Stop the tape and rewind

di Ice_Love_Fire
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 
Possiamo innamorarci ancora una volta?
Ferma il nastro e premi indietro...
 

Prologo 

 

La sveglia cominciò a rimbombare incessantemente nella piccola ma accogliente camera rosa. Sarah bruscamente scaraventò tutti i peluche con i quali passava tutte le sue notti, abbracciandoli come una bambina indifesa così da sentirsi meno sola in un appartamento troppo grande per un’unica persona. Colpì violentemente quell’affare infernale e tornò a dormire dopo aver mugugnato qualcosa di incomprensibile. Circa un quarto d’ora dopo aprì con molta fatica gli occhi impastati di sonno, si stiracchiò lentamente le braccia e saltò giù dal letto osservando l’orologio che indicava le 7:45. – Che cosa?! Oddio è tardissimo Penelope mi uccide!- corse subito in bagno, si lavò di fretta i denti, si vesti più velocemente possibile e si raccolse i lungi capelli neri in uno chigon quasi decente che avrebbe poi sistemato meglio in metropolitana. Corse verso la porta d’ingresso, si mise il cappotto in malo modo a dopo aver preso le chiavi uscì sbattendo la porta di casa. Tutte le mattine era la stessa storia, sveglia alle 7.30, metropolitana, corsa verso l’ufficio preparandosi ad affrontare la solita stressante giornata lavorativa che la costringeva a sbrigare una montagna di commissioni per poi tornare a casa sfinita intorno alle 10 di sera, se tutto andava bene. Poteva sembrare una tortura e spesso lo era, ma per Sarah tutto questo era un sogno; passare dalla sua scrivania sulla quale da adolescente passava interi pomeriggi a scriveva storie su storie, a diventare la stagista di una delle riviste femminili più lette al mondo non era cosa da tutti, anche se il suo impiego consisteva principalmente nell’essere la schiava di Penelope Miller, la caporedattrice di Cosmopolitan. Ma quando la donna era di buon umore, e la cosa capitava raramente, la lasciava finire di scrivere i suoi articoli che indubbiamente faceva passare per suoi senza neanche citare la ragazza; Ma Sarah si accontentava e sapeva che un giorno sarebbe successo qualcosa di importante per la sua carriera. Dopo essere riuscita ad evitare che un paio di macchine la investissero arrivò verso la porta scorrevole dell’enorme palazzo luccicante con l’insegna gigantesca del nome del giornale. Come al solito l’ascensore era occupato e dopo aver percorso 3 rampe di scale si sistemò con il fiatone la maglietta stropicciata, indossò un bel sorriso ed entrò nell’ufficio del suo capo che come al solito era di cattivo umore.

-Sei in ritardo!- borbottò la donna seduta nella scrivania di fronte a quella della mora.

-Sono solo 5 minuti, scusami non ricapiterà più. Ecco il tuo caffè amaro con una bustina di zucchero a parte.- glielo porse cercando uno sguardo di approvazione senza riuscire ad ottenerlo.

-Il telefono non ha smesso un attimo di squillare quindi sei pregata di occupare la tua postazione ed iniziare il tuo lavoro, d'altronde sei pagata per questo- là zittì.

Senza aggiungere altro si sedette e cominciò a rispondere a quelle telefonate che nella maggior parte erano di insulto. Non si lamentava, in fondo si riteneva fortunata e grata per aver conosciuto la Miller. L’aveva incontrata per la prima volta da Starbucks in cui la ragazza aveva lavorato nel periodo estivo dopo il diploma. Vide la giovane parlare innervosita con il proprietario, rigata in viso da alcune lacrime che scendevano e senti quest’ultimo gridargli in faccia licenziandola, lei si tolse il suo grembiule da cameriera e con molta dignità si stava dirigendo verso l’uscita quando il braccio fu fermato da quella donna molto elegante. Si parlarono e dopo una mezzoretta la convinse ad accettare un lavoro per lei, aiutandola a perfezionare le sue capacità di scrittrice, a restaurare il suo look e ad aumentare la sua autostima. Già, al liceo Sarah non poteva essere definita una ragazza carina e popolare, era tutt’altro. Grassotta, sgraziata, con l’apparecchio e troppo ingenua per essere all’altezza delle sue coetanee; ad una sciocca festa preferiva un buon libro o prepararsi accuratamente per l’interrogazione del giorno dopo. La cosa che aveva colpito il suo capo era il suo carattere duro e orgoglioso, ritenedola una tosta e con la testa sulle spalle. 

Così, nel giro di pochi mesi fu assunta ufficialmente come assistente/stagista di Penelope, cambiò radicalmente il suo modo di apparire e cominciò finalmente a considerare il sesso maschile, dato che a scuola non veniva nemmeno guardata ma soltanto presa in giro dai più “fighi” che in realtà erano degli idioti falliti. Oh, come avrebbe voluto che uno di loro la vedesse ora, tre anni dopo e dargli quello smacco morale facendolo sentire come lei si era sentita durante tutta l’adolescenza, inutile e ingombrante…

-Stevens? Muoviti non ho tutto il giorno, vai a ritirarmi quegli abiti per il servizio fotografico, e ti prego non combinare disastri come al solito..- sentenziò la bellissima ma acidissima caporedattrice

-Subito Penelope, puoi stare tranquilla non succederà niente e farò in fretta!- Sapeva benissimo quanto odiasse essere stressata, così incaricava lei di fare il lavoro “sporco” concedendole poco più di un’ora anche se doveva raggiungere l’altra parte della città.

Uscì di corsa dall’edificio, chiamando un taxi con un fischio, dopo 3 anni aveva dovuto inpararlo a fare per essere almeno degnata di considerazione da quei mezzi troppo frenetici. Cercando di non scaraventare a terrai il suo telefono che non smettere un attivo di tartassarla ritirò gli abiti realizzati da uno stilista londinese emergente e notando che era in anticipo decise di andare nel suo vecchio bar di famiglia, che le permetteva di fare un break e di salutare il suo adorato nonno paterno; era un locale tranquillo, poco appariscente, che richiamava molto lo stile anni 50’ e frequentato da pochissimi ragazzi.

-Salve bellezza! A cosa devo questa visita? Sei più impegnata di un vip!- scherzò l’adorabile signore sfoggiando un dolcissimo sorriso.

-Ciao nonno, la tua nipotina preferita ti implora di fargli un caffè super forte, sono a pezzi.- rispose la mora schioccandogli un sonoro bacio per poi appoggiarsi sul bancone quasi per dormire.

-Subito bell’addormentata,e per questa volta offre la casa, non resisto alle belle ragazze!- le fece un sorriso che fu subito ricambiato dalla nipote.

Mentre sorseggiava quella bevanda che la fece risanare, sentì il rumore del campanello che suonava ogni volta che la porta veniva aperta da un cliente. Lo intravide con la coda dell’occhio sedersi accanto a lei appoggiando le braccia sul bancone lasciando in bella vista un tatuaggio vicino al polso, un simbolo cinese. Sarah non ci fece molto caso, era troppo occupata a cercare di tenere gli occhi aperti quando gli cadde il suo amato BlackBerry da lavoro provocando un tonfo sul pavimento. Oh no, non poteva essere proprio il suo. Se quel telefono si fosse rotto significava solo una cosa: la sua morte era vicina. Con gli occhi ancora chiusi, speranzosi in un miracolo si abbassò di scatto per raccogliere quell’aggeggio che stranamente non squillava, ‘probabilmente si è spento, non deve essersi rotto per forza..’ pensò la ragazza, quando la sua testa andò a sbattere bruscamente con quella che doveva essere del ragazzo accanto a lei, facendo ricadere nuovamente il cellulare appena raccolto.

-Ahia, accidenti ma vuoi stare attento!-Gridò furiosa la mora.

Il ragazzo si tolse il cappuccio della felpa indossato fino a quel momento.- Scusa, volevo solo essere gentile, non è colpa mia se hai una testona gigantes..- si fermò di colpo guardandola incredulo, ancora non si sporgeva bene, era troppo impegnata a massaggiarsi la testa dolorante- Sarah?!- disse sbalordito.

-Come diavolo fai a sapere il mio nom..- si sbloccò di scatto. No, non poteva essere vero, doveva essere un brutto sogno. –Zayn?!- in quel momento le sue guance troppo chiare si colorarono di rosso, come una sciocca ragazzina.

 

 

 

 

#AngoloAutrice: Eccoci con una nuova storia. Fateci sapere cosa ne pensate , aggiungeremo dei particolari interessanti, per noi è molto importante. RECENSITE :) Ice & Fire xoxo 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Due rette parallele..
si contrano solo all’infinito

 

Capitolo 1


‘Non ci posso credere, perché dovevo essere così dannatamente sfigata?’ si chiese mentalmente Sarah Stevens che per il vortice d imbarazzo aveva indossato un sorriso idiota e abbastanza inquietante.
«Quanto tempo, sei proprio tu?Quasi non ti riconoscevo» domandò scioccato il moro davanti a lei.
‘Che domanda idiota, non è cambiato di una virgola..’pensò la ragazza. «Si, è passata una vita!» rispose cercando di non sembrare una perdente anche se in quel momento non si sentiva altro.
«A volte il mondo è proprio piccolo cosa ci fai qui a Londra?» disse il ragazzo incuriosito.
«Lavoro, sai dopo il diploma sono cambiate tante cose»
«Lo vedo bene..» aggiunge Zayn con un sorriso beffardo.
I due andavano nello stesso liceo a Bradford e hanno frequentato per anni diversi corsi, da quello di scienze a quello di letteratura senza però mai rivolgersi la minima parola anzi,si era persino stupida che l’avesse riconosciuta; lei era troppo secchiona e anonima mentre lui era troppo figo e troppo impegnato a cambiare un ragazza alla settimana. Si, lui era il solito ragazzino bello e stronzo, tremendamente stronzo e non c’era un momento in cui non sottolineasse i suoi difetti fisici peggiorando l’autostima di lei. Probabilmente lui, insieme ai suoi amichetti, era stato una delle ragioni che l’avevano spinta ad abbandonare tutto e tutti, per ricominciare una nuova vita in una nuova città sperando di non rivederli mai più.. Ma a quanto pare il suo desiderio era irrealizzabile!
«Tu che ci fai qui?» gli chiese Sarah cercando di essere più fredda e distaccata possibile ottenendo scarsi risultati.
«Io e i ragazzi ci stiamo trasferendo, andremo a vivere insieme così potremmo anche lanciare il nostro primo singolo» riferì con aria da superstar.
La ragazza face una smorfia di disapprovazione, non era cambiato affatto, sempre gli stessi capelli corvino, stesso sorriso ammaliatore da ‘sono il più bello del pianeta’, stesso fisico accuratamente palestrato e sempre quello stesso atteggiamento da finta star che ormai era giustificato ad indossare in quanto lo era diventato. 
«Ah, tu sei in un gruppetto vero?» chiese la mora cercando di mostrarsi totalmente indifferente anche se sapere tutto riguardo la sua vita.
«Gruppetto? Siamo una boyband a livello mondiale e naturalmente io sono il più carino» le fece un occhiolino provocatorio.
Lei arrossì di nuovo, senza neanche accorgersene. Tornò a sentirsi ancora quella ragazzina bruttina, insicura e troppo timida per rivolgere la parola al ragazzo per il quale aveva sempre avuto una cotta. Sembra impossibile come una persona così seria e matura potesse provare qualcosa per un tale idiota superficiale eppure era così, saranno stati quegl’occhi penetranti o gli ormoni in subbuglio di quell’età ma lei si era innamorata di quel cretino pensando che oltre al bel faccioni ci fosse un qualcosa per cui valesse la pena rischiare. Erano anni che non pensava a lui, lo aveva visto l’ultima volta ad X-factor dove era stato unito ad altri ragazzi per formare un gruppo che aveva avuto un certo successo soprattutto con le ragazze, cosa molto prevedibile. Si erano classificati 3 ed ora avrebbero lanciato il loro primo album ma mai avrebbe pensato di ritrovarselo tra i piedi.
«Sei completamente diversa..» interruppe il silenzio imbarazzante Zayn
«Spero che non sia un’offesa» puntualizzò la mora cercando di evitare quello sguardo magnetico. 
«Certo che no, se me lo avrebbe detto non ci avrei mai creduto. Mi hai sorpreso, in positivo intendo!» tirò ancora quel suo sorrisetto, era uno dei suoi punti forti e sapeva benissimo che nessuna ragazza poteva resistergli.
«Tu invece non sei cambiato affatto.» Sarah cercò di scoraggiarlo sorseggiando l’ultima goccia del suo caffè
«Ora sono io che mi offendo!» la stuzzicò il ragazzo «Si è rotto?» disse indicando il povero blackberry che ormai aveva il display scheggiato a causa della caduta.
«Spero di no.» guardò l’orologio appeso al muro del bar, segnava le 12:30. La ragazza si alzò di scatto facendo sobbalzare a sua volta il suo vicino di posto.
«Cosa succede?» chiese Zayn preoccupato
«Oddio è tardissimo, devo scappare! Nonno devo andare, manda un bacione alla nonna ci vediamo presto.» gridò Sarah per farsi sentire dall’uomo indaffarato a servire un tavolo lontano da dove si trovavano i due ragazzi.
Il ragazzo gli toccò il braccio per poi ritirare la mano imbarazzato «Dove vai?» 
«Ho da fare, la vita reale mia chiama» accennò un sorriso e si diresse verso l’uscita del locale senza permettere la risposta del suo interlocutore.
«Accidenti, oggi non me ne va una giusta!» disse la ragazza rivolta a se stessa cercando di accendere il telefono in vano e uscendo di fretta.
Il ragazzo la squadrò dalla testa ai piedi con un sorriso compiaciuto.
**

«Sei in ritardo, come sempre!» sentenziò Penelope
«Lo so, lo so.. ma c’è stato un incidente e tutto era bloccato per aspettare l’arrivo dell’ambulanza» cercò di calmarla sforzandosi di far uscire una scusa abbastanza plausibile, se in quel mondo non sapevi mentire e giocare d’astuzia saresti stata una facile e appetibile preda per tutti quei pesci cane che avrebbe fatto di tutto pur di superarti e avere un momenti di gloria. «Ecco il tuo pranzo, il succo all’arancia senza zucchero»
Il suo capo era ancora più acido e scostante quando affrontava uno dei suoi periodi ‘Dieta drastica per dimagrire di botto’ soprattutto quando si impuntava a bere solo succhi e bevande con pochissime calorie.
«Non tirare troppo la corda, perché un giorno non molto lontano potresti trovarti sbattuta fuori in un battibaleno» disse alzando lo sguardo per poi tornare a sistemarsi le unghie.
Erano 3 anni che ripeteva a Sarah la stessa cosa, in continuazione, ma la giovane sapeva bene che anche se non lo avrebbe mai dato a vedere, in fondo si era affezionata e che senza di lei non ce l’avrebbe mai fatta a portare avanti quella rivista.
Così, per risposta la mora le abbozzò un sorriso cercando di non farsi vedere.
La sua giornata lavorativa proseguì come tutte le altre, sempre di corsa spostandosi da una parte all’altra della città, rispondendo a mille chiamate e pensando a come rimediare al danno del cellulare senza che nessuno se ne accorgesse. 
Di colpo si erano fatte le 22:30, era sola in quell’immenso ufficio, l’unica che rimaneva ben oltre l’orario di lavoro per sistemare gli ultimi documenti del giorno e organizzare il da farsi per quello successivo, è stata sempre un perfezionista; dopo una lunga serie di sbadigli constatò che era esausta, prese il cappotto e fece finalmente terminare quell’interminabile giornata. Prima di rientrare si fermò nel suo amato ristorante cinese che a quell’ora era l’unico locale che ancora avesse qualcosa di commestibile e poi ritornò finalmente davanti alla porta di casa sua. L’aprì con una mano impegnata a trascinare due pesanti buste mentre tra i denti stringeva il contenitore degli spaghetti di soia. Buttò tutto sgraziatamente sul pavimento, si tolse violentemente i tacchi quasi scaraventandoli al muro e si buttò sul divano esclamando un ‘Ahhh’ di sollievo per poi cominciare a trangugiare il pasto davanti alla tv.
Mentre si trovava distesa su quel comodissimo divano di pelle di casa sua,a sonnecchiare beatamente con la bocca leggermente dischiusa e alcuni spaghetti che nel frattempo le erano caduti sul petto fino ad arrivare a sporcare il vestito, sentì il suo telefono cominciare a suonare all’impazzata.
«Mhh.. No è ancora presto, solo 5 minuti… » disse quasi masticando le parole, ma sentendo la suoneria non cessare si alzò di scatto. «Ma si può sapere chi diamine è?!» gridò infastidita. «PRONTO?»
«Dolcezza, ti disturbo? Stavi dormendo?» dall’altra parte rispose quella svampita della sua amica Abbie che sceglieva sempre i momenti meno adatti per disturbarla.
«Ma ti rendi conto che ore sono? Come ti salta in mente di chiamarmi.» rispose la mora trattenendo la voglia di allungare le mani al ricevitore per strozzarla.
«Non è neanche mezzanotte! Non sapevo di avere una vecchia zitella acida come amica..» scherzò la bionda
«Si dia il caso che questa zitella lavori tutti i santi giorni! Sono leggermente stressata.» scherzò Sarah anche se riconosceva perfettamente di essere diventata un po’ schizoide «Comunque, a cosa devo l’onore?»
«Mica deve esserci sempre un motivo preciso per chiamarti, sono giorni che non ti fai sentire credevo che ti avessero ucciso e io non volevo averti sulla coscienza.» La stuzzicò
«Beh credo sia una possibilità, sembra che con Penelope non ne combini mai una buona.. Che periodaccio! Oggi in particolar modo..» comunicò in modo da restare sul vago.
«Perché? Cos’è successo? Sai che non resisto alle novità su non farti pregare!» la supplicò Ab proprio come una bambina che non riesce a controllare la sua curiosità
«Non ci crederai mai, veramente faccio fatica a crederci anch’io.»
«Muoviti mi stai uccidendo lentamente!» disse la bionda esasperata
«Oggi.. beh.. dio santo ho incontrato Malik!» disse tutto d’un fiato altrimenti non ce l’avrebbe mai fatta
«Chi? Oh… oh.. ooooh! No non mi dire!» Abbie scoppiò in una fragorosa e chiassosa risata.
Lei sapeva bene tutta la storia, fin troppo bene. Erano amiche da una vita, si sopportavano ormai da 7 anni conoscendo qualsiasi cosa dell’altra. Indubbiamente si erano conosciute a scuola e Sarah ricordava perfettamente il loro primo incontro, era impresso nella mente come se si fosse trattato del giorno prima: era il primo giorno delle superiori e come al solito la mora si era svegliata troppo tardi arrivando in ritardo alla prima sua lezione da liceale. Cercò di arrivare il prima possibile, correndo lungo l’atrio e volando lungo la rampa di scale per arrivare infine quasi senza respiro davanti alla sua aula. Tutti gli alunni erano seduti nel loro nuovi posti dato che avevano avuto il tempo di sceglierseli con cura e lei osservando notò l’unico posto libero in prima fila vicino ad una ragazza bionda dagli occhi verdi e dai denti più bianchi del bianco stesso. Dopo un momento di esitazione prese tutto il coraggio che aveva e andò a sedersi salutandola con la mano goffa; non passarono nemmeno 20 minuti che le due iniziarono a ridere sotto i baffi per le imbranataggini di Sarah e le battuti spigliate di Abbie, si erano trovate immediatamente in sintonia e da quel momento non si sono mai più separate. Avevano trovato la loro anima gemella. Le ragazze però erano molto diverse. Sarah era la solita ragazzina dal folti e mossi capelli neri, gli occhi scuri abbastanza banali, impacciata e che passava ore intere a studiare, invece Abbie era più aperta ed estroversa e dedicava poco tempo ai libri poiché si riteneva contraria al metodo di insegnamento dei professori e all’organizzazione scolastica in generale. Era anche a conoscenza riguardo il ‘discorso Zayn’, era una grande in fatto di segreti e li custodiva anche a costo della sua vita.
«Ma tu dici proprio Zayn, Zayn-sono-il-più-figo-della-scuola?» proseguì l’amica spingendo sempre di più il dito nella piaga divertita.
«Tu per caso conosci un altro Malik di origini pakistane?» aggiunse l’altra, irritata al solo pensiero di quel ragazzo «E’ proprio vero, la mia migliore amica non se tu ma la signora SFIGA!»
Ab scoppiò di nuovo in una gran risata «Non è possibile! Mamma quanti ricordi, perché non ritorniamo al liceo?» domandò più rivolta a se che alla ragazza.
«Stai scherzando? Parla per te, lo sai che io ho odiato gli anni ‘bui’ della mia vita e devo tutto grazie a quel tipo.. quanto lo odio. E sai una cosa non è cambiato minimamente per sua sfortuna.» stava iniziando uno dei suoi monologhi infiniti quando fu interrotta.
«Odio? Ma se passavamo pomeriggi interi a parlare dei sogni che facevi su di lui e io dovevo anche raccoglierti la bava che ti usciva dalla bocca ogni volta che lo fissavi, cioè sempre!» quanto amava poterla prendere in giro quando era così fragile, ritornava quella liceale insicura e buffa.
«Smettila non sei affatto divertente, anzi quando fai così devo ammetterlo sei proprio irritante e immatura» in ogni situazione di difficoltà Sarah si irrigidiva diventando la ‘miss perfettina’ come veniva definita dall’amica.
La bionda dovette trattenere con forza un altro riso «Perché è a Londra?» chiese con nonchalance 
«Mi sembra per il suo gruppo di idioti barra cantanti di cui fa parte, ridicoli, anzi ridicolo!» fece un secondo di pausa, parlare di lui non era mai stato facile «Ora però cara mia amica ti lascio molto volentieri per concedermi alle dolci braccia di Morfeo, non preoccuparti cercherò di liberarmi solo per te.» le mandò un lieve bacio e dopo riattaccò.
Dopo essersi accertata che non potesse sentire Ab aggiunse «Si, è ancora cotta!» e dopo un ultimo ghigno chiuse la chiamata.

**

La luce della grande finestra illuminò improvvisamente l’intera stanza, il moro si era dimenticato di chiudere le tende; odiava che il sole lo svegliasse, soprattutto quando passava serate particolarmente movimentate come la precedente. Infatti, se veniva svegliato senza il suo consenso il ragazzo diventava scontroso per tutto la giornata e al quel punto era meglio che chiunque gli stesse alla larga. Dopo un paio di tentativi, aprì i grandi occhi nocciola emettendo un suono di disapprovazione; si, era decisamente nervoso. Si alzò, scoprendo di poco le coperte dal proprio petto e immediatamente gli rivennero in mente tutti i particolari di quella sera: festa, alcool e divertimento fino a notte fonda, per poi continuare privatamente con una bella ragazza disposta ad accontentarlo.
«Come si chiamava? Mile- Mar- Moni.. no, Monica era quella della scorsa settimana..» rifletté il ragazzo ad alta voce, ammettendo di non ricordarsi minimamente il nome.
Constatò felice che se n’era già andata, non erano per lui tutte quelle smancerie da “post-scopata”, non aveva una ragazza e neanche ne aveva l’intenzione, non voleva che gli appartenesse nessuno e che lui appartenesse a un’altra. La sua regola era: niente di serio. Sorrise, aveva passato una bella serata. Da quando era diventato famoso questa era ormai la sua routine, non che prima non lo facesse ma ora poteva frequentare i locali più esclusivi ai quali veniva costantemente invitato e le donne più attraenti, persino attrici o modelle e questo era uno dei motivi per cui amava follemente il suo lavoro. Certo, adorava la musica e il canto da sempre e grazie a questo è riuscito a conoscere 4 ragazzi fantastici, quei fratelli che avrebbe sempre voluto. Si girò verso il comodino e allungò la mano verso la radio-sveglia che indicava le 11,30 ‘è ancora presto’ pensò ma non riuscendo più a prendere sonno decise finalmente di alzarsi.
Si diresse strisciando letteralmente il suo corpo in cucina notando immediatamente qualcosa di strano.
«Cosa ci fa a quest’ora, a casa mia, con i miei cereali?» si rivolse ad una figura davanti a se, aggrottando il sopracciglio
«Buongiorno anche a te amico, come mai così presto?» il ragazzo sapeva che Zayn non si svegliava prima di mezzogiorno e per lui questa era “prima mattinata”
«Non riesco a dormire! Quel fottutissimo sole mi ha accecato» il brutto risveglio si stava facendo risentire sul suo carattere «ho bisogno di un caffè, altrimenti non rispondo di me stesso» disse togliendo la scatola dei cereali dall’amico Niall
«Ti sei divertito questa notte, vero?» chiese l’altro facendogli un occhiolino d’intesa «credo che anche i vicini abbiamo sentito i vostri rumori» aggiunge sottolineando l’ultima parola
«Devo ricordarmi di toglierti quelle chiavi, non hai il diritto di venire qui in una proprietà altrui a stressare un povero ragazzo indifeso»
«Ieri notte non mi sei sembrato così indifeso…» gli rivolse un sorriso compiaciuto «com’era?»
«Mmmh, la solita finta bionda, niente di che. Ma tu una casa non ce l’hai?» interrogò il giovane facendogli una linguaccia
«Si, ma preferisco di gran lunga venire qui e mangiare a sbafo! Il tuo frigo è sempre pieno, il mio invece chiede soccorso» rispose aggiungendo una risata
«Però quando andremo a vivere tutti insieme, la pacchia finisce. Ci sarà il caos più completo» sentenziò il moro, già immaginandosi ragazze mezze nude per casa, calzini sporchi ovunque e birre lanciate in ogni angolo possibile
«Già, ci sarà da divertirsi!» rispose Niall con aria sognante «Comunque, ieri dov’eri? Sei sparito per un’ora e tutta la band si stava chiedendo dove ti fossi andato a cacciare» chiese rivolto al suo migliore amico
«Avevo bisogno di fare due passi, e poi non so come sono finito in un bar di terza mano, con una mobilia scadente, per non parlare del caffè terribile..» disse Zayn quasi schifato
«Sei così snob.. Non aveva proprio niente di positivo quel posto?»
Zayn ci pensò su per un po’ «Non esattamente, cioè ho incontrato una ragazza» 
«Wow! La cosa si fa decisamente più interessante» lo prese in giro Niall
«Veramente non so neanche se si può definire tale» arrancò il ragazzo «è una mia vecchia compagna di liceo e non so nemmeno come abbia fatto a ricordarmela dato che in quattro anni ci siamo detti si e no una frase, cavoli avresti dovuto vederla!» scoppiò a ridere ripensando all’immagine di quella liceale «era un mostriciattolo e a pensarci bene mi faceva un pò pena» continuò a ghignare
«Sei uno stronzo!» lo accompagnò l’amico con una risata 
«Naturalmente era una secchiona colossale, roba che rimaneva tutti i pomeriggi a scuola per aiutare i marmocchi dell’elementari con i compiti mentre noi uscivamo per avere una normale vita sociale» in quel momento gli tornarono in mente tutte le volte che la prendeva in giro, umiliandola davanti a tutti in mensa o nel corridoio. Doveva ammetterlo, ci era andato pesante più di una volta ma lui aveva un’immagine da difendere e di conseguenza doveva interpretare bene il suo ruolo che non ammetteva di certo esseri come lei «Mi ricordo il giorno del diploma come se fosse ieri» si interruppe per lasciare spazio ad un sorriso divertito «essendo la miglior studentessa della scuola doveva tenere un discorso davanti a tutti verso la fine della cerimonia, solo che per l’agitazione è diventata verde ed è corsa via come un razzo, sicuramente a vomitare non iniziando nemmeno a parlare, chissà quanto tempo ci aveva messo a scrivere quel discorso» terminò il suo discorso sghignazzando e allungò poi i piedi sul tavolo
«lo confermo sei il re degli stronzi, immagino cosa gli avrai fatto passare!»Niall rise un’ultima volta per poi dirgli «vatti a preparate dato che sei più lento di una ragazza, perché oggi pomeriggio abbiamo il servizio fotografico, è molto importante quindi per una volta sii responsabile!» assunse un volto serio
«Cazzo è vero me n’ero dimenticato! Certo mammina, mi comporterò bene» e così corse al piano di sopra per iniziare un’altra giornata da “superstar”.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Musica per il mio cuore, questo è ciò che sei..
 
