Anne

di Haz in my clutch
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** kisses ***
Capitolo 2: *** Girls ***
Capitolo 3: *** Parties ***
Capitolo 4: *** Cries ***
Capitolo 5: *** Confessions ***
Capitolo 6: *** Friends ***



Capitolo 1
*** kisses ***







 Mi guardava impaziente di riabbracciarmi, come se fossi tornata da un lungo viaggio. Invece ero solamente andata al lavoro e ci eravamo già visti la mattina. In realtà da quando aveva perso la madre era sempre tanto contento di vedermi, forse perché io ero la cosa più vicina che aveva a una madre. Harry aveva solo 8 anni e cercava costantemente una presenza materna, lei era morta ormai da quasi un anno, ma aveva lasciato un vuoto insostenibile nel cuore di tutti noi. Io ormai ero stata riadattata a ‘zia Matilda’ perché ‘Tata Matilda’ fa troppo a brutta e vecchia. Non ero più la sua babysitter eppure ci vedevamo tutti i giorni, quando il padre me lo lasciava per fare i turni di notte in caserma. Lo facevo giocare, gli leggevo le storie, mangiavamo insieme e ogni tanto mi chiedeva serio se avevo il ragazzo e a ogni no che riceveva, con un sorriso mi prometteva che mi avrebbe sposato lui. A quel tempo avevo appena vent’anni e non ero andata al college per lo stupido sogno che avevo, diventare una cantante. Gli avevo trasmesso io la passione per la musica, fin da quando ascoltavamo le canzoncine per bambini, a nove anni sapeva chi erano i Beatles e conosceva le loro principali canzoni tutte a memoria. Ora lui è grande, ha diciotto anni ed è uno degli One Direction, la band rivelazione del 2012. Si potrebbe dire che un ragazzo come lui, con milioni di ragazzine ai suoi piedi, soldi, macchine, case sia felice. Ma io nei suoi occhi lo vedo, nonostante non ci vediamo più così frequentemente. Gli manca qualcosa.
- Ehi Tommo? Che ne dici di andare al bowling? – chiese Harry soddisfatto dei suoi morbidi ricci.
- No, no Harry – Disse Tommo facendo cenno con la testa – oggi devo proprio mettermi sotto con lo studio, ma chi me l’ha fatto fare a me, di andare al college? –
- Beh, fa niente lo chiederò a Malik – rispose facendo spallucce – lui di certo non dirà di no –
- Beh hai sbagliato amico – sbucò Zayn – non ti ricordi che oggi vado a conoscere i genitori di Perrie? – disse sistemando si il ciuffo scuro.
- Al diavolo tutti! Te e Tomlinson! Ci vado da solo! Così rimorchio anche qualche pollastra. Pfh, a te Malik, prima non piacevano le cose serie –
- Sono cambiato Harry – rispose Zayn Malik sbuffano – ho trovato la persona giusta… -
Ma fu completamente inutile che Malik avesse risposto perché si senti la porta di casa sbattere prima ancora che avesse finito di parlare. Zayn e Louis fecero spallucce guardandosi come per dire ‘non cambierà mai’.
Harry intanto era salito in macchina e ascoltava la radio, avevano messo ‘payphone’ una delle sue canzoni preferite, canticchiava con la sua voce suadente pensando che il giorno dopo avrebbe cominciato il college. Non era molto agitato perché aveva sempre desiderato andarci, soprattutto ora che ci andava da popstar. Il bowling non era molto lontano da casa sua e così ci andava spesso per cercare di abbordare qualche ragazza. Non che fosse cattivo, ma le cose ‘serie’, come diceva Malik, non erano il suo forte, per lui era difficile legarsi ad una persona.
Cercò di parcheggiare il più vicino possibile all’entrata ma quel giorno c’era particolarmente tanta gente, si mise gli occhiali da sole e il cappuccio in testa, non voleva farsi riconoscere ma tanto era sicuro che qualcuno l’avrebbe fatto. Questa cosa ogni tanto lo infastidiva, ma per la maggior parte del tempo lo lusingava. Entrò e andò per prendere le scarpette che subito una ragazza si avvicinò a lui, lui sfoderò uno dei suoi sorrisi più belli guardandola negli occhi.
La ragazza, decisamente su di giri, balbettò qualcosa e lo abbracciò stringendolo forte a se. Poi si staccò e lo salutò, vedendo che anche altre si stavano avvicinando decise che era meglio andarsene e si affrettò a raggiungere l’uscita. Salì in macchina e si tolse gli occhiali da sole, cosa avrebbe potuto fare adesso? Mise in moto e comincio a vagare un po’ per la zona, senza sapere bene dove andare. Ad un certo punto vide un parchetto completamente vuoto e decise di scendere dall’auto e di andare a vederlo, sarebbe stato il posto perfetto per andare a correre, senza tanta gente che lo fermasse e gli chiedesse autografi. Si mise seduto su una delle panchine e cominciò a riflettere sullo stress di essere una star della musica, quando notò che non era solo in quel parco. Proprio dietro un albero dall’altra parte del parco c’era una ragazza accovacciata. Aveva capito che era una ragazza grazie ai lunghi capelli neri corvini che le scendevano giù per la schiena e le ricadevano anche sulle gambe. Era seduta per terra, immobile, con la fronte appoggiata sulle ginocchia. Harry, incuriosito e anche un po’ malizioso si avvicinò a lei cercando di fare meno rumore possibile. Da vicino la si sentiva piangere silenziosamente quasi non volesse disturbare nessuno. Lui si avvicinò a lei e quest’ultima alzò lo sguardo. Quando lo vide si rimise subito nella posizione di prima singhiozzando ancora di più.
- ehi, ehi, non piangere… cosa può essere successo di tanto brutto da far piangere una ragazza così bella? – in effetti era bella davvero, dalla sua pelle chiara spuntavano due meravigliosi occhi color ghiaccio e le labbra color pesca erano umide di lacrime. Non vedendo segnali Harry continuò a parlare – ehmmm, io comunque sono Harry, penso tu sappia chi sia, conosci gli One Direction no?-
- so chi sei – rispose un po’ acida la ragazza – e non vedo come mi possa interessare –
Era evidente che la ragazza non volesse niente da lui e così fece per alzarsi e tornare alla macchina, quando poi si fermò e le chiese:
- come ti chiami? –
Lei rialzò lo sguardo e guardandogli i piedi rispose:
- mi chiamo Anne – Harry spalancò gli occhi e rimase a bocca aperta, come sua madre, anche lei si chiamava Anne e anche i capelli, la prima cosa che aveva notato di lei, erano tanto simili a quelli di sua madre. Ora anche sul suo viso scendevano lacrime, grandi e copiose, come faceva da piccolo, cercava di asciugarsele con la manica della felpa, ma invano perché non faceva in tempo ad asciugarle che già delle altre scendevano sulle guance.
Allora Anne, non capendo bene quello che stesse succedendo si alzò in piedi, frugando nella tasca tirò fuori un morbido fazzolettino di stoffa e glielo porse.
- tieni, è pulito, almeno non ti bagnerai tutta la manica della felpa.- Parlava lei che aveva ‘lavato’ i pantaloni nelle sue lacrime.
Lui ringraziò prendendolo. Moriva dalla voglia di farle mille domande. Ma rimase in silenzio, a guardarle gli occhi di ghiaccio. Nessuno di loro poteva dire quanto fossero rimasti lì, a guardarsi senza dire una parola. Però tra di loro scattò qualcosa, così Harry si avvicinò piano, sempre di più fino ad essere a meno di tre centimetri da lei, quei tre centimetri furono poi percorsi dalle sue labbra che toccarono quelle di Ann. Avevano un sapore strano, erano bagnate dalle lacrime, la sua lingua timida e impercettibile era lenta ed elegante e insieme sembravano quasi fare l’amore. Poi ad un tratto lei si staccò, quasi fosse riuscita a liberarsi dall’incantesimo e corse via senza dire nulla.
Lui rimase spiazzato, certo non era abituato a farsi sfuggire le ragazze, in genere si staccava lui dalle loro labbra languide e non era nemmeno riuscito a rincorrerla, tanto era scioccato.

