Incomprensioni

di adg
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1-Finalmente ***
Capitolo 2: *** 2-Conoscenza ***
Capitolo 3: *** 3-Ah! ***
Capitolo 4: *** 4-C.V.D. ***
Capitolo 5: *** 5-Party! ***
Capitolo 6: *** 6-Felicitazioni vivissime! ***
Capitolo 7: *** 7-Bravo bravo! ***
Capitolo 8: *** 8-No after-party grazie!!!! ***
Capitolo 9: *** 9-Alice ***
Capitolo 10: *** 10-Risiko ***
Capitolo 11: *** 11-Harvard ***
Capitolo 12: *** 12-Promesse ***
Capitolo 13: *** 13-Eddy ***
Capitolo 14: *** 14-Armature e Damigelle ***
Capitolo 15: *** 15-Preparativi ***
Capitolo 16: *** 16-Primo appuntamento ***
Capitolo 17: *** 17 - Chiarimenti ***
Capitolo 18: *** 18-Ops! ***
Capitolo 19: *** 19-Immobile ***
Capitolo 20: *** 20-Tempo ***



Capitolo 1
*** 1-Finalmente ***


Capitolo 1 – Finalmente

 

Non avevo mai creduto nell'amore, specialmente in quello a prima vista, secondo me il peggiore, ma era inaspettatamente giunto il momento per me di ricredermi.

Mi trovo in un centro commerciale per ritirare dei vestiti presso la solita tintoria, compio quella mansione automaticamente almeno una volta a settimana, anzi a dirla tutta mi pesa non poco, mi fa perdere una ventina di minuti e dopo una giornata intensa in ufficio non desidero altro che fare una doccia, mangiare qualcosa e vedere qualche amico o amica, dipende!

Ecco fatto, ho ritirato i miei completi posso finalmente far ritorno alla mia tana, devo escogitare un modo per evitare questa seccatura, sto passando davanti all'ennesimo negozio di scarpe quando qualcosa spinge il mio occhio a guardare all'interno e tutto accade in una manciata di secondi. Dalla vetrina scorgo la donna della mia vita, quella che immagino nella mia testa da anni, da sempre.

Indossa un vestito bianco morbido con una gonna al ginocchio plissettata che accarezza il suo corpo dolcemente, le sue movenze sono musica, di corporatura esile, ha dei lunghi capelli castani che terminano con dei boccoli, il viso riesco solo ad intravederlo eppure mi sembra bellissima, perfetta. Il naso è piccolo e dritto, le labbra sono piccole e piene, i lineamenti mi appaiono dolci, ma non riesco a vedere i suoi occhi.

Solo ora mi rendo conto di essermi fermato, sono in piedi, immobile, inebetito dalla sua bellezza e l'unica cosa che chiedo è che sollevi il suo sguardo verso di me e mi regali magari anche un sorriso.

Lei ovviamente non mi presta alcuna attenzione, è troppo concentrata sulle scarpe dal tacco alto che sta misurando, le guarda ma sembra poco convinta, tira su un po' la gonna per vedere l'effetto che fanno così ed in quel preciso istante noto le sue gambe, sono mozzafiato, magre ma ben tornite e lunghe. Le immagino avvolgermi nel momento della passione e qualcosa in me si ridesta, mi accorgo dell'effetto che ha avuto su di me quel semplice gesto, cerco di muovermi, di riprendere possesso delle mie facoltà, ma nulla, sembro sotto l'effetto di qualche strano anestetico, il mio cervello è vigile, il mio corpo reagisce agli stimoli ma non ai miei comandi, non riesco a muovermi, sono lì fermo e continuo a fissarla, voglio andar via, reagire ma non riesco, prego che non mi noti, anzi no, prego che mi noti e mi sveli i suoi occhi, poi scomparirò tra la folla del centro commerciale.

Ecco fatto. E' successo. Finalmente mi sono innamorato per la prima volta nella mia vita. L'ho trovata, è lei. E' vero tutto quello che si dice in proposito, è sufficiente uno sguardo.

Lei ha appena sollevato il suo viso su di me, mi sta fissando, sembra legata ai miei occhi, tutto il resto del mondo è fuori. Ha dei caldissimi occhi castani, potrebbero sembrare comuni, forse lo sono ma per me sono la cosa più unica dell'universo, sono gli occhi della donna della mia vita, della mia futura moglie, della madre dei miei figli. Sono sicuro, vedo già il nostro futuro.

Lei sistema nervosamente una ciocca di capelli dietro l'orecchio, inclina la testa leggermente ed infine abbassa lo sguardo evidentemente imbarazzata dal mio strano atteggiamento.

Mi ridesto, le sorrido, finalmente il mio cervello elabora un comando che le mie gambe eseguono, mi dirigo verso l'entrata del negozio, lei mi segue con lo sguardo attraverso le vetrine, sorride imbarazzata probabilmente ha intuito le mie intenzioni, forse dovrei fermarmi nel vicino negozio di fiori e farle dono di un fiore ma lascio perdere, ho fretta, sono arrivato davanti all'ingresso, saluto la commessa che mi chiede se ho bisogno d'aiuto, declino educatamente, la cerco con lo sguardo ed eccola lì.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** 2-Conoscenza ***


Capitolo 2 – Conoscenza

 

Mi avvicino a grandi passi, impacciato dall'imbarazzo del momento e dai vestiti che ho caricato in spalla.

Sono ad un passo da lei, da vicino è ancora più perfetta. Lei mi guarda a bocca aperta, capisco che la cosa possa sembrarle strana, lo sembra anche a me. Ebbene devo dire qualcosa, rompere il ghiaccio ma come? Mi passo nervosamente una mano fra i capelli e decido di essere completamente sincero con una donna per una volta nella mia vita, mi schiarisco la voce e le dico tutto di un botto:

“Ciao scusami se sono inopportuno, ma non appena ti ho vista ho provato l'impulso irrefrenabile di conoscerti”

Lei mi guarda sorride, il mio fascino deve aver fatto colpo ancora una volta, non ho mai avuto difficoltà con le donne, sono un uomo piacente e ne sono assolutamente cosciente.

Aggiungo “Mi chiamo Edward, Edward Cullen e tu sei?”

Adesso sentirò la sua voce per la prima volta, mi guarda in evidente imbarazzo, forse soggezione e … “Scusami, non vorrei sembrarti maleducata, ma davvero pensi che possa in qualche modo credere a ciò che hai appena detto? Credi davvero che sia così disperata da cadere ai piedi del primo bellimbusto che mi dice qualcosa di carino? Mi dispiace non so quante volte questa tua tecnica ti abbia portato dei risultati e di che tipo, ma purtroppo con me non funziona, anzi e adesso se volessi usarmi la cortesia di lasciarmi finire qui, te ne sarei davvero molto riconoscente!”

Resto basito, mi sta scaricando, anzi no lo scaricare prevede un qualcosa di precedente che qui manca totalmente, mi sta falciando le gambe e l'orgoglio, cerco di riprendere il controllo di me e chiarire la mia posizione: “Scusa, ripeto non volevo in alcun modo essere inopportuno e devo esserti sembrato un playboy da quattro soldi, sono davvero rimasto colpito da te e non mi era mai successo nulla del genere prima d'ora, ma capisco che per te non sia stata la stessa cosa, mi dispiace ti lascio alle tue scarpe!” Le guardo i piedi e anche quelli mi appaiono perfetti, basta devo smetterla “Se posso permettermi un consiglio i sandali, dovresti scegliere i sandali”

Abbassa lo sguardo sulle scarpe e io ne approfitto per togliere il disturbo quando sento: “Isabella e … avrei una gran sete!”

Mi volto verso di lei con un gran sorriso stampato in volto e lei risponde sorridendo e abbassando lo sguardo. Adoro quando lo fa. Si siede sul divanetto ed accavalla le gambe per slacciare le scarpe, per la seconda volta nel giro di meno di cinque minuti mi ricordo di essere un uomo.

 

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Capitolo 3
*** 3-Ah! ***


Capitolo 3 – Ah!

 

Siamo seduti al tavolino di un bar, dopo aver ordinato e pochi convenevoli lei prende la parola “Edward non vorrei darti l'impressione sbagliata, ho accettato, anzi no ho proposto di bere qualcosa insieme perché … non lo so perché in realtà, credo di essere rimasta colpita dalla tua reazione al mio rifiuto, credevo ti saresti messo sulla difensiva, immaginavo già di dover discutere con te per i miei modi non molto … accomodanti, ma sai non mi capita spesso che un bel ragazzo entri in un negozio e davanti a delle commesse mi confessi il suo interesse! Mi hai colta alla sprovvista, non ho saputo rea ...”

L'unica cosa che la mia mente ha registrato di quel breve monologo è il fatto mi trovi un bel ragazzo, devo lanciarmi e subito “Allora credi io sia un bel ragazzo?”

“Non credo sia la prima volta che qualcuno, o meglio qualcuna, ti rivolge un complimento simile!” Beh onestamente no ma lei? Ha degli specchi in casa? “Neanche a te credo!”

“No, non di certo, ma è la prima volta che mi capita cosììììì ... platealmente, questo si”

“Platealmente?”

“Non dirmi che non ti sei reso conto delle tre commesse che guardavano la scena con aria sognante ed occhi a cuoricino, probabilmente questo sarà stato il picco della loro settimana lavorativa”

Davvero? Non eravamo – non siamo – soli al mondo? “Devo essere sincero non mi sono accorto di nulla, altrimenti, se lo avessi fatto probabilmente non ne avrei mai avuto il coraggio”

“Sei timido? Non sembri”

“No, non sono timido ma riservato si e su certe cose sono … mmmhhh quasi omertoso”

“Addirittura”

“Già!”

“Quindi devo averti proprio colpito!”

“Stregato direi”

“Vedi sono queste risposte così … da serie televisiva che mi hanno fatta dubitare”

“Scusa la non originalità ma credo che l'importante sia il concetto e non come lo si esprime”

“Sarà … comunque prima mi hai interrotta mentre ti stavo dicendo qualcosa di importante, io Edward in realtà non vorrei averti dato un'impressione sbagliata”

“In che senso?”

“Nel senso che … ho un ragazzo Edward e ne sono innamorata, pazzamente innamorata!”

“AH!”

No, evidentemente non siamo soli al mondo!

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Capitolo 4
*** 4-C.V.D. ***


Capitolo 4 – C.V.D.

 

Cosa mi aspettavo? Credevo davvero che solo io avessi notato la sua naturale bellezza, credevo davvero che lei aspettasse me come io aspettavo da sempre lei? Ma cosa mi era saltato in mente, non avrei mai dovuto mettere da parte la mia proverbiale razionalità per un'insana attrazione. E adesso come ne sarei uscito con un minimo di dignità ancora in tasca? Facendo lo splendido? Minimizzando l'accaduto?

E' di nuovo lei a spiazzare ogni mai reazione.

“Edward? Edward ci sei? Scusa non volevo ci rimanessi male, ecco perché non sono stata così diretta subito”

Perfetto, le faccio anche pena. “No, no scusami è che non mi aspettavo una cosa del genere, te l'ho detto non ho pensato a nulla, ho solo agito e nemmeno per un secondo l'idea che tu potessi già avere qualcuno mi ha sfiorato”.

E' in imbarazzo, ma il suo è niente se il metro di paragone sono io.

Sta dicendo qualcosa “Può succedere, ma questo non vuol dire che non si possa ...”

No ti prego, fa che non dica che nulla ci impedisce di essere amici. Datemi una pietra da legarmi al collo voglio farla finita, lanciarmi dal primo ponte e trovare la morte! “No, ti prego Isabella non dire …”

“Bella”

“Come scusa?”

“Chiamami Bella, non mi piace essere chiamata con il mio nome per intero, mi ricorda quando da piccola la combinavo, solo in quelle occasioni venivo chiamata con il mio nome per intero. Per gli amici sono Bella”

Ecco giust'appunto “CVD!!!” mormoro a mezza bocca.

E lei “Cosa hai detto Eddy?”

Eddy? No, non ci siamo, siamo già ai nomignoli? Non voglio essere tuo amico, tutt'al più amante, ma cosa sto pensando, quale amante? Però anche l'amante non è poi così male, aaaahhhhh!!! Nessuno può chiamarmi Eddy “No niente, comunque Isabella, anzi Bella, non credo sia il caso di far finta di essere amici, io non voglio essere tuo amico, se ho fatto tutto quello che ho fatto è per essere qualcosa di più di un amico. Credo sia il caso di finirla qui. E' stat ...”

“Cosa vuol dire CVD?”

“Niente, lo diceva sempre la mia prof di matematica del Liceo, CVD: come volevasi dimostrare”

“Quindi?”

“Quindi cosa?”

“Perché hai detto CVD?”

“Ti semplifico il concetto, non voglio essere tuo amico!” dico brusco.

