Taking care of him.

di RakyKiki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 7: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


ffsterek Taking care of him.

Prologo.


Stiles Stilinski era sempre stato un ragazzo particolarmente loquace, sin da quando era piccolo aveva avuto il vizio di parlare a raffica e quando qualcosa non andava lo si capiva subito, poichè la parlantina veniva sostituita da un silenzio di tomba. Quel giorno sapeva che qualcosa non andava, si era svegliato insolitamente prima del solito e con una senzasione di un peso che lo opprimeva. Aveva passato tutto il giorno sull'orlo di una crisi di panico e sperava vivamente che nella missione di quella sera non succedesse nulla di brutto.

Così ora si ritrovava in auto con quell'alpha brontolone in una sorta di appostamento stile poliziesco a tenere d'occhio un vecchio magazzino in attesa di chissà cosa. Dopo circa mezz'ora il ragazzo iniziò a parlare sempre meno man mano che la sensazione di pesantezza aumentava e ciò non sfuggì al lupo.
"Allora qualche volta stai zitto senza che nessuno te lo chieda." esclamò Derek continuando a fissare l'edificio.
"Tentavi di fare una battuta per caso? Perchè se è così non ci sei riuscito." rispose teso l'umano.
"Sei teso come una corda di violino." non era una domanda quella del lupo, bensì una semplice constatazione.
"E tu sei particolarmente loquace.Cos'è, il gatto ha vomitato la tua lingua e te l'ha ridata?" ribattè l'umano.
Derek stava per rispondere quando il rumore di uno sparo, seguito dallla rottura del finestrino e dall'urlo di dolore di Stiles s'impossessò della notte.
Sulla soglia del magazzino c'era il capo del branco di Alpha con in mano una balestra e sorrise compiaciuto a Derek, dopodichè rientrò nell'edificio.
Intanto Stiles continuava a contorcersi sul sedile del passeggero e non la finiva più di lamentarsi.
"Porca puttana, lo sapevo che oggi qualcosa sarebbe andato storto! Cazzo morirò, ne sono sicuro! Non ho nemmeno detto a mio padre che gli voglio bene! Oh cavolo, è il mio sangue questo? E' il mio sangue quello che sta sporcando il sedile, il sedile della tua auto, il sedile di una cazzo di camaro!? Ok ora sono certo che morirò! Hei, hei che diamine stai- cazzo che male!Smettila Derek!"
"Vuoi stare fermo diamine! Devo estrarre la freccia!" urlò il lupo estraendola finalmente dal braccio del ragazzo. Aveva un odore strano, fin troppo, così mise in moto la macchina e partì diretto verso la clinica veterinaria.

"Cosa lo ha colpito?" chiese il veterinario scoprendo la ferita di Stiles, che intanto era svenuto.
"Questa." disse Derek porgendo la freccia a Deaton, il quale prese ad esaminarla attentamente.
"Bene. Scott? Ho bisogno del tuo aiuto mentre sarebbe meglio che tu uscissi Derek. Mi servono una tinozza con dell'acqua calda, delle bende e un'asciugamano." disse il veterinario togliendo la maglia al ragazzo per medicare la ferita. L'apha uscì dalla stanza sebbene contrariato e si mise ad aspettare seduto nella sala d'aspetto mentre sentiva la voce del dottore che dava istruzioni al licantropo.
"Che diamine?!"esclamò ad un tratto Scott e l'alpha si precipitò nella stanza. Non poteva credere a quello che vedeva: il corpo di Stiles era scomparo ed al suo posto vi era un neonato avvolto in un asciugamano azzurro.
"Era una freccia con un particolare tipo di strozzalpo, in grado di far ringiovanire il diretto interessato. Presumo fosse per te." spiegò Deaton rivolto a Derek.
"Ora cosa facciamo? Suo padre torna tra due settimane! Tornerà normale?" chiese Scott.
"Si, ma l'effetto può durare dai sette ai dieci giorni, dipende da persona a persona. Ma ora dobbiamo preoccuparci di chi si occuperà del piccolo Stilinski." concluse il veterinario osservando l'alpha. seguito a ruota da Scott.
"Non se ne parla nemmeno, scordatevelo." esclamò Derek.
"Oh andiamo, io non posso insomma mia madre sopporta a malapena la mia particolarità, non posso portarle un neonato che in realtà dovrebbe avere diciassette anni! E gli altri non possono di certo occuparsi di lui, vanno tutti a scuola." disse Scott soddisfatto.
"Da quando in qua sei diventato così sveglio?" ribattè l'alpha che venne però interrotto dal veterinario che gli porse il piccolo Stiles che si era svegliato e guardava con interesse il volto del lupo.
"Sembra che tu gli piaccia Derek." disse l'uomo, posandogli il bambino tra le braccia.
"Capisce quello che diciamo?" chiese l'alpha.
"Oh certo, ma essendo tornato neonato non è in grado di comunicare. Per questa sera dovrai arrangiarti in qualche modo per mantenerlo al caldo, per quanto riguarda il mangiare il latte normale va benissimo, il biberon te lo do io. Ricorda di non farlo troppo caldo o si brucerà. Per i pannolini bhe, vale la stessa cosa che per i vestiti. Domani Scott ti porterà tutto l'occorrente per prenderti cura di lui. Vedi quest'esperienza come l'occasione per riuscire a comprendere meglio il giovane Stilinski." concluse il dottore uscendo dalla stanza, seguito da Scott.
Derek per nulla contento ringhiò ed il piccolo Stiles per tutta risposta gli diede un pugnetto sul naso.
Questa cosa non sarebbe andata a finire bene, Derek ne era più che sicuro.



NdA: eccomi qui con una nuova fan fiction, questa volta una Sterk ^^
Spero che vi piaccia,come sempre una recensione mi farebbe davvero piacere!
Devo ringraziare per l'idea di questa storia SilviAngel e la sua fantastica storia "Cucciolo d'uomo" da cui sono stata ispirata: (Vi metto il link del suo profilo: http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=115420  
E della storia : http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1237542&i=1  

Fateci un salto ;) )
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. ***


cpitolo1 Capitolo 1.

