Una vita nascosta

di viky4forever
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap1:dove sei? ***
Capitolo 2: *** Cap2: fine del lavoro ***
Capitolo 3: *** Cap3: il racconto ***
Capitolo 4: *** Cap4: la caparbietà di Bulma ***



Capitolo 1
*** Cap1:dove sei? ***


Cap1: DOVE SEI

Cap1: DOVE SEI?

Il Cell-game si era concluso da un anno ormai e gli abitanti della terra avevano quasi dimenticato quei brutti ricordi del mostro verde.

Anche la vita dei “veri” salvatori dell’universo era tornata a girare normalmente anche se dentro di loro c’era un enorme vuoto, Goku. La sua mancanza si sentiva davvero tanto, ma intanto il mondo continuava a girare.

Crili finalmente aveva trovato l’amore in quella bella ragazza condannata ad essere una spietata macchina da combattimento ma, grazie alle sfere del drago, era tornata umana e, frequentandosi con Crili, capì che era lui l’uomo della sua vita. Ma che fine aveva fatto suo fratello, il temerario e determinato 17? Se lo chiedeva anche lei. L’aveva lasciata con un semplice “ci si vede sorellina” , accompagnato al suo sorriso beffardo che in quel momento si era rivelato dolce e tenero come lo era una volta. Questo avvenne circa dopo 3 mesi la sconfitta di Cell, dopo di chè, nessuna traccia del moretto dagli occhi azzurri.

 

Quel venerdì mattina Bulma dovette alzarsi presto, come tutti i giorni del resto, ma quella volta doveva recarsi in un paesino di campagna poco distante dalla città dell’ovest, dove aveva il compito di visitare il territorio per portare delle moderne attrezzature per vari lavori, e dopo aver lasciato il piccolo Trunks ai genitori, si recò sul posto di lavoro.

-        Signora Briefs, ben arrivata! – esclamò una ragazza mora, magra poco più bassa della famosa presidentessa accogliendola nel suo  lussureggiante giardino di campagna.

-        Chiamami Bulma – le sorrise.

-        Con piacere Bulma. Io sono Alex – rispose con un altrettanto sorriso la moretta stringendole la mano.

-        Bene, mostrami il lavoro che c’è bisogno qui, so che anche tu sei un’esperta in questo campo –

-        Ma certo, accomodati pure –

 

Il sole batteva forte e ormai l’estate era vicina, l’aria che si respirava era sempre più calda ma allo stesso tempo rilassante. Per lui, ragazzo abituato alla violenza nelle strade, l’aria di campagna, aveva scoperto, essere l’ambiente ideale in cui vivere. Come l’amava. Pace, tranquillità, animali, belle giornate. Aveva deciso di allontanarsi da tutti e da tutto, compresa dalla persone a cui amava più di ogni cosa al mondo: sua sorella.

Ma non era solo il verde, il sole e il paesaggio tanto meraviglioso ad averlo fatto distaccare da tutto ciò. Qualcosa di più lo legava a quelle verdi colline. Un sentimento che scoprì poco dopo essere tornato umano, o meglio, che aveva ricordato dopo anni di amnesia totale. L’amore.

 

“Dove sei? Perché non ti fai sentire o  vedere? Ti sei scordato di me? come può mai essere questo…io ti penso ogni giorno. Mi sarebbe piaciuto che anche tu vedevi la mia pancia aumentare di volume giorno per giorno per contenere una nuova vita. Mi sarebbe piaciuto condividere i miei sentimenti, i nuovi sentimenti che adesso posso provare. Ma dove sei? Mi manchi tanto,sai…”

I suoi occhi azzurri erano rivolti verso il sole che si era da poco alzato in cielo. Le onde del mare si sentivano attraverso la finestra aperta che facevano entrare un leggero e piacevole venticello, facendole scombinare i suoi lisci capelli biondi.

I suoi pensieri vagavano alla ricerca del fratello che le mancava da molti mesi ormai. Dove poteva mai essere finito?

