Nuove Libertà.

di taRtRuGa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Per una lettera... ***
Capitolo 2: *** 15 anni... ***
Capitolo 3: *** Il mio nuovo Mondo. ***



Capitolo 1
*** Per una lettera... ***


Salve a tutti

Salve a tutti!

Sono semi-tornata con una nuova fanfiction nonostante ne abbia già una in corso…diciamo che è un momentaneo blocco, dovuto alla mancanza di quel famoso secondo capitolo (sono una quasi maniaca…).

Inizio con lo scusarmi con tutti i lettori che avevano iniziato a scorrere le righe di quella che dovrebbe essere una storia già conclusa, dato che la storia è già tracciata….In pratica, Orchidea.

Riguardo questa fanfiction posso solo dire che è dovuta ad un mio sfogo perenne nei confronti dei miei genitori (ebbene si anche io ho dei problemucci riguardo l’indipendenza e le libertà negate XD)

Inoltre ho cambiato l’abitudine di scrivere maiusc-minusc (ke adoRo XD) ma potrebbe esserci qualche rara occasione nella quale la ‘R’ la farò grande (l’ho fatto anke nel coMpito di MateMatica con la paroLa quadRato ._.” ...aRgH ricoMiNcio XD)

Ultima cosa: man mano che andremo avanti posterò ad inizio capitolo alcuni avvertimenti per farvi capire meglio l’ambiente della fiction (età dei personaggi, etc.)

Primo avvertimento: La Dani, Daniela e successivamente Danielle(eeeh poi si saprà il perchè…) un po’ sono io, si. Il resto tutto inventato tranne qlkosina.

Detto questo vi lascio alla stoRia

[dIscLaIMeR: è tutto di jKRowLa *-* sIa faTTa saNta! Ke fResqo dRaco…Mi sa cHe questo NoN assoMigLia MoLto ad uN dIscLaIMeR °-°]

***





Nuove Libertà.




Capitolo Primo

Per una lettera…



“Toglitelo dalla testa ragazza! Tu non andrai in questo posto! Soprattutto da sola! Hai solo 15 anni! Le tue sorelle hanno fatto la loro prima gita con gli amici a 18 anni compiuti…Da MAGGIORENNI!” Una donna dai capelli ricci a metà tra il castano e il nero con meches chiare gridava contro un’apparentemente indifferente ragazza di corporatura media con qualche chiletto in più, dai capelli castano biondi ed espressione intollerante.

“E’ sempre la stessa storia, mamma! Non mi fai nemmeno uscire il sabato sera, quasi non vado alle feste, mi proibisci ogni cosa, ora che mi si è presentata quest’occasione me la vuoi negare!! Non so nemmeno se quella di cui si parla sono io! Io non sono una strega! Potrebbe essere anche uno scherzo e tu già fai di matto!!” rispose la ragazza.

“Non usare quel tono con me! Non sono la tua amica! Esigo il rispetto, chiaro?” Le sbraitò la madre ancora in collera con la giovane.

Il campanello squillante della porta le riscosse da quella lite e la ragazza poté sfuggire per qualche secondo dallo sguardo di fuoco della madre.

Dalla porta blindata con gli esterni in legno entrò una ragazza liscia e mora alla quale le si potevano attribuire 20 anni o poco più.

La ragazzina chiuse con un tonfo ed un sospiro, seguendo la nuova arrivata col capo chino, afflitta, per poi rialzarlo alla soglia della cucina, dove vi era ancora la madre seduta a fissare con aria feroce la lettera dai caratteri verdi.

“Ancora con quella lettera? Danié sei la solita scema credulona. Pensi di essere una strega? Forse per il carattere, ma tu sei più vipera che strega!”

“Smettila Stefania!!” urlò la ragazza castana.

“Daniela non urlare!!” intervenne la madre.

Ma mamma…”

“Silenzio! Adesso cestineremo questa lettera e dì ai tuoi amici che la smettessero! Adesso puoi scordarti di uscire!”

“La volevo cestinare io, quella lettera già da stamattina. Poi i miei amici non farebbero cretinate del genere ed inoltre io già non esco!!! Se vuoi proibirmi di andare fuori al balcone…”

“Fai poco la spiritosa, signorina!”

“Scusa mamma.” Mesta risposta di una ragazza svogliata che girò le spalle e si rintanò nella sua stanza gettandosi sul letto ed infilando le cuffie del proprio iPod.



I wanna go left but they tell me go right
Don't wanna be the little girl they kissin' goodnight
The moral of the story is I got no choice



Ancora una volta avevano deciso per lei.

Non che lei credesse a quella lettera, ma era per puro orgoglio, sino ad ora non aveva potuto fare quello che tutte le ragazze e tutti i ragazzi della sua classe già facevano da un po’.

Uscire la sera, soprattutto il sabato sera; non poteva accettare il passaggio del proprio amico sul motorino; non poteva andare con loro al parco giochi della città vicina per una giornata di festa, non poteva andare alla festa del paese della città vicina con le sue amiche del cuore, oltretutto supervisionate dai genitori.

Lei oramai non aveva una vita propria.

Aveva rinunciato ai propri sogni.

