Demi Drama.[The Real story about Demi]

di strongerx
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ''Demi Lovato non ha retto allo stress'' ***
Capitolo 2: *** come tutto iniziò ***
Capitolo 3: *** mi sentivo più sola che mai. ***
Capitolo 4: *** sono un mostro! ***



Capitolo 1
*** ''Demi Lovato non ha retto allo stress'' ***


                                                    ''Demi Lovato non ha retto allo stress.''
''Apparentemente, la star soprannominata "Demi Drama" ha raggiunto il proprio limite di sopportazione''

"Dopo la rottura con Joe, sono seguiti numerosi episodi drammatici, piuttosto imbarazzanti. Cercavano di comportarsi in maniera joe-jonas-split-demi-lovato.jpgprofessionale, ma si vedeva che Demi stava soffrendo. Non si poteva parlaredell'argomento ed era chiaro che fosse ancora innamorata di Joe".
"La maggior parte delle persone crede che il bullismo consista nel venire picchiati a scuola. Ma è molto di più. Nel mio caso si è trattato di abusi verbali costanti. E le parole spesso sono peggio delle botte. Mi hanno fatto malissimo. Non ho ancora dimenticato alcune delle cose che mi hanno detto"-Ha detto la Star della Disney, in alcune interviste!

"Mentre era in tournée [quest'estate] l'avevano soprannominata ‘Demi Drama' ", ha raccontato un informatore a E! News.









*Parlavano i Media di tutto il mondo! Troppo stress la stava uccidendo!*

''è questo che dicono di me?''- disse Demi, chiudendo la televisione dal telecomando, con un filo di voce!
''...mi ritengono una pazza!".
''Non deve essere per forza cosi,'' sussurrò il dottore dall'altra parte della stanza. Erano tutti lì, intorno a me, pronti a prendermi
nel caso cadessi.
E come se si aspettassero che potessi fare un'azione violenta in un momento o l'altro.
nessuno più si fidava di me!
''Demz, tesoro.. siamo qui per aiutarti!" arrivò mia madre stringendomi la spalla.
''io non sono come mi hanno dipinta loro, non sono pazza!" avevo le lacrime agli occhi, e guardavo ognuno dei presenti.
''lo sappiamo tesoro, dobbiamo solo capire cosa ti è successo..'' continuò mio padre adottivo.
''e per questo che devi continuare a raccontarci cosa è successo, in quei mesi!" concluse il dottore.
dovevo sputtanarmi con un colpleto sconosciuto, per capire cosa? che ero pazza? ormai tutti pensavano questo.. e forse, anche io.
Mi hanno già etichettato tramite un semplice gesto.
questo non è giusto! tutti questi anni con interviste, album e vittorie, sono buttati nel vento!?
''okay, ma voglio solo lui, nessun altro!'' guardai il pavimento.
mia madre stava per aggiungere qualcosa ma io la interrotti con un ''FUORI!".
sobalzò e mi guardo diritta in viso, cercando il mio sguardo.
pian,piano uscirono tutti e restammo solo noi due; il dottore mi disse di distendermi e continuare la mia storia.

chiusi gli occhi e continuai da dove ebbi lasciato.
stavamo parlando di Joe e del nostro appuntamento 'segreto', ma non so se volevo dirgli proprio tutto.
dopotutto non erano affar suo, nessuno doveva intrommettersi nella mia vita!
ma, se sono arrivata a questo punto, doveva esserci un perché.
così continuai..

la strada di notte era calma e scorrevole, nonostante abitassi in una delle città più abitate dell'America.
rispettai tutti i 'rossi' dei semafori, anche se volevo infischiarmene e correre a super velocità da lui.
ero troppo agitata, le mani mi tremavano.
la camomilla di prima credo sia sia bruciata dal mio corpo.
''solito posto'', non pensavo se ne ricordasse, era passato un anno dall'ultima volta che ci andavamo.
questo non faceva che aumentare la mia curiosità!
ormai mancavano pochi minuti, ed ero piena d'ansia, pensai che stessi per vomitare.
uscì senza portafogli, ne borsa. Se mi avessero fermata sarei stata nei guai ''Star della Disney, correva in strada abitata senza patente!"
non suonava bene... feci una smorfia.
al mio fianco c'era l'unicorno, era accasciato di fianco, e ci pensai..
se Joe mi ha dato questo peluche a Natale, vuol dire che lui da quel giorno mi aspettava ogni sera lì?
certo, a parte quei giorni che era in Tourné, avrei capito in quale sera ci fosse stato dai media in tv, che parlavano puntualmente di ogni loro spostamento e via dicendo..

