Nel tunnel dei ricordi!

di Ena_min
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mi hai lasciato solo.. ***
Capitolo 2: *** L' angelo custode.. ***
Capitolo 3: *** "L' amore della nonna" ***
Capitolo 4: *** Sei qua con me! ***
Capitolo 5: *** Il potere dei ricordi! ***
Capitolo 6: *** Non voglio! ***
Capitolo 7: *** Dichiarazioni. ***
Capitolo 8: *** La bugia! ***
Capitolo 9: *** Da quel momento ho capito che... ***
Capitolo 10: *** Non è mai abbastanza ***
Capitolo 11: *** La felicità ***
Capitolo 12: *** La vertà ***
Capitolo 13: *** E tu chi sei? ***
Capitolo 14: *** Cancellerò ***
Capitolo 15: *** La verità ***
Capitolo 16: *** Il ritorno ***



Capitolo 1
*** Mi hai lasciato solo.. ***


Ciao a tutti!!.. Questa è la mia prima fan fiction.. Spero veramente che vi piaccia... E' da molto che ne volevo scrivere una e finalmente ho trovato lo spunto per farlo!!.. :DD  Non indugiate nel lasciarmi recensioni anche se negative... Apprezzerò tantissimo ogni critica!!..Buona lettura a tutti!!.. 


La prima volta che lo vidi era sull’ autobus.. la prima volta che lo vidi era seduto su quel piccolo sedile, vicino alla finestra, intento ad ascoltare la musica.. la prima volta che lo vidi il mio cuore perse un battito..
Erano le 7 di sera e stavo ritornando a casa dopo una lunga giornata di lavoro in quel sudicio posto che osavano ancora chiamare bar,  dove facevo il cameriere… Non sopportavo che uno come me dovesse lavorare in un posto del genere..Pieno di ubriaconi 50enni che urlavano e sbrozzavano dappertutto.  Ero sempre stato un maniaco del pulito, un perfezionista in ogni cosa e con tutto l’ orgoglio che era concentrato in me non sopportavo mica che mi dessero ordini!! Kibum di qua , Kibum di là.. era un continuo chiamarmi e sapevo che prima o poi sarei scoppiato!! L’ unica cosa che mi faceva andare avanti e sopportare tutto ciò era la mia sorellina.. la mia sola famiglia..
Ero proprio in un fascio di nervi mentre mi sedevo sull’ autobus che mi avrebbe portato poco fuori Seul, a casa .. mi accorsi subito della sua presenza..Lo vidi e subito qualcosa dentro di me si mosse.. I pensieri sparirono e un lume di tranquillità si accese dentro di me.. Si, era bello, ma fù qualcos’ altro in lui che mi colpì così tanto.. Forse quel suo sguardo spensierato.. quell’ aria felice che tanto volevo fosse dipinta sul mio volto.. in quel momento sarei tanto voluto essere lì, seduto al suo fianco a bearmi di ogni singola dolce emozione che mi procurava soltanto guardandolo..  
ma qualcosa mi impedì di andargli incontro..Qualcosa che ancora oggi non riesco a identificare.. Qualcosa che non avevo mai provato fino a quel momento.. Vergogna forse? Mmn No.. ansia?? No neanche questo.. Paura?? Forse si.. Forse era proprio questo.. Paura di avvicinarmi a lui e scoprire che tutto quello che avevo visto e provato in quell’ istante era soltanto un magnifico sogno!!
 
****
 
Lo rincontrai altre volte.. sempre in quell’ autobus nello stesso posto e con le sue cuffione… ma anche quelle volte non ebbi mai il coraggio di avvicinarmi, parlargli.. Fino a quel momento mi era bastato guardarlo.. entrare, per i 20 minuti di autobus che dovevo fare per arrivare a casa mia, in un mondo diverso da quello in cui ero solito vivere.. in un mondo in cui tutti i miei problemi volavano via spinti dalla brezza che Jong riusciva a creare con la sua sola presenza.. E si.. si chiamava Jong.. Lo scoprii un giorno mentre stava parlando al cellulare con qualcuno.. la sua voce bassa lo presentò con un “sono il tuo splendido jong’’ e mentre dall’ altro capo del telefono qualcuno si metteva a ridere le labbra di jong si incurvarono in uno splendido sorriso… Quella volta non ebbi l’ occasione di cogliere chi fosse colui che fù in grado di fargli spuntare quel sorriso sulle labbra ruvide che piu di altre volte mi provocò un calore all’ altezza del petto..
Capii soltanto 3 giorni più tardi a chi era rivolto quel sorriso.. Emily, si chiamava così.. Era una di quelle poche ragazze coreane veramente belle.. senza trucco né vestiti eccentrici sapeva come farsi notare solo con il movimento del corpo.. Con la schiena dritta e un sorriso smagliante salì sull’ autobus e si sedette di fianco a Jong.. Il viso di quest’ ultimo si illuminò in un attimo.. e fu in quel momento che vidi la scena che ruppe qualcosa dentro di me.. un bacio.. anzi  il bacio.. Quel bacio che Emily dolcemente poggiò sulle  sue labbra.. sulle labbra di quella persona che non sapeva neanche che esistevo ma che ormai era diventata parte di me.. Di baci ne avevo visti a milioni ma quello fu l’ unico bacio che fu in grado di trascinarmi giù.. di riportarmi in quel  mondo buio dove il lume che Jong aveva acceso in me si era spento e dove ancora una volta ero solo…
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Scesi dall’ autobus frastornato.. non sapevo ancora bene cosa mi fosse preso.. perché stavo così male? Perché vedevo tutto annebbiato?.. e perché le mie guance erano umide?.. stavo piangendo? Ma perché?.. Corsi a casa.. Le mie emozioni altalenavano tra la rabbia, la tristezza e il sentimento di abbandono.. Ebbi voglia solo di togliermi le scarpe e mi fiondai nel letto.. si quel letto che aveva tante volte accolto le mie lacrime.. lo avrebbe fatto anche questa volta ne ero sicuro..
Quella sera non cenai.. quella sera non ebbi nemmeno il coraggio di chiamare mia sorella per la buona notte prima che andasse a dormire.. quella sera ero solo io.. io il mio letto e la mia tristezza..
Mi chiesi più volte il perché di tutto quello.. già, non avevo ancora capito niente..
Tutto si fece piu chiaro quando ripensando ancora a quel bacio provai il sentimento piu terribile di questo mondo.. L’ odio!!.. odiavo Emily.. con tutte le mie forze.. odiavo i suoi capelli così perfetti.. il suo sorriso così splendente, il suo fisico da modella e soprattutto la odiavo perché aveva Jong!! Si quella sera me ne resi conto.. tra le lacrime capii tutto .. tra le lacrime capii che mi ero innamorato..
Il mattino seguente non andai a lavoro.. mi diedi per malato.. Sapevo che prima o poi l’ avrei rivisto sicuramente, ma dovevo farmi forza andare avanti.. alla fine io ero kim kibum.. non potevo NO! Non dovevo!.. avevo tanto a cui pensare.. Ero sempre stato un tipo orgoglioso e forte.. mi odiavo per tutto quello che stavo provando!.. mi sentivo debole e questo mi faceva arrabbiare..
Quel mattino decisi che sarei uscito con il mio piccolo amico.. Taemin.. era sempre stato tanto per me.. Abitava nell’ appartamento sopra... La prima volta che ci incontrammo aveva appena 18 anni.. Sua madre  era morta  quando lui era ancora un bambino  mentre il padre, all’ ospedale, stava davvero male.. Aveva dovuto vendere la casa in cui abitava prima, per i troppi debiti che aveva la famiglia e quindi doveva trovare un’ appartamento nuovo per non finire sotto i ponti.. Il giorno in cui lo vidi me ne affezionai subito.. sotto quel testone di capelli biondi, c’era il suo dolce visino.. gli occhioni tristi mi misero tanta angoscia in quel momento.. ma Taemin fu veramente bravo a nascondere il tutto e con un sorriso si presentò con un “non ti preoccupare sono giovane ma i casini non li faccio anche se vivo da solo, sarò buono buono e sono sicuro che diventeremo amici”..
Per 6 mesi visse da solo.. e nell’ arco di quel tempo, come già aveva previsto lui, diventammo ottimi amici. Ero un po’ come una mamma per lui.. gli lavavo i vestiti e nelle mattinate libere gli preparavo anche il pranzo..
Un giorno mi disse che non riuscendo a mantenere tutte le spese aveva deciso di dividere  l’ appartamento con un’ altro ragazzo.. A quella affermazione storsi le labbra.. avevo paura che qualcun’ altro potesse portare il mio piccolo lontano da me.. alla fine era l’ unico che riusciva a capire parte dei mie problemi.. Taemin come se fosse in grado di leggermi nella mente mi disse “non ti preoccupare Omma nessuno riuscirebbe mai a sostituirti” a quelle parole mi misi a piangere..Lo abbracciai e lo strinsi forte e ancora una volta capii che senza quella piccola pulce e la sua dolcezza  non sarei mai stato in grado di sopravvivere fino a quel momento.
Il nuovo ragazzo che avrebbe diviso l’ appartamento con  Tae si chiamava Minho.
Il rapporto che c’era e c’è tutt’ ora  tra me e Minho è di odio e amore.. quell’ omaccione oltre ad avere un fisicaccio da paura  ha anche un cervello e questo è una delle cose per cui lo ammiro maggiormente.. Da quando è arrivato si è sempre preso cura di Taemin come se fosse la persona piu importante della sua vita e questo era quello che mi stava veramente a cuore.. Dopo tutto quello che aveva passato, sapere che aveva 2 persone che lo amavano mi metteva il cuore in pace.
Quindi quella mattina decisi di uscire con Taemin.. Minho era a lavoro e non sarebbe venuto con noi..
“Medico primario eh??.. sai che roba.. adesso come dobbiamo chiamarlo dottor Choi??”  alla mia affermazione  taemin si fece scappare  un sorrisino..
“Dai Ommaa!!!.. ha studiato davvero tanto per laurearsi.. e adesso ha anche trovato lavoro.. sii felice per lui!! Io lo sono tanto!!”
 
 
“Ma certo che lo sono piccolo mio!! Alla fine è anche mio amico.. Ma sai come è fatto.. adesso si monterà la testa e chi lo sopporta piu’’ alzai gli occhi al celo e continui  “un giorno magari te lo ritroverai a casa e entrando dalla porta ti dirà.. ‘dai Tae vieni che facciamo il gioco del dottore’ e tu che farai?” Taemin divenne tutto rosso capendo quello che veramente volevo dire.. così continuai “certo che non gli dirai neanche di no.. eh piccolo?Ahhahaha.. magari diventerai rosso pomodoro come adesso!!”
Taemin imbarazzatissimo  non volle neanche incrociare il mio sguardo super malizioso e si limitò a coprire il suo rossore con la sciarpa che portò fino sotto gli occhi.. così continuai convinto più che mai ad affrontare quel discorso per, in qualche modo, allontanare la  mia mente da Jong.. “dai piccolo a me lo puoi dire.. ho visto come lo guardi.. ho visto il tuo imbarazzo quando ti sistema i capelli o solo quando ti guarda.. ormai sei un libro aperto per me.. Non avere paura.. io non ti giudicherò mai.. sei il mio  piccolo Minnie e io voglio solo che tua sia felice” con quelle ultime parole Tae si tolse la sciarpa da davanti la bocca e cominciò a parlare “ ma Omma io come faccio ora?? Lui.. dai su.. l’ hai visto.. è così figo!.. circondato da donne 24 ore su 24.. e poi quella Irena con cui messaggia sempre??? No no non mi piace per niente.. Non posso andare lì da un giorno all’ altro e dirgli che mi sono innamorato di lui dal momento in cui l’ ho visto.. non fa dai… Ommaaaaaaaaaaaa.. aiutami tuu!!!!..” i suoi occhi supplichevoli mi fecero ridere..  per l’ ennesima volta avevo ragione!.. “non ti preoccupare piccolo!.. la tua Omma  è qua per questo!!” gli dissi..
Arrivammo in pochi minuti al bar dove avevamo deciso di fare colazione.. Era uno dei bar preferiti da Taemin.. Si ingozzava come un maialino di tutto quello che trovava dentro quel  locale.. “benvenuto in paradiso Tae..” si disse da solo! Vidi i suoi occhi brillare davanti a quella miriade di dolciumi… si vedeva proprio che aveva l’ imbarazzo della scelta… Gli sorrisi..

 
Kibum era  davvero stanco.. non aveva dormito tutta la notte e le occhiaie ne erano testimoni..
“il Dio del fondotinta oggi non ti ha aiutato Omma??” gli chiese Taemin
“si vede che non l’ ho invocato abbastanza stamattina” gli rispose con un filo di voce..
Gli occhietti di  Taemin si puntarono sui suoi e cercando di cogliere ogni tristezza celata dietro quegli occhi furbi e vispi da gatto della sua Omma, gli chiese perché non avesse dormito..
Kibum alzò le spalle e con una smorfia gli disse che aveva avuto troppi pensieri durante la notte..
Taemin però non si fece ingannare e continuò il suo terzo grado.. “ti ho visto ieri sera quando sei ritornato..” il cuore di kibum per un momento si fermò “ero sul terrazzo quando sei rientrato dal portone  d’ ingresso del palazzo.. e ho sentito quando hai sbattuto la porta del tuo appartamento.. cosa è successo Omma??”
Kibum cercò di non mostrarsi così nervoso di quanto veramente era.. quindi con un sorriso nervoso mentì al suo piccolo Tae “ahahahahah piccolo.. mi scappava la pipì.. non hai idea per quanto tempo l’ ho trattenuta.. per un momento ho pensato che la mia vescica sarebbe scoppiata da un momento all’ altro!!”.. Gli occhi si Kibum si posarono nervosi sul suo crossaint al cioccolato, che sapeva avrebbe odiato per la sua bontà e per la ciccia che avrebbe contribuito ad aumentare, e sperò con tutto il cuore che il biondino bevesse questa sua bugia.. Ma, per sua sfortuna, non fu così.. infatti ancora più adirato e preoccupato di prima gli domandò con durezza “ ed eri così preoccupato che ti eri anche messo a piangere??”..
I suoi occhi affilati si alzarono e incontrarono quelli preoccupati di Tae.. Non gli avrebbe raccontato la verità.. aveva deciso.. Non gli avrebbe raccontato che uno sconosciuto gli aveva spezzato il cuore.. non gli avrebbe raccontato che l’ unica cosa.. o meglio l’ unica persona che lo faceva stare veramente bene era un uomo che neanche conosceva.. non gli avrebbe raccontato nulla! Questa sua decisione lo aveva fatto soffrire tanto..gli faceva male sapere che avrebbe mentito al suo piccolo!! Ma non poteva fare altrimenti..
Così grazie alla sua indole da attore e il suo magnifico autocontrollo riuscì a nascondere tutti quei sentimenti di sorpresa, di paura e vergogna e spalancando la sua soffice boccuccia in una sonora risata, davanti agli occhi sorpresi del piccolo Taemin,  gli rifilò la più vecchia scusa di questo mondo ma l’ unica che in quel momento gli venne in mente “Mi era entrato qualcosa nell’ occhio!!.. non riuscivo proprio a toglierlo.. ed essendo vicino alla fontanella del parchetto vicino casa sono andata a lavarmi l’ occhio.. poi con i -5 gradi che c’erano ieri, l’ acqua fredda aveva solo aumentato il freddo che  sentivo.. poi c’era anche la vescica che per forza voleva essere svuotata  .. ecco perché mi sono messo a correre.... ed ecco perché avevo le guance bagnate!!”.. Taemin spalancò gli occhi.. non credeva neanche un poco a quello che Kibum gli aveva rifilato!.. ma se la mia Omma non vuole dirmelo non posso neanche costringerlo a farlo!!.. forse non si fida abbastanza di me...
Un velo di tristezza ricoprì gli occhi del più piccolo.. Kibum lo notò ma non poteva fare altro.. si vergognava troppo di quei sentimenti.. aveva ferito il suo piccolo migliore amico.. e per questo si sentiva veramente un verme.. ma come poteva fare?? Doveva dimenticare Jong.. e con lui doveva dimenticare la sua bellezza.. i suoi occhi neri che si perdevano nell’ ammirare la bellezza di Seul dal finestrino dell’ autobus..doveva dimenticare quei capelli per aria che sembravano quasi sfidare le leggi della fisica.. e cosa più difficile doveva dimenticare quella  dolce brezza che riusciva a creare con la sua  sola esistenza, per far volare via i brutti pensieri di Kibum!
Ad un certo punto la coscia destra di Kibum iniziò a tremare.. Prese il suo palmare rosa confetto tra le mani.. e un brivido gli percorse la schiena appena lesse il nome sullo schermo liscio ..
OSPEDALE SEUL..
Qualcosa non andava.. se no non avrebbero chiamato!.. Il suo cuore prese a correre.. le sue mani a tremare.. e se fosse stato in piedi sarebbe sicuramente caduto per il poco sostegno che le sue esili gambe potevano offrirgli..
rispose..
Taemin lo vide impallidire.. lo vide sconcertato.. vide le sue prime lacrime.. vide il vuoto nei suoi occhi già tristi.. poteva anche sentire il suo cuore battere più veloce che mai.. Aveva capito.. Aveva capito tutto.. Aveva sempre temuto quel giorno..  non lo aveva mai detto a Kibum ma aveva già pianto di fronte all’ eventualità che tutto quello potesse veramente succedere..
A Kibum sembrò che le parole del suo interlocutore gli perforassero i timpani.. in quel momento avrebbe tanto voluto essere sordo..avrebbe tanto voluto non esistere.. non ricevere quella telefonata… non essere il fratello della persona il cui cuoricino aveva appena smesso di battere!!
Corse in ospedale.. corse per ben 2 Km.. corse piangendo.. corse urlando.. urlando la sua rabbia.. urlando il suo odio verso quel Dio così ingiusto nel suoi confronti... urlando il nome della sua sorellina..
Non poteva essere vero no..  come avrebbe fatto a continuare a vivere.. come sarebbe riuscito ad addormentasi senza sentire la voce della sua sorellina che gli dava la buona notte!!.. Mentre correva la sua mente gliela faceva rivedere.. riusciva a vedere quel dolce visino così stanco ogni giorno di più.. Quegli occhi resi spenti e cupi dalla malattia.. quelle manine sempre più magre…  quel respiro sempre più affannoso come dopo una corsa..
Agli occhi di Kibum era la bambina più bella del mondo.. anche senza capelli.. con quel suo visino dolce e le parole amorevoli per il fratellone, che lavorava solo per poterle comprare le medicine, riusciva sempre a risollevare l’ anima di Kibum dai suoi sensi di colpa..
“perché hai preso lei!!!. Perché li hai presi tutti!!.. mi hai lasciato qua da solo!!.. mi hai lasciato qua senza nessuno!!..mi hai lasciato solo!!!!!!!!”  la voce ferita di Kibum risuonava nel centro di Seul.. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per poter riportare indietro la sua Amber.. qualunque cosa..
 
Fu una corsa interminabile.. i minuti passavano e a Kibum parvero ore e ore di corsa verso il nulla.. Sarebbe arrivato in ospedale e poi??.. poi cosa avrebbe fatto??.. Sarebbe andato dalla sua sorellina, l’ avrebbe accarezzata per l’ ultima volta.. le avrebbe sussurrato il suo ti voglio bene.. avrebbe sperato che tutto quello fosse solo un crudele scherzo.. Avrebbe pianto per lei..
Ora era morto dentro.. non c’era più nulla in lui.. anche la speranza che la sua sorellina guarisse se ne era andata.. ora non gli restava più nulla!!..
 
“Non è riuscita a resistere all’ ultima seduta di chemioterapia.. E’ deceduta stamattina.. Non ha sofferto.. Non ti abbiamo chiamata prima perché Amber non voleva.. Era serena.. all’ infermiera ha detto che non voleva spegnersi vedendoti soffrire.. Questa è per te.. L’ ha scritta poco prima di andarsene..”
Furono queste le parole del medico della piccola.. Kibum avrebbe tanto voluto stozzarlo in quel momento.. non era riuscito a guarire la sua sorellina.. non era riuscito a farla stare bene!!.. lo odiava quel medico!!.. li odiava tutti!!.. prese quella lettera fra le sua mani.. corse via.. sconvolto se ne andò in quel parchetto dove da piccoli lui e la sorellina giocavano insieme..
Si nascose dentro la casetta di plastica.. Mille ricordi invasero la sua mente.. “fratellone!! Adesso facciamo che tu sei la mamma e io sono tua figlia…” rimbombava la voce di Amber nella sua testa.. “ti voglio tanto bene” continuava a sentire dentro le sue orecchio!!..
Come aveva fatto a non accorgersene prima… Era sempre stanca.. Dormiva di più.. Kibum aveva sempre pensato che fosse dovuto al fatto che stava crescendo.. ma no.. qualcos’ altro si stava sviluppando dentro di lei.. dentro il suo fegato.. un cancro… Le analisi dissero che era molto  avanzato … ma Kibum ancora sperava.. sperava che tutto quello avesse una fine.. che la sua sorellina ritornasse a giocare con gli altri bambini… sperava che gli ricrescessero i capelli neri.. Sperava che ritornassero a essere felici come da piccolini.. insieme, inseparabili.. uno a sostenere l’ altro.. ma ora era tutto finito.. Ora Amber era un angelo..  Ora Amber vegliava su di lui..
 
Ciao fratellone..
Oggi ho fatto la seduta di chemioterapia.. sono davvero stanca.. non so neanche dove ho trovato la forza per riuscire a scriverti.. forse tutto il bene che ti voglio riesce a darmi l’ energia necessaria per farlo… Sento che non mi rimane tanto tempo.. lo sguardo triste dell’ infermiera mentre mi guardava me lo ha confermato!!.. Fratellone mi sto spegnendo.. Piano piano sto andando da loro.. Dai nostri genitori… Questa consapevolezza mi da la forza necessaria per non avere paura della morte... Sono serena.. non ho paura.. Li rivedrò.. starò li con loro e si prenderanno cura di me come hai fatto tu per tutti questi anni..
Non soffrire per me.. io starò bene.. io ti aspetterò… Veglierò su di te come hai sempre fatto tu.. sarò il tuo angelo custode..
In questo  momento ripenso a tutto quello che hai fatto per me… A tutte le volte che mi hai fatto sorridere… e a tutte quelle che stringendomi mi hai fatto coraggio.. e mi hai detto di essere forte..
Ricordo ancora la notte dell’ incidente… Te avevi appena compiuto i 18 e io ne avevo appena 9..ricordo la polizia a casa…  ricordo quelle lacrime che hai trattenuto per me.. mamma e papà erano morti.. e da quel momento tutto era  ricaduto sulle tue spalle…  Sei riuscito a essere la persona più importante della mia vita… non ricordo neanche un momento triste quando tu eri con  me…
Hai fatto tanto per me fratellone.. E io non so davvero come ringraziarti..
Ti ricordi quando per sbaglio hai buttato la mia barbie nella spazzatura pensando che ormai non ne avessi più bisogno perché si era rotta?.. ahhaha ricordo ancora tutti i mie pianti.. tutte quelle grida.. penso che quella sera sia stata in grado di svegliare tutto il vicinato…  Ero sicurissima che non l’ avrei mai più rivista la mia barbie… Ma ancora una volta mi sorprendesti… Te ne eri andato nei cassonetti.. (schizzinoso come sei non avrei mai pensato nulla di tutto quello).. e rovistando tra la spazzatura puzzolente l’ avevi ritrovata!! Mi ricordo ancora la cingomma attaccata sui tuoi capelli perennemente lisciati e a posto… Sei rientrato a casa con la faccia più schifata che avessi mai visto… Eri riuscito per l’ ennesima volta a farmi ritornare il sorriso sulle labbra!!..
Ora me ne vado da questo mondo,  felice di aver avuto come fratello una persona meravigliosa come te... ringrazierò Dio personalmente per questo..:)  Grazie ancora fratellone.. ti voglio un sacco di  bene… Ora vivi la tua vita al meglio… so che con tutto il tuo talento prima o poi riuscirai ad uscire da quel sudicio bar in cui lavori.. so che farai strada… So che mi porterai nel tuo cuore… e con me li dentro voglio che non ci sia nessuno in grado di fermarti!!... tanti auguri fratellone… TI  VOGLIO BENE…
 
La fitta al cuore si fece ancora più forte.. il respiro più affannoso… non riusciva ancora crederci…
Non voleva  crederci!!
Agli occhi di Kibum tutto divenne più annebbiato… le lacrime non erano ancora finite…
Rilesse la lettera centinaia di volte.. come se questo potesse riportare la sua sorellina da lui…
Dentro la casetta Kibum piangeva… Dentro la casetta kibum soffriva… Dentro la casetta  Kibum urlava il suo dolore!!
Odio, mancanza e amore.. non sapeva ancora come questi sentimenti riuscissero a coesistere nello stesso momento all’ interno di una stessa persona…
Quel parchetto nascondeva troppi ricordi…  dove si girava a guardare vedeva pezzi di Amber.. Così decise che quella sera aveva sofferto troppo… Se ne andò da quella miniera di ricordi… Andò dove i ricordi venivano cancellati…  i sentimenti venivano offuscati… e il dolore per un po’ messo da parte…
L’ alcool fece effetto in poco tempo…alleviò la sofferenza… ma non la cancellò…
La musica alta non gli permetteva di pensare… e ad ogni sorso si sentiva meno pesante…
Dopo poco gli occhi di Kibum si chiusero.. Tutto divenne buio…
Se ora dovessi morire non mi dispiacerebbe..
 
****
Aveva raccontato tutto a Minho… la colazione, la telefonata, lo sguardo smarrito, e la corsa verso l’ ospedale…
Non era riuscito a corrergli dietro… ma sapeva anche che la sua Omma avrebbe preferito stare da sola in quel momento!
L’ aveva chiamato un sacco di volte… 32 per la precisione… Ma la segreteria rispondeva sempre al posto suo…
Era andato piangendo da Minho… Sconvolto più che mai… Si era rifugiato tra le sue braccia…
Minho era impotente di fronte a tutto quello… Cosa avrebbe dovuto fare?.. lo strinse più forte e gli disse che Kibum avrebbe affrontato anche quello perché era un ragazzo forte, determinato, non si era mai arreso e non l’ avrebbe di certo fatto proprio ora!..
“Hyung ma perché non risponde al telefono??” continuava a chiedere tra i singhiozzi… “e se non sta bene?? Se si è sentito male??”
“Piccoloo.. la tua Omma sta bene.. ha solo bisogno di stare da solo… non ti preoccupare…” cercava di calmarlo Minho…
Nella stanza buia Taemin non poteva vederlo… Ma anche il suo Hyung stava piangendo…
Nella stanza buia Minho cercava di non farsi vedere da quel piccolo angelo che tanto amava… Avrebbe voluto cancellare quel dolore dal suo piccolo Taemin… ma come avrebbe fatto se non riusciva a cancellare neanche il suo di dolore??
Poi finalmente il telefono suonò…
Taemin prese il cellulare, da prima lasciato a pochi centimetri da dove era, e leggendo il nome di Kibum sullo schermo i suoi occhi si illuminarono di speranza… La sua Omma l’ aveva chiamato.. in quel momento era davvero felice.. Ma quando rispose, Minho vide la sua faccia cambiare espressione appena dall’ altra parte la voce di una persona sconosciuta si presentava…
Tu non sei Kibum… chi sei.. non voglio ascoltarti… non voglio che mi dici niente di brutto… non voglio non voglio…
Taemin si liberò del telefono lanciandolo dall’ altra parte del letto in cui era sdraiato con Minho… e corse via…
Il più grande si sollevò di scatto cercando di prenderlo ma ormai Taemin era già uscito dalla stanza…  Non voleva credere ancora a niente, non voleva andare in panico… Magari Taemin si era sbagliato… Riprese velocemente il telefono e, sperando che dall’ altro capo ci fosse ancora qualcuno, rispose…
 

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Capitolo 2
*** L' angelo custode.. ***


Ed eccomi con il secondo capitolo!!.. :D.. Spero tanto che sia di vostro gradimento.. Buona lettura a tutti!!.. :)



Si rigirò nel letto con gli occhi ancora chiusi… il sole era già alto in cielo e illuminava tutta la stanza… Quel profumo però… No, mica lo riconosceva… Spalancò gli occhi spaventato… Dov’ era?? Di chi era quel profumo?? Di chi era quella camera??..
Quelle lenzuola celesti non le aveva mai viste e tantomeno quella televisione al plasma attaccata al muro o quella scrivania piena di libri…
 
Fece per alzarsi… ma con tutto l’ alcool che aveva ingerito la sera prima, o almeno credeva che fosse stata la sera prima, gli venne solo voglia di vomitare… Stette sul letto a cercare di ricordare ogni minimo particolare di quella sera dove si era ridotto come il più sudicio degli ubriaconi… ma niente… Non una immagine nitida, non un ricordo… Solo tanto dolore… Si ricordò del motivo per cui aveva bevuto e un fitta si insinuò all’ altezza del petto!!.. Come aveva fatto a ridursi così… Come poteva fare questo alla sua sorellina che tanto credeva in lui…
 
Prese le forze necessarie per rialzarsi…  Il dolore alla testa non aveva intenzione di cessare… ma lui doveva andare avanti… doveva capire dove era… e sperare di non essersi cacciato in nessun guaio!!...
Se mai ritornerò a casa mi ucciderò con le mie stesse mani!!!
Aprì la porta… si guardò intorno come i peggiori dei ladri… e andò verso quella che pensava fosse la cucina…
 
Non c’ era nessuno…
 
La casa era grande… la cucina e la sala erano un’ unica stanza arredata nei migliori di modi…
O è ricco o è ricco insomma… cosa darei per avere una casa così in ordine e bella… però ora basta… devo andare… non posso trattenermi ol….
“buongiorno dormito bene???” risuonò una voce dietro di lui.
 
 Kibum la conosceva bene… Non riuscì a muoversi… la bocca non collaborava e il cervello era andato a farsi benedire…
“scusa se ti ho portato a casa mia… ma ieri sera eri messo proprio male… mi dispiace per tua sorella...”
 
Il cuore di Kibum prese a martellare all’ impazzata… non sapeva come comportarsi… la prima volta in tutta la sua vita non sapeva cosa fare… 
Si girò con gli occhi ancora lucidi dall’ alcool… e lo vide…
 
Non riuscì a crederci… Allora era proprio lui… La sua mente non gli aveva fatto brutti scherzi.. l’ aveva riconosciuta veramente quella voce…
Impeccabile come sempre Jong era lì, davanti a lui… con i capelli castani ritti in una cresta… gli occhi pieni di gentilezza e le labbra incurvate in un magnifico sorriso…
Kibum si sentì mancare… le sue gambe non riuscirono a trattenere il suo peso… Fece per cadere ma 2 forti braccia circondarono i suoi fianchi…

Ora gli occhi del moro erano ancora più vicini ai suoi… Erano veramente belli…
Il dolce visino di Kibum divenne tutto rosso… Sentì qualcosa muoversi tra le mutande e fu in quel preciso momento che se ne accorse…

Non aveva i pantaloni!!... Il suo cervello cominciò a elaborare i peggiori trip mentali di questo mondo…
Porca frittellaaaa!!!... ma… ma… ma… ma… odddiooo.. cosa è successo ieri sera??... me li ha tolti lui i pantaloni??... chissà come ero messo!!!.. che figura che figura!! Perché mi hai portato qua  a casa tua??.. Come sai di mia sorella… e perché quello sguardo compiaciuto ora??

10000 domande in testa e non riusciva a formularne neanche una… Si allontanò il più velocemente possibile da quelle braccia forti e corse nella camera in cui aveva dormito… Dove sperava di trovare i pantaloni…
Ma niente… non c’ era ombra di quei pantaloni… che se non altro erano anche i suoi preferiti…
“li ho buttati a lavare… ci avevi vomitato sopra ieri sera” Jong fece capolino dalla porta della camera “questi dovrebbero andarti… sono i miei di quando ero un po più piccolo… mettili pure e poi ritorna di là… ti ho preparato la colazione…”
Kibum si allarmò per un momento… ma  Jong fu bravo a leggergli nella mente.. e continuò “non ti preoccupare la lettera l’ ho messa dentro la tasca del tuo giubbotto” disse, placando così l’ agitazione del più piccolo con un sorriso
Non sapeva neanche se fosse riuscito a sopravvivere quella mattina.. ma fece come quel ragazzo gli aveva detto... si mise i suoi pantaloni…

Sicuramente quel colore verdognolo non gli piaceva per niente… ma non avrebbe di certo fatto lagne per metterseli…
Andò in bagno si lavò la faccia sperando che l’ acqua fresca rinfrescasse anche la sua memoria… ma niente… Ricordava il nulla!!!
 
