Taking care of him. di RakyKiki (/viewuser.php?uid=112090)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 7: *** Epilogo. ***
Capitolo 1 *** Prologo. ***
ffsterek
Taking
care of him.
Prologo.
Stiles
Stilinski era sempre stato un ragazzo particolarmente loquace, sin da
quando era piccolo aveva avuto il vizio di parlare a raffica e quando
qualcosa non andava lo si capiva subito, poichè la
parlantina veniva sostituita da un silenzio di tomba. Quel giorno
sapeva che qualcosa non andava, si era svegliato insolitamente prima
del solito e con una senzasione di un peso che lo opprimeva. Aveva
passato tutto il giorno sull'orlo di una crisi di panico e sperava
vivamente che nella missione di quella sera non succedesse nulla di
brutto.
Così
ora si ritrovava in auto con quell'alpha brontolone in una sorta di
appostamento stile poliziesco a tenere d'occhio un vecchio magazzino in
attesa di chissà cosa. Dopo circa mezz'ora il ragazzo
iniziò a parlare sempre meno man mano che la sensazione di
pesantezza aumentava e ciò non sfuggì al lupo.
"Allora
qualche volta stai zitto senza che nessuno te lo chieda."
esclamò Derek continuando a fissare l'edificio.
"Tentavi
di fare una battuta per caso? Perchè se è
così non ci sei riuscito." rispose teso l'umano.
"Sei
teso come una corda di violino." non era una domanda quella del lupo,
bensì una semplice constatazione.
"E
tu sei particolarmente loquace.Cos'è, il gatto ha vomitato
la tua lingua e te l'ha ridata?" ribattè l'umano.
Derek
stava per rispondere quando il rumore di uno sparo, seguito dallla
rottura del finestrino e dall'urlo di dolore di Stiles
s'impossessò della notte.
Sulla
soglia del magazzino c'era il capo del branco di Alpha con in mano una
balestra e sorrise compiaciuto a Derek, dopodichè
rientrò nell'edificio.
Intanto
Stiles continuava a contorcersi sul sedile del passeggero e non la
finiva più di lamentarsi.
"Porca
puttana, lo sapevo che oggi qualcosa sarebbe andato storto! Cazzo
morirò, ne sono sicuro! Non ho nemmeno detto a mio padre che
gli voglio bene! Oh cavolo, è il mio sangue questo? E' il
mio sangue quello che sta sporcando il sedile, il sedile della tua
auto, il sedile di una cazzo di camaro!? Ok ora sono certo che
morirò! Hei, hei che diamine stai- cazzo che male!Smettila
Derek!"
"Vuoi
stare fermo diamine! Devo estrarre la freccia!" urlò il lupo
estraendola finalmente dal braccio del ragazzo. Aveva un odore strano,
fin troppo, così mise in moto la macchina e partì
diretto verso la clinica veterinaria.
"Cosa
lo ha colpito?" chiese il veterinario scoprendo la ferita di Stiles,
che intanto era svenuto.
"Questa."
disse Derek porgendo la freccia a Deaton, il quale prese ad esaminarla
attentamente.
"Bene.
Scott? Ho bisogno del tuo aiuto mentre sarebbe meglio che tu uscissi
Derek. Mi servono una tinozza con dell'acqua calda, delle bende e
un'asciugamano." disse il veterinario togliendo la maglia al ragazzo
per medicare la ferita. L'apha uscì dalla stanza sebbene
contrariato e si mise ad aspettare seduto nella sala d'aspetto mentre
sentiva la voce del dottore che dava istruzioni al licantropo.
"Che
diamine?!"esclamò ad un tratto Scott e l'alpha si
precipitò nella stanza. Non poteva credere a quello che
vedeva: il corpo di Stiles era scomparo ed al suo posto vi era un
neonato avvolto in un asciugamano azzurro.
"Era
una freccia con un particolare tipo di strozzalpo, in grado di far
ringiovanire il diretto interessato. Presumo fosse per te."
spiegò Deaton rivolto a Derek.
"Ora
cosa facciamo? Suo padre torna tra due settimane! Tornerà
normale?" chiese Scott.
"Si,
ma l'effetto può durare dai sette ai dieci giorni, dipende
da persona a persona. Ma ora dobbiamo preoccuparci di chi si
occuperà del piccolo Stilinski." concluse il veterinario
osservando l'alpha. seguito a ruota da Scott.
"Non
se ne parla nemmeno, scordatevelo." esclamò Derek.
"Oh
andiamo, io non posso insomma mia madre sopporta a malapena la mia
particolarità, non posso portarle un neonato che in
realtà dovrebbe avere diciassette anni! E gli altri non
possono di certo occuparsi di lui, vanno tutti a scuola." disse Scott
soddisfatto.
"Da
quando in qua sei diventato così sveglio?"
ribattè l'alpha che venne però interrotto dal
veterinario che gli porse il piccolo Stiles che si era svegliato e
guardava con interesse il volto del lupo.
"Sembra
che tu gli piaccia Derek." disse l'uomo, posandogli il bambino tra le
braccia.
"Capisce
quello che diciamo?" chiese l'alpha.
"Oh
certo, ma essendo tornato neonato non è in grado di
comunicare. Per questa sera dovrai arrangiarti in qualche modo per
mantenerlo al caldo, per quanto riguarda il mangiare il latte normale
va benissimo, il biberon te lo do io. Ricorda di non farlo troppo caldo
o si brucerà. Per i pannolini bhe, vale la stessa cosa che
per i vestiti. Domani Scott ti porterà tutto l'occorrente
per prenderti cura di lui. Vedi quest'esperienza come l'occasione per
riuscire a comprendere meglio il giovane Stilinski." concluse il
dottore uscendo dalla stanza, seguito da Scott.
Derek
per nulla contento ringhiò ed il piccolo Stiles per tutta
risposta gli diede un pugnetto sul naso.
Questa
cosa non sarebbe andata a finire bene, Derek ne era più che
sicuro.
NdA:
eccomi qui con una nuova fan fiction, questa volta una Sterk ^^
Spero
che vi piaccia,come sempre una recensione mi farebbe davvero piacere!
Devo
ringraziare per l'idea di questa storia SilviAngel e la sua fantastica
storia "Cucciolo d'uomo" da cui sono stata ispirata: (Vi metto il link
del suo profilo: http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=115420
E
della storia : http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1237542&i=1
Fateci
un salto ;) )
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Capitolo 2 *** Capitolo 1. ***
cpitolo1
Capitolo 1.
Per tutto il tragitto verso casa Stiles non aveva fatto altro che
lamentarsi: certo Derek doveva ammettere che la sua sistemazione non
era delle migliori, imbacuccato in una coperta ed assicurato al sedile
dentro un trasportino scoperchiato, ma era l'unica cosa che aveva
trovato che fosse abbastanza sicura.
Con il biberon in una mano ed il bambino nell'altra entrò
nel suo appartamento, in cui si era trasferito da poche settimane, e la
prima cosa che notò furono delle valigie nell'ingresso.
"Non dovevi partire martedì?" chiese rivolto allo zio che lo
osservava con un'espressione divertita.
"Si, ma ho deciso di anticipare la partenza quando ho saputo del nostro
nuovo ospite." chiarì l'uomo indicando con un cenno della
testa il neonato che si osservava intorno con sguardo indagatore.
"Ti lascio con Stiles, ho la sensazione che vi divertirete molto
insieme voi due. Ciao ciao!." salutò Peter ed
uscì dalla casa.
Derek ringhiò per tutta risposta ed il bambino emise un
vagito contrariato.
"Tu, farai meglio a comportarti come si deve, o giuro che il fatto di
essere diventato un neonato non mi fermerà
dall'aprirti la gola con i miei denti." disse il lupo e Stiles
sbuffò per poi iniziare ad emettere una serie di suoni
incomprensibili che avevano tutta l'aria di essere una battuta contro i
modi bruschi del licantropo.
Derek prese il bambino, che era ancora nella scatola, e quasi come se
fosse terrorizzato dall'idea di toccarlo lo fece scivolare fuori dalla
scatola e si diresse verso il bagno, lasciando il neonato a se stesso.
Uscì dalla doccia con addosso solo un asciugamano e quando
passò davanti a Stiles, che intanto era riuscito, non senza
poche difficoltà, a mettersi seduto, il piccolo si
coprì gli occhi emettendo un verso di disappunto, e per
tutta risposta il lupo ringhiò, salvo poi sparire in camera
da letto, per uscirne poco dopo con la sua solita divisa, un paio di
jeans ed una canotta bianca. Quando Stiles vide che il ragazzo si
dirigeva verso la cucina senza degnarlo minimamente di uno sguardo
iniziò a strillare emettendo suoni vari attraverso cui
esprimeva tutto il suo disappunto. I suoi lamenti sembravano
però aver sortito l'effetto voluto: difatti Derek
tornò nell'ingresso/salotto e si mise davanti a lui.