E mentre scorreva le canzoni del lettore per scegliere quella che più si adattava al proprio stato d’animo ma allo stesso tempo le tirasse sul il morale, ripensava al mittente di quella lettera.

Albus Silente, Scuola di Hogwarts.

I suoi amici di sicuro non erano stati.

Troppo poco fantasiosi e anche un po’ svogliati per creare quei nomi così strani.

Di solito era lei che trovava nicknames a tutti.



Remember what I said, your own future's in your hands
You can paint it on the memories that make you sick of life



Con le lacrime desiderose di cadere dalle palpebre pesanti, si concesse un sonno pomeridiano per donarsi un di pace.




***



In attesa di recensioni.

.taRtRuGa.

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Capitolo 2
*** 15 anni... ***


Ciao a tutti

Ciao a tutti!

Ecco il secondo capitolo di questa mia fanfiction….Oggi tutti i miei amici sono andati a fare la scampagnata e io come un’idiota qui al pc ^-^

Fortuna che c’è eFp *-*

Come potrete notare ho cambiato il tempo della storia (mentre prima usavo il passato remoto ora uso il presente, dando alla ff un tocco reale.

[Avvertimenti:

- i nomi saranno quelli del romanzo italiano (es. Piton al posto di Snape);

- alcune parole saranno inglesi, poiché i personaggi sono inglesi ad eccezione di Daniela e famigLia. Le parole inglesi saranno dunque in corsivo e lascerò in inglese solo quelle facilmente capibili (happy birthday, hello, hi!, etc.), mentre le frasi in inglese un po’ più complicate saranno scritte in italiano, con stile corsivo, vi prego quindi di credere che siano inglesi e che la protagonista nn capisce nulla se non qualcosina di abbordabile.]

Comunque ora sarà meglio lasciarvi alla stoRia ^-^

***

 

Nuove Libertà.

 

Capitolo Secondo.

15 anni…

 

E’ passata una settimana dall’arrivo di quella lettera che ha scombussolato tutta la famiglia.

Mia madre mi ha persino costretto a chiedere ai miei compagni di smettere di inviarmi lettere con quegli uccelli che si appoggiano poi sulla ringhiera in ferro battuto marrone, del nostro balcone, oppure sull’albero che abbiamo di fronte.

Ovviamente non gliel’ho chiesto così diretto, ma ho chiesto se avessero gufi o animali simili.

Ovviamente mi hanno riso in faccia e io con loro.

Ho parlato di queste lettere solo alle mie più intime amiche, portandone persino una a scuola.

In questi sette giorni sono arrivate sempre più lettere alla volta e ho così potuto sgraffignarla.

Tornando alle mie amiche, mi hanno dato il loro appoggio per la ricerca di questa burla, ma una di loro, mi ha detto che potrebbe essere anche vero, insinuando in me questo strano tarlo.

Certo è che il fatto di diventare maga mi affascina, ma lo trovo anche un po’ ridicolo.

Sono le 9:00 ed è domenica e non ho nessuna voglia di alzarmi.

Allungo la mano verso la scrivania accanto al mio letto per prendere il mio fidato iPod quando faccio scivolare qualcosa simile ad una busta di carta.

E oggi non è il complenno di nessuno;  le bollette papà le appoggia accanto al computer, nel salone; io uso sms e emails per parlare, quindi qualcosa non torna.

Apro gli occhi e mi ritrovo completamente sommersa da buste, sempre da parte di questa 'Hogwarts'.

Ancora mezza assonnata un solo pensiero mi riempie la testa: I miei amici non hanno tutti questi soldi da permettersi una carta così bella, un inchiostro speciale, semi-brillantinato, e soprattutto tutti questi gufi.

Sarà stato Diabolik… la nostra casa è più sigillata di un bunker sotterraneo, anche se è estate!

Cerco di camminare nell'oscurità attraverso piccoli occhi ambrati che mi scrutano.

Il corridoio, e ipotizzo tutte le stanze del nostro modesto appartamento, sono sommerse da 3 cm di lettere.

Mi dirigo nel salone dove sento delle voci parlare.

Una è quella di mia madre sicuro.

L'altra ha un mezzo accento inglese.

Mi avvicino all'uscio notando due strane figure, e con la parola 'strane', ho detto tutto.

I motivi della stranezza sono svariati.

Cominciando ad esaminare la prima con la mia bocca semiaperta,  posso notare che è un uomo dall'aria molto divertita e affascinata nei riguardi di un nostro grande ventaglio preso a Bombay;  indossa una lunga e bizzarra veste indefinibile azzurra e bianca,  bizzarra perché sembra una camicia da donna a maniche lunghe dai bordi troppo larghi, per essere estate; ha una luuuuunga barba argentata, occhiali a mezzaluna e un grande cappello azzurro. Ha le mani congiunte in gremo e la schiena eretta e poggiata allo schienale della sedia.

L'altra figura trasuda severità,  è una donna, dritta come una mazza di scopa,  in piedi accanto all'uomo anziano,  e mi chiedo inebetita il perché dato che proprio nel salone abbiamo molte sedie.

Ha un lungo vestito bordeaux, che la fa sembrare l'istitutrice di Clara, del cartone 'Heidi', tanto è accollato.

