Drabble e flash sasunarusasu senza senso o quasi.

di EuphemiaMorrigan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Richiesta. ***
Capitolo 2: *** Convivenza. ***
Capitolo 3: *** Proposta ***
Capitolo 4: *** Matrimonio ***
Capitolo 5: *** Notte di nozze ***
Capitolo 6: *** Il duro lavoro degli Uke e la dolce vendetta dei dobe ***
Capitolo 7: *** Pazienza. ***
Capitolo 8: *** Pomodori ***
Capitolo 9: *** Scoiattolo. ***
Capitolo 10: *** Gelosia ***
Capitolo 11: *** Decisione ***
Capitolo 12: *** Decisione parte 2 ***
Capitolo 13: *** Famiglia ***
Capitolo 14: *** Papà ***
Capitolo 15: *** Verdura ***
Capitolo 16: *** Rottura ***
Capitolo 17: *** Chiarimento ***
Capitolo 18: *** Sakura Haruno: La vendetta ***
Capitolo 19: *** Bagno ***
Capitolo 20: *** Speculazioni mentali di una mente sull'orlo di una crisi isterica. Detto anche: Eeeh? ***
Capitolo 21: *** Regalo ***
Capitolo 22: *** Otouto ***
Capitolo 23: *** Compleanno ***
Capitolo 24: *** In trappola. ***
Capitolo 25: *** Arashi Uzumaki in: Quando dico di no è no. Forse. ***
Capitolo 26: *** Come si fa a capire quando ti piace qualcuno? ***
Capitolo 27: *** Chi va con lo zoppo... ***
Capitolo 28: *** I Will Always Return ***
Capitolo 29: *** Naruto... ***
Capitolo 30: *** Sasuke... ***



Capitolo 1
*** Richiesta. ***


  

01-Richiesta.

 

 

Note: Ritorno alle origini con una rating verde comico/demenziale e a volte un pizzico di romanticismo che non fa mai male. Su Sasuke, Naruto e la loro stramba futura famiglia. Quasi nessun dramma, solo divertimento -spero- e follia. Perché Sasuke è pazzo, ma Naruto per stare con lui lo è ancora di più. Buona lettura.

 

I personaggi non sono miei ma di Kishimoto.

Da qualche tempo, dopo il suo ritorno a Konoha, Sasuke Uchiha si era dichiarato innamorato. Della dolce Sakura-chan? Assolutamente no! Ma lo era del suo ex migliore amico, ex compagno di squadra ed ex persecutore personale: Naruto Uzumaki.

La cosa sconvolgente, che lasciava perplessa l'intera cittadinanza, era che la coppia, nonostante le differenze caratteriali, andava d'amore e d'accordo per la maggior parte del tempo. A parte alcune piccole scaramucce, come ad esempio quella a cui uno scioccato Konohamaru, andato ad allenarsi nel controllo del rasengan con il suo fratellone, stava assistendo in quel momento.

«NO» Ringhiò l'uomo dai capelli a culo di gallina.

«Teme, ti prego» Cercò di persuaderlo il suo compagno un po' scemo.

«Ho detto di no» Urlò sempre più alterato l'altro.

«Me lo devi» Disse convinto il ragazzo biondo.

«È una richiesta assurda» Dichiarò, sull'orlo di una crisi di nervi, Sasuke.

«Dopo tutto quello che ho fatto per te!» implorò ancora una volta.

 

«No. Naruto smettila, non ti regalerò Ichiraku come pegno d'amore».

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Capitolo 2
*** Convivenza. ***


  

02-Convivenza.

 

I personaggi non sono miei ma di Kishimoto.

 

Sì sa, la convivenza porta a galla pregi e difetti della tua dolce metà.

Se poi la tua metà è Sasuke Uchiha o Naruto Uzumaki, trovare i pregi diviene assai difficoltoso.


«Baka Sasuke, per quale motivo hai messo i colorati con i bianchi? Ora per colpa tua le mie mutande diventeranno viola» Gridò amorevole il vessillo del Kyuubi.

«Non chiamarmi mai più baka, dobe. Oppure ti ficco un chidori su per il culo, tanto largo com'è non dovresti avere problemi» Rispose dolcemente l'ultimo Uchiha.

«Come osi stronzo. Stai tu sopra perché solo pensare di entrare, dove sicuramente sarà entrato Orochimaru, mi fa schifo» Incalzò affettuoso il biondo shinobi di Konoha.

«Cosa hai detto? Ma io ti brucio con Amaterasu» Urlò con tono bonario l'ex Nukenin per poi attivare lo Sharingan e scagliarsi contro il suo compagno.


E già sopravvivere alla convivenza è veramente dura.

Soprattutto se sì è Ninja.

 

Note: Seconda flash, corta e demenziale.

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Capitolo 3
*** Proposta ***


 

 

I personaggi non sono miei ma di Kishimoto.

Si anche Sasuke è ancora suo.

 

 

 

03-Proposta

 

 

 

“Era forse impazzito?” Pensò, con ancora la bocca piena di spaghetti e gli occhi sgranati dalla sorpresa «Cofe hai deffo?», chiese, per cercare conferma su ciò che aveva appena sentito uscire dalla bocca del suo compagno. L'altro, per tutta risposta, lo guardò irritato prima di porre nuovamente la domanda, anche se dal tono sembrava più un'ordine «Mi hai capito benissimo usuratonkachi. RendiTi l'uomo più felice del mondo. -una pausa- Sposami». Fu un attimo, l'intero boccone di ramen finì in faccia al malcapitato Uchiha, mentre un Naruto in preda al riso più sfrenato, credeva di essere finito su scherzi a parte.

Sarebbe stato un bel matrimonio. Sempre se lo sposo biondo fosse giunto vivo all'altare.

«Dobe, ti ammazzo» ringhiò ricoperto di brodo, scagliandosi addosso a Naruto.

Le probabilità erano basse.

«Teme, Si» disse sorridendo felice prima di baciarlo.

Forse non così basse.

 

 

 

Note: Bene, bene. Non so come sia venuta, anche perché quando la scrivevo ero maledettamente distratta: dal mio gatto che cercava di distruggermi i calzini e la sigla di maledetti scarafaggi nelle orecchie -ma quel cartone me lo vedevo solo io?-. Ecco, immaginatevi il gatto che insegue gli scarafaggi quando Sasuke si scaglia addosso a Naruto. Orribile vero?. Vabbè comunque, la proposta personalmente mi è piaciuta particolarmente scriverla, non so perché c'è lo vedo bene a chiederlo in quel modo.

Grazie a chi legge e recensisce, fatemi sapere.

Un saluto ^.^

 

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Capitolo 4
*** Matrimonio ***


 

 

04-Matrimonio

 

 

Era giunto il fatidico giorno, tra poche ore, Uzumaki e Uchiha si sarebbero uniti in matrimonio.

Tutto sembrava procedere per il meglio, il tempo era sereno, Tsunade sobria e i vestiti, due semplici completi giacca e cravatta, uno bianco e l'altro nero, calzavano a pennello ai due emozionati sposi.

Il matrimonio -purtroppo- fu interamente organizzato dalla loro amica di sempre, Sakura. Anche perché i due avevano passato mesi a litigare su chi avrebbe dovuto fare la parte della sposa e vestirsi di bianco, per dover di cronaca si sappia che l'ha spuntata Uzumaki promettendo ad Haruno Sakura le foto di Sasuke nudo dopo la doccia. Nonostante questo la cerimonia fu abbastanza tranquilla, all'interno del tempio erano presenti solo gli amici più intimi, poi successivamente avrebbero festeggiato con l'intero villaggio.

Tutto era perfetto e si svolse senza nessun intoppo, almeno fino a quando, durante il pranzo, i camerieri non servirono abbondanti dosi di sakè. Fu il putiferio:

Tsunade, già in crisi di astinenza perché non si faceva un goccetto da quella mattina, si buttò a pesce sulle bottiglie e ne scolò tre in un colpo.

Kakashi, dopo il quinto bicchiere, andava in giro barcollando in cerca di una dolce donzella, con cui mettere in pratica i racconti di Jiraya.

Rock lee e Gai-sensei, invece, si sfidavano sopra i tavoli nella lotta dell'ubriaco.

Shino, stava facendo la corte alle pulci di Akamaru.

Hinata, cercava di trattenere Kiba dal picchiare Neji, che aveva osato definirlo cane rognoso.

Gaara, stava per scagliare il suo funerale del deserto sul povero Shikamaru, colpevole di aver baciato -su una guancia- sua sorella Temari.

Iruka, piangeva sommessamente urlando frasi del tipo «Il mio fratellino si è sposato con una papera» ed altre oscenità sulla capigliatura dell'Uchiha, che stava per friggerlo con il kirin.

Era il caos. In tutto questo solo una persona si stava divertendo, Naruto, il jinchuuriki della volpe non era mai stato così felice in tutta la sua vita. Aveva riportato a casa l'uomo che amava, si era appena sposato e la sua enorme e rumorosa famiglia, era lì con lui a festeggiare, finalmente in pace.

 

Non poteva andare meglio di così.

 

«Dobe -lo richiamò Sasuke improvvisamente- Ti amo» gli disse sorridendo felice.

 

Ok forse poteva andare anche meglio.

 

«Anche io». Rispose finalmente sereno dopo tanti anni.

 

Però, dal colore rosato delle guance forse anche Sasuke era ubriaco. Meglio godersi il momento.

 

 

 

Note: diciamo che hanno fatto più un cameo i nostri ragazzuoli, e pensare che il matrimonio è il loro. Comunque se non si fosse capito Sasuke sorride e dice ti amo a Naruto solo perché è in preda all'alcool -ok sicuramente lo ama davvero, sennò non l'avrebbe mai sposato, ma dirlo non fa per lui- ci si vede/legge domani (?) con la prima notte di nozze... Non potevo fare a meno di postarla anche se l'idea era farlo domani perché ne vado schifosamente fiera di questa -anche perché è più lunga delle altre-. Un grazie e un saluto a chi segue e recensisce :).

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Capitolo 5
*** Notte di nozze ***


 

 

I personaggi non sono miei ma di Kishimoto.

Tsk razza di spilorcio.

 

05-Notte di nozze

 

 

 

«Spogliati»

«No»

«Non puoi rifiutarti»

«Invece sì usuratonkachi» disse irritato e vagamente incazzato Sasuke Uchiha.

«Sasuke l'hai promesso» ribadì Naruto, esasperato dall'infantilità del compagno.

«Io non ho promesso un bel niente, e poi da quand'è che stai sopra?» chiese sempre più alterato.

«Teme, avevamo stabilito che dopo il matrimonio si sarebbe fatto a turno e durante il pranzo di nozze me l'hai confermato» gli ricordò deciso.

«Cazzo. Ero ubriaco non conta. Ho anche baciato Sakura, questo vorrà pur dir qualcosa?».

«Che sei tornato etero?» domandò divertito Naruto.

«Dobe, un'altra parola e non vedrai l'alba di domani» minacciò a denti stretti.

«Uffa Sasuke. Lo so che vivi a Sasukilandia dove tutto è perfetto e dove tanti piccoli Suke si contendono le mie chiappe, ma questo è il mondo reale. Quindi zitto e fatti scop...» prima che finisse la frase un pugno dritto in faccia l'aveva fatto volare oltre il muro della camera da letto.

 

Niente da fare, per quella notte non sarebbero mai giunti ad un compromesso.

Auguri agli sposi.

 

 

 

Note: hahaha bhè che dire devo fare alcuni ringraziamenti per questa, prima di tutto a chi segue e recensisce. Grazie, grazie, grazie. Vi adoro, siete sempre così gentili che mi fate imbarazzare e i vostri commenti mi fanno morir dal ridere. E poi un grazie a Gengy per il Sasukilandia te l'ho detto che te l'avrei fregato. Ed ecco a voi Naruto semi attivo -della serie c'è sta a provà- alla fine le ha prese però dai notate l'impegno. Grazie ancora a tutte/tutti che mi seguite nel fantastico mondo della follia sasunarusasu.

