A voi, che ci siete sempre...

di GloriaHugo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.PAZZE DOMENICHE ***
Capitolo 2: *** 2.DONNA DI BOSCO CHE DAI LA VITA ***
Capitolo 3: *** 3.CIAO, NONNO ***



Capitolo 1
*** 1.PAZZE DOMENICHE ***


PAZZE DOMENICHE

<< Giochiamo alla wii? >>

Si leva un indistinto grugnito dalla curva maschile (che costituisce il novanta per cento dei miei parenti). I discendenti di Tarzan propongono un gioco che mi pare si chiami Assassin’s Creed. Se non ci avete mai giocato, meglio per voi. Quel coso rincoglionisce. Piuttosto guardatevi Il mondo di Patty. Anzi no, nemmeno quello; la felicità non esiste. Si, questa è una di quelle domeniche che io chiamo ”di depressione“.
<< Hai Mario Kart? Lo sai che mi piace solo quello. >> dico.
<< Davvero? >>
Piacere, sono Nicola e ho un quoziente intellettivo minore allo zero per cento.
Mi do una manata in fronte: la stupidità di mio cugino mi lascia sempre perplessa.
Lui si alza rumorosamente dalla sedia, un metro e ottantacinque di ossa si avviano fluttuando a prendere il gioco (perché Nicola, quando cammina, sembra un personaggio dei cartoni animati schiacciato da un muro crollato).
Mi alzò in piedi urlando << Sì, Gloria regna!!!! >>; uno sguardo che mi piacerebbe definire truce, ma che in realtà arriva dall’oltretomba, mi viene indirizzato da Giovanni.
Quattrocchi: << Se non l’hai capito, non ti abbiamo accontentato. >>
Io: << Senti, Quattrocchi, sono l’unica donna (o quantomeno l’unica che lo sembra) perciò  o quello o niente. >>
Quattrocchi: << Anche tu porti gli occhiali. >>
Contemporaneamente, mio fratello: << Quello!!! >>
Mi guardo i piedi. Indosso un paio di stivali neri a punta. Perfetto.
Comincio a dondolare il piede; sfoggio un ghigno Serpeverde e  alzo un sopracciglio.
<< Prego? >>
Nicola entra in quel momento gridando: << Io sono Browser!!! >>
Mio fratello sibila di non avere paura.
Michele si gratta la testa.
Giovanni Quattrocchi cade dalla sedia in una posa  assolutamente teatrale.
 

O.ò
 

 

<< Cugina, tu fai schifo a questo gioco!!!! >>
Nicola ha perfettamente ragione. Sono dodicesima e siamo al terzo giro della pista più facile del trofeo più facile. Vabbé, ma che pretendete? Ho deciso di giocarci perché altrimenti non avrei saputo che fare.
Prendo una banana.
<< Ah, porca miseriaccia!!! >>
Mi arriva un razzo. Avanzo di un posto.
<< Ah ah!!! Fottiti fottiti fottiti!!! Gloria spacca!!! >>
Sto gridando come un’isterica. Sì, lo so, sono pazza e me ne vanto. Yeah.
<< Quanto ha fumato? >> Michele ( è primo, lo stronzo) è completamente assorto nel gioco, fra un po’ al posto di Peach alla guida ci troveremo lui.
Com’era quel libro in cui il protagonista … ? Ah sì, Hiperversum.
Quattrocchi, tutto nervoso perché non è primo, risponde: << Non ha fumato. Cioè, forse sì, >> balbetta.
Ecco cosa succede ai maschi quando tentano di fare troppe cose contemporaneamente: si rincitrulluliscono.
A me, che sono una ragazza, non è mai successo.
Giovanni Quattrocchi Balbetto continua: << È nervosa perché non ha una vita attiva sul lato sentimentale. >>
Sì, tu invece sei un Playboy.
Lo stronzo number two ha ragione, penso.
Michele taglia il traguardo ululando alla luna. Nicola  lancia in aria il telecomando e lo riprende. Giovanni calcola … calcola qualcosa. Mentre mio fratello messaggia con quella che si presuppone sia una delle sua fan. Faccio una smorfia e do le spalle a questo spettacolo patetico.
 

