il mio Signore e il Signore di Volterra.

Ed io volevo solo il permesso di poter andare a morire con la mia famiglia, speravo che almeno quello mi fosse concesso.

Lui mi sorrise sornione con uno strano luccichio negli occhi che fino ad allora avevo visto spenti e distanti e annui “Benissimo Capitano Edward, prendi dieci Guardie volontarie e recati a difendere la nostra razza e a portare la giustizia di Volterra. Ma ricordati che sei sempre una Guardia e che quando avrai finito la tua missione dovrai ritornare qui con con gli uomini a te affidati e riprendere il tuo posto”

Il cuore mi si riempì di gioia. Non ero libero ma potevo provare a salvare la mia famiglia e felice mi voltai verso Jasper

Dieci guardie non sono molte ma dovrebbero bastare Edward. Ora abbiamo almeno una speranza”




Carlisle


Alice ci aveva spiegato che Jasper era andato a Volterra a chiedere aiuto ai volturi ma io avevo poche speranze che riuscisse nella sua impresa. Loro sarebbero stati ben felici di vederci annientati. Visto che era quasi impossibile farci entrare nelle loro file e con quanta determinazione continuavamo a combattere per la nostra libertà, ci avrebbero volentieri uccisi tutti e i licantropi avrebbero fatto il lavoro sporco al loro posto.

Provammo a convincere Bella ad allontanarsi e a mettersi in salvo almeno lei ma ci trovammo davanti a un suo secco rifiuto.

Lei non avrebbe mai abbandonato la sua famiglia e non sarebbe nemmeno mai partita per Volterra.

“Siete pazzi. Ma come potete pretendere che vada là?” ci aveva risposto sdegnata, chiudendo così ogni discussione possibile.

Stavo di nuovo recandomi da lei per cercare di convincerla che vidi Alice venire verso di me.

“Non partirà Carlisle. Risparmia il fiato papà” mi disse con la testa bassa.

“Cosa hai visto Alice?” le chiesi titubante

“Ho visto le sorti della battaglia” mormorò nascondendo la testa sul mio petto.

Era affranta... e non avevo il coraggio di chiederle cosa aveva visto. Preferivo non sapere quanti e chi di noi sarebbe perito.

Poi la vidi alzare la testa di scatto, come se avesse ricevuto una scossa elettrica inaspettata “No!! Non è possibile... bisogna fermarli, non possono venire qua” urlò aggrappandosi a me con gli occhi dilatati.

“Che c'è Alice... ti prego dimmelo”. Mormorai terrorizzato. Forse Jasper ed Edward erano nuovamente in pericolo...

“La battaglia... non vedo più nulla.” mi rispose con gli occhi vitrei tremando.

Sospirai, questo significava solo una cosa... e se avessi potuto mi si sarebbe spezzato il cuore.



Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** Decisioni e strategie ***


Ciao scusate il ritardo ma ho avuto diversi impegni che mi hanno portata lontano dal computer. Comunque adesso vi lascio alla lettura di questo capitolo che personalmente adoro anche se mi ha fatto diventare matta scriverlo.  Un bacione e grazieee!!!

Capitolo 27 Decisioni e Strategie


Edward


Una fitta pioggerellina cadeva dal cielo e tutto era avvolto da una densa nebbia impenetrabile perfino ai nostri acuti occhi. Ero in piedi, sulle alte mura, fermo come se fossi stato un statua di marmo, mentre cercavo di scorgere le verdi colline che sapevo circondare la città. L'acqua ci bagnava inesorabile e scivolava giù dai nostri corpi e dai nostri vestiti, formando piccole pozze sulle pietre lisciate dal tempo, indifferente esattamente come lo eravamo noi, indifferente come lo scorrere incessante del tempo che era diventato il nostro padrone e la nostra tortura.

Jasper vicino a me era silenzioso mentre insieme attendevamo che le Guardie fossero pronte a muoversi.

Tutto era silenzio, come avvolto da un bianco sudario sembrava che il mondo si fosse fermato, solo le gocce dell'acqua ticchettavano cadendo ai nostri piedi. Avevo smesso persino di respirare, aspettavo… non potevo fare altro.

Avevo volentieri lasciato l'incarico a Felix e Demetri di scegliere fra i volontari che ci avrebbero seguito in battaglia e l'organizzazione del viaggio. Non volevo essere la causa di altri morti.

Mi avevano infatti raccontato che nella battaglia oltre ai miei Signori e alle loro mogli, trucidate nelle loro stanze, erano periti Alec, Lucio, Pamela , Beatrice, Damiano e il giovane e simpatico Daniele che avevano combattuto in quella guerriglia fratricida.

Altre cinque guardie fra cui Rubens erano rimaste ferite mentre quella vigliacca di Jane era scappata per un passaggio segreto mettendosi in salvo dopo aver colpito Malik con il suo potere.

Demetri e Felix avevano insistito per accompagnarmi sostenendo che avevano un conto in sospeso con i licantropi e felice della loro decisione gli avevo chiesto di organizzare la partenza.

Ma adesso fremevo, conscio che le ore e i minuti stavano passando inesorabili e che il tempo a nostra disposizione per salvare la mia famiglia stava scivolando via, assieme alle nostre speranze.


La nebbia che avvolgeva tutto pesava sui nostri cuori e bisbigliando per non infrangere quel muro di silenzio che ci avvolgeva chiesi a Jasper “Arriveremo in tempo?”

I suo pensieri erano infatti diretti al ricordo di quando aveva conosciuto Alice e malgrado cercasse di tenerla per se, la sua ansia mi avvolgeva amplificando la mia.

“Lo spero Edward... lo spero. Ma questa nebbia e la pioggia se da un lato ci facilita i movimenti permettendoci di partire all'alba ci rallenterà non poco.” I suoi occhi si posarono sui miei una frazione di secondo poi tornarono a scrutare la nebbia come se con la forza del pensiero potesse dissolverla.

Scossi la testa sconsolato e impotente di fronte allo scorrere del tempo e al destino che ci aspettava quando una voce acuta risuonò in quel silenzio surreale, interrompendo e squarciando la quiete che ci avvolgeva “Edward”.

Mi voltai assieme a Jasper e dalla nebbia apparve Rebecca seguita a breve distanza da Felix e Demetri.

Lei con i capelli argentati sciolti al vento e vestita con una lunga veste bianca sembrava un fantasma spuntato dalla nebbia mentre si avvicinava a noi chiaramente irritata. Potevo vedere i suoi occhi chiari brillare colmi d'ira e le labbra arricciate in una smorfia che le rovinava il bel viso. Dietro di lei Felix la seguiva silenzioso sghignazzando sornione mentre Demetri avanzava spedito chiaramente infastidito ed arrabbiato a sua volta.

Edward per favore... fermala mi senti chiedere dal biondo segugio.

Sorrisi. Demetri era l'unica Guardia che aveva imparato a comunicare con me mentalmente, gli altri erano ancora a disagio con il mio potere.

Jasper si voltò verso di me interrogativo, doveva essere stato investito dalla rabbia di Rebecca e stava cercando di calmarla con il suo dono.

Lei arrivò di fronte a me e mi disse decisa indicando le due guardie che la seguivano imbarazzate “Voglio partire anch'io con voi. Tu puoi ordinargli di farmi partecipare alla battaglia”.

“No” le risposi semplicemente “non ti do il permesso di unirti a noi. Se loro non ti vogliono, io non interferirò.”

Lei mi guardò furente “Perché no Edward? Devo ricordarti che so combattere e che l'ho già fatto con ottimi risultati? Dovresti saperlo... ” mi rispose ironica alzando il mento in segno di sfida.

Lei mi aveva salvato la vita nello scontro precedente e la sua allusione mi strappò un sorriso divertito mentre mi passavo la mano fra i capelli bagnati.

Sospirai preparandomi mentalmente a scontrarmi con lei.

“Volete lasciarci soli per favore?” chiesi alle due Guardie.

Felix annui “Andiamo Demetri... sono sicuro che Edward... riuscirà a farla ragionare” gli disse strattonandolo e facendomi l'occhiolino. Lui mi guardò fissò mai i suoi pensieri erano diretti solo all'orrore dell'imminente battaglia. Poi entrambi mi diedero la schiena e parlottando fittamente si allontanarono inghiottiti dalla nebbia.

Come sparirono dalla mia vista, mi voltai verso Jasper ma non feci neanche in tempo a parlare che lui mi anticipò “Vado anch'io Edward” mi disse Credo che tu debba vedertela da solo, fratellino. Ormai l'ho abbastanza calmata da permettervi di parlare tranquillamente.

Lo vidi allontanarsi a passi decisi, con le mani dietro la schiena e la testa bassa persa nei pensieri della battaglia, fino a dissolversi nel bianco che ci avvolgeva.

Ancora una volta ripensai alla fortuna di averlo come fratello. Lui silenzioso e discreto era il miglior compagno che potessi avere in una situazione simile. La sua forza e la sua sicurezza sarebbero stati determinanti nel compito che ci aspettava, pensai, cercando d'imbrigliare l'ansia che ancora una volta rischiava di prendere il sopravvento.

Lei, ferma la mio fianco, lo osservò andare via incuriosita e poi mi sorrise calma e apparentemente tranquilla.

“ Spero che tuo fratello non ti creda ancora innamorato di me” mi disse con la voce ridotta a un sussurro dispiaciuto.

“No...” risposi pensieroso “ Lui è in grado di percepire i sentimenti e gli ho raccontato tutto. E' solo preoccupato per me e per la nostra famiglia. ” finii sorridendole “Si stava solo domandando perché sei così ansiosa di seguirmi in battaglia. Cosa che, peraltro, mi sto chiedendo anch'io.” mormorai rompendo nuovamente il silenzio che ci avvolgeva.

“Non vedo il perché dovrei rimanere indietro. Non c'è motivo di escludermi.” mi rispose gelida cercando i miei occhi con un chiaro atteggiamento di sfida e con la voce ferma e decisa.

Le restituii lo sguardo un attimo, sospirando e maledicendo il fatto che non riuscissi a leggerle la mente, poi mi voltai verso la nebbia stringendo ancora una volta gli occhi nel tentativo di vedere qualcosa che non fosse quel denso manto bianco che ricopriva la città.

“Ho i miei buoni motivi per non contraddire le loro decisioni. Senza contare che sanno perfettamente quello che fanno. Loro hanno la mia completa fiducia.” dissi per chiudere velocemente la questione. Non avevo voglia di discutere con lei.

“ Non è che lo fai per proteggermi?” mi chiese sfidandomi “Edward. So badare a me stessa. Non ho bisogno della tua protezione. Se tu glielo ordinassi... ” riprese insistente e infastidita dalla mia reticenza.

“Forse hai ragione... forse no. Non conosco le ragioni della loro scelta ma so che non ti voglio con me. Non voglio andare contro il loro volere e poi... non posso portarti con me. ” risposi risoluto voltandomi a guardarla in viso.

Nuovamente avvertii la rabbia nascosta dalle sue parole “Non puoi sempre pretendere di proteggere tutti, Edward. Io voglio combattere, io devo combattere, non posso stare qua ad aspettare...” mi disse in un sussurro lasciando la frase in sospeso.

Ad aspettare che cosa? mi chiesi incuriosito un attimo... un sesto senso mi trillò un attimo nella mente avvertendomi che c'era qualcosa di strano nel suo insistere, ma lo scacciai... stavo sicuramente cercando trappole dove non ce ne erano. Ero tanto abituato a difendermi a Volterra che adesso qualsiasi cosa mi metteva in allerta. Dovevo cercare di rilassarmi se avessi continuato così sarei arrivato alla battaglia troppo nervoso e stremato per combattere con lucidità.

“Non è per proteggerti” le risposi spazientito più con me stesso che con lei.

Anche se l'idea di coinvolgerla nuovamente mi metteva ansia e la possibilità che venisse ferita nello scontro mi spaventava, non era questo il motivo principale della mia decisione “ E' perché non posso permettere che la visione di mia sorella si avveri... senza contare che ci vuole qualcuno che guidi le Guardie che rimarranno. Non possiamo rischiare di lasciare la Rocca sguarnita e abbandonata a se stessa. Ci vuole qualcuno che sorvegli la situazione. Qualcuno di cui le Guardie si fidino e che prenda il comando in nostra assenza. ” le dissi sorridendole triste “So quanto vali e che il coraggio non ti manca. Ma è meglio così ...credimi.” aggiunsi per alleviare la sua rabbia che sentivo investirmi ad ondate mentre le stringevo un braccio in una muta carezza, cercando di farle capire quanto importante fosse il suo ruolo.

“Tua sorella?” mi chiese calmandosi e alzando un sopracciglio stupita.

“Alice ha visto che se metti piede in casa nostra tutta la mia famiglia entrerà nelle Guardie. Ero disposto a rischiare per liberarti... ma adesso non avrebbe senso far avverare la visione”

Lei mi guardò pensosa, stava riflettendo sulle mie parole “Se le cose stanno veramente così ubbidirò agli ordini, Capitano. Non voglio mettere in pericolo la tua famiglia, so quanto tieni a loro. Starò qua e veglierò su Volterra. Controllerò che nessuno osi alzare la mano sul Nostro Signore Marcus e farò in modo da tenere le guardie tranquille nell'attesa del vostro ritorno. Sono sicura che Malik e Rubens mi aiuteranno. Ma tu devi promettermi che cercherai di riportare tutte le guardie vive a casa e che non farai imprudenze. Anche se non ti amo sei un ottimo amico, un fratello per me e non voglio perderti. E per favore veglia anche su Felix e Demetri... anche loro sono importanti per Volterra” disse senza distogliere gli occhi dai miei.

“Hai la mia parola. Farò tutto quello che posso. Anch'io gli voglio bene...così come voglio bene anche a te come una sorella. Ti prometto che cercherò di salvare più Guardie possibili... ” le dissi risoluto abbassando la testa e portandomi il pugno sul cuore per suggellare il mio impegno.

La vidi annuire risoluta e dopo avermi fatta una carezza in viso e avermi baciato la fronte si girò e senza più una parola sparì nuovamente nella nebbia.

Avrei cercato di mantenere il mio impegno con ogni mezzo mi dissi, sperando di essere all'altezza di quel compito.

Non avevo mai preso la responsabilità di altri fino ad ora.

Ero sempre vissuto solo per me... sempre sotto l'ala protettiva di Carlisle. Era lui che aveva sempre preso le decisioni e la responsabilità di guidare la nostra famiglia.

E un brivido di freddo mi scese lungo la schiena mentre mi rendevo conto di quanto sarebbe dipeso dalle mie decisioni.

Mesto abbassai la testa e appoggiai le mani sulla balaustra come a sostenermi mentre un sorriso tirato si apriva sul mio viso. Stavo per tornare a casa... ma sarebbe ancora stata la mia casa? Era questo che volevo? Ero pronto a rivedere la mia famiglia e la mia Bella?

Adesso che ne avevo la possibilità mi resi conto di avere anche paura... paura di me stesso e di quello che avrei potuto trovare. Paura di essere diventato un estraneo fra di loro... paura della Guardia in cui sapevo essermi trasformato.

Non ero più il vampiro instabile e tormentato partito da casa a cercare al sua strada … ma un Capitano dei volturi con l'incarico di guidare le Guardie.

Alla fine malgrado non potesse godere del suo trionfo Aro aveva vinto... era riuscito a farmi diventare un vero Capitano di Volterra.



Carlisle


Non c'erano molti preparativi da fare per essere pronti all'imminente battaglia ma dovevo essere sicuro che tutti sapessero come comportarsi.

Riunii pertanto la mia famiglia al completo in sala e mi fermai un attimo ad osservarli assorto. Loro erano tutti lì ad attendere le mie parole, ancora una volta erano pronti a seguirmi in silenzio, come se io sapessi cosa fare, come se io potessi salvarli dal destino che ci attendeva.

Ancora una volta la responsabilità della famiglia era sulle mie spalle, le mie decisioni potevano cambiare l'esito della battaglia e segnare la vita o la morte per qualcuno di loro. Persino Bella che silenziosa se ne stava leggermente in disparte appoggiata allo stipite della porta mi fissava attendendo che io parlassi.

“Come sapete i licantropi che andremo ad affrontare sono diversi da Jacob e i suoi amici. Oltre che ferire con i loro artigli il loro morso è velenoso” li vidi annuire, si ricordavano perfettamente quello che era successo e quanto avesse sofferto Edward. “Ora è necessario che ognuno di noi sia in grado di prendersi cura degli altri” continuai. “per questo motivo darò a ciascuno di voi un marsupio da tenere in vita. Dentro ci sarà il necessario per cucire le ferite dei loro artigli e per preparare l'antidoto in caso foste morsicati.”

Vidi Esme e gli altri agitarsi inquieti. Non l'avevo detto e non lo avrei fatto, per non turbarli, ma c'era la possibilità che morissi nello scontro e loro dovevano essere in grado di arrangiarsi anche senza di me.

“Ricordatevi” continuai imperterrito “Che prima di iniziare a saturare i tagli dovete bagnare l'ago con il veleno del ferito... se non l'avesse la sofferenza sarà maggiore. Per Esme, Emmett e Rosalie il mio veleno può funzionare abbastanza bene in sostituzione del loro mentre per Bella servirebbe quello di Edward.” abbassai gli occhi triste “mi spiace Alice ma non essendo il tuo creatore tu e Jasper....” non finii la frase che Alice mi zittii.

“Non ce ne sarà bisogno papà...tranquillo”

Non lo ero ma feci finta di niente e andai avanti. “Ricordatevi inoltre che serve il veleno di quello specifico licantropo che ha morso. Quindi se vedete qualcuno di noi venire morsicato abbattete il licantropo e segnatelo in qualche modo... sarà così possibile recuperare il veleno anche in un secondo tempo” spiegai.

Erano silenziosi e attenti sapevano che dalle mie parole sarebbe dipesa la loro vita e quella dei loro compagni e fratelli “Dentro al marsupio avrete tutti due boccette per raccogliere il veleno e il materiale già pronto per l'antidoto” finii. “tutto chiaro??”

Annuirono silenziosi, sapevano il perché glielo stavo spiegando e potevo vedere il terrore nei loro occhi. Esme silenziosamente si portò vicino a me e la sua mano venne a stringere la mia cercando in quel semplice gesto un appiglio per lo sconforto che sapevo stava per travolgerla.

Ma c'era dell'altro “E' importante combattere a coppie. Se stiamo vicini sarà più facile difenderci. Emmett e Rosalie saranno una. Io combatterò con Esme, mentre Alice e Bella potranno proteggersi a vicenda.” conclusi sospirando “Spero tanto che Jasper torni con i rinforzi ma dobbiamo essere consapevoli che potrebbe arrivare troppo tardi, per salvarci. Nella mia scrivania c'è già pronto un testamento in bianco... potrete così legalmente recuperare i beni di famiglia se mi succedesse qualcosa”

“Ma cosa stai dicendo?” intervenne Esme nascondendo la testa nel mio petto per mascherare i singhiozzi che non riusciva più a trattenere.

“Potrebbe accadere Esme... potrebbe succedere a ciascuno di noi” finii la frase abbassando la testa e poggiandogli le labbra sulla fronte in un tenero e dolcissimo bacio.

Senza una parola si fece stringere dalle mie braccia, e cullare dolcemente, mentre vedevo Rosalie stringere la mano a Emmett come se dovesse svanire da un momento all'altro. Alice invece sembrava assorta così come Bella. I loro pensieri dovevano essere rivolti ai loro amori così distanti da noi.

Forse loro si sarebbero salvati. Era una speranza, almeno Edward probabilmente sarebbe rimasto a Volterra al sicuro.

Stavo per alzarmi e rompere quel muro di silenzio che pesava su di noi come un macigno quando la porta di casa si spalancò all'improvviso.

“ Siamo arrivati. ” la voce decisa e preoccupata ruppe il silenzio e tutti alzammo la testa a rimirare i nuovi venuti con il cuore che si frantumava in mille schegge. Avevamo sperato cambiassero idea ... invano.

Avevamo provato a telefonargli, per fermarli, per dissuaderli, per salvare loro la vita ma sapientemente avevano tenuto il cellulare chiuso per impedirci di contattarli.

La loro decisione non era cambiata e adesso erano qua e questo spiegava la visione di Alice o perlomeno la sua mancanza di visioni.

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** Le decisioni di Bella ***


Ciao so che siete impazienti per la battaglia ma è giusto dare la parola alla nostra Bella, sapere ciò che pensa e come pensa di comportarsi in battaglia!!
Vi lascio perciò in sua compagnia nella duplice veste di moglie e madre, figlia e sorella.
Un bacione a tutte!!!

Capitolo 28 Le decisioni di Bella



Bella


Stavo guardando il vuoto. Non era la prima volta che mi accadeva da quando Edward era andato via. Spesso mi perdevo a fissare per ore piccoli particolari mentre la mia mente vagava lontano.

Ero stata a sentire quello che ci aveva spiegato Carlisle ma non riuscivo a immaginare la morte della mia famiglia. Era un pensiero troppo strano, troppo incredibile per comprenderlo ed accettarlo.

Eravamo sopravvissuti a mille pericoli, a mille problemi, in questi ultimi anni, ma stavolta forse, sarebbe stato diverso.

Stavolta non avrei avuto vicino il mio Edward.


Con la mente ripensai per la milionesima volta al suo ritorno a casa.

Lo avevo visto ferito e spaventato da quello che era diventato e lo avevo accettato con tutto l'amore possibile, cercando d'aiutarlo, d'infondergli quella sicurezza che sembrava essersi smarrita per strada.

Ma non era bastato... non era stato sufficiente per colmare il vuoto che Volterra gli aveva scavato dentro.


Carlisle, dopo la sua partenza, mi aveva spiegato il legame fisico che lo aveva torturato per quei lunghi sei mesi nel quale aveva combattuto contro il suo mostro e contro il bisogno di avere sempre qualcuno vicino a lui.

Ero rimasta sconvolta!

Avevo visto con quanta determinazione mi cercasse, quanto avesse bisogno di me, ma non immaginavo che la mia lontananza lo ferisse fino a quel punto.

Come potevo non essermi accorta del suo malessere? Perché non mi aveva mai parlato? Conoscendolo probabilmente aveva avuto paura di ferirmi, ma la consapevolezza di quanto fossi stata stupida a non accorgermene mi aveva lacerato il cuore ancora di più.

E adesso mi domandavo se sarebbe cambiato qualcosa se me ne fossi accorta e se avessi potuto aiutarlo in qualche modo.

Ma sapevo in cuor mio di no.

Volterra mi aveva restituito un Edward, cambiato e in qualche modo distrutto moralmente e psicologicamente.

Quando mi aveva detto le sue intenzioni avevo preso tempo cercando di stargli vicino, sperando che il matrimonio di Nessi lo distraesse ma mi ero sbagliata.

Aveva deciso di partire quella sera stessa e malgrado il nostro litigio sarebbe andato.

Non potevo permettermi di vederlo partire arrabbiato e sofferente per causa mia.

Dovevo farmi forza e credere ancora una volta in lui.

Non era facile ma quando mi restituii la vera capii che lo avevo perso forse per sempre.


Da quel giorno mi ero sentita morire e avevo vissuto lasciandomi andare alla deriva, persa e smarrita come una foglia nel vento. I primi tempi avevo sperato che tornasse, poi insieme ai giorni che scorrevano via, anche le mie speranze erano state trascinate lontano.

E mentre guardavo incessante dalla finestra mi rendevo conto che non sarebbe tornato, che il suo destino lo aveva portato lontano da me e quando mi misero al corrente dell'attacco dei licantropi il mio cuore per la prima volta da giorni esultò.

Come lui aveva cercato la morte a Volterra, così io avrei accettato volentieri la mia ad opera dei licantropi.

Avevo deciso di non combattere, di lasciarmi semplicemente abbattere e quando Carlisle mi disse che avrei combattuto in coppia con Alice mi sentii nuovamente imprigionata nel mio destino.

Sarei stata costretta a battermi e a difendermi, non potevo permettere che succedesse qualcosa a lei per causa mia.

Una mossa abile da parte di mio suocero, pensai, sicura che la sua decisione non era data solo da motivi pratici ma dal suo volere proteggermi anche da me stessa.

E adesso fissavo il vuoto domandandomi se Jasper sarebbe venuto in tempo e se Edward sarebbe ritornato con lui per difendere la sua famiglia.


Scossi la testa sconsolata appoggiandola al muro.

Si forse sarebbe venuto, non avrebbe lasciato morire i suoi genitori e i suoi fratelli, ma poi sarebbe ritornato là, dove ormai c'era la sua casa e la sua nuova compagna.

Lo avevo lasciato andare per amore...

Se era per il suo bene e per la sua felicità non lo avrei obbligato a stare qua, non mi sarei mostrata debole di fronte a lui, non lo avrei supplicato di rimanere, di tornare da me, non avrei fatto leva sulla sua pietà e sul rimorso che sicuramente lo avrebbero potuto far vacillare dalla sua posizione... sempre che entrambi fossimo sopravvissuti alla battaglia, constati amara.


Le visioni tristi di Alice erano sparite... e malgrado i tentativi di fermarli, di avvertirli del pericolo loro arrivarono giusto in tempo per morire con noi.

Ero persa nei mie tristi pensieri, domandandomi cosa mai avrei potuto fare per salvare almeno loro, quando la voce di Renesmee irruppe con forza in casa.

Era arrabbiata e preoccupata.

Guardai Jacob e capii che non solo sapeva dei progetti di Edward ma che doveva averle detto qualcosa… solo così si sarebbe giustificata quella prima e unica domanda accusatoria che fece dopo averci salutato “Dov'è mio padre?”.


**


Rimanemmo tutti in silenzio mentre gli occhi di tutta la nostra famiglia si posavano su di me.

Toccava a me spiegarle tutto mentre ancora una volta maledicevo la loro decisione di rientrare prima del previsto.

Sospirai e mi rivolsi alla mia bambina che ora era di fatto una signora.

Vieni Renesmee, andiamo fuori, ci sono tante cose di cui parlare” le dissi.

Lei mi guardò sconcertata poi senza aspettarmi si avviò alla porta con passo deciso.

Perché siete tornati prima Jacob?” gli chiesi passandogli vicino.

