Together against the Organisation

di Cicci 12
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chi sei? ***
Capitolo 2: *** Una ragazza venuta da lontano ***
Capitolo 3: *** "Salvataggio" al centro commerciale ***
Capitolo 4: *** Omicidio sospetto ***
Capitolo 5: *** L'arrivo di un amico ***
Capitolo 6: *** L'assassino è... ***
Capitolo 7: *** La soluzione ***
Capitolo 8: *** Il ritorno di Shinichi ***
Capitolo 9: *** Nuove emozioni ***
Capitolo 10: *** Il rapimento ***
Capitolo 11: *** L'e-mail ***
Capitolo 12: *** Salvataggio pericoloso ***
Capitolo 13: *** Torna da me ***
Capitolo 14: *** Il risveglio ***
Capitolo 15: *** Finalmente insieme ***
Capitolo 16: *** Iniziano le indagini ***
Capitolo 17: *** Ancora loro ***
Capitolo 18: *** Nuovi avvertimenti ***



Capitolo 1
*** Chi sei? ***


Together against the Organisation

Together against the Organisation

 

Cap. 1 Chi sei?

 

- Ran, io esco!- urlò il bambino sulla soglia di casa.

- D’accordo! Fai attenzione e torna a casa per cena!- gli rispose la ragazza dalla cucina.

- Tranquilla! Ci vediamo più tardi!-

Conan si chiuse la porta alle spalle e scese le scale.

In fondo ad esse vi trovò Goro, che tentava di raggiungere il suo ufficio barcollando, già evidentemente ubriaco.

- Ciao Goro!- lo salutò il piccolo detective.

- Ehilà, Conan!! Hic! Come ti va la vita?!- domandò l’uomo rischiando di cadere, ma salvandosi aggrappandosi al corrimano.

- Sicuramente meglio di te! Vatti a fare una bella dormita! Se Ran ti vede in queste condizioni sono guai!-

- Hai ragione! Hic! Quella ragazza sta diventando peggio di sua madre! Hic! Bè, ci si vede!- disse salutando nella maniera militare per poi salire le scale e sparire nel suo ufficio.

Conan uscì all’aria aperta sorridendo e scuotendo la testa: Goro non sarebbe mai cambiato.

Il bambino si diresse verso la gelateria, dove aveva appuntamento con gli altri componenti della squadra dei giovani detective: Ayumi, Genta, Mitsuhiko e Ai.

Erano iniziate da pochi giorni le vacanze estive, così i 5 bambini avevano più tempo per uscire e stare in compagnia.

Conan voleva bene ai suoi piccoli amici, si era affezionato a loro, ma desiderava ardentemente tornare il diciassettenne di sempre.

- Ehi, Conan! Siamo qui!-

Il bambino fu risvegliato dalla voce di Ayumi che lo chiamava, correndogli incontro insieme agli altri.

- Ciao ragazzi!- li salutò lui.

- Ciao Conan!- lo saluto Mitsuhiko.

- Finalmente! Non potevi arrivare prima?! Io sto morendo di fame!- si lamentò Genta.

- Forza, allora! Andiamo a prendere il gelato!- propose Ayumi ridendo.

Così i tre bambini si diressero correndo verso il bancone dei gelati, mentre Conan li seguiva, affiancato da Ai.

- Ciao Shinichi! Tutto bene?-

- Ciao Ai! Tutto bene, tu? E per favore, non chiamarmi Shinichi in pubblico!- le disse.

- OK, come vuoi, ti chiedo scusa… Conan!-

- Come vanno i tuoi studi?- chiese poi il bambino diventando serio: quello era una argomento delicato.

- Sempre allo stesso punto! Purtroppo senza la formula originaria dell’APTX di cui ricordo solo alcuni elementi posso fare ben poco! Mi dispiace! Se solo non l’avessi lasciata nel mio laboratorio…- aggiunse mortificata.

Il detective sospirò, chiudendo gli occhi rassegnato.

- Non preoccuparti! Non è colpa tua!- la tranquillizzò sorridendo.

- Piuttosto, vedi di non affaticarti troppo!-

- Tranquillo! Sono abbastanza grande per badare a me stessa, non credi?!-

- Giusto!- rispose Conan ridendo.

In fondo lei era l’unica a capirlo sul serio: erano entrambi adolescenti intrappolati in corpi di bambini, lui per ingiustizia, lei per sua volontà, ma pur sempre bambini.

- Ehi, voi due! Vi muovete si o no?!- li rimproverò Genta.

- Arriviamo!- rispose Conan, raggiungendo gli amici insieme ad Ai.

Il pomeriggio passò veloce tra chiacchiere e passeggiate per il parco.

Presto arrivarono le 6.30, così Conan salutò gli altri per tornare a casa.

- Ciao ragazzi! Ci vediamo domani!-

- Ciao Conan!- lo salutarono loro.

Mentre si dirigeva verso casa, i suoi pensieri tornarono al dialogo avuto poche ore prima con Ai: se solo avessero avuto la formula dell’APTX, entrambi sarebbero potuti tornare alle loro vere sembianze.

Ma come fare?!

Di certo non potevano tornare al laboratorio di Sherry, era troppo pericoloso e non erano nemmeno sicuri che ci fosse ancora.

Forse quelli dell’Organizzazione l’avevano distrutto.

Non restava altro da fare se non attendere.

Conan fu distratto dai suoi pensieri da un rumore alle sue spalle.

Il bambino si voltò, ma non vide nessuno.

Riprese la sua strada, convinto che fosse stato frutto della sua immaginazione.

Ma il suono si ripeté e quando si girò nuovamente, la strada era deserta.

Ricominciò a camminare, velocizzando l’andatura.

I rumori continuavano e presto capì che qualcuno lo seguiva.

Il detective svoltò l’angolo e si rifugiò in un vicolo laterale.

Dopo pochi secondi una figura apparve davanti a lui.

- Fermo!- gli intimò puntandogli contro l’orologio con le freccette narcotizzanti.

La sagoma si bloccò.

- E ora dimmi perché mi seguivi!-

- Caspita, non ti facevo così sospettoso!- rispose una voce femminile.

La figura si fece avanti permettendo a Conan di vederla in faccia.

Era una ragazza sui 17 anni, capelli castano chiaro mossi e occhi scuri, neri, profondi.

Lo guardava sorridendo.

- Abbassa la tua arma! Non ti serviranno le freccette narcotizzanti! Non sono pericolosa!- disse alzando le mani per mostrare che era disarmata.

Conan abbassò il braccio, stupito.

- Chi sei?-  chiese poi.

- Mi chiamo Eiko! Piacere di conoscerti… Shinichi Kudo!-

 

 

Ciao a tutti!!!

Sono tornata, ma questa volta con una storia su Detective Conan!

È la prima, quindi siate clementi!!!

Spero vi piaccia…

Cercherò di aggiornare il prima possibile!

Nel frattempo…. RECENSITEEEEEEEEEEE!!!!!!!

BACIONI

CICCI12

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Capitolo 2
*** Una ragazza venuta da lontano ***


Cap. 2 Una ragazza venuta da lontano

Cap. 2 Una ragazza venuta da lontano

 

Conan rimase immobile a fissare a bocca aperta la ragazza davanti a lui.

Non aveva avuto le allucinazioni, l’aveva proprio chiamato con il suo nome, il suo nome da diciassettenne.

Eppure come poteva sapere che lui in realtà era Shinichi?

Nessun altro oltre al professor Agasa, Ai, Heiji e i suoi genitori conoscevano la sua storia.

- T-ti… ti sbagli! Io mi chiamo Conan Edogawa!- esclamò il bambino cercando di apparire naturale e tranquillo.

Ma Eiko scoppiò a ridere.

- Avanti, Shinichi! Non hai bisogno di mentire a me! So tutto!- disse poi.

Ora gli occhi del piccolo detective lasciavano trasparire la paura e la preoccupazione.

E se quella ragazza faceva parte…

- Stai tranquillo!! Non sono un membro dell’Organizzazione!- aggiunse poi lei all’improvviso, come se gli avesse letto nel pensiero, notando la sua espressione.

- Sai dell’Organizzazione?!- chiese Conan ancora più incredulo.

Ormai era inutile far finta di nulla: era evidente che quella ragazza sapeva più di quello che avrebbe dovuto.

- Quindi non ho sbagliato persona?! Sei proprio Shinichi Kudo?-

- Non hai risposto alla mia domanda!- le fece notare il bambino più tranquillo: quella ragazza non sembrava pericolosa.

- Si, so dell’esistenza dell’Organizzazione! So tutto di te, o almeno da quando sei tornato bambino! Ho sentito mio zio e la tua amica parlarne un giorno. Credevano fossi uscita, invece ero dietro alla porta e per errore ho ascoltato tutto!- ammise infine Eiko.

- Tuo zio? La mia amica? Ma…-

Conan fece mente locale delle persone che erano a conoscenza del suo segreto.

Poi capì.

- Non mi dire che tuo zio è…-

- Mio zio è il professor Agasa. Suo fratello è mio padre. Io sono Eiko Agasa!- spiegò lei con un cenno della testa.

- Non ci posso credere! È pazzesco!-

- E invece è così! Qualche mese fa, come ti ho già detto, ho origliato per sbaglio una conversazione tra mio zio e Ai, così mossa dalla curiosità ho fatto qualche ricerca! Poco fa ti ho visto in compagnia dei tuoi amici e ti ho riconosciuto subito, grazie ad una foto che mio zio ha sul suo caminetto. Così ti ho seguito! Sai, non capita tutti i giorni di incontrare un mio coetaneo rimpicciolito! E poi io sono famosa per la mia curiosità!- gli disse scompigliandogli i capelli.

- Ehi! Ne ho le sembianze, ma non sono un bambino!- si lamentò Conan.

- Ops, scusa!- disse imbarazzata Eiko, arrossendo e ritirando la mano.

La ragazza guardò l’orologio.

- Caspita! È tardissimo!! Sarà meglio che mi sbrighi! Arrivederci Shinichi! È stato un piacere conoscerti! Ci si vede!- e con queste parole si voltò per andarsene.

- Ehi, aspetta!- le urlò il bambino raggiungendola.

- Dove stai andando?-

- Vedi, devi sapere che i miei sono dovuti partire improvvisamente per l’Europa, così mi hanno spedito qui, da mio zio. Ma il fatto è che lui non sa che sto arrivando!- spiegò lei.

- Vengo con te!- disse Conan, guadagnandosi un’occhiata interrogativa da parte di Eiko.

- Devo dire due paroline al professore!-

La ragazza rise, intuendo a cosa si riferisse il bambino.

Poco dopo arrivarono davanti alla casa di Agasa.

- Cavolo! Ho perso la lettera per lo zio! Mi deve essere caduta! Torno indietro a cercarla! Tu vai pure avanti!-

- Sicura che non vuoi che ti dia una mano?!-

- No, grazie! Faccio da sola, non preoccuparti!- rispose la ragazza allontanandosi.

Così il piccolo detective raggiunse la porta della grande dimora e suonò il campanello.

Pochi secondi dopo arrivò in professor Agasa.

- Shinichi! Non ti aspettavo! Che ci fai qui?!- chiese l’uomo quando vide il bambino sulla soglia.

- Quando lei ed Ai parlate di me, vedete di accertarvi che non ci sia nessuno nei paraggi!-

- Come scusa?!- chiese Agasa senza capire.

- Ehi, Shinichi! L’ho trovata! Oh, ciao zio!- lo salutò Eiko, arrivando correndo e poggiando le mani sulle ginocchia per riprendere fiato.

- Eiko! Cosa ci fai qui?!-

Solo in un secondo momento l’uomo si rese conto di come la nipote aveva chiamato il suo piccolo amico.

- Che ne dice di farci entrare? Così le spiegheremo tutto con calma!- lo precedette Conan.

Così, una volta accomodati, la ragazza raccontò tutto, dalla conversazione udita all’incontro con Shinichi.

- Caspita, Shinichi! Mi dispiace! Io non ci avevo nemmeno pensato al fatto che mia nipote potesse sentirci! E dire che so perfettamente che è una curiosona di prima categoria!- si scusò il professore, mentre la ragazza gli rivolgeva una linguaccia.

- Non si preoccupi! Ormai quel che è fatto è fatto!- disse Conan sospirando.

- Ehi, sarò anche una curiosona, ma non sono una pettegola! Il tuo segreto è in buone mai! A meno che…- protestò Eiko.

- A meno che?!- chiese il detective preoccupato.

- A meno che tu non mi faccia arrabbiare!-

Il bambino si rilassò, rilasciando quel respiro che per pochi secondi aveva trattenuto.

- A parte gli scherzi, il tuo segreto è al sicuro!- gli ripeté poi lei, rivolgendogli un sorriso bellissimo, che lasciò il piccolo spiazzato per alcuni secondi.

- A proposito, Eiko! Non mi hai detto perché sei qui!- esclamò all’improvviso l’uomo rivolto alla nipote.

- Giusto, hai ragione!-

La giovane estrasse la lettera del padre dalla borse e la porse all’uomo.

- Mamma e papà sono dovuti partire, perciò mi hanno spedito da te come al solito!-

Il professore lesse il foglio poi alzò lo sguardo verso la nipote.

- È qualcosa di serio?!-

- Mmmh… non credo! Non mi hanno detto molto, ma saranno le solite cose! Sai cosa comporta il loro lavoro!-

- Che lavoro fanno?!- chiese curioso Conan.

- Sono agenti dell’FBI!- disse la ragazza.

- Sul serio?!- esclamò stupito il bambino.

- Proprio così! Parecchi anni fa mio fratello partì per l’America con l’intenzione di entrare a far parte dell’FBI: era sempre stato il suo sogno fin da piccolo! Lì ha conosciuto Valery e si sono sposati. Entrambi stavano studiando per diventare agenti, e pochi anni dopo la loro assunzione nacque Eiko. Capita spesso che debbano partire per lavoro, così quando serve, lei viene a stare da me!- spiegò Agasa.

- Quindi sei americana?!- chiese poi Conan.

- Metà americana e metà giapponese!-

- Wow!- esclamò il bambino.

- Già! Sono fiera di entrambe le mie origini! Inoltre i miei genitori mi hanno trasmesso la loro passione per il mistero!!! Dovresti saperne qualcosa, vero piccolo detective?!- sorrise lei.

- Sai proprio tutto, eh!- esclamò il bambino guardando il professore.

- Bè, ecco… qualche anno fa le avevo raccontato di un ragazzino appassionato di misteri come lei, così…- si giustificò l’uomo grattandosi la nuca.

- Zio, ti dispiace se io vado a sistemarmi?!- chiese Eiko, interrompendo la discussione.

- No, vai pure! La stanza è la solita!-

- Grazie! Ciao Shinichi! È stato un piacere conoscerti! Spero di rivederti

presto!- salutò Eiko.

- Lo stesso vale per me! Buonanotte!- rispose il piccolo mentre la ragazza si allontanava lungo il corridoio, lanciando un ultimo saluto con la mano.

- Sarà meglio che vada anche io o Ran comincerà a preoccuparsi! ( e chi se ne frega!!! NdCicci12)(@_@ NdConan e tutti)(^/////^ NdCicci12). Arrivederci professor Agasa!-

- Arrivederci Shinichi!-

Conan uscì e si diresse verso casa, ripensando a quella strana ragazza venuta dall’America.

 

 

Ed eccovi il 2° chap!!! Anche se in effetti non avete recensito in tanti!! Solo una!!!! Grazie Viky! Almeno tu che mi sostieni!!! ç_ç

Cmq il bello della storia deve ancora venire! Questi primi chap saranno di presentazione e conoscenza di Eiko!!!

Spero che leggerete la mia storia.

Al prossimo chap e vi prego… RECENSITEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!

Bacioni

Cicci12

 

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Capitolo 3
*** "Salvataggio" al centro commerciale ***


Cap. 3 Salvataggio al centro commerciale

Cap. 3 “Salvataggio” al centro commerciale

 

La mattina seguente Conan si svegliò tardi e ancora una volta si ritrovò a pensare ad Eiko: poteva fidarsi di lei?

Bè, in fondo era la nipote del dottor Agasa, perché non avrebbe dovuto farlo?

- Ehi, Conan! Alzati!- esclamò Ran entrando nella stanza e aprendo le finestre.

- Oh! Ran! È ancora presto!- protestò il bambino coprendosi gli occhi dalla luce del sole, sprofondando la testa sotto la coperta.

- Sono le 10! Non è presto! Quindi alzati che tra mezz’ora abbiamo appuntamento con Sonoko!-

- Perché abbiamo appuntamento con l’ister…. ehm… Sonoko?- chiese preoccupato il detective, riemergendo dalle coperte.

- Andiamo a far compere! Sbrigati!- e senza lasciargli il tempo di ribattere, chiuse la porta.

Sospirando, si alzò controvoglia: solo l’idea di dover passare una giornata intera con quella maniaca dello shopping, lo faceva star male.

Alle 10.30 in punto si trovavano davanti al centro commerciale.