Per tutto il tragitto verso casa Stiles non aveva fatto altro che lamentarsi: certo Derek doveva ammettere che la sua sistemazione non era delle migliori, imbacuccato in una coperta ed assicurato al sedile dentro un trasportino scoperchiato, ma era l'unica cosa che aveva trovato che fosse abbastanza sicura.
Con il biberon in una mano ed il bambino nell'altra entrò nel suo appartamento, in cui si era trasferito da poche settimane, e la prima cosa che notò furono delle valigie nell'ingresso.
"Non dovevi partire martedì?" chiese rivolto allo zio che lo osservava con un'espressione divertita.
"Si, ma ho deciso di anticipare la partenza quando ho saputo del nostro nuovo ospite." chiarì l'uomo indicando con un cenno della testa il neonato che si osservava intorno con sguardo indagatore.
"Ti lascio con Stiles, ho la sensazione che vi divertirete molto insieme voi due. Ciao ciao!." salutò Peter ed uscì dalla casa.
Derek ringhiò per tutta risposta ed il bambino emise un vagito contrariato.
"Tu, farai meglio a comportarti come si deve, o giuro che il fatto di essere diventato un neonato non  mi fermerà dall'aprirti la gola con i miei denti." disse il lupo e Stiles sbuffò per poi iniziare ad emettere una serie di suoni incomprensibili che avevano tutta l'aria di essere una battuta contro i modi bruschi del licantropo.
Derek prese il bambino, che era ancora nella scatola, e quasi come se fosse terrorizzato dall'idea di toccarlo lo fece scivolare fuori dalla scatola e si diresse verso il bagno, lasciando il neonato a se stesso.
Uscì dalla doccia con addosso solo un asciugamano e quando passò davanti a Stiles, che intanto era riuscito, non senza poche difficoltà, a mettersi seduto, il piccolo si coprì gli occhi emettendo un verso di disappunto, e per tutta risposta il lupo ringhiò, salvo poi sparire in camera da letto, per uscirne poco dopo con la sua solita divisa, un paio di jeans ed una canotta bianca. Quando Stiles vide che il ragazzo si dirigeva verso la cucina senza degnarlo minimamente di uno sguardo iniziò a strillare emettendo suoni vari attraverso cui esprimeva tutto il suo disappunto. I suoi lamenti sembravano però aver sortito l'effetto voluto: difatti Derek tornò nell'ingresso/salotto e si mise davanti a lui.
"Che c'è?" gli chiese.
Davvero si aspetta che io gli possa rispondere in modo comprensibile? Pensò il ragazzo-bambino e per esprimere meglio la sua disapprovazione assunse un broncio degno di nota.
"Bhe?" chiese ancora il ragazzo incrociando le braccia e fissandolo serio.
In quel momento Stiles sentì il proprio stomaco brontolare ed involontariamente emise un lamento e fissò a bocca apera e sguardo implorante il lupo: stava morendo di fame.
"Che significa quella faccia, eh?" chiese ancora e Stiles assunse un'espressione della serie "Are you fucking kidding me?!" ed indicò con la piccola manina rosa prima la sua pancia, poi la sua bocca.
Derek parve capirlo perchè prese il biberon e si diresse in cucina, per uscirne poco dopo. Andò nuovamente davanti a Stiles ed i due presero a fissarsi, Derek con la sua solita espressione indecifrabile, Stiles con gli occhi sognanti puntati sul biberon pieno di latte.
I minuti passavano, e Derek non si decideva a nutrire il bambino: continuava ad avvicinarsi e a porgere le mani, salvo poi allontanarsi nuovamente, e ciò non faceva altro che aumentare la fame di Stiles che, ormai giunto al limite della sopportazione, iniziò a piangere.
"Ok, va bene! Basta che stai zitto!" esclamò Derek, il quale finalmente si sedette sul divano e, preso in braccio il piccolo Stiles, tentò di fargli prendere il biberon ma invece che centrare la bocca del bambino, la tettarella finì prima sulla sua fronte e poi sulla sua guancia e solo al terzo tentativo Derek riuscì a centrare la bocca.
Stiles emise un versetto di gioia ed inizò a bere il latte che finì in pochissimo tempo, con annesso ruttino.
Derek parve rilassarsi un po', e quasi sovrappensiero sistemò meglio Stiles sulle sue gambe ed il bambino appoggiò la testa sul suo petto, improvvisamente stanco.
Ma un altro bisogno prese possesso di Stiles: doveva assolutamente fare la pipì. Non fece in tempo a realizzare questo pensiero che si sentì incredibilmente libero e guardando verso il basso notò una macchia di bagnato sull'asciugamano e a quanto pare anche il lupo se ne rese conto, poichè lo allontanò subito dal suo corpo e corse verso il bagno. Posò il bambino nel lavandino, che ormai aveva già fatto tutta la pipì addosso a se stesso ed al licantropo, e disse esasperato con un ringhio.
"Stiles, mi hai fatto la pipì addosso! Che schifo!"
Si tolse velocemente i jeans e li buttò nella lavatrice, seguiti a ruota dall'asciugamano che avvolgeva il bambino, che aveva posato nel lavandino.
Il contatto con la superficie fredda del lavabo fece piangere immediatamente Stiles, e Derek dovette aprire subito l'acqua per lavare il casino che quel ragazzino logorroico si era fatto addosso: infatti oltre che la pipì quel genio era riuscito anche a farsi la cacca addosso.
"Questa me la paghi, umano." ringhiò ancora una volta il lupo ed iniziò a lavare il bambino.
Dopo averlo asciugato accuratamente ed avvolto in un asciugamano pulito, il lupo si diresse in camera con il piccolo in braccio; lo posò sul lato del letto dove non dormiva e fece una barrirera di cuscini intorno al corpicino del piccolo: dopotutto non era così irresponsabile o insensibile come potevano pensare i suoi beta.
Si cambiò velocemente e, coperto il bambino che era già crollato addormentato, spense le luci della camera sperando di riuscire ad addormentarsi.
Speranza vana purtroppo, perchè nemmeno tre ore dopo Stiles si sveglio piangendo e strillando ed agitando convulsamente i suoi piccoli arti.
"Stiles!" esclamò in un ringhio il lupo, che si alzò immediatamente per vedere cosa diamine volesse l'umano.
Subito il bambino indicò la propria pancia e Derek si diresse di malavoglia in cucina per preparargli un nuovo biberon.
Stiles trangudiò anche quello e poco dopo si addormentò nuovamente.
La stessa scena si ripetè un paio di volte finchè finalmente il bambino si addormentò per più di due ore di fila.




NdA: eccomi qui con il primo capitolo, so che non è molto lungo ma prometto che i prossimi lo saranno di più! :)
E' la prima volta che mi capita di scrivere in questo modo di Derek, per cui se per caso finissi per descriverlo come OOC vi prego, fatemelo sapere T_T
Volevo ringraziare tutte le persone che hanno letto/recensito/messo tra le seguite-ricordate-preferite la storia!
Come sempre se lasciaste una recensione ne sarei davvero felice, mi fa piacere sapere cosa pensate della storia!
Al prossimo capitolo!
Un bacio,
Kiki.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2. ***


capitolo2

Capitolo 2.                 

Stiles si svegliò nuovamente verso le dieci del mattino,  il lupo sdraiato vicino a lui dormiva ancora ed il ragazzo-bambino iniziava ad avere fame. Decise però di non mettersi a strillare nuovamente (Stiles ammetteva a se stesso di averci ormai preso gusto a far impazzire il sourwolf con i suoi strilli) e decise che gattonando avrebbe esplorato un po’ la casa. Certamente non aveva pensato all’ostacolo che costituiva l’altezza del letto ma pensò di lasciare da parte l’intelligenza da ragazzo e si affidò al suo nuovo istinto di bambino. Finì sul pavimento direttamente con il sedere ma non si fece nemmeno troppo male. Realizzò solo dopo di essere totalmente nudo ma dopotutto era un neonato, ed i neonati possedevano la libertà di girare nudi per casa, o almeno così si ripeteva. Iniziò quindi il suo giro di esplorazione e per prima cosa, una volta uscito dalla camera, girò a destra ed entrò in una seconda camera da letto, che doveva essere quella di Peter. Certo doveva ammettere che era proprio comodo gattonare e che alla fine l’essere tornato un neonato, con l’intelligenza di un diciassettenne ma con l’incapacità di comunicare tipica di un lattante,  non era stata poi una così brutta cosa. La prospettiva che aveva dai suoi pochi centimetri di altezza era però terrificante: tutte le cose intorno a lui erano a dir poco enormi ed ora riusciva a comprendere perché i neonati avessero sempre quell’espressione un po’ da pesce lesso, insomma chiunque avrebbe avuto una faccia del genere se tutto intorno a lui fosse stato enorme!

Dopo aver ispezionato per quanto possibile quella camera il bambino si diresse in bagno, poiché aveva un bisogno assurdo di fare pipì.

Certo che ora capisco l’utilità dei pannolini: fanno talmente tanta pipì che sarebbe impossibile correre tutte le volte in bagno!

Pensò Stiles mentre cercava di capire come arrivare alla tavoletta del WC. Notò poi una scatola da scarpe dietro la porta e decise di spingerla fino al water ed usarla come scalino. Riuscì in questa sua impresa ma quando si affacciò sulla tavoletta gli venne in mente un pensiero un po’ assurdo: e se fosse caduto con la testa dentro il WC? Tralasciando lo schifo, avrebbe rischiato di affogare!
Decise però di lasciar perdere quel pensiero, poiché dopotutto non aveva altra scelta: o faceva pipì così, oppure se la faceva addosso ed il ragazzo preferiva di gran lunga la prima opzione.

Terminata la missione in bagno il piccolo si diresse nell’ingresso-salotto e si ricordò che la sera prima, mentre Derek lo teneva in braccio, cosa peraltro che gli suonava ancora così strana, aveva visto sul tavolino un bestiario aperto sulla pagina dello strozzalupo: magari se fosse riuscito a prendere il libro avrebbe capito meglio cosa gli era successo, dato che il veterinario gli aveva detto solamente che centrava lo strozzalupo (oltretutto un tipo particolare che ha effetto anche sugli umani!) e che al massimo entro una decina di giorni sarebbe tornato normale. Arrivato davanti al tavolino, che in quel momento proprio “ino” non lo era, notò che il libro era ancora lì, ma che raggiungerlo sarebbe stato difficile. Decise di provare l’unica idea che gli fosse venuta in mente: tirare la tovaglietta-centrino e far cadere il libro, evitando però di prendere se stesso. Si appese così all’angolo della stoffa e la sua idea funzionò, poiché il libro cadde vicino a lui; peccato che tirando la tovaglia avesse fatto cadere anche la lampada che vi era sopra (Stiles giurava di non averla vista la sera precedente) che ovviamente, si ruppe in mille pezzi facendo un rumore pazzesco.