Mi è scappato che non avrebbe trovato Edward al nostro ritorno e a quel punto... è voluta tornare a tutti i costi per avere notizie di suo padre ” si scusò avvilito.

Scossi la testa. “Carlisle per favore gli racconti in che guaio siamo?” chiesi a mio suocero.

Lui annui ed io uscii in giardino per affrontare mia figlia e metterla al corrente degli ultimi avvenimenti.




La raggiunsi e andammo a sederci ai piedi della grande quercia che sovrastava il nostro giardino delle Ardenne, quella sulla quale Edward si rifugiava sempre quando era a casa.

Cosa è successo mamma. Dov'è papa?” mi chiese in ansia.

Sospirai e con calma iniziai a raccontargli tutto quello che sapevo.

Lei mi guardava con gli occhi sbarrati mentre riuniva tutti gli indizi che avremmo dovuto capire.

Dovevo aspettarmelo” disse amareggiata mentre mi abbracciava stretta con le lacrime che uscivano silenziose dai suoi splendidi occhi così uguali ai miei da umana.

Nessuno di noi l'aveva capito” le dissi per consolarla. “Si è tenuto tutto dentro, fino alla fine” spiegai con gli occhi che pungevano asciutti per quelle lacrime che avrei voluto versare anch'io.

Io e Jacob, dovevamo capirlo invece” mi sussurrò avvilita.

A Volterra dopo che Rebecca l'aveva morso per liberarlo... lui l'ha baciata” mi mormorò con un filo di voce quasi inudibile “Non ci abbiamo dato peso... pensavamo fosse un modo per ringraziarla... e invece... ” la sua voce si spense lentamente poi avendo paura che le sue parole non fossero abbastanza chiare appoggiò la sua mano sulla mia guancia per farmi vedere quella immagine così dolorosa.

Sgranai gli occhi allibita di fronte a quella visione.

Questo non l'aveva mai raccontato!

Aveva detto sì del ruolo avuto da quella vampira nella sua liberazione e del rapporto di affetto che si era instaurato ma mai aveva accennato a baci... di nessun tipo!

E ancora una volta mi domandai quante cose si era tenuto per se e su quante avesse mentito. Era abile lo sapevo, il suo aggiustarsi le cose mi aveva fatto arrabbiare già in passato quando ero ancora un umana ma questo era veramente troppo.

E disgustata mi resi conto che forse sarebbe stato molto meglio se non avesse messo più piede in casa perché non sarei riuscita a perdonarlo.

O almeno il mio orgoglio stava urlando questo mentre il mio cuore subiva in silenzio pronto a rifarsi vivo al momento opportuno, quando la rabbia avrebbe lasciato il posto all'amore.

Spero almeno che sia felice e al sicuro” le dissi sorridendo e cercando d'ingoiare il veleno che avevo in bocca. Dovevo dimostrarmi forte, non potevo farmi scoraggiare non adesso, non più.

Dovevo essere forte per lei… per mia figlia. Poi il resto sarebbe venuto dopo.

Lei mi guardò con gli occhi carichi di tristezza e annui.

Pensavo avesse capito il perché cercassi di rassegnarmi al suo abbandono ma m'illudevo e lo intuii quando mi guardò di traverso “Dovevi combattere mamma. Io non lo lascerei andare il mio Jacob, se succedesse una cosa così. Lotterei.” mi rimproverò velatamente.

Sospirai. “ E poi? Secondo te avrei dovuto tenerlo legato qua? Il suo cuore e la sua mente erano là, e lui non era più lo stesso. Se sapessi che andandolo a prendere tornerebbe il mio Edward, sarei già partita... ma l'amore Nessi significa anche lasciare libera la persona che si ama” conclusi ripensando a quando si era offerto di sparire dalla mia vita se fossi stata più felice con Jacob.

E adesso cosa succederà?” mi chiese preoccupata.

Dobbiamo lottare per la nostra vita. Speravo che voi foste fuori, che rimaneste lontani dalla battaglia.” dissi con il cuore stretto in una morsa di dolore “Ma ormai è troppo tardi. Siamo sorvegliati e se vi allontanaste...” non finii la frase assalita dal terrore di perderla di vederla morire sotto i miei occhi.

Non temere mamma. Jacob saprà badare a se stesso e a me” mi disse sorridendo e tranquilla come se il pericolo non la potesse neanche sfiorare.

Hai ragione piccina” la voce del mio amico licantropo era forte e decisa. Silenzioso ci aveva raggiunte in giardino.

Loro saranno pure velenosi ma io sono di un altra pasta.” disse baldanzoso e incosciente come solo lui sapeva essere.

Jacob puoi promettermi di difenderla?” gli chiesi sperando che mi desse retta “Ascolta, amico mio, noi siamo vampiri e abbiamo già combattuto. Lei è per metà umana e quindi più vulnerabile. Con Carlisle pensavamo che se lei stesse fuori , vicino alla casa, nascosta nel buio del giardino... forse starebbero lontani da lei durante lo scontro , e se le cose si mettessero male... sarà più facile per voi scappare inosservati ... e se poi tu...”

Puoi contarci Bella. Carlisle mi ha già spiegato tutto. Ma come avete fatto a sapere che saremmo tornati in tempo per la battaglia?” mi chiese.

Lo guardai stupita. Erano sedici anni che viveva con noi e ancora non si era abituato ai nostri poteri. “Alice non sa come finirà” affermai “La visione è sparita nel momento in cui avete deciso di venire qui” dissi tristemente.

Meglio così Bella, preferisco non sapere chi e quanti di noi moriranno” affermò prendendomi le mani “Ti chiedo solo un piacere...” mi disse serio

Quale?” gli chiesi incuriosita

Non strafare... non cercare la morte. Noi abbiamo bisogno di te. ” sussurrò poi cambiando improvvisamente tono affermò ridacchiando “Potrei anche baciarti se questo servisse per tenerti al sicuro”

Per un attimo il ricordo del nostro colloquio davanti alla tenda prima dell'attacco di Victoria riemerse in tutta la sua lucidità

Non ci sarà bisogno di baci Jacob. Combatterò per la mia famiglia e per mia figlia, loro sono un motivo più che valido per sopravvivere. Non sono così pazza... io” dissi sorridendo

Lui inclinò la testa un attimo guardandomi sornione e poi scoppiò a ridere contagiando Nessi e me.

Si Jacob era proprio speciale, il miglior amico che potessi sperare e il miglior marito che mia figlia potesse avere.

E se era destino che morissi lo avrei fatto combattendo fino alla fine per chi amavo anche se il mio cuore era triste e vuoto per la sua mancanza... per la mancanza del mio amato Edward.

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** L'inizio della fine ***


Ciao eccomi qua con il nuovo capitolo il cui titolo può essere interpretato in vari modi.  Vi lascio pertanto alla lettura...

Un bacio ancora  tutte e grazie!!

Capitolo 29 L'inizio della fine



Edward


Eravamo partiti. Dieci guardie fra cui Felix, Demetri, Ilmi, e Anna avevano seguito me e Jasper.

Ero preoccupato ed ansioso per cui mi misi al volante io.

Ero molto abile come pilota e volevo andare veloce, avevo fretta di raggiungere la mia famiglia, ma la nebbia ostacolava la mia guida.

Non potevamo infatti correre come avremmo voluto, le strade italiane intasate dal traffico e dalle macchine che andavano lente e rispettavano i limiti di velocità m'impedivano di sfrecciare come ero solito fare, senza contare i soliti lavori incompiuti sulle autostrade che rallentavano la velocità.

Jasper al mio fianco cercava con il suo potere di rasserenarmi ma di fatto sapevo che stavamo perdendo troppo tempo.


Arrivati in prossimità della casa fermammo le macchine lungo la strada principale. Non sapevamo cosa avremmo trovato a casa e insieme a Jasper decidemmo che era meglio presentarsi a piedi attraverso il bosco.

Quando scendemmo mi voltai verso Felix e Demetri per attendere le loro decisioni sul modo di affrontare la battaglia e con mio enorme stupore vidi che entrambi mi guardavano aspettando i miei ordini.

Edward... Coraggio... organizzali. Non abbiamo molto tempo” m' incitò mentalmente Jasper.

Mi voltai a guardarlo smarrito e preoccupato. Non sapevo cosa fare.

Lui mi sorrise e si limitò ad annuire. “Non temere qualsiasi cosa dirai ti seguiranno... adesso sono i tuoi uomini”

Jasper la faceva facile, lui era stato nell'esercito, sapeva cosa andava fatto.

Io no. Non avevo mai avuto la responsabilità di altri sulle mie spalle. La famiglia era guidata da Carlisle ed io mi limitavo a seguire le decisioni di nostro padre.

Ma adesso avevo io la responsabilità, adesso ero io di fatto il Capitano e toccava a me organizzare la spedizione.

Li guardai in faccia pensando a quanta fiducia dovevano avere per farsi guidare in battaglia da un ragazzino... ma dovevo prendere il comando e fare di tutto per far ritornare il maggior numero di Guardie possibili a casa.

Presi fiato e parlai mentre ringraziavo con il pensiero Jasper che con il suo potere mi stava calmando, donandomi, di fatto, quella lucidità di cui avevo bisogno:

Guardie di Volterra!

Sapete benissimo perché siete qui!

I licantropi sono i nostri nemici da sempre. Questa volta dobbiamo spazzarli via, dobbiamo levare la loro puzza dalla terra. Siete stati chiamati a combattere per la nostra razza, dovremo tenere alto il nostro onore e il nome di Volterra affinché tutti sappiano che la Guardia non può essere battuta, e portino rispetto al Nostro Signore Marcus e al nostro Clan.

L'eco di questa battaglia giungerà ai vampiri di tutto il mondo e ora più che mai dobbiamo dimostrare tutta la nostra forza.

Non possiamo dimostrarci deboli o ci troveremo ad affrontare battaglie interne alla razza, molti non aspettano altro che la caduta di Volterra per prenderne il posto.

Quando arriveremo probabilmente lo scontro dovrà ancora iniziare e ci schiereremo al fianco di quei vampiri che ci hanno salvato sui Monti Urali. Ma se così non fosse, se la battaglia fosse già iniziata... dovremo attaccare senza possibilità di organizzarci ulteriormente. Sapete benissimo che sono velenosi e se vedete un vostro compagno morso, uccidete il licantropo e segnatelo in modo da ritrovarlo in secondo tempo”

Mi zittii e li guardai, volevo essere certo che avessero capito.

Come facciamo a segnarlo?” mi chiese una giovane Guardia che conoscevo appena “Telemaco, ci sono molti modi... puoi staccargli una zampa, metterlo in una posizione strana, sedertici sopra... inventa qualcosa, ma ricordati che ne va della vita del tuo compagno” conclusi ridacchiando per cercare di stemperare la paura che vedevo nei suoi occhi.

Potevo sentire la calma che Jasper stava infondendo su tutti noi e così continuai “Un ultima cosa. Dividetevi a coppie e guardatevi le spalle a vicenda. Sono forti e pericolosi ma li abbiamo già battuti una volta e adesso dobbiamo mettere fine alla loro razza per sempre.” conclusi ringhiando e stringendo i pugni.

Li vidi annuire mentre un sorriso compiaciuto e soddisfatto spuntava sul volto di Jasper “Ben detto fratellino” lo sentii commentare mentalmente.

Bene andiamo... seguitemi!” dissi muovendomi verso il bosco seguito da Jasper e dai miei uomini.




Eravamo quasi arrivati quando la puzza di legno bruciato e quella di licantropo investii il mio olfatto mentre alle nostre orecchie arrivò il suono della battaglia.

Eravamo arrivati tardi… avevano già attaccato.

Con un balzo felino e un ruggito di rabbia, spaventato da quello che avrei potuto trovare, mi lanciai verso la radura “Jasper seguimi” gridai mentre la mia velocità mi portava a distanziare tutti.

Quando giunsi davanti alla casa, come una palla di fucile, il mio cuore sussultò di dolore, e con ruggito tremendo, senza aspettare nessuno, mi fiondai a testa bassa in mezzo ai lupi che avevano attaccato e stavano distruggendo la mia famiglia.




Carlisle


Eravamo attenti. Le visioni di Alice sulla battaglia erano sparite con l'arrivo di Jacob ma lei ci aveva dato una speranza approfittando di una breve uscita di Jacob.

Jasper ed Edward stanno arrivando, e con loro le guardie di Volterra” ci aveva annunciato sorridente.

E adesso aspettavamo con i sensi allerta sperando di ricevere rinforzi.

Ma i lupi non avevano aspettato il loro arrivo e quella sera li vedemmo venire verso di noi, con le bocche aperte da cui colava il veleno e gli occhi gialli dilatati, pronti a balzarci addosso.

Ci siamo” dissi a me stesso poi rapido mi rivolsi a Jacob “Porta via Nessi, nascondetevi sul retro della casa come abbiamo deciso. Se si mettesse male... fuggite!” gli intimai. Lui si voltò fiero per nulla soddisfatto dal fatto che volessi tenerlo in disparte. Ora che li vedeva di fronte a se era difficile per lui evitare la battaglia.

Jacob. Hai la responsabilità di Nessi, non dimenticarlo.” gli dissi guardandolo negli occhi “E cerca di non trasformarti se puoi” aggiunsi.

I suoi occhi si sgranarono dallo stupore “Come faccio a proteggerla se non mi trasformo?” mi chiese.

Annui “Hai ragione, ma se arrivassero le Guardie ti prenderebbero per uno di loro...” non finii la frase, non c'era bisogno di aggiungere altro.

Lo vidi inclinare la testa e sorridermi “Sarà la volta che ucciderò qualche vampiro invece che esseri della mia stessa razza” sghignazzo.

Scossi la testa preoccupato “Non sono della tua razza. Non sono per nulla come te, quindi vedi di non farti uccidere per favore” gli dissi dandogli una pacca sulla spalla.

Anche perché se succede qualcosa a Nessi...ci penserà Edward a te” aggiunse Rosalie con un sorrisino angelico.

Tranquilla Bionda so badare a me stesso e posso proteggerla senza fatica. Pensa più che altro al tuo di collo” lo sentii rispondere.

E tu vedi di non farti ammazzare cane...ormai mi ci stavo abituando alla tua puzza” gli rispose lei.

Adesso basta... andate” intervenne Esme.

Jacob annui, sorrise a Rosalie facendole l'occhiolino, e preso Nessi si allontanò nel buio sotto gli occhi tristi e preoccupati di Bella.


Lei era stata in silenzio, temevo che avrebbe cercato la morte e per questo le avevo affidato Alice.

Entrambe avrebbero dovuto tenere duro fino all'arrivo dei rispettivi compagni e Bella sarebbe stata costretta a difendersi per non mettere a rischio la vita di sua sorella.

Da un lato ero contento fosse arrivata Nessi... Bella avrebbe avuto un altro scopo per cui lottare. Ero infatti sicuro che sarebbe stata pronta a dare la vita pur di salvare la sua bambina.


Con un sospiro mi abbassai su Esme, la guardai teneramente in quegli occhi gialli che dilatati dalla paura mi fissavano senza tentennamenti  carichi di amore e preoccupazione e la baciai dolcemente sulle labbra.

Ti amo” le dissi semplicemente stringendole le mani conscio che quello poteva essere l'ultimo nostro bacio d'addio.


E poi mi voltai giusto in tempo per vedere i lupi che con un ruggito spaventoso si avventavano su di noi, come un onda dell'oceano che tutto travolge e tutto distrugge.


La battaglia per la sopravvivenza del Clan dei Cullen era iniziata.

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** La Battaglia ***


Ciao immagino siate tutte ansiose di sapere se e chi sopravviverà!! Quindi non vi faccio perdere tempo e vi lascio al nuovo capitolo!!

Buona lettura e preparatevi ad affrontare...

Capitolo 30 La battaglia


Edward



Quando arrivai travolsi i licantropi rimasti indietro senza fermarmi.

Non volevo attaccare battaglia con i primi che trovavo, volevo andare a difendere la mia famiglia.

Non ci misi molto a trovarli.

Si erano divisi e il combattimento infuriava in piccoli gruppi.

Puntai dritto verso il centro e vidi mio padre tenere testa a quattro lupi giganteschi mentre stava proteggendo qualcuno sdraiato a terra.

I miei occhi riconobbero i lunghi capelli caramello di mia madre e con un ruggito spaventoso mi portai in suo aiuto mentre sentivo la rabbia e la paura crescere in maniera esponenziale dentro di me.

Mentre combattevo intravidi arrivare le Guardie che travolsero i lupi buttandosi nel combattimento.

Lo scontro fu violentissimo e rapidissimo.

I licantropi non si aspettavano di essere attaccati alle spalle e le Guardie impattarono contro di loro con violenza.

Nel giro di pochi minuti, ma troppi per i miei gusti, lo scontro terminò.

Avevo ucciso freddo e determinato tre dei quattro lupi che stavano attaccando Carlisle e quando mi alzai con ancora la bocca sporca del loro sangue lo vidi chino su mia madre.

Mi avvicinai piano intimorito e spaventato da quello che avrei potuto trovare e mi inginocchiai al suo fianco con gli occhi chiusi. Avevo paura di vedere.

“E' viva?” gli chiesi in un sussurro aprendo lentamente gli occhi.

Lei aveva gli occhi chiusi e stava immobile mentre Carlisle frugava nel suo marsupio.

Lui alzò lo sguardo su di me e mi sorrise “Si Edward. Sei arrivato appena in tempo. Ma è stata morsa e devo preparare l'antidoto in fretta, prima che il veleno si espanda nel suo corpo facendola soffrire troppo”

Annui. Sapevo benissimo quanto male facesse.

“Sai chi è che l'ha morsa?” gli chiesi timoroso di sentire la risposta sbagliata.

Lo vidi annuire “Ho buttato il suo corpo là dietro...ha una zampa in meno” mi spiegò sorridendo “ Adesso vado a prendere il veleno. Tu vai a cercare Bella... combatteva in coppia con Alice. Io prendo la mamma e la porto in casa”

Gli sorrisi e mi alzai per cercare gli altri componenti della mia famiglia. I miei genitori erano salvi ma che ne era dei miei fratelli e di mia moglie???


Come mi guardai attorno rimasi scioccato. Solo tre Guardie erano in piedi e si guardavano intorno confuse.

Non ci misi molto a individuare Rosalie. La sua lunga chioma bionda era un segnale inimitabile.

Era china per terra sopra ad Emmett e potevo vedere il suo corpo scosso dai singhiozzi.

Le corsi vicino, ancora una volta con la paura che mi tagliava il respiro, e mi chinai affianco a lei.

Non ci misi molto a capire quello che era successo.

Le gambe di Emmett erano in una posizione innaturale e la maglietta era strappata in più punti. Aveva gli occhi chiusi e gemeva piano in preda a forti dolori.

“Rose stai bene?” le chiesi accarezzandole dolcemente la schiena.

Lei alzò gli occhi su di me e la vidi sobbalzare vedendomi in divisa e sporco del sangue dei nostri nemici, poi mi sorrise appena e annui “Ho solo un piccolo taglio al braccio. Ma non ce la faccio a portare Emmett. Sta male Edward...sta soffrendo tantissimo...io...” mi disse guardandolo con gli occhi pieni d'amore.

“Andiamo lo porto a casa. Lì Carlisle si occuperà di lui e di te. Non è stato morso vero?” le chiesi.

“No. Edward... Grazie” mi disse in un sussurro sorridendomi. “Papà e mamma stanno bene?” mi chiese, poi, ansiosa.

Mi limitai ad annuire mentre prendendo in braccio, con un certo sforzo, il mio fratellone correvo verso casa, seguito a ruota da lei.

Mio padre era sulle scale che stava venendo a cercarci quando ci vide arrivare.

“Dammelo ci penso io” mi disse prendendo il suo corpo fra le braccia e rientrando veloce.

Senza una parola li lasciai tutti e tre, precipitandomi fuori.

Dove erano gli altri?? Dov'erano Alice e Bella? E Jasper?

Vidi Ilmi venirmi incontro veloce

“Abbiamo molti feriti Edward...che facciamo?”.

Mi guardai intorno un attimo. Non potevo perdere tempo.

“Raduna le Guardie. Quelle che sono state morse recuperate il veleno... mio padre si occuperà di loro appena potrà. Gli altri falli sistemare nel portico, appena posso vengo.” gli dissi mentre mi guardavo in giro, stavo ancora finendo di parlare che i miei occhi videro Jasper e Alice poco più in là sdraiati per terra vicini accerchiati da diversi corpi di lupi.

Avevano combattuto strenuamente e conoscendo Jasper doveva aver lottato fino alla morte per salvare la sua piccola Alice.

Il suo corpo era riverso su quello di mia sorella nel tentativo di proteggerla.

Veloce corsi verso di loro e mi chinai con il cuore in gola mentre la mia mente gridava che non era possibile. “Non loro” pregai a me stesso.

Il braccio di Jasper teneva stretto un lupo e lunghe unghiate avevano aperto il suo corpo.

“Jasper” lo chiamai dolcemente mentre mi chinavo su di lui sperando che non fosse troppo tardi. Lui aprii gli occhi e cercò di mettermi a fuoco “Edward... il lupo, tra le... mie... braccia, ha morso… Alice. Bella ... lupi … dietro la casa... corri da lei” mi disse con un sussurro prima di sprofondare nel buio con un lungo gemito di dolore.

Alzai la testa e vidi Rosalie e Carlisle vicino a me.

“Corri a cercare Bella...ci pensiamo noi a loro” mi disse mio padre “Si salveranno Edward...vai! Qui non servi” m'intimò.

Li ringraziai e veloce mi fiondai a cercare Bella dove mi aveva indicato Jasper. Quando sbucai dietro l'angolo della grossa villa un forte ruggito mi fece accapponare la pelle e per lo schoc rimasi senza fiato.


Bella attaccata alla parete era in posizione di difesa pronta ad attaccare un licantropo che gli stava di fronte. Altri due giacevano morti nelle vicinanze mentre a poche decine di passi da lei un lupo stava combattendo contro altri due in un ammasso di peli, unghie e denti.

Dopo un primo attimo in cui rimasi fermo a fissare la scena per me surreale capii cosa era successo e senza indugi mi avventai sul lupo che minacciava la mia Bella e mia figlia.

Non capivo come mai ma Nessi era tornata a casa e adesso con gli occhi dilatati dal terrore osservava il combattimento fra i lupi e il suo licantropo.


Anch'io e Bella eravamo fermi e non sapevamo come intervenire. Jacob si era trasformato e stava lottando contro i suoi simili.

“Jacob abbassati” urlai mentre mi lanciavo contro un lupo dal pelo scuro che stupito si era girato verso la mia voce.

Con un balzo gli fui addosso travolgendolo e allontanandolo dal mio amico e ormai genero, poi, dopo averlo annusato per sicurezza, gli tranciai la gola di netto. Jacob nel frattempo aveva finito il suo avversario distratto dal mio intervento mentre Bella era rimasta a far da scudo a Nessi.


Quando mi tirai su con la manica mi asciugai il veleno che colava dalla mia bocca e rivolsi un sorriso timido alle due donne che amavo di più al mondo.

“Edward” sentii gridare Bella mentre in un soffio di vento me la trovai allacciata al petto.

“E' tutto finito Bella. Sono tutti salvi” gli dissi accarezzandole i capelli “I lupi sono morti. Siete al sicuro ormai” le dissi abbracciandola stretta a mia volta.

Lei si stacco all'improvviso da me e annui “Scusami” mormorò abbassando gli occhi timorosa e allontanandosi da me provocandomi una stilettata al cuore.

Aveva ragione ad essere offesa con me e a non volermi più vicino, non potevo darle torto.

Così rimasi fermo impassibile senza dirle nulla, con il cuore lacerato e la mente che mi urlava “Te lo sei meritato! Cosa pensavi di ottenere? Credevi che lei ti avrebbe perdonato?”

Intento a guardarla, a chiedermi cosa fare persi per un attimo il contatto con la realtà finché

un ululato di Jacob mi richiamò al presente.

“Ho capito Jacob...vai” gli dissi.

Poi mi girai verso Nessi che guardava Jacob allontanasi con gli occhi dilati dalla paura.

“Se rimane in forma di lupo, guarirà molto più in fretta e qui è pericoloso per lui... ci sono ancora le Guardie è meglio che si allontani e che torni in forma umana quando starà bene” le spiegai avvicinandomi lentamente per non spaventarla ulteriormente.

Colmo di emozione, con la voglia disperata di abbracciare la mia bambina, mi chinai per posarle un bacio fra i capelli quando sentii un dolore familiare scoppiare nella mia testa e avvolgere tutto il mio corpo.

Con un urlo piombai a terra mentre la risata di Jane rimbombava intorno a me.

“ Adesso ti ucciderò Edward. Finalmente morirai per mano mia e vendicherò Alec e i miei Signori. Maledetto traditore!” disse piombandomi addosso con la bocca aperta per decapitarmi con un unico morso.

Mi aveva completamente colto di sorpresa. Ero stato troppo concentrato sulla mia famiglia, sui miei affetti traditi, per sentire i suoi pensieri e non ero preparato al suo attacco. Non mi aspettavo di trovarmela qua. Ero convinto che fosse scappata, che sarebbe sparita dalla mia vita, ma evidentemente ci aveva seguiti con l'intento di vendicarsi e adesso mi avrebbe ucciso senza che potessi opporre alcuna resistenza.



Jasper


Vidi Edward buttarsi nella battaglia senza neanche controllare che lo stessimo seguendo.

“Edward... aspetta” gridai preoccupato per mio fratello.

Ma lui era più veloce e scomparse in mezzo al caos che seguì il nostro arrivo.

Non persi tempo a combattere con i lupi che vagavano e provavano a scappare avevo in mente solo una cosa. Salvare la mia piccola Alice e insieme a lei massacrare quei luridi cani.


Nel momento in cui piombai in mezzo alla battaglia senti Alice intimare a Bella di allontanarsi per andare a proteggere Nessi. I miei occhi la videro combattere contro tre di quelle orrende bestie. Lei si muoveva agile e sicura ma non arretrava di un centimetro, voleva impedire il passaggio a quelle disgustose creature.

Corsi come un razzo ma nel momento in cui le arrivai vicino i suoi occhi si dilatarono “Jasper... no!!”.