 

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Capitolo 6
*** Il duro lavoro degli Uke e la dolce vendetta dei dobe ***


  

06-Il duro lavoro degli Uke e la dolce vendetta dei dobe.

 

I personaggi non sono miei -ancora- ma di Kishimoto.

 

 

Una promessa era una promessa. Se poi quella stessa promessa, la fai ad un cretino fissato con il mantenere la parola data, allora eri nella merda e Uchiha Sasuke lo sapeva benissimo, così bene che da bravo Uchiha bastardo si stava scervellando da giorni per trovare una soluzione, in modo tale da evitare il terribile disastro dello stare sotto. Quel dobe era perfido, in pubblico faceva tanto l'idiota, dolce e carino, quando in realtà era un demone... Un gran bel pezzo di demone, con un culo... Cazzo, l'astinenza forzata non faceva bene alla sua già fragile psiche. Sì alzò cautamente dal divano, dove giaceva come un vegetale da giorni, e prese la sua decisione. Glie lo avrebbe concesso, una volta sola non di più, infondo era un uomo magnanimo lui, non come il suo compagno, che vendicativo, l'aveva costretto all'astinenza.

«E va bene» sospirò stanco ad un Naruto mezzo addormentato nella loro camera da letto, dove aveva dormito più o meno un giorno, visto che, dopo aver fatto sfondare al dobe la parete a testate, era stato spedito -a calci- sul divano del salotto.

«Cosa va bene, amorino?» chiese sarcastico Uzumaki.

«Lo sai» rispose sbuffando pentendosi immediatamente di aver messo piede nell'antro della bestia.

«No non lo so. Puoi illuminarmi, tesoruccio?» stesso tono di prima.

«Dannazione. Puoi stare sopra, ma bada -disse puntando l'indice inquisitore su di lui- ti concedo una volta, solo una. Ci siamo capiti?» concluse deciso.

«mmmm... Vedrò di farti cambiare idea» affermò Naruto prima di baciarlo e buttarsi sul letto sfatto con lui.

Infondo, molto infondo, essere Uke ogni tanto non era poi così male.

Non che l'avrebbe mai ammesso, sia chiaro era pur sempre un'Uchiha.

 

Note: Questa è una di quelle storie che mi stimola la scrittura, ne avrò una decina de 'ste storielle scritte e già quasi del tutto corrette, e altrettante mi ronzano in testa e pensare che doveva durare solo pochi capitoli massimo 10. A parte ciò: *coro angelico. C'è l'ha fatta, ci è riuscito. Mi viene da piangere per la commozione. Qui da come avrete notato ci sono alcune piccole citazione del fatto che in una coppia, dopo anni, si tende a prendere un po' del carattere dell'altro in alcune situazioni. Quindi ecco a voi Naru-teme e Sasu-dobe. Solo per questa non preoccupatevi poi tornano normali (per quanto si possano definire normali quei due).

Un saluto ^.^

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Capitolo 7
*** Pazienza. ***


  

07-Pazienza.

 

 

Tutt'oggi nonostante le mie minacce i personaggi sono ancora di Kishimoto.

 

 

«Muhahahahahahaha. Io Uchiha Sasuke sarò presto il padrone dell'universo. Trema Konoha».

Uno scioccato quanto rassegnato Naruto osservava suo marit...emmm, futuro ex marito, perdere in una volta sola gli ultimi due neuroni ancora sani.

«Emm Sa...» cercò di dire.

«E visto che sarò il vostro padrone indiscusso tu mi farai da servo e tu creerai mille kage bunshin a mia completa disposizione» aggiunse sicuro di se, a braccia conserte «e già che ci siamo costruirete una statua con le mie sembianze, da venerare ogni giorno» era completamente partito.

«Sasuke, non vorrei dire nulla eh, ma vincere una partita a shoji contro Shikamaru non fa di te un genio, visto e considerato che hai pure usato lo sharingan. Io non mi monterei la testa più di tanto» disse leggermente stufo dei sui vaneggiamenti Naruto.


«Mi spieghi come fai a sopportarlo?» chiese dopo un po' Shikamaru ad un Naruto completamente esausto per aver fatto tornare in se il suo compagno.

«Pazienza, Shika. Tanta, tanta pazienza»

 

Note: oddio questa è veramente folle e demenziale, ma tant'è ormai l'ho scritta e poi su non è adorabile Sasuke? Mi viene voglia di abbracciarlo e dirgli “si, si piccolino va tutto bene”.

Grazie a chi segue e recensisce, vi adoro. Non uccidetemi per questa ok? ^.^ Baci.

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Capitolo 8
*** Pomodori ***


  

08-Pomodori.

 

Note: Ad Hari_ con affetto, perché l'idea è sua, spero ti piaccia. E che piaccia anche a voi :).

Buona lettura ^.^

 

I personaggi non sono miei ma di Kishimoto.

Li vuoi?

Non ci casco Sensei.

Peccato sta volta dicevo sul serio.

 

 

Aveva il vago sospetto, da molto tempo, e la strana sensazione, che suo marito fosse anoressico. Ok, ok magari non propriamente anoressico, ma fissato con la dieta e l'aspetto fisico sì. Anche perché, altrimenti, non si spiegava la fissa per i pomodori, il mangiar sano e il fatto che ogni santissima mattina lo trovasse in bagno, sulla bilancia, a bestemmiare Jashin se aveva messo su un etto in più.

Così un giorno decise di fugare i suoi sospetti. Contrariamente a ciò che si pensava Uzumaki era un genio in cucina, anche se continuava a cucinare sempre e solo ramen ogni giorno, era il suo piatto preferito per quale motivo avrebbe dovuto privarsene? Fatto rimane che quel giorno avrebbe cucinato al teme qualcosa di semplice, a cui non avrebbe potuto resistere, ma con qualche caloria in più: spaghetti al pomodoro e basilico e pomodori ripieni con contorno di patate al forno. Ci mise un'intera mattinata, ma il risultato fu da leccarsi i baffi, tanto che un esausto Sasuke Uchiha, appena tornato da una missione, si era fiondato in cucina e aveva fatto il bis di ogni pietanza, mugolando contento e appagato ad ogni boccone. Perfetto -pensava nella sua testa Naruto- piano perfettamente riuscito.

Fiero di se stesso, e del fatto di aver fatto mangiare un vero pasto al suo compagno, si avviò saltellante in cucina a sistemare il casino che aveva combinato, quando improvvisamente due braccia forti gli circondarono la vita in una morsa ferrea «Dobe, dobe, dobe -canticchiò Sasuke- che fai?» chiese in modo lascivo. «Metto in ordine» rispose esitante, aveva la brutta sensazione che ci avrebbe rimesso le chiappe quel giorno, e infatti «E no mio caro Naruto, mi hai fatto ingozzare come un vitello, ora smaltiamo le calorie» disse deciso issando la sua dolce e fessa metà sul tavolo della cucina.

«Ma Sas'kè...» cercò di obbiettare.

«Niente ma, non posso permettermi di mettere su peso, e visto che non mi va di allenarmi, mi aiuterai tu a smaltire» disse serio mentre si fiondava sulle sue labbra.

 

Appunti mentali di Uzumaki Naruto: la prossima volta mi conviene fargli solo un insalata.

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Capitolo 9
*** Scoiattolo. ***


  

09-Scoiattolo.

 

I personaggi non sono miei ma di Kishimoto.

Che quando ha scelto i nomi era drogato.

 

Note. Yo bro.. bro (?), vabbè, perché metto le note all'inizio? Ma ovvio, oggi mi sento tutta zuccherosa e amorevole verso il mondo.

Buona lettura. Un bacio ^.^

 

Casa Uzuma...Uchiha, un giorno come gli altri, Sasuke se ne stava seduto al tavolo con carta e penna in mano, concentrato e serio, intento a scrivere qualcosa «mmmm allora, allora Yuroshi: figlio della notte, no troppo triste. Akira: brillante, si infetti non sarebbe male. Shun: talentuoso, sì questo mi piace...».

«Sas'kè? Ma che stai facendo?» chiese curioso Naruto, vedendo suo marito così concentrato in qualcosa che non fosse il sesso, e il conseguente fare di tutto per stare sopra.

«Cambio nome» rispose tranquillo, continuando a scrivere e confabulare sotto voce, senza nemmeno alzare lo sguardo al suo interlocutore.

«È...?» domandò di nuovo Uzumaki, non essendo sicuro di aver capito cosa intendesse. Ma perché tutte a me? Pensava esasperato scuotendo la testa.

«Non posso chiamarmi Sasuke, che razza di nome è Scoiattolo? I miei genitori avevano il malsano vizio di ubriacarsi quando sceglievano i nomi per i loro figli. Scoiattolo?... Donnola? Cos'è la vecchia fattoria?» spiegò le sue ragioni con convinzione. Quello non era il nome adatto per uno come lui, uno shinobi del suo calibro. Scoiattolo Ventaglio, troppo assurdo, serviva qualcosa di forte, serio, che facesse capire chi era veramente...

«Teme» disse Naruto.

«Ora che cosa c'entra scusa?» domandò bloccando i suoi pensieri e alzando finalmente lo sguardo su suo marito.

«Teme*: bastardo. Secondo me dovresti scegliere questo, oppure se ci fosse qualcosa con folle, schizofrenico o pazzo sarebbe ancora meglio» rispose Naruto mentre usciva di corsa fuori casa, di certo non voleva farsi prendere a cazzotti anche quel giorno.

 

Mentre scappava da un Sasuke estremamente incazzato, si impose di mordersi la lingua e non suggerire anche il nome Uke.

 

Dopo una corsa di due ore intorno al villaggio, i due si accasciarono a terra distrutti «E comunque nemmeno il tuo mi piace» disse ansimante Uchiha a un Naruto distrutto dai pugni ricevuti e dalla corsa. «Perché?» chiese dopo un po' a fatica. «Naruto: rotella, Uzumaki: vortice. Rotella Vortice?» gli rispose Sasuke guardandolo divertito. Naruto scoppio a ridere, si avvicinò a suo marito e poggiò la testa sulla sua spalla «Non sai quanto mi mancava tutto questo anni fa» sussurrò piano stringendosi a lui un po' di più.

 

*In realtà teme è un esclamazione tipo "Ehy tu" in modo rozzo, tipo un insulto, ma ho preferito così. Spero non abbia dato fastidio!

 

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Capitolo 10
*** Gelosia ***


 

 

10-Gelosia.

 

I personaggi non sono miei ma di Kishimoto.

 

Note: rientrata ora dal romics, dove il sas'kè c'era ma non l'ho fermato onde evitare figure barbine, conoscendomi avrei fatto girare mezzo romics per le mie cavolate. Scusate se ci sono eventuali errori ma dopo cinque ore di treno complessive ho il cervello in pappa...

Un bacione ^.^

 

Naruto Uzumaki sapeva di aver sposato un megalomane, possessivo e bastardo, ma era sinceramente e ingenuamente convinto che col tempo Sasuke avrebbe assunto dei comportamenti quasi normali. Se non per volontà, per imitazione almeno, come fanno le scimmie. E invece sì doveva rassegnare all'idea che sarebbe rimasto così per sempre, anzi era anche peggiorato.

Mentre Naruto aveva di questi pensieri, camminava per le stradine di Konoha avviandosi verso il negozio di Teuchi per un buon piatto di ramen, la solita chiacchierata con Iruka e con le persone del villaggio che incontrava sul cammino. Era sempre stato una persona cordiale, e ora che finalmente la sua gente l'aveva accettato amava passare le sue giornate libere a parlare cordialmente con loro. Dopo anni di solitudine sì sentiva una persona normale e ben voluta. Un sorriso enorme gli adornò il viso mentre un junin, di qualche anno più giovane di lui, chiedeva di raccontargli come avesse sconfitto Madara durante la guerra e lo guardava con occhi adoranti.

«E quindi andò così. Ecco il merito non è tutto mio però» concluse Uzumaki, ridendo e mettendosi una mano dietro la testa a scompigliare i già ribelli capelli biondi.

