Anyway, i'll love you forever

di musicisdrug
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** i'll miss you ***
Capitolo 2: *** Something special. ***
Capitolo 3: *** You're so beautiful. ***
Capitolo 4: *** There's a surprise for ya ***
Capitolo 5: *** I know who you are. ***
Capitolo 6: *** I'm happy with you ***
Capitolo 7: *** Mistakes ***
Capitolo 8: *** We shouldn't be togheter ***
Capitolo 9: *** Happy birthday! ***
Capitolo 10: *** Everything's gonna be alright ***
Capitolo 11: *** I love you ***
Capitolo 12: *** Please, go away. ***
Capitolo 13: *** I'll never let you go ***
Capitolo 14: *** I loved him unconditionally ***
Capitolo 15: *** I don't want. ***
Capitolo 16: *** The end. ***



Capitolo 1
*** i'll miss you ***


Di nuovo quelle voci erano riuscite a strapparmi dal mondo e portarmi su una dimensione parallela, erano riuscite a distrarmi ed era l’unica cosa che mi serviva in quel momento. Sentii bussare alla porta della mia stanza e abbassando il volume dello stereo andai ad aprire la porta.
«Come stai piccola mia?» disse Matt abbracciandomi, l’abbraccio del mio fratellone riusciva sempre a rassicurarmi e farmi sentire protetta.
« Me la caverò, come sempre» cercò di strapparmi un sorriso facendo una faccia buffa e toccandomi il naso con la punta del dito. Ci sdraiammo sul mio letto e mi rannicchiai contro di lui. Iniziò a canticchiarmi la canzoncina che ci cantava sempre la mamma quando eravamo piccoli e mi addormentai tra le sue braccia. Quando mi svegliai lui era ancora li che mi accarezzava dolcemente guardando fuori dalla finestra.
«Mi mancherai Matt»  si voltò verso di me con gli occhi lucidi e mi sorrise forzatamente.
«Saranno solo 3 anni tesoro, e potrai venire a trovarmi quando vorrai! »
«3 anni sono tanti Matt, aspettati di avermi tra i piedi spesso.» sorrise e si alzò dal letto. Mentre usciva dalla mia stanza entrò mia madre. La guardai e cercai di fare il migliore dei sorrisi, non volevo farla soffrire.
«Tornerà mamma, dobbiamo solo aspettare! » allargai le braccia per accoglierla in un abbraccio, venne verso di me e si mise seduta sul letto con me.
«Mattew ha detto che puoi andare a Santa Monica quando vuoi, tesoro… »
« Roma-Santa Monica è un tantino lontano mamma » dissi sorridendo e dandole un bacio. Poi continuai a parlare. «Senti, quando torna il papà? »
« Tra 2 settimane, quindi no, non potrà salutare Matt » disse lei anticipando la mia domanda. Mio papà spesso doveva partire per dei viaggi di lavoro, a volte erano brevi, di un paio di giorni, ma a volte anche 3 settimane.  Era partito la settimana scorsa ed era in Inghilterra, ma non sapevo precisamente dove. Pensavo che adesso che Matt sarebbe partito per 3 anni per Santa Monica, l’unico posto dove aveva trovato un lavoro, papà sarebbe tornato per salutarlo, ma evidentemente non ne ha avuto la possibilità.
« Meglio no? Così avremo una scusa buona per andare a trovarlo! » cercavo di essere forte per mamma perché sapevo che non sarebbe stato facile per lei lasciare andare il suo ‘’ometto’’ che alla fine aveva 25 anni, ma solo io sapevo quando mi facesse male lasciare il mio fratellone, lui che mi è sempre stato accanto e che mi ha sempre protetta.
«Mamma vado ad aiutare Matt con la valigia! » annuì semplicemente, ma si voltò dall’altra parte per non mostrare le lacrime che le rigavano il volto e per non sembrare debole, non sapeva che per me e Matt lei era la donna più forte del mondo.
«Hei tappetta, sei venuta ad aiutarmi? »
«Già fratellone! » Lo abbracciai così forte che quasi non respiravo nemmeno io.  « Sono sicura che sarai il migliore impiegato che la Sony Computer abbia mai avuto! »
«Grazie tesoro» e mi schioccò un bacione sulla fronte.
« Quando è il volo? »
« Domattina alle 11, mi accompagnerai in aeroporto vero? »
« Come potrei non farlo? » Decisi di uscire, volevo fare una sorpresa a Matt. Volevo preparare uno zainetto dove avrei messo dei regali per lui. Chiamai Arianna, la mia migliore amica, per dirle di andare al centro commerciale vicino casa insieme. Lungo la strada le raccontai di Matt e della sorpresa che volevo fargli, ne era entusiasta. Arianna era molto affezionata a Matt e la sua partenza, anche se non lo avrebbe mai ammesso, la rattristiva e si leggeva negli quegli occhi tristi color cioccolato, che di solito brillavano. Correvamo per il centro commerciale cercando tutto l’occorrente e solo poco prima di cena avevo con me tutto.
«Promettimi che ogni volta che ti mancherà mi chiamerai, perché sai che arriverò subito da te con una vaschetta di gelato al cioccolato e un film che riusciremo a capire solo dopo averlo visto 3 volte.»  Era strano che Arianna mi dicesse una cosa così dolce, lei era una di quelle ragazze che non tendono a dimostrare i propri sentimenti, ma riuscì comunque a spezzare l’atmosfera con la storia dei film e il gelato al cioccolato. La guardai negli occhi, posai sulla mia scrivania lo zaino che stavo riempiendo e, semplicemente, l’abbracciai.
Nello zaino per mio fratello avevo messo una maglietta con una nostra foto stampata sopra, il CD Yellow Submarine dei Beatles, era il suo preferito e aveva deciso di lasciare la sua copia a me, e un orologio particolare che segnava due orari, in modo che potesse sapere sempre che ore fossero a casa.

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Capitolo 2
*** Something special. ***


La porta della mia stanza si aprì di colpo mentre stavo cercando il posto giusto dove nascondere lo zainetto. «Hei questa è l’ultima sera che passiamo insieme sorellina, facciamo qualcosa di speciale ti va? » «Certo! Che si fa?» Mi fece segno di seguirlo. Arrivammo nel salotto, prese una coperta e uscimmo in giardino. Sistemò la coperta a terra e ci sdraiammo a guardare il cielo stellato. Ci era sempre piaciuto farlo, sin da bambini papà ci portava a guardare il cielo e noi ne siamo sempre stati affascinati, al punto tale che volevamo andare su Marte insieme. « Quando vieni a trovarmi? » «Ma ancora non sei partito, scemo! » mi guardò storto e iniziò a farmi il solletico, la cosa che odiavo di più al mondo. «Stavamo dicendo nanetta, quando vieni a Santa Monica? » «Uhm… appena finisce la scuola posso? Potrei restare per 2 settimane, o 3 magari!» annuì e mi sorrise. Ci addormentammo in giardino, la mattina quando mi svegliai ero nel mio letto, Matt era già pronto. Corsi a vestirmi e ci dirigemmo all’aeroporto. Avevo visto troppe volte quel posto, era così familiare per me. «Vieni qui piccoletta, dammi un bacio!» diedi un bacione sulla guancia a Matt e una piccola lacrima mi scese sul viso, lui se ne accorse e me l’asciugò con le sue mani grandi e calde. «Ti prego non piangere, ci rivediamo presto, prestissimo! » «Ma io non stavo piangendo… avevo solo qualcosa nell’occhio!» gli feci l’occhiolino e lui iniziò a farmi i dispetti. Mia mamma ci guardava felice perché ci aveva sempre detto quanto fosse importante per lei che i suoi figli avessero un rapporto speciale tra loro. Una voce metallica interruppe quel momento felice che sarebbe stato l’ultimo per un po’. «Fa la brava quando io non ci sono, ci vediamo in webcam! Hei mamma, mi mancherai tanto.» Abbracciò entrambe e si diresse al suo aereo, sorridendo e salutandoci con la mano. Mi ricordai di avere ancora in mano lo zainetto per lui, così lo chiamai e correndogli incontro glielo porsi. «Mamma io propongo di andare a fare shopping e poi una pizza, io e te!» Proposi sorridente e lei accettò. Le ultime settimane di scuola passavano veloci e 3 giorni prima del suono dell’ultima campanella dell’anno scolastico mi arrivò una lettera a casa. Andai ad aprirla e trovai una lettera scritta a mano e altri due fogli colorati. Presi la lettera e iniziai a leggerla. “Ciao nanetta. Inizia a fare i bagagli perché si parte! Tu e Arianna verrete qui il giorno dopo la chiusura della scuola e resterete… TUTTA L’ESTATE! Mamma e papà ci raggiungeranno due settimane dopo, ma resteranno solo 4 giorni! Ti voglio bene, mi manchi scema!” Iniziai a saltare per tutta casa, poi, senza dare spiegazioni a mia madre, presi la borsa e corsi a casa di Arianna. Rimasi ferma davanti la porta, cercai di riprendermi dalla corsa e suonai al campanello. Lei venne ad aprirmi e tranquillamente mi fece entrare. « Allora che vuoi a casa mia Isabella? » disse scherzando « Mi chiamo Isabelle, Arianna, ISABELLE. Sai i nomi inglesi?» Odiavo quando trasformavano il mio nome in Isabella, avevo un nome inglese e volevo essere chiamata con quello. «Comunque niente, mi annoiavo e dovevo dirti che passeremo l’estate a Santa Monica» dissi con molta disinvoltura. «Scusa, non ho sentito. Che hai detto?» «Domenica partiamo per Santa Monica.» Spalancò la bocca e mi fissò incredula. «Aspetta, aspetta… devo parlare con i miei genitori! Se mi dicessero di no?» disse Arianna dopo qualche minuto di euforia pura. «No, Ari sta’ tranquilla. Ci parlerà mia mamma e saranno costretti ad accettare!» gli feci l’occhiolino. Passammo i 4 giorni che ci dividevano dall’America a decidere cosa portare e comprare vestiti nuovi. Finalmente arrivò domenica, i genitori di Arianna avevano accettato e mia mamma ci stava portando all’aeroporto, la salutammo con la consapevolezza che l’avremo rivista tra appena due settimane. «Hei Bel!» mi chiamò mia madre mentre stavamo per salire sull’aereo. « Ricordati di dire a Matt di portarvi a far visita alla nonna!» «Certo mamma, ci vediamo!» la salutai con la mano e mi imbarcai. Il viaggio sarebbe durato circa 7 ore, così decisi di mettere le cuffie e dormire un po. Dopo appena 10 minuti Arianna mi scosse il braccio. «Hei Anna, che c’è? » «Che senti?» «Uhm… no, niente.. » dissi cercando di svagare, ma purtroppo era furba quella ragazza, più furba di quanto ci si aspettasse da quel visino angelico. « Non dirmi che stai sentendo di nuovo quelli! » «Quelli si chiamano One Direction e poi perché non posso?» «Fa come vuoi, ma almeno dammi una cuffietta perché mi annoio. Magari così mi divertirò a sentire quei 5 scemi che “cantano”» La incenerii con lo sguardo e le passai una cuffietta. Stavamo sentendo More than this e la sua espressione cambiò completamente. «Anna? Ari? Arianna ci sei?» le schioccai le dita davanti agli occhi e finalmente tornò a battere le palpebre. «Oh sei viva allora, cominciavo a preoccuparmi! » dissi sarcastica. «Oh, Bel… è davvero bella questa canzone!» «Ti piace davvero?» annuì e sorrise. Forse aveva capito che non avrebbe dovuto giudicare i ragazzi prima di aver ascoltato qualche loro canzone. Durante il viaggio sentimmo ogni canzone circa 5 volte fino a quando esasperata lasciai a lei l’MP3 perché non voleva sentire altri cantanti e mi addormentai. Arianna mi svegliò annunciandomi che eravamo arrivate. Ripresi il mio MP3 quasi strappandoglielo dalle mani e rivolgendole uno sguardo compiaciuto. Appena scendemmo chiamai Matt e mi disse che ci stava aspettando fuori, così recuperammo le valigie e ci dirigemmo all’uscita. Davanti a noi trovammo Matt con due mazzi di fiori enormi, uno per me e uno per Arianna. Corsi ad abbracciarlo, notai che aveva la maglietta che gli avevo regalato io con la nostra foto e guardandolo sorrisi. «Benvenute in California ragazze! » disse con quegli occhioni azzurro mare accesi e i capelli mori un po’ scompigliati.

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Capitolo 3
*** You're so beautiful. ***


Dopo una mezz’oretta dalla partenza dall'aeroporto arrivammo davanti una villetta magnifica e rimasi sbalordita da quello che vidi.
«Matt, questa è casa tua?» annuì silenzioso e con un sorriso stampato sul volto incorniciato dalla barbetta leggermente incolta. La 'casa' aveva il giardino e una piscina sul retro. All’interno era molto ampia e dai colori tenui, c’erano 3 stanze da letto e 2 bagni oltre alla cucina e il salotto.
«E’ semplicemente… spettacolare!»
«Si lo so! Venite vi mostro la vostra stanza, dormirete insieme.. pensavo vi avrebbe fatto piacere! »
«Certo, grazie fratellone!» Sistemammo i nostri bagagli in camera nostra, ed essendo ancora pomeriggio decidemmo di fare un giro. Uscimmo di casa e iniziammo a girare la città, ad un certo punto decidemmo di sederci su una panchina.
«Isabelle, perché non mi parli un po’ di quei 5 la.. i One Direction?»
«Uhm.. che vuoi sapere?»
«Bho, le loro vite?» Sorrisi e le raccontai tutto quello che sapevo delle loro vite prima di x-factor, poi le parlai dei provini e dell’unione del gruppo e mi parve di vedere i suoi occhi diventare lucidi, ma continuai a parlarle di loro.
«Il tuo sogno è poterli incontrare, non è così?» scossi la testa in segno di negazione e lei fece una faccia come se non capisse, così le spiegai.
«Vedi Ari, incontrarli sarebbe la cosa più bella che potesse capitarmi e fino a qualche tempo fa credevo che potesse davvero succedere. Insomma ogni giorno cercavo news sul loro nuovo tour sperando che tra le tappe ci fosse stata Roma, ma questo non è ancora accaduto. Per adesso mi basta vedere i loro sorrisi splendidi dallo schermo del mio computer e inzuppare in cuscino la notte ascoltando le loro canzoni e pensando che forse non li incontrerò mai…»
«Bel, guardami» disse prendendomi il volto e girandolo verso il suo «tu incontrerai i tuoi idoli, farò tutto il possibile perché questo accada. Si vede da come ti brillano gli occhi quando ne parli che sono importantissimi per te e in qualità di tua migliore amica, ho il dovere di aiutarti a realizzare il tuo sogno!» L’abbracciai fortissimo, quasi a farle mancare il respiro.
«Grazie Anna, grazie davvero ma non penso sarà necessario. Quello che deve succedere succederà comunque… Possiamo solo dare una spintarella al destino ma non cambiarlo del tutto!» sorrisi dolcemente mentre un lacrima traditrice mi rigava la guancia rosea. Tornammo a casa e cenammo con Matt che aveva ordinato 3 pizze.
«Matt, la mamma ha detto di andare a trovare la nonna. Quando possiamo andare?» dissi mentre addentavo una fetta di pizza che non era nemmeno lontanamente paragonabile a quella italiana.
«Andiamo dopo domani bimba,  va bene? » annuii sorridente e proposi a Arianna di andare al mare il giorno seguente visto che non avevamo niente da fare e Matt doveva lavorare, lei senza pensarci due volte accettò.  

«Ragazze siete pronte? » urlò mio fratello da sotto le scale. Scendemmo velocemente e volammo in macchina per raggiungere la nonna. Non la vedevo da un paio di anni, il viaggio in macchina durò circa 20 minuti e poi arrivammo in quella casetta di campagna dove avevo passato tutte le vacanze estive fino a 5 anni prima. Scendemmo dalla macchina e mi diressi alla porta, suonai e aspettai che mi aprissero. Dopo un minuto una donna ci aprì la porta. Era la mia nonna, aveva un grembiule a quadri sopra un vestitino a maniche corte. Appena la vidi l’abbracciai forte e lei abbracciò me e poi Matt.
«Quanto mi siete mancati piccoli miei! »
«Anche tu nonna, davvero tanto! » risposi io quasi con le lacrime agli occhi. Le volevo davvero bene e, anche se abitava molto lontano, era sempre stata una figura molto importante per me. «Nonna, lei è Arianna. Te ne ho parlato ma non ho mai avuto l’occasione di presentartela » Passammo la giornata a chiacchierare e pranzammo con uno dei pranzetti della nonna.
«Promettetemi che ritornerete a trovarmi! »
«Senz’altro nonna! » Mentre ci avviavamo alla macchina vidi un ragazzo in lontananza avvicinarsi correndo.
« Isabelle! » Urlava il mio nome, ma non riuscivo a focalizzare chi fosse. Poi quando si fece piu vicino lo riconobbi.
« Kyle! » Iniziai a correre e appena fui a debita distanza mi buttai tra le sue braccia. Scoppiai in lacrime sul suo petto. «Kyle, non sai quanto mi sei mancato! »
« Mi sei mancata tantissimo anche tu, Bel» Kyle era il nipote di un’amica di mia nonna e l’estate stavamo sempre insieme. Avevo sempre avuto una cotta per lui, che pur essendo un ragazzino cicciotto e non proprio bellissimo, era sempre stato dolce e simpatico, ma era davvero cresciuto. Aveva degli occhi castani e i capelli biondo scuro, il suo fisico era decisamente cambiato. Era molto alto e muscoloso. Indossava una camicia a quadri rossa, un paio di Jeans e delle converse. Un abbigliamento semplice ma che lo rendeva perfetto ed esaltava ogni singolo tratto del suo corpo così perfetto.
«Come mai sei qui in California?»
«Mio fratello si è trasferito e sono qui con Arianna, la mia migliore amica. Vieni te la presento.» Ci avvicinammo a Matt e Arianna che ci guardavano sbalorditi mentre Kyle mi cingeva i fianchi e ridevamo beati.  «Ari, lui è Kyle.» Si strinsero la mano e si sorrisero.
«Tu sei Kyle?» disse mio fratello sorpreso.
«Si Matt, sono io» Sorrise e Matt lo abbracciò
«Oh quanto sei cresciuto!»
«Si, bè, un po..» disse lui imbarazzato.
«Sei davvero.. bello» pensai ad alta voce. Kyle mi guardò e sorrise.
 Rimanemmo a scherzare ancora per un po, quando si fece ora di tornare a casa.
«Bel, che ne dici se usciamo uno di questi giorni? Anche Arianna ovvio..»
«Certo, se ti va domani possiamo andare al mare!»
«Perfetto, ci vediamo verso le 10! Vi passo a prendere io!» sorrise e facendo l’occhiolino se ne andò. Gli avevo già spiegato dove si trovava casa di mio fratello e ero certa che l’avrebbe trovata subito.
«Isabelle non mi avevi detto che Kyle era così… bello!» mi disse Arianna appena fummo sole.
«Ari ti assicuro che è cambiato tanto! Insomma fino anni fa non avrei nemmeno minimamente immaginato che sarebbe diventato così!» dopo aver parlato tutta la sera di lui decidemmo di andare a dormire. Stavo per cadere ne mondo dei sogni quando la vibrazione del cellulare sul comodino mi fece svegliare. Era un messaggio di Kyle "Buonanotte Bel, mi ha fatto davvero piacere rivederti. A domani xx" Mi addormentai serena cercando di riportare alla mente tutti i ricordi di quando da bambini stavamo insieme.

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Capitolo 4
*** There's a surprise for ya ***


La mattina seguente erano le 9 quando mi svegliai, Arianna era già sveglia e aveva fatto colazione e Matt era a lavoro. Scesi in cucina e mangiai svelta un cornetto e poi corsi a prepararmi. Alle 10 in punto suonarono il campanello e corsi ad aprire, Kyle ci aspettava alla porta.
«Prendo la borsa e usciamo» intanto Arianna era già pronta con la borsa in spalla e chiacchierava con Kyle. Salimmo in macchina e ci dirigemmo in spiaggia.
Io e Arianna stendemmo i teli sulla sabbia e iniziammo ad applicare la protezione.
«Forza andiamo a fare il bagno ragazze!»
«No Kyle, facci prendere un po’ di sole!» disse Arianna quasi lagnandosi
«Avanti andiamo!» scuotemmo la testa e lui senza pensarci due volte ci caricò in spalle e ci buttò in acqua seguendoci e iniziando a schizzarci.
«Vuoi la guerra Kyle?»  Non feci in tempo a finire la frase che mi mise la testa sott’acqua, non appena riemersi mi attaccai alle sue spalle con le braccia e avvolsi i suoi fianchi con le gambe. Iniziammo a giocare tutti e tre insieme.