Una canzone che va avanti senza fermarsi

Capitolo 2


La giornata di Sarah Stevens non era iniziata come qualsiasi altra a cui era abituata. Si era svegliata come un gallo alle 6 del mattino, sbattendo più volte il naso sulla porta della camera da letto a causa del totale buio che c’era; era pieno inverno e a quell’ora sembrava ancora notte fonda. Si diresse svogliatamente in cucina e dopo aver buttato con poca grazia un toast in bocca si sedette al tavolo da pranzo con in mano dei documenti che avrebbe dovuto poi consegnare alla “strega” il giorno stesso. Adorava chiamare il suo capo fuori dall’ufficio in quel modo, Ab aveva inventato quel soprannome di getto una di quelle rare volte in cui potevano vedersi e alla ragazza era talmente piaciuto che aveva deciso di affibbiarglielo sapendo che non aveva nessun riferimento ai lati positivi della donna. E’ proprio vero, quella giornata sarebbe stata LA giornata. Nel primo pomeriggio si sarebbe tenuto un servizio fotografico su una band emergente, che avrebbe potuto rilanciare il giornale dato che ultimamente le vendite scarseggiavano e si minacciavano tagli al personale. Come al solito la mora doveva sbrigare più mansioni del dovuto anche se era domenica e quindi il suo unico giorno libero della settimana. Sospettava che spesso veniva un po’ sfruttava, affidandole compiti che in realtà a lei non competevano ma sperava che un giorno finalmente Dio si decidesse a schierarsi dalla sua parte per una volta e che qualcuno dall’alto le proponesse una promozione come capo stagista o addirittura come giornalista a tutti gli effetti, sarebbe stato meglio che vincere alla lotteria. Dopo aver sistemato i documento e aver fatto una colazione sostanziosa si diresse verso il bagno, voleva essere carina o ‘almeno decente’ come si definiva lei stessa e dopo avrebbe colto l’occasione per indossare finalmente il nuovo abito in seta color indaco chanel; da tre anni ormai guadagnava abbastanza bene da poter permettersi qualche regalino personale. 

Dopo circa un’ora di restauro, compreso trucco e parrucco si diresse velocemente, tacchi permettendo, verso la metro percorrendo la solita strada di tutti i giorni, ‘avrebbe dovuto comprare un’auto’ pensò. Arrivò davanti a quell’edificio fin troppo familiare e prima di aprile la porta d’ingresso dell’ufficio esitò un momento, frugando con la mano nell’immensa borsa da far invidia a Mary Poppins e tirò fuori un piccolo specchietto, si sistemo con l’altra libera la frangia ribelle e chiudendolo automaticamente entrò urlando un ‘buongiorno’ generico che ricevette poche risposte segno che in quell’area c’era un’agitazione ai massimi livelli, notò con sorpresa quante persone dedicavano le loro attenzioni ad una sciocca rivista femminile invece di stare con la propria famiglia, il cane o con chiunque avessero a cuore.
«Salve Penelope ecco la tua colazione» disse quella frase che ripeteva da tre anni, rendendosi conto di averla imparata a memoria
«Oggi non è giornata..» risposte il suo capo. 
Sarah arricciò il naso quasi divertita «che novità!» disse a denti stretti cercando accuratamente di non farsi sentire, non aveva tempo di ricevere insulti quel giorno
La Miller si alzò facendo con le scarpe tremare quasi il pavimento ricoperto del più pregiato parquet che sicuramente era costato più del suo appartamento e dei suoi vestiti messi insieme «Forza andiamo, non vorrai che tutta la troupe aspetti che il tuo bel sederino si presenti sul set? Tu dovrai dare una mano dove capita quindi esigo che tu sia efficiente, ti supplico non farmi fare brutte figure» esitò squadrandola con aria superiore «brava, oggi sei guardabile» girò i tacchi dando per scontato che la mora la seguisse come un cagnolino.
La giovane rimase ferma su quel complimento, quella donna non era di certo una tenerona e apprezzò molto volentieri quel mezzo complimento, d’altronde se era riuscita a raggiungere sembianze umane era grazie a lei che in fatto di moda superava di gran lunga i più bravi stilisti. Subito gli venne in mente la foto del suo annuario scolastico, l’apparecchio non le permise neanche di fare un accenno di sorriso per quando era spesso ed ingombrante e accennando una smorfia schifata scacciò immediatamente quel pensiero che le metteva sempre ansia. 
Chissà , forse uno di quei cantanti era carino e sarebbe stato così pazzo e masochista da rivolgerle la parola o magari chiederle di uscire, lei non era una tipa molto adatta a queste romanticherie più che altro perché non ne era abituata e la sua esperienza era pari ad una quindicenne. Il primo appuntamento lo aveva avuto circa due anni prima e non era andato affatto bene, anzi era stato un completo disastro e ripensandoci gli venivano solo in mente le risate del suo accompagnatore di fronte alle sue imbranataggini dovute all’imbarazzo; perché quando era a disagio c’erano due alternative, o cominciava a parlare senza alcun senso diventando logorroica o muoveva il corpo senza controllo facendo qualcosa di ridicolo. Questa era una delle poche cose che si trascinava ancora dietro dall’adolescenza.
Dopo essere scese da un taxi, le due donne si diressero per raggiungere lo studio in cui si sarebbe dovuta ambientare la scenografia del servizio. Davanti c’era Penelope che a passo felpato e deciso da vera diva andò subito a parlare con il fotografo rivolgendosi di sfuggita a Sarah la quale però dalla sua bocca percepì soltanto un suono incomprensibile poiché troppo occupata a tenere una miriade di buste in mano chiedendosi come diamine facesse a tenerle dato che ormai le coprivano la visuale. Decise che si sarebbe arrangiata, come sempre dopotutto. Sperava solamente di non combinare disastri, andando a sbattere addosso ad una macchina mandando l’intero edificio a fuoco. Ma ben presto la sua paura diventò reale: sentì il piede sinistro che con il tacco troppo alto si impigliò in un filo, probabilmente di qualche luce e senza neanche avere il tempo di spostarlo cadde come un sacco di patate portandosi a sua volta tutte qui pesi che le colpirono violentemente la testa. Sentì un grido, ciò vuol dire che per sua sfortuna era finita addosso a qualcuno pregando di non averlo ucciso.
«Santo cielo scusa, scusa, scusa sono un disastro!» disse supplicante con ancora gli occhi chiusi, aveva paura ad aprirli, magari era stato tutto frutto della sua immaginazione
«Ancora tu?» aggiunse l’individuo davanti a se ridacchiando, un uomo pensò lei «Prima o poi uno finirà per uccidere l’altro»
La giovane decise allora di aprire gli occhi ma si pentì immediatamente dopo. Pensò a cosa potesse aver fatto di male nella vita precedente perché questa era con certezza una punizione divina.
Sgranò gli occhi «Mi perseguiti?» chiese con una voce acuta tossendo per farla tornare al suo tono normale.
Il ragazzo continuò a ridere «Potrei dire benissimo la stessa cosa di te..» le tese la mano per aiutarla a rialzarsi ma lei la ignorò volontariamente e si rimise in piedi da sola sistemandosi le pieghe del suo vestito nuovo che aveva ricevuto un’adeguata benedizione sporcandosi. Senza rispondere riscese a terra accorgendosi dello scempio che aveva combinato.
Lui si abbassò a sua volta allungando le braccia per raccogliere tutti i pacchetti caduti sul pavimento ma Sarah lo fermò «Non ce n’è bisogno Zayn, ci riesco da sola grazie» assunse un atteggiamento distaccato,lui la metteva in agitazione e lei odiava sentirsi così.
«Andiamo, non fare la dura non ce la farai mai a portare tutto questo casino da sola!» disse un po’ innervosito il moro, ancora era di cattivo umore per il brusco risveglio ma si pentì di quell’azione «Lascia dai..» aggiunse cercando di rimediare e prendendo il tutto con aria da gentleman. Alzandosi notò un piccolo angolo della sua gamba scoperto dal vestito, lasciando visibile una piccola voglia o una cicatrice che lui stranamente trovò carina.
Il suo sguardo andò a finire sui suoi occhi, forse era la prima vera volta che li guardava, erano profondi di un colore comune ma che li rendeva in egual modo belli, notò le sue guance che si colorarono e senza aspettare la risposta da parte della sua interlocutrice cominciò a caricare tutto da solo «questo va lì» – riferendosi ai pacchi
Sarah mimò un ‘si’ con la bocca non riuscendo a sua insaputa a parlare, lui di rimando le fece un occhiolino. ‘maledizione quanto lo odio’ si disse interiormente. Si girò sentendosi chiamare
«Stevens? Stevens è richiesta in sartoria..» annunciò una voce robotica dall’altoparlante
«Emh, ora devo andare» fu interrotta dalla voce di Zayn
«Lavori qui?» chiese lasciando trasparire un po’ troppa curiosità
«Si, ma non chiedermi cosa faccio precisamente perché non saprei cosa diavolo dirti!» gli rispose con un riso che le illuminò il volto sorprendendo il ragazzo «Tu invece che ci fai qui? Aspetta, no.. Siete voi la band?»
«Colpevoli..» indossò una faccia da santarellino
Diamine, il mondo è davvero un buco» la ragazza era leggendaria per la sua finezza «allora ci si vede dopo..» in quel momento voleva solo morire, nient’altro, chissà quanto tempo avrebbe dovuto passare con lui!
«Senz’altro… » al giovane non dispiaceva poi così tanto questa situazione seppur completamente assurda.

 

**


«Hey amico chi è quello schianto?» interruppe i suoi pensieri Niall che come al solito aveva tra le mani un hot dog che strabuzzava di salsa
Il moro si riprese dallo stato di trans in cui era caduto «La nerd..»
«E’ un nome? Strano, non l’ho mai sentito» disse masticando il panino rumorosamente, non era famoso per un’intelligenza particolarmente spigliata
«Ma no idiota! E’ la sfigata del liceo, quella di cui ti ho parlato ieri!»
«COSA?» si fermò un secondo per mandare giù il boccone, mangiava così velocemente che a volte rischiava di rimanere soffocato dal cibo «scusa fratello ma io in lei non vedo niente di imbarazzante.. non ha né apparecchio né lardo che esce dalla maglietta, ha un fisico da paura. Sicuro che sia proprio lei?» domandò ovvio
L’amico gli colpì la testa con un ceffone «Tranquillo amore, non succede niente, mangia tranquillo» cominciò ad accarezzargli i morbidi capelli biondi come un cucciolo indifeso e gli tirò con due dita una guanciotta che lui personalmente adorava per poi stampargli un sonoro bacio
«Non trattarmi come un cretino, dico solo che da come me l’hai descriva doveva essere uno zombie da film horror ma a me sembra tutto il contrario, ci vedi bene tesoruccio?» 
«Ma sta zitto! E’.. solo… cambiata» non sapeva neanche lui cosa stesse farfugliando in realtà, la sua mente era in panne.


**
 

Il servizio fotografico era iniziato da mezzora e Sarah non faceva altro che mordersi le unghie dal nervoso facendo cadere qualunque cosa dalle mani, sbagliando le consegne da fare e non riuscendo a sentire nessuna parola che gli venisse rivolta perché aveva le orecchie fumanti che le fischiavano per lo stress. Zayn le stava rovinando la vita di nuovo, e questo non poteva permetterlo. Decise così di fare un piccola paura, rinchiudersi in bagno, fare un respiro profondo e aggiornare Abbie riguardo le ultime novità. Diede un’ultima occhiata al moro impegnato a fare pose sexy davanti alla macchina fotografica, causandole un brivido lungo tutta la schiena. Ogni secondo che passava si rendeva conto di quanto fosse perfetto per quel mondo di cui era entrato a far parte, frivolo e superficiale proprio come lui. Arrivò alla toilette femminile e appoggiandosi al lavandino digitò frettolosamente il numero dell’amica, solo lei sapeva calmarla in quelle situazioni.
«Dolcezza!» rispose alla chiamata la bionda
«S.O.S sono nei guai fino al collo!» aveva il fiato corto, segno che stava per avere una delle sue solite crisi da malata mentale
«Ok, calmati tesoro, chiudi gli occhi e dopo raccontami tutto con calma..» ormai la procedura di ‘riabilitazione’ la conosceva a pennello
«Secondo te sono una cattiva ragazza?» si fermò trattenendo un grido 
«Ma sei impazzita del tutto? Anche il tuo ultimo neurone si è andato a farsi fottere come ti viene in mente?» non riusciva a comprendere l’esagerazione costante di quella ragazza, era così melodrammatica!
«Ecco, si, ora ci sono.. è colpa tua!» sentenziò la mora esasperata
«Io? E cosa caspita centro?» in quei momenti Sarah vaneggiava ed era capace di arrivare a qualsiasi conclusione con i suoi strambi ragionamenti
«SI, ti ricordi la settimana scorsa al quel bar in centro? C’era un barbone, io volevo regalargli una sterlina per solidarietà ma tu mi hai fermata dicendo che era solo una perdita di denaro. Tu e il tuo stupido cuore di ghiaccio, ora mi sta arrivando la punizione dal cielo per la mia cattiveria» mugugnò come una bambina di 5 anni appena sgridata dai genitori
«Sei ubriaca?» il tono si Abbie si fece serissimo non sapendo più cosa pensare
«Ma se sono astemia! Qualcosa di peggiore.. Hai presente il servizio fotografico sulla band di oggi?»
Ab approvò.
«Beh , la band in questione si chiama niente meno che One Direction!» si fermò entrando in iperventilazione e sventolandosi la mano libera per farsi aria
Dall’altra parte non si sentì più nulla.
«Pronto? Ci mancava anche che cadesse la linea..» sbuffò sonoramente la mora
«Ferma, fermi tutti!» la interruppe la migliore amica «Tu intendi quei 5 figoni di cui uno è il tuo ragazzo?» questo era molto meglio del noioso programma di cucina che stava vedendo in tv
«Ragazzo un accidente! Io lo ODIO! Mi vuole rovinare la vita, isolarmi da tutti e poi uccidermi facendo a fettine il mio corpo e tenere come ricordo i pezzi nel frigo, oppure li userà per farci un spezzatino. Oh mon dieu!» iniziò a massaggiarsi le tempie doloranti
«Sempre la solita positiva eh? Stai mettendo l’agitazione anche a me! Calmati, non puoi permettere ad una scimmia come lui di rovinarti la giornata… Domani passo così do una controllatina» disse Abbie cercando di mostrarsi poco interessata
«Lo fai per me o per quei ragazzi?» Bingo, colta in fragrante.
«Ok forse, ma principalmente sei tu la mia preoccupazione!- ghignò. La bionda amava il sesso maschile e non perdeva occasione per conquistare un bel ragazzo
«Se li conoscerò oggi, domani te li presento ma non ti assicuro niente perchè cercherò con tutte le mie forze di evitarli!- il suo comportamento a volte era un pò infantile ma si sentiva giustificata in situazioni come queste. Già il destino non è dalla sua parte a quanto pare, quindi era meglio evitare incontri sconvenienti.

Uscì dal bagno decisa a dirigersi fuori per prendere una sana boccata d’aria fresca ma prontamente fu fermata dalla “strega” Miller.
«Dove stai scappando?- la inseguì con la sua vocina stridula
‘lontano da te’ pensò ma evitò di riferirglielo «Da nessuna parte ovvio, posso esserti utile? –le regalò un falsissimo sorriso che però alla donna non insospettì particolarmente
«Allora sbrigati e non farmi perdere tempo- quasi scaraventò un vassoio nelle mani della ragazza rischiando di far cadere tutto «quello è il loro camerino- indicò un porta rossa con incollata una stella «Vai a consegnare il pranzo e fai un sorriso ogni tanto non voglio che pensino che una mia dipendente li trovi fastidiosi
«Agli ordini!- la prese in giro Sarah ma quando si avvicinò meglio a quella porta il suo sguardo diventò gelido, in realtà portava gli occhiali da quando aveva 6 anni ma dopo il diploma aveva deciso di togliergli e di indossarli solo in casi estremi.
Puntò il naso quasi incollato alla porta «One- One Da- One Direction…- lesse a voce alta, faceva un po’ fatica a stare senza quei cosi tanto che quando era all’università doveva sedersi sempre in prima fila dato che non riusciva a vedere minimamente la lavagna. Finalmente collegò il cervello «NO!- urlò
A quel suono la porta si aprì di scatto «Che succede? Qualcuno è ferito?- chiese urlando come una femminuccia un ragazzo alto dagli occhi di un azzurro quasi trasparente «Ah ciao!- le fece un sorriso da perdere il fiato
«Il pranzo.- riuscì soltanto a dire, si sentì una cretina, anche una cameriera di un ristorante avrebbe potuto dire di meglio
«Il PRANZO?- un ragazzo biondino saltò addosso al precedente e come una furia la trascinò per il braccio dentro la stanza. Ma dove cavolo era finita?
Fu scaraventata dentro un luogo che sembrava più una giungla che un camerino e immaginò che tutto quel casino l’avrebbe dovuto sistemare lei più tardi
Dopo che quel biondo le tolse il vassoio dalle mani Sarah cercò di allontanarsi da quell’inferno con più disinvoltura possibile come se in quel posto non ci fosse mai entrata ma fu fermata dalla parole di un altro ragazzo riccioluto dal viso un po’ da bambino, le sembrò il più piccolo del gruppo.
«Emh, scusa, questi sono vestiti sporchi- glieli porse imbarazzato.
La mora perfezionò la vista e notò tra gli indumenti rotolati anche un paio di mutande. Face uscire di poco la lingua in segno di disgusto, ‘mi hanno presa per una sguattera?’ si chiese interiormente.
«Sono desolata ma non sono la donna delle pulizie –gli disse sarcasticamente. Come si permetteva? Sicuro lui era più piccolo di lei e dubitava seriamente che fosse diplomato, forse frequentava ancora le scuole medie visto il suo livello celebrale
«Ma dov’è il mio panino? L’ho ordinato più di mezzora fa cavolo- si fermò –Oh salve Sarah- si, era proprio quella voce, LA voce
Quel giorno la ragazza aveva desiderato la morte già una decina di volte «Ciao- alzò una mano goffa
-La conosci Malik?- chiese un ragazzo dal viso molto delicato e dolce e dopo aver aspettato la risposta dell’amico si girò verso di lei «Allora gli amici di Zayn sono anche amici miei, piace sono Liam.- Le tese la mano per cortesia
«Um, Sono Sarah piacere mio- le stava simpatico, già a primo impatto e decise di essere gentile con lui e non la solita fricchettona acida
«Io sono Louis!- urlò con aria gasata il giovane vicino a lui.
«Io Harry, e scusa per prima non volevo essere scortese- le fece un occhiolino ma lei non acconsentì. Purtroppo era una persona che si basava molto sulle prime impressioni e riteneva uno sciocco cliche quello di non giudicare dalla copertina o altre frasi banali. Spesso la gente al primo incontro si mostra veramente com’è perché non conosce l’altro e non sente nessun obbligo nei suoi confronti.
«E io sono Niall, Zayn non ci avevi detto di avere un’amichetta così carina! –scoppiò a ridere tirando un piccolo pugno al braccio perfettamente perfetto del moro. Ma che pensieri erano?
«Ora è meglio che vada, vi auguro un buon pranzo.. – fece un saluto generico cercando di non perdersi nei suoi occhi preferiti, quelli del ragazzo che “odiava”.
«Ci vediamo dopo allora..- le riferì lui titubante. ‘ma perché non aziono il cervello prima di parlare?’ si domandò Zayn. Lei non si girò e uscì sbattendo con troppa foga la porta, non voleva sentirlo, non voleva sentire quelle parole così fastidiose.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


 Noi siamo in piedi fianco a fianco..
mentre la tua ombra attraversa la mia

 

