La canzone degli Ood

di KillerQueen86
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il giro del mistero ***
Capitolo 2: *** In aiuto degli Ood ***
Capitolo 3: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Il giro del mistero ***


Note dell'autore: Con un giorno in ritardo rispetto a quanto avevo previsto, eccovi il primo capitolo di "La canzone degli Ood" (ma ai traduttori faceva schifo il titolo Il pianeta degli Ood -.-?).

Ammetto che sto avendo grosse difficoltà a scrivere questa storia, perché non so di preciso le scene da scegliere e aggiungere Rose, quindi perdonatemi in anticipo se la storia non vi piace ;)

 

La canzone degli Ood

 

Capitolo 1

Il giro del mistero

 

Tra i corridoi del Tardis c'era troppa tranquillità, voleva dire che il Dottore era impegnato a "sistemare" qualcosa del Tardis e Donna non si era ancora alzata.  Erano passati un paio di giorni dalla loro avventura a Pompei e si erano divertiti a girovagare per asteroidi e pianeti comprando un sacco di cose carine, un po’ delle quali le avrebbe portate a sua madre.

Arrivata nella sala principale, si trovò il Dottore sdraiato sulla grata a lavorare sotto la console, come aveva pensato.

"Se per colpa tua dovrò farmi la doccia fredda, te ne pentirai." Disse la biondina con ironia entrando e attirando l'attenzione su di sé.

"Oh bene eccoti qui." Disse il Dottore senza spostare lo sguardo da quello che stava facendo.

"Vai allo schermo e dimmi quello che vedi." Continuò senza mai staccarsi dal suo lavoro.

"Oh ciao anche a te Dottore, si sto bene, ho dormito splendidamente, grazie di averlo chiesto." Scherzò la ragazza mettendosi davanti allo schermo, il Dottore borbottò qualcosa d'incomprensibile.

"Che cosa dovrei vedere?" chiese lei un po’ annoiata.

"Non vedi nulla?" chiese uscendo la testa da sotto la console.

"I soliti simboli, perché?" chiese lei nuovamente non capendo.

"Maledizione, devo aver confuso i fili." Borbottò ancora, mettendosi nuovamente a lavorare sotto la console, facendo incuriosire ancora di più Rose.

"Dottore, cosa stai facendo?" chiese sistemandosi a gambe incrociate vicino a lui, tentando di guardare a cosa lavorava.

"Oh un piccolo programma per lo schermo del Tardis." Spiegò staccando una matassa di fili, che causò una piccola scintilla.

"Che tipo di programma?" chiese ancora costringendolo a mettersi seduto per poterlo guardare.

"Nulla di che … solo un piccolo programma." Rispose in modo vago, strofinandosi la nuca.

"Che programma?" chiese ancora lei troppo curiosa dal suo atteggiamento.

"Oh ... beh, un programma che ti aiuterebbe a leggere lo schermo in caso di necessità." Spiegò con calma.

"Una specie di traduttore? perché?" chiese lei non capendo il motivo di questo programma.

"Pensavo mi fosse vietato leggere quei simboli." Continuò lei.

"Oh non dire scemenze non ti è vietato." La richiamò.

"Da quando viaggiamo, il Tardis non li ha mai tradotti." Continuò lei, sulla difensiva.

"Lo so, ma ho pensato che sarebbe utile che tu riuscissi in qualche modo a leggerli." Spiegò il Dottore.

"Si … nel caso che … tu sai …." Cercò di spiegare, ma Rose lo baciò interrompendolo.

"E' …. È questo per cos'era?" chiese sorpreso per il bacio improvviso.

"E' un gesto molto dolce da parte tua, farmi leggere la tua lingua." Gli rispose con dolcezza accarezzandogli la cravatta.

"Oh beh, in questo caso …" disse soddisfatto, per poi riprendere a baciarla.

"Oh vi prego, avete un centinaio di stanze a vostra disposizione, potreste evitarlo di farlo qui?" risuonò la voce di Donna che stava entrando in quel momento nella stanza della console. Rose e il Dottore scattarono sorpresi e si allontanarono.

"Buongiorno Donna." La salutò la biondina arrossendo un po’.

"Vorrei evitare di assistere a certe scenette sdolcinate s'è possibile, grazie" Continuò ancora mettendosi seduta sul sedile.

"Dormito bene?" chiese Rose cambiando subito discorso.

"Splendidamente." Le rispose sorridendo, Rose si mise accanto a lei, mentre il Dottore finse di fare qualcosa alla console.

"Allora Spaceman, vuoi lasciarci tutto il tempo qui a guardarti, o ci porti da qualche altra parte?" chiese la rossa eccitata all'idea di un nuovo viaggio, il Dottore si volto verso le due, appoggiandosi alla console e incrociando le braccia al petto.

"Dove vorresti andare?" chiese.

"Ah non so, vedi tu" gli rispose quasi sfidandolo, il Dottore sembrò pensarci su, finché a un tratto scattò facendo sussultare le due compagne.

"Ci sono!" urlò.

"Rose, Donna alzatevi, hanno bisogno di una mano." Disse iniziando a girare attorno alla console.