Stiles sperò di non aver svegliato Derek, ma le sue speranze vennero infrante dal lupo che oltrepassò correndo la soglia della stanza: aveva i capelli arruffati, i vestiti stropicciati ed il volto assonnato e gli occhi rosso rubino e le zanne sporgenti non facevano altro che aumentare la comicità della scena.

Quando Stiles vide il lupo scoppiò a ridere e l’espressione che assunse Derek, sebbene per pochi attimi, fu di completo stupore, dopodiché ritornò quella imbronciata ed indecifrabile di sempre.

“Cosa.Hai.Combinato!?” disse con un ringhio l’alpha.

Stiles Sbuffò e, aperto il libro, iniziò a cercare la sezione dello strozzalupo. Era riuscito a trovarla quando si sentì sollevare e cavolo, quella cosa non gli piaceva affatto! Insomma era finalmente riuscito a trovare quello che voleva e quel lupo decide di vanificare tutti i suoi sforzi? Il bambino inizi quindi a strillare e a piangere, insultando nella sua “lingua” il licantropo che lo osservava cupo in volto.

“Guarda che hai fatto Stilinski!” disse il lupo girando il bambino in modo che potesse guardare la lampada rotta per terra.

“E poi perché giri nudo per casa? Già è scocciante doverti lavare quando non riesci a trattenere i tuoi bisogni, ora dovrò farlo di nuovo perché sei pieno di polvere e schifezze.” Aggiunse il lupo avviandosi verso il bagno.

 


Quel pomeriggio con Scott arrivò anche Lydia, con una borsa carica di tutine, scarpe, cappellini, bavaglini e accessori per neonati. Ovviamente Derek non aveva mancato di farle presente, con il suo solito tono gentile ed amorevole, che Stiles sarebbe rimasto in quelle condizioni per una decina di giorni soltanto e la ragazza rispose che Stiles avrebbe passato quei giorni con stile. Inutile dire che il bambino era al settimo cielo all’idea di avere Scott e Lydia vicino, anche se quando la ragazza lo prese in braccio per mettergli il pannolino si era sentito in forte imbarazzo,  perché un conto era se un ragazzo lo vedeva nudo, e non era una novità viste le docce dopo gli allenamenti di lacrosse, ma se una ragazza lo vedeva bhe,  non è che l’idea lo facesse impazzire. Certo, qualche mese prima avrebbe persino venduto la propria anima perché Lydia lo vedesse senza vestiti, ma ora la cotta colossale gli era passata ed il rapporto che aveva con la ragazza era una splendida amicizia.“Ma sei un amore vestito così Stiles!”esclamò Lydia abbracciando il bambino, che rise allegro. La sua pancia brontolò e Derek si alzò per andare a preparare il latte, ovviamente aveva sentito lo stomaco del bambino con il suo super udito, e tornò poco dopo con un biberon pieno di latte in mano, si sedette sul divano e senza dire una parola fece segno a Lydia di passargli il bambino, che subito si attaccò alla tettarella e finì tutto d’un fiato il latte.

Quando gli amici se ne furono andati Stiles non sapeva più cosa fare: si annoiava a morte e dubitava che Derek avesse voglia di mettersi li a giocare con lui, perché sì improvvisamente gli era venuta una voglia matta di giocare. Senza contare che fuori era una splendida giornata, l’ideale per una passeggiata. Si mise a quattro zampe e raggiunse l’altro lato del divano dov’era seduto il licantropo, che lo fissava. Si sedette sulle sue gambe, e per poco non cascava per terra!, e lo fissò di rimando.

“Che c’è?” chiese Derek, sbuffando.

Stiles indicò con un cenno della testa la finestra e poi il passeggino che Scott aveva portato. Il lupo però non parve capire ed il piccolo sbuffò e ripeté l’operazione. Derek parve capire e disse, incrociando le braccia al petto: “Non se ne parla.” E riprese a guardare la tv.

“Se pensi che resterò chiuso in casa con li per dieci giorni ti sbagli di grosso! Io voglio uscire, vivere, respirare aria pura e non marcire qua dentro a guardare la televisione! Andiamo Derek, ti prego! Ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego!” disse Stiles nella sua lingua ma Derek lo ignorava. Decise quindi di continuare a emettere versi finchè il lupo non lo avesse accontentato, e avrebbe anche ripreso a piangere, eccome se lo avrebbe fatto!, se quel ragazzo continuava ad ignorarlo.

Per sua fortuna, o sfortuna, Derek non resistette più di cinque minuti con i suoi strilli nelle orecchie e ringhiando spense la televisione, si mise le scarpe ed iniziò a vestire Stiles con il cappottino e un cappellino, dato che faceva freddo.

“Ti giuro che se non fai il bravo, quando tornerai normale te la farò pagare.” Disse Derek mentre infilava Stiles nel passeggino che, tutto contento della sua vittoria contro il lupo, sorrideva raggiante.

NdA: Eccomi qui con il secondo capitolo!

Allora, che ve ne pare? Mi raccomando, fatemi sapere il vostro parere con una piccola recensione ;)
Ci vediamo domani, spero!, con il capitolo 3.

Un bacione gente!

Kiki.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


capitolo3 Capitolo 3.