- Siete in ritardo!- li rimproverò Sonoko, che li aspettava davanti all’entrata.

- Ma di soli 30 secondi!- protestò Conan, guardando l’orologio.

- È un ritardo enorme! Quando si parla di shopping non bisogna perdere tempo!-

Il bambino alzò le spalle rassegnato, sapendo che era inutile discutere.

Così iniziarono il loro tour per i  negozi, trascinandosi dietro un annoiatissimo Conan.

Erano già 3 ore che camminavano, quando il bambino si fermò.

- Vi prego! Facciamo una pausa!- le pregò.

- Come sei noioso! Voi ragazzi siete tutti uguali!- disse Sonoko.

- Per fortuna allora, che non tutte le ragazze sono come te!-

- Cosa vorresti dire, mocciosetto?!-

I due si stavano sfidando con lo sguardo, quando Ran esclamò:- Ehi, Conan, ma quella non è Ai?-

Il detective si voltò nella direzione indicata dall’amica: davanti ad una vetrina c’erano Ai ed Eiko.

- Ma chi è quella ragazza che è con lei?- chiese curiosa Sonoko.

- È la nipote del dottor Agasa!- spiegò Conan.

- Ai! Eiko!- le chiamò poi.

Le due ragazze, sentendosi chiamare, si voltarono e quando videro l’amico, gli si avvicinarono sorridendo e salutando.

- Ciao Shin… Conan!!- si corresse Eiko.

- Cosa ci fai qui?!- chiese poi Ai.

- Sono qui con Ran e Sonoko!- rispose lui, facendo capire di essere estremamente annoiato.

- Oh, piacere! Io sono Eiko!- si presentò la ragazza.

- Piacere! Io sono Ran e lei è Sonoko! Conan ci ha detto che sei la nipote del dottor Agasa!-

- Già, infatti! I miei sono partiti, quindi starò da mio zio per un po’ di tempo!-

- Eiko è per metà americana!- spiegò poi Conan, intrufolandosi nella conversazione.

- Dici sul serio?!?!- chiese ammirata Sonoko.

- Si! Sono nata a Los Angeles. Mia madre è americana e mio padre giapponese!-

- Ora capisco! Mi sembrava che avessi tratti stranieri!- notò Ran.

- E dimmi…. È vero che i ragazzi americani sono bellissimi?!- domandò poi la ragazza dai capelli corti.

- Si, sono carini! Ma non hanno nulla di meglio di quelli giapponesi!- rispose ridendo Eiko, mentre Conan si copriva il viso con una mano.

- Guarda!- disse poi. – Questo è il mio ex!- ed estrasse una foto dalla borsetta, raffigurante un ragazzo alto, biondo con gli occhi chiari e abbronzato.

- È meraviglioso!- esclamò Sonoko con gli occhi luccicanti.

- Già! Ma anche molto stupido e immaturo! Ci siamo lasciati qualche settimana fa e continua a perseguitarmi con chiamate e messaggini!-

- Come mai vi siete lasciati?- chiese Ran.

- Mi ha fatto una scenata enorme perché diceva che passavo troppo tempo con il mio migliore amico! Così l’ho scaricato!- spiegò Eiko con un’alzata di spalle.

- Hai una foto anche del tuo migliore amico?!- chiese sognante Sonoko.

- Si, eccola!- rispose la ragazza estraendo una seconda fotografia: questa volta il ragazzo ritratto insieme a lei era moro con gli occhi verdi.

- È stupendo! Voglio vivere in California!- si lamentò la ragazza attirando lo sguardo di alcuni passanti e facendo ridere Eiko, mentre Ran e Conan sembravano visibilmente imbarazzati.

- Sarà meglio andare! È stato un piacere conoscerti, Eiko!- disse poi Ran.

- Il piacere è stato mio ragazze!-

- Andiamo!- disse poi la Mouri al bambino, che si preparò a seguirla sbuffando.

- Ah, Conan! Noi stiamo andando da Genta e gli altri! Vieni con noi?!- propose l’americana mentre il trio cominciava ad allontanarsi.

Il detective si voltò a guardarla, poi posò il suo sguardo su Ran.

- Posso?!- chiese speranzoso.

- Si, vai pure! Ma non fare tardi!- rispose la ragazza.

Così Conan salutò le amiche e seguì Eiko ed Ai.

- Grazie ragazze! Non ce la facevo più a stare dietro a quelle due!- le ringraziò il bambino.

- Lo avevo intuito! Per questo ho inventato quella scusa!! Mi devi un favore, Shinichi!- disse la ragazza dagli occhi profondi.

- Dici sul serio?! Bè, vorrà dire che ti pagherò un caffè!!-

- Occhio a non sprecarti mi raccomando!!- lo prese in giro la ragazza, guadagnandosi una linguaccia da parte del bambino, che venne prontamente ricambiata.

Tutti e tre si diressero verso casa del dottor Agasa, dove restarono tutto il pomeriggio a chiacchierare.

Verso le 19 Conan guardò l’orologio.

- Sarà meglio che vada! Ran dovrebbe essere rientrata!- disse il bambino alzandosi e dirigendosi verso l’uscita.

- Ok! Ciao Shinichi! Buonanotte!- lo salutò Eiko.

- Notte!- salutò lui.

Così il bambino si avviò lungo la strada, mentre le ragazze rientravano in casa.

Tornarono in salotto e su un mobile l’americana vide una foto di una ragazza e un ragazzo con suo zio: lei era Ran, ma lui non lo conosceva.

- Ehi, Ai! Chi è quel ragazzo con Ran e lo zio?!- chiese curiosa.

- È Shinichi!-

- Dici sul serio?!- esclamò l’altra stupita.

- Già!! Credo sia stata scattata poco tempo prima che tornasse bambino!-

- Capisco!- concluse il discorso la ragazza, mentre la bambina si dirigeva verso il suo laboratorio.

Eiko prese in mano la foto, scrutandola attentamente.

“ Però! Niente male il detective!” penso, con il sorriso sulle labbra.

 

 

Ecco il terzo chap! Mmmh…. Eiko ha già messo gli occhi su Shinichi!! Mica scema però!!! Hihihi!! ^_^

Lo so che in questo chap non succede niente di particolare, ma è una specie di introduzione per poi continuare la storia.

L’ho scritto anche per presentare meglio il personaggio di Eiko.

Passiamo ai ringraziamenti:

Viky4forever: giusto!! Intanto in questa ff non credo che Shin si occuperà molto di Ran!!! Hihihihi!!! Cmq grazie ancora per il sostegno!! Spero che la storia continui ad interessarti!! Ciao baci tvttttttttttb

Dany92: oh, un’altra persona che segue la mia ff ( e spero che continui a farlo)!!!! Ne sono felicissima!!!! Come vedi ho messo qual’cosina in più su Eiko! Ma il bello deve ancora venire!! ^:^ continua a seguirmi!!! Ciao baci.

Bene, ora vi lascio!

Al prossimo chap e….RECENSITEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!

BACI

CICCI12

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Capitolo 4
*** Omicidio sospetto ***


Cap. 4 Omicidio sospetto

Cap. 4 Omicidio sospetto

 

Nei giorni successivi Eiko si ritrovò spesso con Conan e i bambini, divertendosi ad ascoltare i loro racconti dei casi che avevano risolto.

- E così, grazie al nostro aiuto, la polizia ha catturato il colpevole!- terminò Genta orgoglioso, alla fine di una delle tante storie della squadra dei giovani detective.

- Dici sul serio?! Caspita, siete davvero in gamba!- fece loro i complimenti la ragazza, mentre i bambini sorridevano soddisfatti.

- Però gran parte del merito è di Conan! È lui la mente della squadra!- le spiegò poi Ayumi.

- Posso immaginarlo!- rispose Eiko sorridendo al bambino con gli occhiali, che arrossì lievemente.

- È vero che anche tu sei una detective?- le chiese improvvisamente Mitsuhiko, stupendola.

- E chi vi ha detto questa cosa?- si informò lei.

- Il dottor Agasa!-

- Bè, allora lo zio ha un po’ esagerato! Diciamo che i miei genitori sono agenti dell’FBI e di conseguenza mi hanno trasmesso un po’ del loro amore per il mistero!-

- Questo significa che hai risolto molti casi?!- chiese curioso Genta.

- Molti non direi proprio! Qualche d’uno magari! Mi è capitato di aiutare mia madre e mio padre, ma niente di particolare!-

- Una ragazza detective?! Ora le ho sentite proprio tutte!- la prese in giro Conan.

- Credi che non sia in grado di risolvere un omicidio?!-

- L’unica cosa che potresti risolvere sono gli indovinelli trovati nelle patatine!-

- È una sfida la tua?-

- Può darsi!-

Eiko e Conan si guardarono negli occhi, sfidandosi con lo sguardo per poi scoppiare a ridere divertiti.

- Cavolo! Ho una fame da lupi! Perché non andiamo a mangiare qualcosa?- chiese all’improvviso Genta, con lo stomaco che brontolava, reclamando cibo.

- Sei sempre il solito!- lo ammonì Mitsuhiko.

- Ho sentito che hanno aperto un nuovo locale, non molto lontano da qui. Che ne dite se andiamo a dare un’occhiata?- propose Ai.

- Io ci sto!- esultò Genta.

- Non ne avevamo dubbi! Forza, andiamo!- disse poi Conan e tutti si diressero nella direzione indicata dalla bambina.

Erano a metà di una via, quando un urlo agghiacciante li fece raggelare.

L’istinto di detective di Conan lo fece scattare e correre fino al luogo da cui sembrava essere provenuto il grido.

Si trovò davanti ad una casa: la porta era semiaperta.

Scavalcò il muretto con agilità, seguito a ruota da Eiko.

Quando i due entrarono si guardarono intorno: alla loro sinistra vi era una donna, ferma sulla soglia di una stanza, accasciata a terra e con gli occhi spalancati, che guardava dritto davanti a se.

La raggiunsero e si voltarono verso ciò che attirava la sua attenzione: quando videro la scena rimasero impietriti.

Davanti a loro, disteso e terra, vi era un uomo.

La ragazza si avvicinò e gli mise due dita vicino alla gola: era morto.

- Chiamate la polizia!- ordinò Eiko a Genta e gli altri che li avevano raggiunti.

- Signora, venga!- continuò poi cercando di tranquillizzare la donna, ancora sotto shock.

Anche se con un po’ di fatica, riuscì a farla alzare per poi aiutarla a sedersi su una sedia in cucina.

- Ayumi, Ai! State con lei!- disse poi la ragazza.

- D’accordo!-

In seguito Eiko raggiunse Conan nel salotto: il bambino stava esaminandi il corpo da lontano.

L’americana si inginocchiò accanto al cadavere per osservarlo meglio.

- Si tratta di omicidio! Direi che gli hanno sparato! Circa 4 colpi! E ad una distanza ravvicinata! Intorno ai fori provocati dai proiettili è evidente della polvere da sparo!- ipotizzò Eiko, indicando le ferite letali.

- Allora era vero quando dicevi di intendertene di omicidi?!- le disse il detective.

- Bè, quando stai per 17 anni a stretto contatto con due agenti dell’FBI, impari sicuramente qualcosa, credimi!- rispose lei, sorridendo.

Dopo pochi minuti arrivò la polizia.

La ragazza e i bambini si allontanarono dalla scena del crimine, per non intralciare gli agenti.

- Ricapitolando: la vittima si chiamava Akinori Tanaka, aveva circa 48 anni e viveva con la moglie!- disse l’ispettore Megure.

- Ed è stata uccisa da circa 3 proiettili!- aggiunse l’agente Takagi, segnando il tutto sul suo taccuino.

- In realtà i colpi sono 4! Se osservate bene vi è una ferita anche sul fianco destro e si può intuire che la distanza da cui l’assassino ha sparato era molto ravvicinata! Ci sono tracce evidenti di polvere da sparo!- esclamò Eiko, intromettendosi.

- La ragazza ha ragione, ispettore! Qui ce n’è un altro!- affermò un agente che stava esaminando il corpo.

- E tu si può sapere chi sei?- chiese poi Megure rivolto alla giovane.

- È la nipote del dottori Agasa! Si chiama Eiko!- spiegò Conan, attirando l’attenzione su di se.

- Conan? Cosa ci fai qui? E ci siete anche voi ragazzi?- esclamò l’uomo, vedendo la squadra dei giovani detective al completo.

- Passavamo di qui per caso, quando abbiamo sentito la moglie della vittima gridare!-

- E come al solito vi siete subito intrufolati nelle indagini!-

- Avete già scoperto che tipo di pistola ha sparato questi proiettili?- chiese Eiko, che si era avvicinata al corpo.

- Ehi, tu! Non puoi stare lì!- la richiamò l’ispettore.

- Stia tranquillo! È una detective!- spiegò Genta.

- Una detective?-

- Non lo stia ad ascoltare! Sono solo figlia di due agenti dell’FBI! Se vuole può chiamarla una specie di eredità!- disse l’americana sorridendogli.

- Capisco…- rispose ancora perplesso Megure.

- Non ha ancora risposto alla mia domanda!- riprese la ragazza, guadagnandosi un’occhiata interrogativa da parte dell’ispettore.

- La pistola con cui è stato ucciso!- gli ricordò lei.

- Ah! No, la scientifica non ce l’ha ancora comunicato!-

Conan affiancò la ragazza, guardando la vittima.

- Secondo te perché è stato ucciso? Sembra una persona a posto!- le chiese lui.

- A volte le apparenze possono anche ingannare, Shinichi! Comunque non ne ho la minima idea! Dovremo aspettare che interroghino la moglie!- rispose Eiko.

Così quando sentirono Takagi comunicare all’ispettore che erano pronti per l’interrogatorio, il bambino e la ragazza si affrettarono a raggiungerli.

- Signora, dovremmo farle qualche domanda! Se la sente di rispondere?-

La donna annuì semplicemente.

- Che lavoro faceva suo marito?-

- Era un avvocato! Aveva uno studio legale in centro!- rispose meccanicamente lei.

- Ha qualche idea di chi avrebbe potuto o voluto uccidere suo marito?-

- No, nemmeno una!- disse puntando lo sguardo fisso davanti a se.

- Non sa se aveva dei nemici?-

- Che io sappia no! Con i suoi cliente ha sempre avuto buoni rapporti e non credo che ci fosse nessuno che voleva vendicarsi! Quei criminali che ha mandato in galera non si sono mossi da lì!-

- Capisco! E non può dirci altro? Ci pensi bene!-

Ma la donna scosse la testa.

- D’accordo! Se le viene in mente qualcos’altro ce lo faccia sapere!- disse l’ispettore, sapendo che insistere non sarebbe servito a nulla.

- Ispettore! Sono arrivati i risultati della scientifica!- esclamò un agente raggiungendo Megure e consegnandogli un foglio.

- Dunque… vediamo… la vittima è stata uccisa da 4 colpi di pistola a distanza ravvicinata!- lesse ad alta voce, alzando poi lo sguardo verso l’americana.

- Proprio come avevi detto tu!-

- Vada avanti, per favore!- lo incoraggiò lei.

- La pistola utilizzata è… una Walther P1 calibro 9x21!-

Conan ed Eiko si guardarono perplessi: chiunque avesse usato quella pistola voleva essere sicuro che la sua vittima morisse all’istante.

 

Ciao a tutti!!

Allora come vi sembra questo capitolo?!?!?

In realtà doveva esserci anche un’altra parte, ma poi diventava troppo lungo, così l’ho divisa in due!

Vi dico subito che il tipo di pistola che ho scritto l’ho cercato disperatamente su internet, quindi non sono del tutto sicura che sia una pistola che uccide, ma me ne serviva una dal calibro alto.

Ora ringrazio:

DarkSelene89Noemi: sono contenta che ti sia piaciuta!! Anche tu sei una anti-Ran?! Se è così, benvenuta nel club!!! Comunque spero che continuerai a seguirmi! Un’ultima cosa: sei tu che hai preso il mio indirizzo msn? Ciao ciao a presto!!

Dany92: grazie ancora per il sostegno! In questo chap la storia comincia ad entrare nel vivo! Spero ti piaccia!! Ciao baci

Viky4forever: Ciao Vikyyyyyy!!!!! Sono contentissima che il chap ti sia piaciuto!!! Spero sia lo stesso con questo? E come sempre… ABBASSO RAN!!!!!!!! Hihihi!!! A presto… baci tvttttttb

Karen_Love: eccoti il continuo!! in effetti non si può non considerare Shinichi un gran bel figo, xkè è un gran bel figo!! ^.^ comunque continua a seguirmi! Ciao ciao baci

Ora vi lascio!!!

A presto e ….. RECENSITEEEEEEEEE!!!!!!!

BACI

CICCI12

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Capitolo 5
*** L'arrivo di un amico ***


Cap. 5 L'arrivo di un amico

Cap. 5 L’arrivo di un amico

 

Stava calando la sera, ma tutti erano ancora in casa Tanaka.

Conan ed Eiko non avevano scoperto nulla di nuovo, se non che la vittima doveva essere immischiata in una faccenda più grande di lei.

