E se non fosse un sogno?

di kakashina93
(/viewuser.php?uid=24213)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un brutto ricordo ***
Capitolo 2: *** Le selezioni dei chunin ***
Capitolo 3: *** Dubbi e confusione ***
Capitolo 4: *** La figura incappucciata ***
Capitolo 5: *** Molte polemiche ***
Capitolo 6: *** Una triste storia ***
Capitolo 7: *** Farfalla o falena? ***
Capitolo 8: *** Incontri inaspettati! ***
Capitolo 9: *** Strani sogni... o forse no? ***
Capitolo 10: *** I sospetti di Shinami ***
Capitolo 11: *** Tanti ricordi ***
Capitolo 12: *** Il piano di Rin ***
Capitolo 13: *** Non è colpa tua... ***
Capitolo 14: *** Reazioni-idee-grida: tutto per uno spaghetto di traverso. ***
Capitolo 15: *** Terrore... ***
Capitolo 16: *** Spiegazioni ***
Capitolo 17: *** Tra occhiate minacciose e sbavature varie! ***
Capitolo 18: *** Allenamenti e nuovi piani ***
Capitolo 19: *** L'armeria ***
Capitolo 20: *** Risveglio ***
Capitolo 21: *** Ritardi... ***
Capitolo 22: *** Alla riscossa ***



Capitolo 1
*** Un brutto ricordo ***


La pioggia battente sul campo di battaglia. I respiri affannosi dei compagni. Il grido disperato di troppe persone… la guerra era l’ultima cosa a cui avrebbero voluto partecipare.

Erano due abilissimi jonin ma non potevano fare a meno di rimanere nascosti in quel momento.

Tutti i loro compagni erano usciti fuori a turni. Quelle persone, non avevano fatto in tempo ad affacciarsi che il respiro silenzioso della morte, per mano di altri ninja, se l’era portati tutti via.

Dovevano rimanere immobili e in silenzio per non essere né sentiti né visti.

Sapevano entrambi che Gai e il resto dell’altra squadra con qualche sopravvissuto erano nascosti non lontano da loro, e questo li rincuorava in qualche modo.

Ad un tratto nel campo si fece largo un silenzio devastante, che riempiva l’aria più di quanto l’avrebbe mai fatto un grido o un rumore. L’unica cosa che si sentiva era lo scroscio ininterrotto della pioggia che, pur essendo fastidiosa, consentiva ai due di nascondersi meglio.

Continuavano a guardare quello che succedeva da dietro i cespugli in cui rimanevano invisibili mentre in loro cresceva solo angoscia.

Lei, non resistette più. Con un lieve, impercettibile, spostamento del braccio era riuscita ad afferrare la mano del suo compagno e ore la stringeva forte.

Lui si girò a guardarla.

I penetranti occhi azzurri non lo lasciavano andare, proprio come la sua mano. Erano la cosa più bella che avesse mai visto in tutta la sua vita. Lei era la cosa più bella che avesse mai visto. I riccioli castano-dorati le scendevano sul viso tondo e delicato. Il naso a patatina e la bocca fine ma graziosa completavano il tutto.

Poi, senza mai distogliere lo sguardo, le labbra di lei si schiusero e ne uscirono le parole più inaspettate.

"Kakashi. Ho tanta paura."

In tanti anni che si conoscevano era la prima volta che lei ammetteva di provare terrore.

Non sapeva cosa rispondere, non poteva farlo. La frase che riuscì a pensare era troppo lunga per essere detta in un sussurro, come aveva fatto lei. Un solo rumore li avrebbe traditi.

Si limitò ad annuire con la testa

Lei capì che in qualche modo quel sì significava:

"Anche io."

Rimasero al sicuro per circa altre tre ore senza dirsi niente. Solo rimanendo vicini a stringersi la mano, come avevano fatto tante altre volte.

Non restavano in quel luogo per la paura della morte, ma per il semplice motivo che sapevano entrambi di essere, insieme a Gai, gli ultimi ninja del villaggio della foglia talmente abili da sopravvivere per aiutare i feriti. Tutti gli altri loro compagni non ce l’avevano fatta e questo non faceva altro che aumentare lo sconforto.

Ad un tratto, lo scroscio ininterrotto della pioggia venne sopraffatto dallo spostamento di un cespuglio non distante da loro.

Le mani si strinsero ancora di più.

La paura crebbe quando videro Gai che correva dall’altra parte del campo.

Era il segnale.

Gli occhi di Kakashi incontrarono ancora quelli di lei, stanchi ed impauriti, ma vi era comunque una grande determinazione.

Ancora dieci minuti e sarebbe stato il suo turno.

Nessun grido. Ce l’aveva fatta.

Quando ormai mancava poco allo scoccare della manciata di tempo che le era rimasta, lei distolse lo sguardo dal volto di lui per guardare il cielo. Chiuse gli occhi bagnati e si alzò sempre tenendo il viso rivolto verso l’alto.

Abbassò di colpo lo sguardo e in un sussurro disse

"Fai in fretta."

Scappò di corsa, proprio come Gai.

Ora era da solo. Doveva resistere soltanto dieci minuti anche lui. Nel tempo che passò non sentì nessun grido. Aveva superato anche lei la barriera.

Decise che era arrivato il suo turno. Cominciò ad alzarsi ma…

"Kakashi? Mi senti? Dannazione dove sei?"

In quei pochi secondi lui riconobbe la voce di Gai. Ma come era possibile? Lui non era andato mezz’ora prima?

"Kakashi, ci sei? Sono io, Gai! Come mai è già partita? Non eravamo d’accordo che dovessi andare prima io?"

Ogni tassello andò al suo posto.

Senza neanche riflettere Kakashi si lanciò in un corsa sfrenata verso il luogo dove si erano dati appuntamento per incontrarsi più tardi.

Come avevano potuto essere così sciocchi? Così ciechi? Quello che avevano visto non era Gai, ma un ninja nemico semplicemente trasformatosi in lui.

Mentre correva verso la Pietra Miliare pensava

"Ma come è potuto succedere? Chi sapeva che eravamo nascosti proprio lì? Nessuno oltre a noi due, Gai, e qualche altra persona. Ma soprattutto chi sapeva del piano che avevamo fatto solo noi tre?"

I suoi pensieri furono interrotti da un grido che gli fece gelare il sangue. Non per la forza con cui era stato lanciato, non per la zona da cui proveniva, non per la durata, ma perché riconobbe nell’urlo la voce della persona che tanto amava.

Si fermò di colpo al centro del campo. Non pensò altro che a lei per parecchi secondi. Abbassò lo sguardo verso il terreno e stringendo i pugni lanciò un urlo che rimbombò per tutta la valle.

"Shinami. Nooooooooo!"

Senza pensare, riprese la sua frenetica corsa contro il tempo.

Doveva salvarla. Non poteva rimanere da solo. Non proprio ora. Non di nuovo.

I corpi dei suoi amici, ma anche quelli dei nemici, erano accatastati ovunque inermi e privi di vita. Ma non facevano altro che intralciarlo durante il percorso.

Saltò su un albero con un unico, preciso, salto e riprese a correre sui rami senza mai rallentare il ritmo e l’andatura.

Stava per arrivare alla Pietra Miliare.

Scese con cautela dall’albero e cominciò a cercare fra i corpi.

I sentimenti prevalsero sulla ragione. Sapeva bene che potevano esserci ninja appostati lungo il perimetro dello spiazzo, ma in quel momento trovarla era la cosa più importante. Poi vide.

A pochi passi da lui c’era un coprifronte argentato con il simbolo del Villaggio della Foglia, lo raccolse e l’osservò. Negli occhi si tinse il terrore quando vide che la lamina d’acciaio recava un profondo solco sull’angolo destro.

Quel taglio glielo aveva provocato proprio lui molto tempo addietro durante un allenamento che li aveva lasciati con non pochi lividi.

Lei aveva rifiutato di farsi aggiustare il coprifronte.

"Per ricordarmi di te anche quando non ci sei." gli aveva detto.

Un fulmine guizzò nel cielo, illuminando la zona circostante.

Un corpo, sdraiato proprio davanti la pietra, giaceva immobile e silenzioso.

Si fermò di colpo. La maschera fradicia gli aderiva al viso mentre respirava malamente, affannato dalla lunga distanza appena percorsa.

Non osò avvicinarsi di più. Da quel luogo si poteva vedere bene il corpo di una ragazza che sembrava stesse dormendo come se nulla fosse.

Era troppo lontano per vedere quale cosa o persona le avesse provocato tutto quel dolore.

Kakashi alzò con cautela il coprifronte per lasciare libero l’occhio coperto.

La paura era troppa ma doveva farlo. Spostò di nuovo lo sguardo verso la ragazza.

Con somma sorpresa capì che non era necessario guardarla con lo sharingan, perché lei aveva piegato la gamba proprio in quel momento.

Senza rifletterci corse verso il corpo. Era ancora viva.

Lei aveva il viso contratto in una smorfia di dolore e si stringeva forte, con la mano destra, un kunai lanciato con somma precisione tra le costole per colpire dritto il cuore.

Aprì gli occhi, guardò verso l’alto e vide la persona che più amava sulla faccia della terra che la stava osservando con gli occhi gonfi di lacrime.

Lui si chinò per osservarle la ferita con l’occhio provvisto di sharingan. Era molto profonda e aveva già raggiunto il ventricolo destro, forandolo.

Sapeva bene che le possibilità di salvezza erano molto poche se non si interveniva subito. Ma dove trovare quelli della squadra medica in quella desolazione di corpi privi di vita?

"Resisti, ora vado a cercare qualcuno che ti curerà. Tu resisti solo per un po’, io torno subito. Non mollare. Ti prego."

Lei sorrise stanca e in un soffio di voce disse

"Lo sai meglio di me che ormai è troppo tardi."

Lui si girò a guardarla e venne preso dallo sconforto.

"No, non è mai troppo tardi. Me lo hai insegnato tu questo, ricordi?"

Le disse guardandola dritta negli occhi.

Continuando a sorridere gli rispose

"Kakashi c’è un limite a tutto ed ora, il mio limite è arrivato. Molto più presto di quanto pensassi certo, però è arrivato."

Lui si accasciò a terra e tra i singhiozzi che gli interrompevano continuamente la voce, cominciò a piangere come un bambino che non trova più la mamma.

"Non fare così Kakashi, ti prego. Non voglio che tu sia triste." Un violento colpo di tosse la fece sussultare. Dalla bocca le uscirono gocce di sangue scarlatto. Gli occhi le cominciarono a lacrimare.

Proprio come aveva fatto poco prima gli afferrò la mano e la strinse, cercando di incoraggiarlo in qualche modo.

Lui avrebbe voluto dirle tutto quello che gli passava per la testa ma ogni frase che pensava gli sembrava più banale di quella precedente e così decise di lasciar posto solo alle lacrime e ai singhiozzi che riempivano l’aria durante quel dialogo muto.

Finemente lei parlò.

"Ho solo due ultime cose da chiederti. La prima ti sembrerà banale ma mi piacerebbe non essere sepolta con gli altri corpi di questa stupida guerra. Vedi, come ben sai è sempre stato il mio sogno morire in missione perciò ti imploro, chiedi al Quarto Hokaghe di fare mettere il mio nome proprio lì" ed indicò la Pietra Miliare "vicino quello di Obito, la persona a cui volevamo più bene di tutti."

Lui rimase a guardarla per lunghi attimi

"Non è banale tesoro mio. No che non lo è, ma questo avverrà più tardi. Tu ce la farai." disse legandogli il coprifronte sulla testa.

Lei sorrise di nuovo, ma questa volta il riso si trasformò in una smorfia di dolore e Kakashi, capì quanto era forte la ragazza per sopportare una simile atrocità.

"Per la seconda cosa, ho bisogno che tu ora mi dia una mano. Avvicinati a me."

Kakashi aveva gli occhi bagnati dal pianto e le lacrime si mischiavano continuamente alla pioggia. Si mise in ginocchio e si avvicinò al viso di lei.

Lei lasciò tremante il kunai piantato nel petto, chiuse gli occhi, e con tutte e due le mani abbassò la maschera di Kakashi con uno sforzo incredibile, ma anche con una dolcezza unica.

Alzò le palpebre e sorrise ancora una volta.

Il volto perfetto di lui finalmente si mostrava per la sua interezza. Era molto bello, con lineamenti delicati e labbra carnose che completavano il tutto.

"Sì, era proprio questo che volevo. Rivedere te per come sei veramente, senza la maschera che ti copre il viso".

Lei si scostò un poco verso destra, i riccioli bagnati le finirono tutti sul viso e lui, con somma tenerezza glieli riportò indietro.

Con un ultimo sforzo lei gli afferrò il viso e lo portò più vicino al suo fino a che le loro labbra non si unirono in un bacio tenerissimo.

La bocca di lei sapeva di sangue ma questo non gli importava niente. Sapeva che probabilmente questo era il loro ultimo bacio.

Si staccarono. Lui si alzò un poco e lei gli accarezzò il viso. Poi, in un lieve sussurro, disse le parole più magiche per due persone innamorate.

"Ti amo."

Lui strinse forte la mano che gli carezzava il volto.

Shinami non smise mai di sorridere, neanche quando le forze l’abbandonarono e il viso le si rovesciò sul fango.

Kakashi la guardò tremante e le disse avvicinandosi all’orecchio

"Anche io ti amo."

Un rumore di fronde lo costrinse a voltarsi.

Era Gai.

"Kakashi cosa ci fai ancora qui? È pericoloso, vieni via di là. Si aggirano troppe forza nemiche." corse verso il centro dello spiazzo "Ma mi hai sentito? E poi dov’è Shina…"

Gai rimase impietrito nel vedere la ragazza ormai priva di vita che sorrideva.

Il volto di Kakashi ora era di nuovo coperto dalla maschera, l’amico non l’aveva visto a volto scoperto.

"Io non mi sposto di qui, non la lascio sola. Tu vai, se vuoi. Ma io resto."

Gai tornò a fissare l’amico.

"Capisco le tue ragioni. Ma a cosa servirebbe farsi uccidere proprio ora? Sai bene che Shinami non avrebbe mai approvato."

Kakashi ora lo fissava. Sapeva che aveva ragione. Shinami non avrebbe voluto, ma non se la sentiva proprio di lasciarla così.

Girò il volto per tutta risposta e riprese a fissare la ragazza. La sua ragazza.

Gai rimase impassibile. Non aveva mai visto Kakashi comportarsi così.

"Mi costringi a farlo."

Afferrò l’amico sotto le braccia e lo trascinò per tutto lo spiazzo mentre lui cercava inutilmente di liberarsi.

Mentre si dibatteva gli gridò contro

"Cosa vuoi? Ho detto di lasciarmi. Basta Gai. Ho detto basta."

*********

"Basta, ho detto basta. Lasciami andare."

Kakashi guardava il vuoto e sussurrava parole incomprensibili.

"Maestro si sente bene?"

Alzò gli occhi e riconobbe le figure di Naruto, Sakura e Sasuke che lo guardavano impietriti. "Cosa mi è successo?" chiese lui ritornando alla realtà.

"Non ne abbiamo la più pallida idea. Stavamo allenandoci a centrare i bersagli quando abbiamo visto lei, seduto sul masso, che fissava il vuoto e diceva parole senza senso." disse l’Ucicha guardandolo nell’occhio scoperto dal coprifronte.

"Già." disse l’unica ragazza del trio "L’unica cosa che siamo riusciti a capire è che chiedeva a qualcuno di non mollare..."

Kakashi la guardò. Aveva solo sognato ad occhi aperti.

Poco più tardi andò a comprare un mazzo di belle margherite di campo e si recò alla Pietra Miliare.

Fissò i nomi di Obito e quello di Shinami, posto proprio lì affianco.

"Ciao ragazzi. Chissà come ve la state spassando lassù."

Fissò il nome della ragazza.

"Tieni." Posò le margherite per terra. "Le ho comprate per te. So che sono i tuoi fiori preferiti… Oggi ti ho sognata sai. Ancora. Non che sia una novità, certo."

Il sorriso che gli illuminava il viso sparì per far posto alle lacrime.

"Mi manchi tanto. Ci sono dei momenti che vorrei veramente che tu fossi qui. Non riesco a smettere di pensarti. Perché a te? Perché? Non volevo che soffrissi così tanto te lo giuro… Ti amo."

Si girò di spalle e riprese la via di casa.

Quando di Kakashi sparì nella radura, una figura si avvicinò alla Pietra.

Guardò i fiori. Erano davvero belli.

Si chinò e ne colse uno.

Lo portò al naso e l’annusò.

Emanava un profumo dolcissimo.

Sorrise.

Con gli occhi colmi di gioia si voltò verso il luogo dove era da poco scomparso Kakashi e sussurrò

"Grazie."

To be continued...

ECCOMI QUI!!!!! CIAO A TUTTI! E LA PRIMA FIC SU NARUTO CHE SCRIVO E DEVO DIRE CHE è VENUTA VERAMENTE LUNGA! LE PROSSIME LE DIVIDERò IN PIù CAPITOLI. NON VI STO AD ANTICIPARE CHE COSA SUCCEDERà... SORPRESONA... UN BACIONE DA kakashina93 OVVERO THE "Kakashi's girlfriend" MI RACCOMANDO!!! RECENSITE!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Le selezioni dei chunin ***


Tutte le volte che vi si recava si diceva fra sé e sé

"Questa è l’ultima visita che vi faccio."

Non era mai così.

La pietra miliare risplendeva sotto i cocenti raggi dorati.

Lui era ancora una volta lì, davanti, a guardare i nomi delle persone morte in battaglie, missioni, guerre…

In quei giorni aveva più tempo per andare a trovarli.

Obito e Shinami.

Non doveva allenare i sui allievi.

Ora i ragazzi se la dovevano cavare da soli, senza maestro.

La seconda prova di ammissione agli esami dei genin stava per giungere al termine.

"Ce l’avranno fatta?"

La domanda lo tormentava da quasi cinque giorni.

Era sicuro di sì. In fondo erano i primi ragazzi che riuscivano a superare la sfida dei campanelli.

Ma un minimo di timore c’era lo stesso.

La prova non era facile, per niente.

L’ora si avvicinava.

Doveva andare a vedere chi era passato, chi ce l’aveva fatta.

"Ancora cinque minuti." pensò mentre fissava la Pietra Miliare.

Il tempo scorreva veloce.

Non furono cinque, ma venti i minuti che rimase fermo sullo spiazzo.

Decise che per quel giorno sarebbe bastata così.

Girò i tacchi e scese la collinetta.

Non poteva fare a meno di andare a trovarli tutti i giorni.

Con il passare del tempo quello era diventato un vero e proprio rito.

Quella era la causa dei suoi interminabili ritardi.

Passò per il villaggio con passo lento, tenendo le mani in tasca. Non aveva neanche voglia di leggere il suo libro.

La preoccupazione era tanta.

L’edificio della prova ora si stagliava davanti a lui. Si fermò.

Ricordava la prima volta che aveva passato il cancello. Con lui c’erano Obito, Rin e in una delle altre formazioni, Shinami.

La ragazza era arrivata sola. I suoi compagni non ce l’avevano fatta. Avevano aperto i rotoli prima del dovuto. Lei li aveva richiusi senza leggervi dentro e aveva continuato, arrivando alla fine senza nessuna persona su cui contare.

Le eliminatorie per la terza prova le aveva passate tranquillamente, proprio come lui.

Dopo il mese di tempo per allenarsi, erano tornati e avevano ottenuto di diritto il titolo di chunin e, in seguito, quello di jonin.

All’epoca lei aveva quattordici anni e Kakashi sedici.

La prima missione di livello A la portarono avanti insieme.

Lui era estremamente scosso per la perdita di Obito e Rin, lei per quella dei suoi compagni di squadra, ma nonostante tutto ce l’avevano fatta.

Con il passare del tempo si erano innamorati, dimenticando il dolore.

Ora Kakashi attraversava il cancello.

Questa volta però completamente solo.

Le persone più importanti della sua vita erano andate via tutte quante presto.

Il padre era un suicida, la madre morta per il dolore, Obito e Rin quando avevano sedici anni e Shinami a diciannove.

Riprese a camminare ed entrò nel grande androne.

Girò a destra e si diresse verso la stanza dove tutti i maestri aspettavano il responso della prova.

Quando aprì la porta ventitre teste si girarono a fissarlo.

Era arrivato in ritardo.

Davanti alle persone sedute, c’erano il Terzo Hokaghe e gli esaminatori.

“Scusate.” disse lui inchinandosi un poco.

Guardò la stanza in cerca di un posto libero e si andò a sedere vicino a Gai.

Il Quarto Hokaghe parlò. “Ora che ci siete tutti vi comunichiamo i risultati. Alzatevi e andiamo nell’altra stanza dove ci attendono i ragazzi che hanno passato la prova entro il tempo prestabilito.”

La folla si alzò all’unisono e si diresse verso la porta posta in fondo alla stanza.

Entrarono nell’immensa sala adiacente.

Una schiera di ragazzi si trovava davanti a loro.

Kakashi riconobbe i volti stanchi di Naruto, Sasuke e Sakura.

Ce l’avevano fatta, tutti e tre.

I maestri che avevano ancora qualche ragazzo in gara si disposero dietro al Terzo Hokaghe, gli altri uscirono dalla stessa porta da cui erano entrati.

Dopo aver spiegato le regole per le eliminatorie, l’uomo chiese se c’era qualcuno tra gli sfidanti che si voleva ritirare dalla prova.

Tra i ragazzi uno alzò la mano.

“Io mi ritiro.” disse.

Kakashi notò Naruto agitarsi nel parlare con lui, cercando in vano di farlo rimanere.

Niente fu efficace.

Il ragazzo girò sui tacchi e sparì dall’ingresso principale.

*******

Proprio fuori l’arena, una figura camminava svelta e decisa verso il cancello.

Il mantello verde scuro ondeggiava ad ogni passo che faceva.

Si accertò che il volto fosse interamente coperto dal cappuccio prima di passare la porta.

“Quanti ricordi.” Pensò con tristezza nel rivedere quel vecchio stabilimento.

“Adesso basta. Devo concentrarmi sul mio obbiettivo. Era troppo tempo che attendevo questo momento.”

La guardia fuori dal cancello guardò la persona da capo a piedi.

“Dove credi di andare?” disse subito.

Il tono che usò pareva quasi una minaccia. Ma era spaventato.

Una cosa che lo innervosiva erano le persone che non intendevano mostrare il viso.

“Proprio come quel Kakashi.” pensò.

La figura sinuosa si bloccò e girò la testa verso di lui.

Qualcosa nel movimento lento che fece, lo spaventò a morte.

“A trovare una persona.”

La frase venne detta senza inflessioni, con tono freddo e asciutto, ma la guardia non aveva intenzione di desistere.

“Io finche non ti vedo in volto non ti faccio passare.”

Con un rapido movimento una mano uscì da sotto il mantello.

Tra le dita stringeva forte uno spiedo che venne scagliato con infinita precisione sul collo della guardia che si accasciò a terra profondamente addormentata.

“Non ti preoccupare,” disse rivolto verso la persona sdraiata ai suoi piedi “dormirai solo per un po’. Non mi hai lasciato scelta, non voglio intralci nel mio piano.”

Riprese a camminare verso il cancello.

Lo varcò senza altri intoppi.

“La parte facile l’ho passata.” si disse tra sé e sé.

“Ora viene il difficile.”

CIAUUX! SONO TORNATA! SONO RIUSCITA A SCRIVERE QUESTO CHAP IN POCO TEMPO E SPERO SIA VENUTO FUORI ABBASTANZA BENE. VOGLIO RINGRAZIARE TUTTE LE PERSONE CHE MI HANNO LASCIATO UNA RECENSIONE. RISPONDO A TUTTI INMANIERA SBRIGATIVA PERCHè NON HO MOLTO TEMPO.

SHINAMI è UN PERSONAGGIO CHE VIENE FUORI DALLA MIA FANTASIA E NON CENTRA NIENTE CON RIN...

GAI RISPUNTERà FUORI...

KAKASHI è MIO...

UN BACIONE A TUTTI... RECENSITE APPENA POTETE ANCHE IN MANIERA CATTIVA (MA NON TROPPO PER FAVORE O IL MIO CERVELLO VA IN TILT...) cIaUXxXx E BACIONI DA kakashina93

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Dubbi e confusione ***


Il tabellone elettronico si illuminò, mostrando il nome di Sasuke Ucicha.

Sakura lo guardò preoccupata. Ancora non si era ripreso dalla sfida con Orochimaru.

"Proprio per primo lo dovevano chiamare?" pensò.

"Ritirati, non ce la farai mai!" gli disse.

Ma sapeva che era tutto inutile, il ragazzo non avrebbe mai abbandonato la prova.

Il Terzo Hokaghe invitò i ragazzi che non combattevano, insieme ai loro maestri, a salire sulla sopraelevata da dove avrebbero assistito all’incontro.

"Che gioia rivederla maestro." disse felice Naruto rivolto verso Kakashi.

"Lo è anche per me." rispose lui.

L’incontro passò lento, ma si concluse con la vittoria di Sasuke che però finì a terra privo di forze.

Gli infermieri lo portarono di urgenza al Pronto Soccorso su una barella.

Kakashi vide il suo allievo allontanarsi.

Sentì un morso allo stomaco.

Quella scena l’aveva già vista, tanto tempo prima.

Ma la persona sulla barella non era più viva.

Distolse lo sguardo. Non voleva pensare a niente. Non voleva pensare a Shinami.

"Diamo inizio al secondo combattimento, i prossimi sfidanti sono..." un rumore interruppe le parole dell’anziano uomo.

La porta da dove poco prima era uscito Sasuke si stava riaprendo.

Tutti quanti si voltarono in quella direzione.

Un ragazzo corse trafelato verso il Terzo Hokaghe.

Con ancora il fiatone sussurrò qualcosa all’orecchio dell’uomo che rimase impietrito.

A Kakashi sembrò che l’Hokaghe cercasse conferma nelle parole appena pronunciate. Gli parve quasi che si rifiutasse di credergli.

Poi tutti e due si volsero a guardare proprio in quella direzione, verso di lui.

"Maestro, è successo qualcosa a Sasuke?" disse Sakura con la voce quasi rotta dal pianto.

Kakashi sbigottito la guardò.

"Non voglio trarre conclusioni affrettate Sakura."

Poi aggiunse ripensandoci

"Ma se anche fosse preparati al peggio."

La ragazza si gettò al collo di Naruto e scoppiò in lacrime.

Poi successe una cosa che di sicuro non si era mai verificata nella storia delle eliminatorie.

Il Terzo Hokaghe stava per abbandonare, anche se momentaneamente, le prove.

"Devo allontanarmi urgentemente. Le selezioni continueranno non appena tornerò. Potrei metterci abbastanza perciò rimanete comodi e rilassatevi."

Sparì dall’immensa porta.

Poco prima di dileguarsi però, lanciò un’occhiata a Kakashi che non seppe decifrare il suo sguardo.

Un boato di disapprovazione salì da alcuni maestri

"Ma come è possibile? Non si era mai allontanato durante un esame!"

Gai si avvicinò preoccupato a Kakashi.

"Posso parlarti?" disse torvo.

Guardò Sakura e Naruto alle spalle dell’amico e aggiunse

"In Privato?"

Si allontanarono insieme e andarono a discutere in un angolo desolato della sopraelevata.

I due ragazzi rimasero soli a pensare alle possibili conclusioni sulla sparizione dell’Hokaghe.

Sakura fu la prima a parlare.

"A sentire i maestri è la prima volta che si verifica una cosa del genere. Cosa è successo? Non sarà veramente Sasuke la causa di questo baccano?"

Naruto la guardò intensamente.

"Non è Sasuke, è qualcosa di più. Lui sta ancora bene. Me lo sento. Non ci dobbiamo preoccupare inutilmente."

Proprio in quel momento ritornò Kakashi.

Nel suo cervello, duecento e più ipotesi sulla scomparsa dell’Hokaghe si aggrovigliavano, ma ognuna di esse gli sembrava più banale di quella prima.

Naruto gli chiese

"Maestro, lei ne sa qualcosa?"

Kakashi lo guardò e rispose con molta sincerità

"Niente in più di quello che sapete voi, ragazzi..."

Ma il ragazzo non desisteva.

"Eppure ci siamo accorti tutti che hanno fissato lei! Cosa sta succedendo maestro?"

"Non ne ho la più pallida idea. Ma se pensate che centri Sasuke vi sbagliate di grosso. Altre persone sono morte durante queste selezioni ma il Terzo Hokaghe non aveva mai abbandonato la prova. Mai. Questo, naturalmente, non vuol dire che Sasuke sia morto."

Sakura tirò un sospiro di sollievo.

*******

Sarutobi non poteva crederci. La persona che aveva appena visto, lo aveva turbato profondamente.

Di sicuro questo si poteva dire un vero miracolo.

Non aveva creduto alle parole del ninja che era venuto a chiamarlo, ma si era dovuto ricredere quando aveva visto con i suoi occhi.

"Ora la cosa più difficile sarà dirlo proprio al diretto interessato." pensò con un misto di allegria e turbamento.

Incaricò un giovane jonin di andarlo a chiamare.

Il ragazzo lo guardò confuso e gli disse

"Hokaghe, cosa devo dirgli?"

"Digli che io gli voglio parlare urgentemente e che non sei autorizzato a dargli più informazioni di queste."

Il jonin lo guardò sbigottito ma obbedì.

Si dileguò, diretto verso la stanza dove si tenevano le selezioni.

*******

La porta si stava riaprendo.

Ancora una volta tutti si girarono.

Sakura trattenne il fiato.

Era appena entrato un ninja.

I maestri continuarono le polemiche.

"Ma dove è finito l’Hokaghe?" dissero senza esitazione.

Il ragazzo, che sembrava sentirsi a disagio, ignorò gli altri per concentrarsi solo sul suo obbiettivo, Kakashi.

Alzò lo sguardo verso di lui e gli urlò

"Maestro, il Terzo Hokaghe desidera vederla. Con urgenza."

Kakashi sentì lo stomaco stringersi violentemente.

"Cosa sta succedendo?" si chiese. "Cosa c’è? Non riesco a spiegarmelo..."

Senza indugiare troppo, scese lentamente le scale per raggiungere il ninja che lo avrebbe accompagnato al luogo di destinazione.

Gli si avvicinò all’orecchio e sussurrò

"Posso sapere cosa succede?"

Il ragazzo rispose freddo e asciutto.

"Non mi hanno autorizzato a darle altre informazioni. Informazioni poi, che conoscono solo in pochi eletti e io non sono tra quella schiera."

Kakashi rimase impietrito, non riusciva a capire.

Non indugiò oltre.

Prima di uscire però salutò Sakura e Naruto dicendogli di stare tranquilli.

Il copia-ninja e il ragazzo andarono verso il luogo dell’appuntamento.

Lo raggiunsero dopo poco.

Il Terzo Hokaghe li attendeva appoggiato ad una porta.

Quando spuntarono congedò il ragazzo più giovane e rimase solo con Kakashi.

Senza altre esitazioni il maestro chiese

"Cosa sta succedendo?"

L’Hokaghe sorrise ma ridivenne subito serio.

"Vedi, mentre noi guardavamo le selezioni, qualcuno è entrato di nascosto con l’intenzione di parlare con me."

"E posso sapere io che centro in tutta queste storia?" chiese asciutto Kakashi.

"Vedi, voleva parlare con me per chiedermi il permesso di incontrarti. Io ho accettato. Sappi che chiunque troverai dietro a questa porta non scherzerà su quello che ti dice."

Kakashi lo guardò dal solo occhio scoperto con fare di chi non ha capito niente.

"Ragazzo mio. Non è facile da spiegare a parole la situazione che ti si presenterà fra poco. Io anche stento ancora a crederci, perciò ti chiedo di entrare. Quando avrete finito, tornate nella sala dove si tengono le selezioni. Ma non interrompete l’incontro. Fatevi dire dal ninja fuori alla porta quando sarà finito."

Il Terzo Hokaghe si girò e cominciò a camminare.

Si voltò verso Kakashi e gli disse le parole più inaspettate.

"Auguri."

Poi scomparve.

Kakashi rimase impietrito davanti alla porta che si trovava davanti a lui.

Cosa gli aspettava?

Chi c’era dentro?

Si conoscevano?

Ed era una persona talmente importante da costringere l’Hokaghe ad abbandonare le selezioni?

"Se rimango qui fuori non otterrò mai delle risposte." pensò.

Strinse la maniglia e spinse la porta...

TO BE CNTINUED...

CIAUX RAGAZZI. CI SI RIVEDE INSOMMA? MA QUANTE BELLE RECENSIONI CHE MI AVETE MANDATO!! ORA HO MOLTO TEMPO PERCIò VI RISPONDO UNO A UNO:

dark_girl92= grazie. sei veramente troppo gentile.

Narufan= come hai visto Gai c'è sempre. più avanti entrerà anche Lee se ti può interessare...

Mina= Grazie, molte grazie. fa veramente piacere sapere che ti piace la mia storia

Sweet Dark= Grazissimi. continua a seguire e ci saranno tantissime sorprese...

Hime_chan= Nelprox cap si scoprirà chi è la persona misteriosa grazie per la recensione

apocalyptica= non ci posso credere... tu... osi... grazie!!!!!! sei la migliore e ricordatelo. Bea, le altre storie (quelle che ti interessano d+) le pubblico tra un po'...

BACIONI A TUTTI E CONTINUATE A COMMENTARE (ANCHE IN NEGATIVO NON TROPPO VI PREGO) SIETE L'UNIICA FORZA PER UNA MENTE IN CONTINUO LAVORO COME UNO SCRITTORE DI FIC! ALLA NEXT

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** La figura incappucciata ***


ARIECCOMI. SONO TORNATA PER IL VOSTRO TERRORE!
QUALCUNO MI HA FATTO NOTARE, GIUSTAMENTE, CHE NON SI DISTINGUEVANO BENE I PENSIERI DALLE FRASE DETTE PERCIò DISTINGUERò
I PENSIERI CON: -
E LE FRASI CON: “
TANTO PER NN CREARE CONFUSONE. BUONA LETTURA!

