Alpha Team

di Dreamy99
(/viewuser.php?uid=237626)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Bridget, l'agente segreto. ***
Capitolo 2: *** Un Nuovo Amico ***
Capitolo 3: *** Un Bacio Inaspettato ***
Capitolo 4: *** Zayn Malik, il playboy della scuola ***
Capitolo 5: *** Harry mi deve delle spiegazioni ***
Capitolo 6: *** Il segreto ***
Capitolo 7: *** La confessione di Harry ***
Capitolo 8: *** Era tornato tutto alla normalità ***



Capitolo 1
*** Bridget, l'agente segreto. ***


Bridget

Stavo fissando quel ragazzo, con il banco accanto al mio, un po' più alto di me. Aveva lo sguardo perso nel vuoto: qualcosa lo turbava. Era carino, devo ammetterlo, ma io non potevo innamorarmi perché ero un agente segreto in cerca del colpevole: forse era lui. Si, un agente segreto adolescente. Avevo promesso a Kelly che l'avrei scovato quel delinquente, anche a costo di cercare nelle fogne, come un roditore maleodorante. Quella era la mia ultima missione prima delle vacanze estive.

La campanella della fine dell'ultima ora suonò e io uscii di fretta. Mi avviai verso l'uscita, ma qualcuno mi prese per il braccio destro, bloccandomi. Mi voltai di scatto, con furia, nervosa. Era Harry, il mio migliore amico. Lo guardai e gli sorrisi.
- Non mi aspetti?- Mi chiese.
- Purtroppo ho una riunione con la squadra, quindi non posso, mi dispiace.- Gli risposi, abbassando lo sguardo. Lui era l'unico che lo sapeva.
- Ma domani sei libera?- Mi domandò Harry.
Feci cenno con la testa di no. Il suo voltò si rabbuiò. Mi dispiaceva deluderlo, ma ormai anche questo faceva parte della mia vita.
- Fra poco ci saranno le vacanze, così potremo passare più tempo insieme, ok?- Gli dissi,sorridendo.
- Speriamo...- Rispose lui, senza un briciolo di partecipazione, ormai convinto che questo mio lavoro mi strappasse via troppo tempo, come se tutta la mia vita era adibita esclusivamente a questo, senza che io tenessi conto del resto, di lui. Beh, forse un po' di ragione l'aveva.
Lo salutai con un bacio sulla guancia e me ne andai, dispiaciuta.
All'ingresso vidi Sevdenko che mi aspettava. Gli corsi in contro e lo abbracciai.
- Ciao, Bridget!- Mi salutò. Anche lui faceva parte dell'Alpha Team, la corporazione per cui lavoravo ed era per giunta un mio lontanissimo cugino.
- Ciao, Sev!- Risposi io.
Ci incamminammo verso il parcheggio e salimmo in macchina.
- Andiamo alla Base o in Centrale?- Domandai.
- La riunione era solo una scusa, cara!- Rispose lui con un sorriso beffardo.
Per qualche istante rimasi in silenzio, non avendo capito, ma appena mi resi conto di ciò che aveva detto mi girai verso di lui e lo guardai con gli occhi sgranati.
- Eh? Perché, scusa?- Gli dissi, scioccata.
- Volevo passare un po' di tempo con la mia cuginetta preferita...-Rispose Sev.
- E c'era bisogno di mentire? Povero Harry: l'ho deluso un'altra volta e per colpa tua che pensi solo a te stesso! Avrei potuto trascorrere del tempo con lui e invece eccomi qui a sentirti delirare di brutto! Ma che ti prende, eh?- Sbraitai io.
- Ma non ti rendi conto che pensi solo ed esclusivamente ad Harry? Capisco che sia il tuo migliore amico, ma a tutto c'è un limite, no? Se ti avessi chiesto di uscire per stare un po' insieme mi avresti risposto di no! E sai perché? Perché saresti stata impegnata con Harry, come sempre!- Gridò lui a sua volta. Il suo discorso non faceva una piega: aveva maledettamente ragione, purtroppo.
- E dove mi porti?- Chiesi io, con tono decisamente più calmo.
- In spiaggia.- Rispose lui.
Pochi minuti dopo ci trovammo di fronte un panorama stupendo: il mare era mosso e le sue onde si scagliavano fragorosamente contro gli scogli, creando una melodia rilassante. All'orizzonte c'erano tante isolette e il sole splendeva in alto. Qualche metro più in là, alla nostra destra, c'era una casetta, ma non si intravedeva nessuno. Mi sedetti sui ciottoli e mi voltai verso di Sev, un po' più indietro di me, dove c'era la sua automobile posteggiata.
-Vieni con me!- Mi ordinò lui, indicando la casetta abbandonata. Si avvicinò a me, mi sorrise e mi porse la mano.
Io accettai il suo aiuto e mi alzai. Mio cugino aprì lentamente la porta ed entrammo.
-Wow!- Esclamai io.
Al centro della stanza c'era un tavolino con una tovaglia in lino, tutta ricamata. Intorno due sedie in ferro battuto e una candela che illuminava l'ambiente. Poco più in là c'era un grazioso divanetto tutto ricoperto di petali di rose rosse. Le finestrelle erano chiuse e la fioca luce della candela rendeva l'atmosfera particolarmente romantica.
- Cosa significa questo?- Dissi, rivolgendomi a Sev.
- Preferisci saperlo a parole o con i fatti?- Mi domandò lui.
- Non capisco dove vuoi arrivare...- Risposi io.
- A questo...- Disse lui, avvicinandosi a me.
Mi cinse i fianchi e mi guardò dritto negli occhi; odiavo quando si comportava così perché io iniziavo a sorridere come una scema e lui mi continuava a guardare così intensamente che poi dovevo distogliere lo sguardo, per non rimanerne incantata. Ed quello che feci anche questa volta.
Indietreggiai velocemente.
- Forse è meglio se me lo spieghi a parole...- Aggiunsi io, imbarazzata e con una sensazione strana che mi tormentava lo stomaco, forse disagio.
- Non sono d'accordo.- Sussurrò lui. La sua voce così calma, dal tono basso mi creava brividi che percorrevano tutto il mio corpo; era stato detto in un sussurro come se fosse qualcosa di proibito, così terribilmente impossibile, non corretto moralmente, qualcosa che ora era accessibile ad entrambi!
Si avvicinò nuovamente e io continuavo ad andare indietro finché non arrivai a toccare la parete con la schiena. Mi sorrise.
- Sei in trappola, cara!-Esclamò lui.
Purtroppo era vero: non potevo muovermi, ma non mi volevo arrendere, non ora. Cercai di dimenarmi più volte, ma con scarsi risultati perché lui era forte e non aveva intenzione di lasciarmi andare. Sev, allora, si avvicinò ancora di più, cercando di far imprimere le sue labbra contro le mie, ma io non sono un tipo cedevole; così gli diedi uno schiaffo e lui indietreggiò automaticamente: potevo finalmente andarmene. Mi staccai dal muro e gli andai incontro.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Un Nuovo Amico ***