 

Un po’ piccolo come capitolo lo so, ma questa è una breve introduzione. Spero vi piaccia. Vorrei i vostri commenti e poi continuo…Bacioni!!! La vostra Kiaretta!! (VikY)

 

 

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Capitolo 2
*** Cap2: fine del lavoro ***


Ciao a tutti

Ciao a tutti!! Finalmente aggiorno anche questa ff dopo un sacco di tempo…ringrazio di cuore: erika93, iron_maiden, super18, majinannetta, martozza, Ale e Cicci 12…e anche a tutti quelli che hanno letto senza recensire!! Bacioni, Viky!

 

Cap2: fine del lavoro

Bulma già era a lavoro sotto la guida di Alex che controllava la situazione ed era davvero molto soddisfatta di ciò.

-         Che ne dici di un bicchiere di tè freddo? È ormai 2 ore che non ti fermi! –

-         Grazie, ne avrei di bisogno – le sorrise.

Così le due donne andarono n cucina e Alex le offrì la bibita fresca.

Bulma si guardò attorno ammirando la casa che, nonostante fosse di campagna, era arredata molto bene.

-         Hai davvero degli ottimi gusti – le sorrise osservando i soprammobili della cucina.

Alex sorrise.

- Ma dimmi – continuò la donna turchina – tu vivi qui tutta sola? -

-

A questa domanda la moretta si fece più seria in viso.

-Bèh, più o meno si

- In che senso? -

Lei sospirò.

-         Ho capito, non vuoi parlarne, tranquilla, non mi offendo mica! –

-         Ma no, tranquilla. Il fatto è che i miei mi hanno lasciato questa enorme villa dopo la loro morte, mi sarei potuta trasferire benissimo in città dove vivono i miei parenti, ma ho deciso di continuare il loro lavoro qui e non vendere la casa –

-         Ho capito. Ti posso capire –

-         Inoltre nei paraggi c’è un ragazzo…-

BUlma sorrise facendo sorridere di conseguenza Alex.

-         scoperto l’arcano! E dimmi, cosa c’è fra di voi? –

-         assolutamente nulla. Anzi, in questo ultimo periodo non ci parliamo proprio, non lo voglio vedere, però gli voglio bene…-

rispose abbassando lo sguardo e tornando con un’espressione malinconica.

-         Ho capito cara. Comunque adesso è meglio se torno a finire quel che stavo facendo, altrimenti mio figlio rimane nelle grinfie di mio marito…-

E così le due si riavviarono dov’erano prima per continuare il lavoro.

 

“ cosa faccio, ci vado o no? non lo so, forse dovrei chiederle scusa, ma io…”

17 camminava nervosamente sotto il sole avvicinandosi e allontanandosi dalla grande villetta dove aveva trascorso dei momenti indimenticabili, ma in quel momento era molto confuso.

ok, adesso ci vai e le chiedi scusa….ma non posso!!!...invece si, devi farlo!!!”

La sua testa esplodeva, non riusciva a decidere cosa fare.

 

-         Grazie di tutto Bulma, sei stata davvero in gamba! –

-         Grazie a te! Comunque la settimana prossima torno per finire di collaudare quell’ultimo affare, non lo trovo per nulla divertente…-

-         E figurati io! –

Le due risero divertite.

-         Alex, quando vuoi sei ospite a casa mia! Così non solo ti mostro certi marchingegni molto utili, inoltre potrai far visita ai tuoi parenti, io abito li vicino –

-         Con vero piacere Bulma, grazie –

Bulma salutò Alex che le sorrideva gentilmente e poi si allontanò per gettare la capsula. Nel frattempo Alex aveva chiuso la porta entrando dentro.

-         Accidenti, non si apre, che diavolo gli prende?!?!

Dei rumori la colsero all’improvviso.

-         Alex, io…- disse un ragazzo, ma quando vide che la donna davanti a lui non era Alex, si bloccò di colpo.

Entrambi si guardarono in silenzio per qualche secondo.

“ Ma lui è…”

“ Ma lei è...”

-         Ehm…mi scusi…- e molto velocemente sparì da dov’era arrivato.

Bulma era ferma immobile continuando a vedere nella sua testa l’immagine di quel moretto ma la capsula le scoppiò in mano e ne uscì il suo veicolo. Subito si mise in volo per tornare a casa.

“ Ma quello era…C17!”