«E’ stato bello passare del tempo con te dopo tanto!» disse Kyle guardandosi la punta delle scarpe mentre mi accompagnava alla porta di casa.
«Anche per me!» Mi alzai sulle punte e gli lasciai un bacio sulla guancia. Kyle sotto la sua bella abbronzata divenne rosso e, scompigliandosi un po’ i capelli, andò via. Rientrai a casa e Arianna, che era entrata prima di me, mi tartassò di domande.
«Comunque, penso che tu gli piaccia!» disse alla fine
«Che ne sai?» chiesi perplessa
«Si vede da come ti guarda, è .. dolce!» sentii un sorriso spuntare sulle mie labbra rosse quasi senza rendermene conto.
«Cammina ragazza innamorata, va a farti la doccia!»
«Non sono innamorata, idiota.» Mi chiusi in bagno e feci una lunga doccia calda. Pensai molto a quella giornata appena trascorsa e capii che forse Kyle mi piaceva ancora. Uscii dalla doccia e, avvolta dall’asciugamano, andai in camera a vestirmi. Matt non era ancora tornato dal lavoro così io e Arianna preparammo la cena, che non era proprio il massimo. Mangiammo e andammo in camera a vedere un film, finito il film decidemmo di andare a dormire. Misi il pigiama e mi infilai sotto le lenzuola perché così, pur morendo per il caldo bestiale, mi sentivo protetta. Ad un tratto il cellulare squillò, era un messaggio.
‘’Tra mezz’ora sulla spiaggia di oggi’’ era Kyle. Risposi subito ‘’Ok, a dopo’’ Mi vestii velocemente e uscii dalla finestra per non farmi vedere da Matt che nel frattempo era tornato. Arrivai alla spiaggia in meno di venti minuti, così mi sedetti su quella superficie morbida e fresca. Il rumore delle onde che si scontravano sulla riva era rilassante. Dopo un paio di minuti sentii il rumore di passi dietro di me e sorrisi sicura che fosse Kyle. Decisi di non muovermi e parlai:
«Finalmente sei arrivato!»
«Mi aspettavi?» disse un ragazzo ridendo e dalla voce riconobbi subito che non era Kyle. La voce mi sembrava familiare, l’avevo già sentita ma prima che avessi il tempo di chiedergli chi era si sedette dietro di me, facendo sfiorare la sua schiena e la mia. Sentii un brivido sulla pelle dovuto al venticello fresco che tirava.
«Scusami, pensavo fossi un’altra persona…» risposi alla domanda del ragazzo.
«Traquilla…» Si creò un silenzio imbarazzante, ma, timida com’ero, non parlai e aspettai fosse lui a farlo. «Come ti chiami?» chiese tutto d’un tratto.
«Sono Isabelle, tu?» sentii uscire dalle sue labbra una risata nervosa. Esitò un’istante e poi parlò di nuovo.
«Non è importante.» Quella risposta mi spiazzò. Insomma, perché non era importante sapere il suo nome? Per un attimo rimasi da sola assorta nei miei pensieri, la voce del ragazzo rimbombava nel mio cervello che cercava di ricordare dove l’aveva già sentita. Era una voce dolce ma decisa allo stesso tempo, aveva un suono melodioso, di quelli che non dimentichi facilmente.
«Come vuoi… che ci fai qui, comunque?»
«Potrei farti la stessa domanda, sai?» Sorrisi involontariamente e intanto il mio cervello continuava a lavorare frenetico per capire a chi appartenesse quella voce. Il vento leggero fece arrivare alle mie narici una folata del suo profumo, un buonissimo profumo.
«Se me la facessi ti risponderei che sto aspettando qualcuno, tu invece?» decisi di giocare al suo stesso gioco e rimanere nel mistero.
«Sono venuto qui … sinceramente non so perché sono qui!» Scoppiai a ridere e lui mi venne dietro, poi tornò serio e disse «Forse avevo solo bisogno di stare tranquillo e pensare»
«Oh, allora ti lascio solo a pensare. Scusa..» Odiavo essere di troppo, era una sensazione orribile, cosi feci per alzarmi e voltarmi verso di lui, ma con un rapido movimento me lo impedì.
«Ehi sono io che sono venuto qui, non c’è alcun problema» Sorrisi, poi vidi da lontano Kyle vicino alla riva.
«Ehm.. mr. X io devo andare, ci rivediamo!»
«Sicuramente! Ciao Isabelle!» Il ragazzo si alzò di scatto e corse dove la luce fioca dei lampioni non potevano illuminarlo, io mi alzai lenta e, prima di avvicinarmi a Kyle, mi girai ad osservare quel ragazzo di cui ormai si scorgevano solo gli occhi luminosi puntati su di me. Che tipo strano. Scrollai la testa sorridendo come per cacciare quel pensiero e mi diressi verso Kyle. Appena gli fui vicina lo abbracciai.
«Ciao bello!» Mi stupii della mia sfacciataggine, ero sempre stata una ragazza impacciata.
«Ciao piccola! Chi era quello?»
«Non lo so, non mi ha detto il suo nome… » Sorrisi e lui mi strinse forte contro il suo petto. Poi mi prese per mano e mi portò verso la sua macchina. Non feci domande, ero intenta solo a pensare a quel ragazzo e a chiedermi perché non mi avesse voluto dire il suo nome. Il suono melodioso della sua voce mi rimbombava nella testa e il suo profumo ancora mi inebriava il cervello. Decisi di non pensarci e di godermi quei momenti con il mio Kyle. Camminavo leggermente più indietro di lui mentre la sua mano ancora stringeva la mia saldamente.
«Dove andiamo, Kyle?» Si voltò e mi fece l’occhiolino.
«Seguimi» Salimmo in macchina e iniziò a guidare. In macchina scherzavamo e quando mancava poco all’arrivo, almeno così diceva lui, mi bendò. Gli chiesi perché mi stesse bendando ma non mi rispose. Dopo appena 5 minuti il motore possente della sua Range Rover nuova di zecca si spense. «Non muoverti» mi disse. Sentii il rumore secco del suo sportello chiudersi, poi il rumore del mio aprirsi e sentii una delle sue grandi mani prendere la mia. Mi aiutò a scendere dalla macchina e prese qualcosa nel bagagliaio.
«Posso togliere la benda adesso?»
«Ancora un attimo..» Percepii un sorriso aprirsi sulle sue labbra carnose e rosee. Poi sentii la stretta della benda allentarsi sulla mia testa, finalmente me l’aveva tolta. Eravamo in un prato enorme, illuminato solo dalla luce flebile della luna. Lo riconobbi subito.

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Capitolo 5
*** I know who you are. ***


Era il nostro rifugio, un po’ la nostra isola felice. Era il prato dove da piccoli scappavamo quando non volevamo tornare a casa. Sentii gli occhi bruciare e la vista appannarsi.
«Kyle, il nostro prato…» sussurrai.
«Piaciuta la sorpresa, piccola?» Lo guardai negli occhi e sorrisi annuendo. Le nostre mani erano ancora strette tra loro, allentai la presa e lo abbracciai. Lasciai scendere una lacrima che cadde veloce sul suo petto scoperto a causa della maglietta dallo scollo vertiginoso. Mi accarezzò dolcemente i capelli e poi, allontanandomi dal suo petto, mi alzò il mento e mi diede un dolce bacio sulla guancia rigata dalla lacrima di gioia asciugandola con le sue labbra. Sentii un brivido lungo la schiena, ma non seppi se attribuirlo al contatto con le sue labbra o al leggero vento che si era insinuato sotto la mia maglietta. Kyle mi sorrise e stese a terra la coperta. Si sedette e mi fece segno di fare lo stesso. Mi avvicinai a lui e ci sdraiammo, appoggiai la testa sul suo petto e mi concentrai sulla coperta. Una coperta blu di lana, con dei quadretti di tonalità più scure e più chiare alternate. Poi rivolsi la mia attenzione al cielo. Da li si vedevano il doppio, forse il triplo delle stelle che si potevano vedere dal tetto di casa mia a Roma. Era uno spettacolo bellissimo e contare tutte le stelle che si vedevano sarebbe stato impossibile. Rivolsi, poi, il mio sguardo al volto di Kyle intento a guardare le stelle.
«Come mai mi hai portato qui?» Dissi dopo una mezzoretta che eravamo li. Kyle si girò verso di me e mi sorrise dolcemente.
«Sapevo che ti sarebbe piaciuto!» Gli diedi un bacio sulla guancia, poi mi alzai e gli tesi una mano per aiutarlo a fare lo stesso.
«Devo andare adesso, mi riaccompagni a casa?» Afferrò la mia mano e si alzò dal soffice tappeto d’erba. Annuì sorridendomi e raccogliendo la coperta ci avviammo alla macchina.
«Grazie per stasera» gli sorrisi
«Grazie a te!» Si avvicinò a me pericolosamente e decisi di azzerare la distanza con un bacio sulla guancia.
«Buonanotte Kyle» Sorrise e mi avviai silenziosa verso casa. Mi addormentai poco dopo con la meravigliosa risata del misterioso ragazzo nella mente.

Il sole picchia sulla mia pelle nuda, il vento soffia leggero e fa caldo. Tolgo gli occhiali da sole e vedo Kyle avvicinarsi, si siede accanto a me. Mette una mano dietro la mia nuca e mi bacia dolcemente. E’ un bacio così dolce e così vero…

«Bel ti vuoi svegliare? Avanti!» Arianna mi svegliò, cosa molto strana visto che lei era quella che dormiva di più. Aprii piano gli occhi guardandomi intorno con la faccia stupita e ancora assonnata. Arianna era seduta sul mio letto che mi guardava e rideva, probabilmente avevo una faccia buffa. Il bacio era stato solo un sogno, uno stupido bel sogno pensai.
«Che ridi?» sussurrai con la voce impastata dal sonno.
«Niente niente, piuttosto… dove sei andata ieri sera? Ti ho vista, quindi non mentirmi» La guardai con aria di sufficienza e le raccontai della serata. Le dissi di Mr X e del prato.
«Secondo te perché mi ha detto che non era importante sapere come si chiama?»
«Ti prego non farti prendere dalle tue solite paranoie. Stasera, alla stessa ora, ritorni là, scommetto che lo trovi di nuovo!» Non ci avevo pensato e Arianna aveva ragione, magari lo avrei trovato li un’altra volta.
«Sei un genio, ogni tanto! Comunque, che facciamo oggi?»
«Non lo so, io intanto vado a fare colazione e tu dovresti fare lo stesso!» Scossi la testa e mi diressi verso il bagno. Feci una doccia veloce e misi i primi vestiti che trovai, tanto sapevo che saremmo rimaste tutto il giorno a casa a guardare la TV e mangiare. La giornata passò lenta e noiosa fino a quando dopo cena, mentre guardavamo un film sul divano tutti insieme, Arianna parlò.
«Uhm… Bel, dobbiamo andare a dormire!» La guardai perplessa e lei, senza farsi vedere da Matt mi fece l’occhiolino. Mi ricordai di quello che mi aveva detto quella mattina. Così mi alzai e diedi la buonanotte a Matt per poi andarmene in camera insieme ad Arianna.
«Ari, penso che non andrò stasera.»
«No, tu devi andarci! »
«Non me la sento, non ci andrò.» Dissi mettendo il pigiama.
«Basta ci rinuncio, tanto lo so come sei fatta. Sei una testarda! Non cambierai idea, vero? Oddio quanto mi fai arrabbiare quando fai così!» Arianna iniziò a parlare da sola ad un certo punto. Non volevo andare di nuovo alla spiaggia, ero sicura che non lo avrei rincontrato. Alla fine dopo tutta l’insistenza di Arianna andai, più per esasperazione che per voglia di incontrare Mr X di nuovo.
Camminai lentamente e a testa bassa per la strada finche non arrivai alla spiaggia. Tolsi le scarpe e camminai su quella superficie morbida finché non arrivai sulla riva, dove le onde mi bagnarono i piedi. Mi guardai intorno per assicurarmi di essere sola e iniziai a passeggiare con le onde che mi accarezzavano dolcemente i piedi scalzi. Pensai al sogno di stamattina, era così reale e adesso difficilmente sarei riuscita a guardare Kyle negli occhi. Era come un fratello per me, lo conoscevo da anni e anni, e allora perché quel sogno? Lui era così dolce con me che spesso avrei desiderato che fosse più di un amico. La mia mente iniziò a vagare tra i pensieri più svariati e strani fin quando non si soffermò sul ragazzo misterioso. Avrei voluto sapere chi fosse, anche perché mi era sempre piaciuto il mistero con lui era diverso. Pur avendoci parlato una sola volta mi sembrava di conoscerlo. La sua risata mi era rimasta impressa da subito. Dopo una ventina di minuti che camminavo decisi di tornare indietro. Non avevo voglia di tornare a casa, volevo solo stare sulla spiaggia e rilassarmi. Mi sedetti su una panchina e presi il cellulare. Trovai un messaggio di Kyle che diceva ‘’Ciao piccola, non ti sei fatta sentire per niente oggi! Ti voglio bene xx’’ sorrisi involontariamente e iniziai a rigirarmi tra le mani il telefono in cerca di una risposta adeguata. Ero ancora intenta a trovare una risposta al messaggio quando sentii una mano posarsi sulla mia spalla.
«Isabelle!» Riconobbi subito la sua voce, ma non sapevo come comportarmi.
«Ciao, ragazzo misterioso!» sorrisi tra me e me.
«Mi credi se ti dico che non sono poi così misterioso come credi?» annuii. Era ancora in piedi dietro la panchina su cui ero seduta e sinceramente non capivo il perché.
«Vieni siediti!» lo incitai.
«Isabelle, questo è il mio numero, appena puoi fatti sentire. Devo andare adesso, anzi credo che non dovrei proprio essere qui!» Si allontanò velocemente lasciandomi un bigliettino nella mano. Nel porgermelo si era avvicinato a me, non abbastanza perché io lo vedessi ma abbastanza perché il suo profumo tornasse ad inebriarmi. Aprii piano il bigliettino e trovai il numero. Presi subito il telefono e gli mandai un messaggio “Mr x, sono Isabelle!” Scrissi quel messaggio insicura, non sapevo nemmeno cosa stessi facendo. Forse stavo semplicemente giocando, ad uno strano gioco di certo. Mi incamminai verso casa quando sentii vibrare il cellulare nella mia tasca. Lo presi e lessi il messaggio “Domani ti dirò chi sono,  alle 5 alla spiaggia di ieri. Xx”  Alzai lo sguardo dal cellulare e sorrisi soddisfatta guardando la strada davanti a me.

«Arianna, io vado» urlai mentre aprivo la porta di casa per raggiungere la spiaggia.
«Ok, ciao scema! Fammi sapere!» Scrollai le spalle e sorrisi guardando a terra. Mi incamminai verso la spiaggia e ad un tratto squillò il telefono. Era Kyle.
«Hei Kyle!» Ero davvero felice di sentirlo e probabilmente se ne accorse dal mio tono di voce.
«Senti, hai da fare stasera?» chiese lui, subito risposi di no e Kyle mi disse che mi sarebbe passato a prendere appena finito il turno a lavoro, lavorava in un bar a Santa Monica.
«A che ora stacchi?»
«Alle 7 sono da te, fatti trovare pronta! A dopo bella!» Riagganciò senza darmi il tempo di rispondere. Accelerai il passo consapevole che sarei dovuta andare via da li presto per prepararmi a uscire con Kyle. Arrivai alla spiaggia e mi sedei dove ci eravamo incontrati la prima volta. Vidi un ragazzo con un berretto e degli occhiali da sole arrivare, appena fu abbastanza vicino a me da non dover urlare parlò.
«Ciao Isabelle!» era a due metri da me quando lo riconobbi. Lo squadrai dalla testa ai piedi e poi il contrario. Come avevo fatto a non riconoscere subito quella voce, quella risata? Avevo pensato a lui per un millesimo di secondo ma non avrei mai immaginato una cosa del genere.
«Ciao.. » Tolse gli occhiali da sole e si avvicinò di più a me. I suoi occhi mi travolsero e rimasi a fissarli finche lui non parlò.
«Sono Zayn» allungò la mano verso di me e la strinsi.
«Si, so chi sei, ma sinceramente in questo momento non sto capendo granché.» Mi sorrise e mi chiese di andare a fare una passeggiata, per tutta risposta semplicemente annuii.

    

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Capitolo 6
*** I'm happy with you ***


Mi ritrovai a passeggiare con il ragazzo protagonista di tutti i miei sogni più belli. Si creò un silenzio imbarazzante, così decisi di rompere il ghiaccio.
«ehm.. insomma, che ci fai a Santa Monica?»
«Sono a Los Angeles con gli altri della band, in realtà. Siamo in vacanza ma appena possiamo registriamo, stiamo lavorando al nuovo album.» continuammo a chiacchierare del più e del meno camminando sulla spiaggia.
«Quindi sei italiana? Ma perché hai un nome inglese?» disse lui.
«Mio papà è italiano e mia mamma americana. Infatti mia nonna vive qui… Aspetta Zayn, ma che ore sono?» chiesi preoccupata.
«Le 6.30 perché?»
«Oddio è tardissimo, devo…andare! Ci sentiamo Zayn, ciao!» dissi correndo verso casa. Arrivai a casa ed erano le 6.50, mi cambiai velocemente e alle 7 suonarono il campanello.
«Anna puoi andare tu, per favore?» dissi mentre mi truccavo, lei acconsentì. Nel giro di cinque minuti ero pronta, mi avvicinai ad Arianna per salutarla. «Scusa Ari, non voglio lasciarti da sola…»
«Tranquilla, resterò con Matt e guarderemo un Harry Potter. Divertiti!» mi sorrise. Le diede un bacio sulla guancia e uscii con Kyle.
«Dove andiamo?» chiesi mentre mi avvicinavo alla macchina.
«Vedrai! » disse dandomi un bacio sulla fronte mentre mi apriva lo sportello della macchina. Dopo poco arrivammo in un parco con moltissimi alberi, illuminati dalla luce aranciata del sole che ormai stava tramontando, ci andammo a sedere su una panchina e iniziammo a parlare.
«Hai fame?» chiese lui d’un tratto.
«No, tu?» rispose di no scuotendo la testa. Mi soffermai ad osservare i suoi lineamenti dolci ma decisi. I suoi occhi che dolcemente si immersero nei miei, i capelli un po’ arruffati, le sue labbra carnose e rosee. Tutto era bello in lui. Anche i suoi difetti sembravano essere pregi. La distanza tra di noi stava diminuendo, ci ritrovammo a meno di 10 cm di distanza. Abbassai lo sguardo imbarazzata, mise una mano sotto il mio mento obbligandomi ad alzare il viso e azzerò la distanza tra noi due con un dolce bacio. Ci staccammo dopo qualche secondo e si creò un sorriso sui nostri volti, poi scoppiammo a ridere, una risata liberatoria. Gli lasciai un altro lieve bacio sulle labbra e iniziai a correre urlando ‘’prendimi’’. Non se lo fece ripetere due volte e subito iniziò a correre a perdifiato anche lui, mi raggiunse e mi cinse i fianchi da dietro dandomi un bacio sul collo. Arrossii lievemente, mi staccai dalla sua presa e mi diressi all’altalena. Iniziai a spingermi e ad andare sempre più in alto, mi sentivo libera, era come volare. Ad un tratto l’altalena si fermò, mi girai per vedere perché si fosse fermata e trovai Kyle. Venne davanti a me e mi porse una mano per alzarmi, così feci e quando mi fui alzata dall’altalena mi avvolse i fianchi e, alzandomi leggermente da terra, mi baciò di nuovo. Mi sentivo bene con lui, mi sentivo di poter essere me stessa.
«Grazie per la bellissima serata Kyle» dissi sull’uscio della porta di casa.
«Grazie a te, piccola!» sorrisi come risposta e arrossii un po’ per come mi aveva chiamata. Sorrise anche lui e mise una mano dietro al mio collo avvicinandosi poi e lasciandomi un bacio sulle labbra.
«Buonanotte» dissi ancora un po’ scombussolata da quel bacio ed entrai in casa. Andai in camera e, dopo aver messo il pigiama, mi infilai sotto le coperte visto che Arianna già dormiva, o almeno così sembrava.
«Perché sorridi come una stupida a mezzanotte, Isabelle?» disse lei accendendo la lucetta posizionata sul comodino e mettendosi su un gomito.
«Io.. io non sto sorridendo» dissi innocente.
«Ok, tu e Kyle vi siete baciati!» la guardai sbalordita e il sorriso che, senza rendermene conto, era stampato sul mio volto si trasformò in una smorfia.
«Un giorno mi spiegherai come fai a capirmi solo guardandomi… anche quando sei addormentata!» dissi divertita tirandole un cuscino in faccia.
«Semplice, sei estremamente prevedibile! Te lo dico sempre! Adesso dormi e lasciami dormire. Buonanotte!» Mi addormentai nel giro di pochi minuti ripensando alla magnifica serata.