- Sai benissimo che con me non si gioca, cugì!-Gli dissi, con tono vittorioso: avevo vinto!
- Io non sto giocando!-Rispose Sev, con tono indignato.
- Sicuro? Beh, sbaglio o qualche anno fa abbiamo avuto una lite a proposito di una certa cosa?-Urlai io, ormai irritata.
- Prima ero un deficiente che non sapeva quello che faceva, ma su di una cosa sono stato sempre sicuro: io ti amo! E ho fatto tutto questo appunto per dimostrartelo.-Disse lui, con tono calmo e con gli occhi lucidi. Non mi faceva pena, per niente.
- Non ti credo.-Risposi io.
Con scatto veloce e sicuro andai verso la porta, la aprii e mi misi a correre. Non avevo una destinazione, ma sapevo che sarei voluta essere il più lontano possibile da lui!
Quando mi fermai respiravo affannatamente e mi ritrovai davanti a un cancello, proprio di rimpetto alla spiaggia. Ero troppo stanca per fare qualche altro passo ed ero molto distante per poter tornare indietro; così suonai al campanello dell'abitazione ed aspettai. Qualche istante più tardi arrivò un ragazzo ad aprirmi.
- Ciao! Tu sei...?-Mi domandò, aspettando una mia risposta immediata.
- Piacere Bridget. Senti, mi sono messa a correre e sono giunta fin qua, ma ora sono troppo stanca per tornare indietro e poi non so manco dove mi trovo: non è che mi potresti far entrare, per favore?-Gli chiesi, quasi supplicandolo.
- Io sono Blake, accomodati.-Mi invitò.
- Grazie.-Risposi io, accennando un sorriso che sembrava più che altro una smorfia data la stanchezza e il fiato corto.
Quel ragazzo era davvero bello, perfetto oserei dire: gli occhi di un azzurro intenso, i capelli color nocciola, il fisico era ben proporzionato ed era per giunta gentile. 
Chiuse il cancello e mi ritrovai davanti una casa molto grande, anzi un palazzo, stile barocco, molto curato con un giardino immenso intorno.
- Bella casa!-Mi complimentai io.
-Grazie...-Rispose lui, con lo sguardo rivolto verso il basso, quasi imbarazzato. Ma perché si comportava così?
Entrammo e ci accomodammo in un salottino molto appartato, un po' distante dall'ingresso principale, qualcosa di molto riservato insomma. Lui accese la televisione e io mi sedetti nel divano in pelle, proprio di fronte. Passammo due orette a guardare film avventurosi: li adoravamo entrambi! Parlammo poco, ma nonostante non ci sia stata una conversazione che si possa definire tale, lui mi era simpatico. Il suo sguardo mi infondeva pace, felicità.
Ad un certo punto si voltò verso di me e mi sorrise. Io ricambiai.
- P-posso farti una do-domanda?-Balbettò Blake.
- Certamente!-Risposi io, mostrando uno dei miei sorrisi più smaglianti.
- S-sei fidanzata?-Sbottò lui.
- Bella domanda...-Dissi io, cercando di fare la vaga.
- Allora lo sei o no?-Insistette Blake.
- No...-Affermai io, poco convinta, con lo sguardo puntato sulle mie mani.
- Sicura?-Mi domandò.
- Si, si, non sono fidanzata!-Esclamai io.
- Ah, ecco, mi sembrava strano perché...perché sei troppo bella per non avere un fidanzato!-Disse lui, con lo sguardo puntato su di me, come se quel momento dovesse durare in eterno.
- Ma, dai, non esagerare!-Risposi io, dandogli una pacca sulla spalla, in preda ad un attacco feroce di imbarazzo totale.
- Non esagero, dico solo quello che penso!-Disse Blake, sorridendomi.
A rompere quel momento magico fu il mio cellulare che squillava. Lo presi dalla tasca del mio jeans e guardai il display: era Sevdenko. Non volevo rispondere, ma qualcosa mi spinse a farlo, non so cosa di preciso.
- Pronto?
- Bridget, volevo solo dirti che hai lasciato nella mia macchina lo zaino e che più tardi lo porto a casa tua.-Mi avvisò lui, con voce triste.
- Ah, ok, grazie.-Risposi, cercando di porre fine alla chiamata.
- Ma dove sei?-Mi chiese.
Non feci neanche in tempo a rispondere che sentii una voce femminile dire: - Dai, Sev: ne voglio un altro...Baci magnificamente!- 
- E questa chi era?-Domandai.
- Un'amica...-Rispose.
- Si, certo come no...Si vede quanto mi ami se già mi hai rimpiazzata con un'altra. Ho fatto bene a non fidarmi!-Urlai io.
- Ma...-Stava per parlare, quando io chiusi la telefonata: non volevo più sentirlo!
- Chi era?-Mi domandò Blake.
- Scusa, ma non mi sento di parlarne.-Risposi, con lo sguardo rivolto verso il basso che esprimeva il mio stato d'animo: ero delusa, strutta e maledettamente nostalgica dei vecchi tempi, quando niente di tutto questo sarebbe potuto accadere. Una lacrima fredda e solitaria rigò il mio volto che in poco tempo si impregnò del tutto, facendo venir fuori la parte più debole di me: quella che soffriva ormai da troppo tempo e che ora, dopo quello che era successo, non riusciva più a contenersi.
- Che ti prende, Brid?-Mi chiese preoccupato il mio nuovo amico.
- No, niente...-Risposi, cercando di occultare il mio dolore.
A quel punto Blake mi strinse a sé, facendomi sprofondare nel suo petto, così caldo. L'abbraccio fu così forte e rassicurante, ne avevo bisogno.
Qualche minuto più tardi mi staccai.
- Scusa se mi sono lasciata andare...-Gli dissi, in tono dispiaciuto.
- Capita.-Rispose lui.
- Ma tu hai pranzato?-Mi chiese poi.
- Veramente no...-Dissi io, toccandomi la pancia che iniziava a farmi male.
- Scusa se non te l'ho chiesto prima. Ora andiamo in cucina e scegli quello che vuoi mangiare!-Esclamò lui.
A pensarci bene all'uscita della scuola ero andata con Sev e avrei mangiato con lui se non fosse successo quello che era accaduto. Erano le quattro del pomeriggio e la fame si faceva sentire.
Dopo aver divorato due panini super imbottiti, mi voltai verso Blake, intento a guardarmi.
- Grazie...-Sussurrai io.
- E di che? Se posso aiutarti lo faccio con piacere!-Rispose lui, con un sorriso mozzafiato sulle labbra: oh, mio dio, stavo per morire!
- Vieni, ti faccio vedere la mia stanza.-Aggiunse in seguito.
Salimmo al piano superiore e alla fine di un interminabile corridoio c'era la sua stanza: le pareti colorate di un blu mediterraneo, un letto matrimoniale, un'immensa finestra che dava sulla piscina in giardino, una televisione 3D gigantesca e di fronte un divanetto apparentemente molto comodo. Più in là un armadio enorme dominava la stanza e a destra c'era una bella scrivania con una sedia.
- Mi piace la tua stanza!-Esclamai io, convinta.
Lui mi sorrise.
- Posso baciarti?-Mi chiese.
Rimasi scioccata dalla sua richiesta.