'wow' dissi, che ragionamente pazzo e masochista ha portato Joe a fare tutto questo!
è un pazzo! già, io lo consideravo un pazzo, ma io lo amavo.
lui era il mio migliore amico, sapeva tutto di me.. beh, a parte...

joe sapeva dei miei disturbi alimentari,ed una volta mi chiamo' solo per sapere se avevo mangiato.

stavo divagando troppo, magari neanche ci sarebbe stato stanotte..
non volevo illudermi troppo, ma era inevitabile, mi faceva andare in confusione.
mi girai, e aggiustai il mio unicorno. Non riusciva a stare in piedi.
''cavolo..'' era caduto sotto la poltrona della macchina.
il mio braccio era troppo corto, non riuscivo a prenderlo, insaputamente avevo sorpassato uno o due semafori rossi..
non vedevo più la strada, dovevo riprendere il peluche...
all'impovviso sentìì una botta e la mia macchina girò su se stessa!
non vidi più niente per qualche secondo, dopo di ché la macchina si fermò!
avevo tamponato!

''oh cazzo!" scese l'uomo dalla macchina, arrivando nella mia.
''signorina, tutto bene?'' chiese preoccupato.

per fortuna l'airbag si aprì, prima che potessi sbattere la testa.
vidi del fumo uscirmi dal cruscotto e tutto quello che pensai era l'appuntamento..
ormai erano passai dieci minuti.

non controllai neanche se avessi le ossa rotte, mi strappai la cintura, e riuscì a prendere l'unicorno.
scesi dall'auto e calmai il signore, preoccupato perchè non gli risposi.
''si, tutt-tto bene..'' inizialmente non riuscivo a capire cosa fosse successo.
mi ripresi e tranquillizai ancora di più l'uomo, ormai in tento a chiamare un'autombulanza!

'no, stia calmo, non è successo niente.. se ne vada prima che arrivi..' stavo per dire 'i telegiornali', ma decisi di rimanere nell'ombra.
l'uomo confuso.
'forza, si sbrighi, ci penso io qui!".
l'uomo accennò un si, e se ne andò con la sua auto!
passai una mano sul viso e chiamai il carroattrezzi, dopo di ché, mi allontanai correndo e presi il primo autobus che trovai.
'mai mettersi sul voltante se sei agitata' commentai ad alta voce.
'un'altra cosa che ho imparato oggi, da mettere nel mio quaderno delle regole!'

'quello che faccio tutte le sere!', mi rispose l'autista, che mi aveva ascoltato.
avrò parlato troppo ad alta voce!
'mi scusi, non pensavo stesse ascoltando!". mi guardai in giro e mi resi conto che a quell'ora non c'era nessuno, apparte me.
mia avvicinai, e quel gentile signore mi parlò molto volentieri...
''mi scusi se le sto raccontando tutto questo, ma non è da tutti i giorni, trovare una bella ragazza disponibile ad ascoltarmi.
sopratutto a quest'ora della notte!" mi sorrise, sempre guardando vigile sulla strada solitaria.

risposi con un sorriso e mi continuò a parlare,
ogni tanto mi chiedeva se stessi bene, notava la mia faccia da zombie altamente frastornata!
''si tutto bene, vorrei solo ritornare a casa..'' continuai '' sa, quale autobus mi può portare indietro?''
il signore non mi rispose, guardò lo specchietto retrovisore e controllò l'orario una decina di volte.
stava innervosendomi.

'certo! scenda qui e aspetti il primo pullman che veda!''
'' ma l'avverto, non passerà prima delle tre del mattino!"
cosa? alle tre del mattino? e cosa dovrei fare fino a quell'ora, in questo posto dimenticato da Dio?
'oh... daccordo, mi lasci qui!"
'oppure..'' aggiunse.
''oppure cosa?'' sperai che stesse scherzando.
''oppure, si può prendere un taxi alla prossima fermata che farò!".
sospiro di sollievo.
''mi va bene!". accettai.

arrivati, scesi e presi un taxi, ero stanchissima e non vedevo l'ora di farmi una doccia.
scesi, e dissi all'autista di aspettarmi, lo avrei pagato appena preso il portafogli.
lo paghai e se ne andò.
vidi quel taxi giallo andarsene, come se stessi salutando la mia folle serata!
un brivido di freddo mi corse lungho la schiena.
l'alba era appena sorta.
la giornata era appena iniziata ed io avevo centomila cose da fare.Potei dormire solo durante la strada per NewYork,dove mi aspettavano 3 interviste e il tour nel pomeriggio.

bevvi 3 tazze di caffé e il mio aspetto era ar di poco orribile, o così mi vedevo!