"Allora stavolta dove si va?" chiese Rose elettrizzata.

"Non ne ho idea." Rispose sorridendo mentre continuava a schiacciare pulsati, su pulsanti.

"E' allora come mai tutto questa fretta?" chiese la rossa non capendo la sua agitazione, ma il Dottore non ebbe tempo di rispondere il Tardis tremò segnando la sua partenza, i tre dovettero tenersi saldamente per non cadere.

Con un tonfo la navicella si fermò e Donna cadde a terra nonostante si stesse tenendo saldamente.

"Tutto bene?" chiese Rose aiutandola ad alzarsi, tentando di non scoppiare a ridere.

"Oddio mi sembrava di essere su un ottovolante" Si lamentò ridendo, mentre riprendeva fiato.

"Allora dove siamo?" Rose si voltò verso il Dottore notando che dondolava sulla sue gambe sorridendo come un matto, pronto per quello che sarebbe successo.

"Giro del mistero." Disse, e Rose spalancò gli occhi dalla sorpresa.

"Giro di cosa?" chiese Donna

"Giro del mistero, vuol dire che potremmo essere ovunque nel tempo e nello spazio" spiegò Rose.

"Oltre quella porta potremmo trovarci in qualsiasi punto del tempo dell'immenso universo." Continuò cerimonioso il Dottore, mentre Donna eccitata guardava sia la porta sia il Dottore.

"Tutto bene?" chiese il Dottore.

"Terrorizzata!" rispose sincera Donna.

"Insomma la storia è una cosa, ma addirittura un pianeta." Disse con la voce un po’ stridula eccitata all'idea.

"Se vuoi, ti riporto a casa." Scherzò il Dottore guadagnandosi uno sguardo fulminante della rossa.

"Smettila di prendermi in giro." Si difese con grinta.

"Non dargli ascolta Donna, te lo fa a posta" Aggiunse Rose, afferrandola per un braccio.

"Capisco benissimo come ti senti, tutte quelle emozioni che sembrano esploderti nel petto: Paura, gioia, meraviglia, li proviamo anche noi, credimi." Continuò la biondina.

"Scherzi, dopo tutto questo tempo?" chiese a entrambi.

"Ovvio altrimenti perché continuare a viaggiare" intervenne il Dottore avvicinandosi alle due.

"Ok, d'accordo usciamo insieme" disse tirando Rose con sé verso la porta, per poi fermarsi nuovamente lasciando la presa su Rose.

"E' così pazzesco, sono nata a Chiswick, viaggiavo con pacchetti vacanza e ora guardatemi … questo è … è … non riesco neanche a trovare le parole adatte" Disse per poi uscire di corsa, trascinando di nuovo Rose.

Le due ragazze furono investite da una volata di vento freddo, un'immensa distesa di coltre bianca copriva l'intero paesaggio.

"Adesso lo so … ghiacciato" Urlò Donna infreddolita, nessuna delle due era preparata a un clima così freddo e rigido, dietro di loro il Dottore uscì dal Tardis.

"La neve" esclamò con un sorriso infantile, facendosi avanti a tutte e due.

"Neve vera, finalmente, mi mancava." Disse guardandosi attorno.

"Proprio come quella notte a Cardiff, ricordi?" disse rivolgendosi a Rose.

"Già … e non sarebbe male avere lo stesso abbigliamento."  Disse la ragazza tremante dal freddo, in effetti, una minigonna di jeans e una maglietta non erano per niente adatte al freddo.

"Fa un po’ freddo non trovi?" aggiunse Donna.

"Ma guardate che spettacolo" Disse allargando le braccia verso il paesaggio innevato davanti a loro.

"Già bellissimo, e freddissimo." Disse Donna battendo i denti.

"Per te è facile con quello non sentirai nulla." Si lamentò Rose saltellando da un piede all'altro.

"Milioni di pianete e milioni di galassie, e finiamo su questo." Continuò lui ignorando il commento di Rose.

"Molto bene. Bellissimo*" Aggiunse con un simpatico accento italiano, voltandosi verso le due che sforzarono un sorriso.

"Dice Donna: Nata a Chiswick, una vita fatta di lavoro e riposto." Continuò il Dottore iniziando a camminare tra la neve, Rose né approfittò entrò nuovamente nel Tardis portandosi anche Donna.

"Non credi che si accorgerà che non ci siamo?" chiese la rossa mentre di corsa attraversavano la stanza della console.

"Nah, quando inizia a parlare è capace di continuare per ore, ore, senza fermarsi mai." Rispose Rose gettandosi nella stanza del guardaroba che il Tardis aveva avvicinato alla console.

Grazie alla navicella le due riuscirono a trovare degli abiti adatti in pochissimo tempo, quando uscirono nuovamente il Dottore si era appena voltato a guardare verso le sue spalle.

"Scusa stavi dicendo?" chiese Donna con ironia mentre si riavvicinarono al Dottore.

"Meglio?" chiese lui

"Splendidamente" Rispose Rose sorridendo dolcemente.

"State comode?" chiese ancora lui.