Questo, i due detective, l’avevano capito dal modello di pistola utilizzato per uccidere l’avvocato: chiunque l’avesse usata doveva essere molto importante e soprattutto molto potente.

Erano quasi le 19:30 e gli agenti erano già andati via tutti; erano rimasti solamente Eiko, i bambini, l’ispettore Megure e Takagi.

- Ragazzi, è meglio tornare a casa! Si è fatto tardi!- disse loro l’ispettore.

- Domani tornate per le indagini, vero?- chiese l’americana.

- Si, perché?- chiese sospettoso l’uomo.

- No, niente! Curiosità!- rispose lei, facendo la finta tonta.

- Cos’hai in mente?!-

- Io?!?! Assolutamente nulla!-

- Questa ragazza è peggio di quel Kudo!- commentò tra se Megure, allontanandosi, mentre la ragazza e Conan si guardavano ridendo sotto i buffi.

I due detective, insieme ad Ai, salutarono gli altri e si diressero verso casa.

- Hai qualche idea?- chiese improvvisamente la ragazza, dopo alcuni minuti di silenzio.

- Nemmeno una! Penso che la vittima fosse coinvolta in qualcosa di grosso e pericoloso, ma non saprei cosa!- rispose il piccolo.

A differenza di lui, Eiko aveva già una vaga idea di cosa poteva trattarsi e, scambiandosi uno sguardo con la bambina accanto a se, capì che la pensava come lei, ma decisero, con un muto accordo, di non dire nulla al bambino: prima dovevano trovare le prove della loro teoria.

A metà strada si salutarono per poi dividersi.

Quando giunsero alle rispettive case, Conan non disse niente a Goro, mentre le due ragazze, dopo cena, raccontarono tutto al dottor Agasa.

- E non avete idea di come sia accaduto?- chiese l’uomo, alla fine del racconto.

- No! Purtroppo siamo in alto mare! Nell’abitazione della vittima non abbiamo trovato nulla! Ma domani torneremo per controllare meglio!- gli rispose la nipote.

- Credo sia la cosa più giusta! Ora andate a dormire; è tardi!-

- D’accordo! Notte zio!- lo salutò Eiko stampandogli un bacio sulla guancia.

L’americana fece fatica ad addormentarsi: continuava a pensare a quella sua teoria e la cosa la preoccupava molto.

Ma alla fine si lasciò cullare dalle braccia di Morfeo.

La mattina seguente si alzò piuttosto tardi e si diresse verso la cucina per la colazione.

Dalla stanza provenivano due voci ben distinte: una era quella di suo zio, ma l’altra non la conosceva.

- Buongiorno, zio!- lo salutò lei, ferma sulla soglia della stanza.

La sua attenzione si spostò sul ragazzo seduto di fronte all’uomo: era giovane, sui 17 anni, occhi e capelli scuri e pelle abbronzata.

Era evidentemente giapponese, ma sembrava avere qualche tratto occidentale.

Allo stesso modo lui scrutò lei:le gambe lunghe e snelle erano rimaste scoperte, mentre indossava un paio di pantaloncini corti e sopra una canottiera, che usava come pigiama, e i capelli erano tenuti fermi da un ciappo, con qualche ciuffo ribelle che le ricadeva sul bel viso.

Era davvero molto carina, pensò il giovane.

- Oh, cara! Ti sei svegliata! Scusa, non ti ho avvertito che avremmo avuto ospiti!- la salutò il dottor Agasa.

- Non ti preoccupare, zio!- rispose lei.

- Scusa, non ho ancora fatto le presentazioni! Lui è Heiji Hattori!-

Il ragazzo si alzò sorridendo e stringendole la mano.

- Il famoso detective del liceo! Ho sentito parlare molto di te! Piacere, io sono Eiko Agasa!- si presentò lei, rispondendo al sorriso e alla stretta.

- Il piacere è mio! Tuo zio mi ha raccontato un po’ di te e della tua scoperta!-

- Ti riferisci a Shinichi? Bè, a volte lo zio ha la lingua un po’ troppo lunga!- rispose Eiko ridendo, mentre l’uomo arrossiva.

- Ma non credo che tu sia venuto fin qui da Osaka solo per sentir parlare di me!- disse poi sedendosi e tavola e versandosi una tazza di caffè.

- No, infatti! L’ho chiamato io! Ho pensato potesse dare una mano per le indagini!- si intromise il dottore.

La nipote lo guardò stupita e un po’ infastidita.

- Il dottor Agasa mi ha chiesto di aiutare Shinichi a risolvere il caso!- spiegò Heiji.

- Allora ti sei fatto un viaggio per niente! Basto io!-

- Tu?- chiese stupito il detective.

- Come, lo zio non te l’ha detto?! Sono una sottospecie di detective! Non sarò in gamba come Shin, ma me la cavo!-

- Eddai, Eiko! Non fare l’antipatica! Un aiuto in più non fa mai male!- gli disse Agasa.

- Lo ripeto e lo ribadisco: hai la lingua troppo lunga!- lo rimproverò lei, facendolo arrossire di nuovo.

In seguito la ragazza, spostò il suo sguardo sul giovane, poi sospirò.

- D’accordo! Se è così allora… ti ringrazio per l’aiuto, Heiji!- disse, recuperando il suo splendido sorriso.

- Non c’è di che! Quando si parla di omicidi sono sempre pronto!- rispose lui sorridendo a sua volta.

- Vado a chiamare Shinichi!- disse poi l’americana, alzandosi e dirigendosi verso il salotto.

Digitò il numero ed attese che rispondessero dall’altro capo del telefono.

- Pronto?! Agenzia investigativa Mouri! Desidera?- rispose finalmente una voce di ragazza.

- Ran, ciao sono Eiko! C’è Conan?-

- Oh, ciao Eiko! Si, te lo chiamo subito!-

La giovane aspettò ancora, finché non sentì la voce dell’amico.

- Anche alla mattina mi devi chiamare, adesso?-

- Oh, scusa! Ti ho disturbato mentre guardavi i cartoni animati?- lo prese in giro lei.

- Spiritosa! Che vuoi?-

- Ti sei alzato con il piede sbagliato stamattina? Comunque potresti venire da me?!-

- Quando?-

- Adesso!-

- Perché?!-

- Tu vieni e non ti preoccupare!-

- Ok, arrivo! A dopo!- e riattaccarono.

Eiko andò a cambiarsi per rendersi più presentabile, poi tornò in salotto per spiegare il caso ad Heiji in modo più dettagliato.

- Quindi non sapete chi  potrebbe averlo ucciso?- chiese infine il ragazzo.

- Sappiamo solo che deve essere stato qualcuno di potente!- rispose lei, scuotendo la testa.

Fece una pausa di alcuni secondi poi aggiunse:- In realtà una mezza idea ce l’avrei, ma voglio prima procurarmi le prove!-

I due ragazzi si guardarono: anche Heiji aveva intuito cosa pensasse la ragazza.

Proprio in quel momento suonarono al campanello.

- Deve essere Shinichi! Vado ad aprire!-

Il giovane la guardò dirigersi verso la porta.

- Allora, si può sapere che c’è?!- chiese Conan, quando Eiko gli aprì.

- Ciao Shin! Si, io sto bene, grazie! E tu?-

Il bambino la guardò, poi scoppiò a ridere.

- Va bene! Hai vinto tu! Ma ora spiegami perché mi hai fatto venire qui! Hai scoperto qualcosa di nuovo sul caso?- le chiese entrando in casa.

- Ehm… veramente no! Il fatto è… che abbiamo visite!-

- E mi hai chiamato solo perché qualcuno è venuto a trovarti?- disse il piccolo.

- È così che si salutano gli amici?!- chiese Heiji, facendo il finto offeso, quando i due entrarono nella stanza.

- Heiji?! Cosa ci fai qui?-

Così i due ragazzi gli raccontarono tutto.

- In poche parole sei venuto a ficcare il naso!- commentò Conan.

- Se preferisci dirlo così… ma io preferisco dire che sono venuto a darti una mano!-

- D’accordo!- disse il bambino sospirando. –Essere in tre è meglio che essere solo in due! Anche perché il caso sembra piuttosto complicato!- aggiunse, pensoso.

- Già!- disse Eiko.

- Ok! Allora che ne dite se andiamo a dare un’occhiata? La polizia dovrebbe già essere sul posto!- suggerì Conan.

Gli altri due annuirono, così si diressero verso la casa della vittima, con l’intenzione di far luce su quel caso che sembrava irrisolvibile.

 

 

Ecco il 5° chap!!! Ce l’ho fatta!!! Sono 3 giorni che l’ho scritto, ma non avevo mai il tempo di postarlo!!!

Cmq spero vi sia piaciuto!!

È arrivato anche Heiji!! Non potevo fare mancare quel figon…. Ehm… il caro Heiji!! ^///^

Allora ringrazio:

DarkSelene89Noemi: scusa se ho scritto il tuo indirizzo!! ^///^ cmq l’ho cancellato, tranquilla!!! Bè, se sei anche solo un minimo anti-Ran, sei cmq la benvenuta nel club!!! Continua a seguirmi!! Bacio

Dany92: sono contenta che ti piaccia!!! In effetti io adoro i gialli, quindi dovevo per forza scriverne uno!! Spero che anche questo nuovo chap ti piaccia! A presto… baci…

Viky4forever: in effetti sembravi un po’ macabra, ma ho capito che era un complimento! ^_^ Ran apparirà solo se ne avrò bisogno!! MUAHAHAHAHAH!!! A presto… baci tvtttttttb

Vi saluto e….. RECENSITEEEEEEEE

BACI

CICCI12

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Capitolo 6
*** L'assassino è... ***


Cap. 6 L'assassino è...

Cap. 6 L’assassino è…

 

I tre amici giunsero a casa della vittima; l’intera abitazione era circondata da un nastro giallo, simbolo delle indagini in corso.

I detective lo scavalcarono ed entrarono nel giardino per poi varcare la porta; in tutte le stanze vi erano agenti intenti a rilevare le impronte digitali e a cercare indizi utili per il caso.

- Ehi, cosa ci fate voi qui?!- attirò la loro attenzione Megure, andando verso i tre.

- Siamo venuti a dare un’occhiata!- rispose Heiji.

- Hattori?! Anche tu qua?!- chiese stupito l’uomo.

- Già! Sono venuto a dare una mano!-

- Ecco! Ora manca solo Kudo e siamo a posto!-

I ragazzi si guardarono sorridendo.

- Possiamo dare un’occhiata in giro?!- chiese poi Eiko.

- D’accordo! Ma vedete di non toccare niente!- li avvertì l’ispettore allontanandosi.

L’americana, il bambino e il giovane si concentrarono sul salotto, luogo in cui era avvenuto l’omicidio.

Solo in quel momento, osservando attentamente la stanza, Conan si accorse della lampada che doveva trovarsi sul tavolino accanto al divano, e che invece era a terra, in frantumi.

- Credo ci sia stata una colluttazione tra i due prima che la vittima venisse uccisa!- osservò il piccolo ad alta voce.

- Già! La tua supposizione è esatta! Secondo i risultati della scientifica sulle braccia del signor Tanaka sono stati trovati diversi graffi, segni evidenti del fatto che ha lottato con il suon aggressore prima di morire!- confermò Heiji, leggendo i fogli che aveva sottratto a Takagi.

- Mi scusi, agente! Sa dirmi se sono state rilevate impronte digitali non appartenenti alla vittima?!- chiese Eiko, rivolgendosi ad un uomo poco distante.

- In effetti si! Ne abbiamo trovate alcune su quel tavolo, le stesse rilevate sull’orologio che portava al polso l’avvocato! Ma ancora non sappiamo a chi appartengano!- rispose lui, indicando il mobile interessato.

- Grazie!- disse la ragazza sorridendo.

- Bene! Quindi direi che possiamo escludere la moglie dalla lista dei sospetti! È ovvio che l’assassino è venuto dall’esterno!- riprese poi rivolta ai 2 amici.

- Sembrerebbe di si! Possiamo escludere anche l’ipotesi di un furto! Non sono state trovate tracce di scasso e ho visto l’orologio del signor Tanaka: sembrava valere parecchio! Se fosse stato un ladro ad ucciderlo, l’avrebbe preso!- osservò Conan.

- Giusto! Quindi possiamo ipotizzare che la vittima conosceva il suo assassino e che l’ha fatto entrare in casa di sua spontanea volontà!- concluse Heiji.

Eiko aprì alcuni cassetti e in uno di questi vi trovò un’agenda: all’interno vi erano tutti gli appuntamenti che la vittima aveva avuto o avrebbe dovuto avere con i suoi clienti.

L’americana la sfogliò, fino ad arrivare alla data del giorno precedente.

Si fermò quando giunse alle ore 16: le cifre erano cerchiate con un pennarello rosso.

- Heiji, a che ora è avvenuto il delitto?- chiese poi la ragazza.

- Dunque… vediamo… intorno alle 16:30! Perché?-

- Coincide! Secondo quest’agenda sembra che il signor Tanaka avesse un appuntamento importante alle 16! Ovviamente non c’è scritto nessun nome, ma l’ora corrisponde più o meno con quella della morte!- rispose lei, mostrando il libricino agli altri due.

- Io sono sempre più convinta che l’ipotesi mia e di Shinichi si azzeccata!- continuò Eiko, tornando ad osservare le pagine.

- E quale sarebbe?- chiese curioso Hattori.

- Che la vittima era coinvolta in qualcosa di grosso e pericoloso!- terminò Conan per lei.

- Ehi! Aspettate un attimo! C’è qualcosa qui!- esclamò improvvisamente la giovane, avvicinando l’agenda alla luce.

I due ragazzi le si accostarono, per osservare meglio.

- Cos’hai visto?!- chiese il detective di Osaka.

- Guardate qui! Sembra che la scritta sia stata cancellata, ma si vede ancora il solco lasciato dalla penna! Vediamo…- avvicinò di più il foglio agli occhi. – Sembra ci sia scritto “ur” oppure “or” o qualcosa del genere! E sotto… questa sembra una “g”!-

- Pensi che possa servirci per scoprire chi è il colpevole?- chiese il bambino, osservando a sua volta la pagina.

- Può darsi! Potrebbero essere le iniziali o qualcosa di simile…-

La ragazza rimise l’agenda al suo posto e riprese le sue ricerche.

Mentre Heiji e Conan continuavano a cercare in salotto, lei si spostò nella camera della vittima e della moglie.

Per sua fortuna non c’erano agenti nei paraggi, così poté dare un’occhiata in giro in tutta tranquillità.

Osservò le foto sul comò: alcune ritraevano l’avvocato con la consorte, altre i due coniugi con una ragazza di circa 25 anni, probabilmente la figlia.

Infine si decise a controllare un po’ nei cassetti.

Aprì prima quelli del comò e dell’armadio, trovandovi dentro solo vestiti ed accessori, poi si dedicò a quelli del comodino del signor Tanaka.

Li aprì tutti, ma fu l’ultimo ad attirare la sua attenzione: al suo interno vi erano parecchi documenti.

Li prese in mano e cominciò a sfogliarli: molti erano casi che gli erano stati affidati dai clienti che aveva difeso.

Ma tra di essi ve n’erano alcuni molto sospetti.

Li guardò tutti, ma solo quando lesse le prime due parole di uno di questi, cominciò a preoccuparsi.

- Heiji, Conan! Venite qui!- li chiamò Eiko.

- Che c’è? Hai trovato qualcosa?!- le chiese il giovane di Osaka.

- Shin, dimmi una cosa: quella sostanza che ti ha rimpicciolito, si chiama APTX, vero?-

- Si, perché?- chiese il piccolo, cominciando a preoccuparsi a sua volta.

- Perché in questo caso, credo di sapere chi ha ucciso Tanaka!- rispose la ragazza, sollevando il foglio che aveva in mano: sulla cima, a caratteri cubitali, vi era scritto FORMULA APTX.

 

 

 

Eccovi il 6° chap finalmente!!!! Ovviamente avete capito chi è l’assassino!!!

E avete capito anche a cosa corrispondevano le iniziali trovate sull’agenda?! Cmq sia, ora la storia comincia ad entrare nel vivo!!

Intento ringrazio:

tigre: bè, il caso è praticamente stato risolto, ma ti dirò che non è questo il succo della storia! Cmq si, sono iscritta al forum di detective Conan, anche lì ho pubblicato la ff!! Anche tu sei iscritto? Continua a seguirmi! Ciao ciao

Dany92: oh, ecco la mia lettrice fedele! Spero di non aver deluso le tue aspettative rivelando il colpevole così presto, ma il caso è appena entrato nel vivo, ci saranno ancora parecchie sorprese! Continua a seguirmi! Ciao baci

Viky4forever: ciao amichettaaaaaaaaa!!! Quella di Ran potrebbe essere un’idea, ma non voglio essere così cattiva!!! :P Comunque ovvio, come potevo non inserire il mio 2° amore di DC?! A prestissimo… baci tvtttttttttttttttb

Karen_Love: Ciaooooooooo!!!! Tranquilla!! Anche io sono piena di verifiche, in fondo sono gli ultimi giorni!!! Comunque sono contenta che la ff ti piaccia, e anche la coppia Eiko/Shin… che tra parentesi ancora non si sa se diventerà una coppia!!! Ciao ciao bacioni…

DarkSelene89Noemi: per fortuna avevo cancellato il tuo indirizzo, o rischiavo che le tue ire si riversassero su di me! :P Comunque ora sai chi è il colpevole: era chi avevi intuito tu?! Se si, sei un’ottima detective!!! ^_^ a presto ciao baci..

