The time of our life

di keepfearless_Belieber
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Begin. ***
Capitolo 2: *** A new friend, maybe. ***
Capitolo 3: *** He's so mysterious. ***
Capitolo 4: *** Today is another day, without him. ***
Capitolo 5: *** He's such an idiot. ***
Capitolo 6: *** He's a friend, right? ***
Capitolo 7: *** A Beautiful day with him, another mysterious. ***
Capitolo 8: *** I'm only an object! ***
Capitolo 9: *** Hope for the best and prepare for the worst. ***
Capitolo 10: *** I'm a normal girl, yes! No, I'm just a girl! ***
Capitolo 11: *** Party? Yes/NO! ***
Capitolo 12: *** Start the party! ***
Capitolo 13: *** He's back! ***
Capitolo 14: *** I'm Not a Bitch! ***
Capitolo 15: *** The Kiss, our kiss! ***
Capitolo 16: *** Insicure. ***
Capitolo 17: *** First time. ***
Capitolo 18: *** I'm afraid. ***
Capitolo 19: *** Damon. ***
Capitolo 20: *** Hospital. ***
Capitolo 21: *** I'm alive. ***
Capitolo 22: *** I'm in love, with him. ***
Capitolo 23: *** The end, new life is coming. ***



Capitolo 1
*** Begin. ***


Don't let go, never give up, is such a wonderful life.
 



Odiavo tutta quella gente in autobus, spingeva e se ne fregava di chiederti scusa, è la buona volta di comprarsi un auto. Il tragitto era sempre lungo, almeno mezz'ora per arrivare alla nuova scuola, che palle! Perchè sono stata bocciata? Perchè?
- Ti dispiace farmi passare?- dissi ad un cretino che impediva di far scendere chiunque,
- Agitata la ragazza- disse facendomi l'occhiolino,
- Mi chiamo Destiny, stronzo-
Davanti a me avevo la mia scuola, in stile college. I ragazzi vestivano tutti quanti firmati, il loro portafoglio vomitava soldi, si vedeva un miglio, io mi sentivo soltanto una povera ragazza in cerca di futuro, avevo giù un sacco di sguardi addosso.
La portineria era subito all'entrata e mi recai li per avere il mio armadietto.
Al banco c'era una donna dai capelli rossi e abbastanza in carne.
- Devi essere Destiny, giusto?- mi disse abbassando gli occhiali e squadrandomi dalla testa ai piedi,
- Come fa a sapere di me?-
- Affari miei, queste sono le chiavi del tuo armadietto, numero 12, la tua aula e al secondo piano, prima porta a sinistra-
- Grazie-
Si vedeva che odiava quel lavoro, ormai sapeva le battute a memoria. andai al secondo piano e fissai il lungo corridoio davanti a me e poi spostai lo sguardo a sinistra, prima porta a sinistra: la mia aula... Entrai e tutti erano già seduti al loro posto, mi sentivo davvero un estranea, feci un passo indietro, come per uscire, ma il professore mi fermò.
- Destiny, giusto?- mi chiese puntandomi il dito contro,
- Sono io-
- Benvenuta, mettiti in ultima fila vicino a Justin-
In questa scuola l'accoglienza faceva davvero schifo, non solo le lezioni iniziavano subito, ma il mio vicino di banco neanche un " ciao" era riuscito a dire, cavolo però, per quei pochi secondi in cui il mio sguardo fu addosso al suo era davvero un bel ragazzo, profilo perfetto, naso perfetto, occhi perfetti, labbra pazzesche, dove lo trovi uno così? Mi misi a sedere e si degnò di un piccolo sguardo e poi tornò sui suoi pensieri.
Le lezioni finirono, fortunatamente. Volevo solo andare a casa. Uscì dall'aula, misi i libri dentro l'armadietto e uscì. Dietro l'angolo della scuola a pochi metri dalla fermata dell'autobus c'era Justin con un gruppo di amici che si scambiavano qualcosa: DROGA, quanto odiavo i ragazzi così, una volta c'ero andata di mezzo anche io nella vecchia scuola e ormai finivo nei casini sul serio, seguivo attentamente i gesti delle mani fare avanti e indietro dalle tasche dei pantaloni, ovviamente Justin mi vide e infilò immediatamente quel pezzo di carta in tasca e si girò nuovamente, non volevo avere a che fare con quelli come lui, presi la borsa e andai alla fermata, aspettando con ansia l'autobus.
Prima di salire qualcuno mi afferrò per il braccio, fantastico avrei perso l'autobus.

___________________________________________________________________________
Spazio autrice:
Ehì, questa è una nuova storia, non è bello l'inizio ma i seguenti capitoli saranno migliori, promesso.
Avevo un altro account prima, ma non ricordo più la password e il nick-name, quindi nuovo account, nuova storia!
RECENSITE, MI RACCOMANDO! Grazie, Giorgia!







 












 

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Capitolo 2
*** A new friend, maybe. ***


Sometimes You think You’ll Be Find by Yourself
 Cause a Dream is a Wish You Make all alone
 Its Easy to Feel Like You Don’t Need Help.

Prima di salire qualcuno mi afferrò per il braccio, fantastico avrei perso l'autobus.
- Non direi niente a nessuno su quello che hai visto prima- mi disse Justin,
- Non voglio immischiarmi nei tuoi casini-
- Ormai ci sei dentro-
- A chi dovrei raccontarlo se non conosco nessuno-
- Meglio così-
Mi guardò giusto per due secondi e si girò tornando sui suoi passi, per lui non esiste la parola "salutare" nel suo vocabolario, che si fotta, non volevo avere a che fare con gente come lui, c'ero già capitata in mezzo una volta, ora non più. Ah cazzo, l'autobus. Merda.
- Io ho perso l'autobus!- gli urlai contro,
- E io che ci posso fare?-
- Hai la macchina, io faccio un favore a te e tu lo fai a me, è reciproca la cosa!-
- Sali in macchina-
Forse non gli andavo molto a genio, ma lui non andava a genio a me, quell'aria da strafottente mi dava suoi nervi fin troppo, ma allo stesso tempo aveva un certo fascino, persino nei movimenti.
Aveva una Range Rover nera, una della macchina che amo di più.
Odiavo quel silenzio che c'era fra di noi, era un inutile guardarsi i pollici e trovavo la cosa abbastanza irritante.
- Perchè lo fai?- gli chiesi,
- Fare cosa?-
- La droga-
- Non lo so, forse perchè mi piace-
- Avanti, anche se sai che ti fa male?-
- Si-
- Io non ci credo-
- Tu che ne sai?-
- Una volta  c'ero finita di mezzo anche io, ma la gente di solito lo fa per sfogarsi o per farsi vedere grande-
- Chi ti dice che io non lo facciaper sfogarmi?-
- Perchè sembri perfetto-
- Siamo arrivati-
- Un giorno me lo dirai il vero motivo, grazie per il passaggio!-
Mi fece un segno d'approvazione con il viso e ripartì.
- Mamma sono a casa!- urlai sulla soglia di casa,
- Allora com'è andata? Ti sei fatta nuovi amici?-
- Si credo, cioè forse... Scusa, vado a studiare-
Non mi piaceva che mi facesse sempe queste domande, a parte che erano le solite quindi era davvero snervante dopo, alla fine devi raccontarle sempre le stesse cose, lo stesso copione.
Andai in camera a sistemare le cose e un po' a rimettermi in pari con lo studio.
Ero stanchissima, mi distesi sul letto e prima di addormentarmi pensai a Justin, a quanto era bello e a quanto era stronzo, forse è solo l'inizio e fa così con tutti, però è anche così misterioso, mi sento un po' come Sherlock Holmes, vorrei indagare di più sul ragazzo.
Il bussare alla porta mi svegliò.
- Tesoro la cena è quasi pronta!- disse mia madre,
- La cena? Ma quanto ho dormito?-
- Abbastanza-
Prima di andare a mangiare volevo controllare il mio profilo facebook... Avevo una richiesta d'amicizia...
___________________________________________
                                                                                                                   Spazio autrice:
Ok, questo è il secondo capitolo, nel primo non c'è stata neanche una recensione, ma è solo l'inizio quindi ci può stare. Spero vi piaccia anche questo!
                                                                                                           RECENSITE! Giorgia.

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Capitolo 3
*** He's so mysterious. ***


There’s nothing I wouldn’t do
To hear your voice again
Sometimes I wanna call you
But I know you won’t be there.

Prima di andare a mangiare volevo controllare il mio profilo facebook... Avevo una richiesta d'amicizia...
JUSTIN BIEBER VUOLE STRINGERE AMICIZIA CON TE.
Oh beh avrei accettato solo perchè era un mio compagno di classe, o più precisamente il mio vicino di banco. Come immagine del profilo c'era lui seduto su una sedia a suonare la chitarra, non avevo idea che potesse interessargli la musica ad uno come lui, si fa sempre più misterioso e la cosa è molto intrigante. Lascia il sito aperto e andai a mangiare.
- Non mi dici niente?- mi chiese mia madre,
- Cosa dovrei raccontarti?-
- Un ragazzo prima è venuto a restituirti questo ed era molto carino-
- Il mio giubbino, accidenti! è un mio compagno di classe, mamma-
- E che compagno di classe-
- Smettila!-
- D'accordo la smetto, ma sbrigati a mangiare che si raffredda-
Sono un idiota, cazzo. Come ho potuto dimenticarmi il giubbino nella sua macchina, e anche lui non poteva portarmelo il giorno dopo a scuola?
Andai su in camera appena finìdi mangiare, si era fatto abbastanza tardi e nonostante io abbia dormito prima ero stanchissima anche adesso, ero intenta a ringraziare Justin su facebook dato che era in linea, ma lo avrei fatto domani.

La sveglia suonò impertinente, quasi da farmi prendere uno spavento, ma fa lo stesso suono di tutte le mattine quindi perchè prendersi paura di un certo suono? A volte sono alquanto strana.
Presi la mia borsa, cercando di non dimenticare nulla e scesi giù, prendendo una mela e andai a prendere l'autobus, mia mamma era già uscita di casa.
L'autobus era anche in anticipo e quindi dovetti buttare via la mela, fanculo.
Quella mezzoretta di tragitto durò più di quanto pensassi, quando me la compreranno un auto? Sono abbastanza matura da permettermela, ma forse mancano i soldi, sono sempre quelli il problema e poi dicono che i soldi non fanno la felicità giusto? Ma al diavolo...
Arrivai a scuola al primo suono della campanella, che culo!
Salì le scale e mi diressi in aula, che cosa monotona, da fare ogni mattina!
Justin era già seduto e finalmente mi degnò di un " Ciao", il ragazzo fa progressi. Tirai fuori il libro di biologia e lo misi sul banco.
- Grazie per il giubbino ieri, ma potevi benissimo portarmelo a scuola oggi- gli dissi,
- Ero in giro, non preoccuparti-
- Suoni la chitarra?- gli chiesi, di nuovo,
- Cos'è, un interrogatorio sulla mia vita?- era ironico, si vedeva...
- No, sono solo curiosa-
- Un po' troppo, non ti dirò tutto su di me in un solo giorno-
Si girò e guardo la lavagna, intento a capirci qualcosa su quello che il professore stava dicendo. Ci rimasi un po' di merda, come avevo detto ieri è un tipo misterioso.
Al suono della campanella andai a mettere il libro dentro l'armadietto e notai che Justin stava parlando con una ragazza, troppo carina, forse! Non riuscivo e sentire quello chee si dicevano,erano troppo lontani, ma lei guardava lui in un modo strano, come se volesse farselo, forse era la sua ragazza, che sciocca, uno come lui senza la ragazza? Impossibile.
Le lezioni andarono alla grande e dico così perchè il tempo passò velocemente e volevo solo tornare a casa.
- Quella non era la mia ragazza- mi disse Justin accompagnandomi all'uscita,
- Ok...-
- Ok? Ho visto che ci guardavi-
- No, non è vero-
- Si che è vero-
- Ok va bene, forse un pochino, ma non m'interessa-
- Beh, d'accordo. Vuoi un passaggio a casa?-
- No, prendo l'autobus, sennò l'abbonamento che cosa l'ho fatto a fare?-
Mi fece un segno con la testa, com'è suo solito fare e se ne andò dai suoi amici, ancora scambi? Forse no, erano altri amici quelli.
- Stavi parlando con Justin Bieber, lo sai?- mi disse la stessa ragazza che era con lui alla seconda ora in corridoio.
- Si, lo so-
- Solo un consiglio, io gli starei alla larga-
_______________________________________________
Spazio autrice:
Ok, bene ci sono molte visualizzazioni alla storia, ma neanche un recensione, no non sono triste, mi fa piacere che ci sia gente che la legga, però se vi va potete anche recensire, non mordo! AHAHAH, ok basta.
è misterioso Justin, non credete? Chissà perchè...

 
There’s nothing I wouldn’t do
To hear your voice again
Sometimes I wanna call you
But I know you won’t be there.

Prima di andare a mangiare volevo controllare il mio profilo facebook... Avevo una richiesta d'amicizia...
JUSTIN BIEBER VUOLE STRINGERE AMICIZIA CON TE.
Oh beh avrei accettato solo perchè era un mio compagno di classe, o più precisamente il mio vicino di banco. Come immagine del profilo c'era lui seduto su una sedia a suonare la chitarra, non avevo idea che potesse interessargli la musica ad uno come lui, si fa sempre più misterioso e la cosa è molto intrigante. Lasciai il sito aperto e andai a mangiare.
- Non mi dici niente?- mi chiese mia madre,
- Cosa dovrei raccontarti?-
- Un ragazzo prima è venuto a restituirti questo ed era molto carino-
- Il mio giubbino, accidenti! è un mio compagno di classe, mamma-
- E che compagno di classe-
- Smettila!-
- D'accordo la smetto, ma sbrigati a mangiare che si raffredda-
Sono un idiota, cazzo. Come ho potuto dimenticarmi il giubbino nella sua macchina, e anche lui non poteva portarmelo il giorno dopo a scuola?
Andai su in camera appena finì di mangiare, si era fatto abbastanza tardi e nonostante io abbia dormito prima ero stanchissima anche adesso, ero intenta a ringraziare Justin su facebook dato che era in linea, ma lo avrei fatto domani.

La sveglia suonò impertinente, quasi da farmi prendere uno spavento, ma fa lo stesso suono di tutte le mattine quindi perchè prendersi paura? A volte sono alquanto strana.
Presi la mia borsa, cercando di non dimenticare nulla e scesi giù. Presi una mela e andai a prendere l'autobus, mia mamma era già uscita di casa.
L'autobus era anche in anticipo e quindi dovetti buttare via la mela, fanculo.
Quella mezzoretta di tragitto durò più di quanto pensassi, quando me la compreranno un auto? Sono abbastanza matura da permettermela, ma forse mancano i soldi, sono sempre quelli il problema e poi dicono che i soldi non fanno la felicità giusto? Ma al diavolo...
Arrivai a scuola al primo suono della campanella, che culo!
Salì le scale e mi diressi in aula, che cosa monotonia, da fare ogni mattina!
Justin era già seduto e finalmente mi degnò di un " Ciao", il ragazzo fa progressi. Tirai fuori il libro di biologia e lo misi sul banco.
- Grazie per il giubbino ieri, ma potevi benissimo portarmelo a scuola oggi- gli dissi,
- Ero in giro, non preoccuparti-
- Suoni la chitarra?- gli chiesi, di nuovo,
- Cos'è, un interrogatorio sulla mia vita?- era ironico, si vedeva...
- No, sono solo curiosa-
- Un po' troppo, non ti dirò tutto su di me in un solo giorno-
Si girò e guardo la lavagna, intento a capirci qualcosa su quello che il professore stava dicendo. Ci rimasi un po' di merda, come avevo detto ieri è un tipo misterioso.
Al suono della campanella andai a mettere il libro dentro l'armadietto e notai che Justin stava parlando con una ragazza, troppo carina, forse! Non riuscivo e sentire quello che si dicevano,erano troppo lontani, ma lei guardava lui in un modo strano, come se volesse farselo, forse era la sua ragazza, che sciocca, uno come lui senza la ragazza? Impossibile.
Le lezioni andarono alla grande e dico così perchè il tempo passò velocemente e volevo solo tornare a casa.
- Quella non era la mia ragazza- mi disse Justin accompagnandomi all'uscita,
- Ok...-
- Ok? Ho visto che ci guardavi-
- No, non è vero-
- Si che è vero-
- Ok va bene, forse un pochino, ma non m'interessa-
- Beh, d'accordo. Vuoi un passaggio a casa?-
- No, prendo l'autobus, sennò l'abbonamento che cosa l'ho fatto a fare?-
Mi fece un segno con la testa, com'è suo solito fare e se ne andò dai suoi amici, ancora scambi? Forse no, erano altri amici quelli.
- Stavi parlando con Justin Bieber, lo sai?- mi disse la stessa ragazza che era con lui alla seconda ora in corridoio.
- Si, lo so-
- Solo un consiglio, io gli starei alla larga-
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Spazio autrice:
Ok, bene ci sono molte visualizzazioni alla storia, ma neanche un recensione, no non sono triste, mi fa piacere che ci sia gente     che la legga, però se vi va potete anche recensire, non mordo! AHAHAH, ok basta.
è misterioso Justin, non credete? Chissà perchè...

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Capitolo 4
*** Today is another day, without him. ***


Pensavi di aver trovato un amico che ti portasse lontano da questo posto
qualcuno a cui potevi tendere la mano come ricompensa per la grazia.

- Solo un consiglio, io gli starei alla larga-, aveva l'aria di una che non scherzava ed era seria, non avevo idea del perchè ma un po' mi preoccupava, volevo almeno chiederle il motivo ma era subito andata via, mi sembrava di essere in un film giallo. Ma forse la sua era solamente gelosia, prima gli parlava come se folesse farselo non c'è da meravigliarsi che mi sia venuta a dire di stargli alla larga, quindi presi l'autobus senza preoccupazioni.
Tornai subito a casa, dovevo studiare un sacco di roba per il giorno dopo, non avevo neanche il tempo di fare il mio solito abbiocco pomeridiano, accidenti!