OPPA GNAM GNAM STYLES! (?)
OKKEI QUESTA DICIAMO CHE E' LA MIA PRIMA FANFICTION QUINDI NESSUNO MI CAGHERA' EPPACE.
COMUNQUE SONO MATILDE E SU TWITTER SONO
@xkissmeharre .
POI BOH, NON SO SE HO FATTO ERRORI. BUONA GIORNATA.
lol

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Capitolo 2
*** Girls ***



 



- Anne, Anne! – Mi girai e vidi Mary, la mia migliore amica, nonché compagna di stanza.
 L’estate era finita, e tutti tornavano al proprio posto, alle proprie abitudini, ai propri compiti. Per me questo era il terzo anno di college, avevo appena compiuto 20 anni, anche se non era stato il compleanno più felice del mondo. Camminai verso di lei, la vedevo correre a perdifiato con il borsone ancora sulla spalla.
- Mary! Mi sei mancata! Come… - Non feci in tempo a finire il discorso che già mi era saltata addosso ed eravamo quasi cadute tutte e due. La stringevo respirando il suo inconfondibile profumo Cavalli, quello che avrebbe poi sparso in tutta la stanza.
- Ma come, ti sei portata solo quella roba li? - disse indicando il mio trolley, in effetti in confronto al borsone e ai due trolley che aveva lei, la mia mini-valigia sfigurava leggermente. Ma sinceramente non è che me ne importasse tanto. – beh, fa niente… vorrà dire che ti presterò un po’ di cose io – aggiunse lei indicando i suoi bagagli.
Scoppiammo entrambe in una risata fragorosa, lei era la tipica festaiola bionda e sexy, io la nerd tutta studio e computer. Che coppia strana. Ci incamminammo verso la nostra stanza, la numero 2657. Quando aprimmo la porta, in stanza c’erano già Sarah e Kristen, le altre due compagne di stanza, erano simpatiche, ma niente di che, noi preferivamo starcene per conto nostro. Posammo le cose sui nostri letti, vicini ovviamente, e mentre Mary cominciava a disfare le valige io accesi il PC per controllare l’inizio dei corsi, l’indomani ci sarebbe stato il benvenuto alle matricole.
 
