A part of the show?

di BrokenJaw
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1st chapter ***
Capitolo 2: *** 2nd chapter ***
Capitolo 3: *** 3rd Chapter ***
Capitolo 4: *** 4th chapter ***
Capitolo 5: *** 5th chapter ***



Capitolo 1
*** 1st chapter ***


'Carol, Carol, Carol' Si ripeteva nella testa Riccardo invece di studiare, ormai erano ore che ci pensava.. Non poteva dimenticare il nome della ragazza con la quale aveva perso la verginità appena 3 giorni prima.. Era dalla quinta elementare che aspettava 'il momento' e ora che c'era arrivato a stento ricordava il nome di lei.
'Sai, me l'aspettavo diverso' disse Riccardo d'improvviso a suo cugino, che troppo impegnato a giocare ai videogiochi, nemmeno ad ascoltarlo se ne uscì con un 'Ah..' indifferente. Riccardo si bloccò, fece un sospiro, si alzò e uscì dalla stanza.. Iniziò a camminare, e a pensare, più che camminare pensava e in modo meccanico si muoveva.. Pensava, pensava al perché fossimo tutti così stupidi e ciechi, al perché non aveva mai preso in considerazione l'idea di elaborare ciò che lo circondava ogni giorno, al perché chi aveva sempre aiutato non era capace nemmeno di una parola di conforto mai e al perché accadevano così spesso le cose sbagliate.. Uscì di casa e pioveva, aveva dimenticato gli occhiali e la sua vista era appannata, ma non aveva mai visto più chiaramente di quel momento. Continuava meccanicamente a camminare e la pioggia, soggettivamente forte, gli scivolava sul viso come lacrime e sui pugni chiusi come sangue, 'Forse la pioggia rappresenta proprio la tristezza, come le lacrime e il sangue..? E che rumore fa la tristezza? Probabilmente lo stesso di questi ultimi, se emettessero un suono'. Riccardo non voleva più esser superficiale, lui voleva legger tra le righe e comprendere i dettagli negli occhi delle persone, perché se n'era reso conto proprio ora?
'Le persone più intelligenti sono anche le più depresse' gli ripetevano i suoi amici nei giorni seguenti, ma ormai le loro voci era flebili come il suono dei grigi e tristi pomeriggi domenicali passati fino a quel giorno davanti ad una console. Era stanco e nella sua testa rimbombavano idee e desideri, lui voleva vivere, ogni istante di più, e ogni istante doveva avere più senso, non sapeva ancora perché, o forse lo sapeva, non sapeva da cosa fosse nato questo desiderio e tutta quest'improvvisa consapevolezza, ma ciò rendeva tutto meno prevedibile e, Riccardo, nonostante il dubbio era felice, era felice ma non provava alcun piacere, era felice o forse era solo se stesso.

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Capitolo 2
*** 2nd chapter ***


Passavano settimane e mesi e Riccardo vedeva se stesso crescere e sempre più persone scomparire dalla sua vita. Tutto ciò dimostrava semplicemente chi davvero era interessato a lui, chi lo davvero accettava. Passava il tempo e lui era ogni giorno di più il 'nuovo Riccardo' come lo definivano i suoi compagni, senza rendersi conto che era sempre lui, solo più maturo o solo più se stesso.. non avrebbe mai immaginato quanto fossero poche le persone disposte ad apprezzarlo per la sua personalità, era triste, vedeva andar via i compagni come foglie cadere da un alberello in autunno.. Più restava solo più capiva com'erano realmente tutti coloro che fino a poco prima erano stati suoi amici, ed era stanco di dover sempre andare dietro agli altri, lui era lì pronto ad accettare chiunque lo rispettasse, ma gli altri erano altrettanto pronti? Si, Riccardo stava maturando, e se lo sentiva dentro, si sentiva diverso da molti dei suoi amici, ma la sua diversità era normale, forse.. Se la normalità fosse esistita.. Ogni mattina usciva di casa alle 7 e prendeva il treno, e nonostante la ovvia stanchezza, preso il ritmo il tutto era piacevole. Ascoltava buona musica e osservava chi gli stava intorno, bigliettai, passeggeri del treno, persone che incontrava casualmente per strada e immaginava le vite di ognuno di quelli, leggeva nei loro occhi tutto ciò che era leggibile e cercava di guardare il momento dalla loro prospettiva, come se lui fosse una comparsa nella loro vita, proprio come loro lo erano nella sua.. Lui avrebbe viaggiato, si, ora lo sapeva, lui voleva capire cosa c'era in più occhi possibili, non poteva più dar tutto per scontato, nulla era come gli sembrava e tutto ciò di cui aveva bisogno erano miliardi di quegli istanti inutili e incredibilmente puri. Era questo il suo nuovo inizio.