Capitolo 3


-Stevens!- questa volta non era la solita voce insopportabile del suo capo a chiamarla ma la sua prima assistente. La gerarchia di quell’ufficio era alquanto discutibile e difficile di comprendonio, lei in pratica era l’assistenze dell’assistente, quindi aveva due persone alle quali schiavizzarsi.
-Si mi dica- pretendeva che Sarah le desse del “lei” neanche fosse una grande donna d’affari e in quei momenti la mora preferiva di gran lunga la compagnia di Penelope. A che livelli era arrivata la sua disperazione?
-Stevens per oggi abbiamo finito, carica le attrezzature nel furgone di fuori, vorrei aiutarti ma aimè Penny mi ha supplicato di accompagnarla ad una festa esclusiva.. Come facevo a dire no?- non era una domanda, che pessimo sarcasmo. Si chiamava Selena Baker ed era soltanto un paio d’anni più grande, per questo Sarah non è riuscita mai a capire perché venisse chiamata per cognome e dovesse rivolgerle del “lei” ma il suo cervello era più piccolo di una nocciolina; aveva ottenuto quel lavoro perché era la figlia di uno dei discografici più in voga di Londra e questo portava solo che benefici alla rivista, quindi la lasciavano comandare. Non tollerava la sua presenza che superava i 10 metri di distanza, non tollerava le sue scollature da cubista, non tollerava la sua voce volutamente stridula come un canarino investito da un’auto, non tollerava il soprannome ‘Penny’ sottolineando la grande amicizia con Penelope e non tollerava le sue labbra rifatte stile canotto, insomma non tollerava niente!
Si mise una mano sulla fronte che sudava freddo davanti a tutti quei “mostri” con centinaia di fili intrecciati che doveva sollevare e portare dentro al furgone, da sola, una ragazza. Si fece coraggio, e vista la difficoltà dell’impresa si tolse i tacchi vertiginosi così da camminare scalza più comodamente; era una sua abitudine, amava il freddo del pavimento sotto la sua pelle. Dopo un tempo che le sembrò infinito e sudata come un lottatore si diresse di corsa alla fermata dell’autobus, non poteva perderlo altrimenti avrebbe dovuto fare un chilometro a piedi e lei era tutto tranne che una sportiva.
Si maledì quando vide l’enorme veicolo rosso sfrecciarle davanti beffardo –Ma perché ho messo i trampoli?- gridò ad alta voce abbassando lo sguardo alle odiose Praga ma erano talmente belle che le avrebbe perdonato qualsiasi tortura. Sconsolata si accovacciò sul marciapiede non vedendo altro punto di appoggio, sicuramente con quelle scarpe non poteva rimanere ancora in piedi per molto. Appoggiò la testa ad un palo e chiuse gli occhi, era esausta e si sarebbe potuta addormentare benissimo facendosi scambiare per una vagabonda 
Fu rapita da un clacson assordante, si mise pronta per rivolgere a quel tizio parole non proprio educate quando il finestrino di quella macchina si abbassò –Le serve un passaggio signorina?- Zayn fece uscire il braccio dal finestrino aperto e le tese la mano
‘Ok, mi serve un esorcismo’ imprecò da sola Sarah – Emh, no veramente aspetto l’autobus magari un'altra volta eh- acida inviperita come sempre
-Intendi quel coso grande e rosso? E’ appena passato che peccato..- fece un sorriso malizioso?- avanti, salta su- agitò il braccio
-Pensavo di farmela a piedi, sai non c’è meglio di una bella passeggiata che ti rinfresca la mente- si diede un pizzicotto da sola per l’enormità di stupidaggini che stava vomitando ed ecco spuntarle il perfetto sorriso da ebete.
-Non accetti mai una mano? dai non farti pregare non voglio essere in pena per te- ‘io, in pena per qualcuno? Zayn chiudi il becco’ si auto zittì.
-Ti ripeto, NO grazie –quel ragazzo non si arrendeva mai?
-E io ti ripeto, SI sali!- spazientito scese, la tirò per il braccio e la face sedere di fianco a lui, chiuse il suo sportello e rientrò con lei vicino. Non accettava mai un rifiuto, mai.
-Sei sempre così delicato, Uomo-scimmia? – chiese retorica la ragazza massaggiandosi il polso per poi schiacciarsi più che potesse al finestrino, voleva marcare il territorio: poca confidenza
Zayn non rispose, dopotutto non sapeva che dire, riuscì solo a mettere in moto e a partire –allora dimmi, che hai fatto in questi 3 anni?- era curioso, fin troppo
-Emh, vediamo.. – si appoggiò due dita sul mento in modo da rifletterci su, al ragazzo quella posa sembrò molto buffa – mi sono trasferita a Londra il 6 settembre 2009 –fece un piccolo risolino – all’inizio è stato un putiferio, ho frequentato il King’s College e mi sono laureata in letteratura circa 3 mesi fa.-
-Laureata? Ma scusa, non hai 20 anni come me? –fu sconvolto da quell’affermazione, era la prima persona che conosceva ad aver superato il liceo
Sarah rise compiaciuta, le piaceva vantarsi di quella piccola cosa –Si, ci siamo diplomati insieme non ricordi? Ho solo velocizzato un po’ le cose- prese a gesticolare, l’agitazione era vicina – Ho finito prima degli altri del mio corso ma è un bene, ora posso dedicarmi completamente al mio lavoro-
-Ah giusto, sei sempre stata una studentessa modello!- le sfiorò involontariamente il braccio ma non se ne pentì –e che vorresti fare ora?-
-Beh, non saprei. Per ora sono super occupata poi si vedrà.. Credo che per te queste domande siano inutili- 
-Già, essere sempre suoi giornali di gossip non aiuta la sua privacy.- si fermò, ‘avanti pensa a qualcosa Zayn’ – Non hai la macchina?- che bella domanda..
Sarah si risvegliò persa dalle immagini fuori dal finestrino, la natura la rilassava sempre –Prego?-
-Emh, si, mi chiedevo come mai tu non portassi la macchina- sembrava un bambino che ancora non riusciva a parlare bene.
-Oh, io non ce l’ho!- disse la ragazza con gran fermezza
-Come?- era una delle poche persone che riuscivano a farlo rimanere spiazzato, senza parole e questo non succedeva praticamente.. mai
-Credo semplicemente che non servono a nulla tranne che ad inquinare, preferisco andare in bicicletta o con i mezzi pubblici- ci era voluta tutta la sua vita per accettarlo, ma ora era fiera di essere diversa
-La patente almeno ce l’hai?- il moro non faceva altro che immaginarsi senza macchina, com’era possibile? Certo, forse era un po’ troppo materialista ma senza auto oggi non facevi nulla
-Assolutamente no, sarei solo incoerente!Odio buttare a terra un fazzoletto di carta figurati rovinare irreparabilmente l’aria pulita- 
Zayn non disse nulla e calò come previsto un silenzio fastidioso,trovò quella ragazza interessante. Interessante?
-Ti va di accendere la radio?- a volte le cose più scontate erano le migliori
-Si, basta che non metti su una stupida canzone rap-
-Non ti piace il rap?- ormai era scontato. Lui ripeteva ogni singola parola che lei diceva sotto forma di domanda
-E me lo chiedi? Perché quella è musica?- ora era lei quella sbalordita
-Se non fossi una ragazza ti avrei già buttato fuori- cominciò a ridere, stranamente trascinando anche la mora –noi due non andremo d’accordo!Io l’adoro-
-Non vorrei essere puntigliosa, ma sei tu che mi hai trascinata di peso qui dentro!- finì il suo risolino
-Hai ragione..- il ragazzo cominciò a tamburellare la mani sul volante a ritmo della canzone che stavano passando, si sentiva a suo agio.
Sarah senza pensarci troppo, iniziò a canticchiare il motivo della melodia: When will i see you again? You left me with no goodbye, not a single world was said, no final kiss to seal any seams i had no idea of the state we were in.. Era “Don’t you remember” di Adele, la sua cantante preferita e a queste parole non riuscita a resistere, doveva cantarle anche se la sua voce non era così intonata.
Zayn si girò verso di lei troppo impegnata a chiudere gli occhi e a pronunciare quelle frasi agitando a ritmo di musica la testa e decise di accompagnarla, provando un brivido che partiva delle corde vocali fino a giungere lo stomaco, in subbuglio.
La situazione assurda durò fino a quando l’emozione di quella canzone cessò. Sarah guardava tutto incredula. Pochi anni fa non avrebbe mai ritenuta possibile una cosa del genere, neanche di stare così vicina a lui; lei doveva essere in prima fila, non sopportava di non capire pienamente le spiegazioni dei professori e lui naturalmente era sempre all’ultimo banco, schiacciando pisolini e scrivendo bigliettini romantici a qualche gallina che non faceva problemi. Se fosse stata ancora la sedicenne che andava in ebollizione a sentire il suo nome ora sarebbe stata felicissima, avrebbe realizzato il suo sogno. Ma ora tutto era cambiato, tutto era diverso. Riteneva quei pensieri senza senso e con poco valore, ridicoli e non appena sentì l’automobile fermarsi nel sua mente si innalzarono cori di libertà.
-Ok io vado, ci si vede eh- disse Sarah tutto d’un fiato, senza neanche guardarlo non gli interessava minimamente, prese la borsa e si sistemò in maniera maniacale le pieghe del vestito ma fu tirata per la giacca così da sbattere la spalla sinistra al sedile; guardò di sbiego Zayn per quel gesto
-Dove credi di andare, siamo fermati in mezzo al nulla- gli disse lui in maniera ovvia mostrandole con la mano la grande strada isolata in cui si trovavano –Siamo a secco baby-
-Perdonami?- la ragazza era evidentemente perplessa
Zayn sbuffò infastidito –Non c’è più benzina, non so come ma mi sono dimenticato di fare il pieno- finì a stento la frase rischiando di strozzarsi con la saliva, si sentiva un’idiota, come aveva fatto a non ricordarlo? Teneva esageratamente alla sua bellissima auto decapottabile grigio metallizzato, che gli era costata un occhio della testa e se ne prendeva talmente cura da soprannominarla “bimba”. Ok, forse leggermente ridicola come cosa.
-Cosa?- la sua voce salì di un’ottava imitando quei rumorosi cartoni animati canterini per bambini facendo finta di non capire, d'altronde c’era sempre il beneficio del dubbio e probabilmente aveva recepito male.
-Tesoro, non credevo fossi così tarda a recepire informazioni- fece il moro per sdrammatizzare ma ricevendo un’occhiataccia dalla ragazza capì il fallimento del suo intento.
-Ecco lo sapevo che avrei fatto meglio a farmela a piedi quella benedetta camminata!- incrociò le braccia al petto come una bambina offesa mentre il suo cervello cercava di elaborare il da farsi, con quegli strumenti di tortura medievali chiamati decolté che portava ai piedi era certa che non avrebbe fatto più di 10 metri. Accidenti a lei, la benzina e quelle irresistibile scarpe prese in saldo (offerta speciale)
-Oh andiamo! Da quello che mi hai detto casa tua è vicina, basta arrivarci, fare una chiamata per venirmi a prendere mentre mi offri qualcosa da mettere sotto i denti dato che sto morendo di fame e il gioco è fatto!- ‘ok Zayn questo è il momento perfetto per il tuo immancabile sorriso smagliante!’ pensò ma appena lo fece non ricevette la reazione aspettata, certo che quella ragazza era davvero strana.
-Eh no! Non solo mi rovini il pomeriggio oltre alla mia sanità mentale ora ti devo subire anche a casa mia? E con il mio cibo? Scordatelo- scese velocemente dall’automobile chiuse sgraziatamente lo sportello ed iniziò a camminare
-Non vorrai mica lasciarmi qui da solo? Sei senza cuore! Ed io che volevo solo fare una buona azione aiutando una vecchia amica..- disse raggiungendola
-Io e te non siamo amici.. –sbuffò e si colpì mentalmente per ciò che avrebbe appena detto – Ma il mio senso di civiltà me lo impedisce.. Avanti vieni con me- pronunciò quelle parole a bassissima voce sperando che nessuno nel raggio di due centimetri l’avrebbe sentita ma il sorriso compiaciuto del ragazzo mostrò il contrario
-Lo sapevo!- fece con il braccio un gesto di vittoria –Nessuno può resistere al fascino di Zayn Malik carina- ed ecco l’immancabile occhiolino, già, la sua autostima era bella alta
-Veramente l’ho fatto per compassione.. come se si trattasse di un cane moribondo lasciato abbandonato per strada- gli fece la linguaccia mentre con la mano lo fermava per appoggiarsi ad una spalla e togliersi le scarpe; se avrebbe dovuto percorrere un chilometro voleva essere comoda
Zayn rise e l’avvolse intorno alla braccia in segno di comprensione per qualche secondo non sentendo più il freddo che l’aria londinese a quell’ora di tardo pomeriggio offriva, poi in leggero imbarazzo si scansò. Non sapeva come comportarsi; lei non era la solita ragazzina abbordata da qualche ora con la quale provarci spudoratamente, loro si conoscevano da diversi anni ed il loro rapporto era tutt’altro che semplice e sapeva perfettamente il motivo della sua freddezza, se lo meritava
Si sentì in dovere di iniziare la conversazione, come sempre, odiava il silenzio ed odiava non poter fare battutine pungenti tipiche del suo carattere – Sei tornata più a Bradford? Io è da un vita che non ci vado-
-Si, un mese fa per la recita scolastica di mio fratello, lui ci teneva tantissimo e credo che se non ci fossi stata se la sarebbe legata al dito. Per farmi perdonare gli avrei dovuto regalare un dozzina di videogiochi sanguinari e violenti che non condivido- le si riempì il cuore al ricordo del suo adorabile e pestifero fratellino George che ammirava per la sua grande forza d’animo e tenacia. C’era solo da imparare da quel ragazzino di 10 anni costretto a vivere la sua infanzia su una sedia a rotelle ma sempre pronto a regalare un dolce sorriso e una parola gentile
- Oh vero! La recita scolastica.. Doniya me lo aveva detto in una telefonata- i due bambini frequentavano insieme l’unica scuola elementare della città ma non andavano nella stessa classe. Se n’era completamente dimenticato, non si era presentato all’impegno familiare nonostante la sorella si fosse preoccupata di avvisarlo un mese prima per evitare quello che poi è successo. Si sentì un fratello orrendo immaginando la delusione della piccolina nel sentire la sua voce robotica tramite un telefono 5 minuti prima dello spettacolo, perché si era ricordato si avvisare solo in quel momento mentre andava in una delle solite feste coi ragazzi
-Comunque dovrei proprio conoscerlo, anch’io adoro i videogames pericolosi in cui bisogna squarciare i nemici. Ne ho un centinaio e se voi gliene consiglio uno fortissimo in cui lo scopo principale è di uccidere più persone possibili e se lo fai soltanto con le mani, cioè senza armi i punti valgono dop..-
-Basta ho capito grazie!- lo interruppe schifata Sarah provocando una sonora risata al ragazzo –Possibile che voi maschi dopo le elementari il vostro sviluppo mentale si fermi?! Dovrebbero denunciare chi ha inventato il gioco e tu che lo usi- 
-Che ci vuoi fare babe ad ognuno i suoi gusti..- 
Questa volta fu Sarah a ridere, sotto quella faccia da duro e menefreghista c’era ancora un ragazzino cresciuto un po’ troppo in fretta

**


Arrivarono di fronte ad un palazzo antico ma ben curato e dopo che Sarah aprì il cancello principale gli fece strada verso la rampa di scale che conducevano alla porta di casa. Ringraziò il cielo che lì vi abitavano persone anziane e giovani famiglie così da evitare urla isteriche di ragazze in piena pubertà pronte ad assalire il suo povero appartamento per vedere il loro idolo.
Proseguirono il percorso in religioso silenzio e proprio davanti all’ultimo paio di gradini Sarah inciampò teatralmente a causa di una ciocca di capelli finita sull’occhio riuscendo a mantenersi dritta grazie alla ringhiera, Zayn dietro di lei si mise una mano davanti alla bocca per soffocare un riso che altrimenti sarebbe stato parecchio rumoroso, stranamente non voleva ferire i suoi sentimenti prendendola in giro. 

Sarah sgranchì le dieta della mano ed inserì le sonore chiavi nella serratura dalla porta, aprì ed abbassando la maniglia mostrò l’interno della casa –Eccoci nella mia umile dimora Signor Malik- e con poca preoccupazione verso l’ospite entrò buttando vicino al divano le scarpe ed il cappotto, il moro un po’ deluso dalla scarsa accoglienza entrò chiudendosi dietro la porta. 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Mi fai stupire di ciò che dico,
Mi fai stupire di ciò che faccio

lontano dietro di te



 

Capitolo 4


Il ragazzo dalla pelle ambrata entrò un po’ titubante in quell’abitazione non troppo grande ma comunque accogliete e ben ordinata, segno che vi alloggiava una presenza femminile, il suo di appartamento era un totale caos in cui regnavano montagne di vestiti firmati dai più celebri stilisti sparsi in ogni stanza, bibite e mozziconi di sigarette alcune ancora accese e doveva soltanto ringraziare la sua adorata signora Dixon che ormai da anni si occupava non solo di cercare di tener a bada il suo incurabile disordine ma anche di impersonare una figura di riferimento essenziale per un giovane ventenne che spesso a causa del suo lavoro in giro per il mondo era costretto a gestirsi da solo lontano dai suoi genitori e dalla sua famiglia; così la dolce sessantenne dai lineamenti un po’ mancati dai segni dell’età con i suoi modi pacati ed eleganti tra una faccenda domestica e l’altra si teneva aggiornata riguardo la sua vita, consigliandolo al meglio o almeno tentando di non fargli commettere troppe “ragazzate” così come le definiva lui stesso. Si, l’adorava e non la considerava una semplice dipendente, avevano un rapporto tutto loro e spesso lei si offriva di prolungare il suo orario di lavoro per preparare una gustosa cena per entrambi da mangiare davanti la tv come farebbe un’affettuosa zia al suo nipotino. Zayn pensò che Sarah le sarebbe proprio piaciuta, tranne che per l’età avevano delle caratteristiche in comune.. ‘Ma che diamine vai a pensare?’ il moro si diede dell’idiota e solo poco dopo si accorse della mano della ragazza che da qualche minuti gli sventolava davanti per farlo ritornare nel mondo reale.
-Zayn? Zayn? Cavolo ci mancava solo che il suo cervello andasse il tilt- disse la mora visibilmente spazientita.
Il cantante avvampò per l’imbarazzo ma ringraziò la sua palle poiché il colore scuro permise di camuffare il rossore –Scusa ero sovrappensiero, dicevi?- le chiese tentando di rimediare alla figuraccia fatta con un sorrisetto.
Sarah a quel gesto alzò il sopracciglio sbuffando leggermente –Tranquillo, te l’ho ripetuto solo 4 volte. Thè o caffè? C’è questo in dispensa odio fare la spesa, tanto a casa non ci sono mai- gli riferì conducendolo in cucina.
Zayn la seguì in silenzio dandosi per la seconda volta dell’idiota, da quando era diventato così imbranato? 
-Caffè e qualcosa da mangiare il mio stomaco comincia a fare storie, preferirei qualcosa di salato sai le cose dolci non fanno per me…- finì il suo monologo non appena incontrò lo sguardo storto della mora che di certo non aveva apprezzato il suo intervento – ma naturalmente mi saprò accontentare benissimo di tutto ciò che mi vorrai offrire… grazie?- era diventata una domanda che quando trovò l’approvazione della sua interlocutrice fece distendere il suo viso in una posa più rilassata.
Dopo un leggero ghigno la ragazza aprì alcune mensole per trovare l’occorrente per la bevanda, costatò che la sua cucina era davvero vuota e non adatta a riceve ospiti soprattutto inaspettati, sua madre non lo sopportava infatti ogni volta che la signora Stevens faceva visita alla figlia maggiore Sarah si precipitava nel Supermarket sotto casa caricando il suo carrello di prodotti in offerta pronta per preparare un pasto degno del giorno di Natale. Cosa non si fa per la mamma? Più che altro lo faceva per se stessa, voleva la perfezione sempre e non tollerava che la sua famiglia restasse delusa di lei neanche per le piccolezze. 
Cominciò a preparare il caffè pregando che uscisse decentemente, non se l’era mai spiegato ma le usciva davvero pessimo o perché troppo forte da causare problemi di stomaco, o troppo annacquato o addirittura imbevibile rischiando di avvelenare le persone.. si, le era capitato giusto un paio di volte con Abbie e con suo padre di confondere accidentalmente lo zucchero con il sale rischiando una condanna per tentato omicidio.
Aspettarono in religioso silenzio che uscisse quell’intruglio e una volta pronto lo versò in due tazzine porgendo una delle due al moro seduto davanti a lei, Zayn la ringraziò semplicemente con lo sguardo.
-Allora.. hai più sentito i compagni del liceo?- chiese titubante il ragazzo accorgendosi della discutibilità della domanda
Sarah prese un sorso del suo caffè arricciando subito il naso, già, faceva schifo – Ho incontrato Paris qualche mese fa..-
Zayn alzò immediatamente lo sguardo interessato. Paris? Erano anni che non sentiva quel nome ed onestamente non aveva un bel ricordo di quella persona. Era stata la sua ragazza del liceo, la solita cheerleader bionda fin troppo magra con un quoziente intellettivo molto discutibile e che aveva il brutto vizio di dare più confidenza del dovuto ai ragazzi, cosa che faceva imbestialire il moro; infondo, non era cattiva anzi a volte sapeva essere anche un po’ comprensiva, quando non doveva lottare peri il titolo di reginetta, era solo… Paris.
-Ah davvero? Come sta?- chiese con poca enfasi
Sarah al ricordo fece un piccolo risolino –L’ho incontrata per caso nella farmacia in centro ricordi? Quella del Signor Jones – il giovane annuì – E’stato davvero buffo,direi surreale.. Ci siamo incontrate con lo sguardo e subito lei si è precipitata a salutarmi abbracciandomi come se fossimo state grandi amiche che si rivedevano dopo una vita.. Ma non mi ha dato fastidio, anzi è stata quasi carina.. – sorrise al ricordo di quell’insolito ma piacevole incontro – e la cosa davvero assurda sai quel’è? Che era li per comprare un biberon, per suo figlio!- 
Zayn quasi non le sputò il caffè in faccia, oltre che per il disgusto di quella bevanda, anche per la sorpresa.
-C-cosa? Quando?- sgranò gli occhi
La ragazza non si allarmò, dopotutto anche lei quando l’aveva saputo aveva avuto la stessa reazione. Andiamo, si parlava sempre di Paris Williams, l’adolescente più inaffidabile e superficiale di Bradford e si faceva molta fatica immaginarla con un bambino – Appena uscite mi ha portata al parcheggio, vicino la sua automobile, e dentro c’era un piccolissimo angelo di 8 mesi che dormiva, identico a lei, biondo e occhi verdi sicuramente li ha ereditati da Josh- 
-Josh? Che c’entra Jos.. No, non dirmelo!- ora si che Zayn era veramente sorpreso, non poteva crederci.
La ragazza si morse la lingua, parlava decisamente troppo. Josh era il miglior amico di Zayn al liceo e per un po’ di tempo a scuola girava voce che lui venisse tradito dalla sua ragazza e dall’amico e quando li beccò nel bagno dei professori in atteggiamenti inequivocabili decise di interrompere i rapporti con entrambi scatenando un grande gossip in tutto l’istituto.
-Emh, si, lui è il padre del bambino- il suo sguardo finì negli occhi del moro
-Quindi stanno ancora insieme? Beh, sono felice per loro.. – non era arrabbiato era passato tanto tempo, e Paris era stata solo una semplice cotta liceale non era una ragazza da “cosa seria”.
-Mi ha invitata al bar di fronte, ci siamo sedute in uno dei tavoli fuori e abbiamo chiacchierato sai, sembravamo davvero delle vecchie amiche che non aspettavano altro che rivedersi per raccontarsi e la cosa è stata molto strana soprattutto per noi due.. ma credo che sia cambiata, veramente. Ora lavora nel negozio di famiglia part time solo di pomeriggio così la mattina può prendersi cura di Joshua, il piccolino e credo che la maternità l’abbia fatta crescere; certo è sempre Paris, un po’ vanitosa ma con un cuore d’oro che ha tenuto troppo nascosto.. E dopo mi ha permesso di tenere il figlio in braccio, oddio è adorabile!- riferiva il tutto con sguardo sognate e luminoso, era davvero felice per lei.
Zayn si trovò ad osservarla attentamente, nelle sue espressioni facciali a volte buffe ma che trasparivano perfettamente i suoi sentimenti e nei suoi gesti un pò scoordinati usati per enfatizzare i concetti, la trovò dolce.
-E ciliegina sulla torta mi ha mostrato il suo anellone che quasi mi accecava, Josh le ha fatto la proposta il giorno di San Valentino prima che Joshua nascesse e si sposeranno in Agosto, in una lussuosa villa di cui non mi viene il nome ma che saprò poiché mi ha invitata! L’invito dovrebbe arrivarmi nelle prossime settimane.. adoro i matrimoni.- finì l’ultimo sorso del caffè e posò con una forza un po’ esagerata la tazzina sul tavolo ancora emozionata per quanto detto; ma quando vide Zayn con un’espressione divertita cambiò umore. Si era completamente dimenticata la sua promessa di mantenere le distanze, “accidenti alla mia parlantina logorroica” pensò. Quando iniziava a parlare era difficile zittirla e spesso finiva nell’entrare in confidenza con l’interlocutore, cosa che in questo caso doveva assolutamente evitare.
-Non vorrei risultare sgarbato ma il tuo caffè può essere classificato come il peggiore che abbia mai bevuto, e fidati ce ne sono stati- voleva cambiare argomento per evitare che le si riaffiorassero ricordi spiacevoli su Paris in versione liceale frivola; ricordava perfettamente che le due facevano fatica a sopportarsi, la colpa era della biondina che non aspettava altro che infastidirla ed offenderla e questo era uno dei motivi per cui era “costretto” a farlo anche lui e se ne vergognava. Poi l’ultimo anno c’era stata una sorta di riavvicinamento tra loro, era risaputo che Paris non fosse un’eccellenza e rischiava seriamente di non diplomarsi con il resto della sua classe, Sarah si era offerte di aiutarla così da farla diplomare almeno con il minino; quel gesto lo stupì portando a chiedersi davvero come avesse potuto in questi anni trattarla male non se lo meritava e si stupì ancor di più del fatto che lei non portasse rancore. Forse era per questo il grande saluto che le aveva rivolto, doveva tutto a lei.
La mora gli rivolte un’occhiataccia –Scusami se non ti ho preparato qualcosa fatto in casa, rimedierò la prossima volta. Aspetta, ma non ci sarà un prossima volta.. pazienza- andava fiera del suo sarcasmo
-Dai, è cosi che ringrazi il tuo salvatore? Con un misero caffè repellente? Almeno offrimi qualcosa di mangiabile- le prese le mani a modo di supplica facendola sorprendentemente ridere, non l’aveva sentita molte volte ma si accorse che la sua risata era pura e cristallina bella da sentire. “ok, dacci un taglio” disse a se stesso.
Lei si alzò pigramente dalla sedia –Va bene ma ti chiedo gentilmente di accontentarti, la mia dispensa è quasi vuota-
-Sono sicuro che tutto sarebbe meglio del tuo caffè- doveva ammettere che gli piaceva stuzzicarla.
Sarah gli dedicò un linguaccia divertita e si diresse per cercare qualcosa che almeno non fosse andato a male, di certo non poteva essere definita una casalinga provetta.
La sua ricerca fu però interrotta da un urlo improvviso del giovane che la fece sobbalzare.
-Zayn?- la sua risposta arrivò non appena il suo sguardo si posò sulla figura del moro che se ne stata pietrificato mentre un’ombra vicino a lui tentava d raggiungerlo con una zampetta e appena fu riconosciuta, la ragazza scoppiò a ridere.
-Marbles! Non ti ho visto questa mattina, dove ti vai a nascondere tesoro?- domandò all’animaletto bianco accarezzando il suo pelo morbido e ben curato –Zayn è una gatta non un mostro- gli disse decisamente divertita, era difficile vedere Zayn insicuro, uno spettacolo più unico che raro.
-Io e i gatti non andiamo molto d’accordo, ti prego toglila- le disse fulminandola e cercando di mantenere la sua solita compostezza impassibile
-Oh vieni qui piccola,non vieni ingiustamente apprezzata- disse alla gattina, prendendola in braccio e schioccandole un piccolo bacio per poi lasciarla verso il salotto, lontano dall’angolo cucina.
-Dovevi dirmi che avevi uno di quei così..- starnutì di colpo –sono allergico!- le riferì il ragazzo con un broncio.
Sarah trattenne con molte difficoltà un risolino –Non sapevo che ci fosse, lei è un tipo libero, l’ho trovata vicino al mio palazzo 4 mesi fa e non me la sono sentita di lasciarla da sola, così l’ho portata a casa e abbiamo stretto amicizia.- faceva realmente fatica a non ridere -Zayn Malik che si fa mettere K.O. da una gatta indifesa, questo le tue fan sfegatate lo sanno?-
Il moro sbuffò –Divertente.. davvero divertente- in seguito strappò via della sue mani il pacco di patatine che la giovane aveva miracolosamente trovato per poi aprirlo e infilarne in bocca una manciata.
**

