You have not forgotten me .. right?

di Hiro_kun
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tristezza, solitudine e idee.. ***
Capitolo 2: *** Cambiare? ***
Capitolo 3: *** Solo questo nient’altro. ***
Capitolo 4: *** Finale ***



Capitolo 1
*** Tristezza, solitudine e idee.. ***


Batteva, spingeva, pulsava, voleva uscire, uscire e solo uscire.
-Devi smetterla di battere!- Urlò Matthew -Perchè ci devo stare così male?-
Stava girando per la stanza confuso, mille pensieri gli passavano per la testa.
-E dire che è solo il primo giorno, come posso andare avanti così?- Matthew aveva l'aria disperata, era deluso, triste e molto depresso. 
-Peggio di così non può andare, ormai non mi può sorprendere più niente.-
Come al solito Matthew era una specie di fantasma per le altre nazioni, sembrava invisibile ai loro occhi, non sapeva neanche lui se davvero esisteva. 
-Si sono scordati di me ancora.- mormorò deluso Matthew -Ma adesso è troppo! non mi parlano da più di un mese, subito non ci facevo neanche caso.. Ma oggi mi sono accorto che stanno esagerando.-
Detta così sembra una cosa stupida, alcuni la definirebbero perfino idiota.. Eppure il cuore di Matthew continuava a spingere e a pulsare come se volesse uscire.   
-Esci, Liberami da questi sentimenti!- Era davvero disperato. -Non voglio provare questi sentimenti! non voglio soffrire! No, io devo essere forte.-
Era tardi ormai Matthew doveva andare a letto, sapeva benissimo che non ci sarebbe riuscito, così si mise alla finestra e osservò il paesaggio: Spruzzi di arancione, spruzzi di giallo e spruzzi di marrone, erano le chiome dei maestosi aceri che dominavano il parco li vicino.
La luce sfocata e leggera dei lampioni illuminava il parco. Quel luogo sprigionava un' aria di solitudine infinita, come se Matthew non ne avasse già abbastanza. Chiuse le finestra che poco prima aveva aperto, come se volesse mandare via tutta quella solitudine.
Kumajiro era li, seduto su una poltroncina. -Chi sei?- mormorò l'orsetto.
Quella frase rovinò proprio la giornata a Matthew. 
-E se..- Mormorò piano Matthew -E se io provassi a cambiare? e se io diventassi un nuovo Matthew? forse potrei essere notato.- Questa frase gli diede un po' di coraggio, forse non era ancora tutto perso. FORSE...

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Capitolo 2
*** Cambiare? ***


Erano circa le 7:00 di mattina quando Matthew si svegliò. Il cielo era limpido tutto sembrava normale, come il solito.  Un caldo raggio di sole oltrepassava la tenda, ma nella stanza regnava il buio… Solo quel raggio rompeva il nero, era come una via d’uscita infondo a un lungo tunnel, o semplicemente la via d’uscita di tutti quei pensieri, fissi, immoti come la neve a Dicembre. Ma la parola che tormentava Matthew era una sola, una di quelle parole così scontate, eppure così complesse.

-Speranza-  Disse Matthew sotto voce. C’era un minimo di speranza, qualcosa poteva davvero cambiare?
Questo di sicuro non dipendeva da lui. –Mi ero detto che sarei cambiato, non ho cambiato idea!- Matthew sembrava molto sicuro di sé, sarebbe cambiato, ne era sicuro. Si alzò dal letto, un brivido gelido, gli percorse tutto il corpo. Andava a tastoni, gli scocciava accendere la luce, quella atmosfera era così… non lo sapeva, ma gli piaceva, quindi non voleva rovinare tutto. Si vestì con le prime cose che trovò e scese giù in cucina per fare colazione.
-Cosa c’è di meglio dei miei pancake appena cotti con lo sciroppo d’acero?- Disse tutto contento
Lentamente cominciò a gustarseli, uno ad uno, lentamente.. Ricordando tutti i momenti felici che aveva passato con le altre nazioni.  Adesso era rinchiuso in una torre di solitudine con muri di tristezza, cercava la chiave di felicità. Troppe domande senza risposta, troppe cose da cambiare. Matthew fissava l’orologio, quel giorno non aveva nulla da fare perché era Domenica, ed erano solo le 8:00. Solitamente di Domenica si ritrovavano tutte le nazioni per andare a fare due chiacchere e stare in compagnia, ma lui non ci sarebbe stato, di lui non avevano bisogno. Quel pomeriggio decise di uscire, anche se subito non ne era così convinto, sì, sarebbe uscito! Si infilò velocemente la prima giacca che trovò,  aprì la porta e finalmente uscì.                           Dentro di se si ripeteva: -Matthew ce la puoi fare, bisogna solo mantenere la calma!-                                                                Faceva freddo, o meglio, soffiava un fastidioso vento gelido. Ancora quel brivido, ancora quella sensazione. Gli alberi avevano ormai perso tutte le foglie, queste cadevano a terra, come se fossero state sconfitte, arrese, troppo stanche per continuare a lottare. Non c’era molta gente, il parco era quasi deserto.                                                                   
In lontananza Matthew vide una ragazza, naturalmente lei non l’aveva notato, ma lui stava lì e la fissava. Lei camminava solitaria,
Ogni tanto si sistemava i suoi lunghi capelli neri, le si potevano scorgere anche i grandi occhi azzurri. Azzurri come il mare, di un azzurro intenso, dicevano tutto di lei.. Il carattere, lo stato d’animo..  Un ragazzo la prese per mano e insieme percorsero tutto il parco.