«Lei è fantastico Naruto-san» disse il ragazzo, rapito completamente dalla sua figura.

«No che dici così mi imbarazzi» aggiunse rosso Naruto, non era abituato a quei complimenti.

Ad un tratto, mentre ancora Naruto stava parlando con il giovane di fronte a se, a cui in realtà non interessava poi molto della quarta guerra ninja, ma ci stava provando con lui, in maniera non del tutto velata, Uchiha Sasuke, nero di rabbia, fece la sua comparsa «Dobe» ringhiò a denti stretti.

«Teme. Non eri in missione?» chiese tranquillo Naruto, che nella sua ingenuità non si era accorto di nulla, ne della corte del ragazzo ne della rabbia di Sasuke.

«Ho finito prima» rispose freddo.

«Capisco. Lui è Shin, è appena diventato Junin e mi stava chiedendo qualche consiglio» disse felicemente presentandoli.

«Ciao Shin -sussurrò velenoso Uchiha, per poi avvicinarsi e stringergli la mano in una morsa- Se ti vedo ancora una volta a soli dieci metri di distanza dal mio usuratonkachi ti strappo i denti e ci faccio una collana » finì con un ghigno da far invidia al diavolo, spaventando così a morte il povero ragazzino, che scappò in un lampo.

«Teme ma sei pazzo?» ululò Naruto incredulo senza però ricevere risposta.

 

Da Uchiha, era suo preciso dovere proteggere da estrani le parti basse del suo uomo.

Per estrani sì intente: uomini, donne, bambini, animali e insetti a meno di dieci -meglio tre- metri dal suo fondo schiena.

 

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Capitolo 11
*** Decisione ***


 

11-Decisione; parte uno

 

 

 

Note: Salve gente, questa flash è divisa in due ed è l'inizio di un nuovo argomento, per certi versi meno comico però man mano i personaggi evolveranno quindi era un po' d'obbligo farlo. Baci ^.^.


Ci pensava da giorni, forse mesi, era il momento di rendere partecipe la sua metà di ciò che aveva deciso.

«Che cucini?» chiese senza troppo interesse, avvicinandosi alle spalle di Naruto.

«Ramen» cinguettò l'altro ilare, mentre macchinava ai fornelli.

E ti pareva! Pensò sbuffando sonoramente, contrariato dal fatto di dover mangiare quella brodaglia tutte le sere. Ma i patti erano chiari: lui si mangiava quello schifo e il dobe non avrebbe fatto storie per del sano sesso coniugale. Riordinò le idee e cinse con le braccia la vita del compagno, portando il mento sopra la zazzera bionda baciandola, a quel gesto l'uomo più piccolo si irrigidì. Guai, guai, guai urlava la sua testa, il teme non era mai affettuoso. Mai. E quando lo era succedeva sempre qualche disastro apocalittico, si girò lentamente nell'abbraccio lasciando da parte il suo adorato ramen «Che hai combinato o stai per combinare Sasuke?» chiese sospettoso assottigliando gli occhi.

«Niente volevo solo abbracciarti, non posso?» disse calmo Uchiha accennando un sorriso.

Allarme rosso! Allarme rosso! Mettersi in posizione di difesa. Ok, ora era spaventato, stava veramente sorridendo? Non ghignando come al solito. Cosa diavolo aveva in mente? «Smettila cosa stai macchinando?» domandò di nuovo pronto a scagliarli contro un rasengan se necessario.

«Nulla amore mio» rispose sempre con il solito tono dolce e calmo, mentre stringeva la presa su i suoi fianchi.

A..amore..mio? Oddio sono in pericolo di vita pensò, mentre sgranò gli occhi scioccato «Sas'kè smettila e sputa il rospo, tanto so che quando ti comporti così è perché stai per dire o fare qualcosa di folle».

«Voglio un bambino» disse Sasuke Uchiha incolore, guardandolo intensamente negli occhi.

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Capitolo 12
*** Decisione parte 2 ***


  

12-Decisione; parte due.

 

 

Note: Seconda parte! Forse Sasuke appare un po' OOC in questa lo ammetto e me ne dispiace. Spero non sia così troppo fuori dal personaggio come sembra a me. La frase finale in corsivo la pensano entrambi.

Grazie a tutti quelli che seguono e recensiscono questo piccolo sclero ^.^

 

 

«Voglio un bambino» disse Sasuke Uchiha incolore, guardandolo intensamente negli occhi.

 

 

«SEI SCEMO? -sbraitò Uzumaki- se non l'avessi ancora notato, e ne dubito visto la tua inclinazione a starmi tra le gambe, sono un uomo. U-O-M-O.» scandì irritato dall'idiozia del suo compagno, poi osava definire lui cretino.

«Lo so che sei un uomo usuratonkachi» affermò piano, come stesse parlando ad un ritardato.

«E allora come pretendi di avere un figlio?» domandò sempre più irritato dal comportamento del compagno.

«Mai sentito parlare di adozione?» chiese questo col solito tono calmo.

«Stai parlando seriamente?» disse incredulo guardandolo in modo strano.

«Si» rispose composto, scuotendo le spalle come se stesse parando di qualcosa di poco conto.

«Perché?» era sinceramente curioso, infondo pensava che Sasuke non volesse avere figli visto che si era sposato lui, se doveva essere onesto la cosa gli dispiaceva, dato che aveva da sempre avuto il desiderio di mettere su famiglia in futuro. Ma quando si era trovato un fragile e bastardo Sasuke tra le braccia, dopo la guerra, la scelta fu ovvia.

Sasuke sbuffò e si accomodò a peso morto sulla sedia, avrebbe dovuto parlare ed esprimere i suoi sentimenti. Una tortura. «Perché -cominciò piano- ogni volta che torno a casa e non ci sei, oppure quando guardo le mille stanze vuote di questa casa, mi chiedo come sarebbe stato, se io e te avessimo potuto avere un figlio nostro -si bloccò per un attimo- Sarebbe stato... bello immagino. Avrebbe avuto la mia intelligenza e la tua ingenuità, la mia compostezza e il tuo entusiasmo e soprattutto avrebbe avuto il tuo sorriso, quel sorriso che tanto amo. Ma non potendo avere tutto questo, vorrei almeno che qualcosa oltre te riempisse le mie giornate, non dico che tu non mi basti, anzi, ma vorrei qualcuno da istruire, curare e a cui voler bene, qualcuno che ci chiami papà e ci sorrida dopo una dura giornata. Tutto qui. Non chiedo molto... credo.» Era stata un'agonia per lui fare tutto quel discorso, da che aveva memoria non si era mai aperto così tanto e sì rifiutava di guardare in faccia suo marito, era di gran lunga più comodo nascondere le emozioni guardando il tavolo della cucina.

Intanto, Naruto, non credeva possibile ciò che aveva appena udito.

Lì prese la sua decisione «E sia» disse forte illuminato da un immenso sorriso.

«È un si?» chiese piano alzando gli occhi verso la sua figura.

Uzumaki trasformò il suo enorme sorriso in uno più piccolo e dolce mentre si avvicinava di nuovo a lui, sedendosi poi sulle sue gambe ed abbracciandolo forte, come se non volesse mai più lasciarlo andare -ed era così-.

Una sola cosa usci dalle sue labbra prima di baciarlo piano «Si».

 

Non credeva che sarebbe mai stato più felice di quel giorno.

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Capitolo 13
*** Famiglia ***


  

13-Famiglia.

 

I personaggi non sono miei ma di Troll-Kishimoto-sensei.


 

Lo teneva tra le braccia, delicatamente. Stringeva un po' di più e ne respirava il profumo. Aveva la sensazione che tutta quella felicità non fosse reale, che sarebbe scomparsa da un momento all'altro. Guardò di nuovo suo figlio, adorante. Gli occhi color cioccolato del piccolo ricambiavano lo sguardo curiosi, mentre con le manine avvicinava a se un lembo della maglietta dell'uomo e lo portava alle labbra, Sasuke carezzò dolcemente i capelli color notte e sussurrò «Arashi*» al orecchio del bambino, questo sì spinse un po' di più verso il suo petto caldo e accennò un piccolo sorriso. Si stava così bene tra quelle braccia grandi che l'avevano portato via da quel brutto posto.

«TEME» un urlò in lontananza spezzò l'incanto del momento, agitando il piccolo tra le braccia di Sasuke e facendogli alzare il capo curioso, quando riconobbe il signore con la tuta arancione ampliò il sorriso, felice.

«Parla piano cretino che lo spaventi» disse acido Uchiha mentre stringeva la presa sul figlio.

«Scusa -sì accigliò Naruto- Posso?» chiese poi allungando le braccia verso il bambino.

«Imbranato come sei lo farai cadere -affermò con un cipiglio sul viso, per poi cambiare idea una volta notato lo sguardo triste del compagno- Tieni, ma stai attento» sì premunì serio.

Naruto sollevò il piccolo fino al suo volto e rise felice, come non lo era mai stato, nonostante non fosse veramente suo figlio somigliava terribilmente a Sasuke, l'unica cosa che si differenziava erano gli occhi profondi e caldi.

«Tutto risolto. Arashi Uzumaki da oggi è ufficialmente il nostro bambino» affermò rompendo il silenzio, mente sì sedeva sul divano con Arashi che tentava di toglierli il copri-fronte.

Il suo compagno lo guardò stranito «come lo hai chiamato?» domandò con un tono che non prometteva nulla di buono.

Naruto deglutì a vuoto prima di rispondere balbettando «A-A-A-Arashi».

«No dobe, il cognome» stava cercando di calmarsi per non spaventare il figlio, risultava più difficile del previsto.

«Io pensavo...»

«TU PENSI?» ecco, la calma era stata buttata allegramente nel cesso.

«Sas'ke, senti, non lo chiameremo Uchiha» rispose piccato Naruto.

«PERCHÈ?» urlò ancora una volta, mentre Arashi li guardava curioso tra le braccia del suo papà biondo.

Naruto lasciò il piccolo sul divano, lo carezzò gentilmente su una guancia e si rivolse a suo marito «Perché il tuo cavolo di cognome porta sfiga, S-F-I-G-A. Mi hai capito bene». Disse incrociando le braccia al petto con convinzione.

«Scappa» ringhiò Sasuke prima di fiondarsi all'inseguimento del cretino che si era sposato.

 

Il piccolo Arashi guardava, divertito e invidioso, i suoi due nuovi papà giocare a rincorresi.

Voleva giocare anche lui. Pensò prima di scendere piano dal divano e raggiungerli.

 

Note: Arashi: tempesta. Salve gente. È una specie di poema ma appare Arashi, com'è? Lo so fa poco però via... Susu-chan è abbastanza normale no? A parte i suoi pensieri sdolcinati all'inizio, ma capitelo e finalmente papà. Immaginatevelo mentre gonfia il petto come un tacchino, tutto orgoglioso e fiero di avere un figlio. E Naru non è troppo “femminile” vero?. Per puro gusto personale qui non vorrei che accadesse, quindi se la cosa mi sfugge di mano me lo fate un fischio vero?.

Grazie a tutti. Bacioni ^.^

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Capitolo 14
*** Papà ***


 

14-Papà.

 

I personaggi non sono miei ma di Kishimoto.

Il vola non è mio ma di Scrubs.

In tutta sta fic nulla è mio tranne Arashi praticamente.

 

 

«Volaaaaaa» gridava sorridente Naruto, mentre teneva il piccolo Arashi per le ascelle, facendolo girare in tondo sopra la sua testa, e quest'ultimo si dimenava e rideva felice.

«Dobe. Ti giuro che se vomita, ti uccido» lo minacciò Sasuke dalla stanza accanto, dove stava lavando i piatti, interrompendoli.

«E dai tesoro -a quella parola sì beccò un'occhiata spaventosa- stiamo solo giocando, vero piccolo?» concluse rivolto al figlio di appena due anni. Erano pochi mesi che l'avevano adottato e già non riusciva a fare a meno di lui, si era letteralmente innamorato di quel bambino.

