Non te l'ho m(-A)i detto

di Snix 95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


NON TE L'HO M-A- I DETTO
                       

Sono passati 4 anni dalla fine di Glee, per Naya era stato il periodo più bello della sua vita, probabilmente tutto il successo che aveva in quel momento era proprio grazie a quel telefilm.
Ora era una cantante, si era lanciata nel mondo della musica, con fantastici risultati. CD su CD, interviste su interviste, concerti su concerti. Aveva finalmente realizzato il suo sogno, anche se un po' rimpiangeva quelle giornate sul set di Glee. Col passare degli anni aveva perso i contatti con quasi tutti i membri del cast. Era stato inevitabile, lunghe turneè lontano dall'america, non era stato semplice mantenere i rapporti.
Però ora era una stella della musica, super pagata e super acclamata. Già, ma super vuota. Oramai quel vuoto l'accompagnava da anni, sapeva a cos'era dovuto e cercava di dimenticare. Di dimenticare quegli occhi azzurro cielo e quel capelli biondi color grano.
Faceva male.
Si era persino ripromessa di non pronunciare il suo nome nemmeno fra i suoi pensieri.
Faceva troppo male.
Però in fondo il motivo di quella situazione era colpa sua, solo sua. Non le aveva mai detto la verità. Tutta la verità.
Ed ora più che mai si sentiva in colpa e dannatamente idiota per quello che aveva fatto, o meglio che non aveva fatto.

Quella mattina non era iniziata diversamente dal solito, dopo un caffè e una doccia salì in macchina col suo autista, diretta verso lo stadium dove avrebbe tenuto un concerto la sera stessa, per fare le prove generali; quando le arrivò un messaggio. Ormai quando le squillava il cellulare andava in panico, c'era un numero privato che le inviava continuamente messaggi inquietanti, come se la stesse seguendo 24 ore su 24, inizialmente lo credeva uno stupido scherzo, ma dovette ricredersi dopo quest'ultimo sms.


Numero sconosciuto: Vuoi sapere cosa si prova a perdere qualcuno di importante? Ferma la macchina e vai in edicola  --A


Corrucciò le sopracciglia, preoccupata e confusa per quel messaggio poi scese dall'auto chiedendo all'autista di aspettare 2 minuti.

Bastò attraversare la strada per raggiungere l'edicola più vicina, una strana sensazione allo stomaco l'attanagliò, in quel momento mille e mille pensieri le attraversarono la mente ma vennero scacciati all'istante quando si fermò a guardare i giornali appesi.

Si doveva trattare sicuramente di un giornale, così provò a chiedere all'edicolante i nuovi arrivi ma non ce ne fu bisogno:
-La signorina Rivera?- chiese tranquillo l'uomo
-Sì..- no si meravigliava del fatto che onoscesse il suo nome, ma sembrava che la stesse aspettando
-Sapevo che sareste venuta, me l'aveva assicurato! Ho qualcosa per lei- disse abbassandosi per rovistare sotto il bancone. Me l'aveva assicurato? Ma di chi parlava? pensò la latina
Tornò su improvvisamente, tanto che la spaventò
-Questo è per lei- disse con un sorriso sulle labbra
Appoggiò sul bancone un giornale e Naya riconobbe la figura sulla copertina all'istante.
Era lei, ma che cosa ci faceva lì? Capì pochi istanti dopo leggendo un pezzo dell'articolo:

Heather Morris, eccellente ballerina e cantante, nonchè interprete della ingenua Brittany S. Pirce del telefilm più seguito d'america Glee, ha acconsentito ad incontrarci per qualche breve domanda sulla notizia bomba che gira da poco su la sua relazione con il giocatore di Football Taylor Hubbel.
Pare che la coppia abbia recentemente deciso di sposarsi e che sia fuggita in Europa per celebrare il matrimonio a Roma. La decisione di anticipare le nozze pare sia stata presa proprio della sposa che ha confermato: 'Sì è vero, stiamo insieme da 9 anni, non potevo aspettare'. La ragazza voleva anche tenere più lontane possibili le telecamere che comunque sono riuscite a procurarsi lo stesso qualche scatto dei due freschi sposini [...]
 
 
Fu come se le cadesse il mondo addosso, come una doccia fredda in pieno inverno, ma non era abbastanza per descrivere quello che provava in quel momento.
Nel profondo del suo cuore aveva sempre sognato ed immaginato di rincontrarla un giorno e rivelarle i suoi veri sentimenti, ma con quella notizia i suoi 'piani' erano crollati come un castello di sabbia. Come se le fosse caduto il mondo addosso.

-Non è obbligata a leggerlo qui, è suo adesso- sorrise l'uomo
-Chi.. Le ha dato questo?- domandai
-Non posso dirle niente mi dispiace- disse l'uomo mostrando un mazzetto di dollari
-Le do il doppio per il nome o qualche informazione-
-Io..- sembrò rifletterci un po' poi perse lo sguardo dietro la latina e col terrore negli occhi respinse la richiesta buttandola quasi fuori dall'edicola.
-Miss Rivera, dobbiamo proprio andare- l'autista la chiamò dall'auto facendo sì che la cantante rientrasse in macchina, più sconvolta che mai.

Non solo aveva appena saputo che l'unico amore della sua vita si era appena sposata, ma ora aveva anche paura. Paura di quell' A che la tormentava da settimane. Doveva dirlo a Zack, il suo manager.



Numero sconosciuto: Non giocare col fuoco stronzetta o finirai per bruciarti  --A




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Angolo autrice: Ta daaaan! Ecco a voi il primo capitolo, spero vi stia interessando!:)
Fatemi sapere cone ne pensate con una recensione, anche piccola piccola pleease *occhi da cucciolo*
Snix 95

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Buona lettura! 