Il suo urlo arrivò troppo tardi...un lupo mi era piombato addosso dal dietro. Distratta, un secondo licantropo ne approfittò per morderla alla coscia. Con un ruggito di rabbia, mi rigirai incurante della ferita e spezzai il collo a chi aveva osato colpirmi. Poi mi avventai su quel maledetto che aveva morso il mio amore.

Il vampiro che ero, il vampiro assetato di sangue che aveva combattuto per anni si risvegliò e con freddezza indicibile uccisi senza il minimo rimorso quel lupo puzzolente. Sapevo di doverlo marcare e per non sbagliarmi lo tenni stretto per il collo mentre con un calcio sfondavo la testa all'ultima bestia che aveva osato posare gli occhi su di noi.

Ma non avevo fatto i conti con un quarto licantropo che sbucato all'improvviso dal fianco mi saltò sulla schiena aprendola con le sue unghie. Per fortuna una Guardia intervenne staccando il lupo da me e uccidendolo all'istante.

Sfinito, con il dolore che stava scoppiando dentro come una bomba invadendo e stravolgendo ogni parte del mio corpo mi trascinai verso Alice che giaceva riversa per terra e con un ultimo sforzo mi sdraiai su di lei. Gli avrei fatto da scudo con il mio corpo in modo che nessuno potesse farle più del male e dopo averle posato un tenero bacio sui capelli per farle capire che ero lì con lei, scivolai nel buio tenendo sempre stretto tra le mie braccia il licantropo .

Quando sentii la voce di Edward chiamarmi aprii gli occhi con uno sforzo immenso.

Lui doveva sapere... doveva sapere che Alice aveva bisogno dell'antidoto e che il lupo era quello fra le mie braccia. Radunando tutta la forza che avevo gli spiegai l'accaduto e lo mandai a salvare Bella. Gli avevo promesso che l'avrei protetta in sua assenza...non potevo farlo, ma lui si. Sapevo che Edward avrebbe non solo salvato Bella ma si sarebbe anche preso cura di Alice.

Mio fratello aveva sbagliato molte cose in questi ultimi anni ma sapevo che l'amore per la sua famiglia non poteva essere sparito, sapevo e sentivo il suo cuore battere d'amore e avevo visto cosa aveva passato e quanto aveva combattuto per ritornare da noi.

Se i Cullen erano salvi era in parte anche merito mio pensai soddisfatto e fiero.

Avevo trovato il modo per dimostrare loro che ero parte della famiglia e non solo il marito di Alice.

Ero un Cullen a tutti gli effetti e stanco mi lasciai finalmente scivolare nel buio...

Ritorna all'indice


Capitolo 33
*** La resa dei conti ***


Ciao eccomi. E' il momento di capire cosa è successo e cosa succederà. Di certo è il momento in cui i nodi si manifesteranno con un, perdonatemi x l'arroganza, grande Carlisle!!

Un bacio a tutte e grazie.  

Ps: mi ero confusa nel postare, la storia nn è finita mancano ancora più di dieci capitoli e soprattutto ancora tante situazioni da chiarire!!

Capitolo 31 La resa dei conti


Edward


Ma Jane non aveva fatto i conti con il potere di Bella.

Nella sua rabbia e nella foga di uccidermi si era dimenticata che lei era uno scudo e che aveva il dono di estenderlo anche agli altri.

Bella dopo un primo attimo di schoc aveva alzato lo scudo anche su di me e quando quella sadica vampira mi si avvicinò per uccidermi mi ritrovai lucido.

Muori Edward” sibilò vicino alla mia gola, ma l'addestramento di Ilmi e Kong si mostrò utile ancora una volta, mentre agilmente scivolavo dalla sua stretta e voltandomi la sbattevo a terra tranciandole il collo di netto con un unico morso.

Rimasi un attimo fermo a guardare il suo volto da bambina. Con gli occhi chiusi e un sorriso sulle labbra sembrava una dolce bambola di porcellana... ma il suo animo era nero e finalmente avevo avuto la mia vendetta per tutto il male e le umiliazioni che mi aveva inflitto.

Addio Jane... salutami l'inferno” le dissi alzandomi lentamente.

Un singhiozzo richiamò la mia attenzione e mi voltai lentamente.

Nessi abbracciata a sua mamma stava piangendo, il corpo scosso dai singhiozzi e le lacrime che scendevano bagnandole il dolce viso.

Era stato troppo per lei... aveva visto troppo.

La paura per quello che poteva succedere e per quello che era successo l'aveva sconvolta. Potevo leggere nei suoi pensieri tutto l'orrore a cui aveva assistito.

Portala in casa Bella. Ha già visto troppo ed io ho da occuparmi delle Guardie” le dissi “E lei ha bisogno di te... non di me” mormorai con un filo di voce udibile solo a me stesso, io ai suoi occhi, ero solo un padre traditore e un vampiro assassino.

Vidi Bella annuire e insieme madre e figlia si allontanarono confortandosi a vicenda.

Raccolsi allora il corpo di Jane e la sua testa portandole nel falò che i lupi avevano acceso.

Appena ebbi buttato il cadavere vidi Ilmi venirmi incontro.

E così è finita sul serio” disse guardandomi sorridente e posando una mano sulla mia spalla.

Si ma a che prezzo?” gli chiesi sconfortato.

Poi prendendo coraggio gli feci la domanda che mi stava torturando “Come stanno gli altri??” gli chiesi preoccupato.

Lui mi sorrise orgoglioso “Meglio di quanto credi Capitano” poi proseguì “ Solo due guardie sono morte Anna e Telemaco. Mentre altre quattro hanno bisogno dell'antidoto. Gli altri hanno solo alcuni graffi...proprio come te”.

Abbassai gli occhi sul mio braccio che stava guardando e sospirai.

Avevo ricevuto un unghiata superficiale, poco più di un graffio, ma nel caos che era successo mi ero dimenticato.

Mi spiace per Anna” dissi piano ripensando a quanto mi aveva aiutato malgrado le stessi antipatico mentre mi fasciavo il braccio con un pezzo di camicia.

Non fartene una colpa Edward. Ha combattuto da pazza. Penso che abbia cercato la morte... voleva raggiungere Sirius... e c'è l'ha fatta” mi consolò stringendomi il nodo.

Annui e insieme a lui mi diressi verso casa dove c'erano radunate tutte le Guardie.

Sia Felix che Demetri erano stati morsi ma per entrambi il veleno era stato recuperato.

Stavo ancora guardandomi in giro che vidi Carlisle venire verso di me

Papà... ho quattro guardie morse e diversi feriti.” gli dissi.

Lui mi sorrise. “Porta in casa i morsicati... mi occupo io di loro.” mi rispose dandomi una pacca sulle spalle.

Poi mi porse un ago e del filo “Hai studiato medicina... vai a curare i tuoi uomini. Appena Rose ha finito con Jasper te la mando ad aiutarti”.

Riconoscente mi fiondai fuori e aiutato da Ilmi portai i corpi degli avvelenati all'interno.

Poi mi sistemai nel portico a cucire i miei uomini, e solo alla fine Rosalie venne ad aiutarmi “Ho aiutato papà con gli antidoti. Alcuni oltre al morso avevano lunghi tagli” si giustificò per il ritardo.

Le sorrisi riconoscente e continuai nel mio lavoro.


Quando ebbi finito, aiutato da Ilmi e da altri tre che avevano ferite di striscio trascinammo i corpi dei licantropi nel bosco e li seppellimmo in un enorme buca nel terreno in modo da far sparire ogni traccia del combattimento.


Quando tornammo alla casa ero stanco e svuotato da ogni energia fisica e mentale, mi sedetti da solo sulle scale di casa chiudendo la mente ai pensieri che aleggiavano intorno a me. Volevo rilassarmi e pensare... avevo tanto su cui meditare.

Dopo pochi minuti vidi arrivare Jacob in pantaloncini tutto sorridente “Grazie Edward. Bentornato fra di noi” mi disse dandomi una pacca sulle spalle.

Sono io che ti devo ringraziare lupo” gli dissi sorridendo.

Lui mi guardò serio “Edward... adesso Nessi è mia moglie e tu e Bella siete la mia famiglia, senza contare gli altri.” rispose serio

Già... mi ci verrà un po' di tempo prima di abituarmici” risposi.

Lo vidi annuire “Vado da Nessi. Sarà in pensiero per me” e prima che potessi rispondergli qualsiasi cosa si fiondò in casa.


Non ebbi neanche il tempo di girarmi che vidi mio padre uscire dal portone e venirmi vicino.

Con disinvoltura si sedette affianco a me e mi sorrise sospirando stanco.

Perché non vai in casa a salutare i tuoi fratelli? Alice ed Emmett mi hanno chiesto di te. ” mi chiese scrutandomi enigmatico.

Scossi la testa “Non mi va di entrare” risposi.

Quando ero entrato per portare i feriti mi ero sentito a disagio… quasi un estraneo. Quelle quattro mura non erano più casa mia. Ma non glielo spiegai... non avevo voglia di parlare.

Ma a Carlisle non riuscivo a nascondere nulla. Lui mi sapeva leggere come nessun' altro. Era il suo dono. Sapeva sempre quello che provavo, riusciva sempre a capirmi.

Quelli sono solo dei muri Edward. La casa è dove si trova il nostro cuore. E il tuo dov'è?” mi chiese.

Ingoiai a vuoto non sapevo cosa rispondergli.

E' lì dentro o è a Volterra?” continuò guardandomi negli occhi.

Non lo so” dissi abbassando lo sguardo verso terra.

Sicuro di non saperlo?” mi rispose sorridendomi. “Jasper ci ha raccontato alcune cosette mentre lo cucivo....” continuò.

Gli sorrisi, sentivo i suoi pensieri e sentivo il gelo sciogliersi dentro di me. Il calore del suo cuore, del suo amore erano evidenti e intensi nei suoi pensieri.

Vieni in casa Edward. Il tuo cuore è lì . E' sempre stato qui con noi... hai solo smesso di ascoltarlo. Ma lui sapeva benissimo dove era giusto stare” mi disse alzandosi ed entrando senza voltarsi a controllare cosa avrei fatto.

Mi alzai lentamente. Sapevo che se avessi varcato ancora una volta la soglia di quella casa, che se avessi rivisto ancora una volta la mia Bella non avrei più avuto il coraggio di partire, eppure dovevo farlo.

Non ero libero e mai lo sarei più stato.

Mio padre aveva ragione, il mio cuore era lì ma io non potevo ascoltarlo, ero diventato una Guardia.

E con un ruggito di rabbia mi voltai e mi diressi correndo verso il bosco.





Bella


Mentre stavo combattendo con Alice avevo visto dei licantropi aggirarsi e dirigersi sul lato della casa.

Vai Bella corri da Nessi... prima che sia troppo tardi” mi aveva gridato lei.

Veloce mi ero allontanata mentre con la coda dell'occhio avevo visto arrivare le Guardie guidate da Jasper.


Ero arrivata appena in tempo. Jacob si era trasformato e aveva abbattuto due di quegli esseri immondi ma una terza creatura approfittando che lui era impegnato a combattere stava per saltare addosso alla mia Renesmee.

Stavo per scontrarmi con il licantropo quando ci era piombato addosso Edward.

Aveva ucciso veloce e implacabile proprio come un vero vampiro addestrato.

E quando pensavo che ormai fosse finita era arrivata Jane.

Lo avevo visto cadere proprio come a Volterra contorcendosi dal dolore.

Così quando si era avvicinata lo avevo avvolto nello scudo permettendogli di uccidere quella maledetta.

Veloce avevo accompagnato Nessi a casa e poi mi ero fermata per aiutare Carlisle e Rosalie a curare la mia famiglia.

I feriti continuavano ad arrivare. E anche altre quattro Guardie ebbero bisogno del nostro aiuto. Erano malmesse e fra di loro riconobbi Demetri e Felix.

Quando finalmente sembrò essere arrivata la pace uscii di casa e lo vidi chino intento a cucire i suoi uomini.

Lo osservavo da lontano chiedendomi dove fosse Rebecca e come si sarebbe comportato adesso.

Quando ebbe finito si allontanò scortato da tre guardie e iniziò a radunare i corpi dei licantropi.

Sospirando rientrai in casa.

Volevo parlargli ma avrei aspettato il momento giusto.

Erano tante le cose da chiarire, tanti i dubbi che attanagliavano il mio cuore e la mia mente.

Ma avrei aspettato di trovarlo solo... quello che dovevamo dirci doveva rimanere solo fra di noi.

Ritorna all'indice


Capitolo 34
*** La saggezza di Carlisle ***



Ciao eccomi qua con un nuovo capitolo. Scoprirete che Edward non è andato molto lontano e che Carlisle ancora una una volta dimostrerà tutta la sua saggezza e l'amore per i suoi figli.  Un bacione a tutte. Buona lettura, ci sentiamo Martedì  e grazie  ancora !!!

CAPITOLO 32   La saggezza di Carlisle

Edward



Mi allontanai da solo nel bosco.  Camminare mi dava sollievo.

Sopra di me la luna spuntava dalle fronde degli alberi che muti e silenziosi mi facevano compagnia.
Un vento tiepido portava con se i profumi del bosco, i profumi di quegli animali che per noi erano di vitale importanza.

Respirai a fondo l'aroma delizioso e mi abbandonai alla caccia.

In pochi attimi individuai la mia preda e veloce abbattei il povero alce che stava pascolando tranquillo.

Non gli avevo dato neanche il tempo di accorgersi di quello che succedeva. Nella sua bocca ormai immobile alcuni fili d'erba pendevano inerti e inutili.

Ingoiai avidamente il sangue. Non era buono ma sapevo che mi avrebbe permesso di non nutrirmi di uomini per qualche tempo. Non sapevo cosa sarebbe successo al mio ritorno a Volterra. Adesso che era tutto cambiato il mio destino era in mano a Marcus e non sapevo che cosa aspettarmi.

Si era sempre tenuto ai margini lasciando agli altri Signori decidere per lui, aveva sempre solo guardato ma adesso era lui l'unico Signore di Volterra, era lui che avrebbe preso in mano il timone e la sorte delle Guardie... compreso la mia vita.

Alzai la testa annusando l'aria in cerca di qualche altra preda, consapevole di dovermi nutrire più del necessario, quando il suo profumo penetrò con forza nella mia mente.

Mi voltai di scatto e mi misi in piedi conscio che non potevo più scappare dal mio destino.



Bella


Lo avevo visto allontanarsi da solo dopo aver parlato con Carlisle.

“Cosa è successo perché è andato via?” chiesi a quell'uomo che ormai era un padre a tutti gli effetti.

Lui mi sorrise comprensivo e mi abbracciò stretto.

“Credo che abbia bisogno di stare da solo. Ha le idee e il cuore confuso.” mi sussurrò accarezzandomi le spalle “E' sempre stato un insicuro, si è sempre posto mille problemi, mille domande. E ancora adesso non riesce a capire e ad accettare che si può sbagliare... che non esiste il bianco e il nero ma solo infinite tinte di grigio” mi disse mesto.

Lui conosceva Edward da molto ormai e lo amava moltissimo. Era stato il suo primo figlio e sapevo che avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui. Qualsiasi cosa per vederlo felice.

Mi staccai e lo guardai negli occhi “Cosa devo fare Carlisle?” gli chiesi.

Ero combattuta.

Volevo correre da lui e abbracciarlo, tenerlo stretto e sentirmi nuovamente amata e completa, ma nello stesso tempo avevo paura. Paura di sentirmi rifiutata … paura di vederlo andarsene un'altra volta. Paura che il suo cuore fosse ormai chiuso per me.

Lui mi guardò sereno “Non posso essere io a dirtelo Bella. Guarda nel tuo cuore” mi rispose posando i suoi occhi sulle mani che continuavo a torcere nervosa.

Cosa c'era nel mio cuore? Lo sapevo benissimo cosa c'era... la stessa cosa che avevo provato quando mi aveva sorriso per la prima volta, la stessa cosa di quando gli avevo detto si. La rabbia era scomparsa come nebbia al sole, il solo rivederlo aveva nuovamente acceso il mio cuore muto, investendomi, invadendomi rendendomi nuovamente prigioniera di quel sentimento che mai di fatto era sparito. Dentro di me ora era rimasto solo amore... un amore immenso... ma lui era in grado di ricambiarlo? O il suo cuore era ancora a Volterra?

Gli occhi di Carlisle continuavano a studiarmi attenti ed enigmatici.

“Ma posso dire cosa farei io al posto tuo” mormorò lento con un sorriso dolce sulle labbra e gli occhi che gli brillavano di speranza “ Sei sempre stata molto forte e cocciuta Bella. Solo il tuo carattere ti ha permesso di trovare la chiave per aprire il cuore di Edward. E' il momento di combattere l'ultima battaglia. Io andrei da lui... lo costringerei a guardarsi dentro ad accettarsi per quello che è... per quello che è diventato.

Se lo conosco bene… non aspetta altro. Ha solo bisogno di sentirsi dire che lo ami ancora.

Quello che ha passato Bella, da quel maledetto giorno in cui Aro lo fece rapire, è stato accuratamente nascosto nel suo animo. Ce ne ha mostrato solo una parte... ma ha nascosto la sofferenza nel suo profondo per non turbarci, ha celato accuratamente a tutti le sue ferite. Si è messo una maschera, ha negato a noi e a se stesso quello che è successo. Purtroppo ha cercato solo di dimenticare senza capire, che a volte, non si può fare finta che non sia accaduto nulla, non si può cancellare il passato ma bisogna, invece, sforzarsi di capire, di accettarsi per quello che si è , per quello che si è fatto... per quello che si è diventati. Ora il suo cuore è lacerato come il suo animo e solo tu Bella puoi curarlo, solo tu puoi dargli quella pace e quella serenità di cui ha bisogno. Solo sentendosi accettato malgrado i suoi errori, malgrado le scelte fatte riuscirà a trovare la sua strada... qualsiasi essa sia.”

Un silenzio pesante carico di tensione, carico di aspettativa dalla sua parte e di riflessione dalla mia cadde tra di noi, poi sospirando annui cercando ancora una volta conforto dalle sue braccia e forza dal suo sorriso che adesso si era aperto radioso.

Le sue parole e il suo sorriso erano pieni di speranza, la stessa speranza di cui io avevo bisogno per fare quello che andava fatto.

Le sue labbra si posarono sulla mia fronte delicate e tenere.

Poi si staccò e tornò in casa silenzioso senza voltarsi, senza aggiungere altro.

Avevano bisogno di lui e lui ci sarebbe sempre stato per me, per Edward e per tutta la sua famiglia. Lui era il nostro punto fermo, la nostra ancora di salvezza, il faro che aveva sempre illuminato il cammino della nostra strana famiglia fatta d'individui singoli per storia e biologia eppure uniti indissolubilmente dal sentimento forte dell'amore che più di una volta Aro e i Signori di Volterra avevano provato inutilmente a distruggere .

Ora era il mio turno di prendere in mano il timone della nostra vita, di combattere per ciò che provavo, di lottare per il mio amore.

Avevo aspettato passivamente, lo avevo lasciato a combattere da solo troppo a lungo, ora era il tempo di affrontarlo di fargli capire una volta per tutte che potevamo affrontare qualsiasi cosa che ero pronta ad amarlo ancora che non mi interessava nulla di ciò che era successo e del perché si fosse presentato a noi come un Capitano delle Guardie.

E silenziosa mi allontanai seguendo la sua traccia.


Carlisle


Sapevo che Edward si vergognava per quello che era successo e che se ne sarebbe dato la colpa. Lo avevo visto cambiato, sicuro di sé prendersi cura dei suoi uomini, ma sapevo che la sua anima era tormentata.

Dopo che tutto era finito si era rifiutato di entrare in casa, come se quelle mura potessero imprigionarlo, come se varcare la soglia di quella costruzione potesse causargli altro dolore.

Avevo cercato di aprirgli gli occhi.

Se le Guardie erano venute era merito di Jasper ma anche suo.

Suo fratello mi aveva raccontato come Edward aveva sfidato i signori di Volterra, come era stato ferito e umiliato e come aveva di fatto causato la caduta di Aro e Caius.


Sorrisi. Non aveva ancora capito. Ci avrebbe messo un po' ma alla fine ci sarebbe arrivato.


Ma il tempo era poco e quando Bella mi chiese cosa fare non ebbi esitazioni.

Solo lei, forse, sarebbe riuscita ad aprirgli gli occhi...solo lei sarebbe riuscita a fargli accettare la verità ormai evidente ai miei.


La vidi allontanarsi... stava andando da lui e da dietro la finestra mi misi a sorridere.

Erano le creature più irrazionali e complicate che avessi incontrato ma anche la coppia più indivisibile che conoscessi.

Ritorna all'indice


Capitolo 35
*** Il sole e la luna ***


Ciao a tutti ecco un nuovo capitolo a cui tengo tantissimo e che spero amerete anche voi !!!  Volevo pertanto dedicarlo ad Antonella 64... !!!

AVVISO

E' con molto orgoglio che volevo invitarvi a visitare il mio BLOG contenente tutte le mie storie.  E per chi amasse la serie "La Confraternita del pugnale nero" troverete una nuovissima ed affascinante FF che per ovvi motivi non può essere postata qua!!!  Vi aspetto tutte venitemi a trovare!!!  

http://lestoriedipulla.blogspot.it/  
Il collegamento diretto  lo trovate anche sul mio profilo. 

Capitolo 33 Il sole e la luna


Bella


Il bosco è silenzioso. Troppo silenzioso.

Sorrido perché so che il motivo non può che essere uno. Un vampiro si sta aggirando fra gli alberi.

Sento la sua scia, il suo profumo così dolce e invitante è un richiamo per me.

Mi affaccio nella radura e lo vedo.

Edward è lì fermo, immobile, ai suoi piedi giace un povero animale dissanguato.

Mi dà la schiena. Mi ha per forza sentito, ma tace. Ho un groppo in gola, non so cosa dirgli...vorrei correre, abbracciarlo, baciarlo... ma ho paura... paura delle sue reazioni paura di sentirmi dire di andare via. Di fronte a lui il mio coraggio sta vacillando... ma non posso mollare non ora... non più.

Prendo fiato e cerco di calmarmi devo aver fiducia in ciò che mi ha detto Carlisle ripeto a me stessa per cercare una sicurezza che sembra sparita alla sua vista.

“Edward” sussurro. So che mi ha sentito, è impossibile che non mi abbia udito... eppure tace. “Posso parlarti?” gli chiedo timidamente in un sussurro appena accennato.

E smetto di respirare aspettando un suo segnale, un suo gesto, una sua risposta...

Dimmi qualcosa ti prego...rispondimi. Sto pregando dentro di me, ho paura tanta paura.

Dei brividi mi scendono lungo la schiena mentre torco le mani e mi mordo le labbra... tesa e nervosa... quasi terrorizzata.

Ma lui tace, si limita ad alzare la testa e guardare la luna.

E' piena ed è sgombra dalle nuvole.

Mi sembra quasi di scorgerci un sorriso o forse è solo la mia immaginazione... la ricerca di una speranza che non esiste.

La sua luce pallida e forte nel contempo illumina la radura gettando strane ombre intorno a noi e sono sicura che anche il suo volto stia brillando...


Silenzio... solo silenzio.


Un altro brivido mi fa tremare come se fossi stata investita da ventata gelida e un singhiozzo mi sfugge dalle labbra. Probabilmente non ha il coraggio di dirmi in faccia la realtà.

Non ha il coraggio di dirmi che lui ama Rebecca... che ora la sua casa è Volterra.



Edward


Quando mi sono alzato ho sentito il suo profumo. Bella, la mia Bella è venuta a cercarmi.

Devo parlarle... devo spiegarle. Il mio cuore trema perché non so cosa dirle, non so come spiegarle che l'amo... che l'ho sempre amata... che sono stato uno sciocco.

Alzo la testa e guardo la luna. Vorrei essere come lei... libero di essere quello che voglio, sicuro che le nuvole prima o poi spariranno e di poter tornare a brillare nella chiara e limpida notte.

Eppure sto capendo... finalmente sto capendo… ma quando ha dovuto soffrire chi mi amava per permettermi finalmente di trovare la mia pace... il mio equilibrio... me stesso?


Forse Carlisle ha ragione... mi ha trasformato troppo presto... non sono un adulto e questo è stato un errore che ha pagato tutta la mia famiglia.


Ma adesso è diverso... adesso il mio cuore è finalmente sgombro... ma sono legato a Volterra.

Certo ho trasformato Volterra… Aro e Caius non saranno più una minaccia per me e la mia famiglia, ma il merito non è stato mio e le nuvole non si sono affatto diradate... sono lì pronte a ricoprire il mio cuore proprio come quelle in cielo pronte a nascondere la luna. Basta una bava di vento, e lei si coprirà nuovamente il volto permettendo alla notte di avere il sopravvento.


Sono perso nei miei pensieri, torturato nell'indecisione, alla ricerca delle parole giuste, del modo migliore per farle capire quando sento un singhiozzo e un veloce fruscio.

Bella sta andandosene... il freddo mi scende nel cuore... non posso perderla ancora... non voglio perderla nuovamente... non posso sopravvivere da solo... non ne ho la forza.


Mi volto e in un lampo mi porto davanti a lei e la stringo fra le mie braccia.

“ Bella... non scappare... ti prego non fuggire da me.” le mie parole sono velate dal dolore.

Abbasso gli occhi e guardo i suoi. Mi perdo nelle loro profondità . Mi smarrisco dentro di loro.

“Ti prego Bella... perdonami” le sussurro tremante.



Bella


Mi sto allontanando da Lui... sto scappando.

Carlisle mi ha detto che devo combattere... ma non ce la faccio. Non posso lottare... l'amore è libertà ed io lo amo troppo per imprigionarlo.

E' un fruscio... un attimo e mi ritrovo fra le sue braccia.

Il suo profumo invade le mie narici, il suo corpo perfetto aderisce al mio e la sua voce è un caldo vento che mi culla.

“Ti prego Bella... perdonami” mi sussurra e mi guarda.

Non riesco a staccare gli occhi dai suoi... non riesco ad allontanarmi.

Il mio corpo è scosso dai singulti non voglio piangere ma non ce la faccio.

Sento il suo fiato vicino e le sue labbra a pochi centimetri dalle mie.