"Ovvio." Rispose Donna mentre si avvicinava a loro.

"Sicura di stare comoda?" chiese guardando Rose, camuffata in un enorme giubbotto blu, sopra un paio di pantaloni neri.

"Certo che sì." Rispose la biondina guardandosi bene.

"Credo che sia rimasto male, perché ti sei tolta la minigonna" scherzò Donna, Rose si voltò a guardarlo notando un certo imbarazzo.

"Non dire fesserie" Si difese il Dottore.

"Stavo dicendo" iniziò cambiando discorso.

"Guardalo come cambia subito argomento" Scherzò ancora Donna.

"Cittadine delle Terra … " continuò il Dottore ignorandola, ma un rumore lo fece fermare, i tre guardarono in alto, vedendo un enorme razzo che sovrastava le loro teste.

"Un razzo, un vero razzo che mi venga un colpo!" esclamò Donna.

"Eccola una navicella spaziale, tu hai una scatola; quella è una Ferrari." Continuò Donna per poi cominciare a camminare, Rose trattenne una risata nel vedere la faccia delusa del Dottore che andava dal Tardis a Donna.

"Ma … ma …" tentò

"Su Dottore non prendertela" disse Rose afferandolo sotto braccio.

"Ringrazia che il Capitano Jack non era qui a sentire la battuta di Donna." Disse sorridendogli, e trascinarlo con sé, seguendo Donna.

Camminarono tra la neve per un po’, dimenticandosi quasi la direzione presa dal razzo che ormai era giunto a destinazione.

"Oddio ha visto quant'è alto?" disse Donna a Rose, mentre passavano su un ponte interamente ghiacciato.

"Sembra come in quel libro Le cronache di Narnia." Disse Rose aggrappandosi al braccio del Dottore.

"Credo che il razzo sia andato di là." Indicò il Dottore dritto davanti a loro, Rose ne approfittò lasciò la mano al Dottore e corse in quella direzione.

"Vediamo chi arriva prima" Urlò prima di scomparire.

"Non cacciarti nei guai" Urlò invece il Dottore, anche se la ragazza non poteva più ascoltarlo.

"Che vuoi che succeda in questo posto splendido?" aggiunse Donna avvicinandosi di più.

"Credimi Donna, quella ragazza attira i guai come una calamita" Avvertì il Dottore, Donna stava per risponderla ma venne interrotta.

"Dottore" Urlò Rose.

"Che ti dicevo" Disse andando verso la direzione che aveva preso Rose, Donna lo seguì.

I due raggiunsero la ragazza inginocchiata accanto ad un Ood morente tra la neve, il Dottore percepì nell'aria un suono, una specie di musica, sicuramente proveniva dall'Ood, la domanda che si poneva era se anche Rose era riuscita a sentirla.

"Che cos'è?" chiese Donna arrancando dietro il Dottore.

"Un Ood, si chiama Ood." Rose rispose a Donna.

"Puoi aiutarlo?" chiese Rose verso il Dottore, mentre tirava fuori il suo stetoscopio.

"Non lo so, non so dove hanno il cuore, non so neanche se hanno un cuore!" ammise il Dottore cercando di trovare il cuore.

"Ma la sua faccia" Donna aggiunse un po’ disgustata.

"E' un essere vivente Donna, solo un po’ diverso da noi." Continuò Rose, la rossa chiese scusa e s'inginocchiò accanto a lei.

"Cercate di parlargli tenetolo sveglio." Disse il Dottore.

"Stai tranquillo, loro sono i miei amici, Donna e il Dottore" Disse Rose accarezzandogli il petto.

"Come ti chiami?" chiese Donna un po’ impacciata.

"Designato Ood Delta 50" Rispose gentilmente voltandosi verso di loro.

"Lui è un Dottore è quel che ti serve, un Dottore" Tentò di rassicurarlo.

"Cosa ti è successo, lo sai?" chiese Rose.

"Il cerchio … il cerchio" Tentò di parlare con sofferenza.

"Non sforzarti a parlare" Gli disse Donna.

"Il cerchio deve essere spezzato" Aggiunse il povero Ood sofferente.

"Di quale cerchio parli?" chiese il Dottore.

"Delta 50, mi senti, Delta 50" tentò di chiamarlo il Dottore, l'Ood si voltò versò di lui e in un attimo aprì gli occhi e si avventò contro, i tre si allontanarono immediatamente notando che il colore degli occhi era diventato rosso, l'Ood si accasciò a terra ormai privo di vita.

"E' morto" Disse Donna avvicinandosi, il Dottore cercò di fermarla ma lei non ascoltò.

"Mi dispiace tesoro, siamo arrivati tardi." Disse Donna accarezzando la testa dell'Ood.

"Che facciamo, lo seppelliamo?" chiese ai due.

"Ci penserà la neve." Rispose il Dottore.

"Che cos'era? Cos'è un'Ood?" chiese Donna.

"Sono i servitori degli umani nel futuro" Spiegò brevemente Rose.

"In genere sono molto pacifici" Continuò il Dottore.