Com'era prevedibile appena furono fuori dall'appartamento Stiles iniziò a muoversi a destra e a manca, animato da un entusiasmo che non riusciva a comprendere: tutte le cose, sebbene le conoscesse già, sembravano come nuove, quasi le vedesse sotto una luce diversa. Il mondo sembrava così invitante e pieno di magia agli occhi del bambino! Gli alberi con le foglie mezze cadute, le nuvole che correvano nel cielo, i cani che correvano nei prati, le auto che passavano, tutto sembrava emozionante.
Quando entrarono in un parco non fecero in tempo a fare venti metri che un gruppetto di ragazze, che Stiles sapeva frequentassero il liceo di Beacon Hill, si avvicinarono al lupo e tutte carine iniziarono a tempestarlo di domande sul bambino: "Oh ma che carino! E' tuo figlio? Ha un faccino così adorabile!",
"Guarda che occhioni dolci! Ti sciolgono subito!"
oppure "E perchè le sue guanciotte? Come si chiama il piccolo?".
Ovviamente Derek rispondeva con il suo solito modo di fare burberoe freddo, e presto le ragazze se ne andarono seccate da tale accoglienza. Cosa che a Stiles non andò affatto giù.
Isomma, per una volta che era circondato da delle ragazze il lupo doveva rovinare tutto! Iniziò quindi ad esprimere il suo disappunto emettendo una grandissima quantità di versi, accompagnati dalle braccia che si muovevano freneticamente, come a voler enfatizzare il concetto. Andò avanti per una buona mezz'ora durante la quale fecero il giro del parco ed arrivarono quasi fino alla clinica veterinaria, dopodichè tornarono indietro, anche perchè il bambino aveva iniziato a piangere per la fame, quasi come se non avesse mangiato nemmeno tre ore prima.
Giunti a casa Derek preparò l'ennesimo biberon di latte, ma ormai Stiles si era stufato di bere sempre e solo latte, insomma gli mancavano i cibi normali come la pizza, la pasta o una buona bistecca! Così appena Derek gli diede il biberon, il bambino, dopo aver bevuto un paio di sorsi, prese una gran quantità di latte e invece di ingoiarla la sputò a mo' di fontanella dritto in faccia al licantropo.
Gli occhi del lupo fiammeggiarono di rosso per qualche istante e Stiles aveva giurato che oltre al ringhio avesse visto anche le unghie del ragazzo allungarsi un minimo.
Stranamente però il lupo non disse nulla ed intuendo il cambio di gusti del bambino, gli preparò la prima pappina che gli era capitata sotto mano.
Stiles apprezzò il gesto e mangiò di gusto e come a voler chiarire il concetto si concedette anche il ruttino di fine pasto.
Dopo aver lavato il piattino del bambino, e dopo essersi cambiato la maglia, Derek si mise sul divano vicino a Stiles ed accese la televisione.
Però il piccolo si annoiava, aveva voglia di giocare e non di guardare la televisione; così gattonando si avvicinò al lupo e cercò di attirare la sua attenzione dandogli dei colpetti sulla coscia.
Il lupo tentò di ingorarlo, ma all'ennesimo colpetto dovette cedere e dara vinta a Stiles.
"Che vuoi?" chiese con il suo solito tono diversamente gentile.
Per farsi capire Stiles mimò con le manine due persone che parlavano (ok magari non era il modo migliore per dire che voleva giocare ma hei, era pur sempre un bambino!) ed il lupo parve capire, poichè si diresse al borsone, da cui estrasse due pupazzi, così ironicamente simili a loro due: il primo era un lupo dal pelo grigio, il secondo un abominevole uomo delle nevi.
Appena il piccolo Stiles vide i pupazzi il suo sguardo si illuminò e battè le mani tutto contento e quando Derek si sedette prendendolo in braccio, il bambino gli rubò il pupazzo con l'abominevole uomo delle nevi ed iniziò a farlo "camminare" sul divano e addosso al lupo. Dopo un po' però il piccolo si accorse che il licentropo non collaborava, così gli diede un colpetto sullo stomaco e lo guardò male, allora Derek prese il pupazzo del lupo in mano e fece finta di inseguire quello di Stiles, che faceva finta di scappare.
Derek scoprì che alla fine non era poi così difficile gestire questo piccolo uragano vivente, e che probabilmente lo preferiva cos', piuttosto che da ragazzo.
Purtroppo però il lupo formulò questo pensiero troppo presto, poichè dopo un po' un tanfo tremendo invase la stanza.
"Stilinski..." ringhiò lievemente il lupo, sollevando il bambino e portandolo in bagno, dopo aver aperto le finestre ovviamente.
Decisamente ora lo preferiva da ragazzo, almeno non doveva cambiargli il pannolino!
Una volta pulito il bambino parve calmarsi e si addormentò in braccio al lupo, con la testa appoggiata al suo petto.
Sembrerà strano, ma la vita da neonato è così dura e stancante!
Derek si accorse di star cullando Stiles quando anche lui stava sprofondando nel mondo dei sogni e stranamente questo suo gesto così strano non gli sembrò sbagliato.
Si alzò dal divano attendo a non svegliare il piccolo, lo posò nel letto sotto le coperte, dopo avergli fatto una barriera con i cuscini ovviamente, e si stese un po' anche lui vicino al bambino.
Non si accorse nemmeno di essersi addormentato finchè non venne svegliato da Stiles che tentava di arrampicarsi sul suo petto.
Osservò il piccolo arrampicarsi e posizionarsi con la testa proprio sul suo cuore in modo da sentirne i battti. Stiles si riaddormentò quasi subito, ma questa volta Derek non lo seguì, troppo preoccupato che il bambino potesse cadere e farsi male.
Ma da dove spuntava fuori questo suo istinto di protezione verso quel ragazzo, e perchè il piccolo sembrava sentirsi così al sicuro in quella posizione (o per meglio dire con lui)?
Derek ci pensò a lungo: dopotutto lui e Stiles si erano salvati la vita a vicenda più di una volta e sebbene lo minacciasse sempre da un lato non era mai riuscito a portare a compimento le sue minacce, e dall'altro lato lo stesso ragazzino non sembrava spaventato da lui.
E la cosa buffa è che più lui tentava di allontanarsi dal ragazzino, più questo gli si avvicinava!
Non riusciva a comprendere come un tale corpicino potesse poi diventare quella macchina attira guai che era Stiles Stilinski: ora era così tranquillo, calmo, sereno; tutto il contrario dello Stiles ragazzo.
Si sorprese addirittura a pensare che gli mancassero le chiacchiere dell'essere umano, e dopotutto era così: sebbene Stiles fosse logorroico le sue chiacchiere almeno rendevano l'atmosfera meno pesante.
Iniziò ad accarezzare la schiena del piccolo quando questi, poco dopo, si svegliò con un grosso sbadiglio ed alzata la testolina verso di lui gli sorrise stringendosi un po' di più.
A Derek, quando vide il sorriso di Stiles, parve di sciogliersi: un calore proveniente dal centro del suo cuore si diffuse in lui e non era affatto una brutta sensazione, anzi era una sensazione di sicurezza e fiducia. Il piccolo scese dal petto del lupo e gli si accoccolò sul fianco, abbracciando l'enorme, per lui che era così piccolo, braccio di Derek come se fosse un peluches e riaddormentandosi poco dopo.

"Dopotutto forse non è stata poi così una brutta cosa." disse il lupo tra sè e sè, dopodichè ripiombò tra le braccia di Morfeo.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4. ***


capitolo4

Capitolo 4.

Era ormai pomeriggio inoltrato e le ragazze del branco, esclusa Allison, erano andate a casa dell’Alpha per prendersi cura del piccolo Stiles mentre il lupo sarebbe andato alla riunione del branco.

“Ma avete visto quanto sono teneri? Se mi avessero detto qualche giorno fa che una cosa del genere sarebbe potuta accadere non ci avrei mai creduto!” disse Lydia osservando Derek che dormiva con Stiles ancora aggrappato al suo braccio. La ragazza non fece in tempo a finire di parlare che la bionda scattò una foto a quel quadretto così dolce, e l'Alpha si svegliò ringhiando.

“Vedi di far sparire quella foto, o al prossimo allenamento rimpiangerai di averla scattata.” Disse sedendosi sul letto e sistemando meglio Stiles sotto le coperte. Si sorprese dell’ormai estrema naturalezza con cui si occupava del bambino.

“Non preoccuparti lupone, il mondo non saprà mai che persino tu sei un po’ umano dopotutto. Ma se permetti” disse Lydia prendendo il telefono di Erica ed inviandosi la foto “questa io la voglio tenere, e non puoi nemmeno obbligarmi a cancellarla, non faccio parte del tuo branco.” Concluse la rossa assumendo un’espressione soddisfatta.

“Ora però,” si intromise Erica “Noi ci occupiamo di Stiles, mentre tu vai alla riunione. Vieni qui piccolino, è ora di svegliarsi.” Disse poi la bionda prendendo in braccio il bambino che si guardava intorno disorientato. Non gli piaceva venire sballottato così, e poi anche lui voleva andare alla riunione del branco. Ma soprattutto non voleva che Derek andasse via senza di lui. Era un pensiero che non riusciva a spiegarsi, ma era talmente forte dentro di lui che si ritrovò a piangere e a sporgersi verso l’Alpha che istintivamente si avvicinò alla sua beta per prenderlo tra le braccia.

“Non sembri piacergli molto Erica.” Commentò sarcastico, per poi avviarsi verso la cucina a preparare la pappina per il bambino.

Una volta che Stiles ebbe mangiato si andò a fare una doccia e si preparò per uscire.

Quando tornò in salotto trovò le due ragazze intente a decidere cosa avrebbe dovuto indossare Stiles mentre il diretto interessato stava seduto sul divano con un’espressione quasi rassegnata. Quando vide che il lupo stava uscendo il bambino iniziò a lamentarsi ed alzò le manine verso Derek, il quale si voltò e sorridendogli (incredibile ma vero!) gli disse:
“Non preoccuparti, tornerò prima di quanto credi. Non ti sbarazzerai così facilmente di me, umano.” Dopodichè uscì, lasciando le due ragazze senza parole e Stiles allibito: Derek Hale, Derek-sono-un-duro-nonché-l’Alpha-del-branco Hale, Mister Broncio Perenne Hale gli aveva appena sorriso?

Appena realizzò quel concetto rise, perché si sentiva esplodere dalla felicità. Ora la serata si prospettava molto meno noiosa.

Per circa un’oretta le due ragazze si divertirono a vestirlo in modi diversi. Quando ebbero finito le possibili combinazioni delle tutine decisero di vedere un film e Stiles dovette subirsi “Crazy, stupid, love” più tutti i commenti delle due ragazze.