La stanza era debolmente illuminata da una lampadina che si trovava sopra ad un tavolo quadrato, dove erano poggiate due sedie di legno.

Chiuse la porta alle sue spalle.

Gli occhi ci misero un po’ a mettere a fuoco gli altri elementi nella stanza.

Un divano e una finestra. Chiusa.

Affacciata ad essa, ferma a guardare il vuoto, c’era una figura incappucciata volta di spalle.

“Salve.” disse lui rimanendo immobile.

La persona non rispose. “Sono Hatake Kakashi. So che è venuto qui solo per incontrarmi giusto?”

La figura si girò verso di lui e Kakashi rimase impietrito.

L’incappucciato recava un rigonfiamento sul petto che stava significare solo una cosa.

“Salve Kakashi.” La voce risuonò dolce e pacata.

Kakashi la guardò.

Era una donna. Ma non poteva distinguerne il volto, lo teneva coperto dal cappuccio del mantello, fissato con una bella spilla con il simbolo del villaggio della foglia.

-Una donna. Il Terzo Hokage si è dato davvero tanta pena per una ragazza?- pensò allibito.

Lei parlò di nuovo.

“Cosa c’è? Ti stupisce il fatto con non sia un uomo come pensavi?”

Kakashi rimase perplesso.

-Come mai mi dà del tu se non l’ho mai incontrata?- si disse fra sé e sé.

“Posso sapere il suo nome signorina…?”

La ragazza tirò un sospiro.

“Il mio nome già lo conosci.”

Ma come era possibile?

Eppure ricordava di aver già sentito quella voce… con un altro timbro…

“Lei si sbaglia. Non credo di averla mai incontrata.” disse lui.

La ragazza fece una specie di risatina nervosa.

“Oh, commetti un errore! Ed anche grosso…”

Kakashi si sforzava di ricordare…

“Se vuole mantenere l’anonimato… prego! Io sono il primo che non mostra mai il volto! Ma lei mi dica almeno il suo nome!”

La ragazza rimase in silenzio.

Dopo molto parlò.

“Non posso. Mi dispiace. Ma sappi che io ti conosco molto meglio di quello che credi…”

Kakashi non sapeva più come agire.

“D’accordo, d’accordo. Non farò altre domande. Ma posso almeno sapere perché mi ha catapultato qui?”

La ragazza rispose misteriosa

“Ogni cosa al suo tempo Kakashi. Ma ora toccano a me le richieste. A proposito di non mostrare il volto… togliti la maschera.”

La cosa che più stupì Kakashi fu il fatto che la frase non venne formulata come una richiesta, ma come un ordine.

“Cosa?”

Lei insistette.

“Togliti la maschera.”

Kakashi si era spazientito.

“Se lei mi conoscesse bene come dice, saprebbe che il mio volto è stato visto da ben poche persone e al massimo una o due volte, perciò le chiedo di cambiare domanda.”

“Togliti la maschera.”

Lui scoppiò e le rispose con il tono della voce, molto più alto di quanto avrebbe voluto.

“Ma mi ha sentito? La sua richiesta è assurda! Il Terzo Hokage non aveva ragione… io non la conosco affatto… Arrivederci.”

Si girò verso la porta; stava per andarsene.

Allungò la mano verso la maniglia e…

“Io so che a una persona, il volto lo hai mostrato molto più di una o due volte. So anche che fu proprio lei a vederti l’ultima volta senza maschera… lo espresse come ultimo desiderio…”

Kakashi non riuscì a muoversi.

-Come fa a sapere tutte queste cose? Da quanto è che mi sta spiando? Nessuno sa dell’ultima richiesta di Shinami tranne me!- pensò amaramente.

Si girò a guardare la ragazza, impietrito.

Lei fece uscire le mani da sotto il mantello.

Afferrò la spilla e la sganciò

Ora rimaneva coperto solo il volto.

Addosso portava la tenuta dei ninja del villaggio.

Afferrò i lembi della stoffa che la nascondevano e li tirò indietro.

Alzò lo sguardo verso Kakashi e lo fissò intensamente negli occhi.

Lui rimase senza fiato.

Non seppe per quanto tempo rimase fermo con gli occhi incatenati a quelli di lei, azzurri come il mare.

I ricci le circondavano il viso e il coprifronte recava un profondo solco sull’angolo destro.

“Shinami…”

Fu l’unica parola che riuscì a dire…

Sentiva le gambe dolergli, ma non gli importava… non riusciva a pensare a niente, tranne al fatto di avere davanti la figura della persona che amava, morta però cinque anni addietro.

“Ciao Kakashi.” riuscì a dire lei mentre gli occhi cominciavano a lacrimare.

Finalmente riuscì a muoversi.

Con passo lento le si avvicinò.

Allungò la mano verso il volto di lei, bagnato dalle calde lacrime che gli solcavano le guance.

Riusciva a toccarla, non era una visione.

Con un movimento rapido e deciso l’abbracciò forte.

Le lacrime cominciavano a colare anche a lui.

Mentre piangeva riuscì a stento a dire

“Se questo è un sogno, per favore non svegliatemi…”

Lei strinse il viso sul suo petto e singhiozzò forte.

Non seppero dire per quanto tempo rimasero abbracciati a piangere.

Finalmente lei si staccò, e riuscì ad abbassare la maschera bagnata dalle lacrime di lui.

Gli sorrise, era davvero bello, proprio come se lo ricordava.

Le loro labbra si sfiorarono piano, dolcemente, con cautela, quasi avessero paura di farsi del male.

Si staccarono e rimasero in silenzio.

Lui la fissò.

“Non so se sei reale, ma anche se non lo fossi vorrei che questo momento non finisse mai.”

Lei gli rispose con dolcezza

“Sono viva, ed è questo che conta ora, il fatto che ci siamo ritrovati. Ma guardati… guardaci… due ninja che piangono a dirotto. Eppure la regola…”

“La regola vieta ai ninja di esternare i propri sentimenti. Ma ormai io non ci faccio più caso quando penso a te.”

I sentimenti prevalsero sulla ragione.

Kakashi cercava di non pensare alle mille domande che gli si arrovellavano nel cervello ma non poteva farne a meno.

Ebbe il coraggio di parlare dopo molto.

“Come è possibile che tu sia ancora viva? Io ti ho vista morire tra le mie braccia…”

Lei continuò ad abbracciarlo.

“Questa storia è troppo lunga per essere raccontata in così poco tempo. E mi è stata chiesta anche dal Terzo Hokage, che merita delle risposte… proprio come te. Perciò ti chiedo di pazientare ancora un po’, abbiamo molto tempo per raccontarci cosa è successo in questi cinque anni.”

Si baciarono di nuovo, questa volta con più passione.

Quando si divisero, Shinami si scostò dal corpo di Kakashi che si accinse a tirasi su la maschera mentre lei andava a recuperare il mantello, lo poggiava sulle spalle e lo fissava con la bella spilla con il simbolo del villaggio di provenienza.

Prima di coprirsi il volto rivolse al ragazzo un sorriso radioso che lui contraccambiò.

Uscendo, lui le disse con il cuore colmo di gioia

“Mi sei mancata tanto.”

Lei attraversò la porta che gli veniva gentilmente aperta da Kakashi e rispose con un sussurro

“Anche tu…”

Si incamminarono verso la sala delle selezioni.

Kakashi non riusciva a pensare a niente, se non alla persona che gli camminava affianco.

“È ancora viva, quello che ho sempre sognato in questi anni si è realizzato. Ho buttato fuori tante lacrime, inutili, lei c’era sempre. Non è mai andata via. Mi sento un bambino di tre anni. Sono… felice non riesco a trovare parola più giusta. Forse ce n’è un’altra altrettanto perfetta… innamorato! Sì, come lo ero tanto tempo fa, proprio di lei! Dio, è ancora viva…”

Mentre era assorto nei suoi pensieri, arrivarono davanti la porta dove li attendeva l’usciere.

“Salve maestro, salve… ehm… salve! Lo scontro si sta per concludere, tra poco potrò farvi entrare.”

Lui sorrise raggiante.

“Posso sapere chi sta combattendo?”

La risposta arrivò subito.

“Sakura e Ino, signore.”

“Bene, grazie dell’informazione.”

Si allontanarono un poco, tanto da non farsi sentire dall’usciere.

“Mi dispiace averti fatto perdere lo scontro di un tuo allievo.” ammise lei.

“Non ti devi preoccupare, so che se la caverà benone…” ci pensò su “Come fai a sapere che Sakura è mia allieva?”

Lei sorrise da sotto il cappuccio.

“Io so molte cose di te, quasi tutto quello che è successo dalla mia “presunta” morte a oggi… Ti devo chiedere una cosa. Quando entreremo devi rimanere a distanza da me, per non far insospettire la gente, va bene?”

“Certo, ti capisco… ma non comprendo un’altra cosa… se non eri morta, come mai sei rimasta lontano da me? Rispondi solo a questa domanda, ti prego!”

Lei divenne seria.

“La faccenda è più complicata di quello che sembra Kakashi, ma ti dico una cosa. Anche io pensavo di essere morta.”

“Non capisco…”

“Lo so, è per questo che ti chiedo di pazientare ancora un po’. Meriti delle spiegazioni, molte più degli altri. Non era mia intenzione farti soffrire, te lo giuro amore mio… ma la storia è molto lunga e dolorosa…”

Lui non insistette. Era felice di aver sentito pronunciare quelle due parole dalla bocca di lei.

-Amore mio…- pensò felice ma triste allo stesso tempo. Aveva dimenticato che sensazione provocava in lui quella frase.

Sapeva che Shinami non gli avrebbe mai mentito. Questo cinque anni fa, ma ora?

“Ora non è cambiato niente.” si sforzò di pensare. E se ne convinse…

Il copia-ninja, una delle persone più calme e rasenti al menefreghismo della terra, si sentiva un bambino quando era con lei.

Aveva dimenticato quella sensazione che si prova nel cuore quando si ama qualcuno.

“Maestro, ora potete entrare.” urlò da lontano l’usciere.

“Arriviamo.” rispose lui.

Quando passarono la porta, che gli veniva gentilmente aperta dall’usciere, tutte le teste si voltarono all’unisono verso di loro.

“Chi è quella tipa misteriosa che sta con il maestro?” chiese incuriosito Naruto a Gai.

“Non ne ho la più pallida idea…” ammise con sincerità lui.

Shinami e Kakashi salirono le scale che li conduceva sulla sopraelevata.

Lui si fermò dai suoi allievi e lei camminò sicura verso la fine della grata, dove si fermò e volse il volto verso il Terzo Hokage che le sorrise sereno.

Tutti quanti non capivano cosa stava succedendo.

“Che sia forse lei il motivo dell’assenza del Terzo Hokage?” disse qualcuno…

“Io protesto! Le selezioni non sono pubbliche! Chi è quella? E come si permette di auto invitarsi?”

Il Terzo Hokage allora disse sicuro

“Veramente ad invitarla sono stato io! Perché, c’è qualche problema?”

Tutti i maestri si girarono verso di lui.

“No, no! se è sua ospite va bene.” Ridisse lo stesso calunniatore di poco prima.

Kakashi sorrideva soddisfatto.

Naruto e Sakura non riuscivano a decifrare bene la sua espressione.

“Maestro, si sente bene? Sembra le sia presa una paralisi facciale!” ammise Sakura. “Ma di Sasuke ha saputo qualcosa?”

Senza mai smettere, Kakashi la guardò e le chiese

“Come è andato l’incontro? Mi dispiace essermelo perso ma non ho potuto fare altrimenti…”

Sakura si rattristò.

“È finito con la sconfitta di tutte e due…”

“Non fa niente, sono sicura che ti sei impegnata tantissimo… Non è una bella giornata oggi?”

Naruto lo guardò perplesso.

-Ma cosa gli è preso?- pensò curioso.

Il Terzo Hokage interruppe tutte le conversazioni.

“Procediamo con gli incontri. I prossimi sono…” il cartellone si illuminò mostrando i nomi di Neji e Hinata. “Hinata Hiuga e Neji Hiuga.” esclamò l’uomo.

to be continued…

QUESTO CHAP MI HA PORTATO VIA CIRCA DUE SETTIMANE PERCHé CERCAVO DI RENDERE IL CARATTERE DI KAKASHI MOLTO SIMILE A QUELLO DELL’ANIME MA CON MOLTE PIù SFUMATURE! MISSIONE NON SEMPLICE! SPERO DI NON AVERVI DELUSO!
GRAZIE A TUTTI QUELLI CHE RECENSISCONO! ED ORA I RINGRAZIAMENTI

Hime_chan/Mina/Nuwanda= Grazie per avermi segnalato gli errori e se ne trovate altri non esitate a segnalarmeli. Siete la mia salvezza!

dark_girl92= Ti svelo un segreto. Io i chap già li ho pronti. Li devo solo postare un po’ alla volta!! Grazie per i commenti mi fa piacere che ti piaccia la mia storia!

Sweet Dark= Gentilixxima. Grazie e continua a seguire la storia.

Apocalyptica= A simpatica! Guarda che io Nana me lo vedo! Gai è il tipo in tuta verde con i sopracciglioni e Shinami me la sono inventata io! Non vedo l’ora di leggere la tua storia sbigati. Tvttttb Bea!

Irene Adler= Shinami è un nome che mi frullava nella testa da un po’ di giorni e non ha un significato particolare!

BACIONI A TUTTE E CONTINUATE A RECENSIRE MI RACCOMANDO!!!! BACIUNIXX

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Molte polemiche ***


I due Hiuga scesero le scale.

“Via” gridò l’Hokage.

Hinata incassò una serie di micidiali colpi dal fratellastro che sembrava godere del dolore di lei.

Naruto da sopra gli spalti tifava per la ragazza e la incitava continuamente.

“Forza Hinata! Sei la migliore! Continua così!”

Le parole sembravano aver rianimato la ragazza che passò al contrattacco.

Neji finì a terra parecchie volte, ma aveva molto più chacra di Hinata che non resistette più e svenne, completamente coperta di sangue.

Naruto si precipitò a terra, seguito a ruota da Gai, Kurenai e Kakashi che si posero tra Hinata-Naruto e Neji.

Il ragazzo biondo si abbassò a terra e si sporcò la mano con il sangue di Hinata, si girò verso Neji e gli disse

“Giuro, sul sangue di questa ragazza, che io la vendicherò. Io ti sconfiggerò Neji Hiuga. Ti farò capire che non sei il migliore.”

Kurenai corse verso la piccola allieva e gli posò il viso sul petto.

“Non respira più!” urlò verso l’Hokage che disse

“Chiamate gli infermieri!”

Shinami da sopra lo spalto non sapeva cosa fare.

-Se scendo a curarla c’è il rischio che mi scoprono ma… non posso far morire quella ragazzina!-

Si decise. Balzò giù dalla grata e corse verso la ragazza stesa a terra, ormai quasi morta.

“Posso sapere cosa vuoi?” chiese Kurenai in preda alla disperazione.

“Aiutare degli amici.” rispose Shinami, sempre coperta dal mantello.

Kurenai rimase quasi scioccata.

Quella voce la conosceva…

Shinami tirò fuori da una tasca interna, una boccetta contenete un liquido rosso scarlatto.

Ne versò qualche goccia in bocca ad Hinata. Mise le mani sul petto di lei e premette forte. Un ondata di chacra avvolse le braccia di Shinami, e Hinata riprese conoscenza di colpo.

Kakashi guardava la scena sbigottito.

-Dove ha imparato le arti curative?- pensò incuriosito.

Kurenai abbracciò l’allieva che si stava rialzando, anche se debolmente.

Shinami richiuse la boccetta e se la rimise nella tasca del giubbotto.

La maestra si girò

“Grazie.” disse verso la figura incappucciata.

“Dovere.” rispose lei.

Lo stesso maestro di prima, il calunniatore, rifece emergere il suo lato cattivo.

“Posso sapere chi è quella? Come si permette di mettere le mani su un alunno?”

Shinami alzò lo sguardo verso l’uomo. Era Asuma. Se lo ricordava bene, il ragazzo di Kurenai…

“Veramente io mi sono limitata a curarla.”

“E chi se ne frega! Non è questo il punto! Io dico solo che non ti dovevi intromettere!”

Kakashi intervenne in aiuto della ragazza.

“Senti Asuma, senza il suo intervento Hinata sarebbe di sicuro morta. Più che calunniarla dovresti ringraziarla!”

Da sopra lo spalto il maestro si rivolse feroce verso Kakashi.

“E tu cosa centri in questa discussione? Non solo ti permetti di portare qui una persona che non centra niente con le selezioni, ma la difendi anche… cosa c’è? Ti sei fatto una nuova amichetta e non vedevi l’ora di farcela conoscere?”

Kakashi strinse forte i pugni, come per smorzare la rabbia… che invece crebbe…

Si stava per lanciare verso gli spalti e la stessa cosa la faceva Asuma. Stavano per raggiungersi a mezz’aria quando contemporaneamente l’Hokage e “l’amichetta” si pararono tra i due, schiena a schiena.

Caddero a terra con un salto preciso, sotto gli sguardi allibiti di tutti.

L’Hokage fu il primo a parlare.

“Asuma, ti devo ripetere che sono stato io ad invitare la signorina? No ti devi intromettere in questa storia! No te la prendere con Kakashi, che in fin dei conti a ragione… senza di lei Hinata non ce l’avrebbe fatta… e lo sai bene!”

Asuma abbassò lo sguardo avvilito.

Kakashi guardò Shinami che alzò un poco la testa per far vedere le labbra.

Solo con il labiale disse

“Grazie per avermi difeso”

Il ragazzo le se avvicinò un poco e le sussurrò

“Dovere.”

Si avvicinarono agli spalti e salirono le scale.

Tutti quanti nella sala si chiedevano quale misteriosa complicità c’era tra i due.

Gli incontri andarono avanti per molto ma nessuno ebbe più il coraggio di controbattere sulla presenza della ragazza misteriosa nella sala.

Nel giro di molte ore, si concluse tutto per il meglio.

I ragazzi sfiniti, se ne andarono a casa.

I maestri, sotto invito dell’Hokage, si andarono a sedere tutti nella sala dove si erano incontrati per la prima volta.

SONO TORNATA!! QUESTO CHAP è CORTINO PERCHè SE CI METTEVO ANCHE L'ALTRA PARTE DIVENTAVA VERAMENTE TROPPO LUNGO ! sPERO CHE VI PIACCIA... GRAZIE A TUTTI QUELLI CHE HANNO RECENSITO. UN BACIONE E DOMANI VI POSTO L'ALTRO!
Oggi, dopo tanta tantissima attesa.... hanno rimesso Naruto! sono superipermegafantasuperultra contenta!
ANCORA BACI E RECENSITE!!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Una triste storia ***


I maestri si sedettero nella stanzetta. Rimasero in piedi solo l’Hokage e Shinami, ancora interamente coperta.

In prima fila, c’erano Kakashi, Gai, Kurenai e un imbronciato Asuma.

“Posso sapere per quale motivo ci ha fatto venire qui?” chiese quest’ultimo con un muso enorme.

“Per farvi ascoltare una storia che penso interesserà a tutti.” disse calmo l’Hokage. “Lascio la parola a la ragazza che ha dato tanto scompiglio a queste selezioni. Sappiate, che tutto ciò che vi dice non è uno scherzo… prego.”

Shinami fece un passo avanti.

“Non farò con voi lo stesso giochetto che ho riservato all’Hokage e a Kakashi perciò vi mostrerò subito chi sono.”

Così dicendo si tolse il cappuccio sotto lo sguardo terrorizzato di tutti.

In prima fila Gai sembrava non respirare…

“Sh…Shin…Shinami?!” esclamarono in molti.

“Ciao ragazzi. Non sapete che gioia rivedervi!” disse lei felice.

Kurenai si alzò e corse verso di lei abbracciandola forte.

“Non ci posso credere! Shinami, sei viva! Ti avevo riconosciuto allora. Ma mi sembrava impossibile prima, quando hai curato Hinata! Invece sei qui! Veramente!”

Gai era pietrificato e Kakashi sorrideva radioso da sotto la maschera.

Dopo i primi dieci minuti di sgomento, si sedettero tutti ad ascoltare quello che la ragazza aveva da raccontare.

Se poco prima aveva un bellissimo sorriso dipinto sul volto, ora c’era solo serietà e tristezza sui suoi delicati lineamenti, misti ad una nota di stanchezza.

“Vi avverto che la storia che vi racconterò sarà abbastanza lunga. Io mi sento molto debole, ma ho pregato l’Hokage di potervi incontrare tutti subito.”

“Io non ho intenzione di muovermi di qui finche non saprò come hai fatto a resuscitare.” disse qualcuno dalla fila più lontana.

“Mi fa piacere questo. Grazie a tutti, di cuore.” Incrociò le braccia sul seno e con parole tristi cominciò a narrare la sua storia.

“Tutto è cominciato l’ultimo giorno della guerra che ha coinvolto il nostro villaggio. Io ero stata attratta con una trappola davanti la Pietra Miliare per poi essere colpita al cuore da un ninja nemico. L’ultima persona che vidi, fu Kakashi che mi si trovava vicino. Non c’erano più speranze per me. La vita mi aveva abbandonato. O almeno… così credevo…

Non seppi come, né quando, ma mi risvegliai in un comodo letto, sotto calde coperte. Mi sentivo la febbre alta ma mi riuscii comunque ad alzare. La prima cosa che pensai fu a quanto fosse brutto l’aldilà.

Feci qualche passo e andai vicino alla finestra. Era una splendida giornata. C’era un sole che spaccava le pietre, il contrario del mio ultimo giorno da viva.

“Almeno fa bel tempo in paradiso.” pensai tristemente.

Mi sentivo stanchissima, debole quasi da non stare in piedi così mi rimisi al letto.

Dormii per parecchio tempo, felice di avere almeno quello per riposare.

Quando la febbre se n’era andata cominciai a sentire uno strano languorino, cosa strana per un morto. Come era strano che mi sentissi stanca, debole e confusa…

Aprii l’armadio di fronte al mio letto e trovai dei vestiti da indossare.

Non avevo ancora riacquistato tutte le facoltà motorie e celebrali. Ma una cosa la tenevo ancora stretta. L’intuito che si sviluppa diventando ninja e ora proprio quello mi diceva di non uscire da quella stanza, per il momento.

Quello stesso giorno ricominciai a ragionare normalmente. Ricordavo quasi tutto su di me ma avevo come un grande vuoto interiore… qualcosa mancava…

Come è mia solita abitudine, mi misi le mani in tasca per pensare.

Sentii qualcosa di liscio al contatto con le dita e tirai fuori dalla tasca una bella spilla con il simbolo del villaggio della foglia e un bigliettino arrotolato intorno ad essa.”

Quando Shinami disse queste parole prese la spilla che teneva legato il mantello ed estrasse un foglietto stropicciato dalla tasca.

“Sono quattro anni che ormai non me ne separo…”

Gai, che ora respirava normalmente, disse stupito

“Quattro anni? Forse hai fatto male i calcoli! Se fosse come dici tu, vorrebbe dire che hai dormito per…”

“Un anno intero, esatto…”

Tra i presenti si levò un grido di stupore.

Kakashi non si perdeva una parola di quello che diceva Shinami.

“Il foglietto era una specie di lettera che diceva:

Ricomincia a vivere.
Bentornata nel mondo dei vivi, che in realtà non hai mai abbandonato. Sono la persona che ha organizzato la tua finta morte. Il kunai con la quale un mio fedele servitore ti ha pugnalato, era intinto in un veleno di mia invenzione che porta le persone a uno stato di coma molto simile alla morte. Ti abbiamo drogato continuamente, per farti dimenticare tutto di te, la tua identità, la tua vita precedente, ma soprattutto L’UOMO CHE AMI.”

A queste parole Kakashi ebbe un sussulto e tutti si girarono a guardarlo.

Shinami continuò a parlare.

“La lettera recitava ancora:

Io ti lancio una sfida. Devi scoprire chi è questa persona. Senza che io ti dia nessuna indicazione. La caccia comincia qui. Ma di certo non sarà facile come pensi. Se in questo momento provi a pensare, scoprirai di non ricordare niente. Ti do un indizio. Il tuo nome è Shinami. Sappi che io ti controllo sempre. Ogni tuo spostamento, ogni tua mossa, sarà seguita da me e dai miei servitori.

Come ogni sfida che si rispetti, anche questa ha le sue regole:

1- Non dovrai mai recarti ad un anagrafe.
2- Non dovrai mai recarti ad un ospedale.
3- Non dovrai parlare con nessuna persona che già ti conosce.
4- Non risponderai al tuo nome se non sai chi è a pronunciarlo.
5- Non chiederai a nessuno se si ricorda chi sei.
6- Non ti avvicinerai al Villaggio della Foglia se non tra 4 anni.

Le regole vanno rispettate. La pena è la morte e questa volta, non simulata.
Sappi che io non voglio far soffrire te, ma l’uomo a cui sei legata.

Se non scoprirai la tua vera identità entro 4 anni, diverrai mia.
Questa è una promessa a cui non puoi sottrarti.
Auguri”

Le parole uscirono dalla bocca di Shinami piano, quasi sussurrate.

Kakashi si chiese se era il caso di farla continuare.

Anche il Terzo Hokage notava preoccupato la debolezza della ragazza.

“Vuoi davvero andare avanti?” le chiese.

“Sì” rispose decisa lei “almeno la finirò con questa storia una volta per tutte.”

Kakashi era estremamente colpito dalla determinazione della ragazza.

“Non è cambiata per niente.” pensò felice, ma preoccupato per la salute di Shinami.

Qualcuno tra i presenti fece una domanda.

“Shinami scusa se ti interrompo, ma una cosa non mi è chiara. Tu ci hai detto che questo “Signor X” ti aveva imbottito di droghe per farti scordare tutto il tuo passato. Ma come facevi allora a ricordare la guerra e Kakashi?”

Shinami sorrise furba.

“Semplice, molto semplice. In quel tempo mi trovavo ancora negli ANBU con Kakashi. Prima dell’inizio della battaglia, Tsunade ha distribuito a tutti i componenti della squadra assassina, delle pasticche di sua invenzione, contenenti degli anti-veleni. Poco prima di essere pugnalata ho ingerito una di queste che, a quanto pare, si è quasi tutta esaurita per dissolvere il veleno del kunai, ma non quello delle droghe.”

“In che senso non quello delle droghe?” chiese Kurenai stupita.

“Nel senso che io ricordavo quasi tutto su di me. Il mio villaggio, le persone a cui volevo bene, la mia vera identità, ma non so se per pura casualità, io mi ricordavo solo i nomi di tutti voi.”

In prima fila, il ragazzo con il volto coperto rimase a bocca aperta.

“Vuoi dire che non ti ricordavi come eravamo fatti?” chiese sbalordito.

“No” rispose lei. “Mi ricordavo solo come vi chiamavate. Se vi avessi incontrato per strada… non vi avrei riconosciuto.

Sta di fatto che senza un centesimo nelle tasche, uscii da quella stanza, che scoprii essere di un albergo del Villaggio della Neve . Esattamente dall’altra parte di questo immenso paese. Cominciai a vagare per il villaggio cercando di pensare lucidamente, cosa abbastanza difficile per una persona che ha dormito un anno intero.

Trovai un lavoro a tempo perso e per dormire usavo la camera d’albergo che seppi mi era stata pagata per un anno intero. Con i soldi che guadagnai, mi comprai in gran segreto un mantello che mi coprisse interamente viso e corpo, e delle attrezzature ninja per allenarmi, che nascondevo nella stanza.

Dovevo stare attenta a tutto e a tutti.

Quando mi ferivo, non potevo farmi curare. Così imparai da un vecchio maestro medico, ex ninja del Villaggio della Neve, parecchie tecniche curative che usavo con me stessa. Ecco perché sono diventata brava in questo genere di cose.

Fino ad allora era andato tutto liscio.

Il mio ultimo giorno di affitto prepagato, trovai sotto la porta un altro biglietto.

Diceva che la mia prossima tappa era il Villaggio della Sabbia. Ma dovevo stare attenta. Si erano accorti dei miei spostamenti e mi chiesero di lasciare tutte le attrezzature che mi ero comprata, tranne il mantello, nella stessa stanza dove avevo dormito per un anno.>

Ci fu un lungo silenzio.

Shinami fissava le persone attente davanti a lei. Aveva gli occhi stanchi. Quasi chiusi per la debolezza. Ma voleva continuare.

“Ce la fai?” chiese premuroso Kakashi.

“Sì, sì, sto benone.” disse lei ritrovando un po’ di forza nelle vene.

“Allora. Partii verso il Villaggio della Sabbia, dove mi fermai ad un altro albergo prepagato anch’esso per un anno. Non riuscivo a farmene una ragione. Ero controllata giorno e notte da qualcuno di cui non sapevo neanche l’identità. Non riuscivo a smettere di pensare al nome della persona che amavo e inoltre non potevo fare niente per avvertire il villaggio che ero ancora viva.

Qualsiasi mossa sospetta mi veniva segnalata da bigliettini sotto la porta e io non sapevo più come gestire la situazione.

Mi sentivo in trappola. Ogni mio respiro era controllato, ma non capivo da chi. Un’altra cosa che mi struggeva era il fatto che quei bastardi mi avevano preso il coprifronte.

Ma la cosa che più mi faceva ribollire di rabbia era il fatto che quel viscido che aveva organizzato il piano, non aveva avuto il coraggio di affrontarmi apertamente. Era un codardo. Mi aveva cacciato in quella situazione solo per far soffrire Kakashi e godere alle sue spalle.

Mi sentivo vuota, senza niente da fare durante le giornate se non lavorare e pagarmi da mangiare.

Ma una cosa mi rese felice. Scoprii che la guardia di notte, ammontava una sera sì e una no.

Avevo trovato qualcosa con cui tornare a vivere.

A notti alterne, mi recavo in una zona deserta vicino al villaggio per esercitarmi ed imparare nuove tecniche.

Nell’anno che passava ero riuscita ad inventarne una tutta mia. Ma dovevo perfezionarla. Aveva qualcosa che non andava e consumava troppo chakra.

Mi sentivo rinascere quando mi esercitavo. Avevo trovato un nuovo modo per sorridere.

Era arrivato il momento del giro di boa. Ero a metà del gioco a cui ero costretta a sottopormi.

Il prossimo villaggio era quello della Nebbia.

La prassi fu la stessa degli altri villaggi ma mi chiesero, sempre tramite messaggi, di cercare persone che mi avrebbero aiutato.

Mi misi alla ricerca di un uomo chiamato Zabusa, al servizio di Gaato, famoso in quelle terre per la sua crudeltà.”

Kakashi si ricordò dello scontro avvenuto tra lui e Zabusa tempo prima. Ebbe un brivido sulla schiena.

“Quel bastardo sapeva tutto…” pensò amaramente.

Shinami continuò.

“Riuscii a ricavare molte informazioni, anche se erano cose che già sapevo. Dovevo fare finta di non ricordare niente. Il mio rapitore mi disse che era soddisfatto del lavoro che stavo facendo.

Non riuscivo a comprendere la sua mentalità. Voleva dividermi a tutti i costi da questo villaggio, eppure gli piaceva che io scoprissi informazioni segrete. Credevo di impazzire. L’unica cosa che mi consolava erano i miei allenamenti segreti. Ormai la tecnica di mia invenzione funzionava benissimo. Ero riuscita a controllarla. Ora ne dovevo creare una nuova per riempire il tempo.

L’anno passò. La prossima tappa era il Villaggio della Roccia.

Dovevo resistere solo un altro anno. Mi chiedevo se al misterioso uomo sarebbero bastate le informazioni che avevo raccolto.

Chiamai moltissime persone in mio aiuto. La memoria era ormai tornata del tutto. Ricordavo finalmente anche le vostre fisionomie. Questo mi spinse ad aumentare l’impegno negli allenamenti. In quattro anni avevo imparato numerose tecniche e inventatone due nuove. Una di tipo difensivo e una fatale.”

A queste parole la piccola folla esplose in un boato di sgomento.

Inventare una nuova tecnica difensiva non era poco, ma una di tipo fatale era davvero quasi impossibile!

Shinami continuò

“Incontrai altre persone, chiesi informazioni e passai l’anno fingendomi di documentarmi. Quando finì quello strazio, trovai sotto la porta il mio coprifronte, facilmente riconoscibile da taglio, indossai il mantello e presi la via di casa. Così eccomi qui, stanca ma viva.”

Le persone radunate nella stanza si alzarono e abbracciarono forte la ragazza.

“Ma hai mai scoperto chi è stato a farti partecipare a questo gioco?” chiese Asuma.

“No, purtroppo no.” rispose triste lei. “Ma sono sicura che quel vigliacco me la pagherà. Gli farò vedere chi sono veramente. Lui perirà per mano mia e con la tecnica che ho inventato apposta per lui, gli inferirò il colpo di grazia.”

L’emozione sembrava averla trasportata un po’ troppo, perché sentì le forze andarle via.

Si accasciò a terra, sostenuta dalle braccia dell’amato, svenuta per tutti gli intensi avvenimenti che avevano corredato la giornata.

L’ultima cosa che ricordò prima di svenire, era Kakashi che la stringeva forte e le urlava qualcosa. Ma non capiva cosa.

“Sono tornata…”

KE CAPITOLONEEEEE! CE L'HO FATTA A POSTARLO. VI AVVERTO KE DA ADESSO IN POI ANDRò UN PO' PIù PIANO PERCHè GLI ALTRI CHAP LI DEVO FINIRE DI SCRIVERE. MIA VETE LASCIATO SOLA! SOLO Sweetdark MI HA RECENSITO! NOOOOOOO! SONO UN FALLIMENTO.....FACCIO SKIFO non te la prendera dài(ndKakashi) COME FACCIO A NON PRENDERMELA? Io ti leggo sempre!(ndKakashi) è NORMALE!!! 6 IL PROTAGONISTA DELLA STORIA! BACIONI E RECENSITE!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Farfalla o falena? ***


CIAO BENVENUTI AL 7° CHAP! SPERO DI NON DELUDERVI. MA NON DIVULGHIAMOCI TANTO… PERCIò VI AUGURO BUONA LETTURA!