Ha come quella uno chignon perfetto ed un cappello marrone stile mago Merlino, con la punta afflosciata e una piuma verde.

E' piuttosto matura, non vecchia, attenzione; è anche molto bella.

Forse avranno una tresca i due, chissà.

Mi hanno notata, e dovrò sembrare molto idiota con la mia canotta rosa e azzurrina di Minnie e i pantaloncini gialli, con i miei capelli legati in due trecce. Almeno abbiamo qualcosa in comune: gusti bizzarri, per non dire orrendi.

Mi sorridono entrambi in modo sincero e io un po’ impaurita, tramutando il loro sguardo dolce in sguardo maniaco chiedo "Mamma…?"

Mamma, già girata verso di me, sorride ancora di più con gli occhi lucidi.

Viene verso di me e mi abbraccia sussurrandomi "Sei una strega!"

Credendola un'offesa mi distanzio un po’ strillando "Perché che ho fatto ora?"

Capendomi, mia madre dice subito "Sciocca non in quel senso…Hai dei poteri!" Guardo mio padre seduto che scruta quei due personaggi.

Mamma avrà bevuto quel liquore che avranno regalato i loro amici lo scorso Natale, per dire una panzanata del genere.

"Papà…?" chiedo supplicante.

"Tutto quadra tesoro…Ha ragione la mamma. Comunque auguri, cara!"

"Oh, yes. Happy birthday!" mi dice quel signore.

Lasciando spazio alla lingua che adoro di più sorrido ancora un po’ stranita "Thanks."

"Posso sapere perché avrei dei poteri? Si perché se è un sogno ne sarei felice, se è la realtà penserei che queste persone siano nostri, spero, lontani parenti e che stiate tutti scherzando." Prendo fiato dopo aver detto tutto questo nel giro di 3 secondi massimo.

"E' tutto vero" mi dice la donna con quell'orribile italiano.

'Povera nostra lingua…' penso io.

"Sei una strega, non completamente purosangue però… Mai notate strane cose…Cose inspiegabili?" mi incita l'uomo che parla decisamente meglio l'italiano.

"No" rispondo asciutta.

"Strane sensazioni, una cosa che hai lasciato in un posto ma poi si trova in un altro." Riprova.

"Si mi succede, ma non è per questi miei strani poteri, ma per colpa di mia sorella più piccola."

L'uomo sospira.

"Deja-Vù?" tenta ancora.

Per non fargli fare brutta figura davanti a quella che prendo per sua fidanzata dico "Ehm, si qualcosa del genere…" In parte è vero. Quando sto facendo qualcosa, spesso, mi accorgo di averla già fatta, nonostante ciò non sia mai accaduto.

"Questa è una delle più semplici manifestazioni della propria magia."

"Capisco…" dico muovendo il capo in un semplice gesto d'assenso, donandomi un'aria da intellettuale mancata. (pezzotta XD Nda)

"Tu sei la discendente di una famigia purosangue. La tua trisavola aveva questi poteri, ma si sposò con un Muggle…"

"Eh..?" lo interrompo.

"Un Muggle, un….aa man without powers"

"Ah, uno senza poteri…" dico bonariamente.

"Esatto. Per evitare di essere trovata dalla sua inflessibile famiglia, non professò più la magia, recitando una profezia legata alla propria famiglia. La sua prima nipote, nata in Giugno in uno dei giorni ante kalendas,  dal 14 quindi al 29, avrebbe ricevuto in dono la magia."

"Caapisco. Voi siete quindi quelli che hanno mandato le lettere?"

"Certo."

"Visto mamma!!" dico squillante verso mia madre, che non aveva mai ammesso di avere torto.

"Mh" mugugna in risposta.

"Avevo ragione io!!" continuo.

"Daniela basta." Mamma mi fulmina e io dico solo "Ok mamma."

Mi rivolgo di nuovo a quelle persone "Cos'è Hogwarts, a quanto ho capito è una scuola, ma poi? Cioè, voglio dire, è come quella che ho frequentato? E' qui vicino?"

"No non è come la tua. Non è nemmeno tanto vicino…E' in uno spazio chiuso dalle montagne, su una piccola collina. Presenta anche un lago molto ampio."

"Oh" sospiro ammirata.

"Io sono il Preside della scuola. Il mio nome è Albus Silentee sono un mago; questa è la VicePreside Minerva McGranitt."

"Non state insieme?" chiedo quasi dispiaciuta.

La donna fa una strana smorfia, mentre Albus Silente ride di gusto.

"No, no. Stavamo parlando della scuola, giusto?" Senza attendere risposta continua.

 "La nostra scuola ospita persone come te, pronte a sviluppare i propri doni, apprendendo formule ed esercitandole mediante una bacchetta magica, come questa." Dice muovendo la mano aperta in aria, poco più in alto del piano in cristallo del tavolo, facendo apparire uno scrigno rettangolare marrone e dorato con strani simboli su di esso.

Lo apre premendo leggermente i bordi laterali.

Dentro su della seta rosso carminio, giaceva un lungo pezzo di legno lucido e pregiato, intarsiato finemente, creando una spirale che si avvolgeva intorno al manico di quel legno.