Bene ora vi saluto!!!!

A presto e….. RECENSITEEEEEEEEE!!!!!!!

Bacioni

Cicci12

 

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Capitolo 7
*** La soluzione ***


Cap. 7 La soluzione

Cap. 7 La soluzione

 

I due detective erano ancora immobili ad osservare il foglio ricoperto di numeri e formule.

- Non posso crederci! Quindi pensi che Tanaka facesse parte…- iniziò Conan, lasciando la frase in sospeso.

- Già, penso proprio che la vittima facesse parte dell’Organizzazione! Insomma è l’unica spiegazione per la presenza della formula nel suo cassetto!- disse Eiko, tornando ad osservare il documento e scrutandolo con attenzione.

Purtroppo per lei non era mai stata una cima in fisica e non ci capiva assolutamente nulla, ma era sicura che Ai l’avrebbe decifrata con facilità.

- Ehi, aspettate un attimo!- esclamò all’improvviso.

- Cosa?!- chiese il bambino.

- Stavo ripensando alle iniziali che abbiamo trovato sull’agenda: “or” sta per Organizzazione… quindi “g” sta per…-

- GIN!!!- dissero in coro la ragazza e il piccolo, capendo all’istante.

- Ehi, ehi, ehi! Calmi!! Vi dispiacerebbe spiegare anche a me?- chiese Heiji, dopo aver perso il filo del discorso.

- Come saprai già gli uomini dell’Organizzazione sono quelli che hanno fatto tornare bambino Shinichi! Gin è uno degli esponenti maggiori!- spiegò Eiko, cercando l’assenso di Conan, non essendo perfettamente informata sulla cosa.

- Esatto! E anche uno dei più potenti! È stato lui a stordirmi, mentre Vodka mi somministrava il veleno!- annuì il bambino.

- Gin?! Vodka?! Ma che razza di nomi sono?!- chiese stupito il detective di Osaka.

- Sono nomi in codice!- gli spiegò Conan.

- E ora che si fa?!- chiese poi, dopo un lungo e preoccupato sospiro.

- Per ora credo sia meglio tornare a casa e mostrare la formula ad Ai, poi discuteremo sul da farsi!- disse l’americana, uscendo dalla stanza seguita dai due ragazzi.

Si stavano dirigendo verso l’uscita della casa, quando la voce di Megure li bloccò.

- Ragazzi, ve ne andate di già? Avete scoperto qualcosa?!- chiese loro l’uomo.

- Ehm…- iniziò Eiko, guardando gli altri due.

- Veramente no, niente di nuovo!- rispose poi titubante, con un sorriso tirato.

- Peccato!! Comunque credo che saremo qui anche domani! Se volete tornare...- disse loro l’ispettore.

- D’accordo! La ringrazio! Arrivederci!- e i tre si affrettarono a dirigersi verso la casa del dottor Agasa.

- Mi spieghi perché non hai detto niente all’ispettore?!- chiese Heiji, non capendo il gesto dell’amica.

- Perché avremmo rischiato di dover raccontare tutto anche di Shinichi! Per il momento meglio tenere le cose per noi! Se ce ne sarà bisogno, contatteremo la polizia!- spiegò la giovane, senza fermarsi.

La ragazza si voltò poi verso il bambino che camminava accanto a lei.

- Ehi, Shin! Tutto ok?!-

- Mmh?! Si, si! Stavo solo pensando…-

- Che ora che l’Organizzazione si è rifatta viva hai paura che ti abbiano scoperto e che le persone a cui tieni siano in pericolo!- concluse lei per lui, guadagnandosi un’occhiata stupita da parte del bambino.

- Stai tranquillo! Non succederà nulla a nessuno!!- cercò di rassicurarlo Eiko, mentre arrivavano a casa sua.

Conan la osservò pensieroso: sembrava che quella ragazza gli avesse letto nel pensiero.

Come faceva?

Era come se loro due avessero una sintonia particolare.

Le sue riflessioni furono interrotte dalla voce del dottor Agasa.

- Ragazzi! Cosa ci fate già qui?- chiese l’uomo.

- Abbiamo già risolto il caso, zio!- gli rispose la nipote.

- Cosa?!?!?!-

- Ai è in laboratorio?!- chiese poi lei senza concedergli una risposta.

- Si, ma…-

- Io vado da lei! Spiegate voi cosa è successo!- disse Eiko, rivolta agli altri due, mentre si dirigeva verso la stanza in cui la bambina faceva i suoi esperimenti.

Bussò 2 volte, fino a che non sentì la risposta giungere dall’interno.

- Avanti!-

- Ai, sono io!-

- Ah, Eiko! Sei tu?! Siete già tornati?! Questo significa che avete risolto il caso?-

- Più o meno! Ma abbiamo trovato una cosa che potrebbe interessarti!-

La giovane le consegnò il foglio, aspettando la sua reazione che non ci mise molto ad arrivare: la bambina sgranò gli occhi nell’osservare quella distesa di formule.

- Dove l’hai trovata?!-

- Nel cassetto del comodino della vittima, nella sua stanza!-

- Vuoi dire che…-

- Che probabilmente gli assassini sono quelli dall’Organizzazione! E abbiamo trovato altri indizi che ci fanno credere che ad uccidere il signor Tanaka sia

stato proprio… Gin!-

Ai spalancò ancora di più gli occhi, quando sentì pronunciare quel nome.

- L’avete detto alla polizia?!-

- No, ancora no! Abbiamo deciso di aspettare!!-

La bambina si limitò ad annuire, mentre riportava la sua attenzione sul foglio.

- Ho pensato di portartela!! Io non ci capisco assolutamente nulla, mentre per te sarà diverso! Poi ho pensato che potesse servirti per…-

Non ci fu bisogno che l’americana finisse la frase: Ai aveva capito cosa intendeva.

- Ora è meglio che ti lasci lavorare! Se ci sono novità avvertici!-

- D’accordo!- rispose semplicemente la bambina.

- Ah, a proposito! Da quello che ho capito non hai mai sentito il nome della vittima quando facevi parte dell’Organizzazione! Ti dispiacerebbe cercare qualche informazione? Il nome è Akinori Tanaka!-

- Si, certo!- rispose la bambina, ancora un po’ scombussolata.

- Grazie!- le disse sorridendo.

Così Eiko la salutò e tornò in salotto, dove trovò lo zio e i due amici comodamente seduti.

Quando entrò nella stanza le loro attenzioni si concentrarono su di lei.

- Allora, avete raccontato tutto?!- chiese la giovane ai due detective,

- Si! E tu?!- chiese Conan, preoccupato per la possibile reazione di Ai.

- Si! Le è bastato vedere il foglio per capire tutto! Non ho dovuto raccontarle nulla! In più le ho chiesto di fare qualche ricerca sulla vittima! Per saperne di più!-

- Cosa contate di fare adesso?- chiese il dottor Agasa.

- Per ora nulla!! Aspettiamo di vedere cosa scopre Ai!- rispose la ragazza.

- Giusto! Ora sarà meglio tornare a casa! Si sta facendo tardi!- disse Heiji.

- Già! Per il momento non possiamo fare niente! Vi accompagno alla porta!- disse Eiko ai due ragazzi.

Così i detective salutarono il padrone di casa, e dopo aver fatto lo stesso con l’amica tornarono alle rispettive dimore, dandosi appuntamento 3 giorni dopo, proprio in quella casa.

Quei 3 giorni passarono in fretta: Conan usciva raramente di casa, e lo stesso faceva Eiko.

Ogni tanto si sentivano per telefono, ma finivano sempre per parlare del caso.

Per quanto riguardava Ai erano giorni che era chiusa nel suo laboratorio: sia la ragazza che suo zio sospettavano che non dormisse da parecchie ore.

Come stabilito, 3 giorni dopo il ritrovamento della formula, i tre amici si ritrovarono a casa del dottor Agasa.

- Allora, qualcosa di nuovo?- chiese Heiji all’americana.

- No, niente! La polizia non mi ha contattata, quindi credo non abbiano scoperto nulla!- rispose lei.

- E Ai?- chiese Conan.

- Lei è giorni che non esce dal laboratorio, quindi non so…-

Proprio in quel momento sentirono una porta aprirsi e, pochi secondi dopo, apparve la bambina.

- Ai! Finalmente! Cominciavamo a preoccuparci!- le disse Eiko.

- Tranquilla, sto bene! E ho delle notizie! Due per l’esattezza!-

- Belle o brutte?!- chiese preoccupata la giovane Agasa.

- Non saprei…-

- Avanti, non tenerci sulle spine!- la incitò Heiji.

- Ok, allora… la prima è che ho scoperto qualcosa sulla vittima: faceva parte dell’Organizzazione solo da pochi mesi, per questo non avevo mai sentito parlare di lui! Deve aver fatto qualcosa molto contraria al volere di Gin per far si che lo uccidessero in quel modo! La seconda notizia è…-

La bambina si interruppe, titubante.

- Continua!- le disse Eiko.

- La seconda è che…. Ho trovato l’antidoto per l’APTX!-

 

Sono bastarda, eh, a lasciarvi così?! Eh, lo so!!! MUAHAHAHAHAH!!! :P

Cmq sembra che nel prossimo chap ci saranno delle sorprese!! Chissà cosa accadrà!!!!

Intanto ringrazio:

Dany92: allora, l’assassino è chi avevi pensato tu?! Bè, se avevi pensato a Gin, ci hai azzeccato!!! Comunque sono contenta che la ff ti piaccia!! Ciao ciao baci

Viky4forever: eh, già, tu hai l’anteprima!!! Ma sono al pari anche al forum, quindi… cmq ora hai scoperto chi è l’assassino!!!! Hihi!!! A presto… baci tvttttttttttttttttttttttb

DarkSelene89Noemi: Ciao!!! Per fortuna!!! Anche perché se ti arrabbiavi con me come facevo a continuare la ff?!?!?! :P Cmq spero che l’assassino sia chi ti aspettavi!!! Grazie del commento!!! Baci ciao

Cele$te4ever: ehi, hai intenzione di prevedere il futuro della mia ff?! bè, non ci riuscirai perché sono imprevedibile!!! :P cmq grazie per il commento!!! Già, ora manca ancora meno alla fine della tortura!! Ciao ciao baci

Bene, ora vi saluto…

A presto e… RECENSITEEEEEEEEE!!!!!!

BACIONI

CICCI12

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Capitolo 8
*** Il ritorno di Shinichi ***


Cap. 8 Il ritorno di Shinichi

Cap. 8 Il ritorno di Shinichi

 

Conan fissava l’amica a bocca aperta e con gli occhi spalancati.

- Dici sul serio?- chiese Eiko al posto del bambino.

Ai annuì semplicemente.

- Fantastico!! Così tu e Shinichi potrete tornare adulti!- disse entusiasta Heiji.

- Non è così semplice come sembra!- gli rispose la bambina.

- Cosa intendi dire?- chiese l’americana, mentre Conan restava in silenzio.

- Ho trovato l’antidoto, quindi possiamo riprendere le nostre sembianze, ma dobbiamo pensare ai pericoli che corriamo! L’Organizzazione ci crede morti; se Shiho e Shinichi tornano all’improvviso, non passeranno inosservati! Dobbiamo rifletterci attentamente!- spiegò la piccola scienziata.

Eiko si voltò verso il bambino con gli occhiali guardandolo attentamente, cercando una risposta nei suoi occhi che però non trovò.

- Shinichi?!- cercò di attirare la sua attenzione.

Conan, riprendendosi dal suo stato di “catalessi”, fissò l’amica.

- Ora spetta a te decidere!- gli fece notare l’americana.

Il bambino si limitò ad annuire, tornando a fissare il vuoto.

- Facciamo così: ora torniamo tutti a casa e riflettiamo sulla situazione!- propose la giovane Agasa, ottenendo il consenso generale.

- Dicono che la notte porta consiglio!- aggiunse poi con un sorriso rassicurante rivolto a Conan, che rispose più sollevato.

Così il bambino ed Heiji, dopo aver salutato le due ragazze e il professore, tornarono alle rispettive dimore.

Conan e Ai rimasero svegli tutta notte per prendere la loro decisione: era più difficile del previsto, ma dovevano farlo.

Anche Eiko impiegò parecchio tempo per addormentarsi: continuava a pensare al fatto che se Shinichi avesse deciso di prendere l’antidoto, finalmente avrebbe visto il suo vero aspetto.

Ma perché era così agitata?

In fondo lei lo conosceva solo come Conan e lo aveva visto con le sue vere sembianze solamente in foto…

Finalmente, dopo diverse ore, riuscì a prendere sonno.

La mattina dopo si svegliarono abbastanza presto.

Eiko non era riuscita a chiedere ad Ai quale decisione avesse preso, poiché si era chiusa nel suo laboratorio già all’alba.

I ragazzi si erano dati appuntamento per le 4 di quel pomeriggio e all’ora stabilita tutti si trovavano in casa Agasa.

Erano radunati nel salotto, ma nessuno si attentava a rompere il silenzio.

Così fu l’americana a parlare per prima.

- Rimanendo qui a fissarci non risolveremo nulla! Mi dispiace insistere, ma dovete prendere una decisione!- disse, guardando Conan ed Ai.

I due bambini si guardarono, sospirando.

- Hai ragione! Io ho deciso…- iniziò il piccolo. – Ho deciso di prendere l’antidoto!-

Il cuore di Eiko cominciò a battere all’impazzata, senza che la ragazza avesse una spiegazione per questo.

- Sei sicuro? Hai pensato bene alle conseguenze?- gli chiese il dottor Agasa.

- Si, ci ho pensato tutta la notte! Prima o poi dovrò tornare ad essere un liceale, e tutti voi sapete quanto odi essere un bambino, quindi perché aspettare? Quando Gin e Vodka si faranno vivi, penserò alle conseguenze. In fondo è meglio affrontarli con le mie sembianze d’adulto che di ragazzino delle elementari!- spiegò, chiudendo gli occhi, come per riflettere.

- Inoltre basterà che non si sappia troppo in giro del mio ritorno!- aggiunse, guardando i presenti.

- Giusto! Non fasciamoci la testa prima di essercela rotta!- concordò l’americana, sorridendo al bambino.

- Ai! Tu invece cos’hai deciso?- le chiese il professore.

La bambina sospirò per la seconda volta.

- Io ho deciso di non prenderlo!- rivelò.

Tutti rimasero stupiti.

- La decisine di Shinichi mi ha aiutata ad esserne sicura! È meglio se non torniamo tutti e due insieme, il pericolo sarebbe doppio! In fondo io sto bene nei panni della bambina, non mi dispiacerà restarci ancora per un po’!- spiegò poi.

- Ne sei sicura?- le chiese Conan, preoccupato.

- Si, tranquillo!- rispose lei, cercando di rassicurarlo con un sorriso.

- D’accordo! Quindi non ci resta che provare!- concluse Heiji, dopo alcuni secondi di silenzio.

- Shinichi, prima di darti l’antidoto, devo avvisarti che non so cos’accadrà! Insomma, potrebbero esserci degli effetti collaterali…-

- Correrò il rischio! Anche la prima volta ha avuto degli effetti non previsti, quindi sono pronto a tutto!-

- Ok, allora vieni con me!-

Ai si avviò verso il suo laboratorio, mentre Conan si accingeva a seguirla.

Dopo aver mosso pochi passi, il bambino fu fermato da una mano che si era postata sulla sua spalla.

Si voltò e accanto a sé vide Eiko.

- Buona fortuna!- gli disse con un sorriso incoraggiante.

- Grazie!- rispose, rispondendo al sorriso.

Poi scomparve nell’altra stanza con la bambina.

Passò circa un’ora, in cui la ragazza, lo zio ed Heiji rimasero seduti in salotto, silenziosi.

Non avevano ancora avuto notizie dei due, e la cosa li preoccupava un po’.

Finalmente, intorno alle 18:30, sentirono il cigolare di una porta, segno che qualcuno stava uscendo dal laboratorio.

Infatti, dopo pochi secondi, apparve Ai.

Tutti i presenti si alzarono in piedi, interrogandola con lo sguardo.

- È andato tutto bene!- disse infine la bambina.

- Shinichi… è tornato?- chiese agitata Eiko.

- Si! Ora sta dormendo! Meglio lasciarlo riposare!-

Il dottor Agasa e il giovane detective annuirono, mentre il cuore dell’americana riprese a battere, come impazzito.