----------------------------------------------------

Quando Shinami riaprì gli occhi, si trovava in una stanza d’ospedale.

La luce che le illuminava il viso proveniva dalla finestra aperta, posta affianco al letto.

Si guardò intorno.

Dopo un primo momento di smarrimento ricordò tutto.

Ancora non ci credeva.

Era riuscita a tornare al villaggio.

Aveva superato tutte le prove del malefico gioco a cui aveva partecipato per cinque, lunghissimi anni.

Girò lo sguardo verso il comodino alla sua sinistra.

Un mazzo di fiori vi si trovava sopra.

-Com’è bello! Chissà chi me lo ha mandato?- si chiese.

Si mise seduta lentamente. Aveva ancora qualche doloretto, ma si sentiva molto meglio.

Sulla poltrona posta vicino al letto, un ragazzo con la maschera che gli copriva il viso dormiva beato.

Shinami lo guardò intensamente.

“Non sai quanto mi sei mancato…” mormorò a voce bassa.

Abbassò lo sguardo verso il libro rovesciato sulle gambe.

Diede un occhiata alla copertina.

-Ma che diavolo ti sei messo a leggere? “Il paradiso della pomiciata”? So che sembra stupido ma potrebbe tornare utile…-

Un bel sorriso le illuminò il volto.

Allungò la mano, tanto quanto bastava per carezzargli il volto.

A quel tocco leggero, Kakashi aprì gli occhi. Lei gli sorrise felice.

Lui si avvicinò di più con la poltrona e le strinse forte la mano.

“Ti piacciono i fiori?” gli chiese sorridente.

“Molto, sono bellissimi. Vedo che non ti sei dimenticato quali sono i miei preferiti!” disse felice lei.

“Infatti. Margherite bianche, giusto?”

“Giusto.” ammise.

Si guardarono a lungo. Quello sguardo che li univa, era mancato ad entrambi.

“Come ti senti?” chiese lui.

Shinami con un gran sorriso gli rispose

“Molto meglio, grazie.”

Dagli occhi azzurri cominciarono ad uscire calde lacrime.

“Cosa c’è?” disse preoccupato Kakashi.

“Niente, è solo… che… ormai avevo smesso di sperare… cominciavo a temere che non ti avrei più rivisto. Mi sono sentita… sola! Tante volte. Avevo paura… non volevo perdervi… a nessuno… mi siete mancati! Non ce la facevo più… io… io…”

Kakashi si alzò e l’abbracciò forte.

“Anche io ho avuto paura… ma ora non ti devi preoccupare! Siamo tutti qui con te. Sei stata grande. Sei riuscita a resistere cinque anni da sola. Un’impresa non da pochi… Non ti abbandonerò.” le lacrime stavano per uscire anche a lui, ma con uno sforzo enorme le ricacciò tutte dentro “Ti amo. Non scordarlo mai.”

“Anche io ti amo.” disse lei mentre piangeva.

Continuarono ad abbracciarsi.

*******

Fuori dalla finestra un ninja completamente mimetizzato fra i cespugli guardava la scena di nascosto.

Sorrise malefico.

Sapeva che la felicità dei due sarebbe durata ancora per poco.

“È tempo di agire.”

Si girò e sparì fra le fronde.

*******

La mattina successiva, dopo aver fatto tutti i controlli necessari, Shinami uscì dall’ospedale scortata da Kakashi, che sembrava non volesse lasciarla allontanare per un solo secondo.

“Dove siamo diretti?” chiese lui curioso mentre seguiva la ragazza che camminava a passo svelto tra la folla del Villaggio.

“Andiamo un attimo nell’albergo dove alloggio. Mi faccio una doccia, mi do una cambiata e poi sono subito da te. Oggi ti prendi un bel giorno di vacanza. Tanto i ragazzi hanno un mese di tempo per allenarsi no?”

Kakashi si fermò a guardarla. Non era cambiata molto… non era cambiata per niente.

Si incamminarono allegri per le strade do Konoha.

Lei correva e faceva mille domande, mentre lui le rispondeva calmo.

“Scusa se ti strazio, ma cinque anni sono tanti… mi sono persa un bel po’ di cose!”

Kakashi rise alla strana affermazione dalla ragazza. Era d'altronde vero che si era persa molto.

“Non c’è niente che mi vuoi chiedere ancora?”

Lei gli prese la mano.

“A dir la verità sì… ti sei innamorato di qualcun'altra?”

Lui si fermò di colpo. La fissò intensamente e rispose freddo, troppo freddo per i gusti di Shinami.

“Shina, io non ti ho mai dimenticato. Mai! Sei l’unica ragazza che ha un posto nel mio cuore e spero che sia così ancora per molto tempo.”

La ragazza sorrise alla risposta appena ricevuta. Si strinse al braccio do Kakashi e dopo averlo lasciato se lo portò dietro le spalle.

Il ragazzo la strinse a lui e ricominciarono a camminare.

“A proposito di innamoramenti… come procedono i flirt giù al Villaggio?” chiese lei con un bel sorriso.

Kakashi rise di gusto.

“Non è che la situazione sia cambiata poi tanto… Asuma sta ancora con Kurenai, Iruka si è lasciato con la ragazza, Jiraya l’ultima volta che l’ho visto andava in giro con le solite ragazzone superdotate, Tsunade è scappata dal Villaggio tanto tempo fa e Gai… beh! Gai è sempre Gai no?”

Arrivarono all’albergo e salirono su in camera. Shinami prese alcune cose da una valigia buttata in un angolo e corse in bagno mentre Kakashi si sedette sul letto ad aspettarla.

Quando Shina uscì, il ragazzo rimase a bocca aperta.

Si era cambiata e ora portava una maglietta azzurra a maniche corte sopra un pantalone di tessuto leggero. I capelli erano sciolti e i ricci dorati le incorniciavano lo splendido viso.

Kakashi era da così tanto tempo che non la vedeva senza “uniforme” che se l’era dimenticata. Cinque anni poi, l’avevano trasformata in maniera incredibile.

Le curve si erano accentuate e i lineamenti erano divenuti più marcati, anche se estremamente femminili.

“Andiamo?”

Lui annuì silenzioso e le aprì la porta da vero gentleman. Tutto questo senza mai scollarle gli occhi di dosso.

Scesi per strada, trovarono Gai che li aspettava.

Shinami gli si fiondò letteralmente addosso.

“Gai! Amico mio! Non sai quanto mi sei mancato! Come stai? È ancora la giovinezza il tuo stile di vita?”

Gai arrossì violentemente. Kakashi stava per scoppiare a ridere nel vedere la buffa scena che gli si presentava sotto gli occhi. Non era cosa di tutti i giorni vedere Gai provare vergogna.

Quando allentò la presa, il maestro in tenuta verde si ricompose e sfoderò uno di quei sorrisi a trentadue denti che gli riuscivano benissimo. Sollevò il pollice verso l’alto e disse

“Heilà Shinami! Sono felice anche io di rivederti dopo tutto questo tempo! Sì, la giovinezza è ancora il mio punto forte! Perché? Non si vede?”

La ragazza sorrise.

“Oh, sì sì. Non avevo dubbi in proposito…”

Il bel gruppetto si incamminò per le strade, raccontandosi del più e del meno. Dopo aver percorso un bel po’ di chilometri, si allontanarono dal Villaggio e presero a camminare nel bosco che lo incorniciava.

Shina sapeva dove la stavano portando. Era stata lei che lo aveva chiesto esplicitamente a Kakashi quando era in ospedale.

Arrivarono ad una radura verde e rigogliosa.

“Era da tanto tempo che aspettavo questo momento.” Disse seria tutto d’un tratto Shinami.

Davanti a loro, proprio sullo spiazzo, c’era la Pietra Miliare.

“Sei sicuro che il Terzo Hokaghe ti ha detto che posso farlo io?” chiese Shinami a Kakashi.

Il ragazzo le posò una mano sulla spalla e annuì con il capo.

“Se non vi dispiace… vorrei farlo da sola.” disse lei con tono freddo. Si girò a guardare i due ragazzi che annuirono all’unisono.

Shina fece qualche passo nella radura.

Una farfalla le volò vicino al viso. Le ali gialle e bianche…

-Una farfalla…-

*Flashback*
“La notte. È così bella. Mi sento libera di notte. Libera da regole e costrizioni. Ma soprattutto libera da te… chi sei? Cosa vuoi da me e da Kakashi?”
Sferrò un poderoso calcio ad un tronco mandandolo in frantumi.
-Bastardo. Sono convinta di conoscerti. C’è qualcosa in te che mi ricorda qualcuno. Ma non riesco a rammentare il tuo nome.-
Un pugno distrusse un bersaglio di legno.
-La notte. Sono diventata una falena. Di giorno rimango nella mia tana e la sera esco… a caccia.-
Uno shuriken volò tra gli alberi a colpire un uccellino, che cadde morto per terra.
-Già, una falena. Eppure, ero una farfalla. Un piccolo insettino che volava libero tra i prati. Che rincorreva un altro insettino alato. Chissà cosa sta facendo ora la mia farfalla? Kakashi… perché non posso tornare da te? Sono viva! Come posso dirtelo…-
Proprio in quel momento una falena le passò vicino. Aveva l’ala spezzata
“Ciao piccola sorellina. Chi ti ha ridotto così”
La prese delicatamente e la chiuse tra le mani.
“Siamo uguali io e te. Lo sapevi questo?”
Chiuse gli occhi. Una luce azzurra le scaturì dai palmi chiusi. Quando li riaprì, la falena prese il volo e andò via, ormai guarita.
Shina sorrise, ma dopo pochi secondi ritornò triste.
“No, non siamo uguali. Tu sei libera di andartene. Io sono intrappolata in un gioco, da dove non so come uscire.”
Si girò e prese a tirare calci all’impazzata.
-Ora devo decidere se rimanere una falena o ritornare ad essere una farfalla…-
*Fine flashback*

Shinami era sola davanti alla pietra.

Guardò il nome do Obito e il suo. Un brivido le percorse la schiena.

-Fa proprio uno strano effetto.-

Si chinò davanti a tutti quei nomi, in segno di rispetto.

-È ora di finirla. Una volta per tutte. Basta.-

Posò la mano aperta sulla lapide di marmo scuro, proprio sul suo nome. Chiuse gli occhi e si concentrò. La Pietra si illuminò di una luce argentea, abbagliante.

Gai e Kakashi furono costretti a pararsi dai raggi mettendosi le braccia davanti al viso.

Quando tutto finì, Shinami riaprì gli occhi. Staccò la mano dal marmo freddo.

Ora al poso del suo nome, ce n’era un altro.

-È tutto finito.-

Fece una preghiera per Obito. Si rialzò. Aveva lo sguardo basso mentre camminava. Dapprima lo fece piano, poi cominciò a correre verso i due ragazzi.

Si fiondò tra le braccia di Kakashi che l’abbracciò forte.

“Ora è veramente finito.”

Shinami alzò lo sguardo.

“Niente sarà finito finché non avrò ucciso l’uomo che mi ha fatto tutto questo.”

Gai e Kakashi sorrisero comprensivi.

Ripresero la via di casa.

La ragazza aveva di nuovo il suo bel sorriso dipinto sulle labbra.

Si avvicinò a Kakashi.

“Sai, credo di aver fatto una saggia scelta…”

Il ragazzo la guardò incuriosito.

“Cioè?”

Shina gli si avvicinò all’orecchio.

“Sono tornata farfalla…”

Rise di gusto e cominciò a correre, senza mai smettere.

Kakashi la inseguì, ridendo anche lui, pur non avendo capito bne cosa intendesse dire Shina.

“Ehi! Ma che fate mi lasciate solo?” Gridò Gai rimasto indietro.

Il trio prese a correre, ridendo rumorosamente.

Shina ebbe la convinzione, dopo tanto tempo, di essere tornata veramente a casa.

-Sono tornata farfalla-

-------------------------------------------------------

Ragazzi! Che bello ce l’ho fatta! Sono riuscita a finire questo capitolo e vi devo dire una cosa. Credo che sia quello di cui vado più fiera dopo il primo chap! Mi è venuto molto bene!
(MODESTA! Ndlettori)
Hihihi lo so…
Ringraziamenti!

Mina= ciao Mina! Eh, sì, hai proprio ragione. Come non sia svenuto ha da dirsi incredibile… comunque… è pur sempre Kakashi no? bacioni e continua a seguirmi.

Irene Adler= Non so perché ma mi sto davvero affezionando a te. Credo che abbiamo uno stile molto simile di pensare (soprattutto per quanto riguarda Kakashi…) e mi fa piacere ricevere le tue bellissime recensioni. Come da promesso nella recensione che ti ho lasciato, ecco il new chap entro stasera… bacioni tvttttb.

Dark_girl92= Grazie, grazie. Sei una lettrice fantastica. Continua a leggere e a recensire. Bacioni e non ti preoccupare e non mi hai recensito. Ti perdono.

Tsunade14= oh grande quinto Hokaghe! È la prima volta che mi recensisci! Allora? Che ne dici? Ti è piaciuti questo chap di cui vado particolarmente fiera? Bacioni e continua a leggere!

SweetDark= Grande Sweet! La mia lettrice più accanita! Non ti sei persa neanche un capitolo perché ti dovresti perdere questo no! grazie per il “geniale” sei troppo buona. Bacioni anche a te!!!

Eccoci qui, non perdetevi il prossimo capitolo ragazzi! Shina e Kakashi cominceranno a mettersi alla ricerca di Mister X! Ma non vi anticipo niente! Bacioni ragazzi e recensite! Mi raccomando! CIAOOOOOOOO!

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Incontri inaspettati! ***


La luce dei raggi solari entrava prepotentemente nella stanza scarsamente illuminata, quasi a farlo apposta. Era il segno che sarebbe stata una splendida giornata.

Una figura femminile si trovava sdraiata nel letto.

L’espressione serena dipinta sul volto, il cuscino abbracciato stretto stretto tra le braccia. Dormiva ancora beata. Per fortuna… lui avrebbe avuto più tempo per poterla osservare.

Kakashi era sdraiato vicino a lei. Fermo, immobile, una vera statua. Guardava quegli occhi chiusi, il petto di lei scendere con ritmo ad ogni respiro silenzioso.

Se fosse stato per lui, non avrebbe mai smesso di rimanerle affianco. Una cosa lo incuriosiva particolarmente.

-Vorrei che rimanesse così serena anche quando è sveglia… eppure c’è qualcosa nel suo sguardo che la preoccupa. Ha paura… la conosco troppo bene.-

Allungò la mano e prese a carezzarle ritmicamente il braccio.

-Chi è che ti ha fatto soffrire così Shina? Chi è che mi odia… La lista è troppo lunga.-

Si alzò dal letto e si mise ai fornelli.

-Lasciamo da parte i dubbi per adesso. Ne parliamo quando ti svegli. Almeno per oggi la colazione te la trovi preparata.-

*******

Se c’era una cosa che aveva imparato bene, era il sapere aspettare. Mai mettersi fretta.

Inutile e pieno di rischi. Rischi che potevano mandare a monte cinque anni di duro lavoro.

-La vendetta. Com’è bella. Non vedo l’ora di…- mai mettersi fretta.

-Calmati, ora ciò che ti serve è solo molta calma.-

La figura rimaneva seduta sulla sua poltrona. Teneva le braccia incrociate e fissava un punto impreciso del muro.

La stanzetta in cui si trovava puzzava di chiuso, di sicuro per l’assenza di finestre.

Un vero bunker, dove rifugiarsi quando si deve pensare

-e aspettare le buone notizie…-

Sorrise.

La porta si aprì piano.

L’uomo che entrò nella stanza si inchinò ai piedi della scrivania.

La figura seduta lo invitò a rialzarsi.

“Allora? Novità?”

Il razzo sorrise beffardo.

“Sì. Importanti novità. Sappiamo che Shinami ha raccontato la sua storia a tutti i maestri e all’Hokage. Inoltre è rimasta con Kakashi per tutti il tempo ma, a quanto pare, il ragazzo ha deciso di non fare mille domande e di non mettergli fretta. Di sicuro tra un po’ si metteranno sulle nostre tracce.”

Quando la persona si alzò dalla poltrona imbottita, un sorriso sinistro si fece largo sul suo viso.

“Il piano sta filando tutto bene… hai altro da aggiungere?”

Il ragazzo divenne improvvisamente serio.

“C’è una piccola distrazione… qualcosa che non avevamo previsto…”

“E cioè?”

Il ragazzo fece schioccare le dita. Di sicuro un tic nervoso.

“A quanto pare Jiraya è tornato al villaggio. Gli hanno affidato il ragazzo che porta in se lo spirito della volpe… l’altra notte è stato visto Kakashi parlare con lui. Questo potrebbe portare complicazioni.”

La figura sbatté violentemente i pugni su tavolo.

“È una bella rogna… già Kakashi e Shina lo erano da soli, figurarsi con un sennin… al loro fianco. Ma non bisogna preoccuparsi. Il piano correrà come avevamo previsto. Lasciate pure che si incontrino… finché non si parla di alleanza non bisogna preoccuparsi… e inoltre hai detto che allenerà Naruto no?”

Assentì silenzioso.

“Una rottura di scatole in meno. Due potenti fuori dal villaggio in un colpo solo. Bene, per ora puoi andare. Avvertitemi se ci sono degli sviluppi.”

Il ragazzo si inchinò di nuovo.

Svanì dalla stanza in una nuvoletta di fumo.

La figura si rimise seduta.

“È giunta la tua fine”

Una risata maligna si propagò nella stanza, rimbombando contro le pareti…

*******

“Chi è quel genio che mi prepara il caffè appena sveglia?”

Urlò Shinami dal letto, sentendo il profumino di colazione appena fatta che aleggiava nella stanza.

“Sbrigati che altrimenti mangio tutto io, dormigliona…”

Dopo due secondi la ragazza uscì dal letto con addosso una bella veste tutta di seta.

Kakashi la guardò mentre versava il caffè nelle tazze.

“Dormito bene?” chiese ironico pensando che la risposta fosse scontata visto che aveva dormito così tanto.

Lei si grattò la testa con una mano e con l’altra si stropicciò l’occhio.

“No, non ho dormito bene. Mi hai riempito tutta la notte di calci…”

Kakashi trasalì.

Le si avvicinò e gli diede una bacio sulla guancia.

“Scherzo. Buon giorno.”

Si sedettero a tavola e mangiarono tranquilli.

“Cosa devi fare stamattina?” chiese lei mentre si spalmava della marmellata sul pane tostato.

“Dovrei allenare Sasuke per le selezioni. Ma credo che oggi resto con te…”

Lei lo guardò nell’unico occhio scoperto.

“Ma vuoi che Sasuke perda contro Gaara? Vai ad allenare Sasuke và… io faccio un giretto qui intorno. Non mi rapiscono mica sai?”

Lui storse la bocca e Shinami gli sorrise.

“Dai, vai. Veramente. Io credo di essermi riposata abbastanza. E mi sono anche arrugginita. Devo andare nel bosco a provare le mie tecniche e poi credo che sia il caso… di ecco…”

Kakashi smise di masticare e ingollò il boccone quasi strozzandosi.

Cominciò a tossire violentemente e si batté il pugno sul petto. Ancora senza fiato disse

“No, Shina non ti azzardare. Dove credi di andare? Non ti metterai alla ricerca di nessuno senza di me… Non sono sicuro se vai da sola…”

Lei sorrise.

“Ti preoccupi per me? Oh, quanto ti adoro…”

“Non cambiare discorso. Prometti che non andrai alla ricerca di nessuno.”

Shina incrociò le braccia.

“Va beeene.”

“Promettilo…?”

“Va bene, va bene, lo prometto. Ora vatti a preparare… che altrimenti Sasuke se ne va…”

Kakashi si alzò da tavola e si andò a organizzare per l’allenamento, mentre Shinami sparecchiò e lavò i piatti.

I due uscirono insieme, si salutarono, e andarono nelle due direzioni opposte.

Lei verso il campo di allenamento e lui verso le montagne basse.

Shinami arrivò tutta trafelata nel bosco.

-Almeno come riscaldamento sono già pronta. Sfido io a farsela tutta di corsa da casa di Kakashi…-

Fece gli esercizi ordinari di allenamento e poi passò alle cose serie.

-Allora vediamo un po’… proviamo la mia tecnica… quella che devo usare contro quel bastardo… chissà che cosa farà in questo momento? Forse se andassi… No, No, Shina. Hai promesso a Kakashi che non avresti fatto niente da sola.-

Rimase per cinque ore ad allenarsi nel campo. Alla fine crollò a terra sfinita e ansimante.

-Non ero proprio più abituata. Kakashi mi ha proprio viziato. Credo che ora una doccia sia la cosa più utile… ma non mi va di tornare a casa… Credo che mi concederò un tuffo vicino alla cascata.”

Prese lo zainetto e andò dritta verso il laghetto dove si divertiva da piccola.

Diede una controllata in giro per vedere se c’era qualcuno e, quando fu sicura di essere da sola, si spogliò e fece un aggraziato tuffo.

Fece una bella nuotata.

Alla fine si mise seduta nell’acqua bassa, con la schiena premuta contro un’imponente masso.

Sentì uno fruscio tra le fronde. Ma non si mosse.

Un altro.

-È solo un caso.-

Un altro ancora.

-Questo non è più un caso.-

Fece finta di niente e si diresse verso il centro del lago, fingendo di nuotare.

Ancora un fruscio.

-No, assolutamente non è un caso.-

Si immerse nell’acqua e trattenne il respiro.

*******

Da dietro i cespugli l’uomo guardava la scena.

Quando la vide sparire sotto l’acqua sorrise involontariamente.

I minuti passavano e la ragazza non risaliva.

Decise di uscire a vedere se era successo qualcosa.

Si avvicinò alla sponda del lago.

Si sporse un po’…

Sentì il freddo metallo del kunai premergli contro la gola.

“Chi sei? Cosa vuoi da me?” disse Shinami che stringeva forte l’arma alle spalle del malcapitato.

L’uomo alzò le mani in segno di resa.

“Io non cercavo rogne…”

Shina, tutta bagnata e vestitasi al volo, premette di più il kunai.

“Ti manda quel bastardo, vero? Finalmente ne ho preso uno. Sai vi facevo più furbi… e pensare che Kakashi mi aveva detto di non venirvi a cercare. Siete voi che avete trovato me…”

L’uomo trasalì.

“Kakashi, tu conosci Kakashi? Ma si può sapere chi sei?”

“Non fare il finto tonto…” Gli rifilò un calcio che lo fece girare su se stesso e si mise a fissare i profondi occhi di Shina.

Lei rimase per un attimo in silenzio. Poi divenne paonazza.

“Aaaaaah!” fece un balzo indietro.

Lo stesso fece l’uomo… che urlò ancora più forte.

“Jiraya… sei proprio tu…?”

Il sennin non riusciva a muoversi.

-Sto parlando con un fantasma?-

“Ma tu non sei Shinami?” chiese titubante rialzandosi e scrollandosi la polvere di dosso.

“Sì… oh Jiraya quanto tempo. Come va?”

Lui non riusciva a parlare.

“Ma no, sono impazzito… tu eri… io ero, insomma, tu… non eri… MA SEI VIVA?” chiese lui ridendo nervoso.

Shina scoppiò a ridere…

“Oh Jiraya, è una lunga storia. Hai da fare? Sennò ti invito a pranzo e te la racconto…”

Così i due si incamminarono verso il chiosco di Ichiraku a parlare davanti ad una bella ciotola di ramen caldo.

“Così qualcuno ti ha rapita solo per fare un dispetto a Kakashi? Giusto?”

Shina annuì in silenzio.

“Hai qualche ipotesi su qualcuno che odia il tuo ragazzo a tal punto da farti fingere morta?”

Lei si mise la testa tra le mani… sospirò forte.

“La lista è troppo lunga… e non so neanche da dove cominciare…”

Jiraya si alzò dal bancone e lasciò i soldi sul tavolo.

“Vieni ti darò una mano io… un buon punto per cominciare è di sicuro il palazzo dell’Hokage. Nella stanza dei documenti…”

Shina sorrise.

“Ci avevo pensato… ma come entriamo? Solo in pochi hanno la possibilità di farlo…”

Jiraya incrociò le braccia.

“Si da il caso che io sia tra quei pochi…”

Shina si gettò al collo del sennin.

“Sei grande…”

Jiraya divenne rosso.

Si incamminarono verso il palazzo.

**No, Shina non ti azzardare. Dove credi di andare? Non ti metterai alla ricerca di nessuno senza di me… Non sono sicuro se vai da sola…**

-Infatti vado con Jiraya…-

__________________________________

CE L’HO VERAMENTE FATTA? IO CE L’HO FATTA? MA CHI SONO? MA SI! ANDIAMO!
SCUSATE SE CI HO MESSO UNA QUARESIMA MA STO STUDIANDO COME UNA MATTA…
Ed ora bacioni a:
Mina= Grazie Mina. Ma non ti voglio dire se le tue intuizioni sono giuste altrimenti roviniamo tutto no? Io anche mi unisco a quelli che spaccheranno la faccia al c***** che ha fatto del male a Shina. Baci8 tvttb

Irene Adler= Hai visto? Ce l’ho fatta! L’ho postato. Grande Cris… come mi piacciono le tue rec… ti adoro Fede… I chap non sono 10000 solo 9999… scherzo. Kissonissimi tvttttttb ci sentiamo su msn

Dark_girl92=Non ti preoccupare non saranno solo botte… anche tanto sangue! Mwuhahahahaa! Scusa è uscito il mio ego cattivo. Kissoni tvtb

SweetDark=Grazie peri il genio…. Mi commuovo… ti è piaciuta l’idea delle farfalle eh? Tvttttttttb bacioni!

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Strani sogni... o forse no? ***


“Trovato niente?”

“Niente Shina, assolutamente niente…”

La polverosa stanza dei documenti puzzava immancabilmente di muffa e di carta vecchia di secoli.

“Da quanto è che la gente non entra qui dentro a dare una riordinata?” chiese Shinami dall’alto della scala su cui si trovava.

Jiraya, che continuava a sfogliare fascicoli da tre ore, rispose

“Non credo che nessuno lo abbia mai fatto a giudicare dalla condizione in cui si trovano i fogli…”

Ne tirò in alto uno da una cartellina e lo sventolò un po’ in aria. Subito si sgretolò.

“Possibile che tu non sappia niente, oltre al fatto che ti hanno rapito, drogato e che odino Kakashi?”

Shina lo fulminò con lo sguardo.

“Secondo te se lo sapevo non te lo dicevo? Guarda che è nell’interesse mio trovarli… mica nel tuo.”

La ragazza scese dalla scala e la spostò dieci passi più avanti. Risalì.

Diede un occhiata ai titoli dei fascicoli.

*Gli scritti del Primo Hokage*, *Veleni catalogati da Asurame Kabuoshi* *Le squadre delle missioni dell’anno del toro*.

“Possibile che non ci sia niente di interessante?”

Un volume colpì la sua attenzione.

“Cos’è questo?”

Tirò fuori il volumino rilegato in pelle rossa con fili d’oro.

*L’albo delle squadre*

Lo aprì… sfogliò alcune pagine indifferente. Una in particolare catturò il suo sguardo.

Sulla carta c’erano le foto di alcune vecchie squadre.

Lo scatto che stava osservando lo conosceva bene. Kakashi ne teneva una copia in casa sua.

Rappresentava la squadra di Jondaime con un Kakashi di circa sei anni, un Obito che sarebbe morto poco tempo dopo, e una Rin sorridente e felice.

Girò le pagine velocemente.

“Squadra 2, 3, 6, 8, 9! Eccola…”

La foto era quasi uguale a quella vista in precedenza, solo che al posto di Rin c’era lei, al posto dei ragazzi c’erano i suoi vecchi compagni di squadra, e al posto di Jondaime c’era Kasume, il suo vecchio sensei.

“Shina tutto apposto? Trovato niente?” chiese Jiraya da sotto la scala.

La ragazza si destò dai suoi mille pensieri e rimise il documento apposto.

“Niente. Tu?”

Il sennin sospirò.

“Oltre ad un quintale di polvere e tante ragnatele? Niente di interessante.”

Shina scese dalla scala.

“Andiamocene via. È solo una perdita di tempo. Non sono io che cercherò Loro. Saranno Loro a venire da me…”

Fuori era una giornata terribilmente afosa. Si respirava a fatica.

“Credo che sia ora di tornare a casa. Grazie per il tuo aiuto Jiraya. Ma la prossima volta che farò il bagno alla cascata vedi di non spiarmi…”

Il sennin le strinse la mano che gli veniva gentilmente porsa.

“È stata una vera sorpresa ritrovarti Shina. Quante sono le persone che pensavi morte e invece sono ancora vive? Come ti ho già detto, ho parlato con Kakashi. Porterò via Naruto per un po’… saremo qui per l’inizio delle selezioni. Per qualsiasi cosa sappi che ti darò una mano. Arrivederci.”

I due si divisero e Shina tornò nella sua stanzetta d’albergo triste, per non essere riuscita a raccogliere nessuna informazione.

Si spogliò e andò sotto la doccia. Voleva levarsi di dosso la polvere che aveva respirato nella stanza e di cui era tutta imbrattata.

Sotto lo scroscio d’acqua la ragazza sapeva ragionare molto meglio. Si passò lo shampoo.

“Diamo una riordinata ai pensieri… allora… odia Kakashi e mi conosce molto bene, quindi ha passato una parte della mia vita con me. È ancora vivo. E fin qui ci stiamo. È innamorato di me… chi è innamorato di me? Boh? A saperlo…”

Le mani le strofinavano forte la testa. Come la rilassava!

“Poi, ha una cerchia di confidenti ed aiutanti. Non so perché ma mi viene in mente Orochimaru! Ma ce lo vedi lui geloso di Kakashi? E poi sta già dando troppi problemi al Villaggio da solo. Non credo che si interessi a me… cos’altro so? So che… che…”

Troppo rilassante. Cadde a terra sfinita. Si addormentò sotto la doccia.

**Freddo il tavolo di ferro. Troppo freddo. La manica arrotolata. Solo la destra.
Dove mi trovo? La luce della lampadina su di me.
Non riesco ad aprire gli occhi. Ma poi perché aprirli? Si sta così bene.
Ne socchiudo appena uno. Giusto per dare una controllata alla situazione.
La stanza, buia e fredda. Solo la luce di quella dannata lampadina.
Mi brucia tutto. Mi gira tutto. Sento delle voci.
Chi è? Due persone.
Parlano di me. Ho sentito il mi nome. Shinami. Bel nome. A mamma piaceva tanto.
Anche a Kakashi piace tanto. Ma lui preferisce Shina.
Sì, è più simpatico.
Cosa dicono? Non capisco…
Non mi riesco a concentrare. Che mi hanno fatto?
Ahia, la testa. Non capisco niente.
Colgo solo alcune parole. Che vuol dire?
Non capisco. Vedo un ombra. Si avvicina.
Ha qualcosa in mano.
Odio le siringhe. L’ago mi entra nel braccio. Non sento niente. Solo un leggero pizzico.
Cosa mi hanno iniettato?
Il pizzico si trasforma in bruciore. Dio come fa male.
Sento il dolore che passa in tutto il corpo.
Perché non mi muovo dannazione.
Voglio prendere un kunai e lanciarglielo dritto in testa.
Ragiono meglio ora.
Capisco cosa dicono.
“Hai fatto?”
Ha detto hai fatto.
Che cosa? Che cosa ha fatto? Leggo il labiale dell’altra persona.
“Sì signora…”

“Shina? Dannazione svegliati. Cosa c’è Shina?”

La ragazza aprì gli occhi. Si trovava sdraiata nel letto. Il suo letto. Kakashi la stava scuotendo per farla rinvenire. La puzza pungente dell’aceto sotto le narici.

Si sedette sul letto.

“Cosa mi è successo?”

Lo sguardo del ragazzo era estremamente preoccupato.

“Non lo so. Ti ho trovato sotto la doccia che sembravi morta… Dio, ho temuto il peggio.”

Shina si massaggiò la testa.

“Ricordo qualcosa. Ho fatto uno strano sogno. Stranissimo era così reale era…”

-Sì signora…- “Oddio…”

Si alzò dal letto e prese la divisa da ninja dentro l’armadio.

Kakashi la guardava curioso.

“Dove vai?”

Shinami non si fermava un momento.

“Nella stanza dei documenti.” Si allacciò la fondina alla coscia.

“Ma sei pazza? A quest’ora è chiusa, e poi dove vuoi andare da sola?”

La ragazza si fermò al centro della stanza.

“Infatti tu vieni con me…”

----------------------------------------------------

Scusate tesori miei. oggi non ho proprio tempo di rispondefvi. prometto che rimedio nel prox chap! Kissoni all amia socia e mi raccomando RECENSITE!!!!!!!!!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** I sospetti di Shinami ***


“Criminale. Sei una pazza criminale! Non potevamo aspettare domani?”

Veloci come il vento. Saltavano sui tetti senza fermarsi mai. Correvano instancabili.

“No che non potevo. Credi che secondo te infrangerei la legge così perché mi va, se non fosse una cosa importante?”

Kakashi si fermò di botto. Il fiatone che si faceva sentire.

La ragazza che era con lui si guardò indietro e si fermò un decina di tetti più avanti. Prese qualcosa dalla tasca e gliela tirò.

Il jonin alzò appena il braccio e l’afferrò al volo. Era una ricetrasmittente. Se la mise.

“Almeno così non dovrò strillare come una pazza criminale.” Gli disse Shinami scuotendo forte il braccio, richiamandolo.

Kakashi saltò sui tetti e la raggiunse.

“Lo sai che lo faccio per te.”