Con un gesto della mano il piccolo scrigno sparisce da dove si trovava prima, per apparire davanti a me.

Io apro e chiudo la bocca, in cerca d'aria, quando la donna mi incita "Toccala!".

Io la sfioro appena, per poi poggiare la mano sulla tavola quadrata.

"Questa bacchetta è destinata alla persona della profezia. Per appurare che sia tu dovresti afferrarla e agitarla.

Eseguo ciò che mi ha quasi consigliato, prendendo la bacchetta e agitandola.

E' divertente. Vedo una piccola scintilla scaturire e mi volto verso quello che sarà il mio Preside per nulla imtimorita, che mi sorride.

"Non c'è dubbio. Sei tu. L'unico problema è che per essere in regola con la nostra scuola, oltre a possedere tutti i libri e il resto, dovresti avere 11 anni."

"Che..? Ma se ne faccio 15 oggi!!!"

"Esatto, i maghi e le streghe di quest'età frequentano già il 4° o il 5° anno."

"Quindi sarei l'unica 15enne in mezzo a dei mocciosi?... Io? Ma se non sopporto nemmeno gli amici dei miei cugini con quell'età!" sbotto allibita.

"E' per questo che ti aiuteranno gli studenti più in gamba della nostra accademia. Ed è anche per questo motivo che tra due giorni partirai con noi, tornando a casa solo a Natale e Pasqua, sempre se tu vorrai."

A quelle parole mia madre lanciò un urletto ma non disse altro.

In questo momento sto ringraziando tutti i Santi in paradiso.

'Dalle stalle alle stelle!! Senza dubbio è il miglior compleanno che potrei mai festeggiare! Il 20 Giugno è una data da segnare a fuoco nella mente' penso.

"Un'ultima cosa. Potrei portare con me qualche oggetto Muggle? Divento paranoica senza,  vado in crisi!" chiedo supplicante

"La tecnologia babbana purtroppo non funziona ma vedremo di farlo funzionare in altro modo." Mi risponde il Preside, facendomi l'occhiolino e alzandosi.

"Purtroppo dobbiamo andare. Ti aspetto fra due giorni, nel frattempo tieni al sicuro la tua bacchetta e stai attenta a non farla rompere o scalfire, potrebbe non funzionare per bene, poi.

"Ancora Buon Compleanno" mi dice

"Happy birthday, dear Danielle" a parlare è Minerva McGranitt, che ha decisamente compensato il suo orribile italiano con il perfetto inglese.

"Thank you" dico arrossendo come un pomodoro.

Con un CRAC che mi fa sobbalzare scompaiono.

"Bè Daniela, ti va di mangiare qualcosa?" mi chiede mia madre ancora stupita.

"Si!" dico con enfasi, dirigendomi in cucina pattinando sulle buste che poco prima mi inquietavano.

 

 

 

***

Completato questo secondo capitolo.

Spero vi soddisfi un po’ in più del primo.

Ho messo qualche puntino sulle 'i', tanto per far capire le cose.

Devo dire che mi piace particolarmente questo capitolo.

Aspettando le prossime recensioni ringrazio coloro che le hanno già fatte per il cHappo pRecedeNte:

Seiryu: Le canzoni sono: "I must not chase the boys" delle "Play" e "Broken Soul" dei "The new story".

leo miao : è la mia ù_ù" …L'ho detto che questa ficcy ha un po’ di me dentro. ^-^ Non hai offeso nessuno. E' un dato di fatto, essere troppo apprensivi fa male! XD

 

BacI a tutti

.taRtRuGa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Il mio nuovo Mondo. ***


Eccomi di nuovo qui

Eccomi di nuovo qui!

So di essere in ritardo, ma ho la scuola, ma soprattutto, la FINE della scuola.

DraMatIc!

However, questo è il nuovo capitolo, pronto per voi.

E’ lunghetto e demenziaLe ma non fateci caso… XD

*Le recensioni dopo iL cHaPPo!

kIzzez.





Nuove Libertà.




Capitolo Secondo.



Il mio nuovo Mondo.




Il giorno stesso, della visita di quello che avrebbe dovuto divenire il mio Preside, festeggiai i miei 15 anni compiuti, in compagnia della mia famiglia, ben consapevole che quella sarebbe stata l’ultima volta in cui li avrei rivisti tutti insieme, almeno fino a Natale.

Il giorno seguente festeggiai con tutti i miei amici annunciando il mio trasferimento in “un college scozzese tra le montagne”.

Mi dispiacque soprattutto quel distacco.

I miei amici.

Coloro con cui avevo passato ben due anni della mia vita.

Erano diventati loro stessi la mia vita, quasi.

E dire che noi saremmo stati la “3^Z”.

Più unica che rara.

Pionieri di una nuova era.

Oggi dovrebbe venire il mio Preside, Albus Silente, per portarmi via dal mio nido.

Già mi sento male.

Cerco di ricacciare indietro le lacrime, mentre mamma con lo sguardo triste mi chiede per la milionesima volta se ho preso tutto.

Sa meglio di me che non ricordo mai nulla.