-Calmati Naya! Respira!- Zack le bloccò i polsi e la fece sedere sulla sedia del suo camerino.
Si era subito creato un legame fortissimo fra i due, si capivano con uno sguardo, senza bisogno di parlare. Zack le era sempre stato vicino, lui era l'unico che sapeva tutta la storia di Heather e non l'aveva per niente giudicata. Le era stato vicino durante il suo periodo più buio.
-Zack, io, lei.. quei messaggi, ho paura!- la ragazza era decisamente terrorizzata
-Lo capisco, ma vedrai che è solo uno stupidissimo scherzo di qualcuno!- la sicurezza del manager tentennò un istante e il suo tono lasciava trasparire la rabbia che provava
-Io non ci credo più come prima, sa cose che solo tu sai.. Non puoi negarlo-
-Questo.. Questo è vero, ma.. Non voglio che ti preoccupi per questo, è solo uno stupido che tenta di spaventarti. Risolverò la questione, ok?-disse Zack in tono duro   
-Ok..- Naya tirò su col naso, decisa a non far scendere quelle lacrime che spingevano per uscire dai suoi occhi.
-..E' sposata- soffiò dopo qualche attimo di silenzio
-...- Zack rimase in silenzio
-Si è sposata.. Ha sposato quel tizio, Heather si è sposata!- Naya si portò la mano alla bocca, per sopprimere un singhiozzo che per via del pianto uscì prepotente dalla sua bocca, ecco, l'aveva fatto, aveva detto il suo nome.

Le lacrime iniziarono a rigarle il volto una dietro l'altra, portando con se il trucco appena fatto. Ma non le importava, in quel momento voleva solo piangere, tra le braccia forti di Zack, voleva solo far uscire tutto quel dolore accumulato in 4 anni.

Strinse forte le mani tra i capelli biondi di Zack, che rafforzò la stretta alla vita di Naya. Lui sapeva cosa stava passando la ragazza, e non se lo meritava. Aveva passato 4 anni infernali, anche se non dava a vederlo. Non era giusto che per colpa di quel maledetto A lei provasse tutto quel dolore. E non le sembrava giusto nemmeno che lei continuasse a tormentarsi con quella biondina, se sapesse la verità, se sapesse quello che Zack sapeva.. Ma non poteva dirle niente, non doveva farlo, non lui almeno:
-Io credo che voi due dobbiate parlare, non puoi continuare così, questa non è vita, e lo sai bene-   
-No Zack, non saprei che dirle e inoltre non so nemmeno dove si trova-
-Non puoi continuare a soffrire così-
-Mi passerà. E' solo questione di tempo- disse allontanandosi dal biondo.

Il manager avrebbe voluto dirle che ormai erano passati 4 anni e non aveva visto cambiamenti, non ci sarebbero stati, ma non lo fece. Non in quel momento.
Abbandonò il camerino dopo averle baciato delicatamente la fronte.



Pensava davvero quello che avva detto? Che era solo questione di tempo?Che poi avrebbe lentamente dimenticato?
Ma chi voleva prendere in giro? Erano passati anni dall'ultima volta che era stata bene, erano passati anni dall'ultima volta che aveva riso veramente, e non una risata forzata.
Non sapeva nemmeno più cosa si provava a ridere veramente, l'aveva dimenticato.

Una ventina di minuti più tardi salì sul palco per le prove generali, andò tutto bene.
Mantenne la maschera che era abituata a portare davanti agli altri e in un attimo arrivò la sera e con essa il concerto.


***


 Stava andando tutto liscio, il pubblico la rendeva più sicura di se, le tirava un po' su il morale, e la distraeva da quell' A per qualche ora, ma non la distraeva da Heather.
Forse era per quel motivo che quella sera, decise di dedicarle una canzone. Ma non una canzone qualunque..  

Annunciò al pubblico che la canzone che sarebbe andata a cantare non era sua, ma una cover che non rientrava proprio nel suo repertorio. Il tutto venne accolto da un applauso e grida di esultanza.

Naya si prese qualche minuto per osservare il pubblico, le sembrava di vedere la bionda ovunque: tra le ragazze in prima fila, tra la gente sugli spalti, affianco al palco, assieme ai tecnici delle luci.

Ma era solo la sua immaginazione, prese un respiro profondo prima di annunciare il titolo della canzone: Someone Like you


***


Heather era seduta sul divano di casa sua, troppo composta per sembrare spontanea. Di fatti erano parecchie ore che se ne stava seduta lì, a fissare il pavimento. In realtà la sua mente era molto affollata, combattuta. Era sola in casa, in quel momento, lo sarebbe stata fino alla mattina dopo, e la sua mente era come divisa in due parti: andare o restare?


Ormai quella domanda balenava nella sua mente da diversi anni, ogni volta che si presentava l'occasione lei doveva andare, fuggire e andare dove il cuore la aveva sempre detto di andare.


Tirò fuori dalla tasca della felpa un biglietto, e iniziò a rigirarselo tra le dita.Poi fece un piccolo scatto in avanti sul divano, e si alzò, decisa. Sapeva che non era giusto farlo, sia per se stessa che per lui, ma doveva. Era più forte di lei, era come riniziare a respirare dopo tanto tempo.


Così prese la sua borsa e senza guardarsi indietro uscì di casa, accese il motore dell'auto e partì, verso quello stadium di Los Angeles.


Capitava rare volte che tenesse concerti a Los Angeles quando Heather non era impegnata  e appena poteva correva a sentirla. Molte volte aveva ceduto ed era corsa sul primo volo per New York o chisà quale citttà solo per sentirla cantare, per vederla. Ma ora era più semplice, erano nella stessa città.


Andò a sistemarsi proprio affianco al palcoscenico, un posto sicuro, assicurato ogni volta dal manager di Naya che aiutava la bionda ad intrufolarsi senza fare parola con la cantante. Zack era una delle persone più vicine a Naya in quel momento, per lui era stato molto difficile fare il secondo gioco col la latina ma dopo aver ascoltato attentamente le motivazioni della bionda si fece da parte e acconsentì. Heather gli doveva molto.


Il concerto era già iniziato da un po', quindi si perse metà delle esibizioni. Si maledisse interiormente per aver esitato sul divano per troppo tempo, poi i suoi pensieri vennero interrotti dalla voce della cantante che riprendeva a cantare.


Non era una sua canzone, era una cover di Adele, e lei la conosceva bene.

I heard
That you're settled down
That you
Found a girl
And you're
Married now

I heard
That your dreams came true
I guess she gave you things
I didn't give to you

Old friend, why are you so shy?
It ain't like you to hold back or hide from the lie.