Erano finiti sul divano, non sapeva neanche come,anzi una mezza idea ce l’aveva: il moro si era accomodato con tanto di gambe distese di fronte, lungo il suo tavolinetto del suo salotto, mentre con gli occhi quasi socchiusi sgranocchiava il suo pacchetto ormai arrivato a metà delle sue patatine (tra l’altro le sue preferite) mentre lei non riuscita a capacitarsi di tanta sfacciataggine, come diavolo faceva? Lei ogni volta che era ospite in casa di un conoscente si preoccupava di non risultare mai invadente ed essere composta, cosa che evidentemente Zayn non si poneva lontanamente.
-Ti dispiacerebbe?- chiese d’un tratto la padrona di casa
Zayn parve risvegliarsi da un sonno profondo –Scusa?- era confuso
Sarah indicò svogliatamente con il dito il punto in cui vi erano le sue gambe –Quelle, toglile-
Il ragazzo fece quello che gli fu detto –Perdonami dolcezza, ma devi sapere che la vita da Superstar è stressante e sono stanco morto- le riferì con un gesto della mano per poi andarle a sfiorarle il braccio, questa volta di proposito però.
-Immagino che muovere la mano per firmare autografi a ragazzine con l’apparecchio e i brufoli per poi intonare un paio di canzoncine deve essere complicato, meglio lavorare in miniera non trovi?- gli disse piccata, “che idiozie”.
Il moro pensò che lo divertiva, finalmente un ragazza con cui portare avanti una conversazione interessante.
- Se proprio vuoi che lo dica anche il tuo di lavoro non è poi così complesso, forza che devi fare? Portare un paio di caffè che spero vivamente non sia preparati da te, servire il pranzo al tuo capo e fare consegne?- odiava frasi del genere, non era tutto rosa e fiori. Certo, aveva i suoi privilegi e c’erano lavori molto più duri del suo ma lui aveva sacrificato tutta la sua vita e i suoi affetti da giovanissimo per inseguire il suo sogno e non amava quando veniva sminuito.
La giovane rimase colpita da quell’espressione, occhiata? Non sapeva definirla, ma comunque ne fu dispiaciuta non voleva offenderlo, in quel momento gli rivennero davanti i flash di 3 anni prima, quando lui insieme alla sua banda si divertivano a deriderla, a farle cadere i quaderni con una casuale spinta nel corridoio o a manomettere l’armadietto. Non voleva fare la vittima, che poi lo era veramente, ma si ricordava perfettamente i sentimenti negativi che provava e si era giurata che mai nella sua vita li avesse provocati agli altri, Zayn incluso. Non era come lui,lei era migliore.
-Già il mio lavoro non può essere definito come uno dei migliori ma mi piace, l’ho trovato da sola e dopo può offrirmi grandi opportunità basta aspettare e cogliere l’occasione giusta- gli rivolse un sorriso comprensivo di proposito, per alleggerire la piccola tensione creata.
Senza neanche guardarlo le venne in mente un’idea –Aspettami qui- corse in camera sua non permettendo al moro di risponderle.
Frugò frettolosamente nel suo armadio, tra i panni ripiegati in malo modo e sotto un pila di borse, alcune delle quali con disegni e fantasie decisamente imbarazzanti per una ventenne, lo trovò e ritornò nel salone con una leggera paura che lui se ne potesse essere andato, ma quando lo vide li, nella stessa posizione di prima solo con un atteggiamento più interessato fu più tranquilla; non capì il perché di quel sentimento e sinceramente non se lo chiese neanche, era solo curiosa della suo effetto che la cosa stretta tra le mani gli potesse causare.
Gli rivolte un risolino nascondendo l’oggetto dietro di se.
-Cos’ hai?- chiese curioso Zayn, era sempre più meravigliato dalla sua interlocutrice, dal modo in cui si stava rivolgendo a lui, come un amico e non come un peso indesiderato, si rendeva conto di esserlo per lei ed era anche giusto; invece ora sembrava che fossero finiti in un mondo parallelo, irrazionale.
-L’ho trovato quando ho traslocato in quest’appartamento ed ogni tanto lo riguardo- disse porgendo l’oggetto misterioso al ragazzo davanti a lei.
Zayn ne rimase davvero felice, lo prese tra le mani e toccò dettagliatamente la copertina, perché non aveva mai visto l’annuario scolastico dell’ultimo anno?
Ma come se gli leggesse la mente la mora gli rispose –Ce l’ho io e una decina di ragazze oltre al preside Figgins. Per ringraziarci del nostro lavoro per il ballo di fine anno e per la cerimonia del diploma ce ne ha regalata un copia, alcune pagine sono divertenti!- 
Zayn accarezzò il cuscino vicino a se, per farla sedere accanto a lui, gesto che fu compreso e accettato dalla giovane senza nessuna replica, ok erano davvero in un mondo irreale.
-Ma che razza di capelli avevo a 17 anni? Non vorrei mai che queste foto uscissero mi rovinerebbero la carriera e le future conquiste!- disse scherzosamente Zayn facendo ridere entrambi.
-Perché ora come credi che siano? La tua cresta da gallo passa difficilmente inosservata- lo prese in giro Sarah indicandogli la sua amatissima capigliatura. Ma osservandolo meglio costatò che stava ugualmente bene, ora come quando aveva 17 anni. “per favore.. finiscila!” cercando accuratamente di non farsi vedere giusto per evitare di sembrare un pazza si diete un piccolo pizzico alla mano per allontanare quel pensiero inappropriato e del tutto falso… si certo.
-Mi ero dimenticato di quanto fosse stato bello il ballo di fine, tu e il tuo gruppo nerd avete fatto un bel lavoro- le riferì il ragazzo andando a solleticarle un fianco, facendola ridere, capì che soffriva il solletico.
-Vero, io e il mio “gruppo nerd”- ripetè il nome facendo le virgolette con le dita – abbiamo lavorato per 3 mesi affinchè il signorino qui presente potesse essere incoronato in un posto adatto alla sua magnificenza- 
-Ehi non è colpa mia se sono stato il re più affascinante e figo che il nostro liceo abbiamo mai avuto. Ma mi hai visto? – le disse per stuzzicarla.
Sarah finse di pensarci su per un po’ – In realtà no. Non c’ero al ballo- disse scrollando le spalle
-Oh, davvero?- il tono del ragazzo era..dispiaciuto. Non se n’era nemmeno accorto, dopo 4 anni passati insieme nello stesso istituto e nelle stesse aule scolastiche se l’era dimenticata proprio l’ultimo giorno di scuola, il giorno di addio a tutto quello che avevano condiviso insieme anche se in maniera forzata e non le aveva rivolto neanche l’ultimo saluto o almeno le scuse alle quali non poteva sottrarsi; ma il destino a volte era davvero sorprendente, si, era sorprendente come spesso si prendesse il gioco delle persone e sorprendente era come offriva anche se non in maniera così esplicita la famosa seconda chance. Doveva approfittarne, ora.
-A proposito del liceo, delle cazzate e dei ricordi..- ecco come cominciare un discorso nel peggiore dei modi – io.. tu.. sai, ecco.. –sudava freddo, era così difficile per il forte e tenebroso Zayn Malik fare le scuse? Oh si che lo era – Sono passati tanti anni da quel.. e tu no cioè..- il respiro si faceva sempre più irregolare e alla vista della giovane che non faceva altro che sfogliare il libro e non prestargli la dovuta attenzione gli ribollì il sangue. Prese di scatto quell’oggetto ormai passato in secondo piano, lo butto sul tavolinetto e poggiò le mani sulle sue spalle catapultando inevitabilmente i suo occhi in quelli indecifrabili e lucenti di Sarah. Come si dice, a mali stremi estremi rimedi no?!
Respirò un’ultima volta, accidenti al suo orgoglio –Senti, lo sappiamo entrambi che c’è una cosa irrisolta tra di noi, è inutile fare finta di niente, avanti sono passati 3 anni!- questo di inizio era indubbiamente molto meglio dell’altro.
- No, non c’è bisogno di parlar..- la mora fu interrotta bruscamente dal ragazzo, non poteva permettersi ora come ora di perdere altro tempo, doveva agire subito, doveva togliersi quel cerotto.
-No ce n’è bisogno invece, ci tengo. Non voglio farti discorsi smielati e senza senso perché io con questa roba faccio davvero schifo, però lo ammetto, sono stato davvero un ragazzino un po’ immaturo ma che dico, sono stato un emerito coglione e … -il gruppo alla gola ritornò di colpo, mancava solo una parolina magica – scusa-
Sarah rimase letteralmente interdetta, non poteva essere vero. Dopo anni interi ad odiare, a tenere dentro una rabbia repressa tutto svaniva di colpo, perché la ragione del suo allontanamento, del suo cambiamento era lì a casa sua, che le chiedeva scusa. No, doveva essere uno scherzo della natura o una di quelle candid camere che trasmettevano in tv, non era pronta a quello. Si era talmente concentrata sulla collera che non aveva minimamente riflettuto ad una piccola possibilità di perdono e quindi di scuse.
Alzò il viso tenuto fino ad allora abbassato e mentre torturava le mani,incastrandole le une nelle altre, lo guardò fondendo il suo sguardo con il suo, fu una sensazione che si andò a depositare dritta nel suo stomaco, qualcuno l’avrebbe definita farfalle allo stomaco ma lei non l’avrebbe mai ammesso.. No, no, no.
Non DOVEVA ricascarci, dopo anni, non POTEVA.



Ice&Fire’s Corner:
Hello everybody! Scusate per il tremendo ritardo, cercheremo di non tardare più così tanto. Questo capitolo della fanfiction è un po’ “difficile” senza neanche accorgercene abbiamo creato due personaggio molto complessi e quindi scrivere di loro diventa una gran faticaccia.. Tranquille, abbiamo tante idee in mente e cercheremo di rendere la storia sempre più interessante! Fateci sapere cose ne pensate e se vi è piaciuto il capitolo.
Un bacione grande e al prossimo aggiornamento! 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Sto chiamando, puoi udire la mia voce?
Ti seguirò attraverso tutto il rumore

Capitolo 5

Erano passati due giorni; due intensi, contorti e fin troppo lunghi giorni. La realtà era ritornata nuda e cruda, come uno schiaffo in peno viso e quegli insoliti momenti trascorsi in quell’armonia così singolare, erano rimasti li, chiusi in quelle quattro mura, sul divano in compagnia di un caffè pessimo come l’umore di Sarah che era diventata vittima di un vortice di sensazioni e stati d’animo in continua lotta tra loro che cercavano di emergere. Aveva cercato rifugio in ciò che sapeva fare meglio: lavorare, mangiare, lavorare, deprimersi, deprimersi e.. deprimersi . Si, l’aveva presa davvero male, per qualcuno probabilmente in maniera esagerata ma ciò che l’aveva fatta cadere in quell’oblio non erano tanto le parole di quell’ermetico e inspiegabile ragazzo ma tutte le scene, quelle emozioni che da 3 anni a questa parte aveva chiuso in un cassetto e sperava vivamente che non si facessero più vive ma dopo la rivelazione ricevuta si era resa conto che anche con un nuovo taglio di capelli, le lenti a contatto, un radicale cambio di look infondo la ragazzina di cui si vergognava tanto era sempre ben presente in lei, occupando a malincuore una parte sostanziale, si era persino specchiata nel bagno per assicurarsi che l’odiose bolle e l’apparecchio non fossero ritornati.. ridicolo. Ridicola la situazione, ridicoli i pensieri, ridicolo il dialogo di scuse e ridicola lei. Stava perdendo il senno, il controllo e inevitabilmente se stessa, la persona che aveva cercato di essere per tutto quel tempo e che la stupida parola “scusa” stava mettendo a dura prova. Come una cretina non era riuscita a tirar fuori dalla sua bocca una frase di senso compiuto. Di fronte a un discorso poco articolato ma sentito e voluto lei aveva fatto uscire un “oh”, un suono, come quello dei bambini che cercano di pronunciare la loro prima parola, come quello usato per sistemare i microfoni affinché si possa sentire, come quello emesso da una giovane donna che hai dei conti irrisolti con una ragazzina imprigionata in se stessa come lei. Non aveva detto niente, nulla di sostanziale e rilevante ma comunque qualcosa si smosse poiché Zayn ricevette una chiamata da Louis preoccupato per la sua improvvisa assenza e dopo alcuni minuti di rimprovero ai quali il moro reagì con palesi prese in giro nei confronti dell’amico per alleviare l’aria pesante che si era creata, gli diedi l’indirizzo e uscì in strada per aspettare che lo venissero a prendere, non prima di aver regalato un’occhiata rassicurante e comprensiva alla ragazza la quale si sentì per alcuni istanti più sicura.
L’aveva evitato, in tutti i modi possibili e ce l’aveva fatta;Come, dato che lavoravano in stretto contatto 24 ore su 24? Facendo di tutto ciò che era umanamente fattibile, cercando di uscire dal set fotografico più volte, inventarsi mille impegni pur di non vederlo e sgattaiolare via come una ladra appena finito il suo turno di lavoro. Forse era un atteggiamento leggermente infantile..
Ma quel giorno sarebbe stato diverso perché l’avrebbe raggiunta e sostenuta Abbie,più che altro per vedere quei 5 ragazzi, ma Sarah si accontentava lo stesso, aveva davvero bisogno della sua presenza. A causa del lavoro i suoi contatti con gli altri esseri umani, che non fossero la “Strega” Penelope e Selene, erano limitati ed ogni momento trascorso in buona compagnia era sempre ben accetto.
-Stevens muoviti, devi aiutare il fotografo. Matt il suo assistente si è dato malato e non riesce a fare tutto da solo- le ordinò in maniera fredda il suo capo
Sarah la guardò visibilmente incerta –Scusa, ma cosa vuoi che ne capisca io di fotografia?-
La Miller ricambiò l’occhiata con una frecciatina, come se stesse parlando con una ritardata mentale –Non dovrai fare altro che aiutarlo con l’attrezzatura e con la scenografia-
A quelle parole la mora impallidì – Scenografia.. oh no, non dovrò andare mica sul set?!- chiese con una voce stridula.
-Si, e credo che tu sia in ritardo quindi fai in fretta- le riferì con una scrollata di mano.
-Non potrebbe andarci Selene? Potrei essere più utile con te stando nei paraggi- disse cercando di convincerla, inutilmente però.
-Non dire idiozie sai che Selene è molto occupata-
-Certo, a farsi le unghie….- sussurrò tra se. Perché quella ragazza doveva passarsela sempre liscia? Lei si sentiva Cenerentola solo senza scarpetta, dato che portava un bel 39 di piede, e soprattutto senza principe azzurro nei paraggi.
Si incamminò per il lungo corridoio di quell’immensa villa estiva in cui avevano deciso di ambientare il servizio fotografico, “In vacanza con i 1D” si sarebbe chiamato l’articolo che naturalmente lei avrebbe dovuto revisionare e finire e il suo nome non sarebbe stato nemmeno menzionato in un carattere talmente piccolo da risultare difficile da leggere anche con la lente di ingrandimento. Ottimo per la propria autostima.
Seppur con passo estremamente lento da far invidia ad un bradipo arrivò sulla soglia della grande ed incredibilmente bianca area delle scenografica, dominata da uno sfondo di cartongesso in cui veniva raffigurata un spiaggia molto credibile, palme finte, sdraio ed ombrelloni da mare. Raggiunse le spalle del fotografo con titubanza, magari era diventata improvvisamente invisibile senza l’aiuto del mantello magico come era accaduto ad Harry Potter. Non fece in tempo ad annunciare la sua presenza che Mr Suarez, così si faceva chiamare quell’inquietante uomo, si girò si scatto facendola sussultare.
-Signorina, sei già qui- le disse con uno sguardo ammiccante –Forza non perdiamo altro tempo, ragazzi vi presento…- cominciò a dire rivolgendosi alla mora di fianco a lui.
-Stevens, Sarah Stevens signore- gli riferì squadrandolo da capo a piedi. Era un uomo, più che altro un nano da giardino, con indumenti che avrebbero potuto fungere benissimo da insegna stradale: pantaloni alla pescatora giallo fluo, camicia fucsia a fiori hawaiani e sandali verde militari, insomma un vero oltraggio alla moda palese persino per lei che era rimasta allo scuro di quel mondo fino a qualche anno fa, e restò divertita nell’immaginarsi la reazione spropositata di Penelope di fronte a quel fenomeno da baraccone. “Ma perché mi capita soltanto gente fuori di testa?” si chiese retorica. Ma lui non era pazzo, non di certo; lui si definiva un tipo eclettico, sulla cresta dell’onda in quell’ambiente.
-Noi ci conosciamo già- fece una voce alle sue spalle – Ciao Sarah!-
La ragazza si girò pregando affinché non si trattasse di quella persona, faceva fatica persino a pronunciare il nome ormai, ma quando si accorse che ad accoglierla fu il dolce sorriso amichevole di Liam fu molto più tranquilla, facendo un respiro profondo –Liam!- trillò entusiasta, era assolutamente il suo preferito della banda. 
-Non dirmi che oggi avremmo l’onore della tua presenza- le accarezzò un braccio fraternamente –Sono giorni che non ti si vede-
Sarah voleva vivamente evitare quell’argomento tabù, era una frana nel mentire, si agitava e quando lo era aveva dei notevoli effetti collaterali ben visibili quali rossore, respiro affannato o addirittura singhiozzo la cui durata variava da pochi minuti fino ad un paio di ore.
-Infatti, sono stata sommersa dagli impegni- “non guardarlo in faccia, non guardarlo in faccia” si auto impose ma la sua concentrazione venne interrotta dagli altri componenti che sbucarono all’improvviso, salutandola calorosamente, lei rispose con un riso scarno imbarazzata da tutta quell’inaspettata confidenza. Ed ecco il fatidico momento, quello che aveva così faticosamente cercato di sfuggire, lo incontrò, più esattamente incontrò i suo occhi così scuri e profondi e fu un colpo basso per il suo povero cuore che ancora faceva fatica a riprendersi dall’ultima volta; erano il punto debole di tutti, e suo malgrado ne era vittima anche lei.
-Sarah, come va?- le si rivolse calorosamente Zayn muovendo la mano a modo di saluto avvicinandosi man mano sempre più vicino. 
Il cuore della giovane perse un battito, da quando Zayn Malik era così loquace, sorridente e cortese?
-Zayn..- il suo non era un saluto bensì un’affermazione, una certezza della realtà.
Il ragazzo percepì la titubanza e la sua incertezza così si fermò di colpo, come se una forza superiore l’avesse bloccato, come se la sua mente abbia avuto la meglio sull’istinto il quale voleva necessariamente sfiorarla, sentirla per assicurarsi in qualche modo che ci stesse, che il fatto che fosse sparita dal nulla fosse sono una banale casualità e non dipendesse dal giovane. Pensieri troppo contorti ed inconcludenti perfino per lui. Da quanto era diventato un filosofo moderno?
Sarah si rivolse nuovamente al fotografo – Allora Mr Suarez come posso esserle d’aiuto?- domandò a quell’omino stravagante costatando che le arrivava si e no fino al seno.
-Beh cara puoi iniziare cominciando a spostare quelle luci e portarle dall’altra parte, voglio cambiare la prospettiva- le riferì per poi chiamare a rapporto trucco e parrucco per poter dare il via ad una nuova giornata lavorativa.
Sarah si sistemò nervosamente una ciocca ribelle dietro l’orecchio sinistro guardando sconsolata la colossale apparecchiatura delle luci e gettando involontariamente un’ultima occhiata al moro che da ormai 10 minuti buoni continuava a fissarla senza alcun tipo di vergogna; si allontanò disposta a tutto pur di far smettere il suo battito cardiaco di andare all’impazzata, santo cielo non aveva più 16 anni!
**

Passarono esattamente 3 ore, piene di sudore e sonori sbuffi per la faticaccia, presumibilmente nessuno aveva notato il piccolo dettaglio che lei era una ragazza e che la sua potenza era alla pari di un moscerino; il tutto peggiorato o migliorato, dipende dai casi, dalle guardate fuggitive che le lanciava Zayn andando dritte al cuore a causa del loro peso insostenibile per la ragazza. Come faceva a farlo, tra un scatto e l’altro senza essere scoperto? 
Forse lui pensava che quell’incontro sarebbe servito a qualcosa, che avrebbe portato a cambiamenti positivi, che sarebbero diventati una sorta di amici, che lei per un insensato discorso sbagliato grammaticalmente avrebbe cancellato anni fastidiosi da ricordare e che un paio di occhi mozzafiato l’avrebbero stregata. Lei no, non era come le altre alle quali bastava una parola scontata per essere conquistate; lei amava la particolarità che riuscisse a sorprendere, si è sempre separata dagli altri.
Dopo aver sistemato attrezzi, impalcature, servito bevande e cibo trovò finalmente il tempo si sedersi/sdraiarsi su una sedia vicino il reparto caffè in modo da evitare eventuali visite non gradite. A pensarci bene si rese conto di essere più un facchino che un’assistente; ma ovviamente la sua pausa per i poveri nervi durò intorno ai 7-8 secondi poichè qualcuno picchiettò sulla sua spalla. Grugni poco finemente e infastidita e si girò.
-Scusa, sai dove fanno il servizio? E’ la terza volta che giro intorno e non faccio che perdermi- le si presentò davanti un ragazzo, che più che un ragazzo sembrava una creatura divina, occhi celesti nei quali era possibile specchiarsi, capelli chiari che in alcuni punti davano l’impressione di emanare luce propria e un fisico niente male.
La ragazza avampò –Emh- “oddio, calma e respira” cercò di tranquillizzarsi –Ti ci accompagno io, non è un problema- gli disse alzandosi goffamente e conducendolo nel luogo in cui si trovava fino a 5 minuti prima.
Mentre camminavano l’uno affianco all’altro separati da un una distanza minima il giovane sconosciuto intervenne –Oh che idiota non mi sono presentato. Mi chiamo Alex Russell, piacere- le disse porgendole la mano e regalandole un sorriso che per poco non la fece cadere a terra a causa dell’equilibro poco stabili che gli aveva arrecato.
Sarah con un’insolita sicurezza strinse la mano convinta –Piacere mio, sono Sarah Stevens- non ricambiò però il sorriso, qualunque messo al confronto del biondino sarebbe apparso scontato e piatto –Non ti ho mai visto qui, sei un nuovo dipendente?- domandò la mora senza la solita timidezza che tirava fuori generalmente davanti a delle situazioni di novità.
-Vero sono nuovo, sono stato preso come modello insieme alle band- le riferì stringendosi nelle spalle.
La bocca di Sarah cadde improvvisamente a terra –Un.. modello?- pensò che infondo non era poi così sfortunata, il fato a volte riservava dei buoni propositi anche per lei, sebbene fossero avvenimento rari, davvero rari.
Il suo interlocutore la guardò divertito –Si, ma non farti strani film, fino adesso mi hanno chiamato solo per una dozzina di ingaggi. Lavoro a livello amatoriale, ancora devo sfondare- finì con un risolino.
-Beh allora siamo in due, anch’io aspetto ancora la famosa occasione e nel frattempo sono passati 3 anni- disse facendo ridere l’altro.
Dopo qualche altro minuto di quiete troncata solo dai loro respiri che inaspettatamente andavano all’unisono raggiunsero la destinazione stabilita.
-Ecco, Alex, siamo arrivati. Basta informare quel signore un po’ piccolino delle tua presenza- bloccò il suo discorso con una piccola risata trattenuta. Non ce la faceva proprio, era più forte di lei, ogni volta che vedeva o nominava quel bizzarro fotografo non riusciva a frenarsi –Per qualunque cosa, invece ci sono io. Diciamo che sono un tuttofare- scherzò la giovane.
-Ti avverto, sono uno che prende in parola ciò che gli viene detto..- finì quella frase alquanto ambigua regalandole un occhiolino provocatorio. Le diede una leggera carezza ringraziandola per l’assistenza ricevuta e spari dirigendosi probabilmente nei camerini.
Sarah rimase 5 minuti buoni immobile, a fissare il vuoto dopo prima si trovava quella corporatura angelica, con una leggera striscia di salica che le colava ironicamente dal labbro inferiore. Si svegliò dallo stato di trance e tirò fuori dalla tasca posteriore dei jeans il suo amato blackberry.
“S.O.S Avvistato modello super attraente e questa volta non si tratta di Zayn”
Inviò il testo ad Abbie, immaginando già la sua risposta e con la bocca che lasciava perfettamente vede tutti i suoi 32 denti, riprese il suo lavoro accortasi che aveva appena trovato un nuovo motivo per essere più positiva.
**

-Salve bella bionda!- si rivolse alla sua migliore amica che era appena arriva puntuale come un orologio svizzero, tutto il contrario della mora in pratica.
-Ciao a te ragazza che ha appena rimorchiato il David Beckham in versione modello e per giunta 10 anni più giovane- la prese in giro Abbie
Sarah la fulminò –Shhh, Ab! Non urlarlo ai quattro venti- le tappò la bocca con la mano per zittirla –E dopo non ho rimorchiato proprio nessuno- le disse indossando un piccolo broncio.
-Come lo definisci un ragazzo che ti fa gli occhi dolci e smancerie varie?- le domandò ovvia.
-Abbie andiamo! Parliamo di un modello non di un cameriere o un gelataio.. Non si interesserà mai a me. E’ troppo bello per essere vero- finì la sua affermazione con gli occhi sognanti.
-A proposito di questo, mia cara amica, devo assolutamente vederlo. Così vedrò se soffiartelo o meno- comunicò a Sarah facendole una linguaccia.
-Sai di essere una comica nata? Bisogna vedere se lui preferirà te o la mia intoccabile…- qualche secondo di titubanza –umh.. personalità si,- disse all’amica scoppiando a ridere, non riusciva ad apprezzarsi facendosi dei complimenti neanche per gioco.
-Oh beh certo perché ad un ragazzo, per di più stra-figo, colpisce a primo impatto la personalità, vero- le diete una piccola spinta, in verità non ci voleva molto a spostarla dato che le sue gambe non risultavano ferme e salde nemmeno quando Sarah dormiva.
-Smettila e offrimi un caffè, oggi ho bisogno di uno doppio!- asserì la mora indossando teatralmente una faccia sofferente e prendendo sotto braccio la sua fidata compagna di avventure da sempre, la condusse nella caotica e fin troppo pullulante di gente caffetteria per la pausa pranzo. Il loro rapporto è stato sempre caratterizzato da questi continui punzecchiamenti e battute sottile che rendevano l’amicizia fresca, vivace e perché no, donavano anche quel qualcosa in più che riusciva a sdrammatizzare anche le situazioni più pesanti e contorte; invece che un “ti voglio bene” finto e non affatto sentito loro preferivano di gran lunga una battutina leggermente spinosa ma detta con un sorriso sincero e seguita subito da una spontanea e benevola risata.
Tra altri giochi genuini, beffe a vicenda e un leggero solletico presero il caffè (soprattutto per il bene di Sarah) e si sedettero su l’unico tavolo libero; ovvio che lo era, si situava in un angoletto isolato impossibile da vedere in un raggio di 1 chilometro e vicino la cucina da cui fuoriuscivano profumi alquanto discutibili e per niente invitanti.
-Allora?- se ne uscì ad un altro Abbie. Ecco uno dei motivi per cui erano diventate amiche, era entrambe delle logorroiche nate, il silenzio tra loro era abolito categoricamente perché durava all’incirca 3 minuti, letteralmente. Stranamente quella volta ne durò 5 sicuramente a causa del caffè che teneva occupate le loro bocche.
Sarah tirò fuori un mugugno stando ad indicare che non aveva minimamente capito poiché era nel suo mondo incantato e poteva procedere con la spiegazione.
-Dico..qual’é tra questi bellocci il tuo “lui”?- le chiese la bionda
Sarah alzò la testa dal suo caffè e si spostò senza dare nell’occhio per poter avere una visuale migliore della situazione. Assottigliò gli occhi a causa della sua vista che poteva ritenersi peggiore di un sessantenne per poi allargarsi ed individuando la sua preda.
Come risposta le indicò con la mano frettolosamente il tizio interessato, in quel momento si sentiva davvero alla pari di un’agente della Cia.
Abbie più curiosa che mai, seguì accuratamente la linea immaginaria che andava dal braccio fino al luogo indicato e per poco non si strozzò con quello che aveva in bocca.
-Accidenti che super gnocc..- urlò attirando l’attenzione di una decida di persone nelle loro vicinanze fino a che Sarah non le diete un sonoro schiaffo in testa per farla smettere una volta per tutte –Ahia!- si lamentò la biondina
-La discrezione non è mai stato il tuo forte..- le si rivolse Sarah in tono rassegnato,andiamo, dopo 7 anni pretendeva che cambiasse ora?
Abbie le sventolò davanti la mano sinistra svogliatamente –Esagerata, devo ammettere che te li scegli bene, e brava la mia timidona!- questa volta assaggiò un po’ della sua insalata che aveva preso insieme alla bevanda –E l’altro?-
Sarah non capì di nuovo, c’era davvero da chiedersi come riuscissero a comunicare tra di loro.
L’amica alzò gli occhi al cielo, accortasi della suo reale difficoltà di comprendonio –Il pachistano, Mr cresta, occhi magnetici.. capito?- 
-Zayn?- si mostrò stralunata –che cosa centra?-
-Cosa centra?- ripeté Abbie –Come la mettete tra di voi? Uh, triangolo amoroso!- disse battendo le mani come una bambina davanti ad una sorpresa ben gradita.
-Smettila! E sentiamo, come la metterebbe lui?- le domandò fingendo di stare al suo gioco e alzando un sopracciglio.
L’interlocutrice spostò velocemente la testa dietro l’amica e subito tornò su di lei –Non lo so, ma credo lo scopriremo presto sta venendo proprio verso di noi- si dipinse un risolino furbo in viso e lo salutò con la mano come per incitarlo a raggiungerle.
Sarah si immobilizzò, pietrificata, sarebbe stata davvero una chiacchierata tra vecchi amici molto interessante.