Lei si alza in piedi, mi fissa con aria dura “Perfetto, per me va benissimo, spero che il Signore non faccia mai più incrociare le nostre strade! Ti saluto Edward Cullen, non è stato un piacere! A mai più” Sta andando via e la sento borbottare qualcosa del tipo “Che gran cafone!”, penso di doverle rispondere a tono ma in fondo è vero, sono stato un cafone e adesso voglio solo andare a casa e dimenticare l'innamoramento/disinnamoramento più veloce della storia.

Devo trovare assolutamente un modo per non andare più in tintoria.

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Capitolo 5
*** 5-Party! ***


Capitolo 5 – Party

 

Sono due settimane che ho cambiato tintoria.

In questi giorni mi è capitato spesso di ripensare a quanto è successo con Bella, no non Bella ma Isabella, cerco di impormi un certo distacco, il mio orgoglio è a pezzi ed il mio umore ne ha risentito molto. La mia famiglia ha capito che c'è qualcosa di diverso, qualcosa che non va, ma io evito qualunque commento, battuta o frecciatina.

Mi è capitato non solo di pensarla, ma anche di sognarla. E che sogno!

No basta, non devo pensarci.

Mi sanguina il cuore, non tanto perchè ho perso l'amore della mia vita ma perchè mi brucia la figuraccia, in realtà eravamo solo noi due, non abbiamo amicizie in comune quindi nessuno verrà mai a sapere l'accaduto, ma nonostante tutte queste mie rassicurazioni mentali … mi brucia.

In queste due settimane mi sono “distratto” molto, o meglio ho cercato. Solo bionde. Ogni ragazza mora riporta il mio pensiero a lei e non voglio.

Stasera uscirò con Catherine, da sempre si professa innamorata di me ed ho finalmente deciso di darle/darci una chance. E' una gran bella ragazza, purtroppo mora, ma non ha molto carattere, è troppo accondiscendente per i miei gusti, non lo è in generale e verso tutti ma lo è con me e tanto basta per renderla insipida ai miei occhi. Proviene da una famiglia bene e questa sera mi ha costretto ad accompagnarla ad un party tenuto da un suo carissimo amico per festeggiare non ho capito bene io cosa, forse il fidanzamento non so, non prestavo particolare attenzione alle sue parole, mi è bastato sentire pronunciare nella stessa frase “party” e “poi casa mia” per convincermi.

Mia sorella Alice è esaltata per questo evento, verrà anche lei accompagnata dal suo storico fidanzato Jasper, dice che sarà un party molto sontuoso e che faccio bene a non mancare, anche a livello lavorativo potrebbe esserci un buon ritorno … altro buon motivo per andare, il sesso e il lavoro, manca solo una partita alla playstation con gli amici e poi il cerchio è chiuso e la perfezione raggiunta.

Mi preparo, indosso lo smoking, scompiglio ad arte la mia chioma e parto alla volta della casa di Catherine. Lei stasera è davvero bella fasciata da un tubino nero, certo non il massimo dell'originalità ma chi sono io - che indosso uno smoking nero d'ordinanza - per poter dir qualcosa in fatto di originalità? Certo una nota di colore nella coppia non avrebbe stonato, sembriamo due invitati ad un funerale più che ad un fidanzamento. Chissà!

Il luogo del ricevimento è una villa molto elegante di proprietà della famiglia di lui, non posso definirmi propriamente un nullatenente ma il ragazzo non scherza, viaggia in prima!

La casa è affollata, lui deve essere proprio orgoglioso della futura sposa per aver invitato l'intera città. Intravedo Alice e Jasper, con loro anche mio fratello Emmet e la sua ragazza Rosalie. Facciamo due chiacchiere, beviamo qualcosa quando Catherine si allontana per andare a salutare il padrone di casa, torna a braccetto di un gran bel ragazzo biondo, distinto, forse un po' snob. Se fossi innamorato o anche semplicemente più preso di Catherine credo che sarei geloso del suo “carissimo” amico o almeno dovrei esserlo. Ma non è questo il caso. Nessuna ha mai scatenato in me quel sentimento irrazionale che è la gelosia, fatta eccezione per mia sorella e mia madre ovviamente. Forse Bella, anzi Isabella, avrebbe sicuramente suscitato quel sentimento in me, tecnicamente lo aveva già fatto ad essere onesto, quando mi aveva detto di avere un ragazzo e di esserne pazzamente innamorata.

Catherine si sta rivolgendo a me, devo scacciare via certi pensieri “Edward questo è Sebastian Valmont un mio carissimo amico, padrone di casa che stasera ufficializzerà il suo fidanzamento con una delle ragazze più belle ed invidiate della città, Sebastian lui è Edward Cullen il mio ragazzo”

Che strano, il suo ragazzo, cerco di metabolizzare l'effetto che questa definizione ha su di me, intanto Sebastian mi sta dicendo qualcosa “... Sebastian e tu dovresti essere il famosissimo Edward di cui Cathe parla da una vita!” e lei “Sebastian ti prego!!! Non mettermi in imbarazzo non siamo soli, loro sono Alice ed Emmet Cullen, fratelli di Edward e loro sono Rosalie e Jasper Hale i loro accompagnatori”

“Piacere Sebastian, scusate i miei modi, ma credo che voi tutti siate in grado di comprendere il rapporto amicale che c'è con Cathe. Comunque … vorrei potervi presentare la mia incantevole fidanzata prima dell'annuncio, ma non la vedo in giro deve essere stata risucchiata dal suo gruppo di amiche che non vedevano l'ora di poterla prendere un po' in mezzo dato il suo innato riserbo!!! Mi auguro vi divertiate, adesso purtroppo devo lasciarvi tra poco ci sarà l'annuncio e devo sincerarmi che la mia futura moglie non sia scappata a gambe levate, lei odia essere al centro dell'attenzione. A più tardi”

“Vai pure Sebastian” risponde melliflua Catherine “e dai un bacione alla matta da parte mia, più tardi spero di vederla per farle le mie congratulazioni di persona!”.

Non appena il nostro ospite si allontana le ragazze iniziano a spettegolare sulla sua innegabile bellezza, devo infatti convenirne anch'io, nonché sulla fortunatissima fidanzata.

Intanto, tra una chiacchiera e l'altra con i ragazzi ed una sbirciatina alle invitate tutte tirate a lustro per l'occasione, continuo a guardarmi annoiato intorno alla ricerca non so bene neanche io di cosa quando la mia attenzione viene attirata - come tutti del resto - da un colpo di tosse ad un microfono, è Sebastian, deve essere giunto il momento dell'annuncio.

“Signore e signori” bla bla bla non presto alcuna attenzione alla filippica sulla sposa fantasma - ormai sono curioso anch'io di vederla, sto iniziando a sospettare che non ci sia nessun fidanzamento da festeggiare ma che tutti stiano cercando solo una scusa per far baldoria a spese altrui - solo nel momento in cui odo un nome il mio cervello torna alla festa “ … sono orgoglioso di presentarvi Isabella Marie Swan, Bella la donna che mi ha rapito il cuore, la mia futura moglie!”

No, questo è uno scherzo ed anche di pessimo gusto. Non può essere, devo essere di fronte ad un caso di omonimia, non può essere la stessa Bella, la mia Bella. Ma quale mia!

Si leva un rumoroso applauso ed una ragazza, dal portamento sensuale ma intimidito, avvolta in un elegantissimo abito lungo di una deliziosa tonalità di blu si fa largo tra la folla e raggiunge il piccolo palco dal pianoforte.

E' il momento della verità per me, sta per voltarsi.

Raggiunge Sebastian lo bacia appassionatamente sulle labbra e si volta, è lei.

E' la mia Bella che timida nasconde il viso nel petto del suo fidanzato per poi sollevare lo sguardo verso di lui e fissarlo con aria sognante.

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Capitolo 6
*** 6-Felicitazioni vivissime! ***


Capitolo 6 – Felicitazioni vivissime

 

Per un attimo e solo per un attimo vorrei che quello sguardo fosse rivolto a me.

Non ho tempo per riprendermi dallo shock che Catherine mi arpiona una mano ed inizia a strattonarmi per raggiungere la coppia felice, la blocco e chiedo spiegazioni, vuole ovviamente andare a congratularsi con i suoi amici – allora ho sempre avuto l'opportunità di conoscere Isabella, frequentiamo le stesse persone, gli stessi posti – ma io prendo tempo “Aspettiamo un attimo, adesso sono circondati non vedi. Non appena non saranno più attorniati da gente torneremo per porgere le nostre più sincere felicitazioni!” Quasi sputo quest'ultima frase e aggiungo, nella vana speranza di essere più credibile “E poi sicuramente vorranno farlo anche i miei fratelli, aspettiamo loro così li introdurrai visto che conosci così bene i due, ma poi scusa da quanto li conosci?”

Spero di aver dissimulato bene ed aver guadagnato tempo. Adesso devo trovare un modo elegante per guadagnare l'uscita senza destare sospetti circa le mie stranezze.

“Hai ragione Edward, come al solito del resto, aspetteremo che le acque siano più calme e presenteremo anche i tuoi fratelli. Conosco Sebastian praticamente da sempre, è quasi come un fratello per me e Bella più o meno da tre anni, da quando si è trasferita qui a New York da Forks, un piccolo paese nello Stato di Washington, vicino Seattle”

“Trasferita? Perchè?”

“Non so bene, credo per suo padre, per lavoro intendo”

“Da quanto tempo stanno insieme?”

“Due anni, lei è stata immediatamente attratta da Sebastian ma lui aveva … come dire? … altri interessi!!! Dopo circa un anno in cui si sono frequentati come amici si sono messi insieme, il resto è storia!”

“Ma lei sembra giovanissima, quanti anni ha?”

“Ventuno”

“E lui?”

“Edward ma cos'è un interrogatorio? Cos'hai? Dal momento dell'annuncio sembri strano, conoscevi già Bella forse? Se non ti conoscessi bene potrei pensare che ti piaccia”

E adesso cosa rispondo, negare tutto anche l'evidenza penso “No, no assolutamente! Cosa vai a pensare. Era solo curiosità verso i tuoi amici, vedo che sei molto affezionata a loro e avevo piacere di saperne qualcosa di più, tutto qui. Tengo a te quindi voglio sapere tutto ciò che ti riguarda”

“Che carino che sei, ho sempre sognato che mi dicessi frasi di questo tipo e adesso finalmente il mio sogno è diventato realtà, sono felicissima. Edward ti voglio ora!” e così dicendo si avvicina pericolosamente a me e alle mie labbra. Aiuto vorrei scappare via!

L'idea di divertirmi con Catherine non mi sembrava così malvagia prima di sapere che in quella stessa stanza vi fosse anche Bella. La mia Bella. Ora il pensiero di fare del sesso con Catherine mi ripugna. Sono in un bel guaio, avevamo già pianificato il dopo party e ora non posso improvvisamente fingere un femminile mal di testa, non ci crederebbe nessuno.

Ho bisogno di un piano per prendere tempo, allontanarmi immediatamente da Catherine, trovare una scusa per lasciare prima la festa e schivare il focoso after-party. Non sembra poi così difficile.

Iniziamo.

Prender tempo.

“Beviamo qualcosa?”

“Si grazie, champagne. Dov'è un cameriere?”

Allontanarsi.

“No, no Catherine, vado a prenderne io, tu aspettami qui, ok?”

“Ma da sola? Vengo anch'io con te!”

“No, ne approfittavo per fare un salto ai servizi, capisci?”

“Ah! Ok, ma non voglio rimanere sola qui ad aspettarti”

Cerco con lo sguardo mia sorella, la trovo è impegnata in una conversazione con … Isabella! Non posso crederci, anche lei, è una persecuzione! Vabbè.

“Guarda Alice è lì che si intrattiene con la neo-fidanzatina, raggiungile ed io vado”

“Ma dai vieni anche tu così ti presento Bella e poi vai”

“No Catherine, vado prima non riesco ad aspettare cerca di capire, poi vi raggiungo e me la presenti, ok?”

“Ok, ma fai presto non posso monopolizzarla, questa è pur sempre la sua festa!”

“Ok, prima vado prima torno”

“Va bene, bacio amore!”

Ci risiamo “Si” mi avvicino velocemente e distrattamente appoggio le mie labbra sulle sue, chiudo gli occhi perchè non voglio vedere il suo volto. Li riapro, sollevo lo sguardo perchè mi sento osservato ed incrocio lo sguardo stranito di Bella e di mia sorella.

E' proprio il caso di tagliare la corda.

 

 

 

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Capitolo 7
*** 7-Bravo bravo! ***


Capitolo 7 – Bravo bravo

 

Dopo aver perso tempo per circa mezz'ora, mi dirigo verso il bar e chiedo due coppe di champagne. Sono praticamente certo che ormai Bella sia andata via, di sicuro sarà stata reclamata da qualcuno, lo aveva detto anche Catherine, non poteva essere monopolizzata.

Sono in attesa di essere servito, completamente immerso nei miei problemi, quando una voce mi ridesta “Cullen”.

Mi volto e mi ritrovo occhi negli occhi con Bella. E' stupenda, magnifica, da mozzare il fiato. “Swan” e le faccio un cenno con il capo a mò di saluto.

“Cosa ci fai qui? E che tipo di rapporto hai con Cathe?”