"Dottore, i suoi occhi" Disse Rose avvicinandosi a lui.

"Lo so!" rispose ricordando l'ultima volta che era successo.

"Che significa?" chiese Donna non capendo.

"Problemi." Rispose brevemente il Dottore iniziando a camminare, le due gli furono subito accanto.

"Rose come lo hai trovato?" chiese il Dottore piano.

"Ho sentito come un eco, una specie di canzone, perché?" chiese lei non capendo.

"Nulla solo curiosità." Rispose lui tranquillamente, le prese la mano e le sorrise.

 

Fine

Capitolo I

 

Note Finali: Spero davvero che questo capitolo vi sia piaciuto, e io spero tanto di non essere uscita dai caratteri dei personaggi, ripeto ho avuto diverse difficoltà.

Spero che continuiate a seguirmi, chiedo anche scusa per possibili errori di grammatica e punteggiatura.

KillerQueen86

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Capitolo 2
*** In aiuto degli Ood ***


Note dell'autore: Eccomi con il secondo capitolo, sono riuscita ad aggiornare con un solo giorno di ritardo e di questo ne sono più che felice, spero che comunque la storia continua a piacervi e spero di non deludervi.

 

 

Capitolo II

In aiuto degli Ood

 

Superarono un cancello e camminarono tra gli stabilimenti, il Dottore fece strada salendo su una scala, sia Donna che Rose lo seguirono. Si ritrovarono in alto e riuscirono a vedere una schiera di Ood che usciva in ordine da uno degli stabilimenti verso un'altra destinazione. Uno degli Ood cadde a terra e il soldato accanto a lui si avvicinò intimandogli di alzarsi con la frusta in mano.

"Ma non avevate detto che erano dei servitori?" chiese Donna

"Sembrano più degli schiavi" continuò

"La differenza non e mai molta, non trovi" disse Rose.

"Non era sembrato così l'ultima volta che gli abbiamo visti e non ho fatto domande" intervenne il Dottore

"Strano da parte tua" continuò Donna.

"Eravamo piuttosto presi da quello che stava succedendo" rispose Rose per entrambi.

"Al punto che non ho potuto aiutarli e sono morti, sono in debito con loro!" continuò il Dottore guardando dritto davanti a loro.

"Guardate, quello deve essere il capo" disse Rose, vedendo un uomo uscire da uno degli stabilimenti con altre persone dietro di lui.

"Sarà meglio che non ci veda, andiamo" invitò il Dottore spingendo entrambe via, scesero nuovamente le scale e si rimisero a camminare tra gli edifici, il Dottore tirò fuori la cartina del posto e si mise gli occhiali.

"Credi davvero di riuscire ad aiutarli?" chiese Donna.

"Suppongo, devo almeno capire che sta succedendo" rispose il Dottore.

"Gli occhi rossi da cosa pensi siano causati questa volta?" chiese invece Rose.

"E' quello che dobbiamo capire" le rispose il Dottore guardandosi attorno.

"L'ultima volta cosa era successo?" chiese invece Donna.

"Oh nulla di che, una specie di essere o entità, aveva preso il controllo degli Ood e volevano ucciderci" spiegò Rose con calma.

"E come avete fatto?" chiese ancora Donna.

"Abbiamo ucciso quell'essere e loro erano liberi, quasi" spiegò ancora Rose.

"Già, solo che rimasero su una specie di asteroide ed io non ho fatto in tempo a salvarli prima che finissero in un buco nero" aggiunse il Dottore.

"Allora dove pensi di andare?" chiese Rose avvicinandosi al Dottore guardando la cartina che teneva.

"Sono un po’ confuso, la cartina non è molto chiara" rispose corrugando la fronte e guardandosi attorno.

"Guarda qui, sembra una sezione non accessibile a tutti" disse lei indicando sulla cartina.

"Sembra un invito per noi, allora" scherzò lui sorridendole, all'improvviso dietro di loro un fischio si voltarono e Donna stava indicando una porta.

"Dove hai imparato a fischiare?" chiese il Dottore avvicinandosi e mettendo via la cartina e gli occhiali.

"Alle partite del West-End" rispose con un moto di orgoglio la rossa. Il Dottore prese il cacciavite sonico per aprire la porta.

"Cosa pensi che ci sia?" chiese Rose, proprio mentre la porta si apriva.

"Diamo un'occhiata" le disse sorridendo e agitando le sopraciglia. Entrarono e si ritrovarono in un grande magazzino pieno di container sistemati in diverse file.

"Woah sembra grande quasi quanto la soffitta del Tardis!" esclamò Donna guardandosi intorno, mentre s'inoltravano.

"Che cosa conteranno tutti questi container?" chiese Rose.

"Esportazioni di Ood" spiegò il Dottore, una mano meccanica si muoveva sopra le loro teste.

"Vedete, sollevano i container e li portano negli hangar dei razzi, pronti ad essere spediti in ogni angolo delle tre galassie" spiegò camminando con calma tra quei enormi container.

"Aspetta, mi stai dicendo che questi container sono pieni di Ood?" chiese Donna.