Passarono cinque giorni dal primo bacio con Kyle e tutto andava benissimo. Mi stavo divertendo un mondo a Santa Monica. Iniziai a pensare alle due settimane già passate li mentre ero ancora mezza addormentata nel letto, erano le 9 cosi mi alzai e preparai la colazione per me e Arianna.
«Anna oggi pensavo che potremmo andare a Los Angeles con Kyle e il suo amico Nathan.»
«Si, perché no?! Chiamalo» disse mentre addentava un biscotto al cioccolato. Sorrisi e andai a prendere il mio cellulare, composi il numero di Kyle e aspettai che rispondesse.
«Hey Kyle!»
«Ciao Bel!»
«Senti ti andrebbe di andare a Los Angeles oggi? Potrebbero venire anche Arianna e Nathan…»
«Oh, mi piacerebbe molto piccola ma oggi lavoro. Stacco alle 4, intanto tu e Arianna andate, io e Nate vi raggiungiamo più tardi, che ne dici?»
«Grandioso! A dopo scemo!»
«A dopo piccola» chiusi la chiamata e saltellando raggiunsi Arianna. Le raccontai i piani e lei accettò. Ci cambiammo e decidemmo di fare le snob e prendere un taxi per arrivare a Los Angeles da Santa Monica. Era la prima volta che Arianna andava a Los Angeles, mentre per me era piuttosto familiare. La portai a visitare la Broadway Street, l'Hollywood Boulevard e rimase incantata da tutti quei magnifici edifici. Ci stavamo divertendo come matte mentre camminavamo per la Walk of fame, fermandoci a leggere tutti i nomi che incontravamo quando mi scontrai con qualcuno.
«Oh, scusa non volevo» dissi mentre cercavo di riprendermi dalle risate.
«Fa niente, tranquilla.. Aspetta ma tu sei Isabelle! » disse il ragazzo che non mi ero nemmeno curata di guardare in faccia. Notai che era Zayn.
«Hei Zayn! » dissi avvampando. Non mi sarei mai aspettata di rincontrarlo e inoltre dovevo ancora scusarmi per come lo avevo lasciato l’ultima volta che ci eravamo visti. «Ah senti.. mi dispiace per l’altro giorno, dovevo uscire con … Bè non è importante. Avrai da fare adesso, ci rivediamo! Ciao..» ero evidentemente in imbarazzo. Era la seconda volta in una settimana che vedevo il ragazzo che desideravo di conoscere da tempo ed era la seconda volta che me ne andavo, che scappavo da lui. Mi voltai e feci per andarmene, con Arianna al mio fianco.
«Isabelle, aspetta!» disse Zayn venendo verso di me. Mi fermai e girandomi chiesi se avesse bisogno di qualcosa. «Pensavo che potremmo mangiare insieme, se vi va…» disse lui.
«Uhm.. non lo so Zayn. E’ davvero molto carino da parte tua ma non penso di poter accettare.»
«Oh, avanti! Solo un boccone al mc!»
«Ok, d’accordo… Ah Zayn, lei è Arianna, la mia migliore amica. Arianna, Zayn. » Lei sorrise semplicemente e ci avviammo con Zayn al McDonald’s.


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Ok, non ho mai scritto sotto un capitolo. "Perchè iniziare proprio ora?" vi chiederete. Non lo so.
Comunque, grazie mille a tutti quelli che hanno letto i capitoli precedenti. Spero che la FF vi piaccia
Francesca xx :)

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Capitolo 7
*** Mistakes ***


Erano le 2.30 e mentre stavamo per uscire dal McDonald’s mi squillò il telefono.
«Kyle? Dove siete?» chiesi rispondendo.
«Bel! Scusa, ma oggi non possiamo proprio venire, usciamo a cena stasera? Una pizza tutti e quattro?»
«Oh, certo! Ci vediamo alle 8 da me allora. Ti adoro!» sorrisi e attaccai il telefono prima che Kyle potesse rispondere. «Ari, andiamo a cena con Kyle e Nate, adesso non possono venire» dissi poi rivolgendomi ad Arianna.
«D’accordo!» disse sorridendo. Poi mi voltai e vidi Zayn che ci guardava con un’espressione furba. Lo fissai come per chiedere cosa succedesse e lui rispose alla mia domanda silenziosa.
«Non avete niente da fare questo pomeriggio, vero?» scuotemmo la testa per dire di no e lui continuò. «Che ne dite di venire con me? Potrei presentarvi gli altri della band!»
«Si, sarebbe bello! Che ne dici Isabelle?» disse Arianna, io annuii sorridente e con Zayn ci avviammo non so precisamente dove. Camminavamo per le strade di Los Angeles, io e Arianna, ognuna ad un fianco di Zayn. Arrivammo dopo non molto davanti un palazzo, salimmo al terzo piano, Zayn prese le chiavi e ci fece entrare nell’appartamento. Era molto ampio, spazioso e luminoso.
«Ragazzi, sono a casa!» urlò Zayn posando le chiavi su di un piccolo mobile all’ingresso. Nessuno rispose e seguendo Zayn andammo in salotto dove trovammo Harry e Niall che guardavano la Tv seduti su un divano in pelle nero.
«Oh, ehm… Zayn avresti potuto dire che avresti portato ospiti!» Disse Harry alzandosi dal divano, seguito da Niall e vennero verso di noi «Piacere Harry» disse sorridente il riccio. Zayn si avvicinò all’amico e gli diede una pacca amichevole sulla spalla.
«Harry, Niall, lei è Isabelle e lei Arianna.» disse Zayn indicandoci una alla volta. Sorrisi e alzai la mano in segno di saluto.
«Molto piacere ragazze!» Disse Niall. I ragazzi ci invitarono ad accomodarci sul divano e cosi facemmo. Ogni tanto io e Arianna ci mandavamo occhiate fugaci, incredule per quella situazione. Scherzammo tutto il pomeriggio, poi verso le 6 io e Arianna decidemmo che sarebbe stato meglio tornare a casa per prepararci alla cena.
«Ragazzi, mi ha fatto davvero piacere conoscervi, ma adesso dobbiamo andare» dissi sorridendo cortesemente.
«Se volete, posso accompagnarvi io» disse Harry sorridendoci. Rifiutammo dicendo di non voler creare altro disturbo.
«Come volete, ma potremmo rivederci un giorno di questi!» Disse Zayn speranzoso. Accettammo e rimasi un po’ stupita da tutto quell’interesse da parte dei ragazzi. Io e Arianna eravamo solo due fan italiane, e loro si erano dimostrati molto gentili e disponibili nei nostri confronti. Inoltre, dal vivo erano molto più belli che visti dietro lo schermo di un computer. Ancora non potevo credere di aver conosciuto i ragazzi che mi rendevano felice semplicemente con le loro voci. Ero comunque certa che sarebbe stata la prima e l’ultima volta che li avremmo visti o sentiti, perché, nonostante avessi ancora il numero di Zayn, non avevo intenzione di disturbarlo.

«Aspetta, fammi capire, tu non mi avevi detto che quel ragazzo misterioso era Zayn?» disse Arianna mentre metteva dei jeans stretti.
«No, scusa è che quella sera io e Kyle… Bè insomma non era importante» cercai di accantonare il discorso.
«Isabelle, sei seria? Per mesi mi hai fracassato il cervello parlandomi di quanto amassi Zayn, di quanto fosse il tuo tutto e adesso dimentichi anche di dirmi che lo hai incontrato?! Spero che almeno vorrai tenerti in contatto con lui! » disse lei leggermente alterata. In effetti aveva ragione, per troppo tempo avevo desiderato incontrarlo e adesso che lo avevo conosciuto stavo rinunciando a tutto.
«Hai ragione Ari, ma c’è Kyle adesso e poi vorrei farti presente che lui è felicemente fidanzato con la biondina. Quindi non penso che ci terremo in contatto…» Arianna sbuffò esasperata mentre mi aiutava a mettere il vestito.
La serata con Kyle e Nate fu fantastica, Arianna e Nate scherzarono tutto il tempo e si vedeva che c’era del feeling tra i due. Sentii il mio cellulare squillare e vidi un messaggio. ‘’Ciao Isabelle, che ne dici di vederci alla spiaggia questo pomeriggio?’’ Il mittente era Zayn, non sapevo cosa rispondere. Mentre ero immersa nei miei pensieri suonarono alla porta. Mi avvicinai per aprire e mi resi conto di essere in veste casalinga. ‘’Oh al diavolo, aprirò così’’ pensai tra me e me. Aprii la porta e trovai Kyle con una rosa rossa in mano, sorridente.
«Ciao tesoro, visto che l’altro giorno non sono potuto venire a Los Angeles pensavo di rifarmi e portarti oggi, ti va?» disse lasciandomi un bacio all'angolo della bocca.
«Certo, il tempo di cambiarmi e andiamo!» mi avvicinai e gli diedi un bacio sulla guancia, lui mi guardò come se si aspettasse di più ma sorrisi e andai a cambiarmi facendolo aspettare in soggiorno. Mi cambiai velocemente e salutai con la mano Arianna che era al telefono con Nate. Mentre ero in macchina con Kyle decisi di rispondere a Zayn. ‘’Oggi non posso, sono impegnata. Magari un altro giorno! xx’’ scrissi. Arrivati a Los Angeles ci recammo in un bar e prendemmo due caffè.
«Il caffè italiano è migliore, senza dubbio!» dissi scherzando.
«Lo dici solo perché sei italiana, questo è di gran lunga più buono» rispose Kyle mentre la distanza tra noi diminuiva sempre di più.
«Solo per metà italiana, e se lo avessi assaggiato lo diresti anche tu che è più buono.» lui sorrise della mia affermazione.
«Secondo me tu sei più buona di qualsiasi caffè» disse Kyle per poi baciarmi. Sentimmo un colpo di tosse e ci staccammo. Mi voltai e vidi Zayn.
«Ehm…Ciao Zayn!» dissi in evidente imbarazzo.
« Ciao Isabelle…» disse lui, lo invitai con un gesto a sedersi e sorridente accettò.
«Ciao io sono Kyle, il suo ragazzo» disse Kyle guardandomi negli occhi, io divenni rossa in un attimo e lui rivolse il suo sguardo a Zayn.
«Ah, non mi avevi detto di avere un ragazzo, Isabelle. Come mai?» disse malizioso, evidentemente per stuzzicare.
«Ti interessava? E poi Zayn, tu non sai molte cose di me, come io non ne so molte su di te.» dissi leggermente irritata dal tono con cui mi si era rivolto e poi sorrisi. Lui divenne improvvisamente serio e il suo sguardo si indurì.
«Potremmo scoprirle allora, non trovi?»
«Si perché no! Adesso noi dobbiamo andare, ci si vede in giro, Malik! Ciao..» Dissi mentre mi alzavo seguita da Kyle.
«Hei non mi saluti?» sorrise dolcemente, cosi tornai indietro e appoggiai semplicemente le mie labbra sulla sua guancia liscia, poi me ne andai tenendo per mano Kyle lanciando delle occhiate fugaci alle mie spalle, scrutando le espressioni di Zayn.
Mentre camminavamo mano nella mano per le strade di Los Angeles, Kyle si fermò e mi guardò negli occhi e sorrise. Mi trascinò al lato del marciapiede e mi baciò.
«Kyle, che succede?» chiesi sorridente quando quel baciò finì.
«Sei davvero troppo importante per me, lo sei sempre stata.» Lo abbracciai e lo strinsi forte a me. Poggiai la guancia sul suo petto e attraverso la maglietta fina potevo sentire  tutti i suoi muscoli perfettamente delineati. Mi riaccompagnò a casa e decidemmo che ci saremmo sentiti in serata per rivederci.
«Ciao fratellone, com’è andata a lavoro?» dissi saltando al collo di Matt quando tornò a casa.
«Ciao piccola, benone grazie! » mentre chiacchieravo con mio fratello sul divano tornò Arianna, che era uscita con Nate. Aveva un sorriso fin dietro le orecchie e la sera dopo cena mi raccontò tutto.
«E’ così carino Nate, penso usciremo di nuovo domani! Non ti dispiace vero?» disse sorridente.
«No, certo che no! Divertitevi!»
I miei erano arrivati da cinque giorni in America, quindi tra due giorni sarebbero dovuti ripartire e intanto era già la seconda settimana di Luglio. Vedevo quasi tutti i giorni Kyle e mi piaceva sempre di più, intanto Arianna e Nate stavano vivendo il loro piccolo flirt. Non sentivo Zayn da più di una settimana quando mi arrivò un messaggio da parte sua in cui mi invitava ad uscire, francamente non sapevo cosa fare. Stavo con Kyle e lui con la bionda ossigenata, Perrie, lo sapevano tutti, ma lui era il ragazzo che amavo pur non conoscendolo, era il ragazzo di cui mi ero innamorata guardandolo semplicemente attraverso lo schermo di un computer. Amavo il suo sorriso, amavo i suoi occhi che mi trasmettevano sicurezza, amavo quando, vedendolo ridere, sorridevo anche io, amavo i suoi tratti asiatici, amavo i suoi capelli neri, amavo il suo ‘’Vas Happenin’’ piazzato a caso nelle frasi, amavo la sua timidezza, la sua riservatezza, amavo il modo in cui si muoveva, amavo quando metteva gli occhiali, amavo la sua voce. Decisi che un’innocente uscita tra amici non sarebbe dispiaciuta a nessuno.
“D’accordo ci vediamo alle 8! Davanti al bar dove ci siamo visti l’ultima volta”  scrissi il messaggio.
Dissi ad Arianna di non dire niente a Nate, ai miei o a Matt, lei sarebbe stata l’unica a saperlo. Mi preparai e uscii a piedi, non era molto lontano. Arrivai alle 8 in punto e vidi Zayn appoggiato al muro con una sigaretta in bocca. Mi avvicinai a lui e con disinvoltura gli tolsi la sigaretta dalla bocca e la buttai a terra, dandogli poi un bacio sulla guancia.
«Ciao anche a te, Isabelle!» disse ironico.
«Che facciamo?» chiesi piazzandomi davanti a lui.
«Che ne dici di andare a mangiare una pizza?» chiese sorridendo e io annuii. Mi portò in un locale non molto al centro di Los Angeles, ma raggiungibile a piedi. Era un posto carino e ci sedemmo ad un tavolo per due. Ordinammo due pizze e coca cola.
«Quanto resterai ancora a Los Angeles?» chiese Zayn sorseggiando un po' della bibita fredda dal suo bicchiere.
«Fino ai primi di settembre» dissi io e iniziammo a chiacchierare come due vecchi amici. Ad un tratto le nostre mani, entrambe sul tavolo si sfiorarono e avvampai, lui vedendo un velo di imbarazzo sul mio volto intrecciò le mie dita alle sue, guardandomi negli occhi.
«Più tardi puoi passare a casa, così conosci Liam e Louis che l’altra volta non c’er… Scusa un secondo» iniziò a squillare il suo telefono e si alzò per rispondere, mentre si allontanava sentii qualcosa di quello che diceva. ‘’Ciao amore, come stai?’’ sentii solo questo perché era uscito, quindi decisi di uscire anche io dal locale un momento. Mentre attraversavo la porta sentii il resto della conversazione.
«No Perrie, non riattaccare! Oh, avanti sono uscito mezz’oretta… Senti fa come vuoi, ciao.» Zayn pronunciò quelle parole con un velo di amarezza e poi si avvicinò alla porta per rientrare, si accorse che ero li e mi guardò fisso negli occhi.
«Scusa, devo andare Zayn» dissi mentre i miei occhi iniziavano a bruciare e riempirsi di lacrime. Cosa mi aspettavo? Era la sua ragazza, era più che ovvio il suo comportamento. Lo superai e iniziai ad allontanarmi, quando sentii una presa afferrare il mio braccio e tenerlo saldamente. Mi girai di scatto.
«Zayn, che c’è?» dissi mentre lottavo per non far sgorgare le lacrime dagli occhi.
«Hai.. hai sentito la telefonata, non è vero?» chiese rattristito.
«No.. cioè si, ma... devo andare a casa, scusami» cercai di liberarmi dalla sua presa ferrea ma non ci riuscii.
«Fammi spiegare, almeno!» MI avvicinai a lui e sorrisi a forza guardandolo dritto negli occhi.
«Non c’è assolutamente niente da spiegare. Tu sei fidanzato e io anche, e sinceramente non so nemmeno perché ho accettato di uscire e non so nemmeno per quale motivo tu me lo hai chiesto. Quindi penso sia il caso di non vederci più… » dissi quelle parole quasi senza pensarci, e una volta detta l’ultima frase iniziò a rimbombarmi in testa. Avevo perso per sempre ciò che avevo sempre voluto, per colpa mia, ma in fondo sapevo che era la cosa giusta quindi mi limitai a sorridere continuando a guardare quegli occhi che, pur amando tanto, non avrei più rivisto.

Zayn’s point of view
‘’Penso sia il caso di non vederci più’’ quella frase ancora mi rimbombava nella mente. Isabelle era li, immobile davanti a me, i suoi occhi azzurro mare mi paralizzavano, i suoi capelli mori le incorniciavano il viso mettendo in risalto i suoi lineamenti dolci, le labbra rosee e carnose erano le più belle che avessi mai visto e il suo fisico era qualcosa di eccezionale, altezza nella media, snella e con le curve nei punti giusti. Mi sorrise, uno di quei sorrisi dolci che solo lei sapeva fare. Allentai la presa sul suo braccio, permettendole, a mio malgrado, di liberarsi e andare via. Non potevo permetterlo, non potevo lasciarla andare e non vederla mai più, ma aveva ragione, eravamo entrambi fidanzati. No, non mi importava, non potevo perderla. L’avrei resa mia a qualunque costo. Le corsi dietro, si era già allontanata di un centinaio di metri, quando le fui vicino misi una mano sulla sua spalla e la girai verso di me. Si girò e vidi una lacrima che le rigava il viso, era bellissima anche mentre piangeva, anche mentre piangeva per un idiota come me. La guardai negli occhi e la baciai. Le sue labbra completavano alla perfezione le mie, sapevano di ciliegia, come il suo lucidalabbra. Si stacco quasi subito da me e mi guardando fisso negli occhi.
«Non dovevi farlo. Zayn Jawaad Malik non dovevi farlo.» Mi urlò contro e mi diede uno schiaffo in pieno volto per poi scappare via correndo. Avevo combinato un disastro, non mi avrebbe più rivolto la parola per uno stupido errore. Decisi che avrei dovuto parlarle al più presto, ma parlarle di cosa? Non sapevo nemmeno io cosa provavo per lei. Era solo una fan, semplicemente una fan che avevo conosciuto a Los Angeles. Non ci saremmo più rivisti, era giusto così, sarebbe uscita dalla mia vita nello stesso modo in cui ci era entrata: all’improvviso e senza un perché.
Le mandai un messaggio, mi promisi che sarebbe stato l’ultimo e scrissi "Scusa, ho sbagliato. Non ci rivedremo mai più".
Quando tornai a casa chiamai Perrie, non so cosa fosse lei per me. Tutti dicevano fosse la mia ragazza, ma in fondo stavamo insieme quando a lei serviva pubblicità o quando io volevo divertirmi, ed era uno di quei casi.
«Amore, che ne dici di raggiungermi a Los Angeles?» chiesi appena rispose al telefono. La chiamavo amore, perché? Era tutto basato sull’ipocrisia, sulla menzogna.
«Oh Zayn… Okay, d’accordo! Prendo l’aereo domani, ci vediamo in serata.» Sorrisi malignamente e attaccai il telefono senza degnarla nemmeno di un saluto.
Erano le 7 di sera quando Perrie atterrò, le mandai un sms con la via della casa e mandai un taxi a prenderla. Sentii il campanello della porta suonare ed andai ad aprire io sicuro che fosse Perrie. Appena la vidi le diedi  un bacio passionale, ma finto. La portai in soggiorno dove c’erano gli altri e appena la videro rimasero stupiti.
«Ciao ragazzi!» sorrise lei dolcemente, facendo cenno con la mano.
«Ciao, ma che ci fa lei qui?» intervenne Harry.
«Stai tranquillo Harry, resterò solo per 2 giorni, toglierò presto il disturbo» indicai a Perrie la mia stanza e mandandola a sistemarsi mi avvicinai ai ragazzi.
«La odiate proprio, eh?» dissi sarcastico.
«Non che tu la ami. Lo sappiamo tutti, e tu meglio di noi, che vi usate! Lei è la tua bambolina e tu sei il suo mezzo per arrivare al successo..» disse Liam serio, lo guardai e sapendo che aveva ragione me ne andai raggiungendo poi Perrie nella mia stanza. La guardai mentre sistemava i suoi vestiti, era davvero il genere di bellezza che a tutti piace, bionda, occhi azzurri e fisico da invidiare, eppure non era nemmeno minimamente paragonabile alla bellezza di Isabelle. Basta, dovevo togliermela dalla testa, per sempre.