Avevo passato l'intero pomeriggio a rileggere capitoli di storia che se mi dovessero fare un interrogazione adesso farei scena muta, fantastico, studiare non è servito a niente, a dire il vero non faccio altro che ripensare a quella ragazza, alle sue parole, devo capire perchè.
- Vuoi una pizza stasera?-piombò mia madre,
- Si d'accordo-
- Dieci minuti e scendi!-
Volevo parlare con qualcuno della situazione, volevo sfogarmi perchè volevo capire, stanno succedendo un sacco di cose. La chat di facebook si aprì, era Justin.
" Hai studiato storia?"
" Non direi, non so niente e tu?"
" So abbastanza"
Andò offline senza neanche salutarmi, non è strano da uno che non saluta mai, ma è comunque strano.
L'odore della pizza s'impadronì del mio naso, scesi per andare a mangiare.
- Allora, oggi com'è andata?- mi chiese mia mamma nella speranza che io le racconti di più del mio solito " niente"
- Solite cose-
- E con il tuo amico?-
- Mamma è un mio amico, stop!-
- D'accordo, volevo solo saperlo!-
Avrei potuto benissimo sfogarmi con lei ma non volevo, insomma capitemi, è dura sfogarsi con la propria madre, mi fa ribrezzo,avrei preferito un'amica, una con i miei stessi problemi, non mia madre.

Come ogni giorno la sveglia suonò, dovrei cambiarla, quel suono mi irrita molto, dire che ho dormito poco è una cazzata, ho dormito pochissimo, nella mia testa c'era solo l'immagine di Justin che parla con quella ragazza e subito dopo quella ragazza viene da me, mi sto davvero rincoglionendo, sto diventando pazza.
Avevo in mano la mia solita mela, pronta per prendere l'autobus. Quella merda di autobus.
Cazzo, finalmente potevo scendere da quell'esuberante mezzo di trasporto che mi faceva sboccare da un momento all'altro, come ogni giorno arrivavo un secondo prima del suono della campana, odio arrivare in ritardo per poi entrare e dover spiegare il motivo davanti a tutti.
Entrai in classe, ma Justin non c'era, strano aveva detto di aver studiato per l'interrogazione.
- Destiny, vieni tu oggi a parlarci della lezione di ieri?- mi disse il professore, non me lo chiese, me lo disse. CAZZO!
- Non ho studiato!-
Cosa falsa,perchè io avevo studiato, ma non ricordo niente.
- Non vuoi neanche provare?-
- No!-
Notai che segnò sul registro un bel 3, fanculo e ora come lo rimedio? Non sono un asso in storia. Merda, merda, merda.
Al suono della ricreazione, in corridoio c'erano i due amici di Justin, volevo spiegazioni.
- Scusate, sono Destiny, un' amica di Justin- dissi,
- Sappiamo chi sei- rispose uno di loro,
- Bene, sapete perchè oggi non c'è?-
- Non possiamo dirtelo se lui non è il primo a farlo- disse l'altro e se ne andarono passandomi di fianco, qua c'è qualcosa che puzza, mi girai confusa e c'era la ragazza di ieri che mi squadrò dalla testa a piedi, un giorno di questi gliene vado a dire quattro.

Spazio autrice:
Ok, forse questo non è il migliore, anzi forse fa veramente schifo, non avevo molte idee, ringrazio tantissimo la prima recensione fatta da " La ragazza di Styles", grazie mille davvero! Beh, ora RECENSITE, RECENSITE E RECENSITE! Giorgia.

 

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Capitolo 5
*** He's such an idiot. ***


This is gotta be a good life,
This could really be a good life good life.

Non possiamo dirtelo se lui non è il primo a farlo- disse l'altro e se ne andarono passandomi di fianco, qua c'è qualcosa che puzza, mi girai confusa e c'era la ragazza di ieri che mi squadrò dalla testa a piedi, un giorno di questi gliene vado a dire quattro.
In qualche modo avevo bisogno di trovare la casa di Justin per dargli i compiti o il professore mi avrebbe fucilata. Corsi giù in cortile per vedere se i suoi due amici, di cui non conoscevo nemmeno il nome c'erano ancora, ma era come se si fossero volatilizzati, e che cazzo, chi sono, Spiderman?
Girai il mio sguardo verso un' altro gruppo di ragazzi, erano gli stessi ragazzi dell'altra volta, si insomma quelli degli scambi, per quanto fosse pericoloso io dovevo andare li, cosa mi avrebbero fatto? Niente, se non darmi la via di Justin.
Con tutta la mia sicurezza, no fottuta bugiarda che sono, con tutta la mia insicurezza andai da loro, forse avevo un po' paura, no ero terrorizzata, ma ripeto non mi avrebbero davvero fatto nulla, spero.
- Scusate?- dissi con quel filo di voce che mi era rimasto, uno di loro, forse il leader si girò...
- Guardate chi abbiamo qui? Vuoi unirti a noi per caso?-
- No, avrei solamente bisogno di sapere dove abita Justin Bieber-
- Accidenti, ci serviva una ragazza in questo gruppo, il tuo amichetto abita a due isolati da qui, vai sempre dritto, finchè non vedi una casa abbastanza grande con una casetta per la posta rossa... Ah già che ci sei, dagli questo da parte mia.
Mi diede uno di quei pacchetti con dentro la droga.
- Io non faccio scambi!-
- Ah no?- Mi disse prendendomi una ciocca di capelli fino ad accarezzarmi la guancia, che intenzioni aveva?
- Ok, d'accordo-
- Brava ragazza, ah sei avessi di nuovo bisogno di me, mi chiamo Damon-
Gli feci un segno e poi me ne andai quasi correndo, cazzo se mi terrorizzava, per fino il modo in qui parlava inquoteva terrore, quella era la prima e ultima vola che ci avrei parlato, lo giuro, che poi i miei giuramente si vanno sempre a fare fottere.
Erano lunghi due isolati e io li avrei fatti a piedi solo per consegna uno stupido compito a quello stupido ragazzo.
Trovai la casetta per la posta rossa ed effettivamente la casa era bellissima e grande.
Suonai il campanello, suonai un altra volta e ancora un'altra, dove cazzo era finito? Poi mi aprì una donna, giovane e molto carina, forse sua madre?
- Salve, sono una compagna di Justin, sono solo venuta per dargli i compiti- dissi,
- Entra-
- No mamma, vado giù io- si era affacciato alla finestra a torso nudo, era bellissimo, CRISTO! Basta pensieri contorti.
- Come mai oggi non c'eri?- chiesi appena arrivò,
- Stavo male-
- Fino ad un secondo fa non sembrava, insomma eri a torso nudo fuori dalla finestra-
- Ho fatto una doccia-
- D'accordo... questi sono i compiti di matematica, almeno i primi cinque esercizi per domani-
- Bene, a domani allora-
- Aspetta...-
- Che c'è?-
- Damon mi ha da....-
- Damon? Non avere a che fare con lui-
- Ok... Ma mi ha dato questo, tieni-
- Bene, ci vediamo domani e grazie!-
 Piuttosto arrogante il ragazzo, ma che si fotta, io mi sono fatta due isolati per portargli un fottuto compito e lui mi tratta così? Lo odio da morire, merda.
E poi tutti sti avvertimenti? Prima la ragazza che mi dice di stare lontana da Justin, i suoi due amici che mi mettono in condizioni di scoprire qualcosa e lui mi dice di stare lontano da Damon, io non ci capisco più niente e ho intenzione di farlo.

Spazio autrice:
Ciao ragazzeeeee, grazie per le visualizzazioni, sono tantissime e forse un po' meno le recensioni ma con il tempo si arriva anche a quelle, comunque vi sta piacendo? A me non tanto, non mi convince molto, ma la continuerò! Grazie a quelle che la leggono e a quelle che recensiscono, vi mando un bacio (?) ahahah, ok bene, se vi è piaciuto recensitee! Giorgia.
 

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Capitolo 6
*** He's a friend, right? ***


Solo perchè fa male,
non significa che sono ferita.

E poi tutti sti avvertimenti? Prima la ragazza che mi dice di stare lontana da Justin, i suoi due amici che mi mettono in condizioni di scoprire qualcosa e lui mi dice di stare lontano da Damon, io non ci capisco più niente e ho intenzione di farlo.
Tornai a casa immendiatamente, ero più confusa che mai, una bella doccia avrebbe risolto ogni problemi, anche le costanti domande di mia madre, dov'è un'amica quando ti serve?
Feci una doccia velocissima per poi andare a cena, non avevo studiato nulla e non avevo neanche fatto i compiti di matematica, se continuo così mi becco un'altra bocciatura e mia madre andrebbe davvero su tutte le furie.
Forse avevo davvero bisogno di sfogarmi con lei, mi avrebbe aiutato, sarebbe passata da madre a psicologa, la cosa è davvero imbarazzante ma ho troppe cose dentro, troppe.
- Cazzo mamma, io davvero non ci capisce più niente. Da quando ho cambiato scuola la faccenda è diventata misteriosa, il mio compagno di classe è davvero strano, non capisco come sia fatto porca miseria, una ragazza è venuta dirmi di stare lontana da lui, due suoi amici mi sono venuti a dire che nasconde qualcosa e che deve essere lui a dirmelo e per finire in bellezza oggi ho parlato con un suo amico e quando sono andata da Justin a dargli i compiti mi ha detto che devo stare lontana da Demon, il suo amico. Io non ne posso più, perchè non posso avere una vita normale, con amici normali?-
- Tesoro, la situazione è strana, non so cosa dirti-
- Certo tu non sai mai cosa dirmi...-
Presi un pezzo di pane e andai su in camera, mi buttai sul letto e urlai con la faccia affondata sul cuscino, via sfogo, vattene via.
Sul mio profilo facebook avevo un messaggio non letto, ovviamente da parte di Justin: Scusa, vorrei davvero dirti tutto, ma non posso.
Vaffanculo Justin, sono nel bel mezzo della situazione e non vuoi dirmi nulla, ovviamente queste cose le pensai, non gliele scrissi.
Perchè nessuno vuole dirmi nulla, solo perchè sono la ragazza nuova?

Mi svegliai con le schede di matematica attorno al braccio, ieri sera ero intenta a fare almeno un esercizio, le lacrime avevano bagnato tutto il foglio, e ora cosa dico alla professoressa? " Ieri ho incominciato a sudare parecchio, pure gli occhi hanno fatto il loro lavoro, mi scusi", mi avrebbe mandato sul serio in un manicomio.
Ero in un super ritardo con l'autobus, l'avrei perso sicuro, ancora non ero vestita ne truccata, avrei preferito uscire senza vestiti, il trucco è la mia vita.
Pregai che mia madre fu ancora in casa, preghiera inutile, era già uscita, fantastico, supermegagalattico ritardo.
Uscì di casa nella speranza che fosse in ritardo, e invece quando arrivai alla fermata me lo vidi passare davanti.
- CAZZO!- urlai.
Non me ne andava bene nessuna, ovviamente la vita è contro di me, ma porca miseria.
- Sei a piedi?- una volce, quella voce, inconfondibile ma che non avrei mai voluto sentire dopo il messaggio di ieri.
- L'autobus non mi ha calcolata-
- Sali-
Solo perchè sarei arrivata in ritardo, solo per questo. Non lo degnai neanche di uno sguardo, il mio era rivolto fuori dal finestrino.
- Tutto bene?- mi chiese,
- Un cazzo, sai Justin io non ci capisco più niente, tutti mi dicono di stare alla larga da tutti e io non so di chi fidarmi, i tuoi amici mi hanno detto che nascondi qualcosa, ma dovrai essere tu a dirmelo, io sto aspettando-
- Ti hanno detto così?-
- Si, perchè devo stare lontano da te o da Damon?-
- Io davvero vorrei dirtelo, non posso-
- Ovvio sono quella nuova-
Justin fece un enorme sospiro...
- Mio padre mi picchia, la droga è l'unica cosa che mi fa stare bene, mi rilassa e non mi fa pensare-
- Mi dispiace, forse sono stata troppo eccessiva, non pensavo fosse così grave-
- Avrei dovuto dirtelo prima o poi. Ieri non sono venuto a scuola perchè la sera prima abbiamo avuto una discussione, vedessi la mia schiena-
- Davvero mi dispiace da morire, scusa-
- Smettila di guardarmi così, sto bene, tu piuttosto?-
- Per niente, non ho fatto matematica, non ho studiato, tutto ieri ho pensato a te-
- Hai pensato a me?-
- A te nel senso... " Avrà fatto i compiti?"-
Che fottuta bugiarda che sono.
- Allora non andiamoci- mi disse sorridendomi,
- Come?-
- Non andiamoci-
Cambiò direzione con l'auto, bene avrei passato una giornata con lui.


Spazio autrice:
Ok, questo fa veramente schifo, ma non avevo per niente idee, oggi ho passato una giornata davver stressante, scusate questo capitolo, è penoso.
Se vi è piaciuto, ma ne dubito, RECENSITE. Giorgia.
 

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Capitolo 7
*** A Beautiful day with him, another mysterious. ***


You are my silent love,
You are my breath,
You are my breath of wind,

Cambiò direzione con l'auto, bene avrei passato una giornata con lui.
- Dove andiamo?- gli chiesi,
- Lo vedrai quando saremo arrivati- mi disse tenendo lo sguardo fisso davanti a sè e le mani sul volante.
Aveva un profilo da far impazzire il mondo, amavo da morire il suo naso, era perfetto, sembrava rifatto.
Guardai fuori dal finestrino e notai che eravamo fuori città, non mi stavo preoccupando ma da queste parti non ci sono mai stata, un senso di angoscia l'avevo. L'aria era fresca e calda, si stava bene. Seguivo tutti i suoi movimenti, per fino le sue gambe quando schiacciava i pedali, lo ammiravo in un certo senso, lui aveva l'auto e io no.
Girammo a sinistra per una via alquanto sconosciuta su una strada sterrata, il posto era magnifico.
Fermò la macchina e scendemmo.
- è davvero bellissimo qua!- gli dissi guardandomi attorno,
- Tu non hai visto più avanti-
Mi prese la mano, la mia gola soffocò, eravamo mano per mano, tutto aveva un senso, mi sentivo bene quando stavo con lui. Prima, nell'altra scuola non avevo mai avuto rapporti con i ragazzi, lui mi faceva sentire accettata.
Davanti a noi c'era una specie di casetta costruita in legno con un laghetto a fianco, sembrava di stare in una favola, o ancora meglio in un film.
- Come fai a conoscere questo posto?- gli chiesi, ero sempre io a fare domande,
- Perchè è mio-
- Tuo?-
- La casetta l'abbiamo costruita io e mio nonno, prima che lui morisse, poi mio padre mi vietò di venirci dopo la sua morte-
- Come mai?-
- Non voleva semplicemente, era solo geloso del rapporto che c'era tra me e mio nonno-
- è un peccato però, si sta davvero bene qua-
- Puoi giurarci-
- Senti, mi dispiace davvero per quello che ti fa tuo padre, ma è un peccato non venire più qua, insomma fa parte del tuo passato-
Si alzo la maglietta e si girò di spalla, dandomi la schiena, potevo vedere benissimo i segni rossi che aveva nella schiena, quanto dolore aveva sopportato quel ragazzo? Gli toccai la schiena, erano freschi.
- Dovresti fare qualcosa, non puoi continuare così-
- Cosa posso fare Destiny, non posso fare niente, se lo denuncio lui denuncerà me per il fatto della droga-
- Lui lo sa?-
- Ieri nella mia tasca del pantaloni ha visto il pacchetto-
- Oddio, è una storia assurda-
- No purtroppo. Vieni entriamo-
Entrammo nella casetta e tutto quello che potevamo sentire, era odore di vecchio, odore di legno vecchio, forse era un po' pericolante, ma non ci sarebbe accaduto nulla. Dentro era veramente bellissima, mobili antichi e oggetti vari, vorrei poterci venire ad abitare. Justin osservava quella casa come se non ci fosse mai venuto, vedevo nei suoi occhi la gioia di esserci ancora, gli mancava suo nonno, tantissimo.
- Qua giocavamo sempre, quel baule conteneva e contiene ancora tutti i miei giochi-
Presi l'iniziativa e andai ad aprire il baule, ovviamente pieno di polvere, ma adoravo quello che era vecchio.
Era pieno di giochi, Justin doveva essere un bambino molto agitato da piccolo. C'era per fino un pezzo di carta, uno strano pezzo di carta.
- Justin, questo cos'è?- gli chiesi, ero stupita pure io.
Me lo strappò di mano, e sgranò gli occhi, io non ci stavo davvero capendo niente e sembrava neanche lui.
- è una copia del passaporto di mio nonno, dice che è stato trasferito- mi disse,
- Questo vuol dire che...- feci una pausa, non volevo crederci nemmeno io.

Spazio autrice:
Ok, wow, si sta facendo intrigante la storia, no? Bene, mi fa piacere leggere che a qualcuno piace la mia storia, quindi ringrazio le recensioni che mi sono arrivate negli altri capitoli, GRAZIE, VI AMO! AHAHAH, ok se vi è piaciuto anche questo, recensite. Giorgia.
Ps: Lo so questo capitolo è cortissimo! Scusatemi!

Ps 

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Capitolo 8
*** I'm only an object! ***


E’ impossibile vivere senza sbagliare nulla, a meno di scegliere di vivere in maniera talmente prudente che la vostra non possa essere considerata affatto una vita.

- Questo vuol dire che...- feci una pausa, non volevo crederci nemmeno io.
- Vuol dire che mio nonno è vivo- disse Justin, si sedette su una sedia e si mise le mani sulla testa, eravamo sconvolti, come poteva essere vivo se Justin sapeva che era morto? Andai vicino a lui e gli presi le mani.
- Vacci fino in fondo a questa storia, dov'è stato trasferito?- gli chiesi
- A Toronto-
- Caspita, è a due ore da qui-
- Lo so, ti riporto a casa e riparto io-
- Ma io voglio venire con te!-
- No Destiny, voglio andare da solo, andiamo!-
Era tornato l'arrogante di sempre, non lo biasimo, anzi lo capisco perfettamente, forse mi sto davvero intromettendo troppo, ma lo faccio solo per dargli una mano, si stava trasformando nella giornata più bella di sempre e invece tutto è andato a farsi fottere.
Mi riaccompagnò a casa, non mi voltai nemmeno per un secondo, o forse per un secondo si, mi bastò per vedere la sigaretta in mano, meraviglioso, fumava pure! Odio il fumo, purtroppo non lo odio sui ragazzi, insomma quanto cavolo sono fighi i ragazzi che fumano? E Justin lo faceva davvero bene, mi dispiaceva vederlo così, ma che poteva fare se non starmene zitta, almeno non creavo problemi.
- Grazie per oggi, nonostante quello che è successo mi sono divertita, quando torni?- gli chiesi davanti a casa mia,
- Non lo so, ma non aspettarmi-
- Che significa non aspettarmi?-
- Non ti fare strane idee su di noi, ok? Quella di oggi era solo una giornata fra amici-
- Certo Justin, come vuoi tu! Buon viaggio!-
Sbattei forte la portiera della sua auto e me ne andai in casa, stavo quasi per piangere e per lo più ero in ritardo dal solito rientro a casa, adesso incominceranno le solite domande di mia madre.
- Niente domande oggi mamma, sono a pezzi!- le dissi,
- No io le domande te le faccio invece, mi ha chiamato la scuola, hai preso un 3 in storia e oggi non ti sei presentata, che sta succedendo?-
- Niente, ti prego lasciami in pace!-
Corsi in camera, quello era il mio solito rifugio, affondai la testa nel cuscino e urlai per togliere via la rabbia dentro di me, funziona, fatelo anche voi!