****
 
Non ha detto una parola da quando mi ha visto… poverino era così imbarazzato… spero che non gli abbia dato fastidio, ma mica potevo lasciarlo con i pantaloni puzzolenti di vomito…
Penso che ieri mi abbia mandato il suo angelo custode  da lui… Era così sconvolto… esausto… spaventato… non so neanche se ricorda niente di tutto ieri sera…
Non so cosa mi abbia spinto a portarlo a casa con me… l’ avevo visto si è no 6 o 7 volte… sull’ autobus quando ritorno a casa…
I suoi occhi… forse sono stati quelli… così impauriti spenti… mi aveva fatto tenerezza…
Eccolo…

Kibum entrò in cucina… la tavola era piena di cose buone… ma l’ imbarazzo gli impediva di osservare tutto quel ben di Dio.
“piacere io mi chiamo…” cominciò il moro
“Jong.. si lo so..” lo interruppe Kibum… “io sono Kibum piacere”
“ma come sai il mio nome??”
Ma perché non sto mai zitto!!!.. adesso che cavolo gli dico.. che origlio mentre parla al telefono??
“emmm… c’era scritto sull’ etichetta dei pantaloni”
“ahhahah… è vero.. mia mamma da piccolo mi scriveva sempre il nome sui pantaloni… ma non mi ricordavo fosse anche in quelli.. vabbè.. dai ora vieni a mangiare”
 
Fu la colazione più imbarazzante della mia vita… Dovevo dire qualcosa… lo sapevo.. un Grazie sarebbe anche bastato credo… ma non riuscivo ad alzare lo sguardo dalla mia tazza di latte!!
Ero in panico si…
“mi passi la marmellata per favore??” squillò la voce di Jong.
“C-certo” balbettai.

Fu in quel momento che le mie guance presero fuoco… il mio cervello divenne pappa per pesci… e quella cosa che mi contraddistingue dalle femmine riprese vita.
Mi aveva toccato la mano mentre mi prendeva il barattolo che gli stavo passando…
Ritirando via la mano velocemente da quel contatto feci cadere la marmellata sul tavolo…

“mannaggia kibum sei un idiota” mi maledissi nella mente…
“non ti preoccupare… pulisco io dopo”Mi disse che quel bellissimo sorriso …
In quel momento sapevo che se non me ne fossi andato via subito gli sarei saltato addosso!! Quindi presi il giubbotto e con un veloce grazie che gli rivolsi, me ne andai da quella casa più rapidamente possibile!

Riconobbi quella via… Se l’ avessi percorsa fino in fondo sarei subito arrivato a casa mia… Ma non ci volevo ritornare…
Taemin sarebbe stato sicuramente in pensiero per me… il giorno precedente ero scappato dal bar in cui dovevamo fare colazione.. e il pomeriggio avevo spento il telefono per non ricevere alcuna chiamata… ah giusto il telefono!
Cercai dappertutto… Nelle tasche del giubbotto… Nella piccola borsettina che portavo sempre con me.. ma non c’era nulla… ma poi mi ricordai…  Il comodino!!.. era lì che lo avevo visto l’ ultima volta.. sul comodino di Jong!!!..
“Nono io non ci ritorno là… mi avrà preso per pazzo!!.. non ho la minima intenzione di fare altre figuracce!!... povero meee.. il telefono noo!!.. già avevo deciso di abbandonare i miei pantaloni…”
****
 
 
Non era riuscito a calmarsi anche se sapeva che la sua Omma stava bene… Aveva preso un grosso spavento quando aveva sentito la voce di Jong che parlava dal cellulare di Kibum… 

Quella mattina appena sveglio si era ritrovato Minho nel suo letto…lo stava abbracciando…
A quella vista il suo cuore smise per un attimo di battere… Cosa ci faceva lì??
Tutto scombussolato non riusciva a muoversi…
“ quanto è bello”continuava a pensare…
Minho ancora dormiva quando a Taemin venne quella grande voglia di baciarlo… di toccare le sue labbra… di gustarne il sapore…
E seguendo il suo cuore, che continuava a suggerire tutto ciò, lo fece…

Fù un piccolo bacio… stampato su quelle labbra carnose…
Tutto ciò però venne interrotto… un suono stridulo…

La sveglia…

Taemin si svegliò.. questa volta però veramente… Era stato tutto un sogno… La consapevolezza di quella realtà fece venire voglia di piangere al biondino… che al suo risveglio, contrariamente dal sogno che aveva fatto, nel suo letto era da solo!
Spense quella macchina dell’ inferno che lo aveva riportato alla cruda verità… dove Minho non lo amava così come lui amava Minho…

Si rimise a letto.., con le coperte fino sopra la testa…ripensando alla sera precedente…
Che spavento che aveva preso.. Per fortuna però Jong aveva raccontato tutto a Minho… e quest’ ultimo di conseguenza aveva calmato il piccolo Taemin…  Si ricordò delle carezze prima di addormentarsi… e anche di quelle braccia che lo stringevano forte forte…
“che bastardi sti sogni… mi illudono soltanto!!” continuava a maledirli…

Ad un certo punto sentì la porta cigolare..

L’ unico che poteva essere era Minho…

Non lo voleva vedere… non dopo il sogno che aveva fatto.. quindi fece finta di dormire… il suo cuore batteva all’ impazzata e sarebbe stato sgamato subito se non lo avesse fatto rallentare!!!.. ma niente da fare… Non c’era modo di controllarlo!!..
Minho si avvicinò al suo letto… gli tolse le coperte da sopra la testa e rimase lì… a guardarlo…

“perché sei così agitato piccolino… stai facendo un brutto sogno??” chiese Minho sicuro che Taemin stesse dormendo…

Si avvicinò… Taemin poteva sentire il suo respiro caldo… Il più grande lo baciò sulla fronte e si distese di fianco a lui…
Cosa sta facendo??... mamma mia io muoio ora!! Minhoooo.. allontanati o qua mi perderai per sempre!!
Fu un attimo… Taemin sentì un calore sulle sue labbra…

Minho lo stava baciando… Aveva appoggiato le sue morbide labbra sulle sue… e lì sotto di lui Taemin stava per morire!!
Non aprì gli occhi… per paura che anche questo fosse solo un magnifico sogno… non voleva svegliarsi… voleva restare lì per sempre…

Minho si alzò dal letto… andò verso la porta e la chiuse  alle sue spalle…  Il biondino rimase di nuovo solo nel suo letto… senza il calore del più grande ora sentiva anche un po freddo… ma non gli importava niente… Minho l’ aveva baciato e questo voleva dire che anche lui provava i suoi stessi sentimenti!

Era troppo felice… non sapeva neanche come faceva a contenersi, ma era rimasto lì immobile.. con gli occhi ancora chiusi e la bocca socchiusa…

Fu un attimo che però la felicità scomparve…
Come faccio adesso?...
Il suo sguardo perse di luminosità… Ora la felicità aveva lasciato lo spazio all’ ansia, all’ angoscia, alla paura…

Fino adesso lo sapeva solo Kibum… nessun’ altro… Ma come avrebbe fatto se lo avesse scoperto anche suo padre??
Non gli posso dare anche questa  delusione… mi ha sempre fatto tutti quei discorsi su quanto i figli fossero importanti nella vita di una persona… su quanto avere una donna al proprio fianco fosse indispensabile…

Forse lui lo aveva capito… forse è proprio così… l’ aveva capito prima di me che ero di altre “vedute”.

Minho è stato l’ unico uomo di cui io mi sia mai innamorato… negli anni dell’ adolescenza avevo addirittura avuto delle fidanzate… Poi quando l’ avevo visto era cambiato qualcosa… Dopo soli 4 giorni di convivenza avevo capito che ero cotto di lui…
Avevo sempre pensato che fosse assolutamente etero… E quindi non mi sarei fatto tanti problemi nel convincermi che non sarebbe stato mai mio… Alla fine dovevo farmene una ragione… Non sarebbe stato difficile lo sapevo… Sarebbe ritornato tutto come prima e,  prima o poi, avrei trovato una donna con cui passare il resto della vita… Come mio babbo aveva sempre voluto!
Ma adesso che è successo questo…

Si alzò dal letto ancora tutto frastornato.  Non sapeva ancora bene cosa avrebbe fatto. Di una cosa però era certo… Non avrebbe mai detto niente ne alla sua Omma e né a Minho…
Andò in bagno, si lavò la faccia e dopo un grosso sospiro andò verso la cucina…

Minho lo stava aspettando seduto al tavolo dove facevano colazione insieme ogni mattina!... Dopo 1 anno di convivenza, il più grande sapeva a memoria tutto quello che a Taemin piaceva fare e mangiare al mattino, quindi gli aveva già preparato il latte con ben 3 cucchiaini di zucchero, il pane con la nutella e la sua spremuta di arance… Dopo un anno però doveva ancora capire come Taemin riuscisse ad ingerire tutte quelle cose ogni mattina e a non ingrassare… 

“Sicuramente ora so dove prende tutte quelle energie durante il giorno!” gli diceva di tanto in tanto.
Taemin arrivò al tavolo con passi frettolosi e si sedette subito, non lo guardò in faccia, soltanto un veloce buongiorno uscì dalla sua boccuccia… Era davvero imbarazzato ma doveva fare finta di nulla!.. quindi cominciò a sfogliare il giornale che c’era sul tavolo.
“un’ altro incidente, guarda hyung, a quanto pare questa volta erano in motorino. Sono usciti fuori strada poverini…”
Minho si avvicinò al suo coinquilino. Il cuore di Taemin prese a battergli all’ impazzata. Doveva calmarsi, non doveva farsi vedere così emozionato!

“erano ubriachi!!” tuonò la voce del maggiore…
Le sue, erano parole di disprezzo… i suoi lineamenti divennero più marcati e i suoi occhi divennero vuoti come quando si rivedono le scene peggiori della propria vita!!

“sono solo fortunati di non essersi rotti la testa!!!”  continuò, non badando allo sguardo stupito che il più piccolo gli aveva rivolto!!
Minho si allontanò… Mentre preparava il caffè informò Taemin del  suo programma per la giornata…
Ma il più piccolo non lo stava ascoltando… Era ancora sorpreso da tutto quell’ odio che Minho era riuscito a scatenare con delle semplici parole!
 
****
 
“ sei in ritardo!!!”  risuonò una voce appena Jong arrivò sul set fotografico
“non possiamo aspettarti in eterno” continuò…
“scusa ma ho avuto ospiti…” rispose il ritardatario con un filo di voce…
Come ormai faceva da anni si cambiò… una sistemata ai capelli, un po’ di trucco per esaltare i lineamenti del suo viso ed era pronto…
Il lavoro cominciò… certo non era un lavoro difficile… alla fine doveva solo mettersi in posa e il suo bell’ aspetto avrebbe fatto tutto il resto!!
“ queste foto andranno sul giornale più famoso qua in Corea.. quindi cerca di dare il massimo” lo incitò il fotografo..
“certo vecchio mio… ormai lavoriamo insieme da anni sai che do sempre il massimo..” lo rassicurò Jong…
“e poi dicevano che non avresti fatto carriera perché eri basso!! Ahahahhaa..” si mise a ridere l’ amico…
“non sempre l’ altezza è mezza bellezza caro Jinki!!.. l’ avranno capito sicuramente ormai!!”

Jinki era sempre stato un grande amico di Jong… Erano cresciuti insieme… I loro padri si erano conosciuti durante l’ addestramento militare e la loro amicizia era durata da allora!!. Avevano  messo su famiglia, trovato lavori completamente diversi, preso ognuno la propria strada. Eppure non si erano mai allontanati uno dall’ altro. E come accada in queste bellissime storie d’ amicizia   anche i loro figli erano diventati inseparabili.

Jinki aveva frequentato un sacco di corsi per diventare un fotografo… la sua passione per la macchina fotografica era nata da quando aveva appena 5 anni. Si divertiva un sacco ad immortalare i petali dei fiori, il panorama nelle belle giornate di primavera, e la sua ragazza!! Ormai si sarebbero dovuti sposare. Mancavano soltanto i soldi.
“lavoreremo insieme e presto tu e Sara vi sposerete te lo prometto” gli aveva detto un giorno Jong.
Era davvero affezionato a quella pulce… e chiariamo, pulce solo per l’altezza…
Non avrebbe saputo cosa fare senza di lui!!
Le foto vennero veramente bene.
“le spedirò domani mattina, per dopo domani penso che le pubblicheranno!!.. non vedo l’ ora amico mio!! E per festeggiare.. BIRRAA!!!!” gli propose Jinki tutto esaltato dalla magnifica riuscita del lavoro.
“no scusami!” si affettò a dire Jong prima di catapultarsi verso l’ uscita “ ma devo fare una cosa importante.. oggi non posso ma domani sicuramente.. mi farò perdonare te lo giuro… la prossima volta al ristorante te li pago io i 2 polli interi che ti mangi di solito!!”
 
 

 
 
 

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Capitolo 3
*** "L' amore della nonna" ***


Buona sera a tutti!! :DD.. Eccomi di nuovo quà con un nuovo capitolo... A dire la verità questo non è che mi ispiri piu di quel tanto... Ho cercato di fare del mio meglio ma l' ispirazione mi faceva brutti scherzi e ogni tanto mi abbandonava.. ç_ç 
Ma non importà mi rifarò nel prossimo capitolo!!.. Spero comunque che non vi faccia schifo!!.. Fatemi sapere!! Ciauu alla prossima!!.. ;))




Avete presente quelle sensazioni di angoscia e malinconia di quando si ricorda una cosa triste?.. Era proprio quello che provava in quel momento Minho.. Un blocco allo stomaco, un senso di nausea, una voglia matta di ritornare indietro e non rifarlo mai più..
Sono usciti fuori strada, sono usciti fuori strada
 
Quelle parole rimbombavano nella sua mente…
Erano ubriachi!!
 
Ricordava di aver detto…
Le lacrime gli salirono agli occhi… le gambe cedettero… e pesantemente si lasciò cadere a terra…
Ricordava ancora tutto… per sua grande sfortuna ricordava ancora tutto benissimo.
Cercò di darsi forza, magari di non pensarci.. arrivare a fine giornata e fare finta che tutto il dolore  della sua anima non ci fosse…
“pensa a Taemin, ora sei qua per lui.. Ora cercherai di risistemare tutto.. non tutto è perduto… ci saranno miglioramenti e il mio piccolino ritornerà ad avere il sorriso sulle labbra… sei qua per lui!.. sei qua per lui!... Per farlo stare bene!..”  continuava a dirsi tra i singhiozzi…
Si rialzò dal pavimento gelido che accompagnava la sua agonia e si diresse verso la modesta cucina collocata poco più in là…
L’ acqua fresca che bagnò il suo volto lo fece rinascere… e con il più finto dei sorrisi sulle labbra decise di uscire… L’ aria fresca del mattino di dicembre lo avrebbe fatto stare meglio… ormai lo faceva da 2 anni!..

*****

 
Era in ritardo… In estremo ritardo!! Emily l’ avrebbe ucciso, ormai sapeva come era fatta… stavano insieme da 3 mesi, ma si conoscevano da una vita.  Vicini di banco in prima elementare erano diventati grandi amici. E poi con il passare degli anni avevano capito che quella amicizia era diventata qualcosa di più…
Era stata Emily a dichiararsi per prima… Jong voleva tanto bene a quella ragazza, l’ aveva sempre convinto di poter fare tutto quello che voleva nella vita., e fino a quel momento proprio grazie a lei era riuscito a realizzare tutto ciò che desiderava. Era diventato un fotomodello, aveva finito la scuola per avvocato e aveva di fianco a se un sacco di persone che lo volevano bene.
Insomma grazie a lei era riuscito a costruire la sua vita perfetta e non avrebbe mai saputo come ringraziarla.
Scese dall’ autobus e più veloce di un fulmine si diresse verso quel lussuoso palazzo verde al centro di Seoul… terzo piano, primo appartamento alla destra.. ormai lo conosceva bene.
DING DONG
Sentì subito dopo aver pigiato il campanello.
Emily apparve alla porta in un attimo,  quando faceva così erano guai… e Jong sapeva anche perché era in mezzo a quei guai..
“MI HAI LASCIATA TUTTA LA SERA DA SOLA!!!”  tuonò la voce di Emily mentre la sua esile mano prendeva Jong per la felpa e lo costringeva ad entrare…
“DOVE SEI STATO!!???” continuò più minacciosa di prima…
“s-scusa amore.. ma ero.. solo”  cercò Jong di spicciare qualche parola
“faccio subito amore.. non ti preoccupare.. vado solo a prendere la felpa che ho lasciato in macchina e arrivo subito” imitò la voce di Jong con una smorfia che più che assomigliare all’ espressione del suo fidanzato assomigliava più al muso di un vecchio cane!
“lo so ma p-poi… c’è stato un imprevisto ecco..”
“quale imprevisto??”
“ti ricordi di quel ragazzo che abbiamo visto piangere appena entrati al bar??” cercò di spiegare Jong.
La testolina di Emily fece un debole segno di assenso
“ecco.. bhe.. quando sono uscito per andare verso la macchina l’ho visto seduto per terra.. con gli occhi vuoti nel nulla.. mi ha fatto tanta pena.. così ho cercato di parlargli… ma lui sembrava sordo.. non rispondeva a nulla… quindi mi sono seduto lì di fianco… e non so come è successo ma si è addormentato.. quindi non lo potevo lasciare lì.. l’ ho preso e l’ ho portato a casa mia...”
Il viso di Emily divenne ancora più cupo e spaventoso..
“ da quando in qua raccatti cani per la strada Jong?? Da quando?? Come hai potuto poi dimenticarti di me e lasciarmi tra tutti quegli ubriaconi.. Non mi frega proprio niente se quel ragazzino alcolizzato aveva gli occhi vuoti… te dovevi stare con me.. con la tua fidanzata!!!..”  Urlò la sua ira..
Jong si fece più serio… dopo anni e anni che la conosceva ancora non era riuscito a capire come da quella graziosa ragazza potesse uscire una parte così cattiva… Era sempre stata un’ egoista… il suo più grande difetto era quello di pensare sempre ed esclusivamente prima a se stessa… “questo mondo al giorno d’ oggi va avanti così.. tutti pensano per se e nessuno per gli altri.. ecco perché fa schifo” gli continuava a dire di volta in volta.
E anche Jong la pensava in quel modo.. ma lui… no Jong non era così.. dava tanto per gli altri.. e anche se non riceveva niente era sicuro che prima o poi sarebbe arrivato qualcuno che l’ avrebbe ripagato di tutto quello che aveva fatto per gli altri.
Non aveva mai provato fino ad allora quella sensazione… ma qualcosa dentro di se lo spinse a reagire…
Raccattare cani per strada?? Ragazzino alcolizzato??
Nono non poteva lasciare perdere… alla fine lei non sapeva niente.. non l’ aveva letta la lettera.. non aveva visto quel dolce viso dormire nel suo letto con quella espressione ferita. Lei non si era incantata a guardarlo dormire e dimenticarsi perfino di aver lasciato la fidanzata al bar da sola.
“TE NON SAI NULLA!!!” ringhiò Jong contro Emily che in un primo momento prese paura…
“TE NON HAI CUORE EMILY… SEI DI ROCCIA… COME PUOI ESSERE COSì CATTIVA NEI CONFRONTI DELLA GENTE??  NON MERITI DI STARE IN QUESTO LUSSUOSO PALAZZO, CON I CAMEIRERI CHE TI PORTANO DA MANGIARE APPENA BATTI LE MANI… NON TI MERITI NIENTE DI TUTTO QUELLO CHE HAI!!.. SE STRONZA E MALEFICA… UNA BAMBINA VIZZIATA” urlò ancora più forte, mentre le prime lacrime rigavano già il suo viso..
Emily restò lì a guardarlo portarsi una mano sul viso segnato dal pianto… Fù un  attimo che però un sonoro suono risuonò per tutto l’ appartamento…
Quello schiaffo aveva fatto male a entrambi… non lo avrebbe mai voluto fare… ma l’ aveva offesa.. e adesso lui doveva andarsene da casa sua! Doveva stare da sola a pensare… doveva guardarsi dentro e forse farsi anche qualche esame di coscienza…
Non ci furono altre parole… Jong prese il cappotto e corse via…

****

 
“lo sai quale è la cosa più stupida da fare nella vita?? Viverla senza nessuno al tuo fianco che ti ami!!”…  era sempre questo che gli ripeteva sua nonna quando ancora era viva.. ed era anche l’ ultima cosa che gli disse prima di morire...
Ripensava sempre a quelle parole.. ogni tanto gli davano il coraggio di andare avanti.. ogni tanto invece lo facevano piangere..
Chissà se avrebbe mai trovato qualcuno in grado di sopportare la sua perenne bambinaggine..  Quelle sue continue lagne e quei suoi tanti problemi.. chi sarebbe stato in grado di tenere tutto quel fardello che si portava dentro… perché alla fine anche il piccolo biondino aveva sofferto tanto, aveva pianto tanto… ma come tanta gente pure lui era uno di quegli attori, ma di quelli bravi.. che con il solo sorriso coprivano tutto… sorriso falso, sorriso da copione… che non scalda il cuore, che non suscita niente… ma che fa solo scena... una brutta scena.
“L’ amore della nonna” così lo chiamava…
“papà un giorno troverò una persona che riuscirà a darmi l’amore della nonna”  aveva 5 anni quando lo disse per la prima volta…  “so che è davvero bellissimo” diceva  con entusiasmo.
A 19  anni si era dimenticato l’ amore che la nonna intendeva… lo confondeva con altre cose… alla fine si sa… quando cresci le visioni delle cose cambiano… e non riesci a vedere tutto con il cuore puro di una volta… Rimani lì ad aspettare qualcosa che magari dovresti cercare… Nel buio della tua camera, nell’ oscurità dei tuoi pensieri sai  che là fuori c’è qualcosa.. anche se non sai bene cosa…
Per lui c’era  la sua Omma.. ma l’ amore che Kibum aveva nei suoi confronti non era l’ amore che intendeva sua nonna.. almeno questo lo sapeva, ne era sicuro… Il suo amore era quello di una mamma.. della mamma che non è riuscito ad avere… Della mamma che le è stata strappata da quando aveva poco più di 4 anni… Albergava ancora nei suoi più profondi ricordi… Viveva lì con tutti gli altri ricordi che la riguardavano… E ogni tanto a Taemin piaceva anche andarli a ripescare…  Cercando in qualche modo di mantenerli vivi, o meglio di mantenerla viva dentro di se.
Poi c’era suo babbo… L’ amore paterno… Forse uno dei più veri che c’erano… Era questo l’ amore di cui parlava la nonna??... L’ amore per un figlio?...
Non lo sapeva.. sapeva solo che quando ogni tanto cercava di ritornare bambino e a pensare all’amore della nonna come quando faceva da piccolo gli veniva in mente Minho..
Si Minho…
“ho chiamato per chiedere dell’ appartamento… vorrei venirlo a vedere se è possibile”  le prima parole che uscirono dalla bocca di Minho la prima volta che si parlarono…
“c-certo..” aveva balbettato il piccolo Taemin già innamorato di quella voce..
Quanto affetto era in grado di dare quell’ omaccione… ed era proprio di quello che Taemin aveva bisogno!! Ed era come se Minho lo sapesse…
“il mio angelo custode si è incarnato in te hyung??”  gli domandava scherzoso di volta in volta..
Minho si limitava a sorridergli… con uno strano velo di tristezza negli occhi.. che dopo mesi il più piccolo non era ancora riuscito a decifrare…
Oggi non sarebbe andato a lavoro mi ha detto…  ma non sono stato ad ascoltare il motivo… ero troppo preso da quello che aveva detto prima.. perché quella voce cattiva??.. perché quella rabbia??.. sono preoccupato.. ho una strana sensazione.. forse lavorando in ospedale è stanco di vedere tante vittime della strada… ufff che noia!
Ohh cavolo è tardissimoo!!! Devo correre che se chiudono i cancelli non si entra più!

 
Corse veloce verso la scuola .. si era perso tra tutti quei pensieri che il tempo era come se avesse scambiato i minuti per secondi, e ora si ritrovava ad attraversare la strada senza nemmeno assicurarsi che fosse completamente sgombra da macchine e a scontrarsi  di tanto in tanto contro i vecchietti che facevano la loro passeggiata mattutina oppure contro ai giovani lavoratori che, ancora assonnati, si dirigevano verso le loro sedi di lavoro.

Fu in un attimo di stanchezza… una pausa del biondino giusto per prendere fiato quando lo vide… si girò… dall’ altra parte della strada era appena scattato il rosso per i pedoni… ma qualcuno non aveva notato… qualcuno era sovrappensiero… stava pensando ad altro e non aveva visto  la macchina … e Taemin questa persona la conosceva…
Oltre la strada grigia Taemin lo aveva visto scaraventato dall’ auto… Dall’ altra parte della strada aveva di nuovo rivisto quella brutta scena. Nel suo cuore qualcosa si era rotto ancora… Perché le sofferenze non potevano finire lì?... Quanto ancora doveva soffrire per avere la pace?
Un grido  forte risuonò per tutto il vicinato…
Ora Taemin sapeva che  la scuola sarebbe stato soltanto un ricordo quella mattina…
 
 
 
 
 

*****

 
La mattinata l’ aveva trascorsa in giro per Seul.. non era neanche andato a lavoro. Aveva deciso che si sarebbe licenziato… troppo schifo là dentro… e ora… doveva lavorare solo per se stesso non più anche per la sorellina…
Aveva trovato dei soldi dentro il giubbotto… chissà come erano finiti lì..  Per quanto ne sapeva  poteva addirittura averli rubati… La sera prima dopo tutto era stata  un autentico disastro… Ancora in quel momento, dopo essere scappato da casa di Jong e dopo aver vagato per 2 ore ininterrotte con addosso i suoi pantaloni, non si ricordava ancora nulla… Niente, vuoto, neanche un semplice flash!

Era andato a fare colazione nello stesso bar di sempre, dove la mattinata precedente aveva ricevuto quella chiamata… tanto sapeva che il lunedì Taemin restava con Minho e che quindi non l’ avrebbe incontrato!

Era stata un po’ dura ritornarci e ripensare a tutto quello che era successo… ma Kibum era uno forte… aveva imparato a chiudere tutte le ferite appena si aprivano . Aveva imparato che anche il dolore, se si riesce a gestirlo, può essere una miniera di ricchezza…
“ti rende più forte, forse all’ inizio farà male.. ma con il passare del tempo tutto guarisce” ripeteva di tanto in tanto alla sorellina…
Per tutta la mattinata si era immerso nei suoi pensieri… Aveva fatto mente locale e aveva pensato e ripensato a come riavere i pantaloni e il cellulare, a come togliersi dalla testa quell’ odore di buono che aveva Jong e a come continuare la sua vita… o meglio a come ricominciarla… Dopo tutto un pezzo di sé se ne era andato via con Amber ma l’ altra sua parte non poteva arrendersi.
Avrebbe vissuto la sua vita come lei voleva… L’ avrebbe fatto solo per la sua sorellina… L’ avrebbe tenuta nel cuore e con lei come suo angelo custode, sarebbe riuscito a sopravvivere!

Quindi ricominciò tutta la sua vita lì… nel piccolo parchetto in cui giocava con la sua sorellina… Prese il giornale come aveva fatto qualche anno prima e lo sfogliò lentamente, cercando di cogliere ogni nuova notizia del mondo fino ad arrivare alla pagina del lavoro…
Quella mattinata non trovò nulla che  faceva a caso suo.. c’erano molte offerte di lavoro nei bar.. ma a cosa servivano?? Lui si era appena licenziato dal bar in cui lavorava e dopo la serata passata non ci avrebbe messo piede tanto presto…
Quella mattina al parchetto però lesse velocemente, e per caso, un articolo…

Sentì che qualcosa sarebbe cambiato…  Sentì che era quello che la sua sorellina voleva… era lei che glielo aveva indicato…
Decise che avrebbe fatto qualche giro per la città e sarebbe ritornato a casa. Ora Kibum era nuovo… Aveva fatto ordine tra i suoi pensieri… Ora poteva continuare la sua vita…
 
****
 
Dall’ altra parte della città c’era Minho.
Appena uscito di casa aveva intenzione di prendere un po’  di aria fresca e andare  fare anche la spesa vista la totale mancanza di cibo in dispensa. Il piccolo di casa   spazzolava tutto ciò che trovava… E l’ attento Minho sapeva che se ritornato da scuola non avesse trovato niente da mangiare avrebbe potuto azzannare il suo povero braccio!!
Sorrise a questo pensiero… ancora una volta si stava comportando da mamma… e Kibum non ne sarebbe stato sicuramente felice viste le priorità che pretendeva sul più piccolo…

Ricordava ancora le parole della Omma appena lo vide entrare con i bagagli nel suo nuovo appartamento “prova solo a torcergli un capello che ti spedisco all’ altro mondo senza bisogno neanche di toccarti!!” e subito, dopo un cambiamento repentino di espressione,  aveva continuato con un “comunque io sono Kim Kibum abito al primo piano… sono sicuro che se farai attenzione a ciò che farai diventeremo ottimi amici” e aveva concluso quella breve presentazione con uno smagliante sorriso per poi voltarsi subito dopo e ritornare da dove era venuto!

Minho a questo primo incontro era rimasto lì immobile… allibito da tutto ciò!!..Non aveva detto nulla  nulla, anche perché quando aveva ripreso la facoltà di parlare  Kibum aveva già fatto le scale ed entrato in casa.
Il moro si era quindi limitato a entrare nel nuovo appartamento  e a fare conoscenza con il suo nuovo coinquilino!!

Il flashback si concluse e Minho  ritornò ai suoi soliti pensieri… incamminandosi per la città… Senza neanche accorgersene si ritrovò davanti a quel negozio di antiquariato vicino all’ incrocio principale.
L’ incrocio principale… si proprio quello gli aveva complicato l’ esistenza. Quello che portava da tutte le parti della piccola cittadina fuori Seul… quello che riporta i più terribili ricordi…

Ormai i segni bianchi nell’ asfalto non  c’erano più… e nemmeno quelli rossi. Ma  erano stati cancellati solo dall’ asfalto  grazie alla pioggia e il tempo,  nella testa di Minho, invece, albergavano ancora.. lui.. riusciva ancora a vederli tutti quei segni tracciati dalle bombolette della polizia che era accorsa subito… e quegli altri segni invece, che strappavano soltanto ogni speranza nel cuore di chi ne aveva ancora un po’ per sperare  in un lieto fine…
Attraversò l’ incrocio e lì dov’ era, riusciva ancora a sentire le urla…
Come faceva a non dimenticare tutto questo dopo anni! Come faceva tutto ciò, a farlo ancora piangere... Come faceva a essere così debole!!
Dopo ogni passo la fitta al petto si faceva sentire sempre di più… Orami la tristezza lo aveva rapito, i ricordi lo stavano divorando di nuovo e la consapevolezza di tutto ciò lo faceva solo stare peggio.
Indietreggiò.. ma non guardò la strada. Sentì solo un forte rumore, un brivido dietro la schiena, urla.. e poi… poi più nulla!
 

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Capitolo 4
*** Sei qua con me! ***


Buon giorno a tuttii!!!.. eccomi di nuovo quà con un nuovissimo capitolo... Problemi di connessione mi hanno impedito di pubblicarlo prima e per questo vi chiedo scusa.. 
ATTENZIONE!: nel capitolo precedente avevo scritto che la mamma di Taemin era mancata quando lui era ancora piccolino... Scrivendo questo capitolo però mi sono resa conto che la storia non potrebbe andare avanti se questo fosse successo  quando lui era piccolo piccolo.. Quindi chiedo umilmente scusa anche di questo... scrivendo la storia capitolo per capitolo mi è un po difficilee.. xDDD.. scusate tanto tanto tanto davvero!!!.. 
Ma ora vi lascio...  spero che questo capitolo sia di vostro gradimento... preannuncio già che la jongkey si farà sentire per la prima volta in questo capitolo!!..che cariniii.. Mi sono divertita tanto!! ahahhaha vabbè un bacioneee.. ciauu alla prossimaaa!!!


Se n’ era andato dal palazzone verde e si era messo a correre, come se tutta l’ amarezza, la rabbia e la tristezza potessero essere portati via dal vento gelido che si scontrava contro il suo viso..
 
Si, forse parte di quello che era successo era colpa sua… in fondo l’ aveva lasciata sola per tutta la serata senza dire dov’ era andato… ma perché si era comportata così anche dopo che le aveva spiegato tutto.. Perché arrabbiarsi così tanto e non voler sentire scuse…
 
Alla fine lui aveva fatto quello che si sentiva… gli era sempre stato insegnato così…
Emily doveva capire… doveva provarci almeno.
ma perché non ci riusciva? Perché non voleva?
 
Jong, correndo a perdifiato per il piccolo viale che lo avrebbe portato a casa, sapeva che a queste domande non avrebbe mai avuto risposta e forse, era per questo che provava quel sentimento di rabbia.