Sarei molto più volentieri rimasta a letto. Ma no, mi è toccato alzarmi e farmi anche la doccia con l’acqua gelida. Quanto odio le mattine così… l’Inghilterra può essere particolarmente odiosa in questi casi, spesso, anche se è appena iniziato settembre la mattina c’è una nebbia così fitta che non riesci a vedere oltre il tuo naso e diventa difficile fare lo slalom tra le pozzanghere quando è così. Praticamente tutto il college si era riversato nel parchetto di fronte ai dormitori, c’era chi ancora sbadigliava, chi parlava al telefono, le ‘fighe’ che si rimettevano il rossetto e me, che sbadigliavo e tentavo di chiamare mia madre mentre Mary si rimetteva il rossetto. Notai anche un gruppetto di ragazze disposte in cerchio, erano praticamente ‘semi nude’ e si dimenavano come se fossero nella stagione dell’accoppiamento, distolsi lo sguardo perché il rettore, Mr. Harrison, aveva preso parola, rivolgendosi prima di tutto ai nuovi arrivati.
 
Ero completamente circondato dalle ragazze, erano molto sexy e morivo dalla voglia di toccare quelle gambe lunghissime, si chiamavano Wendy, Rose Marian e… boh, non ricordavo i nomi delle altre. Ad un certo punto alzai lo sguardo, un uomo piuttosto alto e magro aveva cominciato a parlare, si stava rivolgendo alle matricole come me, quindi mi staccai dal gruppo per ascoltare. Parlava di come si sarebbe svolto l’anno a venire, di quali corsi sarebbero cominciati dopo e quelli che invece lo avevano fatto in anticipo, ma io ero li per studiare legge e non avevo problemi. Guardandomi intorno vidi tanti ragazzi della mia età, molti mi guardavano, probabilmente mi avevano riconosciuto, tra le matricole si facevano scommesse su che corsi avrei frequentato e ogni tanto udivo qualche gridolino da parte delle ragazze. Questo era uno dei tipici momenti in cui avrei preferito non essere famoso, avrei voluto ascoltare in silenzio, con qualche nuovo amico intorno, senza essere continuamente osservato. Poi, ad un certo punto, vidi qualcosa che mi lasciò senza fiato, quei capelli, si quei capelli. Doveva essere per forza lei, doveva essere per forza Anne. La osservai a lungo, da dietro senza poter distogliere lo sguardo, accanto a lei c’era una bionda molto sexy, che rideva e scherzava con lei.
Dopo un po’ ci divisero per fare un giro nel campus, vidi che lei era una delle guide, non ero ancora riuscito a vedere il suo viso ma ero sicuro fosse lei. Mi intrufolai circospetto nel suo gruppo, inevitabilmente  mi venne dietro anche la schiera di ragazze che formavano il mio seguito. Si sentivano nuovamente gridolini e frasi tipo: ‘Oh dio quanto è bello’, ‘è così sexy’, sorrisi, mi faceva piacere quando conquistavo qualcuno. Il mio sguardo era ancora fisso su di lei, e aspettavo impaziente che si girasse, volevo sapere se davvero era la ragazza che avevo baciato ieri e che mi aveva tormentato tutta la notte. Ad un certo punto si voltò, facendo ondeggiare i suoi capelli corvini e mostrando i suoi occhi cristallini, avevo ragione,  Anne, la ragazza più bella che avessi mai visto. Camminavo fissandola e sperando che mi scorgesse, ma niente, non riuscivo a farmi notare, riuscivano a farsi notare meglio quelle dietro di me, che non smettevano di bisbigliarsi tra di loro e che Anne zittiva continuamente. Arrivati nell’aula magna ormai non resistivo più, volevo toccarla, parlarci, baciarla. Mi eccitava in un modo incredibile.
 
Quelle cinque matricole lì in fondo proprio non ci riuscivano a stare zitte, avevo beccato proprio le galline che avevo visto in cortile. Si sentivano risatine e gridolini che proprio non sopportavo, le avrei molto volentieri lasciate li, ma non potevo. Dopo aver spiegato la storia e l’utilizzo dell’aula magna per un buon quarto d’ora mi diressi nuovamente e ‘finalmente’ verso il cortile, dove avrei lasciato andare quel branco di ragazzini entusiasti e sarei potuta andare a fare colazione.
Tornati al punto di partenza le matricole si ridispersero nuovamente e io mi incamminai a testa bassa verso il bar del campus. La confusione era tale che  non vedevo l’ora di tornarmene in stanza, nel letto possibilmente, a rilassarmi.
 
Avevamo finito il giro di ‘perlustrazione’ e le ragazze mi avevano nuovamente acchiappato. Continuavano a ripetermi che tra due giorni ci sarebbe stata una grande festa di benvenuto a cui tutti erano invitati, chissà se Anne ci sarebbe andata… avrei potuto invitarla io…
- Harry! Harry! Ehi mi ascolti? –
- Oh si certo Wendy, è che sono un po’ assonnato. – le risposi caduto dalle nuvole
- Allora ci vieni alla festa, no? Ci divertiremo un sacco! – disse lei annuendo insieme alle altre.
- Certo, sarà fantastico – dissi guardandomi intorno in cerca di Anne, l’avevo persa nuovamente, chissà quanto mi ci sarebbe voluto per ritrovarla. – Ora ragazze vado, ho troppo sonno me ne torno in stanza – aggiunsi quando ormai avevo già cominciato a camminare.
Mi guardai intorno, come avevo fatto ad arrivare li? Il mio senso dell’orientamento è sempre stato precario. Cominciai a camminare molto velocemente, scontrandomi con più di una persona, presi le scale e le percorsi velocemente fino a perdere il fiato, volevo nascondermi, entrare in camera e stare solo, chiudermi in bagno e riflettere. Lei non smetteva di fami uno strano effetto, come si muoveva, come parlava, come rideva alle battute, era perfetta, silenziosa, schiva e veloce. Avrei voluto averla tra le braccia, invece era la prima ragazza che era scappata da me.
Camminavo talmente veloce che mi facevano male le gambe, la gente mi indicava, parlava, e io andavo avanti.
Ormai non sapevo più dove ero, vagavo come un matto nella speranza di trovarmi davanti la camera numero 2662. E dopo diverso tempo così fu, percorsi il corridoio quasi correndo, riuscivo a distinguere i numeri dorati sulla porta, quando mi scontrai con una persona. Cademmo entrambi a terra, me l’ero trovata davanti e non ero riuscito a non travolgerla. I suoi capelli neri erano poggiati a terra e davanti a me vidi le stesse labbra che avevo toccato il giorno prima. Ma il suo viso, non era felice, e nemmeno scosso come il mio. Era terribilmente arrabbiato.