«Ti papà» confermò Arashi aggrappandosi forte alle sue spalle. Da poco tempo aveva iniziato a rivolgersi a lui come papà e questo lo rendeva estremamente felice, però non faceva lo stesso con Sasuke, che, anche se non lo dava a vedere, si accigliava terribilmente ogni volta che loro figlio sì riferiva a lui in quella maniera.

«Sas'kè» chiamò piano il suo compagno, con tono quasi colpevole.

«Torno di là. Voi continuate pure» disse sbrigativo, avviandosi verso la cucina, senza degnarli di uno sguardo.

Naruto mogio e pensieroso si rivolse al figlio «Batuffolo, perché non chiami anche Sas'kè papà?» domandò guardandolo negli occhi e scandendo bene le parole. Non riusciva a capire, sì vedeva che in quei pochi mesi sì fosse affezionato anche a Sasuke, a volte aveva la sensazione che volesse bene più a lui, visto che ogni scusa era buona per saltargli in braccio e passarci del tempo insieme.

Dopo un po' Arashi rispose, confuso «Tu sei papà».

«Si ma... Anche lui lo è» cercò di spiegargli, non era abituato a confrontarsi con un bambino, non sapeva nemmeno se stava facendo la cosa giusta.

«Poi mi sbaglio» affermò imbronciato il figlio.

«Come ti sbagli?» Non riusciva a capire cosa intendesse.

«Tu sei papà» confermò ancora una volta.

Naruto sì gratto la testa con una mano cercando di capire «E quindi... Allora, Sasuke cosa sarebbe se io sono papà?».

«MAMMA» affermò convinto il bambino.

«Ah -stava per scoppiare a ridere, ma tentò di trattenersi- Allora... Beh... Chiamalo mamma».

«NO» disse deciso sbuffando e incrociando le braccia al petto.

Non capiva, qual'era il problema? Certo suo marito ne avrebbe fatto una tragedia, ma pian piano si sarebbe abituato «Perché no?» domandò curioso.

«È un macchietto, non potto». E finalmente, dopo questa frase Naruto capì, si abbassò sorridente verso l'orecchio del bambino e sussurrò qualcosa.


Sasuke, intento a finire di sistemare il macello che aveva combinato il cretino, per preparare la cena, sì sentì stringere all'improvviso una gamba da dietro «PAPI. Papà Naru a tlovato la toluzione» disse ridendo il bambino per poi fiondarsi su per le scale, nella sua cameretta, a giocare.

«Soluzione?» ripeté un po' sconvolto dal fatto che l'avesse finalmente chiamato papà.

 

 

Seriamente, quanto poteva essere dobe quel bambino?. Sì domandò sorridendo Naruto.

 

 

 

Note: Salve. Davvero, la vicinanza con Naruto può far male, e molto. No, dai è solo perché è piccolo, almeno spero che sia solo per quello XD. Spero di aver fatto un discorso abbastanza realistico tra un adulto e un bambino di quell'età, mi sono basata su esperienze personali, ma non sono tanto convinta sinceramente. Un saluto ^.^

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Capitolo 15
*** Verdura ***


15-Verdura.

 

I personaggi non sono miei ma di Kishimoto.


 

Era uno Shinobi. Un nobile. Un ex nukenin. Un Uchiha. A soli sedici anni aveva sconfitto uno dei tre ninja leggendari, aveva affrontato l'Akatsuki, era sopravvissuto ad una guerra. Non poteva fallire in una cosa così semplice, cosa poteva esserci di così difficile nello sfamare un bambino? Anche se, il suddetto bambino era estremamente testardo e irritante in fatto di cibo. Ma ne andava del suo onore.

«Arashi mangia» ordinò solenne, puntando i suoi occhi verso il viso imbronciato del figlio che lo guardava male, con le buone non si era arrivati da nessuna parte.

«No» rispose lui reggendo lo sguardo del padre per poi serrare le labbra, aveva paura che lo imboccasse a forza, una volta ci aveva anche provato.

«Finché non mangerai tutto ti proibisco di alzarti da tavola» esclamò per la quarta volta in termine di quindici minuti, erano fermi a quel punto da una buona mezz'ora, entrambi testardi e orgogliosi sì erano dichiarati guerra.

«Mi fa schifo» disse sicuro della sua affermazione girando la testa dall'altra parte e sbuffando irritato.

«Non li hai nemmeno assaggiati» affermò sfinito da quella lotta, stava miseramente perdendo.

«Puzzano di piedi» ribadì il bambino.

Sasuke si mise una mano nei capelli esasperato «Assaggiali» ordinò ancora una volta con i nervi a fior di pelle, non era mai stato un uomo paziente e in quel momento stava dando fondo a tutto il suo auto-controllo per non disintegrare qualcosa -o qualcuno-. Per quale assurdo motivo il dobe se ne era dovuto andare a Suna quella settimana? Li avrebbe ritrovati morti al suo ritorno.

«Ho detto no» rispose Arashi scandendo bene ogni singola parola per far capire il concetto.

«Ok facciamo un patto, tu mangi le verdure e io quando torna papà ti faccio dormire una settimana intera con noi. Va bene?» propose Sasuke, era arrivato al limite della sopportazione, doveva alzarsi da quella sedia e abbandonare quel tavolo o lo avrebbe disintegrato al suolo con un chidori.

Il bambino sembrò valutare l'offerta per un attimo «Prometti» disse puntando il dito verso di lui.

«Prometto» confermò usando il tono più calmo che poteva avere. Se lo uccidi il dobe uccide te, se lo uccidi il dobe uccide te, sì ripeteva come un mantra.

«Ok» acconsentì Arashi cominciando a mangiare, infondo a lui le verdure non dispiacevano per niente, voleva solo che il suo papi gli proponesse un affare, la prossima volta avrebbe aspettato finché non gli avesse proposto un nuovo gioco, pensò sorridente.

 

Arashi Uzumaki 11, Sasuke Uchiha 0.

 

 

Note: Ciao a tutti ^.^. Beh è un bambino decisamente diabolico quando si mette d'impegno. Mmmm il titolo non mi piace più di tanto ma sono una frana nello sceglierli, quindi vi tocca accontentarvi mi sa :).

Un bacione.

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Capitolo 16
*** Rottura ***


  

16-Rottura.

 

I personaggi non sono miei ma di Kishimoto.


Il clima in casa era divenuto pesante e insostenibile. Arashi lo percepiva. Tutte le mattine, i suoi papà, lo salutavano ed uscivano di fretta per andare al lavoro. Tutto normale, a parte il fatto che, da un po', non si degnavano nemmeno di uno sguardo. Il bambino era abituato a sentirli dire “Teme, comprami il ramen, oggi pranziamo insieme” oppure “Dobe, finisco prima aspettami”; ora ne si parlavano, ne si baciavano più. Di solito beccava papi a stringere forte a sé papà Naru,mentre quest'ultimo, giocando, cercava di staccarselo di dosso, da tempo nemmeno si sfioravano. E lui si sentiva sempre più triste.

Quella sera, durante la cena, Sasuke, dopo giorni di mutismo, si rivolse a Naruto «Quindi?» chiese gelido, non aveva toccato cibo.

«Quindi cosa?» gli rispose con tono neutro senza nemmeno guardarlo, anche il suo stomaco era chiuso da giorni, il solo odore del cibo gli procurava forze di vomito.

«Credo sia il caso di parlarne» disse serio Uchiha alzando lo sguardo su di lui.

«Di cosa? Hai praticamente detto che mi odi, di nuovo. Discorso chiuso» affermò triste e arrabbiato alzandosi velocemente da tavola, non voleva ascoltarlo, ne farsi ferire un'altra volta da lui.

Sasuke lo seguì bloccandolo per un braccio «Sei infantile».

«INFANTILE? INFANTILE? -urlò nero di rabbia, staccandolo violentemente da lui- mi hai urlato contro che è colpa mia, che sei tornato a Konoha costretto da me, che preferiresti andartene di nuovo, che stare con me ti ha precluso la possibilità di avere un figlio tuo. Sono stufo di te, dei tuoi capricci, di tutto quanto» era furioso, stava per piangere dalla frustrazione, faceva male, terribilmente. Più di quei quattro anni passati a rincorrerlo, più delle battaglie perse e delle ferite del corpo, più delle parole urlate alla valle dell'epilogo, più di tutto. Aveva abbassato la guardia in quegli anni, convinto che non gli avrebbe più fatto del male, e quelle frasi l'avevano colpito come un fulmine, inaspettate.

«Naruto, ascoltami» Sasuke non sapeva cosa fare o dire, era colpa sua, lo sapeva, ma non trovava le parole per spiegarsi, chiarirsi. Lui non era bravo nei sentimenti, sì era sempre appoggiato al dobe che riusciva a capirlo con un solo sguardo, ora quel semplice sguardo sembrava non bastare più. Circondò la vita del compagno con le braccia, non poteva farlo scappare «Io non...». Non riuscì a concludere la frase, Naruto si staccò da lui spingendolo indietro con forza, prese Arashi tra le braccia e si avviò verso la porta di casa, deciso a mettere fine a quella storia una volta per tutte. Il bambino aveva iniziato a piangere, pur non capendo del tutto cosa stava succedendo tra i suoi genitori.

Sasuke a quella scena si gelò sul posto, paralizzato. Un attimo dopo corse verso di lui e gli sbarrò la strada. Tutti quegli anni a desiderare una famiglia, e ora, per colpa sua, stava lentamente scivolando tra le sue mani, incapace di fare qualcosa per trattenerla «Naruto, no aspetta. Ti prego, non pensavo quelle cose lo sai, dannazione mi conosci. Sai che a volte dico cose che non penso» supplicò per la prima volta in vita sua, aveva paura, terribilmente paura.

«Per favore, non riesco a stare qui e Arashi sta male, fammi passare» sussurrò distrutto Naruto.

«Ma...» Venne bloccato di nuovo dalle sue parole «Per una volta non essere egoista Sas'kè» lo guardò con occhi decisi, infuocati e uscì di casa, senza guardarsi indietro.

 

È finita... Pensò Sasuke abbassando lo sguardo sconfitto.

 

 

Note: Emmm S-salve? Ok, non è la solita flash hehehe °cerca di sdrammatizzare° però che dire, ci sta via... non si può andare sempre d'amore e d'accordo no? Non preoccupatevi -e chi si preoccupa- non è che mi sono impazzita e ora scriverò solo cose tragiche (?), anche perché non è da me, ma due o tre flash così -nel corso della raccolta- è normale ci siano. Mi spiace un po' non aver dato tanto spazio al piccolo ma non era il caso di inserirlo più di così. Ok direi di chiudere, anche perché vista la logorrea di cui soffro, stanno diventando più lunghe le note autore che la storia stessa.

Grazie a chi segue e recensisce, un bacione ^.^

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Capitolo 17
*** Chiarimento ***


 

17-Chiarimento

 

Sì, i personaggi sono ancora di Kishimoto.

 

 

Uno straccio. Ecco come sì sentiva Naruto appena uscito di casa, con il figlio in braccio e le lacrime trattenute a stento. Era corso dall'unica persona amica che conosceva: Sakura. Quando a quell'ora tarda la donna aveva aperto la porta, e fatto accomodare in casa il suo migliore amico, ne rimase sconvolta, non lo aveva mai visto così, sembrava un'altra persona, non aveva nulla del baka con il perenne sorriso sulle labbra che conosceva.

«Io lo distruggo» disse a denti stretti dopo aver fatto calmare Arashi e ascoltato il racconto di Naruto. Stupido Uchiha, come si permetteva? Dopo tutto quello che avevano passato. Lo avrebbe ucciso a forza di pugni.

«Sakura-chan, non so che fare» confessò in un sussurro triste, con lo sguardo piantato a terra.

Lei cercò di mantenere la calma, non era il momento di farsi prendere dalla rabbia, doveva farlo ragionare e spingerlo a chiarire con Sasuke, poi avrebbe potuto prendere a schiaffi quel demente «Tu lo ami no?» chiese gentilmente, anche se conosceva già la risposta.

