I knew you were trouble.

di xsunnysideup
(/viewuser.php?uid=145294)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** - Cook. ***
Capitolo 3: *** - JJ. ***
Capitolo 4: *** - Effy. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


 

 Effy 

 

Apro gli occhi.
Il mascara mi ha impiastricciato tutte le ciglia, non riesco quasi a spalancarli.
Devo aver pianto, come ogni notte. Ormai nemmeno me ne rendo conto.
La finestra alla mia destra sprigiona la luce fioca del mattino, a giudicare dalla sua intensità sembra essere molto presto.
Mi giro sul fianco sinistro smuovendo le lenzuola bianche, e trovo lui. Cook. Il mio Cook. Dorme come un bimbo.
È strano vederlo così.. Docile.
Ma è in questi momenti che mi rendo conto quanto vorrei che LUI fosse qui, tra le mie braccia, ma quel biglietto è tutto ciò che rimane di lui e giustifica in qualche maniera la sua assenza.
Eppure non riesco a convincermi che tutto questo possa essere vero. Lui non mi avrebbe mai lasciata. O meglio, sì, magari, un giorno. Ma non in questo modo, non da un momento all'altro, non quando avevo bisogno di lui più di tutto. Non con un addio scritto con una calligrafia diversa dalla sua. Non con una promessa di non tornare più. Non senza avermi detto 'ti amo' un'ultima volta.

Mi alzo in piedi, non voglio svegliare Cook, perciò cerco di essere più silenziosa possibile.
Indosso la sua felpa grigia sopra il reggiseno nero, e infilandomi i miei amati stivali scendo le scale, col proposito di uscire a fumare una sigaretta e a prendere un po' d'aria.
E' in quel momento che mi accorgo che c'è qualcuno in casa mia.
Non sono preoccupata. Ho solo una spinta curiosità, e la mia solita, naturale attrazione per il pericolo.
Sento degli strani rumori, mi avvicino alla porta della cucina.
E lì, non pensando più a nulla, nè a non attirare l'attenzione, nè a non svegliare Cook, caccio un grido che fa tremare anche il vetro più saldo.

E' tornato.





#myspace

salve mondo! allora, eccomi qui, tornata con una nuova fanfiction.
ho sempre voluto scriverne una su skins, ed ora è giunto il momento (?)
ok, la smetto di dilungarmi, e se volete capire qualcosa di più su questa ff recensite, e arriverà il primo capitolo vero e proprio :3
questo è solo un semplice prologo, ma se volete fare domande o qualunque altra cosa, mi trovate su twitter, sono @arnoldspliff c:
a presto!
Sole.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** - Cook. ***


Cook



Mi sveglio di soprassalto. Sento Effy cacciare un urlo, e preoccupato mi alzo velocemente dal letto.
Mi soffermo qualche secondo uscendo dalla porta di camera sua.
Ho paura. Ho paura perchè sta soffrendo troppo. E pur stando male anch'io, mi importa molto più della sua sofferenza che della mia.
Scendo rapidamente gli scalini.
- EFFY! EFFY, CHE CAZZO SUCCEDE? - grido per farmi sentire.
Mi volto verso la cucina, e rimango stupito, perchè vedo Effy abbracciare qualcuno.
Mi avvicino, ed entrambi si voltano verso di me.
Piange. Ma sta ridendo. Ed è forse la prima volta in tutto l'anno.
Il ragazzo, accortosi della mia presenza, fa un enorme sorriso.
- Piacere, io sono Tony.


Era troppo tempo che non vedevo un sorriso del genere sul viso di Effy. Suo fratello ci sta raccontando di come abbia passato gli ultimi anni ad Oxford. Dubito sappia di tutto quello che è capitato, dubito che sua madre l'abbia avvisato, dubito che sapendolo non sia tornato, nemmeno una volta, per trovare sua sorella.
E sembra che a lei vada bene così. E' una presenza 'nuova', in fondo, inconsapevole di tutto ciò che le è accaduto. Forse è proprio questo quello di cui ha bisogno.
Forse.
Ma a me importa solo degli occhi di lei che luccicano come diamanti alla vista di Tony, come se avesse ritrovato la vita, una ragione per andare avanti.
Perchè io iniziavo a non essere più abbastanza.