Era ormai mezzanotte passata e Derek non accennava a tornare e sebbene fosse stanco morto Stiles tentava con tutte le sue forze di restare sveglio. Purtroppo però il suo corpicino reclamava riposo, per cui cedette presto e si addormentò sul divano.

Venne svegliato da delle braccia che lo sollevavano e lo posavano sul letto, per poi rimboccargli le coperte. Doveva essere sicuramente Derek, perché poco dopo sentì che qualcuno si sdraiava al suo fianco ed istintivamente si girò verso quella persona e si aggrappò al suo braccio, poco prima di crollare addormentato del tutto.

 

 

I giorni passarono così, tra pannolini, pappette e passeggiate al parco.

Ormai Derek non si stupiva più della facilità con cui entrava in contatto con il piccolo Stiles, ed il bambino sembrava volersi addormentare a tutti i costi con qualche parte del corpo a contatto con il licantropo, come se ciò lo facesse sentire più al sicuro.

Esattamente una settimana dopo la trasformazione di Stiles il branco di Alpha si fece nuovamente vivo, o per meglio dire il capo del branco, il quale si presentò davanti alla porta di casa di Derek.

“Buonasera cugino, come te la passi?” disse entrando tranquillamente come se fosse casa sua. Derek gli ringhiò contro ed istintivamente si mise tra il lupo e la porta della camera da letto dove il piccolo Stiles stava riposando.

“Allora, piaciuto il piccolo regalo che ti ho fatto? Dopotutto sei sempre stato bravo con i bambini, ti sono sempre piaciuti. Anche se quel ragazzo, Stiles, non è che ti stesse poi così simpatico, o mi sbaglio?” chiese Max sedendosi sul divano.

“Cosa sei venuto a fare qui?” gli chiese Derek, rimanendo dov’era.

“Sono passato a trovarti cuginetto, e a riproporti la mia offerta: unisciti a noi, anche zio Peter può ovviamente, fa parte della famiglia e troveremo il modo di farlo diventare un Alpha.”

“Come ti ho già detto più volte: no grazie. Mi tengo il mio branco, per quanto sgangherato, disorganizzato e infantile possa essere. Sono loro la mia famiglia ora.” Disse Derek tutto d’un fiato, stupendosi delle proprie parole.

“Come vuoi, contento tu.” Rispose il cugino alzandosi dal divano e avvicinandosi a Derek.

“Cosa nascondi oltre quella porta, cugino?” chiese provando a superare Derek, il quale ringhiò talmente forte da far tremare i vetri delle finestre.

Sentendo quel suono Stiles si svegliò spaventato ed iniziò a piangere.

“Oh, capisco. Hai paura che faccia del male al piccolo Stiles? Credimi, non è affatto nei miei piani, non sono il cattivo.” Rispose sorridendo freddamente.

“Voglio solo vedere l’effetto delle frecce, vedere come hanno funzionato.” Aggiunse Max provando nuovamente a superare il cugino, il quale ringhiò un’altra volta.

“Se fossi in te gli starei lontano Maxie, Derek diventa piuttosto nervoso quando si tratta di Stiles.” Disse Peter, sbucando dal nulla.

“Zio, che piacere vederti!” disse Max abracciandolo.

“Ma che bello, una riunione di famiglia! Ti fermi a cena vero?” chiese Peter, il quale si affrettò ad aggiungere, sentendo il ringhio proveniente da Derek:
“Oh andiamo! Stavo scherzando Derek! Max avrà sicuramente altro da fare, giusto?”

“Esattamente zio, anzi sarà meglio che vada. E’ stato un piacere rivederti cugino, e mi spiace che tu abbia rifiutato l’offerta. Salutami il piccolo Stiles, e digli che prima o poi mi ringrazierà per quest’opportunità che gli ho dato. Zio, se vuoi per te l’offerta è sempre valida.” Disse Max rivolgendosi poi a Peter.

“Ti ringrazio Maxie, ma sto bene qui grazie.” Rispose il lupo abbracciando il nipote.

“Come preferisci. Se doveste avere bisogno d’aiuto chiamatemi, non consideratemi un nemico solo perché ci tenevo ad avere la famiglia unita, non sono io il cattivo.” Rispose l’Alpha, dopodichè se ne andò.

“Allora Derek, facciamo smettere di piangere Stiles o il poverino deve rimanere senza voce?” disse Peter rivolgendosi al nipote che parve realizzare solo in quel momento che il piccolo umano stava ancora piangendo. Si precipitò nella stanza e lo prese in braccio, iniziandolo a cullare.

“Oh ma è tenerissimo! E’ più bello di quanto non lo sia normalmente!” esclamò Peter accarezzando la testolina del bambino, motivo per cui ricevette un’occhiataccia dall’Alpha.

“Che c’è?” chiese, dopodichè andò in camera sua a disfare i bagagli.

 

Il giorno seguente il branco di Alpha lasciò la città ed il branco ne fu più che felice: finalmente avrebbero potuto riposarsi un po’.

Quella stessa mattina Derek stava mettendo un po’ a posto il casino combinato da Stiles con la colazione, quando la sua attenzione venne attirata proprio dal bambino che stava ripetendo il suo nome, ancora un po’ incorretto.

 “Deek, Deek, Deek!” continuava a ripetere sorridendo.

Il lupo sorrise e mentre portava a lavare gli asciugamani della cucina fece una carezza sulla testa al bambino.

Dopotutto gli sarebbe mancato tutto questo, ma ovviamente non lo avrebbe mai ammesso con nessuno.

La giornata la passarono con il resto del branco al parco, tra risate, scherzi e battute.

Purtroppo però non tutti erano felici, difatti sia Stiles che Derek erano malinconici: il secondo non ne capiva il motivo, o meglio non voleva ammetterlo, mentre il primo lo sapeva fin troppo bene: ormai i suoi giorni da neonato stavano finendo, e presto sarebbe tornato alla sua vita di tutti i giorni fatta di bugie al padre, compiti a sorpresa e minacce di morte da parte di Derek e probabilmente l’ultima parte era quella che Stiles voleva evitare più di tutte. Non voleva che il lupo tornasse ad essere il solito scontroso, musone rompiscatole, voleva che rimanesse il Derek che aveva imparato a conoscere in quei giorni: il Derek allegro e persino solare, premuroso e gentile.

Sperava davvero che quei giorni trascorsi con lui non fossero stati giorni sprecati, sperava che potessero essere le basi per una buona amicizia.

“O magari qualcosa di più.” Si ritrovò a pensare Stiles tutto d’un tratto.

Si, magari sarebbe stato solo l’inizio di qualcosa di più.

 

 

NdA: eccomi qui!
Siamo ormai  giunti al penultimo capitolo!

Eh già, ormai il piccolo Stiles sta per tornare ragazzo, e magari le cose cambieranno, o magari non cambieranno affatto, chi lo sa!
Volevo ringraziare tutte le persone che seguono la storia, coloro che la recensiscono, che la leggono e basta; quelli che l’hanno inserita tra le preferite, le ricordate o le seguite.

Grazie davvero  :)

Un bacio e al prossimo capitolo!

Kiki.

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5. ***


Capitolo 5.

Alla fine l’ultimo giorno era arrivato.

Stiles quella mattina si era svegliato presto ma invece di svegliare il lupo con i suoi lamenti si era limitato ad osservarlo.

In quei nove giorni aveva imparato a conoscere meglio Derek, aveva scoperto un nuovo lato del suo carattere che non mostrava spesso: era gentile e premuroso.

Certo i ringhi non erano mancati, ma con il passare dei giorni erano stati sostituiti dai sorrisi spontanei dell’Alpha, così belli da mozzarti il fiato ed illuminare il cielo a giorno.

Stiles poteva ormai definirsi dipendente da quei sorrisi, tutte le volte che Derek gliene rivolgeva uno sentiva crescere un calore nel centro del suo petto che si propagava poi per tutto il corpo, facendolo sentire come se stesse volando alto nel cielo.

Mentre si perdeva nel ricordo dell’ultimo sorriso che il lupo gli aveva rivolto appena la sera prima, Stiles non smetteva di fissare il viso del licantropo: aveva le labbra socchiuse, la fronte leggermente aggrottata ed i capelli arruffati.

Non riusciva a capire come mai si fosse legato così tanto a Derek, e per giunta da un giorno all’altro!