«Si, ma lui...» non riusciva nemmeno a parlare tanto era stanco e distrutto, però non piangeva, questo mai, non sarebbe stato da lui farlo. Sì stava trattenendo.

«Ascolta, sai com'è fatto Sasuke-kun, non che sia una giustificazione, ma ormai dovresti conoscerlo meglio di tutti. Come minimo starà ponderando lo sterminio di massa o più probabilmente il suicidio».

Alla parola suicidio si allarmò, alzandosi di scatto «Ma che dici?» quasi urlò indignato. Il teme non era così disperato quando lo aveva lasciato, almeno credeva di no, e poi Sasuke Uchiha non avrebbe mai fatto una cosa del genere, sicuramente se ne stava tronfio sul divano ad aspettare il suo ritorno, sicuro che sarebbe tornato.

«Dico, dico» rispose cercando di non mostrare il sorrisetto consapevole che sì stava disegnando sulle sua labbra. Il modo migliore per sbloccare la situazione era far preoccupare Naruto per la salute fisica e mentale del suo compagno, ora doveva solo...

«Vado da lui -affermò velocemente correndo verso la porta- occupati di Arashi per favore» concluse sbrigativo.

Appunto, pensò felice la ragazza, prima di raggiungere il bambino che dormiva sulla poltrona del salone. Tutto si sarebbe risolto, anche se questo non significava di certo che Uchiha l'avrebbe passata liscia con lei.


Naruto entrò piano in casa, senza far rumore, nonostante fossero passate più di quattro ore sembrava tutto normale. Stava per salire in camera da letto, convinto di averlo trovato lì, invece un sussurrò sprezzato alle sue spalle lo condusse fino alla cucina. Sasuke era la, seduto a terra, i capelli leggermente più lunghi sul viso gli coprivano gli occhi e tremava. Stava piangendo? No impossibile, Uchiha non piangeva mai.

«Sasuke» chiamò deciso pronto ad una nuova discussione.

Sasuke a quel richiamo alzò la testa di scatto, scioccando Naruto, aveva gli occhi rossi e gonfi sembrava aver passato le precedenti ore a piangere. Ed era così, più precisamente a piangere e maledirsi per ciò che aveva fatto. Senza nemmeno pensare si fiondò tra le braccia di Naruto stringendolo forte a se, soffocandolo quasi «Perdonami. Non lasciarmi, non portarmi via Arashi, ti prego, io... io -era maledettamente difficile dirlo per lui- io ti amo. Vi amo» detto questo si abbandonò sulla sua spalla, stringendo ancora di più la presa su i fianchi del compagno.

Quella notte, per la prima volta, Uzumaki aveva capito quanto poteva essere fragile Sasuke. Sotto la maschera del freddo e cinico Uchiha, si nascondeva solo un bambino abbandonato da tutti quelli che amava.

«Non ti lascio. Ti amo, non posso farlo» disse dolcemente ricambiando l'abbraccio.

 

Infondo Sasuke non era poi così diverso da lui.

 

Note. Bene, bene. Perdonata? Oddio la fine è un po', bah non so più la leggo più non mi piace, per niente, poi mi è venuta lunga -quasi 600 parole- quindi è una one shot non una flash, volevo quasi modificarla e tagliarla in due parti, quindi rimandare la riappacificazione, ma visto i precedenti mi avreste ucciso XD. °stappa lo spumante° Sas'kè a detto ti amo, credo sia da incorniciare ho fatto dire a Uchiha le paroline magiche senza essere ubriaco, una specie di miracolo, che non avverrà più quindi se vi è piaciuto godetevelo. Dalla prossima si torna a ridere -se fanno ridere-.

Un bacione ^.^

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Capitolo 18
*** Sakura Haruno: La vendetta ***


  

18-Sakura Haruno: La vendetta

 

I personaggi sono di Kishimoto.

 

Note: A risalve, visto che hai fini della regolare trama -perché sta cosa ha una trama, lo so fa strano anche a me- questa piccolissima flash non c'entra nulla, la posto oggi. Anche per riprendersi dal Sasuke completamente OOC dell'altra.


Sì sentiva strano, qualcuno lo seguiva da giorni, non era una sensazione ma una certezza. Chi poteva essere così stupido? Un folle suicida. Pedinare Uchiha Sasuke l'avrebbe spedito direttamente all'inferno. Ancora una volta sì sentì osservato, basta, girò di scatto la testa. Nessuno, strano era certo che ci fosse qualcuno, forse si era nascosto nel vicolo affianco, sì avvicinò. D'improvviso qualcosa lo strinse e sollevò per le caviglie. Cavolo, cos'era un pivellino? Come poteva non essersene accorto? Stupido. Dall'ombra il suo avversario rivelò la sua presenza... Sakura?


Furioso, arrabbiato, ringhiava per l'umiliazione subita. Quasi sfondò la porta di casa e sì fiondò nel bagno. Doveva porre rimedio alla catastrofe.

Naruto, dalla sala da pranzo, sentito il forte rumore, sfoderò il kunai e si precipitò all'ingresso. Niente ladri o nemici, vide solo suo marito, di sfuggita, che con portamento molto poco Uchiha correva verso il piano superiore mentre imprecava. Possibile che non ci sia giorno in cui possa stare tranquillo? Sì chiese rassegnato mentre lo raggiungeva pronto ad ogni evenienza. Quando aprì la porta del bagno per poco non soffocò per le risate trattenute a stento. Stava quasi per morire. Scoppiò dopo pochi secondi, gli occhi lucidi, le lacrime gli rigavano il volto e si contorceva sul pavimento in preda agli spasmi per il troppo riso, era la scena più assurda e meravigliosa a cui avesse mai assistito. Ora sarebbe morto felice, poteva dire di aver visto tutto.

«Maledetta...lurida...marshmallow gigante...la ammazzo...» l'ira cresceva a dismisura mentre sentiva quel cretino di suo marito ridere e si guardava allo specchio, era una tragedia. Rosa. Dannazione. Rosa. Quella stronza, non sì sa come era riuscita a immobilizzarlo e tingergli i capelli di rosa. ROSA.

 

Vendetta perfetta: riuscita.

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Capitolo 19
*** Bagno ***


  

19-Bagno.

 

I personaggi non sono miei ma di Kishimoto.

Maledetto Kishimoto.

 

Note: Salve ^.^. direi di tornare alla trama principale, quindi torna Arashi e Sasuke con i capelli neri -si sarà fatto la tinta un'altra volta-. Baci, grazie mille a chi segue questa storia, siete sempre di più non credevo potesse piacere così tanto, è stata una sorpresa! XD


«Arashi U... -maledetto, stupido, dobe- ...zumaki -finì sbuffando- torna qui!» Uchiha Sasuke, stava inseguendo per tutta casa il figlio, ormai di tre anni, non riuscendo mai a raggiungerlo.

O sto diventando vecchio, o quel marmocchietto è una lepre pensò divertito e arrabbiato allo stesso tempo. Con un salto, degno dello shinobi che era, lo prese per la vita, prima che superasse anche il giardino «Preso» disse trionfante, tenendolo su una spalla, mentre Arashi continuava a scalciare.

«No. Papi dai, non lo voglio fare il bagno» si lamentò imbronciandosi.

«Puzzi» costatò Sasuke sbrigativo «non capisco perché quando c'è Naruto non ti lamenti mai» aggiunse piccato, gli dava tremendamente fastidio che dal dobe si facesse fare tutto.

«Perché papà Naru è buono. Tu sei cattivo» disse convinto, ancora sulle spalle del padre.

«mmm» fu l'unico commento che uscì dalla bocca dell'Uchiha, mentre lo portava a peso morto nel bagno e cominciò a svestirlo. Tutto questo in rigoroso silenzio da parte di entrambi.

Arashi guardò il suo papà mentre riempiva la vasca, le ciocche corvine gli coprivano gli occhi e sembrava triste per qualcosa «papi, ti sei arrabbiato?» chiese mogio al genitore.

Sasuke si voltò verso di lui e gli sorrise «no non preoccuparti. Dai su, vieni» rispose allargando le braccia, il bambino si fiondò tra le braccia grandi del suo papà senza preavviso facendolo sbilanciare e cadere nella vasca. Vestito. «Sei una peste» disse Uchiha guardando male il figlio, facendogli abbassare lo sguardo intimorito, Arashi sapeva che non doveva avere paura di lui, ma era così grande e scuro che a volte non riusciva nemmeno a parlagli. Il bambino si sentì stringere forte, allora alzò lo sguardo «Arashi -sussurrò piano Sasuke- so che molto spesso posso sembrare cattivo; perché ti faccio mangiare le verdure, smettere di giocare al parco quando è tardi o fare il bagno quando non vuoi -sorrise osservando i vestiti bagnati-, ma se non facessi questo e ti lasciassi nelle mani del dobe, moriresti di stenti dopo pochi giorni, scemo com'è ti alleverebbe a ramen. Mi capisci?» chiese non convinto che il bambino avesse capito tutto, infondo era ancora piccolo.

«Si, capisco -disse quest'ultimo sorridente- e poi a me non piace il ramen».

Uchiha iniziò a ridere mentre abbracciava il figlio.

 

Infondo, alcune piccole cose in comune le aveva anche lui con Arashi.

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Capitolo 20
*** Speculazioni mentali di una mente sull'orlo di una crisi isterica. Detto anche: Eeeh? ***


 

20-Speculazioni mentali di una mente sull'orlo di una crisi isterica.

Detto anche: Eeeh?


Naruto è un manga scritto e disegnato da Masashi Kishimoto.

-Wikipedia-

In realtà l'ho disegnato e scritto io ma non voglio vantarmi.

-Me stessa-

 

 

Una tragedia. Qualcosa di orribile. Una maledizione. Perché aveva colpito lui? Perché il suo bambino? Non era giusto. Nulla lo era. Ad Arashi non poteva... NON piacere il ramen.

Sì accasciò a terra, era tutto finito, ora quel sadico di suo marito, con la scusa del figlio, avrebbe bandito il ramen dalla loro casa. Da l'intera Konoha. Dal mondo. Avrebbe bruciato con amaterasu tutte le scorte dell'universo. E lui, lui sarebbe morto di fame, di dolore. Solo, per le stradine deserte della sua amata città, al freddo e al gelo, magari nel giorno di Natale come la piccola fiammiferaia, avrebbe acceso un cerino e ricordato il gustoso sapore del ramen e la felicità delle sue papille gustative nel mangiarlo. E mentre lui esalava il suo ultimo respiro, Arashi e Sasuke vivevano con il nuovo compagno del suo teme, un uomo rozzo e cattivo, che li picchiava e costringeva Sasuke a lavorare per le strade di Konoha come prostituta. Quale umiliazione per l'orgoglioso Uchiha, fasciato con calze a re...

«DEFICIENTE. MI STAI ASCOLTANDO?» I confusionari pensieri di Naruto furono interrotti dalla voce leggermente scioccata del suo compagno, che lo scrutava come se stesse guardando un pazzo «Ti rendi minimamente conto di aver detto tutto ciò a cui stavi pensando ad alta voce?».

«Ah...» Fu l'intelligente risposta di Uzumaki senza nessun inflessione particolare della voce.

«Come ah?» domandò stranito e leggermente preoccupato per la sua salute mentale Uchiha, poi però decise di lavarsene le mani, per il momento. Quando si trattava di ramen nulla poteva riportarlo alla realtà.

 

Per quale stramaledetta ragione se l'era sposato?

Ah, sì giusto...

 

Note: Salve, salvino, salvetto. Piccola precisazione la fine sarebbe “ah, si giusto lo amava”, ma stiamo parlando dello scoiattolo con la rabbia, quindi nulla da fare se non è ubriaco o sconvolto manco lo pensa, credo sia un meccanismo di difesa: la negazione. Oddio, fate finta che non ho scritto nulla sennò entra di straforo il mio ex professore di psicologia -di cui non ricordo una cippa- e mi uccide a suon di mazzate con il libro di testo. Scusate per lo sproloquio ma ero in vena di chiacchiere, anche perché ci sì era organizzati per uscire ma qui fa più freddo che al polo -o forse sono io che so freddolosa- e non se ne fatto nulla. Un bacio grande ^.^

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Capitolo 21
*** Regalo ***


 

21-Regalo.