“Ti amo Edward... non ho mai smesso di amarti” riesco a sussurrare a malapena.

Lui si stacca e mi guarda, la sua mano si posa sul mio viso, percorrendolo lentamente come lo scoprisse per la prima volta.

“Perdonami” sussurra ancora.

Non resisto. Il suo tocco è come un fuoco e i suoi occhi tristi sono lo specchio del suo animo.

Ma devo sapere... non posso, non ce la faccio a soffrire ancora.

“E Rebecca?” la mia domanda è sussurrata.

Le sue braccia si abbassano, il suo corpo si allontana dal mio.

Mi sta sfuggendo... “No Edward” grido disperata facendo un passo verso di lui e tendendo le braccia come per afferrarlo.

Lui mi sorride, un sorriso triste e dolce nello stesso tempo.

“E' un amica, una sorella... nulla di più. Ero innamorato di un ombra e di un pensiero. Di me stesso si potrebbe dire. Il suo potere mi aveva stregato e confuso. Lei è stata il mio simbionte... nulla di più. I sensi di colpa mi tormentavano... Avevo bisogno di vederla per capire. Di vedere la vera Rebecca … non il mio simbionte.

Ma adesso ho capito Bella. Ora il mio cuore è libero dal dubbio e là, aiutato dalle Guardie, ho anche imparato a dominare e a imbrigliare nuovamente il vampiro dentro di me...

Ma malgrado quello che è successo… non sono libero. Il giuramento non è sciolto ed io sono sempre una Guardia di Volterra e là dovrò tornare.

Ma il mio cuore è vuoto senza di te... senza la mia famiglia.

Perdonami ancora Bella... ti prego. Non posso vivere senza sapere che mi ami... non posso vivere sapendo che tu mi hai dimenticato”

aveva parlato tutto d'un fiato... senza interrompersi con la voce roca e tesa.

E adesso mi guardava e aspettava.

Come aveva detto Carlisle aspettava solo di sentirsi amato ed accettato.

Scossi la testa chiedendomi come avrei potuto fargli capire che lo amavo, che non importava cosa avesse fatto.



Edward


La vidi scuotere la testa. E mi vergognai. Come potevo essere stato così stupido da sperare nel suo perdono??

Abbassai la testa affranto e feci per andarmene. La sua vista mi procurava solo dolore... il mio cuore muto era morto un altra volta.

Ma non feci neanche un passo che me la ritrovai fra le braccia.

“Ma come puoi pensare che io non ti ami? Come puoi pensare che io non abbia passato ogni singolo minuto a pensare a te? Credi forse che il mio amore possa essere passeggero come delle nuvole trasportate dal vento? No Edward... tu sei come il sole che brilla nel cielo ed io come la luna che splende di notte... brillando di luce non propria. Non possiamo stare divisi. Io ho bisogno di te... come tu hai bisogno di me. Le nuvole possono oscurarci, possono nasconderci... ma non distruggono. Basta del vento e torniamo a brillare immutati e immutabili.” le sue mani si allungarono e afferrarono le mie con forza mentre inchiodava i suoi occhi nei miei e la sua voce dolce diventava dura e decisa

“Ed io non intendo rinunciare a te!! Mi hai sposato Edward Cullen malgrado io non volessi... mi hai trasformato per salvarmi e mi hai preso l'anima...

Shhhh... silenzio aspetta.

Hai preso la mia anima perché io te l'ho donata così come ti ho donato il mio cuore. Ti avrei donato anche il sangue se fosse stato necessario... perché ti amo Edward.

E non so più come dimostrartelo...non so più come dirtelo... hai sempre creduto di amarmi di più di me... ma non è vero. Stanotte ho combattuto per Alice e per nostra figlia ...altrimenti non fosse stato per loro mi sarei lasciata morire... perché la mai vita senza di te non ha senso...


Quindi levati quel sorriso scemo dal volto e baciami! Sciocco di un vampiro!!”



Bella


Ecco adesso finalmente ero riuscita a dirgli ciò che avevo dentro e il suo sorriso sghembo che mi aveva fatto innamorare era finalmente riapparso sul suo volto. Ma ciò non mi bastava, avevo bisogno di altro. Avevo bisogno di sentirlo nuovamente mio, di sentire le sue labbra sulle mie, il suo profumo e il suo corpo fondersi con il mio.

Il tempo delle parole era finito ora doveva dimostrarmi a fatti quanto mi amasse e senza timori o remore gli ordinai di baciarmi sperando che non si fermasse lì.



Edward


Ero stato a sentirla. Volevo interromperla, dirle che mi spiaceva ma lei mi aveva zittito e aveva continuato a spiegarmi quanto mi amasse.

E più mi parlava più il mio cuore esultava, più si apriva sul mio volto un sorriso beato.


Mi amava!! Lei mi amava ancora, malgrado la sofferenza che le avevo causato... lei credeva ancor in me. Mi aveva perdonato!

E quando la sentii dire “Quindi levati quel sorriso scemo dal volto e baciami. Sciocco di un vampiro!!” rimasi per un attimo a bocca aperta esterrefatto.

Il suo tono era diventato autoritario, non avrebbe mai accettato un rifiuto e felice l'accontentai.

E non mi fermai lì...


Solo gli alberi silenziosi e la chiara luna furono testimoni del nostro amore... perché le mie labbra non si fermarono, le mie mani anelavano il suo corpo e il mio essere voleva fondersi con il suo per ritornare ad essere una cosa sola.

Lontano da tutti e da tutto, per la prima volta senza ombre o paure che ci avevano oppresso negli anni ci amammo intensamente, appassionatamente.

Incapaci di staccarci, incapaci di fermarci ci abbandonammo travolti dal nostro amore consapevoli che insieme potevamo superare qualsiasi problema, qualsiasi cambiamento e che il nostro amore era forte come una diga, capace di fermare le onde del destino che avevano ancora una volta provato a travolgerci.


Come nelle mattine d'estate, nelle giornate limpide, si possono vedere il sole e la luna brillare assieme nel cielo azzurro, un osservatore avrebbe visto me e Bella brillare d'amore in quella verde radura nascosta dal bosco.



Alice


Aprii gli occhi. Avevo male, tanto male. Jasper vicino a me respirava con fatica, il volto tirato dal dolore.

Mi aveva salvato, ci aveva salvato. E anche lui sarebbe sopravvissuto, come tutta la mia famiglia, malgrado le ferite estese. Il Clan dei Cullen era sopravvissuto, con fatica, ma ce l'avevamo fatta ancora una volta.

Gli occhi, ancora stanchi e annebbiati, si aprirono però in una visione. Bella ed Edward stavano venendo verso casa tenendosi per mano. Sul loro volto un sorriso che ormai da anni era scomparso.

“Finalmente” dissi con un filo di voce e i miei occhi si chiusero nuovamente troppo stanchi per riuscire a stare aperti mentre con la mano andavo a cercare e a stringere quella del mio Jasper sdraiato vicino a me che con gli occhi appena aperti mi sorrise con un evidente sforzo mentre assorbiva la mia felicità e mi stringeva a sua volta la mano con la sua.


L'amore di Edward e Bella si stava trasformando in un vento impetuoso, che presto avrebbe investito ogni ostacolo e spazzato via le ultime nuvole di Volterra, pensai, sperando che loro stessi non ne venissero travolti.

Perché quando certi meccanismi si mettono in moto, quando gli eventi si scatenano, spesso non si è capaci di fermarli e si resta imprigionati nelle onde del destino che noi stessi abbiamo provocato.


Ritorna all'indice


Capitolo 36
*** Un altro addio ***


Ciao ho visto che avete apprezzato il capitolo scorso.  Ma Edw sappiamo che non può rimanere a casa, Volterra lo attende e quindi è il momento di ...

Capitolo 34 Un altro addio


Edward


Era l'ora di tornare a casa. La dura realtà mi stava aspettando sotto il portico della mia vecchia casa.

Ero una Guardia e dovevo riportare i miei uomini a Volterra.

Poi avrei chiesto a Marcus di terminare i mesi mancanti e di poter tornare a casa da Bella come mi aveva promesso Aro.

Sarei stato chiuso in quelle fredde mura ancora due mesi... ma non mi importava.

Aro era morto e Jane lo aveva seguito.

Le Guardie avevano dimostrato di rispettarmi... il tempo sarebbe passato velocemente anche se Bella mi sarebbe mancata da morire.

Dovevo solo sperare che Marcus non rigirasse le carte in tavola, che non mi obbligasse a rimanere lì per sempre.

Tremavo all'idea ma era un eventualità che non potevo scartare a priori, una possibilità fin troppo concreta.

Doveva affermare il suo comando, la sua autorità e quale gesto migliore poteva esserci se non quello di obbligarmi a un futuro che tutti sapevano odiavo? Impormi la sua volontà gli avrebbe garantito una efficace dimostrazione di forza nei confronti di tutte le Guardie.


Ci alzammo lentamente senza fretta, gustandoci questi ultimi momenti di serenità assieme malgrado i nostri pensieri fossero già proiettati al futuro. Senza dire una parola, timorosi di rompere la nostra complicità ritrovata ci prendemmo per mano ci avviammo verso la grande casa.

Camminavamo lentamente, gustandoci ogni minuto assieme, e ancora una volta mi chiesi quali fossero i suoi pensieri.

Bella... a cosa stai pensando?” le chiesi timoroso di sentire la risposta.

A Jane. Ha detto che voleva vendicare Aro e Jasper ha accennato a una rivolta all'interno di Volterra. Cosa è successo di preciso Edward?” la sua domanda era più che lecita. Doveva risultarle strano vedermi comandare le Guardie.

Le sorrisi, ripensando a quanto la sua natura curiosa non fosse cambiata con la trasformazione e pacatamente le raccontai quello che era successo in quei dieci giorni... omisi soltanto la mia ultima punizione e il potere odioso di Pamela. Non volevo ferirla o preoccuparla per un qualcosa che era successa e che non sarebbe mai più accaduto e sarebbe stato troppo umiliante per me raccontargli ciò che era avvenuto.

Allora adesso è Marcus il signore di Volterra” esclamò alla fine del mio racconto mordicchiandosi le labbra.

Si. E' lui a comandare adesso. Aro e Caius sono morti. La Volterra che conoscevamo non c'è più.” le confermai con un sorriso.

Meglio così. Mi faceva troppa paura Aro” disse guardandomi dal basso in alto con uno sguardo furbetto che non prometteva nulla di buono.

Mi immobilizzai spaventato dalle sue parole e dal suo strano sguardo, costringendola a fermarsi e a guardarmi.

I miei occhi indagatori si persero nei suoi, cercando tramite loro di capire cosa le stesse frullando nella sua testolina... che cosa c'entrava la sua paura?

Bella... a cosa stai alludendo?” le chiesi esasperato ancora una volta dal suo silenzio mentale.

Ma come Edward... è così ovvio. Non crederai per caso di partire da solo vero?” mi rispose sorridente.

Se avessi potuto mi sarebbe venuto un infarto. Il respiro si mozzò lasciandomi senza fiato.

Ingoiai e cercai di ritrovare la calma.

Voleva venire con me? Era impazzita forse?

Scossi la testa “Non se ne parla neanche... è troppo pericoloso” le dissi risoluto.

I suoi occhi avvamparono d'ira e m'inchiodarono mentre un ringhio le usciva dalle sue meravigliose labbra.

Pericoloso? Pericoloso?” sibilò infuriata “ Non è certo più pericoloso di stare qua ad aspettarti. Aro non c'è più. La Volterra che conoscevamo non c'è più. E tu non partirai da solo! Non questa volta! Tutte le volte che sei andato là da solo ho rischiato di perderti e adesso nulla potrà fermarmi” mi rispose con la voce alterata e determinata mentre i suoi occhi lampeggiavano sfidandomi a contraddirla.

Scossi la testa. Era una paura irrazionale… lo sapevo.

Ma non sapevo cosa avrei potuto trovare... forse mi avrebbero imposto di restare lì a vita e magari avrebbero costretto lei a giurare fedeltà… a diventare una guardia. Non volevo che Volterra diventasse la sua prigione. Era già terribile potesse diventare la mia.

Bella... non puoi venire. Io non so sé e quando potrò ritornare. E Nessi ha bisogno di te. Non puoi partire... io...” non sapevo cosa dirle, non volevo ferirla ma non volevo neanche metterla in pericolo.

Edward. Adesso basta! Cos'è? Hai paura di portarmi là? Hai paura che Rebecca sia gelosa? Quelle che stai accampando sono solo scuse patetiche. Nessi è grande si è sposata... non ha più bisogno di me o perlomeno non ha più bisogno di me di quanto non abbia bisogno di te. Ma tu non mi vuoi... vero?? Tu vuoi essere libero... non ti serve una moglie... chissà quante guardie...” non finii la frase abbassando gli occhi e stringendoli piena di rabbia.

Ma come poteva pensare che non la volessi? Come poteva essere ancora gelosa di Rebecca? Le avevo detto chiaramente che il mio cuore era suo che avevo capito che il mio legame era solo quello dettato dal suo essere simbionte. Per non parlare delle altre Guardie... o certo qualcuna mi faceva gli occhi dolci e mi inviava pensieri lussuriosi ma non me ne importava nulla. Io a Volterra lavoravo per Aro e passavo il mio tempo libero o a combattere o sul mio albero da solo. Stavo perdendo la pazienza, ma non capiva che lo facevo solo per lei, per non metterla in pericolo?? Aprii la bocca pronto a dirle che era una sciocca quando capii e le parole irate morirono in gola.

Le avevo mentito troppe volte, ero stato un abile bugiardo e le avevo tenute nascoste troppe verità.

E lei adesso aveva paura non solo di perdermi ma che le avessi mentito nuovamente.

Sospirai e capii che non avevo scelta “E va bene. Andiamo a casa e preparati... verrai con me” dissi sperando di non pentirmi della mia decisione.

Lei spalancò gli occhi poi mi sorrise felice e mi saltò fra le braccia. Mi ritrovai con la schiena appoggiata a un tronco e le sue labbra incollate alle mie. L'abbracciai stretta... nessuno le avrebbe fatto del male, se fosse stato necessario avrei combattuto per lei... sarei morto per lei.



Carlisle


Avevo visto Bella allontanarsi ed ero felice. Forse le cose si sarebbero aggiustate, forse finalmente Edward avrebbe trovato la pace che tanto si meritava.

Ero seduto sul bordo del letto e tenevo la mano di Esme stretto. Il suo respiro si era fatto regolare, e lei sembrava una statua. Una bellissima statua.

Le spostai una ciocca di capelli che le era scivolato sul viso e mi chinai a baciarla. Stava guarendo in fretta, l'antidoto stava facendo passi da gigante. Ero riuscito a intervenire subito limitando i danni e la mancanza di altre ferite aveva semplificato le cose.

Quando le sfiorai la guancia aprii lentamente gli occhi e mi sorrise.

Shhh... Esme. Stai tranquilla va tutto bene” le dissi “I nostri figli sono tutti salvi. Jasper ed Edward sono arrivati con le Guardie e ci hanno salvato” le spiegai felice. Ero sicuro che mi avrebbe chiesto notizie di loro. Non avrebbe mai accettato di veder un nostro figlio morire. La famiglia era al centro del suo cuore e i suoi figli la sua vita.

Un sorriso si dipinse sul suo volto.

Edward è qui?” mi chiese in un sussurro speranzosa.

Si. Adesso è fuori a parlare con Bella” le risposi accarezzandole il viso dolcemente. Quanto l'amavo... solo il cielo sapeva quanto ero ancora innamorato di lei.

Voglio vederlo... chiamalo” mi chiese.

Scossi la testa. “Non vuole entrare in casa. Si sente ancora fuori posto qua” ammisi affranto “Ma insieme a Jasper è riuscito a tornare in tempo. Sembra che adesso sia lui a comandare le Guardie che sono arrivate in nostro aiuto. E' diventato un vero Capitano di Volterra” aggiunsi ancora stupito da quello che Jasper aveva raccontato mentre lo curavamo.

Lei scosse la testa “Benissimo se non vuole venire qua... andrò io da lui. Qualsiasi cosa sia successa è sempre mio figlio e lo voglio salutare.” affermò cercando di tirarsi su.

Scossi la testa preoccupato “Esme sei troppo debole. Devi stare a letto tranquilla” le dissi trattenendola.

Carlisle... è mio figlio. Voglio vederlo... voglio salutarlo. Portami da lui.” insistette e nei suoi occhi c'era determinazione. Sospirai avrei fatto qualunque cosa per renderla felice e con una mossa rapida la presi in braccio e la portai fuori.

Fra gli sguardi stupiti delle Guardie radunate sotto il portico, passai in mezzo a loro tenendo Esme fra le mie braccia e mi sedetti sulle scale di casa sedendola affianco a me e avvolgendola con le mie braccia in modo che stesse comoda.

Grazie Carlisle. Adesso chiudo gli occhi quando arriva, chiamami” mi sussurrò stanca nascondendo il suo volto nel mio collo.

Rimanemmo così in attesa fino a che dopo poco li vidi spuntare dal bosco. Si tenevano per mano e non era necessario Jasper per capire che avevano ritrovato la pace e la felicità.

Li vidi bloccarsi stupiti ed Edward staccarsi da Bella e correre verso di noi. Arrivato a pochi passi s'inginocchiò davanti a sua madre nascondendo il suo volto sul petto di Esme.

Lei aprii gli occhi piano e gli baciò la testa abbracciandolo stretto.

Edward...bambino mio. Coma stai?” gli chiese con un filo di voce. Era stanca, nel suo corpo veleno e antidoto stavano ancora combattendo.

Mamma” lo sentii sussurrare “Ho avuto paura di perderti” le rispose con la voce emozionata.

Io guardai Bella che stava ferma in piedi a pochi passi da me.

Edward teneva il volto sempre nascosto nel petto di sua madre mentre lei

lo accarezzava dolcemente parlandogli sottovoce come se fosse stato un bambino piccolo.

Distolsi gli occhi e guardai Bella. Non volevo sentire cosa si stessero dicendo... sapevo quanto fossero legati fra di loro e di quanto avessero bisogno l'uno dell'altro.

Volevo lasciargli tranquilli... avevano bisogno di coccolarsi.

Bella mi sorrise e annui. Non mi serviva altro.

Il loro sorriso diceva ciò che volevo sentirmi dire.


Adesso basta Edward. E' tutto finito bene. Stai tranquillo figliolo. Tutto tornerà come prima. Ora sei qui e questo è l'importante.” gli disse Esme sollevandogli la testa e baciandolo sulla fronte.

Lo vidi tremare e ingoiare a vuoto. Aveva gli occhi gonfi e un sorriso triste si dipinse sulle labbra.

Devo tornare a Volterra, mamma. Non sono libero. Non posso restare qui con voi.” ci disse abbassando lo sguardo senza aver il coraggio di guardarci negli occhi come se fosse colpa sua.

Sentii Esme tremare. Forse lei si aspettava che lui fosse tornato per restare... le sarebbe pesata questa nuova separazione.

Non so quando e se potrò tornare. Ma se mi sarà concesso ritornerò a casa. Ve lo prometto.” ci disse cercando di sorridere con scarsi risultati.

Annui triste anch'io. Ogni volta che partiva l'ansia avvolgeva il mio cuore così come quello di sua madre.

Ma non andrà da solo... non questa volta. Io andrò con lui” s'intromise Bella allegra.

Lo seguirai?” le chiese Esme stupita

Si mamma. Non lo lascerò partire da solo. Perdonatemi. So che potreste non essere d'accordo. Ma non me la sento di lasciarlo andare nuovamente via da solo.” ci disse lanciando uno sguardo preoccupato ad entrambi.

Vidi Esme sorridere a loro e poi girarsi verso di me “Grazie Bella” le disse sorridente “A nome di entrambi” aggiunse subito dopo aver avuto un mio cenno d'assenso.

Fra di noi non servivano le parole... bastava uno sguardo.

Vidi i loro volti stupiti. Non si aspettavano che saremmo stati contenti di quella decisione.

Sapevamo entrambi, infatti, che sarebbero stati insieme ed insieme erano senz'altro più forti.

Vieni Esme. Ti porto in casa. Sei stanca e loro devono partire. Il sole sta per sorgere ragazzi e questo non è un posto sicuro per le Guardie.”

Vidi Edward sorridermi ed annuire. “A presto” ci disse con un filo di voce mentre mi allontanavo con Esme dopo che lei ebbe dato un ultimo bacio ai suoi figli.


Ilmi raduna le Guardie. Partiamo. Si torna a Volterra” la sua voce divenuta forte e autoritaria risuonò nel portico mentre abbracciando stretto il mio amore salivo le scale per posarla sul nostro letto.

Torneranno Carlisle. Li vedremo presto. Ne sono sicura” mi disse mentre l'appoggiavo delicatamente.

Ne sono sicuro anch'io Esme” le sussurrai appoggiandole un ultimo bacio in fronte mentre cadeva nel buio ristoratore di cui aveva bisogno.


Si ormai ne ero certo. Edward aveva ritrovato se stesso e aveva capito quale fosse la sua strada.

Non s'immaginava lontanamente quanto fosse cambiato e come lo fosse ma non aveva importanza.

L'unica cosa che contava è che finalmente aveva ritrovato la sua pace e la sua Bella.


Ero tranquillo e sereno perché non immaginavo neanche lontanamente quello che sarebbe successo, ero ben lungi dall'immaginare che Volterra avrebbe cercato ancora una volta di prendersi entrambi i miei figli ricoprendoli con le sue nuvole.

Siete passate a trovarmi nel mio nuovo angolino? Avete letto la serie dei Confratelli del Pugnale Nero ?? Se non l'avete fatto ve la suggerisco se siete maggiorenni !!  Se invece la conoscete spero che avrete apprezzato la FF su di loro!! Vi lascio ancora una volta il sito internet dove la potete trovare e leggere liberamente senza bisogno di registrazioni...
http://lestoriedipulla.blogspot.it/   oppure qua nel mio profilo c'è l'accesso diretto

Ritorna all'indice


Capitolo 37
*** Ritorno a Volterra ***


Ciao, innanzitutto grazie e un bacione a tutte.  Curiose di cosa succederà una volta arrivati nella tana dei volturi??  Bhe eccovi qua il...

Capitolo 35  Ritorno a Volterra


Edward



Stavo guidando nella nera notte ormai scesa nuovamente. Al mio fianco Bella osservava la lunga autostrada che si perdeva dritta nel buio.

In macchina con noi c'erano Demetri e Ilmi.

Demetri aveva gli occhi chiusi e il respiro affannoso. Stava parecchio male, lo sapevo fin troppo bene, ma ero anche consapevole che sarebbe guarito velocemente era infatti stato soltanto morso mentre combatteva per salvare Jasper.

C'era silenzio nell'abitacolo.

Ilmi non parlava perso nei suoi pensieri e Bella non aveva aperto bocca chiaramente imbarazzata dalla grande e potente Guardia che stava seduta dietro a lei.

Levai gli occhi dalla strada e le sorrisi. La sua mano posata perennemente sulla mia gamba si strinse appena in una muta carezza.

La strada era finalmente dritta e quasi deserta, avevamo infatti abbandonato le Alpi inoltrandoci nella pianura italiana, per cui potei lasciare il cambio e appoggiare la mia mano sulla sua.

Quel solo e lieve contatto riempì il mio cuore triste di fiducia. Lei era lì con me e mi amava, e questo era molto più di quello che avessi mai potuto sperare.

I nostri occhi s'incrociarono e lei si sporse verso di me regalandomi un veloce bacio.

Ovviamente non potevamo fare altro e i miei occhi tornarono attenti sulla strada mentre la mia testa tornava a casa Cullen.

Dopo aver salutato i miei genitori, Bella era entrata a salutare i miei fratelli e ne era tornata con Nessi e Jacob.

Emozionato, nel rivedere la mia bambina ormai donna, l'avevo stretta a me malgrado sentissi la sua reticenza e la rigidità con cui aveva accettato il mio abbraccio. Con un sorriso tirato sul volto l'affidai nuovamente a Jacob, che si limitò ad annuire. Lui aveva capito anche senza parole.

Con un sospiro mi girai e senza più voltarmi mi allontanai seguito da Bella alquanto perplessa e dalle Guardie.

Ancora una volta non ero riuscito a dare a Nessi spiegazioni sul perché mi accingevo ad allontanarmi da casa senza la promessa di ritornare. Sapevo dai suoi pensieri che era offesa e arrabbiata con me ed ero consapevole che questo nuovo abbandono la stava ferendo nuovamente ma non sapevo ciò che mi stava aspettando e mi sembrava sciocco farle promesse che poi non avrei potuto mantenere.

Speravo solo che Jacob e la mia famiglia gli riuscissero a far capire che non potevo fare diversamente, che non avevo altra possibilità se non ritornare là e affrontare il mio destino. Inoltre speravo che lei riuscisse a capire quanto era importante, per Bella e me, stare assieme anche se non sapevamo come sarebbe andata a finire.



E adesso solo la vicinanza di Bella mi stava dando la forza e la serenità necessaria per affrontare il futuro.

Ma più la macchina mi avvicinava a Volterra più l'ansia avvolgeva stretto il mio cuore quasi soffocandolo in una morsa dolorosa.

Marcus non mi odiava come Caius e non aveva l'avidità di Aro, ma era un Signore di Volterra e non avrebbe permesso ulteriori ribellioni, e avrebbe fatto di tutto per rafforzare il suo potere.

Temevo che per dimostrare la sua forza e il suo nuovo ruolo mi avrebbe costretto a restare a Volterra e magari avrebbe obbligato Bella a giurargli fedeltà.



Finalmente arrivammo nell'antica e bellissima cittadina italiana e, dopo essere entrati nella Rocca, accompagnato da Bella, mi avviai verso la Sala del Trono per andare a fare rapporto sulla missione compiuta.

La tenevo per mano e la conducevo per i lunghi e bui corridoi della Rocca tranquillamente, indifferente alle Guardie che mi salutavano ossequiose e ai loro pensieri curiosi.

Lei, invece, si guardava intorno spaesata e non era certo necessario Jasper per capire che era tesa come una molla pronta a scattare. Quell'ambiente per me diventato familiare era ancora evidentemente ostile nei suoi pensieri.