"Tu che pensi?" chiese ironico il Dottore; Rose si avvicinò ad uno di essi.

"Diamo un'occhiata all'interno?" chiese aprendone uno, trovandosi davanti molti Ood sistemati e in attesa di essere trasportati.

"Oddio che puzza!" disse Donna.

"Quanti saranno?" chiese Rose, il Dottore si fece avanti.

"Un centinaio? Forse anche di più." Rispose il Dottore

"Un immenso impero basato sulla schiavitù" affermò Donna con rabbia.

"Non è poi diverso dalla tua epoca" ammise il Dottore.

"Io non ho schiavi" si difese Donna

"Chi pensi che cucia i tuoi vestiti?" chiese ancora il Dottore con una punta di critica.

" Dottore …" stava per richiamarlo Rose.

"Ecco perché te ne vai in giro con noi umani" intervenne invece Donna.

"Non lo fai per mostragli l' Universo, ma per tiragli frecciatine gratuite" continuò Donna con rimprovero mettendo a disagio il Dottore e facendo scappare un piccolo sorriso a Rose.

"Scusa" disse mortificato

"Non scusarti, Spaceman" lo richiamò facendogli scappare un piccolo sorriso.

"Infondo il Dottore non ha tutti i torti, solo che da noi è meno visibile, ma c'è" continuò Rose.

"Credo che tu abbia passato un po’ troppo tempo con lui" le rispose Donna.

"Non capisco la porta è aperta, perché non scappate?" chiese Donna, uno degli Ood si avvicinò di poco spostando il suo traduttore.

"Per quale ragione?" chiese innocentemente.

"Per essere liberi" rispose Rose.

"Io non capisco questo concetto" continuò l'Ood

"Cos'è quella specie di palla per detersivo?" chiese ancora Donna.

"Serve per la traduzione, vero?" chiese Rose al Dottore.

"Non nasceranno con quella, vero?" chiese ancora la rossa.

"Ood la parola “cerchio” vi dice qualcosa?" chiese il Dottore, a quel punto le luci delle sfere degli Ood si illuminarono.

"Il cerchio deve essere spezzato." Dissero all'unisono, Rose iniziò nuovamente a sentire la musica che l'aveva condotta al primo Ood.

"Wow mettono un po’ paura" disse Donna timorosa guardando gli Ood.

"Dottore?" chiese confusa, tirandogli al mano.

"Che cos'è il cerchio?" chiese ancora il Dottore ignorando Rose e Donna.

"Il cerchio dev'essere spezzato." Continuarono gli Ood.

"Perché?" chiese ancora il Dottore.

"Così possiamo cantare." Continuarono gli Ood.

"Dottore, quella canzone" continuò Rose rendendosi conto che erano loro a cantare quella canzone che continuava a sentire.

"Lo so, la sento anch'io" le disse con calma, all'improvviso risuonò l'allarme.

"Oh questo è per noi, via" disse il Dottore prendendo la mano di Rose e uscendo dal container, seguiti come sempre da Donna.

"Ti ricordi da dove siamo arrivati?" chiese Rose correndo a perdifiato tra quei container.

"Più o meno!" disse continuando a correre, a Rose scappò un piccolo gemito di frustrazione sapendo che stava improvvisando come sempre.

"Dottore, c'è una porta." Disse Donna, Rose non fece in tempo a voltarsi che lei e il Dottore girarono l'angolo.

"Dottore, Donna è rimasta indietro" disse costringendolo a fermarsi.

"Dov'è finita?" chiese guardandosi indietro, ma un paio di soldati li raggiunsero bloccandogli la strada.

"Via" disse prendendo la mano di Rose e correndo via.

Corsero ancora per un po’, chiamando Donna; Rose non lasciava la presa sulla mano del Dottore, si voltò indietro e vide che nessuno li stava inseguendo.

"Dottore li abbiamo seminati" disse Rose fermandosi per riprendere un attimo il fiato.

"Dobbiamo trovare Donna" aggiunse lui accostandosi a uno dei contener.

"Credo che l'abbiano presa" continuò Rose, osservando il Dottore

"Che fai?" chiese poi non capendo perché avvicinava l'orecchio al contener.

"Cerco di capire se Donna è qui dentro", rispose lui un po’ scocciato.

"Tranquillo credo che la sentiremo da lontano" disse lei, poi sentirono un rumore metallico avvicinarsi verso di loro.

"Cos'è stato?" chiese Rose, i due si voltarono vedendo che il braccio meccanico si azionava avvicinandosi a loro.

"Non ci credo" disse Rose sorpresa

"Pronta?" chiese invece lui prendendole la mano.

"Sempre" rispose sorridendo per poi iniziare a correre, seguiti dal braccio meccanico, Rose lasciava che il Dottore la conducesse, e sapeva che in fondo anche lui si stava divertendo, insomma non capitava tutti i giorni una cosa del genere.

Il Dottore con la sua agilità e velocità la portava tra i container, assicurandosi che il braccio non si avvicinasse troppo a loro, spesso nelle curve per darsi spinta colpiva con il piede un container.