Ormai a 23 anni era stufo… Aveva dovuto dimostrare sempre tutto a tutti... Non c’era mai stato nessuno che avesse preso il suo affetto come un affetto incondizionato e senza secondi fini! Ormai  non ci credeva neanche più che al mondo esistessero persone in grado di farlo…
 
Finalmente arrivò… entrò in casa che aveva ancora il fiatone ma, anche se non sapeva bene il perché, si sentiva meno pesante, meno arrabbiato, meno triste, sembrava come se tutte quelle emozioni che aveva provato per tutto il tragitto se ne fossero rimaste fuori dalla porta e ora, dentro la sua accogliente casa poteva essere al sicuro. Al sicuro da tutta la gente che pretendeva sempre di più da lui, al sicuro dall’ egoismo del mondo, al sicuro da chi non dava niente per niente…
 
Si buttò nel divano a pelle da tre posti e si ricordò di chi, appena la sera prima, ci si era sdraiato…
Si ricordò del suo dolce visino pallido, delle mani fredde e del corpo sottile… SI ricordò dello sguardo perso, quello sguardo che stringe il cuore. Si ricordò di Kibum…
Del profumo della sua pelle e della delicatezza dei suoi lineamenti… Non si sarebbe mai pentito di ciò che aveva fatto… Perché a suo parere aveva aiutato un angelo!
Si diresse verso la camera in cui Kibum aveva dormito quella sera… Percorse il corridoio e attraversò la cucina ancora sottosopra, per la colazione che aveva preparato per lui. Ancora non sapeva perché avesse voluto intraprendere quella battaglia con i piatti e le pentole di prima mattina ma, appena sveglio, aveva deciso che avrebbe cucinato lui la colazione per il nuovo ospite e sarebbe stata una colazione come mai viste!
 
Forse voleva solo essere ospitare… o magari fare colpo!
Arrivò alla porta della camera…
 
Rimase un po’ lì… Il tempo di ricordarsi ogni suo movimento della sera precedente.
L’ aveva preso in braccio e dal divano dove l’ aveva posato per sistemare la camera degli ospiti l’ aveva portato a letto… Nel letto con le lenzuola blu che tanto gli piacevano… Gli aveva tolto il giubbotto… I pantaloni ancora sporchi di vomito e il maglione che sotto le coperte lo avrebbe solo fatto morire di caldo.

Era stato lì a fissarlo per 40 minuti buoni…
Motivo??.. bhe neanche lui lo sapeva!!..
Forse era  ammaliato da quella perfezione.. Quel viso così delicato… Quell’ espressione da angelo… Qui zigomi alti e appena tinti del colore dell’ amore…
Nella sua testa non pensava a nulla… Tanto che si era addirittura dimenticato di Emily!! Quella vista li donava solo tanto benessere e tranquillità… sarebbe stato a fissarlo per l’ eternità.
Se n’ era accorto dopo di quel foglio per terra… Una lettera..
Sapeva da dove veniva. Era sicuramente di quel ragazzo di cui non conosceva ancora il nome…
Ma la curiosità fu tanta e la lesse… Si ripromise però che glielo avrebbe detto… In qualche modo così si sarebbe perdonato quello che stava facendo..
 
La lesse tutto d’ un fiato con il cuore in gola e le lacrime agli occhi…
Capì la sofferenza di quell’ anima che albergava dentro quel ragazzo… capì gli occhi tristi… capì perché quella sera si era ridotto così… Capì che al suo posto avrebbe fatto lo stesso…
Si ripromise che lo avrebbe aiutato… Che gli avrebbe ridato il sorriso… Come?? Ancora non lo sapeva… Non sapeva niente di quel ragazzo dai capelli lisci e castani che dormiva in un letto di casa sua…  Sapeva solo che le loro vite si erano incrociate per caso… Anche se nel caso non ci credeva per niente.
 
I suoi pensieri vennero interrotti  da una suoneria…
Non quella del suo cellulare… Ma quella del cellulare rosa confetto che aveva preso vita sul comodino di fianco al letto con le lenzuola blu…
“fa che sia lui, fa che sia lui, fa che sia lui” si continuava a ripetere sorprendendosi da solo…
Si catapultò in direzione dell’ apparecchio e con un salto, sorpassò il letto impaziente di rispondere…
Il cuore che batteva a mille e le mani tremanti non aiutavano di certo la situazione…
Lesse velocemente il nome sullo schermo…
…TAEMIN…
Si schiarì la voce e, anche se nessuno poteva vederlo, sorrise mentre rispondeva al cellulare… Anche perché lui sperava che dall’ altra parte ci fosse Kibum che gli chiedesse un incontro per riavere il cellulare…
Ma non fu così… Dall’ altra parte c’era un ragazzino che ancora sotto shock piangeva e urlava il nome della persona che avrebbe voluto al suo fianco in quel momento difficile…
“Kibum Kibum!!!... Minho… Minho è stato investito!!... Lo stanno portando al’ ospedale.. Ha perso i sensi e io.. io non so che fare… Omma ho paura… Ho paura di perdere anche lui!.. Ho paura di rimanere da solo!...”  E mentre Taemin piangeva il suo dolore e la sua disperazione,  dall’ altra parte del telefono c’era Jong che non sapeva cosa dire… Non era mai stato tanto bravo con le parole… sapeva soltanto che lo avrebbe voluto tanto aiutare…  Fu per quello che con un veloce “sto arrivando” chiuse la chiamata… e più rapido che mai si rimise il cappotto e sfidò di nuovo il gelo che in quel periodo investiva Seul…
 
Corse verso l’ ospedale… Sapeva che  lo avrebbe trovato lì,  occupato a pregare e a sperare per la vita del suo amico…
Mentre correva però si ricordò che non lo aveva mai visto…
Come lo avrebbe riconosciuto?...
Questa consapevolezza lo fece per un attimo rallentare…
Ma riprese subito dopo la corsa, realizzando che sicuramente qualche informazione si sarebbe potuta avere anche dalle infermiere e le persone che lavoravano lì… E poi comunque avrebbe cercato… Per aiutare quella persona che prima stava tanto soffrendo al telefono, avrebbe addirittura chiesto il nome a tutti coloro che si trovavano all’ interno della struttura..
Mancavano ancora qualche centinaia di metri quando passò davanti a quel parco giochi di fronte ai palazzoni bianchi che si incontravano prima di arrivare al centro di Seul…
E mentre correva ancora a perdifiato lo vide…
Kibum se ne stava ancora lì.. un pò pensieroso a guardare lo scivolo…
Non aveva visto che qualcuno si stava avvicinando a lui… Che, anche se non lo stava cercando, quel qualcuno era felicissimo di vederlo… Che, anche se inconsapevolmente,a quel qualcuno, dopo averlo visto, gli si era riempito il cuore di gioia…
Jong gli andò addosso… Lo abbracciò…
Kibum  era confuso… e forse anche un pò spaventato…
“Ora si che lo posso aiutare a passare questo momento difficile” Gli disse Jong sussurrandogli all’ orecchio mentre ancora lo stava abbracciando…
“S-scusa?”
“Tu sei la sua Omma e adesso Taemin ha bisogno di te... Ti spiego tutto strada facendo ora devi venire con me…”
E così dicendo  gli strinse forte la mano e lo portò via con se…
Kibum non sapeva ancora nulla… sapeva solo che quelle mani, che stringevano le sue, erano calde… Che era stato veramente bellissimo essere abbracciati da lui… e che ora Taemin aveva bisogno del suo appoggio… E qualunque cosa fosse accaduto Kibum era pronto ad aiutarlo… Perché con lui c’era Jong!
*****
 
 
 
 
Si ritrovava di nuovo nella sala d’ aspetto di un ospedale, anche se a 19 anni doveva trovarsi dietro al banco di una classe…
Si ritrovava a piangere e a soffrire quando, a 19 anni, i suoi coetanei ridevano spensierati mentre ritornavano a casa tutti insieme dopo una giornata passata a scuola…
Lui a 19 anni non era come gli altri ragazzi… Lui aveva sofferto come pochi… anche se, a quell’età, avrebbe dovuto vivere la giovinezza che non sarebbe più tornata…
 
“Non mi portare via anche lui… Non mi fare anche questo…” Stava parlando con un Dio che aveva dimenticato da tanto…Da quel 24 settembre aveva smesso di parlargli… Gli aveva portato via la mamma e complicato l’esistenza del padre che ormai passava la sua vita più in ospedale che a casa… Come avrebbe potuto credere che esistesse veramente qualcuno che era stato in grado di rubargli tutto in quel modo e farlo soffrire così tanto?...

Ma quella mattina qualcosa era cambiato…
Dentro alla sala operatoria quella mattina c’ era Minho…
Dentro alla sala operatoria quella mattina c’era quella persona che lui considerava il suo angelo custode…
Quell’ angelo che l’ aveva salvato dall’ abbandono… Colui che, dopo tutto quello che gli era successo, era sbucato dal nulla e l’ aveva portato via dalle grinfie della disperazione…
In quella stanza grande che profumava di disinfettante e circondato dal bianco candido delle pareti e delle sedie di plastica, Taemin soffriva, un’ altra volta…
 
E in quel momento quelle sensazioni che provava le conosceva bene… Perché si erano impadroniti di lui già una volta…
Si quel maledetto pomeriggio del 24 settembre quando, ancora ignari del loro futuro, i suoi genitori erano andati a fare la spesa per comprare quelle quantità industriali di yogurt alla banana che piacevano tanto al loro unico amato figlio!
“arriviamo subito!.. andiamo a fare la spesa e siamo di ritorno tesoro” gli aveva detto la madre poco prima di uscire.. con quel suo solito sorriso dolce che riusciva a illuminare la giornata anche dei più sfortunati di questo  mondo...
“vengo anche io!!” gli aveva proposto il piccolo Taemin 15enne all’ epoca..
“No.. devi finire di studiare.. sai che domani hai la verifica di fisica… e a quanto ricordo non sei tanto bravo… eh piccolo?” Lo aveva ripreso il padre con quella voce che voleva essere seria ma che non sempre riusciva a esserlo…
Quindi quel pomeriggio non aveva seguito i suoi genitori… Era stato a casa a finire di studiare fisica..

Ma ad un certo punto aveva deciso che della fisica ne aveva avuto abbastanza, tanto quella materia del movimento non gli sarebbe mai entrata in testa… Aveva deciso che avrebbe fatto quattro passi con il suo migliore amico a 4 zampe Sanchu… Quel cagnolone dal pelo bianco e morbido a cui ogni tanto, nelle sere più fredde, piaceva  fare compagnia al piccolo biondino mettendosi nel letto con lui sicuro di ricevere la super dose di coccole…
 
Ma quella sera la passeggiata non era finita nel migliore dei modi… Da quella sera Taemin aveva smesso di uscire con il suo bel cagnolone… Da quella sera qualcuno di superiore aveva deciso che non sarebbe più stato  il solito ragazzino spensierato, pieno di vitalità e di gioia come una volta… Quella sera gli era stata rubata la famiglia, stappata la giovinezza e donata la tristezza tutto davanti ai suoi occhi increduli…
 
L’ incrocio principale… quello vicino al negozio di antiquariato…
Quel suono orribile… Quelle urla di sorpresa.. Quei occhi tristi della gente che sapeva già come sarebbe andata a finire…
Taemin era lì quando quelle due macchine si scontrarono… Era lì quando riconobbe che una delle macchine era quella dei suoi genitori… Era lì quando arrivò l’ ambulanza e, estraendo la madre gli annunciarono che non ce l’ aveva fatta…
 
Era poi andato all’ ospedale… Dove il padre sarebbe stato operato alla schiena…
Non avrebbe più camminato neanche dopo quell’ intervento…
Quella volta Taemin era stato investito dalle disgrazie di tutto questo mondo… E da quella volta Taemin era cambiato…
L’ incidente era stata colpa del guidatore dell’ altra macchina… Taemin non ne aveva saputo molto sul suo conto e in quei momenti neanche gli interessava…  Non lo aveva mai neanche visto… Sapeva solo che se lo avesse trovato l’ avrebbe ucciso con le sue stesse mani… Anche perché qualche giorno dopo era stato informato, che chi aveva fatto tutto quello si era salvato senza neanche un graffio…
*****
 
Stavano correndo più veloce del vento… dovevano arrivare da Taemin il prima possibile.. per aiutarlo, sostenerlo…
 
Ancora per mano correvano tra le piccole vie della città che le avrebbero portate più velocemente in quell’ edificio del dolore…
Kibum l’ aveva appena saputo…
Minho era stato investito… e ancora non ci credeva… Mentre correva pensava al grande trauma che  doveva essere stato per il piccolo Taemin.. Solo lui sapeva quanto volesse bene a Minho… E Kibum, anche se a malincuore  sapeva anche che il biondino teneva di più al coinquilino che a lui… Ma aveva sempre cercato di accettarlo... In fin dei conti non poteva cambiare i sentimenti di una persona…
Accelerò il passo per farsi più vicino a Jong… E con il suono fievole della sua voce pronunciò un Grazie… Quei grazie sinceri che si dicono poche volte… E Jong quella gratitudine che Kibum aveva dimostrato,  l’ accolse con grande gioia nel profondo del suo cuoricino… In modo da conservarla per sempre…
“io non sto facendo niente… non devi ringraziarmi…” pronunciò il moro con l’ accenno di un sorriso…
“stai correndo da una persona che non conosci, per aiutarla in un altro momento difficile…  lo stavi facendo anche prima di incontrarmi… Non so perché lo fai ma un grazie è il minimo che io possa dire…  e poi…  sei qua con me… e tutto questo è molto più di ‘niente’”
 
Si fermarono un attimo per riprendere fiato… Mancava ancora poco… Dovevano arrivare prima che il piccolo Taemin facesse qualche cavolata…
Quindi dopo 30 secondi di riposo ricominciarono a correre… Sempre mano nella mano… Ormai per Kibum quel sostegno era indispensabile… E in qui momenti pensò che se pur di tenergli la mano per sempre avesse dovuto correre per tutta l’ eternità ne sarebbe valsa la pena… anche se lui e la corsa non erano fatti per stare insieme..
 
In 10 minuti arrivarono all’ ospedale…Vennero informati che  Minho stava subendo un intervento… E che per avere altre informazioni dovevano aspettare nella sala d’ aspetto…
Si diressero là… sicuri di trovarci Taemin…
E quella sicurezza non sbagliava…
Il biondino era proprio lì… con lo sguardo perso fisso alla porta che non si era ancora aperta  da ben 40 minuti… Taemin stava aspettando notizie lì, con il volto rigato di lacrime… con le ginocchia schiacciate al petto e la camicetta ancora sporca di sangue… Del sangue che poi Kibum avrebbe scoperto essere di Minho…
*****
 
 
Aveva aperto il frigo e mangiato tanto gelato alla cioccolata… Non ne aveva mai avuto così tanta voglia…
Ma quella litigata l’ aveva resa nervosissima… E quel nervosismo l’ aveva costretta a interrompere la sua dieta ferrea che non prevedeva dolci di nessun tipo…
Sfortunatamente quell’ intera confezione di gelato alla cioccolata che teneva per gli ospiti le era capitato sotto mano… e davanti ad un bel film d’ amore l’ aveva cominciato a mangiare e a piangere come una di quelle tante ragazze depresse dopo la litigata con il fidanzato.
Finì l’ ultima cucchiaiata che mancavano pochi secondi alla fine del film… I fazzoletti ancora cosparsi per il tavolino del soggiorno non rendevano per niente l’ immagine di una bella casa accogliente…
Ma poco le importava… Quel film era finito male… E come quello anche il suo rapporto con Jong…
Almeno la sua indole nervosa le aveva fatto credere così appena lui era uscito dal suo appartamento…
Si rimise in piedi… Cercando di asciugarsi le ultime lacrime…
In quel momento la rabbia si era trasformata in mancanza… Le mancava già Jong.. e con lui le mancavano le sue coccole… i suoi abbracci… le sue carezze e i suoi baci…
Le venne la nausea… Di nuovo…
Ormai questa storia andava avanti da 2 settimane… E Emily aveva anche intuito qualcosa…
Corse verso la cucina poco distante e lì ci vomitò anche l’ anima…
Doveva essere sicura… mentre ripuliva si decise che sarebbe andata in ospedale… Lì sicuramente le avrebbe saputo dire subito se quello che pensava era vero o no.

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Capitolo 5
*** Il potere dei ricordi! ***


Buona sera a tutteeeeeeeeee!!!.. Eccomi quà con il nuovo capitolo!!!.. scusate tanto tanto tanto per il ritardo... :(... Spero veramente  che vi piaccia!!... 
Grazie a tutti quelli che hanno recensito e messo la storia tra i preferiti  i ricordati e i segiuti!!.. non so vermanete come ringraziarvi.. Mi fa davvero tanto piacere!!!.. Fatemi sapere come vi sembra questo capitolo!!.. un abbraccio a tuttiii!!.. alla prossimaa!!!  :*




Gli si avvicinarono… Neanche una parola… Sapevano che il piccolo non avrebbe apprezzato…
Una carezza sulla spalla li presentò al biondino… Quest’ ultimo alzò gli occhi gonfi dalle lacrime che non aveva ancora versato… Un debole sorriso di incoraggiamento incurvò le labbra di Jong… e mentre la presa di Kibum si fece più stretta sulla sua spalla per dargli forza in quel momento difficile,  il biondino si rimise nella posizione in cui l’ avevano trovato.
 
I nuovi arrivati si sedettero ad aspettare… Le parole in quel momento erano superflue… Sapevano che sarebbero entrate da un orecchio di Taemin e sarebbero usciti dall’ altro senza neanche accarezzare minimamente la sua mente ora, concentrata soltanto a sperare e sperare.
Rimasero lì, in silenzio… Le mani di Kibum  e Jong ancora intrecciate… Ogni tanto i loro sguardi si incontravano… Ma ormai a Kibum l’ imbarazzo era sparito… e Jong aveva capito che quel legame era indispensabile sia per il suo nuovo amico che per lui…
 
Ogni tanto i due sentivano Taemin parlare… sussurrava tra se e se… sussurrava tra i singhiozzi… sussurrava nel piccolo mondo che aveva creato in quel metro quadro che circondava la sedia in cui si torturava  da quasi 1 ora…
Gli occhi di Kibum erano tristi quanto i suoi… Vedere il suo piccolo soffrire era davvero troppo per lui…
Con una mano stringeva quella morbida di Jong e con l’ altra intanto, torturava il suo povero orecchio facendo girare da un verso all’ altro l’ orecchino a brillante che la sua sorellina gli aveva regalato.
Minho si riprenderà… Taemin riavrà il sorriso… io continuerò la mia vita… e tutto ritornerà a  posto… Si Kibum andrà così…
Se veramente esiste un Dio non mi farà anche questo… Se veramente c’è qualcuno che ci ama non farà soffrire anche l’ ultima persona che mi è rimasta sulla faccia della terra… Se veramente c’è qualcuno là su  che decide per noi, non concluderà tutto questo prendendosi anche Minho… No, non lo può fare!!

Come potrebbe reagire Taemin? Perderebbe un’ amico, perderebbe un’ amore… Già ha sofferto tanto per avere solo 19 anni… Perché deve soffrire ancora?...
“E’ là dentro da un ora e mezzo” riuscì a sentire Kibum una fievole voce che, dalla boccuccia semi aperta del più piccolo, usciva dopo quasi 45 minuti che lui e Jong si trovavano lì!
Kibum non riesce a parlare… Kibum non è sicuro di riuscire a far  uscire la voce senza farla rompere dal pianto… Da quando era diventato così fragile?... Aveva sopportato tanto.. perché adesso non ci riusciva?
 
“non ti preoccupare… Succede… Sono operazioni che hanno bisogno un po’ di tempo… Ma la maggior parte delle volte va tutto bene… A quanto ci ha detto l’ infermiera non è gravissimo!.. non ti preoccupare piccolo si riprenderà!” Jong riuscì a rompere il silenzio che faceva tanto male a Kibum… E con il suo sorriso riuscì a riscaldare per un attimo l’ atmosfera di gelo che circondava la stanza bianca!
 
Si alzò dalla dura sedia che accompagnava la sua agonia, anche se aveva detto quelle cose non era sicuro che tutto sarebbe andato bene…  Camminò sicuro verso Taemin e, come aveva fatto anche con tanta altra gente, lo abbracciò… Un abbraccio che riportò il piccolo nel mondo reale… Quell’ abbraccio così caldo che non si pensa mai di ricevere da uno sconosciuto… Il piccolo si rimise a piangere… Tra le braccia di quello sconosciuto le lacrime ricaddero sul suo viso… E in quel momento più che mai sapeva che qualcuno c’era!! Un’ altro angelo custode!
 
Kibum osservò la scena con il cuore in gola… Come era in grado di fare tutto questo?... Come faceva a essere così… così… bhe.. neanche lui sapeva bene come definirlo…
L’ unica cosa che gli venne in mente fù  sua sorella… la lettera e  quella frase  “… Veglierò su di te come hai sempre fatto tu.. sarò il tuo angelo custode…”
Si ormai Kibum ne era sicuro… Era stata lei a portare Jong da lui…
Una lacrima gli attraversò il viso… però quella era una lacrima di gioia…
 
Dopo qualche secondo arrivò il medico… “Dr Lee” c’era scritto sul cartellino che portava sul camice bianco…
Si tolse i guanti e li guardò con aria dubbiosa…
“Siete voi gli amici di Choi Minho?”  Si decise a dire appena arrivato…
“si siamo noi… ci dica dottore come sta?” Chiese Kibum impaziente più che mai….
“bhe ragazzi… un’ incidente è sempre un incidente…. Abbiamo fatto del nostro meglio….”
Taemin sgranò gli occhi convinto che quello che avrebbe detto dopo gli avrebbe fatto tanto male….
Ma il medico continuò a parlare guardando nel vuoto “ha perso molto sangue… E la ferita era abbastanza grave,  si è infettata per  qualche motivo… Abbiamo dovuto fargli una trasfusione.. e…”
“DOTTORE COME STA MINHO?!!!” la sua voce rimbombò per tutta la sala d’ aspetto… ne era stufo… Quei giri di parole lo mandavano in bestia… facevano così anche quando parlavano  di Amber… Sempre lì a parlare a parlare per finire magari la frase con un semplice “sta meglio si riprenderà” oppure  “ci sono poche speranze”.
 
Il medico sgranò gli occhi… e con lui anche Jong… Taemin ormai non si sorprendeva più della ferocia con cui Kibum affrontava le cose che non gli andavano a genio… Anzi il piccolo in quel momento, nel profondo della sua anima, ringraziava tanto la sua Omma per aver fatto smettere il dottore di parlare!
“allora??” domandò ancora più scocciato.
“bhe… per ora è in un coma momentaneo non sappiamo bene quando si risveglierà… poterebbero volerci giorni come settimane intere… vi terremo informati”
 
Con queste ultime parole il dottore si voltò e ripercorse i suoi passi… Quel lavoro lo faceva da tanto… in  quelle  volte in cui gli interventi andavano male era sempre lui che doveva dare la notizia ai famigliari… Ed era questa la parte bastarda del suo lavoro!... Non guardava mai negli occhi le persone che ricevevano brutte notizie… Dai loro occhi si vedevano le loro paure prendere possesso della loro anima… vedeva formarsi le crepe nei loro cuori… quelle crepe profonde che fanno male!... quelle crepe che non si chiudono con lo stucco o con una mano di vernice!! Quelle crepe formate dal dolore..
 
Stettero lì ancora per un po’, fino a quando l’ infermiera non diede via libera alla stanza in cui avevano portato Minho per riposare…
Con il cuore in gola il piccolo si avvicinò, fece capolino dalla porta… e lo vide… Braccio fasciato… ematoma sulla guancia e tubi che lo aiutavano a respirare… La flebo, appena collegata al suo braccio ancora sano, aveva cominciato a gocciolare poco alla volta…
La vista gli si annebbiò e il cuore gli si stinse ancora di più dentro al petto!...
Lo sguardo fisso su quel letto che accompagnava il riposo del suo coinquilino… le mani lasciate cadere sui fianchi… le gambe che non volevano camminare… 
Un piccolo giramento di testa… e poi.. poi decise… decise  che doveva trovare la forza di stargli vicino… di sostenerlo.. di farlo uscire da quel sonno e di farlo stare bene come Minho aveva fatto con lui!!... sfogò la sua angoscia, le sue paure e quelle bruttissime emozioni con le lacrime che, però, scendevano silenziose… bloccate da nulla… lasciate libere… lasciate cadere sul pavimento freddo…
 
Si avvicinò al letto con due soli passi… Prese la sua mano… La strinse… come per non farlo andare via… come per trattenerlo lì con sé…
Accasciato al letto le lacrime di Taemin continuavano a scendere.. scendere senza paura.. scendere per Minho…
Il piccolo trascinò la sedia di fianco al letto… si sedette e, continuando a stringergli la mano, decise che sarebbe rimasto lì per quella notte..
 
Jong e Kibum lo seppero subito dopo!...
 Prima di andarsene si avvicinarono a Minho anche loro… Kibum gli accarezzò il braccio mentre Jong continuava a guardare la scena con un velo di tristezza negli occhi!...
Si ricordava della sua voce.. Sicuramente la sera in cui Kibum aveva dormito a casa sua e lui aveva chiamato per avvisare Taemin che la sua Omma stava bene era stato lui a rispondere!...
Si ricordava ancora quella nota di felicità che riuscì a percepire subito dopo che gli aveva raccontato tutta la storia… si ricordò dei tanti grazie che gli aveva detto… o meglio… urlati al telefono con quella euforia che ogni tanto si impadroniva del gigante buono!
 
Guardandolo meglio però , Jong si rese conto di averlo già visto… Non si ricordava del luogo e per quale evento.. Ma quella faccia gli era famigliare… Una strana sensazione si impadronì di lui… Quella faccia… si quella faccia gli diceva qualcosa.. ma forse quel momento non era né il luogo né l’ attimo per pensare a queste cose… Lui in quel momento era  lì per aiutare Kibum e Taemin… e come si era promesso lo avrebbe fatto!
 
*****
 
Uscirono dalla camera di Minho qualche minuto dopo… Non potevano stare molto tutti e tre lì dentro… Minho aveva bisogno di silenzio… E le infermiere permettevano solo ad una persona di stare al suo fianco… Quindi dopo le tante raccomandazioni che Kibum  aveva rivolto al piccolo Taemin che sarebbe rimasto lì per la notte, lasciarono la stanza con malincuore… Kibum si sentiva veramente male a dover lasciare il biondino lì da solo… Sapeva che avrebbe continuato a piangere e non avrebbe chiuso occhio per tutta  la serata… Ma non poteva fare altrimenti… Taemin non sarebbe mai andato a casa sapendo che Minho era lì che lottava tra il risveglio e il sonno!
Decise che domani si sarebbe svegliato di prima mattina e gli avrebbe portato la colazione dato il cambio… l’ avrebbe chiamato quella sera prima di dormire per dargli la buona notte.. e magari per parlare un po’… ma un momento…
Il cellulare!..
 
“bhe.. Jong.. io… r-rivorrei il mio c-cellulare se p-posso” aveva ricominciato a balbettare… Ma come poteva visto che mentre parlava, Jong lo fissava negli occhi… Lo fissava con quello sguardo di chi sta aspettando solo quel momento!.. lo sguardo felice e compiaciuto… anche perché si sa, Jong quel momento lo stava aspettando da un po’!!
 
Vedendo l’ imbarazzo del più piccolo Jong si affrettò a dare la sua risposta: “certo che puoi.. ti ho anche lavato i pantaloni… Quindi … bhe… se vuoi… puoivenirliaprendereadesso…”
Lo disse tutto ad un fiato… Non riuscì neanche a capire come avesse fatto!!... Seppe soltanto che divenne rosso come un pomodoro… e bhe.. come biasimarlo.. sostenere lo sguardo da gatto di Kibum era davvero un’ ardua impresa…
 
A Kibum scappò un sorriso… Questa volta era lui che poteva ridere dell’ altro!!
 
Si diressero verso l’ uscita dell’ ospedale… Non si guardavano, non si parlavano ma ognuna delle loro menti  pensava all’ altro… Sarebbe stata dura prendere sonno quella sera!... Dopo tutto quello che era successo quel giorno sicuramente avrebbero avuto un pò di difficoltà nel doversi lasciare… staccare uno dall’ altro dopo tutto quell’ affetto che si erano dati in quelle poche ore!...
 
Jong stava pensando a come cominciare qualche discorso, anche perché senza macchina la strada per casa sua era abbastanza lunga.. cosa avrebbero fatto tutto il tempo se non parlare??... e poi era anche un modo per conoscerlo meglio… si l’ idea di sapere di più di lui lo rendeva molto felice!! Ma ad un tratto che si accorse di lei…
Stava uscendo da una stanza che Jong riconobbe…
 
Gli rivenne in mente lui e sua sorella… Quel giorno quando lei era così agitata di sapere se sarebbe diventata mamma che non riusciva neanche a tenersi in piedi.. Quel giorno Jong era andato a fare le analisi con lei! Lui era quel tipo che odiava davvero le punture… E poi i prelievi del sangue… Nhaa! Neanche a pensarci… era la cosa che più gli faceva paura… Ma per la sua sorellina questo e altro… E quindi quel giorno di primavera di qualche anno fa si erano recati proprio in quell’ ospedale, proprio a quell’ ora e proprio in quella stanza da cui quella persona era appena uscita!...
 
Kibum si immobilizzò!... Gli si formò un vuoto allo stomaco, un buco nel cuore…
Proprio ora no!!
Sapeva anche lui cosa significava quella stanza… e quel sapere lo uccideva dentro!
Fece un’ altro passo.. cercò di sorridere mentre Jong procedeva a passo spedito verso quella ragazza che quel pomeriggio gli aveva dato uno schiaffo….
Nella sua espressione non trapelava niente… giusto una nota di stupore, uno spruzzo di curiosità e anche una lieve sfumatura di paura…. Che però solo Kibum riuscì a percepire…
 
Emily non lo vide… Gli aveva dato le spalle mentre continuava a incamminarsi verso la direzione  che aveva preso…  Sentì una pressione al braccio… una lieve forza che la fece girare verso la parte  opposta nella quale stava camminando!...
Vide Jong che la guardava desideroso di sapere…
 
Le si  catapultò letteralmente addosso… senza neanche pensarci un solo istante lo abbracciò forte!!... quanto le era mancato… e quanto si era sentita in colpa per quello che aveva fatto!...
“scusa Jong… scusa amore mio non lo rifarò mai più!” cominciò a parlare… “ quello schiaffo… ti prego perdonami!!.. ma.. cosa ci fai qui?.. stai male?” chiese preoccupata!..
“non ti preoccupare io sto benissimo… Sono qua con un amico… gli è successa una cosa brutta.. quindi l’ ho aiutato” concluse la sua frase guardandola negli occhi… “ma ora dimmi tu!.. Sei uscita da quella stanza… è per le analisi che si fanno quando si pensa di essere incinta!.. quindi…”  rimase ad attendere una risposta… mentre Emily si era imbambolata a fissare Kibum dietro il suo fidanzato che aspettava, ancora pietrificato da tutta quella scena!
 
Lui è il ragazzo di ieri… Quello del bar… Era lui che Jong aveva portato a casa sua ieri!... E per colpa tua brutto stronzetto che ieri ho passato una serata infernale!.. e perché adesso lo stai aiutando Jong??.. non ti è bastata la scenata di oggi??...Ti devi dimenticare di quel dolce visino… Ora ci devo essere solo io!
E tu povero illuso.. non lo avrai mai!.. cosa pensi.. non l’ ho capito che sei cotto di lui?... ti ho visto nell’ autobus come lo guardi!!... stai a cuccia cagnolino… JONG E MIO!!
 
“allora?? Ti prego dimmi tutto” la persuase Jong impaziente…
“bhe.. amore… ecco… SONO INCINTA!!!”  lo disse forte.. quasi urlando come per farlo sentire a tutto l’ ospedale!.. Ma il suo obbiettivo non era quello… a lei bastava che lo sentisse Kibum… che soffrisse come lei aveva sofferto quando il suo fidanzato l’ aveva dimenticata al bar da sola!!..
 
Kibum spalancò gli occhi… Ancora una volta erano state delle parole a farlo soffrire.. Come quella volta le parole del dottore al cellulare, quella frase  sembrò che gli perforasse i timpani… ancora una volta… dopo quello che aveva sentito, gli si formò un’ altra crepa nel cuore… e ancora una volta non c’era nessuno che poteva richiuderla.
 
Si mise a correre.. cercando di scappare da quei pensieri tristi… cercando di uscire da quell’ inferno fatto di mura bianche chiamate ospedale.. che tanto odiava….
 
Apri la porta che lo portava fuori, all’ aria aperta… quell’ aria fredda delle sere d’ inverno che si impadronisce di ogni porzione nuda di pelle… che si scontra con il viso scoperta e fa diventare il naso tutto rosso… quell’ aria che in quel momento cercava di solidificare le lacrime di Kibum, che ancora una volta piangeva.. piangeva il suo dolore… solo…
 
Intanto Jong aveva appena saputo che sarebbe diventato padre… Era felice… avrebbe dato amore ad un’ altra persona.. un’ altra creatura che aveva creato lui stesso!... si … era felice… forse…
*****
 
Si era messo comodo in quell’ unica sedia che aveva trovato dentro la camera di Minho…
Per fortuna aveva trovato anche una coperta che gli avrebbe donato calore in quella fredda sera d’ inverno… dove il suo amore stava disteso in un letto d’ ospedale.. e dove lui aveva fatto pace con il suo Dio che gli stava dando una possibilità!!..
 