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I'm back, girls! Ecco un nuovo capitolo.. Grazie mille a tutte quelle che hanno letto i precedenti e che seguono la storia!
Spero di non annoiarvi! Al prossimo capitolo xx

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Capitolo 8
*** We shouldn't be togheter ***


Zayn's point of view
Il giorno dopo l’arrivo di Perrie a Los Angeles decisi di portarla in discoteca, visto che il giorno seguente sarebbe ripartita. Arrivammo al locale verso le 11, dopo aver cenato. Appena entrammo sentii l’odore dell’alcol invadermi le narici e la musica a tutto volume entrarmi nella mente. Portai Perrie in pista e iniziammo a ballare a ritmo di musica. Dopo un po’ mi allontanai da lei per andare a bere qualcosa, presi una tequila e mi sedetti su uno di quegli sgabelli alti posizionati davanti al bancone. Cercai Perrie tra la folla e vidi che stava ballando con un altro ragazzo, ma non mi posi il problema, in fondo non mi importava. Iniziai a guardare le persone che erano li e intravidi qualcuno di familiare. Focalizzai la mia attenzione su quel ragazzo e notai che era il ragazzo di Isabelle, Kyle mi sembra che si chiamasse. Spostai lo guardo più a destra e la vidi ballare con lui. Era bellissima, anche più del solito. Il vestito blu che indossava lasciava davvero poco all’immaginazione e le sue gambe erano messe in risalto dai tacchi vertiginosi dello stesso blu del vestito. Rimasi una decina di minuti a guardarla mentre si divertiva con il suo ragazzo, mentre rideva e lo baciava. Mentre pensavo che sarei dovuto essere con Perrie in quel momento, sentii una mano appoggiarmisi sulla spalla.
«Hei Zayn, che stai facendo?» era Perrie.
«Niente, ti stavo cercando… Andiamo a ballare? » Le sorrisi e lei annuì. Andammo a ballare, passammo davanti a Isabelle e lei vedendomi si girò dall’altra parte e continuò a ballare, baciando poi, sempre più appassionatamente, il ragazzo. Di conseguenza baciai Perrie senza nemmeno pensarci, toccandola in posti anche fin troppo provocatori. D’un tratto quando mi girai verso Isabelle per vedere chi stava vincendo quella specie di gioco, notai che Kyle le disse qualcosa all’orecchio, lei annui e lo baciò, poi lui andò via di corsa. Vidi lei avvicinarsi al bancone e ordinare qualcosa da bere. Lascia Perrie da sola, di nuovo, e uscii per fumare una sigaretta. Odiavo quel vizio, sapevo che avrei dovuto smettere. Fumai quella sigaretta continuando a pensare a lei, Isabelle. Ogni mio tentativo di togliermela dalla testa era stato vano. Rientrai in discoteca e guardai l’ora, erano quasi le 2. Presi un Margarita e ritornai a ballare. Mentre ballavo cercai con lo sguardo Isabelle e vidi che buttava giù l’ennesimo cocktail di una lunga serie, per poi scappare fuori. Preoccupato per lei, corsi anche io fuori e la trovai in un angolo che stava per vomitare.
«Isabelle, come stai?» le chiesi
«Amore mio, sei venuto a cercarmi? Sto benissimo! » disse lei ridendo come una pazza, era davvero ubriaca. Rimasi stupito da come mi chiamò ma, vedendo com’era ridotta. non mi feci molti problemi.
«Andiamo, ti porto a casa mia!» Dissi prendendola in braccio. Chiamai un taxi e dissi all’autista l’indirizzo di casa mia. Non appena arrivammo la portai in camera mia, poi le tolsi le scarpe e la adagiai sul letto. Andai poi in cucina a prenderle un bicchiere d’acqua per cercare di far passare un po’ la sbronza.  Prima di tornare da Isabelle, passai nel soggiorno dove gli altri stavano guardando un film.
«Ragazzi, c’è Isabelle di sopra, quindi se dovesse venire Perrie non apritele e dite che io non sono qui. Grazie» dissi loro.
«Zayn, è successo qualcosa?» chiese Niall. Feci cenno di no con la testa e portai l’acqua a Isabelle. La trovai seduta sul letto mentre ancora rideva. Le porsi l’acqua e la bevve senza parlare.
«Dormi adesso…» le dissi prima di avviarmi alla porta.
«Aspetta Zayn, resta qui con me!» disse lei mentre aprivo la porta per andarmene.
«No, Isabelle, non penso sia la cosa giusta.» pronunciai queste parole fermamente.
«Ti prego, solo per questa notte…» disse quasi implorandomi. Ci pensai un attimo e poi andai a sdraiarmi accanto a lei, l’abbracciai da dietro e cingendole i fianchi l’avvicinai di più a me, creando un contatto tra i nostri corpi.
Quando la mattina dopo mi svegliai Isabelle ancora dormiva. Presi dei vestiti e andai a fare una doccia. Appena finito andai a preparare un vassoio con la colazione per Isabelle e glielo portai in camera.

Isabelle’s point of view
Mi svegliai in un letto che non era il mio, in una stanza che non era la mia. Non appena aprii gli occhi e realizzai tutto questo la porta di quella stanza a me sconosciuta si aprì e sbucò Zayn con un vassoio.
«Buongiorno, ti ho portato la colazione!» disse sorridente.
«Dove sono? E soprattutto, perché sono qui?» chiesi preoccupata.
«Tranquilla Bel, sei a casa mia perché ieri sera ti sei ubriacata, ti ricordi?» rispose lui dolcemente. Non sarei dovuta essere li. Ricordavo che Kyle era dovuto andare via perché la sorella non stava bene, poi ricordavo che avevo bevuto e nient’altro.
«Zayn dovrei tornare a casa, in realtà non dovrei proprio essere qui…» dissi a Zayn mentre mi alzavo dal letto.
«Fai colazione, ti accompagnerà Harry dopo!» accettai e mangiai solo qualche biscotto.
«Grazie Zayn, ma non avresti dovuto preoccuparti per me.» dissi secca.
«Cosa avrei dovuto fare? Lasciarti li ubriaca? Scusa, ma non ce la facevo a vederti così… Comunque sarà l’ultima volta che ci vedremo oggi.» disse Zayn alzando un po’ la voce amareggiato. Forse avrei dovuto spiattellargli la verità in faccia, ma sarei sembrata un’ipocrita. Avrebbe pensato che stessi con Kyle per puro opportunismo, ma non era così, Kyle mi piaceva davvero, ma non lo amavo. Non lo amavo semplicemente perché il mio cuore era di qualcun altro. Lentamente mi avvicinai a lui e lo guardai dritto negli occhi.
«Tu non sai cosa significhi questo per me, e non lo saprai mai.» dissi con voce tremante per poi uscire di casa sbattendo la porta. Avevo fatto qualche passo quando sentii qualcuno chiamarmi, così mi girai.
«Isabelle, ti accompagno a casa, vieni!» vidi Harry che mi veniva incontro e sorrisi. Gli dissi l’indirizzo di casa mia e partimmo.
«Cos’è successo con Zayn?» chiese d’un tratto Harry. Lo guardai perplessa e poi decisi che avrei potuto raccontargli tutto. Gli raccontai di come avevo incontrato Zayn, sulla spiaggia, poi gli dissi del mio debole per lui tra tutti quelli della band, e gli dissi che avevo deciso che sarebbe stato meglio non rivederci più.
«Sai Harry, penso di amarlo…» dissi tutto d’un fiato.
«Aspetta ma… sei fidanzata, e poi perché hai deciso di non rivedervi più se lo ami?» Mentre parlavamo arrivammo a casa mia. Guardai casa e poi guardai Harry.
«Hai da fare oggi?» chiesi a Harry.
«No, perché?»
«Dammi il tempo di cambiarmi e andiamo a farci un giro, ti va?» annuì con il suo solito sorriso a 32 denti che faceva sciogliere il cuore. Scesi dalla macchina ed entrai in casa. Feci una doccia veloce e infilai i primi vestiti che trovai.
«Matt, io esco.. Ci sentiamo dopo!» dissi a mio fratello che faceva colazione. Uscii di casa e salii sulla macchina di Harry, dove lui mi aspettava sentendo la musica. Mise in moto e mi portò in un bar dove avremmo potuto parlare per conto nostro.
«Allora, ti va di raccontarmi?» mi chiese Harry dolcemente mentre sorseggiavo il mio caffè.
«Certo… allora, ho deciso che sarebbe meglio non rivederci perché so perfettamente che, nonostante quanto mi piaccia, mi farà soffrire. Magari non di sua volontà, ma lo farà. Insomma siete cantanti di fama mondiale e già è alquanto surreale stare qui a parlare con uno dei ragazzi che fino ad un mese fa pensavo che non avrei mai visto! » dissi guardando timidamente il tavolo, diventato d’improvviso molto più degno del mio interesse. Guardai poi Harry che mi fissava silenzioso aspettando che continuassi a parlare, così ripresi fiato e continuai il mio discorso. «Poi Harry, siamo fidanzati entrambi! Sto con Kyle da quasi un mese ormai e mi piace davvero, ma mi sento così in colpa anche solo quando penso a Zayn, mi sembra di tradirlo ogni volta e non voglio farlo soffrire! Il tuo amico poi sta con Perrie e non penso sia intenzionato a lasciarla, dalle foto che ho visto sembrano così affiatati insieme, e non solo dalle foto!» dissi quelle parole quasi fossero un veleno da sputare via, come se mi facesse male solo sentirle.
«Fidati Isabelle, non sono affiatati come sembrano… » disse Harry con voce rassicurante.
«Non lo so Harry, adesso voglio stare con Kyle e godermi quest’estate!» Parlai decisa ma forse non era realmente quello che pensavo. Decidemmo che sarebbe stato il caso di tornare a casa e Harry mi riaccompagnò. Mentre scendevo dalla macchina mi girai verso di lui.
«Grazie Harry, davvero!» gli sorrisi e mi avviai in casa.

Appena rientrai andai in camera dove trovai Arianna che ancora dormiva, come l’avevo lasciata prima di uscire con Harry. La svegliai e le dissi che saremmo andate al mare, così mettemmo il costume e ce ne andammo in spiaggia.
«Che fine hai fatto stanotte Isabelle? Sei rimasta con Kyle?» chiese Arianna mentre andavamo in spiaggia. Avrei dovuto chiamare Kyle per chiedergli della sorella, decisi intanto di spiegare tutto ad Arianna.
«Tu sei completamente fusa, ma in fondo hai ragione… Però se l’altra sera ti ha baciata, e ieri ti ha portato a casa sua un motivo c’è!» disse Arianna dopo che le raccontai tutto.
«Forse, ma sta comunque con la biondina e, ti giuro, non la sopporto! Adesso scusa un momento chiamo Kyle. » Presi il cellulare e chiamai Kyle chiedendogli come stesse sua sorella, mi tranquillizzò dicendo che era solo febbre un po’ troppo alta, ma che ora stava bene. Mi sentivo in colpa nei confronti di Kyle in un certo senso, ma non avevo fatto niente di male alla fine.
Erano passati tre giorni da quando ero uscita con Harry e mi mandò un messaggio che diceva ‘’Hey Bel ti va di venire da me? Guardiamo un film.. Harry xx’’ Sorrisi leggendo il messaggio e risposi subito di si. Harry disse che sarebbe passato a prendermi alle 7, così mi preparai e alle 6.55 ero pronta. Alle 7 in punto suonarono alla porta e, dopo aver salutato Arianna e Matt, uscii dirigendomi verso la macchina di Harry.
«Ciao Harry!» dissi sorridente mentre salivo in macchina.
«Ciao Bel!» sorrise lui. Il viaggio in macchina fu piuttosto silenzioso, forse non c’era un granché da dire, o forse nessuno dei due aveva voglia di parlare.
Arrivammo in poco tempo a casa e quando entrammo ci dirigemmo subito in soggiorno dove, a mio malgrado, trovammo Zayn seduto sulla poltrona con Perrie sulle gambe.
«Zayn, non doveva partire stamattina? Già è rimasta tre giorni più del previsto penso che sia ora di andarsene…» disse Harry guardando duramente negli occhi Zayn.
«Parte domani mattina, Harry!» disse Zayn leggermente alterato. «Ciao» disse poi rivolgendosi a me con un cenno della testa. Perrie, ancora seduta sulle sue gambe, mi scrutava dalla testa ai piedi. Non avrei retto ancora per molto, quindi rivolgendomi ad Harry chiesi che film avremmo visto. Mise un film che non avevo mai visto e poi si andò a sedere sul divano, mi sedetti accanto a lui e lui mi guardò sorrise e poggiò la sua testa sulle mie gambe quasi sdraiandosi. Mentre guardavamo il film gli accarezzavo dolcemente i riccioli, lanciando ogni tanto un’occhiata ai fidanzatini alla mia sinistra. D’un tratto Harry alzò la testa dalle mie gambe mettendosi seduto.
«Che succede, Harry?» chiesi preoccupata. Lui mi guardò e sorrise, poi mi diede un bacio sulla guancia e si alzò allontanandosi. Tornò dopo poco con un pacco di pop-corn e riprese la posizione precedente.
 «Avevo voglia di pop-corn! Ne vuoi? » annuii e ne presi un po’. «Isabelle perché non ti fermi a cena? Prendiamo una pizza! » disse Harry appena finito il film.
«No!» esclamò Zayn. «Voglio dire, non è il caso… Magari ha da fare, o deve uscire con Kyle» disse imbarazzato per la sua prima reazione, che non sfuggì a Perrie, la quale lo fulminò con lo sguardo.
«Si, ha ragione Zayn… devo andare, buonanotte! » Sorrisi e salutai Zayn e Perrie con la mano, mentre Harry mi accompagnò alla porta.

Zayn’s point of view
Mandai Perrie in camera con una scusa per poter parlare con Harry, da soli.
«Harry perché l’hai fatta venire?» chiesi al riccio.
«Perché non avrei dovuto? E’ mia amica e non mi pare di aver fatto niente di grave, Zayn» rispose lui calmo. Come faceva a non capire? Non capiva quando mi potesse dare fastidio la presenza di Isabelle nella stessa stanza in cui mi trovavo io? E non perché mi stesse antipatica, anzi, non sopportavo di vederla davanti a me, così bella, e non poter pensare che fosse mia. Avrei lasciato Perrie, ne ero sicuro, avrei lottato per rendere Isabelle mia.
«Harry…» provai a dire con un filo di voce, ma poi le parole mi si bloccarono in gola e lasciai la frase in sospeso e me ne andai.

La mattina mi svegliai alle 8 per accompagnare Perrie all’aeroporto. Mancavano pochi minuti alla partenza del suo volo e decisi di parlarle subito.
«Perrie, devo parlarti. Penso che dovremmo smetterla qui, con questa storia intendo. Io non ti amo e non voglio prenderti in giro…» dissi togliendomi un peso che stava diventando davvero, davvero eccessivo.
«Oh, capisco Zayn… Adesso devo andare, il mio volo sta per partire. Mi mancherai » sorrise e mi abbracciò. Non pensavo l'avrebbe presa così, non era da lei. Prese poi la sua valigia e svanì tra la folla. Tornai a casa soddisfatto e fumai una sigaretta.
«Harry mi accompagni a casa di Isabelle?» dissi appena entrai in casa. Harry sbucò dalla cucina con dei guanti e un piatto insaponato in mano. Trattenni a fatica una risata vedendolo in quello stato.
«Da Isabelle? Perché? Cos’hai in mente Malik?»
«Niente Harry! Voglio solo… vederla…» dissi con un filo di voce.
«D’accordo ti accompagno, ma tu falla soffrire e non la passerai liscia, Zayn.» Disse Harry avvicinandosi e puntandomi il piatto contro. Sorrisi all’idea che l’avrei rivista di li a poco e andai a cambiarmi.


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Finalmente ho aggiornato!
Una recensioncina non farebbe male, comunque grazie di cuore a chi segue la storia :')
xoxo Me

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Capitolo 9
*** Happy birthday! ***


Zayn’s point of view
Il tragitto tra casa nostra e la casa di Isabelle non era molto lungo. Una volta arrivati davanti la casa dissi a Harry che sarebbe anche potuto andarsene, io sarei tornato in qualche modo. Presi il cellulare e iniziai a scorrere nella rubrica per cercare il numero di Isabelle mentre mi avvicinavo a casa sua. Ero praticamente davanti al cancello quando sentii delle voci.
«Andiamo tesoro, oggi sei tutta per me!» disse una voce maschile. Mi sembrava di averla già sentita.
«Come sempre!» questa volta a parlare fu Isabelle che alla frase accompagnò una risatina. Sentii dei passi avvicinarsi al cancello cosi mi allontanai nascondendomi dietro un albero. Vidi Isabelle camminare abbracciata a Kyle, si scambiavano tenere occhiatine e baci. Che masochista ero stato. Andare a casa sua con quali speranze? Mi aspettavo che mi accogliesse a braccia aperte dopo che l’avevo quasi cacciata da casa mia? Non so quali fossero le mie intenzioni, sapevo solo che vederla tra le braccia di Kyle mi distruggeva.

Isabelle’s point of view
Ero con Kyle seduta su una panchina quando una ragazza si fermò davanti a noi.
«Hei, ciao Kyle! Come stai? » disse sorridente. Era una bellissima ragazza. Alta, capelli castani e ricci, occhi marroni.
«Ciao Nicole! Tutto bene. Ti presento Isabelle, la mia ragazza.» disse Kyle sorridente. Porsi la mano destra a Nicole e lei la strinse sorridendo.
«Finalmente ci conosciamo, Kyle mi ha parlato molto di te! » arrossii lievemente per quelle parole.
«Che ne dici di venire a prendere un gelato con noi, Nicole?» disse Kyle dopo un po che parlavamo, lei accettò volentieri e ci avviammo alla gelateria piu vicina. Mi piaceva questa Nicole, sembrava una tipa apposto.