Che poi, era davvero successo tutto negli ultimi giorni, o era sempre stato legato a lui?

Sin dalla prima volta che l’aveva incontrato nel bosco con Scott si era sentito a disagio, per non parlare di quando gli aveva quasi tagliato un braccio, di quando gli aveva sbattuto la testa sul volante senza un apparente motivo, di quando gli aveva salvato il culo da Isaac e quando lui a sua volta lo aveva salvato dal Kanima, per non parlare di quando se l’era ritrovato in camera sua, lo aveva inchiodato alla porta e poche ore dopo gli aveva prestato una maglietta, con annesso spogliarello ovviamente.

Quella volta, o come gli piaceva chiamarla “la volta di Miguel”, più che sentirsi a disagio doveva ammettere di essersi sentito piuttosto su di giri e di aver indugiato più del dovuto sugli addominali del ragazzo.

“Va bene, va bene! Ammettiamo che gli fossi legato già da prima, cosa vorrebbe dire? O meglio cosa dovrei fare? Oppure meglio ancora, cambia qualcosa? E poi cosa vuol dire che gli sono legato? Certo lui è Derek Hale, Derek-sono-un-duro Hale, Derek-sourolf Hale, Derek-sono-un-figo-e-per-metterlo-in-chiaro-indosso-per-dormire-ma-anche-normalmente-magliette-che-mettono-in-risalto-i-miei-muscoli Hale, mentre io sono solo Stiles Stilinski, il semplice umano. Non potrebbe mai funzionare tra noi! Che poi, cosa dovrebbe funzionare? Un’amicizia, una relazione stabile, una relazione breve, una botta e via… Aspetta non posso averlo pensato davvero! Ho davvero pensato ad una botta e via con Derek? In effetti non sarebbe tanto male… Stiles Stilinski basta con questi pensieri! Concentrati su altro! Ad esempio… Oh guarda che bel quadro che c’è su quel muro! E che bel ragazzo ha dormito con te in questi giorni: un bel viso, un corpo da far impazzire chiunque, una bella voce… Ok, ok ora la smetto!” Pensava Stiles in un turbinio di parole mute che volavano nella sua testa.

Emise un suono contrariato quando l’ennesima visione di lui e Derek in atti poco casti irruppe nella sua mente. Ma perché ci aveva pensato?!

A quel punto il licantropo, disturbato dal turbinio d’emozioni del ragazzo, si svegliò sbuffando e girandosi verso il bambino disse:
“Puoi smetterla di farti mille seghe mentali su qualsiasi cosa tu le stia facendo e calmarti? Mi fai venire il mal di testa con tutti questi sbalzi d’umore.”

Stiles si calmò subito, ma non perché glielo avesse chiesto il lupo: semplicemente era rimasto incantato dallo sguardo che Derek gli aveva rivolto.

Si affrettò a disincantarsi e ad indicare al lupo la propria pancia: se avesse pensato ai suoi bisogni primari, magari sarebbe riuscito a distogliere la sua attenzione dal lupo.

 

 

Appena sveglio Derek percepì chiaramente quella gran moltitudine di pensieri ed emozioni che affollavano la mente di Stiles: era incredibile la velocità con cui passasse dalla felicità, all’ansia, al terrore, all’allegria, al triste e… cos’era quell’odore vagamente speziato? Non riusciva a capirlo, era stato talmente veloce da non riuscire a capirlo.

Sapeva che quel giorno sarebbe stato l’ultimo che avrebbe passato con il ragazzo.

Ormai non tentava di nascondere a se stesso di essersi legato a Stiles, quando il piccolo rideva sentiva il proprio cuore esplodere di felicità, quando metteva il broncio gli veniva da ridere e quando dormiva restava le ore a fissarlo. Si riprometteva ogni sera di trattarlo meglio una volta che fosse tornato ragazzo, anche se il pensiero del fiume di parole che avrebbe inondato le sue orecchie sarebbe stato sicuramente incredibile.

Aveva la netta sensazione che la trasformazione non fosse solo opera di suo cugino, sicuramente anche suo zio doveva essere coinvolto. Il motivo restava un mistero però.

 

Una volta che ebbe dato da mangiare a Stiles, gli ebbe fatto il bagno e cambiato il pannolino e dopo averlo depositato sul divano davanti alla televisione, Derek andò dallo zio, entrando nella stanza senza bussare.

“Certo Derek, entra pure.” Disse ironico il licantropo.

“Sei coinvolto anche tu, credo di averlo capito questo. Non capisco il perché.” Disse laconico l’Alpha.

“Bhe, diciamo che era l’unico modo per farti comprendere cosa volessi realmente. Senza contare una piccola vendetta per avermi tagliato la gola ma hei, ormai è acqua passata!” rispose Peter avvicinandosi al nipote, che lo guardava serio.

“Oh andiamo, non sarai arrabbiato?” chiese ed il ringhio di Derek fu una risposta più che chiara.

“Derek, Derek, Derek, ringrazierai me e tuo cugino quando questa storia sarà finita!” concluse Peter oltrepassando il nipote ed uscendo dalla stanza.

 

 

La giornata la passarono insieme Derek e Stiles: prima a guardare un po’ di TV, poi al parco, a pranzo a casa di Scott ed il pomeriggio restarono a casa, un po’ a dormire e un po’ a guardare un film di Jim Carrey.

La cena passò velocemente, così come il resto della giornata, e presto Stiles crollò tra le braccia di Derek.

Il lupo lo portò in camera e lo mise dolcemente sotto le coperte, fece una barriera di cuscini ed andò a lavare i piatti.

Poco dopo era a letto vicino al bambino che dormiva beato, e tentava di prendere sonno, con scarsi risultati.

Le cose sarebbero davvero rimaste le stesse, o sarebbero cambiate il giorno seguente?

La risposta era ovvia: sarebbero cambiate.

In meglio o in peggio non lo sapeva.

Perso in questo pensiero il lupo cadde tra le braccia di Morfeo.

 

 

 

Stiles quella mattina si svegliò che il sole non era ancora sorto.

Non ricordava di essersi addormentato aletto, probabilmente Derek doveva avercelo portato.

Come a voler palesare la cosa il lupo russò, ma il suono non proveniva da dove Stiles si aspettava: invece che provenire dalla sua sinistra il suono proveniva da sotto di lui, più precisamente da sopra la sua testa.

Si accorse di essere praticamente spalmato sul lupo che intanto continuava a dormire tranquillo.

Il suo corpo appariva fin troppo piccolo rispetto al giorno precedente e Stiles capì di essere tornato ragazzo.

Stranamente la cosa non lo rese così felice quanto avrebbe dovuto.

Dato che Derek non accennava a svegliarsi il ragazzo decise di riprendere a dormire e ricadde in un sonno profondo.

 

Si svegliò poche ore dopo e notò con piacere che il lupo dormiva ancora.

Non era più nella posizione precedente: ora era su un fianco ed era abbracciato al lupo come un koala si attacca ad un ramo di un albero.

Si strinse un po’ di più a Derek ed il tocco di qualcosa sulla sua coscia gli fece capire una cosa spiazzante: era nudo, e anche il lupo lo era e… cos’aveva appena toccato con la coscia?

Al solo pensiero sentì le guance imporporarsi ed il cuore gli prese a battere velocemente.

Doveva assolutamente calmarsi.

Certo la situazione non era delle migliori, ma almeno Derek dormiva ancora.

Decise di non pensarci e richiuse gli occhi e invece di calmarsi ripiombò tra le braccia di Morfeo.

 

Derek correva.

Faceva freddo, era buio e correva.

Ad un tratto il terreno sotto i suoi piedi scomparve, e Derek precipitò nel buio.

Si ritrovò sdraiato, il volto a contatto con le foglie e le radici del sottobosco.

Era tutto dolorante e non riusciva a rialzarsi.

Dopo quelli che parvero anni una mano comparve davanti al suo viso.

Alzò gli occhi per vedere il proprietario dell’arto ed incontrò le iridi caramellate di miele fuso di Stiles, che gli sorrideva.

Alzò una mano e la mise su quella del ragazzo e si sentì subito meglio.

Fu in quel preciso istante che Derek si svegliò.