Che le stava succedendo?

Ok essere ansiosa di conoscere finalmente il famoso Shinichi Kudo, ma in fondo lo conosceva già da qualche giorno.

Cosa sarebbe cambiato?!

Il tempo continuò a scorrere ininterrotto.

Il professore aveva preparato qualcosa da mettere sotto i denti, più per ingannare il tempo che per la fame.

Erano ormai le 10 di sera e il ragazzo non si era ancora svegliato.

Stavano per scoccare le 11 e tutti i ragazzi stavano per crollare dal sonno, quando sentirono una porta aprirsi.

I presenti si drizzarono sulle loro poltrone, guardando verso il corridoio che portava alla stanza di Ai.

Tutti trattennero il respiro.

Un ragazzo alto, moro con gli occhi azzurri fece il suo ingresso.

- Certo che ora, sembra tutto più grande!- proferì il giovane.

Gli amici sorrisero: Shinichi Kudo era tornato!

 

Eccolo!!! È tornato!!! SHINICHI!!!! AMORE MIOOOOOOOOOOO!!! Ok, basta!!! Allora come vi sembra questo chap?

Come sempre ringrazio tutti in modo particolare Viky4forever, Dany92 e Cele$te4ever!!!

Allora alla prossima e… RECENSITEEEEEEEE!!!

BACI

CICCI12

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Capitolo 9
*** Nuove emozioni ***


Cap. 9 Nuove emozioni

Cap. 9 Nuove emozioni

 

Shinichi continuava a guardarsi intorno, un po’ spaesato: non era più abituato a vedere le cose da quell’altezza.

- Shinichi…- sussurrò Eiko, come rapita.

Solo il ragazzo la udì e si voltò a guardarla per poi sorridere.

- Kudo!!! Finalmente sei tornato!!- esclamò Heiji, abbracciando l’amico, realmente contento di vederlo, interrompendo così quello scambio di sguardi

- Già! Non ci speravo più, ma rieccomi qua!- rispose il giovane, preso un po’ alla sprovvista dalla reazione del detective.

- Shinichi, sono felice che tu sia tornato!- lo salutò il dottor Agasa, stringendogli la mano.

- La ringrazio, professore!- disse rispondendo alla stretta.

- Bè, almeno uno di noi è tornato quello di sempre!- osservò Ai, guardandolo dal basso.

- Mi dispiace che tu non abbia preso l’antidoto…- le disse, inginocchiandosi per arrivare alla sua altezza.

- Non ti devi preoccupare, sto bene così.- lo tranquillizzò sorridendo.

Quando Shinichi si rialzò, si trovò davanti la giovane americana.

- Finalmente ti conosco di persona, Shinichi Kudo!- disse cordialmente, allungando una mano per stringere la sua.

- Piacere di incontrarti, Eiko Agasa!- rispose lui.

Ma invece di prendere la sua mano, l’abbracciò: il cuore della ragazza perse un battito, mentre rispondeva a quella manifestazione d’affetto.

I due ragazzi si allontanarono, ma Shinichi non vide il rossore sulle guance di lei.

Che cosa le stava succedendo?

Le stava forse salendo la febbre?

- Ora manca solo una cosa da fare.- disse improvvisamente Ai.

- Cosa?!- chiesero tutti, stupiti.

- Avvertire Ran che Conan non tornerà più!-

Tutti abbassarono gli occhi: nessuno aveva pensato a quella cosa.

Eiko osservò Kudo: aveva lo sguardo triste, anche se cercava di non darlo a vedere.

Anche lei si intristì; il ragazzo doveva tenerci molto a Ran.

- La chiamo io!- si offrì così la ragazza.

Questa volta gli occhi dei presenti si posarono su di lei.

- Sei sicura?- chiese Shinichi.

- Si.- rispose sicura la giovane. – Devo dirle anche che Shinichi è tornato?-

- No… le farò una sorpresa!-

Eiko si intristì ancora di più: quando lui e la giovane si sarebbero rivisti si sarebbero sicuramente dichiarati.

In fondo era tanto tempo che non si vedevano e dicono che la lontananza faccia crescere certe emozioni.

- D’accordo, come vuoi.-

Si diresse verso il telefono e compose il numero dell’agenzia di Goro.

- Agenzia investigativa Mouri. Buonasera. Mi dica.-

- Ran, ciao… sono Eiko.-

- Oh, ciao! Cercavi Conan? Mi dispiace ma è uscito. In effetti è piuttosto tardi…-

- Ecco, è proprio di lui che volevo parlarti…-

L’americana rimase qualche minuto in silenzio, aspettando una reazione da parte dell’amica.

Notando che l’altra non diceva nulla, decise di continuare.

- Bè, questo pomeriggio… non so come dirtelo… è venuta la madre di Conan a casa mia e… l’ha portato via!-

Ran rimase in silenzio per alcuni secondi, reazione che preoccupò Eiko.

- Quindi Conan se n’è andato senza nemmeno salutarmi?- chiese improvvisamente la ragazza, facendo sussultare l’amica.

- Vedi, è stata una cosa così improvvisa… nemmeno lui se lo aspettava. Sono sicura che appena avrà un po’ di tempo ti chiamerà.- cercò di tranquillizzarla.

- Ok… ti ringrazio. Ciao.- e riattaccò.

Il tono di Ran sembrava alquanto piatto: doveva esserci rimasta davvero male.

Eiko posò la cornetta e si voltò verso gli amici.

- Allora, come l’ha presa?- chiese curioso Shinichi.

- Non saprei. Non ha manifestato molto le sue emozioni, ma credo che ci sia rimasta piuttosto male.-

Il giovane annuì semplicemente: non sembrava preoccupato per l’amica e la cosa spiazzò particolarmente l’americana.

- Domani la chiamo. Ora sarà meglio che torni a casa.- proferì il moro, dirigendosi verso l’uscita.

- Shinichi, aspetta.- lo fermò il dottor Agasa.

- Forse è meglio che tu non torna a casa tua. L’Organizzazione potrebbe rintracciarti più facilmente.- gli spiegò l’uomo.

- Già, ha ragione!- disse pensieroso. – Ma dove potrei andare?-

- Rimani qui da noi. Abbiamo tante stanze, ci farà piacere avere della compagnia in più.-

- Cosa?!?!?!?!-

Gli sguardi stupiti degli amici si posarono su Eiko, che aveva appena parlato.

- Cioè, voglio dire… magari Shin ha voglia di tornare a casa sua… manca da tanto… avrà nostalgia delle sue cose…- cercò di giustificarsi.

- Da una parte hai ragione… ma tu zio non ha tutti i torti! Meglio non dare nell’occhio. Accetto volentieri la sua ospitalità, professore!- accettò alla fine il giovane detective.

- Perfetto. Vado a prepararti la stanza.-

Shinichi si voltò verso Eiko e notò che aveva abbassato gli occhi, come se volesse nascondere la sua tristezza.

- Ehi, se non vuoi torno a casa mia!- le disse lui, avvicinandosi.

- Cosa?!- chiese lei, scendendo dalle nuvole. – No, no! Lo dicevo solo per te! Perché dovrebbe darmi fastidio? Non preoccuparti. Come ha detto lo zio la compagnia non ci dispiace!-

Il ragazzo le sorrise semplicemente, facendo aumentare i battiti del cuore della ragazza.

Quel suo sorriso… l’aveva visto solo un paio di volte da quando era tornato adulto e già la faceva sognare.

Ma che diavolo stava pensando?

Erano passati solo 10 secondi da quando Shinichi si era stabilito a casa sua e già faceva certi pensieri?

Era questo il motivo per cui aveva insistito perché tornasse a casa sua: quelle sue nuove emozioni la spaventavano.

Anche Kudo stava riflettendo: l’aveva stupito la reazione dell’amica e avrebbe voluto chiederle qualcosa di più, ma non gli sembrava il caso.

Si limitò ad osservarla da lontano: i capelli castani le cadevano sulle spalle, con qualche ciocca ribelle sul viso, gli occhi scuri e profondi erano persi nel vuoto.

Erano proprio quelli che gli piacevano di lei: quando guardava in quei pozzi neri vedeva la vera persona che era Eiko, la persona di cui forse di stava…

I pensieri dei due ragazzi furono interrotti da Heiji.

- Vabbè, vi salutò! Sarà maglio che torni a casa! È tardissimo. Ci sentiamo. Ciao ciao.-

L’Agasa lo accompagnò alla porta e dopo averlo salutato tornò in salotto.

- Shinichi, vuoi qualcosa da mangiare?- gli stava chiedendo il padrone di casa quando la giovane varcò la porta.

- No, la ringrazio professore.- rispose lui.

- Io vado a dormire. Buonanotte!- salutò la ragazza, dirigendosi verso la propria stanza.

Ma fu fermata dall’amico, che le prese delicatamente il braccio.

- Ehi, tutto bene?- chiese preoccupato.

- Si, tranquillo! Sono solo un po’ stanca. Ci vediamo domani. Notte.- gli disse sorridendo.

E con queste parole entrò nella sua camera.

Eiko faticò parecchio ad addormentarsi: non riusciva a togliersi dalla testa il sorriso di Shinichi e questo in un certo senso la spaventava.

Che si stesse…

No, non poteva essere.

E con questi pensieri entrò nel mondo dei sogni.

 

 

Salve a tutti!! Lo so, questo capitolo è penoso!!!! Ma dovevo scriverne uno per descrivere il ritorno di Shinichi e per permettermi di continuare la storia, e purtroppo non mi è venuto niente di meglio! Scusate!! L

Cmq sia, spero che leggerete…

Ovviamente ringrazio tutti quelli che hanno letto e recensito, in modo particolare magicadula, Dany92 e Viky4forever.

Spero di non avervi deluso…

A presto

Baci

Cicci12

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Capitolo 10
*** Il rapimento ***


Cap. 10 Il rapimento

Cap. 10 Il rapimento

 

La mattina seguente Eiko si svegliò con il trambusto che proveniva dalla cucina.

Era ancora molto stanca, forse a causa dell’ora tarda in cui si era ritirata la sera prima, ma sapeva che non avrebbe ripreso sonno, così si alzò e scese in cucina per bersi una buona tazza di caffè.

- Buongiorno.- disse varcando la porta e sbadigliando, sfregandosi gli occhi.

- Buongiorno.- le rispose lo zio.

- Ben svegliata.- la salutò un’altra voce.

La giovane riaprì gli occhi di scatto: seduto al tavolo vi era Shinichi.

Lui la guardò da capo a piedi, stringendo la tazza tra le mani.

Anche l’americana si guardò: indossava un paio di pantaloncini corti, molto corti, ed una canottiera, cui uno spallino era sceso lungo la spalla.

Aveva i capelli un po’ in disordine, che le cadevano sul viso.

Riportò lo sguardo sul ragazzo davanti a lei, che la guardava sorridendo.

- Maglio che vada a cambiarmi.-

E in fretta si diresse verso la sua camera.

Dannazione, doveva proprio dimenticarsi che Shinichi alloggiava a casa loro, si ritrovò a pensare.

Sentiva le guance in fiamme mentre si infilava un paio di pantaloni ed una maglietta, ed era quasi decisa a non farsi più vedere per tutto il giorno.

Ma poi decise che avrebbe fatto ancora di più la figura della stupida, così raggiunse gli altri.

Quando entrò per la seconda volta in cucina, sentì lo sguardo dell’amico su di se e quando si voltò a guardarlo vide che le sorrideva.

Rispose al sorriso per poi sedersi a guastare il suo caffè.

- Dormito bene?- le chiese Kudo.

- Si, direi di si. Tu? Com’è stata il tuo primo risveglio da Shinichi?-

- Meraviglioso, direi.-

Terminarono la loro colazione in silenzio: lui la guardava ogni tanto, al di sopra della sua tazza, e lei, che se n’era accorta, cercò di non arrossire.

Poi il giovane si alzò, accingendosi ad uscire di casa.

- Dove credi di andare?- lo fermò Eiko.

- A salutare Ran. Almeno questo glielo devo.- le disse, guardandola stupito.

La gelosia cominciò a farsi spazio dentro di lei, ma in quel momento non era quella la questione.

- Prima devi chiamare i ragazzi. Anche a loro devi qualcosa.- gli ricordò con sguardo di rimprovero.

- Già, hai ragione. D’accordo. Chiamo gli altri poi andrò da Ran.-

L’americana era felice di aver rimandato quell’incontro almeno per il momento, ma sapeva che sarebbe avvenuto.

Sentì Shinichi che faceva le telefonate e che parlava con Genta e gli altri utilizzando la voce di Conan, grazie al modificatore di voci che gli aveva costruito suo zio.

Dopo 20 minuti circa, Kudo posò la cornetta.

- Allora, come l’hanno presa?- chiese Eiko, apparendo alle sue spalle.

- Quella che l’ha presa peggio è stata Ayumi. Genta e Mitsuhiko erano dispiaciuti, ma non si sono messi a piangere.-

- Capisco. Povera Ayumi.-

- Già.- rispose lui, abbassando gli occhi, triste.

- Dai, non sentirti in colpa. Prima o poi doveva succedere.- cercò di consolarlo lei, posandogli una mano sulla schiena.

- Hai ragione. Grazie.- disse guardandola e sorridendole.

Quel sorriso… di nuovo.

Ritirò la mano come se si fosse scottata, ma rispose al sorriso.

- Ora è meglio andare da Ran. A più tardi.-

E con queste parole uscì di casa.

Il sorriso sulle labbra di lei scomparvero, all’idea che i due ragazzi avrebbero passato tutto il pomeriggio insieme.

Per non pensarci decise di lavorare un po’ al computer: voleva scoprire qualcos’altro sul signor Tanaka e sull’Organizzazione.

Passarono così un paio d’ore.

Nonostante si fosse imposta di non farlo, ogni 5 minuti lanciava un’occhiata al suo orologio, aspettando il rientro dell’amico.

Riportò la sua attenzione sullo schermo, scacciando l’immagine dei due che parlavano allegramente, e magari non solo.

L’immagine della vittima era davanti a lei.

Come le aveva già detto Ai, faceva parte dell’Organizzazione da pochi mesi e come invece aveva intuito lei il suo lavoro da avvocato gli serviva per scagionare eventuali colpevoli tra gli uomini in nero.

Purtroppo non c’era altro, ma non si diede per vinta e continuò la ricerca.

- Eiko!-

Era la voce del dottor Agasa che la chiamava dalla cucina.

Sbuffando si alzò, e dopo aver spento il pc, uscì dalla camera.

- Che c’è?- chiese infastidita, quando ebbe raggiunto lo zio.

- Potresti andare a comprare qualcosa da mangiare? Ora che c’è anche Shinichi abbiamo bisogno di più cibo.-

- Va bene.- accettò, anche se non era del tutto contenta.

- Grazie. Tieni e questa è la lista.-

La giovane la prese e, dopo aver preso anche i soldi, uscì di casa dirigendosi verso il supermercato.

Dopo circa un’ora che la ragazza era uscita, rientrò Kudo.

- Oh, ciao Shinichi. Bentornato. Allora, come l’ha presa Ran?- lo accolse il professore, sbucando dalla cucina.

- Bene. Era contenta di vedermi.-

Stava sorridendo, ma il dottor Agasa aveva notato che non era entusiasta come avrebbe dovuto esserlo nei confronti di Ran.

Il suo atteggiamento verso la ragazza era cambiato da quando era arrivata la nipote.

- Eiko non c’è?- chiese poi il giovane, notando il silenzio della casa.

- No. È uscita a fare compere. Le scorte cominciavano a scarseggiare.-

- Capisco.- rispose il detective un po’ deluso: gli sarebbe piaciuto fare sue chiacchiere con l’amica.

- Tranquillo. Tornerà presto.- gli disse il professore, come se gli avesse letto nel pensiero.

Ma non fu così.

Erano ormai diverse ore che Eiko era fuori casa e non aveva né avvertito né altro.

Shinichi continuava a guardare fuori dalla finestra, preoccupato.

- Dove diavolo è finita?- si chiese fra se e se a bassa voce.

- Shinichi, tutto a posto?-

Kudo trasalì: non aveva sentito arrivare il dottor Agasa.

- Sono preoccupato. Non è da lei fare tardi.-

- Vedrai che non tarderà molto.-

Ma anche questa volta le sue previsioni erano errate.

Erano ormai le 20.30 di sera e della ragazza nessuna traccia.

Il detective era ancora davanti alla finestra, sperando di vedere entrare Eiko dal vialetto che portava alla casa.

Ma un brutto presentimento si faceva strada dentro di lui.

All’improvviso, allo scoccare delle 9,una macchina nera, una porche secondo Shinichi, si fermò davanti alla villetta.

Il ragazzo la riconobbe subito: era l’auto di Gin.

Corse fuori, ma quando stava per raggiungerla, questa partì.

- Maledizione. Mi hanno scoperto.- pensò Kudo.

- Shinichi! Cos’è successo?- chiese il professore raggiungendolo.

