Aimer...

di Pando91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo capitolo ***
Capitolo 2: *** Secondo capitolo! ***
Capitolo 3: *** Terzo capitolo! ***
Capitolo 4: *** Quarto capitolo! ***
Capitolo 5: *** Quinto capitolo ***
Capitolo 6: *** Sesto capitolo! ***
Capitolo 7: *** Settimo capitolo! ***
Capitolo 8: *** Ottavo capitolo! ***
Capitolo 9: *** Nono capitolo! ***



Capitolo 1
*** Primo capitolo ***


Wecome To PageBreeze

Aimer...

 

 

 

 

 

"Perché crogiolarsi nel dolore e dimenticarsi di vivere?"disse Hermione, di fronte alla figura intatta di Harry

 

"Perché non farlo allora?" rispose lui con voce sommessa.

 

Hermione era seduta di fianco a Harry, che si guardava i piedi rabbioso. La Sala Comune era vuota, c'erano solo loro due, il fuoco ormai spento. Erano circa le nove di sera....

 

"Perché, vedi, ci sono tante altre cose al mondo da scoprire, da amare, da compiere...perché dimenticarsi di vivere?" ripeté Hermione fissandolo

 

"E se io non ne avessi voglia? Se io non volessi più vivere?" si alzò, tremante, fece due passi verso il fuoco

 

"Non puoi farlo...devi vivere! Ci sono ancora una miriade di persone che hanno bisogno di te, là fuori..Silente non avrebbe voluto..."

 

"Cosa ne sai tu di cosa vuole Silente?" la interruppe Harry voltandosi verso di lei..

 

"Non lo so, è vero, ma lo penso! Penso che lui non avrebbe voluto che tu ti rinchiudessi in una stanza senza una vita, senza niente, senza nessuno"

 

Erano ormai più di due mesi che Harry se ne stava nella stanza delle necessità, senza desiderare altro che stare solo, senza nessuno che gli chiedesse come stava o cosa aveva. Ma Hermione aveva deciso che era il momento di smetterla..Silente era morto, ma lui, lui non era morto e non poteva far finta di esserlo..

 

"è quello che voglio..." rispose lui calmandosi un pò

 

"Ma non è vero...è quello che pensi di volere...ma non è quello che vuoi"

 

"Ma tu pensi di sapere tutto? Pensi che solo perché sei intelligente, puoi capire come mi sento io?" urlò Harry, non facendocela più a trattenersi

 

"Perché non me lo dici allora?" gli rispose Hermione

 

"Te lo devo dire? Ti dovrei scaricare addosso tutto quello che provo....bene se è così lo farò...! Tu non sai cosa si prova a perdere una persona tanto vicino a te, che era come un padre! Come fai a saperlo? Come fai a capire quanto odio provo per Voldemort? Lui ha ucciso i miei genitori, il mio padrino, ha fatto uccidere Silente....Odio, è quello che provo, rabbia, disprezzo, voglia di smetterla con questa vita dove provo esclusivamente dolore, perché allora mi chiedo dovrei continuare a viverla...perché?" e in quel momento tutto il dolore che provava e tutta la voglia di piangere, esplose. Si sedette sul divano, piangendo tra le braccia di Hermione....

 

E lei che lo accolse, con le lacrime che le rigavano incessantemente il viso. Gli accarezzò i capelli, e gli diede un bacio sulla fronte. Lui continuò ad essere scosso da piccoli singhiozzi..stettero lì per circa un'ora...poi Harry si staccò dal suo abbraccio...

 

"Scusa.." disse lui, guardandola fissa negli occhi

 

"E di cosa? Harry, era questo che volevo. Volevo farti capire che ne valeva ancora la pena di piangere, che vale ancora la pena di vivere e di combattere...Non servirebbe a niente nascondersi dietro a una porta di legno per restarci per tutta la vita..." concluse lei, un piccolo sorriso increspò le labbra della ragazza

 

"Grazie..." rispose lui. In quel preciso momento capì che Hermione ci sarebbe stata sempre per lui..Capì che doveva riprendersi e doveva, come aveva detto lei, combattere.

 

*****

 

"Harry!" Ron si alzò dalla panca la mattina dopo sorpreso per la comparsa del ragazzo..

Non sapeva ancora niente e per ora Harry aveva solo voglia di stare con loro senza dare spiegazioni a nessuno. L'intera Sala Grande si era voltata nella sua direzione all'urlo di Ron, e adesso il silenzio era calato nella stanza.

Le facce di quelli che lo conoscevano meglio degli altri erano distese in un sorriso piene di speranze, quelle di chi invece non lo conosceva avevano uno sguardo sorpreso e di chi non aveva capito ancora bene il perché della sua reclusione.

Altre ancora, come quella di Malfoy, avevano uno sguardo di pura indifferenza e ripresero subito a fare colazione. Anche Ginny lo stava guardando e intuì che l'aveva perdonato per il male che le aveva fatto, lasciandola. Adesso stringeva la mano ad un Neville nervoso, anche lui girato verso Harry.

Hermione era di fianco a lui, si diressero insieme verso il tavolo dei Grifondoro. La sala man mano divenne di nuovo rumorosa, anche se diversi continuarono a guardarlo. Si sedette vicino a Ron e incominciò a parlare scherzosamente come avevano fatto per anni, come se quello che era successo fosse ormai cancellato, dimenticato.

Hermione li guardava sorridente.

Era riuscita a tirarlo fuori da un lungo corridoio, era riuscita a fargli aprire la porta che stava alla fine di questo, era riuscita a fargli capire che lei per lui ci sarebbe sempre stata, in ogni momento, in ogni situazione. Ron ci aveva provato molte volte, senza mai riuscirci, ma comunque ci aveva provato e sapeva che a Harry quello faceva molto piacere.

Prese forchetta e coltello e incominciò a mangiare. Harry fece lo stesso, mangiando per la prima volta da mesi, con gusto.

 

"Cosa abbiamo oggi alla prima ora?" chiese Ron del tutto estraneo dell'orario

 

"Abbiamo pozioni" rispose Hermione subito

 

"Oggi non ne ho proprio voglia" disse il ragazzo mettendosi in bocca un grosso pezzo di bacon

 

"Ron...lo sai che devi recuperare..l'altra volta hai preso un brutto voto..lo sai" esclamò Hermione con un'aria un pò irritata :era sempre lo stesso

 

"Si si , lo so.." il rosso stranamente aveva accettato il rimprovero della ragazza senza dire nulla.

Allora era un pò cambiato? Si chiese Harry cercando di immaginarsi un Ron studioso...

Subito una ridarella lo prese, ma per fortuna gli altri non se ne accorsero.

 

"Come mai così buono?" esclamò Harry, dopo essersi ripreso da quell'attacco improvviso

 

"Semplicemente perché non ho voglia di litigare, anche se lei fa di tutto per farlo" lanciò uno sguardo ferito e irritato verso Hermione

 

"Oh certo...e così sarei io quella che vuole litigare.." la ragazza si scaldò improvvisamente

 

"Certo...devi sempre infilare il coltello nella piega.." detto questo prese il coltello più vicino e lo ficcò con ferocia nel bacon..

 

Hermione incominciò a spiegargli che lei lo faceva per il suo bene e basta, ma a quanto pareva Ron non voleva capirlo...A questo seguì una delle loro solite litigate....

Sempre i soliti, incapaci di stare più di cinque minuti senza litigare...Ma a Harry questo non dette fastidio...Era così abituato al silenzio della stanza delle necessità che si divertì ad ascoltarli, mentre battibeccavano. Dovette però interromperli, avvisandoli che dovevano andare nel sotterraneo, per la prima ora di lezione.

Mentre attraversavano il corridoio, si rimisero a discutere...Gliene fu grato, dato che poté pensare a loro due.

Nei mesi della sua assenza si erano messi assieme? Era una domanda che si faceva già da ieri notte, ma non riuscì a trovare nessuna risposta. Non gli sembravano cambiati, ma infondo cosa ne poteva sapere lui? Dopo ieri sera si accorse che il suo modo di guardare Hermione era cambiato. Si accorse di quanto era cresciuta in quegli anni, di come si fosse alzata e di come le sue curve si erano formate. Colto da questi improvvisi pensieri, si costrinse a riemergerne per poter ascoltare la discussione degli amici.

 

"Perché non cresci un pò?" gli rispose Hermione. Harry non avendo sentito tutta la litigata, si era perso dei pezzi e adesso cercava di capirci qualcosa.

 

"Non vedi, sono cresciuto.." abbracciò con un gesto della mano il suo corpo, evidenziandone il petto

 

"Non in quel senso...io dico qui dentro" mise un dito sulla fronte di Ron, puntellandogliela..

 

"Beh, quella...quella è a posto!" rispose lui, con una certa sicurezza..

 

"Se lo dici tu!" esclamò lei.

 

Presa dalla irritazione, il libro di pozioni che aveva in mano le cadde e un rumore sordo investì le lunghe scale che stavano scendendo...

Harry si chinò veloce per prenderglielo, Hermione aveva fatto lo stesso. Le loro mani si incontrarono e quella del ragazzo finì su quella della ragazza. Ron sbuffò, mentre i due si guardarono in un modo strano.

Harry tolse la mano e si alzò, Hermione fece lo stesso distogliendo lo sguardo dal moro, con imbarazzo.

Harry non capiva come un gesto così semplice gli aveva fatto provare emozioni tanto forti. I

nfondo le loro mani si erano sfiorate, tutto qui. Arrivarono nell'aula dopo cinque minuti, Ron non si era accorto di niente...E lo poteva capire, si erano solo chinati insieme per raccogliere un libro.

 

*****

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Capitolo 2
*** Secondo capitolo! ***


Note autrice: allora sperando che questo capitolo vada meglio del primo, vorrei fare due rigraziamenti:

Giorgia: grazie mille per i ringraziamenti. Sono contenta che tu abbia fiducia nella capacità nel portare avanti la storia e spero che questo capitolo ti piaccia. Grazie anche per avere praticamente recensito per "Il bivio"..sono contenta che ti sia piaciuta!! Buona lettura e grazie ancora!!

argentlam: grazie anche a te..spero che questo cap ti piaccia......diciamo che le cose si devono ancora ben formare..

Un ringraziamento va anche ai lettori che non hanno recensito..grazie di tutto!!!Ora...ecco a voi il secondo capitolo..