E io per la milionesima volta immagino una lista su cui sono appuntate le varie cose da portare.

Vestiti invernali e estivi, ce l’ho.

Ipod, ce l’ho.

Carta e penna, ce l’ho.

Insomma ho portato tutto.

Cos’altro potrebbe mancare?

I libri forse, ma di quelli non ho nemmeno la lista, e poi questa scuola non può aprire proprio il 23 Giugno, no?

Perchè NON aprirà.

Oh mammina, forse questa che sto avendo non è una crisi di nervi.

Sarà l’agitazione.

Sarà che fa caldo.

Sarà l’estate.

Sarà che già mi manca la mia scuola.

Sarà che non mi manca la mia scuola, ma quel ragazzo biondo.

Sarà che la devo smettere di pensarlo.

Oh, per la miseria!!

Sarà per…

“Le pagelle!” urlo come un’ossessa.

“MAMMA!! Corri!” Ovviamente mia madre si precipita e non vedendo alcun pericolo inizia a farmi la predica.

Ma cosa ti salta in mente? Urlare in questo modo! Sei IMPAZZITA?!

Ma mamma, le pagelle.” Dico piagnucolando.

“Mamma e se facciamo una corsa veloce, vediamo quanto ho preso e torniamo? Tipregotipregotiprego!!”

“Tesoro, non devi essere così attaccata allo studio, soprattutto il giorno delle pagelle; magari prima lo avrei accettato. Sospira mentre io sono pronta a ribattere. “E comunque non ti deve interessare. Al momento hai cose ben più importanti. Casomai andremo io e tuo padre a vedere le tue valutazioni e ti avviseremo. Va bene?”

Si mamma.”

“Bene. Comunque ho trovato cosa ti sei scordata.”

E sarebbe?” dico io scettica.

“Vestirti” e con una faccia seccata gira i tacchi e va via.

Sono un caso disperato.

Ed eccomi qui, pronta dopo un quarto d’ora, con il trolley azzurro cielo in mezzo alle gambe, mentre seduta al tavolo di cristallo del salone mi guardo lo scrigno con la bacchetta.

L’unico pensiero che mi sta passando per la testa in questo momento è se la mia trisavola, oltre poteri e bacchetta, mi abbia lasciato anche qualcosa di soldi.

Sono incredibilmente venale.

Sospiro per la miliardesima volta, stanca sia per il caldo che per l’attesa.

“Se avessimo fatto come avevo proposto, saremmo già tornati da un pezzo, con me felice sia per l’aria condizionata della macchina sia per i bei voti che avremmo trovato affissi.” Questa strana uscita fa sorridere mia madre, alla quale sorrido di rimando.

Nonostante tutte le incomprensioni tra me e lei, non la cambierei per nulla al mondo.

La chiave nella toppa ci fa sobbalzare.

Mamma va a vedere chi sia, mentre io scuoto il capo.

Il mio preside Albus Silente è in ritardo di 35 minuti.

Doveva essere qui alle 11.00 esatte e ancora nessuna traccia.

Papà fa capolino dalla porta.

“Ciao papy” dico guardando a terra.

“Da te non me lo sarei mai aspettato…” Lo guardo in viso con un’aria scioccata mentre smetto di giocare con la mia treccia destra.

Cosa?” chiedo io disperata vedendo che brandisce il foglio con il simbolo della scuola.

“Non mi sarei mai aspettato dei voti simili! Complimenti!” Un sorriso genuino dipinge il viso del mio papà.

Estasiata gli corro incontro per abbracciarlo, mentre mamma consulta la fotocopia della mia pagella, con un grande sorriso che fa capolino anche sul suo volto.

Sono orgogliosa di me.

Intanto anche le mie tre sorelle che piangevano palesemente in bagno, sono uscite sentendo il mio urletto di gioia.

Venute a conoscenza della mia valutazione esultano con me (e ballarono tutti felici e contenti la conga XD Nda); ma come se il destino mi volesse punire per le mie feste caratterizzate dal trenino mio e delle mie sorelle ( o meglio, data la sfiga che mi perseguita…) un ‘Crac’ interrompe le nostre danze.

Davanti a me non solo Albus Silente, ma anche un uomo affascinante, alto dai capelli lunghi e biondi e uno altrettanto alto ma più bruttino e dai capelli rossi sparsi per il capo, guardano principalmente me, capo-trenino.

Le espressioni però sono diverse per ognuno.

Il primo è divertito, il secondo mi guarda con aria di sufficienza e il terzo ha un viso che trasuda curiosità.

Mamma è lui il padre del ragazzo che mi piace?” Dico la prima cosa che mi passa per la testa, indicando l’uomo biondo.

“No.” Secco e deciso. Ti amo mamma!

Dandomi un contegno, tento di sorridere mentre mi accorgo di avere stranamente più caldo del solito.

Mi viene da piangere.

Il mio preside, sorridendo mi dice “Come vedi siamo venuti. Anche se un po’ in ritardo. Spero tu possa scusarci”

L’uso perfetto del congiuntivo mi stupisce. E dire che io, italiana, molte volte lo sbaglio, nonostante lo adori.

“Di nulla.”