 

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Capitolo 3
*** Solo questo nient’altro. ***


Erano lontani ormai, la felice coppietta era arrivata dall’altra parte del parco.
Matthew fece un respiro profondo e si mise a sedere sopra a una panchina. –Bene alla fine loro non sono neanche venuti, cosa ti aspettavi Matthew? Perché sei venuto qua? Cosa cerchi davvero?- Stava parlando da solo.
In effetti, nemmeno lui se lo spiegava, però forse in fondo lo sapeva. –Io… Io.. Non lo so, mi sento solo.. Oramai non mi considera neanche Kumajiro.- La verità Matthew sapeva benissimo qual era.. –Io.. voglio solo farmi degli amici.. Chiedo troppo?”
Il cuore gli batteva forte. Stava sudando, si vergognava. Tutti gli altri ragazzi avevano mille amici, con loro ci passano intere giornate. Lui invece era li, era come un fiore in mezzo al mare, era perso, confuso. Tutti gli altri scherzavano, ridevano, certe volte si consolavano anche, magari avesse potuto avere anche lui qualcuno che lo consolasse. Avrebbe dato qualsiasi cosa, davvero, tutto, avrebbe dato tutto. Era così preoccupato che non si accorse che di fronte a lui c’era un’altra panchina. La panchina era occupata da una ragazza, lei sentendo il suo strano modo di parlare da solo fece una risatina. Lei lo fissò, era incuriosita avrebbe voluto fargli mille domande.. Anzi  diecimila. Era una tipa molto estroversa, però era anche molto dolce e intelligente. Lui finalmente si accorse che qualcuno lo stava guardando, alzò lo sguardo, dei lacrimoni gli scivolavano sopra il viso, sembravano due macchine da corsa. Erano ormai arrivate al traguardo, precipitarono sopra ai pantaloni di Matthew. Lei gli sorrise, ma appena si accorse che stava piangendo si alzò e si sedette vicino a lui. –Tutto bene? Scusa se m'intrometto.. Ma non mi piace vedere la gente piangere.- A Matthew venne un colpo al cuore. Pensò –E questa chi è? Speriamo che non mi prenda in giro..-                                                                                                                                                
-Em.. No, non è niente.- Replicò Matthew –Ne sei proprio sicuro? A me non sembra..-Disse dubbiosa lei. –Beh ha ragione. Ultimamente non me ne va bene una.- -Sei una nazione, vero?- A Matthew venne un altro colpo al cuore, come faceva quella ragazza a capire tutto?-Ehm.. sì, sono una nazione- Quella ragazza preoccupava seriamente Matthew.. –Oh, lo immaginavo! Le nazioni hanno sempre mille pensieri.- Ci aveva preso ancora. Essere una nazione non era uno scherzo.                                                                                             
–Scusami ma ora devo proprio andare..- Disse triste Matthew. –Ok.. Allora dimmi pure se hai bisogno, puoi trovarmi sempre qui.- Lei gli sorrise. –Ok, grazie di tutto!-
Matthew correva, correva, voleva andare a casa e chiudersi nella sua stanza. Solo questo nient’altro.