Lei alzò lo sguardo al cielo.

“Kakashi. La vuoi finire di fare il padre iperprotettivo?”

“E tu la vuoi finire di fare la bambina incosciente?”

Shinami lo guardò negli occhi. Strinse forte i pugni per smorzare la rabbia.

“Se non vuoi venire fai pure. Torna a casa. So che ti è difficile da capire ma ho vissuto cinque anni da sola. Credo di essermela imparata a cavare.”

Fece una capriola all’indietro e scese per la strada. Riprese a correre ancora più velocemente di prima.

Kakashi la vide allontanarsi.

-Sei un povero idiota.- Si ripeteva. -Sei solo uno stupido idiota. Shinami ha ragione. Non è più una bambina… e io la devo finire di preoccuparmi per lei in modo così spropositato.- Pensò.

“Ma adesso dove si sarà cacciata?” mugugnò sofferente…

“Sono sotto di te.”

Il jonin per la sorpresa trasalì. Si era dimenticato la ricetrasmittente accesa.

Shinami rispuntò da sotto la casa e si pose affianco del fidanzato.

Lo guardò gelida.

“Sei un emerito deficiente.”

Kakashi le sorrise.

“Anche io ti amo.” Vide che lei aveva assunto l’aria irritata che a suo parere la rendeva ancora più bella “Andiamo o dobbiamo rimane qui a prendere freddo?”

Shinami continuava a fare l’offesa. Teneva gli occhi chiusi e le braccia incrociate.

Il ragazzo le si avvicinò e posò le labbra coperte dalla maschera su quelle fresche di lei. Shinami lo guardò

“Va un po’ meglio. Andiamo che non c’è tutto il tempo che pensi.”

Corsero ancora. Una notte della loro vita passata a correre. Di certo non era la prima. Arrivarono al palazzo dell’Hokage.

Kakashi si fermò sotto il balcone della dimora.

“Ora… come intendi entrare?”

Shinami indicò una finestra molto lontana da loro.

“Vedi quella? È la finestra della stanza dei documenti. Ma non possiamo calpestare il prato perché è pieno di sensori e neanche saltare sui rami degli alberi perché ci sono due telecamere camuffate.”

Kakashi la guardò stupito.

“E cosa intendi fare? Volare per caso?”

Shinami sorrise.

“Uao! Sei molto intelligente! Ma come hai fatto ad indovinare?”

Il ragazzo la guardò interdetta.

“Finiscila di scherzare e dimmi la verità.”

Shina assunse la posa da combattimento.

“E chi scherza?”

Kakashi non ci capiva più niente.

La ragazza teneva gli occhi chiusi. Doveva rimanere calma. Il chacra le avvolse il corpo. Impose le mani in 18 sigilli diversi.

“Kakashi, credo che sia arrivato il momento di farti vedere la tecnica che ho inventato nella mia prigionia.”

Il jonin la fissava esterrefatto.

“Tecnica del volo della farfalla imprigionata!”

I piedi di Shina si staccarono da terra. Salì piano, piano. Rimase sospesa a un metro e mezzo da terra e poi volò tranquilla in alto.

Kakashi era immobile. L’espressione fissa in uno sguardo da ebete semicoperto dalla maschera. Gli occhi spalancati verso l’alto. Quando si ricompose parlò a Shina attraverso l’auricolare. Aveva la voce concitata e nervosa. Sembrava che non sapesse bene che cosa dire.

“Tu… sei… volata… le ali… farfalla. Tecnica… Dio. Shina tu stai volando. Sei… sei riuscita in una cosa che neanche i ninja… più esperti hanno mai fatto! Sono millenni che la gente… tenta di inventare una tecnica di questo tipo… e… tu… ce l’hai fatta!”

Shina scese giù in picchiata e rise davanti al viso di Kakashi.

“Grazie per i complimenti. Ma credo che sia giunto il momento di entrare. Avanti seguimi…”

Shina prese il via verso la finestra e si fermo davanti ad essa. Guardò indietro verso Kakashi.

“Allora?” gli disse attraverso l’auricolare. “Ti sbrighi?”

Kakashi le parlò un po’ confuso.

“Come faccio?”

Shina tornò indietro e si mise di fronte a lui.

“Comincia con l’attivare lo sharingan.”

Ripeté tutti i movimenti e Kakashi li copiò in perfetta sincronia. Shinami risalì e si mise seduta a gambe incrociate per aria.

Kakashi rimase fermo.

“Stai aspettando un miracolo dal cielo o cosa?” gli chiese lei da dove si trovava.

“È che non succede niente!”

Shina alzò lo sguardo al cielo.

“Per forza, se non ci metti un po’ di buona volontà… Pensa intensamente che tu sai volare. Tu ci riesci.”

“Io ci riesco…” Kakashi chiuse gli occhi. Si alzò due centimetri da terra e ricadde giù a sasso.

Si rialzò massaggiandosi il sedere.

“Posso sapere quanto ci hai messo a perfezionare questa tecnica?”

Shina fece spallucce.

“Due anni…”

Kakashi la guardò torvo.

“Allora ti stavi solo divertendo?”

La ragazza scese a terra.

“Dovevo vendicarmi per prima… papà! Dai monta.”

Kakashi salì sulle spalle di Shinami.

“Questa è una cosa che mi fa vergognare come un cane…”

“Lo credo bene.” Disse lei mentre si rialzava in volo. “Deve essere umiliante farsi portare in braccio dalla propria ragazza!”

Entrarono dalla finestrella.

L’odore pungente di chiuso saltò subito alle narici.

“Cosa dobbiamo cercare precisamente?”

Si posarono a terra. Shinami si girò verso Kakashi.

“Qualsiasi cosa che abbia a che fare con le nostre due vecchie squadre.”

Il ragazzo la guardò interdetto.

“Non ti ho detto bene perché sono scappata qui. Vedi, quando mi sono addormentata sotto la doccia, ho avuto una specie di sogno. Ma sono certa di aver già vissuto quella situazione. C’erano due persone che parlavano. Un uomo ed una donna. Poi qualcuno mi drogava. È la prima volta che faccio un esperienza simile…”

Si guardarono. Kakashi fu il primo a parlare.

“E cosa centra questo con le nostre vecchie squadre?”

Shina volò verso uno scaffale e prese il volumino rosso consultato la mattina con Jiraya.

“Qui ci sono venuta stamattina con Jiraya. Guarda…” gli mostrò le foto delle formazioni. “Sono tutte datate tranne le nostre e inoltre…” Girò le pagine freneticamente. “Come pensavo… le ultime pagine sono state strappate. Sono sicura che se controlliamo in giro non troveremo niente sul nostro passato qui dentro.”

Kakashi la guardava esterrefatto.

“Quatto significa che… qualcuno non ci vuole far scoprire la sua identità!”

Shina annuì.

“E inoltre…” sfogliò di nuovo le pagine fino a raggiungere le foto. “Non vuole farci capire il perché lo ha fatto. Vedi, nel sogno l’uomo parlava alla ragazza con rispetto. Molto rispetto.”

Il ragazzo guardò le foto.

“Se la donna è il capo è impossibile che sia innamorata di me. Perciò è per forza innamorata di te. Io le tue vecchie fiamme non le conosco. Ma so chi era la ragazza che parlava. Riconoscerei la voce sua voce fra mille…”

Indicò il volto di una bambina sorridente nella foto.

Kakashi biascicò la parola che stava per pronunciare.

“Rin.”

----------------------------

RAGAZZI CHE PAZIENZA CHE CE Vò! FINALMETE SI è CAPITO CHE è IL FANTOMATICO RAPITORE. MA QUALCUNO GIà LO SOPETTAVA. IN FONDO LA STORIA ERA RICCA DI INDIZI NO? VI MANDO UN BACIO E RINGRAZIO TUTTI. IN PARTICOLARE I RECENSORI CHE SONO:

LitaChan= Oh! Ho una nuova recensitrtice! Che nice! Mi fa piacere che ti piaccia la storia. Continua a seguirmi! Baciz

Irene Adler= Amore societtosa! Come va? Hai visto che si è scoperto chi è il cattivo della storia? (O forse no?) Ci saranno ancora duemila colpi discena! Non ti preannuncio niente! Baci ci sentiamo tesora federikuccia mia. Tv1kdb dissoni da Cry

Mina= Gliene faccio passare davvero tante eh? Poverina Shinami. La sto distruggendo. Forse mi kade in un crollo psicologico se continua così… ma vedrai che quando da i cazzotti li sa da bene. La storia in cui sconfiggono il cattivo/a già è bella pronta. E non mancheranno le battaglie! (Come soni difficili da descrivere! Bacioni e continua seguirmi!

SweetDark= Accanita fan della mia fic ciao. Ti è piaciuto questi chap? Bacioni

Shine no Kami= Uao bel nome che hai! E per di più sei una nuova recensitrice! Grazie per avermi scritto. Ma Rin è schiattata oppure no? bho? Shina si sarà sbagliata? Bho? Continua a segurmi e lo scoprirai!

-----------------------------

ECCOCI INSOMMA. MA SECONDO VOI NON SONO PUCCIOSISSIMI SHINA E KAKASHI CHE LITIGANO? E LEI CHE DA GRAN DONNA SI è VENDICATA?
NON MI VA DI ANTICIPARVI NIENTE MA VI VOGLIO LASCIARE CON UN BENEAMATO DUBBIO…
SHINA SI SARà SBAGLIATA! E RIN è MORTA OPPURE NO?
BACIONI E CONTINUATE A SEGUIRMI!!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Tanti ricordi ***


Per esigenze di copione ho dovuto apportare un po’ di modifiche su date, date di morte ed età. Per non confondervi faccio un breve riepilogo:

-Rin, Kakashi e Obito hanno tutti e tre la stessa età.
-Shinami ha due anni meno di loro.
-Kakashi e Shinami si sono conosciuti per la prima volta quando lei aveva 14 anni e lui 16.
-Quando si sono messi insieme per la prima volta, Shinami aveva 16 anni e Kakashi 18.
-Obito è morto a 16 anni.
-Rin è morta a 19 anni.
-Shinami è morta (per modo di dire…) durante la guerra a 19 anni mentre Kakashi ne aveva 21.
-Attualmente Kakashi ha 26 anni (questa informazione è vera anche nell’anime) e Shinami di conseguenza ne ha 24.
-Di regola (se è ancora viva…) Rin ha 26 anni.

Spero di non avervi annoiato ma desideravo schiarirvi le idee.
Un bacione e buona lettura.

______________________________________________

-Rin-

Uno stupido nome che riecheggiava nella mente di Kakashi come in una stanza vuota.

-Rin-

Una fedele amica a cui era affezionato da piccolo.

-Rin-

Una bambina che era innamorata di lui.

-Rin-

Una ragazza che credeva morta.

-Rin-

Forse la persona che aveva segnato la sua rovina…

“Ti senti bene?” chiese Shinami vedendo che il ragazzo era fermo da buoni due minuti a fissare il pavimento.

Kakashi girò lentamente il viso verso di lei.

“No, non sto bene per niente.”

La ragazza lo guardò negli occhi. Aveva lo sguardo veramente indecifrabile. Sembrava che il suo corpo fosse lì, ma la sua mente da tutt’altra parte.

Non riusciva a crederci. Non voleva crederci. Rin non poteva avergli fatto questo. E in più c’era un’altra cosa che non quadrava…

“Shinami. Rin è morta tanto tempo fa…”

“Io ti sto dicendo solo quello che ho visto.”

Kakashi aveva nella testa duemila pensieri, uno più intricato dell’altro.

“Ma tu eri sotto effetto delle droghe, potevi benissimo esserti sbagliata.”

Shina sospirò.

“Lo so, ma non bisogna escludere nessuna ipotesi. Ora cerca qualche libro che parla di noi. Magari si sono dimenticati qualcosa in giro.”

Si divisero e si spostarono in due corridoi differenti.

Kakashi salì su una scala e cominciò a guardare i vari titoli.

-Rin, se sei veramente tu, perché lo hai fatto… Avevo fatto una promessa ad Obito e tu ne avevi fatta una a me. Nessuno ha mantenuto la sua…-

**flashback**
“Obito! Corri dai! Andiamo! Sbrigati! Non vorrai rimanere da solo?”
La collinetta che sovrastava il Villaggio era molto ripida. Facile cadere e ruzzolare giù.
“Quando siamo arrivati in cima poi mi spiegate perché lo stiamo facendo…”
Rin e Kakashi si guardarono indietro. Obito era finalmente a pochi passi da loro.
“Ancoro uno sforzo e… arrivati!”
Si sedettero sull’erba fresca. Kakashi si sdraiò per terra e si mise in bocca un filo di paglia.
Rin lo fissava mentre lui teneva gli occhi chiusi.
Arrossì involontariamente e distolse lo sguardo. Si sdraiò anche lei a guardare il cielo.
Le nuvole assumevano strane forme.
Riconobbe un kunai, una specie di pagliaccio e un cagnolino.
“Orai ditemi per quale motivo mi avete fatto venire quassù…” chiese l’Ucicha.
Kakashi aprì gli occhi esterrefatto e si rizzò seduto.
“Baka. Goditi il paesaggio e non fiatare. Rilassati. Ti abbiamo portato qua solo per questo!”
Si sdraiò di nuovo.
Obito incrociò le gambe e poggiò il viso sul pugno serrato.
In fondo non gli dava fastidio quel panorama. E poi… poteva guardare meglio Rin, che purtroppo non staccava gli occhi da Kakashi.
-Che rottura essere innamorati di una ragazza quattordicenne che non ti si fila e che, al contrario, adora il tuo compagno di squadra…-

**

“Obito no! Obito perché lo hai fatto? Solo per salvarmi!”
Sangue.
“Oddio…”
Sangue.
Kakashi e Rin erano in piedi davanti al corpo del ragazzo, semisepolto dalla frana.
-Sei uno stupido Obito-
“Kakashi vieni qui.”
Il ragazzo si avvicinò e si chinò davanti l’amico.
-Sei uno stupido Obito-
“Cosa è successo al tuo occhio sinistro?”
Kakashi si portò la mano alla ferita.
“Non c’è più Obito. Ma ora rilassati. Andiamo a chiamare qualcuno.”
Rin li osservava da lontano.
Solo ora capiva quanto voleva bene a quei due ragazzi.
“Troppo tardi. Ormai è troppo tardi.”
Il ragazzo chinò la testa sconsolato.
“Prendi il mio occhio.”
-Cosa?-
Obito spostò lo sguardo.
“Rin, vieni qui un momento.”
La ragazza si avvicinò titubante.
Il momenti che trascorsero insieme per l’ultima volta, furono quelli di un operazione chirurgica.
Kakashi guardò l’amico, mentre l’amico non poteva vedere Kakashi.
Calde lacrime bagnarono la maschera.
-No. I shinobi non piangono…-
“Kakashi? Promettimi che ti prenderai cura di Rin.”
Lo sguardo deciso di un sedicenne.
-Lo prometto…-

**

Una collina.
La stessa collina. La stessa brezza calda che ti scompiglia i capelli.
Due ragazzi. Tre anni dopo la fine della Terza guerra.
-Un posto è vuoto-
“Come mai mi hai chiamato qui Rin?”
Rin .19 anni. Innamorata. La perdita di un amico. Gelosa… Inutilmente.
Seduta sull’erba si cingeva le ginocchia con le braccia.
“Lo sai.”
“No, non lo so.”
-Sì. Forse lo so.-
Kakashi. 19 anni. Innamorato. La perdita di un amico. Preoccupato…Seriamente.
“Siediti Kakashi.”
Obbedì. Si mise vicino a lei.
Lacrime. Lacrime amare scivolarono sul viso della ragazza.
“Non mi ammorbidisci così.”
-Non era mia intenzione ammorbidirti.-
“Ma cosa ti ho fatto io? Cosa per meritarmi questo Kakashi?”
Si rimise in piedi.
“Cosa mi hai fatto? Ma con quale coraggio parli Rin? E poi per meritarti cosa? Un mio rifiuto?”
-Già-
Lo sguardo di entrambi traboccava di odio.
“Ma perché Kakashi? Io ti amo…”
La risposta uscì sicura dalle labbra di Kakashi.
“Io no. Io amo Shinami.”
“Chi ami? Una smorfiosetta diciassettenne che si è presa una stupida cotta per te?”
-Come osa?-
“Non ti azzardare, mai più, a parlare di lei in quel modo.”
Anche Rin si alzò, molto tranquillamente.
“Ti facevo diverso Kakashi. Ti reputavo molto più intelligente. Mi vedo costretta a farlo”
Si voltò e cominciò a scendere.
Kakashi la seguì e le afferrò un braccio.
Rin si voltò immediatamente a fissarlo.
“Se è rimasto un briciolo della ragazza che conoscevo, promettimi che non torcerai un capello a Shinami.”
Altre lacrime.
Parole difficili. Dette tremando. Dette tremanti.
“Lo… prometto.”
“Bene.”

**

Due giorni dopo morì anche Rin.
Al funerale Kakashi non si sentì quasi per niente a disagio.
E nemmeno Shinami.
Ma Kakashi, all’epoca, non seppe il perché.

**fine flashback**

“Kakashi? Trovato qualcosa?”

La voce di Shinami nella stanza.

Scese dalla scala.

La ragazza si irrigidì immediatamente appena lo vide avvicinarsi deciso.

“Cosa…”

Kakashi la abbracciò forte, stringendola a se più che poteva. Shina teneva le braccia a penzoloni, incapaci di muoversi per la stretta del ragazzo. Aveva gli occhi sgranati, per la sorpresa.

Allentò la presa.

Kakashi le sorrise tranquillo, come se non fosse successo niente. Indicò una scrivania poco lontana su cui erano posati tre libri.

“Avevi ragione. Qualcosa hanno dimenticato…”

Presero i tre libri e uscirono dalla finestra da cui erano entrarti.

Arrivati a casa, decisero che la cosa migliore era andare a dormire per schiarirsi le idee.

Kakashi teneva solo il pezzo sotto del pigiama. Sopra era completamente nudo.

“Shina dimmi una cosa.”

“Sì?”

Lo sguardo del ragazzo si fece profondissimo.

“Quando eravamo piccoli, nel senso di 17, 19 anni… Rin ti ha mai fatto qualcosa di… particolare?”

Shina rimase una stimino stupita dalla domanda.

“La storia è più complicata di quello che pensi. Se proprio lo vuoi sapere… Sì. Rin non si poteva considerare uno stinco di santo nei miei confronti. Più volte ha tentato del farmi del male. Sia a livello mentale che psicologico.”

Kakashi rimase immobile e impassibile.

“Shinami perché non me lo hai mai detto?”

La ragazza abbassò lo sguardo avvilita.

“Paura. Di perderti. Mi ha minacciato parecchie volte. Ma ci fu una volta, in particolare, che non ce la feci più. Se ti devo raccontare la verità… mi sfidò e vinsi il combattimento. Lei se ne andò. Non tornò mai più.”

“Ti ricordi il giorno preciso in cui è successo?!”

Shinami rimase senza fiato.

“Il giorno prima della sua… morte.”

Kakashi le passò un braccio dietro le spalle.

“Capisco. Ora vai al letto. Hai bisogno di riposo.”

Annuì silenziosa, stranita dalla reazione del ragazzo.

“Notte Kashi.”

Un sorriso bellissimo.

“Notte Shina.”

Un bacio leggero attraverso la maschera.

Lei andò nella stanzetta. Poi tornò indietro.

“Non vai al letto?”

Lui le sorrise.

“Sì, sì. Vado.”

Si sdraiò sul divano.

Sparì dalla vista di Shina perché coperto dallo schienale.

“Guarda che se stai più comodo dormo io lì…”

La mano del ragazzo spuntò fuori e le fece cenno di andare in camera.

“Ok.” Alzò le spalle e se ne andò.

Kakashi rimase da solo nel saloncino.

La notte porta consiglio.

-E Riflessione.- pensò.

Si girò dall’altra parte del divano.

Chiuse gli occhi.

-Avevo ragione. Nessuno ha mantenuto la sua promessa Rin…-

_____________________________

CIAO A TUTTI RAGAZZI! SCUSATE SE CI HO MESSO TANTO AD AGGIORNARE MA AVEVO GLI ESAMI. FINALMETE HO FINITO GLI SCRITTI E IL 27 HO GLI ORALI. MA ORA SONO Più TRANQUILLA. VOLEVO RINGRAZIARE TUTTI. SPECIALMENTE I RECENSITORI CHE SONO:

Irene Adler= Ciao socia tessora! Come va? Spero vivamente bene! E poi che fa l’amore nostro? Si lamenta che gli sbaviamo dietro? Si nd Kashi! Come scusa? nd noi con lo sguardo da assatanate. Niente, niente, dicevo solo che vi adoro future mogliettine mie… nd Kashi terrorizzato. Molto meglio tesoro, molto meglio. Nd noi con fruste in mano. Spero che il chap ti sia piaciuto! Un bacione ragzza! Ti voglio immensamente bene da kakashina93. Kk93 salta addosso a Kashi. Voglio Shinami o magari Mirari… nd Kashi. Zitto tu, quelle due sono solo attrici!nd noi con le fiamme negli occhi.

SweetDark= Ma ciau! Che piacere mi fai nel dirmi che ti piace la mia storia! Dai prossimi chap scoprirai quanto e bastarda Rin! Un bacione tvttb

Mina= Salve Mina!! Povero Obito. Quello è morto… bello che ito da molto tempo! Certi che Kakashi cn il sedere a terra era un po’ buffo vero vero? Sì, molto ridicolo! Nd Kashi. Come scusa? Nd me con due frustini in mano (Uno è di Irene Adler). Niente, niente! Ti amo alla follia Cry! Lo sai. Nd Kakashi! Ok, vabbè ciao Minetta e alla prossima!

dark_girl92= Sì, è lei. Te lo assicuro stavolta. Ne sono certi pure loro! Un bacione ragazza del buio!

Shine no Kami= Non ti anticipo se è solo uno spirito, Ti posso dire però che è certamente viva quella bastardaaaa! Io la uccido! Kakashina si ricompone. Bacioni Shine no Kami!

Un bacioni ancora a tutti e mi raccomando!!!!!!! RECENSITEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Il piano di Rin ***


ECCO IL NUOVO CHAP! lE RIPOSTE ALLE RECENSIONI A PIè DI PAGINA! bUONA LETTURA.

_____________________________________________

“Etciù!”

“Salute.”

“Ma du guarda se mi dobeba benire brobrio adesso la febbre.”

“Veramente te la sei cercata. Così ti impari ad uscire di notte con i capelli fradici di doccia appena fatta…”

“Sbiridoso.”

Shinami era sdraiata nel letto con le coperte tirate sul viso. Kakashi era affianco a lei, con una pezza gelata tra le mani, intento a posargliela delicatamente sulla fronte.

“A parte gli scherzi dai, come ti senti?” chiese lui tutto premuroso.

Lei sorrise mentre veniva scossa da brividi su tutto il corpo.

“Sdavo meglio brima se brobrio lo vuoi sapere. Ma sei siguro che non di disdurbo? Se buoi bado in hodel da me…!”

Lui la guardò con il suo tipico sguardo di rimprovero.

“La vuoi finire di preoccuparti? Ora tieni.” Gli mise un termometro tra le mani. “Misurati la febbre.”

Con movimenti lenti e stanchi si mise il piccolo pezzo di vetro sotto l’ascella. Dopo cinque minuti lo levò e constatò di avere la temperatura di 38.8°.

“E tu dove volevi andare scusa? In albergo? Lasciamo perdere và. Ti vado a preparare una tisana, anche se sei caldissima vedo che hai freddo…”

“Infaddi, grazie Gagashi.”

“Cosa ti ci devo mettere dentro? Sei tu l’esperta con le arti curative adesso.”

Shina sorrise e prese un foglietto posato sul comodino. Scrisse poche, semplici direttive e si accoccolò nelle coperte.

Kakashi andò in cucina e lesse il foglietto.

-Jinseng, guaranà, timo, zenzero, scorza di limone e… che cosa c’è scritto… ah… tanto zucchero.”

Tornò dopo poco con una tazza fumante.

Guardò l’orologio.

“Misà proprio che oggi non posso uscire a fare nessun allenamento. Tanto meglio. Resterò qui con te a discutere un po’ su Rin se ti và… giusto? Giusto?”

Posò lo sguardo sulla ragazza. Si era tranquillamente addormentata. Aveva un espressione serena. Ma Kakashi era comunque preoccupato per la sua salute.

-E neanche hai preso la tisana… Andiamo a studiare di là. Lasciamola in pace.-

Posò la tisana sul comodino. Tornato nell’altra stanza prese i tre libri che aveva recuperato la sera precedente e si sedette sul tavolino di legno della cucina.

-Vediamo un po’, vediamo un po’ cosa mi dicono… Speriamo di aver recuperato qualcosa di utile…-

Prese un foglio e una penna e si mise al lavoro.

*******

“Novità?”

Novità. Ormai era la parola che diceva più spesso. Ma le notizie che le portavano da due giorni a quella parte non erano quasi mai buone.

Il ragazzone davanti a lei aveva lo sguardo decisamente terrorizzato.

“Signora vede, noi… ecco, abbiamo un piccolo problema.”

-Ecco. Sta a vedere che questo è l’ultimo respiro che esalo!-

Rin divenne rigida.

“Che genere di problema?”

Lo disse con tono freddo e asciutto.

Il ninja posava il peso da una gamba all’altra, aveva i sudori freddi. Per andare a dare la brutta notizia al capo, avevano fatto la pesca dei pezzettini di carta.

Era mai possibile che con tanta gente presente all’estrazione, proprio a lui doveva uscire il pezzetto rosso?

“Ecco signora noi… abbiamo scoperto che… purtroppo, Shinami e Kakashi hanno scoperto la… sua identità…”

Rin alzò lo sguardo verso il ragazzo terrorizzato. Si passò una mano dietro la schiena e afferrò qualcosa.

“Grazie, puoi andare…”

Il jonin corpulento indietreggiò di qualche passo poi si girò e prese camminare svelto verso l’entrata del bunker.

L’ultima cosa che sentì, era il rumore di qualcosa veloce che andava verso di lui e il freddo della morte. Il freddo di un kunai.

Rin rimase seduta nella sua poltrona ad osservare il cadavere.

-Lo sapevi che non mi piacciono le brutte notizie.-

Spinse un pulsante della scrivania ed arrivò subito qualcuno. Di sicuro i compagni del ragazzo, felici per non avere estratto il bastoncino rosso. Si poteva intravedere il sorriso dei loro volti. Un sorriso di sollievo.

“Portatelo via.”

Obbedirono.

Chi non le obbediva?

Fredda e spietata, era così lei. Con in testa un pensiero fisso.

“Kakashi…”

Spinse di nuovo il pulsante e con calma scese le scale il suo più fidato consigliere. Lo stesso che le aveva detto che era tornato Jiraya. Ma se lui le dava brutte notizie non le importava. Era la sua spia perfetta.

“Da quello che vedo, mia signora, ha scoperto la verità.”

Rin si alzò dalla poltrona. Aveva l’aspetto di un fantasma denutrito. Con le borse sotto gli occhi e la pelle quasi bianca.

“Già… dannati.” Diede un calcio alla poltrona che venne scaraventata addosso al muro. “Bisogna agire subito… ma come lo hanno scoperto?”

L’uomo camminò lento per la stanza.

“A quanto pare, Shinami ha avuto un flashback che le ha rilevato la sua identità. Lei e Kakashi sono andati a cercare nella stanza dei documenti e hanno trovato le prove… ma se non le dispiace ho un consiglio da darle.”

Rin si appoggiò al muro.

“Sentiamo.”

L’omaccione sorrise beffardo.

“Aspettiamo le selezioni come abbiamo programmato. C’è un punto a nostro favore, qualcosa di felicemente inaspettato.”

La donna andò davanti al viso dell’interlocutore.

“Parla, non mi tenere sulle spine… non lo sopporto.”

“Shinami si è ammalata. A quanto pare ha la febbre. E sapendo che è diventata brava con le atri curative non ci metterà molto a guarire… ma se, per caso, i suoi medicinali siano alterati? Cosa potrebbe succedere?”

Rin sorrise e il sorriso si trasformò in una risata malefica, che riecheggiò nella stanza…

*******

-Niente di utile. È mai possibile dannazione? Ma una cosa mi rincuora, almeno siamo certi che è opera di Rin. Shinami aveva ragione.-

Erano due ore che sfogliava quei libri, ma non ci aveva cavato un ragno dal buco.

-A proposito come sta? Andiamo a vedere…-

Fu un attimo. Il contenitore delle pillole sostituito. Ma se la spia è un po’ distratta… c’è il rischio che il barattolo dello zucchero cada per terra.

CRASH!

Kakashi allarmato nella stanza di Shinami, lei che dormiva tranquilla.

-Chi è? Stai a vedere che…-

Il kunai stretto in mano. Corse nell’altra stanza.

-Niente, solo la finestra aperta e il barattolo dello zucchero rovesciato. Cosa volevano?-

Andò per strada. Seguì le loro tracce. Riusciva a sentirli molto vicini. Erano due.

-Dannati, non potete scappare per sempre.-

Tutto d’un tratto, Kakashi non riuscì più a percepire le presenze dei ragazzi.

Si fermò sul ramo di un albero. Era arrivato alla foresta.

-Dove sono finiti… Non possono essere spariti così… Meglio tornare indietro da Shinami. Non vorrei che le accada qualcosa-

Riprese la via di casa.

Rientrò e trovò Shinami in piedi in cucina con la scopa e la paletta in mano intenta a togliere i cocci e lo zucchero per terra.

Aveva l’aspetto di un cadavere.

A Kakashi sembrò di averla trovata peggio di come l’aveva lasciata.

“Perché sei in piedi? Ti avevo detto di non alzarti! Sei troppo debole!”

Shina svuotò la paletta nel secchio.

“Ma ghe dici? Sdo da Dio! E gomunque ho breso la bedicina e la disana. Bedrai che sdarò meglio.”

Sorrise, e Kakashi si avvicinò a lei.

Shinami afferrò il manico della scopa e fece per rimetterlo apposto ma, mentre camminava, sentì un bruciore allo stomaco e un forte senso di nausea. Si afferrò la testa, in preda a dei dolori acutissimi e martellanti, e chiuse gli occhi. Sentì le forze abbandonargli le gambe e si accasciò a terra, sorretta da Kakashi che la prese in braccio e la portò al letto.

Prese un bicchiere d’acqua e le diede un’altra pillola.

Una pillola che purtroppo non avrebbe fatto niente se non peggiorare la situazione. Ma questo Kakashi come faceva a saperlo? Pensava che gli uomini fossero venuti lì per rapire Shina, non per avvelenarla!

I giorni passarono, mancava ormai solo una settimana agli esami di selezione. Quei dannati esami che lo costringevano ad allontanarsi dalla sua ragazza per occuparsi di Sasuke.

Shina non segnava miglioramenti, anzi. Era peggiorata ulteriormente e molte volte era in preda a delle forti convulsioni.

Jiraya era tornato dagli allenamenti con Naruto, che ora riposava in ospedale a causa di un estenuante combattimento contro il re dei rospi.

“Possibile che non ci sia niente da fare?” chiese l’eremita a Kakashi, seduto vicino Shinami, distesa nel letto.

“I medici hanno detto che una normale influenza, ma qualche cosa ha interferito con il suo processo di guarigione. Io mi chiedo che cosa? Quando quei due esseri sono venuti qui, non hanno toccato niente, ho controllato tutto.”

Jiraya sembrava poco convinto.

“Hai controllato davvero tutto Kakashi? Ne sei sicuro…”

Il ragazzo si girò verso il sennin.

“Credo di sì. Ormai non sono più sicuro di niente Jiraya.”

L’uomo ispezionò la stanza. Andò in cucina e chiamò Kakashi.

“Quali medicine dai a Shina?”

Kakashi prese le pasticche. Jiraya ne prese una e la mise sul tavolo della cucina. Si fece dare un pennarello e scrisse qualche simbolo in cerchio.

Subito la pasticca cambiò colore.

“Un vecchio trucchetto di Tsunade. Kakashi,” mise la pasticca in mano al ragazzo. “quelli non erano venuti per rapire Shina, ma per avvelenarla.”

Il ragazzo prese le pasticche. Le guardò con una rabbia accecante e le gettò dalla finestra. Si sedette sul divano e si mise la testa tra le mani.

“Come ho fatto? Sono uno stupido. Mi sento un idiota. Un vero idiota. Un jonin della mia portata dovrebbe avere abbastanza talento e fiuto per scoprire certe cose…”

Jiraya posò una mano sulla spalla dell’amico.

“Kakashi, è normale, hai agito in buona fede. Non pensavi affatto di avvelenare Shinami!”

Kakashi alzò lo sguardo.

“Non capisce Jiraya? È colpa mia se Shina sta così. Io cercavo solo di proteggerla… cercavo solo di alleviare il suo dolore.”

Un colpo di tosse dall’altra stanza.

Shina stava male, Kakashi anche peggio, Jiraya è preoccupato per tutti e due e Rin tramava nell’ombra.

I guai non erano ancora finiti.

________________________________

RAGAZZE SCUSATE IL RITARDO MA FINALMENTE HO FINITO CO STI ESAMI DI M*** E POSSO SCRIVERE QUANTO VOGLIO. Un bacio ai recensitori che sono:
SweetDark= Ciao dolcenotte. Come ti sono andati gli esami? A me molto bene se ti interessa! Per quanto riguarda la fic ti dico solo che Rin è bastardissima! Come osa far soffrire Shina così mi chiedo? Bastarda! Bacioni tvtb

Dark_girl92=Il sangue scorrerà, lo prometto. Ma ho in mente un finale moooooolto particolare! Non vedi l’ora di scoprirlo è? Devi aspettare un altro po’, almeno 5-6 chap. Baciozzi.