La mattina mi svegliai con un gran mal di testa, avevo pianto troppo ieri sera, dovevo andare a scuola anche con il pensiero fisso di Justin in testa, ieri non si è fatto sentire e nel mio cellulare non erano presenti chiamate, ne messaggi. Gli servivo solo, fottuto bastardo!
Arrivai a scuola, volevo far finta di essere felice per una volta, anche se il mio umore non era di certo allegro, anzi tutt'altro, ma volevo almeno far finta che di lui non me ne importasse niente, d'altronde per lui è così, io sono solo un passatempo!
Misi i libri nell'armadietto quando qualcuno mi afferò il braccio...
- Allora proprio non mi ascolti- era la ragazza, quella ragazza di sempre...
- Senti, non so chi tu sia, ma Justin mi ha raccontato tutto, del padre, della droga, ora ho capito perchè volevi farmi stare lontana da lui, beh ti ringrazio, ma è tutto a posto!- le dissi,
- Ah ma io non mi riferisco a questo, sei sicura che ti abbia detto proprio tutto?-
- Che vuoi dire!?-


Spazio autrice:
Vi amo tantissimo, grazie per le recensioni, siete meravigliose e mi fa piacere che questa storia vi piaccia, ok questo non è uno dei capitoli migliori, ma non avevo molta fantasia, sto passando un periodo un po' schifoso e con il fatto di Selena in Italia lo peggiora ancora di più dato che sono sua fan e mi sarebbe piaciuto vederla. Vi anticipo che non posterò il prossimo capito per almeno tre giorni, domani parto per Milano e torno venerdì. Intanto leggetevi questo, grazie ancora per le recensioni, Giorgia!
 

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Capitolo 9
*** Hope for the best and prepare for the worst. ***


You cannot lose what you never had.

- Che vuoi dire!?- sapevo che Justin non mi aveva detto tutto, ne ero certa, aveva sempre sul volto il mistero, volevo solo che venisse fuori tutta la verità, sono stanca delle bugie.
- L'anno scorso io e Justin siamo stati insieme, lui ha cercato di molestarmi nel bagno, nessuno l'ha scoperto perchè sennò l'avrebbero sospeso e suo padre non l'avrebbe tollerato e quindi mi ha fatta stare zitta minacciandomi, è per quello che l'alto giorno sono andata a parlargli, gli ho detto semplicemente che deve stare lontano da te per il tuo bene, ma non sembra ascoltarmi e evidentemente neanche tu, siete una perfetta coppia- mi disse,
- Aspetta un attimo,è la verità?- le chiesi, non so nemmeno se crederle,
- Che motivo avrei per mentirti?-
- Io davvero non so cosa dire-
- Riflettici e basta, io ti ho avvertita, sta a te scegliere! Ah io sono Chanel, scusa se adesso ti ho messo in testa strani pensieri, ma volevo dirti la verità, Justin non è un ottima persona-
Se ne andò, lasciandomi sola all'armadietto con mille e mille pensieri in testa, dovevo crederle? In effetti non aveva motivo per mentirmi, o forse era solo gelosa del rapporto che c'è tra me e Justin, che poi che cazzo di rapporto c'è tra di noi? Niente, quindi non è gelosa, merda.
Quel ragazzo non si stava facendo sentire per niente, controllavo il mio cellulare ogni ora, non so che fine abbia fatto, sono solo un passatempo, lo sapevo. Che si fotta.
Le ore a scuola passarono lentamente, senza Justin in effetti tutto passa lentamente, per quanto possa avermi fatto male sentirmi dire quelle cosa da Chanel lui mi manca, mi manca il suo sguardo addosso al mio, i suoi sorrisi, la sua voce, dovrei finirla con l'avercelo in testa, io per lui non significo nulla...
La campanella dell'ultima ora suonò, feci in tempo ad uscire per prima dalla classe, ero stressatissima, forse troppo per fino per mangiare.
Il corridoio era pieno di gente, gente con nessuno dei miei problemi, vorrei essere come loro o per lo meno vorrei non essermi messa in questa orrenda situazione, ho Justin in testa da ore, dovrei trovarmi un passatempo, ma quale?
Misi i libri dentro l'armadietto e uscì per prendere l'autobus.
Sentìì toccarmi la spalla, odio chi me lo fa.
- Ehi, sono Chaz, senti prima ho visto che parlavi con Chanel, cosa ti ha detto?- mi chiese lui,
- Tu dovresti già saperlo-
- Oddio te l'ha detto?-
- Quindi vuol dire che è la verità?-
Abbassò lo sguardo, voleva mentirmi, ma ormai sapevo già tutto.
- Ho già sentito abbastanza- presi la borsa da terra e presi l'autobus, mi girai un secondo e Chaz mii guardava con aria sconfitta, sapevo che aveva ancora qualcosa da dirmi, ne ero certa.


Spazio autrice:
Okk, sono ritornata e sono troppo in forma, ok sono felicissima AHAHAH, grazie per le recensioni, vi amo da morire, GRAZIE! Ok, ho aggiornate finalmente, scusate ma come avevo detto ero a Milano da una mia amica, spero che vi piaccia questo capitolo, si l'abbiamo capito Justin non è un bravo ragazzo, ma chissà...
Ora recensiteeeee, Giorgia.
 

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Capitolo 10
*** I'm a normal girl, yes! No, I'm just a girl! ***


The most decisive actions of our life ... are most often unconsidered actions.

- Ho già sentito abbastanza- presi la borsa da terra e presi l'autobus, mi girai un secondo e Chaz mii guardava con aria sconfitta, sapevo che aveva ancora qualcosa da dirmi, ne ero certa.
Tornai a casa, come sempre, non faccio mai altro, la mia è la solita vita monotona da ragazza sfigata, ecco così mi vede la gente, finisco scuola e vado subito a casa, che schifo è? Semplicemente la mia vita.
Sulla soglia di casa c'erano delle borse, o meglio chiamate valigie, che stava succedendo? Chi partiva? Chi stava arrivando?
- Mamma ma che sta succedendo?- urlai,
- Oh tesoro, dobbiamo partire-
- Come dobbiamo?-
- Ho un congresso a Melbourne e dobbiamo stare la due settimane-
- Io non vengo-
- Si che vieni, non puoi stare qua da sola per due settimane-
- Starò da un'amica, Chanel, anzi mi aveva già chiesto se oggi volevo dormire da lei, la sua casa è grande c'è spazio anche per me- che bugiarda che ero, Chanel non era mia amica, ma solo conoscente, non mi aveva invitato a dormire da lei e non so che razza di casa aveva.
- Mi posso fidare?-
- Certo mamma, parti tranquilla, ci vediamo presto, ti voglio bene!-
Prese le valigie e partì con il primo taxi, le avevo mentito. D'altronde lo faccio sempre con lei, mi vuole sempre portare via per i suoi congressi lasciando alle spalle la scuola e poi si lamenta perchè vengo bocciata, ma che si fotta. In frigo non c'era assolutamente niente da mangiare, fortuna che nella mensola mamma tiene sempre dei soldi di riserva, dovevo andare a fare la spesa, o sarei andata a letto senza mangiare e io odio farlo perchè amo mangiare.
Andai nel centro commerciale più vicino a casa mia, presi giusto le cose necessarie per cena, poi ci sarei tornata domani, oh caspita sono uscita dalla mia solita vita monotona, wow faccio progressi, da segnare sul calendario.
Nel reparto alimenti notai una figura molto nota, l'avevo già vista. Donna, bassina ma allo stesso tempo molto bella. La mamma di Justin. Andai un po' più vicino a lei senza farmi vedere, volevo che mi notasse prima lei, e mi notò eccome, andai a sbattere contro uno scaffale che conteneva scatolette di tonno, che figura di merda!
- Ehi, sei la compagna di scuola di Justin, giusto? Mi ricordo di te- mi disse con un dolce sorriso,
- Salve, si sono io, sono Destiny!-
- Sai che lui è a Toronto vero?-
- Si si certo lo so-
- Immaginavo, ieri sera mi ha chiamato dicendomi che vi sentite per i compiti?-
- Ti dice così? Evidentemente si sentirà con un altra perchè io non lo sento da quando è partito-
- Oh beh, mente come al solito, scusa se ti ho disturbata-
Se ne andò, non mi lasciò neanche il tempo di replicare o almeno di sapere qualcosa di più, fantastico, ero diventata conoscente con uno che veniva picchiato dal padre, si drogava, mente alla gente e molestava ragazza, che ragazza figa che sono!
Uscì dal supermercato e notai che Pattie, la mamma di Justin stava parlando con un uomo, sulla quarantina d'anni e gli stava dando una busta, sicuramente conteneva dei soldi, ma per quale motivo? Oh santo cielo basta con questi misteri, ne ho fin sopra ai capelli, non m'importa di quello che faceva sua madre, no!
Tornai a casa pronta per la cena e mi scaldai del pollo, mi sentivo un po' sola in quella casa, si lo ammetto, e un po' di timore mi inquoteva questa casa, insomma ero da sola cavolo, non avrei dormito per niente, perchè non sono andata con mia madre? Maledetta me e la mia voglia di stare qua, veramente sono rimasta perchè Justin sarebbe ritornato fra pochi giorni, credo... e avevo voglia di vederlo. Basta cazzo, toglitelo dalla testa, no è impossibile!
Andai al computer, come sempre nessuna novità...
BIIP: NUOVO MESSAGGIO IN CHAT
" Ehi ragazza"
Era Damon, cazzo e ora lui che voleva e poi, quando avevo accettato la sua richiesta d'amicizia?!
" Hai bisogno di qualcosa?", risposi fredda. Ma lui andò offline, ma che cavolo? Qua c'è qualcosa che puzza, lo so benissimo. Andai a letto, domani l'avrei affrontato, no non è vero, non l'avrei affrontato, ho troppa paura di lui, ho per fino paura di dormire e risvegliarmi con lui di fianco, quante paranoie. Justin, Damon, Damon, Justin... ODDIO BASTA!
Appena mi svegliai trovai la casella della posta privata di facebook aperta e c'era un messaggio.
DAMON DUFF: Tu mi devi un favore, ragazza.
Oh Cristo, io cosa? Avevo il terrore d'incontrarlo oggi, ma dovevo andare a scuola per forza.


Spazio autrice:
Ciaooo bellezze, ok come chiesto questo capitolo è più lungo rispetto al precedente, almeno credo, è più lungo vero? AHAH, no ok, vi piace? Per una volta m'ispira questo capitolo, evvai fuck yeahhh! No seriamente se lo trovate bello recensite, che ne pensate della storia? Un bacio enorme. Giorgia.
Ps: RECENSITE!!!!
 

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Capitolo 11
*** Party? Yes/NO! ***


Your real duty is to save your dream.

DAMON DUFF: Tu mi devi un favore, ragazza.
 Oh Cristo, io cosa? Avevo il terrore d'incontrarlo oggi, ma dovevo andare a scuola per forza.
Uscì di casa per prendere il solito autobus, cazzo io voglio la macchina sul serio!
Per una volta volevo non passasse, almeno avevo una scusa per restare a casa, mi manca terribilmente Justin nonostante tutto ma volevo solamente spiegazioni.
Durante il tragitto non ho fatto altro che ascoltare musica deprimente, di solito ascolto i discorsi che fa la gente, mi fanno ridere certi, ma oggi avevo solo bisogno di tristezza.
Scesi e come sempre entrai al suono della campana, avevo paura di vedere Damon, io non gli devo nessun favore, dov'è Justin quando serve?! Andai in classe, per fortuna nessuno sguardo da parte di nessuno, dovevo solamente concentrarmi sullo studio che utimamente era andato a farsi fottere. A dire il vero non mi sentivo neanche bene, avevo un mal di pancia assurdo, mestruazioni? No cazzo è impossibile, dio mio che sensazione nauseante. Il banco di Justin era totalmente vuoto, me lo stavo immaginando di fianco con il suo sguardo addosso, i suoi respiri affannosi, perchè non si faceva sentire quel fottuto bastardo?
Avevo lo sguardo fisso sul professore e sulla lavagna, ma non ero per niente attenta, i miei pensieri erano altrove, ma era una buona scusa per sembrare attenta, ovviamente pensavo che il professore fosse talmente stupido da pensarlo, e invece...
Al suono della campanella l'aulà si svuotò, tranne che ovviamente, senza alcun dubbio il professore mi tirò per un braccio.
- Non ti vedo molto concentrata in questi giorni, Destiny- mi disse,
- Lo so mi dispiace, ma ho dei problemi e non sto molto bene-
- Cerca di rimetterti presto allora, quel tre non si recupera con uno schiocco di dita-
Maddai, davvero? Cosa crede che io sia scema? Lo so che quel 3 di merda non si recupera facilmente, ma cazzo non è mai stato giovane quel professore? A volte mi sembra di avere a che fare con dei cretini. Uscì dalla classe e al mio armadietto vidi tutto ciò che non avrei voluto vedere, quel viso così sexi, gli occhi azzurri ghiaccio e capelli scurissimi perfetti, l'atteggiamento da perfetto stronzo che mi affascinava tantissimo, oh cazzo, non stavo sbavando vero? Avevo terrore, volevo scappare, ma non potevo, mi stava fissando. Gli andai in contro con la mia più totale insicurezza.
- Devo mettere questi dentro- si spostò e mi lasciò mettere dentro i libri.
- Non c'è il tuo amichetto Justin!?-
- Lo vedi da qualche parte?-
- Uhh, che ragazza. Ascolta veniamo al dunque che io devo andare, mi devi un favore, no?-
- Ma di che stai parlando?-
- Io ti ho detto dove abita Justin, sei in debito-
- Per quello?-
- Domani faccio una festa a casa mia, tu vieni-
- Mi stai obbligando?-
- Obbligo sempre tutti, vieni o te ne pentirai!-
- Dove e a che ora?-
- Di fianco alla casa di Justin abito io, alle nove-
Mi accarezzò la guancia con la sua mano fredda, sentivo l'acidità del suo carattere, era un obbligo e dovevo per forza andarci, per quanto non volessi farlo avevo paura delle conseguenze. Andai in cortile, dovevo cercare Chanel.
- Chanel!- le urlai,
- Destiny, qualche problema?-
- Forse, che tipo è Damon?-
- Scarichi Justin per lui? Ma uno con meno problemi no è?-
- Non centra Justin, mi ha obbligato ad andare alla sua festa sabato-
- Obbliga tutti, faresti meglio ad andarci-
- Ti passo a prendere alle 8.30, so dove abiti-
- Che cosa?-
- Ti prego, ho bisogno di te!-
Corsi via senza che potesse replicare, sono stata brava. Sul serio avevo bisogno di lei, da sola non ci sarei andata.
Le lezioni passarono, non veloci ma neanche lente, dovevo andare a casa, domani non ci sarebbe stata scuola, essendo sabato, avrei avuto occasioni per fare compere.
Uscì dalla scuola e Damon mi lanciò un occhiata e mi sorrise, stronzo! Volevo solo andare a casa e sdraiarmi sul letto, dormire senza avere problemi e pensieri. Dormire era il paradiso, cavolo!

Spazio autrice:
Ciao belle ragazze, grazie per le recensioni e per le visualizzazioni, vi amo ogni giorno sempre di più. Vi piace? Woow a me sta storia intriga molto, waaaaaaaa! Vi amoo, sono stra felice in sti giorni!! RECENSITE BELLEZZE! Giorgia.
 

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Capitolo 12
*** Start the party! ***


Nulla è sprecato, se fatto con Amore.


Uscì dalla scuola e Damon mi lanciò un occhiata e mi sorrise, stronzo! Volevo solo andare a casa e sdraiarmi sul letto, dormire senza avere problemi e pensieri. Dormire era il paradiso, cavolo!
Ero in casa da sola da due giorni e già sentivo la mancanza delle litigate con mia mamma, certo chiamava ogni mezz'ora, ma mi manca materialmente, era sempre impanicata che io potessi essermi cacciata nei guai, l'unico guaio che potevo compiere era cadere dalla scale, ero sempre in casa, ovviamente non le dissi niente della festa, sarebbe tornata subito e non mi avrebbe lasciata andare, correrò il rischio di dirle una bugia, non se ne accorgerà. O almeno spero.
Avevo una fame assurda e in frigo c'erano praticamente solo due uova, del resto, solo verdure verdi schifose, che mia mamma adora, dovrei imparare da lei, ecco come come si ottiene un bel fisico, verdure e ottimo sport, io ero l'opposto.
Mi feci le uova, addirittura due, si beh io mangio davvero tanto, oggi sarei andata a letto tardi, volevo andare a letto tardi per svegliarmi domani pomeriggio, mangiare una pizza al taglio fuori e recarmi in dei negozi da quattro soldi per cercare un decente vestito per l'attesa festa, davvero non avevo vestiti dentro l'armadio? Quando mai sono andata a delle feste? Un associale come me?
Aggiornavo ogni due secondi facebook per vedere se c'erano notizie di Justin, ma niente, come se fosse morto, ma io non mi ero per niente scordata di lui, anzi mi mancava come mi manca la cioccolata in questo momento, che strano paragone!
In TV non c'era assolutamente nulla da vedere, soliti programmi di merda con gente di merda, non avevo sonno e non sapevo che cavolo fare, il computer mi detestava dato che si bloccava sempre, il cellulare non vibrava mai, in questo momento se ci fosse stata mia mamma avremmo litigato di sicuro, cazzo perchè non c'era?
La mia idea di andare a letto tardi fu subito bocciata, non ero stanca per niente, ma non sapevo cosa fare, mi rintanai sotto le coperte per poi svegliarmi la mattina.