L'ultima volta che c'era stata era stato quando era venuta a salvarmi e quei ricordi probabilmente si erano risvegliati con l'ansia e il dolore che li accompagnavano.

Forse avrei dovuto lasciarla nella mia camera ad aspettarmi ma non volevo separarmi da lei e sapevo che Bella avrebbe voluto stare vicino a me.


Quando entrai per un attimo rimasi fermo incapace di muovermi mentre osservavo Marcus seduto tranquillamente sul trono centrale con dietro Renata. Ai suoi lati i due troni, adesso in piedi, erano rimasti vuoti a ricordarmi gli avvenimenti successi pochi giorni prima.

“Bentornato Edward” mi disse sorridendomi e facendomi segno di avvicinarmi “Come è andata la missione?” chiese tranquillo.

Feci qualche passo avanti e abbassai la testa in segno di rispetto portandomi il pugno sul cuore “Mio Signore.” iniziai “I licantropi sono stati annientati e solo due Guardie Anna e Telemaco sono perite nell'impresa” spiegai “Molte però hanno riportato ferite e alcuni necessitano di qualche giorno di riposo”

“Un gran bel risultato Capitano. Ma dimmi, se non ricordo male… è Bella la signora che hai al tuo fianco?” mi chiese sempre sorridendo.

Annui preoccupato. Non potevo nasconderla e nemmeno mentirgli. La sua domanda era strana, lui poteva percepire il nostro legame senza bisogno di chiedermelo. Senza contare che l'aveva già conosciuta. Perché allora quella domanda?? Cosa mi stava nascondendo, così abilmente nella sua mente?? E perché quel sorriso compiaciuto?? Avevo paura... paura che la volesse nelle Guardie.

Con il cuore gonfio mi sforzai di rispondergli cercando di tenere un tono di voce normale “Si mio Signore lei è Bella, mia moglie” confermai trattenendo il fiato per la tensione accumulata.

“Mi ricordo di te Bella. Sono felice che tu sia ritornata a Volterra” disse Marcus rivolgendosi a lei.

La guardai domandandomi cosa stesse pensando... ma il suo scudo era alzato mentre i pensieri di Marcus erano volutamente confusi e schizofrenici... mi stava tenendo lontano dalla sua mente!!!

La vidi sobbalzare, probabilmente non si aspettava di venir coinvolta nella discussione “Anch'io mi ricordo di Voi... Signore di Volterra” rispose lei alzando il mento con la voce ferma.

L'invidiai un attimo... avrei dovuto pensare che fosse un incosciente o non sapesse a quale pericolo stessimo andando incontro. Ma conoscendola bene, era più probabile che si sentisse sicura e certa di riuscire a venirne fuori senza problemi. Tante volte mi aveva dimostrato il suo coraggio e questa non sarebbe stata certo un eccezione.

“Il tuo dono è potente... vuoi metterti anche tu al mio servizio?” lo sentii chiedere mellifluo e una fitta al cuore mi fece tremare le gambe. Le mie paure si stavano concretizzando... l'avrebbe costretta a fare il giuramento e saremmo rimasti per sempre entrambi prigionieri di quelle fredde mura.

“Veramente mio signore, ho solo accompagnato mio marito. Sono solo un' ospite e intendo rimanerlo!” la voce di Bella era decisa. Lo stava sfidando apertamente.

Le strinsi la mano, poteva essere pericoloso tenergli testa di fronte a tutte le Guardie ma la sua reazione mi sorprese. Una risata aperta e argentina squillò nella sala mentre sorridendo le rispose “Come vuoi tu. Il tempo degli obblighi è passato. Un nuovo corso si è aperto e le regole verranno rispettate” disse Marcus alzando la voce affinché tutti sentissero e i suoi pensieri divennero finalmente chiari. Non avrebbe costretto Bella a giurare perché era sicuro che lei sarebbe rimasta ugualmente a Volterra di sua volontà.

Lo guardai stupito... perché Bella avrebbe dovuto scegliere di rimanere qua per sempre?? Solo una cosa poteva spingerla a quella decisione... la mia permanenza definitiva.

Ingoiai a vuoto preoccupato e spaventato mentre gli occhi di Marcus si posarono sui miei.

Sapeva che avevo letto le sue certezze e mi sorrise oscurando nuovamente la sua mente con un sorrisino subdolo.

“Benissimo Capitano. Puoi andare” mi congedò facendomi un segno con la mano.

Ma io volevo sapere cosa aveva in mente e quale sarebbe stato il mio destino. Così raccolsi tutto il coraggio che avevo e gli posi la domanda fondamentale “ Mio Signore. Sapete che non intendo rimanere, che la mia venuta è stato uno sbaglio. Vorrei tornare a casa dalla mia famiglia, mi lascerete libero?”

Ecco adesso avrei saputo quali erano i suoi piani... e strinsi la mano a Bella per farmi coraggio come se quel contatto potesse cambiare il futuro.

Lui alzò un sopracciglio “Quanta fretta Edward. Domani ci sarà un Consiglio e ci saranno molte decisioni da prendere. Ne riparleremo... per adesso è prematuro.” e con un gesto perentorio della mano mi segnalò che il mio tempo era scaduto. Non aveva pensato apposta all'eventualità aggirando così ancora una volta il mio potere.

Senza una parola, con il cuore pesante e mille interrogativi per la testa, uscimmo dalla Sala del Trono.

“Pensi che ti lasceranno andare?” mi chiese Bella preoccupata mentre la conducevo verso la mia stanza.

“Non so. Non mi è piaciuta la sua risposta e il suo prendere tempo. Sa come nascondermi i suoi pensieri, purtroppo” Avrei voluto mentirle dirle di sì ma non potevo perché io stesso avevo paura e il fatto che lui celasse così abilmente i suoi pensieri m'innervosiva non poco.


In pochi minuti eravamo giunti davanti alla mia camera. Mi fermai e la guardai negli occhi.

“Questa è la mia stanza” dissi emozionato aprendo la porta.

Lei fece un paio di passi dentro e dopo essersi guardata intorno si fermò con gli occhi sgranati dallo stupore.

“Sembra una prigione” mormorò guardandomi preoccupata e abbracciandomi stretto.

Forse per la prima volta si rendeva conto che stare a Volterra chiuso lì dentro non era certo una cosa piacevole soprattutto per noi abituati all'aria e alla libertà.

“Non c'è mai stata molta differenza” risposi mesto prendendola per mano e chiudendo la porta dietro di noi a chiave. Il mio tono era amaro. Spesso quella stanza era stata sul serio la mia prigione e più di una volta l'avevo odiata e avrei voluto scappare lontano da quelle quattro mura . Ma non volevo intristirla più di tanto. Avevo lei adesso e questo era l'importante.

“Ma questo non l'ho mai fatto qui dentro” mormorai soffiando nel suo orecchio mentre posavo le mie labbra sulle sue felice come un bambino che scarta un regalo.

Lei mi sorrise furbetta “Il letto però è bello grande e sembra comodo” rispose guardandomi dal basso in alto con gli occhi che le scintillavano lussuriosi mentre allacciava le sue mani dietro la mia schiena.

“Pensavo che prima volessi farti una doccia mentre vado a cercarti qualche vestito per cambiarti.” le risposi accarezzandole la sua morbida guancia. “Abbiamo viaggiato a lungo” aggiunsi sorridendo.

“E' un idea. Ma c'è il bagno?” mi chiese dubbiosa guardandosi intorno.

“Certo mia signora” le dissi indicandole la porta chiusa con un inchino.

Lei mi sorrise e dopo avermi dato un buffetto sulla testa ridacchiando mi rispose sorridendo “allora ne approfitterò” e slacciandosi da me si avviò verso il bagno con gli occhi che scintillavano.



Quando tornai era sdraiata sul letto... il suo corpo ricoperto solo dalla biancheria intima.

Chiusi nuovamente la porta a chiave... in fondo Marcus mi aveva detto che la riunione ci sarebbe stata solo in nottata e noi avevamo tutto il pomeriggio libero.

Mi avvicinai e la baciai sul naso. “Vado a farmi una doccia anch'io” mormorai sulle sue labbra.

“Qui ci sono i vestiti...”

Non feci in tempo a finire la frase “Lasciali li... per ora non mi servono” sussurrò allacciando i suoi occhi ai miei come se avesse paura che sparissi nuovamente.

Corsi in bagno e mi sciacquai velocissimo, volevo tornare da lei, volevo stare con lei, avevo bisogno di lei.

Insieme avremmo dimenticato la nostre paure, e cercato di passare quelle lunghe ore dimenticandoci del futuro, perdendoci in noi stessi.

Mi sdraiai sul letto al suo fianco e le cinsi le spalle appoggiandole al mio petto nudo.

“Sono felice che tu sia qua, Bella” le soffiai nell'orecchio felice di averla lì sdraiata al mio fianco Ero sicuro che assieme avremmo potuto superare qualsiasi cosa ci riservasse il futuro.

Non sapevo, però, ciò che mi stava attendendo alla riunione... mai più mi sarei aspettato quelle parole da Marcus e la reazione delle Guardie Reali.


Ritorna all'indice


Capitolo 38
*** La richiesta di Marcus ***


Ciao eccomi qua un grazie ♥ a tutte per le numerose recensioni che mi fanno sempre molto piacere.♥

Vi state chiedendo cosa vuole fare Marcus?? Il perché si comporti così?? Bhe posso solo dirvi che lui deve gestire il comando e che siamo entrati nei giochi di potere di Volterra e quindi non stupitevi per ...



Capitolo 36 La richiesta di Marcus


Edward


Stavo baciando nuovamente Bella sulle labbra, perso nelle sue carezze quando sentii bussare alla porta.

Con un sospiro mi staccai da lei “Che c'è?” chiesi scocciato per quell'interruzione.

Siete convocato fra venti minuti nella Sala del Trono , Capitano” sentii una voce sconosciuta annunciare, da dietro la porta, quello che temevo.

Sbuffai e abbassai gli occhi su Bella “Devo prepararmi” sussurrai odiando profondamente il dovermi staccare da lei.

Lei mi guardò pensosa. Ci eravamo amati in maniera tenera e dolce ma mi era sembrata lontana come se la sua testa fosse altrove.

Cosa c'è Bella?” le chiesi alzandomi e prendendo le sue mani fra le mie  “Ti ho sentito lontana... quasi incerta” mormorai affranto temendo che il suo comportamento fosse dovuto a qualche mio errore.

La sua mano sfiorò il mio viso… una scia dolce e delicata, una carezza sensuale eppure timida.

La sentii sospirare e la vidi mordicchiarsi le labbra, indecisa forse se dirmi o meno la verità. “Edward... perché il letto è così grande?” la sua domanda mi spiazzò completamente. 
Rimasi a fissarla imbambolato … non potevo certo dirle che era perché mi ci riposavo con Rebecca... lei avrebbe frainteso.

Il mio silenzio però peggiorò la situazione “Quante volte sei stato sdraiato qui con Rebecca fra le tue braccia?? Quante volte l'hai amata come hai fatto con me??”.

Non era possibile... come potevano mai venirle in mente certe domande?? Eppure potevo capirla... molte volte ero stato geloso di lei a scuola e quanto lo ero stato di Jacob.

Avrei voluto mentirle, dirle che Rebecca non aveva mai messo piede lì dentro, ma sarebbe stato sbagliato. 
Dovevo essere sincero... basta bugie o mezze-verità. Il mio modo di fare aveva sempre complicato le cose... il mio desiderio di proteggerla dalla verità aveva creato solo problemi.

E raccogliendo il coraggio gli raccontai senza veli e bugie il rapporto che c'era con Rebecca e come riposassi vicino a lei che aveva il potere di rilassare la mia mente.

La vidi chiudere gli occhi poi aprirli nuovamente “E' la verità Edward?” mi chiese.

Annui guardandola negli occhi sperando che leggesse la mia sincerità nell'anima.

Sul suo viso apparve un sorriso compiaciuto.

Allora non ti ha mai baciato così?” mi chiese appoggiando le sue labbra sulle mie e iniziando un dolce e sensuale bacio.

Certo che no” le risposi subito ridacchiando felice

E neanche accarezzato così?” chiese sfiorandomi con la mano i miei pettorali e provocando un brivido di piacere che risvegliò subito la voglia di lei e un ringhio profondo di piacere dalla gola.

Mai” affermai deciso e sicuro mentre esultavo dentro di me. Le avevo detto la verità e lei mi aveva creduto.

Ero pronto a rifare l'amore con lei ad accarezzarla ancora per ore ma dopo aver risposto al suo bacio con molto dispiacere e con un sospiro mi staccai da lei.

Devo andare. Devo presentarmi alla riunione.” le dissi abbassando la testa dispiaciuto e nuovamente preoccupato. La realtà aveva nuovamente bussato alla nostra porta.

Hai ragione. Vestiamoci, altrimenti arriveremo in ritardo” mi rispose risoluta alzandosi veloce.

Per un attimo rimasi interdetto. Aveva parlato al plurale??

Bella...” iniziai indeciso e preoccupato “Hanno convocato me... non so se puoi venire” conclusi guardandola di traverso mentre stava cercando la sua biancheria che avevo sfilato con molta destrezza trattenendomi dal non farla a brandelli.

I suoi occhi fiammeggiarono un attimo “Certo che vengo. Forse non hai ancora capito ma non intendo staccarmi un attimo da te. Capitano!” concluse mettendo l'accento sull'ultima parola e tirandomi la camicia della divisa che avevamo buttato sul divano.

E se vuoi arrivare puntuale, ti conviene anche vestirti rapidamente prima che ci ripensi e decida di tenerti prigioniero qua” scherzò fissando in maniera sfacciata la mia virilità.

Scossi la testa e rinunciai a protestare ridacchiando della sua audacia. Sarebbe stato perfettamente inutile discutere con lei. E a malincuore mi affrettai a indossare la divisa rimpiangendo di non poter cedere al suo ricatto.

Stavo allacciando la mantellina quando lei si avvicinò e me la lisciò sulle spalle sistemandola perfettamente “Ecco così sembri proprio un Capitano delle Guardie” cercò di scherzare ma i suoi occhi rivelavano quella preoccupazione che si era insinuata lentamente e inesorabilmente nei nostri cuori.

Quando fummo pronti mi avviai verso lo studio di Aro pensando che la riunione fosse nella sala circolare ma non facemmo in tempo a fare dieci passi che vidi Kong venirmi incontro sorridente.

Edward. La riunione è nella Sala del Trono. Vieni parteciperanno tutte le Guardie” mi disse stringendomi il braccio e abbassando poi la testa verso Bella “E questa immagino sia la tua Signora ” continuò sorridendole.

Bella annui e gli strinse la mano disinvolta “Il mio nome è Bella” rispose semplicemente.

A quel punto dovevo fare le presentazioni “Questo è Kong. L'istruttore delle Guardie e un amico” spiegai.

Bella mi guardò un attimo interdetta poi gli sorrise “Piacere”

Anche lui le sorrise “Piacere mio. Il nostro Edward ha scelto proprio bene” commentò ridacchiando e dandomi una manata sulle spalle.

Sospirai e scossi la testa mentre la porta della Sala del Trono si apriva di fronte a noi.

Aspettami qui... in fondo” le dissi. Non volevo che si facesse notare... non sapevo cosa mi aspettava.

Per una volta la vidi annuire. Stai attento Edward. Ti amo. Le sue parole entrarono nella mia mente ed io mi voltai a sorriderle. Aveva alzato un attimo lo scudo per rassicurarmi.

Poi mi portai avanti e mi misi vicino a Demetri e Felix.

Le due guardie, come mi videro mi abbracciarono strette, felici di rivedermi.

Rebecca era a fianco a Demetri e mi guardava sorridendo soddisfatta.

Le sorrisi anch'io e le feci un veloce cenno di saluto con la mano stando ben attento a non avvicinarmi troppo a lei. Non volevo irritare Bella che sicuramente mi stava osservando.


Marcus seduto sul trono centrale si alzò in piedi e noi tutti tacemmo e rivolgemmo la nostra attenzione al Signore di Volterra.


Guardie noi tutti siamo qui riuniti per prendere una decisione importante.

Come sapete i Signori di Volterra sono sempre stati tre.

E tre dovranno essere nuovamente.

Ora è giusto che voi stesse decidiate da chi volete essere comandate.

Chi volete Guardie sul trono di Volterra con me?”


Le sue parole mi avevano preso in contropiede. Non mi aspettavo che Marcus volesse dividere il suo potere ne tanto meno che chiedesse alle Guardie da chi volessero essere comandate.

Era un saggio e ancora una volta lo stava dimostrando.

Aveva capito come tenere il potere e assicurare stabilità a Volterra e alla nostra razza. Se fossero state le Guardie a scegliere non ci sarebbero state contestazioni future o rivolte e Volterra ne sarebbe uscita ancora più forte di prima.

Il silenzio era caduto pesante fino a che la voce potente di Ilmi non lo spezzò.


Edward” si limitò a dire ad alta voce.

Lo guardai spaventato e disorientato mentre il mio nome rimbombava nella sala ripetuto ad alta voce dalle Guardie in una lenta e costante melodia.

Non riuscivo a crederci...


Le Guardie volevano che assumessi il potere.


Mi voltai e i miei occhi smarriti andarono a cercare quelli di Bella mentre mi domandavo cosa dovessi fare. Era infatti una decisione importante... una decisione che avrebbe cambiato la mia vita e il mio futuro nonché quello di chi amavo e della stessa Volterra.

Scegli ciò che ritieni giusto Edward. Io resterò al tuo fianco comunque. Qualunque sia la tua decisione.

Le sue parole erano arrivate forti e sicure donandomi la certezza che qualsiasi sarebbe stata la mia scelta lei sarebbe stata al mio fianco.

E un sorriso si aprì sul mio volto. Non avevo bisogno di altro tempo per riflettere... la mia decisione era stata già presa.



Bella


Avevo amato Edward in quella stanza perché non ne potevo fare a meno. Il suo odore, il suo corpo e la sua anima erano la mia terra e la mia aria.

Ma la gelosia era un tarlo che non riuscivo a scacciare del tutto e mentre stavo distesa fra le sue braccia mi domandavo il perché avesse un letto così grande.

Forse mi aveva mentito, forse aveva fatto l'amore con Rebecca sul quel letto, in quella stanza.

E indecisa se parlare o meno gli avevo posto la domanda che mi torturava. Lo avevo osservato negli occhi mentre mi rispondeva e vi avevo visto dapprima la paura e poi la sincerità.

E quando erano venuti a chiamarlo lo avevo voluto seguire. Non lo avrei più lasciato solo, non fino a che ci fosse stata Rebecca nelle vicinanze.

Adesso finalmente avevo capito quanto l'avevo fatto soffrire con Jacob. Avevo dovuto provare sulla pelle la stessa insicurezza per poter comprendere e adesso come aveva fatto lui, io avrei lottato per tenerlo a fianco a me anche se questo avesse significato smembrare Rebecca o sfidare Marcus.


Usciti dalla stanza avevo conosciuto Kong e mi era risultato subito simpatico. Ero rimasta stupita da come tutti volessero bene al mio Edward e come tutte le Guardie abbassassero gli occhi al suo passaggio.

Si muoveva sicuro nei corridoi indifferente e incosciente dell'effetto che faceva sugli altri.

Ma io me ne ero accorta. Aveva conquistato il rispetto e il cuore delle Guardie di Volterra.

E quando Marcus chiese da chi volessero essere comandate non mi stupii affatto di sentire il suo nome.

Lui sembrava scioccato invece. Probabilmente non se lo aspettava.

Non si era reso conto di quanto con il suo cuore puro e sincero unito al suo coraggio avesse conquistato la loro fiducia e il loro rispetto.

Il suo sguardo smarrito da ragazzino mi faceva tenerezza mentre potevo immaginare i dubbi assalirlo.

Ancora una volta si trovava a scegliere se tornare a casa o rimanere lì.

Ancora una volta il suo cuore era spezzato a metà mentre si chiedeva se essere Edward Cullen o Edward Signore dei Volturi.

Ma soprattutto se essere un uomo o un vampiro.

Potevo immaginare la sua lotta interiore mentre si domandava cosa scegliere e se Volterra con lui a capo avrebbe potuto essere migliore e più giusta.

Doveva essere libero di scegliere il suo destino, doveva sapere che qualunque esso fosse, io sarei stata lì con lui e certa di fare la cosa giusta mi levai lo scudo e gli inviai i miei pensieri mentre i suoi occhi si specchiavano smarriti nel dubbio dentro i miei.

E quando ci fu silenzio la sua voce risuonò forte e sicura.


Aveva deciso. Aveva deciso quale sarebbe stato il nostro futuro!!

Ritorna all'indice


Capitolo 39
*** Una decisione difficile ***


Ciao a tutte. E grazie ancora tantissimo, siete impagabili♥.  

Dai commenti ho visto che vi siete divise a metà. C'è chi lo accetterebbe come Signore di Volterra e chi invece lo vuole a casa dalla sua famiglia. Ad entrambi gli schieramenti dico soltanto di accettare la sua decisione perchè  Edward si trova davanti ancora una volta  ad...

Capitolo 37 Una decisione difficile


Edward

Quando era calato il silenzio mi ero portato di fronte a Marcus.

Lui era certo che avrei accettato e sicuro che sarei stato un ottimo Signore di Volterra. Contrariamente a me era sicuro che le Guardie mi avrebbero scelto e aveva aspettato il loro verdetto tranquillo e sereno.

Lo guardai negli occhi, presi fiato e pronunciai le parole che avrebbero deciso il mio destino... il nostro destino.


Mio Signore Marcus... Guardie di Volterra...

Sono onorato della fiducia che riponete in me.

Ma io ho una famiglia e una figlia che aspetta il mio ritorno.

Io voglio tornare a casa da loro.

Questo non è il mio posto, 

Ho scoperto di avere degli amici, ho capito quanto sia importante che Volterra vigili sul nostro mondo ma non è questa la vita che voglio.

Non prenderò il potere. Non è quello che desidero e non è questa la mia casa.”

Poi abbassando la testa era tornato indietro fra le Guardie mentre un forte brusio si era alzato nella sala.

Silenzio” tuonò Marcus “Prendiamo atto del tuo volere Capitano Edward.” aveva detto senza levare gli occhi dai miei e scuotendo la testa chiaramente deluso dalla mia decisione.

Perché Edward?” mi chiese Demetri al mio fianco.

Tu più di tutti lo dovresti sapere Demetri” gli risposi sorridendogli. Poi un dolce profumo invase le mie narici e senza levare gli occhi da Marcus allungai la mano stringendo quella di Bella che mi aveva raggiunto.

Sei sicuro Edward? Mi chiese mentalmente.

Mi voltai sorridendole e posai le mie labbra sulle sue.

Voglio solo tornare a casa e godermi l'immortalità al tuo fianco con vicino la mia famiglia e mia figlia come era nei nostri progetti” le sussurrai.

La guardavo negli occhi tenendola stretta a me, volendo solo dimenticare dove fossi, quando la voce di Marcus mi riportò alla realtà

Guardie dovete scegliere. Da chi volete essere comandate?”

Mi ero dimenticato, altri due Signori dovevano essere nominati e da loro sarebbe dipeso il mio destino e quello di Bella.

Trattenni il fiato preoccupato e un sorriso si allargò sul mio viso quando all'unanimità furono invitati a prendere il comando dapprima Demetri e poi Malik.

Loro sorridenti avanzarono e sotto gli occhi lucidi di Rebecca, soddisfatti di Felix e delle altre Guardie, prestarono nuovamente giuramento nelle mani di Marcus e si sedettero ai suoi lati.

Con Demetri a destra e Malik a sinistra, Volterra aveva di nuovo trovato i suoi Signori al completo e ne era uscita più forte ed equilibrata che mai.

Il silenzio calò nuovamente sulla sala ed entrambi ringraziarono le Guardie per la fiducia.

Sorridevo stringendo a me Bella. Con loro ero certo che la mia famiglia sarebbe stata al sicuro.



Quando ci fu di nuovo silenzio Marcus prese la parola.

Ora c'è una decisione importante da prendere. Edward vieni avanti” mi chiamò con la voce severa.

Lasciai Bella e mi portai al loro cospetto abbassando la testa in segno di rispetto.

CapitanoEdward hai rifiutato di sedere sul trono affermando che vuoi tornare alla tua famiglia. Sei sicuro di volere questo?” mi chiese senza levare gli occhi dai miei.

Entrai nella sua testa ma c'era solo il nulla mentre Malik e Demetri avevano la mente confusa. Erano ancora stupiti di sedere sui troni e non avvezzi a prendere simili decisioni. Loro erano abituati ad ubbidire non a comandare. Avrebbero imparato, pensai, ma per ora la decisione era nelle mani di Marcus.

Mi limitai ad annuire, nell'attesa di sapere il mio destino.

Hai prestato giuramento Edward. E sei un Capitano di Volterra. Il tuo destino è stato deciso tempo fa quando il nostro medaglione è stato posto sul tuo petto. Questo è quello che sei!” disse ed io mi sentii morire, non sarei mai stato libero.

E il medaglione iniziò a pesare e bruciare sul mio petto.

Bella mi raggiunse stringendo la mia mano.

Non vi chiediamo mio Signore di sciogliere il giuramento ma di rispettare almeno il patto stretto tempo fa” la sentii dire.

La sua mano tremava come il mio cuore. Avevo rifiutato la possibilità di cambiare Volterra, di cambiare le sue Leggi e adesso forse ne avrei pagato le conseguenze.


Non sapevo ancora che Volterra  mi avrebbe reclamato a essere testimone di un evento per me inaspettato.




Bella


Edward aveva rinunciato al potere e ad essere Signore di Volterra.

Ero felice della sua scelta volevo tornare a casa, volevo stringere nuovamente fra le mie braccia la mia Renesmee e rivedere la nostra famiglia.

Sui troni vuoti avevano preso posizione Demetri e Malik e potevo vedere nel sorriso di Edward la soddisfazione per la scelta effettuata.

E tuttavia quando venne chiamato da Marcus ebbi paura.

Cosa poteva volere ancora da lui?

E le sue parole bruciarono ogni speranza di libertà.

Marcus rammentò ad Edward il suo ruolo e il suo giuramento.