Irene Adler= Oh bella socia tessora amorosa e pucciosa mia! Da quello che ho capito sei partita! Belle le vacanze eh?! Ne so qualcosa! Grazie per il bravissima! Ti adoro mogliettina numero 2! Ma come procedono ste nozze allora? Tu l’hai sentito kashi questi giorni!? Si sta mettendo d’accordo con Gai e Asuma sull’addio al celibato… mi è arrivata voce! Vabbè. Lasciamo stare và. A proposito… ti è piaciuto il chap!? Un bacionissimo da kakashina93 alias mogliettina n° 2 alias Cristiana!

ED ECCOCI QUA.
UN AVVISO E MI SERVE IL VOSTRO PARERE. AVEVO GIà ACCENNATO QUALCOSA A IRENE ADLER. STO SCRIVENDO UNO SPECIALE NATALE SU QUESTA STORIA E IL DILEMMA è… LO PUBBLICO IN CHAP E LO MESCOLO IN MEZZO O FACCIO LO SPECIAL A FINE FIC? VORREI UN CONSIGLIO SINCERO E NON FATEVI PRENDERE DALL’INGORDIGIA DI LEGGERE perché POI C’è IL RISCHIO CHE PERDETE IL FILO DELLA STORIA!

ASPETTO RECENSIONI DA TUTTI E UN BACIOZZO A KI MI VUOLE E A KI VOGLIO BENE!

CiuuuuuuuuuuuuuUUUUUUUUUUuuuuuuuuuUUUUUUUUUU!

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Non è colpa tua... ***


“Sasuke, dannazione, ci vuoi mettere un po’ di forza quando tiri quei pugni?”

“Io ci provo sensei, ma tutte le volte che mi avvicino al sasso lei mi ferma. Si può sapere che cosa c’è che non va?”

Kakashi guardò il ragazzo sdraiato per terra e privo di forze. Aveva il respiro debole. Si trovavano sulle montagne basse, all’infuori del Villaggio, dove si allenavano regolarmente in vista delle selezioni.

“Niente, non c’è niente che non va. Ora rialzati e continua, tra due giorni ci sono le ultime fasi e ancora non sai concentrarti abbastanza per lanciare un kidori come si deve.”

Sasuke si rialzò e voltò il viso dall’altra parte. Si mise in posizione per caricare ma si interruppe subito. Si girò di scatto. Le parole che ne uscirono, vennero pronunciate con molta più violenza di quanta ne avesse mai voluta usare.

“Sensei Kakashi, io non ce la faccio più. Mi fa male tutto. Credo proprio che per oggi possiamo finirla qua.” Prese la sacca con la roba per gli allenamenti e si allontanò.

Il maestro rimase solo. Non ebbe neanche il coraggio di fermarlo. Sapeva che Sasuke non era in torto.

-Ha ragione, oggi ho veramente esagerato. Forse è la preoccupazione che mi fa sentire così. Meglio tornare a casa. Jiraya è stato con Shinami tutta la mattinata. Devo andare a dargli una mano.

Poche ore dopo era arrivato a casa. Lasciò la busta della spesa che aveva fatto strada facendo e andò in camera da letto. Trovò la ragazza che dormiva nel letto e Jiraya posato sulla poltrona vicino a lei che sonnecchiava leggendo una qualche rivista.

“Ah, sei tornato.” Disse il sennin tirandosi su. Kakashi fece per aprire bocca ma venne bloccato subito. Jiraya gli aveva fatto cenno con la mano di andare nell’altra stanza.

“Allora, come è andata oggi?” chiese preoccupato mentre si toglieva il gilet verde tipico della divisa. Jiraya scosse la testa.

“Niente, sembra quasi che sia entrata in coma. Non risponde, non mangia, non si alza… vorrei sapere cosa hanno usato quei bastardi per ridurla così. Le è passata la febbre, questo è certo, una nota positiva bisogna trovarla.”

Kakashi si portò le mani sul viso e si buttò di schiena sul divano. “Cosa posso fare maestro? Cosa hanno detto i medici? Io ho paura… che la storia possa ripetersi!”

Il sennin si sedette vicino a lui e gli posò una mano sulla spalla. “Parla con lei. I dottori hanno detto che non è in coma, ha solo qualche problema nel risveglio. Il veleno doveva essere una specie di rallentamento del processo di guarigione. Se le è passata la febbre, vuol dire che si sveglierà da un momento all’altro.” Si alzò e si diresse verso la porta. “Non perdere la speranza Kakashi. E non ti sentire in colpa, tu non centri niente. Io vado a continuare le mie ricerche si Rin. Mi raccomando. Non è colpa tua. ” Uscì.

Kakashi, rimasto solo, si alzò dal divano e si mise ai fornelli. Mentre tagliava qualche verdura da inserire nello stufato si sforzava di pensare a qualcos’altro che non fossero 4 parole…

-Non è colpa tua. Non è colpa tua. Non è colpa tua. Non è colpa tua…-

Tagliava più veloce sulla base di legno, ora.

-Non è colpa tua. Non è colpa tua. Non è colpa tua. Non è colpa tua…-

Zic zic zac zac, il coltello sfrecciava velocissimo tra le mani del ragazzo.

-Non è colpa tua. Non è colpa tua. Non è colpa tua. Non è colpa tua… Dannazione Kakashi! Certo che è colpa tua!-

Gettò il tagliere nel lavandino e nel farlo si tagliò la mano con il coltello affilato che stava usando. Corse a sciacquarsi la mano in bagno e tirò fuori dalla cassetta dei medicinali una garza il cerotto e il disinfettante.

Quando ebbe finito di medicarsi la ferita rimise la scatolina nell’armadietto. Un contenitore marrone di pelle attirò la sua attenzione. Non ricordava cose c’era dentro. Lo tirò fuori on cautela e lo portò in cucina.

Lo mise sul tavolo e prese a fissarlo. C’era qualcosa di strano, quella scatola gli ricordava qualcosa… si sedette davanti sulla sedia e l’aprì.

Dentro c’era una bustina trasparente con 2 capsule identiche. Kakashi si sforzava di ricordare, era sicuro che centrassero qualcosa con Shinami.

-Kakashi cosa… dove le hai usate… che centrano con Shinami? Che co…sa…

**
“…Semplice, molto semplice. In quel tempo mi trovavo ancora negli ANBU con Kakashi. Prima dell’inizio della battaglia, Tsunade ha distribuito a tutti i componenti della squadra assassina, delle pasticche di sua invenzione, contenenti degli anti-veleni. Poco prima di essere pugnalata ho ingerito una di queste che, a quanto pare, si è quasi tutta esaurita per dissolvere il veleno del kunai, ma non quello delle droghe…”
**

-Ma certo, ecco che cosa sono! Le pasticche di Tsunade. E se non sbaglio quella gialla era la più potente. Non le avevo buttate perché non scadevano aveva detto lei. E io mi sono completamente dimenticato della loro esistenza! Ma se assorbono il veleno… vuol dire che…-

Si girò di scatto, prese il primo bicchiere che aveva sotto mano e lo riempì d’acqua. Tirò fuori una delle pasticche dalla bustina e corse nella camera da letto. Posò il bicchiere ancora bagnato sul comodino e prese Shinami dalla schiena per tirarla leggermente su. Gli mise la capsula tra i denti e il bicchiere poggiato sulle labbra. L’acqua si rovesciò quasi tutta sulle lenzuola ma la pasticca era riuscita a fargliela andare il gola. Kakashi tirò un sospiro di sollievo e si sedette sulla poltrona vicino a lei. Le strinse la mano. Il tempo di assorbimento del veleno era di un ora. Doveva solo aspettare…

*********

“Allora? Come sta la nostra piccola Shinami?” Rin fece qualche passo nel corridoio del covo.

“Sta male. I medici credono che sia entrata in coma. Le possibilità che si svegli prima delle selezioni sono pari a 0. Comunque, se dovesse succedere, abbiamo le nostre sentinelle a far da guardia.”

La ragazza si voltò verso il compagno.

“E per la faccenda Jiraya come la mettiamo? Orochimaru è stato già avvertito?” si comportava da vero leader quando si trovava con gli altri.

“Certamente. L’eremita dei rospi sta cercando qualche traccia su di noi, ma per adesso ha trovato ben poco. Non si accorge che passa davanti a noi tutte le mattine… e per quanto riguarda Orochimaru, è stato avvertito e attaccheremo indisturbati mentre lui sarà occupato al Villaggio. Va bene?”

La ragazza uscì da covo e si perse tra le stradine insieme al suo compagno.

“Va bene… Tutto bene.”

*********

Kakashi guardò l’orologio.

-Un ora, è passata un ora e cinque minuti. Perché ti preoccupi?-

Fissò Shinami addormentata, poi dopo un po’ di nuovo l’orologio.

-Un ora e mezza.- abbassò lo sguardo. –Niente, ormai non c’è niente da fare- Si alzò, prese il bicchiere e tornò in cucina.

Per la prima volta dopo tanto tempo, sentì gli occhi che gli pizzicavano in maniera insopportabile. Non ce la fece a resistere ancora e crollò sul divano mentre una piccola lacrima scendeva lenta sul viso. Si sdraiò e mise un braccio sugli occhi; li chiuse

“Ma ti pare questo il momento di dormire? C’è una donna là fuori che cerca di uccidermi e tu ti stai facendo un riposino? Che galantuomo che sei!”

Per un attimo pensò di sognare. Levò il braccio dagli occhi e si mise a fissare il soffitto di legno. Sorrise.

“Sto di sicuro diventando pazzo…”

“Sì l’ho sempre pensato!”

Kakashi si rizzò con la schiena. Fissò l’entrata della sua stanza. Appoggiata sullo stipite della porta c’era Shinami che sorrideva tranquilla. Teneva le braccia incrociate e un piede scalzo messo di punta sull’altro. Aveva addosso ancora la vestaglia bianca.

“Shina!”

Si alzò e corse e verso la ragazza.

Lei allargò le braccia e sembrò quasi sbilanciarsi in avanti. Kakashi la prese tra le sue e l’abbracciò forte.

“Scusa, devo aver perso un po’ l’equilibrio… in fondo sono circa 20 giorni che sto sdraiata no?”

Kakashi le sorrise mentre si abbassava la maschera. La ragazza lo fermò.

“Non vorrai mica che ti attacchi il raffreddore?”

Lui la strinse di più.

“Sì!”

Shina posò le labbra contro le sue e si baciarono con passione attaccati come due scemi sullo stipite di una porta.

Sentirono qualcuno che bussava alla porta.

“Un attimo!” gridarono insieme ridendo.

Shina si poggiò a Kakashi per arrivare al divano. Si sedette e prese in mano un libricino che stava sul tavolino mentre il ragazzo andò ad aprire.

Jiraya aveva lo sguardo preoccupato.

“Ciao Kakashi, credo di aver lasciato qui un taccuino verde. Non è che per caso lo hai visto?”

La ragazza sventolò il volumetto in aria.

“È forse questo che cerchi ero-sennin?”

L’uomo entrò nella stanza e camminò lento verso la ragazza.

“Grazie Shina credevo di averlo pers…o… Oh!” Cambiò espressione, anzi sbiancò del tutto “Shinami? Ma ti sei rialzata? Santissima! Cosa successo? Come? Quando”

Shina si alzò e venne sorretta dall’uomo.

“Calma, calma! Una domanda alla volta. In fondo sono ancora convalescente! E poi su come sia guarita chiedilo a lui” indicò Kakashi “Perché io non centro niente!”

I tre si sedettero e ascoltarono la storia che Kakashi aveva da raccontare. Alla fine del racconto Shina rimase a bocca aperta.

“Non sapevo che conservassi ancora quelle pasticche!”

Kakashi alzò le spalle “Neanche io se è per questo…”

Jiraya rise fragorosamente. Poi divenne subito serio. Si guardò intorno e fece cenno ai due di seguirlo in camera da letto.

Kakashi prese Shinami in braccio, e la depose nel letto come il sennin diceva di fare. La ragazza sembrava contrariata, ma quando l’uomo spiegò loro che c’erano delle spie che li ascoltavano, fu costretta ricredersi.

Bisbigliò ai due.

“Ragazzi, ascoltate il mio piano…”

To be continued…

___________________________

MILLE GRAIZIE AI MIEI DUE RECENSITORI!
Sweetdark e Irene Adler. Siete rimasti solo in due! Mo io come faccio! Mi sento solaaaa! Voglio Kakashi Mogliettina n°2 quando ce lo sposiamo! Grazie Sweet e mi fa piacere che siano andati bene anche a te gli esami!

Ho una brutta notizia... Parto con gli scout per 10 gg e torno il 2 agosto! Mi dispiace ragazzissime ragazze! Un kissone a tutti e mi raccomando!
Recenstie
che mi sento mooooolto solaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!ola ola ola ola ola talmente sola che c'è pure l'eco!

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Reazioni-idee-grida: tutto per uno spaghetto di traverso. ***


“Potrebbe funzionare! Non è stupido, anzi, è ben congeniato… niente male davvero Jiraya. Niente male!” disse Kakashi fermo.

Shinami si sdraiò sotto le coperte e chiuse gli occhi poi li riaprì subito.

“Certo che scocciatura. Sono stata per un mese a dormire e adesso devo ancora fingere… Guarda cosa mi tocca fare…”

Kakashi le se sedette vicino.

“Porta pazienza. Dobbiamo solo aspettare l’attacco di Rin. Se voleva ucciderti, vuol dire che la sua ‘fase finale’ è imminente. Se seguiamo il piano di Jiraya, saremo in grado di metterci definitivamente una pietra sopra.”

Shinami si girò dall’altra parte.

“Già, lo spero tanto.” Chiuse gli occhi e fece cenno ai due compagni di andare nell’altra stanza. Poi si sedette e richiamò Kakashi.

“Emh, scusa tanto ma… non è che hai qualcosa da mettere sotto i denti? Sto morendo per davvero, ma stavolta di fame!”

Il ragazzo sorrise e tornò poco dopo con un panino enorme. Shinami lo finì con calma e sorrise al fidanzato che si allontanava verso la cucina.

Nell’altra stanza trovò Jiraya tutto intento a scrivere qualcosa sul taccuino verde.

“Cosa stai facendo?” chiese il ragazzo curioso.

“Io? Niente…” e chiuse il quadernino svelto.

“Non ci credo neanche se mi offri il pranzo per i prossimi tre mesi.”

Il sennin lo guardò e si arrese.

“Va bene. Prometti che non ti arrabbi?” Kakashi annuì “Io… vedi… la vestaglia… bianca… fonte di ispirazione!”

Il ragazzo parve non averci capito niente. Poi fece un nesso logico.

-Vestaglia, seta bianca, Shinami, bella ragazza, fonte di ispirazione–

Per poco non saltò su Jiraya mentre urlava:

“Non ti azzardare mai più ad usare Shinami come soggetto per i tuoi libriiiiii!”

Il sennin si ritrasse sul divano e sorrise da ebete.

“Avevi detto che non ti arrabbiavi!”

Si fissarono seri e poi scoppiarono a ridere. Shinami intanto era spettatrice della scena da dietro la porta. Andò verso il letto e alzò le spalle.

-E pensare che quei libri li legge anche lui…Gli uomini. Mah?-

Kakashi si mise ai fornelli e Jiraya lo aiutò a preparare la cena. L’indomani mattina il jonin sarebbe dovuto andare da Sasuke per allenarlo.

-Tra due giorni ci sono le finali…- pensò mentre tagliava il pesce.

Aveva deciso che siccome non era il primo incontro, poteva prendersi anche qualche ora in più con il ragazzo. Sì, sarebbero arrivati con un leggero ritardo alle selezioni.

Quando la cena fu pronta, i due andarono a mangiare nella stanza da letto con la ragazza che apprezzò molto il gesto.

Mentre addentava un pezzo di pesce, lei posò la ciotola e guardò il soffitto pensierosa.

“Qualcosa non va?” chiese Kakashi preoccupato.

Scosse la testa e fece un sospiro.

“Stavo pensando… e se vi aiutassi con le ricerche di Rin?”

Jiraya guardò la ragazza da dietro i spaghetti che teneva metà in bocca e l’altra metà stretta nelle bacchette. Ingoiò tutto in un solo boccone e cominciò a tossire. Assunse tre sfumature di rosso diverse.

Ringraziando Dio, Kakashi lo soccorse e lo salvò dal soffocamento. Già si immaginava la lapide:

-Al grande sennin, sacrificatosi per un assurda affermazione di un’amica. Tutti lo ricorderanno con affetto tranne lo spaghetto che gli andò di traverso.-

Distoltosi dai suoi pensieri su lapidi e tombe, Jiraya si massaggiò il collo tossicchiando. Tra un colpo di tosse e l’altro guardò Shinami e le disse:

“Tu sei matta. Lì fuori un intera organizzazione ti sta cercando e spia ogni movimento che fai e tu vuoi andare in giro a cercare la persona che molto probabilmente ne è il capo…!”

La ragazza lo guardò severa.

“Basta lasciare una mia copia qui al letto, io mi trasformerò in un ninja qualsiasi e vi aiuterò, magari con delle ricerche dall’alto!”

Jiraya, che nel frattempo aveva smesso di tossire ed era tornato del suo normale colore parve non capire bene il ‘ricerche dall’alto’.

“Che diavolo vuoi dire? Non voli mica Shina…”

Kakashi accennò un sorriso nervoso ricordando la dolorosa sederata del mese prima.

“Su di questo ti sbagli Jiraya!”

Il sennin non credé alle sue parole e fissò i due ragazzi spostando lo sguardo da uno all’altro.

Shinami annuì convinta e Jiraya si aggrappò alla sedia per non cadere.

“Tu sai che quella… tecnica… è… tu…. Quanto ci hai messo per… Ma quando la finisci di stupirmi? Non ci credo neanche e se ti vedo…”

Shinami sorrise e guardò l’uomo mentre univa le mani nelle posizioni per l’invocazione della tecnica.

“Dimostrazione pratica?”

Jiraya e Kakashi guardarono la ragazza concentrarsi da sotto la coperta. Uno sbuffo d’aria, provocato dalla concentrazione di Shina, fece alzare le lenzuola che caddero a terra.

Piano piano, si staccò dal materasso e si sollevò di qualche centimetro.

Riaprì gli occhi e sentì una strana sensazione alla bocca dello stomaco mentre si alzava. Guardò in basso e vide tutto sfocato. Fu l’ultima cosa che ricordò prima di svegliarsi nello stesso letto con la puzza di aceto nelle narici.

Guardò le facce dei due uomini chini su di lei e disse in un soffio di voce

“Sono troppe volte che mi sveglio con l’aceto nel naso!” scansò con la mano il canovaccio bagnato.

Kakashi fece un sospiro di sollievo e le sussurrò

“Come pensavi di usare tutto quel chakra appena sveglia dopo trenta giorni di coma? Sarai un po’ debilitata o sbaglio? Hai mai pensato che non allenandoti perdi un po’ di forza?”

Shinami lo guardò con gli occhi da cerbiatta.

“Scusa hai ragione. Prometto che non lo faccio più!”

Jiraya si sedette sulla sedia più vicina e portò la testa indietro. Un sorriso amaro increspò le sue labbra.

“Kakashi prendimi per pazzo per favore.”

“Troppo tardi. È da quando ti conosco che lo penso!”

Il sennin portò il viso di nuovo avanti.

“Credo sia il caso che Shinami ci dia una mano con le ricerche, o per lo meno che ci aiuti allenandosi…”

La ragazza spalancò gli occhi incredula e il fidanzato non fu da meno.

“Jiraya, credo ufficialmente che tu sei pazzo. Come ti viene in mente un idea simile dannazione! Visto il risultato di poco fa, come credi che possa resistere ad uno sforzo tale da…”

Uno sguardo minaccioso dell’uomo lo costrinse a tacere.

“Ma non capisci? È proprio questo il punto! Se Rin dovesse attaccare in questo momento come credi che si possa difendere questa ragazza?” urlò alzandosi in piedi ed indicando il letto. “Dovrà allenarsi di nuovo e ricominciare a provare le sue tecniche! Non eri tu quella che aveva inventato due attacchi nuovi di zecca?” La ragazza annuì “Se ho appena visto cosa sei capace di fare con la difesa mi figuro l’attacco. E se ti conosco abbastanza tu userai tantissimo chakra in quella tecnica o sbaglio?”

Shinami abbassò lo sguardo.

“No, non sbagli…”

L’uomo riprese guardando Kakashi.

“E inoltre io e te ci ammazziamo di fatica da soli ogni volta! Se qualcuno rimarrà qui con il clone, supponiamo che ci sia un clone, gli altri due andranno in cerca di tracce… o no?”

Kakashi serrò le labbra da dietro la maschera e Shinami si accorse benissimo che se le stava mordendo. Era un’abitudine che aveva tutte le volte che si ricredeva. La ragazza sapeva quale sarebbe stata la risposta. Il ragazzo fece un sospiro.

“Va bene. Ma ad una condizione! So che Neji si sta allenando da solo per le selezioni. Gai è libero. Kurenai, che è la migliore amica di Shina, anche. Daranno una mano con gli allenamenti. Non mi va che resti da sola, per nessun motivo. Almeno… per i primi tempi! Poi si vedrà… Io devo allenare Sasuke ma nei pomeriggi… ci sono!”

Fece uno sguardo severo verso la ragazza che, per tutta risposa, gli si gettò al collo ridendo e abbracciandolo.

Jiraya andò in cucina e fece spallucce mentre tra sé e sé disse

-Ah, l’amour…-

____________________________

Shit! Vi ho fatto aspettare un mese! Volete sapere perché miei cari lettori? La storia è più complicata del previsto…
Sono tornata il 2 agosto dagli scout e ho aggiornato la fiction senza postarla, con l’intenzione di farlo l’indomani. Chattando su msn, lo stesso giorno una mia amica mi ha inviato, senza farlo apposta, un Troyan Horse camuffato da album di foto! Non lo avesse mai fatto! Il mio pc si è fritto e non dava segni di volersi riprendere! Mi sono comprata un pc nuovo di zecca (c’è pure il lato positivo) ma ho perso tutte le mie fiction, anche quelle in cantiere e lo speciale natale che avevo preparato su “E se non fosse un sogno?”! Poi sono partita per il Trentino e tornata mi sono messa ascrivere come una matta tra gli strilli dei miei genitori che mi vedevano incollata al computer tt il tempo! Aiuto ho perso tutto! No volevo che succedesse! Mi dispiace ç_ç mi perdonate vero? Per favore?

Nel prox chap ritorna Gai sensei ed entra Kurenai, altra parte importante… il perchè lo scoprirete più in la. Vi dico solo che centra qualcosa Tsunade-sama! Baciozziosi ragazze

Intanto ringrtazio:

Stella Matta- A Me le scrivono le recensioni solo che qualche volta c’è il vuoto totale! BAcioni e continua a seguirmi che se ti ho arruolato vuol dire che ti piace la fiction!

Irene Adler- Amoree! Sei l’unica persona con cui ho parlato prima del Troyan! Eccheppale! Uffi. Bacioni e ci vediamo al matrimonio… p.s. i vestiti bianchi candidi. E lui lo smoking!

Dark_girl92- Ben tornata recensitrice! Ti avevo perso? Spero di no! Mi mancava la tua rec. Un consiglio, loggatevi e aggiungete le fiction a preferite così vi avvertono quando le aggiornano e potete recensire senza perdervi un capitolo!

SweetDark-Curiosa? Il prossimo chap avrà qualche svolta sul piano! E Poi… ritorna Gai-Sensei! Ed entra Kurenai, altra parte impiortatnte e scoprirete il perché.

Alla next! See-ya! Arigatoo a tutti! Bye. Sajonara! Auf wiedersen! Salut!

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Terrore... ***


VI AVVERTO, il CAPITOLO FA UN PO’ PAURA…

______________________________

Jiraya dormì da loro quella notte. Sdraiato per terra sotto il divano, dove stava Kakashi. Shinami invece era nella stanza del fidanzato e riposava nel letto. O almeno faceva finta di riposare.

In realtà sentiva un mattone sullo stomaco che le impediva di dormire. Guardò l’orologio.

01.34

Provava a chiudere gli occhi, ma appena si addormentava era tormentata da orrendi incubi popolati da siringhe piene di liquidi di colori accesi e tombe, ma non vedeva mai il nome sulla lapide.

Dopo la tredicesima volta che si svegliava di soprassalto decise di alzarsi a prendersi un bicchiere d’acqua gelata per calmarsi.

Entrò in cucina in punta di piedi per non svegliare nessuno e aprì il rubinetto che riempì il bicchiere. Sorseggiò piano mentre guardava i due ragazzi che dormivano. Gli scappò un sorriso osservando Jiraya che russava a bocca aperta mentre Kakashi aveva il braccio allungato verso il viso dell’uomo, fuori da divano.

Passando per tornare in camera, Shinami fece una carezza sulla testa del fidanzato e andò di nuovo al letto.

Si sdraiò supina con le mani sulla pancia, si girò due volte e trovò una posizione comoda. Chiuse gli occhi e finalmente, trovando un po’ di pace, si addormentò.

****
Un prato. È notte fonda. Seduta per terra.
Una figura incappucciata che mi osserva da lontano.
-Chi sei?-
Il vento tira forte facendo volare le foglie del bosco.
La figura si avvicina.
Una cantilena esce da sotto il cappuccio.
“Buio, buio come la notte.”
Mi fa male la testa. Quelle parole, mi stanno facendo male!
“Freddo, freddo come l’inverno.”
La mia testa sta esplodendo.
“Scuro, scuro come il sangue.”
Mi porto le mani per coprirmi inutilmente.
Tento di far finire quello strazio.
-Basta ti prego.-
Sente i miei pensieri e non mi ascolta.
Canta più forte per farmi male.
“Silenzioso, silenzioso come il vento.”
Si avvicina di più…
“Doloroso…”
-Basta. Mi… sento male.-
Ancora di più.
“Doloroso…”
-Io sto…-
È sopra di me.
“Doloroso come la morte!”
-Morendo…-


****

“Shinami svegliati. Ti prego… Svegliati”

-No, io non voglio morire.-

“Shinami apri gli occhi.”

-Lasciami. Voglio che finisca tutto.-

“Shinami, ti prego ascoltami. Sono Jiraya… alzati…”

-Jiraya, voce conosciuta. Voglio alzarmi ma non ci riesco. Mi dispiace amico mio.”

“Shina, non mollare. Non so come fare senza di te. Svegliati.”

-Kakashi. Amore mio… sei tu?-

Buio come la notte. Freddo come l’inverno. Scuro come il sangue. Silenzioso come il vento. Doloroso come la morte.

“No, io non morirò. Bastaaaa!”

Si mise seduta e aprì gli occhi. Grondava di sudore, tremava tutta.

I due uomini in pigiama la fissavano più spaventati di lei.

Scese da letto e corse in bagno. Si chiuse dentro. Si sedette sulla tavoletta del water che era abbassata.

Al diavolo le regole ninja. Al diavolo tutto quanto. Si cinse le ginocchia e pianse, senza aver paura di essere sentita mentre singhiozzava.

Si guardò allo specchio.

Aveva l’aspetto di un cadavere. La pelle bianca, gli occhi gonfi di pianto, azzurrissimi a causa delle lacrime. I capelli appiccicati al viso bagnato… sudori freddi. Brividi dappertutto.

Presa dallo sconforto si misurò la febbre ma aveva una temperatura più che normale. Quindi...

Non poteva essere stata una congestione a causa dell’acqua gelata.

Aveva ragione, i suoi sospetti erano fondati.

Urlò. Urlò cercando di smorzare la rabbia che aveva dentro. Buttò fuori tutto il suo odio in quello strillo.

Le faceva male la testa da morire. Cercò la cassetta dei medicinali. Trovò la scatoletta in pelle e prese la seconda pillola rimasta in fondo alla bustina.

Aveva già provato quella sensazione.

Un flashback le passò nella mente. Nei suoi sogni aveva sognato una lapide. Ora sapeva quale nome c’era sopra.

Il suo.
Uzukawa Shinami

Cercò di pensare lucidamente ma non ci riuscì… le faceva male tutto. Aveva bisogno di Kakashi e di Jiraya, Magari anche di qualcun altro… ma non era il caso di andare a svegliare Kurenai in quel momento. E sapeva anche a chi rivolgersi in fatto di veleno.

Gli serviva Tsunade.

Uscì dal bagno quasi trascinandosi.

I due uomini, che l’attendevano fuori dalla porta, erano stati bloccati dalle urla della ragazza. Avevano così deciso di non entrare.

Corsero da lei e Kakashi la prese tra le braccia. Le parlò con una voce gravemente preoccupata.

“Shinami stai tranquilla. Ti prego non ti agitare…”

La ragazza si slegò dalla stretta del fidanzato. Tremò ancora di più. Non riusciva a parlare.

-Doloroso come la morte-

Quella voce che le irrompeva nella testa. La cantilena… Una figura incappucciata.

Il mal di testa che si stava affievolendo tornò a farsi sentire più forte che mai.

Si strinse i pugni sulle orecchie cercando di cacciare via quella voce maledetta. Doveva resistere per almeno un ora… il tempo di assorbimento del veleno.

Kakashi le afferrò le braccia.

La ragazza lo guardò con gli occhi pieni di terrore.

“Era un sogno… stai calma!”

“No, no che non era un sogno.” Gli urlò in faccia. Non avrebbe voluto farlo ma a causa di quelle martellate nel cervello non capiva neanche lei cosa succedeva bene.

Si mise sul divano e cercò in tutti i modi di tapparsi le orecchie con le mani ma era tutto inutile. La voce era dentro di lei.

Tra un gemito e l’altro finalmente riuscì a dire:

“Kakashi, aiutami a rimanere sveglia… non devo dormire…” I due uomini non sapevano cosa fare. Erano rimasti tutti e due appiccicati al muro, terrorizzati.

Il ragazzo si fece avanti e rimise la ragazza in piedi. Jiraya se la caricò sulle spalle.

“Non devo dormire… non mi fate dormire…”

Il Sennin la buttò nella vasca e Kakashi aprì l’acqua gelata.

“Non mi fate dormire… altrimenti io… io…”

Kakashi afferrò la ragazza per le spalle e la scosse forte

“Shina. ‘Io’ cosa? Rispondimi.”

L’acqua riempiva la zona circostante al corpo esile e scosso dai brividi.

“Io morirò…” gridò in una disperata richiesta di aiuto.

Kakashi e Jiraya sbarrarono gli occhi.

Shinami sembrava aver smesso di tremare ma continuava a stringersi la testa.

-Sento quella voce, Dannazione chi mi può aiutare ora… loro non sono capaci… ma devo provare. Lei capirà appena mi vedrà cosa è successo… speriamo che si ricordi la giusta formula.-

Tenne gli occhi serrati per parecchi minuti, con un po’ di concentrazione poteva farcela… bastava la concentrazione.

Provò a parlare ma venne fuori un gemito come tanti altri.

-Tra un po’ avrò gli altri sintomi del veleno… mi devo sbrigare…-

Non le piaceva ma doveva urlare.

Afferrò il braccio di Jiraya e lo guardò negli occhi.

“Vai a chiamare Kurenai. Sbrigati!”

Richiuse di scatto le palpebre. La luce le faceva male.

---Il BUIO---

Sembrava che la pasticca più che migliorare avesse peggiorato la situazione.

Ma prima di farlo vide Kakashi che parlava con il sennin… non udiva bene le loro parole. Sentiva solo quella stupida cantilena.

Vide l’uomo allontanarsi di corsa.

Provò a parlare di nuovo ma con scarsi risultati.

---Il SILENZIO---

Si guardò le mani, se era ciò che sospettava mancava poco… Kurenai si doveva sbrigare.

Vide un lungo taglio comparire sulla mano, una fessura obliqua che prendeva tutto il palmo.

-Cavolo non ora…-

Il taglio si aprì…

Prima poco poi moltissimo liquido scarlatto sgorgò dalla ferita che si era appena creata.

---Il SANGUE---

“Che cosa succede Shinami?

Urlò il ragazzo terrorizzato.

Questo lo udì benissimo… ma non poteva rispondere.

“Shinami che cosa... è… taglio … quel … tu… parlato…”

Poi più nulla. Brividi nel cropo.

---Il FREDDO---

-Kurenai sbrigati…-

Una lacrima le uscì dagli occhi. Non capiva più niente. Il sangue non faceva più male, non sentiva più, non parlava… era inutile. Capì che Rin era troppo furba per lei.

Capì di essersi illusa di poterla battere e capì che non avrebbe più rivisto il suo adorato Kakashi.

Capì che non era vero che la guardi ammontava una sera sì e una no ma tutte le sere.

Capì che dormire trenta giorni era stato tutto preparato già in precedenza.

-Schifosa. Shinami sei stata un idiota. Hai sottovalutato la cara Rin…-

Capì che la madre aveva ragione quando era piccola. Rin era malvagia.

-Shinami sei una stupida. Hai sottovalutato tua sorella.-

Fece un sorriso amaro. Più amaro di tanti altri.

-Kakashi, uccidila tu per me, come lei uccise mia madre e mio padre.-

-In fondo credo che morire non sia brutto, ora non sento niente. Mi mancherai amore mio… -

Un’altra lacrima. Cercava di illudersi che non le dispiacesse lasciare il mondo davvero.

Poi vide un lampo bianco. Sentì la voce di Kurenai e quella di Jiraya.

“Tecnica della rinascitaaaaaa.”

-Grande, ho ancora da vivere per un bel po’. Grazie Amica Mia. Sono in debito. Ora svegliami, devo andare ad uccidere una persona…-

Aprì gli occhi e continuò a non vedere niente.

-Devo andare ad uccidere mia sorella…-

__________________________________________

NON VE LO ASPETTAVATE EH? SORELLE le due... chissà!

RAGAZZI IL NUOVO CAPITOLO è UN PO’ PAUROSO LO SO… MA VOLEVO INFILARLO UN PO’ SI SANGUE NELLA FICTION!
RINGRAZIO LE PERSONE CHE HANNO RECENSITO:

Irene Adler- Una parte della battaglia la stai per vedere… scommetto che non sospettavi questa parentela… su cui si scopre di più nel prox chap… Tv1opdb tessera societtosa. Mmore!