“Minho sei forte… Sei un uomo… sei quella persona che tanto ammiro… sei il mio angelo custode… riuscirai a svegliarti vero?... come potrei fare io senza di te altrimenti?.. come potrei continuare a vivere in quella casa che ormai parla di te?… Tra quelle mura del salotto che abbiamo dipinto insieme di quel colore che abbiamo creato mischiandone chissà quanti!!.. ti ricordi quel giorno?.. eh Minho?.. quando mi dicesti che saresti andato dal negozio di vernici perché quelle pareti bianche e smorte ti avevano annoiato?... Ti ricordi come ti ho guardato male??..”
un sorriso si dipinse sul suo volto stanco..
“quelle idee che ti vengono così da un momento all’ altro non so mai come fai a farle spuntare così dal nulla… quella tua voglia di cambiare sempre… di provare sempre tutto!! Forse è proprio questo che ti rende speciale... Comunque ritornando a noi quel giorno andammo insieme a comprare la vernice!... ti ricordi quanto mi sono impuntato per quel colore rosso acceso che mi piaceva tanto??.. ma no.. te mica volevi mollare!.. dicevi che il giallo era perfetto per il soggiorno!! E io più testardo di te non volevo sentire niente... poi ti venne l’ idea di rendere il nostro soggiorno la cavia di un esperimento...  –compriamoli tutti e due e uniamoli!!-  quella frase mi fece rimanere sconcertato… come potevamo fare una cosa così.. chissà cosa sarebbe venuto fuori… ma tu ormai avevi deciso… non ebbi neanche il tempo di risponderti che avevi già preso tutto ed eri andato a pagare!!..”…
 
Gli occhi di Taemin brillarono mentre raccontava quella storia…  Ormai era entrato in quel tunnel di ricordi che parlava di lui e di Minho… Ora, tra tutti quei ricordi che stava piano a piano citando, sapeva che avrebbe parlato tutta la notte!!.. lo avrebbe mantenuto vivo.. Si… vivo e vicino a lui!!
Perché Taemin sapeva che i ricordi hanno i poteri…

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Capitolo 6
*** Non voglio! ***


Ciauuu  a tuttiii!!!!.. Ok lo so… è tanto tanto tanto che non pubblico però ho la scusa!! La scusa è che  mi si è rotto il pc -.-… Infatti adesso è alla mediaworld e solo Dio sa quando me lo ridanno… Ho scritto nel mio vecchio pc senza connessione internet  e in questo momento  la sto scroccando alla mia vicina!.. Vabbè la figura di merda di oggi non l’ avevo ancora fatta quindi… xDD
Bene ora vi lascio alla letturaaa!!Spero tanto che vi piaccia!! Fatemi sapereee!! Baci baci!! Ire :)

 
 
Capitolo 6
Fai di tutto per poter crescere… diventare grande.. essere felice… vivere una vita normale tra la gente che ti vuole bene… tra la gente per la quale faresti tutto… Magari non capisci neanche che tutto quell’ equilibrio che ti eri creato per tutti quegli anni, è così precario che un soffio di vento cattivo può mandare tutto a farsi fottere…
Magari non capisci neanche il perché esista quel vento cattivo che fa tutto quello… Ti ritrovi soltanto con piu niente a cui aggrapparti… i sogni di felicità andati a farsi benedire.. i progetti che tanto vorresti realizzare, ormai diventati fumo…
Capisci solo che tutto quello fa parte di una cosa chiamata vita… che a volte ti da e a volte ti toglie.. che a volte ti stampa il sorriso sulle labbra e a  volte, si diverte a  disegnare una cicatrice nell’ anima!
 
In quei momenti sei caduto così in basso che l’ unica cosa che puoi fare è ricominciare piano a piano la salita… Forse questa cosa ti rende anche felice… capire di non poter cadere piu in basso di così leva un senso d’ angoscia… Ma ancora una volta la vita non rende le cose semplici… la salita è dura.. devi avere una personalità di ferro, una grinta da leone e il pregio di non arrendersi mai…
 
Piano  a piano ricominci…rimetti a posto il puzzle della tua vita… un pezzettino alla volta… cercando di non sbagliare, di non perderne neanche uno di quei pezzettini tanto importanti… piano  piano cerchi di farcela… piano piano ti  rimetti in piedi e continui a camminare…
 
Taemin in quel momento, di fianco al letto d’ospedale di Minho, si rendeva conto di trovarsi in quella parte di vita in cui il vento cattivo ha fatto il suo lavoro… E da lui l’aveva fatto per la seconda volta…
 
La prima volta aveva fatto un disastro… Ma il piccolo Taemin non si era fatto buttare giù… aveva continuato la sua esistenza grazie alla persona che ora combatteva tra il sonno e il risveglio… Aveva ricominciato a ridere… Ricominciato a uscire… Ricominciato a vivere…
 
Questa volta però era diverso… Minho era lì, in quel letto bianco dentro una camera d’ospedale… non poteva aiutarlo… non poteva sostenerlo… come avrebbe fatto a ricostruire il puzzle?  Chi lo avrebbe aiutato?
 
Bhe… non lo sapeva… Non si sapeva dare una risposta… ma dopo quella notte a raccontare alla persona piu importante della sua vita tutto quello che avevano passato, si era sempre piu convinto che Minho sarebbe riuscito a risvegliarsi… che sarebbero stati insieme… che appena si fosse svegliato  gli avrebbe detto quello che provava… Non si sarebbe preoccupato del giudizio di suo padre.. Perché… bhe.. Perché Taemin amava Minho… e grazie al vento cattivo aveva capito che quell’ amore era davvero importante..
 
“Minho… appena ti sveglierai… io.. io te lo dirò…Ti dirò che sono innamorato di te… Che niente avrebbe senso senza di te… Che sei l’ unica persona che mi rende felice.. mi fa andare avanti… Minho.. Minho non mi abbandonare!” Ricominciò a versare lacrime…
Lacrime amare.. di dolore.. che rendevano tutto piu complicato… Che manifestavano tutta la fragilità che c’era in Taemin…. Erano le 5:13 del mattino… ma a Taemin non importava di avere le occhiaie… di non dormire da 22 ore… di non aver mangiato tutto il giorno…
Era stanco ma non voleva dormire…Voleva aspettare che Minho si svegliasse!...
 
“non mi abbandonare ti prego...”
 
****
 
“ Riesci a sentire il mio cuore?.. Riesci a sentire come soffre? Come piange? Come urla tutto il suo dolore?… ancora una volta è rotto… Lo so, è un egoista… come poteva solo immaginare che una stretta di mano o un abbraccio ti avrebbe legato per sempre a me?...
Quanto sei stupido cuore mio… dopo tutto  non hai ancora imparato niente!”
 
Le luci ancora spente.
Non le aveva accese quando era entrato nel suo appartamento… Non aveva intenzione di guardarsi allo specchio che si trovava poco dopo l’ entrata… sapeva che dentro quello specchio avrebbe visto uno stupido, un imbecille, uno che dopo tutto quello che gli è successo credeva ancora in qualcosa!.. No, non avrebbe retto nel vedere quell’ immagine di se.. Non voleva…, ecco perché appena entrato, senza neanche togliersi le scarpe  aveva percorso il corridoio che lo avrebbe portato in soggiorno e da lì, seduto nel divano, non si sarebbe piu mosso…
 
Aveva deciso che si sarebbe messo lì a pensare… E il primo pensiero fu quello di offendere il suo cuore, così fragile e così sciocco… 
Non stava piangendo, aveva smesso… In quel momento, aveva capito che era inutile… Si piange per cose più serie!
 
Seduto nel divano guardava il buio davanti a se!  Ogni tanto un bagliore proveniente dai fari delle auto che passavano sotto casa sua, illuminavano la stanza… gli ricordava che c’era tanta gente al mondo per cui sorridere… perché doveva piange e stare male per una persona che non è stata e non sarà mai  sua?
 
Si guardò la mano destra… fino a qualche ora fa stava stringendo quella calda di Jong mentre correvano in ospedale… Chiuse gli occhi, cercò di ricordare quel momento così triste e così meraviglioso allo stesso tempo… Sentì ancora la delicatezza della sua presa, la ruvidità della sua pelle da uomo… Tanto diversa dalla sua nivea e morbida…
Sentì i suoi occhi su di se… Quegli occhi marroni che danno tanto amore… Quegli occhi a mandorla che non fanno altro che perseguitarlo nei suoi sogni…
 
“avranno mai conosciuto la tristezza quegli occhi, Jong?” parlò a lui anche se sapeva che la persona che avrebbe dovuto ascoltare tutto quello non lo avrebbe mai sentito… “come potrebbe… ora diventa padre... non può prendersi cura anche di te Kibum… svegliati!”
 
Spostò la mano all’ altezza del petto…  un lungo respiro… Occhi chiusi per  ricordare quell’ abbraccio… Un brivido alla schiena… Il cuore battè ancora più forte… Kibum pensò che da un momento all’ altro potesse scoppiare…
Un sorriso… un sorriso che incorniciò tutte quelle emozioni…. Un sorriso sincero e pieno d’ amore… che però…che però sfortunatamente si trasformò in un sorriso amaro…
“Jong sono incinta!!”… è questo che  Kibum stava ricordando… Uno di quei momenti brutti che tanto avrebbe voluto eliminare dalla mente…
 
In quell’ istante ricordò l’ espressione  sorpresa di Jong … Una stretta a quel cuore che prima batteva tanto d’ amore… 
“ I ricordi fanno male… Non hai capito neanche questo, cuore?”
 
“Miao” sentì il miagolio  della sua gatta…  “ Ciao Julliette.. Dai vieni su”…
La gatta dopo aver capito di essere ben accetta fece un balzo sul divano…
Si avvicinò al padrone… Come sempre aveva capito che qualcosa non andava… Ormai conosceva Kibum meglio di qualunque altra persona…
Si avvicinò con passo lento guardandolo negli occhi neri…  si accoccolò  nel suo grembo… Era quel suo modo per fare capire al suo padrone tanto triste che lei c’era… che almeno lei non l’ avrebbe abbandonato…
Un piccolo miagolio cercò di spiegargli tutto ciò ma Kibum aveva già capito…
“grazie Julliette…”  con un piccolo sorriso rispose alla sua gatta… e poi… non riuscì più a trattenersi… Quella promessa che aveva fatto a se stesso… la promessa di non piangere per questi problemi di cuore non la stava mantenendo…
“sono diventato troppo fragile, Julliette… perfino un uomo che non conosco neanche mi fa piangere...”
 
Prese la sua gatta… l’ abbracciò come faceva quando si sentiva solo… con un bacino sul muso umido la mise per terra… Aveva deciso che un bagno caldo l’ avrebbe in parte  rimesso in sesto…
Non sopportava di vedersi e sentirsi così fragile… Decise che doveva mettere da parte quella storia che lo faceva stare male….
 
L’ unica cosa che però Kibum non sapeva era che questo tipo di storie non si mettono da parte decidendo solo di farlo… è difficile… è complicato… è triste.
Solo perché lo vuoi non puoi cambiare le cose che sono… E questo lo decide sempre lei.. la vita… che non chiede il consenso.. fa quello che vuole… Non sta a pensare che forse hai sofferto troppo… o che magari quello che sta per succedere l’  hai gia vissuto e ti ha fatto male… non chiede, decide e basta!
 
****
 
“Emily è in cinta??” sgranò gli occhi neri incredulo… come per volersi svegliare da un sogno… un brutto sogno!
“No ti prego dimmi che stai scherzando!! Ecco qua sapevo che prima o poi quella l’ avrebbe fregato!..lo sapevo lo sapevo!!.. Vedi amore?? Io ho sempre ragione?? Te l’ avevo detto che avrebbe trovato un modo per legarlo a lui per sempre e non faro piu scappare dalle sue grinfie” Si alzò in piedi e cominciò a camminare avanti e indietro per la sala del suo piccolo soggiorno, come per far sparire il malumore che, quella notizia gli aveva fatto venire…
 
“Dai su Jinki non è mica la fine del mondo… Alla fine lui la ama… e l’ importante è quello… So che sarà un ottimo padre… Non ti preoccupare dai su!!”si avvicinò al fidanzato che, disperato più che mai, si era lasciato cadere sul divano.
 
“stare calmo?? Hai presente di che razza di serpe parliamo?... Io l’ ho sempre detto a Jong che non è la ragazza per lui!!.. Piuttosto preferisco che si metta con un uomo!!
Ma qua… si si… Qua c’è qualcosa che mi puzza… Non è possibile… Qua c’è qualcosa che non va tesoro!.. e io lo scoprirò… fosse l’ ultima cosa che faccio!!..u.u” incrociò le braccia e assunse un espressione seria  che doveva dimostrare  la sua assoluta certezza e volontà di risolvere quel “problema”…
 
“Ok Sherlock…  Ora vieni a tavola che è pronta la cena…”
“Ecco brava…il pollo mi farà passare il malumore… Come l’ hai cucinato??” chiese mentre annusava in giro cercando di capire qualcosa…
“mi avevi chiesto il pollo al forno e….” Non fece in tempo a terminare la frase che Jinki cominciò a sbavare…
“siiii!!!.. Pollooo!!!!!”
“no no no!! Hai capito male… fammi finire… stavo dicendo che” Jinki era ritornato serio come non mai… non poteva proprio immaginare una cena senza pollo! “ mi avevi chiesto il pollo al forno  ma non sono uscita a comprarlo…  a casa c’era solo del ramen al manzo confezionato.. e quindi mangiamo quello per sta sera!”… Sammi cominciò a pregare…. Dire di no al pollo del fidanzato è sempre un trauma per lui… Diventava nervoso e triste… Chissà che crisi avrebbe avuto quella volta… Dopo la notizia della paternità del suo migliore amico poi…
 
“ah bene… Emily in cinta, niente pollo a cena... cos’ altro devo sapere?! Che ci sarà l’ apocalisse fra qualche minuto e l’ ultima cosa che mangerò in questa vita non sarà il pollo?? ” abbasso la testolina e si diresse verso la cucina con un muso che puliva il pavimento…
“Domani ti faccio 3 piatti diversi a base di pollo amore.. ok?” cercò di tirarlo su di morale la fidanzata…
 
Jinki alzò la testolina, mostrando di nuovo il viso e guardando Sammi con quegli occhini supplichevoli, chiese “veramente??”
 
“ Certo!!  Per te questo e altro” le si avvicinò e dopo un bacietto sulle labbra lo prese per mano e insieme si diressero verso la cucina…
 
*****
 
 
Quella mattina si era svegliato strano…  Non era felice, non era triste… non doveva fare niente giorno… Sarebbe stato  volentieri sotto le coperte a pensare a quello che gli era successo il giorno prima… se non avesse avuto urgenza di andare al bagno e se la fame in un certo momento aveva preso il sopravvento.
Mentre faceva colazione la sua mente cominciò a viaggiare… Pensò alla sua inaspettata paternità, alla piccola creatura che si stava sviluppando dentro la pancia della sua fidanzata…. A quanto era felice di poter avere un bambino tutto suo…
Solo che quella felicità si trasformò in tristezza… quando ripensò ai suoi occhi… A quei occhi felini che aveva visto correre via quando Emily gli aveva dato la grande notizia.
 
Una stretta al cuore… Cosa gli stava prendendo??.. perché tutto quella tristezza si stava impadronendo di sé?
 
Sentì tremare il tavolo… Il suo cellulare si era appena illuminato e si trovava sul tavolo a pochi centimetri da lui…
 
-Jinki-
 
“Pronto Jinki?” rispose cercando di cancellare quelle brutte sensazioni.
“ciao Jong come stai?” chiese il piu grande
“bene grazie!! Te e Sammi invece? Tutto bene?”
“ Si Si grazie… ho chiamato per dirti che ho saputo di Emily e volevo congratularmi” la sua voce uscì un po' forzata… Quella cosa proprio non gli piaceva!
“ohh grazie mille Jinki!!.. Sono tanto felice di tutto questo… ma ti rendi conto?? Diventerò padre… Ci sarà un piccolo Jong che camminerà per casa!! Woow non vedo l’ ora!!” concluse la sua frase con un sorriso anche se dentro quei sentimenti non l’ avevano ancora abbandonato!
“oh bhe… se te sei felice sono felice anche io…”
“ti conosco Jinki… cosa c’è?”
“bhe… ti meriti di piu di lei… sei sicuro che sarà una buona madre per vostro  figlio??.. Sei sicuro che sia pronto per questa responsabilità? E tu Jong… Sei veramente convinto di volere un figlio da una come lei? Di mettere su famiglia con una come lei?  Io ho anche un brutto presentimento… e non vorrei accusare Emily di averti mentito, ma…”  non riuscì neanche a concludere la frase che uno strano suono dall’ altro capo del telefono lo fece rabbrividire…
“Cosa succede Jong? Perché piangi?”
“Jinki io… io non lo voglio questo figlio da lei… io … io… io amo un’ altra persona!”
 
 

 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** Dichiarazioni. ***



Ciauuuuu... SI lo so.. è tardi... lo so.. è un sacco di tempo che non pubblico!!.. ma l' ispirazione mi ha abbandonata!!.. non so.. ha preso le valigie e se n'è andata!!.. vabbèè.. ma ce l' ho fatta ed ecco quà il nuovo capitolo!!.. SPERO DAVVERO TANTO CHE VI PIACCIA!!... grazie mille a tutti coloro che hanno messo la storia tra i preferiti i ricordati e i seguiti.. mi fa veramente tanto piacere... Grazie un sacco a chi ha lasciato le bellissime recensioni che apprezzo tantissimo !!!.. spero tanto che questo capitolo vi piacci!!.. ci saranno sicuramente degli errori e mi dispiace ma sto facendo tutto di fretta.. xDD   PER FINIRE VI AUGURO BUONISSIME FESTE A TUTTI QUANTII!!!!!!... SPERO DI SENTIRVI!!.. UN GROSSO ABBRACCIO.. IRE.. :D





CAPITOLO 7
Aprì gli occhi piano piano… Gli aveva tenuti per così tanto tempo chiusi che ancora, dopo diversi battiti di ciglia, non riusciva a vedere chiaramente. Ma quella mano calda invece la riusciva a percepire... Quella pelle morbida che stingeva la sua mano destra… quella presa dolce che non lo aveva lasciato per tutta la notte.
Non sapeva ancora bene cosa gli era successo. Non si ricordava nulla. In quel momento voleva solo vedere bene. Cercò  di portare la mano al viso per potersi stropicciare gli occhi, ma la flebo attaccata a quel braccio non gli permetteva di muoversi. L’ altra mano invece era stretta a quella dell’ angelo al suo fianco… e non l’ avrebbe mai tolta da lì!
Sbattè ancora una volta gli occhi.  Gli riaprì più velocemente di prima. Uno sguardo in giro…   Capì di trovarsi in un ospedale. Una fitta alla gamba. Si.. quella era proprio rotta.
Girò lo sguardo verso quella figura che addormentata, respirava piano piano vicino a lui.
Fece un sorriso e aspettò il suo risveglio.
*****
L’ aveva capito… Parlando con Jinki alla fine era venuto fuori quello che lui sentiva veramente.
“è strano.. perché io non lo conosco neanche.. so solo che mi piace stare con lui.. so solo che quando sono con lui mi sento bene, mi sento al sicuro, mi sento felice… Ti ricordi quando abbiamo visto per la prima volta Sammi? Siamo ritornati nel nostro appartamento e te eri ancora in un altro mondo… Non sapevo come farti ritornare in questo universo… Mi dicesti che lei ti aveva rapito con il suo sguardo, con i suoi capelli, il suo bel modo di camminare e il suo sorriso… ecco… forse è proprio per questo che ora  sono così confuso”
Jong aveva continuato a spiegare tutto a Jinki per telefono… Aveva quel nodo allo stomaco mentre parlava… lo si poteva sentire dalla voce.. e Jinki  era riuscito a percepirlo…  Anche di un’ altra cosa,  mentre lo sentiva parlare, Jinki era sicuro … Era sicuro che in quel momento gli occhi del suo amico stessero luccicando come non mai… Come le stelle di una limpida notte di primavera oppure come il sole di mezzogiorno dei pomeriggi d’ estate.
Ora però era nei guai.. come avrebbe fatto a inseguire il suo grande amore se adesso c’era di mezzo un bambino? Il suo bambino per di più!!.. non avrebbe mai pensato di abbandonarlo!.. in fin dei conti era il suo bambino e abbandonarlo avrebbe significato fare la cosa più brutta di questo mondo…
Non avrebbe detto niente a Emily… aveva pensa che forse l unica cosa da fare era dimenticare… Dimenticare quelle emozioni che Kibum gli faceva provare, dimenticare il suo sguardo, dimenticare la sua voglia di lui… dimenticare tutto.. tutto quello che per poco, Kibum era significato per lui.
Seduto sul divano compose velocemente un numero sfiorando con le punta delle dita il suo palmare … Ormai quel numero lo conosceva a memoria…
In quel momento pensò che forse sentire la sua voce gli avrebbe fatto ricordare quanto la amava e quanto teneva a lei e a quel nuovo essere vivente che si stava formando dentro di lei… Portò, quindi, il cellulare all’ altezza dell’ orecchio e aspetto che dall’ altra parte qualcuno rispondesse.
Non era sicuro di sapere quello che gli avrebbe detto… forse sperava solo che la sua voce riordinasse i suoi pensieri, calmasse i suoi bollenti spiriti, e lo riportasse sulla retta via…
Ma questa speranza venne interrotta bruscamente appena dal cellulare fuoriuscì un suono poco gradevole.
Emily era di nuovo arrabbiata… per quanto cercasse di nasconderlo Jong la conosceva bene… Il suo orecchio ben allenato sentì perfettamente quella punta di acidità e disprezzo nella sua voce.
“cosa è successo Emily?” chiese Jong preoccupato
“niente amore… sono solo un pò stanca, ieri ho lavorato un sacco e non ce la faccio proprio più.. non ho neanche mangiato.”
“non hai neanche mangiato??.. Malissimo!!! Come farà a crescere il bambino se non mangi? In tempi di gravidanza devi mangiare un sacco!  Ricordo mia mamma quando era in cinta di mia sorella… mangiava ogni 15 minuti.. e lei è nata forte e sana come un pesce… quindi non ti voglio piu sentire dire che non hai mangiato niente!!” rimproverò , Jong, la sua fidanzata.
“ah si.. il bambino.. io…” Emily venne interrotta dal suono del campanello della casa del fidanzato…  rimase ad ascoltare…
“se è il tipo del bar ha finito di vivere!!” penso tra sé e sé!
“ Aspetta un attimo Emily c’è qualcuno alla porta… se mai ci sentiamo più tardi ok? Ciaoo!”
“NO NO NO!!! Aspettaaa!!” cercò di fermarlo la fidanzata per cercare di capire chi avesse suonato alla porta… Ma il suo tentativo di sapere non ebbe buon fine… Jong aveva già riattaccato per catapultarsi verso la porta sperando che dall’ altra parte ci fosse lui!
*****
“AHHHHHH!!!! Come si permette di chiudermi il telefono in faccia così???...  e poi chi è che lo va a disturbare alle 9 della sera!!.. No no adesso devo scoprirlo!!.. Uffaa! Se è quella gatta morta è finito!! Non vedrà più la luce del sole se lo trovo a casa sua!!.. Basta mi devo muovere!!”
Si alzò dal divano in cui era sdraiata poco prima  mentre parlava con il suo fidanzato e si diresse verso il telefono fisso poco distante dal salotto. Alzò la cornetta piena di nervi e agitata e cominciò a battere il dito sulla scrivania.
“Una macchina tra 10 minuti  all’ entrata del palazzo!.. Deve essere pronta assolutamente!” Disse appena dall’ altra parte, la voce cortese del signore alla reception la informò di poter esaudire ogni suo ordine.
Riattaccò velocemente, infilò i jeans scuri e stretti che trovò dentro al suo armadio, coordinandoli con una maglietta gialla. Anche se di fretta non poteva mica abbassare i suoi livelli da signorina aristocratica.
SI fece portare gli stivaletti con il tacco nero e presa la borsa, si diresse verso l’ uscita del suo appartamento lussuoso… Dopo pochi minuti, portata dall’ ascensore arrivò alla reception dove le venne indicato la macchina che l’ avrebbe portata a destinazione.
Non ringraziò neanche… ricominciò a camminare diretta verso l’ auto. Entrò, e con fare scocciato disse “quarta strada dopo la piazza centrale!!... più velocemente possibile!!”
L’ autista eseguì gli ordini e in attimo partirono verso casa di Jong.
*****
 
Si svegliò con tutti i dolori possibili ed immaginabili… Da quella posizione scomoda non  riusciva proprio ad alzarsi per sgranchirsi un po’… Si limitò soltanto ad aprire gli occhi e ad assicurarsi di stringere ancora quella mano.
Rimase ancora un po’ così.. Non si era ancora abituato all’ idea che Minho era all’ ospedale e che non si era ancora svegliato… Per quei pochi istanti appena sveglio non aveva ancora rivolto il proprio sguardo verso Minho… Aveva paura di vederlo, guardarlo così lo rendeva tremendamente triste e solo…
Ancora con la testa appoggiata al letto, ripensò a quando Minho si sarebbe svegliato, e a quando gli avrebbe detto quello che provava… aveva provato il discorso anche la sera prima… Non si era dovuto impegnare più di quel tanto… Le parole gli erano venute direttamente dal cuore… Sapeva quello che provava, sapeva quello che avrebbe detto, sapeva che sarebbe andata bene… o almeno lo sperava così tanto che pensava che tutto sarebbe andato per il verso giusto…
Arrivò il momento di guardarlo… Arrivò il momento di  vedere come stava… Taemin ancora non si immaginava niente… Non sapeva che Minho lo stava osservando da 2 ore.. Lo osserva e sperava che in quei minuti di riposo i suoi sogni fossero belli…
Taemin alzò la sua testolina bionda… si stropicciò gli occhi con la mano libera e girò il volto verso la sagoma distesa di Minho…
Quando vide i suoi grossi occhi neri fissarlo pensò di sognare… Quando vide i suoi grossi occhi neri fissarlo pensò di essere  ancora nel mondo dei sogni… Pensò che sarebbe stato  fantastico  se tutto quello fosse stato vero… Si sorprese, per quando vere e calde, nei sogni potessero sembrare le lacrime che scendevano dai suoi occhi stanchi…
Si sorprese di essere così felice anche se sapeva che tutto quello era solo un bellissimo sogno…
Si rimise a sedere… Non riusciva a muoversi, non riusciva a fare niente… Aspettava di svegliarsi .. ma dentro di lui c’era solo la voglia di rimanere in quel sogno per sempre….
Soltanto quando la mano di Minho stinse ancora più forte la sua capì che forse qualcosa di reale c’era… Spostò il suo sguardo dalle loro mani intrecciate al suo viso ora sorridente e raggiante…
Il più piccolo cominciò a vedere tutto sfocato… una grande agitazione lo pervase in tutto il corpo…  Si alzò in piedi… si avvicinò al letto lentamente…
Non sapeva come stesse riuscendo a mantenere tutta quella calma…
Allungò il braccio tremante e con la punta delle dita pallide e lunghe gli toccò una guancia…
Lo sentiva, lo vedeva.. sentiva la sua pelle calda… morbida… sentiva che era ritornato da lui… perché ora era lì davanti a lui che sorrideva…
“Sei ritornato Minho!.. Sei ritornato da me…” cominciò a dire non vergognandosi della sua voce tremante per l’ agitazione del momento. Strinse ancora di più la sua mano.. Non lo avrebbe più fatto andare via…
“Non andartene mai più Minho… mai.. mai più” e poi non ce la fece più… si buttò tra le sue braccia in cerca di quel calore che gli era mancato per 3 giorni… in cerca del suono di quel cuore che batteva dentro il petto di Minho… In cerca dell’ affetto della persona più importante della sua vita… In cerca di ciò che lo faceva andare avanti!
Minho alzò il braccio e lo appoggiò sulla testa del più piccolo…
“Non me ne andrò… te lo prometto”
Rimasero così per un po’.. fino a che Taemin riuscì a riprendersi da quella felicità inaspettata… Ancora con le mani intrecciate cercarono un po’ tutti e due di riprendersi e parlare un po’… Minho non aveva capito ancora bene quello che era successo… Voleva tanto sapere quanto tempo sarebbe passato prima di ritornare a casa sua… Voleva sapere cosa si era rotto… e cosa più importante voleva sapere come erano le condizioni fisiche del piccolino visibilmente dimagrito e sciupato.
MA quando il più grande cominciò a formulare le sue domande venne interrotto… Infatti era venuto il momento di Taemin per dirglielo… aveva preparato tutto il discorso e non poteva tirarsi indietro proprio ora… Doveva farglielo sapere…
Si sedette di nuovo nella sedia… e con il volto serio cominciò il suo discorso…
“bhe.. Hyung .. Prima di tutto io ti devo dire una cosa importante… è da un po’ di tempo che avrei dovuto dirtelo… ma ho avuto paura.. paura di non essere accettato.. paura di essere giudicato… Ma ho capito che non posso continuare a tenere tutto per me… In questi ultimi giorni in cui tu eri qua ho capito che senza di te la mia vita sarebbe uno schifo… sarebbe inutile e senza senso… sarebbe una di quelle vite che esistono soltanto per occupare un posto in questo mondo…  In questi giorni ho capito che ti dovevo dire tutto perché sei la persona più importante per me e devi sapere quello che sento, quello che provo” Si fermò e fece un respiro profondo… Cercò di leggere i pensieri di Minho attraverso il suo sguardo… Ma non ci riuscì… quindi continuò.
“bhe.. io… ti volevo dire che dalla prima volta che ti sei presentato  al cellulare mi sono innamorato della tua voce profonda…  quando poi ti ho visto mi sono innamorato della tua pelle e del tuo aspetto fisico… in seguito abbracciandoti mi sono innamorato del tuo odore… e con il passare del tempo mi sono innamorato del tuo carattere dolce, della tua gentilezza, della tua allegria e della tua calma… mi sono innamorato anche dei tuoi sbalzi d’ umore… della tua mania dell’ ordine… della tua lentezza quando ti allacci le scarpe… e della tua faccia buffa quando cerchi di fare l’ arrabbiato ma non ci riesci… di tutto quello che ti fa essere sopra le righe.. bhe.. Minho Hyung… Io mi sono innamorato di te!!” Disse tutto molto velocemente ma scandendo ogni parola per farla sentire il più possibile…
Minho non rispose nulla…
Quel silenzio stava uccidendo al piccolo che ora, con lo sguardo fisso sul pavimento cercava di sprofondarci dentro.
“io..” ecco, Minho stava cominciando a parlare.. il cuore di Taemin invece si era fermato…
“apprezzo un sacco quello che stai facendo in questo momento ma…” 
Quel ma… a Taemin quel ma non piaceva per niente!
Però Minho non riuscì a continuare quello che stava dicendo.. la porta della camera infatti venne aperta… erano le 9 e i controlli serali dei pazienti stavano cominciando e quello era il turno della paziente nella camera numero 32!
******
“chi è?” chiese prima di aprire la porta..
“emm.. sono Kibum… Sono venuto per riprendere il cellulare.. e in pantaloni…” fu interrotto dalla porta che si aprì bruscamente per farlo entrare…
“oii ciao!!.. entra pure…” lo invitò Jong senza pensarci neanche un momento!
“scusa l’ ora ma sono ritornato dall’ ospedale adesso e grazie a Taemin e al numero di cellulare che gli avevi dato sono riuscito a scoprire dove abitavi.. così… sono venuto per il telefono… è importante che io lo abbia questi giorni che Minho non sta tanto bene.”
“si si capisco… adesso lo vado a prendere”. Jong si allontanò da Kibum e attraversò il soggiorno diretto verso la sua camera. Kibum intanto seguiva il muovere del suo corpo mentre camminava… quanto lo avrebbe voluto abbracciare di nuovo e sentire ancora una volta il suo profumo…
Cercò di scacciare quei pensieri…
Stupido Kibum smettila! Sta per avere un bambino porca vacca!
“Ti ho pensato questi giorni” no.. non era nei suoi piani sentire queste parole da Jong…
“Non sono riuscito a contattarti, mi dispiace, avrei tanto voluto vederti”
di male in peggio, di male in peggio! Smettila Jong!!!
“COME STA TUA MOROSA? IL BAMBINO?” Kibum cercò di stroncare lì il discorso di Jong…
“bhe.. il bambino.. bene penso ma io ti volevo dire che…” cercò di parlare il più grande.
“ahh.. sono felice che stia bene… Ora però devo proprio andare… La mia gatta è a casa e non gli ho dato niente da mangiare scusa” prese il cellulare dalle mani di Jong e fece dietro front diretto verso l’ uscita dell’ appartamento.
Qualcosa però gli impedì di continuare la sua fuga. La mano di Jong ora stava stingendo il polso del più piccolo.
“Non andare” disse a bassa voce fissandolo negli occhi… “voglio che stai con me” aggiunse avvicinandosi a lui…
“è strano… Non mi sono mai sentito così… senza di te… è come se mi mancasse qualcosa…” cercò Jong di dire a quella persona che ora, davanti a lui, stava tremando.
Kibum era incredulo… stava succedendo veramente?.. Il suo cuore accelerò il battito e le sue guance si dipinsero di rosso… Jong si avvicinò a lui… e toccò delicatamente la sua guancia… 
“io… so che  è strano ma… ora sono completo…” Fece scivolare la sua mano dietro al collo accaldato di Kibum… il suo sguardo cadde sulle sue labbra rosee e a quella distanza riuscì a sentire il battito del suo cuore e il suo respiro delicato.
“scusami per quello che sto per fare ma non ce la faccio senza di te” concluse quella frase il più velocemente possibile… Le labbra dell’ altro lo chiamavano a gran voce a non avrebbe resistito un minuto di più senza provarne il sapore.
Si avvicinò… ancora qualche centimetro e sarebbe riuscito a essere felice… ma… la porta dell’ appartamento si aprì… Emily entrò e la magia del momento svanì!