Era passato circa un mese e mezzo dal mio arrivo in America e già moltissime cose erano cambiate. Avevo un ragazzo fantastico, avevo conosciuto i miei idoli, e avevo accanto a me la mia migliore amica e il mio adorato fratellone. Era il giorno del mio compleanno e mi svegliai grazie alla luce che penetrava dalle tapparelle. Mi stiracchiai un po e mi misi seduta appoggiandomi alla testiera del letto. Arianna non c’era, probabilmente era uscita con Nate. Controvoglia mi alzai e andai in cucina a sgranocchiare qualcosa. Guardai l’orologio, erano le 11.30, incrociai le braccia sul tavolo e ci poggiai la testa sopra. Sentii la porta aprirsi e vidi Arianna che entrava.
«Ah buongiorno! Alla buon’ora!» disse sorridente. La guardai dalla testa ai piedi e vidi che indossava una tuta. Sgranai gli occhi e lei notando la mia sorpresa disse «Si, sono andata a correre. Adesso mi cambio e esco con Nate. Ci vediamo nel pomeriggio!» Poi scomparve su per le scale. Dopo 10 minuti la vidi uscire sorridente. Possibile che la mia migliore amica si fosse scordata del mio compleanno? Si, possibile. Feci una doccia e passai il resto della giornata sul divano. Provai a chiamare Kyle più volte ma c’era la segreteria, così provai con Harry ma non rispondeva nemmeno lui. Fui tentata di chiamare Zayn, ma non lo feci. Feci l’ultimo tentativo con Kyle e finalmente rispose.
«Ciao bellissima!»
«Kyle, finalmente! E’ tutta la mattina che ti chiamo!»
«Scusa, sono molto incasinato con il lavoro. Ti richiamo più tardi! » e chiuse la chiamata. Bene, isolata dal mondo il giorno del mio diciottesimo compleanno.
Erano le sei del pomeriggio quando tornò Arianna.
«WOW chi si rivede! » dissi scocciata. Arianna mi fisso e mi fece segno di seguirla, entrò nella nostra stanza e tirò fuori una busta dall’armadio.
«Metti quel vestito, stasera usciamo. Solo io e te!» Disse Arianna, che poi mise della musica allo stereo e uscì dalla stanza. Continuai a fissare il punto dal quale era uscita Arianna. Mi voltai e guardai il vestito. Era stupendo, davvero stupendo! Era un tubino nero con una fascia in vita rossa. Lo indossai subito, poi mi diressi verso il bagno per truccarmi e pettinarmi, ma Arianna mi bloccò dicendomi che ci avrebbe pensato lei. Dopo una ventina di minuti ero pronta, mancavano solo le scarpe.
«Ari che scarpe metto?» corse in camera e prese una scatola sotto il letto.
«Tieni queste..» Erano perfette, delle decolté rosse. Aprii un’anta dell’armadio e guardai la figura riflessa. I boccoli scuri incorniciavano alla perfezione il viso non troppo truccato, con appena un filo di matita nera e le labbra di un rosso vivo. Il vestito slanciava alla perfezione il corpo longilineo e i tacchi donavano quella poca altezza che rendeva l’insieme uno splendore.Quasi non mi riconoscevo in tanta bellezza.
«Sei perfetta, Bel» sorrise Arianna.
«Anche tu non scherzi eh!» Il vestito blu che indossava le calzava alla perfezione. Le gambe sembravano ancor più slanciate con quei tacchi e i folti capelli ricci e neri contornavano il viso illuminato da un velo di lucidalabbra e un po’ di mascara.
«Ma smettila!» disse accompagnando una risata «Adesso scusami ma devo fare una cosa, girati.» la guardai storto e mi voltai, dopo un paio di secondi sentii una fascia di tessuto nero cadermi sugli occhi oscurandomi la visuale.
«Mi stai bendando?» chiesi allarmata.
«Sta’ tranquilla. Dammi la mano e vieni con me» disse con fare rassicurate. Così presi la sua mano e mi lasciai trascinare. Scendemmo le scale e poi ci fermammo. Arianna mi lasciò la mano e sentii il rumore dei suoi tacchi passarmi dietro. Tre secondi dopo mi tolse la benda.
«Sorpresaaa» urlarono tutti in coro. Mi guardai intorno con le lacrime agli occhi.
«Davvero pensavi che mi sarei dimenticata del tuo compleanno?» mi sussurrò Arianna all’orecchio mentre ancora fissavo incredula la stanza. Mi girai e l’abbracciai fortissimo sussurrandole un ‘’Grazie’’. C’erano una ventina di persone in tutto, iniziai a salutare tutti. C’erano le mie cugine Harper e Lucy,  zia Julie, Monique e Sophie, zia Jade, e appena le vidi corsi ad abbracciarle. Non vedevo le mie cugine da molto tempo. Avevo passato con loro le mie estati da piccola, con le mie cugine, tranne che con la piccola Sophie di soli due anni. Volevo loro un gran di bene. Andai da mamma, papà e Matt.
«Buon diciottesimo compleanno cucciola!» dissero, io sorrisi e li abbracciai. Andai poi da Kyle che mi lasciò un dolce bacio sulle labbra per poi abbracciarmi. Poggiò la sua fronte sulla mia e mi guardò negli occhi.
«Non mi sarei mai dimenticato del tuo compleanno, piccola mia» disse quasi in un sussurro. Sorrisi e lo baciai, poi continuai a salutare gli invitati.
«Hei diciottenne, non ci saluti?» sentii dire alle mie spalle. Mi girai e vidi davanti a me Harry, Liam, Louis, Niall e, immancabilmente, Zayn.
«Ragazzi! Ma che ci fate qui?» chiese sorridente.
«Li ho chiamati io, bella!» Disse Arianna spuntando alle mie spalle insieme a Nate. Sorrisi e le schioccai un bacio sulla guancia. La festa continuò tra musica, cibo e bevande. Stavo giocando con la piccola Sophie quando qualcuno si avvicinò.
«Ciao piccolina!» disse Zayn rivolgendosi a Sophie. La bimba gli sorrise e poi lui si rivolse a me. «Buon compleanno Isabelle..» mi sorrise. Sentii qualcosa nello stomaco, come un crampo.
«Grazie Zayn» dissi sorridendo.
«Senti, lo so che sei arrabbiata con me. Vorrei chiarire…» disse con tono dispiaciuto. Non risposi, cosi continuò a parlare. «Magari domani potremmo vederci, che ne dici?» Annuii semplicemente, poi mi allontanai con Sophie in braccio.

«Bel ma tu conosci li conosci?!» mi chiese Harper indicando Harry che parlava con Liam e Louis.
«Bè si, è una lunga storia!» sorrisi. Promisi ad Harper che le avrei raccontato tutto se ci fossimo viste un giorno di quelli. La festa era giunta al termine, eravamo rimasti solo io, Arianna e Matt.
«Matt perché mamma e papà dormono da zia?»
«Hanno tutta la loro roba li; Dove pensi che abbiano dormito stanotte?» rispose Matt con tono ovvio. Guardai la stanza, non era ridotta malissimo quindi decisi di sistemare un po’ il disordine. Nel giro di una mezz’oretta finii, tornai in stanza e caddi in un sonno profondo in pochi minuti.

Venni svegliata dal rumore del campanello che qualcuno insistentemente suonava. Guardai l’orologio sul mio comodino. Erano le 11, Matt era a lavoro e Arianna non dava segno di alzarsi. Controvoglia mi alzai dal letto e ancora assonnata mi avviai alla porta, per poco non caddi per le scale.
«Buongiorno!» disse Zayn sorridente appena aprii la porta. Sbarrai gli occhi e realizzai di essere in “tenuta da notte”, il che equivaleva a dire slip e canottiera.
«Ciao.. Vieni, mettiti in salotto, io … » dissi impacciata e gesticolando.
«Si ho capito, va a vestirti. Io ti aspetto qui! » rispose ridendo Zayn. Sorrisi e andai a fare una doccia. Mi vestii in fretta e scesi in salotto dove mi aspettava Zayn. Uscimmo e ci dirigemmo silenziosamente ad un bar vicino a fare colazione. Si creò un silenzio imbarazzante che nessuno dei due sapeva come colmare. Mi persi nei suoi occhi dorati tanto quanto basta a memorizzarli per portarli sempre con me. Stavo sorseggiando il mio caffè quando finalmente parlò.
«Ho rovinato tutto con quel bacio non è vero?» Mi limitai a fissarlo senza battere ciglio e lui continuò. «Ho … lasciato Perrie» Quelle sue parole mi stupirono ma non lo diedi di certo a vedere.
«Mi dispiace, perché?» Forse fu il “mi dispiace” più falso della mia vita, ma non mi interessava.
«Non la amo, non l’ho mai fatto e forse non mi è mai nemmeno piaciuta davvero.» parlava serio facendo spostare ripetutamente e bruscamente i suoi occhi tra i miei e il suo caffè.
«A cosa è dovuto questo lampo di genio, Zayn?» cercai di rimanere fredda e distaccata, ma dentro di me sapevo che non avrei retto a lungo il suo sguardo, il suo modo di inumidirsi le labbra prima di parlare facendoci scorrere velocemente la lingua sopra, o semplicemente il suono melodioso della sua voce. Continuava a far passare da una mano all’altra il suo caffè nervosamente cercando ora di evitare il mio sguardo. Dopo un po fece un sospiro e iniziò a parlare.
«A te, Isabelle. Sei tu che mi hai fatto capire realmente ciò che provo e che provavo, ecco… » rimasi in silenzio in attesa che continuasse spiegandomi il significato delle sue parole. «Sei da subito entrata nel mio cuore, non so perché ma dalla prima volta che ti ho vista avevi qualcosa di … speciale! Non ti ho detto subito chi fossi perché pensavo che sapendolo saresti cambiata, ma non lo hai fatto. Vedere i tuoi occhi o il tuo sorriso è qualcosa di eccezionale, mi fa stare bene, ma sei anche la persona che mi fa stare male; vederti con Kyle mi distrugge. » Sentivo gli occhi bruciare, e un nodo in gola diventare sempre piu grande, quasi da volermi togliere il respiro.
«Zayn, io… non so cosa dire» risposi « Se solo tu sapessi…» questa volta parlai piano, quasi in un sussurro, quasi a non volerglielo far sentire.
«Sapessi cosa?» chiese Zayn incuriosito che aveva evidentemente sentito. Esitai a parlare, non volevo che sapesse tutto ciò che provavo per lui, ma non potevo continuare a tenermelo dentro. Iniziai a parlare fissando le mie mani.
«Se solo sapessi quello che provo per te, se solo sapessi che un tuo sguardo è capace di uccidermi, che un tuo sorriso mi paralizza e che il tuo profumo è come una droga. Se solo sapessi che la tua voce, la tua risata sono le melodie più splendide che abbia mai sentito. Se solo..» Mi bloccai e lo guardai negli occhi, vidi un sorriso aprirsi sul suo volto. Si avvicinò pericolosamente a me, sentivo il suo respiro sulla mia pelle, mise una mano dietro la mia nuca e poggiò delicatamente le sue labbra sulle mie, quasi solo a sfiorarle. Sapevo che mi sarei dovuta allontanare, ma il mio corpo era immobile. Gli lasciai un dolce bacio e poi mi allontanai. «Non intendevo proprio questo, ma diciamo che va bene…» sorrisi. « Però Zayn, tra noi non può funzionare. Sei una star internazionale, non avresti mai tempo per me.» Lui mi guardò prima confuso, poi quella smorfia si trasformò in un sorriso rassicurante. Uno di quei sorrisi in cui ti saresti potuta perdere.
«Troverei sempre e comunque del tempo per te! » Sorrisi e lo abbracciai, lui mi diede un bacio in fronte e mi accarezzò una guancia dolcemente. Uscimmo dal bar e facemmo una passeggiata ridendo e scherzando, come la prima passeggiata che facemmo insieme sulla spiaggia.
«Isabelle, questo è il mio regalo di compleanno per te, ieri non sono riuscito a dartelo» sorrise mentre estraeva dalla tasca dei suoi pantaloni una scatolina nera. Sorrisi a mia volta e la aprii, vidii una collanina con il ciondolo a forma di cuore. La tirai fuori dalla scatolina e la osservai, al centro del cuore c’era un brillantino, il ciondolo si rigirò tra le mie mani e vidi una scritta sul retro. Zayn aveva fatto incidere sul cuore la scritta “20 giugno”, cioè il giorno in cui ci incontrammo per la prima volta. Per una frazione di secondo dimenticai di respirare, poi guardai Zayn che mi guardava con un sorriso compiaciuto e imbarazzato. «Ehm, ho pensato che magari ti avrebbe fatto piacere portarmi sempre con te..» gli diedi un piccolo bacio tra la guancia e le labbra e lo ringraziai.
Stavo per rientrare a casa quando mi voltai e guardai Zayn che aspettava che varcassi la soglia.
«Devi darmi il tempo di parlare con Kyle, ferirlo è l’ultima cosa al mondo che voglio…» lui sorrise comprensivo e annui per poi sparire per il vialetto, non prima di avermi posato un piccolo bacio sulle labbra.



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Capitolo 10
*** Everything's gonna be alright ***


Arianna era uscita con Nate, mi aveva lasciato un biglietto. Andai in stanza e iniziai a guardare gli oggetti che si trovavano sulla scrivania, i miei regali del compleanno. Vidi gli orecchini che mi aveva regalato Nicole, il computer che mi avevano regalato i miei genitori, il peluche con al collo i biglietti per il backstage del concerto che mi avevano regalato i One Direction, poi mi soffermai a guardare il bracciale d’oro con il mio nome sopra che mi aveva regalato Kyle. Avrei dovuto parlargli, non sapevo dove trovare la forza ma avrei dovuto farlo. Presi il telefono decisa a chiamarlo per incontrarci, iniziai a scorrere lenta per la rubrica. Mi soffermai sul suo nome e continuai a fissarlo, non riuscii a far partire la chiamata. Gli mandai un messaggio che diceva “ Ehi, passi più tardi da me? xx”.
Erano le sei del pomeriggio quando sentii qualcuno bussare alla porta, sicura che fosse Kyle andai ad aprire. Lo vidi davanti a me e sorrisi, lo feci accomodare in salotto e mi sedetti accanto a lui.
«Kyle, devo parlarti …» non mi uscivano le parole di bocca, non potevo far soffrire Kyle, il mio migliore amico da sempre, il mio ragazzo.
«C’è qualcosa che non va, Bel?» mi guardava con quegli occhioni dolci preoccupati, non riuscii a dirgli la verità. Mi limitai a sorridere e scuotere il capo in segno di negazione per poi dargli un bacio sulla guancia. Gliene avrei parlato, ma non in quel momento, non così.
«Mi chiedevo se ti andasse di uscire a cena» dissi continuando a sorridere, lui acconsentì e passammo la serata insieme. Quando tornai a casa chiamai Zayn.
«Ciao piccola!» rispose dopo un paio di squilli. Appena sentii la sua voce sorrisi, poi mi ricordai quello che dovevo dirgli.
«Zayn, io non ce l’ho fatta.. Non sono riuscita a parlare a Kyle» dissi sinceramente, con tono dispiaciuto.
«Tranquilla, ce ne sarà la possibilità!» rispose lui tranquillo e rassicurante. Riagganciai la chiamata dopo poco e andai in stanza dove c’era anche Arianna.
«Ciao Bel!» Mi salutò appena mi vide con un sorriso a 32 denti.  Ricambiai il saluto con un abbraccio che nascose una piccola lacrima che scivolò forse per confusione o nervosismo. Decisi di accendere il computer e andai a cambiarmi mentre Arianna navigava in rete, quando sentii urlare il mio nome. Corsi velocemente in camera e vidi Arianna che mi fissava con gli occhi sbarrati.
«Che succede?» chiesi preoccupata. Lei guardò il computer e poi lo girò in modo tale che io potessi vedere lo schermo. Non avrei mai voluto vederlo. C’erano le foto di me e Zayn quella mattina. In una foto ci stavamo baciando al bar, sorrisi al pensiero, poi realizzai.
«Che significa questo?» chiese Arianna con tono sorpreso, felice ma anche rimproverante. Abbassai lo sguardo e mi sedetti.
«Devo raccontarti cosa è successo oggi…» Raccontai per filo e per segno tutta la mia giornata ad Arianna che rimase sconvolta, piacevolmente. «Penso dovrei chiamare Zayn, aspetta…» . Presi il cellulare e chiamai Zayn mentre continuavo a guardare le foto su internet, sorridevo davanti ad una foto in un pc, come avevo fatto per mesi, ma questa volta era diverso. Questa volta sorridevo perché in quelle foto c’ero anche io. Poi pensai a Kyle e mi venne un nodo in gola, le aveva già viste? Cosa ne aveva pensato? Mi odiava?
«Le hai viste vero? Non fare caso a quello che scrivono, lo fanno sempre…» quando mi disse cosi capii che non avevo nemmeno letto cosa la gente pensasse. Così iniziai a leggere, cosa che non avrei mai dovuto fare. Gli insulti e i commenti negativi erano tantissimi, sentii le lacrime agli occhi, ma non piansi, non era il momento.
«Si le ho viste ed ho letto, ma non mi importa. A te non creerà problemi tutto questo?» chiesi con la voce tremante.
«No tranquilla, si risolverà.. Tu con Kyle come farai? Se le vedesse…» Non continuò la frase interrotto dal mio pianto che non ero riuscita a bloccare.  «Hei Bel non piangere, per favore!» Cercai di calmarmi, ma Zayn interruppe bruscamente la chiamata con un  “20 minuti e sono li”.
Spensi il computer e andai a sdraiarmi sul letto con Arianna che mi abbracciava. Continuai a piangere per un po’, poi mi calmai. Arrivò Zayn poco dopo e Arianna lo fece entrare senza far svegliare Matt. Appena Zayn entrò nella mia stanza mi alzai dal letto e lui si avvicinò abbracciandomi.
«E’ tutto cosi complicato, è successo così in fretta…» singhiozzai sul suo petto bagnandogli la maglietta nera. Il suo respiro regolare e il suo profumo mi tranquillizzarono in po'. Mi prese il mento tra pollice e indice costringendomi a guardarlo negli occhi.
«Stai tranquilla, si sistemerà tutto!» disse rassicurante. Si sedette sul mio letto e tirandomi per la mano mi fece sedere in braccio a lui. Mi accarezzava dolcemente i capelli, dopo un po’ mi addormentai con la testa appoggiata nell’incavo del suo collo cullata dalle sue carezze e dal suo profumo.