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Capitolo 2
*** come tutto iniziò ***


-Come tutto iniziò-


Il sangue continuava a scorrere, quelle poche goccie si trasformarono in una pozzanghera rossa.
io distesa a terra,ansimavo dal dolore
.
speravo che nessuno aprisse la porta, non volevo che scoprissero il mio segreto, sarebbe stato troppo imbarazzante,avrei dovuto lasciare il tour, e non volevo.
Non era la prima volta che lo facevo, ormai sapevo affrontare la questione, ma ogni volta che fondavo la lama nel profondo, il dolore era sempre più forte.
Giurai di non farlo più, ma da quella promessa passarono otto anni, non riuscivo a smettere. Ne ero dipendente, mi sentivo come se ne avessi bisogno, in qualsiasi modo, se gli altri non lo facevano, dovevo 'autopunirmi' da sola!
Il sangue, dal mio braccio, si fermò. Questa volta la ferita era più profonda delle precedenti; non potevo andare avanti così, adesso lo facevo più di una volta al giorno..a differenza dei primi tempi,quando mi sentivo in colpa, affilavo la lama nella mia pelle fino a sentire un dolore fortissimo.
Ma era facile, mi faceva schifo vedere tutto quel sangue e mi risparmiavo.
Ma da quando sono diventata uno 'strumento televisivo', tutta la pressione mi è crollata sulle spalle.. e non riesco a trattenere l'ansia.
Devo farla uscire dal mio corpo, in qualsiasi modo.

Mi alzai lentamente, la testa mi incominciò a girare. Presi la prima asciugamano che vidi e la attorcigliai su tutto il braccio. Dopo di ché,aprì lo sgabuzzino e presi il mocio; pulì accuratamente il pavimento, fino a non vedere una chiazza di rosso.
''NON E' SUCCESSO NIENTE'' ripetei nella mia mente:una, due, tre volte...
Sentivo le voci dello staff andare avanti e indietro nel corridoio,il cuore mi batteva fortissimo, dovevo sbrigarmi, tra meno di 2O minuti sarei andata sul palco e ancora dovevo riscaldare la mia voce!
l'enorme specchio che avevo difronte, era il mio peggiore nemico! Dopo quello che era successo pochi minuti fa, non riuscivo a vedermi e non finì di truccarmi per bene.. 'poco m'importa, uscirò così' sussurrai.
Presi le mie ultime bende dalla borsa, il disinfettante e curai la mia ferita; c'era ancora il segno del sangue che si era gonfiato.
bruciava. Bruciava terribilmente.. ma ormai quel dolore si era trasformato in piacere..desiderai di rifarmi del male, stavo quasi per farlo se non fosse che:

*toc toc*
''Demi, tra 1O minuti sul palco!" urlò forte, credo per via del troppo rumore alle sue spalle.

saltai in aria, pensai che volesse entrare, spinsi le mie bende e la borsa dietro il divano, facendo cadere la bottiglia.
caddì di fianco a mezzo busto. Non successe nulla, alzai il braccio mezzo bendato, e passai le mani tra i miei capelli che guardarono il mio viso terrorizzato!
Cercai di reagire;
Sistemai tutto nella borsa, la nascosi accuratamente dietro il divano e misi due enormi bracciali sopra la ferita.
uscìì.

Mi incamminai lungo il corridoio, c'era gente che lavorava,altri che scherzava e po c'erano loro.
O meglio, c'era lui...il mio cuore non poteva negare ciò che provavo quando guardavo il suo viso..
Era una sensazione che non provavo da tempo.. i suoi occhi, i suoi capelli, il suo carattare.. mi attraevano come una calamita.
come se questo potesse bastarmi.

stava scherzando con i suoi fratelli, rideva e sorseggiava del caffé; 'non sei abbastanza per lui..' sentì questa voce nella mia testa, e automanticamente provai vergogna per me stessa! AVEVA RAGIONE, non me lo meritavo.. non mi meritavo quel ragazzo.
eppure sapevo dentro di me che lo volevo, non mi sarebbe importanto tanto.. il mio amore era troppo, e sicuramente avrebbe sconfitto le mie insicurezze, tranne del fatto che.. lui non si faceva avanti!

mi sistemai il microfono e intanto lo osservavo.