 

I personaggio non sono miei ma di Kishimoto.

 

 

Note: Ehilà bella gente, questa l'avevo scritta qualche tempo fa, all'inizio della raccolta, e forse c'è qualche errore di distrazione e me ne scuso. Bacioni ^.^


Camminava a piedi nudi, lungo i corridoi bui di casa sua. Il piccolo Arashi tra pochi giorni avrebbe compiuto cinque anni, e sapeva perfettamente cosa chiedere per regalo ai suoi due papà. Sì avviò deciso, nonostante l'ora tarda, verso la camera dei genitori, una volta giunto difronte la porta si bloccò, da dentro provenivano degli strani rumori. Sorrise, pensando di non dover nemmeno svegliarli. Però era curioso, così decise di sbirciare prima di rivelare la sua presenza. Naruto era sdraiato sul letto mentre Sasuke sopra di lui lo baciava, entrambi nudi.

Chissà che stanno facendo? Sì chiese il ragazzino curioso «Papi. Papà Naru che fate?» domandò innocentemente mostrandosi difronte la porta.

I due uomini si girarono sconvolti, in faccia si poteva leggere la medesima espressione su entrambi: BECCATI. Naruto avrebbe voluto sprofondare, era così rosso che rischiava l'autocombustione.

Sasuke, per contro, tornò in sé rapidamente, coprì sia lui che il suo compagno con il lenzuolo e si rivolse al figlio «che ci fai in piedi a quest'ora?» chiese un tantino alterato, infondo anche se era loro figlio, l'aveva interrotto durante una delle sue attività preferite, molestare il marito dobe.

«Volevo chiedervi una cosa» disse sereno, non gli faceva più paura il suo papi.

«cosa amore?» chiese Naruto dopo essersi ripreso.

«Tra poco è il mio compleanno, e ho scelto cosa voglio per regalo» affermò felice.

«E non potevi rimandare questa conversazione a domattina» disse Uchiha rassegnato, ormai era andata, per quella sera niente sesso.

«No è importante» disse convinto il bambino.

«mmm se se» sussurò Sasuke. «Certo che è importante 'ttedabayo -intervenne Naruto, che ormai si era completamente dimenticato cosa stava facendo un attimo prima- cosa vuoi per regalo?» chiese gioviale al figlio.

«Un fratellino» rispose sorridente.

«Co-cosa?» Uzumaki non si aspettava di certo una richiesta del genere.

«Voglio un fratellino. Però che stavate facendo prima? Non mi avete risposto» chiese sempre più curioso.

Naruto non sapeva cosa risponde, stavamo facendo sesso non credeva fosse il caso dire una cosa del genere ad un bambino di nemmeno cinque anni.

Ci pensò Sasuke -come al solito- a risolvere la questione «Ti stavamo facendo un fratellino» disse calmo come se ci credesse davvero.

«Veramente?» chiese contento Arashi.

«Si -rispose tranquillo- quindi ora vai a dormire» aggiunse.

«Ok, buona notte – concluse avviandosi verso la porta- ah però voglio un maschio, le femmine sono noiose» detto questo tornò felice nella sua camera da letto.


«Teme. Devo ricordarti ancora una volta che sono un uomo?» gli domandò imbarazzato Naruto.

«Lo so. Però possiamo provarci no?» ghignò Sasuke avventandosi sulle sue labbra.

Ne avrebbero parlato domani, se adottare o no un altro bambino, per ora l'importante per Sasuke era continuare a baciare il suo compagno.

 

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Capitolo 22
*** Otouto ***


  

22-Otouto

 

Storia, disegni e personaggi sono di Kishimoto.

Che si rifiuta categoricamente di regalarmi.

 

Come si era giunti a quel punto? Sì chiedeva Arashi, che dall'alto dei suoi cinque anni osservava, sconvolto e rassegnato, l'ennesima futile lite dei suoi genitori. Questa volta erano impegnati in una discussione, a tratti violenta, sul cognome da dare al nuovo membro di quella stramba famiglia. Kazeshi aveva appena un anno ed era così piccolo per la sua età che sembrava quasi un neonato, gli occhi verde-acqua, i capelli biondi, da risultare quasi bianchi, e la pelle lattea lo facevano sembrare quasi una bambola di porcellana. Tutto di lui gridava: Fragile. La prima volta che lo vide, in braccio a papà Naru, si imbronciò visibilmente, gli sembrava una femmina e poi era delicato, non avrebbe potuto giocare con lui come voleva, però quando la sua piccola manina gli aveva afferrato un dito, aveva provato uno strano senso di affetto per quell'esserino così piccolo. Il suo fratellino. Quella volta sì promise di proteggerlo sempre.

«Non preoccuparti Otouto presto ti ci abituerai» disse Arashi sorridendo e chinandosi verso il bambino, all'intero della culla, per dargli un bacio sulla fronte, mentre il più piccolo guardava, con i suoi profondi occhi chiari, i loro papà discutere. Arashi sorrise ancora, sembrava che li stesse studiando.

Uchiha senti distrattamente le parole pronunciate dal figlio più grande, bloccò l'ennesimo insulto rivolto a suo marito e si avvicinò a loro «Come lo hai chiamato?» chiese senza un particolare tono nella voce.

«Otouto. Perché?» domandò il bambino, il suo papi gli sembrava strano, come se stesse pensando a qualcosa di importante, come se quella parola gli desse fastidio «Se non vuoi, non lo faccio più» aggiunse abbassando lo sguardo, forse aveva fatto qualcosa di sbagliato.

«No. No. Fallo, va bene. Va benissimo» aggiunse alla svelta Sasuke accennando un piccolo sorriso e scompigliando la chioma del bambino davanti a lui, poi si rivolse a Naruto, che fino al quel momento era rimasto in disparte, conscio della situazione «Uchiha?» domandò con un ghigno al suo dobe.

«E Uchiha sia. Ma bada teme, se mi diventa bastardo anche solo la metà di come sei tu me la paghi» affermò arrendendosi Naruto, per poi avvicinarsi, prendere la mano di Sasuke e baciarne dolcemente il palmo.

 

Otouto, ciò che conta nella vita di uno shinobi non è combattere.

Ma proteggere le persone che ami, la tua famiglia.

Lo so Nii-san, l'ho capito.

Grazie di aver protetto me.

 


Note: Kazeshi: figlio del vento. Hello bella gente, non mi dilungo perché è un ora improponibile, quasi le tre di notte, e l'insonnia mi ha distrutto oggi. Baci...

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Capitolo 23
*** Compleanno ***


23-Compleanno

 

Sì, sì sono proprietà di Kishimoto.

 

Note: Ciao, bene visto che oggi è il compleanno del protagonista più Dobe della storia, dire di fare gli auguri ad un personaggio inventato: Auguri Naruto! Vedi di riportare a Konoha Sasuke almeno quest'anno ok?.


Basta. Era stanco. Ogni dannato dieci ottobre era la stessa storia. Da sempre. Una volta all'anno, nonostante il villaggio l'avesse accettato, nonostante avesse fatto di tutto per Konoha, i suoi cittadini quel giorno lo guardavano con paura e rabbia mal celata. Non tutti, ma chi aveva perso qualcuno durante l'attacco di Kurama non riusciva a trattenersi. Perfino Iruka, suo fratello, sì comportava in modo strano quel giorno. Lo capiva -li capiva- ma non riusciva più a sopportare quella situazione. Anni fa, risolveva il problema chiudendosi in casa per tutta la giornata e il giorno dopo era tutto normale, ma ora era Hokage e non poteva più permetterselo.

Era ora di cena, e finalmente stava tornando a casa. Voleva stendersi sul letto e chiudere gli occhi, nient'altro. Entrò in casa lentamente e s'incamminò verso la cucina, giusto per salutare i bambini e Sasuke, non aveva voglia di parlare.

D'un tratto sentì Arashi gridare «Buon compleanno papà Naru» e poco dopo di lui il piccolo sussurro di Kazeshi «Auguri pà» disse in braccio al maggiore. Erano completamente sporchi di farina e glassa al cioccolato, sorridevano felici con in mano un pacco regalo incartato alla bene e meglio. Accanto a loro Sasuke, con una faccia completamente scocciata che sembrava gridare mi hanno costretto, era ricoperto di panna e aveva appoggiato -sbattuto- sul tavolo quella che in teoria doveva essere una torta.

I bambini sì avvicinarono a Naruto e gli porsero il regalo. Quando lo aprì quasi non scoppiò in lacrime; Un mantello da Hokage, gli avevano regalato un mantello da Hokage arancione con fiamme nere ai lati. Sì chinò su di loro con un enorme sorriso sul volto, incurante del fatto che fossero completamente appiccicosi, li abbracciò «Gazie, vi amo» mormorò.

«Anche noi» risposero in coro i bambini.

Naruto lasciò da parte i ragazzi e sì avvicinò a suo marito, che con le bracia incrociate era appoggiato alla parete sbuffando visibilmente. Tolse un po' di panna dalla sua guancia e senza farsi sentire gli sussurrò a fior di labbra «Amo anche te. Soprattutto te», Uchiha a quelle parole accennò un piccolo sorriso e lo baciò.

 

 

Un giorno all'anno avrebbe incontrato gente che lo odiava.

Ma non importava, perché chi amava sarebbe stato sempre con lui.

Ogni giorno.

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Capitolo 24
*** In trappola. ***


 

24- In trappola.

 

Note: Ciao, avviso questa è molto, molto diversa dalle solite flash, infatti è una semi drabble da 127 parole, è vecchia, l'ho trovata sul pc mentre stavo dando una pulizia, l'ho letta e boh mi è piaciuta, cioè non è nulla di speciale anche perché credo sia una delle prime cose che ho scritto, però ho deciso di pubblicarla lo stesso. Bacioni ^.^

 

 

 

Ancora.

Ancora.

Sempre lo stesso sogno.

Di nuovo.

Ogni notte.

Non riesce a svegliarsi, è in trappola.

Freddo. I suoi genitori e il pavimento sporco di sangue.

Lo scenario cambia.

Piove. Vede Itachi. Morto.

Lo ha ucciso lui.


«Non ci sarà una prossima volta otouto»


Urla. Si sveglia ed è solo.


Ancora.

Ancora.

Sempre lo stesso sogno.

Di nuovo.

Ogni notte.

Non riesce a svegliarsi, è in trappola.

Caldo. Una mano sfiora la sua.

Apre gli occhi.

Blu.

«Teme smettila di agitarti mi hai dato un calcio»

sì sente dire da una voce assonnata.

«Tsk» sbuffa e si gira dall'altra parte.

«Stupido Uchiha» lo sente borbottare e lui senza farsi vedere sorride.


«Qualsiasi cosa farai ti amerò per sempre Sasuke»


Sospira. Si sveglia, non è più solo.

 

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Capitolo 25
*** Arashi Uzumaki in: Quando dico di no è no. Forse. ***


  

25-Arashi Uzumaki in: Quando dico di no è no. Forse.

 

Sensei-Kishimoto sì avvale del diritto di dissociarsi da questa raccolta per il seguente motivo:

Se fossi stato io l'autore l'avrei fatta a rating rosso e poi i personaggi sono miei.

L'ultima frase che senso ha?

Nessuno ma lo devi specificare sempre. Sai com'è facendo il troll ci campo.

 

Aveva sei anni ed era ancora piccolo, per cui ciò che gli imponeva il suo papi a parer suo era assurdo, non l'avrebbe mai fatto.

«No» Affermò serio e composto, da perfetto Uchiha guardava Sasuke con convinzione, testardo e orgoglioso non avrebbe cambiato idea per nulla al mondo.

«Invece si» Rispose suo padre con lo stesso tono. Era stizzito dal comportamento infantile e cocciuto del figlio. Maledetto dobe, aveva preso tutte le pessime abitudini di suo marito ed era testardo come un mulo, doveva prendere provvedimenti.