Ice&Fire’s Corner:
Non ci possiamo credere, abbiamo postato e in meno di una settimana! Dobbiamo ammettere che questa storia ci sta prendendo molto, abbiamo fin troppe idee e amiamo sempre di più i vari personaggi! Questo è un capitolo di “transito” in cui viene presentato uno dei possibili intralci tra i nostri due protagonisti, ma non temete nel prossimo ci saranno molto momenti #Zarah! (Sarah + Zayn) 
Un bacione care lettrici, grazie e speriamo in un piccolo commento giusto per farci capire se vi piace e non vi stiamo deludendo!
Alla prossima!!
Ice&Fire xoxo


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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


E ci aspettiamo di cambiare alla fine
e diamo per scontato
che sarà sempre lo stesso

 

Capitolo 6



Di fronte a quella scena Sarah cercò disperatamente una qualche forma di salvataggio più che altro per darsela a gambe e fuggire dall’imbarazzo imminente; a pensarci bene la sua vita era diventata un demenziale film adolescenziale americano solo che lei non era più una liceale piena di acne, ma una giovane donna sicura e indipendente.. almeno fino a pochi giorni prima. 
Il battito del suo cuore aumentò notevolmente quando Zayn, impertinente e sfacciato più che mai, decise di sedersi tranquillamente come se si stesse rivolgendo a due amiche di vecchia data con le quali aveva confidenza e un bel rapporto. Assurdo ! 
-Ciao ragazze! Abbie, quanto tempo!- le disse regalandole un sorrisino furbo prima di accomodarsi tranquillamente nella sedia libera del loro tavolo.
-Malik! Vedo che non sei affatto cambiato- gli rispose puntando però lo sguardo su Sarah che nel frattempo era diventata di un colore violaceo. Adorava fare frecciatine nascoste.
-Siete ancora amiche? Non ci credo! Non vi sembra di essere in una di quelle cene per le rimpatriate scolastiche?- disse sarcastico rivolgendosi anche lui alla mora. Da quando punzecchiarla era diventato un passatempo? 
-Già, che bello…- sussurrò a bassa voce Sarah. Sperava vivamente che da un momento all’altro spuntasse Penelope o Selene per spedirla da qualche parte che non fosse quella maledetta sala, magari sulla luna o al Polo Nord.. si, era davvero messa male come sembrava.
-Si che bello!- intervenne prontamente Abbie, aveva un udito più sviluppato della norma e “casualmente” era riuscita a sentire quella frase appena pronunciata dall’amica –E dimmi Zayn.. come vanno le cose? Sei single?- 
L’amica si strozzò con la sua stessa saliva iniziando a tossire finchè Abbie non le indicò il suo bicchiere d’acqua che l’aiuto a calmarsi ed a riprendere un respiro abbastanza regolare.
-Tutto bene cara?- domandò fintamente preoccupata l’amica nascondendo un ghigno decisamente divertito al quale Sarah rispose con un’occhiataccia omicida; ma tutti sapevano che l’invadenza della sua migliore amica non si sarebbe di certo fermata così facilmente.
Zayn trovò la scenetta degna di uno spettacolo comico e difficilmente riuscì a contenersi –Tutto ok e si sono single. Sai tra tour mondiali, milioni di vendite e ragazze che ti corrono dietro dappertutto non ho proprio la forza di impegnarmi in qualcosa di serio. Preferisco le cose più libere, non so se mi spiego..- le riferì facendo l’occhiolino.
Sarah storse il naso –Bleah!- pronunciò involontariamente, ma d'altronde era la pura verità.
-Come?- il volto incuriosito del moro si girò nella sua direzione.
-Cosa?- chiese Sarah facendo finta di niente.
-Cosa hai detto?- le ripetè in maniera ovvia.
-Io?Emh.. niente!- puntò la sua concentrazione sul suo bicchiere d’acqua ormai vuoto perché certamente se l’avrebbe guardato realmente, i suoi occhi l’avrebbero tradita, era una ragazza che traspariva tutti i suoi sentimenti. Si chiese se la sua voce non superasse i 10 decibel, sembrava che ogni piccola parola venisse sentita comunque anche se l’intento era quello di pronunciarla tra se e se.
-Oh andiamo, ti ho sentita! Cosa avresti da ridire suoi rapporti liberi?- le chiese inarcando un sopracciglio.
Sarah prese un respiro profondo, se insisteva tanto per saperlo perché non dire il proprio parere?
-E me lo chiedi?- domandò la mora in maniera retorica – Credo semplicemente che non abbiamo un gran senso, oltre ad interminabili notti infuocate poi non si ha niente tranne che la solitudine. Sono.. tristi-
-Cioè secondo te io sarei una persona triste?- le solo opinioni contrastanti erano ben visibili, mentre la terza incomoda non faceva altro che girare la testa da una parte all’altra osservandoli con due occhi a cuoricino, era davvero fiera di se stessa. Bastava dare un spinta per dar inizio al tutto.
-Io non ho detto proprio niente, se ti senti colpito mi farei qualche domanda..- disse divertita.
-E vediamo.. tu sei una di quelle ragazze che aspettano per tutta la vita il principe azzurro inesistente?- il moro incrociò le braccia al petto in una posizione più comoda.
-Visto? Sei triste- lo indicò con il dito –Non parlo del principe azzurro, perché dai ammettiamolo, non credo esista all’infuori delle favole Disney. Credo in un rapporto più stabile e sicuro. Zayn abbiamo superato l’adolescenza da un pezzo ormai- nel finire quel pensiero Sarah si sentì un vera ipocrita. Erano giorni interi in cui non faceva altro che ricordare momenti della prima giovinezza comportandosi come una ragazzina ed ora si permetteva di fare la donna vissuta.
-Tu saresti l’esperta?- appunto, ecco come cacciarsi nei guai da soli; ma non l’avrebbe data vinta a Zayn, assolutamente no.
-Si dia il caso che io abbiamo un ragazzo- “ti prego non continuare..” tentò di auto fermarsi –con il quale condivido una felice storia d’amore e che mi rende felice- “no, non l’ho detto realmente” voleva uccidersi, anzi no, prima si sarebbe tagliata la lingua e poi si sarebbe suicidata buttandosi dal Tamigi come in un vero romanzo che si rispetti.
Entrambi i suoi interlocutori rimasero sbalorditi.
-Mi sono persa qualcosa?- pronunciò Abbie che si riteneva in diritto di sapere, peccato che non sapesse cogliere i reclami di aiuto in caso di estrema necessita e di estrema figuraccia come quello.
Sarah le diete un calcio alquanto forte sotto il tavolo che la fece sobbalzare, ma dopo questo piacevole incontro ci sarebbe stato molto altro, di questo la mora ne era sicura. Decise che prima avrebbe ucciso la bionda, poi la sua lingua e infine si sarebbe gettata dal ponte.
-Si, cioè.. non va avanti da molto, ci stiamo solo frequentando ma le intenzioni ci sono tutte.. Ricordi che te ho parlato l’altro giorno?- le rivolse una smorfia di supplica che finalmente fece svegliare l’amica.
-Ah si! Quel… ragazzo è davvero fantastico- annuì la bionda.
-Davvero?- prese parola Zayn che era rimasto fin troppo escluso per i suoi gusti dalla cosa –e come si chiama?- al dirla tutta qualche dubbio ce l’aveva, non perché lei non potesse avere un ragazzo ma perché non l’aveva mai sentito nominare in alcuna circostanza.
-Si chiama.. A..O..E…Al..-guardò in crisi l’amica che purtroppo aveva la stessa confusione mentale. Tutto questo non era previsto! –Si chiama.. Alex!- “oddio no.. NO.. NO!” nella sua testa si innalzarono grida strazianti da far invidia alle tenebre più profonde.
Zayn sbiancò, se prima c’erano delle possibilità che la storia non fosse vera ora andavano decisamente diminuendo a vista d’occhio. Da dove usciva questo Alex? E che nome era “Alex”?
-Oh..- “avanti sei Zayn Malik cosa vuoi che ti interessi di lei?”stava cercando di auto convincersi, di certo non avrebbe fatto trasparire i suoi sentimenti; che poi di quali sentimenti si parlava? A lui non importava affatto né di lei né di quell’idiota con qui usciva.
Fu salvato dalla visione del suo amico riccio che gli si parò proprio davanti, sicuramente voleva essere presentato alle sue “amiche”; adorava fare nuove conoscenze.
-Harr..-
-Salve ragazze piacere, sono Harry Styles ma sono certo che già voi sappiate chi sono- eccolo, egocentrico e sfacciamo più che mai. Se non lo si conosceva sarebbe sicuramente risultato fastidioso ma Zayn sapeva che quello era solo un modo di fare, una facciata, non per un motivo particolare soltanto il ricco credeva che quello fosse il metodo migliore per abbindolare qualche ragazzina. Alla fine, si scoprì un ottimo sistema, bastava osservare lo stato in cui si trovava Abbie, con gli occhi sognanti mentre si mordeva il labbro. 
Sarah sbuffò, in quel momento pensò che forse la storia riguardante la superficialità delle bionde non fosse solo una leggenda metropolitana.
-Piacere sono Abbie!- squittì la ragazza completamente in preda agli ormoni,allungando la mano per fare una vera presentazione che si rispetti.
-Hey babe ciao- le riferì in una maniera che doveva apparire vagamente seducente ma che riuscì comunque a mandare in iperventilazione la giovane e quando afferrò la sua mano per poi stringerla la bionda quasi non svenne.
Sarah rise tra se “eccoci di nuovo al liceo” pensò rassegnata.
Zayn era l’unico che aveva notato quel piccolo comportamento, gli altri due erano troppo impegnati a mangiarsi con gli occhi e trovò Sarah molto dolce… dolce?
Quello strano quadretto e quegli altrettanto strani pensieri del moro furono interrotti da una quinta figura, che si posò vicino a Sarah facendola sobbalzare.
Sia Sarah che Zayn rimasero a bocca aperta, letteralmente. La ragazza perchè non si aspettava minimamente una visita del biondo, almeno non così presto. L’aveva cercata? Zayn invece era in preda alla gelosia; si lo aveva ammesso a se stesso, non solo perché non sopportava la vista della mano di quel ragazzo sulla spalla della mora, ma anche perché a malincuore vedendo quella figura alta e tremendamente slanciata ammise che forse, probabilmente, c’era un piccola possibilità che lui fosse un gran bel ragazzo e quasi più bello di lui! Era stato ferito nel suo orgoglio di uomo, ok.. di ragazzo e doveva fare assolutamente qualcosa.
-Alex!- disse Sarah carezzandogli la mano sulla sua spalla in segno affettuoso.
Alex si abbassò all’altezza del suo orecchio, così da poter far sentite soltanto a lei –Ti va di venire con me?-
La mora fu percorsa da mille brividi e fu certa che non erano causati solamente dallo stupore.
-O-ok- balbettò come se fosse la prima volta che parlava con un ragazzo. Infondo lo era, non le era mai capitato di parlare con una persona come lui, così attraente e sicura e questo la metteva in soggezione. Per un istante, e giurò a se stessa che fosse solo un istante, gli venne in mente l’immagine di Zayn e si trattenne dal guardarlo.
Alex allora regalò un sorriso a tutti i presenti e la prese per mano conducendola lontano da loro.
Zayn serrò la mascella, era nervoso e la cosa che lo innervosiva ulteriormente fu il fatto che non potesse mostrarlo. Si alzò di scatto facendo quasi cadere la sedia sulla quale era seduto e con un “Ciao” molto sbrigativo si allontanò senza essere degnato di una risposta dagli altri tue, troppo impegnati a concedersi atteggiamenti alquanto confidenziali. Il moro era davvero un campione nel capire le cose in ritardo e spesso era fin troppo tardi, lasciandosi sfuggire grandi occasione per colpa del suo caratteraccio. Sperò solo che in quel caso ci fosse un modo per rimediare.

 

**

-Bu!- gridò Abbie sbucando da dietro le spalle di Sarah che era tornata al suo lavoro.
Sarah saltò di un metro da terra e quando si girò diede una pacca abbastanza forte alla sua migliore amica per fargliela pagare.
-Smettila, sto lavorando!- le riferì per poi continuare a sistemare in ordine numerico gli oggetti in quegli scaffali.
-Già.. bisogna essere concentrati..- le rispose con una linguaccia.
Sarah fece una smorfia –meglio di andarsi a rinchiudere in qualche stanza segretamente..- posò l’ultimo oggetto e si pulì le mani –dove vi siete nascosti?Tu e il ragazzo canterino intendo-
-Io? Come puoi insinuare una cosa del gener.. ok, nel bagno degli uomini!- disse spazientita, questo era il risultato di tanti anni di amicizia, non riuscivano più a nascondersi niente.
-Sei una vergogna per il genere femminile, da quanto lo conosci, un paio d’ore? Sai quanti anni ha?18 Abbie è anche più piccolo di te.- 
-Smettila di fare la maestrina verginella, è maggiorenne e capace d intendere e di volere. Invece tu con quel figo del modello?- le chiese ammiccante riuscendo così a sviare il discorso.
-Niente.. cioè… niente davvero! Abbiamo fatto un giro prima che finisse la mia pausa e poi.. mihachiestoilnumero- finì tutto d’un fiato, non che non si fidasse di Abbie ma preferiva non sbandierare ai quattro venti cioè che le capitava.
-Cosa? Non capisco! – le pizzicò il braccio per dispetto.
-Ho detto- si massaggiò la parte dolorante –che mi ha chiesto il numero! Contenta?!-
Scoppiò a ridere subito dopo che vide Abbie saltellare qua e la come un canguro ma il suo fiato fu mozzato quando la ragazza le saltò addosso, scompigliandole i capelli e schioccandole un sonoro bacio sulla fronte.
-Così si fa amica! E quando uscite?- era ancora euforica e dovette appoggiarsi al muro per regolare i battiti del cuore, voleva bene a Sarah e ogni cosa positiva che le capitava era come se accadesse anche a lei.
-Calma, je ne sais pas .. Tranquilla quando mi farà la proposta di matrimonio sarai la prima ad essere informata e subito dopo gli darò la mia risposta! Gli dirò “aspetta, prima devo informare quella ficcanaso della mia migliore amica” –entrambe risero di gusto, erano solite fare questi giochetti.
-Si, va bene, ovviamente sarò la tua damigella d’onore non c’è bisogno di insistere così tanto..- le comunicò divertita.
-Oh grazie, mi hai tolto un gran peso! Non sapevo come dirtelo- face portando una mano sulla fronte teatralmente.
-A meno che tu non voglia scegliere Selene.. in questo caso potrei farmi da parte- 
-Credo che cercherebbe di avvelenarmi durante l’addio al nubilato!- affermò Sarah, non si potere essere tranquilli quando si parlava della Baker.
-Stevens! Muoviti non ho tutto il giorno- pronunciò una voce che arrivò alle due ragazze ovattata,capendo immediatamente da chi provenisse. Insomma, solo una persona poteva rivolgersi alla mora così dolcemente..
-La strega chiama! Meglio che vada prima che mi lanci qualche terribile incantesimo- e detto questo scomparve magicamente seguendo il suo adorabile datore di lavoro.


 

**

-Zayn? Amico ci sei?- chiese Niall dando una leggere spianta all’amico che era rimasto incantato da diversi minuti ormai. Non ricevendo alcuna risposta da parte del moro, spostò la sua attenzione verso ciò che il ragazzo osservata insistentemente e la scena che si presentò fu quella di Sarah intenta a parlare con un biondino palestrato che il ragazzo riconobbe come uno dei modelli impiegati con loro nel servizio fotografico.
-Vai a parlarle!- gli disse per spronarlo. A volte non riusciva proprio a capirlo.
-Chi? Sarah? – si mostrò fintamente sorpreso –Scherzi? Non ho motivo per parlarle- dannato orgoglio.
-Zay- si fermò osservandolo. Non sarebbe mai cambiato; era una ragazzo fantastico e in due anni che lo conosceva era cambiato e cresciuto , solo in situazioni che lo mettevano in difficoltà come quella tendeva a ritornare il ragazzino fastidio ed impertinente che era prima –Sono io Zay, sai che con me non devi fingere.. Va’ da lei e parlare, sono sicuro che non ti respingerà- il biondo non fu molto sicuro su quanto detto ma al suo migliore amico serviva un po’ di incoraggiamento e di certo lui non gliel’avrebbe negato.
-E va bene!- sbottò Zayn dirigendosi un po’ titubante dai due ragazzi che sembravano intrattenersi in una conversazione interessante, Sarah rideva a crepapelle probabilmente grazie a qualche battutina scontata del giovane e lui teneva la sua mano stretta saldamente su un suo fianco. No, quella scena non gli piaceva affatto.
-Ciao! Mi dispiace avervi interrotti- bugia –ma dovrei parlare con Sarah di una cosa importante che è appena successa –bugia –quando abbiamo finito te la riporto qui sana e salva- ennesima bugia.
Così dicendo trascino di peso la mora senza permetterle di ribattere, non avrebbe trovato una scusa plausibile per ciò che stava facendo e per quanto riguarda il biondo belloccio, beh non gli interessava minimamente, per lui poteva benissimo scomparire in un’altra galassia.
Continuarono a camminare in silenzio fino a quando Sarah non si fermò di colpo in un corridoio.
-No, aspetta, basta, si può sapere che vuoi?- chiese la ragazza visibilmente spazientita cominciando a battere freneticamente il piede sul pavimento.
-Senti- il giovane fece un lungo respiro, “che merda di situazione” pensò –Che non ti stia tanto simpatico è palese, dato che cerchi di buttarmelo in faccia praticamente sempre.. il fatto è che non capisco, cavolo ti ho già detto scusa, è passata una vita e è da cretini continuare a pensare al passato..-
-Cosa?- ecco che la sua vocina stridula prendeva il sopravvento, non era un buon segno quello.
-Fai sul serio?- Sarah cominciava a diventare rossa dalla rabbia, credeva di scoppiare da un momento all’altro –Dopo anni trascorsi ad essere ridicolizzata, umiliata da te, tu arrivi e con un stupida frase credi che tutto possa essere dimenticato? Che saremmo diventati amici e che saremmo finiti a parlare dei bei tempi che non sono mai esistiti? No, Zayn, non vanno così le cose! –diede un piccolo pugno al petto del moro, avrebbe iniziato a piangere di li a poco ma non le interessava, era troppo che teneva tutto dentro e questa volta non avrebbe più resistito.
-Sai che ti dico?- riprese poi –Quello cretino non sei altro che tu Zayn Malik, sei un vigliacco idiota che non ha capito niente dalla vita e ti odio, si odio perch-
Ma il suo monologo ben costruito fu fermato da un qualcosa di forte, duro,dolce ed inaspettato.
Zayn preso da chissà quale impeto l’avvicinò di scatto a se, cingendole i fianchi come se questi fossero stati l’unica ancora di salvezza per potersi salvare dall’oblio, un oblio che non era altro che lui stesso e chiudendo di conseguenza gli occhi incollò le sue labbra a quelle fine, sottili e inaspettate di Sarah che rimase interdetta.
Il ragazzo lo immaginava; immaginava la titubanza e la freddezza della ragazza, immaginava che non se lo aspettasse minimamente prevedendo eventualmente un brusco rifiuto, immaginava il calore che quella figura così elegante e delicata che si trovava appiccicata a lui fosse inebriante e vitale, immaginava quanto potesse essere fresca la sua bocca e a detta di tutto non vedeva l’ora di constatare e provare tutte quelle sensazioni. Al diavolo lui, il suo orgoglio, il caratteraccio di Sarah e al diavolo il mondo intero, ora c’erano loro, loro e basta.
All’iniziò fu uno sfioramento di labbra, come per far conoscenza, anche la mora chiuse gli occhi, credeva di sognare, poi Zayn chiese debolmente accesso tanto dolcemente da far sembrare tutto naturale e scontato e dopo un momento di incertezza Sarah si lasciò finalmente andare, era stato il suo più grande desiderio da tanto, troppo tempo e adesso doveva solamente viverlo.
Il ragazzo la strinse di più a se, volendola sentire sempre di più, fino ad accarezzarle la schiena mentre lei circondò il suo collo andando a poggiare le proprie mani sui suo capelli e poi continuare il suo percorso sulla sua guancia, poggiandoci sopra due dita; Zayn sorrise, questo era un vero bacio, non uno di quelli dati per passione, per far intendere altro, quello era un vero bacio sentito e degno di essere raccontato da Nicholas Sparks nei suoi libri strappalacrime.
-NO!- Sarah improvvisamente lo allontanò, ancora con il respiro affannato da quell’intensità di emozioni e senza più parlargli andò via, correndo, SCAPPANDO.

Zayn d’altra parte rimase ancora ad occhi chiusi, consapevole di aver appena dato uno dei più intensi e veri baci della sua vita, quello era il loro primo bacio e lui volle assolutamente che non fosse l’ultimo.

 



 

Ice&Fire’s Corner:
Vas Happenin? Finalmente siamo tornate con un nuovo aggiornamento, scusate il tremendo ritardo ma speriamo che con questo capitolo ci abbiate perdonate! Non lo trovate dolce? Ci siamo emozionate tanto, davvero tanto nel scriverlo e ammettiamo che un bacio così intenso non era affatto programmato, ma siamo al 6 capitolo ed ora la storia si fa davvero interessante! Vi avevamo promesso momenti #Zarah ed eccoli! Lasciateci qualche recensione e fateci sapere se vi abbiamo emozionato e se vi è piaciuto! Un bacione alla prossima 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


La cosa folle è che
quando qualcosa è rotto,diciamo 
che non c'è nulla da riparare
 
 
 

Capitolo 7 

 
 
Era abbracciata al suo petto, con l’orecchio sinistro appoggiato proprio sul suo cuore, lo sentiva battere, a formare una strana melodia tutta sua, unica, rilassante e soprattutto che traspariva emozione. Si perché batteva in un modo strano, particolare che solo poche volte nella vita poteva accadere. Sarah alzò il suo sguardo incontrando quello di lui e si regalarono un sorriso caloroso, uno di quei sorriso complici che solamente due persone che si completavano potevano donarsi a vicenda. Zayn si espose per baciarle i lunghi capelli profumati mentre con la mano andava a pizzicare il fianco della sua amata.
-Ahi! Zayn, smettila sai che i fianchi sono il mio punto debole! – disse al moro su cui era distesa con un leggero risolino.
-E’ per questo che lo faccio- le riferì con uno sguardo decisamente furbo.
-Sei un’idiota e per giunta infantile- gli diete un leggero colpo alla spalla.
-Ma mi ami per questo- affermò abbracciandola per tenerla ancora più stretta a se.
-Mh, forse- rispose con una linguaccia che fece ridere di gusto suo marito.
Zayn non proseguì con il loro battibecco , si avvicinò maggiormente e le diete un bacio di quelli da togliere il fiato, che provocata una danza liberatoria nello stomaco e che era la pura dimostrazione di un amore eterno.
Quel momento romantico fu fermato brutalmente da una serie di colpi rivolti alla gamba del moro.
Entrambi smisero le loro smancerie e si girarono, trovando il viso paffuto e tenero del loro piccolo “gnometto” come usavano chiamarlo, tremendamente somigliante a Zayn.
-Tesoro, cosa succede?- gli chiese Sarah accarezzandogli amorevolmente i folti capelli scuri.
-Non riesco a fare gli esercizi di metematica! – gli rispose il bimbo sbuffando in maniera sconsolata.
-Forza andiamo, di certo due teste sono meglio di una sola!- il moro gli fece l’occhiolino e spostandosi da Sarah afferrò Jamie in braccio.
-E da quando tu saresti diventato un genio matematico?- Gli domandò scettica sua moglie, con un leggero ghigno.
-Donna di poca fede, ti stupirò. Non è vero ometto?- disse rivolto al bambino accoccolato tra le sue braccia.
-Certo papà!- alzò la sua manina per battergli il cinque.
Sarah scosse la testa divertita, li adorava, anzi no.. li amava.
Si avvicinò ai due e circondò le braccia di Zayn andando anche a raggiungere quelle di suo figlio, un bellissimo bambino di 8 anni dai lineamenti forti e decisi tipici del padre e dalla riservatezza tipica della madre.
-Sei meraviglioso, sia come padre che come marito- sussurrò al moro, per creare un momento intimo.
Zayn sorrise e le schioccò un veloce bacio a stampo, sapeva che il piccolo Jamie Yaser Malik fosse gelosissimo della sua mammina e che non gli andassero giù i loro momenti intimi.
-Con vuoi due è una cosa più che naturale..- altro bacio a fior di labbra.
-Papà andiamo!- disse spazientito causando un risolino ai suoi genitori –Mamma ho fame!- si lamentò ricevendo una stretta più salda dal padre.
-Va bene. Andate a studiare, io vado a preparare la cene ai miei uomini!- come poteva dire no al visino adorabile di quel bambino?
Il telefono iniziò a squillare.
-Vado io!- Sarah si affrettò a raggiungere l’apparecchio in sala, non voleva che si deconcentrassero; Zayn era una frana in matematica, di solito era lei che aiutava il figlio nei compiti, lui spesso era  fuori per lavoro e nei momenti disponibili cercava di essere il più presente possibile, riuscendo comunque a fare un buon lavoro. Apprezzò il suo gesto, per suo figlio avrebbe fatto qualunque sforzo, anche fare a guerra con i numeri.
Afferrò prontamente il telefono, lo avvicinò al suo orecchio, ma continuò a squillare..
 