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Capitolo 4
*** Finale ***


Correva, sospirava affannosamente, era già stanco.                                                                                                                                      
Infilò velocemente la mano dentro la tasca della giacca e cercò le chiavi; Dopo averle trovate le infilò ancora più velocemente nella serratura e aprì la porta. –Casa dolce casa! Se solo tu potessi farmi compagnia…- La casa era in disordine, almeno era diventata così da quando Matthew era depresso. Tempo prima era sempre perfetta, non c’era mai un dito di polvere, mai  un pezzo di carta a terra. Chiunque avrebbe capito che Matthew stava cambiando. –Vediamo di rilassarci e liberare la mente-                                                      
Matthew si lasciò cadere sopra alla poltroncina del salotto e osservò il soffitto. –Penso che andrò in camera mia.- Si mise in piedi e pigramente salì le scale che collegavano il salotto al piano superiore.                                                                   
Arrivato in camera, guardò fuori dalla finestra. C’era parecchia gente, il parco era coperto di piccole testoline. Correvano, parlavano, sorseggiavano un caffè al bar, poi ancora, testoline che portavano a passeggio il cane, altre che si limitavano a riposarsi sopra a una panchina, come lui poco tempo prima. Matthew le guardava attento, ma non si accorse che una di quelle lo stava fissando. –Ehi, cosa stai fissando?- una piccola testolina aveva appena urlato con tutta la forza che aveva. No, quella non era una testolina qualunque… Quella era la stessa testolina che aveva abbandonato al parco. –Ehm.. io nulla!- Rispose Matthew. –Ne sei sicuro? Cosa ti prende si può sapere?- la testolina pareva preoccupata. –Se hai voglia di venire a farmi compagnia te lo racconterò volentieri.-  Matthew la fece entrare. Lei gli sorrise e lo salutò. –Ehm.. benvenuta!- Matthew sembrava essere agitato. –Grazie mille!- Rispose lei sorridendo.                                    
–Accomodati pure!- La fece accomodare in salotto e cominciarono a parlare. –Posso chiederti una cosa?- Chiese lei. –Si certo, dimmi pure.- Matthew cercava di nascondere tutta la vergogna che provava, ma non era facile. –Perché te ne sei andato oggi? Non avevi niente da fare..Vero?- Anche questa volta aveva capito tutto. –Ehm, io.. Non volevo.- Matthew si mise a piangere come un neonato, doveva liberarsi di tutti i ricordi che aveva nella testa. –Ehi! Io non volevo farti piangere. Mi dispiace sono stata una stupida.- Matthew si asciugò le lacrime e la guardò triste.-No, sono io quello che deve chiedere scusa. Se devo dire la verità non lo so perché sono corso via. Vedi, ci sono così tanti punti interrogativi nella mia testa.. A volte mi sembra che esploda da un momento all’altro.-                                                                                                                              -Ti capisco.- Disse lei. –Si, ti capisco. Anch' io ho avuto un momento brutto come il tuo, so come ci si sente.- Matthew ascoltava, era sempre più convinto che quella ragazza lo volesse aiutare. Lei era una bellissima ragazza, aveva lunghi capelli castano chiaro, legati in una lunga treccia. I suoi occhi erano castani ma alla luce sembravano diventare verdognoli. –Non vorrei sembrarti scortese..- disse lei  -Posso sapere il tuo nome?-                                                                                                                                                                                                          
-Oh certo! Mi chiamo Matthew.- disse lui sorridendole –Io invece sono Claire, posso chiamarti Mat?-                                  
-Perché no?-
Passarono interi pomeriggi insieme, come veri amici. Parlavano dei loro ricordi, delle loro paure, dei loro gusti e di tante altre cose. Finalmente Matthew aveva trovato un’amica, una di quelle vere.
Passarono parecchi mesi fino ad un giorno che Matthew attendeva sempre con impazienza. Era 24 maggio, il suo compleanno. Quel giorno Matthew aveva un impegno, doveva andare dal suo superiore. Quando tornò, era ormai 1:00 passata, giusto in tempo per pranzare. Aprì la porta e.. –SORPRESA!!! AUGURI MATTHEW!!- C’erano proprio tutti. Tutte le nazioni erano li e naturalmente c’era anche Claire. –Io non ci posso credere..GRAZIE!- Matthew stava per mettersi a piangere dalla gioia. –Vieni qui fratellino!- Si sentì stritolare, era Alfred. Lo stava soffocando, ma lui lo sapeva che suo fratello era fatto così. –Perdonaci se non ti abbiamo considerato in questi giorni.. Ma sai stavamo pensando a come fare la festa- Disse Arthur in tono un po’ dispiaciuto. –Voi.. Stavate organizzando una festa? Grazie, adesso tutta la tristezza non c’è più, ed è solo merito vostro!- Matthew era ancora sorpreso. –Si, stavamo facendo questo per te. Comunque.. Perché tocca a me fare questo discorso? Ehi voi! Dite qualcosa!- Disse agitato Arthur                                            
-Che dire? Auguroni Matthew!- disse l’Asse in coro. Una ad una tutte le nazioni dissero qualcosa a Matthew. –Auguroni Mat!- disse per finire Claire.
 
ANGOLO DELL’AUTRICE
Buongiorno *^* grazie per aver letto questa FF c: Spero vi sia piaciuta.. Come avrete ben notato, sono stata un po’ sbrigativa nell’ ultima parte T.T Però l’importante è aver concluso! Questa ultima parte la dedico a @BlackMew perché mi ha sempre sostenuto! E la ringrazio tantissimo!! <3
Bye Bye
ScusaMaTiChiamoPasta

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