Il cellulare era rimasto accesso tutta la notte, indovinate chi mi ha cercato nel frattempo? No, non Justin. Cazzo! Ma bensì mia madre, la donna che si fa sentire ogni mezz'ora. La richiamai e pensava mi fossi andata a drogare da qualche parte dato che non avevo risposto alla sua chiamata, stava per chiamare la polizia, mio dio che donna, stavo semplicemente dormendo, ed era mezzogiorno. Mmh, l'idea di svegliarmi tardi però ha funzionato, come sono fiera di me stessa!
Uscì di casa con tutti i soldi che mia mamma aveva messo da parte, avevo voglia di fare scemenze per poi beccarmi una bella sgridata da mamma. Andai a mangiare un pezzo di pizza in un forno in centro, il forno più vicino ai negozi. Mi sentivo osservata, ma osservata sul serio, giuro che non era una mia paranoia, c'era una uomo dall'altra parte della strada, con addosso degli occhiali scuri, non vedevo il suo sguardo, magari stava dormendo in piedi come fanno i cavalli, ma avevo il presentimento che mi stesse fissando. Fortuna che non ero sola in quel momento, era pieno di gente, in fondo era mattina e domenica il centro era sempre affollato. Mi alzai, ero un po' spaventata, avrei preso sicuramente un taxi per tornare a casa.
Era l'ora dello shopping, andai al negozio meno costoso, nonostante ci fossero prezzi stracciati c'erano dei vestiti molto carini, infatti ne trovai subito uno, viola, abbastanza scollato che lasciava gustare il mio decoltè, corto ma sfilato, insomma davvero perfetto per una serata al quanto schifosa, poco importava, volevo presentarmi al meglio. Costava 30 dollari, cazzo, cos'è cambiato dall'ultima volta qua dentro? Ah certo, cambio di gestione, ovvio che i prezzi sono saliti. In casa avevo delle scarpe col tacco nero, ci stavano a pennello.

Era ormai venuta l'ora di andare a prende Chanel, abitavamo vicine fortunatamente, sembravo una prostituta vestita così, una che si aggira per le strade di Stratford conciata così si vede solo nei film! Cercai di correre il più possibile per arrivare prima, ma il tentativo di non farmi notare fallì, molte macchine suonavano il clacson, cazzo che figura di merda!
Arrivai a casa sua e lei era già li fuori ad aspettarmi, forse più incazzata che mai, d'altronde l'avevo obbligata. Fuori era già buio.
- Mi piace il tuo vestito- le dissi, in realtà mi faceva schifo, era verde e io odio il verde,
- A me il tuo fa schifo- gentile la ragazza, non ci pensai e andammo a casa di Damon, mi faceva strada, sapeva benissimo dove era casa sua. Come oggi a pranzo mi sentivo di nuovo osservata, ma non c'era traccia dell'uomo di oggi, ma avevo comunque un pessimo presentimento.
La musica si sentiva ad un chilometro di distanza, c'era già molta, moltissima gente, non ho mai visto gente più in tiro di quella, erano perfetti, vestiti complicati e firmati, il mio sembrava quello del mercato, mi consolava solo il fatto di averlo preso in un negozio. La casa era veramente quella di fianco a Justin, cavolo quanto mi mancava, ci sarei volentieri venuta con lui a questa festa, se solo ci fosse stato. Chissà in questo momento che stava facendo, chissà dov'era, ma il mio intuito mi diceva che presto l'avrei rivisto.
Damon ci venne incontro, ovviamente non era vestito elegante, ma aveva sempre il suo fascino, avrei voluto farmelo se solo non fosse così stronzo.
- Hai portato un'amichetta vedo!- mi disse,
- Ehi stronzo, mi conosci benissimo- le disse Chanel, mi sono persa qualcosa!?
- Stai zitta Chanel!-
Ok, che la festa abbia inizio. Ho il presentimento che non succederà nulla di perfetto, ma anzi andrà finire in un gran casino, perfetto!
La gente era davvero socielo, solamente perchè era ubriaca, alla fine non era male come festa, acool a volontà, fumo, di tutto e di più, avevo bisogno di divertirmi e Chanel sembrava farlo, presi da bere al banco, ero sicura che dentro c'avesse messo più alcool del solito e come non detto mi ubriacai in giro di pochi minuti, non reggevo l'alcool per niente, non ero abituata a bere queste strane bevande, ma nonostante tutto mi piacevano e continuai a ordinare altri bicchieri di non so che cosa, al barista non gliene fregava niente, veniva pagato ugualmente. Mi girava la testa in una maniera assurda e ormai erano le undici di sera passate, ballavo da un sacco di ore, sempre con un alcolico diverso in mano.
- Ti stai divertendo, piccola?- era Damon, non ero abbastanza in me e incominciai a ballare con lui come se mi fossi scordata che persona era.
- Non mi piace ballare, vieni andiamo fuori- mi disse, un po' di aria fresca forse mi faceva bene, che ingenua.
C'eravamo isolati dagli altri, eravamo in giardino lontani da tutti e quel posto m'inquoteva terrore, se non paura. Damon mi afferò per i fianchi e cominciò a baciarmi, ad accarezzarmi le gambe e mi spinse contro un albero, oddio cosa stava cercando di fare? Sapevo perfettamente che situazione si stava per svolgere, ero praticamente bloccata, cercavo di dimenarmi ma lui era più forte di me, cercò di togliermi il vestito, ma era talmente ubriaco che i tentavi fallirono. Non mollava la presa e cercava in tutti i modi di molestarmi.
- No Damon, smettila ti prego! Cazzo, fermati, non voglio!- Piangevo e urlavo, ma nessuno mi sentiva, la musica era troppo alta, ci provava, continuava a baciarmi il collo e a strapparmi il vestito. Riuscì con un calcio nei coglioni a farlo spostare da me, corsi a più non posso via da quella casa, quando qualcunò mi bloccò!


Spazio autrice:
Ragazzzeeee, grazie per le recensioni al precedente capitolo, vorrei ce ne fossero di più, ma mi accontento, anche perchè ci sono un sacco di visualizzazioni a tutti i capitoli, vi piace questo? Siete bellissimee tutte quante, grazie per i consigli che mi date! RECENSITEEE! Giorgia.
 

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Capitolo 13
*** He's back! ***



Riuscì con un calcio nei coglioni a farlo spostare da me, corsi a più non posso via da quella casa, quando qualcunò mi bloccò! Mi voltai velocemente dalla paura, pensavo fosse uno dei suoi amici, ero impanicata, ma poi vidi un viso familiare, quel viso che tanto mi è mancato in questi giorni, quel viso strafottente che ti nascondeva qualcosa, era Justin, era tornato. Lo abbracciai fortissimo e intando le lacrime scendevano come le cascate del Niagara, il suo abbraccio era caldo e le sue mani strinsero forte la mia schiena, sembravo una bambina, ma quello che mi era appena successo mi ha spaventata tantissimo. Piangevo, come se non riuscissi a fermarmi più e intando ero accocolata a lui.
- Stava per violentarmi Justin, stava per violentarmi!-
- Ci sono io ora, smettila di piangere-
Per quanto mi sentissi al sicuro ero arrabbiatissima, insomma arriva adesso e pensa che le cose si siano sistemate quando non si è fatto sentire per giorni.
- Sei uno stronzo, cazzo. Non ti sei fatto sentire per giorni, perchè?-
- Mi dispiace, dovevo pensare, ti prego sali in macchina!-
Mi prese per mano, sono una deficente, non dovrei andare con lui, ma almeno ero al sicuro, credo. Non potevo dimenticarmi di quello che mi ha detto Chanel riguardo all'anno scorso, ma in questo momento i miei pensieri erano altrove e volevo stare da sola con lui. Pensavo mi portasse a casa mia invece prese tutt'altra strada.
- Dove mi stai portando? Voglio andare a casa- gli dissi,
- Da sola non ti lascio-
- Ma domani abbiamo scuola-
- Pensi sempre a quello? Te non ti preoccupare-
- Invece un po' la cosa mi preoccupa-
- Ti preoccupa stare con me?-
Non risposi, dopo gli avrei dovuto spiegare il motivo e non ne avevo voglia, il mio cervello era instasato dalle immagini di prima, Damon, Io, l'albero, un cosa orribile, pensavo davvero fossi spacciata e pensavo davvero di perdere la verginità con lui, ma Justin in qualche modo mi ha salvata, Destino? Non lo so.
Sapevo benissimo dove mi stava portando, alla casetta sul lago, il suo posto preferito, in effetti non credo potessimo andare a casa sua.
Pensavo a mia madre a come avrei potuto dirglielo, perchè sono andata a quella cazzo di festa? Perchè pensavo che divertirmi ubriacandomi avrebbe risolto i miei problemi? ok forse per delle ore si, ma adesso i problemi sono gli stessi. Mi gira la testa in una maniera pazzesca e vedo lo sguardo di Damon addosso, ho paura di lui. Incominciai di nuovo a piangere, ma stavolta in silenzio voltata verso il finestrino, non volevo mi vedesse, non ora.
Dopo dieci minuti arrivammo, non riuscivo neanche a camminare, ma non perchè fossi ubriaca, perchè ero talmente stanca e impaurita che la gambe non reggevano, ma non volevo l'aiuto di Justin e quindi con la poca forza che avevo mi arrangiai a camminare da sola. Vedevo lo sguardo di Justin addosso, non volevo girarmi per incrociarlo, non volevo rendermi conto che lui era la persona di cui avevo più bisogno ora, ma in fondo sono con lui.
Il cielo era pieno di stelle e faceva freschino, quanto avrei voluto sdraiarmi sul prato e fissarle insieme a lui mano per mano, ma ero stanca ed era tardissimo, avevo solo bisogno di dormire. Avevo i piedi che camminavano da soli, quei tacchi di merda non li reggevo più, quando mai ho messo dei tacchi per più di due ore? MAI. Che imbecille che sono.
- Come stai?- mi chiese toccandomi una spalla,
- Non lo so, voglio dormire e basta-
- La c'è la camera da letto-
- Tu dove dormi?-
- Nella camera da letto!-
- Insieme?-
- Sempre se non vuoi dormire sul pavimento-
Lo guardai facendogli una smorfia di disgusto e andai a sdraiarmi sul letto, cazzo e se avrebbe fatto la stessa cosa di Damon, in fondo l'anno scorso è successo con Chanel, perchè non dovrebbe farlo con me? Oh merda, avevo i brividi che mi percorrevano le schiena e la gola stava soffocando, sembra di essere in uno di quei film horror, pregai in silenzio che non mi facesse niente, ma dalla faccia sembrava infatti che non ne avesse intenzione, guardavo ogni sua mossa in quella stanza, era il posto perfetto per stuprare una ragazzina, era isolato dal mondo, quindi se avessi urlato non mi avrebbe sentito nessuno, fantastico!
- Perchè mi guardi così?- mi chiese dubbioso,
- Così come?-
- Come se io stessi per fare qualcosa-
- Ti stai sbagliando-
E invece aveva ragione, ti prego Dio, fa che non mi faccia niente, ti chiedo perdono per quello che ho fatto stasera, non avrei dovuto, ma risparmiami e perdonami e basta!
Mi infiali sotto le coperte e Justin fece lo stesso, mi tenni a grande distanza da lui, mi vergognavo un po' a dormire con lui, e se poi russavo? Che vergogna.
Spensi la luce ma poi l'accesi di nuovo.
- Sto morendo di freddo- gli dissi guardandolo,
- Avvicinati a me-
- Come?-
- E' l'unico modo-
Rispensi la luce e piano, piano mi avvicinai a lui rifugiandomi tra le sue braccia, era caldo, il suo corpo emaneva calore, come Jacob in Twilight. Mi mise il braccio intorno alla mia pancia, ero rigida come un albero, avevo paura potesse farmi qualcosa, ma poi ripensai, era un ragazzo innoquo, almeno credo. Chiusi gli occhi e in meno di dieci minuti mi addormentai, ero davvero fatta!

Il sole caldo che penetrava dalla finestra mi fece aprire gli occhi, non erano le sette di sicuro, ma molto più tardi perchè il sole batteva veramente forte e faceva caldo, un'altro giorno di scuola perso.
Ero ancora addosso a Justin e lui mi teneva coperta il più possibile, dormiva ancora ed era bellissimo, sembrava un angelo! Mi alzai piano, piano cercando di non svegliarlo e andai fuori vicino al lago, si stava benissimo li.
Non riuscivo a non pensare a ieri sera, che stupida che sono stata, Justin mi è mancato talmente tanto che ho fatto stupidaggini, è stata la cosa più brutta che potessi fare.
Avevo la schiena piena di grassi e segni, l'albero aveva fatto il suo lavoro!
Se potessi tornare indietro. Quando inventeranno la macchina del tempo? Quando?
- Non ti ho sentita svegliarti- mi girai e c'era Justin,
- Certo dormivi!-
Si sedette accanto a me e mi sorrise.
- Ce l'hai ancora con me?- mi chiese,
- Non credere che si sia sistemato tutto. Non credo che questa amicizia possa durare-
- Di che cosa stai parlando?- mi chiese perplesso,
- Dimmi la verità, che cos'è successo l'anno scorso nel bagno delle ragazze?-
Mi guardò e subito dopo abbassò lo sguardo, non voleva dirmelo, ma io avevo bisogno di sentirmelo dire, volevo sapere la verità da lui, non dagli altri.
- Immaginavo, ho già sentito abbastanza-
Mi alzai e me andai, ovviamente mi afferrò e dovetti risedermi di nuovo.
- Perchè vuoi saperlo?- mi chiese,
- Devo saperlo, tu... tu mi piaci, ma non posso restare a guardarti e sapere che mi nascondi qualcosa, ti prego-
- Ma secondo te perchè io non te l'ho detto quello che è successo l'anno scorso? Sono cambiato, volevo lasciare alle spalle tutto quanto, tutto il passato, volevo dirtelo!-
- Allora dimmelo!-
Inutile, era come se le parole non gli uscissero di bocca, non riuscivo a capirlo, era difficile dire una cosa del genere, ma dovevo sentirmelo dire, per forza. Mi dispiaceva da morire per lui, per quello che aveva passato, ma io dovevo saperlo.
- Riaccompagnami a casa-
Ci alzammo. Il tragitto fu la cosa più lunga della mia vita, in quei dieci minuti si sarà fumato cinque sigarette, come rovinarsi! Eravamo tutte due in una situazione davvero imbarazzante.
Arrivati a casa scesi e lo ringraziai.
- Ehi, è difficile per me raccontare quello che è successo l'anno scorso, mi vergogno di quello che ho fatto. Domani ti va di pranzare insieme che voglio raccontarti tutto?-
- Volentieri Justin, grazie per avermi aiutata, ieri!-
Mi salutò con la mano, era il ragazzo più bello di questo mondo e non vedevo l'ora di ascoltare la sua storia!


Spazio autrice:
Yooo, scusate tantissimo se non ho aggiornato giorni fa, ma non ero al massimo della felicità, grazie infinite per le recensioni e visualizzazioni, siete meravigliose!
RECENSITE se vi è piaciuto! Giorgia.
 

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Capitolo 14
*** I'm Not a Bitch! ***


“Andate fiduciosi nella direzione dei vostri sogni, vivete la vita che avete sempre immaginato.”

Mi salutò con la mano, era il ragazzo più bello di questo mondo e non vedevo l'ora di ascoltare la sua storia!
Come al solito ero a casa da sola, mamma sarebbe tornata tra almeno una settimana e in qualche modo dovevo ammazzare il tempo: tutto il giorno a guardare la TV, intanto dovevo trovare un modo per firmare la giustificazione per scuola, facile, firma falsa, come è mio solito fare, che ragazza cattiva, mamma non se nè mai accorta, solo una volta nella vecchia scuola quando l'anno chiamata per dirle che stavo facendo troppe assenza, e infatti fui bocciata, ah ma non era mica colpa mia!
Mi addormentai nel divano, affollata di pensieri contorti, non nego che penso sempre a Damon, in modo cattivo però.

La vibrazione del mio cellulare sulla pancia mi svegliò, era mia mamma.
- Tesoro, come stai?- mi disse pimpante,
- Sto bene, quando torni?-
- Domenica, oggi a scuola com'è andata?-
- Emh... bene-
- Stai facendo la brava? Ti ricordo che sei ospite!-
- Si mamma, tranquilla! Scusa, la cena è pronta, ci sentiamo, ti voglio bene!-
Cavolo era già ora di cena veramente, due uova, come al solito, mangio sempre e solo quelle, alla fine sono facili da preparare, anche se è vero che mangiarne tutti i giorni fa male!
Si era fatto tardi, ero stanchissima e non avevo voglia di andare a vedere il mio profilo su facebook, tanto non ci sono mai novità.