"Che c'è?" gli chiese.
Davvero si aspetta che
io gli possa rispondere in modo comprensibile? Pensò
il ragazzo-bambino e per esprimere meglio la sua disapprovazione
assunse un broncio degno di nota.
"Bhe?" chiese ancora il ragazzo incrociando le braccia e fissandolo
serio.
In quel momento Stiles sentì il proprio stomaco brontolare
ed involontariamente emise un lamento e fissò a bocca apera
e sguardo implorante il lupo: stava morendo di fame.
"Che significa quella faccia, eh?" chiese ancora e Stiles assunse
un'espressione della serie "Are you fucking kidding me?!" ed
indicò con la piccola manina rosa prima la sua pancia, poi
la sua bocca.
Derek parve capirlo perchè prese il biberon e si diresse in
cucina, per uscirne poco dopo. Andò nuovamente davanti a
Stiles ed i due presero a fissarsi, Derek con la sua solita espressione
indecifrabile, Stiles con gli occhi sognanti puntati sul biberon pieno
di latte.
I minuti passavano, e Derek non si decideva a nutrire il bambino:
continuava ad avvicinarsi e a porgere le mani, salvo poi allontanarsi
nuovamente, e ciò non faceva altro che aumentare la fame di
Stiles che, ormai giunto al limite della sopportazione,
iniziò a piangere.
"Ok, va bene! Basta che stai zitto!" esclamò Derek, il quale
finalmente si sedette sul divano e, preso in braccio il piccolo Stiles,
tentò di fargli prendere il biberon ma invece che centrare
la bocca del bambino, la tettarella finì prima sulla sua
fronte e poi sulla sua guancia e solo al terzo tentativo Derek
riuscì a centrare la bocca.
Stiles emise un versetto di gioia ed inizò a bere il latte
che finì in pochissimo tempo, con annesso ruttino.
Derek parve rilassarsi un po', e quasi sovrappensiero
sistemò meglio Stiles sulle sue gambe ed il bambino
appoggiò la testa sul suo petto, improvvisamente stanco.
Ma un altro bisogno prese possesso di Stiles: doveva assolutamente fare
la pipì. Non fece in tempo a realizzare questo pensiero che
si sentì incredibilmente libero e guardando verso il basso
notò una macchia di bagnato sull'asciugamano e a quanto pare
anche il lupo se ne rese conto, poichè lo
allontanò subito dal suo corpo e corse verso il bagno.
Posò il bambino nel lavandino, che ormai aveva
già fatto tutta la pipì addosso a se stesso ed al
licantropo, e disse esasperato con un ringhio.
"Stiles, mi hai fatto la pipì addosso! Che schifo!"
Si tolse velocemente i jeans e li buttò nella lavatrice,
seguiti a ruota dall'asciugamano che avvolgeva il bambino, che aveva
posato nel lavandino.
Il contatto con la superficie fredda del lavabo fece piangere
immediatamente Stiles, e Derek dovette aprire subito l'acqua per lavare
il casino che quel ragazzino logorroico si era fatto addosso: infatti
oltre che la pipì quel genio era riuscito anche a farsi la
cacca addosso.
"Questa me la paghi, umano." ringhiò ancora una volta il
lupo ed iniziò a lavare il bambino.
Dopo averlo asciugato accuratamente ed avvolto in un asciugamano
pulito, il lupo si diresse in camera con il piccolo in braccio; lo
posò sul lato del letto dove non dormiva e fece una
barrirera di cuscini intorno al corpicino del piccolo: dopotutto non
era così irresponsabile o insensibile come potevano pensare
i suoi beta.
Si cambiò velocemente e, coperto il bambino che era
già crollato addormentato, spense le luci della camera
sperando di riuscire ad addormentarsi.
Speranza vana purtroppo, perchè nemmeno tre ore dopo Stiles
si sveglio piangendo e strillando ed agitando convulsamente i suoi
piccoli arti.
"Stiles!" esclamò in un ringhio il lupo, che si
alzò immediatamente per vedere cosa diamine volesse l'umano.
Subito il bambino indicò la propria pancia e Derek si
diresse di malavoglia in cucina per preparargli un nuovo biberon.
Stiles trangudiò anche quello e poco dopo si
addormentò nuovamente.
La stessa scena si ripetè un paio di volte finchè
finalmente il bambino si addormentò per più di
due ore di fila.
NdA: eccomi qui con il primo capitolo, so che non è molto
lungo ma prometto che i prossimi lo saranno di più! :)
E' la prima volta che mi capita di scrivere in questo modo di Derek,
per cui se per caso finissi per descriverlo come OOC vi prego, fatemelo
sapere T_T
Volevo ringraziare tutte le persone che hanno letto/recensito/messo tra
le seguite-ricordate-preferite la storia!
Come sempre se lasciaste una recensione ne sarei davvero felice, mi fa
piacere sapere cosa pensate della storia!
Al prossimo capitolo!
Un bacio,
Kiki.
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Capitolo 3 *** Capitolo 2. ***
capitolo2
Capitolo
2.
Stiles
si svegliò nuovamente verso le dieci del
mattino, il lupo
sdraiato vicino a lui
dormiva ancora ed il ragazzo-bambino iniziava ad avere fame. Decise
però di non
mettersi a strillare nuovamente (Stiles ammetteva a se stesso di averci
ormai
preso gusto a far impazzire il sourwolf con i suoi strilli) e decise
che
gattonando avrebbe esplorato un po’ la casa. Certamente non
aveva pensato
all’ostacolo che costituiva l’altezza del letto ma
pensò di lasciare da parte
l’intelligenza da ragazzo e si affidò al suo nuovo
istinto di bambino. Finì sul
pavimento direttamente con il sedere ma non si fece nemmeno troppo
male.
Realizzò solo dopo di essere totalmente nudo ma dopotutto
era un neonato, ed i
neonati possedevano la libertà di girare nudi per casa, o
almeno così si
ripeteva. Iniziò quindi il suo giro di esplorazione e per
prima cosa, una volta
uscito dalla camera, girò a destra ed entrò in
una seconda camera da letto, che
doveva essere quella di Peter. Certo doveva ammettere che era proprio
comodo
gattonare e che alla fine l’essere tornato un neonato, con
l’intelligenza di un
diciassettenne ma con l’incapacità di comunicare
tipica di un lattante, non
era stata poi una così brutta cosa. La
prospettiva che aveva dai suoi pochi centimetri di altezza era
però
terrificante: tutte le cose intorno a lui erano a dir poco enormi ed
ora
riusciva a comprendere perché i neonati avessero sempre
quell’espressione un
po’ da pesce lesso, insomma chiunque avrebbe avuto una faccia
del genere se
tutto intorno a lui fosse stato enorme!
Dopo
aver ispezionato per quanto possibile quella
camera il bambino si diresse in bagno, poiché aveva un
bisogno assurdo di fare
pipì.
Certo
che ora capisco l’utilità dei pannolini: fanno
talmente tanta pipì che sarebbe
impossibile correre tutte le volte in bagno!
Pensò
Stiles mentre cercava di capire come arrivare
alla tavoletta del WC. Notò poi una scatola da scarpe dietro
la porta e decise
di spingerla fino al water ed usarla come scalino. Riuscì in
questa sua impresa
ma quando si affacciò sulla tavoletta gli venne in mente un
pensiero un po’
assurdo: e se fosse caduto con la testa dentro il WC? Tralasciando lo
schifo,
avrebbe rischiato di affogare!
Decise però di lasciar perdere quel pensiero,
poiché dopotutto non aveva altra
scelta: o faceva pipì così, oppure se la faceva
addosso ed il ragazzo preferiva
di gran lunga la prima opzione.
Terminata
la missione in bagno il piccolo si diresse
nell’ingresso-salotto e si ricordò che la sera
prima, mentre Derek lo teneva in
braccio, cosa peraltro che gli suonava ancora così strana,
aveva visto sul
tavolino un bestiario aperto sulla pagina dello strozzalupo: magari se
fosse
riuscito a prendere il libro avrebbe capito meglio cosa gli era
successo, dato
che il veterinario gli aveva detto solamente che centrava lo
strozzalupo
(oltretutto un tipo particolare che ha effetto anche sugli umani!) e
che al
massimo entro una decina di giorni sarebbe tornato normale. Arrivato
davanti al
tavolino, che in quel momento proprio “ino” non lo
era, notò che il libro era
ancora lì, ma che raggiungerlo sarebbe stato difficile.