Sarah scosse freneticamente la testa, allungò le braccia per stiracchiarsi, e aprì di scatto gli occhi costatando che il telefono stesse squillando realmente. Si alzò velocemente, sbattendo il polpaccio sinistro al letto. Fece una smorfia inquietante, peggiorata dai capelli in stato di shock elettrico, dalla maglietta storta e sgualcita e dalle tremende occhiaie violacee.
-Pronto?- disse una volta presto quell’affare.
-Sono 10 minuti che suono al tuo campanello come un’ossessionata, ci mancava poco che quella bisbetica della tua vicina mi lanciasse un secchio d’acqua addosso. Che dici, mi apri? – la dolcezza di Abbie era leggendaria, anche di prima mattina.
-Che ci fai a quest’ora di mattina?- chiese la mora cercando di riprendersi dal suo stato di catalessi.
-Mattina? E’ quasi l’ora di pranzo bella addormentata! – face un sonoro sbuffo  –Apri o giuro che sfondo la porta!- la sua pazienza era pari alla sua riservatezza, quindi davvero, davvero poca.
La ragazza riattaccò semplicemente, si era alzata decisamente con il piede storto, non le capitava di svegliarsi a quell’ora da praticamente.. mai. Lei solitamente era mattiniera perché dormire troppo le mettere il mal di testa, cosa che aveva naturalmente in quel momento.
Era stato un sogno, un brutto sogno, un incubo.. Ok, non esageriamo il sogno era stato bello, come una di quelle pubblicità delle merendine che raffiguravamo sempre famiglie unite e felici. Perché l’aveva sognato? Perché avevano un figlio? Perché erano sposati? E soprattutto, perché si era ricordata un sogno? Aveva un sonno talmente profondo che una volta non aveva nemmeno sentito l’allarme di casa iniziare a suonare per un guasto improvviso, erano stati i vicino che dopo mezzora erano riusciti a svegliarla e ad avvertirla. Ora, dopo una vita doveva ricordare proprio quello stupito ed inutile nonché surreale sogno? Che vergogna, era tornata una sedicenne, non c’era altro da fare!
Aprì la porta trovandosi la sua migliore amica che le sfrecciò come un razzo vicino dirigendosi nell’appartamento. Ormai era diventato anche suo, con lei non occorrevano frasi del tipo “fai come fossi a casa tua” perché lei lo metteva in pratica di sua iniziativa, diciamo che non la si poteva definire timida,ecco.
-Che c’è per pranzo?- domandò annusando qua e la tentando di captare qualche odorino di cibo sul fuoco.
-Abbie se mi sono appena alzata, secondo te chi ha preparato il pranzo?- alzò un sopracciglio, a quanto pare anche l’intelligenza era una cosa opposta a lei.
-Giusto, vado a raccattare qualcosa io.. Tu- indicò la mora –vatti a dare una sistemata, ti prego, sei inguardabile- arricciò il naso.
-Grazie, anche tu sei la mia migliore amica- girò i tacchi, facendo la finta offesa e si diresse curiosa al bagno; insomma, non poteva essere così male no? Ab esagerava sempre.
Purtroppo si ricredette completamente, giunta in bagno e davanti allo specchio per poco non le prese un infarto. Aveva il pigiama mal messo,i capelli erano ricci e considerando che il giorno prima li aveva stirati questa non era una buona cosa, il viso più pallido del solito e dulcis in fundo due femminili e delicate occhiaie che mutavano dal viola a blu. “Tutta colpa di quel pakistano” pensò.
Fece una doccia veloce, si vestì alla bell’e meglio e fece una coda alta quasi decente, tanto almeno per quel giorno non avrebbe di certo incontrato l’uomo della sua vita, sempre se ne esistesse uno.
Si diresse in cucina dove vide la propria migliore amica smanettare tra i vari utensili, intenta a fare chissà quale intruglio poco commestibile. Abbie amava sperimentare, provare ricette nuove perchè aveva una grande inventiva e fantasia, il fatto è che la sua mente e le sue mani non erano collegate e spesso finiva per creare delle pietanze assassine.
-Che prepari di buono?- chiese la ragazza sottolineando l’ultima parola.
-Insalata!- risposte euforica come se avesse appena inventato l’ultima rivoluzione culinaria.
-Dio ti ringrazio, credevo che oggi ci avrei rimesso le penne!- disse in modo melodrammatico, portandosi una mano al cuore.
-Ingrata! Mangia e taci!- entrambe scoppiarono a ridere e dopo qualche secondo tornarono in se ed Abbie avvicinandosi all’amica le diede un dolce bacio sulla punta del naso.
-Che succede?- la biondina interruppe il momentaneo silenzio dovuto alle loro bocche occupate a mandare giù quel cibo.
Sarah la guardò stranita –In che senso?-
Abbie ricambiò l’occhiata –Occhiaie, faccia da zombie, tu che ti alzi più tardi delle 9.. Hai fatto un incubo oppure no, ancora meglio, un sogno erotico!- riferì con un sguardo troppo eloquente beccandosi un colpetto alla testa da parte della mora.
-Cretina, ho fatto un brutto sogno- sentenziò la ragazza; ma quanto poteva essere scema quella biondina?
-E chi hai sognato di così spaventoso, un clown?- chiese confusa Ab. Era risaputa l’infondata ed assurda paura di Sarah che aveva incondizionatamente per i pagliacci, li trovava inquietanti ed eccessivi; era convinta che dietro a tutta quella felicità spumeggiante ci fosse un attento piano diabolico per conquistare il mondo.. Colpa di suo padre che per anni l’aveva scarrozzata per tutti i circhi nei dintorni, c’erano dei pomeriggi in cui era costretta ad assistere a due interi spettacoli, poiché il suo caro genitore era convinto che soltanto così avrebbe risolto ed affrontato realmente il problema. Evidentemente tutti gli accurati studi di Freud sull’infanzia non erano serviti a un bel niente, infatti non solo non aveva superato lo spavento ma se l’era portato con se per tutti quegli anni.
“Molto peggio” disse interiormente Sarah –No, Zayn- sussurrò flebilmente.
-Chi?-
Sarah fece un respiro profondo, in quel momento si pentì di averle aperto la porta di casa. Poteva benissimo fare finta di essere morta e avrebbe realizzato il suo desiderio di passare tutta la domenica a poltrire e a fare la muffa dovendo elaborare un’ardua scelta tra il letto e il divano.
-Zayn sto-rovinando-la-vita-di-quella-poveretta-di-Sarah Malik- da dove le era uscito fuori quel nome? Troppo lungo?
-E perché mai?- le domandò ancora più sconcertata l’amica.
Ah, giusto. Non le aveva ancora raccontato nulla riguardo “l’incidente” del giorno prima. Si, aveva deciso di chiamarlo così.. infondo non era la verità?
-Emh Ab tesoro siediti- le disse conoscendo l’esuberanza dell’amica. Era sicura che appena sganciata la bomba la ragazza avrebbe distrutto mezzo appartamento per l’emozione.
-Ok- sapeva che quando l’amica le diceva questo voleva dire “notizie che bollono in pentola” –Dai, dai spara!- fremeva dalla curiosità.
-Allora, sai che c’è quel ragazzo, Zayn con cui devo trascorrere tutta la giornata e tutti i giorno della settimana vero?- Sarah fece una smorfia, chissà da dove le era uscita quella domanda davvero, davvero, davvero e.. davvero stupida.
Abbie sgrano gli occhi –Fai sul serio? Sono settimane che mi assilli con le tue fissazioni, parla dio santo!- gridò stremata, se facevi aspettare Abbie per più di 20 secondo lei ti saltava addosso, letteralmente. Certo se si trattava di un ragazzo quel “saltare addosso” aveva tutto un altro significato.
-Ok, emh, lui.. Zayn dico.. mi ha baciata ieri pomeriggio- oddio che parto cesareo.
Abbie che era intenta a portare alla bocca una foglia di insalata, fece cadere di colpo la propria forchetta, era sconvolta. Anzi no, sconvolta era un eufemismo neanche fosse passato un alieno verde fluo che passeggiava tranquillamente per le vie di Londra.
-E’ quello che ti sei sognato?- beh era diventata ufficialmente la notizia dell’anno e le servivano alcuni minuti per metabolizzare, altro che il divorzio di Tom Cruise!
-No veramente quello è successo davvero, ho sognato invece che eravamo sposati e che avevamo un figlio… niente di che- le riferì scrollando con un gesto della mano per sdrammatizzare.
Abbie per poco non cadde dalla sedia, il consiglio della mora fatto prima sul sedersi era decisamente azzeccato.
-Oddio vi siete messi insieme! Oh mio dio! Dobbiamo festeggiare!- si alzò cominciando a ballare per tutta la cucina saltando qua e la, eseguendo probabilmente quella che doveva essere la macarena.
Sarah sbiancò e prese la bionda per le spalle facendo così cessare quello spettacolo pietoso –No frena! Non stiamo insieme, non staremo mai insieme neanche se fosse l’ultimo uomo rimasto sulla terra, neanche se scendesse Dio tra di noi e ci ordinasse di riprodurci perché la specie umana è in serio pericolo e rischia di estinguersi a causa di una prossima glaciazione che riporterebbe in vita i Mammut e nea.-
Abbie le schioccò due dita davanti agli occhi- Hey Sarah ti sei incantata-
-Oh, si, scusa- era diventata tutta rossa, maledetto colore chiaro della carnagione –Comunque l’ho rifiutato, cioè dopo un po’ ma l’ho rifiutato! Il tentennamento era dovuto dalla sorpresa nient’altro- “ma a chi la do a bere?” pensò la giovane.
Abbie si fece seria e porto una mano a massaggiare il mento accompagnata da un’espressione da intellettuale –Ed ecco il perché del sogno- continuò emettendo suoni di consenso –Era un sogno hard?- chiese tornando in se.
Sarah esasperata buttò la testa sul tavolo. Abbie non era mai stata una puritana, tutt’altro. Era figlia di due padri, i signori Ralf e Jack Tompson e da subito le avevano raccontato senza mezze misure come nascevano i bambini e tutta la procedura nei minimi dettagli ritenendo le altre “scorciatoie” ridicole e prive di senso. Con i padri non aveva mai avuto nessuna inibizione e parlavano tranquillamente del sesso come se si stessero raccontando come era andata la giornata.
-Abbie basta ti prego sono già disperata di mio, non ti ci mettere anche tu!- la informò ormai rassegnata la mora.
Dopo alcuni minuti di paura la bionda riprese parola –Nel sogno non c’era zia Abbie?- domandò ad un tratto.
Sarah grugnì appena, no, l’amica non sarebbe mai cambiata per (s)fortuna.
 
 
**
 
-Niall muoviti, vorrei arrivare prima di questa sera!- rimproverò l’amico furente, il quale non riusciva a tenere il suo passo.
Il biondo sbuffò sonoramente e fece un scatto in modo da raggiungere l’altro.
-Sono mesi che non andiamo a fare colazione perché ti alzi direttamente all’ora della merenda e proprio oggi dovevi ricordarti che la giornata iniziasse prima delle 3 del pomeriggio?- Niall lo fulminò con gli occhi.
-E’ così strano che andiamo a fare colazione?- domandò a sua volta Zayn mettendo su un’espressione corrucciata.
-Si Zay, ti ricordo che l’ultima volta c’era un sole che spaccava le pietre a Londra, ed era tanto, tanto, tanto, tan-
-Si tanto tempo fa, ho afferrato il concetto Niall grazie- disse sarcastico il ragazzo.
Si diressero verso lo Starbucks in centro e dopo aver ordinato rispettivamente muffin e caffè per Zayn e brioche e tè per Niall si accomodarono ad un tavolo poco lontano dalla casa.
-Allora a cosa devo quest’incontro mattutino?- domandò Niall sorseggiando il suo amato tè.
L’amico mandò giù un pezzetto di muffin al cacao –Volevo solo fare colazione dato che mi sono svegliato presto, come qualsiasi essere umano-
-Oh avanti, Zayn Malik che si sveglia alle 8 del mattino? E’ un miracolo! Che succede?- alzò un sopracciglio.
-Che intendi irlandese?-
-Dico- si sgranchì la voce –E’ strano che tu ti sia svegliato tutto qui..- lasciò appositamente la frase interrotta, magari il moro gli avrebbe rivelato cosa realmente gli fosse accaduto; ma conoscendolo sapeva che non avrebbe ceduto subito, Zayn era così maledettamente ermetico che a volte gli si dovevano estrarre le parole con le pinze, anche se una mezza idea su cosa ,anzi chi era stato ce l’aveva…
-I miracoli a volte succedono no?- sfoggiò il suo sorriso mozzafiato, “il modo migliore per sviare l’argomento” pensò.
Infatti tutto di quella giornata era palesemente strano: si era alzano alle 8 neanche dovesse ritornare a scuola, si era diretto in bagno, cambiato e raggiunto il salotto fischiando e canticchiando tutto il tempo e come ciliegina sulla torna aveva rimesso apposto il totale casino presente nella sua cucina. Era una vita che non gli capitava, si sentiva… felice, si felice come un bambino dopo un grosso e gustoso gelato alla crema, come un ragazzo dopo aver terminato un difficile e faticoso anno scolastico, come un giovane uomo che aveva appena trovato un vero motivo per essere qualcosa; non sapeva precisamente cosa, ma era certo che dopo la serata precedente si sentiva migliore.
Aveva dormito come un neonato, in pace con se stesso, in pace con il mondo e soprattutto in pace con il suo cuore.
Non vedeva l’ora che quell’insolita domenica finisse, non sarebbe neanche andato ad un famoso locale al quale era stato invitato come ospite speciale poiché la mattina si sarebbe svegliato presto e avrebbe raggiunto quella ragazza il prima possibile.
Zayn Jawaad Malik, possibile che ti sia rammollito?
 
 
Ice&Fire’s Corner:
Ragazze ecco il nuovo capitolo, piaciuto? Abbiamo deciso di renderlo un po’ “comico” poiché dal prossimo ne succederanno delle belle (siamo malefiche). Ringrazio la mia compagna Fire che ha realizzato il nuovo banner, io l’adoro, a voi gusta? Se volete rimetteremo quello di prima. Ringraziamo chi ci segue, chi recensisce perché ci fa davvero sorridere e ringraziamo le 900 visualizzazioni! Pazzesco, fatemi sapere cosa ne pensate, un bacio
Ice&Fire xoxo

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Tanto tempo fa ci dividemmo
Tu tieni nelle tue mani
le due metà del mio cuore




Capitolo 8

“No, no, no, no.. così non va affatto bene!” pensò esasperata Sarah mentre appositamente a testa bassa si dirigeva a passo di marcia alla sua solita fermata della metro che poi l’avrebbe portata al lavoro; fortunatamente quel giorno sarebbe andata in ufficio e non sul set fotografico, il che significava niente Malik, niente Riccio-Styles che ogni volta che lo vedeva lo immaginava in qualche posa strana insieme alla sua migliore amica, niente Selene che le urlava sia da un orecchio che dall’altro e niente Alex-modello-strafigo, ecco forse questa era l’unica cosa negativa; ma si sa, non si può avere tutto dalla vita! 
Stranamente si era svegliata positiva, aveva sorvolato sul fatto che avesse dei capelli indomabili da far invidia a quelli cotonati di Madonna negli anni 80, aveva sorvolato sul fatto che una delle sue magliette preferite fosse brutalmente rovinata dal ferro da stiro che le aveva amorevolmente lasciato un bella macchia marrone, aveva sorvolato sul fatto che la macchinetta del caffè per la prima volta in 3 anni si fosse inceppata il tutto accettato grazie ad una consolazione: Niente pakistano.
Uscita di casa, però la situazione divenne decisamente più critica; ogni figura maschile che le capitava sotto tiro le ricordava fermamente il moro, stupido inconscio. Era tutto un “oh quello ha lo stesso ciuffo di Zayn” “quello ha la stessa maglietta che Zayn portava 4 giorni fa” “quello ha gli stessi occhi di Zayn” per arrivare a “quello è un essere umano maschile come Zayn”. Patetico, e pensare che a lei non interessava niente di lui.. Proprio per evitare pensieri profondi come questi si era imposta di non guardare più nessuno in modo da evitare; come si diceva, lontano dagli occhi, lontano dal cuore no?
In 20 minuti arrivò finalmente in ufficio, ovviamente munita di caffè, prodotti di qualsiasi genere e un paio di scatoloni tutti per la sua dolce ed affettuosa datrice di lavoro.
-Salve Penelope!- prima consiglio per raggiungere una soddisfazione lavorativa era “sorridere e trasmetterlo agli altri collaboratori” almeno così diceva Vanity Fair (si faceva concorrenza alla proprio rivista); ma a pensarci bene Vanity Fair tra vestiti ed accessori forse non era molto adatta a dare dritte sulle occupazioni.
-Ci sono una dozzina di documenti da sistemare in archivio, appena hai fatto torna qui potresti essermi utile, ora sparisci- evidentemente la Miller non era d’accordo con quella lista, la parola “sorridere” non le era molto gradita.
-Subito..- rispose rassegnata la ragazza, si stupiva sempre di più di quanto umanità avesse quella donna da offrire agli altri.
Con uno sbuffò e un andamento sconsolato tipico di un cartone animato cominciò ad avviarsi verso quella stanza lugubre in cui probabilmente si nascondevano vecchi cadaveri, comunemente chiamata archivio.
-Sarah! Buongiorno! – ecco un vero saluto che si rispetti, un saluto davvero insolito per quel posto; ma quando riconobbe il tono di quella voce e il possibile proprietario di essa, si irrigidì e l’unica idea che le venne in mente fu quella di far finta di niente, probabilmente c’erano molte ragazze davvero sfortunate con lo stesso nome.
-Sarah ci senti?- domandò nuovamente quella voce.
“Che razza di domanda è quella?” pensò la ragazza. Sconsolata decise di girarsi, le aveva dato indirettamente della scema e lei non lo accettava, non di certo da lui.
Davanti però di ritrovò una capigliatura decisamente più chiara, dei tratta somatici più delicati e leggeri rispetto al moro; forse non si trattava proprio di Zayn. Diavolo, era davvero arrivata al punto di immaginare la sua voce? Surreale.. anzi, fantascienza!
-Oh Alex!- salutò finalmente il biondino dandosi per la milionesima volta della cretina.
-So che sei molto occupata, ma questa mattina sono andato nel bar dietro l’angolo e c’erano dei pancakes fantastici- si fermò –e.. ho pensato che avessi bisogno di energia e..- altra pausa – te ne ho portati un paio, ecco..- finì porgendole la piccola bustina bianca contenente i dolci.
Sarah sorrise istintivamente, incredula –Oh grazie mille! Li adoro, sono sicura saranno buonissimi- gli regalò un altro sorriso, questa volta più smagliante che mai, gesto che fu molto apprezzato dal suo interlocutore.
Presa dall’euforia del momento aprì di colpo la busta per ammirare due meravigliosi ed invitanti “pezzetti di paradiso” e con gli occhio a cuoricino, come se si fosse appena innamorata, afferrò un dolce e lo porto immediatamente in bocca facendo ridere Alex di gusto.
-Sono contento che ti piacciano- disse provocando un ghigno alla giovane che per poco non rischiava di strozzarsi con il pezzo decisamente troppo grosso che aveva in bocca –ma in realtà volevo chiederti una cosa- abbassò lo sguardo probabilmente imbarazzato.
Sarah lo trovò tremendamente carino e si affrettò a rispondere –Dimmi pure- inghiottì; in 3 minuti aveva già finito il primo pancake a breve anche l’altro avrebbe fatto la stessa fine.
-Ti volevo chiedere se ti andrebbe di uscire..-
-Dici fuori? Vuoi che ti accompagni di nuovo a comprare il pranzo?- il suo sguardo però non era concentrato sul modello di fronte a lei, come avrebbe fatto qualsiasi ragazze eterosessuale e single, ma tornò su quella busta che aveva in mano trovando più interessante il cibo. Non lo faceva per superiorità, lei amava il cibo tanto che durante la crescita ,adolescenza compresa, aveva dovuto convivere con diversi chili di troppo portando poi i problemi connessi quali autostima fin sotto i piedi ed insicurezza, quindi spesso le capitava che dopo una bella abbuffata si sentisse in colpa spaventata al solo pensieri di ridiventare la ragazzina di una volta.
-No, in realtà intendevo di uscire insieme, a cena.. da soli- precisò Alex.
Sarah gli diede attenzione lasciando momentaneamente il secondo dolcetto –Un appuntamento?- sgranò gli occhi. La fine del mondo era vicina, non aveva mai avuto un vita “sentimentale” movimentata come in quel periodo, diciamo che non c’era mai stata poi così tanto in realtà.
-Io, ecco.. non so se ci si può frequentare fuori dal lavoro- disse titubante.
Alex scoppiò in un risolino divertito –Sarah questo vale per i colleghi il nostro di lavoro non interferisce in un nessun modo, fidati- fece un respiro, riprendendosi dalla risata.
La mora divenne bordeaux – Vero- rise anche lei ma al contrario del moro, fu un qualcosa di nervoso e poco spontaneo – emh, non saprei, cioè non me lo aspettavo.. io ..- era in panne.
-Hey, tranquilla- le sfiorò il viso con la mano –Pensaci senza impegno e poi mi farai sapere. Va bene piccola?-
La ragazza annuì, aimè il suo cervello era andato in tilt non appena l’aveva chiamata piccola; dio, piccola! Così giocava sporco però.
-Ora devo andare, grazie sono buonissimi avevi ragione –indicò ciò che le aveva regalato –Ci vediamo!- lo salutò con un gesto goffo della mano.
-Certo!- la raggiunge e le depositò un dolce bacio sulla guancia, con un tocco talmente tenue da rendere la pelle della giovane ardente, arrossì di nuovo.
Si allontanò dandogli le spalle quando il suo interlocutore la richiamò.
-Sarah!- 
La mora si rigirò portando un ciocca di capelli dietro le orecchie, per risposta gli sorrise.
Alex si avvicinò nuovamente rimanendo a qualche centimetro di distanza –Scusa è che volevo chiederti se potevamo scambiarci il numero.. sai per rimanere in contatto-
Sarah acconsentì volentieri e prendendo il cellulare del biondo digitò il suo numero salvandolo in rubrica mentre Alex faceva lo stesso con il suo telefono.
Alex le fece l’occhiolino (e che occhiolino), in seguito ad un secondo saluto si lasciarono.