La sveglia di tutti i giorni suonò e il rumore della pioggia invadeva i miei timpani, cavolo pioveva veramente tanto, cazzo io odio da morire la pioggia, non è come la neve, candida e morbida, no la pioggia è insistente e triste, che schifo, giornata sprecata!
Passai più minuti in bagno a truccarmi che a scegliere i giusti vestiti da mettere, era abbastanza sufficiente mettere un cardigan o anche il giubino? Ma io sudo tantissimo anche quando ci sono -20 gradi, cardigan e basta.
Me ne pentì amaramente, oggi faceva più freddo del solito, l'autonno si faceva sentire, che palle, avrei dovuto aspettare l'autobus per dieci minuti alla fermata sotto la pioggia con un obrello ormai rotto!
Pochi minuti dopo si fermò una macchina bianca, abbastanza carina, abbassò il finestrino, era Justin, mi aveva salvato di nuovo.
- Bisogno di un passaggio!?- mi chiese facendomi l'occhiolino, gli sorrisi, chiusi l'ombrello ed entrai dentro più felice che mai!
- Come stai oggi?- mi chiese,
- La pioggia mi mette tristezza!-
- Ma se ci fosse il sole?-
- Non lo so, fingo di stare bene quando tutto va uno schifo-
Accellerò come se la mia risposta gli provocasse pena, mi davano fastidio le persone che provano pena, ma se questo era l'effetto che facevo, povera sfigata!
Arrivammo a scuola, in anticipo, la prima volta per me!
Avevo tutti gli sguardi della gente addosso e quando dico tutti vuol dire che tutti i ragazzi che c'erano in giardino fissavano me con degli sguardi strani, non come quando uno prova pena, ma quando si prova ribrezzo! Cosa avevo fatto!? Perchè la gente non mi toglieva gli occhi di dosso, magari avevo qualcosa in faccia? Justin me lo avrebbe sicuramente detto, controllai con lo schermo del cellulare per vedere se avevo qualcosa, ma niente e allora perchè ero sotto l' attenzione di tutti!?
- Perchè mi guardano tutti?- chiesi a Justin, intanto ci raggiunse Chanel,
- Forso dovresti controllare il tuo profilo facebook!- mi disse lei. Mi diede il suo cellulare e in meno di due minuti ero sul mio profilo, qualcuno era entrato con il mio account facendomi passare per una puttana, infatti come stato c'era scritto " Sono una sguladrina a cui piace prenderlo in culo". Oddio, chi potrebbe aver fatto una cosa del genere, nessuno sapeva la mia password, non avevo nessun amico, a parte Justin o Chanel, mi sentì sprofondare, era assurdo!
- Io non ho scritto nulla, ieri non sono neanche entrata- dissi a loro per difendermi,
- Destiny, per chi ti conosce lo sa, ma nessuno sa chi sei- mi disse Justin,
- E quindi? Non dovrebbero credere a tutto quello che si legge su internet-
- Ma finchè sei tu che pubblichi stati sul tuo profilo la gente è abituata a credere a tutto- continuò Chanel. Che stronzi, non mi paravano il culo, invece di difendermi mi davano contro, come se fossi stava veramente io a scrivere quella cosa.
Andai in classe prima di tutti, per non vedere nessuo sguardo, poi mi raggiunse Justin.
- Sappiamo che non sei stata tu!- mi disse mettendomi una mano sulla spalla,
- Perchè la gente ce l'ha con me?- ero sul punto di piangere, Justin mi abbracciò, almeno non avevo perso lui.
- Andiamo lo stesso a pranzo fuori?- gli chiesi,
- Se tu vuoi, si-
Annui con la testa e poi Biologia incominciò. Forse Damon aveva scritto quello, se ci penso non gli avevo nemmeno chiesto l'amicizia e un bel giorno me lo ritrovo tra amici. Oh Cristo, questo era il modo di farmela pagare!

Finite le lezioni uscimmò, nell'angolino vidi come sempre Damon, ma stavolta stava parlando con gli amici di Justin, Chaz e Ryan.
- Ehi, si frequentano?- gli chiesi indicandoli, rimase di stucco anche lui, in fondo solo Justin aveva frequentanto per un breve tempo Damon, i suoi amici no.
Mi prese per mano e andammo via con la sua macchina.
Teneva stretto il volante, come se fosse arrabbiato, semplicemente lo era, anche io volevo sapere cosa ci facevano i sui amici con Damon! Cercai di non pensarci, volevo solo pranzare con Justin, tutto qua!
Andammo in un Fast Food, il primo che incrocciammo, abbastanza fuori città e notai per l'ennesima volta quella macchina nera che mi ha inseguita in centro e alla festa, ancora? Ma chi era?
- Per caso conosci quell'auto?- chiesi a Justin, lui si voltò...
- Emh, no non la conosco- lo disse troppo velocemente per sembrare vero,
- Non ci pensare, io ho delle cose da raccontarti, vieni andiamo ad ordinare- mi prese per mano e andammo a sederci al tavolo, voltai di nuovo la sguardo, la macchina era ancora lì, ma l'uomo?

Spazio autrice:
Ecco, finalmente ho aggiornato, grazie alla recensione del precedente capitolo e alle visualizzazioni, siete fantastiche e mi fa piacere che siete interessate. Prometto che cercherò di pubblicare i capitoli in breve tempo anche se la scuola mi terrà molto impegnata, il primo giorno non è stato proprio il massimo, ma spero andrà meglio! RECENSITE se vi è piaciuto, grazie! Giorgia.
 

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Capitolo 15
*** The Kiss, our kiss! ***


“L’esperienza non è ciò che succede a un uomo, ma quello che un uomo realizza utilizzando ciò che gli accade.”


- Non ci pensare, io ho delle cose da raccontarti, vieni andiamo ad ordinare- mi prese per mano e andammo a sederci al tavolo, voltai di nuovo la sguardo, la macchina era ancora lì, ma l'uomo?
Eravamo seduti in un tavolino abbastanza isolato con due hot dog caldi in mano e due coche, io odio la coca cola e davvero non so il motivo del perchè l'ho presa, ma sarò scema? L'idea di mangiare con un ragazzo mi faceva venire le ferfalle allo stomaco, sono un disastro con in mano del cibo, figurati con un hot dog pieno di ketchup che fuori esce da tutte le parti!
Non riuscivo a mangiare, davvero il ketchup fuori usceva d'appertutto.
- Scusa, sono un disastro con il cibo!- gli dissi, mi stava guardando da 5 minuti con in faccia un punto di domanda, come per chiedersi se sapevo mangiare o no, poi rise! Che figura di merda, mai più andare a mangiare fuori a pranzo con un ragazzo, massimo solo un gelato per merenda!
- Ti prego, raccontami qualcosa che questo hot dog mi sta facendo impazzire- gli dissi,
- Sai perchè ti ho portata fuori a mangiare- mi disse diventando serio,
- Raccontami, sono qui apposta!- si fece sempre più serio, non dico che aveva paura di raccontarmelo, magari non ha mai affrontato questa domanda e parlarne con me evidentemente gli crea imbarazzato, come con me e l'hot dog, uguale. Gli presi la mano e gliela strinsi, come per dargli forza.
- Allora, è successo tutto un anno fa. In quell'anno ero molto amico di Damon, praticamente mi ha salvato in tutte le situazioni in cui mio padre trovava la droga dentro i pantaloni e Damon si prendeva sempre la colpa, in fondo mio padre a lui non poteva fargli niente. Non sapevo che Damon fosse così stronzo, all'inizio eravamo migliori amici, poi ha incominciato a diventare arrogante, dovevo fare tutto quello che mi diceva lui sennò avrebbe detto tutto quanto a mio padre e non solo della droga, a scuola mi prendevo gioco della ragazze più di deboli, Damon faceva così e io volevo essere esattamente come lui, così un giorno lui mi disse di fare quella cosa con Chanel in bagno, lei non la conoscevo affatto ma sapevo perfettamente che aveva una cotta per me da un sacco di tempo, non c'avrei messo molto a conquistarla ma sono andato subito al sodo, l'ho presa ed è successo quello che è successo. Destiny, da quel giorno sono cambiate tantissime cose, non prendermi per un maniaco o qualcos'altro, credimi se potessi tornare indietro non farei mai quello che ho fatto, ho conosciuto Ryan e Chaz che mi hanno messo con i piedi per terra, ma sono legato ancora a Damon perchè lui sa troppe cose su di me e sarebbe pericolosissimo se io mi prendessi gioco di lui. Questa è parte della mia storia, non prendermi a male, con te non farei mai nulla di tutto ciò, adesso sono cambiato, credimi- mi disse, ero rimasta scioccata, in passato aveva fatto cose davvero orribili ed io ero innamorata di uno come lui, ma come si dice, mai guardare al passato, volevo fidarmi e dovevo fidarmi, mi dava sicurezza quel ragazzo e dall'aria sembrava non mentisse, magari è un bravo attore, ma qua non si tratta di recitare, volevo davvero fidarmi di lui e concentrarmi sul presente.
- Ti credo Justin, se hai bisogno di qualcosa io ci sono, ok?- gli dissi, lui mi sorrise e fece di si con la testa.
Andammo alla cassa a pagare, mi offrì il pranzo, questo è un bravo ragazzo! 
Usciti fuori la macchina nera di prima non c'era più, non ci pensai più di tanto.
Era ormai pomeriggio e andammo al parco più vicino a casa sua e ci sedemmo su una panchina con un gelato al cioccolato in mano, con questo me la cavavo abbastanza bene!
Justin tirò fuori l'ennesima sigaretta, non mi dava fastidio, non è come una canna, ma lui poteva smettere.
- Perchè non smetti?- gli chiesi,
- Tu non hai mai fumato?- mi chiese,
- Si, nella vecchia scuola, lo facevo più o meno per sentirmi grande, non ero mai accettata, il fumo me lo faceva essere, ma non mi piaceva quindi smisi subito-
- Ecco a me piace, per me è un vizio, credimi sarà dura smettere ma ci sto provando, è che è praticamente obbligatorio dopo pranzo una sigaretta-
Risi, in effetti tutti usano questa scusa, dopo pranzo sigaretta obbligatoria!
Parlammo del più e del meno quando mi riportò a casa anche se non volevo per niente, si trattava di passare il resto della giornata a guardare insignificanti programmi in TV.
- Grazie per oggi, mi sono divertita- gli dissi,
- Si può rifare!-
- Si ma non a pranzo, lo sai! Hahahah!-
Rise pure lui, amavo quando lo faceva, aveva un sorriso magnifico e una risata sexi, era perfetto quel ragazzo!
Feci per aprire lo sportello quando mi afferrò per la manichia del giubbino, mi voltò e mi attirò a sè, sicuro il ragazzo! Le nostre labbra si unirono, come fossero due calamite pronte ad unirsi, la sua mano accarezzava i miei capelli per poi passare ad accarezzare la guancia sinistra. Si unirono sempre di più facendo entrare in gioco le lingue. Avevo calore addosso, aspettavo questo momento da una vita, forse! Ci staccammo e uscì dalla macchina! Mi toccai le labbra e infine entrai in casa.

-JUSTIN-

Mi toccai le labbra, mi piaceva proprio Destiny, era una di quelle ragazze dove sai di poter contare sempre, non le avrei fatto alcun male, io ero il suo protettore e dovevo proteggerla, soprattutto da Damon, non le raccontai tutta la mia storia, non volevo rivivere quel pezzo di vita passato, quel pezzo no, non potevo intasarmi il cervello di quel ricordo.
Tornai a casa, avevo un conto in sospeso con mia madre.
- Cosa credi mamma, che lei non se ne sia accorta?- le dissi, urlandole in faccia,
- Ma di che stai parlando?- mi disse lei,
- L'uomo, strano che quando esco di nuovo con una ragazza mi trovo lo stesso uomo di un anno fa che ci insegue- l'avevo fatta rimanere sconvolta, ma stava sbagliando.
- Lo sai che non devi uscire con lei-
- Perchè no?-
- Perchè sai che il sentimento che provi per lei non sarà mai uguale a quello che provavi per Caitlin!- mi spiazzò, cazzo perchè deve tirare in ballo sempre quella ragazza, ora non c'è più, ho diritto a rifarmi una vita.
- Destiny mi piace, non intrometterti nella mia vita-
- Allora diglielo, non può rimanere all'oscuro di quello che è successo quella notte, o glielo dici tu o lo faccio io-
Diedi una botta contro il tavolo della cucina, avrei dovuto raccontargli Quella storia e io non me la sentivo, fantastico!
Perchè mia madre si deve sempre mettere in mezzo!


Spazio autrice:
Come promesso, ho postato il capitolo presto, ora che la scuola non mi impegna tantissimo ho il tempo di postare i capitoli, forse non sarà così tra una settimana o due, ma mi ci metterò d'impegno, promesso! Come sta andando a scuola? A me tutto sommato bene, anche se ci sono sempre gli stessi problemi, ma storia lunga! Comunque ragazzuoleee, vi piace questo capitolo? Se si lasciate una piccola Recensione, insomma scrivete qualcosa, a me farebbe piacere, lo sapete! Le visualizzazioni sono veramente tante e vi ringrazio, le recensioni un po' meno, ma vabbè! :)
Recensiteeeeeeeeeeeeee! Giorgia.
 

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Capitolo 16
*** Insicure. ***


 “La vita è l’arte di dedurre sufficienti conclusioni da un numero insufficiente di premesse.” 

I giorni a scuola passavano velocemente, mia mamma era tornata dal congresso, finalmente tornavo a litigare con qualcuno, mi è mancata praticamente solo per questo! Io e Justin eravamo in sintonia, mi veniva a prendere per andare a scuola così non dovevo prendere quell'odioso autobus di merda che ogni giorno arrivava in ritardo.
Con lui mi sento viva, protetta.
Erano le 7.30, tra dieci minuti Justin sarebbe passato a prendermi. Mi truccai come mio solito e uscì di casa.
L'aria era fredda, l'inverno si stava avvicinando sempre di più, sciarpe e cappotti fatevi avanti! Non mi piaceva l'inverno, non mi è mai piaciuto, l'idea di dovermi imbottire mi fa schifo perchè comunque sudo lo stesso! Non poteva essere tutto l'anno primavera? La primavera è veramente fantastica, non fa ne freddo ne caldo, si sta benissimo. Oggi è freddo, a volte il sole si fa vedere ma le nuvole vincono sempre, è uno scontro.
Sentivo già in lontananza la macchina di Justin arrivare, si ormai conoscevo il rumore, così scattante e rumoroso.
Presi la cartella e salì in macchina.
- Buongiorno- mi disse dandomi un bacio in guancia, le sua labbra erano caldissime e morbide, amavo quando mi baciava, finalmente eravamo felici, senza segreti... credo.
- Buongiorno- dissi anche io.
Lungo il tragitto ascoltammo i Coldplay, amo quei ragazzi, le loro canzoni hanno dei significati particolari e li apprezzo!

Arrivammo a scuola, finalmente per la prima volta in vita mia ero una ragazza normale, senza gli sguardi addosso di settimane fa, finalmente potevo sorridere a testa alta e fiera di essere quella che sono. Chanel aveva approvato la mia storia con Justin, e Damon... Beh lui non lo vedo più praticamente, marina sempre la scuola, ogni giorno diventava sempre peggio, ma di lui non me ne fregava proprio. Justin aveva smesso di frequentarlo, era tempo perso.
Mi allontanai da Justin che andò da Chaz e Ryan e andai all'armadietto.
- Allora!?- piombò Chanel,
- Allora cosa?- chiesi dubbiosa,
- Avanti, non dirmi che ancora non l'avete fatto!-
Abbozzai ad una smorfia.
- Non è ancora il momento-
- Ma come? State insieme, vi amate, il momento c'è-
- Non per me Chanel, ancora non me la sento-
- Io ti consiglio di sbrigarti, un maschio non aspetta altro che questo e finirai col perderlo se non ti dai una mossa donna- mi diede un bacio in guancia e andò in classe.
Davvero Justin lo voleva? Cazzo, è un maschio, ovvio che voleva fare l'amore, perchè intendiamoci, quando capiterò sarà amore, non sesso.
Non sono pronta, o forse si, non lo so.
Andai in classe, Justin era già seduto, mi sorrise, gli abbozzai un piccolo sorriso. Lo guardavo e mi chiedevo se volesse farlo, magari è vero, glielo sto impedendo, che schifo di ragazza che sono, chiunque vorrebbe farlo con Justin, io volevo solo baciarlo.
Durante l'ora di biologia non pensai ad altro che quello, a come sarebbe stata la prima volta con lui. Ho paura.
Durante la ricreazione andai in bagno a bagnarmi le guancie, ero caldissima.
Uscì dal bagno e Justin mi raggiunse, lo sapevo, aveva notato il mio comportamento.
- Ehi, tutto bene?- mi chiese tenendomi per i fianchi.
- Si, sono solo un po' accaldata e stanca-
- Me lo diresti se c'è qualcosa che non va?-
- Certo!- mentivo. Lo abbracciai e tornammo in classe al suono della campana.
Alla fine delle lezioni Justin mi riportò a casa, dovevo accompagnare mia mamma in giro per negozi, praticamente mi aveva obbligata.
Avevo il rimorso per non aver detto niente a Justin, ma io odio tenermi tutto dentro, non volendo le cose mi escono da sole.
- Justin, tu lo vuoi fare?- gli chiesi d'un tratto, mi escono da sole, non è colpa mia. Sgranò gli occhi e mi guardò.
- Come?-
- Non fingere di non aver capito, tu lo vuoi fare?-
- Destiny, davvero non so cosa rispondere-
- Dimmi la verità-
- Beh si mi piacerebbe, ma perchè questa domanda?-
- Non lo so, sono stupida. Voglio farlo anche io, ma non me la sento adesso-
- E secondo te per me è un problema aspettare?-
- Beh si...-
- Tu scherzi spero! Non voglio fare l'amore con te sapendo che tu non sei pronta, ok?-
- D'accordo- Mi diede un bacio sulle labbra e uscì dalla macchina più in colpa che mai, ma perchè non me ne sto zitta una buona volta? Che stupida.
- Destiny- mi chiamò Justin, mi girai.
- Ti amo, lo sai!- mi disse sorridendomi, oh quant'era bello.
Gli sorrisi ed entrai in casa.

-JUSTIN-
Mi aveva spiazzato con quella domanda, ma letteralmente. Perchè? Fino a ieri non c'erano di questi problemi e oggi tutto cambia? Ok, vorrei davvero farlo con lei, insomma mi piace, la desidero ma non per questo lo voglio fare per forza, ma non mi aveva creduto e ne ero certo.
Non scorderò mai la mia prima volta, quella si che era speciale. Io e Caitlin, una cosa sola! Mia mamma era stata abbastanza chiara, avrei dovuto dire tutto a Destiny, ma non volevo farlo. Avevo paura di tirare fuori il passato, di nuovo e non con lei di certo, ma forse doveva saperlo veramente. Maddai, a chi importa di sapere il passato? Sono tutti dei coglioni allora quando incitano la frase " Non pensare al passato ma al presente", ora devo tirare in ballo il mio passato? Non aveva senso.
Io e mia madre non ci parliamo molto adesso, voleva che glielo dicessi, Destiny era una ragazza fantastica e l'amavo davvero tanto, ma l'amavo come Caitlin? Che strazio, troppe domande e troppi problemi.
Entrai in casa e andai sul divano.
Fortunatamente mio padre è andato via per lavoro, non avrei avuto la sua presenza per un po' di tempo.
Accesi una sigaretta.
- Justin, quante volte ti ho detto di non fumare in salotto?- disse mia madre, che spaccamaroni.
- Ci sono le finestre aperte-
- Gliel'hai detto?-
- No, ancora no-
- E' una settimana che ti dico di dirglielo, ogni giorno è una bugia per lei, non ti perdonerà, vuoi perdere anche lei?-
- Quando arriverà il momento glielo dirò-
- Per te non è mai il momento-
- Bene, allora non glielo dirò-
Mi alzai e andai in camera, mi metteva sempre sottopressione, deve sempre stare a pensare a me e alla mia vita, ovvio lei non ce l'ha. Ma vaffanculo.
Camera mia era grande, c'era una parete, la mia preferita. C'erano atteccate tantissime foto, la maggior parte mie e di Caitlin, com'era bella, l'amavo davvero tanto. Il mio primo amore, la mia prima volta, il primo bacio, lei è stata la prima in tutto. Mi starà guardando da lassù, lo so anche se non la vedevo. Mi ricordo tutto di lei e mi manca così tanto.
DRIIN. Messaggio: DESTINY. Mi tolse da tutti i miei tristi pensieri.
" Io voglio farlo Justin, con te! Ti amo."