«Otouto ha bisogno di me» Replicò ancora una volta, non si sarebbe arreso, sia mai che Arashi Uzumaki faccia qualcosa contro voglia.

«Bugiardo. Non è per tuo fratello, ma perché sei uno sfaticato. Muoviti» Ribatté alterato, stava perdendo la pazienza e Naruto, invece che aiutarlo, se la rideva sotto i baffi. Logico, come al solito era lui a dover fare la parte del cattivo, stupido sexy dobe.

«No. No. E ancora no» Disse Arashi scuotendo la testa, pestando i piedi a terra e incrociando le braccia al petto, che cavolo mica poteva costringerlo.

«Mi sto arrabbiando» Minacciò Sasuke assottigliando gli occhi.

Il bambino si rivolse a Naruto e con tono lagnoso disse «Papà Naru digli qualcosa».

«Ecco... Capisco che forse...» Cominciò a dire imbarazzato Naruto, non sapeva da che parte schierarsi.

«Basta. -intimò Sasuke interrompendolo- Arashi hai due secondi per vestirti, in modo presentabile, e andare in accademia o sta volta mi incazzo sul serio» Ordinò perentorio senza possibilità di replica lasciando figlio e marito idiota nella stanza del ragazzo.


Niente da fare, quando Uchiha Sasuke sì metteva in testa qualcosa era più testardo di suo figlio, Naruto e dell'intero pianeta. E poco importava se a soli sei anni Arashi era ancora piccolo per frequentare l'accademia ninja. Era suo figlio e l'avrebbe fatto.

 

 

 

Note: fluff molto molto fluff!! Bacioni ^.^ “stupido sexy dobe” citazione dai Simpson.

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Capitolo 26
*** Come si fa a capire quando ti piace qualcuno? ***


  

26- Come si fa a capire quando ti piace qualcuno?

 

Sempre proprietà di Kishimoto.

 

In quei quattro anni suo fratello Arashi era diventato un... Un... Beh, un idiota. Non che avesse mai spiccato per intelligenza eh. Era furbo, dotato nelle arti ninja, ma stupido, tremendamente stupido. La cosa peggiore era che lui, a soli cinque anni, doveva sopportare quello scemo del suo Oniisan senza fiatare, questo per un semplice motivo, non voleva dar vita ad inutili discussioni dove Arashi gli ripeteva convinto: “Otouto sei troppo serio. Otouto sei una palla. Otouto ma sai sorridere o se lo fai ti si sloga la mascella?. Otouto te e papi fate a gara per chi ha il bastone più lungo piantato in culo?. Otouto sei peggio di un morto.” Quindi proprio per questo ascoltava assente i suoi sproloqui senza aprire bocca. Quel giorno, mentre Arashi sì vantava di aver fatto qualcosa -non gli importava cosa-, lui pensava ad una soluzione per il suo più grande problema, gli serviva un consiglio, ma a chi chiedere? Suo fratello proprio no, escluso a priori. Papà nemmeno, sì era buono e gentile ma la stupidità di Arashi proveniva proprio da lui. Forse Otōsan? -si rifiutava categoricamente di chiamare Sasuke Uchiha papi- Sì lui poteva andare bene.

«Otōsan, disturbo?» Chiese Kazeshi entrando lentamente nella stanza adibita ad ufficio. Da quando Naruto era divenuto Hokage, Sasuke si era preso l'incarico -di testa sua- di fargli da assistente e visto che, il sesto Hokage era un cretino, dei giorni doveva portarsi anche il lavoro a casa.

«No, dimmi» Rispose Sasuke stanco di perdere tempo su quelle scartoffie, almeno si sarebbe distratto un secondo.

«Io... Volevo... Cioè... Comesifaacapiresecipiacequalcuno?» domandò tutto d'un fiato, lo sguardo basso e le gote arrossate.

«Eh?» chiese alzando un sopracciglio, aveva detto tutta la frase così velocemente che non era certo di aver capito.

«C'è una bambina che...» disse con imbarazzo, dandosi mentalmente dello stupido per essere andato a chiedere consiglio proprio a lui.

«Ti piace» Concluse suo padre senza troppo interesse nella voce.

«Non sono sicuro, come si fa a capirlo?» Nella sua domanda si celava anche un pizzico di curiosità, infondo anche se si atteggiava da grande era ancora un bambino.

Calò il silenzio. Ecco, perfetto e ora che gli dico? Pensò Sasuke mentre Kazeshi aspettava una risposta. Inventerò qualche cavolata si disse dopo qualche secondo «Allora. Ho sentito dire, quindi non è una cosa che mi riguarda direttamente, che quando ti piace qualcuno, o meglio te ne innamori, non noti i difetti di questa persona ne gli sbagli, per te è stupenda e ogni volta che sorride ti si riempie il cuore di gioia. Semplicemente se lei è felice lo sei anche tu. Parlando sinceramente per me sono solo stronzate. Se chi amo sbaglia qualcosa devo essere il primo a fargli notare il suo errore, se -ad esempio- cucina ramen tutte le sere, di certo non mi congratulo, se la da vinta su ogni cosa ai nostri figli è il momento buono che lo schianto. A parer mio l'amore non deve essere cieco, anzi, deve vederci benissimo» concluse, aveva divagato un po' ma era stato abbastanza chiaro, almeno lo credeva.

«Non c'ho capito molto» Affermò Kazeshi leggermente confuso.

«Capirai quando sarai più grande. Ora ho da fare» Disse alzandosi e uscendo dalla stanza.


Sasuke si avvicinò a Naruto che stava finendo di preparare la cena «Che hai cucinato?» chiese arpionandogli un fianco e poggiando la testa nell'incavo del suo collo, mentre respirava il profumo della sua pelle.

«Ho fatto il ramen, ovvio» rispose dandogli un bacio sulla guancia, Sasuke sì ritrasse di scatto e lo guadò con un cipiglio sul viso «Che c'è?» domandò Naruto piegando di lato la testa confuso.

«Nulla, pensavo» disse Uchiha attirandolo nuovamente a se.

Il più piccolo gli mise le braccia al collo e lo guardò negli occhi «A cosa?».

«Che molto probabilmente ho perso qualche diottria» affermò Sasuke prima di baciarlo.

 

Con gli anni, anche lui si stava avvicinando inesorabilmente alla cecità.

 

Note: Mi scuso per la scarsa qualità del precedente capitolo, purtroppo c'erano molti errori -che ho provveduto a correggere-. Spero non sia così anche per questo. Grazie, grazie, grazie a chi segue questa fic, un bacio!

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Capitolo 27
*** Chi va con lo zoppo... ***


 

 

27-Chi va con lo zoppo...

 

Kishimoto spiega che i personaggi del manga non sono suoi ma di Jashin.

Quindi i personaggi non sono miei ma di Jashin.

 

AVVISO: Ok posate i forconi! Allora, dove iniziare. Questa raccolta era nata come altamente demenziale, una descrizione della vita di coppia dei due senza pretese, poi mi è sfuggita di mano -come tutto ciò che scrivo- ed eccola qui, 27 capitoli quando in realtà dovevano essere solo 10. per questo motivo, e perché a lungo andare si potrebbe scadere nel banale -e non voglio succeda perché a questa cosina ci tengo tanto- vi dico che fra 3 capitoli si chiuderà ufficialmente, calerà il sipario, the end. Questo anche perché ho diverse cose in corso: l'idea per una serie di One-shot drammatiche, una long a rating rosso -che per chi segue avviso il terzo capitolo lo posterò il giorno dopo che avrò messo la parola fine a questa raccolta, quindi un po' in ritardo-, un'altra semi long a rating verde tutta pov Sasuke e una One-shot folle, così folle che segnerà il mio suicidio sociale. Per cui “drabble e flash sasunarusasu” deve giungere alla fine. Mi dispiace, mi ero affezionata a questa storia e beh grazie a questa ho “conosciuto” tante di voi e vi ringrazio, di tutto. Lo dico qui e non alla fine perché questa sarà l'ultima comica, le prossime tre saranno solamente sentimentali. Non saprei che altro dire vi lascio e ci vediamo/leggiamo alla prossima flash, bacioni!

PS: ATTENZIONE CI SONO UN BEL PO' DI PAROLACCIE IN QUESTA.



Uzumaki Naruto se ne stava da ore steso sul pavimento del salone, furioso. Erano cinque giorni che Sasuke tornava a casa ad un'ora improponibile, salutava i ragazzi -se erano svegli-, andava a dormire e non lo degnava di uno sguardo. Lo tradiva! Ne era certo. Ah, ma non l'avrebbe passata liscia, assolutamente no. Fedifrago, insensibile, bastardo. Così dannatamente teme. Dopo tutti quegli anni in cui gli aveva fatto passare le pene dell'inferno, osava perfino tradirlo? Lo avrebbe fatto a pezzi e usato come concime per le piante, e poi, poi sarebbe andato dal suo amante per picchiarlo a sangue ed usarlo come tappetino del bagno. Se fosse stata una donna? Maledetto, stronzo, marito da quattro soldi e così era una donna eh? Quel dannato ultimo Uchiha lo avrebbe lasciato solo, un povero ragazzo padre. L'idea dell'adozione era stata perfino sua. No, si rifiutava di far avvenire una cosa del genere.

La porta d'ingresso si aprì, per rivelare uno sfinito Sasuke che si trascinava lentamente fino al salone, guardò serio Naruto e con un sospiro iniziò a parlare «Naruto, senti dovrei dirt...» non riuscì nemmeno a finire la frase, il suo compagno si alzò di scatto, occhi cremisi e zanne facevano bella mostra sul suo viso, mentre il chakra della volpe lo circondava «NON TI AZZARDARE» urlò nero di rabbia pronto a staccargli il collo «SE PROVI A LASCIARMI TI DO' IN PASTO A KURAMA. TRADITORE».

L'altro sgranò gli occhi sorpreso «Lasciarti?» chiese dopo essersi ripreso dallo schock.

«SI MI METTI LE CORNA. CONFESSA» ringhiò Naruto.

Ok, qui c'era qualcosa di strano, prima tornava a casa e trovava il dobe sdraiato a terra nel pieno di una crisi depressiva, poi solo perché aveva osato aprire bocca lo aggrediva accusandolo di tradimento. Forse aveva sbagliato casa o suo marito era un vero idiota, oppure aveva il ciclo -improbabile-. Optò per la seconda ipotesi «Calmati. Mi spieghi come ti è saltata in testa un'idea del genere?» domandò tentando di mantenere la calma, se sì fosse alterato anche lui avrebbero distrutto, non solo la casa, ma anche l'intero villaggio. Non che gli dispiacesse come scenario, ma poi chi lo sentiva Naruto e i suoi piagnistei?.

«TORNI A CASA TARDI. NON MI TOCCHI. NON MI GUARDI. ECCO COME MI È VENUTO IN MENTE» rispose Naruto che non sembrava in grado di abbassare il tono della voce.

Uchiha tentò in tutti i modi di rimanere calmo, davvero, ma quando sentì quelle parole senza nemmeno rendersene conto Susanoo circondò il suo corpo e lo Sharingan si attivò brillante nelle sue iridi «TU MALEDETTO DEFICIENTE. DEVO RICORDARTI IO CHE SEI L'HOKAGE DI QUETO CAZZO DI VILLAGGIO E LA MISSIONE DI SORVEGLIANZA ME L'HAI AFFIDATA TU? CRETINO, È QUASI UNA SETTIMANA CHE DORMO SOLO QUATTRO ORE AL GIORNO PER RENDERE SICURO 'STO POSTO DI MERDA. IDIOTA».

 

E così fu, che quel giorno non solo distrussero metà della loro casa, ma anche buona parte del bosco che circondava Konoha. Per fortuna all'interno del villaggio non ci furono danni. Anche se, Sasuke ci sperava.

 

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Capitolo 28
*** I Will Always Return ***


  

28- I Will Always Return.