''Demi! dai vieni.. dobbiamo andare!" gridò Nick!
Joe, sentendo il mio nome si girò immediatamente lasciando lo spartito che stava leggendo e mi guardò con un enorme sorriso!
era nell'intento di dirmi qualcosa, ma il loro manager li spinse sopra il palco; ''forza,forza... è tardi!"
sorrisi.

ecco, l'ansia come sempre stava riafforando prima di ogni esibizione, ma visto che i Jonas avrebbero iniziato con un loro pezzo, decisi di chiamare mia madre,come mia abitudine!

*mi consolò, come sapeva fare lei, e per un po mi calmai..le dissi che le volevo bene, infine mi salutò con un 'in bocca al lupo'*

Mi fece bene sentire la sua voce, ne avevo bisogno!
non ero più agitata, finalmente potevo cantare con tutta la potenza che avevo!
mi sentivo felice e grata di tutto questo amore!

*Entrai in scena e diedi il meglio di me! Grazie anche ai Jonas che mi fecero ridere ogni qualvolta che potevamo riposarci per pochi secondi!*

La loro compagnia era fondamentale! Con Joe mi sentivo al sicuro, mi sentivo accettata!
stavo bene!

peccato che ogni notte, le mie paure raffioravano..
non riuscivo a dormire, il letto si era trasformato in un campo di battaglia; con cuscini che volavano da tutte le parti e le coperte stropicciate!
la tentazione era enorme, ma non potevo.. stavo resistendo.
scesi in cucina, decisa a farmi una tazza di camomilla e vidi l'unicorno che Joe mi regalò sul divano.. era mezzo coperto dai cuscini.
aspettando che l'acqua bolliva, mi buttai sul divano e lo presi.. lo strinsi forte, forte, pensando che fosse Joe e trovai sollievo.
Era strano come quel peluche, così coccoloso, poteva farmi stare meglio.. chiusi gli occhi.
vidi il suo volto.. che mi sorrideva e poi.. mi apparve l'immagine di me stessa, distesa a terra, e il pavimento tutto rosso, e il suo volto pieno di graffi che piangeva!
Aprì gli occhi. Non volevo stare di nuovo male!
sciacquai il mio viso e riempii il mio bicchiero pieno di camomilla.
Accesi la tv per farmi compagnia.
ERA SOLA.
in una casa così grande c'eravamo solo io ed il mio unicorno!

nella mia vita ho sempre dovuto affrontare tutto da sola.
perciò la 'solitudine' non mi dava per niente fastidio, anzi, era diventata la mia migliore amica!

accarezzai il mio bellissimo unicorno, era così morbidoso e profumava di dopobarba di Joe..
lo accarezzai per una decina di volte, sempre più incuriosità,sentivo un rumore di carta uscire dall'orecchio sinistro del peluche.
posai la tazza e osservai accuratamente l'unicorno.
Come immaginavo, sotto il suo orecchio, c'era infilato qualcosa..
lo uscì, era un fogliettino minuscolo e c'era scritto:

"
Solito posto alle 12:OO pm
Ti prego, NON MANCARE!
-J. "


Fui sorpresa, ma decisi di volerci andare.
Guardai l'orologio, mancava un quarto d'ora alla mezzanotte, se magari mi fossi sbrigata sarei riuscita a vederlo!
a chiedergli il perché di tutto ciò e magari...
oddio, il mio cuore stava scoppiando dalla gioia!!

presi la macchina contando i secondi.




















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Capitolo 3
*** mi sentivo più sola che mai. ***


*Nota:[ Questa FanFiction sarà vista in due angolazioni diverse;
la prima, quando Demi racconterà la sua storia e vivrà le sue avventure in prima persona.
la seconda, racconterà al dottore o a se stessa ciò che accadde in quei mesi prima del suo ricovero].