Apocalyptica-Ben tornata… Beatrice… neanche a te l’avevo detta questa cosa! Stupita vè? Hehe… perfida kakashina! Ciao piccola emogirl!

SweetDark-Ti è piaciuto questo! Si ti ho tenuto sulle spine con lo scorso capito pensa adesso! Parentela… ma chissà se non si scopra qualcosa di più? Ciao e bacini in busta!

Ginny-Benvenuta! Spero che continuerai a seguirmi Ginny-chan. Per qualsiasi dubbio sulla fiction chiedi Mi raccomado! Un baciotto

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Spiegazioni ***


“Shinami? Mi vedi?”

“Shina, sono Jiraya… ci sei?…”

-Ragazzi, datemi un attimo per riprendermi. Ancora non vedo e sento il sangue sulla mano che sgorga… già è tanto se batto le palpebre…-

“Ma che le succede? Perché batte gli occhi ma non risponde?”

-Kurenai… spiegaglielo tu! Ancora non ce la faccio.-

“Datele tempo… le serve solo quello. L’abbiamo scampata bella.”

“Ma cos’era quella tecnica… e perché non poteva dormire?”

“Ve lo spiegherà lei… Shinami, amica mia, mi senti? Chiudi gli occhi una volta per il no e due per il sì. Hai capito?”

-Due volte-

“Ha capito! Tesoro… mi senti?”

-Due volte-

“Puoi parlare?”

-Una volta-

“Vedi?”

-Una volta-

“Lo sapevo… ma tra un po’ tornerà tutto normale… non ti preoccupare… ora blocco il sangue. Sentirai dolore… Jiraya mi dai una mano?”

-Come brucia cavolo… Oh, finalmente! Niente sangue. Che diavolo… Vedo ombre confuse ma ci siamo quasi. Allora, sono poggiata sulla gambe di un… uomo? Sì… e sto sul divano. Sdraiata… Una ragazza è china su di me e un’altra persona è dietro lo schienale…-

“Cominci a vedere vero?”

-Due volte-

“Ben tornata allora…”

“G…r…azi…e”

“Ha parlato! Si sta rimettendo! Dio che paura…”

-Finalmente… Non parlerò perché mi fa male la gola da morire… aspetta che provo un attimo a…”

“Stai muovendo la mano? Non è vero?”

-Due volte-

“Tra un po’ vedrà di nuovo bene… giusto?-

“Già ci vedo bene, grazie.” La voce non era più rauca e tremolante… finalmente parlava quasi bene.

Batté con forza gli occhi e mise a fuoco tutta la stanza. Vide Kakashi che la guardava negli occhi e le carezzava i capelli. Perciò aveva la testa poggiata sulle sue gambe… e poi vide i visi di Kurenai e Jiraya, uno dietro il divano e l’altra seduta affianco a lei, al bordo del cuscino.

“Come ti senti?” chiese preoccupato il fidanzato.

“Stavo meglio prima.” Rispose lei sorridendo con voce debole e bassissima. I quattro si fecero scappare un sorriso nervoso.

Kurenai si alzò di scatto e corse al piano cottura a prepararle una tisana per la testa.

Shinami si alzò di poco e cercò di tirarsi su. Jiraya fece per aiutarla ma lei tese la mano con l’intenzione di farcela da sola. Si muoveva pianissimo, le faceva male tutto. Finalmente si lasciò cadere e si poggiò di peso al fidanzato.

“Scusa…”

“E di che? Sei una mezza piuma!”

Kurenai tornò poco dopo, con una tazza fumante piena di un liquido giallino. La porse a Shinami e aspettò che la finisse tutta. Tutti e tre la guardarono mentre beveva piano a causa della temperatura elevata. Quando finì posò il bicchiere sul tavolino e si posò di nuovo su Kakashi.

“Grazie Kurenai. Sei un vero angelo.” Di tutta risposta ricevette un sorriso radioso, contraccambiato.

Aveva delle fitte assurde alla testa. Tutti i tre non la smettevano di fissarla. Alzò gli occhi al cielo.

“Non credo sia il caso di parlarne. Ora ho da fare cose migliori… tipo allenarmi.” Fece per alzarsi ma un’altra fitta la costrinse a riappoggiarsi su Kakashi.

“Oh no bella mia. Tu adesso ci racconti tutto.” Disse Jiraya con tono severo. Venne fulminato dallo sguardo di Shinami. Il sennin divenne tutto rosso e indietreggiò con la testa.

Parlò l’altra ragazza.

“Jiraya ha ragione. Abbiamo bisogno di risposte. Tipo: Come mai eri sotto l’effetto di una maledizione?”

Shinami la guardò e fece cenno verso i due ragazzi. Kurenai scosse la testa e inarcò le sopracciglia mentre Kakashi guardò il sennin con la faccia di chi non capisce bene.

“No, cara mia. Anche loro lo devono sapere. Niente segreti. Niente doppi sensi. Kakashi già lo sa ma Jiraya ne è stato messo al corrente?”

“Di che?” fece il sennin curioso.

“Che Rin è mia sorella…” rispose asciutta Shinami girando lo sguardo dalla parte opposta all’uomo. Non volle vedere lo sguardo di Jiraya, ma se lo disegnò nella mente benissimo. Guardò di nuovo Kurenai e gli fece cenno di andare in camera.

“Mi do una cambiata e vengo da voi… meritate delle spiegazioni. Ha ragione e mi da fastidio ammetterlo.”

Si alzò sorretta dalla jonin e si diresse nella stanza lasciando grosse macchie d’acqua per terra. Aveva ancora i vestiti fradici a causa del “tuffo” nella vasca da bagno. Guardò fuori dalla finestra mentre si vestiva. Pur essendo una notte d’estate c’era un umidità incredibile e i vetri rimanevano appannati.

Tornò nell’altra sala e si sedette di nuovo poggiandosi al fidanzato. Alzò lo sguardo e si guardò la mano. Una fenditura lucida troneggiava sul palmo. Fece un sospiro e fissò Kurenai.

“Già è tanto che non si sia aperta anche l’altra…” la consolò.

“Bella consolazione, sì. Bellissima. Non mi vedi? Salto dalla felicità… o no… aspetta! Non riesco a muovermi perché una schifosa assassina ha cercato di uccidermi con una maledizione. In fondo è una cosa che vorrebbero tutti dalla vita o sbaglio?” disse con il tono molto sarcastico ma carico di odio.

L’altra ragazza sbarrò gli occhi.

“Perciò avevo capito bene. Tua sorella non è morta.”

Shinami si portò una mano alla testa.

“Sorella. Adesso non esageriamo. Sorellastra… e comunque l’ho sempre rinnegata come parente.”

Jiraya si intromise.

“Invece di parlare in codice… cercate di farci capire qualcosa anche a me e a Kakashi?”

Si girarono a guardare l’altro ragazzo che annuì muto.

Shinami si sedette meglio.

“Allora prendetevela comoda perché è una storia lunghissima. Ma credo che capirete molte cose così. Molte di più.”

Sospirò.

“Capirete bene che ci sono anche solo mie supposizioni… e poi, non è vero che Kakashi conosce tutto e neanche tu Kurenai. Lo sapete benissimo che mi da fastidio parlare del mio passato ma credo che sia arrivato il momento buono per farlo.”

Abbassò lo sguardo avvilita, infastidita dal fatto di non essere stata del tutto sincera con le persone di cui si fidava di più. Parlò piano e con voce flebile.

“Quando ero piccola, mi hanno fatto crescere secondo dei principi ben precisi. I miei genitori avrebbero voluto che diventassi un ninja… non hanno fatto neanche in tempo a vedermi del tutto realizzata…”

Chiuse i pugni e strinse forte gli occhi per smorzare la rabbia che cresceva.

“Mio padre aveva già una moglie… una donna che tutti consideravano una pazza. Fu costretto a sposarla per colpa di uno stupido matrimonio combinato. I miei nonni erano interessati solo ai soldi che poteva portare in casa quell’unione. Sta di fatto che la figlia più giovane della famiglia Haten, andò in sposa al figlio più giovane della famiglia Uzukawa.”

Jiraya si portò una mano al mento.

“Dove ho già sentito Haten? Questo cognome non mi suona affatto nuovo!”

Shina girò lo sguardo verso l’uomo e fece un alzata di spalle appena accennata.

“Oltre al cognome di mia sorella, visto che ha quello della madre, direi che tu lo hai sentito dire in una qualsiasi tecnica che abbia uno spargimento di sangue. Gli Haten erano il clan di Konoha più temuto… inventarono le tecniche più lugubri mai conosciute sul pianeta… e poi avevano appoggi potenti, insomma, una barca di soldi.”

Kakashi si diede uno schiaffetto sulla testa.

“E io che pensavo fosse solo una coincidenza…”

Shina riprese a parlare.

“Già… credo che Rin non sembrasse un killer come gli altri parenti. Insomma tornando a noi. Mio padre sposò una donna che non amava e che non avrebbe mai amato. In quella famiglia non giravano belle storie, si diceva addirittura che per inventare una qualche tecnica, avessero sacrificato molti bambini… che sparirono misteriosamente dal Villaggio. Non penso ricordiate la notizia ma credo che Jiraya lo sappia… accadde parecchio tempo fa.”

Il sennin annuì silenzioso con la testa.

“Bene, ora facciamo un passetto indietro. Mio padre, da bambino, come ogni ninja che si rispetti frequentò l’accademia fino alla promozione al grado di genin. La formazione comprendeva due ragazzi e una femminuccia. La bambina che era con lui, di nome Akane Sushime, la conosceva benissimo perché i due erano vicini di casa da quando erano nati. La squadra era una delle più potenti, c’era un intesa perfetta tra gli elementi.”

Shina guardò dritta negli occhi Kurenai ma non sembrava aspettare una risposta. Era come se si stava perdendo in qualche ricordo doloroso.

Ricominciò a parlare distogliendo lo sguardo e serrando le palpebre in preda ad una fitta alla testa. La voce era intrisa di sofferenza fisica ma soprattutto mentale. Per Shinami era difficile parlare del suo passato. Neanche Kakashi sapeva tutto dei ricordi della ragazza sino a quel momento.

“Ora. I due ragazzi crescendo insieme impararono a volersi bene, un bene che andava al di là di una semplice amicizia… potete capirmi. Guardate me e lui” accennò con la testa al ragazzo su cui era sdraiata. “oppure te e Asuma. Insomma si innamorarono. Quando ormai erano ad un passo dal fidanzamento, i miei cari nonni presero mio padre e lo trapiantarono in casa di una pazza sadica assassina.”

Gli scappò una risatina.

“Non so bene come ma quella schifosa riuscì a farsi mettere in cinta… ma mio padre non l’amava. Ho una teoria in proposito. I miei nonni lo obbligarono a continuare la dinastia, ne sono quasi certa.

Ma lui continuava a vedere di nascosto Akane. Mia madre. La bambina nacque e le misero nome Rin Uzukawa. Dopo un anno da quella nascita, anche Akane scoprì di essere incinta. Di me appunto. Papà non sapeva cosa fare, ma voleva bene a tutte e due, in fondo eravamo sangue del suo sangue. Architettò un piano, rapire Rin e scappare via lontano con lei, la donna che amava e la fogliolina di appena due mesi. Morirono i miei cari nonni, non so se di vecchiaia o per mano di mio padre, e aspettarono la notte per portare via Rin da casa Haten.

Non so bene cosa andò storto, ma quando mio padre lo raccontò a mamma disse che c’era tanto sangue, una strana luce e Rin chiusa in un cerchio magico disegnato per terra. Non so cosa stesse facendo la madre, ma credo fosse una specie di protezione. Qualcosa come il segno che ha la casata cadetta del clan Hiuga. Questa è la mia teoria.”

Riaprì piano gli occhi. Kakashi le posò una mano sulla fronte come per attenuare il dolore e lei lo apprezzò molto. Ma il ragazzo la levò subito. Non poteva mostrarsi debole più di quanto lo avesse già fatto. Shina apprezzò comunque il gesto.

“Riprovarono più volte a rapirla ma con scarso successo. Sembrava che dopo quella notte la bambina portasse addosso a se un sigillo che la proteggeva da tutti e da tutto… la madre di Rin scoprì così il tradimento di mio padre.”

Fece una pausa.

“Scappammo, in un altro Villaggio. Io avevo appena 3 anni e Rin 5. La madre di mia sorella impazzì dal dolore, credo fosse veramente innamorata di papà. Si suicidò, si fece una maledizione da sola… una di quelle tecniche proibite a tutti tranne che a quella famiglia di pazzi… sta di fatto che la piccola Rin meditò vendetta per parecchio tempo.”

Si fece scappare un sorriso sghembo, di quelli che le riuscivano benissimo.

“Tornammo al Villaggio e trovammo mia sorella senza madre e con l’aspetto di una bambina indifesa che cercava solo amore. In fondo era quello che papà aveva sempre desiderato no? Una famiglia felice!” Alzò il tono di voce… si stava arrabbiando… i ricordi sarebbero diventati davvero dolorosi da quel momento in poi.

“Vivevamo benissimo. Era vera armonia ciò che regnava dentro quella casa. Stavamo tutti bene, non avevamo nemici, era tutto così perfetto… Un giorno tornai a casa, avevo in mano il mio rotolo, stavo per partecipare alle selezioni dei chunin. Mi avvicinai e… ricordo solo il fuoco… Ho cercato di rimuovere quell’immagine dalla mia testa ma non ci riesco.

Era tutto in fiamme e faceva un caldo bestiale. Entrai di corsa ben sapendo che rischiavo il soffocamento e cominciai a cercare tra le macerie di casa mia. Entrai con difficoltà nella camera dei miei e… vidi… quello che sarebbe diventato l’incubo che più avrebbe popolato i miei sogni.

Due corpi, sdraiati sul letto, orrendamente sfigurati in faccia e sul corpo. Shuriken e kunai dappertutto, l’odore acre e pungente del sangue misto al fuoco. Era tutto così maledettamente sbagliato… era tutto così infelice. Avevo paura…. Quando ci penso… Io! Mi sembra di riviverle ancora adesso!”

Urlò senza volerlo, mentre una lacrima scendeva silenziosa sul viso. Si era alzato un poco con la schiena e Kakashi se la riportò subito attaccata a sé. Si strinse forte al ragazzo e con un gesto secco asciugò il viso con la manica.

“Scusate. La regola 25… oggi non è proprio giornata…” sorrise a malapena e i tre ‘spettatori’ non poterono fare altro che approvare la reazione.

Era tornata dopo cinque anni di assenza, aveva rivisto l’uomo che amava e non c’era stato un giorno in cui non avesse rischiato la vita. Per una persona così, le regole potevano anche farsi benedire.

La ragazza riprese a parlare.

“Mi riuscirono a tirare fuori per miracolo dalla casa in fiamme. Restai in ospedale per poco tempo, fortunatamente ero abbastanza abile da concentrare il chakra nei punti in cui più serviva proteggersi e uscii quasi illesa da quell’esperienza. Dico quasi perché da quel giorno… non mi avvicino più a niente che abbia una connessione con il fuoco.” Diede un occhiata in giro e vide i volti dei tre che la guardavano molto più che stupiti.

“E fu così che tre delle persone a cui tengo di più scoprirono che soffro di pirofobia…”

Nella stanza ci fu un sorriso generale e le successive scuse di tutti nei confronti di Shinami per il grande stupore. Quando le chiesero per quale motivo usasse anche il katon* lei sorrise e chiese se si ricordassero una sola volta che l’avevano vista padroneggiare il fuoco. Ciò che venne dopo fu il silenzio.

Sorrise.

Continuò a narrare con un filo di felicità in più nella voce.

“Allora. Uscii dall’ospedale e cercai mia sorella che scoprii non né fosse agli allenamenti con il sensei, né da nessuna altra parte. Assurdo vero? Sparita nel nulla, volatilizzata! La rividi dieci giorni dopo e le chiesi spiegazioni. Non scorderò mai quel momento. Confessò il delitto. Tirò fuori tutto il suo odio che provava per la mia famiglia. Per mio padre, che aveva ucciso la sua adorata mamma e per la sua amante che era rimasta incinta di una mocciosa incapace. Testuali parole… non rivolsi mai più uno sguardo a quella ragazza e la eliminai definitivamente dalla mia vita.

O così credevo…

Conobbi te. Fu la mia disgrazia e la mia più grande fortuna insieme.” E indicò Kakashi che sorrise.

“Se, se. Sorridi che intanto mia sorella cercò ripetutamente di uccidermi nel tempo che seguì… e lo sai.”

-Eccome se lo so.- Pensò amareggiato.

“Comunque andai a vivere in un qualsiasi orfanotrofio del Villaggio e un giorno, per caso, incontrai la donna a cui forse devo di più della mia vita.”

“E chi è?” chiese Jiraya curioso. Kurenai sorrise e Kakashi non sapeva cosa dire. Non conosceva neanche lui la risposta. Shinami fissò i tre e pronunciò il nome in modo deciso e chiaro.

“Tsunade.”

_________________________________

*Katon-arte del fuoco

Ringrazio i recensitori, sempre cari e buoni con la mia mente contorta.Scusate se ci ho messo la mia solita quaresima ma sto studiando come una mattaaaaaaaaaa. Anzi sono matta. Sempre suspanse… chissà che centra Tsunie?
Un bacione a:

Irene Adler_Amoreeeeeee! Patatosa mia! Come stai? Spero bene! Ti è piaciuto questo capitolo? Suspanse? Vero? Un bacione da Roma e saluta kakashino nostro. P.s. ti ho spedito un pacchetto con dentro deidy-sempai. Pare che abbia gusto nell’arredare le chiese per i matrimoni…

2° Kokage_Gigio! Ragazzi vi presento il mio migliore amico che si è deciso a recensirmi! È un povero ‘mente contorta’ come me e adora Orochok… vallo a capì! Ciao… ma mi vuoi bene? Hihihi

Ginny_Allora, a quanto vedo ti piace la storia… meno male! Sono così felice che tu mi recensisca! Aspetto aggiornamenti della tua fiction un bacione

SweetDark_Terrificante vè? A me è piaciuto scriverlo… chissà cosa succederà dopo? Mah… chissà che centra Tsunie? Mah… Ciao

Dark-gir_finalemte loggata! Vedi che chi ascolta i miei consigli è sempre premiato? Ti paice il chap? Un baciotto alla next…

Killer Queen 7_Sorellina. Scusa se non ti sono stata vicino questo periodo… ma lo sai che ti adoro. Bea, un bacio e rimettiti… ricorda che io e Sas’ke ci saremo sempre… baciiiiiiiii

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Tra occhiate minacciose e sbavature varie! ***


“Tsunade? Quella befana ti ha aiutato?”

Jiraya venne fulminato dallo sguardo inceneritore di Kurenai e Shinami e decise di non parlare più per fare meno casini possibili.

Le due poi si fissarono e in un attimo si immersero in ricordi felici e dolorosi nello stesso istante. Shinami sorrise involontariamente e fece uno sbadiglio… si stupì con quanta prontezza si portò la mano alla bocca.

-Scusa un attimo…- pensò con un idea starna che le balenava nella mente. Mosse il braccio in modo energico nell’aria. Lo tese e lo piegò. Provò lo stesso con la gamba. Strizzò forte gli occhi. I tre la guardavano silenziosi mentre faceva quegli strani esercizi.

-Stai a vedere che prendere la pasticca non è stata una cattiva idea…-

“Posso sapere cosa combini? Dovresti risposarti…” disse asciutta Kurenai. “Shh!” fu la risposta abbastanza acida di Shinami.

Kakashi ebbe l’impulso irrefrenabile di stringerla forte appena capì l’intenzione della ragazza. Ma non fu abbastanza veloce. Con un energico movimento di fianchi Shinami si era alzata in piedi ed ora camminava tranquilla nella stanza. Si buttò per terra rotolando in aggraziate capriole. Giusto per il gusto di farlo.

“Ok, ce la siamo giocata…” fu il commento per niente ironico di Jiraya che, tanto per cambiare, si beccò l’ennesimo sguardo assassino di Shina.

Fece qualche altro saltello e finalmente si fermò. Spostò lo sguardo nella stanza e sorrise radiosa.

“Posso sapere come hai fatto? Insomma, tu dovresti essere ancora un cadavere… una specie di morta… la maledizione era arrivata a buon punto….” Chiese una stupita Kurenai.

I due uomini spostarono lo sguardo sulle due ad alternanza… sembrava stessero guardando una partita di tennis. Shina fece spallucce.

“Semplice. Ho preso una pasticca di quelle famose… made in Tsunade…”

Sorrise.

“Ahhh. Questo spiega molte cose…”

“Ma a noi no! Cosa diavolo è una ‘maledizione’? I ninja non hanno mai usato questo genere di arte!” disse un adirato Jiraya stufo di non capire i discorsi delle due.

“Ti sbagli amico mio…” rispose seria Shina.

La ragazza fece cenno ai tre di alzarsi e li portò in camera da letto. Qui prese un separè e lo aprì. I ragazzi si sedettero sul materasso e lei andò dietro il telo. Fece cenno a Kurenai di prenderle la borsa ai piedi del letto e la mise dietro con lei.

-Cosa ha intenzione di fare… non vorrà…- pensò Kakashi sbigottito.

Neanche a farlo apposta, la sagoma di una ragazza dal corpo mozzafiato si levò la lunga vestaglia mostrando, anche se solo con ombre, le curve seducenti.

Lo sguardo del fidanzato si spostò involontariamente sul suo ‘vicino’ che, letteralmente parlando, sbavava.

Jiraya sfiorò con la punta delle dita il taccuino verde che teneva sotto la casacca. Aveva gli occhi fuori dalle orbite e la bocca semiaperta. Senza pensarci troppo e involontariamente si lasciò sfuggire le parole:

“Oh mio Dio…”

E mentre Shinami si cambiava Kakashi e Kurenai si alzarono all’unisono e gli rifilarono un calcione in pieno stomaco che lo spedì dritto in cucina. Il ragazzo di Shinami lo seguì nell’altra stanza lo prese per la maglietta e scandì bene le parole:

“Se-fai-qualche-altro-commento-su-Shinami-io-dal-tuo-Dio-ti-ci-mando-a-calci-nel-didietroooooo! CHIARO IL CONCETTO?”

Sgranò gli occhi e si grattò la testa con fare di scuse…

“Sì, sì… chiarissimo il concetto… non potevi essere più trasparente.”

Tornarono di là, uno tenendo un muso lungo sino ai piedi e l’altro con la faccia più incavolata che altro.

“Problemi là davanti?” chiese Shinami facendo finta di non aver capito cosa fosse successo.

Non ottenne risposta….

-Chi tace acconsente…- fece capolino da dietro il separè e dalla spalla nuda che spuntò dedussero che non era poi così vestita…

Jiraya, a cui era preso un ‘inspiegabile’ tic all’occhio, si alzò di scatto e si girò di schiena e urlò…

“Ma allora me lo fai apposta!”

Kakashi lo prese per un orecchio e lo riportò seduto vicino a lui sul letto.

“Ma io non dovevo raccontare qualcosa?!” e sorrise radiosa anche se i ragazzi, al contrario di Kurenai non capivano il motivo di tutta quella felicità. O almeno non ancora. Ritornò dietro e si cominciò a vestire.

“Allora, dicevamo… Tsunade. Bene. Come vi dicevo io passai un po’ della mia vita in orfanotrofio e, visto che era desiderio dei miei che continuassi gli studi, andai dritta in accademia e mi assegnarono ad una squadra di tre elementi mentre Rin finì in squadra da voi. A quei tempi Tsunade era ancora un ninja semplicissimo, un ninja medico per l’esattezza.

Un giorno il mio caro sensei mi fece fare un allenamento speciale. A lui non andava bene che avessi un punto debole, mi diceva sempre che era l’unico che io possedessi e così mi portò al campo d’allenamento e mi fece allenare nella tecnica della ‘palla di fuoco suprema’. Credo che il mio sia un blocco psicologico. Io non riesco proprio ad evocare il fuoco. È più forte di me.

Sta di fatto che, guarda il caso, passò di là Tsunade che appena vide ciò che mi stava facendo lo cacciò via e mi chiese cosa fosse successo. Io mi rannicchiai a terra e le vomitai addosso fiumi di parole. Era la prima volta che raccontavo la mia storia a qualcuno. TUTTA la mia storia. Mi prese sotto le sue cure e feci amicizia con Kurenai. Abbandonai la mia vecchia squadra a mi trasferii da Tsunade. Nel vero senso della parola. Abitavamo insieme! Insomma. Per me lei è come una… mamma.

Inoltre mi insegnò parte dell’antica arte curativa. Ecco perché durante i miei cinque anni di assenza sono migliorata di molto. Mi è bastato darle una spolverata. Una volta che hai imparato ad andare in bicicletta non lo scordi più…”

Uscì da dietro il separè. Kakashi aprì la bocca sbalordito. Non ci poteva credere. Shinami aveva cambiato la vecchia divisa che indossava sempre per qualcosa di estremamente diverso.

Aveva un abito di seta viola chiaro, corto fino a metà coscia che recava dei disegni floreali, stretto in vita da un nastro di qualche tonalità più scura. Al collo portava una sciarpa. Le braccia e le gambe erano strette in dei nastri viola scuri che tebevano fermi anche i leggeri calzari di tela bianca. Sulla fronte il coprifronte con il taglio sulla lamina, angolo destro*.

Ma la cosa che stupì più Kakashi era un'altra.

“Cosa intendi fare con quelli? Anzi, con quelli più quella?” disse sbalordito indicando la maschera ANBU che portava legata al braccio e i chai** incrociati dietro la schiena.

“Oh, è vero. Non te l’avevo detto. Ero stanca della katana da donna ed ho optato per qualcosa di più… ‘raffinato’ Guarda che li uso bene sai? Guarda."

Il movimento fu talmente rapido che lo videro solo di sfuggita ma Shinami aveva i chai in mano e li faceva roteare con una semplicità unica. Uno girava su una mano e l’altro veniva scagliato in aria senza alcuno sforzo.

“Uao. Si, li sai usare bene!” disse Kurenai.

Shinami sorrise e li ripose altrettanto velocemente nella fondina legata ad croce dietro la schiena.

Sorrise.

Era un concentrato di sensualità e pericolo letale.

“Torniamo di là.”

Si spostarono di nuovo in cucina ma prima prese il mantello verde con cui era arrivata al villaggio la prima volta, e la spilla a forma di foglia che lo teneva sempre unito. Quella che, appunto, le aveva regalato la sorella…***

Si appoggiò al tavolo e lanciò a Kurenai il mantello. Prese la spilla in mano e sotto lo sguardo sbigottito di tutti la sbriciolò stringendola forte.

“Nooo. Perché lo hai fatto?” chiese la ragazza dagli occhi infuocati.

“Ti sei mai chiesta come mai Rin probabilmente sa tutto di noi e ci fa seguire dai suoi scagnozzi?”

Deglutirono.

“Una ricetrasmittente?” chiesero all’unisono.

“Già, e io me ne sono accorta solo mentre stavo morendo… ma magari mi fossi accorta solo di quello… Comunque. Vi devo spiegare cosa è una maledizione no? Diciamo che i cari antenati dei ninja, non sapendo usare le arti magiche, si dilettavano con trucchetti da niente. Ma, la famiglia di Rin e altre famiglie disperse nei Paesi, aveva trovato il modo di procurare dolore ai nemici da ‘lontano’. C’era un solo effetto collaterale e questo era il ‘sacrificio’. Per fare una maledizione c’era bisogno di sangue. Molto sangue, e funzionava meglio con quello umano.”

Scese dal tavolo e si avviò alla cucina. Prese un bicchiere e corse in camera. Tornò dopo poco con delle polverine che aveva preso dalla sua scorta personale di erbe mediche e qualche altro gingillo. Cominciò ad impastare nel mortaio qualche pizzico di medicinali e intrugli vari.

“Allora il procedimento di questa maledizione è lungo e doloroso. La chiamano ‘maledizione della notte oscura’ ed è la più letale e rischiosa da fare. Persino i predecessori dei ninja la temevano ed è stata scoperta proprio dalla famiglia di Rin. Non so come le sia venuto in mente di usarla su di me… forse voleva farmi fare una morte scenica.”

Jiraya la guardò strano e chiese

“Perché è così rischiosa e difficile come dici tu?”

“Perché per ogni vittima ci viole il sacrificio di 100 vite.”

Risposta asciutta e fredda. Fece venire il brividi ai due uomini visto che Kurenai già ne conosceva il procedimento.

Shina parlò di nuovo

“La maledizione della notte oscura si basa molto su una morte lenta e dolorosa. Si può usare solo su una persona dormiente. Basta penetrare nel sonno della vittima e intonare un canto antico di secoli. I versi recitano le parole: Buio, freddo, Scuro, silenzioso e doloroso. Ogni vocabolo corrisponde ad un sintomo. Kurenai spiega tu che devo contare i battiti del mortaio.”

La ragazza riprese il discorso lasciato a metà mentre Jiraya e Kakashi guardavano attenti le due, una che stava facendo un ‘non si sa che cosa’ e l’altra che raccontava gli effetti della maledizione.

“Allora, il buio corrisponde alla cecità. Il freddo ai brividi presenti nel corpo.. Silenzioso all’incapacità di parlare e di sentire. Scuro o sangue, al sacrificio compiuto e al sangue della vittima quindi un taglio sulle mani e doloroso … beh doloroso è la morte.”

“Già. E io ero alla penultima fase. Se si fosse aperto anche l’altro palmo il danno sarebbe stato irreversibile.”

Si dava da fare con gli attrezzi la ragazza.

“Cosa stai preparando?” Chiesero i tre in coro.

“Tonici da guerra. Dopodomani è probabilmente il grande giorno.” Sorrise. Ma il suo era un sorriso inespressivo. Intriso di dolore.

“COSA? E tu che ne sai?”

__________________________________

La dedico a Jiraya perchè oggi è il suo compleanno! Auguri ero-sennin!

__________________________________

IL RITARDO è ABOMINEVOLE LO SO. MA SCUSATEMI LO STESSO VE NE PREGO…

*Il taglio è quello che Kakashi le ha fatto quando erano giovani e si stavano allenando. è tutto citato nel primo capitolo. Shinami si era rifiutata di metterlo apposto perchè almeno poteva ricordarsi si lui anche quando non si vedevano. Una foto del vestito di Shinami sta anche nella mia presentazione. Se avevte tempo dategli una sbirciatina...

**Chai o Sai- armi ninja che assomigliano a delle spade a tre punte. Piccole e maneggevoli. Per farvi capire sono le armi di Raffaello delle tartarughe ninja o anche quelle che usa electra nel film di deardevil

***Riguardatevi il capitolo Una triste storia se non ricordate...

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Allenamenti e nuovi piani ***


“Come fai a saperlo? Su cosa ti basi?” Jiraya aveva alzato la voce un po’ troppo evidentemente. Shinami posò il mortaio a terra e lo strinse forte finché non sentì dolore alla mano. Inutile. Scoppiò lo stesso.

“Cosa me lo fa pensare? Cosa non me lo fa pensare piuttosto! Durante le selezioni avremo tutti i jonin impegnati a montare la guardia. Quale momento più ideale per muoversi inosservata? E in più Kakashi sarà con Sasuke tutto il tempo. Insieme a molti altri. Cosa potrebbe mai spingere mia sorella a non agire? Assolutamente niente. Ragiona Jiraya, ragiona.”

L’uomo la guardò dritta negli occhi.

“Sì, Shina capisco. Ma abbassa la voce. Potrebbero sentirti.”

Shinami mise l’impasto di erbe nel bicchiere e lo portò in frigo. Tornò indietro calma e sorrise amara.

“Troppo tardi. La ricetrasmittente avrà fatto il suo dovere e se hanno sentito i miei urli di dolore, avranno capito cosa sta succedendo.”

Il sennin si diede uno schiaffetto sulla fronte.

“Diamine è vero…”

E mentre i quattro pensavano sul da farsi, la ragazza ebbe uno scatto improvviso.

Shinami corse in camera, tornò con la fondina porta shuriken stretta in mano e uno zainetto sulle spalle. Si legò con cura la custodia delle armi alla coscia e si sistemò bene la divisa.

Guardò l’altra ragazza.

“Tu pensa ai tonici. Finiscili di preparare poi fatevi dire da Kakashi cosa dovrete fare.”

Annuirono silenziosi ma con sguardo deciso.

“Dove credi di andare?” chiese Kakashi severo.

La ragazza alzò gli occhi al cielo e uscì dalla porta seguita dal ragazzo che si era alzato di corsa dal divano. Si chiusero l’entrata alle spalle.

Fuori cominciava ad albeggiare. Era stata una lunga notte.

“Io vado ad allenarmi. Avrò bisogno di aiuto. Mandami Kurenai e Gai al campo di allenamento 8 appena ha finito con i tonici. Tu occupati di Sasuke, non pensare a me e non fare quella faccia. Anche se la tieni nascosta, io so benissimo quale espressione hai sotto la maschera. Di a Jiraya di continuare le ricerche così come sta facendo ora; magari dopo che hai finito con Sasuke dagli una mano. Tenete gli occhi aperti. Tutti.”

Stava per andare quando Kakashi le strinse la mano e la guardò nel profondo azzurro delle iridi.

“Gli occhi aperti tienili anche tu. Avrai capito che tua sorella non ci va alla leggera.”

La ragazza annuì silenziosa e posò le labbra sulla guancia del ragazzo. Si girò e sparì nella foschia mattiniera.

Kakashi sospirò e rientrò in casa.

Guardò crucciato Kurenai e con voce afflitta le disse

“Fa il favore. Vai da Gai e sveglialo appena hai finito con i tonici. Ti consiglio di girargli addosso il materasso. Credo sia l’unico modo per farlo alzare. Poi correte da Shina. Al campo di allenamento 8 quello per noi jonin. E tu,- si girò di scatto puntando un dito accusatore contro Jiraya- tu continua le ricerche di Rin. Poi aspettami che ti raggiungo anche io. Shina inoltre vi chiede cortesemente di stare attenti. Io vado a fare una doccia e poi esco.”

