Tuoni e Fulmini.

di Alice_Hale
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Di novità e cambiamenti. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


POV Alice

 

Sospirai e tornai a guardare il foglio per l'ennesima volta. Le parole non sono cambiate negli ultimi tre secondi. Mi voltai di lato e vidi la persona accanto a me impegnarsi per fare il questionario.

 

Mi guardai attorno e vidi venti adolescenti pensierosi. Sembrava come se tutti trovavano i fogli divertenti, interessanti...tutti, tranne me. Rispostai lo sguardo sulle domande, ma non avevo idea su cosa rispondere. Voglio dire, erano tutte domande personali.

 

1. Secondo te, qual è il senso della vita?

 

Non avevo idea di come rispondere. Le persone nascono, le persone muoiono, ma non ho idea del perchè sia così. Qual è il punto principale della vita? Fare qualcosa di buono per rendere la vita migliore? Forse, ma a mio parere non sono il tipo di persona che giudica la vita degli altri. Essere felici? Questa è un'altra possibilità, ma come ho detto, non ne ho idea, non sono mai stata una filosofa e mai lo sarò.

 

2. Qual è la cosa più importante nella vita?

 

Questa è quasi facile. L'amore, l'amore è la cosa più importante nella vita, a mia opinione. Sembra infantile, ma sono seria. Questa è la cosa per cui vale la pena vivere. Amare, ed essere amati.

 

3. Che cosa ha portato il più grande cambiamento nella tua vita?

 

Oh, non è ovvio? Trasferirsi a Forks, dove tutto è cominciato. Sono rimasta sorpresa anch'io del fatto che una piccola città avrebbe cambiato cambiato completamente la mia vita, perchè il luogo in cui l'ho incontrato, il luogo in cui mi sono innamorata di lui. Alcuna gente vuole dimenticare il passato; io sono una di loro. Perchè guardare al passato quando si può pensare al proprio futuro? Io tendo a dimenticare le cose brutte, ma alcune, non le dimenticherò mai. Saranno sempre nella mia mente. Come ho detto, Forks è più di una città per me, dove le cose più importanti della mia vita sono cominciate, anche se non tutte erano belle.

 

4. Chi è il più vicino a te?

 

Beh, non posso scrivere che mio marito è il più vicino a me, voglio dire, ho solo diciotto anni e vado ancora a scuola. Allora, cosa dovrei scrivere? Amo tutta la mia famiglia, ma lui è l'unico, il solo. Okay, in questo modo suona troppo sdolcinato.

 

5. Sei soddisfatto della tua vita?

 

Sono soddisfatta. Non avrei mai pensato che la mia vita potesse darmi di più di quello che già mi aveva dato. Voglio dire, ero come tutti gli altri diciassettenni (se non contiamo le mie visioni).

 

6. Che cosa desideri di più?

 

Ho sempre voluto un sacco di cose, ma ora il mio unico desiderio è di cancellare una parte del mio passato. Mi piacerebbe riavere i miei genitori naturali, che ho perso. Un altro mio desiderio sarebbe avere una vita leggermente più normale, dove non ho bisogno di farmi una maschera e posso essere me stessa.

 

7. Qual è il tuo grande sogno? Cosa ti piacerebbe realizzare?

 

Il mio sogno più grande e l'unica cosa che desidero sono entrambe la stessa cosa. Comunque, il mio più grande sogno è quello di cambiare il passato, vorrei che i miei genitori non fossero andati in campeggio quel giorno...ma, purtroppo, è impossibile (anche se in un mondo fatto di vampiri e lupi mannari non si può distinguere cosa è possibile da cosa invece non lo è.). Inoltre mi piacerebbe ottenere delle cose, tipo diventare una grande organizzatrice di venti o giù di lì, mi piacerebbe disegnare una mia linea di moda. L'unico problema è che una persona non può ottenere tutto.