Zayn’s Point of view
Isabelle si era addormentata su di me, non volevo svegliarla così aspettai che il suo sonno diventasse più profondo e poi la sdraiai sul letto mettendomi accanto a lei e cingendole i fianchi con le braccia, poco dopo mi addormentai anche io.
Il mio sonno venne interrotto da qualcuno che bussava alla porta. Isabelle e Arianna dormivano, quindi pensai che avrei dovuto aprire io la porta. Senza nemmeno accorgermene mi ritrovai con la mano sulla maniglia, la girai e aprii la porta lentamente. Trovai davanti a me Kyle.
«Già ha portato il nuovo fidanzatino a casa quella puttana?!» disse con uno sguardo colmo di rabbia. Aveva evidentemente visto le foto, continuava a guardarmi con disprezzo, quasi odio.
«Kyle, lei ti avrebbe spiegato tutto…» quasi non feci in tempo a finire la frase che mi piazzò un pugno in faccia.
«Sei un bastardo!» urlò «Dov’è Isabelle? Devo parlarle!» disse poi avviandosi verso le scale per raggiungere la sua camera da letto. Lo raggiunsi velocemente e vidi Isabelle che, svegliata dall’urlo, apriva la porta della sua stanza, seguita da Arianna.
«Che succede?» chiese Isabelle confusa.
«Ah, eccola la santarellina! Ti sei divertita in questi due mesi a prendermi in giro?» le gridò Kyle contro.
«Non ti ho mai preso in giro Kyle! Sono stata con te perché volevo starci.» rispose Isabelle con tono pacato e dispiaciuto.
«Ma smettila! Hai sempre amato lui, pensi che non me ne sia mai accorto? Semplicemente ho cercato di farti provare per me quello che provi per lui, ma a quanto pare non ci sono riuscito» disse Kyle per poi girarsi in direzione dell’uscita, guardandomi per l’ultima volta sprezzante.
«Kyle, aspetta…» Isabelle prese Kyle per un braccio e lo tirò verso di se, erano fin troppo vicini. «Non voglio che questo sia un addio, Kyle. Promettimi che non sarà un addio!» disse con le lacrime agli occhi. Lui accennò un sorriso, le accarezzò una guancia e mi lanciò l’ennesimo sguardo pieno d’odio.
«Non lo sarà se tu non vuoi» disse Kyle per poi avvicinare pericolosamente i loro volti. Le loro labbra stavano per sfiorarsi, non ci vedevo più dalla rabbia. Lei ora era mia, non avrebbe dovuto baciare lui, eppure si alzò sulle punte e gli lasciò un bacio. A quella visione mi girai e andai in bagno sbattendo la porta. Come poteva non capire quanto potesse farmi male anche un semplice bacio? Poggiai le mani sul lavandino e rimasi a fissare il mio riflesso sullo specchio. Dopo poco sentii bussare alla porta.
«Zayn, sono Isabelle…» non risposi, semplicemente mi avvicinai alla porta e la aprii piano. La vidi davanti a me con i capelli raccolti in un ciuffo disordinato e gli occhi ancora un po’ gonfi per il pianto della notte precedente. «Scusa Zayn, è stato… l’ultimo bacio. Non potevo permettere che mi odiasse»
«Non fa niente, è tutto ok…» dissi prendendo la sua mano e intrecciando le nostre dita. Sorrise e mi abbracciò. «Ti va di uscire?» le chiesi mentre eravamo ancora abbracciati, ci fu un attimo di silenzio poi rispose.
«No!» disse fin troppo aggressivamente «Voglio dire, non… non mi sento bene» cercò di trovare una scusa plausibile. Avevo capito perché non voleva uscire, non voleva che altri paparazzi ci fotografassero. Aveva detto che non le importava del giudizio della gente, ma sapevo che non era cosi. Comunque, avrei messo a tacere tutti i pettegolezzi su di noi.
«D’accordo. Potremmo andare a casa mia però» proposi sorridente. Lei accettò e andò a cambiarsi. Intanto andai in cucina e presi un bicchiere d’acqua, vidi arrivare Arianna.
«Hei!» salutò lei abbozzando un sorriso. Ricambiai con un sorriso. «Cosa provi per lei, Zayn?» mi chiese tutto d’un tratto. Quella domanda mi spiazzò, non ci avevo mai pensato realmente. Mi sentivo protettivo nei suoi confronti, appena la vedevo istintivamente spuntava un sorriso sulle mie labbra e anche solo pensare a lei non mi faceva più ragionare, ma non sapevo a cosa attribuire tutto questo.
«Io… Io non lo so, non ci ho mai pensato» dissi sinceramente. Arianna annuì.
«Solo una cosa, non farla soffrire, almeno provaci. Non immagini quanto… Beh niente» uscì dalla cucina in fretta lasciando la frase a metà. Ero confuso, ma farla soffrire era l’ultima delle mie intenzioni.
«Sono pronta, andiamo?» spuntò Isabelle sorridente dalla porta. Annuii e uscimmo di casa. Avevo chiamato Harry e ci aspettava in macchina. Mi stavo facendo scarrozzare un po’ troppo in giro da Harry ultimamente, sorrisi pensandoci. Salimmo in macchina e Isabelle diede un bacio sulla guancia ad Harry.
«Buongiorno piccola!» sorrise lui. «Quindi adesso voi due… state insieme?» sorrise malizioso.
«Così pare» rispose Isabelle sorridendo. Harry si girò verso di me e mi lanciò un’occhiata.
«Ricorda cosa ti ho detto» disse quasi sussurrando. Ricordavo le sue parole, ancora mi rimbombavano in testa “Falla soffrire e non la passerai liscia”. Non capivo perché tutti mi dicevano la stessa cosa, o forse loro non capivano che non lo avrei mai fatto.

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Capitolo 11
*** I love you ***


Isabelle point of view
Era una giornata afosa, era quasi finito agosto ed ero in spiaggia con Arianna. Zayn era allo studio di registrazione con i ragazzi e probabilmente ci avrebbe raggiunto più tardi.
«Isabelle, tra qualche settimana comincia la scuola, l’ultimo anno… a Roma» disse Arianna mentre ci asciugavamo. Cercava di mettermi davanti alla realtà, la più crudele, quella che temevo di più.
«Lo so, ci ho gia pensato» dissi triste.
«Come farai con Zayn?» chiese dopo una piccola pausa. Avevo pensato anche a quello, ma ancora non avevo trovato una soluzione. Non volevo perderlo, non ora che lo avevo appena trovato.
«Non lo so Ari, non lo so» Mi bruciavano gli occhi al solo pensiero di non vederlo più. Come avrei potuto non vedere mai più quegli occhi magnifici, non sentire più il suono della sua risata, non vedere più il suo sorriso smagliante, non tenere più la sua mano nella mia. Mentre pensavo a tutto questo mi arrivò un messaggio sul telefono, era Zayn e diceva che saremmo andati a cena fuori. Tornata a casa mi preparai, fui pronta giusto in tempo per l’arrivo di Zayn.
«Ciao piccola» disse schioccandomi un bacio dolce sulle labbra, poi mi prese per mano e ci dirigemmo all’uscita urlando un saluto frettoloso a Matt e Arianna.
«Dove andiamo?» chiesi mentre camminavamo mano nella mano.
«Un ristorante vicino casa mia» disse continuando a sorridere, cosa che faceva da quando era arrivato a casa mia. Amavo quel dannato sorriso, quel sorriso capace di farmi perdere i sensi. Arrivammo al ristorante, era un ristorantino piccolo ma di classe. Gustammo la cena e poi andammo a fare una passeggiata.
«Ti ricordi che giorno è oggi?» disse Zayn. Ci pensai un attimo, ma senza risultati perché avevo perso la cognizione del tempo durante l’estate. Lui se ne accorse e continuò a parlare. «Precisamente un mese fa la mia vita è cambiata totalmente, un mese fa sei diventata la mia ragazza. Un mese fa ho iniziato a vivere, ma vivere davvero! Sei la cosa più bella che potesse capitarmi, mi hai completamente stravolto la vita.» Sentivo gli occhi lucidi, avevo lo stomaco sottosopra e un nodo alla gola. Rimasi completamente sconvolta da ciò che mi disse.
«Sei meraviglioso Zayn, davvero» furono le uniche parole che riuscii a pronunciare, poi gli saltai al collo e lo baciai.
«Dormi da me? I ragazzi sono fuori oggi» disse lui, io semplicemente annuii. Arrivammo dopo poco a casa sua, entrai prima io e andai in salotto, Zayn mi seguì. Da dietro di me sentii le sue mani posarsi sui miei fianchi, poggiò il suo volto sulla mia spalla e iniziò a baciarmi lentamente il collo. Mi girai, rimanemmo a guardarci negli occhi per un paio di secondi poi lentamente ci avvicinammo l’uno all’altra e le nostre labbra si sfiorarono in un dolce e leggero bacio. Il bacio diventò man mano più passionale, intrecciai le mani nei suoi capelli e lui fece lo stesso posandone però una sul mio fianco. La mano posata sul mio fianco salì piano lungo la mia schiena per poi slacciare la zip del mio vestito, cercò di sfilarmelo ma lo fermai. Senza smettere di baciarci ci dirigemmo in camera di Zayn. Lui chiuse la porta alle sue spalle e mi fece sedere sul letto. Lento si adagiò su di me facendomi così sdraiare sotto il suo corpo. Sbottonai la sua camicia e gliela sfilai, la stessa cosa fece lui con il mio vestito.
«Isabelle» disse Zayn staccandomi da me con il respiro affannato. «Ti amo» Quelle due parole fecero scoppiare dentro di me i fuochi d’artificio. Era la prima volta che me lo diceva.
«Ti amo anche io Zayn, l’ho sempre fatto.» dissi per poi baciarlo di nuovo. Il silenzio di quella notte fu colmato dai nostri respiri veloci, gemiti e ansimi che rimbombavano in quella stanza piena d’amore. Fu la notte più bella della mia vita.

La luce che filtrava dalla finestra mi svegliò, aprii lentamente gli occhi e vidi Zayn accanto a me che mi guardava accarezzandomi piano. Gli diedi un bacio sul petto, che era la parte del suo copro più vicina alla mia bocca.
«Grazie» fu l’unica parola che pronunciò. Risi piano e lo guardai negli occhi.
«Per cosa?» sussurrai.
«Per tutto.» Mise una mano dietro la mia nuca avvicinando cosi i nostri volti e baciandomi. Lo abbracciai e rimanemmo cosi per un po’. Il suo profumo era ancora sul mio corpo, era qualcosa di eccezionale. Sentivo il suo respiro sulla pelle e il suo battito regolare mi cullava. Decidemmo di andare a fare colazione, indossai la biancheria e presi la camicia di Zayn della sera precedente, un classico, e andammo in cucina. Presi un bicchiere e versai del succo, poi mi sedei a tavola bevendolo lentamente, nel frattempo Zayn beveva del latte. Finito il mio succo andai verso il lavandino per lavare il bicchiere, venne anche Zayn che aveva finito la sua colazione e facendomi appoggiare al bancone del lavandino mi baciò. Un colpo di tosse interruppe quel bacio.
«Avevi detto che non c’era nessuno a casa» sussurrai allontanandomi da lui. Zayn sorrise grattandosi la nuca impacciato. Lo guardai con rassegnazione e sorrisi.
«Spero di non aver interrotto niente, ma comunque penso che stanotte vi sia bastata..» disse Louis malizioso facendo l’occhiolino a Zayn. Avvampai di colpo pensando alla notte passata e al fatto che Louis ne fosse a conoscenza.
«Non hai interrotto niente, tranquillo Tommo» sorrisi debolmente e andai in camera.

Stavo mettendo un po’ d’ordine nella stanza di Zayn quando il mio telefono iniziò a squillare. Lo presi da sopra il comodino e risposi senza nemmeno preoccuparmi di chi fosse.
«Si può sapere che fine hai fatto?» disse Matt prima che io potessi parlare. Era arrabbiato si sentiva dal tono della sua voce.
«Sono a casa di Zayn…» risposi con tono di voce basso.
«Avresti potuto avvisare! Sei stata fuori casa tutta la notte senza fare nemmeno una telefonata. Torna subito qui!» urlò attaccandomi poi il telefono in faccia. Tornai in fretta a casa e appena entrai Matt mi assalì dicendomi di quanto fossi irresponsabile e immatura. Non lo ascoltai nemmeno, era sicuramente solo nervoso per il lavoro o qualcosa del genere. Quando ebbe finito il suo discorso me ne andai in camera mia, tolsi il vestito e andai a fare una doccia. Indossai un pantaloncino e una canottiera e raccolsi i capelli ancora bagnati. Quando tornai in camera trovai Arianna seduta sul letto che aspettava che le raccontassi tutti i particolari della sera precedente.

«Quando hai il volo?» mi chiese Zayn un pomeriggio mentre eravamo accoccolati sul divano di casa mia.
«Tra 4 giorni. Si torna alla scuola, alla quotidianità…» dissi triste abbassando lo sguardo. «Tu quando torni a Londra?»
«La settimana prossima» Perfetto. Tre giorni e sarebbe tutto finito. Non sapevo se sarei riuscita a reggere la distanza, ma soprattutto la domanda che mi ponevo ogni giorno era ‘’continueremo a stare insieme?’’. La risposta cambiava ogni giorno. Dei giorni ero convinta che saremmo potuti restare insieme e vederci una o due volte al mese, altri giorni pensavo che mi avrebbe lasciata. Mi avrebbe lasciata semplicemente perché sarebbe stata una situazione insostenibile.
Il giorno seguente lo passai con LUI. Eravamo a casa sua e stavamo guardando Grease , adoravo quel film.
«Vado a prendere dei pop-corn, ne vuoi?» disse Zayn provando ad alzarsi, senza risultati perché ero appoggiata su di lui. Scossi la testa in segno di negazione e mi spostai lasciando che si alzasse. Tornò dopo un paio di minuti con una ciotola piena e riprese il suo posto. Lo guardai e sorrisi. Cercai di prendere dei pop-corn dalla ciotola ma me lo impedì allontanandola e continuò a mangiare. Allora mi arrampicai su di lui e ne presi una manciata che misi subito in bocca. Si mise a ridere e ne prese una manciata anche lui che, però, lanciò sui miei capelli.
«Questo non dovevi farlo Malik, non dovevi proprio farlo! » Mi alzai svelta e andai in cucina alla ricerca disperata di qualcosa da tirargli. Trovai solo una ciotola vuota vicino al lavandino e la riempii d’acqua. Mi girai di scatto per tornare in salotto, ma non mi accorsi che Zayn mi aveva seguito e che era fermo dietro di me con le braccia incrociate al petto. Mi spaventai e rovesciai la ciotola piena d’acqua addosso a me. Mi guardò perplesso per un attimo rimanendo serio, poi iniziò a ridere come non mai e io mi unii a lui.
«Amore, mi abbracci?» dissi dopo aver posato la ciotola allargando le braccia.
«Non ci penso proprio, pulcino!» disse Zayn continuando a ridere. Lentamente mi avvicinai a lui che intanto indietreggiava, finché non trovò il muro dietro di se. Guardò a destra e sinistra per cercare una via di fuga, evidentemente impossibile. Continuai ad camminare verso di lui fin quando ad un centimetro da lui mi alzai sulle punte e avvicinandomi al suo orecchio sussurrai.
«Sei in trappola» Lo abbracciai con i vestiti fradici e lui iniziò a farmi il solletico per farmi staccare, ma strinsi sempre di più la presa cercando di non contorcermi ridendo. «Smettila per favore, non respiro!» dissi continuando a ridere quando mi prese in braccio e mi portò sul divano senza smettere di farmi il solletico.
«E io cosa ci guadagno?» disse ridendo.
«Tutto quello che vuoi, ma basta! Ti prego!» Era a cavalcioni su di me, smise di farmi il solletico e sorrise.
«Resta con me, non partire. Vieni con me a Londra.» disse serio.
«Non immagini quanto vorrei, ma… non posso, Zayn» Mi alzai e gli diedi un bacio sulla guancia.

Quegli ultimi tre giorni passarono in fretta, come quei tre mesi del resto. Stavo finendo di preparare gli ultimi bagagli insieme ad Arianna. Zayn ci avrebbe accompagnato in aeroporto insieme a Matt. Uscii dalla casa con la mia valigia e i due borsoni guardandomi indietro per l’ultima volta e salii in macchina. Arrivammo dopo poco in aeroporto dove Zayn ci stava aspettando. Mancava mezz’ora all’imbarco, l’ultima mezz’ora da passare con LUI. Mi avvicinai lentamente e lasciai i bagagli a terra. Sorrise debolmente e mi abbracciò.
«Zayn..» sussurrai sul suo petto cercando di soffocare le lacrime che volevano uscire. Mi allontanò da lui e alzò il volto in modo da obbligarmi a guardarlo negli occhi.
«Hey, guardami.. Ci rivedremo presto, promesso» disse baciandomi in fronte. Amavo quando lo faceva, mi faceva sentire la sua bimba, mi faceva sentire protetta.
«Promettimi che non mi abbandonerai, che anche se saremo lontani sarai con me» dissi.
«Te lo prometto» Annuii e lo strinsi forte a me per un tempo non definito. Quella mezz’ora passò velocemente.
«Ciao fratellone, ci vediamo a Natale!» dissi abbracciando Matt mentre ci dondolavamo a destra e sinistra. Poi andai di nuovo da LUI.
«Ti amo, non te lo dimenticare mai» disse per poi baciarmi. Chissà quanto mi sarebbero mancate le sue labbra.
«Ti porto sempre con me, lo sai» dissi prendendo tra le mani il ciondolo che mi aveva regalato al compleanno. «Ti amo» lo salutai e mi avviai con Arianna verso l’aereo. Sull’aereo mi addormentai quasi subito e mi svegliò Arianna 8 ore dopo, quando eravamo già a Roma. Mi era mancata la mia città, non posso negarlo, ma tornare a tutto questo mi metteva infinita tristezza. Io e Arianna abitavamo vicine, venne mia mamma a prenderci in aeroporto e dopo aver accompagnato Arianna, andammo a casa. Mamma mi disse che papà sarebbe stato due o tre settimane a Roma per sistemare degli importantissimi affari di lavoro, ero felice di poter passare finalmente del tempo con entrambi i miei genitori, era la quotidianità che mi mancava e mi spaventava allo stesso tempo.


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Capitolo 12
*** Please, go away. ***