- L’Organizzazione. Mi hanno trovato.-

Fu allora che vide, alle spalle di Agasa, un foglio piantato alla porta da un coltello.

Si diresse verso di esso e lo prese.

Non era scritto a mano, ma con lettere ritagliate dai giornali: una vera e propria lettera minatoria.

La lesse attentamente.

Diceva:

Abbiamo preso la tua amica, quindi per questa sera non tornerà a casa e nemmeno per le prossime.

È arrivata la resa dei conti, detective.

Sa la vuoi rivedere dovrai fare quello che ti diciamo noi.

Ti invieremo una e-mail con le istruzioni.

Se chiamerai la polizia la tua amica non la rivedrai più.

Gin e Vodka.

Shinichi accartocciò il foglio: avevano preso Eiko.

Avevano perfino lasciato la loro firma, per divertirsi di più.

Eiko.

In quel momento era nelle loro mani, chissà dove, e tutto per colpa sua.

Deciso, si diresse verso l’interno della casa.

- Dove vai?- gli chiese il professore, seguendolo.

- Ad aspettare l’e-mail. Hanno preso Eiko e io andrò a liberarla, costi quel che costi.-

Senza pensarci due volte si posizionò davanti al computer: l’avrebbe salvata, a costo della vita.

 

 

Ehilà! Shinichi sembra alquanto deciso. Beata Eiko che ha un ragazzo così devoto.

Ora cosa succederà? Shinichi andrà a liberare la ragazza… e poi?

Scopritelo leggendo.

Intanto ringrazio Dany92, magicadula e Viky4forever.

Grazie per la vostra devozione.

A presto.

Baci

Cicci12

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Capitolo 11
*** L'e-mail ***


Cap. 11 L'e-mail

Cap. 11 L’e-mail

 

Voci. Voci di uomini. Voci di uomini che parlavano animatamente.

Eiko aprì piano gli occhi: vedeva tutto offuscato, ma vedeva una luce davanti a se.

Finalmente l’ambiente intorno a lei divenne più nitido, ma un dolore acuto alla tempia le fece tornare in mente cos’era successo.

Stava tornano verso casa, pensando se aveva comprato tutto ciò che c’era nella lista, quando aveva sentito un rumore dietro di se.

Non aveva fatto in tempo a girarsi che qualcuno l’aveva colpita alla testa.

Che diavolo le era successo?

Sentì qualcosa premerle contro i polsi e le caviglie.

Si guardò: era seduta su una sedia, legata stretta con alcune corde.

Tentò di liberarsi, ma senza risultati.

- Oh, finalmente ti sei svegliata.- disse una delle voci che aveva udito prima.

Un uomo con lunghi capelli biondi, naso aquilino e vestito completamente di nero si trovava davanti a lei.

- Gin…- sussurrò lei, spaventata.

Shinichi le aveva spesso parlato di quell’uomo e del suo compagno, Vodka, che, spostando lo sguardo, vide in piedi accanto al collega.

- Vedo che mi conosci. Sono lusingato di essere così famoso.-

La paura di Eiko si trasformò in disprezzo.

- Si, sei un uomo disgustoso.- gli disse a denti stretti.

- Sentirti dire questo mi fa ancora più piacere. Dimmi, è stato il tuo amico detective a parlarti così bene di me?-

Lei non rispose, continuando a guardarlo con odio.

- Bè, vorrà dire che appena lo rivedrò dovrò ringraziarlo. E credo che ciò accadrà molto presto.- disse con sguardo maligno.

Finalmente la Agasa capì: lei era solo un’esca per attirare Shinichi.

- Non riuscirete nel vostro intento. Shinichi non cadrà nella vostra trappola.- esclamò, cercando di liberarsi.

- Oh, questo lo dici tu. Sono convinto che appena gli invieremo le nostre istruzioni, correrà qui a salvarti.-

Purtroppo anche lei sapeva che sarebbe successo quello: anche se in fondo non significava più di tanto nella vita del ragazzo, il suo animo buono e assetato di giustizia lo avrebbe spinto fino a loro.

- Mi fate schifo!- urlò Eiko in un impeto di rabbia, sputando ai piedi del biondo e tentando ancora una volta di liberarsi dalle corde.

Nel giro di pochi secondi, i suoi movimenti furono fermati da un coltello, che premeva senza pietà sulla sua gola.

- Sei coraggiosa, ragazzina. Ma il tuo coraggio non ti servirà se il tuo amico non farà come diciamo noi.- le sussurrò Gin all’orecchio.

La giovane deglutì, rimanendo immobile.

Nonostante non volesse mettere in pericolo la vita di Kudo, non poteva evitare di sperare che arrivasse presto.

“Ti prego, Shin, fai presto. E soprattutto… fai attenzione.” Pensò, mentre Vodka e il suo compagno tornavano alla loro discussione.

 

Erano ormai 2 ore che Shinichi era immobile davanti a quel computer.

Quanto tempo ci voleva per scrivere una e-mail, maledizione, si trovava spesso a pensare.

Non riusciva a sopportare che la sua piccola Eiko fosse nelle mani dell’Organizzazione per colpa sua.

Se fosse rimasto Conan ancora per un po’, poteva progettare tutto per mettere in salvo le persone a cui voleva bene, ma la sua fretta di tornare il liceale di sempre non l’aveva fatto ragionare.

Per quale scopo poi: i suoi sentimenti per Ran, che fino a qualche settimana prima lo spingeva a voler tornare quello che era, si erano assopiti, quasi fino a scomparire, ed Eiko, la piccola Eiko, lo vedeva solo come un bambino.

Sullo schermo davanti a lui vide il riflesso del dottor Agasa: era seduto immobile sul divano, con la testa tra le mani.

Quando Shinichi gli aveva detto che sua nipote era stata rapita dagli uomini in nero, c’era mancato poco che corresse fuori per andarla a cercare.

Solo l’intervento di Ai era riuscito a calmarlo.

- Che ne dici di andarti a riposare un po’? Sei esausto. Rimango io davanti al computer.- lo risveglio la bambina dai suoi pensieri.

- No, Ai, grazie, ma resto io. Anche se volessi non riuscirei a chiudere occhio. Aspetterò quella maledetta e-mail,  anche se dovessi rimanere sveglio per le prossime 72 ore.-

La piccola osservò l’amico dal basso.

Non l’aveva mai visto così preoccupato, nemmeno quando Ran era stata rapita durante quel torneo di tennis. ( Scusate per lo spoiler. )

Il suo viso era segnato dalla preoccupazione: si riteneva il responsabile di ciò che era successo.

Ma pensava che non si trattasse solo di quello: da quando Eiko era entrata nelle loro vite, il ragazzo non aveva più parlato molto di Ran e dei suoi sentimenti per lei.

L’Agasa doveva aver catturato il cuore del detective.

- D’accordo, come vuoi.- decise di lasciarlo in pace.

- Professore, vuole una tazza di caffè?- si rivolse poi al dottor Agasa.

- Cosa?! Ah, no, grazie Ai.- declinò gentilmente l’offerta lui.

Non poteva credere che la sua dolce nipotina fosse nelle mani di quegli assassini.

Se solo non l’avesse mandata a prendere quelle cose…

Ma sapeva che rimproverarsi non serviva a nulla.

Un forte BIP risuonò in tutta la stanza, attirando l’attenzione dei presenti.

- È arrivata.- li avvisò Shinichi, anche se tutti lo avevano capito.

Posò la mano sul mouse e la freccina vagò sullo schermo, fino a giungere al tasto dell’apertura dell’e-mail.

Il giovane ciccò e la pagina si aprì.

Non hai tentato di seguirci: mossa astuta.

La tua amica è ancora viva, ma lo sarà per poco se non farai quello che ti diciamo.

Ti aspettiamo al cantiere abbandonato del nuovo teatro in costruzione.

Fra un’ora.

Niente polizia, niente amici. Da solo.

L’unica persona che potresti portare con te sarebbe… la piccola Shiho.

Ricorda, niente polizia o la ragazza muore.

Diretto e circonciso.

Non una parola di troppo.

Shinichi rilesse una seconda volta il messaggio, poi si alzò.

- Vado all’appuntamento. Non chiamate la polizia… almeno per il momento. Dovrete farlo quando vi manderò il segnale con la spilla-ricetrasmittente.-

- Ma sei sicuro? È pericoloso…- iniziò il professore.

- Lo so, ma è me che vogliono.-

- Vengo con te.- disse improvvisamente Ai.

- Cosa?! Neanche per sogno.-

- Ma l’e-mail…-

- L’hanno detto, lo sospettano, ma non sono sicuri che tu sia con me. Non ho intenzione di trascinare anche te in questa situazione.-

- Ma…-

- Niente ma. Io vado. Al mio segnale, chiamate la polizia.-

Si precipitò fuori dalla casa, prima che qualcuno potesse fermarlo, e si diresse al luogo dell’appuntamento.

 

Eiko si trovava ancora nella stessa posizione.

Stava tentando nuovamente di liberarsi, ma senza risultati.

Gin le si avvicinò, le slegò mani e pieni e, strattonandola, la mise in piedi.

- Bene. Ora andiamo ad incontrare il tuo amico. Sono sicuro che non mancherà. Prova a fare qualche mossa falsa e non arrivi viva.- le comunicò ghignando.

Era meglio fare come diceva: quei tipi non scherzavano.

Ma in quel momento solo una cosa riempiva la sua mente: Shinichi.

Era in pericolo.

 

 

Eccovi in nuovo chap.

Si è scoperto qualcosa in più sui sentimenti dei due ragazzi!! J

Come è coraggioso il mio Shin!!!!!!!!!! :P

Spero vi sia piaciuto.

Intanto ringrazio Viky4forever, tigre, Dany92 e magicadula ( Veramente il nome Eiko l’ho trovato su internet: ho fatto la ricerca di nomi giapponesi femminili, mi è piaciuto Eiko e l’ho usato! )

Grazie mille a tutti.

Bacioni

Cicci12

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Capitolo 12
*** Salvataggio pericoloso ***


Cap. 12 Salvataggio pericoloso

Cap. 12 Salvataggio pericoloso

 

Shinichi continuava a correre senza fermarsi: non aveva mai corso così tanto in vita sua.

Mancava ancora mezz’ora all’ora dell’appuntamento, ma aveva paura che facessero una mossa non prevista, anche se sapeva che, per quanto spietati potessero essere, gli uomini dell’Organizzazione erano uomini che mantenevano le promesse.

Continuò a correre, pensando a lei: ora tutto dipendeva da lui, la vita stessa di Eiko dipendeva da lui.

L’avrebbe salvata e non avrebbe permesso che quegli assassini le torcessero un capello.

Guardò l’orologio ed aumentò l’andatura: mancavano 10 minuti all’incontro.

Finalmente arrivò al cantiere del nuovo teatro: erano ormai parecchi mesi che nessuno ci lavorava più e doveva ammettere che avevano scelto il luogo adatto.

Dovette attendere solo pochi secondi prima di veder apparire due uomini vestiti di nero.

Kudo aguzzò la vista: erano Gin e Vodka.

Il primo teneva stretta accanto a se una figura: Eiko.

- Eiko.- la chiamò Shinichi, temendo che non avessero mantenuto la parola di non farle del male.

Ma la sagoma si mosse, sussurrando: - Shinichi…-

- E bravo il nostro detective. Vedo che hai fatto esattamente quello che ti avevamo detto. Però…- aggiunse Gin guardandosi intorno. – Vedo che non hai portato con te la cara Shiho.-

- Forse non l’ho fatto perché non so nemmeno chi sia questa Shiho.- rispose il giovane.

Aveva già messo in pericolo l’Agasa, voleva almeno salvare Ai.

- Sono qui, come volevate. Lasciate andare la ragazza.- disse loro Kudo.

- E perché mai. Ci stiamo divertendo a vederti sulle spine.-

- Che cosa?- chiese alterato: sapeva che non poteva fidarsi di loro.

- È me che volete, lasciatela in pace.-

- Vedi se noi la lasciassimo andare adesso, sono sicuro che tu tenteresti di fuggire insieme a lei e noi questo non possiamo permettertelo.-

Shinichi strinse i denti: doveva trovare una soluzione.

Il ragazzo guardò la figura stretta al corpo del biondo: aveva le mani legate e non riusciva a muoversi o forse non ne aveva la forza.

I loro sguardi si incrociarono: lui vi lesse come una richiesta di aiuto, ma allo stesso tempo vi era una luce di determinazione, come se volesse convincerlo ad andarsene senza di lei.

Ed era proprio ciò che Eiko provava: avrebbe voluto andare via con lui, ma allo stesso tempo non voleva che fosse in pericolo, non voleva essere lei la causa della sua cattura da parte degli uomini in nero.

Come se lui le avesse letto nel pensiero scosse leggermente la testa, per farle capire che non l’avrebbe mai lasciata nelle mani dell’Organizzazione, e lei sembrò comprendere.

Per questo, probabilmente, ora leggeva nei suoi occhi la paura.

- Allora, ti sei imbambolato? Perché stai lì immobile?- gli chiese Vodka, spazientito.

- Ditemi voi cosa devo fare. Ma quando mi avrete, dovete promettermi che la lascerete andare.-

- Ma certo. Noi siamo sempre stati uomini di parola.- gli disse Gin, sogghignando.

Quella smorfia apparsa sul volto del suo nemico non lo rendeva per niente tranquillo, ma non poteva far altro se non fidarsi.

- Ora verrai verso di noi e quando sarai abbastanza vicino noi lasceremo andare la tua amichetta e prenderemo te, d’accordo? Quindi cerca di non fare strani movimenti o tentare di fuggire.-

- Ok.-

Fu in quel momento che decise di dare il segnale ad Ai e al professor Agasa.

Premette il tasto della ricetrasmittente che si trovava nella sua tasca, sperando che la polizia arrivasse il prima possibile.

Guardò negli occhi l’uomo che gli stava di fronte, poi, piano piano, cominciarono a muoversi gli uni verso l’altro.

 

Contemporaneamente, a casa del professore, la bambina aveva ricevuto il segnale di Shinichi e si era precipitata al telefono.

- Pronto, polizia. C’è stato un omicidio. Si, proprio così. Il corpo si trova nel cantiere del nuovo teatro. Fate presto.-

Riattaccò e si voltò verso il dottor Agasa.

- Ma… non c’è stato nessun omicidio.- le fece notare lui.

- Lo so. Me era l’unico modo per farli muovere.-

Nessuno dei due, però, sapeva quanto erano andati vicino alla verità.

 

I tre e Shinichi continuarono a muoversi: sembrava un’eternità che camminavano e il ragazzo non faticava a pensarlo sul serio.

Cercava di prendere più tempo possibile così che la polizia potesse arrivare.

Sperava che, sentendo le sirene in lontananza, i due si sarebbero spaventati e fuggiti.

In quel momento non gli interessava che Gin e Vodka venissero arrestati; voleva solo che Eiko fosse al sicuro.

Mancavano pochissimi metri, e il respiro del detective si fece sempre più pesante.

Aveva paura, ma ne aveva di più per la ragazza davanti a lui.

Quelli erano degli assassini ed erano capaci di tutto.

Era arrivato: a meno di un metro da lui c’erano i suoi nemici, coloro che gli avevano somministrato l’APTX, facendolo tornare bambino.

- Molto bene, e adesso…- iniziò Gin.

Ma le sue parole furono interrotte dalle sirene della polizia in lontananza, che però si avvicinavano sempre di più.

- Maledizione. Quel ragazzino ha chiamato la polizia.- eslamò Vodka.

Gli occhi di ghiaccio dell’altro uomo si posarono su Shinichi.

- Tu, stupido bamboccio, hai segnato la condanna della tua amica.-

Estrasse la pistola, ma prima che potesse fare qualsiasi cosa, Eiko, con uno strattone, si liberò dalla sua presa e tentò di fuggire.

- Shinichi, scappa!- gli urlò lei.

- Questo non avresti dovuto farlo ragazzina.-

Puntò la pistola e sparò.

Eiko quasi non si accorse di nulla.

Sentì solo l’urlo di Shinichi che la chiamava per nome, poi lo vide pararsi a braccia aperte davanti a lei.

E infine lo vide accasciarsi tra le sue braccia, svenuto.

Le volanti della polizia erano ormai arrivate e gli agenti stavano scendendo dalle auto.

- La polizia. Filiamo.- disse Gin al suo socio, e si dileguarono nel buio.

Nel frattempo la giovane Agasa era inginocchiata a terra, con il corpo dell’amico tra le braccia.

- Shinichi…- sussurrò, accarezzandogli una guancia e spostandogli un ciuffo dal viso, sperando di vederlo riaprire gli occhi.

Ma non successe nulla, e lui rimase fermo immobile.

- Shinichi!- urlò poi la giovane, mentre lacrime calde le rigavano il viso.

Quando Megure e Takagi arrivarono videro solo lei, piegata sul corpo di Kudo, piangente.

 

 

Lo so. Vi state chiedendo se è morto.

Mah, chi lo sa? Si scoprirà nel prossimo capitolo.