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Capitolo 8
*** La bugia! ***


Rieccomiiii!!!!.. è da un sacco che non aggiorno, chiedo perdono!!..ç_ç  ma la scuola occupa tutto il mio tempo... Spero che vi piaccia questo capitoletto!!... Vorrei tanto che me lo faste sapere... Un commentino mi farebbe tanto piacere... *^*   ciaooo buona lettura!!

La borsa scivolò dalle sue mani e cadde per terra…  Non riusciva a credere ai suoi occhi… Perché stava succedendo questo a lei?...
Ormai sapeva che Jong gli era sfuggito di mano… un gran senso di angoscia e di tristezza pervase il suo esile corpo, espandendosi alla velocità della luce, i suoi occhi si riempirono di lacrime calde che piano a piano cominciarono la loro discesa verso il mento ora tremante.
 
Agì d’ istinto… si allontanò dalla porta e entrò nell’ appartamento… si fermò davanti ai due… Kibum più che imbarazzato e abbastanza spaventato, mentre Jong incredulo e molto spiacente!
 
La mano di Emily si mosse velocemente… si diresse verso il viso pallido del più giovane che il quel momento avrebbe voluto soltanto sparire…
 
Kibum capì le sue intenzioni… ma non si mosse…  pensò che quello schiaffo se lo meritava… come aveva potuto far in modo che tutto quello accadesse… come poteva intromettersi tra una coppia… che stava per avere anche un bambino… come poteva essere così stupido!!
Aspettò quello schiaffo stringendo i pugni e chiudendo gli occhi… 
 

E’ tutta colpa tua Kibum!! È tutta colpa tua… Questo schiaffo te lo meriti!!!

 
La mano di Emily però non toccò mai il viso delicato di Kibum…
Dopo un po’ di tempo il più giovane riaprì gli occhi  e capì il motivo per il quale non era stato colpito…
Davanti ai suoi occhi la mano di Emily era tenuta ferma da quella più possente e forte di Jong…
La ragazza  continuò ancora a fissare gli occhi felini di Kibum che non si mosse dalla sua posizione.
Gli occhi feriti e pieni di lacrime di Emily però, gli penetrarono fino a toccargli l’ anima… Qualcuno stava soffrendo per causa sua…  Lui aveva rubato…. Rubato una persona importante a quella ragazza che ora davanti a lui, lo stava odiando con tutte le cellule del suo corpo.
 
“è colpa mia… Non puoi e non te la devi prendere con lui… Mi dispiace Emily… Non volevo che finisse così.. io ti voglio ancora bene… so che adesso c’è anche un bambino di mezzo ma … al cuore non si comanda… bi hane” mentre diceva queste parole non era riuscito a guardarla in faccia…. quanto gli dispiaceva per Emily… Sapeva quanto lei lo amasse ma lui non riusciva a non pensare a Kibum, non riusciva a vivere senza  i suoi occhi!!
 
Le sue lacrime caddero sul pavimento gelido… non disse nulla, anche perché in quel momento non c’era nulla da dire… Aveva fatto di tutto per poter mettere i bastoni tra le ruote a quei due… ma non era riuscita a farli separare…
 
Ma… in cuor suo,  anche lei sapeva che il vero amore esisteva… Forse era per questo che non era riuscito a spezzare il loro di amore…  L’ aveva visto quello sguardo felice di Jong quando parlava della persona che aveva portato a casa…  L’ aveva vista la reazione di Kibum quando aveva saputo che lei era in cinta…
L’ aveva capito… forse addirittura prima di loro due… Aveva capito che loro erano nati per stare insieme…
 
Ritrasse velocemente il suo braccio  da quella, che prima,  era la mano del suo ragazzo.  Lo guardò ancora una volta negli occhi… e gli diede le spalle…  prese la borsa che prima aveva lasciato cadere per terra per andare verso quella persona che gli aveva rubato la felicità… Un passo verso la porta ancora aperta… un’ altro passo verso la solitudine….
 
Un sacco di ricordi le vennero in mente in quel momento… prima c’erano  Jong e Emily… ora… ora più niente… un’ orgoglio ferito, un cuore infranto… ecco cosa era rimasto di Emily… e quanto si odiava per questo!!
 
L’ ennesima lacrima cadde… e con quella anche il suo corpo… Pochi secondi prima un giramento di testa non le aveva permesso più di continuare quel suo viaggio verso casa… Cadde lì davanti a Jong e Kibum increduli… stanchezza?.. no, disperazione…
*****
 
 
“Qua è tutto a posto puoi ritornare a casa fra 4 giorni, il tempo di far guarire ancora un po’ le ferite e farti riprendere del tutto le forze” disse il dottor Park prima di recarsi verso la porta della camera 32… “ah un’ ultima cosa” si voltò verso Taemin… “portagli qualcosa di caldo fatto in casa.. magari una minestrina.. gli farebbe molto bene… e nutriti anche tu.. non hai una bella cera piccoletto!!”
Conclusa la frase e rivolto un sorriso preoccupato al biondino girò i tacchi e uscì.
 
Taemin pensò all’ ultima volta in cui aveva mangiato qualcosa di normale che non fossero brioche preconfezionate o bastoncini di pesce della bancarella sotto l’ ospedale…  Neanche Kibum in quei tre giorni era riuscito a fargli mangiare qualcosa di nutriente… Bho.. forse piano piano e inconsciamente cercava di andarsene da quel mondo di sofferenze…
 
Ritornò in sé subito dopo aver sentito la porta sbattere… Ora erano di nuovo da soli e quel discorso doveva essere completato…
 
“mi passi quel cuscino là Tae??”
“si te lo porto subito.. ma… cosa mi..”
“cosa è successo di bello questi giorni in cui ho dormito??”.. lo guardava con un sorriso stampato sulle labbra…
Taemin non si mosse… per qualche secondo non riuscì a dire nulla… poi si riprese..
“bhe… potrei cominciare parlandoti del tipo che Kibum Hyung ha conosciuto”  disse con un filo di voce… 
“si dai vieni… prendi la sedia e vieni qua”
Non si mosse velocemente… cercava di fare mente locale… cercava di capire perché Minho non volesse continuare il loro discorso…
Hyung.. un “no” sarebbe meglio del silenzio…
 
SI arrese.. non riusciva a capirlo…
 
Passarono 4 giorni e Minho riuscì a riprendersi quasi del tutto…. Ricominciò a camminare, anche se zoppicando leggermente… ricominciò a mangiare bene e non solo pappette e sughi…. Ricominciò anche ad abbracciare il più piccolo, stringendolo forte forte con le sue braccia possenti.
“Mi sembra di non abbracciarti da anni!” Gli disse la prima volta che lo strinse.
 
In quell’ abbraccio però Taemin non stava bene… Si sentiva preso in giro!... “perché sta facendo questo se sa tutto? Perché continua a torturarmi in questo modo?” si chiedeva di tanto in tanto
Era perfino andato a chiedere se dopo il risveglio avesse avuto qualche complicazione e magari avesse avuto un’ amnesia improvvisa…
SI chiedeva di tutto, si domandava il perché.. ma alle sue domande non c’era risposta! Neanche l’ ombra di una spiegazione!
 
Il giorno del ritorno a casa chiamarono un taxi… Il mezzo giallo che li avrebbe portati a destinazione arrivò puntuale davanti all’ ospedale.
Salirono velocemente per non essere colti dal gelo della sera… Minho si sedé davanti dove il posto era abbastanza largo anche per la sua stampella… mentre Taemin invase i 3 posti posteriori e, dopo aver dato l’ indirizzo al  taxista, si mise a guardare fuori dal finestrino, pensando a quello che sarebbe successo una volta ritornato a casa…
Ci sarebbe stata un’ aria di imbarazzo? O sarebbe continuato tutto come prima?
Sarebbe riuscito a dimenticarsi di lui anche se la sua presenza non era per niente trascurabile? Non si diede risposta… Forse perché non la sapeva, o forse perché era troppo ovvia!
 
Arrivarono a destinazione che era buio… Faceva freddo ma a Taemin non importava… La sua mente lavorava tutt’ altro e non c’era posto per pensare al freddo!
 
Aiutò il suo hyung a scendere dall’ auto… Lo prese per il braccio per riuscire a sostenerlo meglio… ma… questo non piacque all’ altro… Minho infatti prese dolcemente la mano del biondino e la spostò più in basso…. Un momento dopo le loro dita si intrecciarono e la mano calda del più grande strinse ancora più forte quella fredda e pallida del più piccolo…
 
Lo stupore di Taemin si vide chiaramente… Il faccino dolce diventò di un colore rosso pomodoro che andò a fare contrasto con i capelli biondissimi!
 
“ho una sorpresa per te… e questo è solo l’ inizio!”
Le parole di Minho lo colsero più impreparato di prima… Non disse nulla… Non riusciva ad aprire bocca… Il cuore sembrava volesse uscirgli dal petto per quanto forte batteva…
Anche se non sapeva cosa sarebbe successo era contento, anche se non sapeva cosa aspettarsi era felice per quell’ intreccio di mani, per quel sorriso che poco prima Minho gli aveva donato, per quel calore che ora provava all’ altezza del petto!
****
 
Il moro si mosse velocemente, prima che Emily potesse battere la testa per terra…
“Emily… Emily… cos’ hai?? Svegliati!! Svegliati!!!”
La scosse leggermente, e gli diede alcuni colpetti sulle guance pallide!
Ma niente… Emily non parlò, non si svegliò e non si mosse…
 
Anche Kibum si mosse velocemente… Estrasse il suo cellulare dai suoi pantaloni e compose il numero di emergenza… Dall’ altro capo del telefono la signora gli disse che l’ ambulanza sarebbe arrivata tra pochi minuti, e nel frattempo dovevano solo farla sdraiare per terra e tenerle su le gambe…
 
Così fecero… L’ ambulanza arrivò dopo poco ed Emily fu soccorsa e portata all’ ospedale più vicino…
Kibum e Jong seguirono l’ ambulanza con la macchina del moro…
L’ aria che si respirava dentro l’ auto era impregnata di tensione e paura… la paura più grande però era quella per il bambino.
Kibum c’era gia passato! Sua cugina aveva perso il suo bambino proprio in una situazione del genere!
 
“Non ti preoccupare andrà tutto bene” si decise di dire il biondo mentre l’ altro stava parcheggiando dopo essere arrivati a destinazione…
“la cosa che mi fa più arrabbiare è che tutto questo è colpa mia. Se dovesse perdere il bambino… non me lo perdonerei mai!”
 
Kibum non seppe più cosa dire… in fondo non sapeva ancora bene cosa l’ altro provasse per lui… non sapeva come gestire la situazione… e si sentiva così inutile e così triste per non riuscire a strappare un sorriso a Jong!
 
Il biondo ripensò a quella mano che gli accarezzava il collo… quegli occhi che lo guardavano desiderosi di perdersi nei suoi…  e ripensò a quelle labbra di cui lui stesso voleva assaggiarne il sapore….
In un attimo però ritornò con la mente nell’ auto… si rese conto che quello non era il momento giusto per pensare a quello…
In quel momento ritrovò gli occhi di prima che però erano spenti e preoccupati… rivide quelle mani che ora si stavano torturando l’ un l’ altra… e poi ritrovò quelle labbra.. che però ora non fremevano più dalla voglia del contatto con le sue. Ora, quelle labbra venivano morse dai denti stretti di Jong che cercava di sfogare il suo nervosismo.
 
Ad un certo punto per, le mani del più grande smisero di farsi male a vicenda… Kibum che stava fissando il vuoto davanti a sé, sentì qualcosa di caldo toccargli la mano…
Spostò lo sguardo in quella direzione e vide quel contatto di mani, sentì il suo cuore battere forte, sentì quelle lacrime pizzicargli gli occhi…
 
“non mi abbandonare… io ti voglio al mio fianco… qua con me…” disse il più grande..
Non lasciò neanche il tempo di parlare all’ altro che, dolcemente, si sporse verso il sedile destro dell’ auto e, lentamente, poggiò le sue rosee labbra su quelle di Kibum incredulo.
 
Non ci fù né desiderio né malizia in quel bacio… ma solo un sacco di amore, di puro amore! e questo sentimento si sentiva, mentre, dentro quella macchina, le loro labbra si incontravano. Tutti e due lo sentivano, e, anche se non si conoscevano ancora bene, durante quel contatto di labbra, capirono che l’ avevano trovata… Si, la loro metà l’ avevano trovata!
 
Si staccarono poco dopo… Erano lì per Emily e dovevano andare a vedere come stava…
 
Scesero dalla macchina e per mano si diressero a chiedere informazioni. La signora all’ accettazione gli dissi che Emily si era svegliata e che per maggiori informazioni avrebbero dovuto chiedere al medico. Quindi con l’ anima un po’ più sollevata per la notizia del risveglio, i due andarono a incontrare il dottore
 
Una volta trovato Jong chiese subito notizie di Emily.
“non c’è niente che non vada. Ha avuto un capogiro dovuto alla stanchezza e al fatto che non mangiava da ore, e il suo ultimo pasto è stato veramente insufficiente per il suo organismo. Passerà la notte qua per riprendersi” rispose il dottore.
I due ragazzi fecero un sollievo. Però la preoccupazione era ancora una : il bambino!
 
“allora anche il bambino sta bene vero?” chiese il più grande con un sorriso speranzoso sulle labbra!
“il bambino?” ripeté il dottore,  tralasciando un’ espressione di dubbio che i due ragazzi accolsero con paura!
“Emily è in cinta!” disse velocemente Kibum senza voler arrivare a conclusioni affrettate!
“No ragazzi, Emily Park non è incinta! Non lo è mai stata… abbiamo fatto tutti le analisi e non c’è nessun bambino!” detto ciò il dottore, fece una pausa per cercare di capire perché i due ragazzi apparissero così sorpresi. Negli occhi di colui che sembrava essere il più grande vide,  anche una punta di rabbia… Ma si fece i fatti suoi e dopo aver accennato un inchino si dileguò tra i malati dell’ ospedale!
 
“NON CI POSSO CREDERE!! MI HA MENTITO!” Disse Jong con rabbia battendo il pugno contro quella parete bianca e fredda che divideva il corridoio da una delle tante camere dell’ ospedale…
 
“Jinki mi aveva detto che qualcosa gli puzzava!.. BASTARDA!” Si girò di scatto verso Kibum, che in quel momento si faceva solo pena per essersi preoccupato per una ragazza così mediocre e stronza,  lo prese per la mano e insieme si diressero verso camera di Emily…
 
Era arrabbiato, furioso, deluso e amareggiato!!.. Non l’ avrebbe mai perdonata per questo!!... le aveva mentito su una cosa così importante…
Jong, mentre camminava a passo spedito verso la sua camera si rese anche conto del perché di tutta quella bugia…
Capì che lei aveva visto l’ intesa tra lui e Kibum… Comprese  che lei aveva capito che Kibum provava dei sentimenti nei suoi confronti… Ed era per questo che l’ aveva fatto!.. Voleva separarli, voleva dividerli, voleva  fare soffrire il più piccolo! E per questo Jong la odiava ancora di più!!!...
 
Arrivarono alla stanza.. Il moro aprì la porta… i suoi occhi pieni d’ odio fecero capire tutto a Emily che si arrese, non poteva fare più nulla!!!
 
Jong entrò, ancora per mano con Kibum, si strappò la collana che aveva al collo e con la voce che lasciava solo trapelare l’ odio e il disprezzo disse: “non cercami mai piu!... non parlarmi mai più… vivi la tua vita di bugie e di inganni!... non ti voglio più vedere… Questa collana doveva significare il nostro amore eterno… J&E… bhè… è stata una bugia anche tutto questo… J&E non esistono!”
 

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Capitolo 9
*** Da quel momento ho capito che... ***


Ciauuu a tuttiiiiii!!!!... Questa volta è un po corticello ma ho avuto un sacco da fareeee... scusatemii!!!... ç_ç  Spero tanto che vi piaccia.. e se è di vostro gradimento vi invito anche a lasciare un commentino per farmi capire se sto continuando bene questa mia ardua impresa... xDD
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Ci vediamo nel prossimo capitolooo ciauuu!!!.. <3

CAPITOLO 9
Chiamarono l’ ascensore e aspettarono in silenzio il suo arrivo al piano terra.
Il più piccolo tremava, ma Minho sapeva bene che non era per il freddo della stagione… le sue guace non erano rosse per il vento che li aveva colpiti… Quel rossore non era per il freddo, le sue gote erano calde e questo tradiva il tentativo del più piccolo del piu piccolo di non essere scoperto.
Minho non gli aveva lasciato la mano…Anche se agitatissime le mani del piu piccole erano  fredde e quelle di riscaldarle era il pretesto di Minho per poterle stringere ancora.
 
Arrivarono al terzo piano e appena usciti dall’ ascensore sentirono un’ odore particolare…
Il più grande piegò le labbra in un debole sorriso di sollievo, avevano fatto il loro lavoro in tempo…
Taemin sentì l’ odore di lavanda penetrargli nelle narici… Quello era il suo odore preferito e Minho lo sapeva benissimo… Tutti i fiori viola che gli aveva portato in ospedale non erano passati inosservati.. e poi, tutti i deodoranti per l’ ambiente  alla lavanda, ormai erano cosa comune anche in ogni stanza del loro appartamento. Perfino lo sgabuzzino aveva un sacchettino di fiori di lavanda secchi che rilasciavano il loro odore delicato…
 
Il biondo guardò il suo hyung… Quest’ ultimo lo guardò negli occhi e dolcemente gli sorrise felice di averlo sorpreso ancora una volta: “ho sentito quello che hai detto quella ospedale, quando mi sono svegliato… Non sapevo cosa dire, e non potevo dimostrarti per bene quello che provo.  Avevo già deciso che te lo avrei detto in un modo fantastico dando il meglio di me… ed è arrivato il momento.
 
Minho tirò le chiavi fuori dalla giacca verde che aveva addosso…
Trovò quella che gli serviva per aprire la porta.. la infilò nella toppa e aprì quella barriera che separava Taemin dal regalo più bello di sempre.
Il più piccolo entrò titubante… l’ abitudine volle che spostasse la mano per accendere la luce.. m poco dopo che entrò nell’ appartamento capì che non ce n’ era bisogno… non serviva fare ancora più luce..
Un sacco di candele profumate erano accese per fare luce e per creare quella atmosfera romantica e dolce degna di un film… poi, una piccola lampada donava la sua fievole luce da un angolino della stanza e infine dei petali di fuori rossi tappezzavano il divano bianco del soggiorno.
 
Poi sopra un grosso tavolino che Taemin non aveva mai visto c’erano delle foto.  I due si avvicinarono a questo lentamente.
“ti ricordi quando siamo andati a quel nuovo bar poco lontano da qua?” Chiese Minho con fievole voce.
“si, ricordo” confermò Taemin.
“Questa è la foto che abbiamo fatto quel giorno… era la nostra prima uscita dopo essere diventati coinquilini… Qua è stata la prima volta che sono riuscito a farti sorridere. Quel giorno il tuo sorriso mi riscaldò il cuore da quel giorno ho deciso che ti avrei fatto ridere il piu spesso possibile.
 
Ancora per mano si mossero verso la foto dopo…
“Qua eravamo al parco divertimenti…Quel giorno per un momento ci eravamo persi, non trovavamo l’ un l’ altro… ho avuto paura… ho avuto il terrore di non riusciti a ritrovare più.
Stupido da parte mia, avevi e non eri sicuramente un bambino. Ma è stato orribile non trovarti…  Da quel giorno ho scoperto che avevo bisogno in ogni attimo della mia vita… Avevo bisogno di vederti.. sempre…
 
Le prime lacrime si fecero strada tra le gote del biondo. La mano di Minho strinse ancora di più la sua e un sorriso cercò di dargli un po’ di forza per continuare.
La terza foto gli stava aspettando…
“la foto a scuola” disse Taemin cercando di non far notare la sua voce rotta dal pianto
“ti sono venuto a prendere la prima volta che mi avevano dato la macchina. Quella volta dei ragazzi ti stavano dando fastidio.”
“mi hai protetto da loro, li hai fatti andare via” disse Taemin..
Un sorriso incurvò di nuovo le labbra del più grande e disse: “ da quel momento ho capito che sarei stato il tuo angelo custode e ti avrei protetto per sempre”
Questa volta fu Taemin a sorridere. Un tenere sorriso  di felicità smisurata!
 
“Qua eravamo al ristorante italiano” disse Minho ritornando serio davanti a quel nitido ricordo nella mente…
“ E’ finita malissimo quella serata” continuò con un filo di voce, “Ero geloso!!.. Dannatamente geloso! Così geloso che me la sono presa con te così tanto che per farmi perdonare mi sono dovuto impegnare un sacco!!” Fece una pausa…
“Il ragazzo del tavolo di fianco ti aveva chiesto il numero, non faceva altro che guardarti e farti complimenti, sorrisini e battutine ridicole. Avrei tanto voluto prenderlo e attaccarlo al muro come un quadro… Da allora ho capito la cosa più importante di tutte! E quella cosa è che ti amo! Amo il tuo sorriso, la tua fragilità, il tuo essere così piccolo ma così determinato! Penso di amare ogni cellula del tuo corpo, una per una, farei tutto per te!
 
La dolce melodia della sua voce si fermò e i suoi grandi occhi  guardarono quelli dell’ altro. Non era ansioso, sapeva benissimo quello che l’ altro provava.. Era giusto un po’ imbarazzato, ma sapeva che con il passare del tempo sarebbe riuscito a superare anche questa piccola cosa!
 
Si mosse dolcemente e si mise di fronte al più piccolo e lentamente fece scivolare il torso della sua mano sulla guancia pallida  del biondo.
 
Taemin non si mosse… il cuore impazzito e più vitale che mai…. La mente in subbuglio e l’ agitazione a mille.
“Ti prego fa che non sia solo un sogno” ripeteva nella sua mente…
Fece un accenno di sorriso ma non disse nulla di sensato. Si limitò a balbettare un “i-i-io” cercando di trovare le parole migliori per esprimere quello che provava
“non ti preoccupare, non c’è bisogno di dire niente!”
 
Il più grande si chinò leggermente sul biondino. Fece scivolare la sua mano dalla guancia accaldata dell’ altro al mento tremante per l’ agitazione. Fece un lieve pressione e dopo pochi secondi un bacio unì le loro labbra desiderose l’ una dell’ altra.
 
Quel bacio dolce e tanto desiderato fece scivolare una lacrima al più piccolo. Quanto era felice, quanto si sentiva desiderato… amato come non mai!!
 
Per Taemin in quel momento non c’era più la solitudine e la monotonia… Ora il biondino era completo! Era felice, e cosa più importante qualcuno lo amava!
Quanto si può essere felici se quello che speri con tutto il cuore si avvera?
Quello che Taemin aveva appena imparato era che la speranza è l’ ultima anche quando tutto sembra andare a rotoli, anche quando tutto sembra così brutto che la fine di tutto sembra solo un bellissimo sogno!
 
*****
 
“ Sei cattivo dentro Jong!! Un meschino ragazzo che pensa solo a se stesso! Un’ egoista… Non te ne frega niente degli altri e vedi solo quello che ti sta comodo!! Un superficiale”
SUPERFICIALE… Dopo anni e anni quella parola gli rimbombava ancora nella mente. Aveva sempre cercato di essere una persona buona, ma per la gente non era stato mai abbastanza.
Volevano sempre di più senza vedere tutta la buona volontà che ci metteva!
 
Dopo quello che gli era successo da giovane era comunque riuscito a mantenere l’ anima buona in mezzo a infinite anime orribili. Dopo quello che Choi SeungMin aveva fatto alla sua famiglia non avrebbe mai immaginato di riuscire ad amare ancora il genere umano, ma la sua anima era forte e aveva combattuto per la luce! Aveva sopportato tanto, amato tanto, donato tanto, ma cosa aveva ottenuto?  Bugie, menzogne, tentativi per renderlo infelice e colpire chi voleva bene!
 
La lacrima che gli rigò il viso fu una lacrima di amarezza e tristezza!
“te e la tua famiglia siete solo sporcizia sul vetro della ferrari che non uso più… Insignificanti,  inutili, vi schiaccerò!!”
La sua mente continuava a ricordare frasi che Jong sperava di aver dimenticato…
“Egoista, superficiale, cattivo dentro!”
Dentro la sua mente quelle parole giravano intondo!
 
Si lasciò cadere a terra… Con un grido riuscì a sfogare tutto quello che aveva trattenuto da tempo.
 
Kibum non lo aveva abbandonato!.. Lo rincorse sotto la pioggia dell’ inverno gelido… Si avvicinò al più grande, si abbassò e, non curandosi dell’ acqua sporca che in quel momento gli stava imbrattando i pantaloni, abbracciò Jong.
 
 
L’ abbraccio riuscì a far capire a Jong che non era da solo… Forse qualcuno che poteva ripagarlo di tutti gli sforzi che aveva fatto per gli altri c’era.. Forse qualcuno che capiva chi veramente era c’era… Forse qualcuno che non l’ avrebbe mai ferito esisteva veramente e lui l’ aveva trovato!!
 
Quanto aveva cercato quella persona… Non si era mai arreso… Neanche quando in quei giorni bui non riusciva a trovare il senso di tutto quello che era…
 
Kibum… Sei tu quello che aspettavo?.. Salvami per favore.
 
******
 
“l’ hai già fatto soffrire abbastanza, basta!” disse una voce decisa…
“ non è mai abbastanza!”…
 
La chiamata si interrompò e lasciò un grande senso d’ angoscia nel cuore di chi l’ aveva ricevuta…
 
Jinki rimise la cornetta al suo posto… Un forte calcio colpì la porta poco distante… Cosa avrebbe dovuto fare questa volta… Non poteva permettere che soffrisse ancora… non poteva succedere!!...
 
*****
 
 

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Capitolo 10
*** Non è mai abbastanza ***


Irena is Back back back back yehhhhhhhhh!!!!... Ok.. Chiedo ufficilamente scusa per questo terribile ritardo.. Si lo so, sono 3 mesi.. ma non ci posso fare neinte.. Sono stata letteralmente succhiata dai drama e dai compiti... E l' ispirazione non c'era.. quindi... vi pubblico il 10 capitolo solo ora!!!
Scusate... *si picchia*
Sperò però che vi piaccia... 
Mi raccomando fatemi sapereee!!!
Grazieeee.. e buona lettura


Si era addormentato poco dopo essere arrivato a casa del biondo. Troppe emozioni, troppa stanchezza, troppo sconforto.
Kibum lo guardava dormire dolcemente sdraiato nel suo letto da una piazza e mezza. Quanto avrebbe voluto sfiorargli la guancia, ma aveva paura di svegliarlo, quanto avrebbe voluto cancellare quella espressione sofferente dal viso, ma non sapeva come fare, e quanto avrebbe voluto bacialo, ma sarebbe stata la cosa giusta?
Il moro, improvvisamente, mosse gli occhi da sotto le palpebre, stava sognando
Fece uno strano verso di disapprovazione.
Incubo. Anche Kibum capì che non era uno di quei sogni d’ oro che si augurano prima di dormire. Anche nel sonno stava male, anche nel sonno era stato tradito e abbandonato.
Quanto si sentiva impotente Kibum in quel momento.
Il biondo si avvicinò al letto dell’ altro… Gli prese la mano e la strinse forte tra le sue.
Cercò di dargli forza, cercò di entrare nel suo sogno e di abbracciarlo ancora una volta. Cercò di fargli capire che non era solo e che non lo sarebbe mai stato.
Dopo un po’ Jong si calmò
Il respiro ritornò regolare e i lineamenti del suo volto ripresero la loro forma più dolce.
Kibum accennò un sorriso di sollievo, ma naturalmente si rifiutò di lasciargli la mano, anzi, con le sue dita ancora intrecciate a quelle del suo amato, appoggio la testa dolcemente sopra il cuscino e si concesse una tregua pure lui!
“ Sto venendo nei tuoi sogni Jong… Ti amerò anche lì!”
******
 
Dopo la bella sorpresa Minho e Taein avevano cenato a lume di candela, come il più grande aveva previsto. Si erano tenuti per mano come le più mielose delle coppiette e dopo una serata passata tra risate e baci era venuto il momento di dormire.
“Hyung… bhe.. il mio letto… emm… non è più in camera mia…” Disse il biondo dopo essere ritornato nel soggiorno.
Minho si irrigidì per un momento, preso alla sprovvista dall’ imbarazzo.
Incurvò le labbra in un sorriso che non voleva avere niente di malizioso ma che in verità non faceva altro che trasparire furbizia.
“Sapevo già che avresti accettato i miei sentimenti.. E visto che sono ancora invalido ho fatto portare il letto in camera mia, da quelli a cui ho fatto organizzare tutto!”
Aveva il viso per metà coperto da un enorme sorriso, in cui unico intento era quello di farsi perdonare per la velocità con cui aveva fatto questa cosa, senza neanche chiedere al più piccolo.
La su espressione però, poi si trasformò in una corrucciata e dalla boccuccia arricciata uscì un “e poi volevo le coccole”
I grandi occhioni di Minho fissarono quelli del più piccolo che scoppiò in una sonora risata!
Anche Minho sorrise. “atmosfera perfetta” pensò.
“ok cicciobellovogliolecoccole ora ti do le medicine e dopo andiamo a dormire nella mia nuova camera” disse il biondino camminando verso lo scaffale davanti al divano in cui era seduto il più grande!
“allora, il dottore ha detto che per la sera solo una pasticca giusto?” chiese il più piccolo
“mmmmh mmmh” rispose l’ altro con non-calanche
“smettila di fissarmi il fondoschiena e presta attenzione a quello che dico!” lo riprese Taemin che però per niente era infastidito!
“ora che posso, guardo quanto voglio!” Lo stuzzicò il più grande.
“ eh bhe… ma se ti limiti a guardare mica è divertente!”
Il più grande sgranò gli occhi in un espressione stupita, mentre il più piccolo, che ora aveva la situazione sotto controllo, si mosse lentamente verso l’ altro.
Si fermò davanti alle sue gambe e , ancora a suo agio e cercando di non fare male alla sua dolce metà, si sedette a cavalcioni sopra le sue cosce!
A pochi centimetri di distanza, Minho sentiva il dolce profumo dell’ altro, e una  sensazione di piacere gli attraversò la schiena.
La sua eccitazione si fece sentire, e anche se con 4 strati di vestiti Taemin riuscì a percepirla!
Un sorrisetto malizioso si dipinse sul volto del biondino che, senza paura alcuna, si avvicinò all’ orecchio dell’ altro.
“riprenditi presto stallone… qua c’è qualcuno che freme dalla voglia di averti!”
Ancora sopra le sue cosce, Taemin aprì la sua boccuccia e dolcemente morse il lobo dell’ orecchio del più grande.
Minho in un primo momento fu preso alla sprovvista… Non seppe che fare, finché i suoi istinti animali non presero il sopravvento e, dopo aver percorso la forma sinuosa dei fianchi del biondo, lo strinse a se pieno di desiderio e amore. Finalmente quel piccoletto era suo…
Taemin indietreggiò. In quel momento i loro occhi si incrociarono e la distanza delle loro labbra contava solo qualche centimetro.
Ma anche quella distanza era troppa…
Le loro labbra cercarono ancora una volta un contatto. Minho si avvicinò ancora un po’ e un bacio li unì!
Un bacio pieno di desiderio e dolce violenza. Un bacio che così tanto avevano aspettato. Ora erano insieme. Uniti da quelle labbra che cercavano l’ una l’ altra. Le braccia del più grande strinsero il più piccolo ancora più forte. Lo proteggevano. Lo amavano. Lo desideravano. Taemin era felice.
 