Spazio autrice:
Yeeeeeehi, scusate da morire il ritardo, sul serio. Avevo detto che l'avrei pubblicato ieri ma sono stata impegnata. Volevo fare il mio solito abbiocco pomeridiano ma poi ho pensato alla storia e a voi, quindi ho deciso di metterlo! AHAHA, sono perdonata? Grazie per le recensioni, che poi è LA recensione, c'enera solo una, grazie per le visualizzazioni! Siete curiose di sapere cos'è successo a Caitlin? Vi sto mettendo interesse? Ditemi di si, vi prego!
RECENSITE se vi è piaciuto anche se non vi è piaciuto, insomma RECENSITE, Giorgia.
 

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Capitolo 17
*** First time. ***


«I sentimenti devono essere sempre in libertà.
Non si deve giudicare un amore futuro
in base alla sofferenza passata.»

-JUSTIN-

Con quel messaggio Destiny mi aveva spazziato, come avrei voluto farlo con lei, mi piaceva da morire e la desideravo tantissimo.
Quella mattina la passai a prendere come sempre e lei era lì, sulla soglia della porta con la borsa sulle spalle. Era sempre allegra, ogni mattina aveva il sorriso sulle labbra e amavo vederla così.
- Buongiorno- mi disse, le presi il viso e le diedi un bacio, sapevo che gli piaceva quando lo facevo, diventava rossa e sorrideva emozionandosi, era dolce.
Volevo cominciare il discorso su quel messaggio ma volevo che lo facesse prima lei.
Arrivammo a scuola, scese e andò da Chanel, ormai erano diventate inseparabili.
- Ehi- andai da Chaz e Ryan,
- Allora con Destiny, come vanno le cose?- mi chiese Chaz,
- Alla grande direi- dissi
- E di Caitilin, gliene hai parlato?- mi chiese a sua volta Ryan,
- Ancora no, aspetto il momento giusto. Mi ha detto di volerlo fare con me-
- Determinata la ragazza e tu lo vuoi?- mi chiese Ryan,
- Penso di si, insomma si mi piacerebbe! Devo scappare in classe, ci vediamo a ricreazione-
Di Damon non c'era più traccia, meglio così, ma ero curioso di sapere che fine aveva fatto.
Entrai in classe, Destiny era già seduta al suo posto, le diedi un bacio in guancia prima di incominciare la lezione, stavamo bene finalmente!
Quando la ricreazione suonò mi accompagnò in giardino a fumare, di solito non lo fa mai, odia il fumo.
- Immagino di averti spiazzato con il messaggio ieri sera, vero?- mi chiese prendendomi per mano.
- Forse un pochino, ne sei sicura?-
- Si Justin lo sono, mi piaci davvero e la prima volta voglio che sia con te-
L'abbracciai fortissimo, avevo bisogno di lei, avevo bisogno di una persona che mi apprezzava, ma dovevo dirle la verità, prima o poi.

-DESTINY-

Finite le lezioni andammo a casa, mia madre ancora non c'era e sarebbe tornata tardi. E' il grande giorno, presto l'avremmo fatto. Ero eccitata all'idea, ma ero anche pronta, era è una sensazione strana quella che provavo adesso, quasi angosciante, ma allo stesso tempo bella.
Mangiammo una pizza d'asporto e poi andammo subito diretti a casa mia.
Avevo detto a Chanel che oggi l'avremmo fatto, era eccitata quanto me, approvava ed era importante per me.
- Se sei ancora insicura possiamo aspettare!- midisse di nuovo Justin,
- No, sono pronta, veramente!-
Ok, forse la prima volta non dovrebbe essere programmata, ma l'importante è farlo con la persona che ami no? Io amavo Justin, con tutto il mio cuore e volevo farlo con lui, non me ne sarei pentita!
Salimmo in camera e chiusi la porta a chiave, onde evitare problemi.
Avevo il cuore a mille, mentre Justin sembrava troppo a suo agio e non mi faceva stare meglio, per niente. Forse non ero pronta? Manno che dico, io ero pronta perchè davvero volevo farlo, ma avevo troppe farfalle allo stomaco e questo mi innervosiva ancora di più.
Justin mi prese i fianchi e mi portò sul letto, dovevo veramente calmarmi perchè sudavo troppo. Mi lasciai andare, completamente. mi distesi sopra di lui e incominciai a baciarlo, lui faceva lo stesso toccandomi i capelli. Ok, ora stavo meglio.
Due minuti dopo eravamo completamente nudi, ancora attaccati come due calamite, era bellissimo e io stavo veramente bene, sia con me stessa che con lui. Era stato un momento perfetto finito perfettamente, eravamo l'uno accanto all'altro sotto le coperte con due sorrisi stampati in faccia.
- E' stato bello- gli dissi,
- Anche per me- mi disse accarezzandomi la guancia.
Pochi minuti dopo ci rivestimmo, Justin doveva tornare a casa.
Sulla soglia della porta mi diede un bacio e mi abbracciò. Lo salutai con la mano e rientrai. Ero al settimo cielo, volevo urlarlo al mondo intero, finalmente niente bugie, niente misteri e segreti, avevo una vita normale e stavo con il ragazzo più dolce del mondo.
Mandai un messaggio a Chanel con scritto che tutto era andato per il meglio, ero davvero felice, non so se l'avrei detto a mia madre, non lo so, insomma fa sempre piacere sapere quando una figlia lo fa per la prima volta, ma capite anche a me, mi sentirei a disagio ad affrontare l'argomento!

I giorni seguenti passarono alla grande, si insomma io e Justin eravamo una coppia quasi perfetta, la perfezione non esiste a mio parere, nessuno è perfetto.
La scuola pesava di meno, meno male!
Eravamo seduti sul prato, di fianco a casa mia, ero appoggiata sulla sua spalla. L'aria era fredda ma il sole ti faceva stare al caldo nonostante avessi il naso congelato! La sciarpa mi prudeva nel collo, ma giorni prima sono stata a casa con la febbre e non potevo permettermi di prendere freddo. Da quel giorno, da quel meraviglioso giorno dove tutto è cambiato, io Justin sembravamo più affiatati, più convinti di noi, più convinti di quanto stavamo bene insieme.
Quasi mi sorprende il fatto che io sia fidanzata, nella vecchia scuola ero la solita sfigata che studiava e tornava a casa, ero sempre presa di mira, ma stavolta le cose sono cambiate.
- Sai, voglio essere onesta con te. Ti amo lo sai e voglio che tra di noi non ci siano segreti, voglio che il nostro rapporto sia sincero, tu puoi dirmi tutto, ok? E io farò lo stesso con te- gli dissi. Mi guardò un po' incerto ma annuì stringendomi a sè, non voleva perdermi e neppure io.
- Sarò sincero, promesso- mi disse.
Si era fatto tardi e mi accompagnò a casa.
La sera stessa per fino mia madre era felice, le avevano dato un contributo extra al lavoro e quindi anche aumentato lo stipendio, c'erano troppe notizie buone, mi chiedo se finiranno o no. Spero di no perchè mi stavo abituando!
Prima di andare a letto c'era un messaggio: JUSTIN
" Domani devo parlarti, buonanotte piccola, ti amo"
Se ero preoccupata? NO.
Non c'era più niente e nessuno che avrebbe rovinato tutto... credo.
Forse ero ingenua, di solito quando uno ti dice che devi parlarti la preoccupazione è al primo posto. Ci dormì sopra. Bugia grossa come una casa dato che mi svegliai almeno 5 volte durante la notte. Ero quasi convinta che il messaggio di Justin non avrebbe portato bene, o forse si. Ricontrollai il messaggio, aveva scritto Ti amo, e questo bastava per farmi capire che non dovevo preoccuparmi seriamente, ma ripeto, sono un ingenua, la preoccupazione mi stava invadendo la testa. Erano le sei e tra un ora avevo la sveglia, mi rimisi sul letto e mi addormentai, avrei affrontato la cosa fra poco.


Spazio autrice:
Ragazzeeeee, ho aggiornato! Sentite, mi sento un po' a disagio con questo capitolo anche perchè non idea se sia bello o no, forse avrei dovuto descrivere meglio la parte forte o forse no, non lo so cavolo! Spero che vi sia piaciuto, a me non mi convince, avrei potuto scriverlo meglio ma sono molto stanca per via della scuola e un po' stressata, scusate se non è come ve lo aspettavate! RECENSITE anche se non vi è piaciuto dandomi consigli, mi fanno sempre piacere! Giorgia.
 

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Capitolo 18
*** I'm afraid. ***


Una persona non muore quando dovrebbe, ma quando può.


La sveglia rimbombò fortemente nelle mie orecchie, avevo lasciato il cellulare affianco al cuscino, mi presi paura, quel suono era irritabile.
Mi vestì con i primi vestiti a portata di mano, non mi vesto mai bene, odio il mio guardaroba.
Un filo di matita sopra e sotto, mascra e ombretto, si mi trucco tanto, forse troppo.
Justin era già fuori ad aspettarmi in macchina, strano che fosse già lì, era in anticipo. Il mio cuore stava impazzendo, io non lo comandavo e lui stava mandando il tilt anche il mio cervello, ero preoccupata adesso.
Il suo sguardo era serio e teso, come se ci fosse qualcosa che non andava, cercavo di non pensare al peggio ma era in evitabile in una situazione del genere. Lo guardai con un' espressione interrogativa, la sua mandibola si fece più stretta e mercata, strinse in denti. Mi appoggiai allo schienale del sedile e aspettai con ansia una sua parola, bestarda, invece di incoraggiarlo facevo la stronza in attesa di una sua parola.
- Devo dirti una cosa- mi disse guardandomi,
- Fin qui c'ero arrivata anche io- continuavo a fare la stronza, rispondendogli male e mettendolo sottopressione.
- Scusa, sai che voglio un rapporto sincero, puoi dirmi tutto- gli dissi,
- Si ma avrei dovuto dirtelo da tempo, ho aspettato troppo-
Il suo sguardo si faceva sempre più intenso e io davvero non sapevo a cosa pensare.
- Che succede?- gli chiesi,
- Un anno fa c'era una ragazza, la mia fidanzata, Caitlin. Ricordi l'uomo in macchina? So chi è, l'ho sempre saputo. Mi controlla, ci controlla. Mia madre ha paura che quello che è successo a Caitlin può succedere anche a te. Amavo da morire Caitlin, era una ragazza semplice, la mia prima volta, il mio primo bacio, lei è stata la prima in tutto. L'amavo e ancora adesso non riesco a smettere di pensare a lei, quando guardo te è come se ci fosse anche lei, tu me la ricordi. Un anno fa, il giorno prima del suo compleanno l'ho portata a mangiare fuori, la sera stessa in strada mi ero dimenticato di accendere i fanali dell'auto, era buio pesto e c'era un sacco di nebbia, stavamo passando una curva quando non ho visto il fosso davanti e ci siamo ribaltati, lei non ce l'ha fatta. Ho il rimorso ogni giorno e non me lo perdonerò mai, è successo tutto per colpa mia, avrei dovuto dirtelo, lo so, mi dispiace- mi disse facendo pause ad ogni frase, mi sentivo tradita, mi sono focalizzata solo sull'amore tra lei e Justin, io gli ricordavo Caitlin, quindi non mi amava. La parte dell'incidente non l'ho ascoltata molto, era sfuocata quella parte. Il loro amore era ancora vivo ed era chiaramente ovvio che lui era ancora innamorato perso di lei, io ero solo un rimpazzamento forse, non mi amava veramente, ero solo un infatuazione che presto sarebbe passata.
- Tu non mi ami- dissi con le lacrime agli occhi,
- Non ho detto questo- mi bloccò,
- Oh si che l'hai detto. Io ho fatto l'amore con te, tu non mi ami-
- Ti sbagli Destiny-
- So quello che dico, è finita Justin, scusa se non sono perfetta- presi la borsa e uscì dalla macchina incamminandomi verso scuola, sarei arrivata in ritardo, lo so. Justin mi passò di fianco in auto, che stronzo. Non ero niente per lui, solo una ragazza facile da potarsela a letto, mi sentivo tradita. Le lacrime scendavano giù sbavandomi tutto il trucco, chissà in che condizioni disastrose era il mio viso. Non riuscivo a non pensare a "quella" serata magica, quella dove avevo perso definitivamente la mia verginità, quella sera in cui pensavo a noi e al nostro amore che si è rivelato falso e ipocrito, l'amore fa schifo, ti fotte sempre, non c'è mai niente di perfetto nell'amore. Odiavo Justin da morire, ma lo amavo, lo amavo perchè per un certo tempo mi ha fatta sentire viva, mi faceva sentire una principessa.
Camminavo a testa bassa senza farmi vedere dalla gente.
- Scommetto che vuoi un passaggio?- Quella voce era riconoscibile, era quella voce che non avrei mai voluto sentire più, mi girai di scatto, appena vidi il suo viso accellerai il passo, il ricordo della festa mi venne subito in mente.
- Vaffanculo Damon- gli dissi,
- Arriverai in ritardo-
- Non me ne frega un cazzo- risposi,
- Qualcosa mi dice che tu e Justin avete rotto, ci vediamo a scuola baby-
Lo mandai a fanculo col dito, come può ripresentarsi dopo quello che è successo!? Oh certo, è Damon.
Arrivai a scuola dieci minuti dopo il suono dell'intervallo, sudata e amareggiata. Il professore mi fece entrare, andai a sedermi vicino ad una sfigata e Justin ci rimase male... almeno credo. Chanel era incredula, non lo sapeva ancora.
Le lezioni passarano davvero lentamente, come se l'orologio si fosse fermato, come se anche il tempo ce l'avesse con me. Non seguì nessuna lezione, i miei pensieri erano altrove.
All'uscita della scuola Chanel mi prese per un braccio.
- Che cavolo succede fra voi due?- mi chiese,
- Tu sapevi di Caitilin?- le chiesi,
- Era la mia migliore amica ma pensavo te lo avesse detto già da mesi-
- Me l'ha detto solo stamattina quello stronzo, lui la ama ancora-
- Penso che tu ti stia sbagliando, Destiny-
- Lo difendi pure? Dopo tutto quello che ti ha fatto?-
- No, ma pensaci prima di affrettare le cose-
Mi diede un pugno in spalla, come segno d'amicizia. Riflettere? Su cosa? Sul fatto che mi ha mentito per tutto questo tempo? Mi voltai a sinistra, Justin rideva insieme a Chaz e Ryan, fottuto bastardo, io stavo male e lui rideva. Perchè anche la vita ti fotte? Sono destinata nell'essere fottuta, amen.
Si girò e mi guardò, abbassai lo sguardo e quando lo rialzai mi trovai Damon davanti. Oh cazzo, avevo paura, paura di quello che poteva succedere.
- Le voci girano, vi siete lasciati- mi disse accarezzandomi la guancia,
- C'è qualche problema?- Justin si avvicinò a noi, che faccia tosta.
- Nessun problema Justin- dissi prendendo a braccetto Damon, andai nella sua macchina facendo capire a Justin che di lui non me ne fregava assolutamente niente.
Justin si voltò e se ne andò, rassegnandosi. Da una parte ero fiera di me.
Damon salì in macchina, feci per scendere quando bloccò le chiusure delle porte.
Era troppo tardi per urlare, troppo tardi per chiamare aiuto, troppo tardi perchè Justin mi vedesse, era troppo tardi per tutto e la paura mi stava invadendo il cervello facendomi venire mal di pancia.
- Che cazzo stai facendo?- chiesi a Damon con la gola bloccata e gli occhi spalancati. Pessima idea la mia.


Spazio autrice:
Sciaoooo belleeezzeeee! Sono arrabbiatissima, sono davvero arrabbiata, non c'è NESSUNA recensioni ai capitoli precedenti, ora mi deprimo. No scherzo, I'm kidding. No seriamente o recensite o recensite, di visualizzazioni ce ne sono parecchie. Vabbè vi piace? Scusate se è corto, perdonatemi! Giorgia.
 

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Capitolo 19
*** Damon. ***


Vivete per il presente, sognate per l'avvenire, imparate dal passato.