Spero che il chap vi sia piaciuto e vi abbia coinvolto.

Se così è stato sono riuscita nel mio intento.

Grazie a tutti quelli che mi seguono e mi sostengono, in particolare ringrazio tigre, Dany92, viky4forever e magicadula.

Siete fantastiche!!

Baci

Cicci12

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Capitolo 13
*** Torna da me ***


Cap. 13 Torna da me

Cap. 13 Torna da me

 

Eiko era ancora chinata sul petto di Shinichi quando l’ambulanza arrivò sgommando.

Non riusciva a smettere di piangere.

Shinichi, il suo Shinichi, era lì, tra le sue braccia, in bilico tra la vita e la morte.

Lo sapeva che era così, lo sapeva perché sentiva il suo cuore: era debolissimo.

Takagi l’allontanò da lui: voleva protestare, restare con lui, ma non ne aveva la forze e lo lasciò fare.

I medici caricarono il ragazzo sul mezzo poi guardarono la giovane: non le chiesero nemmeno se era parente, le fecero solo cenno di salire.

Lei lo fece e si sedette accanto alla barella: le lacrime continuavano a scendere.

Gli prese la mano e gliela strinse.

Lo guardò a lungo, il petto che si alzava ed abbassava debolmente: non un cenno, non una parola che le facesse capire che lui si accorgeva della sua presenza.

Il suo viso sembrava quasi rilassato, come se dormisse, come se non si accorgesse di quello che gli stava accadendo.

Il cuore di Eiko continuava a martellarle nel petto: aveva paura, una paura tremenda, per quel ragazzo che le aveva rapito il cuore.

Perché era proprio ciò che era successo: solo in quella situazione così tragica la giovane si era accorta che quelle emozioni che sentiva da qualche tempo erano qualcosa di molto vicino all’amore.

Lei si stava innamorando di Shinichi.

Per la prima volta da diversi minuti, Eiko fece il suo primo pensiero egoista: voleva che Kudo si risvegliasse, per sapere, conoscere i suoi sentimenti per lei.

La ricambiava?

O pensava ancora a Ran?

Non lo sapeva, e forse non lo avrebbe mai saputo.

In quel preciso istante avrebbe voluto darsi uno schiaffo, per il suo pensiero, per il fatto che le era semplicemente affiorato alla mente un pensiero del genere.

Shinichi si sarebbe svegliato e chissà, forse avrebbe ricambiato i suoi sentimenti.

Ma ciò che importava in quel momento è che lui riaprisse i suoi incredibili occhi azzurri e continuasse a vivere.

- Torna da me, ti prego. Torna da me.- sussurrò la giovane, in modo che solo lui potesse sentirla.

Ma sapeva che non poteva succedere.

Lui non la sentiva, non sentiva la sua voce: il suo dolce angelo stava dormendo, ma presto si sarebbe risvegliato.

Non era ancora pronta lasciare che quell’angelo tornasse da colui che l’aveva creato, che tornasse a casa, che tornasse in paradiso.

Finalmente arrivarono in ospedale e i suoi pensieri si interruppero.

Rimase accanto alla barella, mentre correva per i corridoi, fino a giungere alla sala operatoria, dove lei non poteva entrare.

Lo vide sparire dietro le porte, poi il silenzio la circondò.

Si sedette e cercò di respirare.

In un momento di lucidità chiamò Ai e suo zio, che la raggiunsero immediatamente.

- Eiko. Eiko tesoro.-

Non lo fece nemmeno parlare: si butto tra le braccia del dottor Agasa e pianse ancora, fino a terminare tutte le lacrime.

L’uomo la strinse: era più tranquillo, la sua nipotina era in salvo, ma il ragazzo che conosceva da quando era nato, che vedeva un po’ come un figlio, era in una di quelle stanza a lottare contro la morte.

Anche la piccola Ai versava qualche lacrima, lei che era sempre così rigida.

Attesero a lungo: sembrava che il tempo non finisse più.

Finalmente dopo un paio d’ore un dottore venne loro incontro.

- Dottore. Come sta?- chiese impaziente il professore.

- Voi siete i parenti?-

- N-no… ma i genitori sono all’estero e noi… siamo gli amici più stretti che ha.- rispose Eiko, trattenendo le lacrime.

- D’accordo. Il ragazzo è fuori pericolo, ma…… è entrato in coma.-

L’americana trattenne il respiro, per non ricominciare a piangere.

- Coma…- sussurrò Ai.

- Si. Ma cerchiamo di essere positivi. Potrebbe risvegliarsi presto e stare meglio in un paio di settimane. La pallottola è andata molto vicino al cuore, ma non ha lesionato nessuna arteria o altro. È stato fortunato.-

Senza quasi accorgersene, Eiko tirò un sospiro di sollievo: non tutto era perduto.

- Possiamo… possiamo vederlo?- chiese Agasa.

- Si, uno alla volta.-

- Vuoi andare tu?- chiese Ai all’americana.

- No, andate prima voi… io… ho bisogno di restare un po’ sola.-

Così i due, uno alla volta, fecero visita al giovane detective.

Quando la bambina tornò, Eiko vide che aveva pianto: significava che la vista del giovane faceva quell’effetto?

La ragazza trasse un profondo respiro poi, dopo essersi scambiata uno sguardo con lo zio, si alzò e si diresse alla camera di Kudo.

Vi entrò lentamente, guardandolo da lontano.

Era steso sulla schiena immobile, con diversi tubi attaccati qua e là.

Sembrava quasi morto, se non fosse stato per il BipBip della macchina accanto a lui che indicava che il cuore continuava a battere.

Come si era aspettata le lacrime cominciarono a scorrerle sulle guance, incapaci di essere fermate.

Si sedette sulla sedia accanto al letto, senza togliere gli occhi dal suo viso.

Gli accarezzò la fronte, poi una guancia: non un movimento.

- Cosa ti hanno fatto? Che cosa ti hanno fatto?-

Continuò a guardarlo.

Com’era bello…

Avrebbe voluto baciarlo, ma non voleva: se doveva farlo lo avrebbe fatto quando lui poteva sentirlo.

- È stata tutta colpa mia.- continuò a dire, prendendogli una mano e stringendola. – Se solo non mi fossi fatta catturare…-

Poggiò la testa sulle lenzuola, piangendo e stringendogli la mano.

Rimase lì a lungo.

Dopo quasi un’ora venne raggiunta dal dottor Agasa e Ai.

- Tesoro, noi andiamo a casa.- le disse lo zio: aveva la sensazione che lei volesse restare.

- Va bene. Io resto qui. Ci vediamo domani.- disse la ragazza, come aveva immaginato l’uomo.

Senza aggiungere una parola i due se ne andarono lasciando soli i due giovani.

- Starò con te, fino a quando ti risveglierai. Ma ti prego… torna da me.-

Senza quasi pensarci, appoggiò la testa sul braccio la cui mano stringeva quella di Shinichi e senza più una parola, si addormentò, stremata.

 

 

Lo so, non è successo molto.

Ma questo era un capitolo utilizzato per descrivere i pensieri di Eiko e i suoi sentimenti.

Spero comunque che vi sia piaciuta.

Ringrazio magicadula, Dany92 e viky4forever per i commenti e tutti quelli che hanno letto.

Un bacio

Cicci12

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Capitolo 14
*** Il risveglio ***


Cap. 14 Il risveglio

Cap. 14 Il risveglio

 

Alcuni raggi di sole filtravano dalla finestra dalla stanza andando a posarsi sul viso di Eiko.

La ragazza sollevò la testa, strofinandosi gli occhi.

Guardò il giovane davanti a lei: le loro mani erano ancora legate, ma gli occhi del ragazzo restavano chiusi.

Non avrebbe voluto lasciare solo Shinichi, ma aveva un tremendo bisogno di caffè.

Si alzò e uscì dalla stanza.

Guardò l’orologio appeso alla parete di fronte: erano quasi le 9.

Si diresse verso una delle macchinette che si trovavano lungo i corridoi e si prese un caffè espresso.

Aveva appena preso in mano la tazzina quando sentì una voce conosciuta venirle incontro.

- Eiko.-

La ragazza si voltò: Ran, Sonoko, Yukiko e Yusaku, i genitori di Kudo, stavano venendo verso di lei.

L’Agasa non era del tutto felice di vedere la sua rivale, ma capì che quello non era il momento di fare la gelosa: in fondo lei e Shinichi si conoscevano da una vita.

- Ran, Sonoko. Cosa ci fate qua?-

- Abbiamo saputo di Shinichi. Come sta?- le chiese la ragazza dai capelli lunghi.

- Non è in pericolo di vita, ma… è in coma.-

- O mio dio.- esclamò Yukiko, mettendosi una mano davanti alla bocca, mentre il marito l’abbracciava per tranquillizzarla.

- Non si preoccupi, signora Kudo. I medici sono stati ottimisti: hanno detto che potrebbe svegliarsi prima del previsto.- cercò di tranquillizzarla Eiko.

- Oh, ti prego. Chiamami Yukiko e dammi del tu.- le disse la donna sorridendole.

- Come preferisci… Yukiko.- le rispose la giovane ricambiando il sorriso.

- Ma tu sei rimasta qui tutta notte?- le chiese il signor Kudo, preoccupato, vedendo gli occhi gonfi della ragazza.

- Si, non me la sono sentita di lasciarlo solo, dal momento che è colpa mia se è… in quelle condizioni.-

- Non devi sentirti in colpa. Tuo zio ci ha spiegato come sono andate le cose. Nostro figlio è sempre stato una ragazzo coraggioso, pronto a difendere le persone a cui vuole bene. E il nostro Shin deve tenerci davvero molto a te.- la rassicurò Yukiko.

Con la coda dell’occhio l’Agasa vide una strana luce negli occhi di Ran, come di gelosia.

- Possiamo vederlo?- chiese poi Yusaku.

- Certo. È la quarta porta a sinistra.-

Tutti e 4 si diressero verso la stanza da lei indicata, mentre Eiko si sedeva su una sedia lungo il corridoio, sorseggiando il suo caffè.

Dopo circa un quarto d’ora uscirono: le 3 donne avevano gli occhi lucidi, ma non piangevano e anche nello sguardo del signor Kudo poteva leggere un certo shock.

- Sembra che… tutta via stia bene.- commentò Yukiko.

- Già, come… come se dormisse. Dobbiamo pensarla così, per non soffrire. Lui non vorrebbe che soffrissimo.- disse la giovane seduta.

La donna davanti a lei annuì: anche lei la pensava allo stesso modo.

- Vai casa, sei stanca.- le suggerì Yusaku.

- Ma io non…-

- Riposati. Ti chiameremo se ci saranno novità.- insistette lui.

- D’accordo. Torno oggi pomeriggio.-

Così Eiko lasciò l’ospedale e si diresse verso casa.

Quando vi arrivò il dottor Agasa ed Ai le chiesero come stava Shinichi e anche lei.

Quando ebbe risposto si buttò sotto la doccia: l’acqua fresca sulla pelle era molto rilassante.

In quei momenti di solitudine, però, non poté fare a meno di ripensare alla sera precedente, al momento in cui Gin aveva sparato e quando Shinichi si era gettato davanti a lei per salvarla dal colpo.

Le lacrime ricominciarono a scendere.

Quando si fu asciugata raggiunse gli altri in cucina e tentò di mangiare qualcosa, ma senza riuscirci.

Come da lei promesso tornò in ospedale verso le 6, dopo aver tentato di dormire un po’.

Sonoko se n’era andata e anche Yusaku era dovuto tornare a casa: erano rimaste solo Ran e Yukiko.

- Novità?- chiese Eiko appena arrivata.

- No. Sempre allo stesso punto.- rispose la donna.

Si vedeva che erano stanche così disse: - Andate a casa. Resto io. Se ci sono novità non esiterò a chiamarvi.-

- Sei sicura? Hai passato qui anche la scorsa notte…- si preoccupò l’attrice.

- Stai tranquilla. Non mi pesa. E poi anche volendo non riuscirei a dormire.-

- D’accordo. Ho bisogno di una doccia. E anche tu hai bisogno di riposarti, cara.- disse la giovane donna, rivolta alla ragazza seduta accanto a lei.

- Ha ragione. E poi mio padre sarà preoccupato.- rispose Ran.

Così le due se ne andarono, lasciando sola la ragazza, che raggiunse l’”amico”.

Era sempre lì, non si era spostato di un millimetro.

Se non lo avesse saputo avrebbe detto che era morto.

Si avvicinò al letto e vi si sedette accanto, prendendo ancora una volta la mano di Shinichi.

- Ehi, Shin. Sono tornata…-

Non un cenno, non una parola.

- Ti prego… svegliati…-

Gli strinse la mano e appoggiò la testa accanto a lui.

Improvvisamente sentì un movimento: lento, impercettibile, ma lei lo sentì.

- Eiko…- sussurrò debolmente il ragazzo.

- Shinichi… Shinichi…- esclamò agitata lei.

Il giovane aprì gli occhi lentamente e li posò su di lei.

- Eiko… stai bene…-

La sua voce era un debole sussurrò, ma lei lo udiva, perché lo udiva con il cuore.

- Si, Shinichi. Sto bene. E anche tu. Ti sei svegliato.-

Lo abbracciò, non troppo forte, non voleva fargli male, ma lo fece con tutto il suo amore.

- Oh, grazie al cielo stai bene. Quando Gin ha sparato… ho temuto il peggio.-

- Sei uno stupido.- l’Agasa lo guardò con le lacrime agli occhi, mentre lui la guardava stupito.

- Perché l’hai fatto? Hai rischiato… di morire.- disse con voce spezzata.

- Ma non è successo… ora sono qui e anche tu stai bene.- le disse, sorridendole ed accarezzandole i capelli.

I loro occhi si incatenarono.

Poi i loro visi si avvicinarono ancora di più, fino a quando lo spazio tra le loro labbra fu nullo.

Si baciarono, con passione, rivelando con quel semplice gesto ciò che non avevano fatto in quelle settimane.

Il bacio durò a lungo e nessuno dei 2 voleva separarsi dall’altro.

Alla fine lo fecero e si guardarono di nuovo negli occhi.

Poi Eiko si risvegliò e disse: - Devo chiamare gli altri: Ran, Ai, lo zio, i tuoi… gliel’avevo promesso.-

Kudo annuì, come per darle il permesso di lasciarlo solo.

Lei gli stampò un bacio sulle labbra e con il sorriso stampato in viso corse verso il telefono nel corridoio.

 

Eccomi qua.

Shin si e risvegliato e… c’è stato il bacio tanto atteso!!!

Vi è piaciuto il chap? Spero proprio di si.

Intanto ringrazio magicadula, viky4forever, Dany92 e CelesteKiss e tutti quelli che hanno letto.

Un bacio

Cicci12

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Capitolo 15
*** Finalmente insieme ***


Cap. 15 Finalmente insieme

Cap. 15 Finalmente insieme

 

Eiko aveva fatto un giro di telefonate veloci, poi era tornata in camera di Shinichi.

L’aveva trovato seduto, mentre guardava la TV.

- Ho chiamato lo zio, i tuoi genitori e Ran. Saranno qui tra pochi minuti.- attirò la sua attenzione la giovane.

Il ragazzo si voltò e le sorrise; poi tornò ad osservare lo schermo.

- Non li hanno presi, eh?- chiese poi.

- Come?!-

L’Agasa lo guardò, senza capire a cosa si riferisse.

Lui le indicò semplicemente l’apparecchio appeso al muro e lei guardò: in primo piano vi era una foto di Shinichi.

“ Il giovane detective del liceo si trova in coma presso l’ospedale di Tokyo, in seguito ad una sparatoria avvenuta nel cantiere abbandonato del nuovo teatro. La polizia non è ancora sicura di ciò che è successo, ma si sa che con il giovane Kudo vi era anche Eiko Agasa, nipote del famoso inventore, il dottor Agasa. Ancora non si hanno accertamenti riguardo…”

La voce della giornalista fu sovrastata da quella del giovane steso a letto.

- Se non sanno chi ha sparato, significa che Gin e Vodka sono ancora a piede libero…-

Eiko annuì, abbassando gli occhi.

- Maledizione.- imprecò Kudo, stringendo i denti.

- Shinichi, ti prego, non ci pesare adesso. L’importante ora è che tu ti riprenda, poi potrai tornare alle tue investigazioni.- lo scongiurò quasi la ragazza.

Il detective la guardò con dolcezza, poi le sorrise.

- Hai ragione. Abbiamo già rischiato, per il momento. Vieni qui.- la chiamò a se, allungando un braccio.

Eiko sorrise a sua volta e si diresse verso di lui.

Si abbracciarono, poi lui posò le sue labbra su quelle dolci e morbide di lei.

Si baciarono, mentre le loro lingue duellarono senza sosta.

Entrambi avrebbero voluto che quel momento non finisse mai, ma furono interrotti da dei passi lungo il corridoio.

Tutti e due si voltarono appena in tempo per vedere Yukiko fondarsi sul figlio, lasciando appena il tempo alla ragazza di sciogliersi dal suo abbraccio.