Angolo scrittrice
Ciao a tutti, io sono Laura.
So che può sembrare che la storia non sia molto incentrata su Harry o in generale sui One Direction, ma dai prossimi capitoli la storia si farà più interessante. Bye-bye :) 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Un Bacio Inaspettato ***


-Veramente io...-Non mi fece terminare che mi baciò, attirandomi a sé per i fianchi.
Sentii un brivido percorrermi la schiena, ma non volevo abbandonare quello che già avevo, il mio mondo, tutto ciò per cui avevo tanto lottato: Sevdenko, io volevo lui. Nonostante gli errori che aveva commesso sia in passato che recentemente, io l'amavo e prima di provare ad innamorarmi di un altro avevo il bisogno di parlare con lui perché gli volevo davvero un gran bene anche come cugino e tutto ciò che desideravo era l'armonia tra noi due. Mi staccai lentamente e Blake sorrise.

- Scusa, ma non ho saputo resistere...-Disse lui, con lo sguardo rivolto verso il basso, allontanandosi pian piano.
- Ecco, io...cioè non fa niente, ok? Però ora è meglio se vado!-Sussurrai io, ormai maledettamente confusa.
- Ok. Mi potresti dare il tuo numero?-Mi chiese, senza esitare.
- Certamente...-Risposi.
Dopo avergli dato il mio numero, me ne andai, lasciandomi alla spalle quel bacio, che sicuramente non avrei dimenticato, ma essendo un'agente segreto e avendo già un ragazzo a cui pensare, sapevo che Blake sarebbe stata l'ultima persona che avrei dovuto coinvolgere nella mia vita, già abbastanza complicata, purtroppo.
Ritornai alla casetta abbandonata. Per arrivare a casa mia avrei dovuto percorrere circa cinque chilometri ed ero troppo stanca per farlo, così decisi di entrare. Era rimasto tutto intatto, mi provocava angoscia. Iniziai a piangere, buttandomi di botto sul divanetto, ancora ricoperto di petali di rose rosse che emanavano un profumo stupendo, molto rilassante. Ad un tratto la porta si aprì ed io alzai lo sguardo: era Sevdenko.
- Che ci fai qui?-Gli chiesi.
- Sapevo che prima o poi saresti tornata, così ho pensato di venire qui ad aspettarti!-Rispose lui, guardandomi dritto negli occhi.
- E quella lì che fine ha fatto?-Domandai, mentre mi asciugavo il volto.
- C'è stato un bacio, ma nient'altro e poi...io amo te e così le ho detto di andarsene e sono tornato qua per te, per parlarti!-Disse lui, avvicinandosi a me lentamente.
- E se io non volessi? Ma se proprio vuoi, ti accontento. Sentiamo: di che vuoi parlarmi? Di quanto sei stato stronzo? Si, scusa, ma non c'è bisogno che me lo dici tanto lo so già...-Vociai io, alzandomi dal divanetto.
- Senti, io sono pentito di quello che ho fatto in passato e ho organizzato tutto questo per farti capire che mi sono reso conto dei miei errori. Quando sei scappata io ero nero dalla rabbia perché non riuscivo a capacitarmi di averti persa, di non poterti dimostrare il mio amore. Mi sono messo in auto e mi sono diretto verso casa, ma all'entrata ho trovato Claudia, la mia ex. Lei è stata a baciarmi e mi sono subito staccato. Quando ti ho chiamata per avvisarti lei era ancora lì, ma non è successo più niente e poi l'ho cacciata. Sono stato un po' a pensare a te e a come fare affinché tu comprendessi quanto sei importante per me, disteso sul mio letto. Sono tornato qui, sapendo che tutto ciò che ti avrebbe convinta a credermi sarebbe stato proprio questo: la verità.-Dichiarò lui, prendendomi la mano destra e intrecciandola alla sua.
Le sue parole mi avevano resa felice, il mio cuore a breve scoppiava. Lo guardai e sorrisi.
- Se mi vuoi, dovrai meritarmi!-Esclamai io, in tono di sfida.
- Sta tranquilla che vincerò...-Mormorò lui, con un sorriso beffardo dipinto sulle labbra.
- Beh, questo è tutto da vedere...Comunque mi accompagni a casa?-Dissi io, con fare sbrigativo.
- Si, si, con piacere.-Rispose lui, con tono alquanto gentile.
Mentre eravamo a bordo dell'auto nessuno dei due aveva intenzione di proferir parola, così, per porre fine all'estenuante momento di silenzio imbarazzante, mi decisi a parlare.
- Ti va di cenare con me? Sai, i miei non ci sono e io sola mi annoio...-Lo informai io.
- Uh, qui c'è qualcuno che vuole le coccole del cuginone, no?-Disse Sev, ironicamente.
- Ma perché quando io dico qualcosa tu devi sempre pensare male, eh? Sei proprio un pervertito tu!- Affermai, ridacchiando.
Poco dopo arrivammo a casa. Io mi diressi velocemente in camera mia, per fare i compiti e lui mi seguì. Un'ora più tardi andammo in salotto a guardare un po' di televisione e rimanemmo lì per una buona mezz'oretta. Erano ormai le otto di sera.
- Cosa vuoi mangiare, Sev?-Gli domandai, fredda.
- Beh, tu cucini bene, quindi...beh, vediamo un po'...dai, fai tu, ok? Mi fido...-Rispose, mostrando un sorriso mozzafiato, di quelli che ti fanno arrossire violentemente. A me capitò.
- Ok, vado.-Lo salutai leggermente con la mano.
Qualche minuto dopo arrivai in sala da pranzo con dei piatti colmi di pasta con pomodorini, mandorle tritate finemente, basilico e qualche tocchetto di melanzane fritte: una mia specialità.
- Sevdenko, la pasta è pronta!-Lo chiamai io.
Poco dopo eccolo spuntare dal salone, un po' assonnato.
- Hai già sonno?-Gli chiesi, mentre lui, tra uno sbadiglio e l'altro, si sedeva.
- Si, un po'.-Rispose lui, scuotendo leggermente la testa per svegliarsi dal sonno che lo stava ormai divorando totalmente.
- Beh, buon appetito allora!-Dissi io, iniziando a ingurgitare la prima forchettata di pasta, affamata com'ero.
-  Buon appetito!-Esclamò lui.
Mangiammo in fretta e poi io andai in cucina a lavare piatti, bicchieri e posate. Mentre stavo levando i residui del condimento della pasta dal piatto che, in quell'occasione, era di Sev, mi sentii cingere i fianchi dolcemente. Rimasi immobile, paralizzata, rigida.
- Posso dormire con te?-Mi bisbigliò all'orecchio.
- Certo che no!-Esclamai io, voltandomi di scatto.
- Dai, e ora quella che pensa male chi è? Voglio stare con te, niente di più!-Mi assicurò.
- Ok, allora.-Risposi, accennando un piccolo sorriso.
Appena finii di lavare, andai in camera mia per cambiarmi, mentre Sevdenko se ne stava spaparanzato sul divano, guardando la televisione.
Ritornai in salotto e lo squadrai.
- Ma come siamo comodi, eh!-Dissi, tra una risata e l'altra.
- Vieni qui!-Mi invitò, facendomi posto accanto a lui con la faccia da cucciolo.
Mi sedetti proprio di fianco a Sev e lui mi avvolse tra le sue braccia.
Verso le undici spensi la televisione, essendomi accorta che il ragazzo di cui ero innamorata si era addormentato come un angioletto.
- Ehi, Sev...- Gli mormorai dolcemente all'orecchio destro, cercando di farlo svegliare.
Aprì lentamente gli occhi e mi sorrise, emettendo un mugolo. Si vedeva che era ancora nel mondo dei sogni, nonostante l'avessi svegliato.
- Scusa, ma avevo troppo sonno...-Si giustificò lui.
- Non importa. Ora andiamo in camera, però.-Dissi, tirandolo soavemente per un braccio per farlo alzare.
Io mi stesi nel mio letto e lui mi guardò con aria interrogativa.
- E io dove dormo?-Mi domandò, perplesso.
- Beh, tu hai detto che volevi stare con me ed io ho accettato, ma chi ti ha mai detto che avresti dormito con me nel letto? Se vuoi ti prendo un cuscino e un lenzuolo e ti accomodi sul freddo pavimento.-Affermai io, ridendo.
- Eh, no, cara mia, il sottoscritto dorme proprio qui, accanto a te, nel letto.-Controbatté Sev, indicando con l'indice la postazione che, secondo lui, avrebbe dovuto occupare di lì a poco.
- Va bene...-Mi arresi infine.
Mi spostai leggermente per fargli posto e lui si infilò nel letto. Mi abbracciò in maniera a dir poco soffocante, tant'è che io mi dovetti liberare dalla sua presa velocemente, se no sarei morta.
- Eh, dai, vieni qui!-Disse lui, cercando di riabbracciarmi.
- A condizione che non mi soffochi!-Lo avvertii io, puntagli addosso il mio indice, con fare minaccioso, che risultava, però, alquanto buffo che mi misi a ridere.