Secondo capitolo


Entrando nell’aula di pozioni, un’ odore acro li investì. Harry si portò una mano al naso e i due compagni lo imitarono, cercando con lo sguardo dei posti liberi. Mentre si dirigevano in prima fila, Ron andò da tutt’altra parte, prendendo posto vicino a Luna Lovegood. Harry guardò sbigottito la scena.
Non avrebbe mai immaginato che Ron avrebbe potuto fare un passo così grande. Solo l’anno scorso si era messo con Lavanda, facendo ingelosire alla pazzia Hermione. Preso da questi pensieri guardò la ragazza. Lei aveva il volto contratto in una smorfia, ma solo perché nell’aula circolava un’ odore di chiuso e di stantio.
Harry le rivolse uno sguardo interrogativo.
“Si sono messi insieme” la sua voce era un po’ dura
“Ma…ma..”
“Oh Harry smettila di balbettare, è successo e basta, non chiedermi il perché…non lo conosco” portò dei libri sul tavolo, posandoli un po’ meno delicatamente del solito..
“Tu come stai?” capì dallo sguardo omicida di Hermione che aveva fatto la domanda sbagliata
“Perché me lo chiedete tutti? Non capisco, io sono contenta per lui e basta. Con queste domande mi fate solo innervosire..”.
In quel momento il professor Lumacorno attraversò l’aula, zoppicando. Era pallido, stanco e il suo viso non era il solito. Trasmetteva una grande sofferenza, non più felicità e gioia. I capelli bianchi erano disordinati, così come i vestiti, che ricordavano vagamente quelli di Lupin. Prese posto nella cattedra e incominciò a fare l’appello. La voce era mogia ed era come se non volesse uscire dalla gola. Dopo parecchi nomi fu la volta del suo.
“Potter” Alzò lo sguardo in cerca del ragazzo..Il suo viso ad un tratto divenne più colorito e zampettò fino a dove si trovava Harry, con un sorriso compiaciuto stampato in faccia.
“Bentornato..Sono felice di rivederti in un momento così importante e sofferente nel mondo magico” la sua voce aveva ripreso la sua solita tonalità, forte e gioviale.
“Già” il ragazzo riuscì a dire solo quello.
Lumacorno ritornò, dopo un lungo sguardo, alla cattedra e finì di fare l’appello.
“Ma cos’ ha fatto?” disse sottovoce Harry per non farsi sentire, Hermione si portò più vicina. Poteva odorare i suoi capelli, poteva riconoscere uno dei suoi profumi preferiti…Chiuse gli occhi e assaporò i suoi crini castani. Quando li aprì, Hermione non si era accorta di quel stato di trance in cui era piombato per pochi secondi..
“Non lo so, penso che l’Ordine si stia portando via la sua vita” sospirò guardando con tristezza il professore
“Anche lui fa parte dell’Ordine?” Harry si ritrovò sorpreso di quella informazione: sapeva che Lumacorno non avrebbe mai voluto partecipare all’Ordine, non che non fosse coraggioso o che avesse paura, ma lui era più un tipo da..”cattedra”.
“Si..penso che l’abbia fatto per Silente..” Appena pronunciata l’ultima parola Hermione si portò una mano alla bocca, maledicendosi di non stare mai zitta..
“Scusa” posò gli occhi sul calderone, che pian piano si stava riempiendo dei vari ingredienti che servivano per la pozione che dovevano affrontare in quell’ora.
“Tranquilla…comunque, perché pensi che l’abbia fatto per Silente?” un brivido lo percosse: non avevano ancora affrontato del tutto l’argomento e in quel momento non aveva voglia di farlo..
“Perché, insomma, credo che erano molto amici e dopo la sua…morte..ha deciso lui stesso di unirsi all’Ordine..”
Il ragazzo fissò a lungo Lumacorno, poi gli venne in mente la sua camminata.
“Secondo te perché zoppica?” la stava bombardando di domande, ma non gli importava, voleva sapere il più possibile. Hermione in tutto quel discorso non aveva ancora alzato la testa dal calderone: riusciva a pensare in ogni situazione. A questa domanda però alzò gli occhi sul ragazzo e aspettò un po’ di secondi, prima di rispondere.
“Ho saputo che ha affrontato un Mangiamorte..” tirò un sospiro e continuò fissando lo sguardo curioso di Harry “..questa è la causa del male alla gamba….Una cosa è certa però: non hanno trovato il corpo del Mangiarmorte..”
Il cervello di Harry continuava a cercare un qualsiasi risposta a questo perché e gli venne in mente solo una motivazione.
“Tu vuoi dire..che potrebbe essere sotto la maledizione Imperius?”
Hermione sospirò. Questa volta lasciò perdere per un attimo la pozione, messa a bollire, dedicandosi completamente alla conversazione
“Per me è l’unica risposta ragionevole…Lumacorno è bravo con le pozioni, ma non se l’è mia cavata benissimo con gli incantesimi.”
“Ma perché allora l’Ordine non lo caccia?”
“Perché ha molti contatti, li sta aiutando e poi cosa gli dicono se lo devono cacciare? No, non possono farlo…Comunque gli stanno sempre alle calcagna per vedere se succede qualcosa e fin’ora non è accaduto niente” con un gesto fulmineo spense il fuoco sotto il calderone, accortasi che la pozione stava per fuoriuscire.
Fissando per un attimo il professore, Harry incominciò la sua prima ora scolastica di pozioni, senza l’aiuto..di “nessuno”.

****

Harry, Ron ed Hermione stavano attraversando il corridoio che li avrebbe portati alla Sala Grande, per pranzo.
Mentre camminavano con un’inanimata lentezza, videro da lontano Malfoy, appoggiato con le spalle al muro. Il suo sguardo era freddo, impassibile come sempre. Il suo aspetto era trascurato, ma sicuramente meno dell’anno scorso. Harry non aveva alcuna intenzione di proferire parola con il ragazzo, e seguito da Ron ed Hermione gli passò velocemente davanti. Poté notare però con sua profonda sorpresa, che sorrise alla ragazza. In quel momento la sua freddezza si sciolse, come la neve al sole.
“Cosa fa adesso Malfoy?” Harry si chiese come in così poco tempo potessero cambiare tante cose..
“Anche lui, come noi, ha preso parte all’Ordine” rispose Ron con aria di indifferenza. Frugò nelle tasche e estrasse un oggetto strano e incominciò a giocarci: il discorso non lo interessava affatto..
Harry rimase ammutolito da quella notizia: tremendamente sconvolgente.
“Ma…come mai? Cos’è successo?”
“Dopo che Piton fece quella cosa terribile, Draco si accorse di aver fatto un grande errore e chiese aiuto, anche se malvolentieri, a Lupin. Così entrò nell’Ordine…una gran cosa..” questa  volta fu Hermione a rispondere
“Ma scusa non potrebbe essere stato mandato apposta da Voldemort?”
Ron si fece cadere l’oggetto dalle mani, al nome appena pronunciato
“Oh Ron dovresti incominciare a chiamarlo anche tu con il suo vero nome…non capisco i maghi che non lo fanno, è solo una stupida parola.” S’interruppe un secondo prima si proseguire. Ron aveva storto il naso, ma la ragazza non se n’era accorta.
“Prima di farlo entrare nell’Ordine, gli hanno fatto bere il Veritaserum con il suo consenso e hanno capito che non era stato mandato da Voldemort.” Harry rimase un po’ a pensare prima di fare un’altra domanda.
“E quindi voi siete dovuti andarci d’accordo? Perché insomma vi sarete visti nelle riunioni…”
“Io non ci voglio avere niente a che fare con Malfoy” Ron s’intromise nella conversazione
“Perché non capisci quanto sia cambiato” disse Hermione stizzita
“Ah è vero tu lo sai quanto è cambiato..!” un vena di irritazione si intrufolò nelle parole del ragazzo
“Si…davvero voi non sapete quanto sia diverso. Anch’io all’inizio non l’ ho presa bene, ma comunque ho incominciato a rivolgergli la parola, e non era il Malfoy di sempre.”
Era strano vedere Hermione che proteggeva il ragazzo che avevano sempre odiato, e che lo giustificava. Come faceva ad essere cambiato così tanto? E comunque prima non sembrava molto disposto a stringere amicizia. Nemmeno Harry lo era, anche se forse gli avrebbe dato una seconda possibilità. Rimasero in silenzio fino a quando non raggiunsero la Sala Grande. Presero posto tra il tavolo di Grifondoro e incominciarono a mangiare. Solo Malfoy stava nel corridoio, con le braccia incrociate sul petto, ad osservare il tavolo dei Grifoni. Il ritorno di Harry, non aveva sortito un effetto positivo.


****    

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Capitolo 3
*** Terzo capitolo! ***


Salve a tutti, sono stata molto contenta delle vostre recensioni, forse ci ho messo un pò di tempo per postarlo, e per il prossimo forse ci vorrà circa una settimana, anche se spero di finirla prima...(tutta colpa della scuola!)
Adesso passiamo ai ringraziamenti:

argentlam: Grazie per la recensione...spero che questo capitolo ti piaccia...il primo sarà praticamente quasi tutto su Draco...!

Giorgia: grazie mille per i complimenti...cmq il rating è anche Hermione/Draco ma tra loro ci sarà una piccola cosa...spero che questo ti piaccia.!

Angel and Dani: Ciao...grazie per le recensioni che hai lasciato alla mia storia. Comunque anche i miei rating preferiti sono Draco/Hermione, Harry/Hermione..ed è per quello che li ho messi tutti e due nella storia...grazie ancora!!:))))

Dreamer 1989: Già...hai ragione..è tutto un casino..ma spero di gestirmelo al meglio, senza fare errori,..grazie per la recensione..spero che questo ti piaccia!



Terzo capitolo


Draco Malfoy se ne stava sdraiato sul divano della Sala Comune dei Serpeverde. Pensava. Ormai era diventata un’abitudine.
I suoi “amici” se così li poteva chiamare, non erano ritornati ad Hogwarts dopo la morte di Silente. I genitori troppo preoccupati per la vita dei propri figli li avevano obbligati a restare alle loro case, al sicuro. Non capivano che ormai nessun posto era sicuro, nessun antro, nessuna caverna, nemmeno nessun angolo erano al sicuro dall’oscurità che stava calando sull’intero mondo magico.
Quanto a lui, non avrebbe mai pensato di ritornare a casa.
Il silenzio aleggiava nella sala. La forma intatta del ragazzo, curvava la linea dritta del divano.
I capelli biondi ormai flosci, non più vigorosi, i lineamenti duri rimasti tali, gli occhi scongelati: un cambiamento reale.
Il gelo che si scioglie alle porte della primavera, appena sorta. Il ghiaccio trasformato in neve, poi in pioggia, rimasto ancora freddo, ma con una parvenza di caldo nata in quei mesi precedenti.
E tutto questo grazie ad una persona.
Non avrebbe mai potuto immaginare di poter essere grato a Hermione Granger. L’unica persona che aveva capito realmente e alla perfezione quello che voleva e quello che era. L’unica persona che sapeva quando doveva tacere per consentirgli di pensare, l’unica persona che era in grado di capire quanto per lui fosse importante il non essere quello di prima, il non voler provare le stesse emozioni dure e gelide di prima. E forse l’unica che era riuscita a far innamorare Draco Malfoy. Si, può sembrare insensato, ma darà questo effetto ai soli che guarderanno da dietro, da lontano, dal dietro le quinte. Lui era cambiato veramente, e l’unica persona che per ora lo sapeva era quella che amava. Draco Malfoy amava Hermione Granger.
La amava con tutte le sue forze, sentendo che senza di lei non avrebbe potuto resistere. Era come una droga, una droga che però non poteva comprare, che non poteva sempre avere vicino, a portata di mano.
Si alzò, seguito da quei pensieri. Attraversò il buco della Sala Comune per dirigersi ad una nuova lezione, che si prospettava alquanto noiosa, di Trasfigurazione.
Entrò nell’aula con un leggero ritardo, tutta la classe aveva preso posto nei soliti banchi e quando entrò diversi sguardi lo squadrarono da capo a piedi. Si trascinò fino all’unico banco rimasto libero, che con orrore, si accorse già occupato da Potter e la Granger. Si sedette rivolgendo uno sguardo che non trapelava emozioni ai due ragazzi. Lei le regalò un sorriso, non sapendo che anche solo un gesto simile faceva tremare di emozioni Draco.
Niente parole. Potter li stava guardando, in modo sempre più sorpreso. Draco quando si fu ripreso, fece altrettanto, scoprendo i denti bianchi in un sorriso sincero. Non un ghigno, non una smorfia, solo un semplice sorriso, che da mesi a questa parte era in grado di concedere solo a lei. L’ora passò veloce, senza intoppi. Appena Draco fu uscito dall’aula una mano lo riportò dentro in modo brusco. L’aula era vuota, e Hermione gli stava davanti.
“Ciao Malfoy!” disse lei con un tono un po’ nervoso
“Salve Granger..!” i loro modi di chiamarsi non erano cambiati, anche se il tono faceva comprendere che era come se fossero amici…e alla fine..lo erano.
“Senti volevo parlarti di una persona..” posò lo sguardo su di una sedia, senza mai toglierlo da lì: nonostante il fatto che il loro rapporto era cambiato lei provava sempre un po’ di imbarazzo.
“Di Potter?” mentre disse quelle parole si sedette su di un banco. Hermione rimase scossa da quell’affermazione..l’aveva già capito..
Si riprese e continuò.
“Esatto. Volevo dirti se potevi..ecco..fare almeno finta di essere cortese con lui..Non ha passato un bel momento..”
“Come tutti d’altronde..” fu interrotta dalla sua voce, che rimbombò nella stanza
“Certo..” fece Hermione riprendendo il filo della conversazione.."Come tutti…comunque saresti disposto a farlo?”
“Non è nella mai natura..” rispose Draco..
Ed era vero.
La sua natura era di essere un ragazzo che voleva tutto per sé, e anche se Hermione lo aveva un po’ cambiato, questo non doveva influire sulla sua figura..
Era pur sempre un Serpeverde..
“Lo so, Malfoy” la sua voce si fece un po’ irritata “ Ma te lo chiedo per favore, se non fosse importante eviterei tutto questo” si sedette sulla sedia provocando un grattare rumoroso sul pavimento.
Rimasero diversi minuti in silenzio. Draco doveva riflettere.
“Non è nella mia natura farlo..non posso” ripeté.
Scese dal banco con eleganza e si diresse verso la porta.
Ma di nuovo una mano lo bloccò.
Si voltò e vide un Hermione supplichevole. Non era un bello spettacolo. Un anno fa se fosse successa una cosa del genere l’avrebbe disprezzata, insultata, come faceva di solito. Ma erano passati troppi mesi ormai dall’anno scorso. Lui era cambiato, e forse avrebbe dovuto dimostrarlo..almeno a lei, per cui provava dei sentimenti al di fuori della sua portata.
“Ok” fu la sua risposta.
Hermione non aveva dovuto supplicarlo oltre, dato che Draco aprì la porta della stanza e ne uscì lasciando la ragazza con un sorriso compiaciuto.