Si accorse subito del corpo di Stiles, ormai tornato normale, avvinghiato al suo.

Il ragazzo era immerso nel dormiveglia e continuava a stringersi a Derek, come se questo fosse un peluche, ed il lupo non riusciva a non pensare al sogno.

Cosa significava?

“La persona di cui dovresti fidarti non si fida affatto di te Derek.”

Le parole del veterinario risuonarono nuovamente nella sua testa, questa volta sotto una luce diversa:

allora credeva che quella persona fosse Scott McCall, ma ora capiva di essersi sbagliato. Non era Scott, ma il suo migliore amico, l’unico essere umano abbastanza pazzo da stare con un branco di licantropi: Stiles Stilinski.

Doveva fidarsi di quel logorroico ragazzino iperattivo, il messaggio del sogno era più che chiaro ed il suo subconscio, nel momento il cui affidava la propria mano a quella del ragazzo, aveva già deciso per lui.

Come se lo avesse nominato Stiles si svegliò ed alzando il viso, in modo da poter guardare il licantropo negli occhi, disse:
“Tadan! Sono tornato normale! Mi era mancato poter parlare sai?” e si strinse un po’ di più al lupo, appoggiando meglio la testa sul suo petto.

“Stiles…” sussurrò Derek, ma non era il solito ringhio, era qualcosa di completamente diverso:

un misto tra un avvertimento ed una supplica.

Stiles si ricordò nuovamente di essere come mamma lo ha fatto, così come il lupo, e si accorse di essere irrimediabilmente intrecciato con il corpo del licantropo.

Invece di allontanarlo da sé Derek inaspettatamente lo abbracciò ed iniziò a disegnare dei piccoli cerchi sulla sua schiena, emettendo un verso simile alle fusa di un gatto.

“Non sapevo che oltre ad essere un licantropo tu fossi anche un gatto, sourwolf!” esclamò Stiles.

“Shut up.” Rispose laconico il lupo continuando ad accarezzarlo.

 

Restarono in quella posizione per quelle che sembravano ore, ormai il sole era sorto e splendeva radioso nel cielo azzurro fuori dalla finestra.


“Ammettilo, ti mancherà prenderti cura di me! Ero un bambino adorabile e buono! E quante ragazze attiravo! Non credo di essere mai stato così gettonato in vita mia!”

Disse il ragazzo, alzando il viso e trovando il lupo che lo osservava.

“Che c’è? Ora ricominci con i silenzi, i ringhi e i musi lunghi?”

“Ti preferivo di gran lunga prima, almeno stavi zitto.” Rispose sbuffando Derek.

“Ma va! In realtà le mie chiacchiere ti sono mancato ne sono sicuro!”

“Se ne sei convinto…” rispose il lupo, dopodiché chiuse gli occhi.

 

Stiles rimase a fissarlo come incantato, i due volti incredibilmente vicini, il respiro del licantropo sul suo volto.

Aveva un’idea pazza, assurda ed incredibilmente irresponsabile che gli ronzava per la testa, e la voglia di portarla a compimento era veramente troppo forte per essere ignorata.

Si sporse un po’ di più, finchè le loro labbra non si toccarono in un bacio lieve.

Stiles sentì una scarica elettrica percorrere il suo corpo, mentre Derek spalancò gli occhi stupito.

Il ragazzino si staccò subito dopo, senza riuscire a distogliere lo sguardo dalle iridi ormai rosse del lupo.

 

Derek era impreparato, totalmente impreparato, e quando le sue labbra toccarono quelle di Stiles il lupo dentro di lui iniziò ad ululare e provò a prendere il sopravvento.

Il ragazzino si allontanò fin troppo presto dalle sue labbra e quando lo fissò vide nei suoi occhi l’ansia e allo stesso tempo la curiosità.

Il suo lupo interiore aveva preso definitivamente il sopravvento.

Senza pensarci due volte prese tra le mani il volto di Stiles e lo riavvicinò al proprio, per poi unire nuovamente le loro labbra in un bacio vero dal sapore amaro della frustrazione, dall’essenza fresca della speranza, dal gusto piccante dell’istinto e dall’odore forte del desiderio.

Si staccarono per riprendere fiato ed in quel preciso istante Peter entrò nella camera.

“Sono contento vi siate avvicinati voi due. Ora però venite a fare colazione, che i pancakes si raffreddano!” disse con un sorriso vincitore sul volto, per poi uscire dalla camera.

I due ragazzi si guardarono per un momento negli occhi ripesando alla scena appena vista e scoppiarono a ridere un istante dopo.

 

Le cose sicuramente non sarebbero state più le stesse, ma chissà perché questa prospettiva non era poi così spaventosa.

NdA:

Salve bella gente!
Eccoci giunti all’ultimo capitolo, ma non disperate: a breve arriverà l’epilogo di questa pazza avventura!
Che dire, spero che il capitolo vi sia piaciuto, mi sono sforzata  per renderlo decente ed un po’ più lungo.

Fatemi sapere cosa e pensate con una recensione, mi fa sempre piacere leggere le vostre opinioni! :D
Detto questo ringrazio tutte le persone che recensiscono, che leggono la storia in silenzio, che l’hanno inserita tra le ricordate, le seguite o le preferite: grazie davvero!
Ringrazio anche le persone che mi hanno inserita tra i loro autori preferiti, mi fate sentire onorata *-*

Ed infine ringrazio SilviAngel, senza la quale non avrei mai potuto scrivere questa storia incredibilmente matta :)

Un bacio a tutti, e arrivederci al prossimo capitolo!

Kiki.

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Capitolo 7
*** Epilogo. ***


Epilogo.

Erano ormai due mesi che lo Sceriffo aveva notato che il figlio era insolitamente più allegro.

Tutto era cominciato dal suo ritorno da un corso d’aggiornamento alquanto inutile: era arrivato a casa e suo figlio gli aveva fatto trovare per cena beacon e salsiccia con contorno di patate al forno.

Per una persona qualsiasi avrebbe anche potuto essere una cosa normale, ma in casa Stilinski si mangiava rigorosamente sano, o meglio Stiles insisteva con il padre affinchè mangiasse meglio per via dell’alto livello di colesterolo.

Quel giorno Stiles era rimasto tutto il tempo in camera sua, era sceso solo per pranzare e subito dopo era tornato al piano di sopra. Lo sceriffo lo trovava un comportamento alquanto strano perché sicuramente il figlio non stava studiando, dato che le vacanze invernali erano appena iniziate. Decise di non pensarci e si preparò per andare in centrale.

“Mio padre potrebbe anche insospettirsi sai? Insomma me ne sto in camera mia per tutto il giorno durante le vacanze!” disse Stiles mentre si ributtava letteralmente tra le braccia del lupo sdraiato sul suo letto.

“Di certo non è colpa mia.” Rispose lapidario il lupo stringendo il ragazzino a sé.

“Stiles, io vado a lavoro!”  urlò lo sceriffo dal piano inferiore.

“Ok Pà! A sta sera!” rispose il figlio senza allontanarsi dalle braccia del lupo.

Quando sentì la macchina di suo padre che si allontanava Stiles decise di attuare un piano che aveva in mente già da un po’ di giorni: dato che non era ancora riuscito a convincere il lupo ad approfondire, se vogliamo dirlo così, il loro rapporto aveva deciso di provare a facilitare la cosa, come ad esempio andare a farsi una doccia mentre suo padre non è in casa ed il suo ragazzo è sdraiato tranquillamente sul suo letto, per poi tornare in camera con soltanto un asciugamano.

Comunicò quindi a Derek che sarebbe andato a farsi una doccia e quando ebbe finito tornò in camera con indosso solamente l’asciugamano, come da programma.

Soltanto che il lupo non era più sul suo letto.

Anzi, non era proprio più in camera sua.

“Ma dai cazzo!” imprecò ad alta voce il ragazzo, il quale poi voltandosi verso la porta andò a sbattere contro il torace di Derek.

“Si può sapere perché vai in giro così Stiles? Ti prenderai un malanno.” Disse il licantropo con tono severo.

“E si può sapere dov’eri finito tu? Credevo te ne fossi andato senza avvisare…” rispose Stiles rabbuiandosi al solo pensiero del licantropo che sguscia via da camera sua senza salutarlo.