“Sono felicissimo anch'io di rivederti, si anch'io starei qui con te tutta la serata a chiacchierare amorevolmente” non sai quanto lo vorrei ma il mio tono di voce maschera d'indifferenza le mie parole “ma se vuoi scusarmi adesso purtroppo devo proprio andare, lo champagne … si scalda!”

Sto già andando via quando decido di aggiungere “Dimenticavo congratulazioni vivissime per il fidanzamento, ottimo partito, anch'io fossi in te sarei pazzamente innamorata. Hai vinto alla lotteria Swan, complimenti!”

“Cosa stai insinuando?”

Davvero cosa stavo insinuando? Dove intendevo arrivare? Non lo sapevo neanche io ma non riuscivo a smettere, probabilmente era il mio orgoglio ferito per il sentimento non corrisposto che mi faceva agire così, non so cosa fosse, ma sta di fatto che aggiunsi “Chi? Io? Nulla perchè?”

“Io amo Sebastian e tu non devi permetterti di giudicare il nostro rapporto. Piuttosto tu che rapporto hai con Cathe? Rispondi!”

“E' la mia ragazza” dico semplicemente “Perché cosa ti importa?”

“E' una mia cara amica e non mi piace l'idea che stia con uno che cerca di abbordare le ragazze nei centri commerciali”

“Ascolta bene ragazzina perchè non te lo ripeterò più, io non abbordo nessuna da nessuna parte, fortunatamente non ne ho bisogno, quello che è successo tra noi è stata un'eccezione, ho provato qualcosa vedendoti ed ho messo da parte la razionalità. Non si ripeterà più, anche perchè data l'infausta esperienza non vedo motivo di replicare”

“Così è stato tutto un gioco, un provare per te, giusto? Ti sei divertito a sfoggiare il tuo fascino e a vedere l'effetto che faceva e poi chissene, ho compreso bene?”

Avvertivo delusione nelle sue parole, sembrava amareggiata dal sapere che non mi fossi suicidato per il suo diniego, ma cosa voleva da me. “Ma scusa cosa vuoi da me? Cosa stai cercando? Mi hai detto che sei innamorata, anzi precisiamo, pazzamente innamorata, ho appena preso parte alla tua festa di fidanzamento e vorresti farmi credere che sei ferita dal mio scarso interesse per te?”

“Allora lo ammetti, il tuo interesse era scarso ed io che …”

“E tu cosa?”

“Niente”

“Bella …”

“Niente Cullen, continua a non essere un piacere, spero che renderai Cathe felice altrimenti te la dovrai vedere con me”

“Cosa fai minacci adesso?”

“No, la mia non è una minaccia ma una promessa” mi guarda negli occhi dura, cattiva ma ha gli occhi lucidi sembra stia per piangere, si avvicina ulteriormente socchiude gli occhi e mi sibila “Ti odio Cullen, esci immediatamente dalla mia vita” e si allontana tra la folla.

 

 

 

Ciao ragazze!!!

Volevo innanzitutto ringraziare tutte voi che seguite questa mia prima storia, poi avvertirvi che non ci saranno aggiornamenti almeno fino a lunedì, vado qualche giorno a Londra.

A lunedì se vorrete!!!

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Capitolo 8
*** 8-No after-party grazie!!!! ***


Capitolo 8 - No after-party grazie!

 

Esci dalla mia vita. Quelle parole continuavano a ronzarmi in testa.

Ma quando mai ero entrato a far parte della sua vita? Forse per quei venti minuti nel centro commerciale? Non credo possano giustificare una simile affermazione. L'altra parte della frase mi preoccupava meno, anzi ne ero oltremodo soddisfatto. L'odio è un sentimento forte come l'amore, anche a me era sembrato di odiarla per il suo rifiuto. Sono sicuro che se lei mi confessasse di amarmi sarei l'uomo più felice del mondo.

Terra chiama Edward, Edward rispondi. Smettila di sognare. Chi ti giurerà amore eterno? Catherine forse, sicuramente non Bella, lei ti ha urlato contro il suo odio, non vedere più di quel che c'è. Devi levartela dalla testa e subito anche.

Ma non ci riesco, decido di seguirla in mezzo alla folla e quando finalmente la raggiungo, incrociando i suoi grandi occhi lucidi e sorpresi dalla mia presenza, soffio “Non è stato un gioco per me, se avessi potuto rapirti e farti mia quello stesso giorno al centro commerciale l'avrei fatto. Non so come sia potuto accadere e soprattutto non so perchè, non ero di certo in cerca di una relazione o dell'amore della mia vita, ma dal primo momento che i miei occhi si sono posati su di te qualcosa in me è cambiato, l'attrazione che provo per te - anche in questo momento - è dolorosa sia fisicamente che emotivamente. Con quale diritto credi di potermi riversare addosso il tuo odio quando ho appena dovuto assistere all'impietosa scena di te che deturpavi le tue sensualissime labbra baciando un altro uomo. Sono due settimane che sogno quelle labbra ma mai in nessuno dei miei sogni sfioravano un altro uomo. Io ti voglio Bella Swan e non pensare neanche per un attimo che per me sia un gioco e che mi accontenterei delle briciole, ti voglio in maniera esclusiva, non sono pronto a dividerti con nessuno, voglio tutto di te, il tuo corpo, i tuoi pensieri, il tuo cuore”

Lei mi guarda con occhi sgranati, mi sembra incredibile aver proferito quelle parole e di averlo fatto in mezzo a tutta quella gente, totalmente incurante del contesto. Le persone non sembrano prestare troppa attenzione a noi e alle nostre emozioni. Resto in attesa che dica qualcosa, ma lei abbassa la sguardo e riprende fiato come se lo avesse trattenuto finora.

Solleva lo sguardo “Sono confusa Edward, non riesco a capire cosa stia succedendo, mi sembra tutto così assurdo. Fino a due settimane fa la mia vita era piena delle mie certezze, adesso mi sembra di essere sulle montagne russe. Non riesco a riprendere il controllo. Non so”

“Non sai cosa Bella? Non sai ciò che hai provato tu vedendomi, non sono uno sciocco Bella ho visto la tua faccia prima mentre baciavo Catherine e ...”

“Già … perchè diavolo la stavi baciando?” I suoi occhi sono di nuovo furiosi, lo sconcerto di prima ha lasciato il passo all'ira, forse alla gelosia.

“Bella”

“Perchè diavolo la stavi baciando Edward? Rispondi non cincischiare”

“Te l'ho detto stiamo uscendo insieme”

“Ah!” Di nuovo abbassa lo sguardo e mi nega i suoi occhi. Le sollevo il mento con un dito e vedo due pozze tristi.

“Cosa c'è Bella?”

“No niente, lascia stare! Sono solo una stupida, per un momento ho pensato che ...”

“Bella amore! Ma che fine avevi fatto? Vedo che hai già conosciuto Edward il ragazzo di Cathe, ma lei dov'è?”

Mi ridesto, i miei occhi indugiano per qualche secondo sul braccio di Sebastian che circonda la sottile vita di Bella con fare possessivo. Immagino di staccarglielo quel braccio.

Dall'espressione di Bella capisco che il mio volto lascia trasparire molto dei miei pensieri e anche Sebastian adesso mi guarda con aria stranita, forse solo ora deve aver messo a fuoco l'assurda intimità fra me e la sua fidanzata. Non voglio causare problemi a Bella e dare adito a malintesi il giorno del suo fidanzamento, valuto che quello non è né il posto né il momento per i chiarimenti necessari. Decido così di porre rimedio e per uscire dall'impasse dico “stavo giusto per raggiungere Cathe quando ho incrociato sulla mia strada Be … Isabella e così l'ho fermata per porgerle le mie felicitazioni per la notizia ed in maniera maleducata devo averla sottratta più del dovuto ai suoi doveri di ospite. Adesso mi congedo e vi lascio ai vostri doveri. Ancora congratulazioni a tutti e due e Sebastian sei davvero un uomo fortunato!”

Mentre pronuncio quelle ultime parole sollevo in alto uno dei calici che ho ancora in mano e mi concedo un ultimo sguardo in direzione di Bella.

“Grazie mille, sono assolutamente cosciente della fortuna che ho avuto nell'aver la possibilità di amare e di essere amato da una donna tanto straordinaria, è infatti mia intenzione non permettere a nessuno di frapporsi tra noi” forse ha davvero capito tutto e quest'ultima frase mi suona tanto di minaccia, ma subito aggiunge con tono casuale come se non volesse dare troppa importanza a quanto appena detto “e comunque anche tu Edward puoi ritenerti fortunato, Catherine ti venera e non sarebbe saggio rinunciare a tutto quanto può offrirti!”.

Si sta forse riferendo all'ingente patrimonio di cui dispone la famiglia di Catherine? Simpatico l'amico, che classe!!!

“Se volete scusarmi” mi congedo.

Devo attenermi al piano, devo allontanarmi da questa festa. Ho ancora in mano lo champagne che adesso sarà un consommé.

Torno da Catherine e fingo un malore, una congestione per la precisione.

Addio sexy after-party.

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Capitolo 9
*** 9-Alice ***


Capitolo 9 – Alice

 

La mattina successiva, con una manciata di ore di sonno sulle spalle, mi appresto a far colazione quando vengo avvicinato da mia sorella Alice che con il suo proverbiale tatto mi chiede “Eddy cosa c'è fra te e la Swan? Da quanto vi frequentate? Ti sei messo a fare anche l'amante adesso, non ti basta ricoprire il ruolo del finto innamorato con Catherine? Sapevi fosse in procinto di sposarsi?”

Sto per strozzarmi con il caffè nero bollente.

Non presto più attenzione alla cascata di domande di mia sorella sento solo la chiosa del monologo “ … Edward non provare a negarlo, dall'annuncio in poi non sei stato più lo stesso! E poi la congestione, avresti potuto fare di meglio fratello”

L'unico modo per sfuggire ad Alice è fingere di essere affetti da una forma momentanea di sordo-mutismo.

“Allora? Non rispondi? Guarda che racconto tutto ad Emmet!”

“E sentiamo cosa racconteresti ad Emmet?”

“Miracolo egli favella!!!”

“E tu invece non sai di cosa stai parlando!”

“Ah no? Gli dirò che mentre parlavo con Bella Swan questa si è assentata completamente quando ti ha visto, quando poi ha visto che baciavi Catherine le è quasi venuto un infarto”

Allora è vero quello che ho visto, Bella ha rischiato di morire per l'insorgere di un infarto per aver assistito a quell'imitazione di bacio che ho dato a Catherine.

“Cosa stai farneticando?”

“Farneticando? Non credo di aver potuto fraintendere, il linguaggio dei vostri corpi era chiarissimo. Stavate discutendo ed animatamente aggiungerei, come se foste stati una coppia di amanti! Edward sii sincero con me vai a letto con Bella?”

Chi? Io? Ma magari! “Alice che strana sostanza hai assunto con il caffè stamattina, stai parlando di nulla e per la cronaca no, non vado a letto con Bella Swan, è fidanzata ricordi? MisterPerfezione presente?”

“Geloso?”

“Ma cosa blateri!”

“Sei geloso Edward, geloso marcio per giunta! Cosa intendi fare, come intendi portarla via a MisterPerfezione?”

“Alice smettila, dacci immediatamente un taglio! Ho appena superato una brutta congestione, abbi pietà!”

“Si questa raccontala a Catherine, allora come intendi conquistarla? E da quanto la conosci?”

“Alice è una faccenda complicata e gradirei che ne rimanessi fuori, grazie!”

“Lo sapevo, Alice Cullen non si sbaglia mai su certe cose, tra voi due c'è una chimica pazzesca si avvertiva ieri sera, era nell'aria. Siete destinati a stare insieme e mi dispiace per quei due poveretti ma il sentimento che vi lega è destinato a travolgere tutto e tutti”

“Alice!” sbuffo

“Edward, so di cosa parlo. Non ti ho mai visto così preso da una donna. Per lei provi un'attrazione folle e se ti conosco bene sei pronto a tutto pur di averla solo per te! Hai trovato la tua metà fratellino, adesso non ti resta che convincere lei ed è fatta! Ottima scelta comunque, lei si che è una cognata di tutto rispetto altro che quella sciacquetta di Catherine!”

“Alice non ti sembra di esagerare, addirittura cognata. Hai già previsto anche la data e la Chiesa per il matrimonio? Comunicali anche a me così saprò dove e quando farmi trovare tutto in ghingheri ai piedi di un altare!”

“Lascia fare, non impiegherete più di qualche anno per il grande passo, è scritto! Ma a volte il destinato va un po' aiutato altrimenti si diventa vecchi in attesa e dato il fidanzamento di ieri tu non puoi permetterti di perder troppo tempo fratellone, vuoi darla vinta a MisterPerfezione?”

Voglio darla davvero vinta a MisterPerfezione? Giammai. Questo mi è stato chiaro sin da ieri quando le ho manifestato apertamente i miei sentimenti, come fare però? Ma certo … Alice!!!

“Non sto dicendo che tu abbia ragione, ma secondo te cosa si potrebbe fare in una situazione simile a quella da te appena fantasticata?”