Davanti alla loro strada si trovarono dei contenitori sul pavimento, e il braccio era troppo vicino a loro per fermarsi, con una spinta il Dottore portò Rose davanti e senza rendersi conto si ritrovò a terra con lui che la proteggeva, vide il braccio scendere a grande velocità su di loro, per poi fermarsi improvvisamente a qualche metro di altezza da loro.

"Si … si è fermato?" chiese Rose con il fiato corto e il corpo del Dottore ancora su di lei.

"Sembra di sì, stai bene?" chiese lui guardandola.

"Sì." Rispose sorridendo, si guardarono un attimo e scoppiarono a ridere.

"C'è mancato poco" scherzò lui non riuscendo a trattenere la sua risata.

"Aspetta di raccontarlo a Donna, non ci crederà mai." Continuò Rose.

Le loro risate furono bruscamente interrotte nel sentire qualcuno caricare un fucile, si voltarono trovandosi diversi ragazzi che gli puntarono delle armi.

 

Fine

Capitolo II

 

Note finali: Ci saranno diversi errori di grammatica e punteggiatura, già me lo so, e vi chiedo scusa, spero in futuro di correggerli.

KillerQueen

 

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Capitolo 3
*** Epilogo ***


Note dell'autore: Eccomi con il terzo e ultimo capitolo di "Il canto degli Ood", avverto che non mi soddisfa neanche un po’, forse la parte iniziale e finale, quindi chiedo perdono in anticipo, e vi prometto di impegnarmi un po’ di più nella prossima storia.

PS Come già detto sulla pagina di Facebook, chiedo scusa a tutte le ragazze che hanno recensito e non hanno avuto risposta, ho iniziato a frequentare un corso professionale e mi tiene occupata molto, ma spero di mantenere il mio solito ritmo anche per quanto riguarda gli aggiornamenti.

 

Capitolo III

Epilogo

 

Il Dottore, Donna e Rose entrarono in un altro magazzino, Rose deglutì riuscendo a sentire più chiaramente il canto che aveva udito prima, si fece avanti, mentre Donna si guardava attorno.

"Perché l'hai fatto? Siamo chiusi qui dentro" si lamentò Donna vedendo il Dottore bloccare la serratura con il cacciavite sonico.

"Shhh, ascolta Donna" disse Rose ferma davanti a loro guardando il buio della stanza davanti a lei.

"Riesci a sentirla?" chiese il Dottore avvicinandosi con una piccola luce portatile.

"Più chiaramente di prima" gli rispose senza spostare lo sguardo, Donna si avvicinò.

"Ma di che state parlando voi due?" chiese la rossa, che però fu completamente ignorata.

Il Dottore fece strada e le due in silenzio lo seguirono, scesero le scale, il suono si fece ancora più forte e Rose ebbe delle fitte alla testa, si appoggiò al muro un attimo e il Dottore si avvicinò.

"Tutto bene?" chiese preoccupato.

"Si, solo che sta diventando molto forte" gli rispose riprendendo a camminare.

"Tranquilla, il Tardis eviterà di peggiorare la situazione" la tranquillizzò afferrandola per mano.

"Cosa sta diventando più forte?" chiese ancora Donna.

"Davvero non lo senti?" chiese Rose seguendo il Dottore, si fermarono una volta scese delle scale, si guardarono attorno, il Dottore puntò la luce davanti a loro.

"C'è qualcosa lì" disse Donna strizzando gli occhi per mettere a fuoco, Rose fece qualche passo in avanti.

"Sono degli Ood" disse la biondina, il Dottore si avvicinò e con una leva fece luce illuminando una piccola cella con cinque Ood seduti a terra a semicerchio. Gli Ood illuminati alzarono lo sguardo verso loro per poi allontanarsi dalle sbarre, portando al petto le mani che nascondevano qualcosa.

"Hanno qualcosa in mano." Osservò Rose avvicinandosi di qualche passo, fino a giungere davanti alle sbarre per guardare meglio.

"Sembrano diversi dagli altri" disse Donna; Rose riusciva a sentire ancora più intensamente il canto che l'aveva accompagnata, era straziante le sembrava quasi di provare il loro dolore.

"Questi sono Ood ancora integri, prima del trattamento, prima dell'adattamento alla schiavitù"  disse avvicinandosi a Rose, che si era piegata in ginocchio.

"Incontaminati" continuò piegandosi sulle ginocchia, Donna seguì il suo esempio accanto a lui.

"Questo è il loro canto" disse il Dottore notando Rose quasi incantata e con gli occhi lucidi, le strinse la mano.

"Io non riesco a sentire" ammise Donna aggrappandosi alle sbarre, il Dottore si voltò verso di lei.

"Vorresti sentirla?" chiese titubante, lasciando la mano di Rose.

"Si" rispose la rossa decisa, i due si guardarono, il Dottore indeciso sul da farsi.

"Devi esserne convinta Donna" aggiunse Rose con la voce un po’ tremante, senza staccare lo sguardo dagli Ood.

"E' il canto della prigionia" specificò il Dottore.