I hate to turn up out of the blue uninvited,
But I couldn't stay away, I couldn't fight it,
I had hoped you'd see my face,
And that you'd be reminded that for me it isn't over,

Never mind, I'll find someone like you,
I wish nothing but the best for you, too,
Don't forget me, I beg,
I remember you said,
"Sometimes it lasts in love,
But sometimes it hurts instead,"
Sometimes it lasts in love,
But sometimes it hurts instead, yeah,

Nothing compares,
No worries or cares,
Regrets and mistakes, they're memories made,
Who would have known how bittersweet this would taste?

Nevermind, I'll find someone like you,
I wish nothing but the best for you,
Don't forget me, I beg,
I remember you said,
"Sometimes it lasts in love,
But sometimes it hurts instead,"

Nevermind, I'll find someone like you,
I wish nothing but the best for you, too,
Don't forget me, I beg,
I remember you said,
"Sometimes it lasts in love,
But sometimes it hurts instead,"
Sometimes it lasts in love,
But sometimes it hurts instead.

Heather tratteneva le lacrime, talmente forte da doversi mordere il labbro, mai come in quel momento, mentre guardava Naya cantare aveva realizzato così bene il fatto di aver appena commesso l'errore più grande della sua vita.

Si sfiorò l'anulare con il pollice, assorta nei suoi pensieri. Se ne sarebbe pentita per tutta la vita, di questo ne era certa.

La serata passò in fretta, d'altronde se n'era persa la metà, e mentre sgattaiolava fuori dall'uscita sul retro per non destare sospetti sentì bussarsi sulla spalla.
Voltandosi vide un ragazzo che sfiorava i 2 metri con profondi occhi azzurri e capelli biondi fissarla. Era Zack.
-Devi stare più attenta, Naya ti ha quasi vista mentre attraversavi le quinte e sai com'è il patto- la voce cupa del manager la metteva spesso in soggezione
-Scusa, starò più attenta. Io.. non ci ho pensato-
-Beh vedi di farlo altrimenti sarò costretto a probirti di entrare-
-O-okay- la bionda deglutì a vuoto
-Bene- l'uomo si guardò attorno con fare sospetto
-Beh ora posso andare?- disse Heather guardando la mano dell' uomo ancora poggiata sulla sua spalla
-Non sono venuto qui solo per questo- a ragazza strinse gli occhi, confusa sulla afferazione del ragazzo
-E' successo. Oggi.- Heather trattenne il fiato, incapace di pensare, di parlare, di muoversi, di fare qualsiasi cosa, la paura e la rabbia l'avevano invasa.
-Credevo fosse finita..-
-Lo credevo anch'io, ma quando oggi mi ha detto quello che era successo..- lasciò la frase a metà e ne iniziò un altra
-Avverti Matt, digli di tenere d'occhio quel numero, di registrare ogni prenotazione in quella camera e di seguire ogni suo movimento dobbiamo incastrarlo-
-Va bene.. Ma da quanto va avanti?-
-Non lo so con certezza. Forse da molto, ma ora vuole fare sul serio- 
-Cosa sa di Naya?- 
-La verità-
-Ma non le hai detto niente, vero?-
-No, ormai ho promesso- Heather tirò un sospiro di sollievo, ma quello non era il momento di chiacchierare. Dovevano agire, e in fretta.






Angolo autrice: Ecco a voi il secondo capitolo, mi sono divertita a scriverlo quindi spero che vi piaccia :)
Fatemelo sapere con una recensione! :)
Ringrazio di cuore tutti quelli che seguono, ricordano, preferiscono e recensiscono questa storia!
A presto!
Snix 95

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***



Buonaseeera a tutti, ebbene sì, sono ancora viva!
Sopravvissuta (?) al 21 dicembre 2012 e alla montagna di compiti senza fine! Chiedo ancora scusa per l'enooorme ritardo ma la colpa è dei miei professori che si divertono a bombardarmi di verifiche ed interrogazioni ogni giorno :')
Anyway.. Non la tengo lunga, buona lettura! Ci si 'vede' in fondo alla pagina :)







Heather POV



Si rigirò tra le coperte, sbuffando. Era inutile non riusciva a prendere sonno, doveva assolutamete pensare a qualcosa da fare, non poteva lasciare che accadesse di nuovo, e questa volta era molto peggio, perchè si trattava di un altra persona, alla quale voleva molto bene. Scalciò le coperte facendole finire ai piedi del letto, senza preoccuparsi di poter svegliare Taylor alla sua destra. Sbuffò nuovamente, quando chiudendo gli occhi riniziò a vedere le immagini di quella serata..

FLASHBACK

Heather aprì gli occhi, disturbata da quegli irregolari sobbalzi sotto di lei, quella sera ricordava di essere stata ad una festa e di essere andata a dormire a casa di Naya, non ricordava di essere finita in un.. bagagliaio di un auto.

Vedeva tutto con colori psichedelici e sentiva i rumori ofuscati, una canzoncina allegra alla radio, che metteva i brividi per il contrasto che andava a formare con quella situazione così inquietante.

Provò ad urlare, ma dalla sua bocca non uscì nemmeno un piccolo suono. Il suo corpo ormai non rispondeva più ai comandi, Heather sospettò che l'avessero drogata e iniziò ad intuire chi potesse centrare con questa storia.

Cominciò a sentire le palpebre più pesanti e pian piano ricadde in un sonno profondo..


- - -


Appoggiò la testa alla superficie fredda e dura dietro di se, tentando di riprendersi dalle vertiggini. Vedeva tutto girare e non capiva dove si trovava.

Sicuramente non era più in macchina, quel giramento di testa le faceva uno strano effetto attorno a se, come se vedesse una decina di persone attorno a lei, tutte nella sua stessa posizione: gambe stese e busto appoggiato ad una superfice dura e fredda.

Chiuse gli occhi, incapace di reggere ancora quella situazione senza dare di stomaco. Dopo qualche minuto, sentì che pian piano l'effetto della presunta droga stava calando, così aprì nuovamente le palpebre per osservare il luogo circostante.

Quello che vide non la rassicurò molto. Anzi, tutt'altro.

Era cirondata da specchi, intere mura formate da specchi, sembrava un labirinto. Alcuni storpiavano le figure ed ognuno di loro rifletteva la figura di Heather ancora accasciata a terra.

Sentì la paura e il terrore invederla, dov'era? Come c'era finita lì?

Sì alzò a fatica cercando una via d'uscita, non sapeva dove si trovava ma sapeva per certo che non voleva passare un minuto di più dentro quel posto.