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Capitolo 10
*** 10-Risiko ***


Capitolo 10 – Risiko

 

“Così ti voglio fratellone! Ma per metter giù la giusta strategia devo conoscere tutto, sin nei minimi dettagli, non devi tacermi nulla, altrimenti per me sarebbe impossibile aiutarti”

“Alice non so perchè sto decidendo di farlo ma ho deciso di darti retta, ti racconterò tutto nei minimi dettagli non tralasciando nulla ma sappi che sono assolutamente cosciente del fatto che tutto questo ha a che fare molto con il tuo essere un'impicciona! La mia adorabile impicciona! Ma prima di andare avanti in questa cosa voglio, anzi esigo da te una promessa non farai parola di ciò con anima viva, in special modo con nostra madre e nostro fratello, aggiungiamo anche i fratelli Hale alla lista, ok? Prometti”

“Ah! Sei insopportabile Edward, ok per tutti tranne che per Rosalie, potrei aver bisogno del suo aiuto per portare a termine il mio piano. Ok?”

Ci penso su qualche secondo e poi “Ok, ma solo Rosalie, se ne farai parola con la mamma ti ammazzo, non sto scherzando Alice!”

“Il cocco della mamma! Cos'hai paura che non ti voglia più bene, che non sarai più il suo preferito?”

“Piantala! Lo sai che non è vero”

Raccontare ad Alice tutto, dal primo incontro a ciò che ci eravamo detti la sera precedente mi aveva fatto uno strano effetto, non avevo avuto conferma di ciò che lei provasse ma mettendo insieme sguardi e mezze risposte mi stavo convincendo di avere qualche possibilità con Bella. Ovviamente Alice era ormai certa della giustezza della nostra unione.

Secondo mia sorella la nostra è una partita a Risiko devi aver ben presente l'obiettivo, avere delle buone carte in mano è importante, ma la cosa che conta di più nel gioco è la strategia.

Gioco? Ma quale gioco, per me si tratta più semplicemente di una tortura.

“Edward allora?”

“Allora cosa?”

“Non mi stavi ascoltando, partiamo malissimo. Devi assolutamente incontrarla di nuovo, in un luogo discreto questa volta. Ah, consiglio sbarazzati subito della cara Catherine, mi sembra di aver capito che Bella non gradisca molto il fatto che tu possa rivolgere le tue attenzioni altrove, finchè avrai anche solo una speranza con lei ti converrà astenerti” pronuncia quest'ultima mimando le virgolette con le mani.

“Questo non sarà un problema, ho in testa solo lei e per un uomo - sai com'è - non è così semplice dissimulare!”

“Ok ok, ma non scendere nei particolari grazie! Ci sono, sai che frequenta legge ad Harvard? E' qui a New York solo durante qualche fine settimana o le vacanze. Credo proprio di aver bisogno di un incontro con il rettore e chi potrebbe accompagnarmi nel viaggio? Qualcuno che ha frequentato Harvard, ma chi?”

Ma certo, io ho frequentato Harvard e incontrarla casualmente a Boston un'altra città, lontani da tutto e tutti, soprattutto da MisterPerfezione. Adoro mia sorella.

“Sei un genio … del male, ma sei un genio! Non sarà facile trovarla nel campus”

“Hai ragione, ma nella nostra chiacchierata ieri stavamo appunto parlando di Harvard e mi ha detto un po' quali sono le sue abitudini e i suoi orari, mi ha detto anche a quale confraternita appartiene, non sarà difficile”

“Ti ho già detto che ti adoro?”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** 11-Harvard ***


Capitolo 11 – Harvard

 

Eccola lì. Seduta ad un caffè che legge un libro mentre sorseggia il suo frappuccino.

Mamma mia è stupenda.

Mi avvicino, attiro la sua attenzione con un colpo di tosse ed ecco che i nostri occhi si incatenano. E' senza parole “Edward” soffia.

“Ciao Bella”

“Cosa ci fai qui?”

“Ho accompagnato mia sorella ad un colloquio con il Rettore, l'ho presentata e adesso stavo prendendo un caffè nell'attesa, tu?”

“Io” è in imbarazzo, sembra stordita “Io ci studio qui”

Fingo indifferenza “Ah si? E cosa studi?”

“Legge”

“Mmmhhh un avvocato, si posso immaginarti nelle vesti di un avvocato” sorride

“Che maleducata accomodati pure”

“Non vorrei disturbarti sembravi così concentrata, non ti stavo neanche riconoscendo, eri l'ultima persona al mondo che pensavo di trovare qui” dovrei prendere in seria considerazione l'idea di darmi alla recitazione.

“E' un caso che sia qui a quest'ora ma ho un paio d'ore buche prima della prossima lezione e oggi non avevo voglia di rinchiudermi in biblioteca”

“Sei molto impegnata?”

“Si, ci sono le verifiche di metà semestre e vorrei mantenere la media”

“E' così alta?”

“Non mi lamento”

“Non sembri la secchiona tipo”

“Ah no? E cosa sembro?”

Questa volta sono io ad abbassare lo sguardo, lo riporto su di lei e sorrido “Non saprei, ma non una secchiona” adesso l'avverto chiaramente l'elettricità nell'aria. La voglio. Ora. Qui.

“Come sta Catherine?”

Sta cambiando argomento o sondando il terreno? “Mmhh, non so in realtà, spero bene, ci siamo presi una pausa”

“Ci o ti?”

“Mi”

“Ah!” cala il silenzio tra noi

“E' tutto quello che hai da dire?”

“A proposito?”

“Della fame nel mondo Bella! A proposito di me e Catherine di cosa altrimenti?”

“Mi dispiace per lei, ovviamente. Sembrava molto presa da te”

“E tu?”

“Ed io cosa?”

“Sei presa?”

“Da chi dovrei essere presa scusa?”

Gioca a fare la gnorri, ma sono felice il giochino mi piace, avrebbe potuto rispondermi che era presa dal suo fantastico fidanzato e invece.

“Che so, da me per esempio!” la mia non è una domanda ma un'affermazione.

“Da te? Stai scherzando vero?”

“No sono serissimo, lo sei?”

“Cosa?”

“Presa da me”

Mi mostra l'anello al suo anulare “Sono fidanzata Edward, l'hai forse dimenticato?”

“No, ma si può sempre rimediare!”

“Cosa stai dicendo?”

“Il fidanzamento non è un matrimonio si può rompere, quand'anche il matrimonio può essere sciolto e tu caro avvocato dovresti saperlo fin troppo bene”

“Certo, ma deve esserci la volontà”

“C'è? La volontà intendo”

“Credo sia giunta l'ora che io vada in biblioteca si sta facendo tardi”

“Posso accompagnarti?”

“No Edward, il mio era un modo gentile per interromperla qui”

“Hai forse paura di qualcosa? Hai forse paura di quello che provi per me? Avverti anche tu una scarica nella schiena ogni volta che i nostri sguardi si incrociano?”

“No, mi dispiace non avverto nulla”

“Bugiarda”

“Ma come ti permetti, basta con questa farsa Edward ti saluto” si alza, raccoglie le sue cose e si allontana.

La vedo compiere quei gesti, la seguo con lo sguardo ma non la fermo.

Non so cosa mi aspettassi da questo incontro, non di certo che mi si arpionasse al collo non appena mi avesse visto ma neanche questa sua freddezza.

Eppure non posso lasciarla andar via così, la voglio ed ho la strana sensazione che sia arrivato il momento di giocarsi tutto, non posso allungare la cosa ulteriormente anche perchè a New York non avrei più alcun modo di avere un'intimità così con lei.

La seguo. Eccola sta camminando lungo il vialetto che attraversa il parco, aumento l'andatura, l'ho raggiunta, afferro un suo braccio la faccio voltare e dopo un breve istante in cui fisso i suoi occhi appoggio le mie labbra alle sue. Sono perfette, le sento piene, lei non reagisce resta immobile. Cerco di forzarle con la lingua e dopo un'iniziale poco convinta resistenza mi lascia entrare e risponde al mio bacio.

E' il paradiso. Avvolgo la sua vita e l'avvicino a me, lei nel frattempo porta le sue mani ai miei capelli e sto per impazzire. Sono eccitatissimo, continuo ad esplorare la sua bocca a godere del suo dolce sapore. La bacio con foga ma allo stesso tempo con infinita lentezza, credo non mi stancherei mai di baciarla. Dopo qualche minuto lei interrompe il bacio e appoggia la sua fronte alla mia. Ha il fiatone come me.

“Edward” e si tace.

Tocca a me parlare, sono io l'uomo dopo tutto.

“Bella … non so cosa mi hai fatto, non avevo mai provato niente di simile per nessuna fino ad ora, so che sei fidanzata e questo in altre occasioni mi avrebbe fatto scappare a gambe levate ma io non riesco a starti lontano, ci ho provato credimi ma non riesco, ti prego non allontanarmi potrei morirne”

“Edward non riesco ad allontanarti, credimi lo vorrei con tutta me stessa, l'attrazione che ho provato per te fin dal primo istante mi disonora ma mi fa sentire viva. Adoro la sensazione dei tuoi occhi su di me e sapere di farti questo effetto mi gratifica. Ma io non posso continuare così Edward, ho bisogno di conoscere le tue reali intenzioni e poi ...”

“E poi? Bella le mie intenzioni con te sono più che serie, voglio conoscerti, frequentarti, amarti liberamente e passare il resto della mia esistenza a farlo, ti sembrano abbastanza serie le mie intenzioni?” soffio sulle labbra interrompendola.

“Devo rompere con Sebastian prima”

Oddio il mio cuore ha perso un colpo, un sorriso mi esplode in volto, aumento la stretta sulla sua vita e la faccio volteggiare un paio di volte in aria prima di riportarla a terra.

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 12
*** 12-Promesse ***


Capitolo 12 – Promesse

 

Sto tornando a casa insieme ad Alice, ho lo stomaco pieno di farfalle. Che strana sensazione, non riesco a smettere di sorridere. Allontanarmi da lei è stata la cosa più difficile che mi sia mai capitata di fare.

Tra due giorni farà ritorno a New York e una volta a casa parlerà con i suoi genitori e con Sebastian. Almeno per i primi tempi manterremo un profilo basso per evitare inutili chiacchiere. Ci siamo scambiati i numeri di telefono così potremo sentirci almeno.

Fare in modo che il tempo passi velocemente non sarà affatto semplice, ma il lavoro in questo mi aiuterà e poi devo recuperare anche questa giornata.

Una volta a casa mia madre si avvicina e mi da un bacio sulla guancia, si ferma a scrutarmi e subito “Cosa c'è Edward, cos'è successo a Boston?”

“Nulla mamma cosa dovrebbe essere successo, ho rivisto la mia università è stato piacevole e poi vedere la piccola Alice varcare quella soglia mi ha emozionato”

“Sarà, ma non me la racconti giusta. Farò comunque finta di credere alle tue spiegazioni”

Siamo a tavola ed il sorriso che ho dipinto sulle labbra non mi abbandona. Abbiamo quasi finito di cenare, non vedo l'ora così potrò salire in camera mia e chiamare Bella, è già qualche ora che non la sento e non posso sopportare oltre.

“Ed ecco qui la torta, è quella al cioccolato Edward la tua preferita!”

No la torta no e poi la mia preferita. Non posso ne mangerò due fette domani mattina a colazione.

“Strano mamma che tu abbia fatto la torta preferita al figlio preferito, poi oggi è stato via per tutto il giorno andava assolutamente viziato” si intromette allegro Emmett.

“Emmett lo sai che vi amo tutti allo stesso modo” e così dicendo si avvicina all'omaccione di mio fratello lo abbraccia e gli deposita un bacione sulla guancia.

“Mamma anche tu sei la mia mamma preferita”

“Sono la sola”

“Appunto”

Scoppiamo a ridere, ne approfitto per alzarmi da tavola e congedarmi “Vado in camera mia non ho più fame”.

Pessima idea.

“Ma come Edward non mangi la torta, quella al cioccolato, la tua preferita?”

“Siamo tutti uguali noi figli, già già!” dice Emmett

Ancora mia madre “Non stai ancora bene? Sarà la congestione di qualche giorno fa”

“No no mamma, non preoccuparti non ho nulla è solo che non ho molto appetito stasera”

“Ma Edward non era mai successo fino ad oggi, anche quando da piccolo eri malato almeno un morso alla tua torta lo davi sempre. Sono preoccupata. Cosa c'è sotto? Adesso voglio sapere. Alice?”

“Cosa mamma?”

“Cos'ha tuo fratello?”

“Sono forse io il custode di mio fratello?”

E adesso? Speriamo che Alice sappia venirne fuori ma anche lei citar la Bibbia, non mi sembra il caso.

“Nessuno si muove da qui finchè non viene fuori cos'ha Eddy, intesi?”

“Mamma … anche Eddy no però”

“Niente mamma voglio sapere, ne ho il diritto! E per rimanere in tema di citazioni bibliche vi ho partoriti tutti e tre con dolore, me lo dovete”

La buttiamo sul patetico. “Ok mamma, hai vinto tu. Potrei avere una fetta della mia torta preferita?”