 

**


Li aveva visti, li aveva visti davvero; certo era in una posizione un po’ nascosta e con una perfetta angolazione sullo spettacolo pietoso che stava vedendo; cavolo, si era completamente dimenticato che lei si stesse frequentando con quel.. coso e nei suoi piani malefici di conquista non aveva minimamente inserito la possibile presenza di quell’esserino. Per un momento si sentì scoraggiato, oltre ad essere più bello (solo un po’) era anche un gentleman nato, uno di quei cavalieri senza spada ma che ti offrivano una rosa e che già la seconda volta che ti vedevano ti chiedevano in sposa. Qui sorgeva un problema: lui di certo non era un romanticone e per lui essere dolce significava dare consigli sulle ragazze a Niall o evitare di prendere in giro i capelli di Harry la mattina, che per la cronaca erano davvero buffi. 
Non capitava tutti i giorni di vedere Zayn Malik che con la sua solita andatura da “sono il più figo”, ancheggiando il proprio bacino appositamente a destra e sinistra, con la mano destra dentro la tasca dei jeans ad un tratto si nascondesse come un ladro per non farsi notare; Assurdo, decisamente assurdo, lui adorava farsi notare..
Era diventato un rammollito, un ragazzino che aveva paura di non essere accettato ma soprattutto di essere respinto; sin dal liceo, periodo che per lui era meglio lasciare nel dimenticatoio, non aveva fatto altro che pensare a cosa potessero credere i suoi compagni di scuola, i suoi amici, le ragazze popolari perché la cosa che più odiava, oltre all’acqua,oltre all’odore troppo forte del carry e al sapore dolciastro del burro di arachidi era quella di non essere nessuno, di non fare la differenza e di passare inosservato. Inutile negare che amava quando tutti i riflettori erano puntati su di lui, quando ogni ragazza avrebbe fatto carte false pur di averlo, amava ricevere complimenti perché si sentiva speciale, credendo, illudendosi di essere l’unico. E il solo pensiero che per lei, quella enigmatica ragazza, non potesse essere niente lo mandava in bestia.
Doveva trovarla, doveva cercarla, doveva chiederle perché caspita lo respingesse dato che lui si stava fin troppo esponendo nei suoi confronti andando quasi contro al suo modo di essere; ormai era palesemente interessato, era finito intrappolato nella rete dei sentimenti e doveva esserlo anche lei, c’erano cascati in due e non poteva accettare che facesse finta di niente. Infondo esistevano i famosi nuovi inizi dove si resettava tutto e si ricominciava daccapo. 
Ed eccola lì, mentre imprecava con parole singolari contro un aggeggio che doveva essere la fotocopiatrice, con una matita tra i capelli, con la fronte corrucciata per l’inutile sforzo che stava facendo e con un’espressione adorabile. In quel preciso istante si accorse che forse la perfezione, a cui tanto ambiva, non era poi così importante e che Sarah così imperfetta fosse bellissima.
Arrestata la modalità “Malik-Filosofo” decise di passare all’azione e prendendosi alcuni secondi per infondersi coraggio la raggiunse e posizionandosi dietro poggiò le mani sui suoi occhi.
-Chi è?- sussurrò vicino il suo orecchio. Sentì il corpo della mora irrigidirsi e si rasserenò. “Ho ancora il tocco magico” costatò tra se e se.
-La fata turchina?- domandò la ragazza.
Zayn tolse le mani, la girò ed assunse un’espressione confusa quando gli occhi della ragazza si aprirono in maniera inquietante.
-Tu!- trillò lei.
-Io..- disse il moro non capendo.
-Che diamine ci fai qui? Non dovevi essere sul set? Che fai mi perseguiti? Non hai una vita tua?- chiese la giovane a raffica tanto che alle fine fu costretta a prendere un lungo respiro. Zayn dovette trattenere un risolino, era così carina.. “Cosa? Zayn finiscila!” si auto-impose. 
-Credevo fossi Alex, altrimenti non mi sarei neanche gir- continuò.
-Cosa? Quel tipo ti ha talmente abbindolata che non riesci più a distinguere le voci?- il suo tono era mutato visibilmente, era infastidito, lo aveva appena scambiato con quello.
-Cosa vuoi Zayn?- ora anche Sarah si era spazientita.
-E lo chiami anche Alex adesso? Da quando siete diventati amici così intimi?- domandò evitando la precedente domanda di proposito; era accecato dalla rabbia, dalla gelosia.
-Non sono affari che ti riguardano- disse prontamente lei.
-Si invece- mormorò appena il moro, ma fu sufficiente da essere udito dalla ragazza.
Sarah sobbalzò, sorpresa da quell’affermazione –E perché? Ti prego illuminami- pronunciò in maniera decisamente sarcastica.
Zayn l’attirò a se, scaturendo in entrambi dei forti ed intensi brividi.
-Vuoi che ti rinfreschi la memoria?- chiese ad un soffio dalle sue labbra. Tutto di lei gli diceva di proseguire e di raggiungere la sua bocca il più presto possibile, ma non avrebbe ceduto, non una seconda volta.
-Se lo vuoi, dovrai essere tu a farlo questa volta..- pronunciò scandendo bene le parole.
Sarah, che fino ad allora era immersa in quei suoi due pozzi di puro petrolio, lo scansò non troppo convinta.
-Perché mi eviti?- 
Sarah rabbuiò, cercando più modi possibili per sbarazzarsi in fretta di lui –Io non evito proprio nessuno!- riferì con troppa enfasi.
Zayn storse il naso poco convinto –Si..certo. Sarah non possiamo fare finta che quello non sia mai successo..- disse il moro.
-Si invece, perché non è successo proprio un bel niente e sai una cosa? Non ..non mi piaciuto!- Abbassò lo sguardo e chiuse gli occhi quando senti il corpo di Zayn appiccicato al suo. Sembravano essere stati creati apposta per essere uniti tra di loro, in un non so che di tremendamente intimo e allo stesso tempo reale, combaciando meravigliosamente, purtroppo la lasciò subito causando un profondo ed intenso vuoto.
-Oh sentitela, la regina delle ipocrite!- ululò il moro agitando le mani.
-Io? Ipocrita?- “accidenti è vero!” ammise la ragazza ma non lo avrebbe mai fatto con lui.
-Si tu! Sei anche immatura- continuò il giovane con un ghigno decisamente furbo, amava profondamente punzecchiarla.
Sarah assunse uno sguardo agghiacciante, immaginò di poterlo fulminare con gli occhi facendolo evaporare all’istante. Oh andiamo, Zayn-bambinone-Malik che si permetteva di dare dell’immaturo agli altri?
-E’ così difficile per un pallone gonfiato con il ciuffo come te accettare un rifiuto? Che c’è, ho colpito il tuo super ego maschile? – assunse un’aria di sfida, si, in quel momento si sentiva una.. tosta.
-Rifiuto? Non mi sembra che l’altra volta tu abbia fatto resistenza..- le fece notare alzando un sopracciglio.
Sarah restò a fissarlo“Dio che sex..No Sarah, non lasciarti ammaliare!” si impose.
-Mi sono scansata, ti ho allontanato.. Chiaro? Vuoi che ti faccia un disegnino con tanto di pennarello colorato?-
Zayn nascose un risolino, si stava proprio divertendo, ringraziò mentalmente Louis per averlo costretto ad uscire fuori per fumare altrimenti si sarebbe perso tutto questo spasso.
-Ok allora, facciamo crederti che non ti siano piaciute le mie bellissime labbra e che tu mi abbia allontanato come un appestato va bene?- chiese incrociando le braccia al petto.
-Perfetto direi- puntualizzò la mora.
-Bene, perché anche a per me non è stato un granchè- piccola, insignificante, enorme bugia.
-Bene!- le stava uscendo il fumo dalle orecchie.
-Bene!- ripeté Zayn.
-Bene!- “ma che fa mi copia?” pensò Sarah.
-Ben.. ti saluto carina- le fece la linguaccia e dopo un colpetto sul suo naso se ne andò, era stato appena ferito nel suo orgoglio! Lo aveva già detto che amava profondamente punzecchiarla?

 

**



-Marbles, povera gattina vieni qui- disse la mora in direzione del suo amato animaletto, che appena percepita la voce della sua padrona si affrettò a raggiungerla, accoccolandosi sulla sua pancia.
Quella era una delle famose serate depressive “post- giornataccia” che consistevano principalmente nel deprimersi appunto, in compagnia di cibo spazzatura e un di un bel film romantico.
Sarah si trovata stesa sul divano del suo salotto, con un coperta e tra le mani il gelato alla fragola, il suo preferito mentre vedeva per la milionesima volta Dirty Dancing.. tutta vita!
-Io mi chiedo perché non si possano incontrare uomini affascinati come Johnny.Seducente, macho, temerario e tremendamente bello, insomma perfetto!- disse alla sua gattina.
-Forse potrei iscrivermi anch’io in qualche scuola di ballo.. magari di salsa o di tango dove il contatto fisico è fondamentale!- accarezzò la zampetta di Marbles –Mi innamorerò dell’insegnante, vincerò il campionato nazionale ammesso che per il ballo ne esista uno e mi sposerò. Vero dolcezza?- in risposta la micetta fece un miagolio di consenso.
-Alla faccia di Malik!- disse –E se tutto questo fosse una scusa per umiliarmi? Se mi circondasse insieme a quegli idioti della scuola e mi chiamassero ancora Sarah buzzicozza?- la ragazza si buttò di lungo sul divano, cogliendo alla sprovvista la gattina che per la paura fece un balzo andando a sbattere al tavolinetto.
-E se fossi tornata al liceo, come nei film?- se ne uscì ad un tratto, alzandosi velocemente rovesciando il gelato sulla moquette.
-No!- gridò esasperata affrettandosi a pulire il danno –No Marbles non permetterò più che usino quel soprannome ridico! Ci sono volute anni per metabolizzarlo, cavolo ho una dignità.. non sono più Sarah buzzicozza..- stava ancora discorrendo con la gatta, la quale però era caduta in un sonno profondo da un bel pezzo stesa vicino alla tv.
-Oddio, e se fossi davvero tornata al liceo?- questa volta non attese una risposta inesistente, stava chiaramente parlando da sola.
Si diete un pizzicotto alla gamba –Ahio! – costatando che quella era la pura e cruda realtà.
-E’ arrivato il momento di riscattarmi! Domani accetterò l’invito di Alex e avrò la mia rivincita!- alzò il pugno al cielo in segno di vittoria e accorgendosi della situazione ambigua scoppiò a ridere.
Spense la tv, tanto ormai conosceva le battute a memoria di quel film, recuperò Marbles e si diresse in camera sua pronta per far terminare un’altra giornata.




Ice&Fire’s Corner:
Vas Happening? Cito Zayn perché in due giorni ha provocato una decina di infarti alla metà delle Directioners del mondo! Comunque scusate il solito ritardo ma questa volta sono stata davvero occupata e vi dirò il perché (anche se a voi non interessa una mazza): sono stata con mia sorella e il marito, a cena con le mie sorelle ed un’amica, ho passato un po’ di tempo (finalmente) con la mia BFF Fire e per finire ho festeggiato il compleanno del mio cuginetto Marco che compiva due anni! Ma tornado a noi.. Che ne pensate di Sarah Buzzicozza? HAHAH non so da dove diavolo mi sia uscita, cercavo qualcosa di imbarazzante l’ho trovato e ho detto “minchia è perfetto!” Ho cercato di rendere il capito interessante ho creato un bel momento #Zarah anche simpatico e ho pensato di dare un volto al nostro Alex che ha un ruolo importante nella storia. Ho scelto niente di meno di quel gran figo di Alex Pettyfer che ne dite? Come al solito ringrazio tantissimo chi commenta perché giuro che mi fa davvero piacere e chi segue la storia, siamo arrivati alle mille visualizzazioni!!!!!
Commentate e fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo, grazie un bacione.
Vi lascio la foto (da sbavo) del nostro Alex e di quella figona di Abbie wink
Ice&Fire xoxo



Alex


Abbie

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Spero che tu stia bene.
E se te lo stai chiedendo,

io sono qui da sola stanotte..

 

 

Capitolo 9

-Cosa?- Zayn fece quella domanda rischiando di distruggere irrimediabilmente il timpano del suo povero compagno riccio, in realtà era la decima volta che incredulo lo ripeteva senza afferrare il concetto; a quanto pare era duro di comprendonio.
Harry sbuffò –Cavolo Zayn non credevo fossi così tardo nel capire le cose!- guardò spazientito l’orologio, era in ritardo –Devo andare. Mi lasci libero?- chiese.
Zayn lo ignorò, in quel momento aveva decisamente altro a cui pensare –Ricapitoliamo, lei uscirà venerdì sera con quello?- altro urlo.
Ennesimo sbuffò da parte di Harry, il riccio stava seriamente pensando di picchiarlo, almeno lo avrebbe lasciato in piace!
-Si, questo è quanto detto da Abbie- ripetè per la milionesima volta. Non capiva il problema, infondo era una frase grammaticalmente molto semplice, perché doveva ribadirla in continuazione?
-Siamo sicuri che quella ragazza sia attendibile?- agitò le mani, chiaro segno che era in ansia –Non mi avevi detto che Sarah non era una ragazza mondana? E ora perché lei.. con lui?- diede un pugno sul tavolo.
Harry, che si era incantato ormai da diversi minuti, si svegliò di colpo guardandolo con un punto interrogativo.
-Scusa- farfugliò il moro, passandosi la mano tra i capelli.
-Zayn- poggiò un braccio intorno al suo collo attirandolo a se –Caro, dolce Zayn- gli tirò la guancia sinistra –Ci sono due opzioni: o sei davvero stupido come credevo, cosa plausibile, oppure non vuoi accettare la realtà perché quella moretta ti piace. Ammettilo sei geloso!- disse con un ghigno.
Zayn lo guardò torvo –Idiota non sono geloso, solo.. mi da solo fastidio! Quello è un belloccio senza cervello e non è adatto assolutamente per lei.. mi preoccupo- già, come un dolce fratello nei confronti della sua sorellina preferita, certo…
-Sarà, ma ti dico che è vero, me lo ha detto Ab ieri sera, non ti dico in che momento però..- ed ecco il suo solito sorrisino malizioso, quel ricciolino non sarebbe mai cambiato.
-Styles me ne importa ben poco della tua vita sentimentale, quella che mi hai appena detto è una bomba, ma che dico.. una catastrofe!- strillò così tanto che Harry fu costretto a tapparsi le orecchie, ecco a cosa servivano tutti quegli acuti nel concerti.
La situazione era la seguente: Abbie la sera prima aveva spifferato dell’appuntamento di Sarah ed Alex a Harry, il quale peggio di una pettegola assetata di gossip era corso appena aveva potuto a raccontare la grande notizia a Zayn, che chiaramente non l’aveva presa bene.
Ad un trattò Zayn, scattò in piedi, come illuminato –Ci sono!-
Harry lo guardò con un’espressione ancora più confusa.
-Lascia stare, devo fare una cosa- velocemente recuperò telefono,portafoglio e chiavi dell’auto e in un battibaleno si volatilizzò via sotto l’espressione soddisfatta dell’amico.
“Finalmente libero”penso Harry, non era tipo da confronti, anzi non era proprio predisposto per il dialogo in generale.

**

 
-Questo ti piace?-  domandò la bionda riferendosi al vestito. Era un abito rosso fuoco.
Sarah storse il naso –Non è proprio il mio genere- veramente lo odiava, era brutto, rovinato e davvero poco elegante. Lei più che un vestito lo avrebbe definito un copricostume data la lunghezza davvero, davvero minima che lasciava poco all’immaginazione. Ma apprezzava il supporto di Abbie e non voleva offenderla in nessun modo.
-Ok!- trillò euforica l’amica rigirandosi di nuovo alla ricerca di un altro indumento.
-Ab, tesoro, ti ringrazio dell’aiuto ma non voglio darti fastidio, non preoccuparti mi metterò qualcosa che c’è nel mio armadio- ed era vero, avrebbe preferito di gran lunga indossare una tuta slavata e vecchia  piuttosto di vestirsi in quel modo che non era affatto per lei. A volte la sua migliore amica non capiva che avevano dei gusti differenti e spesso si lasciava trascinare dall’euforia delle situazioni come in quel momento. Avrebbe voluto sparire con il teletrasporto, ecco perché non andava mai a fare shopping con lei.
-Non ti preoccupare tu non disturbi mai! E dopo non si tratta di un’uscita come le altre cara, hai un appuntamento con un modello! Dio, che invidia!- le riferì battendo le mani facendo sorridere la mora, poteva essere invadente ma Abbie aveva un dolcezza unica ed era anche molto disponibile, quando non aveva di meglio da fare o quando non doveva farsi le unghie, o i capelli..
Sarah si era arresa, decise di accontentarla prendendo uno di quei abitini davvero “ini” e poi avrebbe indossato qualcosa di suo, si distese sul grande letto dell’amica continuando a sgranocchiare             il pacchetto pieno di calorie e grassi di patatine.
-E questo?- domandò ancora.
Sarah per poco non si strozzò. Era peggio, ancora peggio dell’altro: di un nero triste o probabilmente volgare, con un’enorme scollatura che certamente le sarebbe stata male dato la sua poca abbondanza di seno e se possibile ancora più corto del precedente. Si chiese dove accidenti andasse a fare compere.
-Ok ho capito, ne cerco un altro. Che noia!- di nuovo concentrata a frugare nel guardaroba.
Sarah le saltò addosso, spaventando la biondina e dandole un sonoro bacio sulla testa con tanto di schiocco.
-Grazie- sussurrò.
Abbie si girò giusto per aver modo di guardarla –Di cosa?-
Sarah si staccò e le si posizionò vicino, con la scusa avrebbe anche controllato cosa avesse scelto per lei –Di tutto. Perché ci sei, perché non mi lasci sola e perché mi fai sentire sempre amata- disse con ovvietà.
Abbie fece finta di asciugarsi una lacrima ma i suoi occhi mostravano chiaramente la sua emozione.
-lo so, sono favolosa!-
Sarah rise e la strinse a se, poi tornarono all’opera.
-E questo?- chiese nuovamente Abbie speranzosa.
La mora avvampò. “Oddio è osceno!” gridò interiormente. La guardò rassegnata, non avrebbe mai capito i suoi particolari gusti. Si sedette al bordo del letto e si preparò al prossimo costume, perché si trattava di un costume, che le avrebbe messo davanti.

**

 
Alla fine ce l’aveva fatta.  Zayn era riuscito a trovare il numero di Selene Baker dopo ore interminabili di caccia. Era partito dalla casa discografica per farsi dare il numero della rivista Cosmopolitan per poi farsi dare il numero del capo, Penelope Miller, e dopo essersela ingraziata sufficientemente  era riuscito ad ottenere finalmente il numero di quella ragazza; aveva il mal di testa! Ma ne valeva la pena, certo che ne valeva la pena.
In poco tempo, rispetto alle sue modalità di ragionamento, era riuscito ad elaborare il suo piano super geniale di attacco. Altro che scemo, lui era un mega genio!
Aveva saputo da fonti attendibili, quali sempre Harry, che Sarah avesse un rapporto tutt’altro che buono con quella ragazza e questo non poteva che agevolare il suo progetto.
Prese il cellulare tra le mani e con un “Forza Zayn” di incoraggiamento aveva digitato sulla tastiera il numero.
L’interlocutrice non tardò a rispondere, infatti ben presto udì  la voce gracchiante di Selene.
-Ciao, Selene?- “Che domanda idiota” pensò il moro.
-Si chi è?- rispose la ragazza. Perché la sua voce doveva essere così irritante?
-Ciao sono Zayn, Zayn Malik- riferì preparandosi alla solita reazione che ogni ragazza aveva nei suoi confronti ormai da un paio di anni. Tutte, tranne una.
-Oddio! Non ci credo!- urlo –Sei Zayn Malik! –urlo –Zayn Malik dei One Direction!- urlò, anzi, ultrasuono.
Zayn aspettando che si calmasse intervenne –Si dolcezza, sono io- “facile ..fin troppo” si disse interiormente –Volevo farti una domanda- ecco, meglio andare subito al sodo senza inutili giri di parole, più che altro perché non ce l’avrebbe fatta a sopportare quella vocina stridula più del dovuto.
-Oddio!- disse entusiasta.
Zayn che interpretò l’affermazione come un consenso continuò il suo discorso. “Avanti Zayn è per una buona causa” si ripeteva nella testa.
-Senti dolcezza, ti andrebbe di uscire? Io e te?- chiese senza la minima carineria, non ce n’era bisogno.
-Oddio!- urlo –Non ci credo!- urlo –Si certo che esco con te! Oddio, lo sapevo che tutte quelle occhiate che ci scambiavamo significavano qualcosa- urlo. Zayn ormai teneva il telefono ad un miglio di distanza dal suo orecchio.
Ma di quali occhiate parlava? Zayn non sapeva nemmeno il suo colore di capelli.
-Quando ci vediamo Malikuccio?- domandò Selene.
“Malikuccio? Tutta questa confidenza? E che nome era?” si chiese il moro.
-Io pensavo che venerdì sera fosse perfetto- più che perfetto…
-Si perfetto! Mi passi a prendere a casa?-
-Certo, mandami per sms l’indirizzo. A venerdì!- disse –Ah non chiamarmi mai più Malikuccio- finì per poi riattaccarle delicatamente il telefono in faccia, si, proprio da gentleman.
L’aspettava una compagnia noiosa e poco interessante ma doveva farlo, doveva riuscirci e doveva funzionare.
-A noi due Sarah- disse con un ghigno divertito. Infondo la serata non sarebbe stata poi tanto monotona.

**

 
 
Sarah da un’ora maneggiava con ombretti, pennelli vari, piegaciglia, fard, lacca e scarpe; correva da una parte all’altra dell’appartamento poiché come al solito aveva perso tempo ed ora ,tanto per cambiare, era in ritardo. Quella settimana era volata e il venerdì era arrivato talmente presto che quasi non si dimenticava del suo appuntamento rischiando di farsi uccidere da Abbie o di farsi sostituire direttamente da lei.
-E’ tardi, è tardi!- piagnucolava nel suo via vai che andava dal bagno alla sua stanza, per la fretta aveva lanciato tutto per aria creando un vero e proprio campo minato.
Mentre dava gli ultimo ritocchi con spazzola, gel fissante e arriccia capelli il campanello suonò all’improvviso, facendola sobbalzare e gettando tutto via corse per darsi un ultima occhiata allo specchio: Abito lilla con piccole paillettes sul corpetto e un paio di decolté dello stesso colore con un tacco abbastanza spaventoso e scoraggiante al quale però Sarah non avrebbe potuto rinunciare. Naturalmente non aveva indossato il vestito verde acido dell’amica; come scusa le avrebbe detto che casualmente, sottolineando casualmente, l’aveva dimenticato in ufficio e si era dovuta accontentare di un altro che aveva lei.
Dopo un’accurata sistemazione di ogni minimo dettaglio e un’ultima passata di rossetto fu pronta, anche se non si piaceva più di tanto.
Indossò il cappotto e la sciarpa, essendo molto freddolosa, e raggiunse la porta. Era agitata, le sudavano le mani. Andiamo, si trattava pur sempre di un modello!
Si asciugò velocemente i polpastrelli delle dita passandoli sull’abito e respirando affondo, aprì trovandosi davanti  una delle sette meraviglie del mondo, cosa che di certo non la tranquillizzava.
Era imbarazzata ed istintivamente abbassò lo sguardo. Alex sorrise intenerito, avvicinandosi e dandole un leggero bacio sulla guancia.
-Buona sera- sussurrò a bassa voce.
-Emh.. sera- “diamine Sarah riprenditi!” pensò la mora.
Alex sorrise ancora e offrendole il braccio la condusse alla macchina.
-Sei bellissima- disse il biondo rompendo il silenzio, dopo essere saliti.
Sarah si imbarazzò ancora di più, il che stava ad indicare il chiudersi a riccio –Grazie- rispose la mora provando inaspettatamente più interesse il ciondolo che indossava. Non sapeva spiegarselo ma all’improvviso si sentiva come fuori luogo, come se quel posto fosse sbagliato per lei.
Mentre si concentrava nel guardare il paesaggio fuori dal finestrino dell’auto, così suggestivo ed intenso le venne in mente un’altra ma così simile situazione: lei seduta vicino a Zayn poche settimane prima, arrabbiata come non mai, emozionata come non mai, le loro voci che si fondevano cantando Adele, la lite, i ricordi, le emozioni..
Sarah si picchiò, anzi si uccise mentalmente. No, non doveva pensarci. Stupido cervello femminile e stupidi pensieri sdolcinati da ragazzina.
Doveva distrarsi, doveva farlo per Alex e soprattutto per lei. Decise di intavolare una conversazione, almeno ci avrebbe provato.
-Allora, come va?- ok. Domanda ovvia, ma sempre adatta.
-Ora benissimo- le disse con un sorriso sbagliante facendola rilassare, finalmente –E tu?-
“E io?” si chiese la mora. Non lo sapeva, in quel periodo le sue certezze erano azzerate e in lei regnava la confusione più totale. Ecco, stava pensando ancora al pakistano.
Avrebbe voluto dire “Mi sento in alto mare” “Mi sento così bene da voler scappare su un’altra galassia” ma si trattenne, limitandosi con un –Tutto ok- un po’ forzato.
Ritornarono ancora nel pieno del silenzio più imbarazzante, senza neanche la radio come accompagnamento.
Alex continuava a tenere gli occhi fissi sulla strada e le mani ben serrate al manubrio e la ragazza non se la sentì proprio di aprire bocca, sembrava concentrato e non avrebbe voluto uscirsene con qualcosa di inutile e scemo.
Dopo un tempo che parve davvero infinito la macchina si fermò, raggiungendo la loro destinazione.
Alex ripropose il braccio a Sarah la quale lo accettò volentieri e si diressero all’entrata di un bellissimo ed intimo ristorante. Si chiamava “Roast” ed era un dei migliori in quel quartiere.
Appena varcata la soglia di quel locale Sarah fu raggiunta da un’atmosfera calorosa e per qualche secondo si sentì importante, lei, che di solito era abituata alle pizze con Abbie o alle cene a base di cibo cinese.
Vide Alex parlare con il caposala e dopo averla raggiunta si diressero ad un tavolo, chi si trovavo proprio in prossimità di una bellissima vetrata affacciata sul London Eye con tanto di candele perfette per un’atmosfera romantica come si deve.
Si sedettero e restarono a fissarsi finchè il cameriere non gli porse gentilmente il menu della serata.
Sarah era incantata e osservando i vari dettagli di quel posto non faceva altro che dire “Wow”.
-Sicuro che non sia troppo?- domandò iniziando a sfogliare il menu. Si chiese che figura avrebbe fatto in un luogo come quello se avesse indossato il vestito che le aveva dato Ab, il colore avrebbe persino stonato con le pareti. Sorrise a quel pensiero.
-Come?- chiese a sua volta Alex.
-Questo posto ti costerà parecchio..- disse mentre le guance si coloravano ancora.
Alex ridacchiò –Tranquilla, non c’è problema- poggiò una mano sulla sua.
Sarah scansò la mano, non se la sentiva. Infondo era un piccolo gesto che per qualcuno sarebbe stato normalissimo, lei lo trovò sbagliato e ancora una volta percepì quella sensazione di inadeguatezza e  turbamento.
Ordinarono il primo e ricomparve il silenzio.
Sarah rimase stupida, capiva che fosse il primo appuntamento e che ci potesse essere un po’ di disagio e che fosse impacciato, cosa più che normale ma questo era davvero strano. Sembrava che gli avessero morso o addirittura strappato la lingua, questo era troppo, decisamente troppo.
Iniziò a tamburellare le dita sul tavolo annoiata. Caspita aveva battuto un record, dopo neanche un’ora di appuntamento già cominciava ad annoiarsi. Possibile che lui non avesse argomenti di conversazione?
Non ce la faceva più, per una logorroica come lei, era una vera, lenta, estenuante tortura. Doveva dire qualcosa, anche sui tovaglioli di quel tavolo, ma doveva parlare.
-Allora.. bel posto- se ne uscì
-Sono contento che ti piaccia- disse il biondo –Che hai deciso di prendere?-
Sarah posò gli occhi sul menu, le venne l’acquolina in bocca osservando tutto quel cibo invitante e alzò lo sguardo giusto per riferirgli la sua scelta. Purtroppo la sua attenzione si posò su un’altra figura nettamente diversa da Alex che quando la riconobbe le sorrise e la salutò con la mano.
Sarah sprofondò nella sedia tentando di nascondersi con il menu –No, ti prego.. no-
-Che succede?- chiese Alex, evidentemente all’oscuro della sorpresa.
Ma la risposta fu impedita poiché una presenza, anzi due, arrivarono vicino al loro tavolo.
-Sarah! Che ci fai qui?- chiese quella voce maschile. La voce.
-Io? Che ci fai tu qui Zayn- disse fredda, voleva morire.
-Perché rispondi sempre ad una mia domanda con un’altra domanda?- riferì sbruffone –Ah.. ci sei anche tu Alec-
-Mi chiamo Alex- rispose il biondino piccato.
-Ops che sbadato scusa- il tuo tono era divertito, eccome se lo era.
-Ok..- lo ammonì con un’occhiata la ragazza –Sei con.. Selene?- domandò sconvolta.
-Salve Stevens- la salutò quella con poco enfasi, anzi piuttosto infastidita.
“Ma che carina” disse tra se e se.
-Non è strano che ci siamo incontrati? Dio, com’è piccolo il mondo!- se ne uscì Zayn. Che grande attore.
-Già..- disse Alex beccandosi una guardata trucida da parte del moro.
-Ma non avete un tavolo?- Sarah se ne voleva sbarazzare e alla svelta.
-Giusto!- disse Zayn colpendosi la fronte con una mano –Perché non si sediamo tutti insieme?- sfoggiò un sorrisino.
-Veramente questo è un tavolo per due- gli fece osservare Sarah. In quale modo doveva cacciarlo?
-E che problema c’è, facciamo aggiungere due sedie!- e così Zayn chiamò il cameriere informandolo di quella nuova e soprattutto gradita decisione.
“Lo odio, lo odio, lo odio, lo odio” Ormai nelle testa di Sarah non si ripeteva altro.
Il moro aveva in mente qualcosa e lei non l’avrebbe permesso, sicuro.
 