Decise di provare
l’unica idea che gli fosse venuta in mente: tirare la
tovaglietta-centrino e
far cadere il libro, evitando però di prendere se stesso. Si
appese così
all’angolo della stoffa e la sua idea funzionò,
poiché il libro cadde vicino a
lui; peccato che tirando la tovaglia avesse fatto cadere anche la
lampada che
vi era sopra (Stiles giurava di non averla vista la sera precedente)
che
ovviamente, si ruppe in mille pezzi facendo un rumore
pazzesco.
Stiles
sperò di non aver svegliato Derek, ma le sue
speranze vennero infrante dal lupo che oltrepassò correndo
la soglia della
stanza: aveva i capelli arruffati, i vestiti stropicciati ed il volto
assonnato
e gli occhi rosso rubino e le zanne sporgenti non facevano altro che
aumentare
la comicità della scena.
Quando
Stiles vide il lupo scoppiò a ridere e
l’espressione che assunse Derek, sebbene per pochi attimi, fu
di completo
stupore, dopodiché ritornò quella imbronciata ed
indecifrabile di sempre.
“Cosa.Hai.Combinato!?”
disse con un ringhio l’alpha.
Stiles
Sbuffò e, aperto il libro, iniziò a cercare la
sezione dello strozzalupo. Era riuscito a trovarla quando si
sentì sollevare e
cavolo, quella cosa non gli piaceva affatto! Insomma era finalmente
riuscito a
trovare quello che voleva e quel lupo decide di vanificare tutti i suoi
sforzi?
Il bambino inizi quindi a strillare e a piangere, insultando nella sua
“lingua”
il licantropo che lo osservava cupo in volto.
“Guarda
che hai fatto Stilinski!” disse il lupo
girando il bambino in modo che potesse guardare la lampada rotta per
terra.
“E
poi perché giri nudo per casa? Già è
scocciante
doverti lavare quando non riesci a trattenere i tuoi bisogni, ora
dovrò farlo
di nuovo perché sei pieno di polvere e schifezze.”
Aggiunse il lupo avviandosi
verso il bagno.
Quel pomeriggio con Scott arrivò anche Lydia, con una borsa
carica di tutine,
scarpe, cappellini, bavaglini e accessori per neonati. Ovviamente Derek
non
aveva mancato di farle presente, con il suo solito tono gentile ed
amorevole, che
Stiles sarebbe rimasto in quelle condizioni per una decina di giorni
soltanto e
la ragazza rispose che Stiles avrebbe passato quei giorni con stile.
Inutile
dire che il bambino era al settimo cielo all’idea di avere
Scott e Lydia
vicino, anche se quando la ragazza lo prese in braccio per mettergli il
pannolino si era sentito in forte imbarazzo,
perché un conto era se un ragazzo lo vedeva
nudo, e non era una novità
viste le docce dopo gli allenamenti di lacrosse, ma se una ragazza lo
vedeva
bhe, non
è che l’idea lo facesse
impazzire. Certo, qualche mese prima avrebbe persino venduto la propria
anima perché
Lydia lo vedesse senza vestiti, ma ora la cotta colossale gli era
passata ed il
rapporto che aveva con la ragazza era una splendida
amicizia.“Ma sei un amore
vestito così Stiles!”esclamò Lydia
abbracciando il bambino, che rise allegro.
La sua pancia brontolò e Derek si alzò per andare
a preparare il latte,
ovviamente aveva sentito lo stomaco del bambino con il suo super udito,
e tornò
poco dopo con un biberon pieno di latte in mano, si sedette sul divano
e senza
dire una parola fece segno a Lydia di passargli il bambino, che subito
si
attaccò alla tettarella e finì tutto
d’un fiato il latte.
Quando
gli amici se ne furono andati Stiles non
sapeva più cosa fare: si annoiava a morte e dubitava che
Derek avesse voglia di
mettersi li a giocare con lui, perché sì
improvvisamente gli era venuta una
voglia matta di giocare. Senza contare che fuori era una splendida
giornata, l’ideale
per una passeggiata. Si mise a quattro zampe e raggiunse
l’altro lato del
divano dov’era seduto il licantropo, che lo fissava. Si
sedette sulle sue
gambe, e per poco non cascava per terra!, e lo fissò di
rimando.
“Che
c’è?” chiese Derek, sbuffando.
Stiles
indicò con un cenno della testa la finestra e
poi il passeggino che Scott aveva portato. Il lupo però non
parve capire ed il
piccolo sbuffò e ripeté l’operazione.
Derek parve capire e disse, incrociando
le braccia al petto: “Non se ne parla.” E riprese a
guardare la tv.
“Se
pensi che resterò chiuso in casa con li per
dieci giorni ti sbagli di grosso! Io voglio uscire, vivere, respirare
aria
pura e non marcire qua dentro a guardare la televisione! Andiamo Derek,
ti
prego! Ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego
ti prego!”
disse Stiles nella sua lingua ma Derek lo ignorava. Decise quindi di
continuare
a emettere versi finchè il lupo non lo avesse accontentato,
e avrebbe anche
ripreso a piangere, eccome se lo avrebbe fatto!, se quel ragazzo
continuava ad
ignorarlo.
Per
sua fortuna, o sfortuna, Derek non resistette
più di cinque minuti con i suoi strilli nelle orecchie e
ringhiando spense la
televisione, si mise le scarpe ed iniziò a vestire Stiles
con il cappottino e
un cappellino, dato che faceva freddo.
“Ti
giuro che se non fai il bravo, quando tornerai
normale te la farò pagare.” Disse Derek mentre
infilava Stiles nel passeggino
che, tutto contento della sua vittoria contro il lupo, sorrideva
raggiante.
NdA:
Eccomi qui con il secondo capitolo!
Allora,
che ve ne pare? Mi raccomando, fatemi sapere
il vostro parere con una piccola recensione ;)
Ci vediamo domani, spero!, con il capitolo 3.
Un
bacione gente!
Kiki.
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Capitolo 4 *** Capitolo 3 ***
capitolo3
Capitolo 3.
Com'era prevedibile appena furono fuori dall'appartamento Stiles
iniziò a muoversi a destra e a manca, animato da un
entusiasmo che non riusciva a comprendere: tutte le cose, sebbene le
conoscesse già, sembravano come nuove, quasi le vedesse
sotto una luce diversa. Il mondo sembrava così invitante e
pieno di magia agli occhi del bambino! Gli alberi con le foglie mezze
cadute, le nuvole che correvano nel cielo, i cani che correvano nei
prati, le auto che passavano, tutto sembrava emozionante.
Quando entrarono in un parco non fecero in tempo a fare venti metri che
un gruppetto di ragazze, che Stiles sapeva frequentassero il liceo di
Beacon Hill, si avvicinarono al lupo e tutte carine iniziarono a
tempestarlo di domande sul bambino: "Oh ma che carino! E' tuo figlio?
Ha un faccino così adorabile!",
"Guarda che occhioni dolci! Ti sciolgono subito!"
oppure "E perchè le sue guanciotte? Come si chiama il
piccolo?".
Ovviamente Derek rispondeva con il suo solito modo di fare burberoe
freddo, e presto le ragazze se ne andarono seccate da tale accoglienza.
Cosa che a Stiles non andò affatto giù.
Isomma, per una volta che era circondato da delle ragazze il lupo
doveva rovinare tutto! Iniziò quindi ad esprimere il suo
disappunto emettendo una grandissima quantità di versi,
accompagnati dalle braccia che si muovevano freneticamente, come a
voler enfatizzare il concetto. Andò avanti per una buona
mezz'ora durante la quale fecero il giro del parco ed arrivarono quasi
fino alla clinica veterinaria, dopodichè tornarono indietro,
anche perchè il bambino aveva iniziato a piangere per la
fame, quasi come se non avesse mangiato nemmeno tre ore prima.
Giunti a casa Derek preparò l'ennesimo biberon di latte, ma
ormai Stiles si era stufato di bere sempre e solo latte, insomma gli
mancavano i cibi normali come la pizza, la pasta o una buona bistecca!
Così appena Derek gli diede il biberon, il bambino, dopo
aver bevuto un paio di sorsi, prese una gran quantità di
latte e invece di ingoiarla la sputò a mo' di fontanella
dritto in faccia al licantropo.
Gli occhi del lupo fiammeggiarono di rosso per qualche istante e Stiles
aveva giurato che oltre al ringhio avesse visto anche le unghie del
ragazzo allungarsi un minimo.
Stranamente però il lupo non disse nulla ed intuendo il
cambio di gusti del bambino, gli preparò la prima pappina
che gli era capitata sotto mano.