*****

La Sala Comune dei Grifondoro era deserta.
Erano circa le undici di sera, e l’aria era gelida.
Un fuoco scoppiettava energicamente.
Un ragazzo se ne stava seduto su di una poltrona rossa, a fissare le diverse fiamme che si divincolavano nel camino. Erano passate solo poche ore da quando Hermione gli aveva fatto capire che la sua vita doveva continuare, ma il suo cuore era già in subbuglio. Forse l’assenza di sentimenti, oltre che la rabbia e l’odio, nella stanza delle necessità gli aveva fatto scordare cosa voleva dire amare, o provare gioia. Quel giorno era andato tutto per il meglio e le sorprese non erano di certo mancate. Era venuto a conoscenza di cose che non avrebbe mai creduto possibili e questo lo fece pensare più di quanto lui volesse. L’unica cosa che desiderava era infilarsi nel letto con il suo pigiama che da mesi non usava e dormire beato sotto le coperte calde, sapendo che al di fuori delle finestre si stava scatenando una tempesta. Ma non ci riusciva. Avrebbe passato una delle sue tante notti insonni. L’ennesima. Si portò una mano sulla fronte liberandola dai ciuffi ribelli che si ritrovava. La luce della luna rifletté i suoi occhi, verdi come un cristallo raro.
Ripassò con la mente la giornata che aveva passato. Si mise a ridere quando pensò alle solite litigate di Ron e Hermione. Ma il suo sorriso svanì quando i suoi pensieri si concentrarono sulla ragazza. Aveva evitato di pensarci per tutto il giorno, giungendo ad una conclusione: era impossibile. Come faceva a non pensare a lei? Quella domanda lo scosse, la amava? Amava Hermione Granger, la sua amica di sempre? La sua confidente maggiore? L’insopportabile so-tutto-io? Si mise di nuovo a ridere: era impossibile. Tutto quello a cui aveva pensato fin’ora era impossibile. Stentava a crederci, anche se era la verità. Malfoy nell’Ordine, Lumacorno ferito per colpa di un Mangiamorte.
Tutte cose che non avrebbe mai creduto possibili.
Fissò il fuoco e si immerse di nuovo in quei pensieri che non lo facevano dormire, quando una voce lo fece sussultare.
“Harry?” Hermione andò con passo lento verso il ragazzo, sedendosi sul divano a lato.
“Ehy..cosa ci fai alzata a quest’ora?” la guardò. Aveva il pigiama della scuola, troppo largo per i suoi fianchi, troppo per le sue curve. Faceva tenerezza e si accorse di come la vedesse bella e splendente.
“Potrei rivolgere la stessa domanda a te..” ripose lei, sdraiandosi sul divano
“Non riuscivo a dormire…” Nonostante fosse stato Harry a porre per primo la domanda, fu anche il primo a rispondere
“Anche io..” disse la ragazza colta da un piccolo brivido di freddo. Guardò fuori dalla finestra dove parecchi lampi trafiggevano il cielo, come le lame che trafiggono un corpo. Rimasero in silenzio senza aggiungere altro. Si capivano perfettamente, all’unisono avevano intuito che nessuno dei due aveva intenzione di parlare.
Dopo un po’ di tempo Hermione si addormentò accoccolata ad un cuscino, stretto al petto.
Harry si alzò, prese una coperta che si trovava lì vicino e gliela mise addosso con delicatezza. Lei si mosse appena. Il ragazzo, come ipnotizzato dal suo viso, le si avvicinò fissandola meglio. Era perfetta, almeno per lui lo era. Gli scostò un ricciolo castano dagli occhi, ora chiusi. Dopo pochi secondi, si rimise sulla poltrona a fissare il fuoco. E così anche lui cadde nel mondo dei sogni, facendo dei sogni a noi, dei dietro le quinte, proibiti.

*****

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Capitolo 4
*** Quarto capitolo! ***


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Salve a tutti, allora, mi sono messa sotto per continuare la storia, anche in questo capitolo non succedemolto, ma si vedranno i primi sintomi di gelosia da parte di Harry.

Ora passiamo ai ringraziamenti:

Giorgia: si lo so che in questo capito non succede gran che, più o meno era di passaggio...spero che questo ti piaccia..grazie per il commento, spero che non mi lascerai

AmOrEAlWaYs: Grazie per il commento,spero che ti piaccia il prossimo capitolo, sono contenta che la mia storia ti piaccia!!!!

Angel and Dani: queste due coppie mi piacciono molto, diverse ma belle ugualmente...spero che questo capitolo ti piaccia!! Grazie per la recensione!

Volevo infine ringraziare tutte le persone che leggono la mia storia e che non la recensiscono. Sarei comunque contenta se questi si facessero avanti e esprimessero la loro

opinione, che sia negativa o positiva, mi aiuterebbe davvero a crescere!!!! Grazie mille

 

 

Quarto capitolo:

 

Ron Weasley si svegliò di soprassalto.

Un brutto sogno, tutto qui. Il solito composto da ragni e altre creature da lui odiate.

Scese dal letto, ormai incapace di riprendere sonno. Si mise le ciabatte, e molto lentamente fece le scale che portavano alla Sala Comune. Giunto alla fine di esse vide due sagome, l’una distante dall’altra. Si stropicciò gli occhi ancora non pronti per affrontare la luce del mattino, per vedere meglio. Si avvicinò alla poltrona dove un Harry del tutto dormiente riposava, con un sorriso sulle labbra. Spostò poi lo sguardo dove si trovava Hermione. Prese un cuscino e sedendosi sul divano se lo portò sulla pancia. La luce penetrava nella stanza dalla varie finestre e illuminava il viso della ragazza. La osservò: quanto l’aveva amata? Quanto la gelosia lo aveva accecato quando stava con Krum? Sorrise a quei pensieri. Adesso non gli faceva più male vederla con un altro, e questo lo rendeva felice. Lo rendeva felice il fatto di aver trovato una persona che sapesse ricambiare i suoi stessi sentimenti. Luna era una brava ragazza e l’amore di Ron, per ora, era concentrato su di lei. La sua stranezza, il suo stare sempre sulle nuvole e il suo credere alle fandonie che il padre scriveva sul Cavillo, la rendevano alquanto speciale, come non era nessuna. Neanche Hermione. Lei era più razionale, era difficile che volasse con la fantasia: almeno era questo che credeva Ron. Stanco di aspettare il loro risveglio, prese il cuscino che teneva sulla pancia e lo lanciò ad Harry. Lo colpì in pieno viso, ed un grugnito infastidito uscì dalla bocca del suo migliore amico. Si girò verso il rosso, e vedendolo gli sorrise. Si stiracchiò facendo dei versi di rilassamento. Il suo sguardo era molto buffo e fissava Ron. Poi lo posò su Hermione. Prese il cuscino che gli era stato lanciato e fece la stessa cosa del suo migliore amico.

Lei aprì gli occhi.

Mandò uno sguardo inferocito al moro, che rispose con un sorriso sornione.

"Buongiorno" disse Hermione portandosi seduta. Non si era ancora accorta della presenza di Ron e il fatto di averlo così vicino, seduto sul divano, la imbarazzò un po’.

"Buongiorno..dormito bene?" disse lui, spostandosi un po’ di lato, per permetterle di mettersi seduta.

"Bene..e tu Harry?" un’aria preoccupata le animò il viso

"Mai dormito meglio.." le sorrise, come in quei lunghi mesi non aveva mai fatto..

Un sorriso splendente, che irradiò in un attimo il cuore della ragazza. Non sapeva cosa gli stava succedendo in quel periodo. Da quando era tornato Harry, provava emozioni nel stargli vicino, che prima non provava affatto. Ma aveva deciso di sopprimere quei pensieri, doveva riuscire a concentrarsi sulla scuola e sulla guerra, anche se le riusciva alquanto difficile.

"Che ore sono?" chiese poi, spostando la mente in una direzione diversa che non fosse un ragazzo moro.

"Non lo so.."ripose lui, vide che non si era tolto l’orologio per dormire, così riportò l’ora ai due amici "Sono le 7 e mezza.." sbadigliò rumorosamente, stropicciandosi i capelli

"Io vado..ci vediamo in Sala Grande" disse Hermione dirigendosi senza preavviso verso il dormitorio femminile, poi si fermò di botto e mentre guardava Harry disse " Dimenticavo, grazie per la coperta".

Il ragazzo ci mise un po’ per capire ciò che aveva detto, e di che coperta stesse parlando.

Poi si ricordò della sera prima quando in un attacco di dolcezza gliel’aveva posata sopra. Si imbarazzò un po’ per quel ringraziamento, non capendone però il perché.

 

****

Dopo diversi giorni arrivò la prima riunione dell’ordine.

Harry era abbastanza agitato, non sapeva dove si tenevano e in più in che modo.

Si trovava con Hermione nella Sala Comune. Ron, lì vicino, stava finendo i compiti che la ragazza in un atto di bonarietà gli aveva corretto.

Aveva la fronte corrugata e uno sguardo di concentrazione che a Harry facevano alquanto ridere.

Sorrise a Hermione,che arrossì lievemente, poi le fece la domanda che si poneva da quel mattino.

"Hermione, dove si terrà la riunione?"

"Prima si teneva in una classe dei sotterranei" lui fece un’aria sorpresa, chiunque li avrebbe potuti vedere!

"Ma.."

Hermione capendo lo interruppe.

"Tranquillo, hanno preso tutte le precauzioni necessarie..non sono così indiscreti…" poi continuò "Comunque adesso che tu hai lasciato la Stanza delle Necessità, penso che si terranno lì, deve ancora arrivare il gufo per avvisarci"

E in quel preciso momento sentirono un leggero picchiettio sulla finestra. Un gufo marrone con delle striature grigie si librava in aria con una busta attaccata alla zampa.

Fu Hermione ad alzarsi e ad andare a prendere la lettera.

Liberato il gufo, questi si allontanò.

La ragazza chiuse la finestra, il tempo era di nuovo gelido.

La aprì e lesse ad alta voce, nella stanza non c’era nessuno, dunque non aveva bisogno di bisbigliare.

"La riunione si terrà alle 8:00 nella Stanza della Necessità, sapete come fare ad entrare.

Remeus Lupin"

 

Chiuse la busta e frettolosamente la butto nel fuoco.

Erano le 8 meno qualcosa, loro avevano già mangiato in attesa della busta. Per questo la Sala Comune era deserta, erano tutti a cenare.