Hola!
Como Estas?
ahahah sto a sclerà. o.o
E' già la seconda volta che pubblico sto capitolo e madò non ne posso più.
Sti qui di efp mi dicevano che avevo un baco. cioè, come si fa ad avere un baco, perchè ho un baco.
Attenzione, io spaco botilie e amazo familie.
E in fatti ora so qui a ripubblicarla. che bello.
coooomunque io su twuttah sono @xkissmeharre per chi mi volesse seguire, pubblico il link dei capitoli anche li, lol.
Se siete su facciadalibro c'è sta pagina asgshdfshsfahsgf di una mia amica c:
Se vi è piaciuta recensite che fa sempre piacere, lol 
Adios,
anzi,
Hasta Luego!






 
 
 

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Capitolo 3
*** Parties ***



 



- Guarda dove metti i piedi, matricola – disse Anne scocciata – e ti vuoi levare da sopra di me? –
Io però non reagivo, ero totalmente bloccato, immobile. Il contatto fisico aveva risvegliato tutti i miei sentimenti, la mia eccitazione, non solo sessuale, era salita fino alle orecchie. Sentivo il mio viso bruciare e la lingua impappinarsi. Non riuscivo a pensare, lei era li, davanti ai miei occhi, intrappolata dal mio peso, credevo che si sarebbe frantumata in mille pezzi tanto era delicata la sua figura.
- Ma ci sei o ci fai? –
- oh, si, si scusa è che… - finalmente mi ero risvegliato da coma in cui ero caduto per colpa della sua bellezza, provvidi subito a rialzarmi, senza toccarla troppo.
Anche lei tentò di levarsi da terra, evidentemente scossa. Le porsi una mano in aiuto ma lei ne fece a meno, lentamente si mise seduta e tornava in piedi. Si massaggiava la testa, doveva aver proprio preso una bella botta. E tutto per colpa mia! Che stupido! Che stupido che sono!
- Scusa ancora, te l’ho detto andavo di fretta e non ti ho proprio visto… -
- Se andavi di fretta non ti conviene rimanere qui Harry Styles – sbottò di colpo lei facendo una smorfia.
- Allora sai chi sono! – esclamai illuminandomi.
- Certo, tutti sanno chi sei qui, merito del tuo seguito di galline – rispose Anne scontrosa.
- Eehmm si… ecco... mi sembrava che ieri, Tu… non mi avessi riconosciuto. – aggiunsi incerto abbassando lo sguardo.
Lei allora si avvicinò a me tanto da poterci sfiorare con il naso sbattendomi contro il muro.
- Non provare a fare parola di quello che è successo ieri o ti ammazzo. - sussurro aggressiva.
Questo voleva dire che per lei quel bacio non valeva niente, era sparito tutto quel pomeriggio, così come era avvenuto. No, non poteva essere… cadevano tutte ai miei piedi. Erano tutte innamorate di me, non avrebbe mai potuto resistermi.
- Quindi non ti piaccio! – le dissi in tono di sfida, quasi sarcastico.
- Ah! Perché mi dovrebbe piacere una matricola col riporto! –
E con la velocità con la quale mi aveva sbattuto sul muro mi lasciò ed entrò in quella che molto probabilmente era camera sua. La 2657.
 