Qualcuno bussa alla porta, e per lasciarli soli decido di andare io ad aprire. Vedo il viso paonazzo di Panda apparire alla mia vista, col suo solito sorriso ingenuo stampato sul volto, i suoi vestiti colorati e una borsa in mano, che le cade a terra non appena vede la figura del ragazzo alle mie spalle.
- Oh mio Dio, Effy, tuo fratello è qui!
La vedo sfrecciare accanto a me e buttarsi al collo di Tony, sotto lo sguardo divertito di Effy.
Mi avvicino a lei e la stringo da dietro, lei prende le mie mani e le tiene tra le sue.

- Panda, puoi anche staccarti ora - dice la mia ragazza con tono duro, ma allo stesso tempo dolce.
- Ah sì, scusa Tony, certo, perchè io sono fidanzata, sì, con Thomas, il mio Thomas, il mio piccolo cicci bum bum..
- Ok, Pandora, abbiamo capito, stai con Thomas e sei felice come non mai - dico interrompendola, suscitando una risata in Tony e Effy.
- Si, giusto.. Beh ma io ero venuta qui per portare un regalo alla mia Eff! - dice Panda correndo a riprendere la borsa che aveva buttato sul pavimento prima, e la consegna a Effy.
Mi metto accanto a lei mentre lo scarta, e realizzo in pochi secondi quanto io sia cambiato.

Dov'è Cook? Dov'è il ragazzo che se ne fotteva allegramente di qualunque cosa e di chiunque, quello che ogni sera andava con una diversa solo per sentirsi un grande, in qualche modo?
Forse mi sono soltanto innamorato. Forse ho capito che c'era qualcosa di più importante, che andava oltre ogni cosa.
Il mio amore per lei, e quanto io avessi bisogno di sentirla mia.
Ma mai, mai mi sarei aspettato di doverla contendere con il mio migliore amico di sempre.
E quando lui se ne è andato, quando ci ha lasciati, non potevo aspettarmelo. E non potevo non ritenermi fottutamente fortunato per avere lei, lei che tra tutti aveva scelto me.
O meglio, aveva scelto lui.
Ma ci ha sempre amati entrambi, di questo sono sicuro.
E io ora non posso lasciarmela scappare.


E' tutto ciò di buono che mi resta.



myspace.
ciao belli! spero vi sia piaciuto <3
Sole.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** - JJ. ***


JJ





La mia stanza non è mai stata più ordinata di così.
O meglio, credo.
Sono ore che passo il mio tempo a mettere sotto sopra questa camera. Il motivo mi sfugge, ma ormai ho iniziato.
AH! Giusto. E' stata la rottura con Lara ad obbligarmi a fare tutto ciò, dovevo trovare tutte le sue cose e riconsegnargliele.
O bruciarle.
Cook avrebbe fatto questo. Sì, ne sono più che certo.
Freddie invece..
No, basta.
Non posso. Non possiamo.
Ma io come faccio? E Cook? E Effy?
Cook sarà felice, sta con lei ora. No, Cook non è felice, Cook non è mai felice, Cook.. Ha bisogno di lui. Tutti abbiamo bisogno di lui.
Io ho bisogno di lui.

Mia madre mi chiama dal piano di sotto, il pranzo è pronto.
Per far veloce, però, inciampo nella gamba della scrivania e cado, faccia a terra.
Grido di dolore, dopodichè riapro gli occhi. E vedo qualcosa di strano sotto il mio letto.
Sono ancora sdraiato e allungo un braccio verso quello che sembra un pezzo di carta.
E infatti lo è. Ma non uno qualunque.
La lettera di addio di Freddie.


Corro a perdifiato verso casa Stonem, devo parlare con loro, non ce la faccio più.
Io lo so, ne sono sicuro. Non è stato Freds a scriverla, non l'avrebbe mai fatto. E ho paura.
Non l'avevo più riguardata da quando Effy me l'aveva consegnata, per poi piangere tra le braccia di Cook, e da quel momento non sempre stato certo di una sola cosa: lui non è scappato. Non avrebbe mai voluto andarsene. Non ci avrebbe mai lasciati.


Arrivato davanti al portone, con il cuore in gola e i polmoni fottuti per la fatica, intravedo il viso di Panda mentre mi apre, ma nemmeno mi fermo a salutarla perchè corro su per le scale.
- Ciao JJ! - sento la bionda gridare dal piano di sotto, con la sua voce sempre squillante.
Appena vedo Cook mi ci butto addosso, quasi facendolo cadere a terra.
- Ma che cazzo.. Hey GayJ che ci fai qui? - dice come suo solito.
Gli mostro la lettera senza dire una parola, ma dai suoi occhi capisco che ha inteso perfettamente ciò che intendevo dire.
- Pensavo non dovessimo pensarci più - mi dice abbassando lo sguardo, gli occhi ormai persi verso probabilmente un ricordo passato.
- Sono stanco, Cook, non ce la faccio più ad andare avanti con questo dubbio eterno che mi assale, che ci distrugge giorno per giorno! E a costo di stare male, io voglio la verità. Voglio sapere che ne è stato di lui, cazzo! Voglio che lui torni, lo voglio qui, LO VOGLIO QUI, LO VOGLIO QUI..