Vide un ombra proiettata negli specchi passarle accanto, e non ruscì a respingere un sussulto. 'E' arrivato il momento della resa dei conti' pensò
-So che sei qui!- gridò contro le pareti. Nessuna risposta.
-Veni fuori! Non nasconderti!- continuava a guardarsi attorno aspettando un movimento
-Vedo che l'effetto della droga sta diminuendo- una voce storpiata rimbombò tra le infinite pareti di specchi, mettendo a Heather i brividi
-Che cosa vuoi da me?- disse facendosi coraggio ignorando il cerchio alla testa
-Giocare un po'- un ombra sfrecciò tra le pareti
-Non ti basta assillarmi di messaggi e rovinarmi la vita?- sbottò tenendo d'occhio l'ombra misteriosa
-Credimi non ti sto rovinando la vita.. Non ancora per lo meno-
-Dimmi chi sei-
-Vuoi davvero saperlo?.. Se te lo dicessi dovrei ucciderti, e non rientra ancora nei miei piani- disse con un velo di pazzia nella voce
-Se stai cercando di spaventarmi sappi che sei fuori strada, e ora vedi di farmi uscire di qui- provai con la bocca impastata
-Heather, Heather, Heather, non fare la dura con me.. Entrambi sappiamo che non puoi ribellarti-
-So cose di te che non hai mai rivelato a nessuno, segreti impensabili..- continuò
-Le tue sono solo parole A.. E non mi spaventano-
-Sai Heather Morris, prima o poi mi stancherò dei tuoi modi di fare, e a quel punto tu vorrai non essere mai nata-  
-Tu non sai niente di me-
-Hai il coraggio di tenerti ancorata una persona che è innamorata di te da sempre, pur sapendo di non ricambiare per niente il sentimento-
-..E nel frattempo sei persa della tua migliore amica.. Ma lui questo non lo sa..Ti basta questo?-
-Tu non sai niente di me, A- ripetè
-Io so tutto di te, stronzetta- la voce si fece sempre più vicina e una figura si dipinse sugli specchi di fronte a lei: indossava una tuta nera con il cappuccio alzato, guanti in pelle nera e stivali neri. Neanche una piccola parte di volto si vedeva.

Fu un attimo e sparì. Facendo ritornare lo specchio a riflettere solo Heather, terrorizzata e colta da brividi e tremarella.
-Dimmi che cosa vuoi da me!- urlò la bionda
-Davvero non lo sai? Dovrai fare un sacrificio, se non vuoi che accada nulla di male a persone a cui tieni parecchio: lascia la tua attuale vita. Vai via con quello sciocco di Taylor, fingi di amarlo per tutta la vita, sposalo. Ma dimenticati di Naya, non cercarla mai più, non farti mai più vedere da lei, esci dalla sua vita-
-Non succederà mai questo!- gridò
-Sai, ho trovato divertente entrare a casa di Naya per rapirti.. Devo ammettere che migliorerei l'arredamento, ma la stanza da letto mi piace.. Potrei farci visita un'altra volta-
-Non toccare Naya!!- le gambe quasi le cedettero al solo pensiero della latina nelle mani di A
-Allora fai quel che ti dico, senza storie stronzetta- sentì una mano avvolgerle le spalle e portarle un fazzoletto sulla bocca.


FINE FLASHBACK




Heather si svegliò di colpo con il fiato corto e completamente sudata, si passò una mano sul viso bagnato e si mise a sedere sul letto sospirando.
Sentiva il cuore battere prepotente nel petto come se avesse appena corso chilometri su chilometri.

Lanciò un occhiata alla parte destra del letto osservando Taylor respirare profondamente, ancora nel mondo dei sogni.

Sospirò nuovamente. Era passata una settimana dal concerto di Los Angeles, e da allora non aveva passato nemmeno una notte di sonni tranquilli, quell'incubo continuava a tormentarla ogni notte senza darle tregua.

Continuava a sognare il suo incontro con 'A' avvenuto anni prima, realizzando sempre più che la possibiltà che Naya potesse vivere quelle sensazioni, che lei stessa aveva provato sulla sua pelle, non era tanto remota. Non sapeva come reagire, non sapeva come aiutarla, era tutta colpa sua se era in quella situazione, non avrebbe mai dovuto innamorarsi di lei.

Si allungo verso il comodino per disattivare la sveglia che sarebbe suonata di lì a poco e notò un particolare che, sicuramente, la sera prima non c'era.

Una foto di Naya mentre dormiva, con allegato un foglietto:

'Mi hai disobbedito.   --A'


Sentì una fitta allo stomaco, che le provocò un forte conato di vomito. Si sentì impallidire a quella vista, non poteva crederci, le tremavano le mani, le gambe e tutto il corpo. E ora come ora non riusciva a ragionare e non sapeva che fare. Ma da molto tempo quelle situazioni erano familiari, ed aveva imparato una cosa: era meglio parlarne.

E la cosa migliore da fare forse era andare da Zack.



***



Zack POV



Tamburellò nervoso l'indice sul tavolo di fronte a lui, si trovava nell'atrio della palestra nella quale Naya si stava allenando, come ogni giovedì e aspettava che terminasse la lezione per portarla, come programmato, a mangiare qualcosa.

Guardò l'orologio da polso, annoiato. La lezione era stata prolungata per chissà quale motivo, ma ormai era lì e non aveva senso andarsene. Si guardò intorno, osservando la stanza in cui si trovava, di fronte a lui c'era un'altra fila di sediolini come quello su cui era seduto in quel momento, appesi al muro foto e attestati, assieme a medaglie e trofei.