 

 

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Capitolo 3
*** Cap3: il racconto ***


Cap3

Finalmente posto il3^ capitolo di questa storia. Ringrazio: Iron_Maiden, Heleamicachipss, black_kisses, minisirena, majinannetta, Super 18, Cicci 12 e Ale. Un bacione a tutte!!

 

Cap3: il racconto

Bulma era appena salita sul suo veicolo e subito notò qualcuno seduto sulle sponde di un piccolo ruscello: era il ragazzo di prima, c17, il fratello di 18. Aveva nominato Alex poco prima, sapeva quanto 18 soffrisse la sua mancanza anche se non voleva ammetterlo, così decise di scendere per, almeno, chiedergli come stesse.

Atterrò vicino e subito gli si avvicinò mentre lui era seduto a modellare un pezzo di legno con un coltellino.

- Ehm, ciao…- iniziò un po’ timida. Lui alzò lo sguardo lo sguardo verso la donna che lo guardava un po’ sul preoccupato.

- Ciao. Tu sei Bulma Breifs, vero? –

- Si, sono io. E tu sei…-

- 17 il fratello di 18. si

- Ti ho visto e così sono scesa per fare quattro chicchere. Sai, adesso non hai più la bomba dentro di te. Volevo sapere come mai non torni da tua sorella…cioè, io…-

- Non ti preoccupare, non c’è bisogno di fare giri di parole. Ma non ho intenzione di tornare da voi! –

- Ma perché fai così? A 18 piacerebbe molto rivederti, ormai è passato un bel po’ di tempo! –

Lui abbassò lo sguardo.

- Non ho nulla da nascondere, se vuoi ti racconterò tutto. È iniziato un anno fa quando mi sono ritrovato in mezzo all’erba alta con un mal di testa incredibile ma subito dopo una luce improvvisa e poi buoi totale…-

 

- Si sta riprendendo, guarda!! – esclamava una voce di bimba.

- Si ma non fare chiasso, non sta benissimo – diceva un’altra voce .

Il ragazzo si mise seduto mettendo a fuoco ciò che gli stava attorno. Per prima cosa si rese conto di trovarsi su un letto di una stanza abbastanza grande e luminosa, dopo riuscì anche a distinguere due figure femminili di fronte a lui: una bambina di circa 4 anni e una ragazza mora, magra e dallo sguardo dolce sulla 20ina passata.

- Dove diavolo sono e chi siete voi? – chiese un po’ brusco.

- Ciao, io sono Mary!! – esclamò la bambina contenta. Lui la guardò un po’ accigliato.

- Scusala, lei è mia sorella Mary. Io sono Alex. Ti ho trovato svenuto in mezzo alla campagna, così ti ho portato qua per riposare e riprenderti un po’ –

Lui annuì semplicemente.

- Adesso è meglio che riposi però, non sei in gran forma –

Era stupito di tanta gentilezza nei suoi confronti da parte di un’estranea, ma la testa gli girava troppo per ragionarci su, così cadde nuovamente in un sonno profondo.

Nei giorni seguenti fu quella la sua attività, magiare, imboccato dalla gentile ragazza, e dormire per ore e ore. Ma una settimana volò e finalmente tornò in ottima forma.

- Noto con piacere, che stai bene adesso! – esclamò la moretta guardando il ragazzo sferrare pugni all’aria del giardino poco dopo l’alba.

- Sei già sveglia a quest’ora? – si stupì.

- Io lavoro qui, che ti pare! Comunque, adesso puoi almeno dirmi il tuo nome, no? –

- Il mio nome? Io mi chiamo…-

La sua testa fu invasa di ricordi. Ricordava lui e la sorella da piccoli. In mezzo la strada a fare i teppisti, ma com’è che lo chiamava? Non se lo ricordava proprio…poi quel giorno. Catturati, strappati dalla strada e trasformati in spietati cyborg. Il resto si sa. E poi il suo nome, 17, come lo odiava. Portava anche sfortuna.

- 17 –

- 17? Un numero? Dai, non scherzare –

- Sono serissimo – oh bèh 17, come vuoi! Ti chiamerò così se tanto ci tieni! – sorrise – in ogni caso, se ti serva un passaggio a casa tua, dimmelo pure! –

Ma lui non aveva casa, che passaggio poteva dargli?!