"Avevi ragione, allora" esclamò Harry.

"Bè, era, diciamo, abbastanza scontato.." fece lei, imbarazzandosi un po’.

"Io non ci avevo pensato, Hermione." Fece lui

"Neanche io.."disse Ron emergendo un attimo dalla correzione dei compiti

"Non avevamo dubbi.." sussurrò la ragazza ad Harry, lui le sorrise, cercando in tutti i modi di smettere di fissarla.

Ma era come avere il boccino a presa di mano e fare di tutto per non prenderlo.

Una cosa assurda.

La sua bellezza era così semplice.

I suoi capelli crespi raccolti in una coda, i suoi occhi color cioccolato, così dolci, e incapaci di vedere, però, quanto Harry le volesse bene, dal più profondo del cuore.

Ron lo distrasse da quei pensieri, che non avrebbero mai dovuto esserci, per Harry.

"Cosa?" disse il rosso, non avendo capito cosa avesse appena detto Hermione

"Niente Ron" rispose il moro, concedendosi così un attimo di silenzio.

"Hai finito?" la ragazza si avvicinò al rosso, guardando il lavoro che stava svolgendo.

Si sporse su Ron. E in quel momento lo stomaco di Harry ebbe qualcosa che gli fece un male terribile.

Vedere lei così vicina a lui, gli dava un fastidio tremendo.

Deciso ad allontanarli si alzò e disse con uno scatto rabbioso

"Sbrighiamoci…che tra un po’ incomincia la riunione !"

Si diresse vero il buco del ritratto della Sign. Grassa e se lo richiuse dietro. I due un po’ sorpresi, lo raggiunsero. Nel corridoi si sentiva soltanto il rumore dei loro passi.

Hermione gli si avvicinò con passo indeciso.


"Cosa succede?" gli chiese con uno sguardo preoccupato

"Niente…non voglio arrivare in ritardo" disse Harry, aumentando il suo passo.

Hermione continuò a fissarlo per diversi secondi poi spostò lo sguardo sui propri piedi.

Il moro sapeva benissimo che lei,Hermione,non aveva creduto a quella scusa, abbastanza ridicola, per giustificare un gesto di rabbia. Ron si chiedeva ancora cos’era successo, ma poi arrivati davanti alla Stanza delle Necessitò, quel pensiero scomparve.

****

 

 

 

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Capitolo 5
*** Quinto capitolo ***


Salve a tutti...mi sa che sono un pò più in ritardo del solito!! Mi scuso...è che ho perso totalmente la condizione del tempo. Comunque, nuovo capitolo, direi abbastanza interessante, nuovi risvolti, e nuovo personaggio. Avviso che non so ancora la fine di questa fan fiction...quindi man mano la invento..anche se ho un possibile finale.

Ora passiamo ai ringraziamenti:

Giorgia: Eh si, hai ragione, "io non ti lascio" starebbe bene detta da un ragazzo..ma non fa niente!!!:)..Comunque grazie ancora per la recensione..spero che questo capitolo ti piaccia..e scusa per il ritardo!
P.S penso che succederà qualcosa nel prossimo capitolo..ma non anticipo niente.

Argentlam: Zi, zi, Harry è geloso e lo sarà ancora per molto..credo! Comunque grazie per la recensione..per me è molto importante sapere che alle persone piaccia quello che scrivo..grazie!

Dreamer1989: Già...ci sono un pò di casini...e devo ancora sistemare tutti tranne Ron..che sta bene con Luna...Grazie per la recensione...spero che questo capitolo ti piaccia!!!!




Quinto capitolo:





Entrarono nella stanza, dove già parecchie persone erano sedute ad un lungo tavolo.

La stanza era quasi uguale a quando facevano le riunioni dell’ ES, semplicemente quella era più piccola e l’unica cosa presente era appunto un lungo tavolo di legno e delle sedie, poste sotto di questo.
Al loro arrivo la gente che stava chiacchierando tra loro, smise, per poter osservare i nuovi arrivati. Di certo non si sarebbero aspettati la comparsa di Harry. Non conosceva praticamente nessuno, a parte Malfoy, Tonks e Lupin.
Attraversò la stanza e si diresse a capotavola, dove era seduto il vecchio professore. Lui, sorpreso tanto quanto gli altri, in uno slancio di affetto che non gli si addiceva lo strinse in un abbraccio. Non disse niente. Quando lo lasciò, lo guardò con un sorriso.
Aveva delle occhiaie viola che gli attribuivano un’aria di stanchezza, che l’aveva sempre caratterizzato. Harry aveva immaginato che avrebbe preso lui il posto di Silente, come “capo dell’Ordine” se così si poteva definire. Era da un bel pezzo che non lo vedeva ed era contento che fosse stato proprio lui a stare al posto di Silente. Aveva fatto tanto, e ne avrebbe fatto anche in futuro.
Spostò lo sguardo su Tonks. La gente intanto aveva ricominciato a chiacchierare, come se non fosse accaduto niente. Harry gliene fu grato.
Tonks aveva i suoi soliti capelli rosa acceso, e un viso bonario. Anche su di essa si poteva intravedere la stanchezza del lavoro per l’Ordine, ma Harry pensò che dopo che Lupin aveva accettato di stare con lei, il suo umore fosse cambiato parecchio.

“Bentornato!” gli disse facendogli un sorriso

“Bè..grazie”

Era un po’ in imbarazzo…era strano stare lì, e ne era eccitato.
Voleva sapere come le cose andassero, cosa stessero facendo, e tutto il resto. Divenne impaziente quando dopo dieci minuti erano arrivati solo più due membri, che lui peraltro non conosceva.
Intanto Hermione si era seduta sulla sedia vicino a Malfoy, e questo lo fece ancora di più innervosire. Non si erano ancora detti niente, ma immaginò che per quanto lui fosse cambiato, l’uso della parola fosse rimasto lo stesso. Poche parole, tanti fatti. La cosa che però gli dava più fastidio era che si sorridessero così spesso, non li aveva mai visti fare una cosa del genere.
Quando Draco si accorse di essere osservato, alzò pian piano la testa.

“Ciao Potter” gli disse con un’aria un po’ troppo educata per essere la sua.

Decise comunque di rispondergli, anche se dentro di sé avrebbe voluto cancellare quel suo maledetto sorriso che le rivolgeva.

Era così…ebete.

“Ciao Malfoy” la sua voce era dura, e anche un po’ scocciata.

Hermione se ne accorse e si girò a guardarlo. Si alzò, lo prese per un braccio e lo portò in un angolo. Cosa le era preso? Quando erano ad una distanza a cui nessuno poteva sentire, gli sussurrò

“Mi puoi dire che diavolo ti succede?” era d’un tratto diventata irritata.

Harry decise di rispondere con il silenzio. Non aveva voglia di darle spiegazioni, soprattutto non di quel tipo.

“Non mi rispondi? Sono la tua migliore amica, dovresti parlare con me, confidarti, invece metti il broncio come un bambino..” gli lasciò di colpo il braccio che gli stava tenendo.

Harry a quel distacco improvviso si sentì, quasi, solo. Senza il suo contatto era come se fosse..spezzato in due. Sapeva che una parte della sua anima era in Hermione, ed era per questo che ne sentiva costantemente, da giorni, la mancanza.

La amava.

In quel preciso momento, senza alcun preavviso, capì di amarla.
La cosa lo fece spaventare talmente tanto che il suo cuore correva, senza fermarsi. I suoi battiti erano veloci, come quando una tazza ti scivola tra le mani, e tu con un gesto riesci a salvarla. Tiri un sospiro di sollievo, ma il tuo battito rimane veloce per almeno diversi secondi.
Il problema era che in quel caso non si trattava esattamente di una tazza, ma di una persona. Il problema era che non era una persona qualsiasi, come era stata Cho.
Ma era Hermione.
Era la sua migliore amica, quella con cui aveva passato sette anni assieme, a combattere. Cercò di allontanare quei pensieri dalla sua testa, anche se questi insistevano per colpirlo, e facevano di tutto per essere mostrati agli spettatori, e in quel momento la spettatrice era Hermione.
Riuscì in qualche modo a riprendersi.

“Niente..” disse lui cercando di allontanarsi in fretta, una mano però lo trattenne

“Cosa vuol dire niente?” la sua voce era un po’ acuta e si stava alzando lentamente.

Non poteva fuggire. La sua stretta attorno al suo braccio gli fece quasi fermare la circolazione.
 
“Hermione, non ho niente, davvero” fece con voce esasperata, guardandola supplichevole.

Ma lei non ne volle sapere.

“Non è vero. Ti conosco abbastanza per capire che non è vero. Anche prima quando hai fatto quello scatto di rabbia..non ti ho creduto. Devi dirmi la verità, Harry. A me puoi dirla.”

Finì la frase lanciandogli un sorriso. Ron aveva lo sguardo fisso verso di loro, e così anche Malfoy.

“Hermione..non posso farlo.”

Non poteva. Aveva tutte le ragioni per non dirle la verità. Non poteva uscirsene così, dicendo che la amava con tutte le sue forze. Se ne era solo lui accorto pochi minuti fa. E poi..sarebbe stato solo un altro problema. Ma lei non avrebbe mollato e lo sapeva. Il suo cervello stava cercando una scusa possibile da farle credere. Non gli piaceva affatto mentire ad Hermione. Non gli era mai piaciuto, anche se molte volte l’aveva fatto. Ma erano comunque sempre piccole bugie, bugie “innocenti”. Questa invece era bella grossa.

“Devi Harry..devi farlo” non allentò affatto la presa, ma continuò a stringere sempre di più.

In quel momento un’ entrata burrascosa gli arrivò in aiuto. La famiglia Weasley varcò la soglia della stanza, salutando con affetto quasi tutti i membri. Quando lo videro si diressero rapidi verso di lui ed Hermione.

“Adesso mi devi lasciare, Hermione”

Posò lo sguardo sulla mano, e lei la lasciò di botto, come se non fosse stata conscia di averla tenuta lì, tutto il tempo. Lei abbassò la testa, accennò un sorriso ai Weasley e delusa, si diresse vicino a Malfoy. Lui sospirò di sollievo: sapeva che prima o poi avrebbe dovuto darle delle spiegazioni, ma in quel momento desiderava soltanto incominciare la sua prima riunione, nell’Ordine.


****



Finiti i saluti e le varie presentazioni si sedettero tutti. Harry era agitato, non sapeva bene il perché. Non era altro che una riunione dove avrebbero parlato di turni e cose varie, niente di che.
Aveva fatto la conoscenza di una ragazza: aveva più o meno la sua stessa età e si chiamava Elizabeth. Il cognome l’aveva rimosso, era tipo Smith o qualcosa del genere, era comunque abbastanza comune. Aveva i capelli lisci, di un biondo luccicante.
Gli occhi di un azzurro ghiaccio. Era abbastanza alta, più o meno come Hermione, ma aveva un’aurea strana che aleggiava su tutto il suo corpo.
Era strana, aveva un strano modo di dire le cose, insomma uno strana che non si può spiegare. Si sorprese quando, mentre parlavano, gli disse che frequentava come lui Hogwarts, ma era una Serpeverde.

A questo punto si sorprese ancora di più.

“Oh..immaginavo che avresti fatto una faccia del genere..può sembrare strano, lo so. Mio padre e mia madre erano Grifondoro. Ci siamo tutti sorpresi quando io sono stata mistata nei Serpeverde. Ma comunque avendo vissuto sempre coni buoni, non potevo far altro che diventarlo anche io. I miei genitori mi hanno inculcato tante regole nell’infanzia. Mia madre era una strega molto brava con le pozioni. E io ho ereditato da lei questa capacità. Purtroppo però circa due anni fa, sono stati uccisi da due Mangiamorte. E quindi non posso far altro che odiare il tanto-signore-oscuro che mi ha portato via le uniche due persone che mi davano felicità. Per questo sono entrata nell’Ordine, la vendetta è bella, il perdono dicono lo sia ancora di più. Ma Voldemort non si può perdonare. Lui non lo farebbe.”