“No mio caro te la puoi anche scordare adesso, non mi distrai. Sputa l'osso”

“Alice dove stai andando?”

“Da Jasper mamma”

“Ho detto che nessuno si muove di qui”

“Ma mamma!?!”

“Nessuno”

“Ok Eddy è innamorato” lancia la bomba e scappa via su per le scale.

Sono rovinato.

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Capitolo 13
*** 13-Eddy ***


Capitolo 13 – Eddy

 

Mia madre continua a fissarmi con aria interrogativa.

“Effettivamente i sintomi ci sono tutti: inappetenza, sorriso a trentadue denti, occhi a cuoricino. Ma di chi può trattarsi però? Non Catherine, non ha mai suscitato nulla del genere in te. Deve essere una nuova, una vista o conosciuta a Boston. Di chi si tratta Eddy?”

Oddio parla di me come se non fossi presente e poi ancora questo Eddy “Allora mamma chiariamo subito che odio esser chiamato Eddy, poi non c'è nessuna a Boston e se anche ci fosse non ho intenzione di parlarne”

“Allora ammetti che c'è!”

“No” rispondo secco.

“Ok vai pure, ma sappi che ti tengo d'occhio”

“Notte mamma”

“Notte Romeo”

“Mamma!!!”

Sono in camera finalmente, devo ricordarmi di uccidere mia sorella ma lo farò dopo adesso devo chiamarla. Cerco il numero do l'ok e aspetto uno, due, tre squilli ma cosa starà facendo la disturbo forse. Non vorrei sembrare asfissiante ma non resisto oltre, devo almeno sentire la sua voce.

Finalmente risponde “Pronto”

Un gran caos in sottofondo “Bella? Ciao sono Edward”

“Oh ciao, aspetta un attimo cerco un posto più tranquillo. Eccomi ci sono. Ciao Edward come va?”

“Bene grazie ma dove sei, scusami non avrei dovuto chiamare ti ho disturbata”

“Ma no assolutamente cosa dici, la mia confraternita stasera da una festa a tema”

“Quale sarebbe il tema?”

“Miami Beach”

“Interessante, indossi un costume?”

“Purtroppo”

“Perchè purtroppo?”

“Non mi sento particolarmente a mio agio, tutto qua”

“Sarai sicuramente stupenda, beati tutti quei ragazzi che potranno ammirarti” la parte finale della mia affermazione è carica di astio malcelato.

Ed infatti “Non dirmi che sei geloso?”

“No perchè dovrei esserlo, ne ho forse motivo? La ragazza che mi ha stregato si trova a circa quattrocento km da me, in questo momento si trova ad un party con indosso praticamente nulla ed è circondata da ragazzi che indossano praticamente nulla. Ah dimenticavo! Di solito a queste feste l'alcool scorre a fiumi. Quindi - per rispondere alla tua domanda iniziale - no, non sono geloso non ne ho assolutamente motivo come vedi”

“Infatti”

“Infatti cosa?”

“Non ne hai assolutamente motivo, sono venuta a questa festa innanzitutto perchè rientra tra i miei doveri nei confronti della confraternita e poi per non trascorrere la serata a rimuginare in attesa che il telefono squillasse e il ragazzo che mi ha stregata si ricordasse di me a quattrocento km di distanza”

“Bella risposta Swan, la dialettica deve essere il tuo forte, sono rovinato!”

“Scherzi a parte com'è andato il viaggio di ritorno? Sono stata almeno un po' nei tuoi pensieri? Prima di rispondere a cuor leggero sappi che tu i miei li hai presidiati, quindi regolati”

Si può morire di troppa felicità? E' così dolce, non sembra la stessa ragazza che aveva innalzato delle vere e proprie barriere nei miei confronti fino a questo pomeriggio. “Il viaggio è andato bene e sono appena sfuggito al controllo di mia madre che ha riscontrato qualcosa di strano in me non appena ho messo piede in casa, quando ho rifiutato una fetta della mia torta preferita per venire subito in camera e chiamarti le ho dato conferma della mia stranezza, così ha pensato bene di sottopormi ad una rapida radiografia il cui responso è stato che la cosa deve dipendere da una donna, una donna di Boston sicuramente. Credi di essere stata a sufficienza nei miei pensieri?”

“Si credo di si, ma non si era detto di mantenere un profilo basso almeno all'inizio? Hai già deposto le armi con la tua famiglia”

“Non li conosci non sai che fatica, li adoro ma disconoscono il significato della parola privacy”

Cala per un attimo il silenzio tra noi e poi d'un fiato “Edward ho paura”

“Di cosa piccola?”

“Di tutto, della strana familiarità che ho con te mi sembra di conoscerti da sempre. Della forte attrazione che provo per te. E poi soprattutto di come potrebbe reagire Sebastian e la mia famiglia alla rottura di un fidanzamento annunciato in pompa magna non più di una settimana fa”

“Quello che provi nei miei confronti e le titubanze che nutri a riguardo le condivido in pieno, questo a causa della profondità delle emozioni e del breve lasso di tempo necessario a far nascere tutto questo. Per il resto posso solo immaginare il tuo stato d'animo ma pensa che quello è l'ostacolo da superare per poter stare insieme liberamente, alla luce del sole. Non credi ne valga la pena?”
“Decisamente. Vorrei fossi qui”

“Vorrei esser lì più di ogni cosa al mondo. Torna a divertirti tu che puoi. Ci sentiamo domani, a che ora hai la prima lezione?”

“Alle nove”

“Posso chiamarti nelle otto?”

“Devi”

Sorrido “Ok, allora siamo intesi ci sentiamo domani mattina. Buona serata e buona notte Bella. A domani” Non vorrei mai chiudere la chiamata ma non voglio trattenerla oltre.

“Notte anche a te Eddy, posso chiamarti Eddy?”

In realtà lo odio ma detto da lei mi sembra musica “Certo, chiamami pure Eddy”

“Allora è arrivato il momento di salutarci, a domani Eddy non vedo l'ora”

“Notte Bella un bacio” e aggiungo a mente spero di sognarti.

“Un bacio”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 14
*** 14-Armature e Damigelle ***


Capitolo 14 – Armature e damigelle

 

Sto impazzendo.

In questo momento Bella sta parlando con Sebastian per porre fine al loro fidanzamento.

Ho paura. Sono terrorizzato.

Ho paura che lei possa ripensarci, che lui possa convincerla a rimanere insieme. Ho paura che quello che abbiamo condiviso sia troppo poco rispetto a quello che hanno condiviso loro.

Come la prenderei se lei ci ripensasse? Non lo so e non voglio neanche pensarci. Devo avere fiducia in lei e nei nostri sentimenti. Devo credere che anche per lei sia impossibile l'idea di stare lontana da me e di sapermi con qualcun'altra. Devo sperare.

Perso in queste mie elucubrazioni mentali non mi rendo conto dello scorrere del tempo.

Squilla il mio cellulare. E' lei.

“Bella”

“Edward ho bisogno di parlarti” la sua voce è spenta. Aiuto. Mi aspetto il peggio.

“Certo, quando vuoi. Ma posso sapere cos'è successo?”

“Niente che non avessi previsto” sta piangendo.

“Bella ti prego aggiungi qualcosa sto impazzendo”

“Mi sento uno schifo. Ho appena lasciato il mio fidanzato dopo averlo voluto intensamente per così tanto tempo, l'ho distrutto Edward. Mi fa male pensare di avergli causato tanto dolore. Mi faccio schifo” la sua voce è strozzata dalla lacrime “mi faccio schifo Edward perchè allo stesso tempo sono felice, mi sento libera e l'unica cosa a cui riesco a pensare è a noi due”

“Dimmi dove sei ti raggiungo”

“No Edward, non voglio. Sono impresentabile in queste condizioni”

“Non essere sciocca! Ai miei occhi non potresti apparire più bella di adesso dopo tutto quello che hai fatto e ciò che hai appena detto. Bella ho bisogno di sentirti vicina, di stringerti a me. Neanche per me è stato semplice rimanere inerme ed in attesa che tutto questo finisse, sono stato assalito da mille paure, ho temuto che potessi ripensarci”

“Mai. Non sono mai stata così convinta di qualcosa in tutta la mia vita. Ci vediamo fra due ore dal Guggenheim, vieni con la macchina ho bisogno che mi porti lontano da qui”

Mi fa una tenerezza infinita la sua voce, le sue parole. Sorrido. Cerco di alleggerire l'atmosfera. “Ok come ha ordinato principessa, fra due ore dal Guggenheim, io sarò il cavaliere dall'armatura scintillante in groppa ad un cavallo bianco”

“Non preoccuparti ti riconoscerei anche vestito di stracci ed in groppa ad un ronzino”

“Bella …”

“Si?”

“Nulla, ti dimostrerò tutto quello che sento in questo momento quando finalmente saremo insieme” La mia mente partorisce un'idea, andare nella casa agli Hamptons e passare lì la notte. Solo io e lei, senza nessuno che possa disturbarci. Così aggiungo veloce sperando che lei non fraintenda le mie parole “Pensi di poter dormir fuori per questa notte?”

Ed infatti … “Siete davvero un cavaliere sig. Cullen! Tutte le belle parole appena spese miravano a questo? A trascorrere una notte insieme? Mi aspettavo più tatto da parte vostra messere!”

“No Bella, cosa vai a pensare!” Non che mi dispiacerebbe o che l'idea non mi abbia neanche sfiorato, ma questo lo ometto. “Scusa devo essermi espresso male, è semplicemente che avevo pensato che nella casa fuori città della mia famiglia avremmo avuto la privacy ed il tempo necessario per spiegarci, non eri tu quella che voleva parlare e farlo lontano da New York?”

“Si, ma intendevo anche semplicemente uscire da Manhattan e comunque scherzavo Edward. Credo che la tua sia un'ottima idea, anch'io non vedo l'ora di star da sola con te”

“Perfetto allora. Ci vediamo fra due ore. Ti prego non farmi attendere, sono impaziente e se non ti bacio entro due ore da adesso potrei morire”

“Che melodrammatico, non temere sarò puntuale”

“Un bacio a dopo”

“Ok, ah Eddy?”

Pronunciato da lei quel nomignolo mi sembrava delizioso “Si?”

“Niente, volevo solo chiamarti Eddy, lo adoro”

“Sai che questa è una tua esclusiva? Non ho mai permesso a nessuno di chiamarmi così neanche a mia madre”

“Ma mi hai detto tu che potevo!”

“Lo so, ma questo fa parte dello stravolgimento che hai apportato alla mia vita. La prima volta che mi hai chiamato Eddy avevo appena detto a mia madre che non sopportavo mi chiamasse così, ma quando lo fai tu lo trovo adorabile. Non abbiamo neanche ufficializzato tra noi il nostro rapporto e già mi sto rammollendo. Ah le donne!”

“Ma quali donne, la donna vorrai dire! E poi cosa vuol dire che non abbiamo ufficializzato tra noi? Ti sei sentito single in questi giorni?”

“Ma no Bella, assolutamente. Ma fino a che il tuo fidanzamento era in piedi non ho permesso a me stesso di pensare a te come alla mia ragazza, non che non lo desiderassi con tutto me stesso ma ho avuto davvero il timore che tu potessi ripensarci”

“Mmhh ok, te la sei cavata. Quindi adesso sono la tua ragazza?”

“Facciamo le cose per bene allora, Bella vuoi essere la mia ragazza?”

“Si” la sento imbarazzata

“Quale entusiasmo!”

“SSSSSSSSIIIIIIIIIII” il suo urlo inaspettato mi ha praticamente perforato un timpano, rido di gioia alla sua pazzia “Va meglio così? Ti sono sembrata abbastanza entusiasta?”

“Si direi che può andare” dico laconico, ma non mi basta adesso che finalmente la tristezza iniziale sembra lontana aggiungo malizioso “mi aspetto che me lo dimostri questo suo entusiasmo signorina!”

“Le rappresento sig. Cullen che sono una fervida sostenitrice della parità dei sessi, mi aspetto altrettanta partecipazione da parte sua”

“Non giochi con il fuoco signorina Swan potrebbe finire con il bruciarsi, sarò talmente partecipe che dovrà chiedermi di smetterla”

“Mmmhhh” sussurra maliziosa “Vedremo, vedremo. Sa cosa si dice in questi casi? A parole son buoni tutti!”

“Ok, accetto la sfida. Tra due ore allora. Mi raccomando puntuale”

“Ok Eddy. Bacio” riaggancia.

Ho già detto che adoro questa ragazza?

La mia ragazza. Adesso posso dirlo.

 

 

 

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Capitolo 15
*** 15-Preparativi ***


Capitolo 15 – Preparativi

 

Mancano due ore al nostro primo vero appuntamento. Esco dall'ufficio, fortunatamente non ho urgenze o scadenze improrogabili a cui far fronte, niente che non possa essere tranquillamente rimandato a domani.