Stiles apprezzò il gesto e mangiò di gusto e come
a voler chiarire il concetto si concedette anche il ruttino di fine
pasto.
Dopo aver lavato il piattino del bambino, e dopo essersi cambiato la
maglia, Derek si mise sul divano vicino a Stiles ed accese la
televisione.
Però il piccolo si annoiava, aveva voglia di giocare e non
di guardare la televisione; così gattonando si
avvicinò al lupo e cercò di attirare la sua
attenzione dandogli dei colpetti sulla coscia.
Il lupo tentò di ingorarlo, ma all'ennesimo colpetto dovette
cedere e dara vinta a Stiles.
"Che vuoi?" chiese con il suo solito tono diversamente gentile.
Per farsi capire Stiles mimò con le manine due persone che
parlavano (ok magari non era il modo migliore per dire che voleva
giocare ma hei, era pur sempre un bambino!) ed il lupo parve capire,
poichè si diresse al borsone, da cui estrasse due pupazzi,
così ironicamente simili a loro due: il primo era un lupo
dal pelo grigio, il secondo un abominevole uomo delle nevi.
Appena il piccolo Stiles vide i pupazzi il suo sguardo si
illuminò e battè le mani tutto contento e quando
Derek si sedette prendendolo in braccio, il bambino gli rubò
il pupazzo con l'abominevole uomo delle nevi ed iniziò a
farlo "camminare" sul divano e addosso al lupo. Dopo un po'
però il piccolo si accorse che il licentropo non
collaborava, così gli diede un colpetto sullo stomaco e lo
guardò male, allora Derek prese il pupazzo del lupo in mano
e fece finta di inseguire quello di Stiles, che faceva finta di
scappare.
Derek scoprì che alla fine non era poi così
difficile gestire questo piccolo uragano vivente, e che probabilmente
lo preferiva cos', piuttosto che da ragazzo.
Purtroppo però il lupo formulò questo pensiero
troppo presto, poichè dopo un po' un tanfo tremendo invase
la stanza.
"Stilinski..." ringhiò lievemente il lupo, sollevando il
bambino e portandolo in bagno, dopo aver aperto le finestre ovviamente.
Decisamente ora lo preferiva da ragazzo, almeno non doveva cambiargli
il pannolino!
Una volta pulito il bambino parve calmarsi e si addormentò
in braccio al lupo, con la testa appoggiata al suo petto.
Sembrerà strano, ma la vita da neonato è
così dura e stancante!
Derek si accorse di star cullando Stiles quando anche lui stava
sprofondando nel mondo dei sogni e stranamente questo suo gesto
così strano non gli sembrò sbagliato.
Si alzò dal divano attendo a non svegliare il piccolo, lo
posò nel letto sotto le coperte, dopo avergli fatto una
barriera con i cuscini ovviamente, e si stese un po' anche lui vicino
al bambino.
Non si accorse nemmeno di essersi addormentato finchè non
venne svegliato da Stiles che tentava di arrampicarsi sul suo petto.
Osservò il piccolo arrampicarsi e posizionarsi con la testa
proprio sul suo cuore in modo da sentirne i battti. Stiles si
riaddormentò quasi subito, ma questa volta Derek non lo
seguì, troppo preoccupato che il bambino potesse cadere e
farsi male.
Ma da dove spuntava fuori questo suo istinto di protezione verso quel
ragazzo, e perchè il piccolo sembrava sentirsi
così al sicuro in quella posizione (o per meglio dire con
lui)?
Derek ci pensò a lungo: dopotutto lui e Stiles si erano
salvati la vita a vicenda più di una volta e sebbene lo
minacciasse sempre da un lato non era mai riuscito a portare a
compimento le sue minacce, e dall'altro lato lo stesso ragazzino non
sembrava spaventato da lui.
E la cosa buffa è che più lui tentava di
allontanarsi dal ragazzino, più questo gli si avvicinava!
Non riusciva a comprendere come un tale corpicino potesse poi diventare
quella macchina attira guai che era Stiles Stilinski: ora era
così tranquillo, calmo, sereno; tutto il contrario dello
Stiles ragazzo.
Si sorprese addirittura a pensare che gli mancassero le chiacchiere
dell'essere umano, e dopotutto era così: sebbene Stiles
fosse logorroico le sue chiacchiere almeno rendevano l'atmosfera meno
pesante.
Iniziò ad accarezzare la schiena del piccolo quando questi,
poco dopo, si svegliò con un grosso sbadiglio ed alzata la
testolina verso di lui gli sorrise stringendosi un po' di
più.
A Derek, quando vide il sorriso di Stiles, parve di sciogliersi: un
calore proveniente dal centro del suo cuore si diffuse in lui e non era
affatto una brutta sensazione, anzi era una sensazione di sicurezza e
fiducia. Il piccolo scese dal petto del lupo e gli si
accoccolò sul fianco, abbracciando l'enorme, per lui che era
così piccolo, braccio di Derek come se fosse un peluches e
riaddormentandosi poco dopo.
"Dopotutto forse non è stata poi così una brutta
cosa." disse il lupo tra sè e sè,
dopodichè ripiombò tra le braccia di Morfeo.
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Capitolo 5 *** Capitolo 4. ***
capitolo4
Capitolo 4.
Era ormai
pomeriggio inoltrato e le ragazze del
branco, esclusa Allison, erano andate a casa dell’Alpha per
prendersi cura del
piccolo Stiles mentre il lupo sarebbe andato alla riunione del branco.
“Ma
avete visto quanto sono teneri? Se mi avessero
detto qualche giorno fa che una cosa del genere sarebbe potuta accadere
non ci
avrei mai creduto!” disse Lydia osservando Derek che dormiva
con Stiles ancora
aggrappato al suo braccio. La ragazza non fece in tempo a finire di
parlare che
la bionda scattò una foto a quel quadretto così
dolce, e l'Alpha si svegliò
ringhiando.
“Vedi
di far sparire quella foto, o al prossimo
allenamento rimpiangerai di averla scattata.” Disse sedendosi
sul letto e
sistemando meglio Stiles sotto le coperte. Si sorprese
dell’ormai estrema
naturalezza con cui si occupava del bambino.
“Non
preoccuparti lupone, il mondo non saprà mai che
persino tu sei un po’ umano dopotutto. Ma se
permetti” disse Lydia prendendo il
telefono di Erica ed inviandosi la foto “questa io la voglio
tenere, e non puoi
nemmeno obbligarmi a cancellarla, non faccio parte del tuo
branco.” Concluse la
rossa assumendo un’espressione soddisfatta.
“Ora
però,” si intromise Erica “Noi ci
occupiamo di
Stiles, mentre tu vai alla riunione. Vieni qui piccolino, è
ora di svegliarsi.”
Disse poi la bionda prendendo in braccio il bambino che si guardava
intorno
disorientato. Non gli piaceva venire sballottato così, e poi
anche lui voleva
andare alla riunione del branco. Ma soprattutto non voleva che Derek
andasse
via senza di lui. Era un pensiero che non riusciva a spiegarsi, ma era
talmente
forte dentro di lui che si ritrovò a piangere e a sporgersi
verso l’Alpha che
istintivamente si avvicinò alla sua beta per prenderlo tra
le braccia.
“Non
sembri piacergli molto Erica.” Commentò
sarcastico,
per poi avviarsi verso la cucina a preparare la pappina per il bambino.
Una volta che
Stiles ebbe mangiato si andò a fare
una doccia e si preparò per uscire.
Quando
tornò in salotto trovò le due ragazze intente
a decidere cosa avrebbe dovuto indossare Stiles mentre il diretto
interessato
stava seduto sul divano con un’espressione quasi rassegnata.
Quando vide che il
lupo stava uscendo il bambino iniziò a lamentarsi ed
alzò le manine verso
Derek, il quale si voltò e sorridendogli (incredibile ma
vero!) gli disse:
“Non preoccuparti, tornerò prima di quanto credi.
Non ti sbarazzerai così
facilmente di me, umano.” Dopodichè
uscì, lasciando le due ragazze senza parole
e Stiles allibito: Derek Hale,
Derek-sono-un-duro-nonché-l’Alpha-del-branco
Hale, Mister Broncio Perenne Hale gli aveva appena sorriso?
Appena
realizzò quel concetto rise, perché si
sentiva esplodere dalla felicità. Ora la serata si
prospettava molto meno
noiosa.
Per circa
un’oretta le due ragazze si divertirono a vestirlo
in modi diversi. Quando ebbero finito le possibili combinazioni delle
tutine
decisero di vedere un film e Stiles dovette subirsi “Crazy,
stupid, love” più
tutti i commenti delle due ragazze.