Concluse così il suo discorso.

Harry era rimasto affascinato da quelle parole. Capiva cosa provava, e questo lo fece sentire più familiare a lei che a chiunque altro, a parte i due suoi migliori amici. Se poteva ancora definire così Hermione.
Quel pensiero lo distolse da Elizabeth per qualche minuto. Solo il fatto che sapeva che in futuro, un futuro molto vicino, avrebbe dovuto parlarle, gli faceva stringere lo stomaco.
Per Harry era una situazione del tutto nuova, una novità inaspettata.
Colto da quei pensieri non si accorse che la riunione era incominciata. Si era perso poco, così riuscì a seguire il discorso senza troppi problemi.
Squadrò un attimo il lungo tavolo, per poter osservare alla meglio le persone che gli erano accanto. Solo allora si accorse che c’era anche Lumacorno. Il suo sguardo sembrava del tutto perso.
Hermione stava di fronte a Harry, vicino a Malfoy. Aveva la tipica espressione che il suo viso scatenava quando stava seguendo una lezione importante: era bellissima. Anche Malfoy la stava osservando, come se fosse stata l’unica fonte di luce in quella stanza.
Tutto quello che era intorno era semplicemente buio.
Distolse lo sguardo, e spostò l’attenzione su Lupin.

“Allora, i turni vanno bene?”

La sua voce era molto professionale. Molte teste annuirono, certe risposero “si” in un sussurro.

“Nessun avvistamento, niente di niente?”

Harry si ritrovò sorpreso per la seconda volta in quella giornata. Lumacorno si era schiarito la gola, e parlò, quasi con timidità.

“Io non ho visto nessuno…ma ho sentito delle voci che dicevano che dei Mangiamorte hanno ucciso diversi babbani, vicino a Londra. Non so quanto possano essere vere queste voci, ma comunque ci si può aspettare di tutto da quelli” disse l’ultima parola con profondo disprezzo.

Lupin annuì.

“Grazie professore..posso sapere dove le ha sentite queste voci?”

La sua voce aveva una dolcezza quasi mielosa, mischiata però con diffidenza.

“Ero alla Testa di Porco, c’erano due uomini seduti al bancone con i cappucci in testa. Bè..non mi sono insospettito..è un posto dove non va la gente normale..” concluse così, con un po’ di imbarazzo

Lupin annuì di nuovo con un cenno.

“Altro?” esclamò girovagando con lo sguardo sulle persone che occupavano il tavolo.

Harry alzò la mano, incapace di trattenere la sua curiosità..assomigliava quasi a Hermione.

“Si, Harry?” fece Lupin con incertezza.

“Ecco..volevo sapere come vanno le cose..cosa state facendo per combatterlo…”

“Vedi Harry, di lui per ora sappiamo solo che è molto lontano da qui. Non sappiamo dove si trovi, sappiamo però cosa sta facendo” fece una pausa e poi continuò.

Sguardi incuriositi quasi quanto quelli di Harry lo fissavano.

“Sta costruendo un esercito. Sta cercando di convincere creature potenti a unirsi a lui…Noi stiamo cercando di scoprire le sue mosse..ma non è facile. I turni variano da persona a persona, abbiamo diverse scorte che controllano il Ministero, e i luoghi comuni. Ma abbiamo poco e niente in mano, purtroppo” concluse con un’aria quasi sconfitta.

“Quindi cosa ci facciamo qua?”

La voce impertinente di Malfoy proruppe nel discorso. Aveva la solita aria strafottente e superiore che l’aveva sempre caratterizzato. Si chiese come Hermione potesse dire che era cambiato.

“Nessuno ti ha detto di venire” rispose Harry con la collera che stava crescendo.

La notizia che non avevano trovato ancora niente l’aveva deluso.

“Lo so. Ma pensavo che avevate qualcosa di importante, invece sapete solo organizzare turni e cose varie”

Malfoy emanò uno sbuffo che per poco non rimbombò nella stanza. Lupin sembrava non curarsi delle parole del Serpeverde, ma a Harry non facevano altro che farlo arrabbiare.

“Allora vattene, Malfoy”

Il suo tono sembrava che non ammettesse repliche, ma a quanto pareva Malfoy non l’aveva intuito.

Hermione spostava la testa l’uno dall’altro ogni qualvolta che uno dei due parlasse. Il suo sguardo era indecifrabile: per la prima volta non riuscì a capire cosa le passasse per la mente.

“Non posso farlo, Potter. Vorrei, ma non posso.”

Rispose lui spostandosi una ciocca di capelli dal viso.

“E perché mai non potresti?”

Harry si distrasse un attimo dall’obiettivo della riunione.
Le persone presenti non facevano altro che restare immobili a fissarli. Ron sembrava abbastanza soddisfatto della situazione: forse lo trovava divertente.

“Perché si, Potter, non mi devo giustificare con te”

Il silenzio si impose alle parole. Nessuno emetteva suono.

Fu il sign. Weasley a interrompere quella situazione imbarazzante.

“Credo che per oggi sia tutto, no Remus?” la sua voce era accogliente e trasmetteva il desiderio di tutti: mettere fine a quella riunione.

Harry si sorprese quando Lupin rispose. Sembrava come se si fosse assopito per tutto quel tempo.

“Si, credo di si. Vi avviserò quando ci sarà la prossima, e spero, che le discussioni personali vengano messe da parte, se non inerenti agli argomenti”

Si alzò e con un saluto rivolto ai presenti, se ne andò seguito da Tonks.
Gli altri membri li imitarono, dirigendosi al di fuori della stanza delle necessità.
Harry salutò con enfasi la famiglia Weasley, Fred e George gli regalarono degli scherzi,i signori Weasley invece gli fecero raccomandazioni da genitori.

Elizabeth invece non era ancora andata via. Stava mettendo a posto dei fogli, e aveva lo sguardo concentrato.

“Scusa…?Guarda che se ne sono già andati via tutti”

Lei alzò gli occhi e gli sorrise.

“Lo so. Rimango qua per finire un lavoro”

“Ok…bè ci si vede”

Harry uscì dalla stanza con un peso tolto, ma anche una profonda delusione. Niente di niente, e come se non bastasse Malfoy aveva deciso di non farlo vivere in pace, ma se solo avesse toccato Hermione, allora si che per lui sarebbero stati guai.


****


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Capitolo 6
*** Sesto capitolo! ***


Pagina sesto capitolo! Dreamer1989: Grazie per i complimenti..Non so ancora i risvolti di questa fan fiction..la scrivo quando mi vengono le ispiarazioni. Comunque delle cose che hai scritto sono giuste e azzaccate..(non ti dirò quali..l'effetto sorpresa è sempre il migliore). Spero che questo capitolo ti piaccia.....!!!

Giorgia: Mi dispiace ma Malfoy la toccherà..ci vuole per madare avanti la storia..purtroppo!!! Aggiornato.....spero che ti piaccia!

granger90: A me piace la coppia  Draco/Hermione..però io amo Harry/Hermione..sono un auror agguerrita!!! Grazie per i complimenti..dimmi se questo capitolo ti piace!!

argentlam: Già bè..siamo un pò indecisi sul da farsi..ma intanto in questo capitolo si capisco quali sono i sentimenti di Hermione! Spero che questo capitolo ti piaccia!




Quinto capitolo:




Hermione Granger sbatté i libri di pozioni su di un banco.
Un ragazzo biondo dietro di lei la fissava con uno sguardo sorpreso.
Si girò per guardarlo in faccia, con una smorfia di rabbia che le deformava il suo bel viso.

“Ti avevo chiesto una semplice cosa, Malfoy, e non sei riuscito a portarla a termine”

Quando concluse la frase il biondo fece di tutto per non incominciare a ridere.

“Che sarà mai successo?”

Le si avvicinò, con calma.

“Gli sei andato contro, l’ hai fatto arrabbiare. Ti avevo chiesto di comportarti diversamente con lui, e tu non sei stato capace di farlo.”

Hermione si passò una mano tra i capelli, come per calmarsi.

“Te l’avevo detto comunque che non era nella mia natura essere educato con persone che non apprezzo”

“Si, ma avevi anche detto che l’avresti fatto, con riluttanza, ma l’avresti fatto”

Si sedette su di una sedia, con un’incredibile stanchezza. In quel momento Malfoy provò un motto di tenerezza nei suoi confronti mai provato prima. Voleva prenderla e stringerla tra le sue braccia, donandole tutto il calore che aveva in corpo e l’affetto di cui aveva bisogno.

Ma appena incominciò ad alzare una mano, la ritrasse.

“Lo so, mi dispiace”

A quel punto Hermione alzò la testa, sorpresa.

“Cosa scusa?” fece lei.

Aveva capito benissimo cos’aveva detto, ma era rimasta incredula.

“Ho detto che mi dispiace”

Lei si alzò, lentamente, incredula.

“Grazie Malfoy”

Fu l’unica cosa che in quel momento le venne in mente di dirgli.
Sentire lui che pronunciava quelle due parole era una cosa gratificante.
Ormai i due erano l’uno di fronte all’altra.
Draco fece un passo in avanti, Hermione rimase immobile.
Non sapeva cosa fare.
Era troppo vicino per i suoi gusti. Si avvicinò ancora un po’. Le prese un mano, con dolcezza. Con grande sorpresa della ragazza la sua mano era calda. Era strano come avesse sempre immaginato che fosse fredda, come lui. In quel momento però non ci pensò su molto. Era paralizzata, non riusciva a muoversi. Come se una forza sconosciuta la trattenesse lì, come se volesse che lei stesse ferma per Malfoy, per facilitargli il compito. A quel punto il respiro di Draco divenne irregolare, aveva il cuore a mille, Teneva lo sguardo di Hermione fisso nel suo, non doveva lasciarlo, se no, se si interrompeva, lei sarebbe scappata via, e di questo ne era certo. Si avvicinò alla guancia e le diede un bacio dolce, quasi rassicurante. Il suo cuore a quel punto sembrava battere troppo velocemente per resistere. Era agitato, confuso, ma voleva farlo. Sapeva che sarebbe stato bello. Posò le sue labbra su quelle di Hermione,facendole aderire. Un bacio casto, niente di più. Quando la ritornò a fissare, vide che il suo sguardo era diretto dietro di lui. Seppe che qualcuno li aveva visti. Si girò, di scatto, facendosi male al collo.

Un ragazzo moro era fermo sull’uscito, con uno sguardo rabbioso e deluso.

“Harry”

Hermione disse quel nome in un modo così esasperato, che Draco le lasciò la mano.

Il silenzio bastava per descrivere ogni sentimento che provavano i tre ragazzi, in quella stanza.

Fu Malfoy a ferirlo, con una voce leziosa.

“Salve Potter”

Si allontanò da lei. Il suo sguardo divenne duro, feroce. Com’era suo solito. Ma dentro di sé, sentiva una fitta di dolore tremenda che sapeva non se ne sarebbe andata per un bel po’ di tempo. Credette che Harry si allontanasse, codardo.

Ma questi fece diversi passi in avanti, raggiungendo Hermione.
 
“Andiamo”

Fu la sola parola che sacrificò per quel momento. La prese per mano e la portò con sé, uscendo dall’aula.

Draco ebbe come un attimo di squilibrio. Si appoggiò allo schienale di una sedia e vi si sedette sopra. Incominciò a respirare affannosamente come se avesse trattenuto il respiro per diversi minuti. Si passò una mano tra i capelli. Questi si scomposero dal loro essere particolarmente unti, e divennero scomposti e non più uniformi. Solo una lacrima scese sul suo viso. Solo una. Ma questo basta per affermare con pienezza che Draco Malfoy è cambiato.