Torno a casa per una doccia e per preparare tutto in maniera impeccabile. Mi fermo da un fioraio e faccio incetta di fiori. Ritiro la cena da asporto dal mio ristorante preferito. Mancano solo il vino e lo champagne perfetti per l'occasione ed un dolce all'altezza.

Vino e champagne li acquisto da un'enoteca molto fornita e per il dolce opto per una vicina pasticceria, mi accorgo solo ora di non conoscere assolutamente i suoi gusti. In realtà non so molto di lei, tranne che adora il cioccolato. Problema dolce risolto.

Una volta a casa sistemo in frigo la cena e il vino, anche se per poco tempo ma non mi sembra il caso di lasciare tutto in macchina.

Mi faccio una doccia veloce, rivedo la rasatura. Indosso il mio maglioncino preferito in sottilissimo cachemire grigio scuro con dei jeans, spero di non essere troppo casual ma in fin dei conti stiamo andando a casa mia. Sono pronto. Ah no! I capelli, devo scompigliare ad arte i capelli.

Oh cavoli!

In cucina c'è mia madre, sta preparando dei sandwich. Guardo l'ora, devo andare non posso aspettare che abbia terminato. Devo rischiare e cercare di sopravvivere all'interrogatorio.

“Ciao mamma”

“Ciao figliolo, dove te ne vai così bello?”

“Mamma per te sono sempre bello”

“Questo è vero, devo ammettere di aver fatto un ottimo lavoro”

Intanto tiro fuori la cena e il vino dal frigo, mi pento subito di non aver lasciato tutto in macchina, in fondo meglio un attacco fulminante di salmonella che rispondere al fuoco incrociato di mia madre.

“Cosa stai facendo Edward? Per chi è quella roba?”

Pensa Edward e fallo in fretta “Nulla mamma, vado da Jake e porto io la cena”

“Si, certo Eddy. E tu speri davvero che io me la beva? Quel cibo viene dall'Oak Room e quelli sono un vino ed uno champagne d'annata”

Per fortuna non ho portato con me anche i fiori.

“Aggiungi a tutto questo che la tua auto è inondata di fiori. Vuoi dirmi qualcosa Edward?”

“Ok mamma, ho un appuntamento con una ragazza”

“La ragazza di Boston?”

“Si, proprio lei”

“Allora aveva ragione tua sorella, sei innamorato Edward. Non hai mai fatto nulla del genere fino ad ora, almeno che io sappia”

“Si mamma è una cosa seria per me, ma siamo ancora all'inizio e questo” indico la cena e il vino “ di fatto è il nostro primo appuntamento e voglio che tutto sia perfetto”

“E dove andrete?”

“Ah si certo, avevo pensato alla nostra casa agli Hamptons”

“Non molto galante, ma romantico”

“Perchè non molto galante mamma?”

“Un uomo porta una donna a trascorrere la notte in una casa vuota, lontana da tutto e tutti, devo aggiungere altro?”

“No mamma ti sbagli, anche lei mi ha sollevato la tua stessa obiezione ma il punto è che dobbiamo chiarire molte cose tra noi e sarebbe impossibile farlo in un ristorante o in qualche ora. Non ho intenzione di affrettare le cose tra noi. Sarei disposto a concederle anche degli anni pur di saperla mia”

“Il mio piccolo tesoro si è innamorato, sono molto contenta. Non appena te la sentirai dovrai presentarmi la ragazza che ha operato questo miracolo”

“Certo mamma”

“Aspetta qui un attimo”

“Mamma devo andare”

“Solo un minuto Eddy” mi dice da qualche parte della casa. Torna con un cesto da picnic dove sistema il cibo, con tanto di confezioni termiche per il vino. Ah le mamme, se non ci fossero bisognerebbe davvero inventarle! Infine mi porge due mazzi di chiavi.

“Queste sono le chiavi di casa, dovrebbe essere funzionale, ricorda di far tutti i collegamenti e di scollegar tutto quando andate via. Queste sono le chiavi della mia macchina, nella tua non ci starebbe tutto e rischieresti di rovinare l'effetto sorpresa. E adesso vai su, prima che ti metta sotto chiave e ti impedisca di abbandonare questa casa per sempre”

“Sei la migliore mamma. Ti adoro, lo sai vero?”

 

 

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Capitolo 16
*** 16-Primo appuntamento ***


Capitolo 16 – Primo appuntamento

 

Sono qui nel luogo e all'ora stabiliti. Ma di lei nessuna traccia. Calmati Edward è trascorso solo un minuto da quando sei arrivato. Mi sudano le mani, per il timore e l'emozione.

Finalmente la scorgo tra la gente, indossa un vestito fantasia e ai piedi ha i sandali che le avevo consigliato di prendere quando ci siamo conosciuti. Vorrei scendere dall'auto andarle incontro ed aprirle la portiera da perfetto gentiluomo, ma due cose me lo impediscono uno ha a che vedere con il mio essere uomo, l'altra non vorrei che qualcuno ci vedesse, non abbiamo ancora stabilito come comportarci in pubblico.

Si sta guardando intorno, le mando un sms con le indicazioni. Mi ha visto, sorridendo viene verso di me. Sale in macchina, ci sporgiamo entrambi e facciamo unire le nostre bocche, non resisto ed approfondisco il bacio, glielo avevo promesso sto semplicemente tenendo fede all'impegno in precedenza assunto.

Quando dopo qualche minuto ci stacchiamo senza però smettere di guardarci intensamente negli occhi lei mi saluta “Ciao”

“Ciao, devo farti i miei complimenti sei davvero stupenda, mi hai lasciato senza parole”

“Grazie ma non esagerare, non sono molto brava ad accettare i complimenti”

“Ah si? Non preoccuparti con me imparerai in fretta”

Dal sedile posteriore prendo uno dei mazzi di fiori e glielo porgo.

“Questi sono per te”

“Ma allora sei davvero un cavaliere. E questa potrebbe essere accomunata ad un cavallo bianco no?” Indica la Range Rover bianca di mia madre.

“Credo che - con un po' di fantasia - sì si potrebbe accomunare ad un cavallo bianco. Il tuo cavaliere però vuole un altro bacio prima di partire”

“Non è in grado di aspettare di esser soli sig. Cullen?”

“No e comunque siamo tecnicamente soli, i vetri sono oscurati ci siamo solo io e te”

La bacio di nuovo. Con più confidenza questa volta. Pongo fine al bacio, avvio il motore e sorridendo dico “Adesso si che possiamo partire. Si allacci la cintura signorina”.

Guido sicuro in mezzo al traffico di Manhattan, pago il pedaggio del ponte che conduce fuori città e imbocchiamo la superstrada. Ogni tanto mi volto a guardare Bella e mi sembra così naturale, così giusto averla qui di fianco.

Arrivati a destinazione, la aiuto a scendere dall'auto, apro la porta di casa, disattivo l'allarme e dopo aver fatto gli onori, provvedo ad allacciare tutte le utenze. Bella nel mentre è su di sopra per darsi una rinfrescata, ne approfitto per scaricare la macchina e apparecchiare la tavola in sala da pranzo. Curo tutto nel minimo dettaglio come mi hanno insegnato mia madre e mia sorella, scaldo le vivande, controllo la temperatura del vino. Metto lo champagne in fresco insieme alla torta, accendo le candele e direi che sono pronto.

“Edward” sollevo lo sguardo e trovo il suo, mi avvicino e la bacio, lei risponde appassionatamente e io beh faccio fatica a trattenermi, ma devo.

Pongo fine al bacio e dico “Però!”

“Ricordi il discorso di questo pomeriggio sull'entusiasmo? Ti avevo promesso che te lo avrei dimostrato ed è quello che ho intenzione di fare”

Stringo ancora di più le mie mani intorno alla sua vita sottile e torno a baciarla.

“Questo è per la parità dei sessi, come vedi ricordo tutto quello che ci siamo detti. Ma adesso mangiamo o si fredderà tutto”

Dopo la cena, il dolce e lo champagne, ci accomodiamo sul divano di fronte al camino per gustare il caffè che ha insistito per preparare lei stessa, devo ammettere che è buonissimo. E' arrivato il momento di parlare di ciò che è successo con Sebastian.

Si riavvia i capelli e si appoggia al divano guardandomi negli occhi “Non c'è molto da dire. Ci siamo visti a casa mia, mi ha raggiunta come faceva sempre quando sapeva che tornavo, eravamo soli in casa fortunatamente”

“Perchè fortunatamente?”

“Perchè c'è stato un momento in cui i toni si sono alzati e di molto, non avrei mai voluto che i miei genitori venissero a sapere così della cosa”

“Ok”

“Non sapevo davvero come prenderla e così sono stata molto diretta, gli ho detto che ero confusa e non ero più certa del fidanzamento. All'inizio non ha inteso la portata delle mie parole e quindi ha cercato di rassicurarmi circa la normalità delle mie paure. Poi quando ha capito che non avevo intenzione di andare avanti, ha avuto un momento di shock e poi mi ha guardata e mi ha chiesto il tuo nome”

“Il mio nome?”

“Si, ha detto che conoscendomi non poteva essere qualcosa di passeggero ma evidentemente avevo incontrato qualcuno. Ovviamente ha pensato a qualcuno a Boston, si è infuriato e ha inveito contro di me, ma poi una volta riacquistato un minimo di calma mi ha detto che a tutti poteva capitare di sbagliare, gli costava ma ci sarebbe passato sopra. E' stato molto penoso sentirlo scongiurarmi di non lasciarlo, soprattutto conoscendolo. Non è da lui fare certe cose, e pensare che all'inizio ho dovuto corteggiarlo io. Che strano”

“Ma cosa gli hai detto di noi?”

“Nulla. Non ho parlato di te, non ho fatto il tuo nome. Gli ho detto che la cosa dipendeva da me”

“Con i tuoi cosa hai detto?”

“Ancora nulla, sono fuori città e non voglio dire loro tutto per telefono”

“Mi sembra giusto. E adesso? Come ci comporteremo in pubblico?”

“Non so Edward, non vorrei che Sebastian soffrisse più del necessario. Se fosse possibile non direi subito di noi, anche perchè dobbiamo ancora conoscerci”

“Aspettiamo, ma non mettere mai in dubbio i nostri sentimenti. Non distruggiamo tutto soffocandolo nel timore di far male a qualcuno e finendo per farne a noi stessi. Al momento possiamo tenere per noi la cosa, ma non so quanto resisterò, voglio gridarlo al mondo intero anche adesso che sei mia”.

 

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Capitolo 17
*** 17 - Chiarimenti ***


Capitolo 17 – Chiarimenti

 

“Non ti è sufficiente sapermi tua, deve saperlo il mondo?” Mi chiede Bella, ma sinceramente non riesco a comprendere il tono con cui mi rivolge la domanda, non capisco se la cosa le fa piacere o meno. Glielo chiedo.

“Preferiresti che lo tenessi per me fino a data da destinarsi?”

“No, non ho detto questo”

“E allora cosa vuoi Bella?”

Non risponde, non sembra avere le idee chiare in proposito.

La incalzo perchè non sopporto non capire e non sopporto il suo silenzio in questo momento “Bella, ci conosciamo da pochissimo e sebbene quello che provo per te sia molto profondo tanto da sconvolgermi, ciò non toglie che io e te non ci conosciamo, quindi se non mi dici cosa desideri e cosa ti aspetti da questa relazione, io non so come muovermi. Non riesco a capire tutto di te dai tuoi silenzi, questa è una confidenza che viene con il tempo e che noi non possiamo avere”

“Già” sospira “Lo so Edward, ma io non so davvero come muovermi, i miei sentimenti sono contrastanti, da un lato non vorrei ferire Sebastian più di quanto non abbia già fatto, dall'altro vorrei essere felice con te, non vorrei precludermi niente. Mi sento come presa tra due fuochi”

“Ok, per il momento il mio fuoco lo accantoniamo, ma bada bene al vocabolo che ho utilizzato non eliminiamo” sottolineo il concetto anche con il differente tono di voce “ma accantoniamo, presto o tardi dovrai fare i conti con questa situazione e prima lo farai e meglio sarà per tutti. Il taglio netto è sempre quello che fa meno male”

“Stiamo discutendo?”

“Nel senso di scambiare un'opinione?”

“No, nel senso di litigare”

Sorrido della sua ingenuità “No Bella, se stessimo litigando te ne accorgeresti non temere, mi dispiace ma non credo di riuscire a restare così calmo in certi frangenti”

“Non voglio discutere con te”

“Neanche io lo voglio, ma dobbiamo parlare di quello che ci sta accadendo, non possiamo semplicemente lasciarci andare perchè non coinvolge solo noi, purtroppo abbiamo fatto soffrire delle persone e forse continueremo a farlo ancora per un po' con la nostra relazione. Ma io non intendo rinunciare a te Bella, non intendo mollare solo perchè è dura. Non posso e non lo permetterò neanche a te Isabella” decido di proposito di utilizzare il suo nome per intero, voglio che capisca l'intensità delle mie parole.

“Edward neanche io intendo rinunciare a te, credimi se mi fosse stato possibile l'avrei fatto, a fatica ma l'avrei fatto. Avrei risparmiato la sofferenza a Sebastian e anche a Catherine, per non parlare delle famiglie. Oh Edward!”