La ragazza si dedicò al suo lavoro lasciando il bel moretto ai suoi pugni, ma lui più che all’allenamento pensò a lei, sua sorella.

Vide tutto, vide cosa stava succedendo in città, la spiò per una giornata intera e ascoltò persino le conversazioni di quei stupidi ragazzi.

Decise di tornare  a casa della ragazza e la trovò a cucinare la cena per lei e la simpatica bambina.

 

Da quella sera ebbe inizio una lunga storia importante che purtroppo Bulma non ebbe la fortuna di ascoltare.

 

- Capisco, ma perché non sei rimasto dopo che hai trovato tua sorella? –

- Perché? Con tutti quegli stupidi…E cosa avrebbero detto? Mi avrebbero ucciso e attaccato nuovamente? No, grazie…- disse lui brusco infilzando il coltellino con più violenza nel legno.

- Bulma lo guardava triste, come le dispiaceva. Sarebbe stata contenta di vedere i due fratelli nuovamente uniti, ma qualcosa sotto c’era. Non pensava proprio che lui si sarebbe fatto intimidire da qualche terrestre, ne era convintissima.

- Se vuoi puoi stare anche da me. non ne ho problemi, e terrò la bocca chiusa con tutti – disse gentilmente.

Gli venne in mente Alex e la sua ospitalità dell’anno precedente. O gli umani erano tutti così gentili e ospitali, oppure aveva avuto la fortuna di beccare i migliori con queste qualità.

- No grazie. Io ho già una casa. Adesso scusami, ma ho da fare…- si pronunciò alzandosi e incamminando verso il sentiero.

- Aspetta 17, pensa bene alla mia offerta –

Lui si girò e non riuscì a non trattenere un piccolo sorriso, come di ringraziamento, ma rifiutò nuovamente e volò via.

Bulma lo guardava ancora col cuore colmo di malinconia.

“ Non è giusto, non può finire così. E voglio scoprire di più, non mi chiamo Bulma Briefs altrimenti!”

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Capitolo 4
*** Cap4: la caparbietà di Bulma ***


Salve a tutti

Salve a tutti!!! Posto qui il 4^ capitolo di questa mia ff. aspetto i vostri commenti e nel frattempo ringrazio:

Ale: eh già, molto commovente!! Leggi e vedrai!! Bacioni! Tvttb!

Super18: eh già, è questo il suo significato!! XD cmq si, prima di diventare cyborg 17 e 18 erano due teppisti! Baci!

Valeriuccia92: ciao cugi!! Grazie, spero ti piaccia, un bacione tvtrpb! PS ho letto entrambi i commenti ^_^

Iron_maiden: vero, Bulma è proprio curiosona!! ^^ ma in ogni caso vedrai come si evolverò la situazione! Baci!

Cicci12: cocciutissima!!!! Grazie, lo scoprirai presto, tvttttb!!

Aky_chan: ciao amore! È vero, c17 è stato emarginato, questo gran bel ragazzo…ma ci penso io!! Cmq bellissima la partita a golf di con 17…e poi va via con Bulma?!?! O.O ihih vabbè!! Sei grande amore,  w l’A.AV. E sempre  la nostra coppia preferita!! Bacioni, tvtttb!! ^^

 

Cap4: La caparbietà di Bulma

Bulma arrivò a casa pensierosa, tanto che perfino Vegeta se ne accorse, e fu proprio lui a farla tornare alla realtà.

- Donna, guarda che stai versando l’acqua di fuori! – esclamò un po’ brusco. Lei si svegliò di botto spostando lo sguardo dal bicchiere al pavimento dov’era caduta l’acqua.

- Oh, si Vegeta. Grazie! – rispose non accorgendosi neanche del tono con cui le aveva rivolto la parola. Lui la guardò accigliato e poi uscì dalla cucina per dirigersi in salotto.

Bulma iniziò a preparare il pranzo, sempre soprapensiero, ma il piccolo Trunks la fece svegliare e divertire un po’!

Durante il pranzo si ripeteva la quotidiana situazione: Vegeta in silenzio col piccolo Trunks che lo spronava a parlare e Bulma che rideva. Però, quella volta, Vegeta ricordò di riferire alla moglie una notizia.