Erano passate due settimane dal mio rientro in Italia. Sentivo Zayn ogni giorno, era tornato da una decina di giorni a Londra e i ragazzi avevano iniziato a promuovere il nuovo album. La scuola era iniziata da una settimana, sentivo già la malinconia nell’aria perché con la fine del liceo si stava concludendo una parte della mia vita. Quel giorno quando tornai a casa trovai i miei genitori a casa che mi aspettavano, cosa che non succedeva quasi mai.
«Hey, è successo qualcosa?» chiesi sorridendo mentre posavo lo zaino in un angolino del salotto.
«Dobbiamo parlarti, Isabelle.» disse mio padre serio sedendosi sul divano e facendomi segno di fare lo stesso.
«Te lo diremo senza troppi giri di parole. Ci trasferiamo » concluse mia madre. Ero confusa, in effetti.
«Mh, bene.. per quanto tempo? E dove?» era capitato in passato che ci trasferissimo per qualche mese da qualche parte, ma non mi era mai pesato particolarmente.
«Isabelle, andremo a vivere definitivamente a Londra. Sono stato trasferito con il lavoro e non c’è modo di rifiutare.» Definitivamente. Londra. Se una parte di me era felice, l’altra voleva morire. Lasciare tutto così all’improvviso. La mia città, la scuola, le mie amiche, Arianna. Londra significava poter stare con Zayn sempre, significava vedere i ragazzi ogni volta che ne avrei avuto voglia.
«Partiamo tra alcuni giorni, sarebbe opportuno se iniziassi a preparare le tue cose.» disse mia mamma vedendo che non parlavo.
«D’accordo ma.. la scuola? Come farò?»
«Farai l’ultimo anno in un college in Inghilterra» I miei genitori avevano già previsto tutto, programmato la mia vita. Non potevo crederci, ma in fondo non potevo impedire tutto questo. L’unica cosa positiva era che conoscevo già la lingua. Mi si riempirono gli occhi di lacrime e corsi verso la mia stanza. Mi buttai a peso morto sul letto e scoppiai a piangere. Il giorno dopo non andai a scuola, iniziai a preparare i bagagli.
«Ari, vieni a casa mia? Devo parlarti.» chiamai Arianna quando uscì da scuola.
«Certo, arrivo!» Non appena arrivò le raccontai tutto. Scoppiò a piangere e mi abbracciò. Non accadeva spesso di vedere Arianna piangere e vederla cosi mi faceva stare ancora più male.
«Tranquilla Ari, ci sentiamo tutti i giorni e ci vediamo presto!» le dissi. Lei annuì asciugandosi le lacrime e poi andò via lasciandomi continuare il trasloco. I vestiti erano già nelle valige, stavo mettendo in uno scatolone gli oggetti a me più cari. Guardai la mia stanza ormai quasi vuota. Rimanevano i mobili e i poster dei ragazzi appesi al muro. Li guardai uno ad uno, avvicinandomi ad ognuno di essi e sfiorandoli piano. Sorrisi ripensando a quando per sentirli con me mi sdraiavo sul mio letto, mettevo le mie cuffiette alle orecchie e rimanevo a guardare i poster, come se fossi su un altro mondo. Li staccai dalle pareti e li misi nello scatolone, li avrei attaccati nella mia nuova stanza.
Il giorno della partenza era arrivato, avevo salutato tutti i miei amici, mi sarebbero mancati tanto, Arianna più di tutti. Nel giro di poche ore fummo all’aeroporto di Londra.
La nuova casa non era molto distante dall’aeroporto e nel giro di 20 minuti arrivammo davanti una deliziosa villetta ricoperta di mattoncini marroni. C’era una porta color mogano e, a destra, un garage con cancello automatico dello stesso colore della porta. Mio padre scesa dalla macchina, datagli in dotazione dal datore di lavoro, e aprì la porta di casa. Era arredata in stile classico, c’erano tre camere da letto, due bagni, un salotto e la cucina molto ampia. Era una casa adorabile. Andai subito in cerca della mia stanza, e non ci volle molto a trovarla. C’era un grande armadio bianco, con letto e scrivania dello stesso colore. Le pareti erano pitturate di blu, un blu tenue, il mio colore preferito. Già amavo la mia stanza. Sistemai qualcosa qua e la, ma non ne avevo voglia, volevo solo vedere i ragazzi. Avevo deciso di non dire niente a nessuno di loro, quindi uscii di casa e andai a Trafalgar square, mio padre mi aveva spiegato come arrivarci. Lungo il tragitto chiamai Harry.
«Hey Harry! MI serve un favore..»
«Ciao piccola, dimmi tutto!»
«Sono a Trafalgar square, mi verresti a prendere?» rimase un momento scioccato ma nel giro di 10 minuti arrivò.
«Che ci fai a Londra?» mi chiese sorridente mentre mi baciava una guancia.
«Una lunga storia, te la racconto dopo. Ora mi porteresti…»
«A casa di Zayn» disse prima che potessi finire la frase scoppiando a ridere, sorrisi anche io. Casa di Zayn era abbastanza vicina, Harry mi disse che aveva le chiavi. Scendemmo dalla macchina e ci avvicinammo alla porta, Harry la aprì e mi fece cenno di entrare. Entrai silenziosamente e mi avviai verso il salotto. Appena varcai la porta lo vidi. Era sul divano, la camicia sbottonata a metà e le labbra morbosamente attaccate a quelle della bionda sdraiata sotto di lui. Volevo fargli una sorpresa, l’aveva fatta lui a me. Lo guardai con disprezzo, avevo paura che le lacrime mi rigassero le guance ma non sentii nemmeno arrivarle agli occhi. Ero paralizzata.
«Mi fai schifo» fu l’unica frase che riuscii appena a sussurrare.
Dopo aver assistito a quella scena mi girai e lentamente mi avviai all’uscita.
«Isabelle aspetta!» sentii la voce di Harry chiamarmi. Una volta uscita fuori il mio passo accelerò e senza accorgermene mi ritrovai a correre per le strade di Londra, senza una metà, senza conoscere la città. Come previsto le lacrime iniziarono a scendere lente e calde lungo le guance. D’un tratto sentii una mano sulla mia spalla, senza girarmi continuai a correre ignorando chiunque mi avesse toccato. La presa divenne più forte e chi mi aveva afferrato riuscì a girarmi. Avevo la vista appannata ma lo riconobbi subito. Mi gettai tra le sue braccia e scoppiai in pianto.
«Piccola, tranquilla. Ci sono io.» disse Harry mentre mi accarezzava i capelli baciandoli piano.
«Perché lo ha fatto, Harry? Perché mi ha illuso per due mesi?» chiesi guardandolo negli occhi. Non mi rispose, semplicemente avvicinò la mia testa al suo petto. Poi mi prese per mano e tornammo davanti casa di Zayn, dove aveva lasciato la sua macchina. Guardai la casa soffermandomi sulla finestra che affacciava nel salotto, poi sulla porta d’ingresso che si spostò lasciando passare qualcuno. Appena lo vidi mi affrettai a salire in macchina ma mi raggiunse e mi afferrò un braccio.
«Lasciami!» gli urlai, ma non successe nulla.
«Fermati, fammi spiegare!» disse lui.
«Per favore, lasciami.» dissi cercando di riprendere la calma chiudendo gli occhi. 
«Bel, ti prego.» Stavo per perdere la pazienza, con forza mi staccai dalla presa e squadrandolo dalla testa ai piedi. «Per favore, aspetta!»
«Zayn, vattene. » disse Harry con tono fermo salendo in macchina. Salii anche io e Harry mi portò a casa. Prima di entrare mi asciugai le lacrime e feci il migliore dei sorrisi. «Hey Bel, domani vieni a cena a casa mia! Ci saranno anche Niall, Louis e Liam» mi disse Harry prima di entrare. Gli sorrisi e annuii, poi entrai in casa e andai in camera mia. Mi addormentai senza cenare continuando a bagnare il mio cuscino. Il giorno seguente sistemai tutte le mie cose nella mia stanza. Ordinai i vestiti nell’armadio in ordine cromatico talmente ero annoiata, poi misi i miei libri sulla libreria e sistemai le foto sul comodino. Una ritraeva me e mio fratello da piccoli, un’altra tutta la mia famiglia e in una cornice più piccola c’era una foto mia e di Zayn scattata da Arianna durante l’estate. Eravamo sul divano, io ero seduta in braccio a lui e ci stavamo baciando. Appena la vidi sentii una morsa allo stomaco e la misi dentro un cassetto. I miei genitori erano fuori casa così per il pranzo mi arrangiai con una mela che trovai nel frigo. Passai il pomeriggio a personalizzare la mia stanza, verso le 7 Harry mi inviò un messaggio “Passo tra 30 minuti a prenderti”. Non mi andava molto di uscire, ma mi avrebbe fatto bene. Indossai dei jeans e una felpa e mi truccai un po’. Fui pronta addirittura 5 minuti prima che arrivasse Harry.
«Ciao Bel! Andiamo» sorrise Harry baciandomi la fronte. Sorrisi anche io e salii in macchina. Casa sua non era molto distante ma il viaggio in macchina fu terribilmente silenzioso. Quando arrivammo già c’erano Niall, Liam e Louis.
«Ciao ragazzi!» urlai saltandogli al collo. Mi erano mancati tantissimo. Louis mi prese per i fianchi e mi fece roteare in aria, quando mi mise giù, Liam mi prese a modi principessa e mi portò sulle gambe di Niall che si era seduto sul divano. Misi le mie braccia intorno al suo collo e lui mi abbracciò. Non la smettevo di ridere.
«Come stai?» mi sussurrò Niall in un orecchio. Lo guardai in faccia e vidi che era serio. Affondai il mio viso nel suo collo e sussurrai.
«Sto bene» La risposta era in evidente contrasto con la mia reazione, ma Niall sapeva comunque come mi sentivo. Mi alzai in piedi e dissi «Allora, quando si mangia?» Scoppiò una risata generale. I ragazzi avevano ordinato le pizze che sarebbero arrivate nel giro di una ventina di minuti. Nel frattempo ci sedemmo sul divano a chiacchierare, io presi posto sulle gambe di Niall.
«Bel, vivrai per sempre qui?» chiese Liam.
«Oh si, mio padre ora è stato trasferito a Londra e io.. bè, io vivo qua. A quanto pare sarò tra i piedi un bel pò!» dissi facendo l’occhiolino.
«E a noi non dispiace, ragazza!» Sorrise Louis. D’un tratto sentimmo suonare il campanello.
«Devono essere arrivate le pizze.. Chi apre?» disse Harry. Ovviamente i ragazzi non vollero scomodarsi.
«Ho capito, vado io, sfaticati.» mi alzai, raggiunsi la porta e la aprii. Appena vidi chi era la lasciai aperta e me ne tornai in salotto. «Non era la pizza.» dissi seccata andandomi a sedere sul divano. Tutti i ragazzi videro Zayn sulla soglia della porta del salotto e lo guardarono come se avessero visto un fantasma.
«Che ci fai qui?» disse Harry alzandosi e andando verso di lui.
«Ero venuto per parlare con te, Harry, ma a quanto pare sono di troppo qui.» disse Zayn spostando gli occhi rapidamente da Harry a me.
«Andiamo di la» Harry si diresse in cucina superando Zayn che lo seguì.

Zayn’s point of view
«Che cazzo ti salta in mente, Zayn? Ti avevo chiesto di non farla soffrire, ma a quanto pare te ne sei fregato.» Harry mi attaccò subito, senza nemmeno lasciarmi il tempo di parlare.
«Harry, io…» dissi guardando a terra.
«Tu cosa? Sentiamo!» era furioso, ci teneva davvero tanto a Isabelle.
«Io non lo so, d’accordo? Non so perché l’ho fatto. Si è presentata a casa mia e mi ha baciato, e io.. non mi sono fermato, ecco.» dissi tutto d’un fiato con la voce tremolante.
«Pensi che sia stupido? So che non è la prima volta. Non è la prima volta da quando siamo tornati che vi vedete. Ho pensato che avresti dovuto parlarle o qualcosa del genere, invece…» Harry era deluso oltre che furioso. “Falla soffrire e non la passerai liscia” mi aveva detto.
«Lei come sta?» chiesi riferendomi a Isabelle.
«Come vuoi che stia? E’ delusa e arrabbiata con se stessa. Pensa di non essere stata abbastanza per te, pensa che sia stata un’ingenua a fidarsi. E’ fragile, ma con te ha deciso di amarti e di lasciarsi amare, almeno lei credeva fosse amore.» Pronunciando quelle parole fu come se Harry mi calpestasse. Avevo fatto una cazzata, ma dovevo rimediare.
«Io la amo, Harry. Per me è tutto nuovo, non ho mai amato qualcuno così. Non posso perderla.» dissi guardandolo negli occhi.
«Lo stai facendo» disse secco per poi uscire dalla cucina e sbattere la porta. La riaprii e uscii, andai verso il salotto e cinque paia di occhi si puntarono su di me. Scorsi quelli azzurro cielo di Isabelle, erano tristi e arrossati a causa del pianto. A causa mia.
«Isabelle…» dissi allungando la mano verso di lei.
«Sparisci, mi fai schifo.» disse distogliendo lo sguardo.
«Possiamo parlare?» feci un paio di passi avanti verso di lei.
«Non ho niente da dirti. Vai a scoparti Perrie invece di parlare con me.»  si alzò e sbattendo con la spalla contro di me uscì dalla casa. Avevo rovinato tutto, ma avrei sistemato le cose. A qualunque costo.


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Capitolo 13
*** I'll never let you go ***


Isabelle’s point of view
Uscii fuori da casa di Harry e mi sedetti accanto alla porta d’ingresso portando le ginocchia al petto. Ripensai alla frase che avevo detto e sorrisi compiacendomi di me stessa. Dopo un paio di minuti vidi la porta aprirsi, ne uscì Zayn e mi alzai di scatto.
«Ciao..» dissi fredda rientrando in casa e chiudendomi la porta alle spalle.

Passò una settimana dal mio arrivo a Londra e arrivò anche il primo giorno di scuola. La mattina mi svegliai alle 6.30 per prepararmi, ben 30 minuti prima che suonasse la sveglia. Mi resi presentabile e, pur essendo presto, mi incamminai verso la scuola. Quando arrivai chiesi informazioni in segreteria per gli orari delle lezioni e le aule. Dopo di che mi avviai a quello che sarebbe dovuto essere il mio armadietto, il 403. Lo aprii e vi lasciai dentro qualche libro che non mi serviva per le lezioni, lo avevo portato per sicurezza. Nel frattempo mi si avvicinò una ragazza.
«Ciao, tu devi essere nuova?» disse sorridente.
«Si, ciao. Mi chiamo Isabelle Hudson»
«Piacere, io sono Melanie. Senti, visto che sei nuova, pensavo che potrei darti una mano ad ambientarti. Ti va?» era una ragazza cordialissima e dolce, subito accettai. In prima ora aveva letteratura, come me, così raggiungemmo l’aula insieme. Avevamo anche le tre ore successive insieme, cosi ne approfittammo per conoscerci un po’. Ero felice di aver conosciuto qualcuno nella nuova scuola, pensai mentre tornavo a casa. Non era stata una giornata particolarmente faticosa, ma mi sentivo comunque molto stanca. Posai la borsa a terra e mi stesi sul letto. Poco dopo sentii che era arrivato un messaggio al cellulare. Hey, ho saputo che hai iniziato la scuola oggi, com’è andata? Zayn xx Non gli risposi, ovviamente.

Un paio di giorni dopo stavo parlando con Melanie mentre uscivamo dal cortile della scuola, stavamo ridendo mentre prendevamo in giro il professore di biologia. Varcata la soglia del cancello la salutai e svoltai a sinistra per raggiungere casa mia quando mi trovai davanti lui, Zayn.
«Hei» mi salutò.
«Ciao, scusa devo andare a casa» dissi superandolo.
«Isabelle, prima o poi dovremmo parlare. Non puoi continuare a scappare.» disse lui avvicinandosi a me.
«Ma io non sto scappando, amore.» dissi sarcastica arrestando il passo. «Sto solo cercando di salvaguardare la tua vita. Sarei capace di picchiarti se ti avvicini di uno solo passo in più» sorrisi.
«Avanti, smettila di fare la ragazzina e ascoltami!»
«Oh, e quindi sarei io la ragazzina? Bè giusto, sono io quella che ha finto di amare qualcuno per due mesi e appena ne ha avuto l’occasione è andata a letto con il suo ex. Hai ragione, sono proprio una ragazzina.» dissi cercando di non urlare per non fare una scenata. Ero certa che se avesse continuato ad avvicinarsi avrei dato di matto.
«Non intendevo dire questo.. » Mi prese una mano e intreccio le nostre dita. Quel contatto mi fece venire i brividi. In effetti mi mancava tenere le sue mani tra le mie, ma pensare che quelle mani avevano accarezzato il corpo di un’altra mi faceva sentire male. «Non voglio che tutto questo finisca.» disse guardandomi negli occhi, sapeva benissimo che se avesse mantenuto il contatto visivo avrei ceduto, così spostai lo sguardo.
«Potevi pensarci prima, non credi?» staccai la mia mano dalla sua. Ricominciai a camminare con lui che mi seguiva a ruota, in cinque minuti arrivammo a casa. Aprii la porta e cercai di entrare senza far passare Zayn, ma con il vecchio trucco del piede tra la porta e il muro, la bloccò. Mi arresi e lo feci entrare. Posai la borsa su una sedia della cucina, presi un bicchiere e bevvi un po’ d’acqua.  Iniziai a piangere, senza nemmeno un motivo.
«Si può sapere che vuoi, Zayn?» dissi voltandomi e cercando di non mostrare le lacrime. «Hai detto che dovevi parlarmi, parlami.»
«Ti prego non piangere, sarà tutto più difficile.» Mi asciugò una lacrima con il pollice. «Ascolta, ho fatto un errore. Sono stato un coglione, non so nemmeno perché l’ho fatto. E’ stato un momento di debolezza»
«Come posso ricominciare a fidarmi di te? Come posso essere sicura che non accadrà più?»
«Ti prego, Bel..» mi prese una mano e la portò al suo petto. Il suo battito era un po’ accelerato e irregolare. «Questo mi succede con te, solo con te. Non mi è mai successo con nessun’altra. E’ una sensazione bellissima quando incroci gli occhi della persona che ami, quando il sorriso di quella persona è rivolto a te, quando sei la ragione della sua felicità. E’ meraviglioso quando la vedi e senti le farfalle nello stomaco, quando sorridi involontariamente al solo pensiero. Hai mai provato tutto questo, Bel?» chiese. Annuii piano, se avessi parlato la voce tremolante mi avrebbe tradito. Era lui la persona per la quale provavo tutto quello.  «E questo è tutto quello che io rischio di perdere ora.» Mi avvicinai a lui e intrecciai la mia mano al suo ciuffetto.
«Non capisci che è quello che rischio di perdere anche io? Ho pensato di averlo perso quando vi ho visti insieme, ho pensato di aver perso te.» dissi guardandolo fisso negli occhi.
«Non mi hai perso, non mi perderai mai.» lentamente avvicinò il suo volto al mio. Le nostre labbra si sfiorarono. Mi spostai e gli baciai l’angolo della bocca. Sorrise, e wow quel sorriso. Mi cinse i fianchi e avvicinò i nostri corpi facendo aderire il mio e il suo alla perfezione, ci completavamo.
«Mi sei mancato.»
Restai stretta tra le braccia di Zayn per 3 minuti buoni. Il mio volto era sul suo petto. Inspiravo quasi egoisticamente il suo profumo, ero a contatto con il calore del suo corpo e il suo respiro lento e regolare mi accarezzava i capelli.
«Mi sento così piccola quando sto con te, ma mi sento protetta tra le tue braccia» mi lasciai sfuggire un pensiero a voce alta. Lui mi guardò confuso e sorrise baciandomi in fronte.
«Ti proteggerò sempre» sorrisi anche io della sua affermazione e mi staccai dall’abbraccio.Dovrebbe smetterla di dire qualcosa che poi non farà pensai.
«Sab, sono a casa» annunciò la voce di mia mamma chiamandomi con quel soprannome che odiavo da sempre. Presi la mano di Zayn e lo trascinai verso l’ingresso, dov’era mia madre. «Oh, non sapevo ci fossero ospiti» disse lei sorridendo a Zayn.
«Salve signora Hudson.» salutò educatamente lui.
«Resti a pranzo, caro?» chiese la mamma.
«No, grazie tante signora. Devo raggiungere i ragazzi per registrare. Meglio che vada.» si congedò in fretta Zayn, avviandosi alla porta. «Domani vengo a prenderti a scuola e stiamo insieme» sussurrò prima di uscire.
«D’accordo, a domani» mi diede un bacio veloce e lo osservai sparire lungo la strada.



Spazio autore

Mi sento infinitamente in colpa per aver messo questo capitolo dopo quasi un mese çç
Chiedo umilmente perdono!
Il capitolo non è molto lungo, ma mi farò perdonare con il prossimo che pubblicherò presto, promesso.
Spero che vi piaccia, comunque.
Colgo l'occasione per ringraziare infinitamente Marika_Alessia, Martiforever, Nicole1D e saretta19999 per aver messo la storia tra le preferite, Cam_AngeloCaduto e Giovybella nelle ricordate e Demi_Cyrus nelle seguite :')
Inoltre, a breve penso di pubblicare una fan fiction su Harry che, sinceramente, mi piace di più di questa lol
Seguitemi su twitter se volete, sono @itszaynsheart
Al prossimo capitolo pellesse! :3
Un bacio, Francesca :)

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Capitolo 14
*** I loved him unconditionally ***


Suonò la campanella dell’intervallo e uscii in cortile andandomi a sedere sotto un albero. Vidi da lontano Melanie avvicinarsi, mi alzai e le andai incontro notando che era con Claire, un’altra compagna di corsi.
«Isabelle, questo pomeriggio io e Claire andremo al cinema.. perché non vieni con noi?» chiese gentilmente Melanie.
«Oh Mel, sei davvero gentile ma devo uscire con il mio ragazzo oggi.. » Oh, no. Avevo detto “il mio ragazzo”. Non potevo uscirmene e dire “Si bè, il mio ragazzo è Zayn Malik. Sai, il cantante di fama internazionale dei One Direction” 
«Mh... e così la nostra Bel è fidanzata! Nemmeno una settimana che sei qui e già fai strage di cuori, piccola Hudson? Dicci, chi è?» mi incintò Melanie.
«Non lo conoscete, è inutile» sorrisi imbarazzata. «Ora devo andare, ci vediamo all’uscita.» dissi allontanandomi dalle due ragazze. Mentre rientravo in classe mandai un messaggio a Jaw, era salvato così nella rubrica, amavo quel soprannome. “Malik, non aspettarmi fuori scuola. Ti spiego dopo, vediamoci a casa mia. Bel xx”
L’ora di letteratura passava più lenta del solito e, nonostante fosse la mia materia preferita da sempre, Mrs Smith riusciva a farmela odiare anche se solo da pochi giorni. Finalmente la lezione finì e mi avviai all’uscita dove, come da programma, trovai Melanie e Claire. Le salutai e mi avviai a casa. Non appena arrivai trovai Zayn seduto sul grandino davanti la porta con una sigaretta in bocca. Indossava dei jeans scuri, una maglia bianca e un giacchetto di jeans, oltre agli occhiali da sole ridicolamente inutili in una delle solite giornate cupe di Londra. Mi avvicinai a lui che si alzò togliendosi la sigaretta di bocca sorridente, per poi buttare fuori il fumo dalle narici, e venne verso di me. Con la mano libera mi accarezzò il braccio, fino ad arrivare al volto. Mi passò lentamente la mano sulla guancia e si avvicinò per baciarmi, ma mi scansai.
«Che c’è?» chiese allarmato.
«Puzzi di fumo, e lo sai che non mi piace.» gli sorrisi e gli diedi un bacino sulla guancia. Lo presi per mano e lo trascinai in casa. «Poso lo zaino, mi cambio e facciamo tutto quello che vuoi» dissi sorridendo.
«Perfetto» sentenziò lui sorridendo a sua volta maliziosamente. Chiusi la porta di casa e iniziai a salire le scale per raggiungere la mia stanza. Aprii l’armadio e cercai qualcosa da mettere. Tolsi la maglietta e, quando aprii gli occhi, trovai Zayn davanti a me.
«Jaw, che vuoi?» chiesi cercando di coprirmi visto che indossavo solo il reggiseno. Trattenne una risatina dovuta alla mia azione, che capii solo dopo essere totalmente inutile. Sorrisi anche io rassegnata e andai ad abbracciarlo. Strinsi le braccia attorno ai suoi fianchi e lui le sue intorno alle mie spalle nude. Sciolsi l’abbraccio e gli regalai il bacio cha aspettava, andando poi a vestirmi. Zayn si sedette sul mio letto, poi aprì il cassetto del mio comodino trovando la cornice con la nostra foto rotta e capovolta. Se la rigirò tra le mani e mi guardò. Distolsi lo sguardo fingendo di fare qualcosa.
«Isabelle?» disse attirando la mia attenzione. Quando mi girai verso di lui indicò la cornice, mi avvicinai e prontamente la misi dov’era senza dargli spiegazioni. Se avessi osato parlare, dirgli tutto ciò che avrei voluto avrei rovinato tutto, di nuovo.
«Tra poco tornerà mia madre, usciamo?» chiesi e lui annuì passivamente. Indossai la giacca e prendendo la borsa uscii di casa seguita da Zayn. C’era tensione, lo sentivo.
Mentre camminavamo per raggiungere un posto per mangiare, mi voltai più volte e sorrisi debolmente mentre lui si limitava a fissarmi. Zayn accese l’ennesima sigaretta in 20 minuti.
«La smetti, per favore?» dissi scocciata.
«Di fare cosa, precisamente?» chiese confuso facendo un altro tiro. Lo guardai esasperata, gli presi la sigaretta di mano e la misi in bocca io. Aspirai il fumo, senza respirarlo e poi lo buttai fuori. «Isabelle, no! Ti fa male, non ti azzardare a rifarlo.» disse lui riprendendosi la sigaretta.
«Ecco, intendevo quello che hai detto tu. Ti fa male fumare, smetti.» dissi decisa. Mi guardò e sbuffò spostando lo sguardo. Non sopportavo quando faceva così.