“Quindi?”

Mi guarda sollevando un sopracciglio con fare impertinente “Quindi?”

“Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda, la palla sta a lei ora signorina Swan, cosa intende fare di me?”

“Edward!!!” mi canzona abbassando lo sguardo e arrossendo.

“Si?” la incalzo di nuovo.

“Non potresti per un minuto non essere così diretto?”

Mi fa sorridere l'averla messa in evidente difficoltà, non sembra più la ragazza sicura di sé conosciuta in quel centro commerciale qualche giorno fa o la tigre della sera del suo fidanzamento “Non credo, ma posso provare. Allora?”

“Non lo so Edward, non lo so davvero cosa fare con te”

Devo tornar serio e spingerla alla riflessione, non intendo far partir male questa relazione, se non chiarissimo bene ora come stanno le cose tra noi, credo che ne rimarremmo soffocati alla lunga, sono convinto che non riusciremmo a reggere i colpi che sicuramente ci arriveranno addosso - soprattutto a lei temo - per la nostra scelta “Hai dei ripensamenti?”

Solleva finalmente i suoi occhi su di me e mi rapisce con il suo sguardo cioccolatoso “Non ho nessun ripensamento, ma devo ammettere di non essere in grado di gestire i sentimenti che scateni in me perchè è la prima volta che li provo in vita mia. Credevo che mai nessun uomo avrebbe potuto farmi l'effetto che mi faceva Sebastian” Prende una pausa sospira e riprende “Sai all'inizio lui non era particolarmente attratto da me e per averlo ho dovuto lottare, credevo che l'avrei voluto per sempre. Avevo accettato con riluttanza il fidanzamento perchè non ritenevo necessario ufficializzare qualcosa di così palese per me. Solo ora, alla luce di tutto quello che è successo in questi giorni, mi sto rendendo conto che forse le mie remore erano il riflesso di qualcosa di più profondo”

“Ossia?”

Mi sorride “Ossia non appena ti ho visto in quel centro commerciale, ho pensato che fossi l'uomo più bello che mi fosse mai capitato di vedere. E quando sei venuto da me e mi hai confessato quello che stavi provando, per un attimo ho dimenticato tutti - Sebastian per primo - e ho preso in seria considerazione l'idea di fuggire con te senza mai guardarmi indietro”

Sto toccando il cielo con un dito, allora non ha pensato fossi un pazzo squilibrato, devo sapere “Hai pensato questo di me? Hai davvero pensato che fossi l'uomo più bello del mondo?”

Sorride di nuovo, non con me questa volta ma di me “Adesso più bello del mondo, più bello per me … non ti basta?”

“Si si certo certo” mi gratto nervosamente la testa per la poca umiltà dimostrata. “Cosa allora ti ha fatto assumere quel tipo di atteggiamento scontroso”

“La mia parte razionale, il fatto che mi sia tornato in mente Sebastian e abbia provato un immediato senso di colpa nei suoi confronti, il timore che tu potessi prendermi in giro e che quel numero lo avessi fatto chissà quante volte solo per far cadere ai tuoi piedi una donna. Si credo sia stato per questi motivi che ho immediatamente innalzato un muro, mi hai spaventata, o meglio, mi ha spaventata la mia reazione al nostro primo incontro”

“Vuoi sapere cosa ho provato io quel giorno?”

“Si. Ma sii sincero ti prego”

“Perchè credi non lo sia stato finora con te?”

“No, no. Vorrei che mi dicessi tutto e anche se si fosse trattata di una semplice attrazione o di una tecnica già usata in passato vorrei saperlo”

“No mia dolce ed insicura Isabella. Non avevo mai fatto nulla del genere in vita mia e mi sembra di avertelo detto subito questo o ricordo male?”

“Lo hai detto” dice con voce bassa e poco convinta.

“Ma?”

“Potrebbe non essere la verità”

“Allora te lo confermo, era la prima volta. La mia famiglia mi ha sempre preso in giro per questo, non mi hanno mai visto davvero preso da una donna, mi hanno sempre visto freddamente distaccato con il gentil sesso”

“Come mai?”

“Non saprei. La loro spiegazione molto semplicistica è sempre stata che non si fosse mai trattato di quella giusta”

“La tua?”

“Mah?!? Oggi credo di convenire con loro. Nessuna alla fine era Isabella Swan”

“Che sciocco!” mi sorride e diventa bordeaux.

“Davvero, non sto scherzando. Quando ti ho vista è scattato qualcosa in me, non ti avevo neanche vista in viso, non ho notato le tue gambe ed il tuo fantastico fondoschiena” di nuovo arrossisce e sembra in debito d'ossigeno “Oh Bella ma davvero sei così spiazzata dai complimenti?”

Continua a tener la testa bassa “Si, faccio fatica ed il fatto che ci conosciamo da poco e tu mi piaccia non aiuta”

“Ok. Vuoi che vada avanti?”

“Si certo”

“Non saprei indicarti la parte di te che mi ha colpito, è stato l'insieme, sono state le tue movenze. Ero stregato dal tuo guardare e riguardare quelle scarpe da tutte le angolazioni. Se ci penso devo aver notato le tue caviglie sottili e deve avermi colpito il modo in cui ti portavi i capelli dietro le orecchie. Poi quando ti sei tirata un po' su la gonna per vedere l'effetto che facevano ed ho così intravisto il tuo viso e le tue labbra ero già sulla strada del non ritorno, quando hai sollevato i tuoi occhi e mi hai fissato, lì credo di essermi perso e ho iniziato a credere nell'amore a prima vista, nel fato, nel destino e cose di questo tipo”

E' puntellata allo schienale del divano con un gomito,le gambe raccolte sotto di sé e mi guarda torturandosi le lebbra nervosamente per l'imbarazzo. E' semplicissima nell'abbigliamento e nel modo di porsi, non vi è traccia del tipico atteggiarsi malizioso delle donne che mi è capitato di incontrare fino ad ora, nulla in lei mi sembra artefatto o costruito. La sua semplicità mi disarma, la bacio non resisto oltre.

 

 

 

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Capitolo 18
*** 18-Ops! ***


18 – Ops

 

Siamo sul divano della mia casa agli Hamptons, è il nostro primo appuntamento e dopo aver consumato un'ottima cena e fatto due chiacchierare sono passato all'attacco.

Non erano queste le mie intenzioni, non volevo in alcun modo metter tutto su di un piano fisico, ma il suo modo di mordicchiarsi le labbra mi ha fatto impazzire. Lei ha subito risposto al bacio ed ha portato le sue mani tra i miei capelli, come se anche lei non aspettasse altro che facessi la prima mossa, questo ulteriore contatto mi inebria, mi faccio più vicino e più audace. Dopo qualche minuto mi distacco per prendere aria e ne approfitto per guardarla negli occhi. Ciò che leggo nei suoi occhi è il riflesso di quello che provo io, la chimica tra di noi è palpabile ed è qualcosa che non mi era mai capitato di sperimentare con nessuna delle mie precedenti partner. Ho il fiato corto.

Mi avvicino nuovamente a lei, vorrei fondermi con lei, evidentemente anche lei è vittima dello stesso incantesimo e avvicina il suo corpo sempre più al mio, finché non me la sistemo cavalcioni sulle mie gambe, adoro questa posizione con lei che mi sovrasta, mi cela il suo viso con i lunghi capelli e mi bacia profondamente tenendomi per il collo con entrambe le mani, come per non farmi fuggire, da cosa mi chiedo, non c'è nessun altro luogo al mondo in cui vorrei trovarmi in questo momento se non su questo divano con lei.

La mia eccitazione è ormai evidente anche a lei e il suo dimenarsi mi rende evidente la sua. Lascio che le mie mani scorrano su tutto il suo corpo, indugio maggiormente sui fianchi e sul seno.

Non so cosa fare, non vorrei essere affrettato, non riesco a lasciarmi andare completamente, non vorrei mai perderla semplicemente perchè non ho avuto la pazienza necessaria. La mia parte irrazionale però ha già preso la tangente, non riuscirò a controllarmi ancora per molto così decido ancora una volta di giocarmi l'unica carta che ho, la sincerità.

Mi distacco di pochissimo da lei e dalle sue labbra e sussurro il suo nome per attirare la sua attenzione “Bella ...”

Lei spalanca gli occhi nei miei e bisbiglia il mio nome sulle mie labbra in una maniera così sensuale da rischiare di farmi perder definitivamente la testa “Edward ...”

“E' inutile fingere, cosa vuoi Bella?” le chiedo arrendevole.

“Tu cosa vuoi Edward?”

“Sincero?”

“Assolutamente sincero. La sincerità è l'unica cosa che mi aspetto al momento da questo rapporto”

Ed io cosa mi aspetto da questo rapporto? Sincerità sicuramente, ma non posso negare il richiamo che costituisce per me la sua fisicità sin dal nostro primo incontro. Tutto in lei mi attrae, tutto in lei mi sconvolge nell'intimo. So che dovrò muovermi con cautela, non voglio tutto e subito, voglio concederci il tempo necessario, mi è capitato così tante volte di coglier l'attimo e poi fuggire via a gambe levate, che ora mi sento stranamente pronto ad aspettare.

Ci e le concederò tutto il tempo, ma il diritto ad un assaggio credo comunque di essermelo meritato.

Mi avvicino a lei e al suo collo “Voglio assaggiare il sapore della tua pelle” la bacio dietro l'orecchio e lei sospira “in diversi punti del tuo corpo” aggiungo roco.

“Edward” sospira quasi a voler prender tempo. Continuo l'esplorazione del suo collo, il suo odore è per me un richiamo troppo forte e i suoi gemiti trattenuti mi esaltano.

Decido così di prender confidenza con il resto del suo corpo. Dopo aver preso possesso delle sue morbide labbra, prendo contemporaneamente possesso del suo seno, è piccolo e sodo, perfetto e delicato come tutto in lei lo è. Mi allontano momentaneamente dalle sue labbra per tornare sul suo collo, passo a torturare uno dei suoi lobi e la sento perder la testa. I suoi gemiti aumentano di tono ed intensità, devo tenere a mente che quello è un suo punto debole, è importante conoscere il “nemico”.

Sono perso nella lussuria, sto perlustrando la zona intorno al suo ombelico mentre con l'altra mano continuo a sollecitarle i seni, quando una sua frase ha la potenza di una doccia gelata sulla mia libido “Si così continua così … ah … Se...ba...sti...an”.

Mi blocco immediatamente, sollevo lo sguardo su di lei che guarda nella mia direzione, rendendosi conto in quel preciso istante del madornale errore commesso. Il suo bellissimo volto si trasfigura.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 19
*** 19-Immobile ***


19 – Immobile

 

Immobile. Una statua di cera.

Lei ancora su di me con entrambe le mani sulla bocca a coprire quella “O” muta ed incredula sul suo volto, dovuta alla subdola intrusione di un nome nel momento meno opportuno.

I suoi occhi sono velati di lacrime, non riesco a connettere. In un altro momento avrei tentato in tutti i modi di far scomparire quelle lacrime che offendono i suoi occhi, ma non ora. Il mio cervello non è in grado di produrre alcuna sinapsi.

Com'è possibile che in un momento come quello lei avesse in mente il suo ex. Non ero io al centro dei suoi pensieri, ma il suo ex.

Lei viene giù dalle mie gambe e si abbandona inerme sul divano. Io seguo con lo sguardo il suo movimento ma in realtà non collego alcun pensiero al gesto.

Nebbia. Mi sento come se fossi stato avvolto da una nebbia in grado di narcotizzare. Non riesco a comprendere neanche cosa provo.

Dolore?

Sdegno?

Peggio … il nulla. Non ero preparato ad una cosa del genere, non ero preparato a fare i conti con il suo passato tra noi, ok con il mondo che ci circonda, ok con lui, con la sua famiglia ma tra noi no. Ho dato per scontato che tra di noi non potesse insinuarsi niente, nulla. Ma questo evidentemente valeva per me, non per lei.

“Edward?”

Meccanicamente rispondo “Si?”

“Scusami ti prego”

“Scusa?”

“Non so come possa esser successo”

“Lo so io” l'accuso “è molto semplice Bella, stavi pensando a lui!!! Eri con me, eri in intimità con me e pensavi a lui” sta affiorando qualcosa in me, la sento montare, crescere. La rabbia. Sussurro appena “e questo mi manda in bestia!” Devo allontanarmi immediatamente da lei, non so per quanto ancora sarò in grado di trattenermi.

Lei ancora “Scusami non so davvero ...”

“Smettila!!!” biascico “Piuttosto ricomponiti e preparati ti riaccompagno a casa”

“Ma Edward!”

“Edward niente, non crederai che io sia disposto a riprendere da dove abbiamo interrotto” sottolineo le mie parole con nervosi gesti delle mani “così come se nulla fosse accaduto”

“No, ma io ...”