 

8. Ti fidi di te stesso? Pensi che è possibile realizzare il tuo grande sogno?

 

E' una domanda in cui non sarò mai in grado di rispondere. Ci sono stati momenti nella mia vita in cui ho davvero pensato di essere infallibile, in cui mi sono fidata di me stessa e della mia abilità speciale, ma in quel modo ho sempre commesso degli errori, e questi errori sono costati ai miei cari. Da allora non credo completamente in me stessa, la mia capacità non è mai stata completamente affidabile e non credo che lo sarà mai. Quando si può vedere il futuro, è facile pensare di sapere tutto e di essere sicuri che niente e nessuno può far male a te o ai tuoi cari. Ma non è così. Vedere il futuro è sì una benedizione, ma da un'altra parte è anche una maledizione. Il mio grande sogno impossibile, non credo che mai lo potrò realizzare, ma credo che riuscirò invece a farlo con quelli più piccoli. Essere un'organizzatrice di eventi è più semplice di cambiare il passato, no?

 

9. Credi nel destino, o pensi che tutti dipendi da te?

 

Dato che posso vedere il futuro, credo che la mia risposta è quella esatta. Il futuro può cambiare. Le decisioni che uno prende  cambiano tutto. Non si sa mai cosa accadrà, nemmeno per me.

 

10. Vuoi fare un grande cambiamento nella tua vita? Che cosa sarebbe?

 

Sono io o queste domande sono quasi tutte uguali? Non lo capisco proprio questo questionario, credo di aver già detto un bel po' di volte di voler far cambiare il passato e alcuni lavori artistici, invece di rispondere a quest'ennesima domanda. 

 

Le risposte nella mia testa sembravano tutte vere, ma so che alcune di loro non erano proprio perfette per un sondaggio. Ancora non capisco perchè dovrei dare a loro delle informazioni personali su cosa la penso oppure no.

 

Per alcuni adolescenti, queste domande possono essere molto utili. Possono vedere cosa vogliono davvero, cosa non è perfetto nella loro vita, quello che si vuole ottenere, la vita che vogliono. Li aiuta a decidere che vogliono una vita come quella dei loro genitori, oppure vivere in una casa vicino alla foresta in mezzo al nulla, vivendo una vita assolutalmente tranquilla e normale, ma alcuni vogliono qualcosa di completamente diverso. Vogliono vedere il mondo, conoscere culture diverse, studiare nelle università grandi e famose, come Yale o Harvard. Che cosa significa questo sondaggio per me? Mi riporta alla memoria tante cose; sia quelle belle sia quelle che mi fanno ancora rabbrividire. Alcuni eventi non devono essere dimenticati, mai. La mia storia è al tempo stesso romantica, toccante e triste. Questa è la storia della mia vita, la vera e l'unica storia di Mary Alice Brandon.

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Capitolo 2
*** Di novità e cambiamenti. ***


Mi guardai attorno nella stanza, osservando come Elena gioca con i suoi capelli, Alex guarda il pavimento, i suoi occhi scuri che studiano il parquet, come se fosse la cosa più interessante del mondo. Cynthia d'altra parte non sembra annoiarsi, lei trova tutto sempre interessante e divertente. La sua piccola mano mi ha sfiorata e ho sorriso, lei era la cosa più dolce del mondo.

 

Tick. Tack.

 

L'orologio ticchettava fastidiosamente, rompendo il silenzio. L'atmosfera era tesa, le riunioni di famiglia erano davvero rare. Di solito significano qualcosa di brutto, l'ultima era stata per dirci che nonna Maria era morta per un infarto. Non è sorprendente che i miei cugini siano così nervosi. Mia sorella era troppo piccola per capire, per lei il mondo è luminoso e soleggiato. Io ero abbastanza calma. Sapevo quello che stava per accadere, e non era una cosa così negativa. Certo, era un grande cambiamento, ma non era così male.

 

6:30. Tick. Tack.

 

6:31. Tick. Tack.