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Capitolo 3
*** 3rd Chapter ***


Ogni giorno Riccardo ritrovava il sorriso nel suo 'rito', osservare tutte quelle persone, immedesimarsene, lo faceva entrare totalmente in un altro mondo, come in una bolla.. Ma il tutto non gli faceva bene, spesso lo portava ad isolarsi e trascurare sempre più la scuola e forse anche a sentirsi sempre più perso e bruciato dentro.... Una sera era di ritorno da qualche lunga passeggiata pomeridiana che l'aveva portato chissà dove con l'unico sfondo la città e unico sottofondo la playlist messa in repeat cento volte... Ritornava... Da dove? Perchè?... Non capiva e non capiva il perchè del suo non capire... Vedeva tutto, ma non vedeva nulla, ma dentro di se qualcosa bruciava, la solitudine, la voglia di urlare e sfogarsi ed esser capito da qualcuno che non si trovi dentro un computer, ma tutto ciò era ancora lontano. Camminava con aria incazzata, quasi da farsi venire da ridere, si sentiva così patetico, e forse lo era, iniziò a ridacchiare, poi smise. Una ragazza era seduta e piangeva. Le si accovacciò e le chiese 'Vuoi urlare con me?'i fece cenno di si e i suoi occhi brillarono di serenità per un solo attimo. La prese per mano e senti una vampata di calore, nonostante l'aria novembrina, e la percepiva anche in lei. La guardò e in lei si vide. Era carina, quel tipo che piaceva a lui, e non a tutti. Non come le solite ragazze carine, era anche bella ma di ghiaccio, non era come quelle ragazze minuscole con quell'ego enorme. Era come una ragazza normale, non era minuscola, ma lo era, dentro. Lo vedeva, perchè anche lui era così e tutto ciò lo faceva impazzire... Urlarono tutto e si abbracciarono, lui la ringraziò e lei scomparve come un sogno, come un amico immaginario, come se l'avesse sognata.. Tornò a casa, mangiò e salì in camera meccanicamente, più del solito, pensava a lei. Si sedette sul letto e cerco di ricordare ogni suo dettaglio, i capelli ondulati e biondi, gli occhi grandi e marroni, la corporatura media, il nasino non perfetto, le mani piccole e sempre calde.. Amava tutto di quella lei, l'amava come quando ti succede qualcosa d'improvviso, e il fatto che tutto ciò ti colga di sorpresa tu hai paura, qualsiasi cosa sia accaduta.. Era perfetta nelle sue imperfezioni e nel suo 'Cos'è la perfezione se non esiste nulla che è per sempre?' che aveva gridato poco prima. Credeva d'amarla, anche nei giorni seguenti. Credeva d'amare il fatto che il suo pensiero lo tormentasse giorno e notte, anche se il tutto non l'aiutava, sapeva che la sua amica immaginaria sarebbe tornata, e l'avrebbe aiutato, perchè credeva d'amarla già.

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Capitolo 4
*** 4th chapter ***