Mi sento tanto come il sarto nei Promessi Sposi che dice solosi figuri!” , al Cardinale Borromeo, nonostante volesse dire di più.

L’uomo dai capelli rossi mi si avvicina e prende la mia valigia, mentre la borsa blu della Pucca è salda sulla mia spalla.

“Immagino tu voglia salutare la tua famiglia” dice cordiale il Preside e io voltandomi lentamente, sorrido ai miei genitori e alle mie sorelle.

Abbraccio forte ogni singolo membro della famiglia, non facendo mancare le mie raccomandazioni per ognuno di loro.

A mamma, di non cambiare la disposizione dei mobili, e di mandarmi ogni tanto qualche loro foto.

A papà di stare attento al resto della famiglia.

Alle mie sorelle più grandi di non toccare nulla di mio e alla più piccola di fare la brava.

Sorridendomi mi dicono di andare e io lo faccio, mentre una morsa allo stomaco mi soffoca.

Mi avvicino al Preside Silente, pronta per partire, voltandomi un’ultima volta prima di venire trasportata in un altro luogo, mentre mi sento stritolata in una morsa, senza la possibilità di respiro.

Apro gli occhi lentamente, quasi con la paura di trovare avanti a me un mostro gigantesco, pronto a divorarmi.

Godzilla ieri non me lo dovevo vedere! Lo sapevo!

“Benvenuta a Malfoy Manor! Purtroppo dovremmo fare un po’ di strada a piedi, prima di giungere all’interno. Mi dice il Preside, indicandomi l’imponente cancello in ferro battuto.

Nessuno fiata e quindi neanche io lo faccio.

Mi sento male con una strana paura. Mi viene da piangere.

Voglio il mio papà.

Intanto osservo con circospezione i due uomini.

Già mi sono innamorata di quello biondo.

Sembra essere ricco, intelligente e con quella che dalle mie parti è chiamata ‘cazzimma’.

Chissà se ha un figlio.

Chissà se è bello come lui.

Passo in rassegna anche l’altro uomo, al contrario del primo è gentile, si gira e mi sorride e io rispondo a quel sorriso mentre imbarazzata e impaurita penso solo ad una cosa.

Maniaco!

Abbasso lo sguardo sperando di giungere presto nell’enorme castello.

Credo sia dell’uomo biondo.

E dopo qualche pensierino su un mio futuro matrimonio con il figlio di costui, che sposerò anche se si rivelerà essere ciuccio come una capra e brutto come lo scarico del bagno.

Si è appena aperto l’enorme portone con due ‘M’ sulla facciata.

L’interno non poteva che essere spettacolare.

Trionfo dorato saltami addosso.

Tutto trasuda di ricchezza e io fortifico l’idea di sposarmi o lui o il figlio.

Non m’importa chi, basta che vivo in questa casa!

“E’ sposato, signore?” chiedo, ma è come se parlassi al muro.

Il Preside si gira e ridacchi divertito, fermandosi e fissandomi.

“E’ inglese, non sa l’italiano”

Che scema che sono!

Intanto il Preside parla con l’uomo biondo che solleva piano il sopracciglio rispondendomi in perfetto Inglese Si lo sono.”

Freddo e coinciso.

Mia madre andrà a pennello con lui.

“Ha figli?” chiedo in inglese stavolta.

“Si, uno.”

“Quanti anni ha?” Non c’è frase più semplice per me.

“Diciassette”

“Interessante.”

Cosa hai detto?”

“Ehm…Si!” ovviamente non ho capito. Ha parlato troppo veloce.

Intanto il mio Preside se la ride e io mi domando perchè credevo avesse la faccia simpatica.

Ride su tutti!

Intanto il maniaco dice “Anche io ho figli!”

Che bello.” Dico con poca enfasi. “Quanti?”

“Sette.”

La mia faccia in questo momento non so come sia.

Sette figli. Lui è un maniaco ma la moglie sarà del suo stesso avviso.

Oppure sono figli avuti da più donne. Possibile.

Vorrei chiederglielo, ma un suono di passi affrettati ci raggiunge, anche se non vedo nulla sulle imponenti scale.

Abbasso lo sguardo e vedo uno strano ‘coso’ che parla affrettatamente al pavimento, ma non capisco nulla tranne un “venire”, “litigare”, “figlio” ed “erripotta” che non so cosa significhi.

Sarà francese.

L’uomo biondo parte in quarta con una marcia a dir poco arrabbiata, seguito dal maniaco che sbandiera la mia valigia per le scale.

Il Preside invece tocca le mie labbra con la bacchetta.

Inutile dire che mi ha fatto un male cane, ma che sarà mai per quest’uomo.

Riderà anche per questo, di me?

“Ora dovresti capire cosa diciamo” dice sorridendo.

Incredibile, sta parlando inglese, ma io lo capisco.

Come se sapessi tutte le parole.

“Potrò farlo anche io?” ancor più incredibile sto parlando un inglese impeccabile.

Sorrido come un’ebete.

“In futuro, chissà. Ora è meglio che tu mi segua.”

Sisi.” Non mi piace questo ‘sisi’ in italiano suona meglio.

Già mi manca la mia patria.