 

Anche Josh sembrava preoccupato, anche se ero piuttosto sicura che lo fosse per la nostra reazione.

 

6:32.

 

Quello è stato l'attimo in cui abbiamo sentito il rumore della porta, e in pochi attimi mia zia dai capelli castano scuro come i miei era di fronte a noi.

"Anna". Josh si alzò, salutando la moglie con un bacio. I minuti successivi trascorsero con le domande di tutti i giorni, come: "Com'è andata a scuola oggi?" o "Come stai?". Sembrava che la tensione fosse scomparsa quando Anna era arrivata, il suo sorriso aveva diminuito la tensione. Anche se con il passare dei minuti, l'atmosfera tornò nervosa come prima.

"Credo che dovremmo iniziare la riunione." Disse mia zia, rompendo il silenzio.

"So che a voi ragazze non piacerà, ma la decisione è già stata presa, mi dispiace, ma è una cosa seria." Vidi un'ombra di paura negli occhi di Lena e Alex. Cynthy invece era molto silenziosa. E' sempre stata molto intelligente e matura per avere la sua età, e sapeva come comportarsi in determinate situazioni.

"Si tratta di nonno Adam." Disse Josh (era una cattiva idea, a mio parere) e Alex, Lena e persino Cynthia rimasero a bocca aperta.

"E' tutto a posto, papà?" Chiese Alex. Sembrava piuttosto impaurita. L'ultima riunione su nonna Maria aveva avuto un inizio molto simile a questo.

"E'...sta abbastanza bene." Anna riuscì a far rilassare un po' le ragazze. Rimasi in silenzio a osservare la miia famiglia. 

"Sapete che da quando nonna Maria è morta non è più lo stesso. E' tornato a La Push e...la sua salute non è tanto buona. Abbiamo parlato con il suo medico e siamo d'accordo sul fatto che dovremmo stargli accanto, ha bisogno di noi. E' solo, e non è più giovane come lo era un tempo. Ha bisogno di aiuto...e compagnia." Disse Josh, guardando le sue figlie.

"Allora...il nonno si trasferisce da noi?" Chiese Lena.

"Gli abbiamo chiesto di venire, ma non ne vuole sapere, non si muoverà da La Push."

"Ha bisogno di noi, ma non vuole vivere con noi. Come possiamo aiutarlo?" Alla domanda di Alex ero abbastanza sicura che avesse capito cosa stava succedendo.

"Non è il nonno che si trasferirà...lo faremo noi."

"Che cosa? Ci trasferiamo a La Push?" Era Lena che aveva parlato, ora. In un certo senso la capisco. E' nata qui, qui ci sono i suoi amici, e il suo ragazzo. Pensava che la sua vita era perfetta (okay, lo era davvero). Per me, invece, una città era solo una città, non c'era nulla di diverso.

Gli amici veri, quelli che ci tengono a te, ti vogliono bene anche se sei dall'altra parte del mondo. Non è così? E che dire dei fidanzati? Non sono per forza necessari, ci si può stare anche senza. Guardate me, ad esempio.

"No, non è esatto." Lena sospirò.

"Allora rimarremo qui?" Chiese Alex.

"No."

"Ma hai detto che non ci trasferiamo a La Push!" Lena quasi cadde dal divano. Con un semplice sguardo capii che Alex aveva già capito tutto.

"Ha detto che non andremo a vivere nella riserva." Rispose Anna, chiarendo la situazione.

"Ci trasferiamo a Forks, non è vero?" Chiese mia cugina Alex, il cui vero nome era Alexandra, ma lei preferiva venire chiamata Alex.

"Sì, Alex, esatto. Andiamo a vivere a Forks. Abbiamo già scelto la casa." Disse mio zio, che guardava la reazione scioccata della figlia più grande.

"Ma perchè proprio Forks, papà?" Quella era la mia sorellina. Ha sempre chiamato Anna e Josh mamma e papà, lei era piccola quando i nostri veri genitori sono morti.