Era ormai
mezzanotte passata e Derek non accennava a
tornare e sebbene fosse stanco morto Stiles tentava con tutte le sue
forze di
restare sveglio. Purtroppo però il suo corpicino reclamava
riposo, per cui
cedette presto e si addormentò sul divano.
Venne svegliato
da delle braccia che lo sollevavano
e lo posavano sul letto, per poi rimboccargli le coperte. Doveva essere
sicuramente Derek, perché poco dopo sentì che
qualcuno si sdraiava al suo fianco
ed istintivamente si girò verso quella persona e si
aggrappò al suo braccio,
poco prima di crollare addormentato del tutto.
I giorni
passarono così, tra pannolini, pappette e
passeggiate al parco.
Ormai Derek non
si stupiva più della facilità con
cui entrava in contatto con il piccolo Stiles, ed il bambino sembrava
volersi
addormentare a tutti i costi con qualche parte del corpo a contatto con
il
licantropo, come se ciò lo facesse sentire più al
sicuro.
Esattamente una
settimana dopo la trasformazione di
Stiles il branco di Alpha si fece nuovamente vivo, o per meglio dire il
capo
del branco, il quale si presentò davanti alla porta di casa
di Derek.
“Buonasera
cugino, come te la passi?” disse entrando
tranquillamente come se fosse casa sua. Derek gli ringhiò
contro ed
istintivamente si mise tra il lupo e la porta della camera da letto
dove il
piccolo Stiles stava riposando.
“Allora,
piaciuto il piccolo regalo che ti ho fatto?
Dopotutto sei sempre stato bravo con i bambini, ti sono sempre
piaciuti. Anche
se quel ragazzo, Stiles, non è che ti stesse poi
così simpatico, o mi sbaglio?”
chiese Max sedendosi sul divano.
“Cosa
sei venuto a fare qui?” gli chiese Derek,
rimanendo dov’era.
“Sono
passato a trovarti cuginetto, e a riproporti
la mia offerta: unisciti a noi, anche zio Peter può
ovviamente, fa parte della
famiglia e troveremo il modo di farlo diventare un Alpha.”
“Come
ti ho già detto più volte: no grazie. Mi tengo
il mio branco, per quanto sgangherato, disorganizzato e infantile possa
essere.
Sono loro la mia famiglia ora.” Disse Derek tutto
d’un fiato, stupendosi delle
proprie parole.
“Come
vuoi, contento tu.” Rispose il cugino
alzandosi dal divano e avvicinandosi a Derek.
“Cosa
nascondi oltre quella porta, cugino?” chiese
provando a superare Derek, il quale ringhiò talmente forte
da far tremare i
vetri delle finestre.
Sentendo quel
suono Stiles si svegliò spaventato ed
iniziò a piangere.
“Oh,
capisco. Hai paura che faccia del male al
piccolo Stiles? Credimi, non è affatto nei miei piani, non
sono il cattivo.” Rispose
sorridendo freddamente.
“Voglio
solo vedere l’effetto delle frecce, vedere
come hanno funzionato.” Aggiunse Max provando nuovamente a
superare il cugino,
il quale ringhiò un’altra volta.
“Se
fossi in te gli starei lontano Maxie, Derek
diventa piuttosto nervoso quando si tratta di Stiles.” Disse
Peter, sbucando
dal nulla.
“Zio,
che piacere vederti!” disse Max abracciandolo.
“Ma
che bello, una riunione di famiglia! Ti fermi a
cena vero?” chiese Peter, il quale si affrettò ad
aggiungere, sentendo il
ringhio proveniente da Derek:
“Oh andiamo! Stavo scherzando Derek! Max avrà
sicuramente altro da fare,
giusto?”
“Esattamente
zio, anzi sarà meglio che vada. E’
stato un piacere rivederti cugino, e mi spiace che tu abbia rifiutato
l’offerta.
Salutami il piccolo Stiles, e digli che prima o poi mi
ringrazierà per quest’opportunità
che gli ho dato. Zio, se vuoi per te l’offerta è
sempre valida.” Disse Max
rivolgendosi poi a Peter.
“Ti
ringrazio Maxie, ma sto bene qui grazie.” Rispose
il lupo abbracciando il nipote.
“Come
preferisci. Se doveste avere bisogno d’aiuto
chiamatemi, non consideratemi un nemico solo perché ci
tenevo ad avere la
famiglia unita, non sono io il cattivo.” Rispose
l’Alpha, dopodichè se ne andò.
“Allora
Derek, facciamo smettere di piangere Stiles
o il poverino deve rimanere senza voce?” disse Peter
rivolgendosi al nipote che
parve realizzare solo in quel momento che il piccolo umano stava ancora
piangendo. Si precipitò nella stanza e lo prese in braccio,
iniziandolo a
cullare.
“Oh ma
è tenerissimo! E’ più bello di quanto
non lo
sia normalmente!” esclamò Peter accarezzando la
testolina del bambino, motivo
per cui ricevette un’occhiataccia dall’Alpha.
“Che
c’è?” chiese, dopodichè
andò in camera sua a
disfare i bagagli.
Il giorno
seguente il branco di Alpha lasciò la
città ed il branco ne fu più che felice:
finalmente avrebbero potuto riposarsi
un po’.
Quella stessa
mattina Derek stava mettendo un po’ a
posto il casino combinato da Stiles con la colazione, quando la sua
attenzione
venne attirata proprio dal bambino che stava ripetendo il suo nome,
ancora un
po’ incorretto.
“Deek,
Deek,
Deek!” continuava a ripetere sorridendo.
Il lupo sorrise
e mentre portava a lavare gli
asciugamani della cucina fece una carezza sulla testa al bambino.
Dopotutto gli
sarebbe mancato tutto questo, ma
ovviamente non lo avrebbe mai ammesso con nessuno.
La giornata la
passarono con il resto del branco al
parco, tra risate, scherzi e battute.
Purtroppo
però non tutti erano felici, difatti sia
Stiles che Derek erano malinconici: il secondo non ne capiva il motivo,
o meglio
non voleva ammetterlo, mentre il primo lo sapeva fin troppo bene: ormai
i suoi
giorni da neonato stavano finendo, e presto sarebbe tornato alla sua
vita di
tutti i giorni fatta di bugie al padre, compiti a sorpresa e minacce di
morte
da parte di Derek e probabilmente l’ultima parte era quella
che Stiles voleva
evitare più di tutte. Non voleva che il lupo tornasse ad
essere il solito
scontroso, musone rompiscatole, voleva che rimanesse il Derek che aveva
imparato a conoscere in quei giorni: il Derek allegro e persino solare,
premuroso e gentile.
Sperava davvero
che quei giorni trascorsi con lui
non fossero stati giorni sprecati, sperava che potessero essere le basi
per una
buona amicizia.
“O
magari qualcosa di più.” Si ritrovò a
pensare
Stiles tutto d’un tratto.
Si, magari
sarebbe stato solo l’inizio di qualcosa
di più.
NdA: eccomi qui!
Siamo ormai giunti
al penultimo
capitolo!
Eh
già, ormai il piccolo Stiles sta per tornare
ragazzo, e magari le cose cambieranno, o magari non cambieranno
affatto, chi lo
sa!
Volevo ringraziare tutte le persone che seguono la storia, coloro che
la
recensiscono, che la leggono e basta; quelli che l’hanno
inserita tra le
preferite, le ricordate o le seguite.
Grazie davvero
:)
Un bacio e al
prossimo capitolo!
Kiki.
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Capitolo 6 *** Capitolo 5. ***
Capitolo 5.
Alla fine
l’ultimo giorno era arrivato.
Stiles quella
mattina si era svegliato presto ma
invece di svegliare il lupo con i suoi lamenti si era limitato ad
osservarlo.
In quei nove
giorni aveva imparato a conoscere
meglio Derek, aveva scoperto un nuovo lato del suo carattere che non
mostrava
spesso: era gentile e premuroso.
Certo i ringhi
non erano mancati, ma con il passare
dei giorni erano stati sostituiti dai sorrisi spontanei
dell’Alpha, così belli
da mozzarti il fiato ed illuminare il cielo a giorno.
Stiles poteva
ormai definirsi dipendente da quei
sorrisi, tutte le volte che Derek gliene rivolgeva uno sentiva crescere
un
calore nel centro del suo petto che si propagava poi per tutto il
corpo,
facendolo sentire come se stesse volando alto nel cielo.
Mentre si
perdeva nel ricordo dell’ultimo sorriso
che il lupo gli aveva rivolto appena la sera prima, Stiles non smetteva
di
fissare il viso del licantropo: aveva le labbra socchiuse, la fronte
leggermente aggrottata ed i capelli arruffati.