Esisterà il calcio qui?

Dopo i vari viaggi mentali e le paure prese per i quadri che si muovono, ci troviamo in una grande sala circolare, dove l’uomo biondo guarda arrabbiato ogni singola persona, mentre una donna stupenda, bionda anche lei, poggia una mano sul braccio dell’uomo.

Che bella coppia.

Il Preside tossisce per poi proferire “Signori, vi presento Danielle McPhoen

Una schiera di persone rosse stanno per applaudire ma il mio “CHE COSA?” in stupendo italiano stupisce i presenti.

Più che stupire, li allibisce.

Sono incredibilmente spaventati.

Faccio quest’effetto lo so.

“Tu sei Danielle McPhoen” scandisce l’uomo.

“No io sono Daniela ***” (non sapevo che cognome mettere e volevo evitare che questa ipotetica persona, esistesse realmente Nda)

“Non qui.”

Confusa più che mai lo guardo in silenzio, con gli occhi strabuzzati.

“Insieme alla bacchetta, qui, nella comunità magica prendi il Cognome della casata della tua trisavola. Quindi sei Danielle McPhoen

Ma perchè Danielle? Non va bene Daniela? E’ bello, te l’assicuro… Gliel’assicuro…” mi correggo.

“Non ne dubito, ma Danielle era il nome della tua trisavola.

E con questo?” lo guardo scettica. Mi vogliono cambiare l’identità, fare il lavaggio del cervello e farmi diventare loro schiava.

In realtà sono alieni! Ora si spiega tutto!

Credimi ti aiuterà. E agevolerà noi, nel pronunciare il tuo nome” Mi sorride e io accetto.

“Ah. Allora va bene”

Ancora con gli occhi di tutti puntati addosso decido di osservare lo splendido marmo che funge da pavimento.

E’ bianco con striature nere e azzurrine.

Bello.

“Immagino tu voglia sapere chi siano queste persone. Interviene il Preside a spezzare il silenzio che c’è.

Io alzo così la testa beandomi dello spettacolo meraviglioso che mi propone la stanza.

E’ grandissima, con un lungo tavolo, posto orizzontalmente rispetto alle vetrate dagli infissi bianchi.

C’è molta luce e i tanti fiori posti su tavolini in marmo a muro, rendono l’ambiente come un salone delle fiabe.

Riporto lo sguardo sui presenti e Albus Silente spiega chi sono.

L’uomo biondo si chiama Lucius Malfoy, la donna è la moglie e si chiama Narcissa, il maniaco, Arthur Weasley e tutti quelli in rosso hanno un nome e fanno di cognome Weasley.

Poi c’è un ragazzo dai capelli neri che si chiama Harry Potter.

Sarà stata questa, l’arcana parola pronunciata da quell’essere?

Una ragazza riccia dai capelli castani di nome Hermione Granger.

Un bel ragazzo moro di nome Bla…qualcosa Zabini.

Molte persone adulte delle quali non ricordo i nomi, oppure perchè alcuni sono impronunciabili… Ninfadora!

Incredibile che non si sia ancora ammazzata.

Io lo avrei fatto.

O forse ha ucciso i genitori.

Possibile, si.

E infine, ma non per importanza, ne sono certa, mi è stata presentata la creatura più bella che abbia visto.

E’ il figlio diciassettenne di Lucius e Narcissa Malfoy.

So dove abita, l’età, genitori…Cos’altro manca?

Sapere la data di nascita e le sue abitudini.

Ma a questo c’è rimedio.

Lo spio, ovvio. ( La MaNIaCa è LeI!!! XD Nda)

“Ora Narcissa, Molly, Ninfadora e Minerva ti accompagneranno a fare spese. Ninfadora e Minerva ti aiuteranno per il materiale scolastico, mentre Narcissa e Molly saranno con te per scegliere le tuniche per la scuola e indumenti vari.” Mi dice Silente con un gran sorriso.

“Fanno beneficenza, così?” chiedo; alle mie parole scappano risatine a destra e a manca da parte di alcune ragazze, o almeno credo siano ragazze.

“Come mai, cara?” mi chiede ingenuo il Preside.

“Non ho soldi!” sbotto.

Ma sono in banca.”

“Perchè mio padre mi avrebbe fatto un conto bancario?” chiedo stupita. Sono tutti pazzi qui!

“Non sono stati i tuoi genitori, ma la tua trisavola.

“Era indovina per caso? Oppure è ancora viva…”

“Per la prima domanda, si era ‘indovina’, se così si può dire. Ma ti assicuro che purtroppo è morta.”

Sorrido in modo idiota all’ultima risposta.

“Aveva una tresca con lei!” sono consapevole di aver fatto una figuraccia.

“No. Ho detto purtroppo perchè grazie a lei, abbiamo avuto molte innovazioni in ambito magico. Ma ti spiegherò meglio più tardi. Ora .” Mi sorride mentre mi si avvicinano Narcissa Malfoy e Molly Weasley, seguite da Ninfadora Tonks e Minerva McGranitt.

Adesso mi fanno il cosiddetto ‘cappottone’ (XDXDXD Nda)

Ho una mente malata lo so.