"Fammelo ascoltare" disse Donna convinta

"Guardami" la invitò appoggiando le mani sul suo viso, sfiorando le tempie con le dita, chiuse gli occhi concentrandosi.

"Apri la mente e ascolta " disse lasciando che la mente di Donna potesse toccare quella degli Ood.

"Ecco Donna" la rossa si voltò verso gli Ood imprigionati.

"Fallo smettere" disse dopo un po’ con le lacrime agli occhi e la voce tremante.

"Sicura?" chiese ancora il Dottore.

"Non lo sopporto" ammise scuotendo la testa e continuando a piangere, il Dottore la accontentò, mise nuovamente le mani sul suo viso e spezzò il collegamento.

"Mi dispiace" disse ancora

"Tranquilla" la assicurò il Dottore

"Ma …. Voi continuate a sentirla?" chiese guardando anche Rose, il Dottore si voltò verso la biondina accanto a lui.

"Si" ammise lei con la voce tremante e le lacrime agli occhi.

"Rose, io …" iniziò il Dottore con dolcezza, lei scosse la testa, asciugandosi una lacrima.

"No, va bene, posso sopportare" disse sforzandosi di avere la voce calma, il Dottore fece scivolare la sua mano in quella di lei.

 

 

Furono ammanettati tutti e tre in un ufficio, da un soldato, mentre un medico e il dirigente erano davanti a loro, con un Ood a loro fianco.

"Dovevate dirlo subito, attivisti Ado vero?" chiese il dirigente sprezzante davanti a loro.

"Se intendete Amici degli Ood allora la risposta e si" rispose il Dottore infuriato.

"Gli Ood non erano niente senza di noi, solo animali che erravano tra i ghiacci" rispose saccente l'altro.

"Perché lei non può sentire il loro canto, non vuole vedere che gli Ood sono esseri viventi come noi" rispose Rose aggressiva.

"Ci hanno dato il benvenuto, non si sono ribellati" continuò l'uomo davanti a loro, con un sorriso sfacciato in viso.

"Senti che idiota" lo insultò tranquillamente Donna, facendogli togliere il sorrisino dal suo viso.

"Nascono tenendo in mano il loro cervello, non lo capisce, sono persone pacifiche e devono esserlo perché si fidano di chiunque incroci il loro cammino" continuò la rossa, facendo scappare un sorriso soddisfatto a Rose e ricevendo i complimenti del Dottore.

"Il sistema funziona da duecento anni, si tratta solo di una partita difettosa" disse l'altro incurante di ciò che aveva appena detto Donna.

"L'infezione ormai sta per essere eliminata" disse per poi ordinare con il suo comunicatore.

"Che diavolo pensa di fare?" chiese Rose, preoccupata.

"State per sterminarli?" chiese infuriato il Dottore dopo aver sentito la risposta all'ordine.

"Uccidere il bestiame, così hanno eliminato l'afta zootica in passato, funziona ancora" si giustificò l'altro.

"Ma quelli non sono solo del bestiame, sono essere coscienti" disse Rose furiosa. Poco dopo la loro discussione fu interrotta da una serie di allarmi e colpi di pistola.

"Che succede?" chiese Donna al Dottore, mentre gli altri abbandonarono la stanza.

"Non lo so, ma intendo scoprirlo" disse iniziando ad agitarsi, nel tentativo di liberarsi, nonostante avessero le pistole puntate, ancora contro.

"Usare il cacciavite sonico non sarebbe una cattiva idea, sai" gli propose Rose sorridendo ai due tizi armati che avevano davanti a loro.

"Si, è solo un po’ complicato arrivarci" ammise il Dottore cercando di liberarsi le mani senza farsi scoprire. Halber e gli altri tornarono nella stanza agitati e nervosi.

"Cambio di programma" disse Halber entrando come una furia.

"Non abbiamo notizie di problemi esterni, la crisi è limitata all'Ood Sfera" spiegò con più calma di tizio con il camice bianco che seguiva Halber da per tutto.

"Allora abbiamo l'obbligo di fermarla, prima che si propaghi" disse Halber.

"Che succede"? Chiese il Dottore

"Quello che volevate, Dottore, la polizia farà delle indagini appena questo posto sarà sterilizzato e non voglio rimetterci la testa" disse, per poi sorridergli.

"Vi lascerò alla mercé degli Ood" disse infine per poi avviarsi via.

"Ma c'è qualcos'altro, vero? Qualcosa che non abbiamo visto?" chiese il Dottore facendoli fermare.

"Che vuoi dire?" chiese Rose

"Una creatura non può avere due cervelli separati, entrerebbero in conflitto" spiegò il Dottore, si voltò nuovamente verso Halber.

"Deve esserci qualcos'altro, un terzo elemento." Continuò quasi con sfida

"Ha indovinato, molto arguto" gli rispose con tranquillità l'altro.

"Ed è sicuramente collegato agli occhi rossi, non è vero?" questo fece scattare Halber che si avvicinò al Dottore minaccioso.

"Si, ma non esisterà ancora a lungo, godetevi i vostri Ood" disse infine uscendo dalla stanza, seguito dagli altri.