- Damon, apri le portiere, voglio scendere- gli dissi con la voce tremolante ma decisa, da dove l'avevo trovata tutta questa forza?
- Avanti rilassati, voglio portarti solo a fare un giro- mi disse lui facendomi l'occhiolino,
- Magari un'altra volta, ti prego apri le portiere- non feci in tempo a dire nient'altro che aveva già acceso il motore, ok ero fottuta, ma completamente.
" Scusami Justin, vorrei morire in questo momento, sono stata così stupida e ingenua, ho pensato solamente a me stessa, dove sei? Ho bisogno di te" era la frase che stavo pensando, dov'era quando serviva? Cazzo, farei di tutto pur di tornare indietro, sono cocciuta, merda. Il mio sedere era appicciato al sedile e le mie mani sudavano caldo. Non sapevo dove mi stava portando, non riconoscevo questa strada.
- Dove stiamo andando?- gli chiesi,
- In un posto- rispose sorridendo,
Mister simpatia a bordo.
Fissavo fuori nella speranza d'intravedere qualche passante pronta a chiedere, anzi pronta ad urlare aiuto, ma l'area sembrava desolata. Ripensai a quella notte, a quella bravata fatta, ero terrorizzata al pensiero che potesse succedere di nuovo, questo era il posto perfetto per rifarlo.
Girò a destra e vidi una piccola casa, sembrava uno di quei piccoli pub, intorno ad esso c'era tipo un ammasso di alberi caduti, ma che razza di posto era? Parcheggiò la macchina.
- Scendi o hai intenzione di rimanere qui?- mi chiese,
- Rimango qui- dissi non guardandolo.
Il mio fottuto cellulare non prendeva, fantastico.
I minuti passavano e Damon non si faceva più vedere, ero rinchiusa in quell'auto da almeno mezz'ora, la cosa mi preoccupava parecchio. Sarei potuta scappare, ma non sapevo dove mi trovavo e la gente li fuori mi spaventava parecchio.
Da quel orrido pub proveniva della musica, dovevo andare a vedere dov'era finito Damon.
Presi l'iniziativa e uscì da quell'auto, una scelta da stupida, ma si sa, io sono così.
Era pieno di gente ubriaca, pieno di uomini che mi guardavano costantemente il culo.
Entrai e diverse luci mi abbagliarono, non era il tipo di posto che frequentavo ogni sabato sera.
Non c'era molta gente, ma di Damon nessuna traccia. Ma restarmene in auto no è?
Ero sommersa di sguardi, sguardi con pensieri contorti, che morti di figa.
Il tipo al bar sembrava un ragazzo a posto, ma come si dice, l'apparenza inganna.
- Sai dirmi dov'è Damon?- gli chiesi, non male il ragazzo.
- Sei la sua ragazza?- mi disse lui,
- Non è la domanda che ti ho fatto-
Perchè rispondevo sempre? Perchè non potevo semplicemente rispondere di no? Complico sempre le cose. Spostai lo sguardo verso il muro e c'erano un sacco di foto, una mi attirò particolarmente, c'era Justin insieme ad una ragazza, probabilmente Caitilin.
- Lo conosci?- mi chiede il ragazzo al banco fissando anche lui la foto,
- Si, ma lei chi è?-
- Caitilin, povera, ha fatto una brutta fine-
- Venivano spesso qua?-
- Oh si, era il nostro ritrovo-
- Nostro?-
- Eravamo grandi amici io e Justin, veniva qua ogni sabato sera insieme a Caitlin-
- Quindi quella sera lui la stava portando qua?-
- Si, ma poi è successo quel che è successo-
- Non lo vedi più Justin?-
- Nah, da quando ha smesso di frequentare Damon non si fa più vivo... Damon è la- mi rispose e tornò a servire bibite. Che passato doveva avere avuto Justin. Ammetto che Caitlin era davvero una bella ragazza, oh si.
Andai da Damon che era seduto a sgolarsi una birra.
- Voglio andarmene, mi sto annoiando- gli dissi,
- Bambolina rilassati, vatti a fare un giro, vuoi qualcosa da bere? Offro io-
- No, ho detto che voglio andare a casa- urlai incrociando le braccia, ero diventata seria.
- D'accordo, ma non ti agitare-
Si alzò e uscimmo. Avevo capito perfettamente perchè mi aveva portato li dentro, avevo capito il suo scopo, non era poi così cattivo quel ragazzo, dei sentimenti li aveva anche lui, bisognava solo tirarli fuori.
Il cielo era diventanto sempre più cupo e grigio, le nuvole si intersecavano tra di loro, presto sarebbe venuto giù il diluvio.
Come non detto, cinque minuti dopo essere saliti in macchina vennerò giù dei grandissimi goccioloni, era quasi impossibile stare in strada, ma volevo andare a casa, ero stanca di girare.
- Tu eri geloso di Justin e Caitlin giusto?- incominciai a parlare,
- Che dici?- le sue parole si spezzarono, mentiva,
- So che menti, eri geloso?-
- Amavo Caitlin, l'ho sempre amata, volevo che fosse mia, volevo che diventasse la mia ragazza. Per un po' di tempo lei era ossessionata da me, tanto chè stavamo per metterci insieme, poi è arrivato Justin che ha rovinato ogni cosa, insomma lui è bello, simpatico, intelligente, tutto quello che una ragazza si aspetta da un ragazzo...- lo interruppì,
- Perchè tu eri diverso da Justin?- chiesi,
- Sai come sono, no? Mi drogo, fumo e bevo, Caitilin non voleva che io lo facessi, Justin rispetto a me era la perfezione e lei se ne innamorò subito, per quello che dopo ho incominciato a ricattare Justin e per questo sei qui.Volevo rivivere tutto quello che ha vissuto Justin, ma con te-
- Capisco-
- Ma se c'è una cosa che so è che Justin ti ama, chissene frega di Caitilin, lei non c'è più, è ovvio che lui pensa ancora a lei, non smetterà perchè è colpa sua se lei è morta, quei fanali dovevano essere accesi-
Non potevo immaginarmi che Damon potesse essere la persona che mi fece aprire gli occhi. Damon era una persona con un cuore, non sembrava ma a quanto pare mi sbagliavo, l'apparenza inganna sul serio. Gli sorrisi e gli dissi grazie.
- Scusa per quello che è successo alla festa- mi disse,
Non lo perdonai completamente, ma abbozzai ad un sorriso.
Pioveva ancora, i tergicristalli non smettevano di muoversi, mi facevano venire mal ti testa, quella strada sterrata mi dava un senso di disorientamento, la macchina non faceva altro che muoversi su e giù.
Cercavo di intravedere il più possibile ma non si vedeva praticamente nulla, i goccioloni piombavano sulla macchina ogni 2 secondi.
Damon mi stava fissando ed incrociai il suo sguardo, gli sorrisi, se fosse una persona diversa, più matura, avrebbe di certo una possibilità, ma non mi piaceva. Mi voltai e gli occhi mi si splancarono a velocità della luce.
- DAMON ATTENTO!- gridai.


Spazio autrice:
Weiii ragazzeee, mi chiedo perchè sto pubblicando questa storia se non vedo recensioni da parte di nessuna, sono nei preferiti di molte ragazze, sono nelle storie da ricordare di molte ragazze e sono nell storie seguite da molte ragazze, mi deprimo se non mi fate nessuna recensione, ciò. Ci sono più di 100 visualizzazioni, mi fate il piacere di scrivere cosa ne pensate di questa storia, anche critiche, chissene frega!
Comunque, ora respiro e non faccio l'incazzata, YO! No scherzo, allora ve gusta la storia? RECENSITE E DITEMI COSA NE PENSATE, SE VI FA SCHIFO SCRIVETEMELO.
E' iniziato il tour! Sono agitatissima, ci sarete il 23? Io si e non vedo l'ora, mi dispiace che Justin abbia vomitato, resta il mio idolo ahaha, basta che non beva più latte prima del concerto, mi sono messa a piangere quando ha cantanto OLLG per Avalanna, è l'idolo migliore del mondo!
RECENSITEEEEEEEEE, Giorgia.
 

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Capitolo 20
*** Hospital. ***


La realtà continua a rovinare la mia vita.


Tutto quello che potevo sentire per adesso, era il rumore del computer, quello strano rumore dei battiti del mio cuore. Sentivo e basta, come se fossi diventata cieca, ma sapevo che avevo gli occhi chiusi, ero in grando di sapere, non volevo aprirli, non volevo questa realtà.
Ero sdraiata su un letto scomodissimo, con un cuscino troppo grande e morbido, io li odio. Avevo male al collo, ma non potevo muoverlo, era irrigidito, qualcosa lo teneva fermo. Sentivo un filo attraversare il mio braccio, ero sola nella stanza.
Respiravo faticamente, quasi come se non lo facessi.
Avevo vari ricordi, sapevo perchè ero lì, ma non sapevo com'era accaduto tutto. Avevo paura, paura di non aprire più gli occhi.
Il profumo di quella stanza era abbastanza ambiguo, uguale in tutti gli ospedali, mi faceva rabbrividire. Sentì la porta aprirsi.
- Non ha ancora aperto gli occhi, signora- sicuramente era il medico e c'era anche mia madre, amavo quell'odore di muschio verde.
- Da quanto non li apre?- chiese lei,
- Due giorni-
Non aprivo gli occhi da due giorni? Ero in coma da due giorni? Chissà quante cose mi sono persa.
- Crede che sia...?- continuò mia madre.
No, non volevo sentire quella parola, non volevo sentire la parola morte, nel mio vocabolario non esisteva, tanto meno in quello di mia madre.
" Mamma, sono viva cazzo, mi senti? Ti sto chiamando, io sono viva, vorrei dirtelo, ma non mi escono le parole, ma sono viva, presto aprirò gli occhi, te lo prometto".
Vorrei parlarle, dirle che io sono ancora qui, ma la mia bocca non si muoveva e la mia voce sembrava scomparsa.
- La ragazza ha una frattura al collo, ha perso molto sangue nell'incidente- disse il medico con aria sicura,
- Non ha niente di rotto?- chiese mia madre,
- Le radiografie non hanno portato risultati negativi, quindi no, dobbiamo solo aspettare che si svegli-
- Si sveglierà?- mia mamma aveva le lacrime agli occhi, potevo sentirlo nella sua voce,
- Non lo so, signora, vedremo-
Ma vedremo sti cazzi, brutto barbone, io devo svegliarmi, non posso lasciare perdere tutto, ho una vita davanti.
I due lasciarono la stanza, lasciandomi completamente sola, non sentivo dolore a nessuna parte del corpo, sudavo e basta, quello potevo sentirlo. Volevo togliermi il lenzuolo di dosso ma non potevo muovermi, che merda.

Non so quante ore siano passate, so solo che mi sono addormentata e al mio risveglio le coperte non c'erano più, sentivo aria alle gambe, finalmente.
Respiravo, sentivo quell'odioso sapore infilarsi nelle narici.
Dov'erano tutti? Potevano vedere finalmente che io respiravo, in quella stanza c'era solo il rumore dei miei battiti del cuore al computer... Poi sentì il rumore di una sedia muoversi. Mi presi paura, sentì il mio corpo muoversi, facendo una piccola scossa, sentì toccarmi con una mano. Chi c'era in quella stanza?
La mano era calda, grande e con un cerotto all'indice. Justin.
Sentivo il suo respiro, sentivo il suo odore, lui era lei, ne ero sicura. Cazzo, Destiny svegliati.
- Non posso perdere anche te- era la sua voce, era Justin.
Oh Justin, tu non mi perderai perchè io sono qui, non puoi sentirmi, ma ci sono. Mi sveglierò, te lo prometto.
La sua mano accarezzò la mia guancia, potevo sentire tutte l'emozioni del mio corpo, le farfalle allo stomaco, potevo sentirle. Potevo fare tutto, tranne le cose più importanti. Dovevo farcela.
Acquistai la sensibilità delle mani e con la mia cercai la sua, sapevo dov'era. Toccai un suo dito, bastava per fargli capire che io c'ero ed ero viva.
Me la prese e la baciò, mi erano mancati quei baci, i suoi.
- Destiny, ti prego, mi senti?- mi disse,
Vorrei dirtelo, amore, ma non ci riesco.
- Ti prego, di qualcosa, so che sei viva, so che ci sei-
Basta questo, basta che tu lo sappia.
- So che mi senti, ma apri quegli occhi-
Vorrei, ma è come se fossero incollati.
- Se mi senti, sappi che io non posso perderti, scusa se sono stato stronzo, scusa ma non sono perfetto, ti amo-
La stronza sono io, sono io l'egoista, sono io la perfetta idiota e per colpa mia sono finita su questo letto, ti amo anche io Justin.
Mi diede un bacio sulla guancia, volevo aprire gli occhi, volevo vedere il suo sguardo, volevo vederlo e volevo sorridergli, ma tutto questo mi è stato proibito, forse una punizione?
La porta si aprì.
- Si è mossa dottore, l'ho sentita- disse Justin,
- Si, è probabile, se reagisce a piccole mosse vuol dire che presto riaprirà gli occhi- disse l'uomo che pensava di sapere tutto. Odio i dottori, t'illudono e basta.
- Quando li riaprirà?- gli chiese lui,
- Dipende da lei-
Si, se dipendesse da me a quest'ora sarei già a casa sul divano, che idiota.
- Ce la farà?- chiese di nuovo Justin,
- Si-
Ovvio, a mia madre dice di non saperlo e a Justin dice si, dottore, io mi licenzierei.
Sentivo i passi andarsene, anche quelli di Justin, ancora sola, di nuovo. Torna indietro Justin, voglio stare con te.
Non andartene via anche tu, io sono sveglia. Ora cosa faccio? Non voglio più dormire. Non sono più stanca. Dove vai?

Le mie dita dei piedi si mossero, contro la mia volontà. Sentivo i muscoli delle gambe, sentivo ogni parte del mio corpo, ero viva.
Senti le mie labbra, sentì le mie braccia, sentivo tutto.
Sentivo il liscio dell lenzuola, il fresco della stanza, sentivo.
- Justin- la mia voce uscì, uscì quella parola che sarebbe dovuta uscire minuti fa, troppo tardi, lui se n'era già andato.
Avevo parlato, avevo fatto muovere le mie labbra, la mia piccola e ruvida voce venne fuori, bassa ma c'era.
I miei occhi? Ancora chiusi, ancora addormentati. Ma la voce, quella c'era. Potevo parlare, volevo urlare, volevo scappare, fuggire. Rifugiarmi nelle braccia di Justin!


Spazio autrice:
Yehiiii, come state? Scusate se aggiorno adesso, avrei dovuto farlo ieri, scusatemi (?)
Ringrazio la recensione che c'è stata nell'altro capitolo, grazie mille ragazza, ti amo AHAHAH.
No ok, questo capitolo forse mi piace e dico forse. A voi? Dai su, cosa ne pensate? Fa schifo? RECENSITE. Vi piace? RECENSITE, in qualche modo RECENSITE. Giorgia.
 

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Capitolo 21
*** I'm alive. ***


Qualunque cosa distrugga la libertà non è amore. Deve trattarsi di altro, perché amore e libertà vanno a braccetto, sono due ali dello stesso gabbiano.


Al mio risveglio mi ritrovai in un'altra stanza, di fianco a me c'era una signora anziana, mi stava fissando.
Sorrise e si girò dall'altra parte.
Tutti i medicinali mi provocavano tantissimo sonno e giramenti di testa. Volevo tornare a casa, da mia madre. Aspettavo con ansia che quella porta si aprisse, volevo vedere qualcuno. Soprattutto Justin.
L'infermiera era felice di vedermi sveglia e mi portò uno yogurt alla banana, il mio preferito.
Mi sistemò la flebo che si era bloccata. Il tutore al collo non l'avevo più, meno male, finalmente potevo respirare.
- Come sto?- chiesi all'infermiera,
- Come pensi di stare?-
- Non dico moralmente-
- Sei un buone condizioni, presto ti rimetterai-
Abbozzai ad un sorriso, ero felice.
- Damon in quale stanza è?- chiesi di nuovo,
L'infermiera mi guardò e abbassò lo sguardo, ero talmente stordita da non capire che lui non ce l'aveva fatta. Se ne andò lasciandomi con il dubbio.
Finì di mangiare lo yogurt, fuori era una bellissima giornata, le foglie cadevano ma il sole splendeva.Vorrei uscire e respirare un po'.
Le ore che passavano sembravano i minuti, le infermiere facevano avanti e indietro per vedere come stavo, io mi sentivo in "ottima" forma.
Non potevo alzarmi, non potevo andare in bagno, non potevo fare niente. Fissavo il soffitto bianco da non so quanto tempo, ma quando aprono le visite?
La signora di fianco a me stava dormendo, beata lei. Per quanto fossi stanca non riuscivo a chiudere occhio, avevo paura di addormentarmi, avevo paura di non svergliarmi più.

Sentivo il dottore avvicinarsi e parlare con una donna, riconoscevo il rumore dei tacchi in lontananza, mia madre.
- Tesoro!- era felice di vedermi sveglia, mi abbracciò facendo attenzione a non farmi del male.
- Come stai?- mi chiese sedendosi su una sedia,
- Sto bene, l'infermiera ha detto che presto starò meglio- dissi con voce squillante,
- Sono davvero contenta, ho avuto davvero tanta paura-
Parlammo del più e del meno, parlammo per ore. A scuola sapevano tutti del mio incidente e Justin non c'era più andato, così disse mia madre. Perchè?
Il lavoro stava andando bene, ero contenta anche per mia madre, insomma la vita si sta svolgendo nei migliori modi, finalmente il Destino girava per la parte giusta.
Mia madre aveva l'aria un po' stanca, come se fosse stata sveglia tutte le notti, forse era veramente così. Un po' mi dispiaceva aver fatto preoccupare tutti.
- Justin?- le chiesi, forse sapeva qualcosa
- L'infermiera mi ha detto che ieri era venuto a trovarti, ma non so dove sia- mi disse,
Il mio sguardò si fece cupo, triste e profondo. Forse era arrabbiato ma starò meglio solo se lo vedrò. Justin è una di quelle persone che va senza dirti nulla e che torna continuando a non dirti nulla, lui era misterioso. Perchè mi sono innamorata? Tutta colpa di Cupido. Avevo un nodo allo stomaco, non perchè volessi mangiare, ma avevo bisogno di Justin.
- Ti dimetteranno domani!- confermò mia madre. Ero contentissima, giusto un'altra notte da passare qua dentro e poi si ritorna a vivere.
Mia mamma lasciò la stanza, l'orario visite era finito e doveva tornare a casa.
Ero combattuta, pensavo che Justin si facesse vivo, perchè ieri si e oggi no? Avevo paura e un senso di disorientamento mi colpì il cervello. In questi momenti capisco quanto io lo possa amare, non importa se litighiamo e ci diamo degli stronzi a vicenda, sono in questi casi che capisco davvero quanto io abbia bisogno di lui e di un suo conforto, lo amo, la cosa è evidente.
Mi addormentai con la televisione accesa.

Forse stavo sognando o forse no, i medicinali possono darti davvero alla testa e io avevo mal di testa.
La porta della stanza si aprì, i miei occhi erano semichiusi, ero stanchissima e non misi a fuoco l'ombra che avevo davanti. Si chiuse la porta alle spalle, come per non farsi sentire da nessuno, non lo biasimo, era notte profonda. Ero talmente stanca che non mi preoccupai nemmeno, anzi ero sicura fosse un dottore, vestito di nero? Magari voleva fare il dottore in maniera diversa.
Chiusi gli occhi, ma sentivo.
I passi dell'ombra cessarono, magari l'avevo davanti.
Sentì labbra calde e morbide baciare la mia fronte. Il mio corpo si scaldò e incominciarono le così dette farfalle allo stomaco.
Una mano accarezzò la mia guancia, non riuscivo a decifrare il profumo che proveniva dall'ombra a me sconosciuta.
Sentì pressione sul cuscino, come se lo stesse spostando. Subito dopo rimise a posto il cuscino e ritornai comoda come prima, sentivo che c'era qualcosa sotto.
Mi spostò i capelli dalla faccia e mi diede un bacio, forse l'ultimo in bocca.
Sentì i passi allontanarsi, aprì gli occhi ma vidi solo la porta chiudersi. Li richiusi.