Seguimi, cara.” Mi dice Narcissa.

E’ un angelo.

Usciamo dalla stanza, ma dopo aver oltrepassato la soglia mi ricordo del mio iPod che non può essere sentito.

Per evitare di spararmi dunque torno indietro e rientro nella grande stanza.

Mi fermo davanti al Preside e frugo nella borsa.

Dopo poco le mie mani riemergono tenendo come un tesoro il mio iPod.

“Può? Per favore.” Chiedo quasi supplicando.

Ma certo.” Mi risponde.

Con un tocco di bacchetta fa illuminare per un attimo il mio iPod, che ritorna del colore di base.

Sorrido per poi mormorare un “Grazie” e tornare dalla comitiva femminile ancora ferma in corridoio.

Riprendiamo a camminare, mentre un silenzio sovrumano regna nel gruppo.

Entriamo in una grande stanza dai colori scuri, piena di camini.

Su ogni camino c’è un’anfora, ognuna diversa dall’altra.

Narcissa si reca al camino più vicino e afferra l’anfora verde posta su esso.

“Prendi un pugno di Polvere Volante e…”

“Santo cielo, che spreco! Un pizzico va più che bene, cara” dice apprensiva Molly Weasley.

“Non sta a lei decidere quanta polvere prendere. Ribatte Narcissa. “ Scegli tu quanta polvere prendere, avanti. Mi esorta Narcissa. Titubante prendo un pugnetto di Polvere.

“Adesso?” chiedo intimidita.

“Gettala tra le fiamme, entra dentro appena le fiamme saranno verde smeraldo e scandisci bene ‘Diagon Alley’. La prima volta è meglio che urli la destinazione.

“Chiudi gli occhi quando senti che stai vorticando, appena smesso, apri piano gli occhi e salta giù dal camino. Chiaro?” mi spiega Minerva McGranitt.

Annuisco ed eseguo i consigli dati.

Dopo aver girato vorticosamente parecchie volte mi sento rallentare, socchiudo gli occhi e vedo delle persone.

Incurante di tutto e tutti salto.

Tornata alla luce apro piano gli occhi, mentre tossisco sbuffando polvere nera.

Mi scosto piano, ammirando le pareti di quello che dovrebbe essere un negozio; sono piene di tessuti di vari colori e generi.

Capisco inoltre che ci sono varie stanze, ognuna di esse separate da dei mobili a scacchiera dove maglie e pantaloni già confezionati, sono in bella mostra.

Mi si avvicina una donna di mezz’età con un enorme vestito a palloncino.

“Oh, cara sei nuova, giusto?” mi chiede frettolosa

“Ehm, si.” Rispondo piano guardandomi ancora intorno.

Mmm, chi ti ha mandato qui….Voglio dire, un genitore? Parente?”

“Oh, Narcissa Malfoy.”

Ma cara! Perchè non l’hai detto subito!! Accomodati! Accomodati!” Con una voce improvvisamente smielata mi spinge verso una porta che apre rivelando una grande stanza luminosa.

“Accomodati qui, avanti. Tornerò subito.” E corre via.

“Certo.” Dico al muro.

E’ passato qualche minuto, credo, ed entrano Narcissa e Molly.

“Vedo che hai seguito i consigli di Minerva, brava!” esulta Molly.

“Grazie.”

“Minerva e mia nipote sono andate a fare spese per la scuola, mentre noi ti aiuteremo con la scelta dei vestiti, ma prima dovremo ritirare i tuoi soldi dalla banca. Seguimi, cara.” Mi dice Narcissa.

Adoro questa donna; intanto lei sta aprendo la porta, seguita da Molly e ovviamente da me.

Al contrario nostro (Mio e di Molly), è andata a parlare con la signora che mi ha infilato in quella stanza.

Dopo poco torna da noi e ci invita ad uscire.

Non l’avessi mai fatto.

Appena messo piede fuori mi ritrovo una baraonda di gente. E poi dicono che quelli del Sud sono caotici.

Mentre ungentile’ signore grassoccio ci taglia la strada Narcissa esclama contrariata “Ammira! Questo è il tuo nuovo mondo!”

“Si…Il mio nuovo mondo” mormoro io.




***



Odei dopo tre giorni di stesura è finito. XD

Che stress in questi giorni, tra compiti e interrogazioni -.-

Fortuna ke tRa poco fiNiRà!!! =D

iNtaNto tRa Nuovi aMoRi sbocciaTi, RiNgRazio peR Le ReceNsioNi

Nikeforos La mia Daniela è complicata ( =io sono complicata XD) Non vuole ferire i sentimenti di nessuno, in partikoLaRe deLLa MadRe, quIndI sta zitta e accetta quasi tutto XP…

albicoccacida CioBBy Mia!!! =* aMMoRa, giuRo ke qNd iL mio peRsoNaGGio aNdRà ad HogWaRts Le faccIo iNcoNtRaRe uNa Raga seMpRe iNkazzosa coMe te uhauahuhahauhauha (skeRzo! peRò le faccio iNcoNtRaRe uNa coMe te! E’ deciso…)


speRaNdo iN aLtRe ReceNsIoNi

.taRtRuGa.

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