Derek percepì il dispiacere del ragazzo e con un delicato gesto della mano gli tirò su il mento in modo da poter fissare le sue iridi verdi in quelle marroni con riflessi dorati del ragazzo.

“Non potrei mai andarmene senza dirti nulla…” Disse in un sussurro e posò un bacio leggero sulle labbra del ragazzo.

Stiles ovviamente colse la palla al balzo e ricambiò il bacio, rendendolo subito più umido di prima e si avvinghiò al corpo del licantropo.

Circondando la vita del lupo con le proprie gambe però l’asciugamano che aveva addosso si slacciò e Stiles sorrise tra sé e sé.

“Stiles…” disse il lupo senza interrompere il bacio.

Il ragazzino però non voleva dargli retta, non questa volta.

Insomma, era un adolescente in preda a tempeste ormonali con un ragazzo che era assolutamente la cosa più bella che avesse mai visto in vita sua, ragazzo che oltretutto si rifiutava di fare l’amore con lui fino a che non avesse compiuto i diciotto anni.

Si strinse ancora di più al corpo di Derek, il quale quando Stiles fece per togliergli la maglietta allontanò il ragazzo da sé in modo da poterlo guardare negli occhi, le iridi ormai non più verdi ma rosse.

“Stiles, no. Vestiti.” Disse soltanto, dopodichè slacciò le gambe del ragazzo dal proprio corpo e raccolse l’asciugamano da terra e glielo passò.

Stiles sbuffò ma non protestò.

Certo si sarebbe rivestito, ma non avrebbe abbandonato così presto la lotta per la sua causa.

 

Passarono il pomeriggio a guardare un film sul divano, abbracciati l’uno all’altro, e quando era ormai ora di cena Stiles andò a cucinare, seguito a ruota dal lupo che si sedette al tavolo della cucina.

Quando lo Sceriffo tornò a casa e passò davanti al salotto notò i due bicchieri e le due ciotole sul tavolino, e quando entrò in cucina chiese al figlio:
“Scott è venuto qui?”

“Huh?” bofonchiò Stiles confuso.

“I due bicchieri e le due ciotole di patatine in salotto.” Spiegò il padre.

“Oh si, abbiamo guardato un film così tanto per.” Rispose grattandosi la testa il figlio, dopodichè iniziarono a cenare.

Lo Sceriffo era sicuro che il figlio gli stesse nascondendo qualcosa: prova lampante era il fatto che avesse detto di aver trascorso il pomeriggio con il suo storico migliore amico, quando Scott era via con la madre dai nonni per le vacanze.

Appena ebbe finito di sparecchiare Stiles corse letteralmente in camera sua, e fu felice di trovare Derek seduto a gambe incrociate sul suo letto.

“Sai vero che non sei capace a mentire?” gli disse il lupo accogliendolo tra le sue braccia e sdraiandosi.

“Io sono bravissimo a mentire agli umani, perché se così non fosse mio padre saprebbe già tutto di voi caro mio.” Rispose il ragazzo girandosi e mettendosi e cavalcioni sul licantropo.

“Davvero? Gli hai appena detto di aver trascorso il pomeriggio con Scott Stiles. Scott capisci?”

“Si, e allora?” chiese confuso il ragazzo.

“E allora, Scott è via con sua madre idiota.” Rispose Derek.

“Oh merda.”

“Già. Ma se siamo fortunati tuo padre non si sarà ricordato di questo piccolo particolare.” Disse il lupo attirando il ragazzino per baciarlo.

Stiles ovviamente non si lasciò sfuggire questa opportunità e divorò le labbra del lupo portando le mani tra i capelli di lui. Decise di lasciar stare per un po’ quelle labbra e scese a baciare il collo di Derek, che lo ammonì subito.

“Stiles…” disse con voce bassa e roca.

“Cosa? Lo so che vuoi aspettare e va bene. Sto soltanto baciando il mio ragazzo, nulla di più. Concedimi almeno questo.” Rispose il ragazzino, che tornò a baciare, mordicchiare e leccare il collo del lupo. Scese più in giù e da sopra la maglietta ricoprì il petto del licantropo di baci e pian piano scendeva sempre più in giù.

Quando arrivò all’altezza dell’ombelico e vide che Derek era impegnato come lui a godersi il momento, fece risalire una mano lungo la coscia del lupo.

Proprio quando stava per raggiungere il suo obbiettivo la mano di Derek lo bloccò.

“Stiles, no.” Disse lapidario il licantropo, gli occhi velati di una patina rossiccia.

Cogliendo il desiderio negli occhi di Derek, Stiles fece una mossa a dir poco azzardata: con la mano destra, quella libera dalla morsa di Derek, andò a toccare proprio il cavallo dei pantaloni di lui e strinse senza fare troppi complimenti.

Le iridi del lupo divennero di un rosso acceso e Derek, dimentico ormai dei suoi buoni propositi, attirò il viso del ragazzino al proprio, trascinandolo in un bacio umido e desideroso.

Con un gesto fluido tolse la maglia di Stiles e la buttò a terra e poco dopo il ragazzo fece altrettanto con la sua per poi tornare ad unire le loro labbra.

Derek era troppo preso dalle sensazioni del momento per accorgersi che lo Sceriffo si fosse alzato dal divano, che avesse salito le scale e che avesse appena bussato alla porta del figlio.

 

Non ricevendo alcuna risposta da Stiles, lo Sceriffo decise di entrare nella camera del figlio e lo spettacolo che vide aveva dell’incredibile: Stiles, che aveva da sempre avuto una cotta per quella sua compagna Lydia Martin, era a cavalcioni su un ragazzo, e non un ragazzo qualsiasi, no, bensì Derek Hale, il quale aveva provveduto ad arrestare più di una volta!

Appena i ragazzi si accorsero della presenza del padre di Stiles si staccarono, ma l’umano non scese dal corpo di Derek.

“Cosa sta succedendo?” chiese lo Sceriffo, e Stiles era sicuro di aver visto la mano del padre che correva dove solitamente tiene la pistola quando è in servizio.

“Bhe Papà, credo ci sia una conversazione che dobbiamo fare.” Rispose Stiles, dopodichè scese dal corpo di Derek e si avvicinò al padre.

 

Quella sarebbe stata una serata a dir poco complicata.

 

Fine.

NdA: Salve a tutti! :D
Ebbene sì, siamo giunti al termine di questa storia strampalata xD

Che dire?

Bhe per prima cosa ringrazio infinitamente tutte le persone che hanno letto la storia, tutti coloro che l’hanno inserita tra le seguite/ricordate/preferite e tutte le persone che l’hanno recensita: grazie dal profondo del cuore :)

Ringrazio anche SilviAngel, la quale è stata così gentile da concedermi di scrivere una storia ispirata (si dice cosi vero? Se così non fosse perdonatemi, ma sono le due e venti e non ho sonno e tecnicamente domani avrei scuola xD) dalla sua fantastica “Cucciolo d’uomo”.

Ho voluto concludere così la storia, lasciandovi con il dubbio: Stiles dirà a suo padre solo di Derek o anche del piccolo problema peloso in cui ormai è irrimediabilmente coinvolto?

La mia risposta è: a voi l’ardua sentenza U_U

Ok, dopo quest’ultimo sclero direi che posso anche andare a dormire xD
Per tutti quelli che si staranno chiedendo se scriverò ancora su questi due piccoli patati irresistibili (?) la risposta è: assolutamente sì, come potrei non farlo? ;)

Detto questo ne approfitto per tranquillizzare i lettori di Ancient Love, dicendo loro che non mi sono dimenticata di pubblicare il capitolo eh, solo devo decidere bene cosa scrivere per farlo decentemente lungo xD

Ne approfitto anche per dirvi che in questi due giorni ho scritto due Oneshot:

la prima si intitola “Revenge” ed è incentrata sul nostro caro zietto Peter, la seconda si chiama “They don’t  know about us” e parla di un Derek adolescente e del suo rapporto con Kate; fateci un salto se ne avete voglia, e magari fatemi sapere che ne pensate, mi farebbe davvero tanto piacere!

Ok, termino questi infiniti saluti ringraziandovi tutti ancora una volta :

Grazie mille per essere rimasti con me e “Taking care of him” fino alla fine!

Un bacione e alla prossima!

Kiki.

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