****

Harry Potter stava attraversando il corridoio in compagnia di Hermione.
La ragazza, incapace di proferire parola, stava in silenzio mentre dentro di sé le emozioni si facevano sempre più forti.
È possibile baciare una persona e non provare niente, e invece stringere la mano ad un’altra e provare tante di quelle emozioni da farti schizzare il cuore fuori dal petto? A quanto pareva lo era..e non era una bella sensazione.

Sentiva un qualcosa che la opprimeva, e non riusciva ancora a capire cos’era..

Decise di parlare..si sentiva in dovere di spiegargli cos’era successo.

“Non è come pensi”

“E cosa dovrei pensare?”

La sua voce era fredda come il ghiaccio.

“Vedi, è stato Malfoy a baciarmi..io non c’entro niente..non lo volevo..lo sai”

“No..non lo so”

“Lo devi sapere..se hai fiducia in me devi credermi”

A quel punto la rabbia che Harry provava in petto esplose.

La prese e la scaraventò con violenza contro il muro.

Non riusciva più a controllarsi.

“Oh certo. Non credi di dovermi dare delle scuse migliori?”

Hermione non riusciva a capire….

“Che scuse? Harry ti sto dicendo la verità!”

“Come posso crederti? Vi ho visti che vi baciavate: come dovrei reagire? Esserne contento e sorridere per la vostra relazione?”

Allentò la stretta che teneva la ragazza..le stava facendo male..e non voleva.

“Quale relazione? Harry…non ti capisco..Io non ho nessuna relazione con Malfoy..e non ci penso neanche lontanamente..lui è solo un mio amico..perché non mi credi?”

“Perché mi fa più male di quanto credessi..”

Hermione continuava a non capire…perché aveva avuto quella reazione? Avrebbe potuto immaginarla da Ron..ma non da lui.

“Male?”

“Si, male”

Aveva quasi una voce rassegnata. Harry pensò che forse era venuta l’ora di dirle cosa provava da mesi a quella parte..

“Io, Harry..continuo a non capire”

“Ma come?? Una ragazza così tanto intelligente che non riesce a capire una cosa tanto semplice??”

“Non si tratta di intelligenza qua”

Sbottò Hermione come ferita, poi continuò

“Sei te che ti spieghi male”

I loro occhi si incatenarono come per magia.
Dei brividi salirono la schiena della ragazza. Il viso di Harry si faceva sempre più vicino. Il suo cuore ebbe un colpo quando erano a soli pochi centimetri di distanza.
Il ragazzo si avvicinò ancora un po’.. poi però cambiò traiettoria.

“Dimmi la verità, Hermione”

Le sussurrò quelle parole con dolcezza nell’orecchio.
Pochi secondi prima la ragazza aveva avuto la sensazione che lui volesse baciarla: si ritenette una stupida per averlo solo pensato. Il corpo di Harry era schiacciato su quello di Hermione.
A quel contatto le venne la pelle d’oca.
Quando si fu ripresa riuscì a rispondere.

“Te l’ ho già detta, Harry”

Le loro voci erano sottili e basse, anche se nel corridoio non c’era anima viva.Uno sguardo sicuro trapassò il viso del ragazzo.
Prima che Harry si staccasse da quel contatto le disse

“Ti credo”

I loro cuori incominciarono a ritornare regolari mentre lentamente si dirigevano verso la sala comune.

Non sapevano però che un ascoltatore da dietro il corridoio aveva udito tutte le parole che avevano detto.

****







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Capitolo 7
*** Settimo capitolo! ***


Ok...mi devo,  come tutte le volte, direi, scusare per il pesante ritardo per l'aver postato questo capitolo. Mi scuso è che le ultime interrogazioni si fanno parecchio sentire.

Comunque direi di passare subito ai ringraziamenti:

granger90: Ciao..grazie per avermi lasciato questa recensione. Ora..penso che tra Draco e Hermione ci sia solo questo bacio, ma non ne sono ancora sicura. La fan fic viaggia da sola, non sono io a condurl, diciamo. Comunque Harry aspetterà ancora molto..credo. Grazie ancora.

Giorgia: Le tue recensioni mi fanno sempre più piacere. (Draco moro è veramente uno sballo). Comunque è una Harry/Hermione. è nata con questa coppia, e finirà con questa coppia, su questo non c'è dubbio.^^ Ora Malfoy la toccherà ma senza malizia.!!! Grazie per la recensione!

Dreamer1989: Grazie per i complimenti!! Comunque in effetti Harry è abbastanza combattuto. Spero che il prossimo ti piaccia....grazie ancora!

Mione09. Esattamente Draco. Comunqeu mi fa ancora più piacere sapere che ti piaccia anche se non è sulla tua coppia preferita, principalmente.Grazie ancora!

Emma: Grazie per i complimenti. Bè..tra Harry e Hermione ci dev'essere un'energia eletrizzante..spero di averla resa bene...Spero che questo capitolo ti piaccia..Grazie ancora per la recensione!

Vorrei ringraziare anche quelli che leggono e non recensiscono. Sarei comunque contenta se questi si facessero avanti e lasciassero un commento negativo o postitivo!!!




Settimo capitolo:





“Harry..lo dirai a Ron?”

Il moro e Hermione stavano seduti affianco sul divano della Sala Comune dei Grifondoro. Ciascuno ad una certa distanza l’uno dall’altra. Avevano passato ore senza parlarsi, non per una ragione propria, semplicemente perché non c’era bisogno di altre inutili spiegazioni.
Per quanto ne sapeva Harry, Malfoy l’aveva baciata, lei era rimasta paralizzata e poi lui li aveva scoperti. Almeno questo era quello che Hermione gli aveva detto. Lui le aveva sempre creduto ciecamente, ma quando li aveva visti così in intimità, tutte le sue sicurezze erano cadute, come scosse da un forte vento.

I suoi pensieri furono bruscamente interrotti dalla sua splendida voce. Non poté però risponderle adeguatamente, era ancora scocciato dalla brutta situazione.

“Non glielo dirò”

La sua voce era fredda. Non si voltò neanche per risponderle.

Hermione lo guardò male.

“Quando la smetterai di fare il broncio? E quando incomincerai invece a fidarti di me?”

La sua voce era alterata.

Provava una rabbia che non aveva mai sentito. Perché non doveva credergli?

“In questo momento, Hermione”

La ragazza ci rimase di stucco. La sua capacità di capire Harry al volo non era più la stessa e non conosceva il perché.

“Cosa vuol dire in questo momento?”

Cercò di prendere tempo.

“Vuol dire che ho deciso di crederti adesso..cos’è: non ti va bene?”

L’irritazione sopraggiunse nella sua voce, provocandogli un senso di insofferenza.

“No, se lo dici in quel modo”

Hermione, scocciata di stare lì a non concludere niente, si alzò e si diresse, stanca, verso il dormitorio femminile.

Fu una mano che fermò il suo cammino. Poté riconoscere, con enorme piacere, il tocco dolce di Harry.

Il moro la fece girare verso di sé. Il suo sguardo era intenso e penetrante. Era dannatamente bello, si ritrovò a pensare Hermione. Lui le fece un sorriso che sfiorava la tenerezza, ancora senza acchiapparla del tutto.

Il loro corpi, fasciati dalle uniformi scolastiche, si avvicinavano ogni centimetro di più.

Ma di questo nessuno dei due se ne accorse.

“Ti credo, ti credo, ti credo, ti credo, ti credo..”

Continuando a ripetere quelle due parole, incominciò a farle il solletico, dove più sapeva le avrebbe dato fastidio.

Hermione sorpresa, ma divertita, si mise a ridere.
Harry la accompagnò smettendo di ripetere quelle uniche due parole che per la ragazza significavano tanto. Dal tanto ridere caddero sul divano, Hermione sotto il peso di Harry. Non le dava fastidio. Emanava un calore che le riscaldava il cuore. Aveva un profumo di buono, la sua pelle odorava di buono.

Continuando a ridere, non accorgendosi ancora della posizione e della situazione in cui si erano cacciati, Harry peggiorò le cose.

Incastonò il suo capo nell’incavo della spalla di Hermione. Il riso si spegneva pian piano, dando origine a sguardi imbarazzati. Lei rimase immobile. Sentiva i muscoli delle braccia tirata, anche quelli della schiena: il Quiddich aveva recato i suoi buoni risultati.

Lui alzò goffamente la testa. I due si guardavano. Se uno, anche uno che non li conosceva, li avesse visti così, con quegli sguardi incantanti, avrebbe detto che l’amore era sbocciato.

Le sorrise, cercando qualcosa a cui pensare, che non comportasse il baciare quelle labbra morbide, che caratterizzavano il suo viso. Lei cercò, con scarsi risultati, di rispondergli, ma non seppe se riuscì nel suo intento.

Istintivamente Hermione, impaurita da quella situazione, gemette quasi nel dire

“è tardi Harry”

Lui, come scosso da un lungo sonno, restò a fissarla per pochi secondi poi si alzò, portando Hermione con sé in quel gesto.

“Hai ragione..buona notte”

Le lasciò la mano, che aveva stretto per aiutarla a rinsavire dalla posizione che aveva assunto sul divano.

Hermione annuì.

Tutti e due si diressero verso i rispettivi dormitori. Harry si fermò nello salire le scale. Lei fece pochi passi, poi si bloccò udendo la voce del moro dietro di sé.

“Hermione?”

La sua voce, questa volta, era riuscita ad avere tutte le sfumature che caratterizzavano la tenerezza e la dolcezza.

Lei non rispose, ma fece un cenno col capo.

Sapeva che se avesse parlato, dalla tensione, la voce le avrebbe fatto brutti scherzi.

“Ti credo”

Harry accennò un sorriso ed incominciò a salire le scale che portavano al dormitorio maschile.
Hermione rimase un attimo ferma, con un sorriso che increspava le sue dolci labbra. Poi imitò Harry.

Le uniche due persone che quella notte non riuscirono a dormire furono un ragazzo moro, che portava gli occhiali, e una ragazza dai capelli castani e dagli occhi color cioccolato.

****


Il mattino dopo la situazione era tornata alla normalità.

Harry, Ron e Hermione si diressero verso il sotterraneo. Entrarono nell’aula di pozioni dove già diversa gente aveva preso posto. Draco stava seduto su di un banco, da solo. Hermione non seppe che fare, le faceva così tenerezza che era quasi intenzionata ad andargli vicino. La decisione fu però presa da un altro, dato che un Serpeverde gli si sedette vicino. La ragazza tirò un sospiro di sollievo. Prese posto con Harry e Ron nei primi tre banchi.

Il moro le fece un sorriso, quando la bruna si volse verso di lui. Tra loro due era tornato tutto normale, e di questo Hermione ne era più che contenta. Ron sembrava aver capito tutto. Tutto quello che i due non avevano ancora compreso: si amavano. Decise comunque di non intromettersi.

Un Lumacorno ancora più stanco del solito attraversò l’aula. Delle occhiaie viola peggioravano il suo viso, pieno di rughe. La sua vecchiaia era messa in risalto dalla stanchezza, che pochi mesi prima era pura allegria.

Incominciarono la lezione. Il professore si scuso con la classe per non poter fare pratica, ma il misto di pozioni l’avrebbe solo reso più debole. Dopo diversi minuti Hermione sentì girare la testa. Vedeva un Lumacorno sfumato. Quattro erano le aule dove si trovava. Si appoggiò stancamente sul banco, senza respiro.

Fece molta fatica ad alzare la mano.

“Si, signorina Granger?”

Altro non sentì che una voce lontana dal suo udito.

“P-professore non mi sento molto bene..”

Senti gli occhi di tutta la classe puntati su di lei.

Lumacorno la scrutò, poi acconsentì alla richiesta.

“Sarà meglio che tu vada in infermeria”

Smarrito continuò a parlare, guardando la classe in cerca di qualcosa o qualcuno.

“Ti servirà un accompagnatore, credo. Malfoy, accompagni la signorina Granger in infermeria”

Draco si sorprese di quell’imposizione, ma non rifiutò. Si alzò e prese teneramente sotto il braccio un’Hermione quasi svenuta. Harry gli rivolse degli sguardi assassini, mentre si allontanava con il peso della bruna in spalla.