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''Allora? non continua la sua storia?'' il dottore era alquanto insistente. Sbatteva la penna sul suo quaderno d'appunti che mi stava dando sui nervi.
''Sono stanca, non mi va più di continuare..'' guardai il soffitto.
la gola era secca e le lacrime stavano quasi per cadermi sul viso. Non volevo cedere e piangere davanti a qualcuno!
Malgrado fosse contrariato, il dottore mi lasciò andare.
uscì velocemente dalla stanza, la mia famiglia era seduta nelle poltrone dello studio dove mi aspettavano.
ma non volevo vederli. NON VOLEVO VEDERE NESSUNO,
tranne me stesse distesa su un letto d'ospedale,piena di tranquillanti..era l'unica visione che vedevono su di me. Sopratutto se fossi
rimasta da loro.
Non mangiavo da ieri sera.
sempre se 'un panino e una coca light' si potessero chiamare 'cena'.
mi avvicinai con cautela.
mia sorella maggiore Dallas, mi abbracciò e mi chiese come stavo..
''sto bene!" risposi quasi arrabbiata.
STO BENE; due parole che diciamo a tutti per non raccontare cosa proviamo veramente. Mentre dentro di noi 'urliamo','piangiamo' e 'scoppiamo d'ira''.
Come se esprimere le nostre vere emozioni fossero prova di 'debolezza'.
Nessuno dovrebbe sentirsi così, ma era come mi sentivo io, proprio adesso..
'debole'.

La stanza dove avrei dovuto alloggiare per un po era fredda.
era illuminata da un enorme vetrata dove i raggi del sole  si baciavano col muro e metà del letto; avrei potuto avere una camera 'calda' visto che era abbastanza piccola di quelle che ci davano a L.A.
'questa è la tua camera..'' ''carina, non è vero?''.
l'infermiera che mi aveva parlato era alquanto stupida.
indossava un camicia azzurro sporco e intorno al collo aveva uno di quei apparrecchi per controllare il batitto cardiaco alle persone!
mi sava tanto da 'telefilm americano'.
'puff' sospirai.
l'infermiera fece finta di non sentirmi, era abitutata a tutte quelle 'ragazze nuove' che 'odiavano il mondo'.
eggià, io sono una di quelle.
'si troverà benissimo, vero Demz?' mia madre mi diede un'occhiata severa.
'certo, come se fosse casa mia!" finti l'entusiasmo.
l'infermiera sorrise, e mi diede fastidio: ''speriamo di no..'' continuò a sistemarmi le valigie secondo il suo gusto e alla fine chiuse la porta dicendo ''la cena sarà pronta per le 18:3O''.
spalancai gli occhi incrudula, la mia bocca rimase aperta per qualche secondo ''Alle 18:3O? DAVVERO?''.
guardai mia mamma che stava risistemando le valige, adesso, secondo un 'suo ordine'.
''si Demz, e dovresi esserne grata!''
''GRATA?'' adesso ero davvero incazzata.
''Per cosa?.. per avermi trascinato fuori dal mio tour? parlato con uno strizzacervelli e chiusa in questo schifo di poso?'' continuai alzando la voce!
mia madre fece cadere la mia seconda valigia a terra.
Vedevo quanto soffrisse, ed anche per me era così. Non amavo litigare con lei,
ma ormai il mio 'soffrire' si era trasformato in 'dolore', e vedere mia madre in quelle condizioni non faceva che aumentare.
'BASTA DEMI!.. NON TI RENDI CONTO CHE STAI COMPLICANDO ANCORA DI PIU' LE COSE?'.
si avvicinò a me e mi guardò diritta negli occhi.
sentivo che stava scoppiando a piangere ma lei una 'donna forte' non poteva farlo!
continuò ad urlarmi contro quanto credevo che la mia vita fosse ingiusta e quanto credevo che facesse schifo:
''ma non ti accorgi che sei l'adolescente più amata, non solo dalla tua famiglia, ma anche dal mondo? NON TI RENDI CONTO DI QUANTO I TUOI FANS TI AMINO?..'' la interruppi :
''mi amano solo perché mi hanno sempre vista dietro storie di altre ragazze che interpretavo! mi ammirano solo perché sono dietro una telecamera!" aggiusi senza fiato.
''..già perché le interviste secondo te, non valgono niente?.. esistono per conoscere la persone che si nascondo dietro quelle storie che i registi s'inventano!!"

rimanemmo in silenzio.
lei continuò ad aggiustarmi le valigie, mentre io, stesi tutto il tempo a guardare fuori dalla finestra!

le 18:00 arrivarono velocemente e l'ora delle visite era concluso.
salutai mia madre con un bacio sulla guancia, mentre lei mi strinse forte sul suo seno.
''stammi bene,cara..''
''ci proverò''
la guardai andarsene da lontano.
non potei più sentirla quella sera,come facevo di solito.
mi avevano confiscato i cellulari,borse,lamette e tutto ciò di appuntito.

mi sentivo più sola che mai.