Angolo autrice
Ciaooo :) 
Se recensite in più di una, aggiorno stasera stessa!
Fatemi sapere se è di vostro gradimento xx
BYE, Laura  

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Zayn Malik, il playboy della scuola ***


La mattina seguente mi svegliai per prima e mi girai per guardarlo meglio: era così carino.
“No, Bridget, ora basta! É arrivato il momento di alzarsi da questo letto e prepararsi. Su, via, ti aspetta una giornata impegnativa!” Pensai tra me e me.
Andai in bagno e mi cambiai. Tornata in camera lo trovai ancora steso sul mio letto, così decisi di lasciarlo dormire beato per un altro po'.
Andai in cucina e preparai la colazione. Mentre stavo per addentare la mia brioches con la nutella ancora intatta, sentii dei passi provenire dal piano superiore, dove si trovava la mia stanza. Mi affacciai dalla cucina che dava sull'ingresso e lo vidi scendere dalle scale, poco più in là.
- Buongiorno!-Mi salutò, dandomi un bacio sulla guancia.
- Ciao...dormito bene?-Gli chiesi.
- Come avrei potuto dormire male se accanto a me avevo il mio angioletto?!-Rispose, sorridendomi dolcemente, come non aveva mai fatto.
- Che dolce il mio cuginone, eh!-Esclamai, dandogli un leggero pizzicotto nella guancia.
Appena finimmo di fare colazione, se ne andò e io mi misi in cammino per la scuola. Arrivata all'entrata dell'austero edificio vidi Harry, che fissava il vuoto, stringendo i pugni, in segno di sconfitta. Che cosa era successo? Il mio migliore amico, solitamente, era sempre così allegro e di buon umore che faceva passar la voglia di piangere, eppure quel giorno non era raggiante, come io lo conoscevo: sul suo viso si leggeva amarezza e questo mi faceva male.
- Ehi, Harry, buongiorno!-Lo salutai, avvicinandomi.
- Senti, lo so che non sono nessuno per farti la predica, ma...-Stava per concludere la frase, ma io lo interruppi perché non ero d'accordo: lui contava molto per me e aveva il preciso dovere di aiutarmi quando sbandavo, perdendo la “retta via”.
-Tu sei come un fratello per me e ciò significa che puoi liberamente rimproverarmi quando ne è necessario!-Lo corressi.
- Beh, se la pensi così ne sono felice. Non voglio criticarti né sembrarti troppo protettivo, ma tu sei la mia migliore amica e mi preoccupo per te...-Disse lui, rivolgendomi uno dei sguardi dolcissimi, quelli in cui ti senti speciale e in cui capisci che lui, Harry, è davvero un buon amico: così dolce e rassicurante. Mi guardava con occhi che lasciavano trasparire amore fraterno, sostegno reciproco e questo mi rendeva felice.
- A cosa ti riferisci?-Gli domandai, incapace di capire ciò di cui stesse parlando.
- Guarda qui!-Disse, porgendomi un giornale.
Lo presi tra le mani e cosa vidi? Sevdenko ed io al mare. Beh, solitamente due agenti segreti non dovrebbero essere conosciuti e quindi cosa ci facevo sulla prima pagina di quel giornale? Semplice: la mia copertura era la mia carriera di cantante.
- “Bridget ha per caso trovato l'amore? Sevdenko, il playboy della boyband più famosa del momento, si sarà messo la testa a posto?”-Lessi il titolo dell'articolo e guardai la foto di noi due, lasciandomi scappare un sorriso sforzato, di disgusto per tutta quella gente che, non avendo di che occuparsi, si preoccupava solamente di farsi gli affari degli altri.
- Grazie...-Sussurrai ad Harry.
Lui accennò un piccolo sorriso.
- Stai attenta a non spiccicare neanche una sola parola con Sev del vostro vero lavoro...Sai, anche i muri hanno le orecchie e i paparazzi riescono ad avere informazioni molto riservate, senza che voi ve ne accorgiate.-Mi avvertì lui, con tono alquanto preoccupato.
- Lo so, Harry...-Aggiunsi, abbassando lo sguardo, consapevole di quale rischio potevo correre.
Ci avviammo in silenzio in classe. Le ore trascorsero velocemente, come mai era accaduto, forse perché avevo prestato poca attenzione alle lezioni, concentrandomi sulla mia vita privata e su tutti quei pensieri che mi assalivano o forse perché quella giornata, sin dall'inizio, si era mostrata meno impegnativa di quello che immaginavo e l'avevo presa alla leggera.