A nessuno importava che lo avesse fatto senza volerlo realmente. E il medaglione sul suo petto era il simbolo della sua schiavitù.

Veloce mi portai al suo fianco. Mi ero ripromessa di non lasciarlo più solo e adesso era l'ora di combattere per lui.

Così schiarendomi la voce affrontai i Signori di Volterra reclamando la nostra libertà.

Non mi importava delle conseguenze, loro dovevano rispettare i patti.

Ero decisa, determinata a combattere se ce ne fosse stato bisogno ma la risposta di Marcus mi prese completamente alla sprovvista.




Ritorna all'indice


Capitolo 40
*** Edward Cullen Capitano di Volterra ***


Capitolo 38 Edward Cullen Capitano di Volterra



Edward


Ero pronto a tutto ma non a questo.


Signori di Volterra” iniziò a parlare Marcus rivolgendosi alla coppia che sedeva ai suoi lati “Oggi iniziamo una nuova era per Volterra e credo che sia giusto iniziarla prendendo una decisione importante”

Alzai lo sguardo su di Lui, chiedendomi dove volesse andare a parare. I suoi pensieri erano confusi e mi guardava sorridendo soddisfatto di aver annullato il mio potere.

Il Capitano Edward ci chiede di rinnovare i patti stabiliti con la sua famiglia. Ci chiede di rinnovare il suo congedo temporaneo e il permesso di tornare a casa con la clausola di ripresentarsi qui fra quindici anni.” disse guardando le Guardie “Eppure noi tutti sappiamo che lui venne qui senza la sua volontà e che il suo giuramento venne prestato sotto il potere di Chelsea” continuò alzandosi in piedi “Confermi tu Chelsea questa versione?” le chiese.

Mi voltai a guardarla. Non ci eravamo mai considerati più di tanto ma potevo sentire dai suoi pensieri il dispiacere per quello che mi aveva fatto.

Si mio Signore. Avevo ubbidito agli ordini di Aro e Jane ed Edward quando arrivò e prestò giuramento non era cosciente di quello che stava facendo” confermò lei sorridendomi.

Strinsi la mano a Bella... non capivo dove volesse arrivare Marcus e cosa volesse ottenere.

Ottimo! Grazie Chelsea.

Ti è stato concesso il congedo temporaneo, eppure il tuo animo è irrequieto Edward.

Non vorresti stare qui con noi, eppure hai onorato la tua parola e il tuo impegno!

Hai difeso con onore e sacrificio i tuoi Signori e la tua razza!

Hai guidato le Guardie con saggezza e hai assunto il più alto grado a cui tu potessi aspirare!

Sei stato addestrato a combattere e ti sei rivelato un ottima Guardia prestando il tuo potere affinché la giustizia trionfasse e Volterra fosse sempre più forte!

Ora mi domando cosa dobbiamo fare di te?”

Per un attimo trattenni il fiato… ecco finalmente sarebbe arrivato al sodo… finalmente avrebbe deciso del mio destino.


Signori e Guardie di Volterra. Io credo che sarebbe giusto rendere ad Edward la sua libertà.” concluse guardandomi sorridente “ Volterra è cambiata e mai nessuno sarà più obbligato a servirla senza il suo volere... 

Ma... quello che è stato non può venire cancellato ed il suo giuramento non può essere annullato” concluse.


Mi sentii sprofondare.

Certo nessuno sarebbe più stato obbligato a servire Volterra senza il suo volere,  ma per me ormai era troppo tardi e non c'era più speranza.

Abbassai la testa affranto. 
Ero una Guardia e lo sarei rimasto, Volterra avrebbe continuato a reclamarmi. 
La mia speranza era morta con quelle parole.

Sentii Bella abbracciarmi ma rimasi fermo…  

Edward Cullen era morto un altra volta.



Bella


Non potevo crederci tante belle frasi, tanti complimenti e poi... poi aveva annientato con poche parole la nostra felicità e le nostre speranze.

Abbracciai Edward affranta e mortificata. Aveva lottato per la sua libertà ma ancora una volta aveva perso.

Non potevo sentire i suoi pensieri ma lo abbracciai stretto Non temere Edward sono qui con te. Non ci arrenderemo continueremo a lottare fino a che non sarai libero gli dissi mentalmente sfilando lo scudo.

Ma lui scosse la testa piano. “Mi spiace Bella. Non ho più la forza di lottare.” mormoro girandosi per allontanarsi.


Dove credi di andare Edward” la voce di Marcus si alzò bloccandolo.

Lo vidi voltarsi a testa bassa, affranto, gli occhi chiusi per nascondere la disperazione.

Resta Capitano. Non ho ancora finito” riprese Marcus “Guardami!” gli ordino poi.

Lo vidi prender fiato e alzare uno sguardo spento su di lui. Poi i suoi occhi divennero improvvisamente vispi mentre la sua bocca si apriva in un sorriso raggiante. Non capivo ma Marcus riprese a parlare sciogliendo i miei dubbi.

Il tuo giuramento è valido e indissolubile, ma visto i tuoi meriti sul campo penso sia giusto darti un congedo illimitato.” concluse sorridente.

Edward non aspettò neanche che avesse finito di parlare che giratosi verso di me si chinò per baciarmi appassionatamente.



Edward


Non potevo credere a quello che avevo letto nella sua testa. Mi avrebbe dato il permesso di partire, di liberarmi da quell'odioso vincolo.

E quando pronunciò le parole ad alta voce non resistetti e giratomi baciai la mia Bella.

La stavo baciando da uomo libero finalmente sciolto dai vincoli di Volterra.

Le nuvole erano state spazzate via.


Aspetta Capitano” la voce di Marcus arrivò fredda a bloccare la mia gioia e a malincuore mi staccai da Bella e mi voltai affranto avevo gioito troppo presto!


Il tuo giuramento è valido e tu resterai un Capitano di Volterra ma sarai liberò di tornare a casa e di restarci. Però sappi che in caso che Volterra ne abbia bisogno potrai essere richiamato in servizio e tu dovrai rientrare fra le Guardie immediatamente”


Era giusto così.

Le nuvole non erano state dissolte dal mio cuore ma avrebbero convissuto in esso con il sole.

Sarei stato un Cullen difensore e Capitano di Volterra.




La FF non è ovviamente finita anche se mancano soltanto cinque capitoli + l'epilogo e siccome siete delle lettrici fantastiche vi regalo uno spoilerino per ringraziarvi:

Dovevo aver fiducia in Demetri, mi aveva aiutato tanto in passato non poteva tradirmi, mi dissi, per farmi coraggio.

Girai la testa e i miei occhi incontrarono quelli di Rebecca che mi sorrise radiosa.

Ciao a tutte volevo ricordarvi che tutte le mie FF sono postate nel mio angolino che troverete cliccando qua:

http://lestoriedipulla.blogspot.it/


Inoltre se siete appassionate della saga DEI CONFRATELLI DEL PUGNALE NERO troverete una FF "In nome di Qhuinn"  tutta nuova di cui ho già postato 15 capitoli,  all'indirizzo:

http://innomediqhuinn.blogspot.it/

Ritorna all'indice


Capitolo 41
*** Il luogo segreto ***


Ciao a tutte. Non dico nulla solo buona lettura !!!

Capitolo 39 Il luogo segreto


Edward



Ero felice e a malincuore mi staccai da Bella

Vi ringrazio miei Signori. Stasera tornerò a casa ma sono pronto a mettermi ai vostri ordini se avrete bisogno di me” dissi raggiante. Le loro menti erano serene e felici ma il sorriso si spense sulle mie labbra quando Demetri prese la parola.

Non avere così tanta fretta Capitano. Ti sarà concesso di partire solo fra tre giorni” mi disse inclinando la testa e indirizzando i suoi pensieri verso Felix che sogghignava enigmatico.

Uscii subito dalla sua mente chiedendomi il perché dovessi rimanere lì altri tre giorni.

Non mi piaceva quel prendere tempo... avevo paura che qualche inganno si celasse nascosto.

Ma non mi opposi e mi limitai ad abbassare la testa in segno di obbedienza.

Dovevo aver fiducia in Demetri mi aveva aiutato tanto in passato non poteva tradirmi, mi dissi per farmi coraggio.

Girai la testa e i miei occhi incontrarono quelli di Rebecca che mi sorrise radiosa.

Quello sguardo non sfuggì però a Bella che mi strattonò via, imbronciata, mentre Marcus scioglieva la riunione.


In silenzio ci allontanammo e tenendo Bella per mano mi avviai verso il cortile.

Avevo voglia di prendere aria e di sentire il vento accarezzarmi la pelle.

Lei mi seguiva silenziosa, eravamo attorniati dalle Guardie ed entrambi volevamo poter parlare senza orecchie indiscrete.

Solo un posto ci avrebbe garantito quell'intimità.

E come entrammo nel cortile mi diressi verso il mio albero.

Vieni Bella ti porto sul mio albero” le dissi fermandomi ai suoi piedi e accarezzando ancora una volta la corteccia come ero solito fare.

Lui era stato testimone silenzioso della mia disperazione e delle mie speranze e ancora una volta mi avrebbe fornito la sua protezione.

Agilmente salii senza voltarmi alle spalle. Contrariamente alle altre guardie e a Rebecca, Bella era abituata come me a salire in alto fra le fresche fronde.

Quando arrivammo in cima mi sistemai sul mio ramo e aspettai che lei si sedesse vicino a me.

Guarda Bella... vedi quella collina con sopra quella chiesetta?” le indicai con il dito l'orizzonte

Si . Perché Edward?” mi chiese incuriosita.

Là dietro c'è l'agriturismo nel quale vi eravate trasferiti. E se invece guardi a Nord oltre i filari di vite e oltre le catene montuose che si vedono là in fondo, c'è la nostra casa e la nostra famiglia che ci aspetta” le spiegai indicandole la direzione.

Lei guardava l'orizzonte in silenzio persa nei suoi pensieri. Mentre il vento le scompigliava i capelli donandole un aria misteriosa e il suo profumo si spargeva tutto intorno a me.

A cosa stai pensando?” le chiesi chinandomi a baciarle la fronte.

Dimmi Edward, perché dici che è il tuo albero?” mi chiese accarezzandomi una guancia. Era curiosa. Lo era sempre stata e felice mi affrettai a risponderle. Volevo che mi capisse, che capisse quanto mi era mancata.

Perché quando ero libero dai miei impegni di Guardia venivo quassù per cercare un po' d'aria e per guardare dove sapevo che voi eravate... che c'eri tu ad aspettarmi” le dissi sorridendole.

Lei scosse la testa ridacchiando. “Il tuo luogo segreto” mi disse

Il mio angolo della speranza” ribattei accarezzandole la guancia “E ora sono qui con te” sussurrai abbassandomi a baciarla sulle labbra.

Ci hai mai portato Rebecca?” mi chiese evitando il mio bacio e lasciandomi disorientato.

Possibile che fosse gelosa fino a questo punto?

Annui “Si ma lei mi aspettava generalmente più in basso. Non le piaceva stare qua. Ci veniva solo per permettermi di salire. Solo un paio di volte è salita fin qui quando ero disperato... lei è venuta per confortarmi.    Ma con lei non ho mai fatto questo” le dissi prendendola per le braccia e facendola sedere su di me mentre mi chinavo a baciarla.

Stavolta non si ritrasse, anzi si appoggiò al mio petto e rispose al mio bacio languidamente. Un bacio lento, sensuale, dolce pieno di tutto l'amore che sentivamo entrambi.

E per favore smettila di pensare a lei. Il mio cuore è tuo” le dissi staccandomi da lei, con un finto tono autoritario.

Ne sei sicuro?” mi rispose seria appoggiando di nuovo le sue labbra sulle mie.

Di nuovo posai le mie labbra sulle sue conscio di non poter far altro per dimostrarle quanto l'amassi in quanto eravamo pienamente visibili dalle Guardie che passeggiavano nel cortile.

Edward, scendi ti devo parlare” la voce autoritaria di Demetri ruppe quel momento magico e sbuffando per l'interruzione scendemmo dall'albero.

Ero una Guardia ed ero tenuto ad ubbidire a un mio superiore... purtroppo.

Lui era sotto con affianco Rebecca e ci stavano aspettando.

Come Bella la vide le sfuggì un ringhio sommesso mentre mi stringeva un braccio come a sottolineare che ero suo.

Un sorriso allegro si dipinse invece sul viso di Rebecca che la guardava con i suoi occhi argentati come se volesse scrutarle l'animo.


Bella credo che sia giunto il momento per noi di parlarci e chiarire una volta per tutte alcune cosette” disse Rebecca prendendola per un braccio.

Vieni con me. Laggiù nessuno ci disturberà” concluse trascinandosi dietro il mio amore.

Bella si voltò verso di me preoccupata ed io feci per protestare quando Demetri mi zitti “Lasciale andare Edward. Anche noi dobbiamo parlare e Rebecca non ha alcuna intenzione di farle del male”


Mi voltai a guardarlo chiedendomi cosa mai volesse da me e perché aveva preteso che rimanessi a Volterra ancora tre giorni.

Non sapevo e non potevo immaginare il perché.

E la risposta alla mia domanda inespressa mi lasciò completamente sbalordito e in difficoltà.



Bella


Eravamo saliti sul suo albero. E ancora una volta mi chiesi come era stato possibile per lui vivere chiuso in quelle mura. Il suo unico conforto era guardare l'orizzonte e sentire il vento fra i capelli.

Rabbrividii mentre m'immaginavo la tortura morale alla quale era stato sottoposto in quei lunghi periodi.

Ma malgrado mi sentissi triste per lui il tarlo della gelosia bussò ancora una volta nella mia mente.

Lui sembrò spaesato e in imbarazzo dalla mia domanda ma la sua risposta piena di dolcezza e i suoi baci fugarono ancora una volta il dubbio dal mio cuore.

Lui era mio e Rebecca era meglio che girasse al largo da lui.

Quando lo chiamarono scendemmo subito. Era ancora una Guardia ed era tenuto ad obbedire agli ordini.

A fianco a Demetri c'era lei. La sua Rebecca... il suo... simbionte.

La creatura che aveva provato a rubargli il cuore e a trascinarlo via dalla sua famiglia e da me.

Un ringhio mi uscii dalle labbra.

L'odiavo. Lei era bellissima e misteriosa. I suoi colori così diversi da tutti gli altri gli conferivano un qualcosa di affascinate.

Così strinsi forte a me Edward. Lei doveva sapere che era mio.

E quando mi chiese di seguirla e mi prese per un braccio ebbi per un attimo paura di quella bellissima e pericolosissima Guardia.

Cosa mai poteva volere da me quella vampira???

E incerta e preoccupata la seguii chiedendomi ancora una volta quale rapporto la legava ad Edward e che cosa mai doveva dirmi di così importante e confidenziale da trascinarmi lontano dal mio amore.

Ciao a tutte volevo ricordarvi che tutte le mie FF sono postate nel mio angolino che troverete cliccando qua:
http://lestoriedipulla.blogspot.it/

Inoltre se siete appassionate della saga DEI CONFRATELLI DEL PUGNALE NERO troverete una FF tutta nuova di cui ho già postato 15 capitoli, che non può essere postata per ovvi motivi su efp all'indirizzo:
http://innomediqhuinn.blogspot.it/

Ritorna all'indice


Capitolo 42
*** Una notizia inaspettata ***



Un bacione a tutte e ancora grazieeee!!!!
E siamo arrivati al  momento di scoprire a che gioco sta giocando la nostra Rebecca.... di certo sarà...

Capitolo 40 Una notizia inaspettata


Bella


Segui Rebecca in silenzio chiedendomi cosa mai volesse da me.

Lei mi portò in un angolo lontano dalle altre Guardie.

Da lontano potevo veder Edward che parlava con Demetri, si passava nervosamente la mano fra i capelli e teneva il viso rivolto verso di noi.

Lei taceva così mi voltai e la fissai in quegli strani occhi argentati.

Cosa vuoi da me?” le chiesi malamente.

Lei stava guardando il mio Edward con il sorriso sulle labbra.

Avrei voluto levarglielo con un bel pugno, come mi aveva insegnato Emmett, ma presi fiato e cercai di calmarmi.

Edward era mio e basta!

Un ringhio sommesso mi scappò dalle labbra e lei si voltò a fissarmi enigmatica.

Sei innamorata di Edward?” mi chiese inclinando appena la testa assorta.

Che domanda stupida.

Certo. Sono sua moglie!” le risposi infastidita

Lei scosse la testa. “Non è un pezzo di carta o un anello che ci lega ad un uomo. E tu lo sai bene dal momento che lui non porta più al dito il tuo” mi rispose impertinente.

Se avessi potuto sarei diventata rossa dalla rabbia. Ma non potevo... così strinsi le mani una dentro l'altra cercando di levare il formicolio che sentivo. La tentazione di aggredirla stava crescendo a dismisura e le sue ultime parole mi avevano colpito duramente, peggio di un pugno nello stomaco. Mi aveva ricordato il gesto doloroso che  Edward aveva fatto prima di partire. Sentivo il vampiro dentro di me smaniare dalla voglia di piantarle le zanne nel collo, mentre la catenina la mio collo, contenente la vera, aveva iniziato a pesarmi come un macigno.

Che cosa vuoi da me... Rebecca?” le chiesi acida quasi sputando fuori il suo nome che odiavo quasi quanto lei. Per colpa sua Edward si era levata la vera   rinnegando il nostro legame per correre da lei.

Voglio solo essere sicura che lui sia felice. E' un bravo ragazzo e per un po' credo di averlo amato. Ma ora non più... ma non posso permetterti di stargli vicino... senza essere ricambiato dal tuo amore” mi disse con semplicità come fosse la cosa più ovvia.

Aprii la bocca e feci per protestare. Certo che amavo Edward come si permetteva d'insinuare una cosa diversa?? Ma lei posò una sua mano sulle mie labbra zittendomi.

Ascoltami ti prego.” mi disse abbassando gli occhi e girandosi di schiena.

Rimasi ferma immobile mentre la sua voce melodiosa mi avvolgeva stregandomi.

A lui ho già chiesto scusa. Ora lo devo fare anche a te.” iniziò sussurrando. Non capivo cosa volesse dire ma rimasi in silenzio mentre lei continuava a parlarmi e a raccontarmi che cosa significava essere un simbionte e come alla fine credesse di essersi innamorata di Edward.

E qui ho sbagliato tutto. L'ho liberato per amore ma non l'ho fatto in pieno. La sacca nella sua spalla assieme al rimorso per la vendetta che avrei patito da parte di Aro l'ha spinto a tornare.

Ma vedi Bella, lui credeva di provare qualcosa verso di me. Ma era il mio potere a confonderlo.

Ora anche lui ha capito. Il nostro non era amore. Lo rispetto, gli voglio bene ma non lo amo così come lui non mi ha mai veramente amato. E non sono un pericolo o una rivale  per te. Lui è solo un amico, quasi un fratello per me.

Ma tu devi sapere ed essere sicura e cosciente che lui ti ama. Io percepivo i suoi sentimenti e mai ho sentito una persona soffrire per amore come ha fatto lui. Lontano da te e dalla sua famiglia si è disperato ogni giorno e ogni ora e malgrado cercassi di confortarlo il mio intervento era solo un palliativo leggero e insufficiente.

Gli voglio bene Bella... e voglio che sia felice e l'unica che può renderlo tale sei tu!”

La sua voce si ruppe mentre girandosi mi guardava con quegli occhi bellissimi.

Perché mi dici tutto questo?” le chiesi titubante sentendo la rabbia dissolversi lentamente.

Perché sei gelosa di me. Perché ogni volta che lo guardo, tu soffri. E non è giusto. Avete sofferto già troppo entrambi per Volterra. Abbandona i tuoi dubbi Bella e lasciati amare da lui. Donagli ancora una volta il tuo cuore. Concedigli nuovamente quella fiducia che avevi perso. Abbandonati completamente al suo amore e dimentica ciò che è successo per causa mia.” mi disse sorridendomi.

Non potevo credere alle sue parole. Era così evidente la mia gelosia?? Probabilmente Si. Abbassai lo sguardo a terra “Perdonami... è che ho avuto paura di perderlo troppe volte in questi anni” cercai di scusarmi.

Lei si avvicinò, mi alzò il mento con una mano e si buttò fra le mie braccia “Sono felice per te Bella e per Lui.” mi disse “Siete una coppia meravigliosa e assieme siete perfetti”

Ero commossa. Chiusi gli occhi e ricambiai quell'abbraccio sincero dapprima imbarazzata poi finalmente conscia che non era una rivale da temere ma un qualcuno che amava Edward in maniera differente.

Grazie Rebecca.” sussurrai finalmente rilassata mentre vedevo Demetri posare un braccio sulla spalla di Edward.

Chissà di cosa stavano parlando?

Bella” mi disse nuovamente con la voce tremante.

Si Rebecca?” le chiesi staccandomi da lei e guardandola con una luce nuova.

Ho un favore da domandarti” mi disse timidamente prendendomi le mani.

Io inclinai la testa dubbiosa. Che favore poteva mai chiedermi? Cosa poteva mai volere da me?

Ero perplessa.

Annui e con un sorriso l'invitai ad andare avanti incuriosita.

Lei fece un sospiro e prendendo fiato come se dovesse affrontare un grosso pericolo, mi chiese in un sussurro carico di aspettativa “Vorrei che Edward fosse il mio testimone di nozze, acconsentirai?”



Edward


Vedevo Bella parlare con Rebecca e mi chiedevo che cosa mai potevano dirsi. Ero in ansia ovviamente. Bella era già gelosa di Rebecca ed io speravo che dai loro discorsi non uscisse niente di spiacevole.

Mi ero già chiarito con Rebecca e la consideravo una sorella.

Speravo che parlando si chiarissero e che Bella avesse la conferma che non c'era nulla tra di noi e che la nostra era soltanto amicizia. E quando le vidi abbracciarsi il mio cuore muto esultò di felicità.

Demetri mi parlava dell'organizzazione di Volterra ma io lo stavo a sentire distrattamente.

Edward. Vuoi stare tranquillo?” mi disse notando che i miei occhi erano sempre posati su Bella e Rebecca e posandomi il braccio sulla spalla per richiamare la mia attenzione.

Scusa ma è più forte di me” gli risposi girandomi a guardarlo.

Lui stava ridacchiando e scuotendo la testa.

Eccole che tornano.” mi disse sorridente “Tutto bene Rebecca?” le chiese subito ansioso.

All'improvviso i pensieri di Demetri mi colpirono pesantemente.


Tu e Rebecca... volete sposarvi?!” dissi sgranando gli occhi e posandoli da uno all'altro.

Lui annui felice abbracciandola e posandole un veloce bacio sulle labbra.

Si Edward e vorrei che tu fossi il mio testimone” mi confermò lei “Bella mi ha dato il suo permesso per chiedertelo” aggiunse sorridendomi e abbracciandomi.

Mi voltai a guardare Bella che sorridente annuiva felice.

Ma...” non feci in tempo a finire la frase che Demetri mi abbracciò felice  “Fra due giorni Edward. Poi sarai libero di partire” mi disse facendomi l'occhiolino.


Non potevo crederci Demetri e Rebecca si sarebbero sposati. Ero felice per loro e quando Bella mi abbracciò posai le labbra sulle sue.

Allora è tutto chiarito” le dissi sorridente.

Si... credo proprio di si” mi rispose baciandomi appassionatamente “ma non ti lascerò più un attimo da solo lo stesso” aggiunse ridacchiando.


Non persi tempo a sentire la mente delle altre Guardie nel cortile…chissà cosa pensavano nel vedere due coppie felici sbaciucchiarsi ai piedi della grande quercia... so solo che ci interrompemmo quando la risata felice di Felix ruppe il silenzio seguito dall'applauso degli altri vampiri presenti che ci stavano guardando felici.

Mi staccai da Bella, le presi le sue mani fra le mie e la guardai negli occhi.

Ti amo Bella” le dissi solenne, con la voce tremante dall'emozione, consapevole che era la prima volta, da quanto ero tornato a casa tanti mesi prima, che finalmente pronunciavo quelle parole tanto importanti per entrambi.

Era l'ora che ti decidessi a dirmelo... iniziava a mancarmi.” ribatté lei con gli occhi che le brillarono dalla felicità mentre posava le sue labbra sulle mie per suggellare il nostro amore.

Meno 3 + 1

Le mie  FF
http://lestoriedipulla.blogspot.it/


"In Nome di Qhuinn" per gli amanti dei Confratelli del Pugnale Nero

http://innomediqhuinn.blogspot.it/



Ritorna all'indice


Capitolo 43
*** Un nuovo giuramento d'amore ***


Ciao a tutte so che in genere sono sadica ma stavolta spero di strapparvi un sentimento ben diverso. E' l'ora di uficializzare non uno ma ben due rapporti.  Buona lettura. ♥♥♥

Capitolo 41 Un nuovo giuramento d'amore

Edward


I tre giorni passarono velocissimi. Non avevo nulla d'importante come compito a parte qualche turno noiosissimo di guardia che passai in compagnia di Bella.

Nel tempo libero le feci visitare tutta la Rocca.

E quando eravamo stufi e volevamo stare un po' da soli andavamo sul mio albero o stavamo nella mia stanza.

Non ero mai stato così felice e rilassato a Volterra come in questi ultimi tre giorni.

Il mio grado e l'affetto delle Guardie contribuirono ad ottenere tutta la tranquillità che volevo e finalmente giunse il gran giorno.



Mi sentivo emozionatissimo e mi sistemai la divisa con molta cura.

Bella invece aveva un abitino scollato azzurrino con un copri spalle perlato che le aveva procurato Rebecca. Si era tirata su i capelli in una coda di cavallo alta trattenuta da un nastro argentato che le metteva in risalto il collo di cui tanto ero innamorato e che ancora adesso adoravo annusare. Era bellissima e felice e orgoglioso la portai nella Sala del Trono dove si sarebbe svolto il matrimonio.

Non avevo mai assistito ad un evento del genere. Non avevo ben capito come si celebrassero i matrimoni fra le Guardie ed ero emozionatissimo.

Sapevo solo che la loro tradizione era vecchia quanto i vampiri.


Quando entrai rimasi sorpreso. L'austera Sala del Trono era rimasta identica e sul trono centrale sedeva solo Marcus.