 
Ma come nelle storie più belle, il lieto fine non arriva mai senza la lotta, senza la paura di perdere quella felicità che si era acquistata.  Taemin l’ aveva percepita. Ormai le cose brutte le sentiva avvicinarsi. Cercò di chiudere gli occhi e godersi quel bacio. Cercò di lasciare stare. Cercò di  allontanare il brutto presentimento.
Quella sera ci riuscì… Quella sera era troppo felice per avere paura del domani!
******
 
 
 
 
 
“Non è possibile comprare quella casa signor Choi. E’ abitata dal signor Kim Jonghyun!”
“Mi faccia parlare con il suo superiore allora”
“in questo momento non c’è”
Il Signor Choi avvicinò una mazzetta di banconote al segretario sbalordito
“Forse posso vedere se è rientrato” Un sorriso si dipinse sul volto del ricco signore davanti a lui.
Entrò nello studio. Da dietro la scrivania un uomo dall’ aria importante e abbastanza magro lo stava aspettando.
“ancora guai nell’ aria?” Chiese con un mezzo sorriso.
“Non sarei io altrimenti, no?”
“Non l’ hai fatto dannare abbastanza a quel bastardo?”
“non è mai abbastanza” Ribatté con voce grave e con sguardo omicida!
“cosa vuoi adesso?”
“La sua proprietà… Lo puoi fare vero?”
“Io posso tutto”
L’ ennesimo sorriso compiaciuto illuminò il suo viso e, con uno sguardo di intesa, si dileguò!
*****
 
“Ho vissuto in un orfanotrofio per i primi 7 anni della mia vita!” disse con un filo di voce fissando la tazza di tè davanti a sé
“I miei mi avevano abbandonato vicino ad un cassonetto della spazzatura…  Erano barboni mi hanno detto!. E’ stata una vecchia signora a trovarmi e a portarmi in orfanotrofio. Ho avuto una brutta infanzia. Già a 5 anni mi avevano strappato l’ innocenza, in quella camera che noi bambini chiamavamo  “la casa del diavolo””  Un sorriso amaro si dipinse sul volto di Jong ancora pallido.
“si, la casa del diavolo… a volte venivamo picchiati, altre volte invece eravamo vittime ti maniaci pervertiti!..  Noi ragazzi eravamo i più fortunati. Per certi lavoretti preferivano le ragazze. Ritornavano distrutte, con i vestiti sgualciti e in lacrime. Nessuno aveva il coraggio di guardarle in faccia” a quei ricordi la prima lacrima di rabbia si fece strada.
“Ritornavano nei loro lettini e non mangiavano per giorni”
Kibum per tutto il tempo non disse una parola. I suoi occhi bastavano per far capire quelle sensazioni di terrore, schifo e tristezza che, in quel momento, provava per quel mondo che non risparmiava nessuno!
“nessuno era mai stato in grado di ribellarsi.” Continuò Jong cercando di mantenere la voce ferma.
“Eravamo bambini, come potevamo!.. Dopo i 18 anni uscivamo dall’ orfanotrofio.. ma la maggior parte di noi finiva per strada a rubare oppure a vendere droga, nessuno pensava più a quel posto una volta usciti. Si aveva la tendenza a cancellare tutto e a pensare solo a se stessi.
Io però fui fortunato. Venni adottato e, il secondo giorno nella mia famiglia, scoprii che mio padre adottivo era un poliziotto importante e così decisi di parlare. Lui fece tutto quello che era in suo potere e l’ amministratore dell’ orfanotrofio finì in carcere, dove però non ci rimase molto. Aveva troppi soldi per rimanere in gatta buia. Dopo essere uscito cominciò a perseguitare la mia famiglia cercando di vendicarsi. Mia madre fu costretta a vendere se stessa per mantenerci e mio padre fu ucciso quando io avevo solo 15 anni. Riuscii a fare la scuola e con le mie forze a diventare quello che sono oggi. Tre anni fa anche mia mamma morì! L’ unica mia famiglia è Jinki. I nostri padri erano molto amici e lo diventammo subito anche noi!”
Il moro alzò lo sguardò… Cercò quello del più piccolo…
Lo trovò, e una fitta al cuore si fece sentire.
Delle calde lacrime stavano rigando la guancia di Kibum che non aveva smesso neanche un secondo di ascoltare la triste storia del suo amato!
Non si fece sentire.  Neanche un singhiozzo. Ancora una volta stava soffrendo in silenzio… dentro di sé… solo.
Come riusciva un solo mondo a fare così schifo? Come riusciva una sola specie a farsi del male da sola?  Come riusciva una sola vita a essere così danneggiata?
Non riuscì a darsi risposta…
Jong guardò quel ragazzo che stava versando le lacrime per lui!
Poche persone lo avevano fatto. E proprio quelle persone ora, non c’erano più.
Sua madre e suo padre… Gli unici che gli avevano mostrato quello che è il vero amore… fino a quel momento!
Lasciò la tazza di tè e si avvicinò a colui che stava diventato la persona più importante della sua vita.
Lo abbracciò, lo stinse a se, e con un filo di voce chiese: “lo sai qual è la cosa più bella di tutto questo?”
Kibum scosse la testa fra le sue braccia.
“E’ che anche se soffri così tanto alla fine c’è sempre l’ angelo custode. A volte te lo ritrovi davanti ad un bar tutto ubriaco, altre volte  davanti alla porta di casa, e altre volte nel parco giochi di fianco casa tua. Fatto sta che questo angelo custode appare quando ne hai più bisogno. Ti resta vicino, ti ama, ti prende per la mano e ti porta in paradiso restando in terra. Lo sai cosa ha di speciale questo angelo custode?  Ti rende felice. E tutto quello che è accaduto di brutto diventa passato. Diventa una brutta nube grigia che ti sta alle spalle mentre guardi il celo limpido davanti a te!”
Lo abbracciò ancora più forte… Cercando di strappare da dentro di lui tutta la tristezza.
“Sei tu il mio angelo custode Kibum… Se piangi piango anche io.. se sorridi lo faccio anche io… Se starai al mio fianco non vedrò più nubi grigie… vedrò l’ azzurro del cielo che mi accoglierà per un futuro migliore!”
Kibum non seppe che dire. Era troppo commosso. Tutto quello che Jong aveva detto era quello che, lui stesso, avrebbe detto riferendosi all’ altro! Uno l’ angelo custode dell’ altro. Destino forse?
Il biondo ricambiò l’ abbraccio. Non stava più piangendo. Il suo angelo custode aveva veramente tolto tutta la tristezza da dentro di lui!
 
Una telefonata illuminò lo schermo del cellulare nero sopra il  tavolo del soggiorno!
Kibum sciolse l’ abbraccio e invitò il più grande a rispondere.
“Cosa vuol dire sfratto! Quella casa è mia… Ho sempre pagato l’ affitto! Non mi potete fare una cosa del genere!” Urlò Jong al telefono.
“mi dispiace tanto. Ha tempo 3 ore per riprendere tutte le sue cose!” Lo informò la voce dispiaciuta dall’ altra parte.
Kibum si irrigidì capendo la situazione.
Si fece forza…
Gli angeli custodi non si abbandonano.

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Capitolo 11
*** La felicità ***


Buona sera.... Eccomi di nuovo quà! Un po in ritardo sì ma ora che è finita la scuola mi impegnerò a pubblicare più spesso prometto!!..  A patto che anche voi mi facciate sapere come trovate questi capitoli. Ogni scrittore (se posso essere considerata tale)  ha bisogno di un pò di spinta e opinioni!! xD
Detto questo, buona lettura!!!

CAPITOLO 11
"E' inutile che continui a comprare polli su polli, non so più dove metterli! Il frigo è pieno di pollo. Fra un po comincia pure lui a beccare di quà e di là e a fare coccodè!" disse la fidanzata alterata.
"Non so più neanche come cucinartelo" Concluse alzando il mestolo verso il soffitto.
"si, va bene, però..." Jinki non fece in tempo di concludere la frase che si sentì il verso di una gallina provenire dal salotto.
"Non ci posso credere!! Hai ancora quella suoneria??? Io impazzirò" Sammi alzò gli occhi al cielo e si diresse verso la camera da letto.
"si, però questa volta è la suoneria del messaggio" Urlò Jinki in modo che l' altra potesse sentirlo. In risposta però ottenne solo il rumore della porta chiusa con forza.
"Mi farò perdonareee!!! Cena a base di pollo per il mio amore! Mi farò perdonare! Lo giuro!!" Urlò ancora una volta e , pregustando la cena che avrebbe cucinato, si diresse verso il salotto.
Prese il cellulare e lesse il nome  di Jong sullo schermo.
Jinki sapeva già. Jonki sapeva già tutto.
"Prepara una stanza in più. Un ospite sta arrivando" Gli aveva detto quella voce al telefono, due giorni prima.
Fece poca pressione sull' icona del messaggio e lo lesse.
"Sono stato cacciato di casa. Lui è ritornato. Non è finita Jinki!"
******
Si era svegliato più presto del solito. Era da una settimana che non andava a scuola per potersi prendere cura del più grande, ma se avesse continuato così sarebbe stato bocciato, e questo non se lo poteva permettere. COsì decise che quella mattina ci sarebbe andato ma prima non poteva non fare la colazione per colui che era diventato il suo fidanzato.
Si era alzato piano piano, spostando delicatamente il grosso braccio di Minho dalla sua sottile vita.
Era rimasto un pò li a guardarlo mentre dormiva. La bocca socchiusa, i capelli neri che gli sfioravano la fronte, gli occhi che così chiusi non facevano vedere il colore scuro delle sue pupille...La  perfezione.
Aveva posate le sue carnose labbra sulle sue e felice era andato a preparare la colazione.
"Allora, uovo e pancetta o latte e cereali?"si chiese posandosi un dito sul mento.
"Latte e cereali, grazie. La pancetta mi inpesantisce lo stomaco" 
Taemin sentì una voce provenire da dietro.
"Uffi.. che palle sei già sveglio?"
"Mi hai svegliato con quel bacino, quindi sono venuto quà per chiederne un altro!" Disse Minho incurvando le labbra in un tenero sorriso.
"scordatelo" Gli disse Taemin dandogli le spalle e continuando a fare quello che stava facendo.
Minho lo raggiunse lentamente, rallentato dalla gamba che doveva ancora guarire.
Taemin non lo sentì avvicinarsi, e si sorprese quando due braccia lo abbracciarono forte da dietro. 
Minho avvicinò le sue labbra all' orecchio dell' altro e lentamente le mosse senza, però, pronunciare neanche una lettera. Giusto qualche debole suono indecifrabile.
"Non ho capito niente" Disse Taemin girando la testa e finendo poi per scontrare le sue labbra con quelle del più grande. Un tenero bacio per poi staccarsi subito.
"Te lo ripeto sta sera. Ora prepara la colazione anche per il tuo Oppa e vai a scuola"
Minho gli schiaffeggiò una chiappa e facendogli l' occhiolino si sedette sulla sedia in attesa di qualcosa da mettere sotto i denti.
"Oppa??" Taemin era confuso.
"Scordati che io ti chiami Oppa" gli disse arricciando le labbra.
"Honey va bene?" Gli disse per farlo irritare ancora di più. Sapeva che gli dava fastidio. E vedere Taemin confuso era il suo passatempo preferito.
"Hyung... Al massimo Hyung." Ribatè Taemin.
Minho incrociò le braccia e lo guardò storto "stiamo insieme da 1 settimana. Un nomignolo lo pretendo!"
Taemin arrosì. 
"Tieni il latte, te l' ho riscaldato per 1 minuto come lo vuoi te. Questi sono i cereali che abbiamo comprato ieri. Io vado a scuola.  Non farti male quando non ci sono. Stai senduto nel divano a guardare la tele. Ti chiamerò ogni 2 ore,  senza contare messaggini vari. Scappo."
Lo disse così velocemente che Minho temette che gli potesse scappare via la lingua dalla bocca.
Come un fulmine prese le sue cose e corse via chiudendo la porta alle sue spalle.
Minho rideva sotto i baffi per il grande imbarazzo che aveva procurato al piccoletto.
"3... 2....1" Minho contava.
All' 1 la porta si riaprì.
Entrò un Taemin rosso in viso che lasciò le ciabatte per terra e, prendendo le scarpe, riaprì la porta abbastanza per permettergli di passare e scappare via.
"Ritorna presto Tesoro!!" Minho gridava dalla cucina cercando di trattenersi dalle risate.
"E' troppo facile Tae!" Rise ancora una volta. Felice.
*****
Convivevano da una settimana pure loro. 
Dopo lo sfratto, Jong era stato ospitato da Kibum, che naturalmente ne era super contento.
La sera del suo arrivo aveva fatto trovare l' appartamento ordinato come non mai. Si respirava aria di pulito già da 2 piani più in basso. 
Lo aveva aiutato a disfare i bagagli e a mettere a posto tutte le sue cose in quella che sarebbe diventata camera sua.
Anche se convivevano, i due si incontravano poco.
Jong partiva da casa alle 9 del mattino e ci ritornava alle 6 di sera quando, stanco, cenava velocemente e si buttava nel letto.
Kibum invece era ancora in cerca di lavoro. E anche lui passava la sua giornata fuori casa tentando di fare qualche lavoro part-time quà e là, giusto per raccimolare un po di soldi per vivere.
Quel giorno però Jong non doveva lavorare, e Kibum aveva il giorno libero.
Si ritrovarono in cucina a fare colazione.
La prima colazione da quando convivevano, ma sicuramente non la prima da quando si conoscevano.
A Kibum venne in mente la prima colazione a casa del più grande. Quella volta quando era stato portato via dalla strada e si era ritrovato senza pantaloni a casa di uno sconosciuto. 
SI ricordò di quando Jong gli chiese di passargli la marmellata. E si ricordò di quando lui gliela passò e le loro dita si sfiorarono per la prima volta.
I suoi pensieri però si interromperò quando...
"Kibum, passami la marmellata per favore" Disse il moro.
Kibum si irrigidì e, per poco, il pane non gli andò di traverso. 
Tossi un paio di volte per poi alzare gli occhi verso Jong.
Il più grande aveva capito. E anche a lui piaceva un sacco vedere il più piccolo in difficoltà.
"per favore" pronunciò quel per favore così lentamente che per Kibum sembrò un' eternità. Vide quelle labbra muoversi e non fece a meno di pensare quel bacio in  macchina davanti all' ospedale.
Jong sorrise. 
Sorriso bastardo. Pensò Kibum che per poco non gli saltava addosso.
Il biondo scosse la testa in modo da ritornare nel mondo reale. Deglutì e, timoroso di quello che sarebbe successo, afferrò la marmellata.
La strinse forte in modo che non gli sfuggisse di mano.
Si dipinse un sorriso nervoso sulle labbra e guardò Jong per poi porgergli il vasetto.
"ecco. E' marmellata di fragole. Non so se ti piace, ma io la adoro!" Disse Kibum cercando di allontanare la disperazione che si era impadronito di lui.
"A me piace ogni cosa che piace a te" Gli disse Jong senza scrupoli.
Kibum spalancò gli occhi rischiando perfino di perdere i bulbi oculari e le sue guance presero fuoco. Non aveva parole.
Il moro si mosse. Afferrò la marmellata dalle mani di Kibum. Non fece però a meno di sfiorare le lunghe dita dell' altro che oramai non facevano altro che tremare.
Prese la marmellata e la lasciò sul tavolo e rapidamente afferrò la mano dell' altro prima che quest'ultimo la tirasse via.
In quel momento Jong guardò Kibum negli occhi.
Quegli occhi così belli e sottili. Ci si perse dentro. Nuotando nella profondità di essi.
"Mi hai ospitato da 1 settimana e non sono ancora riuscito a dirti grazie nel modo giusto" gli disse preso un po, anche lui, dall' imbarazzo del momento.
Gli strinse delicatamente la mano. Le loro dita si intrecciarono.
"Kibum" lo chiamò il moro sfoggiando la più dolce delle voci.
Kibum non si mosse. Kibum aspettò.
"io... quando scoprii che Emily era incinta ne fui felice al momento. Bhe.. Diventare padre è la cosa più bella del mondo, e io lo volevo tanto essere. Quella sera però quando ritornai a casa e ripensai a tutto, e quel desiderio di paternità scappò via. Realizzai che non sarei stato in grando di essere un buon marito per Emily, e di conseguenza, neanche un buon padre per il bambino che non è mai esistito. Quella sera ripensai alla notte in cui ti vidi al bar. Al mio battito che accellerò. E alla mia voglia di abbracciarti e di non lasciarti più. Ripensai a quel bacio in macchina, ai tuoi occhi così sinceri e buoni. Pensai a un nostro futuro insieme. Il mio angelo custode. La persona che tanto desideravo trovare. Quella sera capii che ti amavo." fece una pausa e strinse ancora più forte la mano di Kibum.
Poi si alzò dalla sedia e avvicinandosi al biondo continuò "Capii che senza di te sarei risprofondato nella tristezza e il dolore. Eri indispensabile. Kibum.... io ti amo!"
Accovacciato vicino al biondo, lo guardò con dolcezza e sincerità. Quella tanta sincerità che si vedeva negli occhi di pochi.
Kibum incurvò le labbra in un bellissimo sorriso e, trovata un po di forza che scacciò l' imbarazzo, si buttò tra le braccia dell' altro.
Kibum era felice. Dopo tanto tempo era felice di nuovo.
*******
 
 
Arrivò a casa alle 6. La scuola lo aveva impegnato più del previsto, e senza neanche accorgersene il tempo era volato. 
Arrivò a casa stremato. Tra un pò si sarebbe messo a gattonare per quando il suo corpo non riusciva a sostenerlo.
Taemin prese le chiavi. Le infilò nella toppa della porta e la aprì.
Una volta entrato, un odore di carne alla brace prese possesso delle sue narici. Stava per svenire dalla fame e quell' odore non aiutava proprio per niente.
Entrò cercando di capire perchè casa sua profumasse così e, dirigendosi verso la cucina notò 2 sconosciuti che stavano preparando la cena.
"emm.. ciao!" Salutò il piccoletto.
"Buonasera." Si sentì rispondere dai due.
"Ei tesorooo!!" Una voce proveniva dalla camera da letto. Tae quella voce la conosceva meglio di qualunque altra cosa. 
Si diresse verso la camera, certo di voler spiegazioni da Minho.
A passo spedito e con le mani chiuse in un pugno, sarebbe arrivato alla camera e avrebbe domandato, o meglio, urlato a Minho chiedendogli  il perchè nella sua cucina ci fossero due sconosciuti.
Arrivò.. Ma la rabbia svanì quando............
(si, questa volta sono un pò bastarda xD Lo saprete solo al prossimo capitolo)
 
******
 
Dalla camera da letto del secondo piano si sentì un debole grido di piacere.
Delle mani stavano percorrendo i lineamenti di un corpo così perfetto e bello come pochi.
Delle labbra macchiavano la pelle chiara come marchio di appartenenza.
Due corpi si unirono in uno solo, diventando perfetti, completandosi.
Jong si avvicinò lentamente a Kibum. Lo desiderava, lo voleva, lo amava.
Con delicatezza salì sulla sua esile figura impadronendosi di essa.
Lo strinse a sè come la più inestimabile delle cose.
Lo baciò, le loro erezioni si toccarono.
Un brivido di piacere attraversò la schiena di Kibum e tra brevi sospiri e gemiti di piacere, guardò Jong nei suoi occhi pieni di desiderio, nei suoi occhi che gli dicevano che lo amava.
Pensò che anche per lui era arrivata finalmente la felicità. 
La delicatezza di Jong accentuò ancora una volta il suo carattere dolce e buono.
Lo penetrò dolcemente, cercando di non fargli male. Cercando, anzi, di guarire quelle ferite del tempo.
Kibum pensò a quanto potesse essere dolce quel dolore. A quanta felicità si potesse raggiungere.
Ancora una volta accarezzò la pelle del moro. Ancora una volta la baciò millimetro per millimetro. Ancora una volta lo amò come se in tutto il mondo esistessero solo loro.
Fecero l' amore per tutta la notte, beandosi uno dell' altro fino all' estremo delle loro forze.
Si addormentarono tardi. Quando gli uccelli già avevano cominciato a cantare e le prime luci del mattino a schiarire la terra.
Si addormentarono abbracciati. Uno a proteggere l' altro. Uno la corazza dell' altro, insieme, per sempre.
 

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Capitolo 12
*** La vertà ***


Buona seraaaaaaa... eccomi di nuovooo... Buona letturaaa!! E scusate come sempre del ritardo.. Spero vi piaccia. :))


Taemin corse verso la stanza da dove proveniva la voce. Era arrabbiato e curioso di sapere chi fossero quei due che avevano preso il monopolio della sua cucina.
A dirla tutta era anche molto geloso. Cosa ci facevano a casa loro? Perchè Minho gli aveva fatti venire?
Non avrebbe bevuto la storia del cuoco. Quello con i capelli azzurri assomigliava più ad un idol a cui Taemin copiava le coreografie, che ad un cuoco.
E l' altro biondo? Se non avesse aperto bocca per salutarlo avrebbe giurato che fosse una donna.
Arrivò e si sporse verso l' entrata della camera. Ma la sua rabbia svanì in un attimo quando si ritrovò davanti Minho che, vestito con giacca e cravatta lo aspettava in piedi vicino alla finestra illuminata dal tramonto.
La stanza era illuminata del colore arancione del sole che stava per scomparire dietro la collina, un dolce profumo di lavanda si impadronì delle narici di Taemin, che non disse nulla. Non osò aprire bocca. Quella vista era spettacolare.
Il sorriso del più grande gli fece perdere la testa. 
Minho si avvicinò, gli prese la mano e lo fece sedere sul letto.
Taemin seguì ogni suo movimento, senza staccarsi nemmeno per un attimo dai suoi occhi magnetici. Quasi non riusciva neanche a pensare.
Si accorse però della strana morbidezza del letto.
Lo guardò e lo toccò con una mano.
Capì che non erano più due letti singoli uniti.
"Si stava scomodi nei letti uniti. Non riuscivo ad abbracciati senza finire nella fossa che li divideva" disse Minho leggendo i pensieri del più piccolo
"Oggi è un giorno speciale" continuò "3 anni fà sono venuto ad abitare quà con te... Ho bussato a quella porta e per la prima volta sono entrato in questa casa... Quanti ricordi Tae.." sorrise cercando di mantenere una voce ferma "Ne abbiamo passate tante ma ora sei quà con me.. ancora... insieme..." si avvicinò alle sue labbra. Gli posò un bacio leggero, di quelli che solo Choi Minho sa dare. Gli accarezzò la guancia e un altro sorriso si dipinse sul suo volto accarezzato dagli ultimi raggi solari.
"stiamo insieme da una sola settimana... ma i miei sentimenti per te erano nati molto prima. Non ho avuto mai il coraggio di dirtelo. Eri così piccolo, solo, spesato. Volevo proteggerti... Tae.. io voglio proteggerti." gli prese la mano e la strinse forte  "ti ricordi stamattina?"
Taemin ritornò con la mente a quell' imbarazzate mattinata.
"quella cosa che ti ho detto all' orecchio ma non hai capito"
Il più piccolo  si ricordò delle braccia del più grande che lo tenevano da dietro. Ricordò il calore dolce dl suo respiro all' altezza dell' orecchio. E si ricordò delle labbra del più grande che si mossero. Facendo soltanto uscire però, suoni indecifrabili.
Rialzò gli occhi verso Minho e rispose alla sua domanda con un debole "si"
Il più grande a quel punto si avvicinò di nuovo al suo orecchio. Fece scivolare una mano sul suo collo accaldato e, questa volta, sussurrando pronunciò un dolce "Saranghae".
Taemin spalancò gli occhi, per poi incrociarli con quelli scuri del più grande.
Minho sfoderò il suo più bel sorriso e abbracciò l' altro, stringendolo tra le sue forti braccia.
Se il tempo si fosse fermato in quel momento nessuno dei due avrebbe obbiettato.
********
 
Si risvegliò con un buon profumo di brioche che si impossessò delle sue narici. 
Una voce lo chiamò con un nomignolo che mai aveva sentito pronunciare da nessuno.. 
"Bummie.." sentì di nuovo "svegliati dormiglione... voglio fare colazione con te stamattina"
Kibum riconobbe quella voce calda, così aprì velocemente gli occhi che tanto volevano rivedere quella persona con cui aveva fatto l' amore per tutta la notte.
Salutò Jong con un "buongiorno" dolce e appena sussurrato.
Pensò che in altri casi si sarebbe sentito imbarazzato nel vedere il ragazzo a cui si era mostrato e aveva dato tutto se stesso, di nuovo... ma non sapeva perchè, Jong riusciva a farlo sentire a suo agio. Riusciva a non farlo vergognare e a non dover abbassare gli occhi per quello che avevano fatto.
Si alzò e si mise a sedere appoggiando la schiena sul muro.
Jong gli posò un vassoio pieno di cose buone sopra le ginocchia e con un sorriso lo invitò a mangiare.
Il più piccolo ricambiò il sorriso e ritornando a guardare il vassoio scelse di cominciare la giornata con un moroso della buonissima brioche alla marmellata.
"dove l' hai presa? E come facevi a sapere che la brioche alla marmellata è la mia preferita?" Chiese Kibum incuriosito.
"Sono andato a comprarla quà vicino.. e come facevo a saperlo non te lo dico!" rispose Jong che si era comodamente sdraiato affianco al biondo.
"Daii.. hai tirato a indovinare?" gli chiese un' altra volta mentre lasciando la brioche di nuovo sul piattino, prese la tazza di cappuccino.
"Seegretooooo" 
Jong rise ancora una volta e lo guardò posando i suoi occhi sulle sue labbra.
Kibum lo guardò a sua volta e con aria interrogativa, gli chiese perchè fosse così concentrato a guardarlo.
"hai la schiuma del cappuccino sulle labbra" gli disse l' altro spostando i suoi occhi e incrociandoli a quelli di Kibum.
"Non mi hai portato neanche un tovagliolo, però" lo rimproverò il biondo scherzosamente.
"A che servono i tovaglioli se ci sono io?"
Il più grande si sporse verso l' altro e percorse i lineamenti delle sue labbra, con la sua lingua calda.
Lentamente, dopo essersi assicurato di aver fatto un ottimo lavoro e aver tolto tutta la schiuma da quelle labbra a cuore, andò un po più oltre, finendo per impossessarsi anche della lingua del biondo.
Fu un bacio lento ma pieno di desiderio e passione.
Kibum assaporò ancora una volta il sapore dell' altro e accarezzò lentamente la sua guancia calda dall' emozione.
SI allontanarono poco dopo. 
Si guardarono ancora una volta negli occhi e si sorrisero.
Kibum continuò a fare colazione mentre l' altro gli proponeva cose da fare durante il pomeriggio libero.
"Ti voglio far conoscere Taemin e Minho" disse ad un certo punto il biondo.
"Taemin è il ragazzo che abbiamo incontrato l' altra volta all' ospedale vero?"
Kibum mosse la testa affermando ciò che l' altro aveva appena detto.
"E Minho è quello che ha avuto l' incidente." continuò il moro.
"si... Non sono riuscito a vederli per niente. Però ho parlato con Taemin al telefono e mi ha detto che Minho sta molto meglio e che si è dichiarato.. Dopo tanto tempo ora, anche il mio piccolo amico è felice." 
Disse con un sorriso che gli illuminava persino gli occhi!
Jong ricambiò il sorriso e disse che gli sarebbe tanto piaciuto conoscere Taemin e Minho. 
"ma... Minho.. che lavoro fa? Penso di averlo già visto da qualche parte. QUando sono venuto all' ospedale e l' ho visto ho subito pensato di conoscerlo o che assomigliava tanto a qualcuno. Ma non mi viene proprio in mente." aggiunse Jong incuriosito.
"Fa il medico." lo informò Kibum.
Jong ripensò ancora una volta a quel volto, ma qualcosa gli sfuggiva. 
Forse quel pomeriggio quando lo avrebbe incontrato di nuovo, gli sarebbe ritornato in mente qualcosa.
*********
 
"perchè Jong non è quà?" disse il signor Choi perlustrando la casa di Jinki con lo sguardo.
"Perchè dovrei rispondere a uno come te?" disse Sammi con disprezzo.
"perchè sono lo zio del tuo fidanzato.. e mi devi rispetto" la guardò con fare minaccioso l' uomo davanti a lei.
In quel momento Jinki entrò dalla porta di ingresso e notò ciò che stava succedendo.
"Cosa ci fai quà?" disse senza mezzi termini.
"Sono venuto a trovare il mio bravo nipotino, no?" gli disse il signor Choi con un sorriso cupo.
"non sei gradito quà a casa mia. Lasciaci in pace. E lascia in pace anche Jong" gli disse quasi urlando.
"quel bastardo non sarà mai al sicuro finchè sarò in vita. Dimmi dov'è!" 
"Neanche per sogno. Ora ti chiedo di andartene." gli disse Jinki indicandogli la porta.
Il sorriso minaccioso dell' altro svanì per lasciar posto ad una espressione che non perdonava. 
Jinki sapeva che non gli avrebbe mai fatto niente. Non avrebbe toccato un capello ne a lui e ne a Sammi. Ma per ora non poteva fare niente per Jong, lui era ancora vulnerabile.
Il signor Choi e la madre di Jinki, infatti, erano fratelli. Per quanto orribile e spregevole, il signor Choi aveva anche un cuore... e in quel cuore striminzito teneva ben stretta la sorella e la sua famiglia, a cui non avrebbe mai fatto nulla. E di questo Jinki ne era sicuro.
L' uomo uscì dalla casa dei due chiudendo con forza la porta. 
Sammi andò ad abbracciare il fidanzato.
"cosa vuole ancora da Jong?" gli chiese preoccupata.
"Gliela sta facendo pagare per ogni giorno di carcere che ha fatto per colpa sua." gli rispose l' altro inorridito
**********
 
Erano tutti e due sdraiati sul loro nuovo letto. Minho abbracciava il più piccolo da dietro, accarezzando con una mano i capelli biondi di Taemin e intrecciando l' altra con le piccole dita dell' altro.
Si stavano godendo quel momento di felicità insieme. Non avevano bisogno di altro in quel momento. Avevano tutto quello che potevano desiderare lì, a neanche qualche centimetro di distanza.
"Hyung.. ma chi erano quei due tizi nella cucina ieri sera?? Alla fine mica te l' ho chiesto" chiese il biondo.
"Mi hanno aiutato con i preparativi.. la cena non la sapevo fare, così ho chiesto aiuto a Min Ki, quello biondo. E' il figlio di mio zio, infatti abbiamo lo stesso cognome. Tutto lo chiamano Ren, ed è un ottimo cuoco. Scommetto che quando l' hai visto pensavi fosse una ragazza eh?" disse Minho.
Taemin arrossì per la vergogna. Come aveva potuto pensare che Minho potesse tradirlo?
"invece quello con i capelli blu... si, la prima volta che l' ho visto ci sono rimasto male anche io.... è il figlio dell' altro mio zio. Mi ha aiutato con il letto e a vestirmi. Si chiama  Seunghyun ma si fa chiamare TOP!" continuò Minho.
"Quindi facciamo che non sei più geloso ok?" concluse infine avvicinandosi ancora un po all' altro e stringendolo ancora più forte.
Minho chiuse gli occhi e respirò il profumo dell' altro. Quanto era buono e dolce.
Taemin sorrise e si diede dello stupido.. ma cosa fare? Non si sarebbe fatto scappare Minho facilmente.
Uno squillo gli fece allontanare uno dall' altro.
Taemin si alzò per prendere il suo cellulare e leggere il messaggio che gli era appena arrivato.
 
FROM: KIBUM
"Tae.. Io e Jong vogliamo venire a fare due chiacchiere... non state facendo niente di sconcio voi due, vero? Possiamo venire ora o siete occupati?? If you know what i mean! xD
ciaoo.."
 
Minho si sporse per leggere il contenuto del messaggio.. Ma il più piccolo nascose velocemente il cellulare.. Era troppo imbarazzato!
"yah.. fammi vedere piccoletto" disse Minho
"E' solo Kibum che mi chiede se lui e Jong possono venire a fare due chiacchiere quà da noi" rispose velocemente il più piccolo senza neanche guardare l' altro.
" Se è solo così allora fammi vedere" ritentò di convincerlo l' altro.
"Ops.. cancellato" 
Taemin cominciò velocemente a premere contro lo schermo del cellulare e a comporre il messaggio che avrebbe inviato al suo migliore amico.
 