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Capitolo 4
*** sono un mostro! ***


Leggete questo capitolo con questa canzone: http://www.youtube.com/watch?v=6gE1FCNFG40&feature=related

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Sentivo il rumore della pioggia sbattere nelle finestre della macchina; i tuoni rimbombarmi nella testa e i fulmini accecarmi gli occhi.
sentivo il dolore aplificato e non sapevo come riuscissi a controllarlo.
sentivo il dolore della lametta scorrermi per tutto il braccio, sembravo sentirne il gusto.
la stanza cominciò a girare, sempre più velocemente e non riuscivo a smettere.
Dopo il dolore veniva il piacere..
la mia persona era divisa in due; la prima,cosciente, quella che si torturava per punirsi.
La seconda, credetti fosse la mia coscienza. Quella voce interiore che ti pregava di smetterla.
Giurai di sentire una melodiosa canzone provenire dal mio piano in salone, era triste ma così perfetta.
era la mia colonna sonora, nel varco di cinque secondi capìì che sarebbe stata la mia prossima composizione!
Subito dopo ricominciò il dolore; feci uscire, per istinto, un gridolio...
un'azione impulsiva prese il mio controllo; gettai la lametta fuori dalla finestra. Per mia fortuna, non vidi la direzione.

Non feci neanche in tempo di entrare in casa che mi nascosi in giardino e, prendendo la prima cosa affilata,cominciai a premere sul polso e tagliare. Sempre di più, un segno dopo l'altro, sempre più forte.. il sangue scorreva nelle dita fino a toccare l'erba,ormai non più verde.
Continuai, sempre più affondo, senza sentire il battito del mio cuore ormai a mille.
Smisi, solo quando il mio polso affaticatosi non riusciva più a muovere un muscolo.
sospirai e mi lasciai cadere sul muro fino a stendermi nell'erba.
''è finita..'' pensai. '' ..è tutto passato''.
Respiravo e Ispiravo. Prima velocemente e adesso con moderazione; tutto stava entrando nella norma.
Nessuno si è fatto male.
Guardai il polso, continuava a sanguinare.. ''... oltre me.'''
La chiave di casa era ricoperta di sangue, come il mio vesito.
Pregai per la mia anima, ormai condannata per l'inferno.
Due lacrime mi caddero sul viso.
cosa avevo fatto?
ero diventata un mostro!
Ero un essere spegevole...
come avevo potuto rendere la mia anima dannata.
ECCO SORGERE IN ME LE ANGOSCE, LE COLPE.. tutto perché non sono in grado di essere forte.
Come potevo darla vinta al Diavolo.
Ogni cicatrice è un passo lontano verso Dio e chi amo.

Riassumetti la mia solita compostezza e coprendomi il polso passai per l'entrata posteriore.
La pioggia non smetteva di scendere dal cielo, ed io ero zuppa.
Ero bagnata dei miei peccati e sentivo la vergogna gocciolarmi dai capelli per tutta casa.
Chissà com'è nascere senza provare sentimenti... senza soffrire già da piccoli.
Magari se non fossi mai nata, il mondo sarebbe stato migliore.
Vivere per provare questa sofferenza, e chi me lo fa fare?? non ne vale la pena..
il mio corpo era immobilizzato davanti alla porta; i miei occhi non riuscivano più a chiudersi.
guardavo con fascino la pioggia.
e pensavo...pensavo, cose orribili mi passavano per la mente.
nessuno dovrebbe mai provare tutto ciò.
soffrivo.
ma nessuno, come sempre, riusciva a capirlo.
Il mondo mi odiava e cominciai ad odiarlo anche io...
stavi quasi per farlo.. stavo pensando ad una cosa che assolutamente mi avrebbe dato il ''primo biglietto per l'inferno''.
Quel giorno, forse non era destino.
Dio voleva che io soffrissi ancora, dovetti ringraziare il telefono che squillò, facendomi sobalzare dai miei ''orridi pensieri''.
finalmente mi mossi; alzai la cornetta ed era lui.
era 'joe', era l'unica persona che poteva farmi sorridere anche quando ero triste ma, sempre colui che ne era partecipe.
Non sapeva nulla dei miei tagli e tale doveva essere.
Mi parlò con filo di voce; ''so cosa hai fatto!".
le mie pupille si dilatarono e il cuore mi si fermò. ''lo sanno tutti Demz. ...ma perchè lo hai fatto?''.









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