 

Note: Ciao ecco il primo dei tre capitoli conclusivi °è depressa° questa è la quinta volta che lo scrivo... In realtà non volevo finire così, ma come avevo in mente era ripetitivo per cui ieri sera all'una ho completamente stravolto la fine che avevo in mente dall'inizio. Vabbé vi lascio alla lettura, bacioni ^.^

 

 

Ancora oggi, a distanza di anni, si ricordava quel giorno come se lo stesse vivendo in quel momento.

La valle dell'epilogo fu l'inizio di una serie di dolori che gli marchiarono il cuore, riducendolo quasi a brandelli. Tutt'oggi le ferite faticavano a rimarginarsi.

Lì per la prima volta vide cosa celava Naruto all'interno di sè.

Nascondeva una fitta oscurità e così tanto odio che quello che provava lui, era un granello di sabbia al confronto.

Ebbe paura, tremò di rabbia di fronte a quella consapevolezza.

In realtà Naruto soffriva più di lui, fu uno shock, come venir colpiti da un fulmine. Per questo iniziò ad odiarlo, per questo voleva ucciderlo.

Quando lo scontro finì, dopo aver ferito sia nel corpo che nell'anima quel migliore amico da cui non riusciva a staccarsi, alzò lo sguardo al cielo.

Pioveva.

Da quel giorno per Sasuke la pioggia fu sempre presagio di sventura.

 

 

Erano passati così tanti anni che i ricordi apparivano terribilmente sfocati.

Però ricordava perfettamente quando rivide Sasuke dopo tre anni di lontananza.

Quel ricordo, a differenza di altri, era così nitido che faceva ancora male.

Gli occhi di Sasuke che lo osservavano freddi e glaciali, senza nessuna emozione, erano come spilli infuocati che sì conficcavano dentro di lui, in profondità.

Ogni parola detta da quelle labbra, ogni sguardo sprezzante e carico di repulsione lo uccisero.

Sasuke lo distrusse lentamente, logorandolo.

Da quel giorno ad ogni incomprensione si aggiungeva un spillo.

 

Successero così tante cose quella volta che ricordarle lo confondeva e basta.

Lo scontro con Danzou, Sakura che tentava di ucciderlo e lui, così pieno d'odio, che cercò di eliminare lei.

Lo voleva davvero.

Se non fosse intervenuto Naruto, se non l'avesse fermato, l'avrebbe fatto senza esitazioni.

Non poteva vederlo bene, i suoi occhi erano stanchi e malandati, ma notò la sua tristezza, la sua delusione.

Una domanda si liberò dalle sue labbra senza che lui potesse fermarla: “Perché ti spingi tanto lontano per me?”. Solo per quella promessa? Una remota parte di lui bramava sentire una determinata risposta, una parte così nascosta che allora non sapeva nemmeno della sua esistenza.

Perché sei mio amico”. Amico. Amico.

No, quella parola era del tutto sbagliata.

Da quel giorno la parola amico assunse un nuovo significato per lui.

 

La guerra lo distrusse nel profondo, cambiandolo impercettibilmente.

Vide molti morire e ogni giorno ringraziava Dio, o chi per lui, per essere ancora vivo.

Per aver salvato la sua famiglia, le persone che amava.

Era egoista? Forse.

Ma la guerra cambia le persone e i loro sentimenti, anche i più forti.

Era felice però, nonostante tutto lo era veramente, aveva ritrovato Sasuke e questo bastava.

Ricordava nitidamente il bacio che si scambiarono dopo aver sconfitto definitivamente Madara, insieme. Avevano combattuto insieme. Di nuovo.

Quel bacio aveva il sapore ferroso del sangue, ma non gli importava.

Da quel giorno a Naruto non fece più paura la vista del sangue.

 

 

Casa è dove vivono le persone che ami.

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Capitolo 29
*** Naruto... ***


 

 

 

29- Naruto...

 

Note: Che dire, sono semplicemente un'idiota, e già. Mi arrendo, ho fatto di tutto per trovare un altro finale, fino a poco fa mi crogiolavo nell'idea “ehy ma che ci vuole basta inventarsi qualcosa”, no non sono riuscita a inventarmi nulla, a parte 'sto schifo. Il primo schifo eh, non tirate nessun sospiro di sollievo manca Sasuke, fantastico ucciderò una volta per tutte il suo personaggio, davvero trovo sia meraviglioso. Così meraviglioso che mi viene quasi voglia di impiccarmi per festeggiare. Non ho altro da dire anche perché c'è poco di cui parlare. Vi saluto, vi ringrazio e ci vediamo alla prossima. Se non mi suiciderò prima s'intende! Baci...

 

 

Nonostante avesse passato anni ad allenarsi, nonostante la sua forza di volontà e il fatto che lui e Kurama avessero instaurato un rapporto quasi idilliaco, non poteva sfuggire al destino. Le sue membra stanche non sopportavano più i poteri della volpe. Vecchio, fragile e schiacciato da un chakra troppo potente per un semplice uomo.

Quando era ancora giovane Tsunade l'aveva avvertito e ora le sue parole si stavano avverando, inesorabilmente.

Sospirò steso su quel letto d'ospedale in un raro momento di solitudine. In fondo aveva vissuto una vita lunga e felice, almeno l'ultima parte di essa. Sorrise ripensando a quando, a soli sedici anni, la cosa più importante per lui era riportare a casa il suo migliore amico. Sasuke gli sarebbe così mancato. Scosse la testa scacciando i pensieri tristi, non doveva abbattersi. Soprattutto per la sua famiglia, voleva che i suoi figli e suoi nipoti avessero un buon ricordo di lui, un ricordo felice.

La porta si aprì e un Sasuke più vecchio di quanto in realtà fosse entrò nella stanza, la malattia di Naruto, quell'anno passato a cercare qualsiasi soluzione per salvarlo, l'avevano reso il fantasma di se stesso.

Ma nonostante tutto, in quegli anni, il loro amore era cresciuto consolidandosi ogni giorno di più.

«Come stai?» chiese flebilmente mentre si avvicinava piano, e sedendosi a fianco a lui chiuse dolcemente la mano di Naruto tra le sue.

«Bene» rispose con un sussurro stanco, lo guardava con occhi tristi, per poi poggiargli una mano su una guancia «perfino le rughe ti donano teme» affermò ridendo. Un potente colpo di tosse gli spezzò il fiato, un attimo dopo sentiva i polmoni andare a fuoco, staccandosi da suo marito si piegò su se stesso in cerca di sollievo. Faceva male.

Sasuke lo guardava preoccupato e impotente, si sentiva inutile, arrabbiato con il mondo e spezzato. Era crollato, distrutto dagli eventi e dal tempo, per anni era stato sereno, aveva abbassato la guardia verso un destino subdolo e infido che stava solo aspettando il momento giusto per colpire di nuovo il suo cuore martoriato.

«Naruto...» disse quasi singhiozzando a quella scena, lo abbracciò mentre il respiro del più piccolo tornava di nuovo regolare, il corpo magro e fragile di Naruto si spinse verso Sasuke ricambiando l'abbraccio con tutta la poca forza che aveva. Non voleva lasciarlo andare.

Dopo minuti che parvero interminabili parlò «Vai a casa, è quasi notte e sei sconvolto» disse carezzandogli dolcemente i capelli quasi bianchi.

«Non posso» affermò Sasuke affondando la testa nell'incavo del suo collo e stringendo la presa quasi a volerlo far entrare dentro di sé.

«Per favore, se rimani qui in queste condizioni mi farai preoccupare» lo pregò, mentre con amore prendeva tra le mani tremanti il suo volto baciandolo con riguardo sulle labbra.

I suoi occhi lo stavano supplicando di andarsene, non voleva farlo assistere alla sua morte, non poteva dargli anche quel dolore.

Sasuke si arrese a quella preghiera, era il suo addio e doveva rispettarlo, cacciò indietro le lacrime ormai ad un passo da rigargli il volto e si alzò piano raggiungendo la porta.

«Ti amo teme»

«Ti amo dobe» disse senza nemmeno voltarsi, sapeva che in quel momento un leggero sorriso adornava la bocca di Naruto, quello era il sorriso di Sasuke, che riservava solo a lui.

«Per sempre» aggiunse prima di chiudersi la porta alle spalle.

 


Tu. Maledizione non sai nulla di me.

 

Non tornerò a Konoha.

 

Mi ucciderai e diventerai l'eroe che ha salvato Konoha,

o ti farai uccidere da me?

 

Per te, sono tornato solo per te.

 

Ti voglio, ti ho sempre voluto.

 

Sposami.

 

Non credo di meritarmi tutto questo.

 

Sei l'unica cosa che mi rende felice.

 

Qual è il suo programma per il futuro signor Uzumaki?

 

Il mio programma per il futuro sei tu.

 

Addio Sas'kè.

 

 

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Capitolo 30
*** Sasuke... ***


  

30- Sasuke...

 

Note: Ciao, ok ci siamo. Questa è veramente l'ultima. Bene non mi dilungo troppo e vi dico solo che vi ringrazio. Mi sono divertita un modo a scrivere 'sta sciocchezza :) e mi ha fatto un piacere immenso il fatto che nel bene o nel male vi sia piaciuta. Grazie mille, davvero. A tutti quelli che hanno seguito, messo nei preferiti e chi ha commentato. Vi saluto e beh vi lascio al capitolo! Un bacio enorme! ^.^

 

A sedici anni era sicuro che sarebbe morto, ucciso da suo fratello, in guerra o in un'esecuzione dopo aver compiuto la sua vendetta. Non aveva mai pensato al futuro, non si vedeva a fianco a nessuno, forse non voleva vedersi con nessuno. Quelle rare volte che pensava al suo futuro l'unica cosa che riusciva a scorgere erano due occhi azzurri. Lo amava da allora, ma l'aveva capito troppo tardi. Se fosse stato più sincero con se stesso non avrebbe commesso gli stesi errori, non l'avrebbe fatto soffrire così tanto.

Ora, sdraiato sotto un albero nel giardino della sua vecchia casa, ricordava ogni cosa: i suoi sbagli, le volte in cui aveva distrutto l'unica persona che avrebbe dovuto rendere felice e i momenti sereni. C'erano stati anche quelli, il giorno in cui confessò a Naruto di essere innamorato di lui, o meglio la frase esatta fu «Mettiti con me razza di idiota», sorrise a quel ricordo, di certo non era l'emblema del romanticismo quando era giovane, ma nonostante questo e le parole non propriamente adatte ad una dichiarazione il dobe gli si era gettato tra le braccia. Dio, quanto gli mancava il suo calore, il suo amore incondizionato, il suo tocco e quel profumo di arance tipico della sua pelle. Gli mancava tutto di lui, soprattutto il suo sorriso, la sua rista cristallina, splendeva quando rideva. Stupendo, bellissimo, lo era sempre stato. Sentiva una morsa all'altezza del cuore, gli mancava terribilmente, erano passati più di dieci anni da quando l'aveva lasciato. Troppi. Troppi anni senza di lui. Senza la sua ragione di vita.

Sbuffò sonoramente, si rese conto che la vecchiaia lo rendeva molto più sentimentale, alzò lo sguardo verso i petali di ciliegio che ricoprivano l'albero su cui era poggiato, rosa. Scoppiò a ridere ricordando la sua vecchia amica Sakura, doveva ancora fargliela pagare per quel maledetto scherzo di anni fa. L'ultimo membro del team 7 ancora in vita ora era pronto a morire. Serenamente.

Sospirò stanco e chiuse gli occhi.


TEME. Non capisco cosa diavolo ci trovi Sakura-chan in te,

io sono più bello.

 

Bastardo ti batterò!

 

Perché vuoi andartene da Konoha?

 

Tu sei il mio primo vero legame.

 

Sei il mio migliore amico e ti riporterò a casa.

 

Ti amo Sasuke.

 

Meriti qualcosa di meglio di un dobe.

 

Grazie di aver scelto me.

 

Vorrei tanto poter cancellare il dolore per la perdita della tua famiglia.

 

Tu sei la mia unica famiglia.

 

Sono tornato Naruto, scusa se ti ho fatto aspettare.

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