Dopo aver salutato Harry, mi avviai verso casa, pensierosa e confusa. Non avevo la minima idea di come reagire a ciò che stava accadendo intorno a me. Tutto mi appariva sfocato, poco nitido e ciò complicava la già insopportabile situazione. Avevo mille pensieri che offuscavano maledettamente la mia mente e ragionavo alla velocità della luce, in cerca di una risposta esaustiva che potesse porre fine al mio stato di sconforto e solitudine, trovando una soluzione risoluta e impiegando il minor tempo possibile. Immersa com'ero in questi ragionamenti così profondi e al tempo stesso assurdi, non mi accorsi che accanto a me c'era qualcuno. Mi voltai di scatto e mi resi conto che quel “qualcuno” era Zayn Malik, il playboy della scuola. Tempo fa avevamo avuto una lite che, dato il mio carattere aggressivo e la mia esperienza come agente segreto, non era andata nei migliori dei modi e lui da quel giorno non mi aveva più rivolto una sola sillaba, e di questo ero contenta. Ma, ora, cosa ci faceva qui? Che motivo aveva un tipo come lui di seguirmi? Cosa si aspettava da me?
- Ma che fai: mi segui?-Gli domandai io, irritata dal suo sguardo fisso su di me.
- Si...-Rispose lui, accennando un sorriso.
- E per quale assurdo motivo?-Gli chiesi in seguito.
- Perché mi va.-Rispose secco Zayn.
Ma quanto lo potevo odiare, eh?! Si: era proprio il tipico ragazzo come si sentiva chissà chi, gentilmente chiamato “Donnaiolo”. Con tutti quei suoi atteggiamenti da stronzetto, mi faceva salire i nervi e questo era più che evidente; anche lui era a conoscenza del mio odio nei suoi confronti.
- Beh, a me reca fastidio la tua presenza, quindi se vuoi scusarmi ti devo cacciare...-Dissi, con un sorriso strafottente.
Lui si avvicinò a me e mi sorrise compiaciuto. Mi fermai e lui fece lo stesso.
- Uh, ma che bel lessico, signorina Payne!-Esclamò il moro, ironicamente.
- Senti, Malik, tu ed io non siamo nemmeno amici, quindi fammi il piacere di andartene e la prossima volta prenditi meno confidenza con la sottoscritta!-Dissi io, indicandomi.
- Senti, carina, io faccio quello che voglio, ok? Tu non sei nessuno per impedirmelo, chiaro?-Iniziò lui, con arroganza- E poi che c'è di male se ti seguo?-Concluse poi, con fare ovvio.
- Non ho tempo né voglia di discutere con te, quindi per favore vattene e non farti più vedere! Non ti è bastata la lezione che ti ho dato allora!?-Risposi, seccata.
Non rispose ed io a quel punto decisi di proseguire, lasciandolo lì con la faccia triste.
Qualche secondo più tardi, però, lui, dopo essersi scosso più volte la testa come per riprendersi, si mise a correre nella mia direzione, raggiungendomi.
- Cosa vuoi, Malik?-Gli chiesi, ormai stremata.
Parlarti.-Rispose lui, semplicemente.
- E di che?-Gli domandai, perplessa.
Zayn mi afferrò il polso destro per fermarmi ed io lo feci.
- Si tratta di Harry Styles, il tuo amichetto.-Bisbigliò lui.
- Cosa gli hai fatto?-Gli chiesi, alzando il tono della voce.
- Nulla, tranquilla.-Rispose lui, in tono calmo per placare la mia ira, scaturita dell'odio nei suoi confronti che mi portava, quindi, a non fidarmi di lui.
- Volevo solo avvisarti che è diventato nostro amico...-Aggiunse il bastardo.
- No, Malik, Harry non potrebbe mai frequentarsi con gentaglia!-Sbraitai io.
- Ah, oltre che scontrosa, sei pure una di quelle ochette che discriminano chi non ha abbastanza denaro da potersi comprare le Ferrari o i Rolex! Non ti credevo così!-Mi urlò contro Zayn, lasciandomi il polso.
- Non intendevo questo...io, sappi caro Malik, non giudico le persone solo perché sono povere, ma per il comportamento! E tu, insieme a Louis Tomlinson e Niall Horan, siete proprio quelle sgradevoli persone che Harry non oserebbe avere vicino!-Spiegai io, mentre mi massaggiavo il polso dolente.
- Siete tutti così...-Aggiunsi poi, ma non trovai l'aggettivo adatto a definirli.
- Così come?-Mi incitò lui a proseguire, avvicinandosi.
- Insopportabili...sopratutto tu!-Risposi io, innervosita.
- Ah si?-Domandò lui, facendo un altro passo in avanti, il ché mi costrinse a sbattere contro il muro.





Ehi, ciaooo!!
Avete visto??? In questo capitolo c'è Zayn....d'ora in poi la storia diventerà MOLTO INTERESSANTE!
Ma ora cosa succederà??? Spero vi sia piaciuto, kiss kiss
Laura xx 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Harry mi deve delle spiegazioni ***