Uscì dalla classe. Lei aveva una corporatura sottile, e non pesava affatto.

“Granger?”

Il suo tono era, senza volerlo veramente, dolce.

La ragazza riuscì a malapena a distinguere quella voce.

“M-malfoy?”

“Esatto”

Lei sembrò riprendersi un po’, aprendo piano gli occhi. Continuò poi con un sorrisetto in faccia.

“Non serviva comunque sentirsi male, per stare dei minuti in mia compagnia”

Hermione sorrise a sua volta. La testa le girava ancora, ma si era ripresa un po’. Riusciva quasi a distinguere la figura statuaria di Draco.

“Eh, già Malfoy, non aspettavo altro”

Lo disse per scherzare. Sentì il suo braccio attorno alla vita. Questo le provocò dei brividi: aveva paura che riprovasse a baciarla. Ma si ritenne sciocca a pensarlo: aveva capito benissimo che lei amava un altro.

Il silenzio li seguì presente nei corridoi che portavano all’infermeria. Arrivati, Malfoy la posò con delicatezza su uno dei tanti letti vuoti. Le stese con cura le gambe e la guardò.

“Mi dispiace per il bacio”

Gli sfuggì quella frase senza alcun anticipo, si sorprese di se stesso.

Hermione sapeva che non era vero, sa aveva fatto quella cosa era perché lo voleva, ma rispose annuendo.

“Vedi, non so cosa mi sia. Sarà per la tua incredibile bellezza”

Hermione arrossì a quel complimento inaspettato. Le guance le si tinsero di rosso, un rosso incandescente.

“è tutto a posto Draco, stai tranquillo”

Il ragazzo si sedette sul fianco del letto.

“Ti senti bene?”

“Adesso meglio. Ti sarei grata se però chiamassi Madama Chips. Dev’essere solo stato un calo di zuccheri.”

Draco si alzò con pesantezza.

“Ok, la chiamo allora.”

“Poi ritorna pure in classe. Starò bene, tranquillo”

“Oh io sono più tranquillo di una pietra”

Draco riuscì a mascherare la preoccupazione che nel suo petto esplodeva ad ogni sua parola pronunciata. Decise di non dirle cos'aveva visto la sera prima.

Si chinò su di lei e le diede un bacio sulla fronte. Improvvisamente si chiese dov’era finito il Malfoy scorbutico di sempre. Con lei tutto riusciva ad essere diverso.

La ragazza rimase incerta a quel gesto. Sorrise di cuore, prima che lui sparisse dietro la pesante porta dell’infermeria.

Era davvero cambiato, su questo non c’erano dubbi.

****

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Capitolo 8
*** Ottavo capitolo! ***


E dopo sette capitoli è arrivato il momento fatidico

E dopo sette capitoli è arrivato il momento fatidico!!!! Un bacetto piccolo piccolo!

 

Spero che vi piaccia.

 

Ringraziamenti:

 

 

Dreamer1989: Quello di Hermione è un male passeggero dovuto allo stress. L’ ho introdotto solamente per Draco, che nel settimo capitolo risulta premuroso. Se lo meritava..povero! Grazie ancora per recensire ogni volta che aggiorno. Sono contenta che ti piaccia e grazie per i complimenti!

 

argentlam: Già..bè..questo capitolo penso che trasmetta un messaggio abbastanza chiaro. Spero che continui a piacerti e grazie per recensire tutte le volte! Grazie =D

 

Giorgia: Povera te davvero…!!! Comunque mi è sempre piaciuto Draco, sempre. Anche se insopportabile, irritante, scorbutico e “razzista”, l’ ho sempre amato. Per questo non riuscirei mai a scrivere qualcosa che lo faccia essere ancora  più cattivo di quello che risulta nei libri. Comunque grazie ancora per recensire tutti gli aggiornamenti. Spero che questo ti piaccia. Grazie!

 

granger90: è vero, la scena è molto carina. Draco se lo meritava. Grazie per i complimenti. Spero che questo ti piaccia.

 

emma: Adoro Draco nel capitolo scorso!!!!! Nulla in confronto a Harry..anche questo è vero!!! Grazie per la recensione!!! Spero che questo capitolo ti piaccia!!!!

 

 

 

 

Ottavo capitolo:

 

 

 

 

Hermione dopo poche ore di convalescenza ritornò nella Sala Comune dei Grifondoro. Madama Chip aveva detto che i sintomi erano di un calo di zuccheri dovuti a stress e le consigliò, o per meglio dire, “ordinò”, di mettersi a letto e di riposarsi per la durata della giornata che aveva di fronte. Harry era venuta a prenderla in infermeria appena saputa la notizia delle dimissioni e l’aveva accompagnata fino alla Sala Comune, con gentilezza e accuratezza. Hermione ne fu molto contenta. Nonostante Harry sia sempre stato un ragazzo educato, le sembrava che in quei gesti ci fosse qualcosa di più dell’essere solamente gentile: fantasie da “innamorati”, si disse.

 

Si, alla fine l’aveva capito.

 

Il soggiorno in infermeria le aveva dato modo di pensare alle varie cose accadute. E si poté solo chiedere come avesse fatto a non capirlo subito. Comunque non era una bella sensazione, e sinceramente sperava che quel sentimento svanisse, in modo da lasciarle solo un ricordo di quelle emozioni provate.

Harry però, dopo essere rimasta con lei per alcuni minuti, si ricordò di avere un appuntamento importante. In tutta fretta le diede un dolce bacio sulla fronte e poi sparì dietro la Signora Grassa.

La sua mancanza si fece prepotentemente largo tra le varie emozioni che le facevano dolere lo stomaco.

 

Che appuntamento era?

 

Distesa sul divano, dopo un’oretta circa si addormentò, lasciando la terra per il mondo dei sogni.

Mentre Hermione dormiva ancora, una pioggia si insinuò nel castello e nei dintorni, provocando diversi danni. Le nuvole cosparsero il cielo, colorandolo di grigio e nero. I lampi lo squartavano, creando voragini di diverse forme. Il vento continuava incessantemente a scuotere alberi, finestre lasciate aperte per dimenticanza e ogni oggetto veniva portato via.

Niente era mai accaduto ad Hogwarts da secoli.

 

Un brivido di freddo fece svegliare prepotentemente Hermione.

 

Quando aprì gli occhi, la prima cosa che vide fu un sorriso a lei familiare.

 

Si alzò a fatica, mettendosi seduta sul divano.

 

“Ehy”

 

Le disse Harry mettendole una coperta, per coprirla dal freddo.

 

“Ehy!”

 

Si stiracchiò le braccia e le gambe, riprendendosi pian piano dal sonnellino appena passato.

 

“Hai visto che tempo?”

 

Harry le indicò la finestra. Quando vide quella scena si strinse ancora di più nella coperta come se un secondo brivido di freddo l’avesse destata.

 

“Mamma mia!”

 

Esclamò la bruna rimanendo quasi a bocca aperta.

 

“Già, fa quasi paura. Ha detto Hagrid che non ce n’era uno così da secoli. Ma ha aggiunto che domani sarà tutto finito”

 

“Cos’è, Hagrid ha un pollicione che gli indica quando smetterà?”

 

Si sorprese di sé stessa per la domanda scherzosa.

 

Harry si mise a ridere, silenziosamente.

 

“A quanto pare!”

 

Anche lei si unì alle sue risate. Di certo la visione del pollicione del piede di Hagrid non era una bella cosa.

 

Hermione, quando ebbe finito di fissare la finestra, si ricordò dell’appuntamento.

 

“Allora, dove sei stato, che prima andavi così di fretta?”

 

“Avevo un appuntamento con Lumacorno. Volevo sapere qualcosa di più sull’Ordine, e dato che, oltre a voi, qua è l’unico che ne prende parte..”

 

“C’è anche Malf..”

 

Ma non riuscì a finire perché uno sguardo arrabbiato si insinuò negli occhi verdi del moro.

 

“Ok scusa”

 

La ragazza chinò la testa in segno di pace.

 

“Comunque dicevi?”

 

Continuò come se nulla fosse successo.

 

“Allora mi sembra molto strano: mi ha detto che non poteva riferirmi niente perché lui aveva missioni segrete da svolgere, a me sembra soltanto impazzito”

 

Harry era molto convinto della sua supposizione.

 

“Però è vero che ha altre missioni oltre partecipare all’Ordine. Comunque è molto cambiato, e sinceramente non vorrei scoprire che lui fosse sotto la Maledizione Imperius”

 

Hermione fece uno sguardo triste.

 

“Già, lo spero anche io. Sarebbe una perdita, ma soprattutto un pericolo”

 

Si guardarono per un attimo, poi distolsero lo sguardo, imbarazzati.

 

A Harry venne un’idea.

 

“Ascolta: che ne dici se, diciamo, lo andiamo a trovare ogni giorno?”

 

Hermione rimase a bocca aperta per diversi secondi. Il moro gliela richiuse, con dolcezza.

 

“Senti Harry..io non vorrei mettermi nei guai. E poi non credi che se si dovesse incontrare con qualcuno, lo farebbe in altri posti, invece che in un castello gremito di persone?”

 

“Su questo hai ragione, Hermione. Ma almeno provare”

 

Harry congiunse le mani in un gesto di preghiera. La bruna sbuffò.

 

“No, no e no”

 

****

 

 

Il giorno dopo il tempo era diventato normale, come Hagrid aveva supposto.

 

Alla fine Hermione, con grande disappunto, aveva accettato la proposta di Harry.

 

Riferirono il tutto a Ron, che eccitato, fece quasi cadere il succo di zucca sui pantaloni del moro.

 

“Sentite, io porterò sempre con me la Mappa dei Malandrini, in modo che possa controlla ogni volta che voglio”

 

Hermione storse il naso, ma non parlò.

 

“Cos’ hai?”

 

Disse Harry sbuffando.

 

“Niente, non mi sembra giusto, comunque..Fate voi”

 

“Dai, su, è per rendere la nostra vita un po’ più, come dire, avventurosa”

 

Ron fece un sorriso tirato, quando ebbe finito di sputacchiare porridge dappertutto.

 

“Se lo trovi avventuroso. Io lo trovo solamente sbagliato”

 

“Ne hai fatte tante di cose sbagliate con noi Hermione, questa non sarà né la prima né l’ultima”

 

Harry fece gli occhini dolci e la bruna abbassò l’ascia di guerra.

 

“Ok”

 

Si rimise a mangiare, con la testa bassa.

 

Il moro fece un gran sorriso.

 

Quel giorno stesso incominciarono a tenere d’occhio il professore. Facevano dei turni. Harry il mattino con Hermione. Ron voleva stare con Luna, quindi non era accessibile. La sera Harry e Ron, e il pomeriggio tutti e tre insieme.

 

Passarono i giorni e di Lumacorno avevano scoperto ben poco. E le cose che avevano scoperto erano futili.

 

Andava al bagno molte volte al giorno e la sera si vedeva con la professoressa di Aritmanzia. Non sapevano mai cosa facevano. Ma non diedero troppo peso a quel fatto. Succedeva due volte alla settimana.

 

Hermione aveva abbozzato l’ipotesi di un amore nato nella scuola, ma erano solo fantasie da ragazza.

 

Dopo un mese le loro ricerche non portarono a niente.

 

Una sera Ron arrivò da Quiddich stanco e sporco.

 

“Ho tutta la schiena a pezzi, non puoi andarci tu Hermione?”

 

La ragazza aveva accettato.

 

Harry era contento. Si accorse pian piano, in quei mesi, che gli piaceva molto stare in compagnia di Hermione. Sorrideva e la fissava, come un ebete. L’amore creava situazioni molto imbarazzanti.

Si diressero, con il mantello dell’invisibilità in mano, verso la Signora Grassa salutando energicamente un Ron, che dormiva già.