Non riusciva a
capire come mai si fosse legato così
tanto a Derek, e per giunta da un giorno all’altro!
Che poi, era
davvero successo tutto negli ultimi
giorni, o era sempre stato legato a lui?
Sin dalla prima
volta che l’aveva incontrato nel
bosco con Scott si era sentito a disagio, per non parlare di quando gli
aveva
quasi tagliato un braccio, di quando gli aveva sbattuto la testa sul
volante
senza un apparente motivo, di quando gli aveva salvato il culo da Isaac
e
quando lui a sua volta lo aveva salvato dal Kanima, per non parlare di
quando
se l’era ritrovato in camera sua, lo aveva inchiodato alla
porta e poche ore
dopo gli aveva prestato una maglietta, con annesso spogliarello
ovviamente.
Quella volta, o
come gli piaceva chiamarla “la volta
di Miguel”, più che sentirsi a disagio doveva
ammettere di essersi sentito
piuttosto su di giri e di aver indugiato più del dovuto
sugli addominali del
ragazzo.
“Va
bene, va bene! Ammettiamo che gli fossi legato
già da prima, cosa vorrebbe dire? O meglio cosa dovrei fare?
Oppure meglio
ancora, cambia qualcosa? E poi cosa vuol dire che gli sono legato?
Certo lui è
Derek Hale, Derek-sono-un-duro Hale, Derek-sourolf Hale,
Derek-sono-un-figo-e-per-metterlo-in-chiaro-indosso-per-dormire-ma-anche-normalmente-magliette-che-mettono-in-risalto-i-miei-muscoli
Hale, mentre io sono solo Stiles Stilinski, il semplice umano. Non
potrebbe mai
funzionare tra noi! Che poi, cosa dovrebbe funzionare?
Un’amicizia, una
relazione stabile, una relazione breve, una botta e via…
Aspetta non posso
averlo pensato davvero! Ho davvero pensato ad una botta e via con
Derek? In
effetti non sarebbe tanto male… Stiles Stilinski basta con
questi pensieri!
Concentrati su altro! Ad esempio… Oh guarda che bel quadro
che c’è su quel
muro! E che bel ragazzo ha dormito con te in questi giorni: un bel
viso, un
corpo da far impazzire chiunque, una bella voce… Ok, ok ora
la smetto!” Pensava
Stiles in un turbinio di parole mute che volavano nella sua testa.
Emise un suono
contrariato quando l’ennesima visione
di lui e Derek in atti poco casti irruppe nella sua mente. Ma
perché ci aveva pensato?!
A quel punto il
licantropo, disturbato dal turbinio
d’emozioni del ragazzo, si svegliò sbuffando e
girandosi verso il bambino
disse:
“Puoi smetterla di farti mille seghe mentali su qualsiasi
cosa tu le stia
facendo e calmarti? Mi fai venire il mal di testa con tutti questi
sbalzi d’umore.”
Stiles si
calmò subito, ma non perché glielo avesse
chiesto il lupo: semplicemente era rimasto incantato dallo sguardo che
Derek
gli aveva rivolto.
Si
affrettò a disincantarsi e ad indicare al lupo la
propria pancia: se avesse pensato ai suoi bisogni primari, magari
sarebbe
riuscito a distogliere la sua attenzione dal lupo.
Appena sveglio
Derek percepì chiaramente quella gran
moltitudine di pensieri ed emozioni che affollavano la mente di Stiles:
era
incredibile la velocità con cui passasse dalla
felicità, all’ansia, al terrore,
all’allegria, al triste e… cos’era
quell’odore vagamente speziato? Non riusciva
a capirlo, era stato talmente veloce da non riuscire a capirlo.
Sapeva che quel
giorno sarebbe stato l’ultimo che
avrebbe passato con il ragazzo.
Ormai
non tentava di nascondere a se stesso di
essersi legato a Stiles, quando il piccolo rideva sentiva il proprio
cuore
esplodere di felicità, quando metteva il broncio gli veniva
da ridere e quando
dormiva restava le ore a fissarlo. Si riprometteva ogni sera di
trattarlo
meglio una volta che fosse tornato ragazzo, anche se il pensiero del
fiume di
parole che avrebbe inondato le sue orecchie sarebbe stato sicuramente
incredibile.
Aveva
la netta sensazione che la trasformazione non
fosse solo opera di suo cugino, sicuramente anche suo zio doveva essere
coinvolto. Il motivo restava un mistero però.
Una
volta che ebbe dato da mangiare a Stiles, gli
ebbe fatto il bagno e cambiato il pannolino e dopo averlo depositato
sul divano
davanti alla televisione, Derek andò dallo zio, entrando
nella stanza senza
bussare.
“Certo
Derek, entra pure.” Disse ironico il licantropo.
“Sei
coinvolto anche tu, credo di averlo capito
questo. Non capisco il perché.” Disse laconico
l’Alpha.
“Bhe,
diciamo che era l’unico modo per farti
comprendere cosa volessi realmente. Senza contare una piccola vendetta
per
avermi tagliato la gola ma hei, ormai è acqua
passata!” rispose Peter
avvicinandosi al nipote, che lo guardava serio.
“Oh
andiamo, non sarai arrabbiato?” chiese ed il
ringhio di Derek fu una risposta più che chiara.
“Derek,
Derek, Derek, ringrazierai me e tuo cugino
quando questa storia sarà finita!” concluse Peter
oltrepassando il nipote ed
uscendo dalla stanza.
La
giornata la passarono insieme Derek e Stiles:
prima a guardare un po’ di TV, poi al parco, a pranzo a casa
di Scott ed il
pomeriggio restarono a casa, un po’ a dormire e un
po’ a guardare un film di
Jim Carrey.
La
cena passò velocemente, così come il resto della
giornata, e presto Stiles crollò tra le braccia di Derek.
Il
lupo lo portò in camera e lo mise dolcemente
sotto le coperte, fece una barriera di cuscini ed andò a
lavare i piatti.
Poco
dopo era a letto vicino al bambino che dormiva
beato, e tentava di prendere sonno, con scarsi risultati.
Le
cose sarebbero davvero rimaste le stesse, o
sarebbero cambiate il giorno seguente?
La
risposta era ovvia: sarebbero cambiate.
In
meglio o in peggio non lo sapeva.
Perso
in questo pensiero il lupo cadde tra le
braccia di Morfeo.
Stiles
quella mattina si svegliò che il sole non era
ancora sorto.
Non
ricordava di essersi addormentato aletto,
probabilmente Derek doveva avercelo portato.
Come
a voler palesare la cosa il lupo russò, ma il
suono non proveniva da dove Stiles si aspettava: invece che provenire
dalla sua
sinistra il suono proveniva da sotto di lui, più
precisamente da sopra la sua
testa.
Si
accorse di essere praticamente spalmato sul lupo
che intanto continuava a dormire tranquillo.
Il
suo corpo appariva fin troppo piccolo rispetto al
giorno precedente e Stiles capì di essere tornato ragazzo.
Stranamente
la cosa non lo rese così felice quanto
avrebbe dovuto.
Dato
che Derek non accennava a svegliarsi il ragazzo
decise di riprendere a dormire e ricadde in un sonno profondo.
Si
svegliò poche ore dopo e notò con piacere che il
lupo dormiva ancora.
Non
era più nella posizione precedente: ora era su
un fianco ed era abbracciato al lupo come un koala si attacca ad un
ramo di un
albero.
Si
strinse un po’ di più a Derek ed il tocco di
qualcosa sulla sua coscia gli fece capire una cosa spiazzante: era
nudo, e
anche il lupo lo era e… cos’aveva appena toccato
con la coscia?
Al
solo pensiero sentì le guance imporporarsi ed il
cuore gli prese a battere velocemente.
Doveva
assolutamente calmarsi.
Certo
la situazione non era delle migliori, ma
almeno Derek dormiva ancora.
Decise
di non pensarci e richiuse gli occhi e invece
di calmarsi ripiombò tra le braccia di Morfeo.
Derek
correva.
Faceva
freddo, era buio e correva.
Ad
un tratto il terreno sotto i suoi piedi
scomparve, e Derek precipitò nel buio.
Si
ritrovò sdraiato, il volto a contatto con le
foglie e le radici del sottobosco.
Era
tutto dolorante e non riusciva a rialzarsi.
Dopo
quelli che parvero anni una mano comparve
davanti al suo viso.
Alzò
gli occhi per vedere il proprietario dell’arto
ed incontrò le iridi caramellate di miele fuso di Stiles,
che gli sorrideva.
Alzò
una mano e la mise su quella del ragazzo e si
sentì subito meglio.
Fu
in quel preciso istante che Derek si svegliò.