Arrivammo ad un bar vicino, per tutto il tragitto non spiccicai parola. Entrammo e prendemmo posto ad un tavolino vicino la finestra. Mi guardai intorno, il locale era davvero carino. Arredato in stile classico con delle candele color panna su ogni tavolo. Arrivò la cameriera e prese le ordinazioni.
«Avanti, Isabelle, che succede?» chiese Zayn spiazzandomi. In realtà non lo sapevo nemmeno io. Ero nervosa, arrabbiata, delusa e guardare Zayn mi faceva solo peggio.
«Niente Jaw, tranquillo» dissi cercando di essere il più calma possibile. Sorrisi e accarezzai la sua mano, poggiata sul tavolo. Lui annuì debolmente, in fondo sapeva che mentivo. Una volta usciti dal bar decidemmo di andare a casa sua. Incontrammo una fan che passeggiava e che subito riconobbe Zayn. Si avvicinò e chiese una foto, dopo averla accontentata Zayn la salutò. Prima che andassimo via però la ragazza fece una domanda a Zayn.
«Lei è la tua nuova ragazza, Zayn?» chiese la ragazza squadrandomi. Lui non apriva bocca in evidente difficoltà.
«No, non sono la sua ragazza.» sorrisi alla ragazza che poi andò via felice. Io e Zayn continuammo a camminare verso la casa. La prima ed unica volta che ci ero stata non mi ero soffermata a guardarla. Era grandissima e, inutile a dirlo, bellissima. Mi fece fare il giro delle stanze e per ultima riservò la sua. Entrai osservando ogni minimo particolare. Il copriletto blu si intonava con il colore delle pareti, di uno o due toni più chiare. C’era una libreria con qualche libro e delle foto. Mi sedetti sul letto e iniziai a saltellare per testarne la consistenza. Intanto Zayn mi fissava stando in piedi sull’uscio della porta con le braccia incrociate al petto.
«Comodo il letto e la casa è davvero bella.» sorrisi e lui sorrise di rimando. Si avvicinò e si sedette accanto a me. Si sdraiò e lo seguii mettendo la testa sul suo petto.
«Perché hai detto a quella fan di non essere la mia ragazza?» chiese d’un tratto Zayn, incupendosi.
«Non ho potuto fare altrimenti» dissi alzandomi e guardandolo in faccia. «Forse è meglio per la stampa che tu e la Edwards continuiate a stare insieme» dissi piano.
«Io non ti capisco, Isabelle! Ti incazzi e mi lasci perché sono stato con lei e ora mi dici di rimettermici? Mi spieghi che cazzo hai in testa, per favore?» si alzò dal letto venendo davanti a me e ovviamente sovrastandomi essendo più alto.
«Forse tu non capisci che lo sto facendo per te e non ti sto affatto dicendo di rimettertici. Se le fan verranno a sapere che l’hai lasciata, e soprattutto per me, vi insulteranno, ne perderete molte. Tutto questo non succederà a causa mia. Quindi tu e lei state insieme, ok?» dissi mantenendo la calma.
«Tu stai male» sbottò Zayn dando un calcio al letto.
«Mi sto preoccupando per te, idiota!» gli diedi una spintarella, che comunque non lo spostò.
«Per me? Pensi che a me abbia fatto piacere sentirti dire che non sei la mia ragazza? O sentirti dire che dovrei tornare con Perrie? Bè, non è il massimo! Secondo me non ti stai preoccupando molto, in effetti.» disse guardandomi negli occhi per poi sedersi sul letto.
«Ma fai come ti pare, sei solo un bambino! » uscii dalla stanza e me ne andai sbattendo la porta. Mi odiavo per ciò che gli avevo appena detto, sapevo che mi avrebbe ucciso sentirlo parlare di lei dicendo di amarla, ma dovevo farlo. Non poteva permettersi di perdere le fan dicendo di stare con me. Era riuscito a smentire la nostra storia all’inizio, quando uscirono le nostre foto sul web, e lo aveva fatto per questo motivo.  Non feci in tempo a varcare la soglia della porta d’ingresso che sentii Zayn chiamarmi. Mi girai verso di lui e vidi che veniva verso di me.
«Scusa, hai ragione..»  disse abbracciandomi. Sorrisi tra me e tornammo in casa. «Io ancora non ho capito una cosa, perché sei a Londra?» disse lui ridendo mentre eravamo sul divano.
«Vivo qui adesso» dissi sorridendo.
«Vivi? Per sempre?» chiese incredulo e io risposi annuendo. Fece una smorfia e aggiunse «Mh, quindi dovrò subirti tutti i giorni?»
«Tutti tutti, Malik.» dissi agganciando le mie braccia dietro al suo collo e baciandolo dolcemente. Si staccò piano e scrutò bene la mia espressione.
«Sai che non mi dispiace in fondo?!» disse maliziosamente per poi rimpossessarsi delle mie labbra. Sentii il suo tocco freddo sotto la mia maglietta e mi vennero i brividi. «Sono brividi questi, Hudson?» chiese Zayn avvicinando le sue labbra al mio orecchio e mordicchiando il lobo.
«No, Malik. Non farti strane idee» dissi accennando una piccola risatina per poi schioccargli un bacio sul collo. Rise anche lui e iniziò a muovere lentamente le dita sulla mia pancia, sentivo i brividi che si impossessavano di me ad ogni movimento. Teneva il suo sguardo fisso su di me e sorrideva.
«Sei bellissima» dissi come se fosse uscito dalla sua bocca senza il suo consenso. Sorrise imbarazzato e gli scompigliai i capelli sorridendo a mia volta.
«Quello perfetto qui sei tu» scosse la testa ridendo divertito e iniziò a farmi il solletico. Mi alzai di scatto cercando di sfuggire alla sua presa ma non mi riprese in un lampo e ricominciando a farmi il solletico mi fece sedere su di lui. Amavo quei momenti di semplicità. Amavo le risate con lui. Amavo semplicemente lui. Lo amavo più di quando volessi ammettere, più di quando pensavo di essere in grado, più di quanto volessi amarlo. Lo amavo incondizionatamente.





Hello peopleee!
La storia è quasi finita, mancano 2 capitoli e l'epilogo :(
Anche se non sono in molti, decisamente, ringrazio i tutti i lettori silenziosi.
Non siate timidi, suvvia, non mangio nessuno, lasciate una recensioncina (?)
Detto questo, non trovate che siano dolci Isabelle e Zayn? kjevnsj
Ora vi lascio, e se avete letto fino a qui dovete tenerci davvero, o forse, più probabilmente, non avete niente da fare lol
Follow me on twittah @itszaynsheart
Kisses, Francesca xx


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Capitolo 15
*** I don't want. ***


Era già passato un mese dal mio arrivo a Londra, eravamo ormai a Novembre. L’aria fredda e umida si era ormai impadronita di tutta la città. Mi mancava la mia amata e soleggiata Roma. A giorni sarebbe uscito il nuovo album dei ragazzi ed ero super euforica, non vedevo l’ora di ascoltarlo.
Quel giorno, dopo scuola, Melanie sarebbe venuta a casa mia. Eravamo diventate molto amiche, amavo parlare con lei. Riusciva a capirmi come nessuno aveva mai fatto. Era una ragazza eccezionale.
Suonata l’amata campanella che annunciava la fine delle lezioni, ci avviammo verso la villetta a schiera che avevo imparato a chiamare casa. Pranzammo con qualcosa che trovammo in frigo, senza cucinare niente di troppo elaborato, per poi accomodarci sul divano e guardare un film, magari.
«Oh, andiamo! Voglio vedere la tua stanza!» brontolava Melanie, insistentemente.
«D’accordo, hai vinto tu. Ma non aspettarti niente di speciale» le dissi agitando la mano per sminuire tutto il suo entusiasmo. Salii le scale con Mel che mi seguiva, arrivate davanti la mia stanza aprii la porta e la lasciai entrare. Con un sorriso stampato sulle labbra iniziò a vagare per la stanza analizzandola parte per parte. Iniziò a guardare i libri che si trovavano sulla mia scrivania, poi il peluche che mi regalarono per il diciottesimo compleanno, quando ripose il peluche la sua attenzione venne attirata da altro.
«Isabelle, cos’è questa?» chiese Melanie prendendo in mano la “famosa” foto di me e Zayn, la quale era tornata sul comodino. Ero allarmata, spaventata e in preda al panico. Lei non sapeva nulla, ma mi sentivo in colpa a non parlagliene.
«Sai mantenere un segreto, Mel?» dissi rassegnata e lei annuì continuando a guardare la foto. Mi sedetti sul letto e feci segno anche a lei di sedersi. Presi un grande sospiro chiudendo gli occhi, poi li riaprii e li puntai in quelli color cioccolato di Melanie. 
«Non sono come cominciare, quindi andrò dritta al punto, sarò franca e diretta. Conosco i one direction e Zayn è il mio ragazzo. Ora scoppia a ridere, dimmi che sono pazza, dimmi che non ci credi, dimmi tutto quello che pensi, ma è così..» parlai talmente veloce che non ero nemmeno sicura che mi avesse capito. Continuava a fissarmi scioccata, senza dire una parola. Il suo sguardo passava da me alla cornice. Nel frattempo sentii il campanello suonare. Chiesi a Melanie di aspettarmi li e corsi ad aprire. Trovai davanti a me Louis.
«Ciao Bel!» disse lasciandomi un bacio sulla guancia.
«Hey Lou, che ci fai qui?» Lo feci accomodare in casa e, facendo trasparire la mia sorpresa, lo abbracciai.
«Ero passato per sapere come stavi, tutto qui..» disse sorridente.
«Alla grande, però ho un problema.» gli spiegai in breve di Melanie e mi seguì al piano superiore. «Mel, sono tornata..» entrai piano nella stanza seguita da Louis. Melanie guardò Louis e si alzò.
«Ciao, sono Louis» disse il ragazzo porgendole la mano che le strinse sorridente.
«Melanie» i ragazzi iniziarono a scherzare tra loro, escludendomi anche. Li lasciai in camera mia e andai in cucina a prendere dell’acqua. Mentre bevevo, il telefono nella tasca destra dei miei jeans squillò.
“Jaw” lessi appena lo estrassi. Risposi subito.
«Ciao Bel! Senti devo parlarti, è piuttosto importante.» disse Zayn appena risposi al telefono.
«Ok, domani dopo scuola vengo da te?» risposi confusa.
«No, vengo da te adesso.» Non mi diede il tempo di rispondere che chiuse la chiamata. Non sapevo veramente cosa aspettarmi. Nel frattempo scese Louis seguito da Melanie.
«Bel, io vado. Ci vediamo, piccola» disse Lou per poi schioccarmi un bacio sulla guancia e andare via dopo aver fatto un occhiolino a Melanie. Anche lei andò via, sembrava fatto apposta; la casa vuota e Zayn che “doveva parlarmi”. Nel giro di 10 minuti arrivò, aprii subito la porta visto che avevo aspettato li. Entrò in casa e mi baciò la fronte distrattamente dirigendosi in salotto. Lo raggiunsi dopo aver chiuso la porta e mi sedetti davanti a lui. Lo scrutai per un po’. Aveva uno sguardo perso, spento.
«Zayn, che succede?» chiesi preoccupata accarezzandogli la mano che teneva sul suo ginocchio. Alzò lo sguardo, prima rivolto al pavimento, su di me. Gli occhi gli diventarono lucidi.
«Isabelle, non so come dirtelo» disse mentre una lacrima gli rigava una guancia. Si affrettò ad asciugarla e proseguì. «Oggi Perrie è venuta da me e.. » sentii la sua voce cedere.
«E cosa, Zayn?» cercavo di tranquillizzare lui anche se io non ero affatto tranquilla.
«Mi ha detto di essere incinta.» dopo aver pronunciato quella frase affondò il viso nelle mani e pianse, pianse davvero. Non lo avevo mai visto così. «Io non voglio quel bambino, Bel. Io amo te, voglio stare con te e se mai dovessi diventare padre, dovresti essere tu la mamma di mio figlio, non lei» balbettò questa frase mentre piangeva. Istintivamente mi alzai e lo abbracciai, cercando di confortarlo.
«Andrà tutto bene, sta’ tranquillo..» Forse nemmeno io mi rendevo conto della situazione che si era venuta a creare. L’ex ragazza del mio fidanzato era incinta, il mio ragazzo piangeva e io, che sarei dovuta essere arrabbiata, consolavo lui. Strano.
«Tu non capisci! Io non voglio essere il padre di quel bambino!» urlò Zayn staccandosi dalla mia presa.
«Hey, stai calmo. Pensi che a me faccia piacere? No, affatto. Ma si risolverà tutto, promesso.» gli accarezzai una guancia e sorrisi.
«Grazie» sussurrò unendo le nostre labbra.




BUUUUUUUUUUUUUUUUM Colpo di scena.
Colpo di scena fin troppo eclatante direi.
Non voglio perdere inutile tempo a scrivere qui, dove nessuno leggerà comunque.
Voglio solo dire che il prossimo capitolo sarà l'ultimo. singh. singh.
Un bacio, Francesca. x :)

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Capitolo 16
*** The end. ***


Io e Zayn decidemmo di parlarne ai ragazzi e ai manager il più presto possibile.
Non che io avessi accettato la cosa, è stato un colpo duro, durissimo, ma non potevo farci niente.
«Ragazzi, dobbiamo parlarvi.» disse Zayn una volta che tutti i ragazzi si furono accomodati sul divano di casa di Harry. «Non è facile da dire, quindi andremo dritti al punto.» continuò lanciandomi uno sguardo che stava a significare che aveva bisogno del mio aiuto. Abbassai lo sguardo, presi la sua mano e la strinsi forte.
«Zayn diventerà padre» dissi prendendo un respiro profondo. Vidi i ragazzi sbiancare in volto e guardarci con gli occhi sbarrati. La loro reazione era comprensibile.
«Isabelle.. sei incinta?» chiese Niall guardandomi preoccupato. Appena sentii quelle parole un velo di tristezza di fece spazio nella mia mente. Cosa sarebbe successo se fossi stata io la mamma di quel bambino, del figlio di Zayn? Scacciai dalla testa quel pensiero e scossi la testa in segno di negazione.
«No, Niall, Perrie è incinta.» Le facce dei ragazzi divennero, se possibile, ancora più stupite. Vidi Harry alzarsi e venire automaticamente verso di me abbracciandomi. Mi sentii protetta nella sua stretta, come sempre.
«Hey, tranquillo Harry. E’ tutto ok.» lo rassicurai. Mi guardò e mi fece una carezza sulla guancia.

«Zayn, posso vedere Perrie?» chiesi a Zayn mentre un giorno mi accompagnava a casa.
«Si, certo.. perché?» chiese insicuro lui.
«Vorrei parlarle, tutto qui» sorrisi e fece lo stesso anche lui.
Un paio di giorni dopo andai con Zayn in un bar dove ci sarebbe stata anche lei, Perrie. Sorrisi quando la vidi e mi diressi da lei, con Zayn che mi seguiva tenendomi la mano.
«Ciao» dissi sorridendole.
«Ciao, Isabelle» rispose lei, senza troppa enfasi, un po’ sulla difensiva.
«Tranquilla, volevo solo conoscerti un po’.. ti va di fare quattro passi? Solo io e te» sottolineai l’ultima frase e Zayn mi lasciò finalmente la mano.
«D’accordo, andiamo» uscimmo dal bar lasciando Zayn dentro che ci scrutava sorpreso. Decisi di vederla, non so bene il perché, ma sentivo che sarebbe stata la cosa giusta.
 «Come stai?» chiesi spostando lo sguardo sulla sua pancia, che in effetti un po’ si vedeva.
«Bene, a parte qualche nausea di tanto in tanto» rispose accarezzando il punto in cui era il suo bambino, il bambino suo e di Zayn.
«Perrie, volevo vederti per dirti che nonostante io ami Zayn più di tutta la mia vita, nonostante lui sia la persona più importante per me, sono felice che avrete un bambino e se sarà necessario noi ci lasceremo, così che vostro figlio possa crescere con un padre e una madre sempre presenti per lui.» parlai sinceramente a Perrie, sapevo che mi avrebbe capito.
«Isabelle, non vi lascerete, lui non lo permetterà. Come puoi non vedere quanto ti ama? Stravede per te. Ti ama davvero, come penso che non abbia mai fatto. Sono certa che sarà un padre fantastico e che suo figlio, o sua figlia, lo amerà moltissimo, in qualunque caso.» Perrie parlò sorridente, era una brava ragazza. Il piccolo Malik avrebbe avuto due genitori fantastici. L’abbracciai senza pensarci due volte.
«Buona fortuna» dissi.

13 Giugno 2013, Londra.
Sentii qualcuno bussare alla porta, ero certa che fosse lui.
«E’ nata, Bel. E’ nata Michelle Lucy Malik, mia figlia.» Non esitai un attimo e lo abbracciai. Era nata. Sua figlia era nata. Era una femmina, ed era bellissima. Almeno così mi disse. Aveva i capelli neri, come il papà, e la pelle candida, come la mamma.
«Sono contentissima! Hai scelto tu il nome?» gli chiesi. Abbassò lo sguardo imbarazzato.
«Sapevo che amavi il nome Michelle e Lucy è il tuo secondo nome, quindi mi sembrava carino..» Aveva scelto lui il nome, e a Perrie era andato bene. “Se avessi un bambino lo chiamerei John, come John Lennon, ma se fosse femmina il suo nome sarebbe Michelle, come la canzone”  fu la frase che gli dissi l’estate scorsa, eravamo sul divano e parlavamo del più e del meno. Quando nacque la piccolina, si ricordò di quel momento.
«Sei fantastico. Dimmi qualcosa in più su di lei!» gli dissi facendolo entrare in casa. Gli si illuminarono gli occhi.
«Oh Bel, è uno splendore. E’ bellissima. La amo» disse evidentemente emozionato per poi prendere le mie mani tra le sue. «Comunque, ti amerò per sempre. Anche se ora nel mio cuore ci sono due donne, le donne della mia vita. Ora ci sono due ragazze che amo, tu e Michelle. Ma non smetterò mai di amarti, mai.» Sentivo le lacrime agli occhi, non sapevo cosa dire.
«Anche io ti amerò per sempre, Zayn, e sono onorata di poter dividere il tuo cuore con Michelle.»
Lo amavo, lo avrei fatto per sempre semplicemente perché lui era perfetto, perfetto per me. Perfetto con tutti i suoi difetti, perfetto con tutte le sue debolezze, perfetto con tutti gli errori che faceva, ma comunque perfetto.


The end.

La storia è definitivamente finita. Mi mancheranno Isabelle e Zayn çç
Grazie a tutti quelli che hanno letto ogni capitolo, grazie davvero :')
Un ultimo bacio (Si fa per dire, tornerò muahahah),
Francesca xx

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