- Ah, stamattina mentre eri via ha chiamato la moglie di Kakaroth, ha detto che verrà nel primo pomeriggio insieme a 18 –

- Ah già – bisbigliò ricordandosi. La notizia della venuta di 18 le fece tornare in mente la chiacchierata della mattina con 17. Ma subito le balenò in mente che doveva parlare con lei!! Insomma, era sua sorella, e nessuno dei due aveva altri familiari diretti, doveva pur sapere qualcosa a riguardo!

Poco dopo le 3 e mezza, Bulma aprì la porta alle due amiche che subito si accomodarono nel salotto, cariche, in particolar modo ChiChi, di nuovi pettegolezzi.

Bulma non prestava un particolar interesse nelle parole dell’amica, aveva ancora la testa concentrata su altro, inoltre a volte si fermava a fissare 18.

- Bulma, ma oggi che hai? Ti vedo pensierosa! – disse ChiChi fermando il suo racconto.

- Già, e poi come mai mi fissi? – continuò la bionda.

- Bèh, niente di grave…almeno penso…

- Dai, racconta – la spronò ChiChi.

Bulma sospirò. Guardò 18 un po’ malinconica, lei rispose con uno sguardo accigliato.

E finalmente si decise a raccontare la sua mattinata.

Durante il racconto 18 parve non scomporsi più di tanto, proprio come se stessero trattando un argomento del più o del meno e di questo, sia Bulma che ChiChi, se ne stupirono un po’.

- Grazie delle informazioni Bulma, ma non ti preoccupare –

- Ma non sei ansiosa di rivederlo? Dopo tanto tempo…-

- Non per adesso –

Bulma e ChiChi non replicarono. Alla giovane scienziata sarebbe piaciuto un sacco porle più domande, ma la conosceva bene, se le fosse interessato davvero, avrebbe aggiunto qualche parola in più, forse non era dell’umore adatto per affrontare l’argomento o forse…forse era accaduto qualcos’altro. Ma cosa?

 

Il giorno seguente Bulma si recò appositamente in quel grazioso paesino di campagna per parlare con 17, era decisa a far luce su tutto, anche se sapeva benissimo che non erano affari suoi.

Atterrò con suo elicottero by C.C. nel luogo dove il giorno precedente ebbe la conversazione con 17 e decise di seguire il sentiero.

Mentre camminava ripensò anche ad Alex, la ragazza dove svolse quel lavoro, chissà, forse lei sapeva dove abitava, si disse fra sé e sé, ma non ebbe bisogno di chiedere aiuto perché poco dopo vide in lontananza una casetta, piccola ma molto graziosa, dove probabilmente ci abitava una sola persona.

Bussò. Una, due volte, e finalmente qualcuno le aprì, e fortunatamente quel qualcuno era proprio 17 che si stupì nel trovarsi di fronte proprio quella donna.

- 17 – iniziò subito, senza neanche rispondere al saluto – io voglio aiutarti, ok? Oggi ho visto tua sorella, le ho parlato e credo che sei tu la persona adatta –

- Adatta a cosa? –

- A risolvere la situazione! Ti vedo meno cocciuto! – esclamò quasi imbronciata.

Si continuava a chiedere perché quella donna insistesse tanto. Erano fatti suoi, perché doveva intromettersi così? Aveva conosciuto solo una persona che l’aveva aiutato tanto, a cui teneva moltissimo, solo che secondo lui, quello era destino! Destino che sfociò in una favola d’amore, ma poi…no, non poteva pensarci ancora, sempre a lei!! Adesso aveva una persona davanti, che, anche se era buona e gentile come la sua Alex, non doveva lasciarsi trasportare dai ricordi…sapeva che esistesse un'altra ragione, un altro motivo,  un altro sentimento che legava due persone, e questa era l’amicizia. Lui non la conosceva ancora, ma, non sapeva perché, quella donna dai capelli blu gli ispirava proprio questa “parola” di cui aveva sentito parlare qua e là.

Decise di fidarsi e la fece accomodare.

 

Spero che mi continuate a seguire!!! Saluti, Viky. ^^

 

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