Andò in bagno mentre gli altri due si misero immediatamente al lavoro.

Aprì il rubinetto della doccia e ci si infilò sotto con noncuranza. Non gliene fregava niente se l’acqua era gelida o bollente

Si passò una mano nei capelli selvaggi e li insaponò bene con lo shampoo. Abbassò le braccia sconsolato.

-Possibile che tu mi debba far sempre preoccupare? Non te lo togli mai questo dannato vizio vero Shina? Sei una dei ninja più forti che io conosca ma riesci a metterti nei guai in ogni situazione. È proprio questa tua capacità però che ti ha reso così potente. La tua non è sbadataggine, tu sei semplicemente curiosa, hai sempre voglia di imparare, di capire e di scoprire. Tu sei diversa. Ed è proprio per questo, lo ammetto, che mi piaci così tanto.-

Uscì e si asciugò in fretta. Guardò l’orologio. In ritardo ancora una volta. Ma stavolta il ritardo era più che giustificato.

*********

“GAIIIII. Alza le tue chiappe dal materasso se non vuoi che te le faccia alzare io a forza.”

Kurenai erano venti minuti buoni che provava a svegliarlo. Le aveva provate tutte: il materasso rigirato su consiglio di Kakashi, il solletico, le urla, le carte bomba. Ma ciò che otteneva erano solo mugugni indecifrabili.

Ed era davvero esasperata. Ma ogni cosa ha un suo limite.

Lo afferrò per le gambe e lo trascinò nella camera fino al bagno dove notò compiaciuta che c’era la vasca. Aprì il rubinetto con la minacciosa scritta COLD e riempì tutto. Prese Gai, lo immerse completamente dalla testa ai piedi e il ragazzo aprì subito gli occhi guardando dritto verso Kurenai.

“Tu, come osi svegliarmi mentre faccio il mio sonno ristoratore. Lo sai che se non dormo mi vengono le rughe?”

“Gai preparati immediatamente se non vuoi finire con un pugno in faccia che le rughe te le farà venire senza bisogno del tempo.” Urlò talmente forte che Gai in due secondi era pronto. Tanto il bagno lo aveva già fatto.

“Perché mi sei venuto a svegliare? Problemi?” chiese quando la ragazza era più calma.

“Vieni ti racconto strada facendo.” E presero a correre indisturbati per le vie di Konoha. Procedevano velocemente e senza parlare.

“Insomma?- chiese Gai ormai stufo del silenzio- Dov’è che andiamo? La strada l’ho capita, il campo di allenamento 8, ma cos’altro c’è sotto?”

Kurenai sbuffò, le seccava dover ripeter daccapo tutta la storia ma fu costretta a farlo.

“Allora, devi sapere che…” e cominciò a narrare le vicissitudini della povera ragazza costretta a quella tortura, Shinami.

Dopo buoni venti minuti Gai non sapeva se ridere o se piangere. Quella storia aveva davvero dell’incredibile.

“Quindi noi stiamo andando al campo di allenamento per aiutare Shina con la sua tecnica che, da quello che ho capito, non avete mai visto. Inoltre Kakashi ci ha chiesto di tenerla d’occhio Perché Rin, che è poi sua sorella, sta cercando in tutti i modi di ucciderla. È così?” disse serio, cosa innaturale per Gai.

“Già, e io aggiungerei una cosa.” Sorrise beffarda.

“Cioè?” Il ragazzo aveva una faccia alquanto interdetta.

“Voglio vedere fino a che punto si è spinta con gli allenamenti. Quanto è migliorata e sopratutto quanto è diventata forte!” Anche Gai sorrise, spiegando che, dovendolo ammettere, era molto curioso anche lui. E suggerì a Kurenai una cosa alquanto perfida, ma la curiosità era troppa. E in fondo, ormai, lo aveva infilato nello zainetto che portava sulle spalle.

“SANTI NUMI! NON ORA! NON ORA! LA MIA SOLITA FORTUNA! SHINAMI, SEI UNA DEFICIENTE!”

Un urlo proveniente dal bosco, che aveva lanciato la stessa Shinami. Gai e Kurenai si guardarono negli occhi. Deglutirono, ambedue temevano il peggio. Aumentarono l’andatura e arrivarono in fretta al grande spiazzo dove si stava allenando la ragazza.

Shinami era sdraiata per terra, sporca di terra dappertutto. Respirava affannosamente, e aveva nella mano stretti i sai, o meglio ciò che ne restava…

“Cosa è successo?! Cosa diavolo è successo!? Sei ferita? Ti hanno attaccato?” Gai si era letteralmente gettato sulla ragazza e mentre parlava aveva il tono della voce preoccupatissimo.

Shinami si rialzò come niente fosse, non era ferita né tanto meno l’avevano attaccata.

“Gai, baka. Io sto da dio. Sono questi due che hanno deciso di terminare la loro vita nel momento sbagliato!” ancora stringeva in mano dei pezzetti di ferro che in passato erano stati i suoi sai. “Mi allenavo con i bersagli mobili e li ho lanciati in contemporanea su quel coso- indicò un bersaglio rigido di forma umana- appena hanno toccato il legno si sono sbriciolati…”

Gai e Kurenai tirarono un sospiro di sollievo. Avevano davvero smaltito una ventina di chili ciascuno. La ragazza dai capelli corvini sorrise.

“Per quelli non ci sono problemi. Possiamo farteli cambiare quando vuoi.”

Shinami abbassò lo sguardo.

“Ma tu non capisci. Ci ero tanto affezionata, li avevo comprati con i primi risparmi durante gli anni di prigionia! E poi il sai è un’arma particolarissima! La lunghezza della lama deve essere para alla lunghezza dello spazio tra il gomito e la mano! È un lavoro lungo e meticoloso… No, non ci voleva proprio.”

I due la guardarono compassionevoli. In fondo, Shinami non sapeva cosa c’era nel palazzo dell’Hokage. Di cose ne erano cambiate tante dalla sua ‘scomparsa’.

Kurenai si gettò di nuovo nel bosco. Tornò poco dopo lo sguardo di chi ha fatto tante cose ma non vuole far sapere cosa.

“Che hai combinato?” chiese Shinami interrogativa.

“Io? Niente!” E si lasciò sfuggire una risatina. La ragazza la guardò male, ma si rialzò subito e disse:

“Se siete venuti per aiutarmi perché non cominciare subito?!” e si mise in posizione di combattimento.

“Un attimo ragazza. Prima un’altra cosa!” disse Gai facendo con le mani il gesto di procedere lentamente.

“Cosa?” ancora uno sguardo interrogativo.

“Prima vorremo vedere a che punto è arrivato il tuo chakra, ne stavamo parlando prima nel bosco. Sempre se tu sei d’accordo…”

Shinami fece spallucce.

“Fai con comodo.” E si mise seduta sopra un tronco di legno sapendo quale era la prassi.

Gai tirò fuori dallo zainetto lasciato per terra quello che all’apparenza poteva sembrare un semplice misuratore di pressione, di quelli più moderni con il display analogico. In realtà il funzionamento era abbastanza diverso.

Il chakra, come si sa, scorre nel sangue e dopo un eccessivo utilizzo la maggior parte delle volte il ninja sottoposto al normale controllo di pressione risultava iperteso.

I ninja medici specializzati, hanno così inventato un misuratore che fa la media dei normali valori e il fluido di chakra, considerando così la forza dello shinobi. La macchina è di una precisione assurda. Ha un margine di esattezza del 99,5%

Gai mise la foderina verde al braccio di Shinami e le disse

“Da quando non fai questo esame?”

Shinami ci pensò su e rispose sicura

“Dal giorno della mia morte Gai. Tsunade insistette per farci misurare la pressione a tutti noi della squadra ANBU. E i miei valori- disse anticipando la domanda- erano normalissimi. Il sangue scorreva da dio e il mio chakra era perfetto. Un po’ sopra la madia come potenza, ma perfetto. Non credo che la situazione sia cambiata di molto.”

Kurenai, che teneva stretta il quadrante digitale, si mise lo stetoscopio alle orecchie e pompò forte.

“La pressione è normale. Vediamo il chakra, giusto per levarci lo sfizio dai!”

Shinami guardò il cielo e si mise a fissare le farfalle che volavano sui fiori. Come le piacevano le sue sorelline! Riportò lo sguardo su Kurenai e disse.

“I valori normali del chakra sono 50-120. Quanto ho io? In genere, come l’ultima volta d'altronde, avevo 138… ora?”

“Shh!” la zittirono in coro Gai e Kurenai. Shinami li guardò male e si chiesero per quale motivo guardavano il quadrante con aria davvero spaventata. La ragazza dagli occhi infuocati continuò a pompare con forza. Shinami ormai sentiva un dolore atroce al braccio, stretto nella morsa del cuscinetto gonfiabile.

“Ahia!” Si lamentò.

Non ottenne risposta. Kurenai e Gai si fissarono terrorizzati. Il quadrante cominciò a tremare vistosamente e ad emettere dei bip costanti sempre più acuti.

Con un sono crack il vetro si frantumò e Shinami si tolse immediatamente il cuscinetto, notando con rammarico che aveva il braccio rosso a causa della stretta.

“Ma cosa diavolo è successo?” Kurenai e Gai la guardarono negli occhi spaventati. Non spiccicavano una sola parola. La ragazza porse a Shina il quadrante ormai rotto.

Senza pensarci lo afferrò.

Sul display si poteva benissimo leggere ancora.

Pressione del chakra: 586 su 120.

_____________________

Ringrazio tutte le persone che hanno recesnito. Grazie tesori miei. Rimghrazio anche quella (lei sai chi) che non ha recensito. Umpf... tsk!
RAGAZZACCE VI ADORO.

Irene Adler-una sola parola mitica. Grazie del commento. Non vedo l'ora di ribeccarti su msn. Questo capitolo lo dedico a te perchè non ho potuto farti il regalo di compleanno e allora mi iradatto. spero ti farà poacere

Sweet Dark-Ma zao! ti è piaciuta l'idea della maledizione? Come sono malefica muwawawa! Ok basta grazie. un baciottolo

Ginny-Mmore! Sì, hai ragione, prima o poi deve finire. Ma don't worry. Avrà un suo continuo. Già ci sto lavorando sopra.

Maki-Una sola parola. tsk

_______________________________

ALLA PROSSIMA RAGAZZE E MI RACCOMANDO RECENSITE! CIAO!

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** L'armeria ***


Shinami era rimasta a guardare fisso quel quadrante da ormai una buona manciata di minuti. Uno sguardo misto tra il pensieroso e lo sconcertato, un’espressione pressoché impassibile. Nella sua testa le frullavano duemila domande, ognuna meno banale dell’altra, ma solo a poche trovava risposta.

Finalmente alzò lo sguardo verso Kurenai e Gai, anche loro pietrificati.

“Gai, sei sicuro che il misuratore funzionasse bene?” Era la domanda più ovvia e scontata da fare, ma anche la più utile. Naturalmente il ragazzo annuì sicuro, lo aveva provato il giorno prima su di lui e funzionava benissimo.

“Bene, allora c’è davvero qualcosa che non va…” Si mise seduta a terra di botto, poggiando la testa leggermente piegata sulla mano e fissando fisso un punto poco preciso dietro le spalle dei due. Con la bocca contratta in una smorfia strana a causa della mano che le piegava leggermente il volto disse:

“Idee in proposito? Insomma, io non mi sento molto più potente di quando sono partita. Certo ho imparato numerosissime nuove tecniche, ma non vedo il motivo per cui dovrebbe essere aumentata di così tanto la mia potenza! La tecnica del ‘volo della farfalla imprigionata’ richiede molto potere fisico e mentale. L’altra mia tecnica, di cui però non vi posso dire niente, necessita del doppio della concentrazione dell’altra. Ma non riesco a vedere il motivo per cui il ho raggiunto questi valori!

Gai, fammi un favore, rammentami per quali motivo un ninja ha il chakra più alto rispetto agli altri. Magari non li ricordo tutti e potreste darmi una mano voi due.”

Gai si mise seduto seguito a ruota da Kurenai. Il ragazzo cominciò con parole decise.

“Beh. Un ninja, in genere, può avere il chakra interiore segnalato sopra la media dal misuratore per tre motivi. Il primo è che il soggetto preso in questione possiede un’abilità innata. Prendiamo Neji per esempio. Neji ha un valore indicato da quadrante di 220 su 120. Ma naturalmente le abilità si differenziano tra loro, quindi ogni abilità ha un grado di forza diverso. Il secondo motivo è: custode di un demone, ergo un jinchuuriki. Naruto, per capirci, ha una potenza pari a 360 su 120. Ma anche questo dipende dal demone. E il terzo motivo… beh, il terzo motivo lo abbiamo già escluso… il misuratore non era rotto.”

La situazione non aiutava per niente. Sospirano all’unisono tutti e tre. Cosa stava succedendo a Shinami? Perché così tanta potenza? La ragazza si alzò scattante e fece una corsetta sul posto.

“Dobbiamo rimanere qui a disperarci? Alzatevi… datemi una mano con gli allenamenti!”

Gai e Kurenai si stupirono del cambiamento di umore della ragazza e scattarono in piedi all’unisono… ma non per allenarsi.

Shinami vide i due correre verso di lei e bloccarle le braccia.

“Cosa volete?!” urlò con il fiato roto dalla grande botta appena ricevuta.

“Voglio che Kakashi non ci uccida perché tu sei morta. E voglio che tu ti dia una calmata… finiscila di lanciare calci all’aria. Non ti stai aiutando e non ci stai aiutando.”

Gai aveva detto queste parole con uno sforzo terribile visto che la ragazza si dimenava con tutta la forza che aveva nel corpo. Lanciava calci in aria e si dibatteva tra le braccia dei due amici che la tenevano stretta.

“Finiscila.” Disse Kurenai scaraventandola per terra “Non riesci proprio a capire vero? Sei la sregolatezza fatta a persona! Certe volte mi verrebbe voglia di… ARGH!” e si bloccò il pugno con la mano. Tirò un sospiro e riacquistò il suo solito autocontrollo. Shinami la guardava fissa con sguardo confuso. Kurenai riprese il discorso lasciato a metà. “Sì, Shinami. Sei la sregolatezza fatta a persona! Quel dannato viziaccio di cacciarti nei guai e di esagerare con tutto! Sei testarda fino all’esasperazione. Per la tua età hai una maturità davvero invidiabile nell’occuparti degli altri. Ma… quando si tratta di te stessa, non te ne frega niente! Non capisci che lo facciamo per te? Hai bisogno di essere visitata da qualcuno. Il tuo corpo rischia di esplodere da un momento all’altro con tutto quel chakra. Basterebbe un minimo sforzo e non riusciresti a controllarti come fai di solito! Da quanto è che non scagli una Tecnica con odio e con tutta la potenza che necessita? Tre? Quattro anni?! Capisci cosa voglio dire? Tu non ti alleni e non combatti contro qualcuno da troppo tempo!”

Shinami fece per aprire bocca ma serrò le labbra e si rimise in piedi.

“Io non volevo farvi preoccupare. Ma lo state facendo inutilmente. Lo hai detto anche tu, sono testarda. Ed ora tornate a casa. Io resto qui ancora un po’ e prometto che tra un oretta, massimo due, sarò di ritorno.”

Si girò e fece per tornare indietro verso il centro del campo.

“Allora è più forte di te vero? È più forte di te! Va bene Shinami, continua a camminare. No, prego, non ti voltare. Ma se non vuoi farlo per noi… almeno fallo per Kakashi!”

La ragazza si fermò di colpo. Provò a fare qualche altro posso ma il senso di colpo le premeva talmente forte sullo stomaco da impedirle di camminare e di andare avanti. Serrò forte i pugni e si girò di scatto. Tornò dai due ragazzi che la attendevano, insicuri sul da farsi.

“Spiegami perché? Perché il suo nome riesce sempre a tenermi a freno? Perché, Kurenai perché?” e la guardò dritta negli occhi con sofferenza.

“Lo sai da sola il perché. E poi ti posso assicurare che Kakashi senza di te non ha passato un bel momento. Per niente. Non mi va che due dei miei migliori amici debbano farsi del male, fisico o mentale che sia. Tu non hai visto come era ridotto il tuo ragazzo senza di te. Non mi va di vederlo ancora in quello stato. Non mi va di rivedere in quello stato nessuno. Credi che te lo faccia apposta a cercare di salvarti la vita? Dimmelo… così ti faccio ammazzare la prossima volta.”

Shinami sospirò forte e si lasciò scappare un sorriso.

“Va bene. Andiamo a casa. Quell’oretta di allenamento mi ha rimesso in sesto. Per oggi basta e avanza.”

*********

“Rin, non c’è motivo per cui tu debba essere così adirata.”

“Invece sì che c’è. Non è giusto che quella lurida sguald…”

“Vacci piano con le parole. È sempre tua sorella.”

“Me ne sbatto del fatto che sia mia sorella. Chiaro il concetto?”

“Sì. Sì. Chiarissimo.”

Rin camminava avanti e indietro nello studio in maniera incontrollabile. Non si stancava mai di fare quel movimento, e il ragazzo che era con lei cominciava ad avere la nausea a forza di guardarla.

“Come ha fatto!? Ha scoperto la ricetrasmittente! Ha capito chi sono! Ha bloccato la Maledizione insieme a quel gruppetto di schifose sanguisughe. E il tempo stringe. Se comincia ad allenarsi ora…argh! Ringraziando Dio ho ancora abbastanza forza per distruggerla. Non riuscirà mai ad arrivare al mio livello!”

Il ragazzo la guardava sconvolto. Faceva davvero paura quando aveva quelle crisi di isteria.

“Ma Rin. Calmati! Jiraya non ha ancora scoperto niente sul nostro covo e non si sono accorti degli infiltrati tra di loro. Orochimaru e Kabuto stanno facendo un ottimo lavoro per le selezioni, e noi ne approfitteremo!”

“Hai ragione” si fermò un attimo “Basta. Manca poco ormai. E avrò di nuovo la situazione in pugno e Kakashi solo per me.”

Si sedette con un tonfo sulla sedia e congedò il ragazzone. Il silenzio era ciò che voleva.

Mentre l’uomo usciva dal sotterraneo, non poté fare a meno di pensare a quanto gli sembrasse strano vedere una persona tanto infelice per un uomo.

-La gelosia ti logora il cervello.-

Lui era lieto di non provarne per niente.

Certo quando aveva visto Shinami, anche lui aveva sentito ammontare nel suo subconscio un misto di bramosia di possesso e desiderio. Ma era durato poco. E mentre l’avevano tenuta addormentata nel covo, in tanti uomini, stanchi del lavoro e senza il piacere di una donna vicino, avevano provato a mettere le grinfie su quel corpo giovane e potente.

Era indiscutibilmente una bella ragazza. Ma anche Rin non era niente male. Eppure la sorella, pur odiandola con tutta se stessa, aveva vietato a tutti gli uomini di toccarla.

Ma in fondo a lui non è che gliene fregasse più di tanto. Faceva quel lavoro per i soldi e niente di più.

*********

“Allora, fatemi capire bene. Adesso io devo andare al Palazzo dell’Hokage perché Kakashi mi sta aspettando lì. Voi due andate da Jiraya e continuate le ricerche. Per quale dannatissimo motivo non posso fare la pazza? Mi sorvegliate come se fossi un ricercato S! E tu non dire che è per il mio bene!”

Gai e Kurenai annuirono in silenzio mentre camminavano lenti per le vie di Konoha, diretti al Palazzo. Avevano ricevuto un falco messaggero da Kakashi che gli chiedeva di portare Shinami davanti all’entrata. La cosa che più dava fastidio alla ragazza era il fatto di dover viaggiare sotto scorta.

-Quando finirà questo strazio?- si diceva continuamente tra se e se. Ormai quella domanda rimaneva impellente nella sua testa.

Arrivarono in men che non si dica al luogo dell’appuntamento e trovarono l’Hatake, che leggeva tranquillamente uno dei libri della saga della pomiciata. I quattro si salutarono in fretta e Kurenai e Gai si allontanarono poco dopo aver scambiato due parole sullo stato di Shinami. Ma a quanto pareva, Kakashi sapeva tutto sullo stato della ragazza; molto probabilmente Kurenai lo aveva già avvertito con il falco di poco prima.

Quando i due fidanzati furono lasciati soli si scambiarono un breve bacio sulle labbra e si incamminarono a grandi passi nell’immensa struttura che ospitava l’Hokage in carica. I due parlarono del più e del meno. Ognuno espresse i propri dubbi e preoccupazioni sul problema di Shinami e Kakashi le ripeté tutto ciò che le avevano già detto i due amici: di stare attente e allerta senza esagerare. Ma Shinami dovette ammettere a stessa, che dette dal ragazzo le parole facevano molto più effetto su di lei. Significava che teneva alla sua salute e questo la rendeva talmente felice… anche se non lo avrebbe mai ammesso davanti a lui!

Arrivarono all’inizio di una scalinata che scendeva vorticosamente verso il basso. Sotto c’era solo buio. Kakashi fece qualche passo sicuro ma Shinami si bloccò all’inizio dei gradini.

“Scusa ma dove mi stai portando?”

Il ragazzo di voltò e le tese la mano. Lei la afferrò prontamente e fece qualche altro scalino.

“Ti fidi di me?”

Shina annuì silenziosamente mentre il ragazzo si voltava e cominciava a scendere per quella scala che sembrava non volesse avere fine. Si rammentò che quell’area del palazzo, prima che lei partisse, era in fase di ristrutturazione e non sapeva decisamente cosa ci fosse là sotto. Dopo aver sceso per cinque minuti, i due arrivarono davanti ad una porta immensa, dai battenti di ferro. Gli occhi della ragazza si abituarono presto all’oscurità che regnava lì sotto, e la puzza di muffa le fece venire il capogiro.

“Ce la fai ad aspettarmi qui per pochissimo?”

“Sì… ma non ci mettere molto è!”

Kakashi annuì con la testa e socchiuse un’anta della porta. Entrò lentamente e Shinami riuscì a scorgere da quello spiraglio solo una luce tremolante, proveniente sicuramente da qualche candela.

Aspettò pazientemente per un bel po’, ma di Kakashi non c’era l’ombra. La pazienza venne a meno. Spinse verso di se la porta e se la richiuse con un grande botto alle spalle. Lo spostamento da’aria fece tremare le fiammelle delle candele che pendevano da soffitto. Non era in una stanza illuminata, anzi, non si vedeva praticamente niente. Camminò tastando il muro con le mani, freddo e viscoso finché non raggiunse un’altra porta. Aveva camminato sempre dritta, ciò significava che il corridoio in cui era passata conduceva da qualche altra parte. Sentì un rumore metallico lì vicino a lei.

Si girò di scatto ma non vide nulla. Poi sentì qualcuno che le copriva gli occhi con una striscia di stoffa.

“Ti avevo detto di aspettare fuori.”

Disse Kakashi serio. Ma il suo tono non era di rimprovero, bensì dolce e pacato. Shinami allungò le mani verso le braccia del ragazzo che stringevano il nodo dietro la nuca. La ragazza ebbe paura. Non sapeva il perché, si fidava cecamente del suo ragazzo, ma qualcosa la terrorizzava. Sarà stata l’atmosfera, il clima e la tensione della situazione.

“Cosa vuoi Kakashi?” cercò di tenere la voce ferma ma ci riusciva a stento.

Il ragazzo la girò verso il suo viso. Poteva avvertirne il respiro irregolare sul collo.

“Non dubitare di me. Avevi detto che ti saresti fidata.”

Shinami respirò più calma. Si fidava di lui.

Sentì la porta davanti a sé aprirsi. Kakashi la spinse dentro con delicatezza e richiuse la porta. Shina si sbrigò a togliersi la fascia dal viso. Ancora oscurità. Ma non aveva paura. Si fidava. Lentamente una luce abbagliante la avvolse. Dal soffitto provennero getti di luce bianca che illuminarono l’ambiente. La ragazza strinse istintivamente gli occhi e si protesse il viso con il braccio.

Quando si abituò alla luce dei faretti li riaprì

Non riuscì a trattenere un “Uao” Davanti a lei c’era la più grande armeria che avesse mai visto. Gli scaffali erano pieni di katane e kunai di tutte le misure. Shuriken, armi, persino pistole e balestre.

Camminò in mezzo a quel mare di bellezza. Ogni faretto illuminava una bacheca diversa e ogni bacheca aveva un elenco dettagliato del suo contenuto. Si mosse veloce tra le scaffalature e si ritrovò al centro della stanza. Davanti a lei c’era un piedistallo di legno scuro e su di esso un cuscino di velluto.

Si avvicinò a grandi passi e spalancò la bocca.

Sul cuscino c’erano due sai incrociati. L’impugnatura era di pelle viola e rosa molto scuro. I fili terminavano con dei laccetti in cui erano incastonate due perline. Ma la cosa più spettacolare era la lama. Di un acciaio lucido e perfetto, senza neanche un graffio. E sulla parte piatta vi erano incise un nome, Shinami, e un piccolo ricamo floreale.

Passo le dita sulla lama e li prese in mano con delicatezza.

“Dovevo rimediare a cinque anni di regali non fatti.”

Si girò di scatto con le armi ancora in mano. Sul lungo corridoio c’era Kakashi con le mani in tasca che guadava la ragazza. Chi lo conosceva bene, poteva leggere nel suo sguardo qualcosa di diverso.

Se solo avesse potuto, Kakashi Hatake avrebbe ammesso al mondo intero di amare quella ragazza.

_________

Rigrazio i santi che hanno letto il capitolo, Ringrazio i santi che attendono un aggiornamento da due mesi. Il problema è che scuola non mi fa respirare. Oggi avevo due minuti... ecco fatto. Un bacione e commentate grazie

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Risveglio ***


“Comunque fattelo dire, sei un pazzo. Mi hai fatto prendere un infarto là sotto! Pensavo chissà cosa volessi fare! Ho paura che quei libri ti abbiano un po’ deviato il cervello!”

 

“E chi ti dice che non sia così?”

 

“Mi devo preoccupare, Hatake?” Lo sguardo misto tra lo sconcertato, il divertito… e il dubbioso. Sperava vivamente nello scherzo.

 

“Sì, Uzukawa!” E si mise a correre cercando di raggiungerla, ma lei era partita appena aveva intuito le intenzioni del ragazzo.

 

Ridevano e correvano senza sosta, mentre lei esponeva fiera i due nuovi sai incrociati dietro la schiena.

 

Il tempo volò e si ritrovarono la sera chiusi a casa del copia-ninja a ripassare il piano ideato da Jiraya e modificato da Shinami. Ormai partecipavano attivamente anche Gai, Kurenai e Asuma, a cui la ragazza dagli occhi infuocati aveva raccontato tutto. Erano in 6 a sapere dell’esistenza di Rin e del rapporto con la sorella.

 

“E cercate di non far sapere in giro che siamo consanguinee!” disse con tono acido rivolta ai partecipanti della ‘riunione’. Non voleva davvero essere conosciuta da tutti per essere la sorella di un assassina, che peraltro, in quel momento sarebbe dovuta stare sepolta sotto terra.   

 

Quando tutti uscirono, Shinami andò in camera da letto di Kakashi e prese il valigione che si era portata, mentre Kurenai la aspettava sulla porta di casa, chiusa.

 

“Dove stai andando?” chiese Kakashi appena uscito dal bagno con i pantaloni del pigiama, la maglietta a maniche corte sopra e lo spazzolino fermo nella bocca.

 

“Credo di averti rotto abbastanza. Torno in albergo!”

 

Kakashi fece per replicare, ma Shinami fu più veloce e uscì immediatamente dalla casa. Il ragazzo corse sulla strada per raggiungerla (meno male che a quell’ora non c’era nessuno) e le afferrò un braccio.

 

“Forse è meglio se vi lascio soli… Se vieni ti aspetto lì in fondo.” disse Kurenai incamminandosi velocemente verso l’incrocio.

 

Kakashi attese che la ragazza sparisse dietro l’angolo. Guardò Shinami severo.

 

“Non hai capito. Ci spiano! Se vuoi tornare il albergo, cosa che preferirei non facessi perché mi sento più sicuro se stai a casa con me, fatti accompagnare. Non scappare come al tuo solito.”

 

“Ma io non voglio romperti! Credo di averti occupato il letto per abbastanza!”

 

 Kakashi la guardò negli occhi decisi. “ A me non dà fastidio che tu stia nel mio letto.”

 

Shinami lo fissò per un attimo che parve un eternità poi riprese la valigia e rientrò in casa. Qualcosa nel tono del ragazzo le aveva fatto venire una tristezza in fondo al cuore di proporzioni smisurate. Aspettò che rientrasse anche lui; era andato ad avvertire Kurenai.

 

-E poi ti posso assicurare che Kakashi senza di te non ha passato un bel momento… Tu non hai visto come era ridotto il tuo ragazzo senza di te. Non mi va di vederlo ancora in quello stato. Non mi va di rivedere in quello stato nessuno.-

 

Il ragazzo ritornò dopo poco, mentre Shinami era ancora assorta nei suoi pensieri; rifletteva sulle parole di Kurenai.  Kakashi non era più lo stesso quando lei era andata via… in fondo anche la ragazza si era sentita tanto sola. Si fissarono, lei seduta sul divano e lui in piedi sulla porta. Shinami si sorprese di riscoprire quanto fosse bello: il corpo di marmo, il viso delicato (cosa poi, che solo lei aveva il piacere di vedere quando le pareva), gli occhi espressivi anche se velati di tristezza.

 

 Si alzò e andò verso di lui. Gli abbassò la maschera, e guardò il disegno delle labbra. Poggiò piano le sue.

 

Si divisero e andarono al letto senza parlare, senza neanche salutarsi. Shinami era arrabbiata con tutti e quando questo succedeva, si chiudeva a riccio in se stessa.

 

Ingoiava gli insulti e le disfatte lei. Era una ragazza terribilmente buona con tutti e questo la rendeva fragile e insicura. Ma quando si ingoia troppo si finisce con lo scoppiare.  Erano cinque anni che mandava giù senza protestare. Sarebbe esplosa da un momento all’altro, si conosceva troppo bene.

 

Si svegliò la mattina nel letto del ragazzo, con gli occhi ancora appiccicati dal sonno. Si strinse nelle coperte ed annusò forte le lenzuola. Odoravano di sapone e di lui. Sorrise, pensando che in fondo lo faceva solo per il suo bene ad essere iperprotettivo e, se anche avesse dovuto tenergli il broncio tutto il girono, alla fine avrebbero fatto pace e tutto sarebbe tornato alla normalità. Se ne convinse presto.

 

Guardò la radiosveglia vicino a lei. Si sarebbe dovuta incontrare con Kurenai  nell’arena delle selezioni ed era in larghissimo anticipo. Si alzò e si buttò sotto la doccia rammentandosi che Kakashi sarebbe arrivato in ritardo, a causa di un certo Sasuke che avrebbe dovuto affrontare la prova d’esame. Da quello che si diceva era il super favorito nello scontro.

 

Shina non aveva mai visto combattere gli allievi di Kakashi ma confidava molto in loro. Le dispiaceva anche che l’unica ragazza del team non ce l’avesse fatta. Di sicuro l’avrebbe incontrata nell’arena;  poco male, le faceva piacere conoscerla. Finita la doccia si vestì con il vestito viola che tanto le piaceva, i sai nuovi incrociati dietro la schiena

 

Camminò tranquilla dentro il mercato, non aveva nessuna fretta di arrivare. Si fermò al banco della frutta e si comprò due mele verdi, di quelle acerbe, che ti lasciano la lingua intorpidita. Tirò fuori dalla sacca porta oggetti legata sulla coscia, un libricino di medicina che aveva preso in biblioteca; studiare un po’ non le faceva di certo male. In fondo era o non era un ninja medico?

 

Arrivò più presto di quanto pensasse. L’arena era deserta, c’erano solo pochi jonin che giravano tranquilli, sistemando le ultime cose.. Ne salutò qualcuno distrattamente mentre parecchi di loro la guardavano stupiti; c’era chi ancora non sapeva del suo ritorno. La avvicinarono e le fecero qualche domanda  a cui la ragazza rispose volentieri; era incredibile quanto si sentisse a casa.

 

Trovò Genma che le dava le spalle, intento ad impartire ordini a un gruppetto di jonin neopromossi.

 

Gli picchiettò affettuosamente sulla spalla e lui si girò con un ghigno di alterazione dipinto sul volto, ma appena vide chi si divertiva a fargli venire i nervi a fior di pelle, si sciolse in un bel sorriso amichevole.

Le diede un bacio sulla guancia e scambiò quattro chiacchiere con la ragazza. Shinami parlò volentieri con lui e gli chiese se poteva essere utile in qualcosa.

 

Genma acconsentì felice e i due si misero di buona lena a mettere apposto le sedie sugli spalti. Il tempo passava velocemente e Shinami non si accorse nemmeno che Kurenai e quattro ragazzi erano entrati nell’arena, finché non si sentì chiamare a gran voce.

 

Guardò in basso e riconobbe subito l’amica. Si girò verso Genma che annuì silenzioso e la ragazza gli fece un bel pollice verso.  Si lanciò, nel vero senso della parola, dagli spalti e prese a correre con foga sul muro sorridendo radiosa.

 

Atterrò davanti al gruppetto con un’aggraziata capriola e si rialzò togliendosi la polvere di dosso.

 

“Ciao Kure.”

 

“Ciao Shina. Suppongo che è già da un po’ che sei qui… ragazzi, Shinami Uzukawa. Jonin di ottimo livello, ex vice capitano della squadra ANBU, ritornata da una missione di cinque anni. Loro sono Kiba, Shino, Hinata e suo cugino Neji. L’ultimo è allievo di Gai.”

 

“Ah capisco. Non deve essere facile per te vivere con Gai. O sbaglio?”