- Si! E poi...-Neanche il tempo di terminare la frase, che mi ritrovai con le sue labbra sulle mie.
All'inizio non ricambiai, sorpresa, ma poi mi lasciai andare e socchiusi lentamente gli occhi, portando le mie mani intorno al suo collo.
Durante quel bacio pieno di foga mi sentii confusa perché mi rendevo conto che tutto questo era un terribile errore e poi pensai a Sev, il primo di cui mi ero innamorata, il ragazzo che, sin da piccoli, mi aveva protetta e amata per quello che ero. Blake era un bel ragazzo e anche molto simpatico, ma, nonostante quel bacio che mi aveva completamente coinvolta emotivamente, non lo amavo. E ora, tanto per rendere la mia vita più complicata di quello che già era, c'era Zayn, intento a baciarci, trasmettendomi amore e dolcezza, nonostante quel bacio fosse più che passionale.
Ci staccammo lentamente con il fiato corto. Il mio sguardo era rivolto a lui che mi sorrideva, ma non beffardamente, piuttosto con un sorriso sincero, pieno di emozioni.
- Scusa, io vado...C-ci vediamo in giro!-Lo salutai io, scansandomi dalla sua presa.
Lo lasciai lì, mentre io, con fretta e furia, mi avviavo verso il cancelletto che permetteva l'accesso alla mia dimora.
- Possiamo essere amici?-Gridò lui, ormai lontano da me.
- Non so Zayn...io e tu non abbiamo mai avuto un bel rapporto, non capisco come potremmo essere amici...-Gli risposi, urlando anch'io.
- Beh, fallo per Harry, no?-Disse lui, cercando di convincermi.
- Non so...Siete davvero amici?-Gli domandai, perplessa.
- Si...allora accetti?-Mi chiese Zayn, speranzoso.
Lo guardai per vedere se era sincero e accettai.
- Va bene! Allora ciao, amico!-Lo salutai, facendo il gesto con la mano destra.
Lui di colpo arrossì e distolse lo sguardo dal mio.
- Ciao...-Fece lui, per tutta risposta.
“Ma cosa gli prende? Tra tutte le ragazze che si è fatto, di cui molte sono delle poco di buono, nessuna gli ha mai sorriso? No, è impossibile. E allora perché è arrossito? Beh, ma poco mi importa. Ora ciò che devo fare immediatamente è chiamare Harry per farmi dare delle spiegazioni!” Pensai io. Mi addentrai velocemente nel piccolo vialetto che separava la strada dalla mia abitazione, attorto alla quale c'era un giardino grazioso e ben curato, seppure piccolo. Estrassi le chiavi di casa dalla tasca inferiore del mio zaino ed aprii la porta d'ingresso, piombando nell'assoluto silenzio di quel deserto, anche chiamato “casa”, se tale si poteva definire. I miei genitori lavoravano fino a tardi e al mattino erano i primi ad uscire. Quello era un momento molto intenso perché volevano sbrigarsi tutto il lavoro che avevano in quegli ultimi frangenti che li separano dalle meritate vacanze, rendendosi liberi per l'estate ormai alla porte. Avevo un fratello di nome Liam, che era partito da esattamente una settimana e l'indomani sarebbe tornato. Ne ero così felice perché lui era un buon confidente, oltre che dolce e protettivo. Aspettavo con ansia il giorno successivo e, immersa nei miei pensieri, mi sedetti sul comodo divano situato in salotto. Presi il cellulare e digitai il numero di Harry. Niente, segreteria telefonica. Riprovai un altro paio di volte, ma nulla. Mi arresi e posai il mio cellulare sul tavolinetto in vetro situato davanti al divano.
Mi alzai e, dopo aver raccolto da terra il mio zaino, andai in camera mia per fare i compiti. Passò circa un'ora ed io ero intenta ad ultimare un esercizio di matematica, quando il campanello suonò, facendomi sussultare, colta di sorpresa. Mi alzai dalla sedia e posai la penna sulla mia scrivania, dirigendomi verso la porta d'ingresso, al piano inferiore. Girai la chiave e, appena aprii, mi ritrovai di fronte Harry.

- Oh, ciao!-Lo salutai, sorridendogli.
- Ciao...posso entrare?-Mi domandò, vedendomi immobile, come se gli volessi impedire di entrare.
Mi spostai immediatamente.
- Certamente!-Affermai, facendogli cenno di accomodarsi.
- Grazie.-Mi rispose lui, accennando un sorriso molto vago.
- Ho visto le tue chiamate...-Mi informò lui, prima di sedersi su una delle sedie che c'erano intorno al tavolo della cucina.
- Si, volevo chiederti una cosa...-Gli spiegai.
- So già tutto!-Mi disse, con fare malinconico.
Ma cosa gli prendeva? Il suo volto era così inspiegabilmente triste che di lì a poco sarei potuta anche svenire: mi faceva troppo male vederlo ridotto così, senza, per di più, saperne la causa.
- Zayn mi ha raccontato del vostro incontro...-Iniziò Harry.
- E mi detto anche di averti baciata, per poi averti lasciata confusa, e gli dispiace questo, sappilo.-Fece una pausa, ingoiando rumorosamente un po' di saliva per poi riprendere il suo discorso.
- Mi hai riferito che...ecco, che per lui non è stato un errore...-Proseguì il mio migliore amico.
Feci una smorfia dovuta al disaccordo e ripensai all'accaduto, ancora terribilmente spaesata.
- Lo so che in questo momento penserai che per lui non abbia significato niente, ma ti sbagli. Cioè, si, forse lui è un donnaiolo, lo ammetto, ma sappi che pure Zayn ha dei sentimenti e vanno presi in considerazione, qualche volta.-Aggiunse, avendo notato la mia faccia contrariata.
- E poi sono venuto qui per darti la conferma della nostra amicizia.-Affermò, guardandomi negli occhi e lasciandosi sfuggire una piccolissima lacrima, segno di tristezza.
- Cosa ti succede, Harry? É da stamattina che ti comporti stranamente. Non ne capisco il motivo. Potevi benissimo venire qua, a casa mia, e parlarmi di ciò in tutta tranquillità, come abbiamo sempre fatto e non così, versando, per giunta, lacrime, non credi?-Gli domandai, insospettita.
- Tranquilla, io sto bene.-Mi rispose, abbassando il volto.
- No, Harry! Tu non stai bene, ok? E io sono la tua migliore amica e devo sapere cosa ti succede, per aiutarti, capisci?-Urlai, ormai stremata, alzandomi dalla sedia.
Lui alzò lo sguardo e mi guardò intensamente, come mai aveva fatto fino ad ora. Lo abbracciai istintivamente e lui mi strinse a sé, come se non volesse farmi scappare e lasciare che quel momento di pace durasse in eterno.  