Sembrava una riunione qualsiasi, ma il brusio nella grande sala e l'elettricità che ci regnava pareva smentirmi.

Io mi andai a sistemare davanti al trono vuoto sulla destra mentre davanti all'altro c'era un emozionatissimo Felix che mi sorrise felice quando presi posto.

Bella si sistemò invece alla mia destra, un passo indietro senza però mollare la mia mano. Anche lei era nervosa e tesa, lo potevo percepire dalla sua stretta.

Quando tutte le Guardie presero posto... la porta centrale venne aperta e la Grande sala illuminata da tantissimi faretti che posti sul soffitto accesero la volta dorata riflettendo la calda luce che andava a infrangersi sulla nostra pelle risplendendo tutto attorno come in un gigantesco diamante.

Fu allora che con solennità Malik avanzò tenendo fra le sue mani un calice d'oro finemente lavorato dal quale spuntavano ai suoi lati due beccucci di cristallo

Alle sue spalle vestiti in alta uniforme con le mantelle bordate d'oro lui e d'argento lei entrarono Demetri e Rebecca tenendosi per mano.

Lo strano corteo arrivò di fronte a Marcus e a parlare fu Malik.


Io Malik, Signore di Volterra, ho raccolto la richiesta del Signore di Volterra Demetri e della Guardia Reale Rebecca di unirsi come compagni per l'eternità.

Nostro Signore Marcus vuoi benedire la coppia?”chiese posando il prezioso calice su un basso tavolino di legno intarsiato.

Poi si voltò e con studiata lentezza si mise di fronte a loro stringendo le sue mani su quelle dei due sposi a tenerle unite.

Marcus si alzò in piedi. La sua mantella, nera con ricamato il simbolo di Volterra in oro, come quella di Malik, brillava sotto le luci della grande Sala conferendogli un che di grandioso e misterioso.

Avete tutti sentito ciò che da detto il Signore di Volterra Malik. Nessuna Guardia ha obiezioni a una tale richiesta?” chiese.

Un silenzio tombale seguì le sue parole e i due sposi si scambiarono un sorriso raggiante.

Felix sei tu testimone della volontà di Demetri Signore di Volterra ?” chiese rivolgendosi alla grande Guardia imbarazzatissima.

Si mio Signore è sua volontà prendere questa vampira come compagna” rispose sorridendo al suo amico.

Poi Marcus si girò verso di me

Edward sei tu testimone della volontà di Rebecca Guardia Reale di Volterra?” mi chiese

Si mio Signore è sua volontà prendere questo vampiro come compagno” risposi agitato.

Non era la prima volta che assistevo a un matrimonio, avevo visto sposarsi i miei fratelli anche più di una volta, la mia amata figliola ed io stesso mi ero sposato. Ma mai avevo assistito a un matrimonio di Volterra e al rito antichissimo con la quale si legavano per l'eternità i membri della mia razza da migliaia d' anni.

Un velo di tristezza cadde su di me, e mentre mi guardavo l'anulare vuoto, Marcus riprese la parola.


Bene ora che i testimoni hanno reso nota la vostra volontà è giunto il momento per voi di pronunciare il vostro impegno davanti ai Signori e a tutte le Guardie di Volterra che saranno testimoni della vostra unione.” la voce di Marcus era solenne ed io mi voltai verso Bella perdendomi nei suoi occhi lucidi per l'emozione.

Fu a quel punto che sentii la voce di Rebecca alzarsi decisa nella sala mentre, con un filo di voce, Bella si unì a lei nel pronunciare il suo voto mentre mi prendeva le mani stringendole proprio come stavano facendo i due sposi.

Io Rebecca...” iniziò la mia simbionte subito ripetuto dal mio amore 

“Io Bella m'impegno a unirmi a te per l'eternità. Il mio corpo sarà il tuo scudo, il mio veleno la tua difesa, il mio amore il tuo sostegno.” le sue mani stringevano le mie e i suoi occhi scrutavano nei miei pieni di gioia e convinzione e quando ci fu silenzio Rebecca mise al polso di Demetri un bracciale “Con questo fascia io mi lego a te per l'eternità Demetri Signore di Volterra.” pronunciò e con mio grande sgomento vidi Bella prendere la mia vera dal suo collo e mettermela al mio anulare “Con questo anello io mi lego nuovamente a te per l'eternità Edward Masen Cullen Capitano di Volterra ”. E la sua voce tremava per l'emozione di quel semplice gesto accompagnato dalle parole pronunciate poco prima.

I miei occhi pungevano e avrei voluto abbracciarla ma la cerimonia andava avanti e toccò a Demetri ripetere le stesse parole e gli stessi gesti.

E come aveva fatto Bella pronunciai anch'io assieme a Demetri il mio giuramento d'amore e quando fu il momento di mettere l'anello, poiché lei già lo indossava, le presi la mano sinistra e inginocchiandomi ai suoi piedi, indifferente agli sguardi stupiti delle Guardie, le baciai la fede che non aveva mai tolto “Con questo anello io mi lego nuovamente a te per l'eternità Isabella Swan Cullen e ti giuro che mai più niente potrà separarci ne sfilarlo dalle mie mani” dissi con la voce rotta dall'emozione.


Gioite Guardie perché il Vostro Signore Demetri ha trovato la sua compagna ” gridò Marcus alle alte volte dorate fra gli applausi delle Guardie e voltatosi poi verso di me sorridendomi aggiunse sempre con la voce alta affinché tutti lo sentissero “E gioite anche per il Capitano Edward, perché adesso anche lui è sposato secondo l'antico rito di Volterra poiché i suoi Signori e tutte le Guardie sono testimoni dell'amore per la sua Bella”

E quando il nuovo scroscio di applausi e di grida gioiose mi permise di parlare mi voltai a guardarlo “Grazie mio Signore” sussurrai emozionato abbassando la testa e portandomi il pugno chiuso destro sul petto in segno di rispetto.

Poi felice, con gli occhi che bruciavano per le lacrime di gioia che non potevano uscire, sorrisi a Bella e la strinsi a me riportando l'attenzione alla cerimonia che continuava.

Demetri, Rebecca ora dovete bere dalla sacra coppa a suggellare la vostra unione ” proclamò Malik e afferrato il calice lo tenne fra i due sposini che appoggiate le labbra succhiarono il sangue insieme.

Con il sorriso sulle labbra, e il cuore che traboccava d'amore mi voltai verso Bella a perdermi nella profondità dei suoi occhi mentre lei sorridendo mi sussurrò timorosa di offendere qualcuno “Se non ti spiace questo l'eviterei volentieri”.

Una risatina sommessa mi scappo dal petto mentre mi abbassavo a baciarla sulla fronte “Per suggellare il patto e concludere la cerimonia andremo a fare assieme una bella caccia non appena ci sarà possibile” le soffiai nell'orecchio. Poi le mie labbra scivolarono in basso a cercare le sue in un dolce e tenero bacio che rispecchiava tutto l'amore che sentivo dentro di me.

Tu sei la mia vita e la mia forza. Non posso vivere senza di te. Bella” le dissi sulle labbra in un sussurro emozionato, conscio che la nostra unione adesso era ufficiale non solo per gli umani e per la mia famiglia ma anche di fronte alla nostra razza e ai nostri signori di Volterra.


Che inizino i festeggiamenti” proclamò Malik e insieme alle altre Guardie e agli sposi ci spostammo in una sala attigua dove per la tutta la notte le Guardie avrebbero ballato e si sarebbero scambiate baci d'amore fra le diverse coppie. E con mia grande sorpresa vidi Renata avvicinarsi e baciare Felix che dopo avermi fatto l'occhiolino ricambiò felice.


Ecco adesso tutto era finalmente finito nel modo giusto e non mi restava che tornare a casa dalla mia famiglia e da mia figlia.

Volterra era finalmente in pace con se stessa e tutte le persone a cui volevo bene erano felici.



Bella


Stavamo ballando teneramente abbracciati quando Demetri e Rebecca ci raggiunsero.

Volevamo salutarvi e ringraziarvi” ci dissero.

Edward era chiaramente troppo emozionato per rispondere e così presi io la parola “Grazie a voi.” risposi non sapendo bene che cos'altro dire.

Domani mattina siete liberi di partire. Le previsioni hanno dato pioggia e so che hai fretta di andare, amico mio” disse Demetri porgendo la mano ad Edward “Spero di rivederti un giorno e non per necessità. Che la benedizione dei Signori di Volterra vi accompagni e vi protegga” lo salutò e dopo averlo abbracciato si allontanò cercando di nascondere quell'emozione che aveva colpito tutti noi.

Anch'io Edward spero di rivederti ma soprattutto spero che finalmente il tuo sorriso non ti abbandoni più. Troppe volte ti ho visto triste e adesso finalmente potrai vivere felice. E tu Bella, non dubitare più del suo amore perché esso è forte e inestinguibile proprio come il tuo. E non dimenticare che sarai sempre il benvenuto...Capitano ” aggiunse con un sorriso e dopo averci abbracciati entrambi e avergli dato un bacio in fronte si allontanò a cercare il suo sposo.

Sono felice Edward.” gli dissi “Lo sai vero che ti amo Capitano?”.

Lui mi guardò con il suo sorriso sghembo mentre mi prendeva fra le braccia. “E' ora di andare a festeggiare a modo nostro Signora Cullen” mi disse e la sua voce era dolce e maliziosa.

Una risata scappò dalle mie labbra. “Speriamo solo che Alice non stia guardando” risposi sorniona.

Lui mi guardò con un espressione furbetta e ridacchiando mi rispose “La mia camera è schermata” .

Poi con un gesto repentino mi sollevò fra le sue braccia posando nel contempo le sue dolci labbra sulle mie e veloce, stringendomi a se con forza e dolcezza, si allontanò dalla grande sala con la speranza di mai più farci ritorno.

Qui trovate tutte le mie FF

http://lestoriedipulla.blogspot.it/

E qui "In nome di Qhuinn" l'ultima relativa ai Confratelli del Pugnale Nero già completata

http://innomediqhuinn.blogspot.it/



Ritorna all'indice


Capitolo 44
*** Ritorno a casa ***


Ciao eccomi qua.  Grazie  ancora tantissimo a tutti i lettori e un bacione immenso anche a chi ha commentato. 

Manca ancora un capitolo e l'epilogo e quindi è proprio giunta l'ora di fare...

Capitolo 42 Ritorno a casa


Edward



Eravamo tornati a casa.


Alice doveva aver visto tutto o quasi perché erano tutti presenti ad aspettarci davanti alla porta e nessuno si stupì di vederci scendere dalla macchina.

Appena chiusi la portiera mi fiondai fra le braccia di mia madre.

Lei mi abbracciò stretto “Bentornato Edward. Lo sapevo che saresti ritornato a casa. Mi sei mancato tanto ragazzo mio.” mi disse e i suoi pensieri erano così carichi d'amore che non avevo quasi il coraggio di staccarmi da lei.

Presi un sospiro e le mormorai “Grazie mamma, sono felice di essere qua e sono finalmente libero di restarci per sempre” mentre mi allontanavo per poter salutare i miei fratelli.

Ognuno di loro ci abbracciò felice e per ultimo mio padre mi strinse al suo petto.

Finalmente Edward. Finalmente ti vedo felice e sereno” mi disse guardandomi negli occhi.

Aveva ragione era la prima volta che tornavo a casa finalmente libero dai vincoli di Volterra e la mia felicità non aveva confini.


In disparte appoggiata alla porta di casa Renesmee aveva assistito ai nostri saluti appoggiata a Jacob.

Mi avvicinai lentamente con Bella per mano.

Non sapevo cosa dirle. Ero scappato senza darle spiegazioni, consapevole di non essere stato capace di dirle addio.

Lei mi guardava imbronciata, offesa. I suoi pensieri erano lo specchio dei suoi occhi.

Perché non mi hai detto niente. Sono tua figlia! ” sbottò ributtandomi addosso le mie colpe “sei scappato senza dirmi nulla, aspettando che io fossi via con Jacob” poi continuò sempre più arrabbiata “E quando sei tornato per la battaglia sei andato via nuovamente senza dirmi nulla, senza darmi neanche la speranza di vederti tornare. E ti sei portato via anche la mamma.”

Abbassai la testa affranto, il suo risentimento nei miei confronti non solo era capibile ma anche giusto. Sapevo di aver sbagliato e sapevo anche il perché lo avevo fatto.


Non volevo ferirti ... avrei voluto salutarti prima del matrimonio … ma non c'è l'ho fatta. Non volevo rovinarti la tua festa... non volevo farti stare in pensiero per me.” dissi piano “ Sapevo che saresti stata felice con Jacob, che lui ti avrebbe protetta e amata” aggiunsi sorridendo appena e guardando il mio amico licantropo pieno di gratitudine “ Quando poi la battaglia è finita avrei voluto spiegarti tutto, chiederti perdono e giurarti che saremmo tornati presto a casa assieme, ma non volevo mentirti perché non sapevo se avrei potuto mantenere la parola. Non sapevo cosa mi stava aspettando a Volterra e come sarebbero andate le cose. C'era infatti il rischio di rimanere là per sempre.” cercai di spiegarle, poi di fronte al suo sguardo corrucciato continuai “Ho fatto tanti errori Nessi. Ho sbagliato tanto. Non fosse stato per tua mamma io... non ti avrei neanche dato la possibilità di vivere. Ma credimi quando ti dico che sarei pronto a morire per te anche adesso e che sei l'unica cosa buona che ho mai fatto in più di cent'anni di vita.” mi fermai aspettando che le mie parole facessero breccia nel suo cuore poi continuai “ Vedi entrambe le volte che sono andato via, avevo con me una sola certezza. Tu eri al sicuro, felice e protetta... e lo saresti stata per sempre perché non avrei mai permesso a Volterra di fare del male a nessuno di voi... ma soprattutto, sapevo che Jacob è tutto ciò che io non posso essere e ha tutto ciò che vorrei avere.”

Lei mi guardò un attimo poi disse “Papà.” mentre si buttava nelle mie braccia “Scusami. Sono stata un egoista. Non ho pensato a te e a mamma . A quello che avete passato. Ti prego non dire più certe cose. Tu sei il papà migliore che possa avere” concluse senza staccarsi dal mio abbraccio.

Scossi la testa “Ti sbagli se tu il miracolo... non io” dissi posandole un bacio fra i capelli.

La smettete voi due” c'interruppe Jacob “Se andate avanti così ci farete piangere tutti” affermò ridacchiando con la voce roca.

Mi scappò da ridere. Jacob era veramente molto più umano di quanto volesse ammettere, pensai.

Ecco un altra cosa che t'invidio Jacob. Io questo non posso farlo” dissi serio “Anche se più di una volta mi sarebbe piaciuto” finii amaro ripensando a quante volte i miei occhi avevano punto e avevano desiderato piangere.

Ha ragione Jacob… adesso basta. Finiscila. Mi devi portare a caccia Edward me l'hai promesso. Abbiamo una cerimonia da concludere.” mi ricordò Bella ridacchiando dello sguardo stupito degli altri mentre dava una manata a Jacob sul petto nudo. “E tu vatti a mettere una maglietta.” lo sgridò bonariamente mentre mi prendeva per un braccio e mi trascinava lontano... nel bosco dopo aver fatto segno ad Alice di chiudere gli occhi.



Bella


Eravamo entrambi affamati e come fummo nel bosco ci abbandonammo all'istinto. Non stavamo molto vicini, il nostro essere vampiro reclamava una preda e non volevamo correre il rischio di ringhiarci a vicenda.

Avevo sete, tantissima sete ma rimasi leggermente indietro per vederlo muoversi e cacciare.

Era uno spettacolo vederlo così vampiro, così abbandonato all'istinto. Si muoveva agile e veloce annusando e muovendo appena la testa per sentire la scia lasciata dalle nostre prede.

Sospirai, allontanando da me i pensieri decisamente poco casti che mi stavano distraendo... dovevo cercarmi una preda.

Iniziai ad annusare anch'io quando lo vidi scattare deciso addosso a un grosso alce. Per un attimo l'istinto mi spinse verso di lui, avevo sete e l'odore del sangue era nell'aria.

Cercai di trattenermi. Il vampiro non mi avrebbe certo lasciato la preda facilmente. Se fosse stato sazio sarebbe riuscito a stare in disparte, ma potevo vedere la sua fame e sentire il suo istinto libero.

I vampiri non cacciano mai per un altro vampiro e non mollano mai la loro preda.

Mi girai per allontanarmi quando mi sentii chiamare con la voce incerta “Bella?”


Edward


Avevo sete. Molta sete e mi abbandonai subito all'istinto. Non ci misi molto a individuare un alce che era rimasto isolato dal branco. In un attimo gli fui addosso e affondai i denti nel suo collo per saziarmi del suo sangue e spegnere il bruciare della gola che era diventato quasi insopportabile.

Quando il primo sorso mi macchiò le labbra, avvertii un fruscio e d'istinto mi voltai per reclamare la mia preda pronto ad emettere un sordo ringhio d'avvertimento, ma i miei occhi si posarono su Bella che si stava allontanando. Ed in un attimo il mio istinto fu messo a tacere da qualcosa di più profondo.

Il ricordo di quando avevo ucciso e offerto la preda a Rebecca m' invase prepotente. Certo la situazione era diversa... lì mentre lei si cibava io stavo facendo altrettanto sull'altra vittima ma volevo dimostrare ancora una volta a Bella quanto l'amassi e quanto avessi imparato a imbrigliare il Vampiro. Così la chiamai e veloce saltai su un ramo basso poco distante. Il vampiro le stava offrendo la sua preda.

Un dono raro e prezioso per la nostra specie.


Bella


Mi voltai e lo vidi allontanarsi e salire su un ramo. Si fermò lì a sorridermi beato. Abbassai gli occhi e vidi il rivolino di sangue uscire dalla ferita appena aperta. Aveva cacciato per me e mi stava offrendo la sua preda malgrado fosse affamato.

Alzai gli occhi e lo guardai allibita. Non l'aveva mai fatto.

Mai aveva cacciato per me!

Veloce mi avvicinai a lui e gli allungai la mano. Lui mi guardava interrogativo... non aveva capito. Gli sorrisi e presi la sua. Per fortuna non era andato tanto lontano e non era salito in alto pensai mentre lo facevo scendere e lo conducevo vicino a quello che sarebbe diventato il nostro banchetto nunziale.

Insieme senza lasciare le mani, e senza distogliere gli occhi l'uno dall'altro ci chinammo sull'animale e dividemmo il nostro pasto.

Ecco ora il matrimonio di Volterra era completo!!!.


Edward


La vidi avvicinarsi e tendermi la mano. Non capivo cosa volesse. Le avevo offerto la preda e sapevo che aveva sete. Perché non era corsa a cibarsi??

Lei strinse la mia mano e mi costrinse a seguirla. Io non riuscivo a levare i miei occhi dai suoi. Mi sorrideva e lentamente mi portò vicino all'alce poi sempre senza lasciarmi la mano si chinò sul suo collo. Gli occhi incatenati nei suoi, la mia mano stretta nella sua appoggiai la bocca a pochi centimetri dalla sua e insieme ci saziammo.

E bevendo così lo stesso sangue sancimmo ufficialmente il patto d'amore suggellato dai miei Signori di Volterra.




Cacciammo solamente. Entrambi avevamo voglia di ritrovarci di unire le nostre anime e i nostri corpi ma volevamo farlo con calma e nel modo giusto. Così dopo esserci rifocillati e scambiati un lungo bacio con le bocche ancora impregnate del sangue condiviso tornammo a casa dalla nostra famiglia.

La serata la passammo con loro raccontando le nostre avventure e i cambiamenti di Volterra.

E' una fortuna che sul trono ci siano loro. Volterra è fondamentale per la nostra razza. Ed è un bene che finalmente abbia ripreso il suo ruolo originario e che abbia la forza di difenderlo” fu il commento di Jasper “Se non ci fosse un governo forte ci troveremmo fra uno scontro di casate. Molti fra la nostra razza aspirano al potere .”

Ci trovammo tutti pienamente d'accordo e finalmente decidemmo che era l'ora di ritirarci nelle nostre stanze.

Edward, Bella potete venire nel mio studio un attimo?” ci chiese Carlisle.

Non potevamo certo dirgli di no e incuriositi lo seguimmo assieme ad Esme che silenziosa si accodò a noi.

Una strana elettricità pervadeva l'aria, mentre incuriositi e leggermente preoccupati seguivamo i nostri genitori chiedendoci il perché ci avessero convocato nello studio.

Infatti entrambi avevano rivolto i propri pensieri alla serata appena trascorsa celandomi così i loro propositi.

Qui trovate tutte le mie FF

http://lestoriedipulla.blogspot.it/

E qui "In nome di Qhuinn" l'ultima relativa ai Confratelli del Pugnale Nero già completata

http://innomediqhuinn.blogspot.it/

Ritorna all'indice


Capitolo 45
*** Una nuova famiglia ***


Ciao eccomi  con l'ultimo capitolo.  Ma mi raccomando non scappate perchè c'è ancora l'epilogo.  
Un bacio immenso a tutte commentanti e non.  


Capitolo 43 Una nuova famiglia



Esme


Ero finalmente felice. I nostri due ragazzi erano tornati a casa ed Edward era finalmente libero dai vincoli di Volterra.

Mancava solo una cosa.

E con Carlisle decidemmo che era meglio parlargli nello studio, in privato.

Così li convocò ed io li seguii.

Ero emozionata e felice. Il mio Edward era ritornato quello di una volta e il suo sorriso era contagioso. Jasper si era ritirato con Alice e immaginavo come avrebbe sfogato la felicità che aveva immagazzinato tutta la giornata.

Sapevo anche che Edward e Bella avevano voglia di stare da soli a coccolarsi ma prima dovevamo risolvere questa faccenda.


Bella


Mi domandavo cosa mai potessero volere i nostri genitori e sentivo che anche Edward era in leggera tensione.

Quando entrammo Esme chiuse la porta alle nostre spalle e si andò a mettere a fianco a Carlisle.

In piedi di fronte a loro trattenni il fiato mentre Carlisle tirava fuori dalla scrivania una scatolina di velluto.

Edward sono felice che tu sia tornato e finalmente capito quale è il tuo posto. Sei un Cullen e noi siamo fieri di essere i tuoi genitori ma... adesso sei anche qualcosa di diverso. Quello che è successo in questi anni non lo potrai mai cancellare e dovrai imparare a conviverci ed è per questo che ti ho fatto fare questo per te.”

E con un sorriso gli passò la scatoletta di velluto blu.

Edward lo guardava stringendo gli occhi, mentre io coprivo con il mio scudo le loro menti. “Bella hai lo scudo alzato” mi disse stupito.

Credo vogliano farti una sorpresa... e non è carino rovinargliela” gli dissi alzando le spalle.

Grazie Bella” mi disse Esme con un gran sorriso mentre Carlisle lo invitava ad aprire la scatola.

Edward aprì il pacchettino e sulla sua mano scivolò un bracciale di cuoio con sopra infisso uno scudetto d'argento.

Il mio bracciale” disse felice sorridendo ai suoi genitori.

Non proprio” lo corresse Carlisle “Se noti al tuo ho fatto aggiungere un particolare” commentò con uno strano sorriso compiaciuto che mai avevo visto fare a mio suocero.

Incuriosita mi avvicinai sbirciando sopra la spalla di Edward mentre lui lo scrutava enigmatico. Poi capii a cosa si riferisse Carlisle.

La mano simbolo della pace era racchiusa in un sole.

Ecco questo sei tu Edward e d'ora in poi sarà il simbolo della tua famiglia. Il sole rappresenta la tua forza. Hai allontanato le nuvole dal tuo cuore portando la pace a Volterra” e senza una parola Esme mi passò una scatolina uguale alla sua. “Questo è per te Bella. Tu sei la sua famiglia” e con stupore all'interno vi trovai un medaglione con lo stesso stemma di Edward “Oltre che a essere il suo sole e la sua forza” concluse Carlisle.


Li guardammo emozionati. Era un regalo meraviglioso ma che soprattutto sanciva il nostro essere famiglia e il nostro appartenerci.

Grazie “ mormorammo assieme riconoscenti e felici.



Era stata una giornata lunghissima e piena di emozioni. L'indomani avremmo dato un bracciale identico a Jacob e un medaglione con il nuovo stemma a Renesmee.

Una costola della famiglia Cullen aveva iniziato a camminare con le proprie gambe forte dell'amore che l'univa e delle traversie che insieme aveva superato.

Adesso avevo voglia solo di stare con lui, da troppo tempo mi mancavano le sue carezze e i suoi baci ed io non ne sarei mai stata sazia.


Come chiuse la porta della camera mi fiondai fra le sue braccia e iniziai ad aprirgli la camicia. Era ancora quella della divisa ma non mi dava più così fastidio come prima.

Anche lui iniziò a spogliarmi teneramente. Volevamo gustarci ogni minuto, ogni attimo. Fare con calma, senza fretta, beandoci delle sensazioni che i nostri corpi ci donavano a quei contatti leggeri.

Gli sfilai la camicia e iniziai ad accarezzargli il petto.

Il medaglione brillò un attimo sotto i raggi della luna che entravano dalla finestra facendo brillare la nostra pelle diafana.

Adesso lo levo” mi disse sulle labbra portandosi le mani sulla nuca per aprire la chiusura.

No Edward. Lascialo” gli dissi.

Lui mi guardò esterrefatto “Ma...” fece per protestare ed io gli sorrisi e portai due dita sulle sue labbra per silenziarlo

Vedi fin dall'inizio abbiamo tutti fatto un errore. 
Pensavamo di dover cancellare Volterra dalla nostra vita. 
Quando stavi qua ti levavi il medaglione, quando eri là ti levavi il bracciale. 
Come se tu fossi due persone distinte e nettamente separate. 
Ma è sbagliato! 
Ha ragione Carlisle, non si può tornare indietro e che tu lo voglia o meno sei diventato anche una Guardia e dobbiamo imparare convivere con questa realtà. Ormai fa parte di te...è te. Ma vedi come il sole e le nuvole convivono assieme nel cielo, tu Edward Cullen sei anche un Capitano di Volterra e insieme impareremo a convivere con questa realtà.”