TO: KIBUM
"si hyung.. potete venire.. :)"
 
Non passarono neanche 5 minuti che Kibum e Jong si materializzarono davanti all' ingresso degli altri due.
Appena la porta  fu aperta, Kibum abbracciò forte il più piccolo. 
Era da un po che non si vedevano e gli era mancato un sacco il suo amico.
"Ahhh Taeeee.. Quanto mi sei mancatooo!!!"
"anche tu Hyung.." gli rispose il biondo un po imbarazzato.
"Entrate perfavore" gli invitò.
Si sedettero tutti e 4 in salotto. 
Minho non aveva mai visto Jong. Quando lui era andato in ospedale l' altro era privo di conoscenza.
"sono felice che stai meglio" gli disse Jong per rompere il ghiaccio.
"grazie mille, io invece sono felice di conoscerti. Ho sempre cercato di immaginare la persona che avrebbe sopportato Kibum... e ora che la vedo, le voglio fare le mie più sentite condoglianze." Scherzò Minho, rivolgendo poi un sorriso a entrambi.
"Yah Choi" urlò Kibum. "stai bene attento a ciò che dici" lo fulminò con gli occhi.
Tutti e 4 si misero a ridere. Jong non si era offeso.. Anzi, vedere il suo fidanzato scherzare gli riempiva il cuore di gioia.
Però allo stesso tempo non era del tutto tranquillo. 
Cominciò a guardare Minho più attentamente. Studiandone ogni particolare.
Dove l' aveva visto? Perchè era così agitato quando lo vedeva?
"Minho.. Come fai di cognome?" gli chiese ad un certo punto interrompendo la discussione che si era instaurata tra lui e il suo fidanzato.
"Choi... Minho Choi" rispose l' altro senza nessun problema. 
Fu in quel momento che Jong capì. Un senso di angoscia lo attraversò. E non riuscì a trattenere l' espressione che gli si dipinse sul volto appena quel cognome risunò nelle sue orecchie. Stupore, angoscia, tristezza. 
Sapeva che quel ragazzo non aveva fatto niente ma averlo davanti agli occhi non rendeva le cose più facili.
"Jong cosa c'è?" lo richiamò Kibum nel mondo reale.
"tuo padre è un uomo molto ricco vero?" chiese ignorando la domanda del fidanzato.
Minho venne preso alla sprovvista. Che cosa avrebbe dovuto dirgli?
"Si.." si limitò a rispondere.
"aveva un orfanotrofio vero?" continuò Jong il suo interrogatorio.
Minho mosse la testa in un cenno di assenso.
"E ora si diverte a perseguitare la gente sfrattandole da casa" 
I presenti rimasero tutti a bocca aperta.
Neanche Minho sapeva più che rispondere.
"Cosa stai dicendo Jong?" gli chiese un' altra volta Kibum.
"Il signor Choi. Quello che mi ha sfrattato. Quello che ha fatto uccidere i miei genitori e mi ha fatto vivere un'  infanzia d' inferno. Quello schifo di persona... E' suo padre."



Eccomi anche quà.. Questo è il 12 capitolo. Si cominciano a scoprire le prime cose.. Oggi vi ho detto chi era questo signor Choi.. nel prossimo invece vi dirò altre cosine.. Quindi miraccomando seguite ancora questa storia se vi va. :)
E perfavore.. Se vi piace e avete piacere di dirmelo lasciate anche una recensione.. Mi fa solo molto felice e mi da la giusta forza per andare avanti con la ff!! Grazie a tutti quelli che mi seguino.. Un bacione.

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Capitolo 13
*** E tu chi sei? ***


ECCOMI QUA!!!! xD... 
Buon giornoooo... Ecco un nuovo capitolo... SI come sempre sono un po in ritardo ma tra un capitolo e l' altro mi diverto a scrivere ONE SHOT, quindi finisco sempre per pubblicare tardi!!! ç_ç
Non mi picchiate!
Spero che il capitolo vi piaccia!! Bacione enorme a tuttii!!!!
 
"Mio padre è sempre stato una persona orribile" disse Minho "Ma non con noi di famiglia... Mi adorava, non mi faceva mancare niente... e come poteva con tutti i soldi che aveva?" continuò cercando non mantenere una voce calma  "Ho scoperto quello che lui era veramente quando finì in prigione per la terza volta. Non ci rimaneva molto... Giusto una settimana. usciva di galera e ritornava a casa come se nulla fosse.  A scuola mi rispettavano tutti. Dopo tutto ero il figlio del signor Choi. Non ho mai avuto amici veri.. e tanto meno gesti sinceri da parte degli adulti.. Mi stavano vicino e mi trattavano bene solo perchè non volevano guai" disse per poi guardarsi le mani.
"Ecco perchè me ne andai" Mentì per l' ennesima volta.
 
Il resto del gruppo lo guardò.. Taemin tratteneva le lacrime, mentre Kibum fissava il volto dell' amico con dispiacere e un pizzico di pietà. Non sapeva cosa aveva passato, ma gli dispiaceva un sacco per quel gigante buono.
Solo Jong decise di parlare. "Ti rovinerà la vita Taemin" Tutti lo fissarono. Taemin spalancò gli occhi.
"appena scoprirà della vostra relazione. Non vi lascerà in pace. Sarà in grado di uccidere la tua famiglia e farà tutto ciò che è in suo potere per allontanarvi. Ti renderà la vita un' inferno come ha fatto con me" disse continuando a guardare il più piccolo. "Salvati Tae" concluse per poi alzarsi e dirigersi verso l' uscita.
"Ti aspetterò fuori Kibum" disse "quando hai finito con i tuoi amici raggiungimi" concluse per poi aprire l' uscio.
"Non sono come mio padre Jong!" urlò Minho in modo che il più grande lo sentisse. "proteggerò Taemin, in qualunque modo!" 
"Niente può fermare tuo padre. Neanche il diavolo" disse Jong per poi uscire da dove era entrato.
 
I presenti rimasero in silenzio. Nessuno osava aprire bocca. Nessuno voleva peggiorare la situazione dicendo qualcosa di sbagliato.
"Penso che andrò a riposare un poco" disse infine Minho per poi alzarsi facendo peso alla gamba sana.
"mi dispiace Minho" cercò di dire Kibum, visibilmente scosso per ciò che era successo. "Lui non è così. Cambierà idea appena gli parlerò di te. Andrà tutto bene" disse per poi toccare una mano al più piccolo.
Kibum si alzò e si diresse verso l' uscita. "Ci vediamo ok?"  sorrise.
Taemin cercò di ricambiare il sorriso, ma qualcosa dentro di lui era cambiato. Non c'era più quella pace che aveva tanto ambito e trovato, non c'era più quel' armonia nell' aria e quella leggerezza nell' animo. Ora tutto quello era stato sostituito all' angoscia. Inutile, soffocante, schifosa angoscia.
 
Poco più tardi infatti si ritrovò lì. Seduto sul divano. A realizzare quanto crudele fosse l' universo. Gli venne quasi da piangere quando ripensò all' incidente dei suoi genitori, allo stato di suo padre, al male che gli faceva il cuore ogni volta che una piccola ferita si riapriva. Perchè doveva passare tutto quello? Perchè doveva continuare a vivere così?
Una lacrime percorse la sua guancia pallida. E se fosse successo veramente tutto quello che diceva Jong?
Kibum gli aveva raccontato della sua situazione, di cosa aveva dovuto passare. Lui non sarebbe stato in grado di reggere tutto quel dolore ancora.
Spostò il suo sguardo sul tavolo della cucina. Vide che era ancora tutto apparecchiato. Vide il pane diventare oggetto di attenzione di alcune mosche, e infine si soffermò sul coltello con il manico giallo. Pensò a quanto sarebbe stato facile usarlo.
Sarebbe sparito da quel luogo pieno di dolore. Credeva anche in Dio, quindi magari in paradiso ci sarebbe finito, forse. Sicuramente sarebbe stato meglio.
Poi però la sua mente si focalizzò su un' altro particolare. 
"Saranghae" si ricordò di aver sentito uscire da quella labbra così soffici e calde. 
Si ricordò delle foto che aveva visto la sera in cui Minho si era dichiarato, i momenti che avevano ricordato insieme, il letto che lui aveva comprato affinchè potessero dormire abbracciati. 
Il suo angelo, il suo protettore, ora, la sua unica ragione di vita.
Si alzò dal divano e ritornò in camera dove c'era Minho disteso sul letto a dormire. GLi si adagiò di fianco cercando di non fare rumore. Fece in modo di finire tra le sue braccia protettrici e di rifugiarsi lì. Lontano da tutto. Lontano dal male. Insieme a lui. 
Lo avrebbe protetto... Taemin lo sapeva.
******
 
"Smettila di fare così.. Non lo conosci nemmeno!" cercò di calmarlo Kibum.
"Lo so... Non so chi è... so solo che ha il suo stesso sangue. So solo che renderà la vita un' inferno a Taemin appena scoprirà la loro relazione. Dobbiamo fare qualcosa Kibum" rispose Jong mentre girava per il loro appartamento cercando di calmarci.
Kibum lo guardò ancora un po. Poi si avvicinò a passo veloce e unendo le sue braccia lo abbracciò e fermò il suo moto. 
"Mi ha tirato fuori dall' anoressia dopo la morte dei miei genitori, ha fatto da padre, da madre e da fratello a Taemin, l' ha aiutato a crescere a sorridere e a vivere. Mi portava da mangiare ogni sera prima di ritornare a casa e portava mia sorella a scuola quando ero troppo esausto per farlo. Ha capito lui quello che aveva mia sorella. Me lo ha detto e solo grazie a lui Amber è riuscita a stare al mio fianco per altri 5 mesi. Ha trascurato se stesso lavorando e studiando senza neanche chiedere un centesimo a suo padre. Ha vissuto come noi. Minho non è una persona normale... Minho è un angelo." 
Kibum finì di dire tutto quello per poi alzare la testa e incontrare gli occhi di Jong.
Il più grande non aveva fatto nulla fino a quel momento. Aveva ascoltato il battito del cuore e le parole di quella persona tanto importante per lui. E aveva capito.
"mi dispiace" gli aveva solo detto.  " mi dispiace" gli aveva poi ripetuto.
Lo abbracciò anche lui e rimasero così per un pò. Giusto gli attimi per sentirsi completi, in armonia, felici.
Kibum ascoltava il cuore battere forte dell' altro. Lo rendeva così felice che sarebbe potuto morirci. Finalmente l' aveva trovato. Finalmente poteva essere felice. 
Sorrise, anche una piccola lacrima scese dai suoi occhi felini e scuri.
Ma non erano lacrime tristi. 
Una storia narra che se la prima lacrima scende dall' occhio sinistro è perchè sei triste... mentre se esce dall' occhio destro è perchè si è felici.  E Jong a queste cose credeva. Ecco perchè quando vide la prima lacrima di Kibum scendere dal suo occhio destro, un sorriso radioso illuminò il suo viso, e lo baciò.
Quanto gli piaceva vedere Kibum felice.. Lo rendeva una persona completa e non più sola. Si sedettero sul divano di casa e con il braccio di Jong che avvolgeva le spalle del più piccolo, parlarono del più e del meno finchè esausto Kibum si addormentò.
Il moro percorse la linea del suo viso con un dito. Cominciando dalla fronte spaziosa, per poi percorrere delicatamente lo zigomo alto e finire per toccare le sue rosee labbra a forma di cuore. Sentì il suo cuore battere ancora più forte a quel contatto. Non si trattenne. Posò le sue labbra sopra le sue e lo baciò delicatamente per poi staccarsi e sorridere. "Sono egoista se voglio che tu resta accanto a me per sempre?" disse senza che l' altro potesse sentirlo. "O sono solo un illuso che pensa di aver trovato la felicità?"
*******
 
 
"Vado a trovare Jong domani. Per quanto ne so sta a casa di un ragazzo che ha conosciuto da poco. Un certo Kim Kibum.. Parleremo di questa situazione e poi vedremo che fare" DIsse Jinki più serio che mai. 
Perfino la fidanzata stentava a crederci che esistesse un Jinki come quello che aveva davanti in quel momento.
"Va bene.. Però state attenti. Non si sa mai cosa farà quell' altro matto. Stai attento, e se posso aiutare fammi sapere cosa devo fare. Sai come la penso di tutto questo" disse la fidanzata preoccupata.
Jinki si avvicinò a Sammi e le cinse le spalle con un braccio. Le diede un bacio sulla fronte e sempre con la faccia seria di prima le si avvicinò all' orecchio e le sussurrò "qualsiasi pasto potrebbe essere il mio ultimo..." 
Sammi si allontanò lievemente.. ma la forza del suo fidanzato la riportò vicino a lui.  "preparami del pollo e avrò una morte di tutto rispetto" finì poi per dire.
Se fosse stato un manga  sarebbe stato disegnato con gli occhi che gli ricoprivano metà viso e che luccicavano di tante piccole stelline luminose.
Sammi non sapeva neanche più che rispondere. SI era fidanzato con un pollo-dipendente e non sapeva neanche se esisteva questo tipo di malattia o se era solo un problema mentale del suo uomo.
Si dileguò in cucina.. Il pollo nel frigo non poteva attendere a lungo.
Così Jinki si ritrovò in salotto da solo. SI sedette sul divano. A dirla tutta il pollo non gli andava tanto. Ma parlare di quello era l' unica cosa con cui riusciva a far sorridere e anche un po distrarre Sammi. SApeva quanto lei tenesse a lui.. e sapeva quanto soffrisse quando lui era triste e preoccupato per tutto quello che doveva passare a causa dello zio.
Guardando verso la tv spenta pensò al discorso che avrebbe dovuto fare al suo amico.
doveva convincerlo a scappare, a cambiare città magari, cosichè il signor Choi non l' avrebbe più trovato. Ma poi si ricordò di quella telefonata. "SOno innamorato di una persona" gli aveva detto quella volta. 
Jinki sapeva che non avrebbe abbandonato nessuno che amava veramente. Ecco quale era il problema in quel momento. Domani avrebbe provveduto a risolverlo.
In quel momento si ridusse ad accendere la tele e ad ascoltare Sammi mentre dalla cucina malediceva il pollo ancora tutto surgelato.
"te ne devi andare Jong. Fallo per la persona che ami"
*******
 
Il campanello dell' appartamento di Kibum suonò verso le tre del pomeriggio. 
Jong sapeva già chi sarebbe arrivato. Si erano mandati qualche messaggio e il moro lo  aspettava con un po di ansia per quello che gli avrebbe detto. Si aspettava qualcosa.. Jinki non sarebbe venuto senza idee.
Jong andò ad aprire la porta mentre Kibum finì di sistemare le ultime cose per uno spuntino di metà pomeriggio.
"Ciao Jinki!" lo accolse Jong con un bel sorriso.
Era il suo migliore amico da tanto. Si era occupato tanto di lui e lo avrebbe ringraziato per tutta la sua esistenza.
"Vieni.. siediti sul divano!" gli disse indicando il posto a sedere.
In quel momento arrivò Kibum, che uscì dalla cucina e con un inchino salutò l' ospite appena arrivato.
"Piacere di conoscerti" gli disse.
Jinki ricambiò il sorriso e l' inchino e si voltò verso Jong. Vide l' amico sorridere. Era felice che lui e Kibum si fossero incontrati? Perchè guardava Kibum così? Non è che..??
Erano queste le domande che invadevano il cervello di Jinki. Finchè anche il suo cervello da pollo ci arrivò!
Sgranò gli occhi e si trattenne finchè Kibum ritornò in cucina, per poi alzarsi, avvicinarsi a Jong e sussurrargli nell' orecchio  "ma.. ma.. E' lui quella persona??"
Jong sorrise. Sapeva che l' amico sarebbe stato l' ultimo a giudicarlo. Così si limitò ad abassare ed alzare la testa in segno di assenso.
Jinki si allontanò e ritornò al suo posto.
"Meglio di Emily sicuramente.. SI, dai, approvo" disse, e si voltò verso l' amico sorridente!
Poi però ritornò serio ricordando il perchè era venuto fino a lì. 
"Jong.. lo sai che non puoi farlo vero?" lo guardò Jinki serio.
"Devi lasciarlo andare se non vuoi che soffra" finì di dire.
Jong lo guardò incredulo, non aveva mai pensato a questo. Era veramente così tanto egoista per pensare solo a se stesso e a quanto volesse Kibum vicino?
Ora il sorriso di prima era sparito dal viso del ragazzo che si lasciò cadere sul divano.
"Non posso lasciarlo. Abbiamo biosogno uno dell' altro" cercò di dire Jong cercando di negare la realtà.
"Non posso andare, Jinki." gli disse quasi implorandolo di farlo rimanere.
"La Corea non è piccolissima. Cercati un nuovo posto dove stare. Vai via da Seoul, Jong. Fallo per te. Non ti troverà se te ne andrai." lo supplicò Jinki troppo preoccupato per quello che avrebbe deciso.
"Ci penserò Jinki... CI penserò" Concluse il discorso l' altro.
Jinki restò per un pò li con Jong e l' altro ragazzo che aveva appena conosciuto ma che trovò molto simpatico già dall' inizio.
Finchè non si ricordò che Sammi lo stava aspettando davanti al ristorante in cui quella sera avrebbero cenato.
"Ragazzi devo andare! Ci vediamo. Grazie per la chiacchierata e tutto." disse prima di andarsene. 
Si diresse verso la porta e diede un' occhiata a Jong. Lo vide sorridente, ma riuscì comunque a percepire quella luce di tristezza nei suoi occhi.
"Ti accompagno fino a sotto" Si propose poi il moro.
"grazie tante" lo ringraziò Jinki.
Kibum rimase in casa a finire di sistemare. La mania del pulito non l' aveva abbandonato per niente.
********
 
"L' ho seguito, signore" Gli disse una voce al telefono.
"Bene. Se è andato da Jong ora sai cosa fare, non deludermi" disse il signor Choi, per poi riattaccare e sorridere compiaciuto.
Si sedette sulla poltrona e aspettò la prossima chiamata. Sarebbe stata certamente di suo gradimento.
*******
 
"Chiamami appena hai bisogno. So che prenderai la decisione giusta" 
Jinki gli diede qualche colpetto sulle spalle e gli fece forza sfoderando un leggero sorriso.
"si, grazie di tutto"
Jong lo accompagnò fino alla macchina e lo abbracciò. Gli rivolse l' ultimo sorriso e si accinse ad attraversare la strada.
Alzò lo sguardo verso l' appartamento in cui viveva da un po.
Vide Kibum che lo stava guardando e alzò una mano per salutarlo.
Fu solo in quel momento che sentì uno strano suono di pneumatici sull' asfalto. Si girò verso la macchina senza targa che stava sfrecciando verso di lui. Sentì un dolore allucinante alla testa per poi cadere nel nero.
Kibum vide tutta la scena dall' altro. Jong che veniva scaraventato sull' asfalto duro, la macchina che non si fermava, Jinki che correva verso di lui, Jong che non si muoveva, il suo corpo che non riusciva in nessun movimento. 
Le lacrime caddero ancora una volta. 
Non riuscì in nulla. Anche se aveva sofferto tanto non riusciva comunque ad abituarsi al dolore come aveva sempre cercato di fare.
Si voltò, entrò in casa e aprì la porta. Si precipitò verso la strada.
L' ambulanza arrivò poco dopo, e Jong venne portato in ospedale.
Quante volte aveva visto quell' ospedale. Ormai a Kibum veniva la nausea solo a guardarlo.
Ma in quel momento non aveva il tempo di vomitare.
SI recò dove avevano portato Jong e aspetto nella saletta.
Dopo mezz'ora arrivò il medico. 
"Jonghyun sta bene. Le ferite non sono tante. Ha solo battuto un po la testa. Ma si riprenderà. Ora aspettiamo solo che si risvegli" disse il medico.
Kibum non lo ringraziò neanche. Ormai aveva smesso con quelle formalità nei confronti dei dottori.
Corse velocemente verso camera del più grande.
Ci trovò anche Jinki. 
Il ragazzo gli sorrise, mentre Kibum gli rispose con una lacrima. 
Restò lì la notte. 
Solo il mattino seguente Jong si svegliò.
Kibum era in bagno e quando ritornò, trovò Jong seduto sul letto. Un po spaesato per il luogo in cui si trovava.
Il biondo corse verso di lui e lo abbracciò... Sorrideva, piangeva, quasi urlava di gioia. Quanto era felice!!!!
"scusi ma... " disse Jong.
Kibum si staccò e lo osservò, ora era lui, un po spaesato.
"Lei chi è? Ci conosciamo?"
Il cuore di Kibum prese a far male ancora una volta. 
Se ne andò. Lasciò la camera. E si rifugiò sotto lo scivolo del parchetto dove lui e Amber giocavano da piccoli. 
 
"Scusami Kibum. Ti devo proteggere" sospirò Jong.
*********
 
Come aveva previsto la chiamata era arrivata. E l' aveva compiaciuto.
"Ora è in ospedale. Non ci sono andato troppo forte. Lei, signore, non lo voleva morto. SOno stato ai suoi ordini" si era sentito dire.
"Ottimo lavoro. Verrai ripagato" aveva poi detto con quel solito sorriso sinistro.
Aveva poi chiuso la chiamata. Sapeva già quale sarebbe stato il prossimo passo.



ECCOVIII!!! GRAZIE PER AVER LETTO IL CAPITOLOOO!! SE VI è PIACIUTO VI INVITO NATURALEMENTE A LASCIARE UNA PICCOLA RECENSIONE!!!! BACIONE!
AL PROSSIMO CAPITOLO! :)

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Capitolo 14
*** Cancellerò ***


Buona seraaaaaaaaaaaaaaa... Lo so.. lo so.. pensavate che fossi morta vero?? eh invece no!!! Irena is backk!! xD.. Mi dispiace tantissimo del ritardo super però quest' anno ho la maturità quindi tra scuola e tutto non sono riuscita a scrivereeee!!! Ma... sono ritornata con un capitolo mooolto particolare.. secondo me a nessuna di voi è mai venuto in mente che sarebbe successo questo che state per leggeree! xD
QUindi ora vi lascio.. buona letturaaaa!

Taemin seppe della notizia grazie al telegiornale dell 19.
Minho lo vide diventare bianco e pallido e trattenere il respiro per quelli che sembrarono secondi infiniti.
All’ improvviso il più piccolo si alzò dal divano in cui era seduto con davanti la ciotola di ramen, e corse verso la porta del suo appartamento.
“Cerca Kibum nel parchetto di fianco al bar in cui andiamo ogni tanto.. se non è a casa è là” disse Minho ora molto preoccupato e ansioso anche lui.
Il più grande non poteva muoversi di casa.. se avesse seguito Taemin sarebbe solo stato un impiccio, così lo lasciò andare sperando che riuscisse a trovare il loro vicino di casa.
 
Taemin corse per le vie più buie e poco circolate Voleva arrivare al parchetto il più velocemente possibile.. Sapeva che Minho non si sbagliava mai quando si trattava di queste cose, e sicuramente non avrebbe sbagliato ora…
La pioggia cadeva, e anche le sue lacrime cominciarono a rigargli il viso!
Perché stava succedendo ancora?  Perché anche Kibum doveva soffrire?
Inciampò in un pezzo di asfalto che era venuto via, e corse ancora non curante dei pantaloni  stracciati e del giubotto  zuppo d’ acqua.
“ragazzo investito alle vicinanze di Seoul.. Ora Kim Jonghyun è incosciente all’ ospedale della capitale.”  Era solo questo quello che si ricordava dal telegiornale che aveva visto prima…  e in quel momento solo quella frase gli rimbombava nella testa… L’ unica cosa che sentiva era solo tanto dolore all’ altezza del petto e un angoscia che non finiva più..
Arrivò al parchetto qualche minuto dopo… Ma non ci trovò nessuno.  Cercò dentro la casetta per i bimbi, sotto lo scivolo fangoso, e butto gli occhi verso l’ altalena… Ma non vide nessuno.
Il suo cuore cominciò a battere ancora più forte, le sue gambe cominciarono a non riuscire più a trattenere il suo peso… e le sue lacrime a non finire più.
Estrasse il cellulare dalla tasca e velocemente compose il numero del biondo.
Taemin ora girava per il parchetto in cerca di un indizio, in cerca di qualcuno che gli dicesse che Kibum stava bene, che non avrebbe fatto nessuna pazzia, che sarebbe ritornato da lui e che avrebbe sorriso ancora perché tutto sarebbe andato bene, niente sarebbe finito male.
Ma ancora una volta le sue preghiere non servirono a nulla.
Nessuna risposta, nessuna traccia, nessuna certezza.
Andò verso l’ albero più vicino, quel pino che tante volte aveva visto guardare tutto il parco dalla sua posizione centrale.
CI si sedette sotto, si riparò dall’ acqua, cercò conforto da quei lunghi rami… finchè vide un luccichio provenire poco più distante dai suoi piedi.
Si avvicinò al braccialetto che aveva trovato e lo guardò… Lo osservò, finchè l’ immagine di Kibum a casa sua gli parve davanti agli occhi. Finchè potè chiaramente vedere il braccio di Kibum portare quel braccialetto che aveva tra le mani!
Lo rigirò tra le mani.. Spaventato di sapere il perché quel braccialetto fosse lì.. Cercò di mandare via lo sporco della terra  e così vide la lettera incisa sopra.
Una  A.
Taemin si ricordò di Amber, la cara sorella che Kibum aveva tanto amato.
Così  si rimise in piedi e riprese la sua corsa, forse ora, più speranzoso.
E con quel senso di speranza si diresse verso il cimitero in cui Amber era stata seppellita.
******
 
“Partirò domani Jinki. Assicurati di dare le mance alle infermiere e cerca di farmi uscire da questo ospedale, ora sto bene” disse Jong con un filo di voce.
“E’ stata opera del signor Choi.. Lo sai questo vero?” gli chiese l’ amico.
“La mia vita, tutto quello che ho, tutto quello che sono, tutto quello che ho amato, odiato, voluto, tutto è sempre stata opera del signor Choi!... Tutto è sempre stato opera di QUEL BASTARDO!!!” 
Jong urlò quelle ultime due parole e, come se la sua mano fosse guidata da esse, scaraventò per terra il vassoio della cena.
“Mi ha rubato tutto.. l’ infanzia, la famiglia, la vita.. e ora anche Kibum.. come posso fare senza di lui Jinki!! COME?” chiese ancora più arrabbiato di prima.. I suoi occhi mostravano odio e dolore.. da quei occhi cominciarono anche a cadere le prime lacrime di disperazione.
“mi aveva fatto rinascere Jinki.. Il suo sorriso, la sua forza, le sue debolezze, i suoi abbracci e i suoi baci che non finirò mai di desiderare.. Mi stava facendo vivere.. lontano da loro che non mi hanno mai voluto, lontano da loro che mi hanno sempre fatto del male. Mi stava portando in paradiso. Senza di lui cosa posso essere?”
Jinki cercò di calmarlo.. si mise al suo fianco e lo abbracciò.
“Ti farai una vita nuova.. so che sarà meglio così... Jong, non immischiare Kibum in tutto questo.. non farlo soffrire più di quanto ha già sofferto… andrà bene così!”
Jong ascoltò le parole dell’ amico con un nodo in gola, convinto che tutto quello che stava accadendo fosse solo l’ inizio dell’ inferno!
******
 
Dopo un po’ si era anche messo a ridere..
Dopo un po’ aveva accettato quella sua condizione da eterno sfigato, quella sua condizione di eterno dolore e angoscia.
Tanto cosa avrebbe dovuto fare? Niente.. Dio aveva deciso questo per lui.. perché non starsene a sedere e aspettare la morte allora?
Era arrivato al parchetto dove aveva pensato di dirigersi quando si era messo a correre per scappare via da quel posto che chiamano ospedale.. così si era messo  sotto quell’ albero in cui lui e sua sorella contavano quando giocavano a nascondino..
SI era seduto lì, a gambe incrociate, mentre la pioggia cadeva e i ricordi scivolavano nel nulla. Via da lui.. lontani.. dove non gli avrebbero fatto del male.. dove sarebbero rimasti confinati senza mai più ritornare.
A occhi chiusi la mente di Kibum si stava facendo del male.
Pensava a quanto la storia della sua vita potesse essere così triste e dolorosa.. così si accorse che se fosse diventata la trama di un libro avrebbe fatto un sacco di successo.
Il biondo si porto i palmi alle tempie.
“non è successo a mè, era solo un libro… non è successo a me, era solo quello che ho letto… non è successo a me… non è successo a me” si ripeteva bisbigliando fra se e sé..
Si auto convinse.
Appoggiò la testa sulla corteccia dura e sospirò.. Fece un semplice sorriso e riaprì gli occhi.
Guardò le sue mani e le vide pallide, il suo sguardo si posò sui suoi polsi e con la mano destra percorse le vene che si vedevano, per arrivare infine a toccare quel braccialetto argento che portava da un po’.
“Anche tu non sei esistita veramente vero? Eri in quel libro anche tu, no?  La lettera A.. si.. Amber… eri la sorella del protagonista…” disse ancora, rivolgendosi a nessuno.
Si tolse il braccialetto e lo lanciò poco più lontano da dove si trovava.
“non mi servi più” parlò con sguardo serio.
“cancellerò anche te” continuò tremante.
Kibum si alzò da dove si era seduto e ricomponendosi si diresse verso la strada luminosa.
Qualcosa stava cambiando.. Ma Kibum non se ne accorgeva. Qualcosa stava andando male, ma il biondo non ne dava peso. Quello che stava facendo la sua mente lo faceva stare bene. Quello che lo stava proteggendo non gli avrebbe più fatto del male. Kibum non avrebbe più provato dolore.
A passo sicuro si diresse verso il cimitero.
“Ti cancellerò… ti cancellerò”
Arrivò davanti alla tomba. Si abbassò e guardò la piccola foto lì di fianco.
“sei veramente come ti hanno descritto in quel libro, Amber” disse con un semplice sorriso.
“Ti ho portato questi”  aggiunse per  poi abbassarsi e poggiare dei fiori bianchi sulla tomba della ragazza.
“sai… io non ho una sorella. Sono figlio unico. Mi sarebbe  piaciuto averne una ma mia mamma non mi ha mai accontentato.”
Il suo cervello prese nota.
“Io mi chiamo Kim Kibum comunque. Ho letto quel libro in cui parlavano di te. Era una storia vera, sono così contento che quello che è successo al ragazzo protagonista non sia successo a me. Sai… perdere così tanto e riuscire a vivere lo stesso è così triste.. mi dispiace per lui.”
La sua mente memorizzò ancora.
“Io non ho mai sofferto tanto. Fortunatamente ho vissuto una vita felice. Sai.. le solite cose, vado a scuola.. lavoro un po… Un giorno ti dovrò presentare anche Taemin.. è un mio caro amico! Sarai felice di conoscerlo.. ne sono sicuro! Ora però devo andare via. Ciao Amber, ritornerò a trovarti!”
Così Kibum salutò con la mano e con un semplice sorriso e si voltò intento a ritornare a casa.
“cosa stai facendo Kibum?”  gli chiese però quel ragazzo visibilmente  preoccupato, davanti a lui.
“Ciao Taemin” salutò Kibum sorridente ed entusiasta di rivedere l’ amico.
“Ti ho mai raccontato di quel libro che ho letto? Ora non ricordo bene il titolo. E’ la storia vera di un ragazzo a cui non va mai bene niente.. Gli era morta la sorella e qua è dove lei è stata seppellita. E’ proprio qui.. Amber.” Gli rispose ancora con un sorriso semplice dipinto sul volto.
Taemin spalancò gli occhi. Non riuscì a dire nulla. Era spaventato e scioccato. Cosa poteva fare!
Le prime lacrime caddero dai suoi occhi a mandorla. Il senso di angoscia lo pervase e con esso le sue gambe cedettero.
Taemin si ritrovò per terra.. A piange  come non aveva mai fatto. Senza vergogna, senza paura, senza pudore e senza modo di smettere.
Il biondo invece lo guardò ancora una volta incuriosito. “Perché piangi Tae?” gli chiese poi, finalmente.
Non ebbe risposta.
“daii.. qualunque cosa sia non penso che sarà così grave” gli disse l’ amico sorridendo ancora una volta.
Taemin rivolse lo sguardo in alto, verso quello di Kibum.
I loro occhi si incrociarono e la fitta al cuore di Taemin si fece sentire più forte che mai.
Cercò di essere forte. Doveva aiutare il suo amico. Non poteva lasciarlo in quelle condizioni.
Si alzò, cercò di ripulirsi e con ancora le lacrime agli occhi fece un sorriso forzato al suo hyung.
“Ok hyung.. andiamo a casa ora.. non è niente di grave” decise quindi di dire.
“va bene piccoletto. Nella via di ritorno ti compro un biscotto alla panna.. il tuo preferito, ok?”
Taemin lo guardò e gli sorrise debolmente un’ altra volta... il biscotto alla panna non gli era mai piaciuto.. e il Kibum di prima non si sarebbe mai sbagliato.
******
 
 
“Avevi detto che non avresti fatto nient’ altro di male  se fossi riuscito a diventare dottore.”
“te lo avevo mai promesso, Minho?” si sentì rispondere il ragazzo dai capelli scuri.
“Lascialo stare! Come fai a essere così crudele?” ribattè ancora.
“sei sangue del mio sangue figliolo.. un giorno capirai anche tu come va questo mondo”
Detto questo il signor Choi fece finire la chiamata.
Minho colpì il muro con la mano sana preso da un momento di rabbia.
Quando era arrabbiato, deluso, amareggiato!
Essere figlio di quell’ essere lo rendeva così nervoso!
 