La mattina seguente il rumore delle scarpe cigolanti del dottore mi svegliò, era venuto per togliermi la flebo. Ero ancora assonnata ma sveglia, come mio solito fare la mattina, misi le mani sotto il cuscino e sentì qulcosa di liscio toccare la mia mano, liscio come una foto.
La presi, ritraeva me e Justin. Ce la facemmo alla casetta sul lago. Lui era bellissimo, io un po' meno. La giarai.
" Scusa ma non posso restare, sono costretto ad andarmene, non l'ho scelto io, se fosse per me resterei. Mi manchi da morire ma non posso perdonarmi, ti stavo perdendo e l'idea mi stava uccidendo, letteralmente. Ti amo, Destiny ma meriti di meglio. Justin."
Una lacrima rigo il mio viso, poi un'altra e un'altra ancora. Quante cose ancora dovevano capitarmi? Che significano quelle parole? Lui non poteva andarsene.Appoggiai la foto al mio cuore, lo sentivo battere forte.
Mia madre piombò sulla stanza con un enorme sorriso.
- Allora, usciamo da qui?- mi disse,
- Si- risposi con la solita voce cupa e triste. Fuori il cielo ero grigio, ieri era splendido. Scherzo del Destino.
L'aria profumata sìimpadronì del mio naso, il vento scompigliò i miei lisci capelli. Dio esisteva, se ero triste la natura lo era insieme a me. Io ero triste? Il cielo era grigo. Io ero felice? Il cielo era azzurro.
Justin, chissà dov'era. Quando pronunciavo il suo nome dentro di me era come se ci fosse una fitta al cuore. Tenevo la foto segretamente rinchiusa nel giubbotto che spingeva contro il cuore, non volevo perderla. Leggevo spesso in alcuni libri frasi di questo tipo, "se lo ami davvero fregatene delle sue parole e del Destino, vallo a cercare." Avrei potuto farlo.


 


Spazio autrice:
Ehiiii, come state? Io bene, se si può dire così. Ok, inanzitutto, come sempre ringrazio LA recensione al precedente capitolo, grazie mille!
La storia è piena di misteri, riusciranno Justin e Destiny a passare almeno un giorno felice? Chissà per quale motivo Justin è dovuto andare via. Non lo so nemmeno io, ahahah!
RECENSITE BELLEZZE, IO VI VOGLIO BENE, MA RECENSITEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE! Giorgia.
 

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Capitolo 22
*** I'm in love, with him. ***


L'amore non deve implorare e nemmeno pretendere, l'amore deve avere la forza di diventare certezza dentro di sé.

Il giorno dopo essere stata in ospedale mi sentivo particolarmente stanca, era una di quelle giornate in cui non volevo andare a scuola, rimasi a casa, rinchiusa sotto le calde coperte a fissare fuori. Pioveva, pioveva veramente tanto. Amavo il rumore della pioggia, ma la odiavo.
Mia mamma non era andata al lavoro, voleva tenermi d'occhio ma io stavo bene. Controllavo ogni dieci secondi il cellulare per vedere se Justin mi aveva cercato. La nostra foto era incorniciata sul comodino, fissarla era bello. Nonostante ci fossero stati momenti di merda lo amavo con tutto il mio cuore e se pensavo a lui il cervello cominciava a bruciarmi e senza che io faccessi niente mi compariva un sorriso sul viso, come un ebete.
Non era mia intenzione starmene a letto tutto il giorno, volevo uscire, volevo assaporare quella triste aria, per vedere se combaciava con il mio stato d'animo. Mi vestìì, molto in fretta anche se nessuno mi aspettava, ma più che starmene in casa a far niente... Mia madre non avrebbe condiviso questa decisione, ma dovevo uscire, ne avevo bisogno.
- Hai preso l'ombrello?- chiese lei con aria preoccupata,
- Si mamma, non sto fuori molto-
- Non puoi uscire quando smetterà di piovere?-
- No, è proprio in questi momenti che ho bisogno di uscire-
Rigirai due volte di seguito la sciarpa al collo e uscì di casa.
Il tempo faceva veramente schifo, la pioggia era impertintente e scendeva come se non volesse smettere. Guardai più volte il cielo per vedere se tra le nuvole s'intravedeva il sole, ma niente. Odiavo questo tempo, l'odiavo con tutta me stessa.
M'incamminai verso il parco, il parco mio e di Justin.
Avevo paura che l'obrello potesse rompersi dal gran che pioveva, il vento soffiava fortissimo, forse non era stata una buona idea uscire di casa. Ma si sa, non ho mai buone idee.
Le strade erano deserte, passavano macchine ogni morte di papa, mi sentivo bene perchè ero sola, magari fosse sempre così.
Il parco, come la strada era deserto, le panchine bagnate, l'erba fradicia e i sedili delle altalene pure. Guardai il cielo e incominciai a piangere, solo in questi momenti puoi farlo, la gente guarderà il tuo viso e non si chiederà mai come stai, penserà solamente alla pioggia, il tuo viso sarà sempre un mistero e quelle lacrime anche, chissà se sono frutto dei tuoi sentimenti oppure solamente goccie bagnate cadute dal cielo. La gente non se lo chiederà mai.
Piangevo a testa alta, piangevo come se fosse la prima volta, piangevo urlando, piangevo perchè ero sicura che non ci fosse nessuno, piangevo per sfogarmi, piangevo e basta.
Non è vero che odiavo la pioggia, alla fine stavo trovando un sacco di cose positive in essa, era il mio perfetto rifugio all'aperto, non potevo rifugiarmi standomene in un angolino, no.
Mi sedetti in in un tavolino, i soliti tavolini situati sotto gli scivoli, mi sentivo una bambina, anche perchè occupavo praticamente tutto il posto a sedere.
In momenti come questi avevo bisogno soprattutto di abbracci veri e solo una persona era in grando di darmeli. J.
Non facevo altro che pensare, pensavo all'incidente, alla mia prima volta, al mio egoismo, alla mia stronzaggine, pensavo a lui.
Dov'era, cosa faceva, con chi era, sarebbe tornato?
A volte pensavo che fosse colpa mia, perchè non posso essere perfetta? Perchè ho troppi difetti? Perchè Justin mi ama lo stesso?
Piansi ancora di più, più forte, urlando e guardando il cielo dimenticandomi del trucco. Potevo benissimo reciate Kung fu Panda.
Tuonava e avevo paura, fin da piccola ho avuto paura dei tuoni ma mai dei lampi.
Mi appoggiai completamente al tavolino e mi misi le mani sulla faccia. Stavo male ma allo stesso tempo stavo bene.
In quel preciso istante mi sentì toccare la spalla. L'ansia saliva. Mi girai di scatto dimenticandomi del pianto.
- Piangi per colpa mia?- era Justin, era tornato, di nuovo.
Piansi di nuovo e andai ad abbracciarlo, chissene frega se era andato via di nuovo senza darmi spiegazioni, volevo solo lui. Ero attaccata a lui, come un koala che si attacca ad un albero, era caldo e sentivo il suo cuore battere forte, ora stavo letteralmente bene. Mi strinse a se, ancora più forte, mi baciò la testa. Le sue labbra, morbide e liscie, non me le ero dimenticate.
Avevo i capelli completamente bagnati, non ero sotto l'obrello, l'avevo dimenticato sul tavolino, ma non m'importava.
- Ho avuto troppa paura di perderti- mi disse, lui non piangeva mai,
- Ma ora sono qua- dissi io, staccandomi dal suo petto. Mi prese il viso, le nostre bocche s'incontrarono e combaciavano perfettamente. Infilò la lingua, quel baciò durò tantissimo, ma ne avevo bisogno, ero fredda dentro, avevo bisogno di questo per sentirmi calda.
Mi prese le mani e entrammo dentro la casetta sotto lo scivolo. Mi misi sopra la sue gambe e lo abbracciai di nuovo.
- Mi perdoni anche questa?- mi chiese,
- Si, ho rischiato di morire, non avrei mai voluto lasciarti in quel modo-
Il suo sguardo si fece più triste, qualcosa non andava.
- Tutto bene?- gli chiesi accarezzandogli una guancia,
- Mi sento in colpa, non dovevo lasciarti andare con Damon-
- Smettila, la colpa è solo mia, sono stata io l'egoista che ha fatto di tutto per farti stare male e il risulato l'ho ottenuto, ma non volevo, se sapevo che avrei fatto l' incidente non sarei salita su quella macchina, sarei venuta da te, non è colpa tua, non è mai stata colpa tua. Prometti che non te ne andrai mai più? Avevo paura di non rivederti-
- Te lo prometto-
Ci baciammo, di nuovo. Amavo la pioggia, l'amavo con tutta me stessa, è uno dei momenti migliori per baciarsi, sentire le gocce enormi picchiare sul tuo viso, sentire il freddo all'esterno del tuo corpo mentre dentro bruci, è semplicemente fantastico.
- La lettera, perchè te ne sei andato?- chiesi,
- Te l'ho detto, pensavo che fosse tutta colpa mia, il senso di colpa era troppo forte, Caitilin, tu, non potevo permettere che accadesse di nuovo, così me ne sono andato, pensavo che senza di me saresti stata meglio, ma ho capito solamente dopo essermene andato che io senza di te sono perso, ti amo Destiny, credimi-
- Non avrei sopportato l'idea di perderti, non pensarlo mai più. Ti amo anche io-
Fuori aveva smesso di piovere, il momento romantico era finito, uno spiraglio di luce uscì fuori e i bambini che uscivano da scuola stavano dominando il parco giochi. Ce ne andammo, quel posto non ci apparteneva più.
Andammo a casa sua, non c'era nessuno, avevo bisogno di lui nel migliore dei modi. L'amore, la parole dice tutto.
I nostri corpi nudi sul letto erano un misto di semplicità e compatibilità.
Perfetti per una sola occasione, non sprecata.
Eravamo bagnati e sudati, ma il calore del corpo nudo si faceva sentire e i respiri della pelle erano caldi. Erano caldi anche i baci e le carezze.
Una giornata tra freddo e caldo: compatibile.


Spazio autrice:

Bellezzeeeeeeeeeeee, vi annuncio che la storia sta giungendo al termine, anzi credo che finirà con un ultimo capitolo, I'm so sad. No ok, lo sono veramente, questa è la mia prima FF e sono contenta che l'abbiate letta insieme a me... No sentite, i ringraziamenti li faccio la prossima volta. Anyway, non piangete, non sbavatevi il trucco per colpa mia perchè subito dopo questa storia ne pubblicherò un'altra, l'ho messa su insieme ad una mia compagna di classe che ringrazio tantissimo, sarà un capolavoro, forse. AHAHAH. Grazie alla recensione del precedente capitolo, ci tengo a ringraziarti anche qua, sei gentilissima e mi fa piacere leggere i tuoi commenti riguardo a questa storia. Oggi mi sentivo ispirata! Bene, ora non vi annoio più, sei vi è piaciuto questo capitolo RECENSITE DONNEEEE! RECENSITEE, RECENSITE E RECENSITEEEEEE. Giorgia.

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Capitolo 23
*** The end, new life is coming. ***


Sotto tutto quello che pensiamo c’è quello in cui crediamo, l’estremo velo del nostro animo.

22 novembre 2012

Le campane della chiesa suovano impertinenti, il funerale di Damon stava incominciando. Sua madre aveva chiesto a me di dire qualche parola, ero l'ultima ad averlo visto vivo e mi ero preparata un vero e proprio discorso, scritto su un pezzo di carta giallo che tenevo dentro la borsetta.
Io e Justin entrammo insieme in chiesa, c'erano tutti. Familiari e compagni.
Ancora non mi capacito del fatto che io ce l'abbia fatta e lui no, mi stavo affezionando alla persona che era. Troppo giovane per morire.
I volti dei genitori erano disperati, la maggior parte della gente portava degli occhiali scuri addosso, come di solito si fa. Odio il nero, tipo colore da funerale, mi sa di marcio, di vecchio, di morto.
Non piansi, non perchè non ce la facessi, semplicemente perchè non volevo farlo. I volti di tutti erano disperati, la bara davanti a noi faceva ribrezzo e a fianco c'era una sua foto, era un ragazzo bellissimo, un ragazzo che aveva ancora il diritto di vivere, di fare nuove esperienze, d'innamorarsi di nuovo.
Ero abbattuta e Justin cercava di non farmi pensare, ma era inutile. Quell'incidente non doveva succedere. Se non fossi salita in macchina quel giorno, se non avessi litigato con Justin, se non gli avessi chiesto di andarcene via dal bar, SE, SE.... non hanno risposta, è il Destino.
Tenevo il discorso fra le mani, ormai lo sapevo a memoria.
Mi alzai dalla panca e passai di fianco alla bara, deglutì e il cuore si fermò per un secondo per poi ripartire. Mi voltai verso la gente, gente tutta nera, tutti dall'aria triste. Mi sembrava un giorno sprecato, cercai il viso di Justin, mi metteva sempre coraggio, incominciai...
- Ho preparato un discorso, ma non siamo ad una cerimonia e mi accorgo solo ora che questi fogli non servono, se ho da dire qualcosa vorrei che le parole provenissero dal cuore. Tutti sanno che sono stata io a vedere per l'ultima volta Damon vivo, tutti sanno che Damon era quel ragazzo egocentrico e bullo che faceva stare male la gente ma un cuore ce l'aveva e mi dispiace averlo scoperto troppo tardi. Il giorno dell'incidente mi ha aperto gli occhi su molte cose, lui aveva dei sentimenti, aveva quel carattere buono, ma non voleva farlo vedere, voleva essere perfetto. Se non fosse successo tutto questo lui ora sarebbe felice di mostrare i suoi lati positivi perchè lui era positivo. A volte penso di essere la causa di tutto, penso che la colpa sia la mia, ma non voglio avere il rimorso per sempre. Damon sarebbe fiero di vedervi tutti qua, per lui. Mi aveva detto di sentirsi insicuro, mi aveva detto che voleva essere amato e noi adesso lo stiamo facendo, ammetto che mi mancherà, mi mancheranno i suoi occhi azzurri, mi mancherà il suo forte carattere e mancherà a tutti noi, ma ripeto che lui sarebbe fiero di tutto ciò. Grazie- sbattei le palbebre più volte per non far scendere le lacrime e far colare il mascara, anche lui nero. La madre di Damon abbozzò ad un sorriso di compiacimento, avevo fatto il mio dovere.
Justin mi diede un bacio in guancia.
- Hai colpito il cuore di tutti con quel discorso- mi disse Justin.

Alla fine del funerale la gentà andò a casa, era brutto vedere tutta quelle gente unita un attimo fa in chiesa e ora vederli andare via, domani tutto questo sarà già dimenticato.
L'aria era fredda e umida, come la mia anima. Avrebbero portato la bara al cimitero, non sono voluta andarci, non ero così in confidenza con la famiglia e quello era un momento loro.
Sentì toccarmi una spalla.
- Grazie per le parole che hai detto. Damon ci parlava di te- era il padre di Damon,
- Parlava di me?-
- Si, la tua personalità gli ricordava Caitilin-
A volte mi chiedo se sono Destiny o Caitilin, a tutti ricordo lei, io volevo essere solo me stessa.
- Sono sicuro che sarebbe molto fiero di te- continuò la madre,
- Lo penso anche io- dissi, mi diederò un abbracciò e salirono in macchina per andare al cimitero. Feci un sospiro, volevo ridere e divertirmi. I funerali non sono il tipo di "eventi" a cui partecipo.
- Stiamo insieme oggi?- chiesi a Justin prendendolo per mano,
- Dove vuoi andare?-
- In un posto tranquillo e felice-
- Sali in macchina-
Sapevo dove mi avrebbe portata.

Il cielo in periferia era più azzurro, più colorato. Era il nostro posto quello e nessuno ce l'avrebbe tolto.
Ci sedemmo a riva, misi la mia testa nell'incavatura fra il suo collo e la spalla.
- Perchè siamo tristi?- chiesi a Justin,
- Io non sono triste-
- Ti mancherà?-
- Molto, ma sono felice che tu sia qui-
Gli dieci un bacio veloce, di quelli veloci e furbi ma allo stesso tempo pieni di sentimenti.
- Vuoi fare una cosa folle?- mi chiese alzandosi da terra,
- Del tipo?-
Si tolse la maglietta e rimase in boxer, avevo capito la sua intenzione e non ero per niente d'accordo.
- Justin fa freddo, l'acqua è gelida, io non mi butto- dissi
- Ma non volevi divertirti?-
- Si, ma non così-
- Allora mi divertirò da solo!-
Prese la rincorsa e fece un tuffo in stile bomba, buttandosi in acqua. Era pazzo e io ero pazza di lui. La voglia c'era, volevo tuffarmi e scordarmi di tutto, stare abbaracciata a Justin nell'acqua gelida, ma ero più preoccupata di prendermi una polmonite.
Ci pensai per tre secondi, la vita è una, Damon mi avrebbe detto di farlo, se non lo faccio ora quando lo rifarò? Che sarà una polmonite, passerà. Mi ammalerò, ma vivrò lo stesso.
Rimasi in intimo, Justin mi aspettava con le braccia aperte. Il mio corpo emaneva calore. Presi la rincorsa anche io e mi buttai. Lo raggiunsi e lo strinsi a me. Ero felice con lui e lo sarei stata ancora per molto. L'inizio di una nuova avventura, la nostra.
- Promettimi una cosa, niente più bugie e segreti- gli dissi,
- Te lo prometto- Mi diede un lungo bacio, di quelli lunghi e romantici. Le nostre lingue s'incontrarono più volte, stavo bene, finalmente.
Io e Justin siamo una coppia, non perfetta, ma restiamo perfetti nei nostri difetti, siamo compatibili.
 


Spazio autrice:
Ragazzee, siamo giunte alla fine, si l'ho detto, LA FINE. La storia finisce qua, sigh......... Sono tristissima perchè ho raggiunto il mio obbiettivo. GRAZIE PER AVERLA SEGUITA, GRAZIE PER LE BELLISSIME RECENSIONI, GRAZIE DI AVERLA LETTA!
Tranquillee girls, nei prossimi giorni posterò una nuova storia, piena di avventure e misteri, l'ho già pronta, basta solo iniziarla. DITEMI CON UNA RECENSIONE COSA NE PENSATE DI QUESTO CAPITOLO E OVVIAMENTE DI TUTTA LA STORIA! Un bacio, alla prossima storia. Giorgia.
Ps: Rimanete sintonizzate sul mio profilo, a presto la nuova storia!

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