 
Finii di sistemarmi quasi all’ora della festa, i capelli erano perfetti, e così sarebbero dovuti rimanere tutta la notte. Quello che più amavo di andare in college da popstar era essere invitato praticamente a tutte le feste più ‘fighe’. Sarà un vero delirio.
 Ad un certo punto bussarono alla porta e corsi ad aprire, vidi  Mary, che era certamente la ragazza più bella della scuola. I capelli biondi le ricadevano sulle spalle, inoltre girava la voce che fosse una festaiola scatenata e non vedevo l’ora di ‘provare’.
- Ehi, ehmm… Harry. Sei pronto? – Chiese lei incerta.
Erano quasi le nove e la festa sicuramente era già cominciata, come si dice? Prima si comincia più tardi si finisce.
-Certo! Devo solo prendere la giacca! –  Sfoderai uno dei miei sorrisi migliori, quello ammiccante, con cui facevo cadere ai miei piedi tutte le ragazze. Anche lei sorrise e le si illuminarono gli occhi.
 Presi la giacca, le chiavi e corsi subito da Mary, che aveva cominciato ad annoiarsi, visto la precaria conversazione. Una donna può essere veramente difficile da intrattenere finché non le dai un Martini. Chiusi velocemente la porta e mi trovai molto vicino a lei, tanto che i nostri busti quasi si toccavano. Lei tornò a sorridere, mostrando gli incredibili occhi verdi, cominciammo a camminare senza fretta.
- Allora Hazza... Ti posso chiamare Hazza giusto? –chiese voltandosi verso di me.
Io annuii in silenzio, lasciandole finire il discorso.
- Insomma ti piace il college? – La domanda era abbastanza banale, anche se non è che mi aspettassi tanto da una bionda sexy come lei. Mi fermai ad osservare le sue curve, erano morbide e sensuali, ondeggiava placidamente sui suoi tacchi guardandosi il vestito. Quello si che era un corpo, altro che quello di Anne! Anne…
- Ma mi stai ascoltando? – disse infastidita da quel silenzio pesante che avevo creato.
- Oh, certo! Certo! Questo College è fantastico! E anche il college in generale! – mi affrettai a rispondere impacciato. Mi volevo sotterrare, quello non era l’Harry che conoscevo, rimorchiatore professionista, ma era come un bambino alle prime armi, intimidito da una ragazza più grande. –E tu piuttosto, dimmi di te… - Mi ero salvato dal fare altre brutte figure.
- Come saprai sono al terzo anno, la mia camera è la 2657… -
- La 2657? – La interruppi spalancando gli occhi.
- Si. Perché? – Chiese lei vagamente interessata. Evidentemente non si stava divertendo, dovevo fare qualcosa.
- Nulla, nulla – Risposi facendo di non con la testa.
Eravamo arrivati in cortile, non c’era nessuno a parte noi, così ebbi l’idea di sederci su una panchina, le presi la mano e portai Mary fino a lì, ci sedemmo e in silenzio cominciammo ad osservarci negli occhi. Provai ad avvicinarmi alla sua bocca e notai con piacere che lo fece anche lei. Percorremmo quei pochi centimetri che ci separavano alla velocità della luce, cominciammo a baciarci con foga, quasi senza respirare. La mia lingua andava avanti e indietro, senza fermarsi, ma stranamente non sentii alcun sapore, era come se fosse una bocca stra-usata, che aveva perso tutto gusto. Ci dividemmo dolcemente, con gli occhi chiusi, io continuai ad inumidirmi le labbra, una cosa considerata molto sexy.
- Wow – Sospirò Mary buttando fuori l’aria
- Così iniziamo meglio la serata, no? – le dissi ammiccando.

Hola!
Ho aggiornato in straritardo! Scusateeemi!
Ho avuto molto da fare con la scuola.... tipo veifica di latino, matematica, interrogazione di chimica o.o
Non so come ho fatto a sopravvivere c: 
Aniway  boh. C'è sto capitolo che non so come definirlo... molto di passaggio (?)
Mary è la miliore amica di Anne, nonchè più 'figa' della scuola, quidi si può immaginare...
vedremo come va avanti c:
recensite? Magggrazie!
Comunqe su twitter sono - @xkissmeharre
ask -matilda spark
facebok - matilde perini c:

Vabbè ora non vi rompo le scatole e mi dileguo!
Adios!

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Capitolo 4
*** Cries ***



 