Lui mi guardava con gli occhi sgranati ma poi abbassò la testa “Hai ragione Bella... come sempre. Sono Edward Cullen Guardia di Volterra oltre ad essere il vampiro più fortunato di questo mondo” e detto ciò appoggiò le sue labbra sulle mie e mi portò con lui in un altra dimensione dove il tempo non scorreva e l'amore era l'unica cosa che importava.


E ancora una volta i miei occhi si persero sul suo fisico perfetto e la mia anima esultò assieme alla sua.

Perché io sono sicura, malgrado lui continui a negarlo, che nell'alto dei cieli il Signore del Mondo ci sta guardando con un sorriso e ci sta benedicendo, perché l'amore vince e trionfa su tutto e le nostre anime unite sono al sicuro lassù, nelle sue mani, ad aspettare i nostri corpi.


Qui trovate tutte le mie FF

http://lestoriedipulla.blogspot.it/

E qui "In nome di Qhuinn" l'ultima relativa ai Confratelli del Pugnale Nero già completata

http://innomediqhuinn.blogspot.it/


Ritorna all'indice


Capitolo 46
*** Epilogo del cuore ***


Ebbene si è giunta l'ora di salutarci e di salutare Edward,  Bella, la famiglia Cullen e Volterra.  Come tutte le belle cose anche questa avventura è giunta al termine e non poteva essere diversamente.  

Vi confesso che sono emozionata e grata a tutte voi che mi avete seguito per così tanto tempo e così tanto affetto. Vi ringrazio tantissimo, sono veramente commossa.  

Se ne avete voglia martedì trovere il Backstage anche di questa storia, e potrete levarvi qualche curiosità!!

E se vi piace come scrivo vi ricordo che sto postando anche "Il destino di una famiglia" che molte di voi stanno già leggendo e ...  

Ritornerò ad Aprile con una storia  nuova totalmente diversa ma anche quella già conclusa e ancora  ambientata nel mondo di Tw.  

Spero di ritrovarvi ancora tutte altrimenti vi abbaraccio qua e vi mando un bacio grossissimo. ♥ ♥ 

GRAZIEEEEE  grazie veramente di essere giunte qua e grazie a chi ha commentato.  

Siete state delle lettrici stupende x sopportarmi e sopportare tutte le disavventre che ho inflitto ai personaggi!!!!!!!!!


GRAZIEEEEEE  ANCORA !!!!!  ♥ ♥ ♥ ♥ 

Epilogo


Edward


Erano passati tre mesi dal nostro ritorno a casa e la nostra vita aveva ripreso a scorrere regolarmente e felicemente come se nulla fosse successo. Avevamo potuto iniziare finalmente il nostro per sempre.


Le paure e le ansie di questi lunghi anni erano sparite come nuvole al sole e solo il medaglione al mio collo ricordava quello che era successo.


Era pomeriggio tardi e presto il sole sarebbe calato dietro le montagne.

Gli ultimi raggi del sole brillavano sulla nostra pelle mentre io e Bella stavamo sdraiati sul prato davanti a casa a coccolarci.


Avrei potuto stare così ancora per ore quando un pensiero entrò con forza nella mia mente. Esso urlava ed io mi tirai su a sedere con gli occhi sbarrati.


Renesmee stava venendo verso di noi con un sorriso radioso sulle labbra ed io mi alzai in piedi rapidamente.

Che c'è Edward?? Dove stai andando?” mi chiese Bella stupita dalla mia reazione.

Credo che Renesmee voglia parlare da sola con te” le dissi sorridendole.

Ciao piccola mia... a dopo” sussurrai a quella che sarebbe rimasta per sempre la mia bambina e veloce mi allontanai.



Rapido raggiunsi la grande quercia che sovrastava il giardino e mi arrampicai fra i suoi rami.

Lì con il vento che sfiorava il mio viso mi misi a guardare l'orizzonte seduto comodamente fra le sue fronde accoglienti.

Quella era l'unica abitudine che mi ero portata dietro da Volterra.

Quando volevo stare solo o avevo bisogno di pensare mi arrampicavo fra quei rami annusando l'odore di bosco che il vento portava con se.

Era un modo semplice per sentirmi libero mentre la mia mente vagava serena.

Il mio sguardo si abbassò verso le due donne che amavo profondamente, e un sorriso beato spuntò sulle mie labbra, sapevo di cosa stavano parlando ... lo avevo letto nella mente di Nessi.


Un dolce profumo mi colpì e girando appena la testa sorrisi a mio padre che mi aveva raggiunto .


Eccoti qua. Volevo parlarti Edward” mi disse sedendosi sul ramo al mio fianco.

Annui appena invitandolo a proseguire con la testa mentre i miei occhi non si staccavano da loro.

Carlisle mi sorrise chiedendosi cosa stava succedendo poi tirò un sospiro e iniziò a parlarmi “Vedi Edward è da quando sei tornato che volevo dirtelo” iniziò con la voce insicura e nello stesso tempo solenne.

Mi girai a guardarlo non riuscivo a capire i suoi pensieri, erano ingarbugliati e in qualche modo strani. Ero stupito e curioso di sapere cosa mai gli stesse girando per la mente.

Quando ti ho trasformato ti ho condannato ad essere un ragazzo per sempre” continuò andando a toccare un tasto per me doloroso.

Ne ero consapevole. E tanti errori non li avrei commessi se fossi stato un uomo, ma ero un ragazzo, un eterno ragazzo destinato a non crescere mai. 

“Ma vedi sei riuscito a cambiare, a crescere, sei finalmente diventato un uomo” concluse sorridendomi beato.

Lo guardai stupito, continuavo a non capire.

Non mi credi vero?” mi chiese inclinando la testa e studiando la mia espressione che indicava il mio stupore e incredulità per le sue parole.

Gli sorrisi e scossi la testa, “No” dissi semplicemente.

Lo sai cosa distingue un ragazzo da un uomo?” mi chiese passandomi un braccio intorno alle spalle con fare protettivo e dolce.

La barba?” gli chiesi ironico sorridendogli a mia volta. Non avevo proprio idea di quello di cui stesse parlando.

Lui si mise a ridere “In questo caso metà della popolazione della terra non invecchierebbe mai” sorrise dandomi un buffetto sulla testa “No Edward.” proseguì riprendendo il tono serio “E' che gli uomini adulti sono capaci di non pensare solo a se stessi ma sono in grado di pensare agli altri, di prendersi delle responsabilità all'interno della comunità. E tu a Volterra hai fatto questo. Ti sei caricato sulle spalle il peso di condurre le Guardie in battaglia, di occuparti di loro e di guidarle nel cambiare Volterra. E lì hai compiuto la tua trasformazione. Hai sofferto per ottenere questo ma solo tramite la tua sofferenza sei potuto maturare. Solo tramite la sofferenza hai conquistato il loro rispetto e ti sei elevato al di sopra di loro. Adesso nei tuoi occhi c'è una sicurezza che prima non c'era ... ora finalmente sei diventato uomo.

Ora finalmente sei cosciente che in ognuno di noi non esiste il bianco o il nero ma solo il grigio.

Ora finalmente hai capito cosa sei e quale è il tuo posto e hai trovato te stesso e la tua pace” terminò facendomi una carezza sulla testa.


Un silenzio carico di aspettativa scese fra di noi mentre stavo assorbendo e valutando le sue parole.

Poi con un sorriso beato sul volto tirai un sospiro e gli dissi guardando Bella e Nessi teneramente abbracciate. “Era ora ... visto che sto per diventare nonno”

Lui si voltò a guardarmi con la bocca spalancata “Nessi ...” non concluse la frase.

Si. Aspetta un bambino da Jacob. Lo ha appena detto a sua mamma” gli spiegai raggiante indicandole.

Ma è meraviglioso!!! Diventerò bis-nonno. Devo dirlo subito ad Esme” disse precipitandosi di sotto.


Nessi !!!” l'urlo di Alice ruppe la quiete del pomeriggio, la nostra veggente doveva aver visto il lieto annuncio.

Con un sorriso mi accinsi a scendere dovevo andare ad abbracciare la mia bambina. Le avevo lasciato la gioia di comunicarlo alla madre da sola ma adesso dovevo andare a farle i miei complimenti.

Sarei diventato nonno.


E un sorriso raggiante si apri sul mio volto mentre ripensavo alle parole di mio padre.

In qualche modo ero cresciuto, ero diventato un uomo e Volterra aveva operato questo miracolo.

Tutta la sofferenza patita non era stata vana.

Aveva ragione me lo sentivo nel cuore, me ne accorgevo da come avevo finalmente accettato me stesso, il mio essere vampiro e il mondo intorno a me e di come ero diventato consapevole delle mie capacità e della mia forza.

E quando scesi per terra e alzai gli occhi al cielo e vidi le nuvole grigie ricoprire il sole, sorrisi felice.

Sapevo che presto il sole sarebbe uscito allontanando le nuvole in un alternanza infinita.

Temporale e sereno si scontravano e lottavano perennemente ma nessuno dei due avrebbe mai vinto perché entrambi convivevano nel cielo così come nel mio cuore convivevano finalmente in pace l' uomo e il vampiro.


Le Nuvole e il sole, il bianco e il nero, il bene e il male, l'uomo e il vampiro ... la battaglia infinita della vita che non si sarebbe mai fermata e avrebbe proseguito indisturbata ed eterna per sempre anche oltre la mia vita … ma ora finalmente avevo capito ed ero pronto ad accettarmi per quello che ero, per quello che avevo fatto e a combattere per me stesso e per chi amavo senza più paura e cosciente della mia forza e delle mie debolezze.


Il vampiro dagli occhi gialli Edward Cullen, Capitano dei Volturi.



Fine? No la storia continua...



Centinaia di anni dopo...


Stai scherzando, giusto? Non può essere vero! Mi hanno detto che è solo una leggenda la storia che si tramanda qui a Volterra sul Vampiro dagli Occhi Gialli” affermò stupita la neonata Solange al suo istruttore.

Già qualcuno ormai la definisce leggenda ma ti posso assicurare che questa è una storia vera. Quel vampiro capace di conquistare il cuore di tutti è esistito veramente... ed io ...ero suo amico” e nella voce incrinata dall'emozione di Ilmi c'era un orgoglio mai sentito prima.


Leggenda veniva ormai definita la storia di Edward … ma i vecchi della razza sapevano che quella non era fantasia ma realtà.


Lui infatti non solo era esistito realmente ma, malgrado non avesse più rimesso piede a Volterra, stava continuando a vivere la sua immortalità come aveva sempre desiderato, fra gli uomini , circondato dalla sua famiglia e dalla donna che amava teneramente.


E come tutti i grandi eventi, la sua storia, la storia del Vampiro Triste dagli occhi Gialli, era stata tramandata nel tempo, poiché la sua venuta aveva segnato un capitolo triste e grandioso nella storia della potente Volterra e in quella di tutta la razza dei vampiri.


FINE de “La trilogia delle Nuvole” di Pulla


Grazie a tutti per essere arrivati fin qua

Ps: Vi aspetto con il Backstage .  A Martedì ♥♥

Ritorna all'indice


Capitolo 47
*** Backstage - il cuore fra le nuvole e il sole ***


Vi lascio in compagnia del backstage, l'ultimo atto di questa trilogia ... (lacrima di commozione)

La trilogia delle Nuvole


Backstage 
“Il cuore fra le Nuvole ed il Sole”



Ciao a tutte. Innanzitutto grazie per essere arrivate fin qua, grazie per non essere scappate e aver resistito insieme ad Edward.


Quando ho iniziato a scrivere non credevo che la mia storia potesse piacere a qualcuno e se questa trilogia è nata è grazie a voi che state leggendo in questo momento con un infinita pazienza.


Ci sono tante cose da dire...


Penso che sia corretto innanzitutto dirvi che “Il sole dietro alle nuvole” non doveva essere l'inizio di una trilogia ma come tutti racconti avevo lasciato una porta aperta chiedendomi se mai nessuno avrebbe letto la mia storia.

L'incoraggiamento determinante delle prime lettrici, l'entusiasmo di chi si è aggiunto dopo mi ha dato la voglia di continuare... di portare questa storia alla fine che avevo immaginato.




E inizia quindi l'ultima FF dolce e amara e se siete giunte fino a qua vi è evidentemente piaciuta.

Diverse persone si sono rifiutate di leggere la trilogia o si sono fermate ai primi capitoli “del sole”, ritenendo la storia troppo dura e non avendo il coraggio di vedere soffrire Edward come ho fatto... altre invece si sono fermate a metà della seconda per il medesimo motivo, altre ancora stanno aspettando la fine per iniziarla dopo aver avuto la certezza che ci sia il lieto fine … e quindi ancora un grazie e un applauso a voi, che siete state forti, determinate e coraggiose.


Ho voluto creare un percorso evolutivo, un qualcosa che spingesse i personaggi a cambiare.

Più di una volta mi sono trovata scritta “non è l'Edward che conoscevamo” oppure “Il tuo Edward è diverso da quello della zietta”...ed io ne sono stata molto contenta perché le FF partono da quell' Edward per arrivare ad un altro. Il cambiamento è stato fatto apposta.

La frase finale sulla crescita detta da Carlisle non è messa lì a caso. Edward è cambiato a Volterra e soprattutto ha fatto cambiare Volterra.

Questa è la morale della storia, per amore e attraverso la sofferenza si cambia, si cresce e si capiscono tante cose.

Si cresce quando finalmente ci si rende conto che non esiste il bene assoluto o il male assoluto ma che siamo un insieme di queste cose e tocca a noi riuscire a conviverci il meglio possibile, e quando si smette di pensare a se stessi ma ci si prende delle responsabilità nei confronti degli altri. Almeno questo è il mio pensiero.


Se ricordate all'inizio della trilogia quando è arrivato, Edward, era visto dalle guardie con diffidenza e scherno. Lo chiamavano Tarzan o il Vampiro Triste. Lo guardavano stupiti dai suoi occhi e dalle sue abitudini e non lo rispettavano.

Nelle Nuvole lui ha iniziato ad acquistare il rispetto delle Guardie e soprattutto quello di Demetri e Felix che sono in debito con lui.

Piano piano si fa conoscere e la sua gentilezza, il suo rispetto verso gli altri, il suo essere timido e indifeso, l'amore verso ciò che crede, la sua umiltà e lealtà, faranno si che le Guardie imparino a conoscerlo e a rispettarlo.

Lui nelle Nuvole diventa uno di loro, spezza la diffidenza che lo divide dalle Guardie, si fa ferire per difendere i suoi Signori, impara a combattere e cerca di salvare le Guardie sugli Urali contestando il piano assurdo di Jane.

Nei primi capitoli “del Cuore” in cui lui è a Volterra, lo vediamo interagire con loro, solidificare i rapporti con le Guardie e muoversi sicuro e rispettato fra di loro e non solo per il grado che ha ottenuto, ma perché lui è ormai uno di loro… è stato accettato, e lui stesso inizia a pensare e a comportarsi come una Guardia.

Le barriere costruite in anni di pregiudizi cadono... come si fa ad odiare ciò che si conosce e si rispetta?

Il combattere un nemico comune, l'aiutarsi è quello che fa crollare definitivamente il muro di ostilità, perché la conoscenza è la base di qualsiasi rapporto.


E' per questo che le Guardie si ribellano ad Aro. Riconoscono nelle sue parole la verità. Lui riesce a spezzare il velo che copriva i loro occhi e a metterle di fronte alla falsità di Aro e alla sua avidità. Nel momento in cui Aro si rifiuta di difendere i Cullen, che avevano rischiato la propria vita per le Guardie e che sono vampiri proprio come loro ( Edward ne è la prova vivente) rompe di fatto il giuramento con il quale le teneva in pugno causandone la ribellione.

Edw è solo la goccia che fa traboccare il vaso, è le forbici che tagliano la benda sugli occhi.

E l'amore, il rispetto e la devozione che le Guardie provano per quel vampiro così diverso eppure così simile, dal cuore puro, dolce e leale è la scintilla che provoca l'esplosione.


Non credo in quelle storie che fanno rivoltare le Guardie così per motivi futili, volevo che ci fosse un motivo ben preciso, volevo che le Guardie si rivoltassero per proteggerlo... per proteggere uno di loro, uno che hanno imparato a rispettare e capire. E' per questo che Edward ha contatti con tutti nei primi capitoli ( che potevano sembrare noiosi), per farvi notare come sia diventato uno di loro, come sia ormai capito e accettato perché tutti per un motivo o per l'altro sono conquistati da lui, affascinati dalla sua personalità così insolita per loro.



La seconda parte della storia è stata ispirata da “Il signore degli anelli” (ormai credo che l'abbiate capito che sono una fanatica) quando tutto è ormai risolto ma i problemi non finiscono e si resta con la suspance a guardare cosa succede intorno a noi e come le cose si sistemeranno.

Gli viene chiesto di essere un signore di Volterra ma lui rifiuta : la sua libertà è troppo importante come la sua famiglia per accettare quel ruolo.

E sempre da lì ho preso l'idea del dover aspettare in ansia un avvenimento che altro poi si rivela il matrimonio fra Demetri e Rebecca.

Una volta tanto vi ho tenuto sulle spine per un lieto evento.


E veniamo a Rebecca.


Lei è innamorata di Edward o perlomeno crede di esserlo. Lei liberando Edward ha attirato l'attenzione di Demetri (nell'introduzione spoiler) il quale imparando a stimarla per il suo gesto s'innamora.

La sua punizione non viene mai descritta perché efferata (costretta a essere simbionte di qualcuno che abuserà di lei approfittando del legame) e durante la sua guarigione Demetri si dichiara.

Quando Edw arriva a Volterra lei è già la compagna di Demetri e allontana Edward cercando di non ferirlo e di fargli capire che è innamorato di un ombra e un pensiero (frase tratta dal Signore degli Anelli) senza però dirgli nulla per paura della sua reazione. Per questo vuole seguirlo in battaglia e gli fa promettere di proteggere le Guardie... lei voleva proteggere Demetri oltre ad Edward ed è per questo che Demetri non la vuole con se.

Felix invece sa tutto e osserva costantemente divertito la situazione che si è venuta a creare.


Spero che il chiarimento tra Bella e Rebecca vi sia piaciuto mi è venuto in mente prendendo spunto da “Mondo senza fine” quando alla fine 2 rivali in amore si chiariscono finalmente mettendo da parte la loro gelosia, per il bene dell'uomo che amano.


Adoravo l'idea di inventare anche il matrimonio di Rebecca e di far sposare Edward secondo i riti di Volterra che per forza di cose dovevano essere diversi dai normali matrimoni. La cerimonia mi è servita per suggellare la loro unione di fronte anche alle Guardie e per fargli indossare nuovamente quella vera che mi era rimasta sul gargarozzo.

Ho odiato Edward profondamente quando restituisce la vera a Bella ma era un atto dovuto. Lui di fatto , in quell'occasione, si spoglia di tutti i simboli (bracciale e vera) che in qualche modo fanno di lui un Cullen.


Carlisle dona poi un bracciale simile al suo ad Edward, perché ne riconosce l'autonomia e la crescita.

Gli equilibri sono stati di fatto spostati perché Edward è maturato e non è più il bambino di casa. Le sue scelte e le sue abilità ne hanno fatto un uomo come dice nell'epilogo.


L'epilogo riassume quindi l'intera morale della trilogia mentre il raccontino dopo la fine mette in risalto come le grandi gesta tendano a trasformarsi in leggende e come Volterra sia rimasta legata e ammirata da lui.

Ciò che ha fatto non è stata una meteora ma ha lasciato il segno nei cuori dei volturi.


Ma facciamo un passo indietro. All'inizio della storia.


Il matrimonio di Jacob.

Quanto ho odiato questo evento che però era inevitabile. Visto la tempistica era normale che ci fosse tra i piedi ma non volevo che lui diventasse il centro dell'attenzione con descrizioni particolari di vestiti, cerimonia e quant'altro comportasse l'evento.

Non volevo perdere interi capitoli dietro al matrimonio facendovi dimenticare il tema principale, rallentando così la storia che per me era già fin troppo lenta.

L'ho così inglobato in un momento particolare della storia, sfruttando un occasione leggera per farla diventare frutto di tensione. Devo confessare che mi sono un po' odiata per questo... e ho odiato Edward che di fatto rovina il momento a tutta la famiglia con la sua decisione di partire.


Lui all'inizio è confuso, ama Bella ma sa che manca qualcosa da parte sua e non gli dice mai a Bella che l'ama, glissa (preso da Ghost) e fa finta di niente perché si sente legato a Rebecca senza capire il perché e non vuole mentirle.

Il legame fisico con Rebecca nasce subito dall'idea dell'abitudine ma non era un qualcosa che si potesse protrarre, vi immaginate Edward a Volterra dare la mano a Demetri??? Ecco quindi che nasce l'idea della sacca di veleno …un qualcosa dalla quale può guarire e muoversi tranquillamente.


E veniamo all'altro personaggio principale Jasper.

Inutile dire che ci voleva un qualcuno che andasse a Volterra e chi meglio di lui avrebbe potuto presentarsi ai Signori di Volterra??

La sua fierezza, il suo essere combattente lo facevano il protagonista ideale. E la mia dolce figliola innamorata di lui ha fatto il resto.


In quanto ad Aro.

Lui sperava che Edward tornasse, si era accorto di aver lasciato una traccia nell'animo di Edward, sapeva di aver risvegliato il vampiro e quando lo vede esulta convinto di aver vinto, del tutto all'oscuro della parte avuta da Rebecca.

La richiesta di Edward di poter tornare a casa lo lascia di stucco, ma è pronto a combattere per lavorarselo ancora, convinto che prima o poi riuscirà a farlo cedere del tutto.

La comparsa di Jasper e le notizie che porta lo fanno esultare. I Cullen o verranno distrutti eliminando la minaccia implicita che sono, oppure verranno a Volterra sotto la sua “protezione”. E per questo che non invia le guardie tradendo il giuramento che recita “l'impegno a proteggere la razza in ogni parte del mondo” e dimenticandosi che i Cullen sono vampiri come gli altri ed Edward lo ha dimostrato.

E questo sarà l'errore che lo porterà alla morte.


Renata infatti fa la sua scelta come le Guardie e salva l'unico che si comportava da uomo giusto spinta dal rapporto che si scoprirà avere con Felix.


Carlisle ed Esme sono questa volta in secondo piano, malgrado alcuni passaggi siano nuovamente dedicati a loro che adoro particolarmente. Sappiamo tutti cosa provano per Bella ed Edward ed era giusto che lasciassero il posto finalmente alla nostra Bella che avevo trascurato nelle FF precedenti.


E veniamo a lei.


Sicuramente all'inizio vi avrà fatto arrabbiare. Si è dimostrata ceca ai problemi di Edward e debole per non aver combattuto per difendere il suo uomo.

Ma vedete mi sono divertita a girare la storia che noi tutti conosciamo bene... la sua altro non è che lo specchio di quella di Edward nella saga.

Come Edward per amore avrebbe lasciato libera Bella di andare con Jacob così lei lo lascia libero di andare da Rebecca pensando che lui sia felice.

E nello stesso tempo medita il suicidio quando si accorge che lui non torna da lei presto. A salvarla sarà il forte legame con Alice e il suo amore di mamma.

Amore è libertà spiega a Nessi …

E infine la FF gira ancora in un qualcosa d'insolito dove vediamo Bella torturata dalla gelosia e un Edward che fa di tutto per farsi perdonare e donarle sicurezza. Ma ancora una volta sarà Rebecca l'ago della bilancia. Sarà lei a dare la certezza a Bella di essere la sola nel cuore di Edward.

Mentre vedremo Bella tenere testa a Marcus ed essere il pilastro di Edward. Finalmente tirerà fuori gli artigli e si prenderà la sua fetta di gloria.



Ci sarebbero altre cose da dire ma non vorrei stufarvi più di tanto... e ringraziandovi ancora una volta per la pazienza che avete avuto non posso non ringraziare ancora una volta la nostra Lou che non solo mi ha sopportato creandomi la copertina ma mi ha anche spinto (praticamente costretto) a postare “Il sole” su Efp dimostrando di credere molto nella mia storia con un entusiasmo tutto suo.

E con tutta franchezza devo anche ammettere che un ruolo importantissimo ha avuto la mia dolce figliola che non solo mi sopporta come madre ma interagisce con me come scrittrice, dandomi idee e suggerimenti e facendo da cavia sui miei capitoli. Poverina...


Un ultimissima cosa. I titoli!

Come avrete capito il sole è rappresentato da Edward. Il suo essere dolce e “solare”.

Nella prima lui viene coperto dalle nuvole “Il sole dietro alle nuvole” , in quanto viene rapito.

Nella seconda “Le nuvole di Volterra” le nuvole ricoprono il suo cuore, lui diviene una Guardia.

Nel terzo “Il cuore fra le nuvole e il sole” c'è la scelta definitiva che poi si rivelerà non essere una scelta perché ormai è impossibile scegliere ma un comprendere che si può essere entrambi....




Ebbene si sono proprio giunta alla fine de “La Trilogia delle Nuvole” ... e quindi con un bacione a tutte e una valanga di lacrime e di commozione non mi resta che dirvi GRAZIE !!!!!!!!!!


Purtroppo devo mettere fine alla storia perché è giusto che sia così, perché le cose belle prima o poi devono finire per non stufare.

Sono legatissima alla trilogia e rimarrà nel mio cuore per sempre, insieme ai vostri commenti che terrò nella memoria ( oltre che nelle pagine stampate) perché mi hanno dato una soddisfazione, un orgoglio e una sicurezza che mai mi sarei aspettata e che rimarrà per sempre con me. Spero un giorno di poter raccontare ai miei nipotini di come la loro nonna abbia passato un momento magico nella vita.... grazie a voi.




Un bacione ancora a tutte!!!!!!!!!!!!!! Grazieeeeeeeee !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!


Ps: se vi piace come scrivo preparatevi perché sta per iniziare un altra avventura completamente diversa ma anch'essa già finita e pronta da postare.

Vi aspetto con BENVENUTI A VOLTERRA una storia molto particolare.


Pss: Vi ricordo che tutte le mie storie (soprattutto quelle che nn posterò su efp) possono anche essere lette nel MIO ANGOLINO .

Vi aspetto...


Un bacio a e un abbraccio virtuale a tutte... a presto!!

Vs Pulla  alias   Luisa




Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1300469