"E ora di fuggire" disse Rose iniziando ad agitarsi come gli altri due, tentando di liberarsi le mani dalle manette.

"Vuoi fare qualcosa, sei tu che conosci tutti i trucchi" lo richiamò Donna.

"Non hai mai sentito parlare di Houdini?" continuò la rossa.

"Si, ma era troppo impegnato a fare il gradasso con lui, per ascoltare i suoi trucchi" rispose Rose, il Dottore alzò gli occhi al cielo grugnendo infastidito.

"Chissà perché non mi sorprende" si lamentò la rossa.

"Ohi, queste sono manette molto buone, è difficile liberarsi" si difese lui.

"Bene, allora le potremmo regalare a Jack, sono sicura che apprezzerà" disse sarcastica Rose, all'improvviso una porta davanti a loro si aprì e degli Ood dagli occhi rossi entrarono avvicinandosi a loro minacciosi.

"Perché le situazioni svolgono sempre al peggio per noi" chiese ironicamente Rose.

"Ahm… Dottore-Donna- Rose amici" "Il cerchio deve spezzarsi" dissero i tre all'unisono con urgenza mentre gli Ood continuarono ad avvicinarsi, per poi fermarsi a pochi centimetri da loro, abbassare il traduttore piegare la testa, quando la rialzarono i loro occhi erano tornati normali

"Dottore-Donna-Rose amici" disse uno dei tre, i tre poterono sospirare.

"Si, siamo noi oh si" disse entusiasta il Dottore, seguito dai gridolini di gioia delle sue compagne.

 

Stava preparando il te, si era riscaldata con una bella doccia calda, e adesso prima di andare a dormire aveva proprio voglia di una tazza di te caldo con un po’ di quel miele che aveva comprato in quell'asteroide in cui il Dottore l'aveva portata un po’ di tempo fa. Con la spalla teneva il telefono all'orecchio mentre la madre parlava del più e del meno, con un cucchiaino assaggiò il miele dolce dal barattolo.

"Si, mamma è tutto a posto, sto per andare a letto" disse  mentre preparava la sua tazza con lo zucchero e la bustina da the.

"Nulla le solite cose, tu come stai?" chiese cambiando discorso sarebbe stato complicato per lei spiegarle com'era andata l'ennesima avventura con il Dottore. Mentre sua madre le raccontava, un po’ com'erano andate le cose a lei, nella cucina entrò il Dottore con le mani in tasca e guardandosi in giro, Rose gli sorrise e preparò una tazza di tè anche per lui.

"Ok, mamma, ci sentiamo presto, te lo prometto" disse mentre il bollitore fischiettava

"Sì, tranquilla, ti voglio bene anch'io" la salutò infine chiudendo la chiamata, mise il cellulare in tasca e versò l'acqua nelle tazze portandole al tavolo dove il Dottore si era accomodato.

"Tutto a posto?" chiese mentre la biondina si metteva accanto a lui.

"Sì, era mamma" disse e il Dottore fece una smorfia infastidita, Rose sorrise.

"Donna?" chiese il Dottore guardandosi attorno.

"Si sta riscaldando con un bagno caldo, credo che ne avesse bisogno" rispose, soffiò piano sulla tazza e la porto alle labbra assaporando il calore della bevanda, in testa una domanda continuava a rincorrere i suoi pensieri.

"Come ti senti?" chiese il Dottore guardandola con attenzione, senza nascondere la sua preoccupazione.

"Bene" gli disse tranquillizzandolo sorridendogli dolcemente.

"Ho solo un po’ di ronzio ma nessun dolore insopportabile" continuò lei con tranquillità, il Dottore le sorrise soddisfatto della risposta.

"Ottimo, la nostra vecchia amica sta impendendo che il collegamento tra noi sia troppo dannoso per la tua mente" spiegò in un solo fiato per poi prendere un sorso dalla sua tazza di te, Rose appoggiò la testa sulla sua spalla che le diede un dolce bacio sulla testa.

Rimasero in silenzio per un po’, godendo compagnia dell'altro in assoluta tranquillità e sorseggiando il loro te.

"Dottore, posso farti una domanda?" chiese con calma alzando la testa dalla sua comoda postazione.

"Certo" gli rispose sorridendo

"Che cosa voleva dire Ood Sigma prima?" chiese a brucia pelo prima che potesse pentirsene, il sorriso del Dottore si spense un po’ e volse lo sguardo altrove.

"Non lo so" le disse. Sapeva che stava mentendo, lo conosceva ormai bene, e sapeva quando le mentiva come adesso, qualcosa in quelle parole lo aveva colpito, ma sapeva che non serviva a nulla insistere, lui non le avrebbe detto la verità, e anche se a questo non riusciva ad abituarsi, lo lasciò fare.

 

Fine

 

Note dell'autore: Forse un po’ troppo frettoloso sul finale, ma credetemi ho avuto diverse difficoltà nel realizzare questo capitolo finale, fin'ora questo è stato l'episodio più difficile da riscrivere con Rose.

Cmq spero che nonostante gli errori e altro continuate a seguirmi, alla prossima.

                          KQ

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