Le cingevo i fianchi tenendola stretta a me e anche quando ballavamo la tenevo d’occhio. Era talmente bella che la guardavano tutti, i capelli biondi sul viso chiaro le nascondevano gli occhi verdissimi come i miei, rideva e ballava con le braccia alzate muovendosi dolcemente, trascinata dalla musica. Mi avvicinai al suo orecchio e lei smise di saltare:
- Ti va di bere qualcosa? – le sussurrai dolcemente, la vidi annuire in silenzio, nonostante la confusione aveva capito.
Le diedi un bacetto sul collo e la vidi rabbrividire, cercai di nascondere la mia soddisfazione ma un sorrisetto comparve sulla mia bocca. Mi prese per mano e insieme sgattaiolammo verso il bar. Nella penombra riuscivo a distinguere il suo vestito luccicante, che le segnava le forme. Arrivammo al bancone e io ordinai due ‘manhattan’, poi vidi Mary salutare qualcuno e la sentii tirare, mi feci trascinare fino a che non si fermò. Stava abbracciando qualcuna, ma a causa del buio non riuscivo a capire chi, poi si voltò verso di me:
- Questa è Anne, la mia compagna di stanza –
- Come? – feci finta di non capite, ma in realtà avevo già collegato tutto, lei era nuovamente davanti a me, infinitamente più bella di Mary e abbracciata ad un ragazzo.
- Lei è Anne, un’amica! – urlò la bionda ancora più forte. – e lui è Finn, il suo ragazzo –
Guardai Finn, era molto alto e con i capelli castani, mi fece un cenno con la mano e io gli risposi alzando la testa. Non riuscivo a dire niente sconcertato com’ero, mi ero sempre immaginato Anne come una ragazza seria, e non fidanzata con il capitano di football americano del college, ecco dove l’avevo visto. Mary salutò e mi trascinò via nuovamente, io un po’ impacciato feci cenno col capo senza ottenere risposta. Pensai tutta la sera a quei due che si baciavano, senza potermi togliere il chiodo fisso che non poteva essere vero.
Diverse canzoni dopo sentii il bisogno impellente di andare in bagno, lo cercai in lungo e in largo, suscitando la curiosità un po’ di tutti. Quando finalmente lo scovai, dietro un lungo telo nero, la trovai lì, girata verso il lavandino, intenta a sciacquarsi le mani. Mi prese un batticuore improvviso e mi avvicinai lei nervosamente, quando fui abbastanza vicino, feci un lungo respiro, disperdendo fuori l’aria con la bocca.
- Non puoi stare con uno come quello – le dissi contraendo la mascella.
Lei si girò con tranquillità e sorrise, buttando fuori l’aria dal naso.
- E perché mai? – chiese sarcasticamente.
Mi fermai a riflettere e capii che non c’era una ragione, Finn mi era sembrato perfino simpatico! Rimasi in silenzio, con la mascella sempre più serrata.
Lei invece abbasso lo sguardo e scosse la testa. Si girò verso l’uscita è mi passò accanto, così vicini che quasi mi sfiorò la mano con la sua. Poi… non riuscii più a fermarmi, mi spostai verso di lei e le toccai le labbra morbide, visto che opponeva resistenza al bacio le cinsi la vita con le mani, poi sentii la resistenza farsi sempre più debole, fino a che non riuscii a farmi spazio nella sua bocca con la lingua. Stringeva i miei capelli e io i suoi fianchi, la sbattei al muro come aveva fatto lei il giorno prima. Poi mi bloccai  e staccai la mia bocca dalla sua, lasciandola respirare affannosamente.
- Dimmi che non hai provato niente durante questo bacio, dimmi che non hai provato niente durante quel bacio –
Poi si sentii scoppiare un pianto acuto, disperato fino al punto di far piangere anche me. Mi girai di scatto e vidi Mary riversa a terra, Anne accorse da lei ma la bionda la respinse con una mano.
- Puttana! – urlò alzando lo sguardo – E tu dovresti essere la mia migliore amica? –
Anne era senza parole, mi guardò in cagnesco con gli occhi pieni di lacrime, dondolava il busto con la faccia rivolta verso il soffitto.

Mary era la migliore amica di Anne.
Anne era la migliore amica di Mary.
Io avevo baciato Mary.
Io avevo baciato Anne, e Mary aveva visto tutto.

Hola!
stavolta ho aggiorao presto ehm ehm.
Sono così figa che ho preso 8 e mezzo alla verifica di matematica *-*
E anche a quella di Latino! Oppa gnam gnam Style(s).
Okkei ora mi dileguo, che è meglio(come quello dei puffi) ahah non l'ha capita nessuno!
c: Recensite dai :3
Adios!
 

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Capitolo 5
*** Confessions ***


 


Quell’idiota! Oh quell’idiota! Mi rovinerà la vita!
Anche più di quanto abbia già fatto il so ‘amichetto’.
Zayn…
quello stronzo.
Mi aveva preso la vita, il corpo, l’anima, e poi era fuggito.
Scomparendo dalla mia vita quasi più velocemente di come era apparso.
Ma in realtà non se n’ era andato, quei dannati cinque erano ovunque! Ovunque!
E non riuscivo più a dimenticare quella notte, quelle poche ore che valevano una vita intera, infelice.
Ero appoggiata a quella porta da quasi tre ore e prospettavo di rimanerci tutta la notte. Mary non mi avrebbe mai aperto, e la capivo fino in fondo, avevo fatto una cosa orribile… e in più era la mia migliore amica! A lei piaceva davvero Harry, quell’emerito idiota. Ma come biasimarla… anche io da quel giorno non avevo fatto che pensare a Malik. Perché? Perché ti stregano in questo modo? E perché dopo averlo fatto mandano tutto a fanculo?  
Misi male un piede e scivolai a terra, mi rialzai lentamente massaggiandomi il fondoschiena con un’espressione corrucciata in volto, probabilmente avrei dovuto rompere con Finn.
- Sei rimasta fuori? – Sentii la voce di Styles.
Mi voltai da tutte le parti per scorgerlo, ma nel buio quasi totale del corridoio non ci riuscii.
- E chissà di chi è la colpa! – Esclamai guardando il soffitto con la schiena appoggiata al muro.
- Non mi sembra che tu abbia fatto molta resistenza. –
-Fanculo Styles. – Sussurrai abbassando il volto.
Lo vidi avvicinarsi attraversando l’intero corridoio, aveva un sorrisetto beffardo sulle labbra, e gli occhi brillavano riflettendo la poca luce che passava dalle finestre. Puzzava di alcool, doveva aver bevuto parecchio.
La rabbia mi cresceva dentro, tentavo di rimanere ferma, con le mani dietro la schiena. Si mise proprio davanti a me e io girai il viso dall’altra parte, per non guardarlo negli occhi. L’odore pungente che lo attorniava mi faceva venir voglia di vomitare. Aveva gli occhi rossi e languidi e le labbra umide di saliva. Ribollivo dentro come una pentola a pressione, come cazzo faceva ad avere quel ‘sorrisino’ stampato in faccia?
- Scusa, ma lei non mi piace come mi piaci tu. – Mi disse avvicinandosi ulteriormente.
Non ci vedevo più. Lo odiavo! Lo odiavo con tutto il mio cuore!
Lo presi per le spalle e lo sbattei al muro, facendolo gemere per l’urto. Scoppiai a piangere, le lacrime scendevano sulle guance mentre picchiavo i pugni sul petto di Harry.
- Non osare più dire una cosa del genere, sei un idiota! Non ti importa di niente e di nessuno! Solo di te stesso! –
Lui si rabbuiò improvvisamente. Avevo detto qualcosa che non dovevo dire. Sbiancò improvvisamente, chiudendo gli occhi. Lo chiamavo senza ottenere risposta, lui era lì, in silenzio e immobile come se non mi sentisse. Ad un certo punto si accasciò a terra, crollando come se fosse morto. Ebbi un tuffo al cuore, mi abbassai verso di lui e gli diedi degli schiaffi fortissimi, un po’ per cercare di farlo rinvenire, un po’ per vendicarmi di tutto quello che era successo. Iniziai a gridare aiuto più forte che potessi,  piano piano le luci delle stanze cominciarono ad accendersi e la gente ad accorrere.
 