“Non voglio ascoltare le tue ridicole scuse. Non credo di essermi mai sentito tanto umiliato in vita mia”

Non ci posso credere, è come se solo ora mi fossi svegliato da un sogno. Finalmente il mio cervello si rianima e con lui il mio inconscio <Ho fatto tutto io in realtà, sin dal principio. Sono stato io a mettere in piedi tutta questa storia fra me e lei, lei si è semplicemente lasciata trascinare come un'alga dalla corrente. Non mi hai mai desiderato come la desideravo io, è rimasta affascinata dal fatto che io la desiderassi così ardentemente>. Basta. Non ho più alcuna intenzione di inseguirla, non credo neanche di aver più intenzione di portare avanti la cosa.

La vedo che sta facendo ordine tra le nostre cose e anche questo mi innervosisce, come se si potesse fare ordine, come se bastasse rassettare per sistemare le cose tra noi.

“Lascia stare ci penserà qualcuno domani, adesso andiamo” inveisco e così dicendo le strappo letteralmente di mano il cesto da pic-nic di mia madre.

La vedo sussultare e fissarmi. Cosa c'è nei suoi occhi paura? Ha paura che possa farle del male? Sta compiendo uno sforzo evidente per non piangere.

Realizzo un altro pensiero.

Lei non sa che io non alzerei mai le mani su di una donna, può davvero credermi capace di un gesto così vile? Non ci conosciamo, non ci conosciamo affatto e lei si ritrova in una casa isolata con un uomo che di fatto non conosce, per di più ai suoi occhi devo apparire fuori da ogni grazia divina.

Ecco il nostro problema, la conoscenza. Ci siamo fatti travolgere dal momento, ma in realtà non sappiamo nulla l'uno dell'altra.

La vedo cedere sotto ai miei occhi.

“Bella” non riesce più a trattenersi, si ripiega su stessa e crolla in un pianto disperato.

Non sono pronto ad una reazione così forte, metto a fuoco in quel momento che non mi sono fermato neanche un secondo a pensare ai suoi sentimenti.

Come tutti gli uomini non riesco a resistere alle lacrime di una donna e le sue hanno il potere di dilaniarmi.

Mi avvicino, incrocio le mie gambe e la raggiungo sul pavimento, la chiamo nuovamente e quando lei mi punta addosso quei due fari tristi quasi dimentico il motivo della mia collera e l'unica cosa che riesco a fare è avvolgerla con le mie braccia e stringerla al mio petto. La lascio sfogare senza proferire parola. Ogni tanto le poggio un delicato bacio sulla nuca tra una carezza ed un'altra.

Dopo molto tempo sembra finalmente essersi calmata. Ha preso posto sulle mie gambe, tra le mie braccia proprio come una bambina, ed è così che la vedo in questo momento, fragile come una bambina.

“Edward perdonami ti prego se puoi, non so perchè mi sia venuto fuori il suo nome, probabilmente perchè mi sento in colpa” solleva i suoi occhi rossi e gonfi e li allaccia ai miei in una muta preghiera “mi sento tremendamente in colpa Edward credimi, non è da me tradire così la fiducia delle persone care. Ma non ho potuto fare a meno di agire come ho agito e fatto soffrire molte persone. Non è dipeso da me, ma dalla maniera folle in cui ti desidero e da questo strano senso di appartenenza che ho nei tuoi confronti. E' come se sentissi di appartenerti e sento che tu mi appartieni, non riesco neanche ad immaginare la situazione al contrario, a come reagirei se nell'intimità pronunciassi un altro nome. Impazzirei credo”

Io resto in silenzio in attesa che finisca il suo sfogo, poi sinceramente non ho la più pallida idea di cosa fare e cosa voglio in questo momento da lei, da noi.

 

 

 

A domani per … l'epilogo!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 20
*** 20-Tempo ***


Vorrei ringraziare tutti i miei 52 lettori, che hanno seguito, preferito o ricordato questa storia ... per me siete un esercito!!!

Vorrei salutare e ringraziare tutti quelli che hanno lasciato un commento e mi hanno fatto sentire la loro voce: LadySile, antonella64, Babi_fan, elenri, angieloveromance … thanx guys!!! Conoscere le vostre opinioni è stato interessante, sembrate concordare tutti su un punto … DOVREI SCRIVERE CAPITOLI PIU' LUNGHI … ricevuto!!!

E poi per ultima - ma di certo non meno importante - vorrei salutare, ringraziare ed abbracciare la voce più angelica del coro di recensori, la carinissima e simpaticissima paride … questo capitolo è dedicato a te, abbi la forza di scrivermi qualcosa!!! DAJE!!!

Vi aspetto in fondo ...

20 – Tempo

 

L'ho lasciata sotto casa sua e le ho detto che l'avrei chiamata. Non credo che lo farò.

Mia madre ed Alice hanno capito che qualcosa non è andato per il verso giusto, hanno cercato di sapere cosa ma mi sono chiuso in un intimo mutismo e ho detto loro che, quando e se me la sentirò, racconterò ogni cosa.

Penso a lei continuamente ma c'è qualcosa che mi blocca, qualcosa che mi impedisce di superare l'accaduto.

Orgoglio, credo.

Lo so che non è un buon consigliere, ma per la prima volta nella mia vita decido di infischiarmene di tutto e tutti assecondando l'istinto, di lasciarmi finalmente andare ad un'emozione ed ecco cosa succede, meglio tornare alla mia quotidiana razionalità. E' più sicuro ed io adoro la sicurezza, vivo delle mie certezze.

Nella mia vita non c'è spazio per una donna come Isabella, il perchè è semplice, preferisco non averla che averla avuta e averla perduta. Sarò un vile, eppure non riesco a non pensare che il nostro destino non fosse quello di stare insieme, tutto troppo complicato, se fossimo stati destinati a stare insieme tutto sarebbe stato più semplice, naturale, spontaneo e non avrebbe di sicuro portato sofferenza nella vita di nessuno intorno a noi.

Devo togliermela dalla testa, è l'unica soluzione possibile.

1 settimana dopo

Ha provato a contattarmi, non ho risposto.

Basta, per me è finita.

Sono convinto e posso farcela a lasciarmela alle spalle.

Mi è intollerabile l'idea che lei non provi per me quello che io sento per lei. Non riesco a dividerla con nessuno, nemmeno con un ricordo o un senso di colpa.

Ho trovato diverse sue chiamate ed sms sul mio cellulare.

Edward ti prego rispondimi. B”. Non lo faccio.

Ti prego appena puoi richiamami. B”. Non lo faccio.

2 settimane dopo

Ad Harvard mi hai detto che le tue intenzioni erano serie, che avresti voluto trascorrere il resto della tua esistenza con me, cos'erano quelle tue parole solo il mezzo per portarmi a letto?”

Rispondimi vigliacco, credo di meritarmi almeno una risposta dopo tutto quello che ho fatto per te

Ti odio Cullen … con tutto il mio cuore

Avrei voluto che mi amasse con tutto il cuore, avrei voluto tutto di lei tranne che pensasse ad un altro mentre era con me, questo un uomo non può accettarlo, questo io non posso accettarlo.

Mi vedevo già camminare per strada tranquillamente mano nella mano con lei per far ritorno nella nostra casa, l'idea di sistemarmi non mi sembrava più così fuori luogo, non avevo mai fatto pensieri simili con nessun'altra donna. L'avevo voluta talmente tanto nella mia vita che non ero preparato a pensare che le cose tra noi avrebbero anche potuto non funzionare.

Non riesco a pensarmi nuovamente in intimità con lei, continuo a trovarla desiderabile ma poi basta un nulla che mi torna alla mente la sua voce lussuriosa che pronuncia quel nome. Non potrebbe funzionare e se in una coppia non c'è affinità in quel senso, specialmente i primi tempi, cosa resta il farsi compagnia? Per quello bastano gli amici, la famiglia, non ho bisogno certo di una donna.

Comunque spero si sia finalmente sfogata e se ne sia fatta una ragione, è da qualche giorno che non la sento, spero che il mio silenzio l'abbia convinca e che la smetta di assillarmi, questi suoi messaggi sono una vera e propria tortura emotiva per me, quando credo che sia finita torna a farsi viva.

1 mese

Stamattina appena sveglio ho trovato un suo sms, “E' evidente che non vuoi più aver nulla a che fare con me. Ok, ho afferrato il messaggio. Questo sarà il mio ultimo sms. Ti auguro ogni bene. Mi hai travolta come mai nessuno. Ti vorrei nella mia vita, ma da oggi vado avanti come evidentemente hai fatto tu. B”.

Finalmente! Ne sono fuori o almeno è quello che mi ripeto come un mantra nella speranza che succeda davvero.

Ho ricominciato con la mia vecchia vita. Lavoro, amici, sport, donne, molte donne. Tutte quelle che mi capitano, mai more però o con i capelli lunghi e boccolosi. Ogni tanto mi capita di pensare a lei e a come sarebbe stato tra noi, ma poi alzo le spalle e vado avanti.

3 mesi dopo

Avverto la vibrazione del mio cellulare ma sono impegnato a camminare e a tastare le grazie di una biondina tutto-pepe al momento, lo guarderò più tardi.

Sono le 3.30 del mattino, la biondina di fianco a me dorme della grossa, mi ricordo del messaggio, cerco il cellulare sul comodino. Mi stupisce leggere il suo nome.

Ti ho appena visto insieme ad una bionda, sembri felice. Ho appena deciso di tornare ad esserlo anch'io!B

Per la prima volta decido di risponderle. Mi dispiace sapere che non è andata avanti, mi dispiace sapere che l'avermi rivisto in compagnia la fa soffrire, preferirei sapere di esserle indifferente, chissà se io riuscirei ad essere indifferente nel vederla con qualcun altro, credo proprio di sì, alla fine tra noi non c'è stato nulla se non qualche bacio, decido di lasciarla andare via da me una volta per tutte, meglio per lei e meglio per me.

Sii felice. E

1 anno dopo

Ho appuntamento in un bar con degli amici, l'ambiente è molto accogliente e le ragazze sono tutte tiratissime, il terreno di caccia giusto per una serata tra uomini. Sono evidentemente il primo ad essere arrivato, ordino da bere, aspetto la mia ordinazione e nel frattempo mi guardo intorno, la mia attenzione viene attratta come una calamita da un paio di gambe davanti a me, esaltate da un vestitino che avvolge ed enfatizza un sedere stratosferico. La ragazza ha i capelli raccolti in un'acconciatura finto-non curata. Le faccio una radiografia mentre parla animatamente con delle amiche. E' da tanto che non mi capita di provare un qualcosa del genere.

Se fosse mia non permetterei a nessuno di veder tanto di lei. Che strano questo mio pensiero, ho sempre ritenuto molto stimolante il fatto che altri trovassero la mia ragazza del momento desiderabile.

Penso di dare inizio alla serata ed alzarmi per andare a conoscerla, vorrei vederla in viso prima. Vengo anticipato da due ragazzi - uno moro ed uno biondo - che si avvicinano sgomitando, si fermano accanto a lei attirando la sua attenzione. Continuo a godermi la scena, voglio vedere come va a finire, non posso negare che spero in un rifiuto da parte sua così da potermi fare sotto io. Ecco si sta per voltare.

Non è possibile.

Quella donna per me è una calamita.

Non la vedo da oltre un anno, è cambiata, è cresciuta, è più donna, è più eccitante.

Ha un trucco molto marcato che le enfatizza lo sguardo, è dimagrita visibilmente in viso, non ha nessun timore a mostrare al mondo la sua sensualità, ma è sempre la mia Bella solo molto più consapevole delle proprie possibilità.

Cosa faccio? Vado da lei? Le chiedo come va? Ne approfitto per salutarla e le tolgo di torno quei due bellimbusti?

Ma poi la vedo sorridere e fare un cenno verso qualcuno, guardo in quella stessa direzione e noto che si sta avvicinando a loro un ragazzo, mi sembra di conoscerlo, non posso crederci il mio incubo. Avevo ragione, ho sempre avuto ragione, mi ha mandato messaggi per mesi, si è finta distrutta dal mio rifiuto ma alla fine ha sempre avuto lui in mente, è tornata insieme a lui. Sebastian.

Mollo lì il mio drink e continuando a guardare la scena come ammaliato esco dal locale, un attimo prima incrocio il suo sguardo, noto lo stupore, l'incredulità e forse c'è anche della gioia nei suoi occhi, le mimo un “Sii felice” e mi lascio alle spalle la mia ossessione. Isabella Swan.

 

Eccoci qua … mi piacerebbe conoscere le vostre impressioni, so che facevate il tifo per l'happy ending … beh, ho già spiegato le mie motivazioni altrove, c'è poco da dire in realtà, quando ho iniziato a pubblicare questa storia era già completa per me e questo finale agrodolce mi soddisfaceva.

Comunque se voi voleste potrei decidere di non farla finita qui e continuare a scrivere di questi due impulsivi cronici, specialmente lui dato che è tutto POV Ed … DIPENDE DA VOI GUYS!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Venite ad uccidermi nelle recensioni … ho un po' paura … tutta colpa di paride!!!
Baci baci siete bellissimi ...

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                                                               Grazie mille.

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