Spero vi sia piaciuto, alla prossima xx

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Il segreto ***


I giorni passarono in fretta fra lezioni noiose, riunioni con la squadra, divertentissimi pomeriggi con Harry e Zayn e qualche uscita con Blake. Si, Zayn era diverso da ciò che pensavo e Blake era diventato mio amico. Era rientrato mio fratello, anche se non era sempre in casa e questo mi rattristava. Quel giorno sarebbe tornata una mia cara amica dalla Germania che si era dovuta trasferire a Settembre con la famiglia per questioni lavorative del padre. Si chiamava Marta: una ragazza alta, capelli biondi, lunghi e ricci, occhi color nocciola intenso e invidiabilmente magra. Liam era innamorato perso di lei, ma la mia amica non se ne era mai resa conto. Durante la sua assenza, mio fratello si era frequentato con moltissime ragazze per dimenticarla, ma non vi era riuscito. Più volte gli avevo consigliato di dichiararsi, ma mi aveva ripetutamente risposto di no, timido com'era. Oh, mio dio, com'è complicato l'amore!
Mi alzai dal letto con una grinta pazzesca; beh, era comprensibile: quello sarebbe stato l'ultimo giorno di scuola. Finalmente la tortura era finita!
Mi sciacquai la faccia, mi cambiai e scesi giù, per fare colazione.
Entrai in cucina e vidi Liam insieme ad Harry, che mangiavano e borbottavano frasi incomprensibili.
- Buongiorno!-Li salutai, andando, poi, verso di loro per baciarli.
- Ciao, Brid!-Disse il mio amico, con un sorriso strano sul volto; qualcosa era cambiata in lui, ma non riuscivo a capire di che si trattasse.
- Buongiorno, sorellina!-Mi salutò il mio dolce fratellone, abbracciandomi delicatamente.
- Harry, mi spieghi che ci fai qui?-Domandai ad Harry, mentre addentavo un buonissimo croissant, ripieno di cioccolato bianco.
- Sono passato a prenderti, tutto qui...-Rispose lui, semplicemente.
- Ah...ok, grazie.-Risposi, mostrandogli un sorriso assonnato.
- Vado a cambiarmi, a dopo.-Li congedai, dopo aver sorseggiato un buon cappuccino.
Andai in camera mia ed aprii l'armadio. Cosa potevo mettermi? Quella mattina non avevo proprio ispirazione, nonostante fossi gioiosa.
Alla fine mi vestii così: http://www.polyvore.com/teenagers_style/set?id=49052591
Mi guardai allo specchio un'ultima volta, giusto per essere sicura e scesi giù, dove vidi Harry, intento a parlare con Liam. Quei due nascondevano qualcosa, ne ero certa.
Mi avvicinai con cautela e loro non si accorsero della mia presenza fino a quando non feci una finta tosse, che li fece sobbalzare.
- Ma sei impazzita per caso?-Mi rimproverò mio fratello, colto dallo spavento.
Io, per tutta risposta, risi di gusto e mi voltai verso Harry, il quale sembrava poco partecipe. Era strano, lo ammetto: ormai non rideva più come prima, non mi abbracciava come era solito fare e si limitava a passare pomeriggi interi con me che, sinceramente, non sarebbero mai potuti valere di più di un sorriso di gioia o di una chiacchierata confidenziale.
Forse era l'amicizia di Zayn che l'aveva cambiato, o forse ero io che mi creavo mille paranoie inutili. Ma sapevo che, di qualunque cosa si trattasse, dovevo scoprirla prima che fosse troppo tardi per salvare il nostro rapporto perché, purtroppo, anch'esso pian piano andava deteriorandosi.
- Andiamo?-Mi domandò Harry.
- Si, certo.-Risposi.
- Ciao, Liam.-Continuai, por poi scoccargli un bacio sulla guancia.
Presi Harry per mano ed uscimmo di casa. Mentre ci dirigevamo verso la scuola notai che i suoi bellissimi occhi erano puntati su di me, portandomi non poco disagio. Mi voltai e lui smise subito.
- Harry?-Lo chiamai.
- Uhm?-Mi mormorò in risposta.
- Senti...ecco, stamattina tu e Liam di che avete parlato? Sai, sembrava si trattasse di un segreto...-Gli spiegai io, cercando di indurlo a vuotare il sacco.
- No, niente, tranquilla...-Mi rispose lui.
Non era un bravo attore, o almeno non per me che lo conoscevo da troppo tempo ormai. Mi era impossibile credergli.
- Harry!-Lo incitai, facendogli capire che no, con me non c'erano scuse.
- Eh, si, va bene, è un segreto. Contenta? E ora scusa ma proseguo da solo...-Mi congedò Harry, lasciandomi la mano, che per tutto il tempo era stata intersecata alla sua, come se il destino ci avesse uniti e resi inseparabili.
Ma forse non era proprio così...
Rimasi scioccata: cosa gli avevo chiesto di male? Solitamente era lui che mi raccontava i suoi segreti, senza bisogno che io facessi la ficcanaso, cosa che sopratutto non ero. Alquanto strano.



Angolo autrice
Ehilà, eccomi. 
Secondo voi di che si tratta? Spero vi piaciuto, alla prossima xx

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** La confessione di Harry ***


Arrivai nel cortile della scuola e mi accorsi in lontananza della presenza di Zayn, così mi avvicinai a lui, raggiante.
- Ciao!-Lo salutai.
- Buongiorno, principessa!-Disse prima di fiondarsi verso di me, per abbracciarmi teneramente.
- Hai visto Harry?-Gli domandai, dopo essermi staccata.
- Si, ma, ecco, non credo che sia il caso di aspettarlo...-Rispose Zayn, passandosi una mano trai capelli, come se dovesse confessarmi un segreto.
- E perché?-Gli chiesi, curiosa.
- Diciamo che è un po' impegnato al momento...-Mi disse lui, con aria d'imbarazzo.
Quel piccolo accenno, una minuscola frase, era bastato per farmi capire che Harry era cambiato.
Non potevo crederci: stava per avere la sua prima volta! Ecco spiegato il motivo di tutti quei bisbigli con Liam. Ero semplicemente sconvolta! Lo guardai intensamente, cercando di auto convincermi che era uno stupido scherzo, ma sapevo che non era così, purtroppo.
Iniziai a correre verso l'entrata dell'edificio, con Zayn dietro che cercava di raggiungermi.
Percorsi molto corridoi, fino a quando non mi bloccai, udendo strani rumori provenire dallo stanzino dei bidelli. Erano gemiti, cazzo.
Una miriade di lacrime iniziarono a scendere giù per tutto il mio viso e la cosa peggiore che è non ne sapevo il motivo.
Forse ero innamorata di Harry? Nah, impossibile.