 
Coma etilico, era stata questa la diagnosi dei medici. Ero seduta su quella maledetta sedia da quattro ore, ormai era prima mattina ed avevo un bisogno disperato di caffè. Picchiettavo convulsamente le unghie sul bracciolo e mi sentivo la testa scoppiare. Davanti a me c’era la stanza dove Harry Styles lottava tra la vita e la morte. Si era preso un bella sbronza a quanto pare, già… proprio una bella sbronza. Dentro la camera era un via vai continuo di infermiere e dottori, in più dentro dovevano esserci dei parenti o amici che non avevo visto entrare.
 Aspettai ancora diversi minuti e finalmente qualcuno uscii, lo riconobbi subito, era Niall Horan. Aveva gli occhi rossi e guance umide, in più le mani serrate in due pugni che tremavano. Si sedette accanto a me e io non riuscii ad evitare il suo sguardo. Avrei seriamente voluto essere dispiaciuta per lui e tutto quello che stava succedendo, ma non riuscivo a non pensare che la dentro, probabilmente c’era Zayn Malik.
Ero rannicchiata su quella sedia con le gambe verso il petto e il viso sulle ginocchia, Niall era sempre lì, come se non potesse lasciare quel posto. Ad un certo punto si rivolse verso di me e io alzai lo sguardo.
- Harry ti ama davvero, sai? – mi disse con il suo sguardo languido.
Sbarrai gli occhi, Styles mi amava? Avrei voluto ridergli in faccia, dirgli che a me di Harry non importava niente, che non ero nemmeno in pensiero per lui, che provavo un ripudio totale verso il suo viso, eppure, qualcosa mi bloccò, facendomi capire che era tutto il contrario.
A me Styles piaceva e anche tanto. Come poteva  il mio inconscio giocarmi questo brutto scherzo? Come avevo fatto a non accorgermi di quel tic nervoso alla mano che il suo arrivo mi procurava tutte le volte. E non mi ero nemmeno resa conto che quel giorno nel parco aveva stravolto i miei punti di vista. Harry Styles non mi era a del tutto indifferente come credevo… eppure era passata solo qualche settimana dal nostro primo incontro
No. Non poteva essere.
- C-cosa? – chiesi sempre più scioccata, cercando di metter a fuoco il viso del biondino.
- Lui mi ha detto tutto, anche del tuo nome. –
- Il mio nome? – ero ancora più esterrefatta, cosa….  Frugavo nella mia memoria ma non c’era nient… Ma certo!
Anche al parco… quando gli dissi il mio nome, ebbe una razione strana.
– Cosa c’entra il mio nome? –
- Beh… ecco… tu ti chiami come una persona importante che a perso tanti anni fa… - rispose Niall attento nello scegliere bene le parole.
Chi aveva perso di tanto importante…?
- Chi? – domandai aggrottando le sopraccigli in un’espressione di sofferenza.
Niall esitò un attimo, prese un bel respiro e guardò verso la camera dove Harry era monitorato a vista.
- Quando aveva solo 8 anni, Harry perse la madre in un incidente stradale. Non si è mai ripreso veramente da questa cosa, anche perché è figlio unico. Mi ha raccontato che tu hai gli stessi capelli di lei, è l’unico particolare della madre che riesce a ricordarsi nitidamente. – Quando finì di parlare sospirò rumorosamente.
- Oh… - dissi sovrappensiero, guardando il pavimento.

Hola!
Como estas?
Donde vives?
Adios! (?)

La prima comuczione è che ho cambiao i NICK di Twittah! 
Non interesserà a nessuno ma comunque io sono @ehiswiftie e sono favorevole a haylor! Si Si Si!
Non mi bastonate! No No No!
Taylor è il mio primo idolo nella storia degli idoli (taylor e oned, lol)
Ora davvero mi dileguo, fatemi sapere cosa ne pensate di questa 'non si sa se è un storia d'amore'
Rock me Siempre!