Si
accorse subito del corpo di Stiles, ormai tornato
normale, avvinghiato al suo.
Il
ragazzo era immerso nel dormiveglia e continuava
a stringersi a Derek, come se questo fosse un peluche, ed il lupo non
riusciva
a non pensare al sogno.
Cosa
significava?
“La
persona di cui dovresti fidarti non si fida affatto
di te Derek.”
Le
parole del veterinario risuonarono nuovamente
nella sua testa, questa volta sotto una luce diversa:
allora
credeva che quella persona fosse Scott
McCall, ma ora capiva di essersi sbagliato. Non era Scott, ma il suo
migliore
amico, l’unico essere umano abbastanza pazzo da stare con un
branco di
licantropi: Stiles Stilinski.
Doveva
fidarsi di quel logorroico ragazzino
iperattivo, il messaggio del sogno era più che chiaro ed il
suo subconscio, nel
momento il cui affidava la propria mano a quella del ragazzo, aveva
già deciso
per lui.
Come
se lo avesse nominato Stiles si svegliò ed alzando
il viso, in modo da poter guardare il licantropo negli occhi, disse:
“Tadan! Sono tornato normale! Mi era mancato poter parlare
sai?” e si strinse
un po’ di più al lupo, appoggiando meglio la testa
sul suo petto.
“Stiles…”
sussurrò Derek, ma non era il solito
ringhio, era qualcosa di completamente diverso:
un
misto tra un avvertimento ed una supplica.
Stiles
si ricordò nuovamente di essere come mamma lo
ha fatto, così come il lupo, e si accorse di essere
irrimediabilmente
intrecciato con il corpo del licantropo.
Invece
di allontanarlo da sé Derek inaspettatamente
lo abbracciò ed iniziò a disegnare dei piccoli
cerchi sulla sua schiena,
emettendo un verso simile alle fusa di un gatto.
“Non
sapevo che oltre ad essere un licantropo tu
fossi anche un gatto, sourwolf!” esclamò Stiles.
“Shut
up.” Rispose laconico il lupo continuando ad
accarezzarlo.
Restarono
in quella posizione per quelle che
sembravano ore, ormai il sole era sorto e splendeva radioso nel cielo
azzurro
fuori dalla finestra.
“Ammettilo, ti mancherà prenderti cura di me! Ero
un bambino adorabile e buono!
E quante ragazze attiravo! Non credo di essere mai stato
così gettonato in vita
mia!”
Disse
il ragazzo, alzando il viso e trovando il lupo
che lo osservava.
“Che
c’è? Ora ricominci con i silenzi, i ringhi e i
musi lunghi?”
“Ti
preferivo di gran lunga prima, almeno stavi
zitto.” Rispose sbuffando Derek.
“Ma
va! In realtà le mie chiacchiere ti sono mancato
ne sono sicuro!”
“Se
ne sei convinto…” rispose il lupo,
dopodiché
chiuse gli occhi.
Stiles
rimase a fissarlo come incantato, i due volti
incredibilmente vicini, il respiro del licantropo sul suo volto.
Aveva
un’idea pazza, assurda ed incredibilmente
irresponsabile che gli ronzava per la testa, e la voglia di portarla a
compimento era veramente troppo forte per essere ignorata.
Si
sporse un po’ di più, finchè le loro
labbra non
si toccarono in un bacio lieve.
Stiles
sentì una scarica elettrica percorrere il suo
corpo, mentre Derek spalancò gli occhi stupito.
Il
ragazzino si staccò subito dopo, senza riuscire a
distogliere lo sguardo dalle iridi ormai rosse del lupo.
Derek
era impreparato, totalmente impreparato, e
quando le sue labbra toccarono quelle di Stiles il lupo dentro di lui
iniziò ad
ululare e provò a prendere il sopravvento.
Il
ragazzino si allontanò fin troppo presto dalle
sue labbra e quando lo fissò vide nei suoi occhi
l’ansia e allo stesso tempo la
curiosità.
Il
suo lupo interiore aveva preso definitivamente il
sopravvento.
Senza
pensarci due volte prese tra le mani il volto
di Stiles e lo riavvicinò al proprio, per poi unire
nuovamente le loro labbra
in un bacio vero dal sapore amaro della frustrazione,
dall’essenza fresca della
speranza, dal gusto piccante dell’istinto e
dall’odore forte del desiderio.
Si
staccarono per riprendere fiato ed in quel
preciso istante Peter entrò nella camera.
“Sono
contento vi siate avvicinati voi due. Ora però
venite a fare colazione, che i pancakes si raffreddano!”
disse con un sorriso vincitore
sul volto, per poi uscire dalla camera.
I
due ragazzi si guardarono per un momento negli
occhi ripesando alla scena appena vista e scoppiarono a ridere un
istante dopo.
Le
cose sicuramente non
sarebbero state più le stesse, ma chissà
perché questa prospettiva non era poi
così spaventosa.
NdA:
Salve
bella gente!
Eccoci giunti all’ultimo capitolo, ma non disperate: a breve
arriverà l’epilogo
di questa pazza avventura!
Che dire, spero che il capitolo vi sia piaciuto, mi sono sforzata per renderlo decente ed un
po’ più lungo.
Fatemi
sapere cosa e pensate con una recensione, mi
fa sempre piacere leggere le vostre opinioni! :D
Detto questo ringrazio tutte le persone che recensiscono, che leggono
la storia
in silenzio, che l’hanno inserita tra le ricordate, le
seguite o le preferite:
grazie davvero!
Ringrazio anche le persone che mi hanno inserita tra i loro autori
preferiti,
mi fate sentire onorata *-*
Ed
infine ringrazio SilviAngel, senza la quale non
avrei mai potuto scrivere questa storia incredibilmente matta :)
Un
bacio a tutti, e arrivederci al prossimo
capitolo!
Kiki.
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Capitolo 7 *** Epilogo. ***
Epilogo.
Erano
ormai due mesi che lo Sceriffo aveva notato
che il figlio era insolitamente più allegro.
Tutto
era cominciato dal suo ritorno da un corso d’aggiornamento
alquanto inutile: era arrivato a casa e suo figlio gli aveva fatto
trovare per
cena beacon e salsiccia con contorno di patate al forno.
Per
una persona qualsiasi avrebbe anche potuto
essere una cosa normale, ma in casa Stilinski si mangiava rigorosamente
sano, o
meglio Stiles insisteva con il padre affinchè mangiasse
meglio per via dell’alto
livello di colesterolo.
Quel
giorno Stiles era rimasto tutto il tempo in
camera sua, era sceso solo per pranzare e subito dopo era tornato al
piano di
sopra. Lo sceriffo lo trovava un comportamento alquanto strano
perché sicuramente
il figlio non stava studiando, dato che le vacanze invernali erano
appena
iniziate. Decise di non pensarci e si preparò per andare in
centrale.
“Mio
padre potrebbe anche insospettirsi sai? Insomma
me ne sto in camera mia per tutto il giorno durante le
vacanze!” disse Stiles
mentre si ributtava letteralmente tra le braccia del lupo sdraiato sul
suo
letto.
“Di
certo non è colpa mia.” Rispose lapidario il
lupo stringendo il ragazzino a sé.
“Stiles,
io vado a lavoro!” urlò
lo sceriffo dal piano inferiore.
“Ok
Pà! A sta sera!” rispose il figlio senza
allontanarsi
dalle braccia del lupo.
Quando
sentì la macchina di suo padre che si
allontanava Stiles decise di attuare un piano che aveva in mente
già da un po’
di giorni: dato che non era ancora riuscito a convincere il lupo ad
approfondire, se vogliamo dirlo così, il loro rapporto aveva
deciso di provare
a facilitare la cosa, come ad esempio andare a farsi una doccia mentre
suo
padre non è in casa ed il suo ragazzo è sdraiato
tranquillamente sul suo letto,
per poi tornare in camera con soltanto un asciugamano.
Comunicò
quindi a Derek che sarebbe andato a farsi
una doccia e quando ebbe finito tornò in camera con indosso
solamente l’asciugamano,
come da programma.
Soltanto
che il lupo non era più sul suo letto.
Anzi,
non era proprio più in camera sua.
“Ma
dai cazzo!” imprecò ad alta voce il ragazzo, il
quale poi voltandosi verso la porta andò a sbattere contro
il torace di Derek.
“Si
può sapere perché vai in giro così
Stiles? Ti
prenderai un malanno.” Disse il licantropo con tono severo.
“E
si può sapere dov’eri finito tu? Credevo te ne
fossi andato senza avvisare…” rispose Stiles
rabbuiandosi al solo pensiero del
licantropo che sguscia via da camera sua senza salutarlo.