Sentì dei passi provenienti dal corridoio, erano veloci e agitati, corrucciò le sopracciglia quando si ritrovò davanti Heather.
-Cosa ci fai qui?!- esclamò il biondo
-Ti devo parlare-
-Non potevi avvertirmi per telefono? C'è Naya nella sala accanto!-
-E' urgente, dovevo vederti subito- disse impaziente
-Va bene, dimmi- concesse il manager
-Questa mattina ho trovato questa sul mio comodino- disse porgendogli la foto di Naya che nel frattempo aveva tirato fuori dalla tasca.
Il ragazzo ebbe più o meno la stessa reazione che ebbe Heather poche ore prima, quando la bionda gli passò il bigliettino allegato.
-Credi che abbia scoperto tutto?- domandò il biondo
-E che altre ipotesi ci sono?-

Il ragazzo si alzò dal sediolino e iniziò ad andare su e giù per la stanza, visibilmente preoccupato
-Io non posso più sopportarlo- disse la bionda
-Non ho intenzione di farmi prendere in giro un'altra volta. Tanto meno se ci va di mezzo Naya- continuò
-Cos'hai intenzione di fare?-
-Quello che non abbiamo avuto il coraggio di fare fin ora..-
-Hai intenzione di entrare in quella camera?! Heather è una pazzia!-
-Non sei obbligato a seguirmi. Ormai ho deciso e non puoi farmi cambiare idea-
-Heather per favore pensaci: non sai cosa puoi trovare in quella stanza.. Ma sicuramente non ci troverai mai A-
-Infatti non cerco A, cerco prove che lo incastrino. E lì ce ne sono-
-Tu non sai quello che fai..-
-Hai ragione, può darsi che non lo sappia, non so più niente. So solo che Naya non è più al sicuro nemmeno in casa sua- rispose la bionda avviandosi verso la porta d'ingresso
-Tanto lui scoprirà che siamo entrati lì e ce la farà pagare!- provò, ma Heather non lo calcolò
-Zack sei ancora in tempo per venire con me. Pensa a quello che potrebbe accadere a Naya, dobbiamo smettere di subìre in silenzio, non possiamo rimanere pedine nelle mani di A per sempre.. E' arrivata l'ora di reagire- il manager abbassò lo sguardo riflettendo sulle parole della ballerina, senza essere in grado di rispondere all'invito.


Naya POV




Come ogni giovedì pomeriggio Naya era in palestra ad allenarsi, seguiva quel corso da un anno, sotto consiglio di Zack, per tenersi in forma. Ma quel giorno proprio non riusciva ad applicarsi, la sua mente continuava ad essere affollata e faceva sì che sbagliasse tutti i movimenti, innervosendo l'allenatrice che la fece rimanere una mezzora in più.

Ne uscì più distrutta che mai, con gli addominali che urlavano dal dolore come tutto il resto del corpo. Prima di infilarsi sotto la doccia degli spogliatoi andò a controllare che Zack fosse ancora lì ad aspettarla.

Subito dopo aver aperto la porta dell'atrio notò un aria strana nella stanza, un silenzio surreale. Zack se ne stava seduto su un sediolino con le mani intrecciate tra di loro e lo sguardo perso sul pavimento di fronte a lui.

-Zack? Va tutto bene?- chiese preoccupata.
Nessuna risposta.
-Zack?- disse sedendosi affianco a lui, il ragazzo si riprese
-Cosa?- chiese
-Stai bene? Sei pallido- disse portandogli una mano sulla fronte
-Sì sto bene.. io- si fermò a contemplare il nulla
-Anzi no, non sto bene.. Ho bisogno di andare a casa. Rinviamo la cena?-
-C-certo.. Tranquillo, se hai bisogno di me chiamami- disse la mora osservando l'amico alzarsi e dirigersi verso la porta.


***




Heather POV



La ragazza comprese il messaggio silenzioso di Zack e si lasciò l'atrio della palestra alle spalle uscendo a passo svelto e dirigendosi alla macchina.

Aveva intenzione di andare in quell'hotel, da dove, avevano supposto, oltre ad essere il suo covo, A mandava i messaggi. Ma prima doveva passare da un'amico, perchè nonostante fosse sembrata fredda con il manger di Naya, lei aveva bisogno di una spalla, e l'unico che poteva aiutarla era Matt.

Salì sull'auto e sfrecciando per le strade di Los Angeles arrivò direttamente a casa del ragazzo, che prontamente la fece entrare in casa.

-Heather cosa ti porta qui?- chiese sorridente Matthew
-Devo chiederti un favore..-


Zack POV



Uscì in fretta e furia dalla palestra, lasciando Naya all'interno. Aveva riflettuto, e non poteva lasciarla andare da sola, inoltre nel suo discorso qualche filo di ragione c'era. Dovevano reagire.


Seguì la macchina di Heather per tutto il tempo, chiedendosi per quale motivo stesse andando verso la casa di Matt.


Heather POV


 
-Vuoi che ti porti qualcosa da bere?- chiese il ragazzo
-Ehm no grazie Matt, vado un po' di fretta e ho bisogno di parlarti- disse la bionda dirigendosi verso il salotto. Matt si affrettò a superarla
-Di che si tratta?- domandò posizionandosi di fronte a lei
-Di A..- Matt serrò la mascella in un espressione seria e preoccupata
-Che è successo?-
-Questa mattina ho trovato sul mio comodino questi- disse la bionda tirando fuori la foto e il biglietto.
Matt aprì la bocca per parlare ma fu sovrastato dal rumore della porta di ingresso, e in pochi secondi Zack entrò nel salotto.
-Zack?- esclamarono i due
-Ciao Matt, scusa l'intrusione-
-Credevo di averti lasciato alla palestra..- disse Heather
-Ho cambiato idea, vengo con te- i due si scambiarono uno sguardo di intesa
-Mi sono perso qualcosa?-
-Abbiamo deciso di andare a controllare la camera d'albergo una volta per tutte- rispose la bionda
-Cosa sperate di trovarci?- domandò scettico il moro
-Prove, contro di lui-
-Tzè, se pensate che A sia così stupido da lasciare prove in giro, siete completamente fuori strada..-
-Hai in mente qualcos'altro Matt?- domandò Zack irritato
-Certo che no. Dico solo che è un'idea inutile, Zack-
-Ha ragione Heather, ho riflettuto e non ho intenzione di rimanere con le mani in mano mentre A si prende gioco di noi-
-Resta il fatto che è un'assurdità, arrivare fino laggiù. Da quanto A vi perseguita? Non avete ancora capito che è sempre un passo avanti a noi? Non c'è speranza..-
-E allora tu resta qui, a fare niente, come tuo solito- Zack lanciò uno occhiataccia al moro e dopo aver preso per il braccio la bionda uscì dall'appartamento.