 

Ci si infilarono sotto, e incominciarono a percorrere i corridoi, nella scia abituale di Lumacorno, con la mappa in mano.

 

Le loro spalle a ogni passo si sfioravano. Erano in soggezione. Si scambiavano sguardi che lasciavano trasparire imbarazzo. Passarono pochi minuti che qualcosa li colpì alle spalle.

Harry prese Hermione e la protesse, appoggiandola al muro. Lumacorno si era girato giusto in tempo per vedere un Pix allontanarsi nel corridoio ancora illuminato. Dopo poco riprese il suo percorso.

I loro respiri erano l’uno di fronte all’altro. Harry si staccò dalla presa. Rimasero comunque ancora stretti in un abbraccio quasi soffocante. Si guardarono. Hermione lo guardava con occhi impauriti.

Lui, preso da una forza invisibile appoggiò lentamente le labbra sulle sue.

 

Non lo fece apposta.

 

Era solo che lei era così bella, a pochi centimetri dal suo mento, che non poté resistere.

 

Le loro bocche si confusero in un bacio casto, senza pretese.

 

Un bacio inaspettato, ma voluto.

 

Harry accarezzò i capelli bruni. Poi posò delicatamente una mano sulla sua spalla. Dei brividi lunghi e forti, continuavano a scorrere sulle schiene dei due.

 

Hermione gli cinse le mani dietro alla nuca.

 

Il bacio divenne più profondo.

 

A quel punto, come riscosso da uno stato di trance Harry riemerse dal mondo dei sogni.

 

Si staccò improvvisamente.

 

Si accorse che il Mantello dell’Invisibilità era scivolato per terra. Chiunque li avrebbe potuti vedere. Un senso di colpa crebbe nello stomaco nel moro. Prese da terra la Mappa del Malandrino anch’essa caduta, e raccolse il mantello.

 

“Scusa”

 

Il respiro adesso più leggero. Continuò.

 

“Io, non volevo. È stato uno sbaglio”

 

Hermione stette per sentirsi male. Si riprese. Aveva capito ormai che tra loro due non c’era più un’amicizia infantile. Lui provava le sue stesse e identiche cose.

 

Ma se voleva la guerra, lei gliel’avrebbe data.

 

“Hai ragione.”

 

Il suo tono distaccato e freddo fece trasalire un Harry ormai invisibile.

 

“Niente è successo”

 

Lei gli fece un sorriso tirato, quasi irritante.

 

Con passo malfermo tutti e due ripresero a camminare.

 

Avevano perso di vista Lumacorno.

 

 

****

 

 

 

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Capitolo 9
*** Nono capitolo! ***


Ok, spero che non mi uccidete

Ok, spero che non mi uccidete. So che ho fatto un ritardo assurdo. Ma da pochi giorni è arrivato un mio amico francese quindi non ho potuto scrivere. Questo capitolo non mi inspira, l’ ho scritto troppo di fretta. Spero comunque che un po’ vi piaccia. Per l’altro credo che bisognerà aspettare fino a dopo il 23..quando il mio amico ritorna in Francia. Per oggi è tutto.

 

 

Ringraziamenti:

 

 

Argentlam: Si è un passo avanti, che però porta ad una cosa non proprio bella! Spero che questo capitolo ti piaccia, scusa per il ritardo!!

 

Giorgia: É vero, il capitolo del bacio! Infatti le donne danno solo, difficilmente ricevono. Ed Hermione non è in questi tipi di donne! Scusa per il ritardo, e spero che questo ti piaccia!

 

emma: Grazie per i complimenti. Comunque già bè succede facilmente che tutto si creda sbagliato, anche se in verità è la cosa più giusta che si possa fare!! Spero che questo capitolo ti piaccia, e scusa anche a te per il ritardo!

 

Dreamer1989: Ti dico solo che puoi stare più che tranquilla. Comunque ho ricevuto la tua e-mail. Grazie ancora. Spero che questo capitolo ti piaccia! Scusa per il ritardo!

 

granger90: Nel senso della “guerra”, che non avrebbe ceduto ai suoi sentimenti, per esempio piangendo! Spero che questo capitolo ti piaccia. Scusa anche a te per il ritardo!

 

 

Ora vorrei ringraziare le persone che leggono e che non recensiscono! Spero che prima o poi lascerete qualche segno del vostro passaggio..please!!

 

 

Nono capitolo:

 

 

 

A causa di quell’ “inconveniente” riuscirono solo più tardi a recuperare le tracce di Lumacorno, il quale si trovava nella Torre di Astronomia.

 

Harry e Hermione non avevano parlato dell’accaduto, erano rimasti in silenzio lasciandosi trasportare dall’oscurità dei corridoi che ora occupava Hogwarts.

Il moro continuava a pensare e ripensare a quel bacio. Ripercorreva, senza volerlo, quei pochi secondi dove le sue labbra si erano posate su quelle di Hermione. Era stato maledettamente stupido. Perché sparare quella grandissima cavolata?

 

//Io, non volevo. È stato uno sbaglio//

 

Si continuava a maledire. Sentiva però che ora non poteva più tornare indietro. Lei aveva annuito, aveva accettato le sue parole. Harry però aveva capito che il sentimento che provava non era univoco. Lui l’amava, questo era certo. Aveva scorto nei suoi occhi tristezza, quasi disperazione. Non era ancora sicuro dei suoi sentimenti, ma se c’era una cosa che loro due erano tanto bravi a fare, era il fatto di capirsi subito. Attraverso uno sguardo, loro potevano fare un intero discorso, potevano intuire ed affermare tante cose. Per questo Harry l’aveva capito.

 

Era stato contento di quella scoperta, ma si era sentito talmente stupido che sarebbe tornato indietro nel tempo, per rimediare al tremendo errore fatto.

Comunque ormai si trovavano davanti alla porta dell’Aula di Astronomia.

Hermione si mosse verso il muro. Si accorse che la porta era stata lasciata aperta per sbaglio. Harry non ne era ancora al corrente perché stava guardando in tutt’altra direzione. Con difficoltà lo prese per un braccio e lo avvicinò a sé. La loro vicinanza la fece star male. Dovette sforzarsi di non stringere la presa perché se no, tanta era la sua rabbia, gli avrebbe sicuramente rotto il braccio. Lui non poteva capire il male che Hermione provava. Era questo che si continuava a ripetere la bruna.

Comunque si sforzò di rimanere calma, lasciandogli l’arto. Gli indicò, alzando il braccio, lo spiraglio della porta lasciata aperta. Harry sorrise, soddisfatto. Almeno avrebbero scoperto cosa succedeva in quell’aula, la sera.

 

Aprirono lentamente la porta. Ad ogni cigolio, il cuore di Hermione mancava un battito. Erano sotto il Mantello dell’Invisibilità, ma aveva lo stesso paura. Senza neanche accorgersene, prese una mano di Harry, facendolo sobbalzare. Lui fissò la stretta e la guardò quasi sorpreso. Il contatto gli fece venire dei brividi. La sua mano, nonostante facesse freddo, era calda e morbida. Aveva una stretta debole. Lei lo fissò per capire cosa avesse da guardare. Poi volse lo sguardo verso il punto che lui osservava con tanto interesse. Lasciò in fretta la mano di Harry, scusandosi, imbarazzata. A quella mancanza il moro ebbe un tuffo al cuore. Poi si riprese, continuando ad aprire lentamente la porta. Lo spettacolo che i due ebbero davanti non si poteva proprio definire “spettacolare”. Lumacorno e la professoressa di Aritmanzia stavano, diciamo, giocando al medico e il paziente. A quella visione Harry ed Hermione si ritrasse e quasi stettero per cadere. Sentirono dei rumori quando si stavano accingendo a scappare via. Presero un corridoio, senza pensare a dove andare. Risero di cuore per tutto il tragitto. Si scordarono del precedente bacio. Harry le prese la mano, e continuarono a correre. Arrivarono fino alla Sala Comune e ansimanti si sedettero sulle poltrone, ridendo come pazzi. Quando i loro cuori ebbero ripreso a battere regolarmente, si guardarono. Niente esisteva più. Nessuna poltrona, nessun fuoco, nessun corridoio. Esistevano solo loro due. Harry incapace di trattenersi si avvicinò al viso di Hermione. Erano sul punto di baciarsi quando la bruna girò la testa da un’altra parte per evitare di fare lo stesso errore.

 

“Harry, non possiamo. Come hai detto te prima abbiamo fatto uno sbaglio, non rifacciamolo adesso”

 

Si alzò e si diresse con passo svelto verso il dormitorio femminile. Prima di salire le scale, si voltò verso il moro e con lo sguardo gli diede la buona notte.

 

Harry rimase seduto sulla poltrona fino al mattino presto, a pensare.

 

Giunse ad una conclusione: l’amava troppo per lasciarla andare via.

 

****

 

“Hermione, dobbiamo parlare”

 

Sala Grande. Harry era in piedi davanti alla bruna, che attendeva una risposta da questa.

 

Sembrava agitato.

 

Lei era seduta sulla panca e stava facendo colazione.

 

Lo guardò incerta, poi si alzò e si diresse con lui verso il portone della Sala.

 

Il viso serio di Harry non le diede una buona impressione.

 

Si incominciò ad agitare anche lei.

 

“Cos’è successo?”

 

Quando ebbero varcato la porta, il moro si fermò.

 

Non disse niente.

 

Hermione cercò di incalzarlo a parlare.

 

“Cosa c’è? È successo qualcosa?”

 

La guardò con uno sguardo duro, quasi stesse imitando Draco.

 

Barcollò un po’, prima di rispondere.

 

“Io..non è successo niente”

 

La tranquillizzò scotendo la testa.

 

“E allora perché siamo qui?”

 

Non sembrava molto sicuro della risposta da dare.

 

Rispose comunque.

 

“Vedi…io ieri ho pensato a quello che è successo tra noi due”

 

Hermione trattenne poco un “Ohh” di esclamazione.

 

“Quindi?”

 

Abbassò lo sguardo, non aveva il coraggio.

 

“Io penso che..bè insomma..non ci sia niente di male in quello che è successo..”

 

“Si..”

 

Fu più che un sospiro.

 

“E pensavo che noi potremmo provare..a vederci”

 

Hermione capì dove voleva arrivare, ma fece comunque la difficile.

 

“Ci vediamo tutti i giorni”

 

“Non intendevo questo..vedi per me quel bacio è stato importante, anche per te?”

 

Hermione non rispose, ma si girò e si andò a sedere su uno dei gradini delle scale che portavano alle varie aule e Sale Comuni.

 

Harry la seguì.

 

“Non rispondi?”

 

“Io, vedi..non possiamo farlo”

 

“C-come?”

 

La sua voce si fece più sottile. Era convinto che avrebbe ricevuto una risposta positiva.

 

“Ieri hai detto che era stato uno sbaglio, o no?”

 

Si riprese e si fregò le mani sui pantaloni della divisa.

 

“Si, ma ci ho pensato tutta la notte, e adesso credo che sia stato solo quello che ci diceva il cuore”

 

La sua voce era dolce. Hermione non sapeva cosa rispondere.

 

“Per me è stata solo attrazione fisica”

 

Quell’affermazione lasciò di stucco Harry. Abbassò lo sguardo. Si irritò.

 

“Pensavo non fosse così”

 

“Invece lo è”

 

Si alzò.

 

“Non è vero, lo so, Hermione. Ti conosco da troppo tempo per non capire una cosa così semplice.”

Lo disse con convizione.

 

“Mi dispiace Harry, ma è così e basta. Ci sono mille altre ragazza, io non sarò né la prima né l’ultima”

 

“Ma cosa stai dicendo?”

 

Lo urlò, non lo fece apposta.

 

“Calmati. Quando lo avrai fatto allora potrai parlarmi”

 

Si girò e si diresse verso la Sala Grande

.

Hermione si maledisse da sola. L’aveva ferito, ma lei non poteva permettersi di innamorarsi e lui lo stesso, sarebbe stato tutto uno sbaglio.

 

****

 

 

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