Sentì la il suono della chiave girare nella toppa della porta.
SI girò verso quella direzione e dopo pochi secondi vide Taemin e Kibum entrare tutti bagnati.
Sinceramente non si aspettava una scena come quella che vide.
Kibum sorridente lo salutava con una mano. Era bagnato si, ma questo non sembrava minimamente infastidirlo. Non era triste, non era cupo e infelice come ci si aspettava da uno che aveva dovuto sopportare tutto quello.
Spostò quindi lo sguardo verso Taemin. Dentro ai suoi occhi vide la più scura delle emozioni impadronirsi della sua anima.
Non riuscì a parlare. Non sapeva che dire. Cosa stava succedendo? Cos’è che non sapeva?Come sarebbe andata a finire?
Minho non riuscì a rispondere a nessuna di quelle domande, finchè Taemin dopo aver indirizzato Kibum verso la doccia gli raccontò tutto.
I due fidanzati si sedettero sul divano aspettando che il più grande finisse di lavarsi e cambiarsi.
“Non può essere definita una malattia. E’ solo un modo che il cervello ha per proteggere Kibum. La sua mente ha cancellato tutte le cose brutte che gli sono capitate. Gli sta facendo credere che tutto quello che è successo lui lo abbia letto solo in un libro. Gli sta facendo credere che non ha mai sofferto, che la sua vita è perfetta, che non ha mai avuto una sorella e che per lui le cose vanno  a meraviglia. Sicuramente non si ricorderà di Jong e tantomeno del mio incidente.” Disse Minho rivolto al piccolo biondo.
Taemin ricominciò a singhiozzare. I suoi occhi si riempirono di nuovo di pianto e con debole voce disse “e ora come facciamo a farlo ritornare come prima?”
Minho lo abbracciò e con voce sincera gli chiese  “vuoi veramente che ritorni a ricordare tutte le cose brutte che gli sono successe? Ora Kibum sta bene. Fai finta di niente anche tu.. ok?”
Taemin sentì una strana sensazione.
Minho aveva ragione?

Come sempre vi  invito a lasciare un piccola recensione se il capitolo vi è piaciuto!!! Spero tanto di si!!!
Vi adoro.. e grazie di seguirmi sempree! Bacioneee!

Ena

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Capitolo 15
*** La verità ***


Buongiorno, e anche buon fine settimana! :)
Eccomi con un nuovo capitolo. Fortunatamente quest volta sono riuscita a pubblicarlo più presto del previsto!! :)
Spero che vi piaccia veramente.. Piano piano stanno venendo a galla tutti gli scheletri nell' armadio dei nostri carissimi protagonisti!! xD
Buona letturaa!! :)



“ti va di vedere un film, Kibum?” gli chiese Jong avvicinando le sue labbra all’ orecchio del più giovane.
“possiamo stare ancora un po così abbracciati?” gli rispose Kibum con un’ altra domanda per poi, prendere il braccio del moro e stringerlo tra le sue..
Il biondo chiuse gli occhi e si accoccolò appoggiando la testa sul petto dell’ altro…
Sentiva il suo cuore…
Jong lo guardò e un sorriso si dipinse sul suo volto, avvicinò la sua faccia ai capelli di Kibum e ne respirò l’ odore. Quel profumo dolce e sensuale gli pervase l’ anima.
Stampò un tenero bacio sulle sue labbra e per un po’ lo osservò riposare beato tra le sue braccia, convinto che nessuno lo avrebbe mai più portato via.
Fu in quel momento che un colore rossastro dipinse la maglia di Kibum.
Jong spostò lo sguardo sul viso di Kibum, che ora non stava più sorridendo.
“Kibum.. Kibum..” lo scosse il più grande, “kibum che ha?” gli chiese, senza però ricevere alcuna risposta.
Le sua mani si mossero velocemente, alzarono la maglia del biondo e i suoi occhi videro ciò che era una ferita prodotta da una lama.
“l’ hai ucciso tu Jong! E’ morto per colpa tua, Jong” rimbombava una voce nella stanza.
Il moro si alzò da divano, e lasciò cadere il corpo di kibum su esso.
“non ho fatto nientee!! Non ho fatto niente” cominciò ad urlare il più grande portandosi le mani alle tempie.
Fu in quell’ attimo che sentì qualcosa venire a contatto con la sua testa.
Il ragazzo si guardò le mani, più spaventato di prima.
Un coltello sporco del sangue del suo ragazzo era chiuso tra le sue dita.
Lasciò cadere l’ arma e con gli occhi pieni di paura, si voltò cercando di trovare una via di fuga.
“Jong, tu mi hai ucciso.. Mi hai ucciso”  Il moro sentì quelle parole pronunciate da una voce così familiare, che solo sentirle venire da quella parsona lo fece scoppiare in lacrime.
Si voltò, lo vide…  sdraiato, con gli occhi pieni di lacrime, con la mano sulla ferita, con l’ espressione distrutta.
“Mi hai ucciso” ripetè.
 
Jong si svegliò.
La maglia impregnata di sudore era la testimonianza della  sofferenza durante il sonno. Si guardò intorno e vide la sua camera. La camera del suo appartamento negli stati uniti. Accese la luce e si portò le mani al volto.
Il suo cuore faceva male.. Così male che non riusciva a sopportarlo, così male che se glielo avessero strappato avrebbe sentito meno dolore.
La prima lacrima cadde dagli occhi a mandorla per finire nel lenzuolo blu.. quel lenzuolo in cui Kibum aveva dormito quando era stato a casa sua.
“ahhhhhhhhhhh”  un suo urlo spaventò il gatto che stavamo dormendo sul fondo del letto.
Bummie, il nome del gatto, si svegliò e se né andò, lasciando, anche lui, Jong solo con se stesso.
******
 
A Seoul le giornate erano passate, i mesi erano volati via, e dopo quasi un anno dal giorno in cui Kibum aveva deciso di cancellare tutto, la vita del biondo era continuata serena e normale.
“TAEMINNNNNN….” Sentì urlare il piccolo dal piano di sotto.
“Tae.. l’ hai rifatto di nuovo, vero?” chiese Minho, girandosi verso colui che era ancora il suo fidanzato.
“Cavolo Minhooo!! Ti avevo detto di buttarlo nella spazzatura!! E adesso che gli dico?” rispose Taemin per poi cominciarsi a mangiucchiare le unghie.
“la smetti di mangiarti quelle unghie?” lo riprese il moro “vado a parlare con Kibum” concluse per poi alzarsi.
Minho scese le scale del palazzo, sapendo già quello che stava per succedergli. Si immaginava già Kibum con un diavolo per capello che indicava la biancheria sporca che Taemin come tutte le settimane gli aveva chiesto di lavare, e più arrabbiato che mai lo riprendeva per quello che ci aveva trovato lì in mezzo.
Aprì la porta dell’ appartamento del più grande e ci entrò cercando di trovare l’ espressione più dispiaciuta che possedeva.
“Allora Minho!!” cominciò il biondo cercando di mantenere la calma. “Io sono più che contento che per far risparmiare a tutti e 3 facciamo il bucato  insieme..” sospese il discorso per avvicinarsi di qualche passo al mal capitato. “ Però se io, ogni volta che vado a stendere il bucato mi ritrovo quella roba” riprese cercando di non far fuoriuscire gli occhi dalle orbite. “Mi arrabbio!! E anche tanto! E’ possibile che non siete in grado di buttare un cazzo di preservativo nel bidone??” disse con tutta la voce che aveva in gola  “vi ci vuole l’ insegnate di sostegno? Non so.. devo venire su ogni volta che copulate e con le frecce che usano per illuminare i locali Hot, devo indicarvi il cestino??  Se me lo chiedete lo faccio eh.”  Incrociò le braccia e guardò Minho con occhi assassini.
“emm” tentò Minho di trovare qualsiasi cosa da rifilargli, cercando di non far uscire neanche mezza risata.
“Già mi infastidisce che deturbi l’ innocenza del mio piccolo Taemin…” continuò il biondo.
“Chiamala innocenza… vacci a letto e poi voglio vedere se lo consideri ancora  innocente” disse Minho tra se e sé.
“Ma poi che mi sento fino a qua giù.. voglio dire.. ho capito che hai un mostro tra quelle gambe, e tutto quello che vuoi, ma ogni tanto sono indeciso se chiamare la polizia o no.”
A quelle parole Minho non riuscì più a trattenersi. Scoppiò in una fragorosa risata. Non riusciva neanche più a smettere o almeno a trattenersi.
Taemin intanto ascoltava tutto dalle scale. Poteva immaginare la faccia di Kibum.. e sicuramente non era una faccia allegra. Quindi decise di scendere e andare a salvare il suo stupido fidanzato dall’ inferno a cui Kibum lo avrebbe condannato da lì a poco.
Si catapultò al primo piano e avvicinandosi a Minho disse :“Scusa Hyung.. Non lo facciamo più ti giuro!! Scusaaaaa scusa scusa!”
Poi senza neanche guardarlo in faccia, tanto era l’ imbarazzo, prese il moro per il braccio e lo trascinò via, con ancora , quest’ ultimo, che si piegava in 25 dalle risate!
 
“Hai rischiato di essere ucciso da Kibum… Minhoooooo!!!! Non puoi ridegli spudoratamente in faccia!” Lo riprese Taemin una volta al sicuro.
“ahahahhahahaha.. Ma hai sentito cosa ha detto? Te innocente?? Ahhahahaha.. o mio Dio.” Disse in preda alle risate.
“io sono innocente, Minho” disse Taemin corrucciando il faccino “veramente” cercò di enfatizzare la cosa.
“Si certo.. le manette le ho comprate io..”  gli rinfacciò Minho.
Taemin ritornò rosso come un peperone e decise che in quel momento, forse, era meglio se se ne andava via per un po’… Giusto il tempo di far calmare Minho dalle risate che gli stavano strappando le lacrime, e giusto per far sbollire Kibum dall’ affronto del moro.
******
 
“Ciao Amber, sono Taemin”  parlò il ragazzo con dei bellissimi fiori lilla tra le mani.
“la scorsa settimana ho avuto da fare e non sono riuscito a venirti a trovare, mi dispiace.” Riprese.
“Ti ho portato questi fiori… Ti piacciono? Kibum l’ altro giorno è rimasto per ben 10 minuti ad osservarli… Forse nella sua testa qualcosa gli diceva che i fiori lilla erano i tuoi preferiti. Ma.. lui è sempre quello. Kibum è rimasto così… Non si ricorda… Ha deciso di dimenticare e niente sembra riuscire a riportarlo come prima. Forse è un bene no? Minho ha sempre detto che così avrebbe potuto vivere tranquillamente. Ma che vita tranquilla è questa?” si sedette sull’ erba bagnata.
“Lo stai proteggendo da lassù, Amber?.. Anche oggi si è arrabbiato, Minho  gli ha pure riso in faccia” un sorriso accese il suo volto “povero.. era rosso di rabbia” disse.
“Cosa devo fare, Amber?”
Il vento soffiò un po più forte di prima e le foglie degli alberi produssero un suono delicato ma allo stesso tempo sinistro.
“C’è qualcosa che non va.. Non credi, Amber?”
******
 
“Ma ti pare che devo rifare il bucato di nuovo?” Disse Kibum rivolto a Julliet, la sua bella gatta. “Mi si sbiadiscono tutti a farza di lavarli.. mannaggia.. ahhh quei due..prima o poi li faccio fuori” concluse.
Prese tra le braccia la gatta dal pelo bianco e le accarezzo la testolina. Questa cominciò a fare le fusa.
Kibum cominciò a piegare i panni che si erano asciugati. Li ordinò per colore e li depose delicatamente in ogni loro cassetto.
Stava appoggiando i jeans neri nell’ ultimo cassetto quando trovò una gonna gialla.
“E questa?” si chiese.
La prese tra le mani e la rigirò su e giù. Non si ricordava proprio da dove veniva quella bella gonna da ragazza.
La avvicinò al viso e ne sentì l’ odore.
La gonna gli cadde dalle mani appena quel profumo da ragazza si infilò nelle sue narici.
Qualcosa che non gli permetteva più di respirare.
“Fratelloneeee,  guarda che bella gonna gialla!!, me la compri??”
Kibum sentì una voce dentro la sua testa. Chiuse gli occhi e vide un ragazzina dai capelli corti che gli sorrideva davanti ad un negozio!
La sua testa diventò pesate, i suoi occhi cominciarono a lacrimare e un sentimento gli divorò l’ anima.
Un sentimento di angoscia, di abbandono… di mancanza…
Quanto gli mancava quella ragazza!
Si alzò dal pavimento in cui era seduto e con le ultime forze che gli erano rimaste camminò fino alla sua camera da letto.
Dal comodino prese un sonnifero. La infilò in bocca e si sdraiò nel letto.
“ho solo bisogno di dormire” si disse “lei se ne andrà” si auto convinse.
*****
 
 
 
“Buon giorno dottor Choi” un’ infermiera  accennò un inchino e con un sorrisino malizioso si dileguò sperando che il bel dottore che ormai aveva rubato il cuore a metà infermiere dell’ ospedale si ricordasse di lei.
Ma Minho aveva ben altro a cui pensare. Sinceramente della lunga fila di ragazze che gli facevano la corte non gliene importava proprio niente. Lui aveva il suo Taemin, e per il moro, perfino tutte le ragazze del mondo messe insieme non sarebbero state in grado di dargli quello che il piccolo biondino gli offriva.
Stava camminando lungo il corridoio principale dell’ ospedale. Quel corridoio che lo avrebbe portato nella stanza del suo nuovo paziente.
Minho dopo l’ incidente era ritornato in servizio quasi subito. Era molto importante all’ interno della struttura ospedaliera e non poteva mancare per molto. Così non appena aveva ricominciato a camminare decentemente si era rimesso all’ opera e aveva ripreso in mano il suo ruolo da dottore.
“mmm.. Lee Tae Joon… paralizzato dopo un incidente. Vediamo un po cosa posso fare” disse fra se e sé leggendo la cartella clinica del nuovo paziente.
Arrivò alla camera 202. Si sistemò il camice bianco e bussò delicatamente.
Un “avanti” proveniente dall’ interno della camera, lo invitò ad entrare e così, Minho, armatosi di un bel sorriso, aprì la porta ed entrò dentro alla stanza bianca.
Quello che vide però lo sorprese.
Taemin, il suo fidanzato, era seduto di fianco al letto del malato.
Minho in un primo momento non capì… soltanto rileggendo un’ altra volta il nome del paziente e notando la somiglianza tra i due, se ne accorse.
“Minho.. cosa ci fai qui?” gli chiese Taemin nervoso, che aveva già cominciato a mangiarsi le unghie.
“Tae… bhe” cercò di sorridere “il signore è il mio nuovo paziente” disse infine.
“Buon giorno signor Tae Joon, io sono il dottor Choi Minho, spero che lei si troverà bene con me, farò del mio meglio per curarla.” Aggiunse Minho per poi inchinarsi.
“Buongiorno dottore” disse il padre di Taemin.
Intanto il biondo fissava i due incredulo per quello che stava avvenendo.
Stava con Minho da ormai un anno. Solo Dio sapeva quante volte aveva desiderato che lui e suo babbo di conoscessero. Quante volte aveva pregato che suo padre diventasse più tollerante nel confronti di coloro che, come suo figlio, amavano persone dello stesso sesso.
Ma tutte le preghiere non erano servite a tanto. Ogni volta che Taemin andava a trovare suo padre, quest’ ultimo gli chiedeva sempre se si fosse sistemato con qualche ragazza e se avrebbe mai avuto un nipotino prima di morire.
Così Taemin era sempre rimasto zitto e aveva tenuto la  sua relazione nascosta al padre.
Fù però in quel momento che capì che qualcosa doveva andare diversamente. Era giusto che anche il padre sapesse. Forse proprio quella coincidenza era un segno da parte del destino. Forse era giunto il momento di dirglielo.
Mentre Taemin pensava a tutto ciò, Minho invece era in difficoltà.
“Non si può ricordare… E’ impossibile che possa ricordarsi. L’ incidente è stato molto tempo fa” Continuava a ripetersi fra sé e sé.
Cercava di calmarsi ma il suo cuore batteva all’ impazzata. Guardava il suo piccolo fidanzato e sperava che non scoprisse mai la verità che lui aveva nascosto da così tanto tempo e che ora rischiava di essere svelata.
“Da quanto tempo se dottore ragazzo?” la voce di Tae Joon interruppe i pensieri di entrambi i ragazzi.
“Da quasi 3 anni signore.”  Rispose Minho educatamente.
“E quella cicatrice sul collo quando te la sei fatta, ragazzo?” Continuò il padre di Taemin.
Minho rimase immobile. Non seppe che rispondere.
“Tre anni e mezzo fa, giusto?”  riprese il discorso, Tae Joon.
Il giovane dottore spalancò gli occhi e il suo cuore riprese a battere ancora più velocemente.
Anche Taemin ci rimase di stucco.
Sapeva di un’ incidente in cui Minho era stato coinvolto e in cui si era procurato quella ferita. .. Ma come faceva a saperlo anche suo padre? Si conoscevano già? E perché ora suo padre aveva quell’ espressione di odio e quell luce malevola negli occhi?
Erano queste le domande che invadevano la mente del biondo.
“Si signore” rispose Minho.
“Sei il figlio del sigor Choi, vero?” chiese ancora una volta l’ uomo sul lettino.
Minho non seppe che cosa rispondere. Si limitò a muovere il capo in segno di assenso.
“Ma.. Voi due vi conoscete?” chiese Taemin incuriosito e forse anche un po spaventato da quello che avrebbe potuto rispondere suo padre.
“Taemin… questa persona” cominciò a dire suo padre, per poi girarsi verso di lui con gli occhi pieni di odio e di lacrime. “questa persona ha ucciso tua madre.”



Eccomi quààààà... ehh lo so.. come sempre vi lascio con questi momenti pieni d' ansiaa! xD.. Però sapete che potete fidarvi di me (o forse no) quindi continuate a seguirmi!!!
Ah.. e se vi è piaaciuto lasciatemi anche una piccola recensione.. Mi fa sempre un sacco di piacere sapere cosa ne pensate e mi da anche una carica in piu per continuare la storia!!
Grazie tanteee e alla prossima! :)
Bacio..
Ena
 

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Capitolo 16
*** Il ritorno ***


BUONGIORNOOOOOOOOOOO... Lo so, lo so... sono veramente in orrendo ritardoo!!!.. Più di due mesi sono passati.. Cattiva Ena!! Però perdonatemi veramente.. Tra scuola e tutto non ho un momento per respirare!!!! ç_ç
Ma come  potevo lasciare i nostri cari amici così?? No, non potevoo! Quindi ecco a voi un' altro emozionante capitolooo! xD
Spero veramente che vi piacciaaaa!!!
Buona lettura!




“Taemin… questa persona….questa persona ha ucciso tua madre.”
Le parole gelarono il sangue del piccolo biondo che incredulo fissava il padre inchiodato a quel letto d’ospedale.
Per quelli che sembravano interi interminabili minuti, Taemin si dimenticò come respirare. Nessuna parte del suo corpo ormai gli dava più ascolto, neanche il cuore sembrava facesse più il suo lavoro.
Taemin svenne.
Solo qualche ora più tardi riprese conoscenza. Quella conoscenza che non voleva essere ripresa perché faceva così male, faceva così schifo, così paura, così odio!
Era attaccato ad una flebo, magari pensavano che tutto era stato dovuto ad un calo di zuccheri.
Era anche stranamente calmo, ma quella siringa attaccata alla flebo gli fece capire che c’era un motivo anche per quello. Un calmante.
Si tolse la flebo dal braccio e si alzò dal letto. Un po’ frastornato, debole, con la testa che girava ancora.
Prese i pantaloni che erano stati attentamente piegati e posti sopra una sedia che faceva da arredamento alla stanza e velocemente uscì dall’ ospedale.
Sicuramente non sarebbe andato a casa. A casa c’era Minho, e nello stato mentale in cui si ritrovava era assolutamente l’ ultima persona che voleva vedere in quel momento.
Così ritornò là.
Il sole non era ancora tramontato e l’ aria fresca della sera gli faceva quasi piacere.
Non aveva ancora deciso di pensare a quello che gli era capitato qualche ora prima nella stanza d’ospedale di suo padre, e aveva deciso che lo avrebbe fatto solo dopo essersi ritrovato davanti a quella che sembrava essere la sua unica amica rimasta. La morta Amber.
La strada per il cimitero era semplice, e Taemin, sovrappensiero, la percorse in un batter d’occhio. Così si ritrovò nello stesso posto di quella mattina in cui ancora non sapeva proprio cosa gli sarebbe capitato.
Si sedette davanti alla lapide e gli sorrise un poco. A Taemin piaceva veramente tanto pensare che lei, gli stesse sempre accanto, che vedesse quando piangeva, quando sorrideva, quando era triste e quando era veramente felice. L’ unica cosa che si augurava non vedesse erano le porcate che faceva in camera con Minho.
Già… Minho.
Il biondo fece in modo che il suo cervello ripercorresse quello che era accaduto in ospedale.
Minho era entrato in camera. Lui era così felice di vederlo, gli aveva dato la forza di dire la verità a suo padre
Poi c’erano state le domande del padre. La sua faccia triste. L’ espressione di Minho. La confessione. Il suono di quelle parole dentro le sue orecchie. Il mal di cuore. Lo stomaco sottosopra. Il vuoto e poi il buoio.
Si morse il labbro inferiore e dai suoi occhi cominciarono a scendere le pirma lacrime di dolore.
Come poteva essere stato Minho a uccidere sua madre? Non si capacitava per niente di tutto ciò. Non riusciva a capire perché la sua vita gli portava solo tante delusioni. Possibile che era nato solo per piangere e per soffrire? Possibile che quando, con tutte le forze  aveva cercava di risalire quella montagna così difficile cercando di superare tanti di quegli ostacoli, c’era sempre una mano che era pronta a riportarlo giù?
Chiese tutte queste cose ad Amber. Ma lei non le rispose, come sempre. Così smise di parlare e le sue lacrime lo fecero al posto suo.
******
 
Minho scoprì che Tamin era scomparso dalla sua camera poco dopo. Ma non poteva lasciare il suo lavoro. Alcune persone avevano bisogno di lui. Doveva restare lì dove era.. e sperare che Taemin ritornasse a casa. Ritornasse d alui. Perché lui aveva tanto bisogno di quel piccoletto che gli aveva rubato il cuore e che, per un destino così crudele, aveva sofferto così tanto a causa sua.
“non dirò niente a nessuno, però stai lontano da mio figlio e procurami un altro dottore. Hai rovinato le nostre vite, vederti in faccia tutti i giorni sarebbe un ulteriore punizione.”
Erano state queste le parole che il padre di Taemin gli aveva riferito poco prima che lui si congedasse.
Minho si sedette su una sedia che casualmente si trovava nel corridoio dell’ ospedale. Non vedeva il via vai di infermiere e di tutte quelle persone in visita che passavano su e giù e che lo guardavano quasi preoccupate. Minho non vedeva nulla. Il buoio gli aveva invaso i sensi e neanche più le lacrime trovavano via di fuga. Voleva liberarsi di quel peso. Voleva così tanto che tutti dimenticassero tutto. Che tutti dimenticassero l’ incidente di quel freddo dicembre.
“la donna non ce l’ ha fatta. Il marito invece non potrà mai più camminare”
Erano queste le parole che Minho ricordava di quel giorno.
Di quel maledetto giorno in cui da poco aveva preso la patente e da poco aveva compiuto i 19 anni.
Era andato a festeggiare con gli amici e come nessun ragazzo avrebbe dovuto fare, aveva bevuto e si era messo alla giuda della sua macchina.
Non era notte fonda, e a quell’ ora il via vai di macchine non era ancora terminato. Minho però era già ubriaco e anche se la strada da fare era poca, non aveva intenzione di restare nei limiti di velocità e all’ incrocio non si era fermato.
L’ impatto era stato molto violento. La parte anteriore dell’ auto di Minho era finita sul lato del passeggiero dell’ altra auto. E, il caso volle che seduta su quel sedile ci fosse la mamma di colui che sarebbe diventato il fidanzato dell’ assassino.
Se l’ era cavata con poco. Qualche punto sulla patente e tanti soldi per far zittire tutti. Il padre di Minho, il signor Choi, aveva fatto un ottimo lavoro. Nessuno aveva mai saputo chi era stato l’artefice dell’ incidente e nessuno l’ avrebbe mai saputo.
L’ unico di cui non si era preoccupato il signor Choi, era il padre di Taemin. Anche se con le gambe schiacciate dalla parte anteriore dell’ auto, dopo l’ impatto era riuscito a rimanere cosciente e dopo che Minho, quasi del tutto illeso e barcollante era uscito dalla macchina, l’ aveva visto in faccia e aveva memorizzato dentro la sua testa ogni lineamento di quel ragazzo ubriaco che gli aveva appena rovinato l’ intera esistenza.
Dopo che gli fu data la notizia della sua impossibilità di caminare, il padre di Taemin aveva fatto qualche ricerca, e nel suo silenzio, aveva memorizzato tutti i dati di Minho.
 Da quell’ episodio Minho non aveva più ripreso la macchina in mano e si era chiuso nella sua camera, a studiare e studiare per diventare un dottore. Perché lui non era come suo padre. Lui soffriva per quello che aveva fatto. Lui non dormiva la notte per i sensi di colpa che gli invadevano ogni parte dell’ anima fino a quasi divorarla. Aveva deciso che avrebbe salvato le vite. Che sarebbe stato qualcuno di rispettabile e avrebbe pagato il suo debito.
Era ritornato tante volte nel luogo dell’ incidente. Anche la mattina dopo dell’ incidente.
Era lì, che per terra, nell’ asfalto ancora rosso e pieno di segni bianchi aveva trovato il portafoglio della mamma di Taemin. L’ aveva aperto con le mani tremanti, e lì dentro aveva trovato la foto del piccolo Tae. Si era acasciato a terra alla vista di quel ragazzo delle superiori. Aveva cominciato a piangere perché sapeva che in quel momento lo stava facendo anche lui.
Qualche giorno dopo aveva fatto delle ricerche e per quasi un anno aveva tenuto sotto controllo il ragazzo. “ma cosa sto facendo.. ho percaso paura che si droghi o qualche cosa del genere? Sono un matto! Smettila Minho” si ripeteva di tanto in tanto. Ma la voglia di proteggerlo era così tanta e quando ebbe la possibilità di rimanere il più vicino possibile a quel ragazzo si era trasferito da lui.
Ora era lì, in quella sedia da solo. Con il suo ragazzo chissà dove a piangere, con la sua vita che ormai non aveva più un senso, con la voglia di combattere che ormai aveva abbandonato il suo corpo.
Immerso nei suoi pensieri, Minho non stava più vivendo.
“Oppa!!” La voce di una bambina di non più 6 anni lo fece in parte risvegliare da quello stato.
“Ciao Se Yi... come stai bellissima?” la bambina col berretto e il pigiama non gli rispose. SI sedette in braccio a Minho e si limitò a guardarlo negli occhi. Nel profondo degli occhi. Quansi come se potesse vedergli l’ anima, così come solo i bambini sanno fare.
“andrà tutto bene Oppa” disse la bimba per poi dargli un bacetto nella guancia e ritornare da dove era venuta.
Minho la guardò andare via saltellando e sorridendo. “Così tanta voglia di vivere e così poco tempo per farlo, Se Yi, facciamo cambio di posto”
*********
 
Dopo quasi un anno ero ritornato a Soul. Aveva vissuto negli Stati Uniti quanto bastava, secondo lui. E senza neanche dirlo all’ amico Jinki aveva ripreso documenti e aereo ed era ritornato nella sua terra d’origine.
Si era tinto i capelli. Ora quel biondo platino  faceva contrasto con gli occhi neri, ed era assolutamente sicuro che nessuno l’ avrebbe mai guardato storto a Seoul, visto che la metà dei ragazzi di città avevano di NON rifatto giusto la consistenza della pelle, forse.
Si era fatto fare dei nuovi documenti. Con nome nuovo e persino data di nascita nuova.
Kim Kibum, nato il 23 settembre 1990.
Il signor Choi non l’ avrebbe trovato, chissà perché, ma ne era veramente sicurissimo. Nome nuovo, capelli nuovi, l’ aspetto fisico non era neanche uno di quei tanti problemi, i lineamenti di Jong erano molto comuni. Non sarebbe stato scoperto. Lo sapeva.
La scelta del nome naturalemente non era un caso. Jong non aveva mai smesso di pensare mennemo un minuto a Kibum. E poi nel profondo del suo cuore, Jong sapeva che  era ritornato proprio per lui.
Magari per rimanere a guardarlo da lontano. Per rivedere quel sorriso smagliante e quel corpo asciutto che tanto aveva desiderato e si era fatto scappare via.
Aveva deciso che non avrebbe mai avuto contatti con lui in futuro. Dopo tutto gli aveva mentito, come poteva ripresentarsi davanti a lui  così dal nulla. Un semplice  “eccomi Bummie, scusa ma mi sono fatto un giretto negli USA” sicuramente non sarebbe stato sufficiente.
Magari si era rifatto una vita. Jong aveva sempre preso in considerazione questa cosa. Da un lato ne era felice. Sapeva la vita dura che Kibum aveva vissuto e sperava veramente che trovasse qualcuno che lo potesse rende felice…, ma dall’ altro lato, solo al pensiero di delle mani estranee sopra quel corpo così bello lo mandavano in bestia.
Il nuovo appartamente affacciava a un colorato negozio di fiori.
Era stata una delle prime cose che aveva notato quando si era trasferito lì e subito ci aveva pensato.
SI era ripromesso che appena avesse messo a posto le sue cose e avesse un momento libero, avrebbe realizzito il pensiero che aveva in mente, e quel giorno era arrivato.
Si era messo una bella felpa di lana che saggiamente copriva il bel culetto del ragazzo, e un paio di jeans che dopo qualche chilo perso, gli stava a pennello.
Avava preso il portafoglio e si era diretto dal fioraio. La ragazza che stava dietro un bancone gli sorrise cordialmente subito dopo che Jong fu entrato e altrettanto cordialmente gli chiese se poteva dargli una mano.
Jong però fece tutto da solo. Prese i fiori che più gli piacevano e ne fece un mazzo bello colorato. Il gusto per l’ abbinamento dei  colori mancava proprio al povero Jong, ma non se ne fece una colpa e senza esitare neanche un momento andò a pagare.
Uscì dal negozio soddisfatto e con un debole sorriso che gli incorniciava il volto.
Cominciò a camminare. Quanto era felice di essere ritornato nel suo paese. Perfino l’ odore dell’ aria era diversa nel luogo in cui era nato. Pieno di gente con gli occhi come lui, dove non si sentiva diverso, dove non si sentiva solo, dove, forse, si sentiva un po più felice.
Arrivò al cimitero velocemente. Amber era stata la sua destinazione.
*********
 
 
Era da praticamente un anno e mezzo che non andava a trovarla. L’ ultima volta ci era stato con Kibum.
Il biondo gli aveva raccontato la sua triste storia e lo aveva presentato al sua sorella. Jong aveva visto tutte le foto che avevano insieme. Aveva visto i suoi vestiti a casa di Kibum, ogni tanto la sognava anche. Era come se Amber non se ne fosse mai andata e anche lui avesse avuto l’ opportunità di conoscerla!
Quando era negli USA ogni tanto parlava anche a lei.
Gli chiedeva di proteggere Kibum, e di avere un occhio di riguardo anche nei suoi confronti. Ormai la considerava come il suo angelo custode e sicuramente non poteva permettersi di non andare a farle visita.
Entrò nel cimitero e con passo spedito arrivò fino al luogo in cui la piccola Amber riposava.
Da lontano però vide la sagoma di un ragazzo dai capelli biondi proprio davanti alla lapide in cui era diretto.
Per un attimo non si mosse.. ma poi pensò che era meglio nascondersi e subito si mise dietro ad un arbero che faceva una grande ombra.
“Quello è Kibum.” Disse fra se e se.
“non posso farmi vedere qua” continuò pensando a tutto quello che aveva fatto a quel ragazzo.
Il desidero di guardarlo era così forte però… il desiderio di vedere, di abbracciarlo, di stringerlo forte era così tanto, che non ce la fece e uscì dal nascondiglio per vedere meglio.
Fù solo allora che si accorse che quella persona davanti alla lapide non era Kibum.
“Taemin…” disse.
Si ricordava di lui. Della sua storia, di quando aveva litigato con Minho, di come aveva cercato di metterlo in guardia dal signor CHoi.
Lo vide piangere. Lo sentì singhiozzare e qualcosa dentro di lui gli disse che non poteva stare con le mani in mano.
Forse il signor CHoi aveva scoperto tutto e ora stava perseguitando anche lui? Forse era successo qualcosa a Kibum? Cosa era successo?
Voleva sapere tutto così tanto che velocemente si mosse e arrivò alle spalle del biondo.
“Taemin..” gi sossurò cercando di non spaventarlo.
Il ragazzino si voltò incuriosito e vide Jong dietro di lui che gli sorrideva anche se con aria preoccupata.
Taemin non lo riconobbe subito.. Gli ci volle un po per capire a chi, nei suoi ricordi,  appartenevano quegli occhi neri e quel naso grande.
Ma quando riuscì a ricollegare il tutto, il suo animo, stranamente, si sentì più sollevato.
“Jong hyung!!!!” disse con la voce rotta dal pianto.
SI alzò da per terra e lo abbracciò. Non disse nulla.. e in quel momento neanche JOng voleva sapere niente.
Ricambiò l’ abbraccio e fece in modo di farlo sentire protetto.. perché era sicuro che in quel momento, il piccolo Tae, avesse avuto bisogno solo di qualcuno che gli dicesse che sarebbe andato tu
tto bene.


Grazie per aver continuato a leggere la mia ff..
Vi prometto che cercherò di pubblicare al più presto!!
Intanto se avete voglia potete lasciarmi una piccola recensionee.. Ormai sapete quanto amo essere commentata! xD
Grazie tantee!! alla prossima!

 

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