Derek
percepì il dispiacere del ragazzo e con un delicato
gesto della mano gli tirò su il mento in modo da poter
fissare le sue iridi
verdi in quelle marroni con riflessi dorati del ragazzo.
“Non
potrei mai andarmene senza dirti nulla…” Disse in
un sussurro e posò un bacio leggero sulle labbra del ragazzo.
Stiles
ovviamente colse la palla al balzo e ricambiò
il bacio, rendendolo subito più umido di prima e si
avvinghiò al corpo del
licantropo.
Circondando
la vita del lupo con le proprie gambe
però l’asciugamano che aveva addosso si
slacciò e Stiles sorrise tra sé e sé.
“Stiles…”
disse il lupo senza interrompere il bacio.
Il
ragazzino però non voleva dargli retta, non
questa volta.
Insomma,
era un adolescente in preda a tempeste
ormonali con un ragazzo che era assolutamente la cosa più
bella che avesse mai
visto in vita sua, ragazzo che oltretutto si rifiutava di fare
l’amore con lui
fino a che non avesse compiuto i diciotto anni.
Si
strinse ancora di più al corpo di Derek, il quale
quando Stiles fece per togliergli la maglietta allontanò il
ragazzo da sé in
modo da poterlo guardare negli occhi, le iridi ormai non più
verdi ma rosse.
“Stiles,
no. Vestiti.” Disse soltanto, dopodichè
slacciò le gambe del ragazzo dal proprio corpo e raccolse
l’asciugamano da
terra e glielo passò.
Stiles
sbuffò ma non protestò.
Certo
si sarebbe rivestito, ma non avrebbe
abbandonato così presto la lotta per la sua causa.
Passarono
il pomeriggio a guardare un film sul
divano, abbracciati l’uno all’altro, e quando era
ormai ora di cena Stiles andò
a cucinare, seguito a ruota dal lupo che si sedette al tavolo della
cucina.
Quando
lo Sceriffo tornò a casa e passò davanti al
salotto notò i due bicchieri e le due ciotole sul tavolino,
e quando entrò in
cucina chiese al figlio:
“Scott è venuto qui?”
“Huh?”
bofonchiò Stiles confuso.
“I
due bicchieri e le due ciotole di patatine in
salotto.” Spiegò il padre.
“Oh
si, abbiamo guardato un film così tanto per.”
Rispose
grattandosi la testa il figlio, dopodichè iniziarono a
cenare.
Lo
Sceriffo era sicuro che il figlio gli stesse
nascondendo qualcosa: prova lampante era il fatto che avesse detto di
aver
trascorso il pomeriggio con il suo storico migliore amico, quando Scott
era via
con la madre dai nonni per le vacanze.
Appena
ebbe finito di sparecchiare Stiles corse
letteralmente in camera sua, e fu felice di trovare Derek seduto a
gambe
incrociate sul suo letto.
“Sai
vero che non sei capace a mentire?” gli disse
il lupo accogliendolo tra le sue braccia e sdraiandosi.
“Io
sono bravissimo a mentire agli umani, perché se
così non fosse mio padre saprebbe già tutto di
voi caro mio.” Rispose il
ragazzo girandosi e mettendosi e cavalcioni sul licantropo.
“Davvero?
Gli hai appena detto di aver trascorso il
pomeriggio con Scott Stiles. Scott capisci?”
“Si,
e allora?” chiese confuso il ragazzo.
“E
allora, Scott è via con sua madre idiota.” Rispose
Derek.
“Oh
merda.”
“Già.
Ma se siamo fortunati tuo padre non si sarà
ricordato di questo piccolo particolare.” Disse il lupo
attirando il ragazzino
per baciarlo.
Stiles
ovviamente non si lasciò sfuggire questa
opportunità e divorò le labbra del lupo portando
le mani tra i capelli di lui.
Decise di lasciar stare per un po’ quelle labbra e scese a
baciare il collo di
Derek, che lo ammonì subito.
“Stiles…”
disse con voce bassa e roca.
“Cosa?
Lo so che vuoi aspettare e va bene. Sto
soltanto baciando il mio ragazzo, nulla di più. Concedimi
almeno questo.” Rispose
il ragazzino, che tornò a baciare, mordicchiare e leccare il
collo del lupo.
Scese più in giù e da sopra la maglietta
ricoprì il petto del licantropo di
baci e pian piano scendeva sempre più in giù.
Quando
arrivò all’altezza dell’ombelico e vide
che
Derek era impegnato come lui a godersi il momento, fece risalire una
mano lungo
la coscia del lupo.
Proprio
quando stava per raggiungere il suo obbiettivo
la mano di Derek lo bloccò.
“Stiles,
no.” Disse lapidario il licantropo, gli
occhi velati di una patina rossiccia.
Cogliendo
il desiderio negli occhi di Derek, Stiles
fece una mossa a dir poco azzardata: con la mano destra, quella libera
dalla
morsa di Derek, andò a toccare proprio il cavallo dei
pantaloni di lui e
strinse senza fare troppi complimenti.
Le
iridi del lupo divennero di un rosso acceso e
Derek, dimentico ormai dei suoi buoni propositi, attirò il
viso del ragazzino
al proprio, trascinandolo in un bacio umido e desideroso.
Con
un gesto fluido tolse la maglia di Stiles e la
buttò a terra e poco dopo il ragazzo fece altrettanto con la
sua per poi
tornare ad unire le loro labbra.
Derek
era troppo preso dalle sensazioni del momento
per accorgersi che lo Sceriffo si fosse alzato dal divano, che avesse
salito le
scale e che avesse appena bussato alla porta del figlio.
Non
ricevendo alcuna risposta da Stiles, lo Sceriffo
decise di entrare nella camera del figlio e lo spettacolo che vide
aveva dell’incredibile:
Stiles, che aveva da sempre avuto una cotta per quella sua compagna
Lydia Martin, era a cavalcioni su un ragazzo, e non un ragazzo
qualsiasi, no,
bensì Derek Hale, il quale aveva provveduto ad arrestare
più di una volta!
Appena
i ragazzi si accorsero della presenza del
padre di Stiles si staccarono, ma l’umano non scese dal corpo
di Derek.
“Cosa
sta succedendo?” chiese lo Sceriffo, e Stiles
era sicuro di aver visto la mano del padre che correva dove solitamente
tiene
la pistola quando è in servizio.
“Bhe
Papà, credo ci sia una conversazione che
dobbiamo fare.” Rispose Stiles, dopodichè scese
dal corpo di Derek e si
avvicinò al padre.
Quella
sarebbe stata una serata a dir poco
complicata.
NdA:
Salve a tutti! :D
Ebbene sì, siamo giunti al termine di questa storia
strampalata xD
Che
dire?
Bhe
per prima cosa ringrazio infinitamente tutte le
persone che hanno letto la storia, tutti coloro che l’hanno
inserita tra le
seguite/ricordate/preferite e tutte le persone che l’hanno
recensita: grazie
dal profondo del cuore :)
Ringrazio
anche SilviAngel, la quale è stata così
gentile da concedermi di scrivere una storia ispirata (si dice cosi
vero? Se così
non fosse perdonatemi, ma sono le due e venti e non ho sonno e
tecnicamente
domani avrei scuola xD) dalla sua fantastica “Cucciolo
d’uomo”.
Ho
voluto concludere così la storia, lasciandovi con
il dubbio: Stiles dirà a suo padre solo di Derek o anche del
piccolo problema
peloso in cui ormai è irrimediabilmente coinvolto?
La
mia risposta è: a voi l’ardua sentenza U_U
Ok,
dopo quest’ultimo sclero direi che posso anche
andare a dormire xD
Per tutti quelli che si staranno chiedendo se scriverò
ancora su questi due
piccoli patati irresistibili (?) la risposta è:
assolutamente sì, come potrei
non farlo? ;)
Detto
questo ne approfitto per tranquillizzare i
lettori di Ancient Love, dicendo loro che non mi sono dimenticata di
pubblicare
il capitolo eh, solo devo decidere bene cosa scrivere per farlo
decentemente
lungo xD
Ne
approfitto anche per dirvi che in questi due
giorni ho scritto due Oneshot:
la
prima si intitola “Revenge” ed è
incentrata sul
nostro caro zietto Peter, la seconda si chiama “They
don’t know
about us” e parla di un Derek
adolescente e del suo rapporto con Kate; fateci un salto se ne avete
voglia, e
magari fatemi sapere che ne pensate, mi farebbe davvero tanto piacere!
Ok,
termino questi infiniti saluti ringraziandovi
tutti ancora una volta :
Grazie
mille per essere rimasti con me e “Taking
care of him” fino alla fine!
Un
bacione e alla prossima!
Kiki.
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