 

“No, non sbaglia Shinami-san…”

 

La ragazza rise forte e di cuore pensando a cosa potesse fare Gai ai suoi allievi. Kiba la guardò a bocca aperta. Cinque anni per una missione, davvero tanti! Voleva dire che la signorina ci sapeva fare parecchio e poi, oltre ad avere un bel passato alle spalle, era davvero una gran bella ragazza. Inoltre, profumava di buono, anche Hakamaru se ne era accorto. Aveva addosso l’odore di arancio e quello dell’estate. Peccato che avesse quello strano retrogusto… un sentore famigliare… l’odore di qualcuno che conosceva.

 

“Shinami-san, lei non è la ragazza che ha fatto tanto scompiglio alle nostre selezioni?” disse Neji  che la guardava torvo. C’era qualcosa che non andava in quella persona. Non era qualcosa di cattivo, più che altro somigliava ad una sensazione strana, estremamente strana. Purtroppo non poteva attivare il byakugan per vedere cosa c’era che non andava, non sarebbe stato molto educato. Poco male, lo avrebbe fatto durante la selezione, mentre lei non lo guardava.

 

“Sì, sono io. E me ne dispiaccio infinitamente per avervi fatto perdere tutto quel tempo. Ma Neji, so che combatterai con Naruto! Beh, in bocca al lupo!”

 

“Crepi…” sussurrò a mezza bocca. Non gli andava a genio il fatto di non potere osservarla!

 

Kiba decise ufficialmente che quella sarebbe stata la sua futura sposa.

 

“Kurenai? Non è che potrei parlarti un attimino in privato? Devo dirti due cosette sul piano.”

 

“Certo! Ragazzi, voi andatevi a sistemare dove dovete. Io arrivo immediatamente.”

 

“E’ stato un piacere conoscervi!” urlò la bionda di spalle e salutando i ragazzi.

 

“Piacere nostro Shinami-san!” risposero i tre in coro. Specialmente Kiba.

 

Neji la guardò allontanarsi, era il momento di agire.

 

“Qualcosa non va fratello Neji?- disse Hinata- anche tu hai… avvertito una strana sensazione stando vicino a lei?” Il ragazzo annuì tranquillo e guardò la cugina, poi ritornò a fissare la ragazza ormai lontana.

 

“Non credo le dia fastidio se la osservo un po’! Byakugan!”

 

Comparvero tante piccole venuzze intorno agli occhi vitrei del ragazzo. Non lo faceva per ficcare il naso dove non avrebbe dovuto, ma bensì per chiarirsi un tantino le idee! In fondo cosa c’era di male!

 

“Cazzo! Quella tipa lì non ha del chakra normale! Ha il…”

 

“ ’Giorno ragazzi.”

 

Neji si sbrigò a tornare normale, Hinata fece un gridolino di stupore e tutti si girarono a guardare chi li aveva chiamati. Shikamaru Nara aveva appena fatto prendere un infarto a tutti… per nulla!

 

L’arena cominciava a riempirsi, ormai c’era parecchia gente sugli spalti e Kurenai con Shinami si stavano dirigendo verso le scalinate. Neji imprecò a bassa voce e guardò la cugina.

 

“Fratello Neji cosa è successo? Hai una faccia… come se avessi visto uno spettro!”

 

“Peggio Hinata, ho visto molto peggio. Quella ragazza è una bestia, il suo chakra è…”

 

“Ancora qui? Chi deve partecipare alle selezione deve rimanere da solo!” gridò un adirato Genma.   

 

“Ma… noi…”

 

“DA SOLO!”

 

“Va bene, va bene, adesso andiamo.”

 

E chi non partecipava alle selezioni salì le scale che portavano agli spalti. Il più felice di tutti era Kiba, che non vedeva l’ora di sbirciare Shinami-san per almeno un altro po’, quello più scontento era Neji, che non aveva avvertito Hinata di mettere in allerta la ragazza sulle sue condizioni fisiche. Insomma, il ragazzo nella sua vita ne aveva viste di tutti i colori, ma non quel genere di colori!

 

Nel giro di pochissimo l’Arena si riempì; ogni singolo posto era occupato e Sasuke Uchiha insieme a Naruto Uzumaki erano in ritardo.

 

“Bene, chissà che bella figura ci farà Kakashi! La gente sa che sono tutti e due suoi allievi…” disse Shinami a Kurenai mentre addentava l’altra mela, quella che si era comprata poco prima.

 

“Oh, stai a veder che alle gente non gliene frega niente. La maggior parte sono qui solo per vedere come se la cava Sasuke Uchiha.”

 

“È davvero così forte come dicono?” chiese la ragazza buttando nel cestino più vicino il torsolo.

 

“Già… se la cava davvero bene.”

 

“Sarà. Ma l’altra ragazza? La Haruno… non è ancora arrivata? Devo darle una cosetta al volo.”

 

Kurenai indicò gli spalti più lontani e scorsero ambedue una testolina rosa e una testolina bionda che litigavano animatamente.

 

“Ah bene. Trovata Sakura.”

 

Shinami si alzò mentre Kurenai a bassa voce continuava a ripetere

 

“Cosetta, fosse una cosetta da poco poi! Jiraya e Shinami devono avere sempre piani così intricati?

 

La bionda si diresse nella direzione della piccola kunoichi. Arrivata lì vicino le chiese molto educatamente, visto che c’era un posto libero vicino a lei.

 

“Posso o è occupato?”

 

“Prego signorina. Si accomodi.”

 

Shinami le sorrise e Sakura guardò quel viso delicato con curiosità. L’aveva già vista. Fu la ragazza più grande a porgerle la mano.

 

“Piacere, Shinami Uzukawa e sì, sono io la ragazza delle selezioni Haruno Sakura.”

 

“Lei mi conosce?”

 

“No, ma conosco il tuo sensei. E poi sono venuta qui per chiederti semplicemente una cosuccia, niente di più. Ti devo parlare in privato però, se ti alzi un attimo posso dirti tutto. Non ti rubo più di due minuti, te lo giuro.”

 

Ino guardò interrogativa le due. Cosa diavolo voleva quella perfetta sconosciuta? E poi, insomma, che maniere! Poteva almeno essere meno diretta. Sakura si alzò con lei e salirono le scale fino alla parte più alta degli spalti, dove nessuno poteva sentirle. Shinami si girò verso la ragazza.

 

“Ok, Sakura, la situazione è delicatissima. Voglio solo che tu faccia una cosa. So che ti sembrerà strano visto che non sai nemmeno chi sono, ma devi fidarti. Fidarti di me.”

 

“Sì… capito ma…”

 

“Shh, non ti preoccupare. Ti spiego tutto. Allora, io… non so quale rapporto tu abbia con Kakashi, ma devi solo dargli questa.- Tirò fuori dallo zainetto una piccola ampolla di vetro con dentro un liquido rosastro e la diede a Sakura- Digli che a dartela sono stata io, lui capirà. E… mi raccomando, quando sarà il momento, quando lui ti dirà tutto quello che devi fare, ubbidiscigli anche se ti sembra strano. Capito Sakura?”

 

“Sì ma….”

 

“Haruno, buona fortuna.”

 

E scomparve nel nulla. Così come era venuta.  

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Ritardi... ***


“Fatto? Le hai dato l’ampolla?”

 

“Sì, le ho dato tutto. Ora è nelle sue mani.”

 

Shinami si era sbrigata  a tornare al suo posto, seduta vicino a Kurenai. Era tanto lontana da non poter essere localizzata, ma lei riusciva a  vedere bene  quello che succedeva nel gruppetto dei ragazzi.  Fissò la sua attenzione su Sakura. Kakashi aveva ragione? La Haruno era in grado di portare a termine un compito del genere? Ma sì, in fondo c’era anche la possibilità che la piccola non venisse chiamata in causa.

 

Guardò i capelli rosa muoversi nel vento tranquilli. Ondeggiavano ritmicamente, scossi dalla brezza di quell’estate torrida. E improvvisamente Shina sentì una fitta in mezzo agli occhi. Si portò l’indice e il pollice sul viso e cominciò a strusciarseli.

 

“Stai bene?” chiese preoccupata Kurenai quando la vide toccarsi gli occhi con tanta insistenza. Era preoccupatissima per l’amica.

 

“Sto benissimo. Mi fa solo male la testa e con lei, gli occhi. Non ho bisogno d’aiuto, ho solo dormito pochissimo stanotte.”

 

Kurenai tornò calma. Shinami aveva detto quelle parole con una tale serenità…  La ragazza dagli occhi scarlatti non intuiva che dire le bugie non era poi così tanto difficile per una persona che aveva vissuto cinque  anni sola e con l’angoscia di morire da un momento all’altro.

 

Shinami si rimise a fissare la testolina rosa. Vedeva tutto sfocato. Poi, come era venuto, in dolore se ne andò all’improvviso e gli occhi non le diedero più fastidio.

 

-Ma cosa mi sta prendendo? Sarà davvero la stanchezza?-

 

Improvvisamente si sentì un grande tonfo e si spalancarono le porte. Una mandria di tori imbufaliti si fece largo nell’arena mentre un piccoletto vestito di arancione ne cavalcava uno con difficoltà.

 

“Ma quello lì non è Uzumaki?” una voce generale che passava di bocca in bocca su tutti gli spalti.

 

Neji si portò una mano al viso, sconsolato dal fatto che avrebbe dovuto combattere con un tipo del genere. Lo stesso fecero tutti gli altri.

 

“Quello è Naruto, vero?” chiese Shinami guardando incuriosita la scena.

 

“Sì, quello è la pecora nera del team7.” Aveva parlato una bassa voce maschile.

 

“ ’Giorno Asuma. Alzataccia stamattina?” e Shinami si lasciò scappare un sorriso. Sapeva bene quale era stato in compito assegnatogli da Jiraya. Il ragazzo le rispose con sarcasmo.

 

“Se è una presa per il culo non sei stata divertente. Non è stato un bel lavoro farsi il giro del villaggio e controllare la situazione. Fammi sedere và.”

 

Shinami scalò di un posto e il ragazzo si sedette tra le due ragazze.

 

“Comunque secondo me non è una pecora nera… - disse la bionda guardando il pavimento- Secondo me ha solo bisogno di farsi notare. E poi è di un’originalità disarmante, senza contare che è potente. Molto potente. Il solo pensiero che sia il custode del Kyubi me lo fa… temere!”

 

“Fidati, di lui hai da temere solo che faccia una stramberia delle sue- disse Asuma sconsolato –Uh guarda, stanno cominciando!  E Sasuke?”

 

Shinami lo guardò interdetta, mancava Sasuke. Nemmeno se lo ricordava. Kakashi aveva deciso di allenarlo fino all’ultimo momento e lei lo avrebbe dovuto aspettare per parecchio, da sola! Si era scordata che forse sarebbe successo l’irreparabile quel giorno. Per un attimo aveva dimenticato ogni preoccupazione.

 

“Sasuke è con Kakashi.” Disse apatica, fredda, priva di emozioni.

 

“Stai bene Shina?” i due jonin avevano parlato in coro.

 

“Mai stata meglio.” Ancora una fitta, più dolorosa di quella precedente. Sì, aveva avuto dolori agli occhi e alla testa da quando si era ripresa, ma non ci aveva mai badato troppo. Poteva essere la convalescenza! Le doleva davvero tanto.

 

“Shinami? Cosa hai?” chiese Kurenai alzando la voce più del dovuto. Tre persone si girarono e videro la bionda che si stringeva le tempie.

 

“Io chiamo un medico.” Disse il più giovane dei tre.

 

“Non ti azzardare- la voce di Shina era strozzata- adesso mi passa”

 

“Signorina ma…”

 

“Se ti muovi giuro che ti fermo con le maniere forti.” E indico i sai incrociati dietro la schiena.

 

“Ok, ok, non c’è bisogno di essere così aggressivi.”

La ragazza aveva gli occhi chiusi e si teneva la testa dondolandola piano. Provò a canticchiare una canzone per pensare ad altro, ma con scarsi risultati. Si avvicinò al viso dell’amica e le sussurrò all’orecchio:

 

“Kurenai, ho bisogno di una mano, non riesco a vedere bene.  Accompagnami al bagno.”

 

La sensei si alzò seguita dalla ‘malata’, mentre nell’arena era cominciata la battaglia tra Neji e Naruto. Asuma seguì ogni loro movimento, in cerca di qualche persona sospetta. Poi vide che in fondo alla scalinata c’era uno della squadra ANBU. Invece di tranquillizzarsi si fece venire duemila dubbi.

 

La ANBU non era di ricognizione nell’arena ma bensì nel bosco e all’entrata del Villaggio. E poi era solo, senza nessun altro personaggio mascherato in giro.

 

Intanto nel bagno Shinami si sciacquava gli occhi con insistenza. Aveva provato ad aprirli ma con scarsi risultati, lo specchio le rifletteva un immagine sfocata e non  riusciva a vedere assolutamente niente.

 

“Cos’hai?” chiese Kurenai guardandola mentre si lavava il viso.

 

“Non ne ho la più pallida idea cara mia. Ma se intendevi i sintomi, beh, non vedo niente e mi fa male la testa insieme agli occhi.”

 

Provò di nuovo a guardare lo specchio. Ancora zero. Eppure quando aveva guardato Sakura la vista le era tornata normale in breve!

 

-Riproviamo… No, niente.-

 

“Shina, fammi vedere.”

 

“Cosa?”

 

“Gli occhi!”

 

“Ma non sei un ninja medico tu! Qui il ninja medico sono io. Sono io che dovrei essere capace a curare gli altri e a curare me stessa. Io ti giuro che ieri non mi sono allenata e che non ho fatto sforzi. Non voglio che proprio oggi mi succeda qualcosa. Ora più che mai ho bisogno di essere… Viva!”

 

Aprì gli occhi di scatto e improvvisamente le parve di essere diventata pazza. Vedeva tutto benissimo, ma i movimenti erano lenti e confusi. I colori si scambiavano di posto e le orecchie le fischiavano quasi dolorosamente.

 

“Shi… tu ha… gli oc… ahh.” si sentì indistintamente un rumore sordo e di frammenti che cadono in tutte le direzioni.

 

Chiuse gli occhi e si precipitò verso il gabinetto, rimettendo quelle due povere mele che aveva mangiato la mattina. Ebbe paura ad aprire gli occhi ma si fece coraggio. Vide le mattonelle bianche del bagno, nella loro perfezione.

 

Per la prima volta in vita sua, ebbe la sensazione di essersi innamorata di un oggetto, di  una piastrella lucida e deliziosamente perfetta. Era ancora estasiata da quella figura quando Kurenai le arrivò dietro. La bionda era inginocchiata sul pavimento.

 

“Shina, tieni gli occhi chiusi. Non aprirli per nessun motivo.”

 

“Ma io ci vedo benissimo Kurenai, non ho più problemi!”

 

“Vuoi dire che hai gli occhi aperti?- piccolo accenno con la testa –Ok, non ti girare a fissarmi.”

 

“Ma perché? E poi cos’è stato quello schianto?” il suo tono era più preoccupato ora.

 

“Tu… non ricordi?”

 

“Cosa?” molto preoccupato.

 

“Beh, ti sei moltiplicata, e una delle copie si è fiondata verso il muro urtandolo con violenza e facendo cadere un vaso dalla mensola.”

 

“E perché io non me lo ricordo? E perché non posso guardarti?”

 

“Perché prima non eri normale Shina, e sul fatto che tu non te lo ricordi… credo sia dovuto al fatto che per un momento mi sei sembrata… diversa?”

 

“Diversa? Spiegati… fammi girare.”

 

“Sì, ma fallo piano!”

 

“Hai paura di me ora? Cosa ho fatto?!” La ragazza si voltò lentamente e tirò lo sciacquone del bagno. Kurenai poté constatare che gli occhi erano del solito colore azzurro cielo.

 

“Per un attimo ho visto nei tuo occhi una strana scintilla; c’era un barlume di pazzia nel tuo sguardo ragazza. Qualcosa che ho visto di rado nella mia vita e che mi spaventa moltissimo.”

 

Shinami si rabbuiò in viso. La domanda che decise di fare a Kurenai le costava caro, ma soprattutto dubbi e preoccupazioni.

 

“Kurenai, credi che tutto questo centri qualcosa con i miei valori sballati? Insomma, so che è uno dei sintomi non ricordarsi nulla.” Strinse i pugni per farsi coraggio

 

“Probabile! Ma torniamo fuori, potrebbero insospettirsi.”

 

Le due si mossero piano tra gli spalti cercando di dare nell’occhio il meno possibile. Quando si sedettero ai loro posti, nell’arena c’era già un altro scontro. Asuma le informò che il primo duello era stato vinto da Naruto che aveva battuto Neji con una vittoria schiacciante. Ora si stavano scontrando il giovane Shikamaru, allievo di Asuma, e Sabaku no Temari, ninja della sabbia.

 

Lo scontro finì in poco tempo, decretando la vittoria di Temari per resa di Nara.

 

“Dove sarà finito Sasuke? Se lui e Kakashi non arrivano subito credo che il piccolo Uchiha verrà squalificato!”

 

Kurenai aveva pronunciato queste parole con un lieve di tono di agitazione, non tanto per l’eventuale squalifica di Sasuke, ma per la preoccupazione che aveva per Shinami se non avesse avuto il ragazzo al suo fianco nel momento del bisogno.

 

Proprio mentre finiva di pensare a tutto ciò, nel centro dell’arena spuntò un turbinio di foglie e la bionda sorrise soddisfatta sotto i baffi. Un quasi scocciato Genma guardò i due individui che gli si erano parati davanti senza troppe cerimonie.

 

“Saaaaalve, scusate il ritardo”

 

Genma sorrise e guardò prima il sensei poi l’allievo.

 

“Il tuo nome?”

 

“Mi chiamo Sasuke, Sasuke Uchiha.”

 

Un boato esplose tra la folla e Shinami serrò le braccia.

 

“Non capisco cosa si urlano, in fondo è il mio ragazzo… Intendo quello bello e tenebroso, non il piccoletto che è con lui.”

 

Kurenai le diede una bella gomitata tra le costole rise fragorosamente seguita a ruota dalla biondina.

 

Da lontano qualcuno osservava la scena soddisfatto.

 

-Goditi i tuoi ultimi momenti di felicità cara mia.- tirò fuori un kunai e lo leccò per tutta la lunghezza della lama. –È giunta la tua ora! Hahahahaha!-

 

______________________________

Ok ok, ennesimo capitolo di transizione. Abbastanza lunghetto però dai! Mi mancava l’ispirazione e non aggiornavo più per il semplice fatto che la sottoscritta sfacchinava sui libri. E si è anche presa (con grosse probabilità) il debito a greco. Vi prometto che da adesso in poi gli aggiornamenti saranno estremamente più veloci visto che ho del tempo a disposizione (oserei aggiungere un bel finalmente). Scusate gli eventuali errori di grammatica ma non mi va di rileggere tutto… recensite per favore che ho bisogno di leggere tanti bei commentucci! Beso

 

                                                                                                                                                                                        KK93

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Alla riscossa ***


Shinami incrociò le braccia soddisfatta e guardò l’arena con un misto di piacere e di curiosità. Finalmente avrebbe visto un incontro dall’inizio alla fine, senza interruzione alcuna.

 

Un rumore ritmico e lento costrinse Shina, Kurenai e Asuma a voltarsi. Dietro di loro c’era Gai seguito lentamente da Rock Lee che si sosteneva poggiandosi su delle stampelle.

 

“Salve ragazzi, come va?” chiese lo strambo tipo in tuta verde.

 

“Bene Gai, ci fa piacere vedervi!” Disse Kurenai guardando sorridente verso il giovane allievo.

 

“Maestro Gai, dove sono tutti i miei amici? Intendo quelli della mia età.” Chiese Lee un po’ imbarazzato.

 

“Guarda Lee, sono tutti lì in fondo-sventolò con forza la mano- Giovani, guardate chi vi ho portato!”

 

Kurenai guardò in direzione del saluto e per prima cosa notò che Sakura osservava, quasi per penetrarla con lo sguardo, Shinami. La sensei si coprì gli occhi e sussurrò tanto forte da poter essere udita solo da Gai.

 

“Hai combinato un disastro ‘giovane’ troglodita!”

 

In un attimo un orda di dodicenni si scaraventò verso il giovane Lee e lo sommerse di abbracci e saluti. Solo Sakura continuava a fissare Shinami con interesse. Alla fine la Uzukawa le fece cenno con la mano, in maniera brusca e senza ammettere replica, di guardare verso Rock Lee; era troppo presto per farle sapere tutto, ed era inutile coinvolgere altre persone in quell’assurda situazione in cui si era riuscita a cacciare.

 

“Salve a tutti, come andiamo? Cos’è questa folla?!” Kakashi era spuntato dal nulla e notando che c’erano tutti gli allievi che saltavano addosso a Lee, decise che era meglio sedersi tra Shinami e Kurenai, lo stesso fece Gai.

 

“Ciao” Shinami lo disse a mezza bocca e Kakashi rispose con un cenno della testa.  La ragazza ebbe la netta sensazione che l’Hatake stesse aspettando qualcosa. Poi ricollegò la litigata che avevano avuto la sera precedente.  Guardò Kakashi e sorrise tranquilla, questo bastò per fargli capire che non era adirata e che in quella giornata aveva bisogno di tutto il suo aiuto.

 

Era incredibile la loro intesa, un solo sguardo li faceva intendere alla perfezione senza nessun indugio! Intanto il vivace gruppetto era stato raggiunto anche da un sorridente Naruto e un semistanco Shikamaru che, guarda caso, avevano salutato lo shinobi dalla gamba rotta con entusiasmo.

 

Shinami si lasciò scappare una risatina quando finalmente tutti quanti si decisero a lasciar perdere Lee e il ragazzo puntò lo sguardo verso di lei. Tra una faccia confusa e l’altra ebbe finalmente il coraggio di chiedere con voce sommessa:

 

“Ma lei signorina non è per caso…”

 

“…Sì, sono quella delle selezioni. Piacere, e spero di ripeterlo per l’ultima volta, il mio nome è Shinami Uzukawa, jonin di Konoha tornata da una missione troppo lunga per essere raccontata.”

 

Qualcuno, che ancora non aveva fatto le presentazioni, si lasciò sfuggire un debole “Uao”; Il solito baka guardava la ragazza con curiosità, e passava lo sguardo da lei al sensei, seduto proprio al suo fianco.

 

Alla fine indicò un punto non molto preciso tra in due ragazzi e disse:

 

“Ma non è che tra voi due…”

 

Kakashi si affrettò a tappargli la bocca mettendogli la mano sulle labbra.  Con il sopracciglio un po’ tremolante per il nervoso osservò la reazione dei compagni di squadra e disse con voce ferma

 

“Naruto… ma cosa dici? Tra noi due non c’è un posto vuoto. Vero Shinami? – e guardò verso di lei con l’aria supplichevole e facendo strane smorfie – Vero?”

 

“Oh. Sì verissimo Kakashi. Vedi Naruto, l’unico posto vuoto è quello rimasto vicino a Sakura… Vai, da bravo, a sederti proprio là.” Il tutto fu accompagnato da movimenti della testa che esprimevano sicurezza e controllo.

 

Finalmente il sensei lasciò il piccolo Uzumaki che riprese aria e si andò a mettere seduto vicino a Sakura mormorando ancora qualcosa tra i denti. In effetti tutti quanti gli allievi si erano chiesti se c’era un qualche strano legame tra i due jonin ma quella che per loro era stata una convincentissima scenetta (conoscendo le doti di guastafeste di Naruto),  aveva schiarito almeno un po’ le idee.

 

Shinami si chinò verso Asuma sussurrandogli

 

“Chi era la pecora nera del team 7? L’unico che ha capito la verità?”

 

Asuma fece un sorriso a trentasei denti e si mise a guardare il combattimento tra Gaara e Sasuke, che ormai infuriava nell’arena. Shinami fece lo stesso mentre una concitata Kurenai raccontava ad un poco convinto Kakashi la scena a cui aveva assistito poche ore addietro nel bagno dell’arena.

 

Finalmente il ragazzo si girò verso la compagna e la fissò dritto negli occhi. Si rese conto subito che qualcosa non andava. Shinami guardava un punto fisso davanti a lei e una piccola venuzza pulsante si stava facendo largo sulla tempia.

 

Kakashi fece convergere lo sguardo nella stessa direzione. Un uomo in mezzo agli spalti fece un gesto quasi teatrale e immediatamente una nube di candide piume bianche piovve dal cielo.

 

In poco tempo quasi tutti si furono addormentati profondamente. Solo in pochi, tra cui tutti i jonin più esperti e la piccola Sakura avendo riconosciuto l’arte illusoria, unirono le mani e pronunciarono le parole “Disperdi”.

 

 Nello stesso preciso momento un kunai si conficcò ai loro piedi e il piccolo pezzetto di carta legatogli attorno prese a fremere.

 

“Porca tr… tutti giù” urlò facendo appena in tempo ad abbassarsi anche lui.

 

Immediatamente un’esplosione coinvolse gran parte dello spalto facendo saltare la prima fila di sedie, fortunatamente semivuota, che volarono da tutte le parti.

 

“Ci attaccano!” un urlo generale passò su ogni bocca dei ninja nell’arena e in molti schizzarono dagli spalti verso il centro dello spiazzo dove si disputavano i duelli.

 

I ninja erano stati chiamati a combattere e di Gaara e di Sasuke non c’era la minima traccia.

 

In un attimo ci fu il pandemonio. Un’orda di  persone inferocite si avventò sulle teste dei protettori di Konoha; la maggior parte portava il coprifronte di Suna.

 

-Maledetti traditori- pensò Asuma mentre parava colpi a destra e a manca. Kakashi e Shinami, rimasti sugli spalti, erano intenti a menar pugni in ogni direzione. Avevano come minimo 10 ninja nemici a testa da affrontare e si notava di molto l’inferiorità numerica.

Sakura guardava la scena attonita, senza proferire parola, finché un omaccione le si parò davanti brandendo una katana colorata e finemente decorata.

 

“Ciao zuccherino” le disse alzando la spada. La piccola kunoichi fece in tempo a coprirsi la testa con le mani e poi sentì un gran fragore e un gemito di dolore. Riaprì gli occhi e gli si parò davanti Kakashi sorridendole.

 

“Sakura, sveglia più chunin che puoi. Rimanete al sicuro aspettando un qualsiasi ordine da uno di noi jonin. E mi raccomando, non rompere per nessun motivo l’ampolla rosa.” Parò un altro colpo con il braccio e scappò in direzione di Kurenai che sembrava in difficoltà.

 

-Allora sa dell’ampolla… Basta con questi pensieri, devo svegliare Naruto e Shikamaru… e tutti gli altri!-

 

Intanto più in fondo, dall’altra parte degli spalti, Shinami se la stava vedendo con due energumeni  dall’aspetto poco amichevole.

 

“Spostati principessa, non vorremmo farti male” e sogghignarono beati pregustando la vittoria contro quel moscerino.

 

“Illusi.” Shinami concentrò il chakra nei piedi e spiccò un aggraziato salto verso l’alto, arrivando all’altezza dei due uomini e rifilando a tutti e due un cazzotto in pieno muso. Poi guardò dall’altra parte dell’arena cercando con lo sguardo l’uomo che aveva lanciato l’illusione. Non trovò niente di ciò che cercava. Schivò con noncuranza un calcio che le stava per arrivare in pieno viso e lo bloccò con la mano.

 

L’uomo che sorreggeva la guardava con astio. La ragazza fece spallucce e si librò in aria portandosi al centro dell’arena in un punto abbastanza alto. Lasciò andare la caviglia dell’uomo e per dare ancora più potenza gli diede una leggera spintarella con un calcio ben piazzato all’altezza dello stomaco.

 

Mentre l’uomo veniva scaraventato per terra la Uzukawa gli urlò contro:

 

“Scusa, ma la guerra è guerra”  e sorrise incrociando le gambe, rimanendo sospesa in quella strana posizione.

 

Tutti i ninja la osservavano basiti, chiedendosi come facesse mai a volare. Kurenai e tutti gli amici della ragazza ridevano fragorosamente vedendo la scena che gli si prospettava  davanti.

 

Kakashi, in un attimo di respiro, spiccò un balzo vero di lei riuscendole a dirle di sfuggita soltanto un “risparmia chakra” sommesso.

 

La ragazza fece il pollice verso e scese nell’arena, continuando a combattere senza tregua. Alle volte esagerando, ma come non compatirla, erano cinque anni che non si scontrava con qualcuno.

 

Sakura intanto aveva avuto precise informazioni da Kakashi e correva via con Shikamaru e Naruto seguendo le tracce di Sasuke grazie a Pakkun che li scortava.

 

In poco tempo un’enorme barriera violacea si alzò sul tetto della postazione d’onore dell’Hokage.

 

Un gruppo consistente di ninja di Konoha si lanciò verso la protezione provando ad abbatterla, naturalmente con scarsi risultati. Uno scoppio fragoroso partì dall’alto e nel cielo si dipinsero delle lettere purpuree.

 

Shinami e tutti gli altri sbarrarono gli occhi interrompendo per un attimo il combattimento.

 

Nell’aria c’era scritto a caratteri cubitali

 

Il bosco è di Rin

 

La ragazza guardò verso Kakashi e Kurenai a poca distanza da lei. Una smorfia di rabbia le si dipinse sul volto e i due ragazzi poco lontano da lei sentirono un brivido scorrere sulla schiena.  

 

Shinami fece un immenso balzo e sparì dall’altra parte dell’Arena.

 

Gai, Asuma, Kurenai e Kakashi si sbrigarono a fare lo stesso mentre un altro gruppo di ninja faceva commenti molto poco carini a proposito della loro improvvisa ritirata. Shinami capì bene che non riusciva ad avere un andatura facile da seguire ma non poté fare a meno di correre con tutte le forze che aveva nel corpo.

 

Intano la ragazza dagli occhi scarlatti e l’Hatake parlavano sommessamente.

 

“Quindi è quello che intendevi per  ‘occhi strani’”

 

“Perciò li hai visti anche tu quando Shina ha notato la scritta nel cielo?”

 

Il ragazzo annuì con decisione. Poco dopo spuntò un trafelato Jiraya che riportava già qualche ferita.

 

“Ragazzi, ho visto la scritta nel cielo e sono corso qui, dov’è Shina?”

 

Kurenai allungò la mano indicando un punto non definito tra gli alberi, visto che avevano raggiunto il bosco intorno al Villaggio.

 

Shinami si fermò su un ramo e poggiò una mano al tronco aspettando che la raggiungessero anche gli altri. Quando tutti furono riuniti nello stesso punto, la ragazza li guardò negli occhi uno per uno. Poi pronunciò solenne.

 

“Signori, comunque vada l’esito della battaglia, ricordate che io vi voglio un mondo di bene e apprezzo ogni vostro gesto. Se vedete che la situazione prende una piega negativa, datevela a gambe levate e andate a dare una mano al Villaggio, merita molto più la sua vita che la mia. No, è inutile che negate con la testa, voglio che mi diate retta, io…”

 

“Ah chiudi il becco tonta - disse Jiraya guardandola con occhi severi - Sai bene che nessuno di noi ti lascerà morire per mano di una sadica pazza. La vita del Villaggio è importante, ma il Villaggio è innanzitutto la popolazione che lo compone; anche uno può fare la differenza.”

 

Tutti quanti annuirono decisi e Shinami sorrise rendendosi conto di quanto voleva bene a tutti loro. Poi ridivenne seria e fece con voce falsamente tranquilla indicando il cielo

 

“Io ora salgo un attimo su, per localizzare Rin. Voi tenetevi pronti a qualsiasi cosa; sappiate che l’imprevedibilità è la mossa più astuta che può avere mia sorella. E seguite il piano senza improvvisazioni, inventate strategie solo se ne siete costretti.”

 

E  dopo aver concentrato il chakra sulle punte dei piedi salì con cautela verso il cielo, guardandosi intorno con circospezione.  In lontananza la scritta scarlatta ribolliva nel cielo azzurro macchiandolo quasi di sangue. Il sangue che stavano versando troppe persone per un insulsa guerra…

 

Shina con un piccolo giro su stessa guardò la situazione alle sue spalle e fece appena in tempo a nascondersi in mezzo alle fratte che localizzò, in una radura lontano da dove si trovava in quel momento, un gruppo di uomini a quanto pare nullafacenti. Ma non portavano né il coprifronte di Suna ne quello del suono. A dire la verità i coprifronte non c’erano, ma sulle toghe lunghe e scure la ragazza vide con orrore il simbolo del clan Haten, il clan della sorella, il clan di Rin.

 

_______

Le note post-capitolo

 

Saaaaaalvissime ragazzi! Non ci posso credere, sono riuscita a finire il capitolo in poco tempo e a postarlo. E diciamocela tutta, finalmente un po’ di sangue! È giunta l’era della rivoltaaaaaaaa!

 

Vodia- Carissima, dopo aver fatto quella bruttissima figura via e-mail (avevo capito che eri più grande, ma non così grande!) Ti scrivo direttamente qui, sperando che risponderai alla recensione! Grazie per aver letto la storia con così tanta velocità e mi dispiace infinitamente per aver trattato così il povero Obito, hai ragione. U_U Poi, avevi errato su una cosa (o forse non l’avevo resa troppo chiara) Rin ha un organizzazione tutta sua, si è solo appoggiata ad Orochimaru per approfittare del pandemonio che sarebbe successo. Spero di essere stata chiara. Grazie bacio Cry

 

KillerQueen 7-Mi rifiuto, rifiuto rifiuto, rifiuto, di rispondere ad una recensione del genere. Cara cugina, sei una povera matta e mi dispiace ammetterlo, ti adoro proprio per questo motivo u.u

 

Ginny-Uah, la prima recensitrice. Non ti perdi un capitolo Wi! Grazie per il supporto morale che mi dai e sul mistero della “moltiplicazione improvvisa” devi attendere ancora uno o due capitoli per vedere chiara la situazione. Un bacione e grazie ancora!

 

_______

Alla prossima e baci

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=131465