O.ò
 

 
La zia arriva portando un piatto di panini ripieni di Nutella. Non fa in tempo a parlare che quattro maschi in preda a turbe ormonali la travolgono. Nella corsa a chi arriva prima:
1) le sedie su cui erano seduti sono cadute a terra;
2) Quattrocchi Giovanni Balbetto ”credo di essere il figo della situazione ma in realtà faccio ridere i polli“ inciampa nei suoi piedi, cade sulle sedie e si rompe tutte le ossa (magari …);
3) gli altri continuano la loro corsa, travolgono il cugino di cui sopra e svuotano il piatto (purtroppo …)
4) io mi rassegno e mangio uno yogurt.
I ragazzi si stanno abbuffando, ridono e scherzano e sono felici.
Sento la zia parlare concitatamente con la vicina:
<< No, signora, non si preoccupi, non è successo niente, stanno tutti bene. Lo sa come sono i ragazzi adolescenti, un po’ turbolenti. Si si si, se dovessi avere bisogno la chiamerò. Grazie per la torta. >>
Zia mi fa segno di chiamare i ragazzi. Io mi armo di due cuscini e entro nella tana del lupo.
<< Ragazzi, la vicina ha portato una torta … >>
Quattro paia d’occhi mi guardano come se fossi una bistecca (modello il leone Alex in Madagascar, avete presente?).
Farò la vigilessa. Cosa c’entra, vi chiedete?
Li fermo con una mano: << STOP!!! >>
I quattro morti di fame si fermano con un piede a mezz’aria.
<< Adesso, civilmente, andate a fare (l’ennesima) merenda, senza travolgermi, e lasciandomi  una micro fettina del dolce. >>
Annuiscono. Io mi giro e … una mandria di bisonti impazziti mi travolge. I miei poveri piedi rimarranno traumatizzati per sempre.
Come un furia raggiungo il soggiorno, dove i ragazzi si stanno abbuffando.
<< INCIVILI!!!! >> sbraito. Sogghigno; ho ancora due cuscini in mano. Uno è per Nicola, l’altro è per Giovanni Balbetto Quattrocchi.
In breve ci ritroviamo in piena lotta di cuscinate. Gli occhiali sono volati sul pavimento, per fortuna lontano dalla mischia.
Dopo cinque minuti passati in questo modo, ci sediamo a terra, stremati. E ridiamo.
 
 

 

DEDICATO A TUTTI I MIEI CUGINI, SENZA I QUALI LE MIE DOMENICHE NON SAREBBERO LE STESSE 

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Capitolo 2
*** 2.DONNA DI BOSCO CHE DAI LA VITA ***


DONNA DI BOSCO CHE DAI LA VITA

<< Si, ti è uscita l’espressione numero 234? >> ti chiedo, come sempre, quando noi del classico siamo costretti a fare Matematica.
<< Sì, mi è uscita. >>
<< Ah, sì. E’ uscita? E dov’è andata? In discoteca? >> chiedo, imitando la prof.
<< Sì, professoressa, sabato c’era un tre quarti che si scatenava sul cubo. E poi c’era un meno due… Il due era molto preso dal quattro… Dia retta a me, prof, altro che dividendo, quei due si stavano moltiplicando… >>
Ci guardiamo e scoppiamo a ridere come due sceme.

 

O.ò

 

<< Ieri a tiro con  l’arco ho tirato da cinquanta metri, ho la schiena a pezzi… >> ripeti ormai da mezz’ora.
<< E basta Silvia!!! Stai sempre a lamentarti!!! E che cavolo!!! Hai scelto di fare questo sport? E allora fallo, con  tutti i suoi pro e tutti i suoi contro! >>
Tu alzi un sopracciglio e mi guardi con un’espressione scioccata. << E tutta questa poesia, da dove esce? >>
Sbuffo. Oggi mi sono scocciata di tutto e di tutti.
<< Ieri ho fatto un altro disegno >> dici, e me lo mostri: un ragazzo e una ragazza che si abbracciano. Il disegno trasmette una dolcezza infinita, anche se è in bianco e nero.
<< È bellissimo >> commento, ma tu non sei più qui. Hai in mano una matita, con cui tratteggi delle linee curve e armoniose sull’angolo del quaderno.
 

O.ò

 

<< Ragazze, ragazze, andiamo a vedere Breaking Dawn domenica? >> è la mia proposta.
La prima risposta arriva da te: << No, ti prego, l’abatjour luminoso e la monoespressiva non li voglio guardare… >>
<< Eddai, che quella saga te la sei spaccata anche tu, vedia… >>
<< Ecco, appunto, me la sono spaccata, ma poi ho scoperto che esiste Tom. >>
<< Vabbé ma che c’entra? Anche io ho scoperto che esiste Roberto, che vuol dire? >>
Incroci le braccia e mi guardi: << No, ma dico io, si può sapere perché ti hanno fatta così? >>
Ti mollo un calcio molto forte piuttosto leggero sul polpaccio.
Mi molli uno schiaffo sul braccio.
Alla fine acconsenti e guardi le altre.
<< Sì, noi possiamo venire, ma non abbiamo ancora capito chi sono Tom e Roberto… >>
I nostri sguardi si incrociano e noi ci diamo di gomito.
<< Eh… >>