-Zack ma che fai?- si lamentò Heather cercando di liberarsi dalla stretta del biondo
-Sali in macchina, non voglio ascoltare le idiozie di Hodgson. Andremo noi là e troveremo qualcosa, ne sono certo-






Angolo autrice: Spero sia piaciuto il capitolo, mi hanno fatto davvero moltissimo piacere le recensioni dei primi due
:')
Come sempre quindi ringrazio chi legge, preferisce, segue, ricorda e soprattutto chi recensisce!
Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo!
-Snix 95

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***



Buona lettura! Ci si legge in fondo ;)





Heather
POV



Il viaggio fu corto e silenzioso, entrambi avevano la mente affollata, probabilmente dagli stessi pensieri, ma nessuno dei due si azzardava a condividere i propri con il compagno. E se quello che aveva detto Matt fosse stato vero?
In effetti l'idea di riuscire a trovare qualcosa in quel posto, ora, era inverosimile. Heather si sentiva molto dubbiosa a riguardo, ma dovevano provare comunque, non costava nulla.

Scesero dall'auto trovandosi davanti alla facciata principale di un hotel. Non era proprio l'ideale per passare le vacanze diciamo…
L'intonaco era per la maggior parte staccato o rovinato, vi erano addirittura segni di pedate o di gomme sul muro; l'insegna era l'unica cosa che sembrava intatta.

Zack e Heather si guardarono negli occhi un po' perplessi ed entrarono nell'edificio.
L'interno era un po' più accogliente rispetto alla parte esterna. Davanti a loro trovarono una grande scalinata che portava al piano di sopra, preceduta da un bancone dove un uomo gracile e occhialuto era intento a lavorare al computer.
Sulla destra vi era una grande sala arredata con poltrone e divani rosso acceso abbinati ad un lungo tappeto dello stesso colore.

Heather iniziò ad osservare ogni singola persona nella hall: erano piuttosto strani. Sembravano tranquilli, ma nella stanza aleggiavano un’aria di tensione ed un silenzio quasi surreale spezzato solamente dall'uomo seduto comodamente sulla poltroncina più vicina al televisore, che cambiava canale costantemente, senza però fare attenzione ai programmi trasmessi.
I due si guardarono ancora una volta, ancor più perplessi: quel posto era parecchio strano.

-Posso esservi utile?- si rivolse a loro l'omino dietro il bancone della reception.
-Uhm… Noi vorremmo entrare nella stanza numero 27- disse Heather diretta.
-La 27…?- disse il piccolo uomo controllando sul computer.
-Non è possibile mi dispiace, c'è una disinfestazione in corso-.
-U-una disinfestazione in corso?..- ripeté Zack.
-Già, ma se volete pernottare abbiamo altre camere libere… Per due persone abbiamo la 18, la 24 e la 20 libere- concluse respingendosi gli spessi occhiali sul naso.
-Oh, no la ringrazio...-.
-Heather andiamo…- sussurrò poi Zack notando gli occhi di tutti puntati su di loro.
-Ma è di qualcuno quella stanza? E' stata occupata ultimamente?- disse la bionda poggiando le mani sul banco della reception, senza prestare attenzione al biondo.
-Ovvio che sì signorina, è una stanza come tutte le altre, non vedo perché non dovrebbe essere stata occupata-.
-Allora, ci può dire chi ci stava?- continuò Heather.
-Mi dispiace ma non sono tenuto a dare questo genere di informazioni su chi soggiorna all'hotel-.
-Ah, allora... Arrivederci- concluse la bionda.
-Grazie lo stesso- aggiunse Zack.


-C'è qualcosa di strano la dentro- sentenziò la ballerina.
-Già, non mi piace quel posto, mi sa di manicomio…-.
-E non mi sembra possibile che A si metta in mezzo a dei malati di mente per fare i suoi giochini con noi- concluse il ragazzo.
-Beh, io credo che, chiunque sia, A è un malato di mente a tutti gli effetti, quindi non vedo perché non debba stare lì dentro-.

I due salirono sulla macchina pronti per ritornare a casa.
Dopo qualche minuto di viaggio la bionda sentì il cellulare vibrare nella tasca del giubbotto:


Numero sconosciuto: Voi due giocate a fare i detective, ma non avete dimenticato qualcosa? --A


Vi era allegata una foto di Naya: stava camminando per una via desolata ed aveva ancora il borsone della palestra a tracolla mentre con una mano reggeva l'ombrello.
-Zack... Dove hai lasciato Naya?- la voce di Heather era piatta e apparentemente calma ma lasciava trasparire tutta la paura che provava in quel momento.
-In palestra, perché?-.
-ACCELERA!- gridò la bionda

Sfrecciarono lungo le strade di L.A per raggiungere il più presto possibile la strada da dove era stata scattata la foto.
Heather era impaziente e molto preoccupata; tant'è che scese dall'auto ferma davanti ad un semaforo rosso da troppo tempo e corse. Corse forte, tirandosi su il cappuccio della sua felpa e fregandosene della pioggia che continuava a cadere, rendendola subito fradicia dalla testa ai piedi. Corse forte per trovare Naya, che doveva essere nelle vicinanze. Non doveva essere così lontana… O almeno, Heather sperava fosse così




***



Naya POV


Naya, si riportò la tracolla del pesante borsone sulla spalla, sbuffando. Come aveva potuto Zack lasciarla andare a casa a piedi? Con quel tempo poi! Non l'avrebbe passata liscia; per di più doveva passare per tutte quelle vie strette che la spaventavano e non poco.
Sentì dei passi in lontananza, veloci e sempre più vicini. Naya si voltò, guardandosi le spalle, continuando a camminare sempre più velocemente, soprattutto quando vide sbucare dal nulla una figura. Era incappucciata e decisamente più alta di lei.


Sentì il sangue ghiacciarsi nelle vene. Il suo primo pensiero andò a quello sconosciuto che la tormentava. Sapeva che quel momento sarebbe arrivato prima o poi; quello era un maniaco. Si chiedeva continuamente cos'avesse fatto per essere così tormentata da quella persona, ma non aveva mai trovato risposta.              


Non sapeva che fare, i suoi pensieri si fecero sempre affollati e confusi non aveva proprio idea di cosa fare: se correre, continuare a camminare normalmente, o gridare aiuto? Continuava a rimanere lì immobile a fissare la figura senza fare niente. Cercò di tranquillizzarsi immaginando di poterlo aggredire con l'ombrello, o col pesante borsone, ma non contò molto.