Riccardo dormiva poco ultimamente, e in quei pochi minuti di dormi-veglia nella sua testa continuavano a rimbombare le parole della ragazza 'Cos'è la perfezione se nulla è per sempre?' che sembravano esser sempre più incise sul suo volto, in quanto al volto della ragazza, sembrava scomparire piano piano dalla sua memoria, il che era normale, dato che era passato quasi un mese dal loro incontro... un mese vuoto, nel quale aveva solo pensato a lei, vedendola nei volti di tutte ma senza riconoscere la sua luce in nessuno di questi.. Ma qalcosa sarebbe successo, prima o poi. Stava recuperando a scuola e ora aveva molto più tempo per le sue passeggiate dato che aveva concluso tutte le interrogazioni; Sabato 22 era l'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze Natalizie, era fuori scuola con le cuffiette, seduto sulle gradinate, la città era fredda, ma lui era felice e non aveva voglia di andare a casa per affondare sempre più in se stesso, gli piaceva essere una parte del puzzle della città, gli piaceva esser parte del panorma, essere visto, e aveva voglia di osservare i passanti, come suo solito. Passavano i minuti, e che fossero ore, non gli importavano, ed era sempre lì a fissare le persone, che spesso lo guardavano stranite, era sereno e totalmente isolato dal caos.... D'improvviso gli si poggiò una mano sulla spalla, fece un sobbalzo e si girò di scatto; una ragazza lo fissa sorridendo, lei ha i capelli tinti di blu, due percing sulle fossette, è alta, particolare ma carina, occhi neri e grandi e furbi, labbra non troppo carnose e di corpuratura normale; Nota tutto in un solo secondo, vede in lei l'opposto della ragazza che aveva sognato fino alla notte prima, ma nota in lei qualcosa di rassicurante. Leva le cuffiette e per spezzare lo strano silenzio esordisce un: 'Hey, io sono Riccardo, vuoi dirmi qualcosa?' e lei, sempre più sorridente 'Io sono Miriam e ti sono seduta a guardarti da circa mezz'ora, e sinceramente volevo sapere cosa stessi facendo a cosa stavi pensando, mi hai incuriosita e......' si interruppe, e lui 'No ti prego continua, sei la prima ad avermi notato pensieroso, tutti mi assecondano e dicono che sono incazzato e che dovrei fare yoga' - 'beh magari ci andiamo assieme a fare yoga, è la stessa cosa che dicono a me' - 'Ahahah, sarebbe bello, almeno potrei conoscerti meglio......... E avere la conferma che almeno tu sei reale..' - e lei stranita 'cosa?' - 'No niente...' fece Riccardo con aria pensierosa 'ora devo andare, se magari mi dai il tuo numero... Non lo so...' - 'Hey, sorridi.. si ecco' prese il cellulare dalle mani di lui, scrisse il numero, appoggiò il cellulare sulla scala e si alzò.. inizio a scendere le scale e disse ridacchiando 'Spero ti sarà utile' e Riccardo fece cenno di sì con la testa consapevole di aver fatto una faccia da ebete, e la seguì con lo sguardo camminare, svelta, un pò impacciata, ma sicura delle sue idee, lo capiva. Quando Miriam fu ormai troppo lontana lui si alzò, prese la cartella, inizio a camminare verso casa, sereno ma assonnato e pieno di dubbi, ora più di prima..........

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Capitolo 5
*** 5th chapter ***


Era di nuovo già passato un mese dal primo incontro con Miriam, e lei e Riccardo stavano uscendo spesso, avevano così tante cose in comune da far dimenticare a lui la ragazza misteriosa, così tanto da fargli pensare di chiedere a Miriam se volesse stare con lui.. Così fece giorni dopo, invitandola a casa sua, quando i genitori erano a cena dagli zii; la prese per mano e la fece sedere sul letto, lei già si trovava a suo agio e lui, timidamente, disse "Senti Miriam, ultimamente stiamo uscendo spesso, ed è più di un mese, ci troviamo benissimo e credo dovremmo impiantare un qualcosa di serio, cosa ne pensi, di stare assieme?" Si sentiva così ridicolo lui e la sua domanda, ma prima anche di pensarci, Miriam fece uno di quei suoi fantastici sorrisi e cacciò un gridolino, e una lacrimuccia "Ma certo, certo, certo mille volte, ti ho detto tutto, ma non che quel ragazzo di seconda che guardavo durante tutto il primo liceo eri tu, cosa credi io risponda, certo" lo abbraccio e inizio a baciarlo, erano stesi sul letto e lei non aveva mai baciato meglio, erano pieni di foga, allegria e passione.. iniziarono a baciarsi il collo e a togliersi le magliette, Riccardo trovava tutto così ridicolo e affrettato, disse "Miriam, io ti voglio, ma sei sicura?" Miriam chiuse gli occhi, gli bacio il petto e disse "Se ci fidiamo l'uno dell'altro nulla è più sicuro" - "andremo piano" disse Riccardo, ormai, pieno di se. Si baciavano, si toccavano ma si guardavano negli occhi, era la seconda volta per lui, ma sapeva sarebbe stata migliore della prima, con Carol non aveva avuto alcun senso, non ci aveva neanche pensato ai suoi occhi. Tutto accadeva, ma accadeva piano, con dolcezza, sentivano gli odori gli uni degli altri e si rendevano conto di cosa facevano non era una stronzata, ora stavano assieme ed erano felici. Talmente felici, che.. Si sentì il rumore della parta di ingresso, i genitori di Riccardo erano tornati, Miriam si nascose nuda sotto il letto e riccardo finse di dormire, la madre passo in stanza e chiuse la porta. Miriam sarebbe rimasta lì la notte, aveva detto al padre che avrebbe dormito da un'amica, lei usci, si chiusero dentro e tornarono a coccolarsi "Stiamo assieme appena da un giorno e già tutto mi sembra così fantastico tra noi due, già è un'avventura, sei fantastica, sarà una notte bellissima" sussurrò lui, lei sorrise. Si addormentarono poco dopo, nudi e abbracciati nel suo letto, sicuri sarebbe stata la prima notte migliore di sempre.

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