Sento qualcuno sussurrarmi qualcosa nelle orecchie, apro gli occhi. Mi sento completamente stordito, devo aver battuto la testa.
Vedo Effy e Cook che mi osservano impauriti.
- E' tutto ok, JJ, è tutto ok - dice lui accarezzandomi i capelli.
- No. Non lo è affatto - dico alzandomi da terra - sapete bene cosa dobbiamo fare.
Effy è spaventata, ma sa bene anche lei che questa è la cosa migliore da fare.
- Direi che dovremmo dirigerci verso casa McLair, quindi - dice la mora con un filo di voce.
- E così sia - dico, ritrovando la poca vitalità che mi è rimasta.
Scendiamo le scale, non so cosa scopriremo.

Ma ti ritroveremo, Freds. Stanne certo.



myspace.
ciao people!
vi dico soltanto che è stato difficilissimo per me scrivere dal punto di vista di jj, non è per niente facile D:
spero vi sia piaciuto comunque <3

Sole.



Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** - Effy. ***


Effy





Se sono pronta a rivedere Karen lo saprò solo tra qualche minuto.
Stiamo vagando a piedi per le strade, come ci era solito fare tutti i giorni, qualche tempo fa.
Stringo la mano sinistra di Cook, mentre seguiamo a passo svelto JJ, che ci precede, senza il suo sorriso abituale.
Mi sento davvero strana.
Come se tutto questo fosse un fottuto dejà vu del famoso viaggio con Cook, la nostra evasione dalla realtà, il nostro amore compromesso dalla sua vita totalmente disadattata, e la mia chiamata notturna a Freddie, le mie parole distaccate e dirette.

"Perché io amo te".

Sento il mio sguardo perdersi nel vuoto in memorie passate e lontane, ma la realtà è diversa, e non posso affogare nei miei stessi ricordi.
Per questo non mi sento pronta a rivedere Karen o il padre di Freddie.
E non lo sono principalmente per il fatto che finalmente, dopo tutto questo tempo, mi ero abituata all'idea di non poterlo riavere più.
E questa continua ricerca, ci ucciderà tutti. Ne sono più che sicura.

Arrivando davanti al cancello che porta a casa McLair, ci blocchiamo tutti e tre.
Io stringo ancora più forte la mano di Cook, e mi avvicino a JJ, prendendo anche la sua.
Prendo un respiro profondo ed entriamo.
Ripercorro lo stesso vialetto dove ho pianto, riso, dove ho addirittura vomitato sulle mie stesse scarpe.
Mi scappa un sorriso al pensiero, ho capito di non avere nemmeno più la forza di stare così male.
Forse è questo che mi dà l'energia necessaria per superare i due ragazzi e bussare al portone.
Indietreggio e aspetto con impazienza che la porta si spalanchi, e finalmente, dopo secondi sembrati eterni, vedo il viso di Karen comparire davanti al mio naso.
- È bello vedervi, ragazzi.

Ci accomodiamo nel salotto, c'è una luce totalmente.. Opaca.
È luminosa, ma spenta. Come mancasse la vita. E il vaso sul davanzale contenente dei fiori morti ne è la rappresentazione perfetta.
JJ continua a tamburellare nervosamente le dita sul tavolo, mentre Karen torna dalla cucina con un vassoio che sorregge una teiera e delle tazze.
E' rimasta praticamente la stessa.
Stesso fisico, vestiti un po' sgualciti, una ciocca colorata, che ora non è più rosa, bensì di un blu violaceo.
Solo i suoi occhi sono diversi.
Io non mi guardavo mai allo specchio quando ero in ospedale, ma sono più che certa che la loro espressione deve essere stata proprio quella.
- Allora, qual buon vento vi porta qui da me? - chiede accennando un sorriso leggero.
- Volevamo.. Chiarire alcune questioni - le rispondo, ringraziandola mentre mi porge una tazzina di tè.
- Immagino si tratti di Freddie - dice abbozzando una risata triste.
- Lo pensi anche tu, vero? - dice Cook con uno sguardo serio, osservandola negli occhi - non se ne è mai andato, non è così?
Lei poggia il vassoio sul tavolo e senza dire una parola ci fa cenno di seguirla, mentre si avvicina alle scale che danno al piano di sopra.