Nel frattempo la figura si fermò per un paio di istanti a guardarla, consentendo a Naya -che ormai era voltata completamente verso la misteriosa ombra- di indietreggiare, allontanandosi da essa maggiormente e cercando di non cadere all'indietro.
Lo sconosciuto riprese a camminare verso di lei lentamente, come se già fosse sicuro di averla in pugno.
La mora iniziò a correre, lasciando cadere il borsone e l'ombrello, gesto che pochi secondi dopo le sembrò da stupida ochetta, perché se mai doveva aggredirlo, quelle erano le sue uniche armi.


Purtroppo però non fece altro che qualche metro di corsa, dando una terribile storta causata da un buco sull'asfalto della strada, che la fece cadere rovinosamente a terra, con una caviglia dolorante. Ormai era spacciata, lo sapeva.


La figura si avvicinò alla ragazza. Teneva il cappuccio sulla testa, il che rendeva impossibile identificare chi fosse, soprattutto con la sola luce della luna che illuminava solamente i contorni della felpa nera. Naya cercò di strisciare per allontanarsi dall'altro, gemendo di paura e dolore per la caviglia, ma venne fermata.
Lo sconosciuto si piegò su di lei, facendo rabbrividire la latina che era pronta a sferrare un calcio; ma lui la sorprese tendendole la mano.

Naya strinse gli occhi facendo una smorfia confusa. Non capiva quello che stava succedendo: le stava porgendo un aiuto?

La mora sentì una risata cristallina provenire da sotto il cappuccio. Una risata che forse conosceva. Ancora confusa su chi fosse quella persona decise di afferrare la mano e si fece aiutare a rimettersi in piedi.

Passarono pochi secondi di silenzio e poi la figura sconosciuta  si abbassò il cappuccio, liberando la folta chioma bionda.

Naya spalancò occhi e bocca, incapace di credere a quello che aveva di fronte.
-Oh mamma- furono le prime parole che uscirono dalle sue labbra.
La bionda rise nuovamente sentendo quelle parole, poi si fiondò tra le braccia della mora che rimase impietrita.
-Heather...- era più un sussurro quello di Naya. Non sapeva nemmeno se fosse una domanda o un'affermazione. Forse lo stava dicendo più a se stessa, per realizzare.
-Naya…- rispose l'altra sulla sua spalla.
La mora si lasciò sfuggire un piccolo sospiro, mentre finalmente portava le mani sulla schiena zuppa d'acqua della bionda. Sentire quella voce, dopo quattro anni, beh, fu inspiegabile. Provò un misto di gioia e dolore assieme, accompagnati da una sensazione allo stomaco che non sentiva da molto, molto tempo.
-E' meglio toglierci da qui, piove e non mi piace questa strada- sentenziò Heather guardandosi attorno.
Naya annuì ancora sotto shock, incapace di smettere di fissare la bionda in tutta la sua bellezza.
-Andiamo da me, non manca molta strada tanto- disse finalmente la Rivera.
Heather sorrise e andò a recuperare il borsone e l'ombrello della mora prima di dirigersi assieme a lei verso casa.




Heather POV




Arrivarono in pochi minuti a casa della latina. Heather fu felice di notare che non era cambiato praticamente nulla dall'ultima volta in cui era stata lì.
C'era ancora la foto dell'intero cast sul tavolino davanti all'ingresso, e notò la propria felpa rossa, che aveva lasciato volutamente a casa di Naya, ancora lì nell'attaccapanni, senza nulla affianco.
Solo quella felpa.
Sorrise impercettibilmente, ma era un sorriso amaro.
Sapeva che non era stato facile per l'altra sopportare quella lontananza.


I mobili erano esattamente nella stessa sistemazione di quattro anni prima; sembrava che il tempo lì dentro non fosse mai passato. Come se quello che in realtà era successo, lì dentro non fosse accaduto. Fu come tornare indietro nel tempo.

Naya le passò davanti, regalandole un timidissimo sorriso prima di accennarle di seguirla in cucina.
-Preparo una cioccolata, ne hai voglia?-.
-Ci vorrebbe proprio- rispose sedendosi davanti all'isolotto della cucina. Naya la osservò un istante.
-E ti porto dei vestiti asciutti- aggiunse poi.



Naya POV



Sparì oltre la porta della cucina e andò in camera da letto, chiuse la porta della stanza dietro di se, lasciandosi scivolare giù fino al pavimento. Che cosa stava succedendo? Non poteva ancora credere a quello che stava accadendo.
Heather.
A casa sua. Di nuovo.
Sperava solo che non fosse l'ennesimo sogno ad occhi aperti.
Si passò una mano sul viso, reprimendo un sorriso: era veramente lì quella volta. Poi si fiondò nell'armadio alla ricerca di una maglia che le potesse andare e un paio di pantaloni.
Quando tornò in cucina trovò la bionda alle prese con i fornelli, intenta a mescolare la cioccolata.
-Si stava attaccando- disse accorgendosi del ritorno della mora.
-Ops-. Naya si grattò la testa imbarazzata, poi accorse ai fornelli per dare il cambio alla bionda.
-Scusa se ti ho spaventata prima, non intendevo-.
-Ma niente, credevo che tu fossi un maniaco pervertito.. .Ma non è niente- disse ironica la mora.
-Mi spiace- ripeté la bionda, sorridendo.
-Però in effetti non dovresti seguire le persone… Da incappucciata soprattutto... Sai somigliavi tanto ad un'assassina, sei andata bene che sono piccola e indifesa e non avrei potuto farti male- scherzò Naya facendo ridere la ballerina.
-Non sei cambiata per niente- disse Heather poggiando una mano sulla guancia dell'altra. Entrambe persero un battito a quel semplice contatto.
-Nemmeno tu, HeMo- sussurrò Naya.