Mi sentii cingere i fianchi, era Zayn. Quel semplice gesto mi rassicurò all'istante.
Ad un certo punto sentii la porta aprirsi, per poi uscirne Harry insieme ad Jessica, la capo cheerleder. Il mio migliore amico stava per aprire bocca, quando si accorse che io ero là, intenta a piangere per una ragione tanto assurda da non conoscerla nemmeno. Mi guardò sorpreso, sconvolto più che altro, e risolve il suo sguardo verso il basso, avvicinandosi a me lentamente. Scappai, mentre Harry mi rincorreva, imprecandomi di fermarmi, ma non lo feci. Mi diressi nel bagno delle femmine e lì rimasi per un altro quarto d'ora, cercando di togliere il mascara colato. Suonò la campanella e aprii la porta del bagno; era l'ora di dare inizio all'ultimo giorno, quello tanto atteso per nove lunghi mesi.
Harry era rimasto lì ad aspettarmi, ma io non volevo più avere a che fare con lui.
Stavo per dirigermi in classe, quando lui mi bloccò per il polso.
- Dobbiamo parlare!-Mi disse, con tono serio.
- Di che?-Domandai, fredda.
Non mi rispose; semplicemente mi prese per mano e mi portò nel giardinetto sul retro, il nostro posto speciale, dove andavamo per rilassarci. Si sedette sulla panchina di fronte a quel piccolo ruscello stagnante e mi costrinse a fare lo stesso.
- Ecco, Brid...io ho una confessione da farti!-Iniziò lui, prendendomi la mano.
- T-tu per me sei una persona speciale...-Continuò, guardandomi intensamente negli occhi, per farmi sua, soggiogata dal suo bellissimo sguardo.
Lo interruppi all'istante, convinta che nella sua vita io valessi così poco da non essere a conoscenza delle sue intenzioni; non me l'aveva detto, ero delusa.
- Se sono così speciale come dici tu, perché non me l'hai detto?-Domandai, mentre le lacrime ricominciavano a percorrere il mio viso, evidenziando la parte più fragile di me.
- É proprio questo il punto: tu per me sei importante, ma non come amica...io-Stava per terminare il suo discorso, quando dal nulla apparve Zayn.
- Scusate, ma è arrivato un certo Sevdenko e cerca Laura.-Disse.
- Senti, non è che lo terresti occupato per altri dieci minuti? Io e Harry dovremmo finire di parlare.-Gli risposi.
Lui annuì e se ne andò. Mi girai verso Harry e gli rivolsi un sorriso falso.
- Allora, stavamo dicendo...?-Gli domandai, incitandolo a proseguire il discorso lasciato in sospeso.
Harry deglutì rumorosamente e chiuse per un istante gli occhi, per poi riaprirli, con un'espressione nervosa che tormentava il suo bellissimo viso.
- I-io...I-io t-ti amo!-Balbettò, in imbarazzo.
- C-cosa? Cioè, non è possibile...Cioè-Stavo per finire la mia frase di senso incompiuto, quando due labbra morbidissime si poggiarono delicatamente sulle mie, muovendosi lentamente, fino ad arrivare ad una danza passionale. Ero letteralmente in Paradiso, sensazioni MAI provate prima.
Il bacio di Blake e quello di Zayn erano niente in confronto a questo; al tocco delle labbra di Harry mi sentivo protetta, amata e confusa, molto. Ero entusiasta in quel momento, ma sapevo che anch'esso, purtroppo, era un errore: noi eravamo migliori amici e dovevamo rimanere tali!
Ci staccammo lentamente e sul suo viso apparve un sorriso meraviglioso. Che dolce! Si morse il labbro inferiore, sfoggiando un sorriso da ebete, come un bambino quando entra in un negozio di leccornie e gli è concesso di mangiarne quante ne vuole! Poi, però, abbassò lo sguardo, avendo notato il mio sorriso confuso ed imbarazzato. Con l'indice gli alzai il volto, facendo combaciare i nostri sguardi. Che momento magico...
Gli sorrisi amorevolmente e d'istinto gli diedi un bacio a stampo, godendomi quell'attimo di pura felicità. Mi staccai e me andai, lasciandolo lì, a fantasticare: chissà cosa avrà pensato del mio gesto totalmente assurdo...Io stessa ero rimasta impressionata!











Angolo autrice
Ecco qui il misterioso segreto svelato...
E poi la confessione di Harry...
E ora cosa accadrà? Lascio spazio alla vostra fantasia...
Alla prossima xx

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Era tornato tutto alla normalità ***


Ero in corridoio e mi stavo dirigendo verso il mio armadietto per prendere i libri per l'ora successiva, visto che prima stava già volgendo al termine, quando mi sentii chiamare e mi voltai: era Zayn e dietro di lui scorsi, poco dopo, Sevdenko.
- Ciao, Sev.-Lo salutai.
Lui ricambiò con un sorriso abbozzato e mi si avvicinò.
- Ero venuto per parlarti, ma capisco che sei impegnata...ne parliamo alla fine delle lezioni, ok?-Mi chiese.
Io mi affrettai ad annuire, per poi vederlo andarsene con passo svelto e deciso.
- Simpatico tuo cugino...-Parlò Zayn.
- Si...-Risposi io, nonostante non la pensassi allo stesso modo.
Poco dopo sentii il suono della campanella e, insieme al mio amico, mi avviai in classe.
- Menomale che è l'ultimo giorno ed i professori non stanno molto attenti a chi partecipa alle lezioni oggi, altrimenti sareste già in punizione!-Esclamò Zayn, mentre stavamo per varcare la porta, riferendosi all'assenza mia e di Harry durante la prima ora.
- Già.-Affermai.
La terza ora fu l'ultima per quel giorno.
Mi diressi verso la porta principale di quell'edificio di prigionia e lì aspettai l'arrivo di mio cugino.
Poco dopo eccolo arrivare sulla sua moto nera. Scese, togliendosi il casco ed uno sciame di ragazze iniziarono a guardarlo, imbambolate. Era davvero un bel ragazzo.
Mi si avvicinò ed insieme ci dirigemmo verso il parco, poco distante da lì.
Ci distendemmo sul prato, come facevamo da bambini, immersi in un silenzio piacevole ed unimmo i nostri corpi in un amorevole abbraccio.
Passammo un'oretta così, tra risate e sguardi fraterni, perennemente abbracciati.
Quella mattinata trascorsa insieme significò molto per me, soprattutto perché lui colse l'occasione per scusarsi di come aveva agito quel pomeriggio. Era tornato tutto alla normalità.
Verso ora di pranzo tornai a casa, dove non trovai nessuno. Mi preparai un panino veloce e, dopo aver posato lo zaino in camera ed aver preso una comoda borsa, uscii di casa, intenzionata a fare acquisti. Stavo camminando tranquillamente, non pensando per un secondo a ciò che era successo con Harry, quando vidi in lontananza la figura di Zayn che mi salutava come un forsennato, agitando vigorosamente la mano destra. Mi avvicinai a lui, correndo.
- Ehi, ciao!-Lo salutai.
- Ciao, Brid!-Ricambiò lui, con un sorriso dolcissimo.
- Io sto andando a fare compere, mi accompagni?-Gli chiesi.
- Certamente!-Accettò Zayn.
Andammo in centro ed entrammo in uno dei miei negozi preferiti: “Stradivarius”.
Acquistai molti capi, sotto l'occhio vigile del mio amico, che mi aveva aiutato molto nella scelta.
Circa due ore dopo ci trovavamo in un bar lì vicino a sorseggiare un buon cappuccino, quando ad un tratto mi ricordai che circa mezz'ora dopo sarebbe atterrata Marta. Salutai frettolosamente Zayn e ritornai a casa per cambiarmi.  










Angolo Autrice
Eccomi qui :)
So che in questo capitolo non è successo un granchè, ma dal prossimo vedrete....
A presto xx

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1310796