I ragazzi sono davanti a me, credo stiano andando in camera di Freddie, ma io decido di non andare con loro.
Non voglio che le cose si complichino di nuovo. Mi allontano, e l'arrivo di una telefonata di mio fratello mi salva da questa situazione.
- Hey Tony, scusa non ti ho avvisato, siamo usciti in fretta e furia.
- Ah, perfetto, mi stavo preoccupando.. Senti Eff, ti devo parlare.. E mamma è tornata, dice che vuole salutarti, quando torni a casa?
- Appena posso, Tony..
Non posso spiegargli tutto al telefono. Non so nemmeno se posso spiegargli tutto faccia a faccia.
- Arriva almeno per cena, ok?
- A dopo. E sono contenta che tu sia tornato.

Osservo le mie calze strappate, sono fuori nel giardino, così mi accendo una sigaretta.
Probabilmente i ragazzi si saranno accorti della mia assenza, ma non m'importa.
Respiro. Aria dentro, aria fuori.
Preferisco pensare che Freddie stia bene, che si sia rifatto una vita e che sia felice.
Ma non riesco ad illudermi.
Perchè la sola ragione per cui siamo qui è che sappiamo, in fondo, che lui non ha deciso consapevolmente di andarsene, di lasciarci, di sparire.
Metto la mia mano nella tasca della mia felpa - o meglio, la felpa di Cook che sto indossando - e prendo la sua lettera.
Solo a guardarla mi vengono i brividi, erano mesi che non la tenevo tra le mie mani. Quasi non ricordo ciò che vi è scritto.


"Ragazzi,
sapete quanto io ci tenga a voi, eppure me ne devo andare, perchè so che non starò mai bene qui.
Cook, JJ, ve la caverete anche senza di me, in fondo quella dei tre moschettieri è solo una storia, giusto?
E' inutile che io vi dica che non me ne voglio andare, perchè non è vero.
Effy, so che non mi ami. Non mi ami più nel modo giusto. E' colpa mia, mi prendo la colpa di tutti i tuoi mali.
Ho deciso di andare in un posto lontano, dove non mi troverete. Dove anche se proverete a cercarmi, vi arrenderete, prima di quanto sembri.
Papà, Karen, lo dico anche per voi. Io ho deciso di andare avanti, voi fate lo stesso.
Addio,
Freddie."


Accartoccio il pezzo di carta e lo richiudo nella tasca, dietro di me si apre la porta.
E' Cook.
Senza pensarci due volte gli corro incontro, gli salto in braccio e lo bacio.
Percepisco il suo sorriso, mi mette a terra e mi bacia di nuovo.
- Che c'è? - dice divertito.
- Ti amo, James.
I suoi occhi si illuminano.
- Non è né il momento né il luogo adatto, ma..
- Ma mi conosci, e sai come sono fatta. Non sono mai "adatta", dovresti saperlo.
- Credo di saperlo - dice rubandomi la sigaretta dalla mano e sorridendomi - Hai deciso di non entrare alla fine..
- Già.. E' stato traumatico? - dico sfiorandogli la guancia sinistra.
- Giusto un pochino.. Ci serve la lettera Eff, dobbiamo confrontare la scrittura.
- Lo sai che è inutile, vero? Controllare e controllare.. Sappiamo tutti benissimo che non è stato lui a scriverla, stiamo perdendo tempo qui.
- Lo so.. Ma è come se una parte di me stesse provando in tutti i modi a credere a ciò che c'è scritto. E' la via più facile.
- La vita non è facile, Cook. Dovresti saperlo meglio di tutti.
- Che facciamo ora? - chiede, mentre JJ spunta fuori accanto a una Karen piangente.
- Ora chiediamo aiuto agli altri. Qualcosa ci inventeremo.

Sono sempre meno convinta, ma forse è la cosa giusta da fare.
E se non lo faccio per me, vorrà dire che lo farò per Karen, per JJ, per Cook.
Sì, è definitivamente quello che farò.







myspace.

hello!
sono tornata, spero che vi sia piaciuto c:
sappiate che ho cambiato nickname su twitter, per cui se avete qualche domanda o cose varie mi trovate con @harriescookie :3
a presto!

Sole.






Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1312327