Heather POV



Heather sorrise, ma leggeva nello sguardo della mora quella tristezza infinita, che non aveva intenzione di rivelarle ma che sapeva esattamente a cosa fosse dovuta. L'aveva abbandonata; nel peggiore dei momenti, senza darle nemmeno un valido motivo. Lasciandola sola con se stessa. Heather sapeva cosa provava un tempo Naya per lei, ed era tutto ricambiato. Ma le cose erano più complicate di quello che sembravano. Nessuna delle due aveva mai parlato esplicitamente dei propri sentimenti verso l'altra, per non complicare le cose. Heather era impegnata in una relazione con Taylor, non poteva mandare tutto all'aria, sarebbe stato un gran casino. Almeno questo era quello che pensava Heather un tempo…



Naya POV



Naya dal canto suo rimase immobile ad osservare i bellissimi occhi di Heather, che in quel momento le sembravano ancor più infiniti e azzurri. Era stata molto arrabbiata con la ballerina per quello che aveva fatto. Lo era stata per 4 lunghi anni, senza mai una tregua, ma in quel momento era come se si fosse scordata del motivo.
Guardarla negli occhi, dopo tanto tempo la fece confondere a tal punto da dimenticare il perchè della sua rabbia.



Heather POV



Heather passò nuovamente le dita sulla guancia calda della cantante con un gesto lento e delicato. Era stata durissima abbandonarla, non avrebbe mai immaginato di poter sentire così tanto la mancanza di una persona.
Sarebbe voluta tornare indietro nel tempo per cancellare tutto quanto…



Naya POV



Ma, nonostante la voglia che avesse di mettere una pietra sopra a questa storia, Naya si costrinse ad abbassare lo sguardo, per cessare a quella piacevole tortura, costringendo Heather a ritrarre la mano.
-Mi sei mancata…- disse Naya.
-Anche tu…- si affrettò a dire l'altra.
-Ma non capisco... che ci fai qui?-.
-Lo so che non sono più la benvenuta qui dentro... Credimi. Ma volevo dirti che mi dispiace- disse sincera la bionda.
-E' passato tanto tempo… Sono passati quattro anni, Heather. Mi hai lasciata da sola, senza farmi sapere dov'eri, con chi o semplicemente come stavi...-.
-Lo so e ti prometto che ti racconterò tutto, veramente, lo prometto-.
La ballerina notò nello sguardo della mora, esitazione e dubbi sulle sue parole… E come poteva biasimarla?
-Ma non ora, giusto?-.
-Io... Dovrei andare...-. Naya chiuse gli occhi, afferrando il concetto.
-Non c'è problema- rispose poi, fredda come il marmo. Heather continuò a fissarla dispiaciuta, come poteva raccontarle TUTTA la verità in quel momento?
-La strada la sai- disse la cantante indicando la porta d'ingresso.



Heather POV



Heather si alzò dallo sgabello ed uscì dalla cucina. Stava sbagliando ad andarsene.
E lo sapeva, ma non poteva fare altrimenti, non era pronta ad affrontare una cosa così grande. Come avrebbe spiegato a lei di A?
In un certo senso avrebbe risolto le cose, perché avrebbe spiegato il motivo del suo allontanamento. Ma se Naya pensasse che fosse colpa della bionda se A avesse iniziato a tormentarla? Se non avesse più voluto vederla né sentirla?



Naya POV



Naya appoggiò i gomiti sull'isolotto della cucina, sorreggendosi la testa con le mani.
Aveva appena cacciato di casa Heather.
L'ultima persona che si aspettava di dover incontrare. Ma allo stesso tempo la persona che più sperava di rivedere.
Ed ora l'aveva cacciata fuori.
I passi della ballerina rimbombavano ancora nel corridoio e il battito di Naya accelerò notevolmente, ricordando l'ultima volta che li aveva sentiti.
Non sapeva nemmeno se avesse fatto la cosa giusta. L'avrebbe rivista? Doveva darle tempo per spiegare la sua assenza? O forse doveva fare finta di non averla mai incontrata?
Aveva tante domande in testa, ma solo una cosa ora era chiara: non voleva perderla di nuovo.




Heather POV



I passi della bionda rimbombavano nel corridoio di casa Rivera, e rallentavano sempre di più; fino a fermarsi.

Non poteva perderla di nuovo. E se fosse uscita da quella casa in quel momento sicuramente non l'avrebbe mai più rivista.
Si voltò sentendo un movimento brusco dietro di sé.
Fu questione di nemmeno un attimo e si ritrovò sommersa tra i capelli della mora.
Heather non riuscì a collegare subito.
Le braccia di Naya si allacciarono strette attorno al collo della bionda, rimasta immobile nella sua posizione.
La ballerina assaporò ancora una volta il profumo di Naya prima di ricambiare la stretta. Stava coronando un sogno, il suo sogno più grande negli ultimi quattro anni.
Solo dopo qualche minuto si accorse delle lacrime che le stavano bagnando il collo.
Naya stava piangendo.
E la stringeva come se non volesse mai più allontanarsi.
Heather le prese il viso tra le mani, allontanandola dalla sua spalla per poterla guardare dritta negli occhi, già rossi di lacrime.
-Ehi, va tutto bene- disse per tranquillizzarla.
-No, non va bene- singhiozzò la mora.
-Non hai idea di quello che ho passato in questi anni, di quanto tu mi sia mancata... Ti ho odiata per quello che mi hai fatto. Ma ora sei qui e, non lo so, non ci capisco più niente. Non so quello che devo fare, non so che dire. Vorrei davvero tanto dimenticare tutto, ma non ci riesco- continuò tra le lacrime e i singhiozzi. Heather la guardò abbattuta e la ristrinse forte tra le sue braccia, stimolando in Naya un altro pianto liberatorio.
-Capisco...- si limitò a dire la bionda. Ci sarebbero state tante altre cose che avrebbe voluto dire, ma decise che quello non era il momento adatto.
-Non voglio che tu te ne vada-.
-Non lo farò- rispose la bionda accarezzando piano la schiena della più piccola.





Angolo autrice: Ebbene sì, sono ancora qua u.u dopo mesi e mesi di assenza (perdonatemi D:). Passando al capitolo:
Cosa c'entrerà quell'hotel con -A? E' tutta una messa in scena creata dal nostro anonimo o hanno veramente trovato qualcosa? Anyway.. Finalmente HeMo e Naya si sono incontrate, riusciranno a ritornare allo stesso rapporto di prima? Vi lascio a queste domande.
Come sempre GRAZIE a tutti quelli che seguono, recensiscono, preferiscono, ricordano o leggono in silenzio questa storia, grazie davvero!!
Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo, accetto consigli e critiche ;) .
Detto questo me la svigno prima che mi tiriate pomodori per l'assenza D:
A presto
-Snix 95

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