"Andrai a scuola a Forks e io e tua madre lavoreremo lì. La Push è distante venti minuti dalla città, così potremmo stare un bel po' di tempo dal nonno."

"Ma papà, la mia vita è qui. Feste, amici, via notturna. Queste cose non esistono a Forks." Questa era Lena, ovviamente. Come ho già detto, lei ama la sua vita qui. Non è mai stata una persona che si muove spesso; se fosse stato per lei avrebbe vissuto nella stessa casa per tutta la vita. E' soddisfatta di ciò che ha e non le piacciono i cambiamenti.

Non è mai stata la più popolare nella scuola, ma era una persona molto sociale, aveva molti amici. (Anche io ho molti amici, non sono una persona asociale che vive da sola nel mondo, cme chiunque potrebbe pensare). La differenza tra me e Lena è che a me piacciono i cambiamenti - quelli buoni, ovviamente -. Per me muoversi vuol dire scoprire un mondo diverso, incontrare gente nuova e vedere posti sconosciuti.

"Mi dispiace Elena, ma tua madre e io siamo già d'accordo."

"Perchè non posso decidere dove voglio stare? Ho diciotto anni, papà, sono maggiorenne!" Okaaay...Lena non vuole muoversi. Guardai Alex, che sembrava aver trovato divertente lo sfogo della sorella. Le due erano molto diverse caratterialmente, mentre fisicamente erano molto simili: gli stessi capelli ondulati castano scuro, grandi occhi marroni e una figura alta e slanciata. Qualche sconosciuto potrebbe definirle gemelle, ma ci sono ben due anni tra di loro.

"Lena, non farlo. Siamo una famiglia, ci stiamo muovendo e tu vieni con noi." Era zia Anna, i suoi occhi marroni così morbidi ora erano pieni di gelo. La sua voce, che di solito era sempre stata dolce, ora era molto tagliente. Era evidente che mia cugina era rimasta spiazzata; c'erano poche persone più dolci di zia Anna (Cynthia, ad esempio), ed è raro che mostri l'altro lato di se stessa.

"Alice, ti va bene l'idea? Non hai parlato molto." La voce della zia era piena di preoccupazione. Forse dovevo prenderlo come un suggerimento.

"Certo, mi piacerebbe venire a Forks con voi. Sto giocando il ruolo dell'osservatore silenzioso." Ecco la mia stupida spiegazione. Tutti mi guardano straniti. Okay, lo accetto, non ho scuse.

"Allora, Lena, ti sei decisa?" Josh guardò sua figlia, che si limitò ad annuire. Ero sicura che non voleva aprire la bocca perchè sarebbero uscite una bella manciata di parolacce.


Le ore successive sembravano più serene rispetto a quelle precedenti. L'atmosfera è migliorata molto. Cynthia ha iniziato a parlare delle sue opportunità sulla nuova scuola, Anna ci ha parlato del lavoro che avrà in un ospedale di Forks, e, naturalmente, abbiamo ottenuto alcune informazioni sulla Forks High, l'unica scuola superiore da quelle parti.

Anche Lena sembrava aver accettato il fatto di doversi trasferire, anche se le sue espressioni comunicavano chiaramente che aveva bisogno di tempo. Al contrario, Alex sembrava entusiasta dell'idea.

Molto probabilmente lo era per nonno Adamo. Era molto triste quando lui tornò a La Push, così lontano da noi.

 

Dopo cena salii nella camera che dividevo con Cynthia, e la trovai che disegnava.

"Lace, cosa ne pensi?" Cynthy usava chiamarmi con quel soprannome che mi ha dato anni fa, e da quel momento mi chiamava sempre in quel modo. Mi ha mostrato il disegno e ho sorriso, raffigurava noi sei nella nuova casa.

"E' bellissimo, nanetta." Dissi, sorridendo.

"Io non sono una nanetta."

"Certo, che non lo sei, tu sei la mia dea." E lo era davvero.

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