 

 
Ice&Fire’s Corner:
Salve! Eccoci con il nuovo capitolo, non è una figata? HAHAH siamo morte dalle risata a scriverlo. Zayn è un mito! Chissà cosa combinerà… è un geniaccio ammettetelo! A pensarci bene, non abbiamo fatto neanche tutto questo ritardo (rispetto al solito). Ma notizia, delle notizie domani 4 settembre sarà il mio compleanno!  (sono Ice) tanti auguri a me! Quindi per regalo mi potreste fare una bella recensione, che ne dite? HAHAH. Ringrazio tutti per il supporto, cavolo 7 recensioni, ma siete impazzite?! HAHAH
Alla prossima, commentate e fatemi sapere cosa ne pensate del piano malefico di Zayn!
P.s. buon rientro traumatico a scuola se non ci sentiamo prima!!
Ice&Fire xoxo

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***



Il mondo è nostro, se lo vogliamo
Possiamo impossessarcene,
se solo prendi la mia mano.



Capitolo 10


Quella poteva essere benissimo classificata come l’ora e 37 minuti più fastidiosa, nauseante, monotona, pesante e irritante di tutta la sua vita. Era un’ora, 37 minuti e 20 secondi che Sarah si sottoponeva ad una vera e proprio tortura per la sanità mentale di chiunque e il bello era che ancora erano alle prime portate, il chè stava a significare almeno un’altra ora di angoscia e continuare a stare con un Alex indispettito, un Malik sbruffone e una Selene normale, quindi di pessima compagnia.
Continuava a rigirare la sua forchetta nel cibo che per la cronaca era delizioso. “Stupido Malik mi rovina persino il cibo” pensò affranta la mora.
Più che una civile conversazione il gruppo si stava lanciando delle frecciatine ber nascoste ma che in realtà contenevano parecchio significato: Zayn cercava di sminuire Alex e sembrava che ci stesse davvero prendendo gusto mentre le due ragazze si ignoravano completamente.
-Vero Sarah?- chiese ad un trattò Alex facendola sussultare. Qual’era il discorso?
-Emh.. certo- rispose titubante la mora –Caro- disse accentuando particolarmente la parola e posandogli una mano sulla sua –Vado alla toilette- sfoggiando un sorriso di cortesia, più falso delle extension di Selene.
-Oh certo!- le rispose tornando a concentrasi sulla conversazione iniziata con la Baker, trattandosi probabilmente della nuova linea di abbigliamento in circolazione.
In seguito all’ultimo sbuffo, recuperò la borsetta e si diresse velocemente nel bagno delle donne.
Aveva bisogno di una rinfrescata, di una sistemata di cipria e giusto per sollevarsi il morale di una bella ripassata di rossetto poiché la sua autostima non era delle migliori in quel momento.
Possibile dopo un paio di mesi che non usciva con qualcuno gli dovessero rovinare così irrimediabilmente la serata? Ok, forse erano più di un paio di mesi che non aveva un appuntamento ma le possibilità di fiducia che concedeva si potevano benissimo contate sulle dita di una mano ed ora le dispiaceva aver sprecato quell’opportunità, soprattutto se si prospettava un’uscita romantica.
Sistemò la frangetta perennemente ribelle e cercando di reprimere la voglia disperata di arrampicarsi e fuggire dalla finestra aprì la porta e si incamminò verso il tavolo.

-Bu!- sentì un urlo perforarle l’orecchio che le fece emettere un gridolino per lo spavento. La voce era troppo roca per provenire da una donna e troppo poco matura per provenire da un uomo.
-Sei impazzito? Che ci fai qui?- trillò la mora sconcertata.
Zayn trattenendo un ghigno soddisfatto le mostrò il pacchetto di sigaretta –Astinenza da nicotina- sentenziò.
Sarah aggrottò le sopracciglia poco convita –Non è che mi stavi seguendo?- chiese retorica.
Zayn scrollò le spalle –Ti lascio il beneficio del dubbio..-
La ragazza alzò gli occhi al cielo, ormai rassegnata e ricominciò a camminare.
-Aspetta!- le disse fermandola con il braccio.
-Che vuoi? Che ci fai qui?- incrociò le braccia al petto.
Zayn la guardò confuso –Credevo di averti già risposto..-
-No intendevo, che ci fai qui? Che ci fa nella mia vita? Che ci fa al mio appuntamento? Che ci fa nel mio ufficio quando non ci dovresti essere? Che ci fai qui?- finì con un profondo respiro, era tornata la solita nevrotica isterica di sempre.
-Ora va meglio?- chiese il moro assumendo uno strano atteggiamento premuroso.
-Si…- brontolò la giovane.
-Non è come sembra…- iniziò il ragazzo –Ho saputo casualmente che Alec-
-Si chiama Alex- lo interruppe divertita Sarah.
-Si, quello..- sorrise Zayn –Ho saputo che ti portava in questo ristorante che a detta di tutti è un posto niente male e ho pensato, perché non farci una visitina?- indossò un’aria angelica. Già, aveva una carriera di attore assicurata.
-E proprio oggi dovevi venirci?- continuò la giovane.
-Anche questa è una semplice casualità- “e ora che mi invento?” pensò Zayn –Emh.. perché non posso uscire di venerdì sera? Potrei farti benissimo la stessa domanda – geniale, se solo questa genialità l’avesse applicata anche a scuola…
-Cosa?- non riusciva a seguire il filo del discorso.
-Potrei pensare che sia stata tu a seguirmi e a venire qui per controllarmi- disse con un sorrisino.
-Vuoi dire che se venuto per controllarmi?- era allibita.
Il sorrisino di Zayn tramutò ben presto in un’espressione di paura. “Accidenti!” In fin dei conti non era colpa sua, il suo cervello non era allenato a tutti questi ragionamenti contorti, per giunta improvvisati, ed era andato in tilt. Ergo si era imbrogliato con le sue stesse mani.
-Io? Il mondo non gira intorno a te carina- le rispose ovvio –Non ci provare, stiamo parlando di te!- 
-No, stavamo..- protestò Sarah fulminandolo, anzi disintegrandolo con lo sguardo –Scusami, ma ora avrei un appuntamento da recuperare-
-Bene-
-Bene- Quella scena non l’aveva giù vista?
-Bene-
-Bene… basta!- lo liquidò tornando a passo di marcia al tavolo. “E’ inutile discutere con lui..” si disse la mora.


**


-Sai Zayn hanno proposto ad Alex di sfilare per una linea internazionale!- gli riferì entusiasta Sarah. Il moro voleva giocare sporco? Beh, di certo lei non si sarebbe tirata indietro.
- Andiamo, non è niente di ch..-
-O no!- lo interruppe prontamente la ragazza –Non fare il timido. È una cosa grandiosa.. Vero Zayn?- chiese da finta ingenua.
-Si.. interessante- rispose Zayn davvero poco incuriosito –Invece, tu Selene frequenti medicina?- Zayn Malik non si faceva sminuire da nessuno, mai.
-Veramente ho solo il diploma di scuola superiore- disse una Selene stranamente imbarazzata. Che per una volta si sentisse fuori luogo?
Zayn incassò il colpo in silenzio e si maledisse per aver scelto un’oca più oca delle altre, il cui quoziente intellettivo era alla pari di una formica.
-In cosa ti sei diplomata?- il giovane cercò di recuperare il recuperabile, se solo ci fosse stato..
-Ho frequentato i corsi serali…- se possibile la Baker si fece ancora più rossa, Sarah ridacchiò sotto i baffi e Zayn si massaggiò le tempie ormai rassegnato. Si, era veramente la più tonta di Londra.
-Oh quasi dimenticavo!- Sarah riportò nuovamente l’attenzione su di te, mandando già il sorso d’acqua –Alex farà un provino domani!-
-Ma davvero?- domandò irritato il moro.
Il biondo prese parola –Si ma non credo ch..-
-Tesoro sta tranquillo! – la ragazza lo bloccò ancora –Sarai perfetto! Se ci pensi hai un fisico niente male, dei capelli splenditi e l’altezza.. tu Zayn sei più basso vero?- ad essere sinceri si stava divertendo.
-Non così tanto, solo qualche centimetr..- 
-Alex tesoro, la differenza è palese- altra interruzione.
-Sarah adesso basta!- il mite, dolce e simpatico Alex Russell stava alzando la voce con uno sguardo visibilmente stizzito, concentrando quindi tutti su di lui.
-Ma cosa..- la salivazione della mora si era improvvisamente azzerata, al contrario del battito cardiaco che invece andava all’impazzata.
-Credi che non me ne sia accorto? Non so cosa sta succedendo, non so cosa c’è tra voi che non vai ma non è affar mio, non mi interessa- si sistemò il colletto della camicia rigorosamente stirata a pennello e si alzò dalla sedia.
-Dove stai andando?- ora aveva iniziato anche a sudare freddo, questo non era di sicuro nei suoi piani.
-Me ne vado- disse il moro recuperando le chiavi delle macchina e indossando la giacca –Credo che la serata sia finita-
Sarah rischiava di svenire, non riusciva a crederci –Non è vero, ancora ci devono servire il dessert!-
-Non credo sia il caso- Alex le accarezzò il viso da vero gentiluomo –Grazie per la bella serata e non preoccupatevi offro io!- disse retorico.
Ma prima di andarsene si voltò un’ultima volta –Selene, ti serve un passaggio?-la interrogò come se nulla fosse.
D’altra parte lei parve risvegliarsi e con un “si” appena sussurrato recuperò le sue cose e se ne andò serenamente con lui sotto gli sguardi shoccati dei due ragazzi restanti.
-Non posso crederci- biascicò Zayn per poi scoppiare così tanto a ridere che fu costretto a tenersi la pancia per non contorcersi troppo.
-Cosa c’è da ridere?- Sarah era tutt’altro che rallegrata.
-Sembra di stare in una commedia demenziale da quattro soldi- constatò Zayn asciugandosi le ultime lacrime dovute al riso.
-Indovina di chi è la colpa- puntualizzò lei.
Zayn alzò le mani facendo capire che lui naturalmente non centrava niente.

-Non posso crederci..- ripetè a sua volta Sarah dopo aver metabolizzato la cosa per qualche minuto.
-Neanche io- continuò Zayn con la solita nonchalance.
-Non posso crederci che tu mi abbia rovinato l’appuntamento!- gridò facendo voltare metà sala dalla sua parte.
-Sei stata tu a fare l’isterica acida- puntualizzò Zayn noncurante.
-Tu non saresti dovuto venire a tormentarmi!- alzò ancora di più la voce, accorgendosi dell’enorme figuraccia che stava facendo, la seconda per l’appunto.
-Non ti volevo tormentare!- ecco che anche lui urlava.
-Beh sei riuscito perfettamente nel contrario!- le usciva il fumo dalle orecchie e dagli occhi saettavano milioni di fiamme scintillanti.
-Bene-
-Bene-
Ben… ti serve un passaggio?- diede fine a quella sfilza di “bene” che ormai erano fin troppo comuni ad usare.
-No grazie, non mi serve il tuo aiuto-
Zayn prese un bel respiro, sapeva che con lei ci voleva molta, molta, molta pazienza –E come penseresti ti tornare a casa scusa?- 
-Prendo l’autobus, non di certo a piedi-
-Alle 11 di sera? Quanti mezzi vuoi che passino a quest’ora?- le chiese Malik con un sorrisino.
“Diavolo è vero!” ultimamente pensava troppo poco e parlava troppo spesso in presenza del pakistano.
-Non è affar tuo- gli rispose la mora non sapendo cos’altro dire.
-Avanti non posso lasciare una ragazza sola e indifesa, non mordo mica!- la stuzzicò Zayn. Era da qualche minuto che non lo faceva e doveva assolutamente rimediare.
-Va bene- gli riferì flebilmente.
-Come?- aveva sentito benissimo, solo voleva punzecchiarla ancora un po’; infondo dopo tutto quello che aveva fatto aveva pur il diritto di divertirsi!
-Ho detto va bene!- scandì bene le lettere così da non creare altre incomprensioni.
Zayn sfoggiò un riso di vittoria e facendola alzare si diressero all’uscita del ristorante.
-Ma non ti dispiace che Selene ti abbia lasciato?- se ne uscì la mora ad un certo punto.
-No- fece una veloce scrollata di mano –Non era così interessante- niente di più vero..

**


In macchina Zayn era decisamente irritato: l’aria era tesa e Sarah sembrava non voler collaborare; e poi era lui quello immaturo ed infantile..
A ripensarci probabilmente avrebbe fatto meglio ad accettare la sessione no-stop ai video games proposta da Niall, di certo sarebbe stato meno complicato e stancante.
-Vuoi che accenda la radio?- 
-No- secca e decisa.
-Hai freddo?- riprovò nuovamente Zayn.
-No-
-Hai fame?- 
-Ma se siamo appena usciti dal ristorante- gli face notare Sarah più inviperita che mai.
-Scusa se volevo fare conversazione- puntualizzò stizzito Zayn.
-Io non voglio fare conversazione con te Malik- 

Seguì un altro interminabile, scomodo e inquietante silenzio che portò il moro all’esasperazione più totale, se avesse saputo che il piano sarebbe stato così difficile ci avrebbe pensato due volte.

-Guarda ci sono tante stelle fuori- indicò il finestrino –bella serata vero?- “wow, che domandona ragazzo!” si disse interiormente il moro.
-No-
-Sei ancora arrabbiata con me?- chiese il ragazzo sapendo già la risposta.
-Si- Sarah risposte rendendosi subito conto di essere cascata nel tranello del moro. Sbuffò sonoramente e girò la testa dall’altra parte.
-Non ha senso esserlo ancora.. soprattutto se ti ho assicurato il ritorno a casa- le fece notare.
-Sono stata praticamente costretta e a pensarci questo è il minimo dopo quello che mi hai fatto-
-Ammettilo che ti ho salvato da un appuntamento pessimo!- scherzò il giovane.
-Sta zitto!- lo rimbeccò –Lui è molto più gentile, educato..-
-E noioso- la fermò Zayn iniziando a ridere trascinando con se anche Sarah.
-Vogliamo parlare di Selene?- gli riferì la mora divertita –Cosa ti ha colpito di lei, la sua sensibilità?-
Zayn le diete una piccola pacca sulla gamba –Touché-
-Perché vogliamo parlare delle scarpe color melanzana di quell’Alex?- asserì Zayn sogghignando. 
-E il top leopardato di Selene?- si guardarono per una frazione di secondo e poi esplosero a ridere a crepapelle. 
Dovettero fermarsi a respirare per smettere. Almeno avevano eliminato tutta quella tensione.
-Hai detto Alex- 
Zayn la guardò stralunato.
-Alex.. non hai sbagliato il nome- gli diede un pugno sulla spalla –Credo che tu lo facessi apposta-
Zayn le regalò un occhiolino di intesa –Ti lascio il beneficio del dubbio- lo ridisse per la seconda volta in quella serata. Tutti sapevano che Malik adorava fare il misterioso.
-Ti va di andare da qualche parte?- se ne uscì il moro.
-Dove?-
-In un bar voglio qualcosa di energetico- disse prontamente il pakistano.
-Dobbiamo proprio?- Sarah era stanza, a dire il vero era esausta voleva tornare a casa e rannicchiarsi a letto con Marbles.
-Ti avverto, potremmo rischiare di fare un incidente mortale a causa di un calo di zuccheri e tu morirai bisbetica e sola- 
-Va bene- e Sarah si ritrovò di nuovo ad acconsentire e a fidarsi. Faceva bene?

**



-Non capisco ancora come tu conosca un posto del genere!- la frase fu percepita da Zayn a tratti poiché Sarah aveva il pessimo o l’adorabile, asseconda dei punti di vista, vizio di parlare con la bocca piena. Stava divorando un enorme e squisito frappé ai mirtilli ed era in estati. A causa del nervosismo accumulato prima non aveva quasi toccato cibo al ristorante; incredibile per una come lei!
-Che c’è, preferivi andare in uno di quei posti in cui potevamo essere assaliti?- lui stava mangiando una ciambella strabordante di zucchero.
Sarah semplicemente assecondò con un gesto del capo troppo occupata a concentrarsi sulla panna della bibita.
Sentì l’altro sghignazzare e puntò gli occhi su di lui.
-Che vuoi?-
-Hai i baffi Miss Gentilezza –col dito le indicò la linea bianca sul labbro superiore.
Sarah allora iniziò a fare delle mossette buffe per cercare di vedere che avesse, cosa improbabile che fece ridere ancora di più Zayn.
-Faccio io, sei imbarazzante!- così prese un fazzoletto e avvicinandosi quanto basta lo passò sulle sua labbra, tracciandone bene i contorni per togliere tutti i residui di latte.
Sarah sbarrò gli occhio e riuscì a sentire sulla sua pelle tutto il passaggio delicato che fece la mano di Zayn.
Prima di finire il lavoro il ragazzo le diete con l’indice un buffetto sul naso e le sorrise.
Lei abbassò lo sguardo in soggezione “Non illuderti, chissà a quante ragazze lo avrà fatto” si impose.
Recuperati i pochi neuroni che le rimanevano gli riferì –Non ti facevo un tipo da bar trasandati e pieni di polvere-
-E’ un modo alternativo per dirmi che sono snob?- la provocò l’altro interlocutore.
Sarah arricciò le labbra –Proprio così-
Lui si ravvivò il ciuffo –L’ho scoperto dopo X-Factor, quanto la band non era molto famosa e potevamo permetterci di uscire senza guardia del corpo e senza che le strade si bloccassero. Era un posto tranquillo e ci venivo quando sentivo la mancanza di casa. Dovrei tornarci più spesso.. Ora diciamo che ho cambiato genere- diede l’ultimo morso e inghiottì.
-Sei contento di esserci tornato?- 
-Ora come ora.. si- “altro che contento sono felice” avrebbe voluto dire, perché era con lei, perché la trovava adorabile, perché era semplicemente strana ma il duro Zayn non lo avrebbe mai fatto, figuriamoci.
-Non è poi tanto male, ha un suo perché- proferì la giovane dando un’occhiata generale.
-Se vuoi ti ci riporto un’altra volta-
-Posso benissimo andarci da sola, e se per caso fosse un invito sappi che non ho intenzione di accettare-
-Invito? No. Mi dispiace infrangere i tuoi sogni segreti da teenager ma se vuoi posso sempre lasciarti una mia foto autografata- in parte questa era al verità, non lo aveva inteso come un vero e proprio invito, era più un’offerta caritatevole per lei, ecco.
-Si ti prego, mi mancava nella mia collezione da fan psicolabile!- gli diede un pizzico alla mano che teneva poggia sul tavolo vicino al suo cellulare.
Zayn però non permise nessun’altro movimento, intrappolò quella della mora e fece intrecciare le loro dita, gesto che fu inaspettato per entrambi anche per il ragazzo stesso che lo aveva fatto; di solito era un gesto troppo infantile e sdolcinato per i suoi gusti ma sorprendentemente notò che le due mani di carnagione nettamente contrastante parevano unirsi perfettamente quasi a fondersi, come se fossero state create per essere unite. Le considerò francamente bellissime.
-Sarah io..- iniziò a dirle per poi fermarsi subito. Che stava facendo? Che voleva dirle? Si ripeté mentalmente di essere un stupito ancor di più dopo aver visto il viso della ragazza di fronte a lui non proprio felice. Non capiva il suo nervosismo; insomma lui, famoso com’era l’aveva accompagnata in un posto abbastanza intimo, le aveva offerto qualcosa, le stava prestando diverse attenzioni e ancora non riusciva a infrangere quella barriera invisibile che lei teneva tra se stessa e gli altri. Doveva ritenersi fortunata di tutto questo, o il fortunato era lui?
Sarah si irrigidì sulla sedia, sciogliendo a malincuore quel contatto, e tossicchiò riportando i due alla realtà –Sarà meglio andare, domani devo svegliarmi presto- 
Zayn comprendendo la situazione scattò in piedi –Certo. Andiamo ti porto a casa-

**


-Gira a destra, è quella- disse riferendosi al palazzo che si trovarono di fronte dopo circa 20 minuti di tragitto in auto.
-Sono stupita che tu ti ricorda ancora dove abito- ammise la giovane dopo aver recuperato la borsa.
Zayn parcheggiò nel vialetto del palazzo e dopo aver spento il motore di girò nella sua direzione.
-Ciò che mi interessa non lo dimentico mai- ed ecco un’altra frasi all’infuori del solito Zayn. Ormai non riusciva più a trattenersi, quella di convincerla era diventata una sfida a tutti gli effetti e doveva riuscirci. Probabilmente il giorno dopo se ne sarebbe pentito, in parte, ma ora non poteva farne altrimenti ne sentiva l’esigenza, il bisogno più profondo.
-Ok.. io vado- gli riferì con un sorriso tirato e sbilenco.
-Si..- tutta quella spavalderia così estroversa di Zayn era durata non poi così tanto, era ritornato enigmatico.
-Allora buonanotte- 
Stava per aprire lo sportello e questo fece scattare una molla al moro. “No no no, non puoi andartene così”.
Sfiorò i suoi capelli per poi attorcigliare una ciocca intorno al dito.
Non le disse niente, tutto sarebbe stato inutile e superfluo. Si avvicinò e le diede un bacio a fior di labbra. Non aveva alcuna malizia o irruenza, fu uno sfioramento di labbra le quali dimostravano una conoscenza sempre più profonda senza nessun intenzione di sfociare in qualcosa di più passionale. Era tutto celato dal sentimento più puro e più vero. Sorrisero entrambi nel bacio, continuarono ad accarezzarsi con le loro bocche per poi staccarsi con una lentezza estenuante. Non c’era stata la veemenza della lingua, non era stato approfondito ma sarebbe restato comunque un qualcosa di magico.
-Ti passo a prendere domani mattina?- domandò il giovane con una dolcezza che non gli era mai appartenuta.
-La mattina prendo la metropolitana- replicò Sarah.
-Sono settimane che gira voce che domani ci sia sciopero pubblico e non credo che tu sia così ginnica e sportiva da farti una corse mattutina di 2 chilometri-
-D’accordo- si arrese mantenendo rigorosamente il suo comportamento da sostenuta –Ci vediamo alle 7:30, non un minuto di più- si, quella era una minaccia. 
Uscì dall’auto talmente veloce che se non fosse per lo sportello sbattuto così violentemente che per poco non le rimaneva in mano, Zayn non si sarebbe nemmeno accorto che lei se n’era andata.
Aveva uno di quei sorrisi che lui definiva da “babbeo” proiettandosi già nella mattinata successiva. Già, la voglia di vederla ancora arrivava a quei livelli..
Sarah appena arrivata davanti il portone del palazzo si rese conto di sentirsi incredibilmente leggera e che la serata ,tutto sommato seppur con dei piccoli cambiamenti, era stata ugualmente romantica e incantevole.







Ice&Fire’s Corner:
Non è un miraggio o un’allucinazione: i’m back!!! Sono risuscitata dalle tenebre del mio blocco da scrittrice e finalmente dopo più di un mese ho aggiornato (evento più unico che raro).
Allora che dite? Per farmi perdonare ho creare un capitolo molto dinamico, infatti ci sono ben 5 scene e i momenti #Zarah sono dappertutto! Non so da dove mi sia uscita tutta questa dolcezza perché solitamente (anche a detta di Fire) sono un’acidona hahaha ma riesco solo ad amare sempre di più questa coppia. Credo che a Zayn ci voglia un tipo così e spero che lui trovi la sua “Sarah” presto, si perché Perrie non mi piace affatto! (mahaha) . Vi annuncio che se possibile i capitoli successivi saranno ancora più zuccherosi e ci potrebbe essere addirittura il rischio diabete. Insomma, se lo meritano un po’ di Happy Ending no?
Ringrazio la collaborazione Di Cher Lloyd il cui nuovo singolo “Oath” mi ha dato l’energia giusta per iniziare il capitolo e Bridgit Mendler con la sua “Ready or not” che mi hai aiutato a concluderlo; ascoltate le due canzoni, ne vale la pena!
Come sempre ringrazio chi mi segue, chi recensisce (aww vi amo) e chi fa la timidona seguendomi silenziosamente.
Recensite e fatemi sapere se vi è piaciuto come è piaciuto a me.
Peace&Love 
xoxo

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