 

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Capitolo 6
*** Friends ***



 



Guardavo l’infermiera con gli occhi bisognosi di affetto, non mi ero accorto di niente, anzi, per dire la verità non mi ricordavo niente. Mi tornò in mente di aver ballato a lungo con Mary e bevuto diversi bicchieri di vodka alla pesca, eppure c’era qualcosa che mi sfuggiva…
- Sei stato fortunato ragazzo! Ma non ti capiterà un’altra volta, ricordatelo. – era appena entrata una signora non troppo giovane, con un invidiabile sguardo materno in viso.
Io annuii in silenzio cercando di mettermi seduto su quel letto troppo morbido. Mia madre aveva uno sguardo simile, era dolce e profondo, ti cullava senza sfiorarti. Mio padre invece non era mai stato bravo con gli occhi e nemmeno con le parole, quello lo lasciava fare a Matilda, la mia migliore amica. A scuola mi vantavo sempre di essere fidanzato con una ragazza di 20 anni, in realtà nemmeno sapevo bene cosa fosse essere fidanzati. Però fu la mia prima cotta, lei era bionda, bellissima e con gli occhi tanto chiari da accecarti. Cenavamo insieme tutte le sere e io portavo sempre due candele profumate, come avevo visto in un film. La signora mi porse un vassoio su cui era poggiato un piatto colmo di minestra, presi il cucchiaio e pensai a Liam, ora i ragazzi erano andati via, che cosa avrei potuto fare? Cominciai a mangiare, certo mi sarebbe piaciuto di più avere davanti un bel hamburger, ma ci si accontenta. Quando ebbi finito mi pulii col tovagliolo e rimisi il vassoio sopra il comodino, chiusi gli occhi e mi feci trasportare dal silenzio.
Sentii improvvisamente bussare alla porta e aprii gli occhi, mi ero addormentato, ma non per molto, avevo sonnecchiato appena un quarto d’ora.
- Avanti – dissi cercando di mettermi seduto. Avevo gli occhi tutti impastati e ci vedevo poco.
La porta si aprì lentamente, quasi esitando e mi chiesi chi potesse avere tutta quella paura di entrare. Poi vidi il volto di Anne e mi tornò in mente tutto. Lei si avvicinò al mio letto in silenzio e io non seppi davvero cosa dire. Volevo tremendamente sentirmi in colpa, dirmi che ero un idiota e che non mi meritavo di avere davanti la ragazza che amavo. Ma non ci riuscivo, rimasi immobile con un sorrisino malizioso stampato in faccia. Anne abbassò lo sguardo, come delusa.
- Sai Styles… - cominciò a parlare guardando il pavimento – sei rimasto su quel letto per cinque interi giorni a lottare tra la vita e la morte, e io, tutto questo tempo l’ho passato in quel corridoio a soffrire, senza aver il coraggio di entrare. –
Lei alzò lo sguardo e lo poggiò sul mio, le sue pupille erano strette e tremavano, come non avevo mai visto fare. Si sedette sul letto e io ritirai le gambe, tutto nel più totale silenzio. Ero incapace di intendere e di volere, dove voleva arrivare?
- Ho sempre pensato che fossi uno stupido, che non ti importasse di niente. Poi Niall me l’ha detto e io… -
 No! Niall le aveva detto che l’amavo! No! No! Nessuno doveva saperlo! Spostai in fretta lo sguardo da lei, girandomi verso il muro.
- Ecco Harry io ti capisco, non ho mai perso un genitore ma posso dirti che se vuoi ci sono. –
- Eh? – risposi spalancando gli occhi.
- se vuoi ci sono… - concluse lei sospirando.
Questo significava che lei non sapeva niente! Il cuore ritornò velocemente al suo posto, dopo che mi era quasi arrivato in bocca. La mascella non era più contratta, ma talmente rilassata da avere la bocca aperta. Anne non sapeva che l’amavo e ne ero veramente sollevato, in realtà mi ero chiesto più volte perché non volevo che nessuno ne venisse a conoscenza. Era così e basta.
Sorrisi e vidi i suoi occhi illuminarsi, ogni giorno mi sembrava più bella. Sempre che questo fosse possibile.
- Bene! – sentenziò lei propositiva – visto che dovrai rimanere qui per una intera settimana, dovrai pur trovare qualcosa da fare, no? –
La guardai incredulo, come poteva essere così gentile dopo tutto quello che era successo? Avevo rovinato un’ amicizia, l’avevo messa nei guai e fatto perdere giorni di lezione.  E nonostante tutto era li con gli occhi che le brillavano.
- Mi sembra un ottima idea! – risposi altrettanto entusiasta – In realtà ci avevo già pensato, e ho contrattato con Zayn e un’infermiera di farmi portare la mia playstation. – Per un attimo si rabbuiò, avevo detto qualcosa di male? – mmh… non ti va? -
In un attimo tornò a sorridere, come se avesse distolto i pensieri che la rattristavano. Ci pensò su un attimo e rispose che per lei andava bene, ma non era tanto portata per i videogiochi.
-… Almeno avrai la vittoria assicurata! – aggiunse poi ridendo. Cominciai a ridere anche io, ero felice come non lo ero stato per diversi mesi, o forse per diversi anni.
- Allora… amici? – chiesi speranzoso.
- Amici. – disse lei porgendomi la sua mano, che io mi affrettai a stringere.

Hola!
Mi dispiace tantissimo per il ritardo con cui ho aggiornato...
Non avevo per niente ispirazione, e infatti il capitolo è ORRENDO!
Ancora un volta vi chiedo scusa...  cwc
Grazie mille per tutti quelli che mi seguono nonostane tutto, e non mi importa se non ho valanghe di recensioni c:
Ora vi saluto e smtto di rompere, al prossimo capitol! Mi farò perdonare, promesso :3
Adios!
Ps.Ho aperto una pagina facebook per potterhead e amanti della saga. c: 
 

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