 

O.ò

 

<< Glo, si può sapere perché abbiamo deciso di chiuderci nel bagno di casa tua per truccarci? >>
<< Perché è l’unico posto in cui si possono dire i fatti senza che mio fratello origli >> rispondo mentre cerco di trovare un ombretto che si abbini al mio vestito.
Tu mi strappi di mano la scatola dei trucchi e con un << Lascia fare a me >> in meno di un minuto mi hai truccata.  Poi, come se non bastasse, decidi di applicarmi il mascara. Solo che…
<< Glo, smettila di sbattere le ciglia, sto per ficcartelo in un occhio!!! >>
<< E che vuoi da me? Non sono abituata a farmi truccare da un’altra!!! Oddio, sto per lacrimare… >>
<< Nooooo che si guasta tutta la mia opera!!! >>
<< Silvia, se magari ti stai zitta… >>
La voce di mia madre interrompe quello che sembra l’inizio di una memorabile mandata a quel paese: << Ragazze, tutto bene? >>
Con il mascara ancora aperto e due occhi spalancati mi guardi come a dire “E adesso?”
E adesso… <>

 

O.ò

 

Arrivo a scuola incavolata come una bestia e tutta la classe si volta a guardarmi:
<< Cretina, potevi anche aspettarmi!!! Tanto siamo entrati alla seconda ora!!! >> decisamente, non sono calma.
<< Ma io credevo fossi già arrivata… >> la tua voce è leggermente spaventata o sbaglio? È inutile che lo neghi: quando sono arrabbiata faccio paura.
<< Se magari accendessi quel cavolo di telefono sapresti che avrei fatto dieci minuti di ritardo! >>
<< Ma era completamente scarico! >> gridi tu.
<< … >>
Scuoto la testa rassegnata.
Scuoti la testa rassegnata.
Sorridiamo.

 

O.ò

 

<< Si, ma ti rendi conto che quest’anno non abbiamo litigato neanche una volta? >>
<< Oh, Glo, hai ragione. Dammi un cinque. >>
<< Stiamo migliorando. >>
<< Beh, certo, noi siamo le mitiche Gloria e Silvia, le due inseparabili… >>
<< … che vanno insieme dall’asilo… >>
<< … che sono due deficienti … >>
<< … casomai lo sei tu … >>
<< … si vabbé era per dire… >>
<< Dicevamo? >>
<< Che siamo Gloria e Silvia. >>

 

DEDICATO ALLA MIA MIGLIORE AMICA, PERCHÈ C’È SEMPRE, PERCHÈ MI FA RIDERE, PERCHÉ È MIA SORELLA

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Capitolo 3
*** 3.CIAO, NONNO ***


CIAO, NONNO

Ciao, nonno.
Ricordi quando ti dicevo ciao e tu non potevi rispondermi? Ricordi quando ti davo un bacio e tu non potevi ricambiarlo? Spero di sì. All’inizio, queste due azioni le compivo perché mamma me lo chiedeva, ma poi mi sono accorta di quanto amore si cela dietro un ciao.
Si può dire che io non abbia avuto il tempo di conoscerti, perché una malattia ti ha portato via quando eri ancora con noi. Spesso immagino come sarebbe stata la mia vita se tu non fossi volato in cielo, come mi disse la mamma: se la domenica mattina saremmo andati insieme a messa, se il giorno di Natale ci saremmo seduti intorno all’albero e tu ci avresti passato i nostri doni, se mi avresti narrato della guerra e della morte di tuo fratello, con un sorriso nostalgico.
Com’erano il tuo sguardo e il tuo sorriso, nonno? Non lo so, ma cerco di immaginarli.
Non credo di essere la nipote che ti aspettavi, se vorresti che io cambiassi, ma so con certezza che, qualunque fosse stato il tuo carattere, ti avrei voluto bene, perché tu sei Nonno Rino, un uomo meraviglioso.
Mi manchi, nonno. Così tanto che, spesso, avverto un lieve tocco sulla spalla, un tocco di incoraggiamento. Allora mi volto, ma non ti vedo. Ma so che ci sei, lo sento nel cuore. Ti sento nel cuore.
Ti voglio bene, da morire.
Ciao, nonno.

Gloria

 
 
 
 
Lettera scritta di getto al nonno che non ho mai conosciuto a causa dell’ Alzheimer. Perché lui c’è sempre, nel mio cuore.
MissBallerina

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