- Oh, piccolo mio! Grazie al cielo stai bene. Ero così preoccupata.- esclamò la donna stringendolo forte.

- Mamma. Mi fai male.- si lamentò il giovane.

- Oh, scusa, tesoro.-

Lei si allontanò un po’, lasciando che anche gli altri lo salutassero.

- Come stai figliolo?- chiese Yusaku, abbracciandolo.

- Meglio, papà, grazie.-

Eiko guardò con tenerezza quella scena e senza accorgersene si voltò verso Ran.

Vide che anche lei la guardava, come infastidita: che li avesse visti abbracciati quando era entrata?

La giovane distolse lo sguardo, riportandolo su Shinichi che stava stringendo la mano al professor Agasa.

- Ora ditemi: la polizia ha scoperto qualcosa? Su quegli uomini intendo.- chiese dopo i saluti il detective.

- Purtroppo no. Quei due sono scappati e si sono dileguati nel nulla.- rispose Ai, chiudendo gli occhi.

- Lo immaginavo.- sospirò il giovane.

- Ora è meglio se ti lasciamo riposare. Torneremo domani.- intervenne il padre.

- D’accordo papà.-

Shinichi guardò Eiko che con un cenno del capo gli indicò Ran: gli bastò questo per capire che doveva parlarle, così annuì.

Erano tutti sulla porta, quando Kudo parlò.

- Ran, potresti rimanere un secondo. Dovrei parlarti.-

La ragazza rimase indietro, mentre gli altri uscivano.

L’Agasa decise di attendere: voleva salutarlo prima di andare a casa.

Passò circa un quarto d’ora, poi vide la Mouri venirle incontro.

Le si fermò davanti e si fissarono negli occhi per alcuni istanti.

Poi la giapponese parlò.

- Ho parlato con Shinichi. Mi ha parlato dei suoi sentimenti. E… bè, io non posso farci niente, se non accettare. Hai vinto. Ci vediamo domani.- e con queste parole la superò.

Eiko vide qualche lacrima scenderle sulle guance e le dispiacque per lei, ma come aveva detto nessuno ci poteva fare niente.

Al cuore non si comanda.

L’americana tornò nella stanza del detective.

- Come l’ha presa?- le chiese lui quando la vide.

- Un po’ male… ma era comprensibile.-

- Mi dispiace farla soffrire, ma non ci posso fare molto.-

La ragazza si avvicinò a lui e gli accarezzò una guancia.

- Lo so. Non è colpa tua.-

Si sorrisero, poi lui si fece un po’ da parte per farla sdraiare accanto a lui.

Lei appoggiò la testa sulla sua spalla mentre lui le accarezzava i capelli.

- Come ti senti?- le chiese poi lei, alzando il viso per guardarlo.

- Molto meglio.- rispose lui con sguardo malizioso.

Sorrisero e si baciarono ancora.

Ci vollero circe 6 giorni prima che Shinichi fosse dimesso dall’ospedale: tutti lo andavano a trovare e Eiko passava più tempo fra quelle mura bianche che a casa sua.

Finalmente arrivò il giorno, e l’americana lo andò a prendere per riportarlo a casa.

Entrarono dalla porta: Kudo teneva un braccio intorno alle spalle dell’Agasa, che lo aiutava.

Quando entrarono in salotto, trovarono tutti che li aspettavano.

- Bentornato a casa, tesoro.- lo salutò Yukiko abbracciandolo.

Passarono così il resto della serata, tra chiacchiere, risate, patatine e pop-corn.

Una vera e propria festa.

Era ormai l’una di notte quando decisero di ritirarsi.

Eiko aiutò Shinichi ad andare nella sua camera e a distendersi sul letto.

- Buonanotte.- gli disse lei, stampandogli un bacio sulle lebbra.

- Dove credi di andare?-

Lui la attirò a se, facendola cadere sulle lenzuola accanto a lui e cominciando a baciarla.

Quando lui passò al suo collo lei disse: - Shinichi, sei appena uscito dell’ospedale. Sei ancora convalescente.-

- Sto benissimo, credimi.-

Continuarono a baciarsi e l’Agasa questa volta non lo respinse.

La passione cominciò a crescere nei due, e perfino Kudo non sentiva più alcun dolore.

Presto le loro magliette caddero a terra, seguiti dai pantaloni e dall’intimo.

Poi, dopo essersi guardati negli occhi, lui entrò in lei e divennero una cosa sola.

Non esisteva più nulla, nessun dolore fisico, né morale, né nessuno uomo in nero; solo loro due e il loro amore.

Quando entrambi furono appagati si abbracciarono e, cosa non prevista dalla ragazza, si addormentarono.

 

Eccovi il nuovo chap.

In questa ultima parte mi sono dovuta trattenere, dal momento che ho messo il reating giallo, però spero di aver reso l’idea.

Passo subito ad avvisarvi che per un po’ non potrò aggiornare: parto per il mare e per 15 giorni non potrò scrivere.

Spero di non ricevere lettere minatorie.

Intanto ringrazio magicadula, Dany92 e viky4forever ( da Edimburgo. Che mita!!).

Alla prossima…

Baci

Cicci12

 

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Capitolo 16
*** Iniziano le indagini ***


Cap. 16 Iniziano le indagini

Cap. 16 Iniziano le indagini

 

Erano ormai le 9 di mattina quando i raggi del sole cominciarono a filtrare dalla finestre semi aperte della camera del giovane detective.

Nel dormiveglia i due ragazzi udirono un rumore di passi venire verso di loro.

Non fecero nemmeno in tempo ad aprire gli occhi che, dopo due colpi veloci alla porta, una figura alta e snella entrò nella stanza.

- Shin, tesoro, alzati. In salotto c’è…-

Yukiko lasciò a metà la frase, mentre Shinichi ed Eiko, ancora nudi sotto le coperte dopo la notte passata insieme, sgranarono gli occhi guardando la donna.

La ragazza di coprì più che poté con il lenzuolo, mentre lui rimproverava la madre.

- Mamma! Ti sembra questo il modo di entrare in camera mia?-

- Oh, scusa tesoro. Volevo solo dirti che in salotto c’è la polizia. L’ispettore Megure vorrebbe farti qualche domanda. Ti aspettiamo di là.-

Prima di uscire, Yukiko guardò l’americana sorridendo, mentre quest’ultima arrossiva vistosamente.

Quando la porta si fu richiusa, Kudo si sedette sul letto, afferrando i vestiti sparsi per terra e iniziando a vestirsi.

- Ormai non si può avere nemmeno un po’ di privacy qui dentro.- sbuffò il ragazzo alterato.

- Bè, a me sembra che stanotte di privacy ne abbiamo avuta fin troppo.- commentò Eiko dopo essersi ripresa dalla figuraccia, mettendosi in ginocchio dietro la schiena del detective e baciandogli in collo.

- Come darti torto?-

Shinichi si voltò verso di lei, baciandola con passione e facendola ricadere sulle lenzuola.

Quando si staccarono per riprendere fiato si guardarono negli occhi.

- Pensi che la polizia voglia farti qualche domanda sulla sparatoria?- gli chiese lei, perdendosi dei suoi occhi blu.

- Credo di si. Vorranno indagare su Gin e Vodka.-

Eiko lo scrutò attentamente, fino in fondo al suo sguardo.

- E immagino che tu non te ne starai qui con le mani in mano, ma indagherai per conto tuo. Ho indovinato?- disse infine l’americana.

- Non ti si può nascondere niente.- e si chinò per baciarla ancora.

Ma con grande stupore del giovane lei lo allontanò delicatamente.

- Io sarò con te.- disse semplicemente l’Agasa, ma lui capì perfettamente.

- Cosa? Neanche per sogno, è troppo pericoloso.- le proibì Shinichi.

- Shin, mi sembrava che ormai noi fossimo una squadra.-

Kudo la guardò nel profondo dei suoi occhi scuri, neri come la pece, poi sospirò.

- Hai ragione. Ma appena si presenterà un pericolo troppo grande per te dovrai scappare.- accettò alla fine il detective.

- Ma…- tentò lei.

- Promettimelo.-

- Va bene.- rispose infine la ragazza.

- Ora sarà meglio raggiungere gli altri.-

Così si alzarono dal letto e dopo essersi rivestiti si diressero in salotto.

Seduti comodamente sul divano e sulle poltrone vi erano l’ispettore Megure e l’agente Takagi, che conversavano con Yukiko e il dottor Agasa.

- Shinichi. Sono contento di vedere che ti sei ristabilito.- commentò l’uomo con i buffi, stringendo la mano al giovane.

- La ringrazio, ispettore. Devo immaginare che siate qui per la sparatoria.-

- Infatti. Dobbiamo indagare e per riuscirci dobbiamo avere alcune risposte. Se non ti dispiace vorremmo fare qualche domanda anche a te, Eiko.-

- Nessun problema. Sono a vostra disposizione.- rispose lei.

Così tra domande, racconti e appunti, riuscirono a ricostruire i fatti di quella sera.

- Ricapitolando: Eiko è stata rapita e portata in un vecchio magazzino. Ti ricordi dov’era situato?- le chiese Megure, alzando gli occhi dal taccuino.

- Credo si trovasse accanto al porto.-

- Riusciresti a portarci lì?-

- Ci posso provare.- annuì lei.

- Perfetto. Dopo il rapimento hanno inviato una mail a Shinichi con le varie istruzioni per l’incontro. Più tardi manderò qui un tecnico: magari riesce a scoprire qualcosa sull’indirizzo che hanno utilizzato. In seguito vi siete incontrati nel cantiere abbandonato del teatro. Qui hanno proposto lo scambio tra voi due, ma quando avete sentito le sirene della polizia, Eiko ha tentato di scappare, l’uomo le ha puntato la pistola addosso e tu ti sei buttato per ricevere la pallottola al suo posto. È tutto giusto?- chiese poi,  rivolgendosi al giovane Kudo.

- Esatto.-

- Dopo cosa è successo?- riprese l’uomo, rivolto all’americana.

- Niente, voi siete arrivati e Gi… e i due uomini sono fuggiti.-

Aveva pensato di non rivelare il nome dei due uomini: la polizia non sapeva

del legame di Shinichi con gli uomini in nero e così doveva rimanere la situazione.

- Molto bene. Credo di non avere altre domande. Se vi viene in mente qualcos’altro non esitate a chiamarmi.- concluse l’ispettore Megure, alzandosi in piedi.

- Non ne dubiti ispettore.-

I due ragazzi accompagnarono i due agenti alla porta: stavano per uscire quando Megure si voltò.

- Un’ultima cosa, ragazzi: mi raccomando, non cercate di indagare per conto vostro, c’è già la polizia ad occuparsene.-

I due uomini si diressero lungo il vialetto fino al cancello, mentre Shinichi ed Eiko si guardavano complici: l’uomo non sapeva che era proprio ciò che loro intendevano fare.

 

Eccomi, sono tornata!!!!!!!!!!!!
Lo so, il chap non è dei migliori, è pure un po’ cortino, ma devo riprendere il ritmo.

Intanto ringrazio magicadula, Dany92 e Viky4forever per le recensioni.

Alla prossima…

Baci

Cicci12

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Capitolo 17
*** Ancora loro ***


Cap. 17 Ancora loro

Cap. 17 Ancora loro

 

L’estate era ormai finita e le scuole stavano ricominciando.

Shinichi ed Eiko stavano camminando verso l’edificio scolastico, parlando del caso ancora irrisolo degli uomini in nero.

Infatti la polizia non aveva scoperto niente di nuovo: ma purtroppo anche i due ragazzi erano allo stesso punto.

Varcarono il cancello della scuola e subito furono assaliti dai compagni.

- Shinichi! Finalmente sei tornato. E noi che pensavamo te la fossi data a gambe.- esclamò un ragazzo, battendogli una mano sulla spalla.

- Ciao ragazzi. Anche a me fa piacere rivedervi.-

Subito dopo le attenzioni si spostarono tutte su Eiko: qualche settimana prima i genitori della ragazza avevano telefonato per dire che si sarebbero trattenuti in Europa più del previsto, così avevano deciso che avrebbe iniziato la scuola lì a Tokyo.

- E questa bella ragazza chi è?- chiesero un po’ maliziosi gli amici.

- Lei è Eiko Agasa, la mia ragazza.- rispose Kudo, circondandole il bacino con un braccio, con fare possessivo.

- Uh, e bravo il nostro Shinichi. Ti sei dato da fare in America, eh.- esclamò uno di loro.

- A dire il vero ci siamo conosciuti qui. Sono la nipote del professor Agasa.- si affrettò a specificare l’americana.

- Esatto, e ora se non vi dispiace…-

Il detective lasciò la frase a metà e si allontanò con Eiko.

- Sono simpatici i tuoi amici.- commentò lei.

- Sono degli impiccioni.- disse invece Kudo, facendo ridere la giovane.

Arrivarono in classe e qui vi trovarono Ran e Sonoko che chiacchieravano.

I due guardarono la ragazza, che ricambiò lo sguardo: non si erano più parlati molto da quando Shinichi aveva detto a Ran quali erano i suoi sentimenti.

- Ehi, ciao ragazzi. Che pizza, ricomincia la scuola.- intervenne Sonoko, con la sua solita allegria.

- Già.- disse solo Eiko, per poi riportare lo sguardo su Ran.

- Ciao Ran.- azzardò poi.

L’altra la osservò un po’, poi le sorrise e disse:- Ciao Eiko.-

Anche il ragazzo sorrise: sembrava che l’amica non provasse più del rancore per loro due.

- Shin, amore sei tornato!- squittì una voce alle loro spalle.

Non fecero nemmeno in tempo a voltarsi che sue braccia simili a tentacoli si aggrapparono al collo del giovane.

- A-Akemi… ci sei anche tu…-

- Certo. Cosa credevi, che avrei mancato di darti il benvenuto?- disse la ragazza dai capelli biondi, mostrando uno smagliante sorriso.

Lo scambio di “effusioni” fu interrotta da un debole tossicchiare alle loro spalle.

Reiko guardò la persona che aveva prodotto quel suono.

- Oh, tu devi essere nuova. Piacere, io sono Akemi.- si presentò stringendole la mano.

- Piacere, io sono Eiko.- disse l’altra.

- Già, lei… è la mia ragazza. Si è trasferita qui per un po’ e frequenterà la nostra classe per qualche mese.-

- La-la tua ragazza?- chiese quasi terrorizzata la bionda.

- Esatto.- rispose la detective con uno sguardo che significava “quindi giù le mani dal mio ragazzo”.

Proprio in quel momento entrò il professore, così Akemi non poté ribattere.

Il prof presentò Eiko a tutta la classe, poi la ragazza prese posto in un banco tra Shinichi e Sonoko.

Le ore passarono abbastanza in fretta e presto arrivò il momento di tornare a casa.

- Allora ci vediamo domani.- si salutarono Ran, Sonoko, Shinichi ed Eiko, mentre le prime prendevano una direzione e gli ultimi un’altra.

- Allora?- chiese all’improvviso l’americana, fermandosi e guardando il giovane con le mani sui fianchi.

- Allora che cosa?- chiese lui, senza capire.

- Akemi. Una bella ragazza.-

- Oh, non mi dire che stai pensando ancora a quella. È solo una compagna che ha una cotta per me da quando abbiamo iniziato il liceo, niente d’importante.-

- Niente d’importante, dici? Questo significa che dovrò passare il resto della mia permanenza qui vedendo quella che ti salta addosso ogni volta che ti vede?- chiese un po’ alterata Eiko, alzando un sopracciglio.

- Neanche per sogno. Ehi, sbaglio o sei gelosa?- le chiese Kudo, abbracciandola e guardandola negli occhi.

- Chi io? Ma no.-

Questa fu la volta del detective di guardarla con un sopraciglio alzato.

- E va bene forse un pochino.-

Shinichi le sorrise soddisfatto.

- Ma non dovrei esserlo forse? Sto con uno dei detective più famosi e affascinanti degli ultimi tempi.- si giustificò la ragazza, facendogli passare le braccia intorno al collo.

Le loro labbra si avvicinarono fino a giungersi in un bacio pieno di passione e allo stesso tempo dolcissimo.

Ma quel loro momento magico fu interrotto da un fortissimo boato.

I due ragazzi si staccarono e si voltarono verso destra: una grande nuvola di fumo si alzava verso il cielo.

I detective presero a correre attraverso il parco per arrivare prima al luogo dell’esplosione.

C’era un gran caos: gente che correva, gente a terra ferita, autopompe dei vigili del fuoco che arrivavano, poliziotti che cercavano di far mantenere la calma.

- Che cos’è successo?- chiese Eiko ad un uomo lì accanto.

- C’è stata un’esplosione. Credo fosse una bomba.- rispose lui, ancora sotto shock.

- Una bomba?- sussurrò Shinichi, non capendo cosa un ordigno ci facesse lì.

- Shinichi, Eiko. Cosa ci fate qua?- chiese Megure, urlando per sovrastare il frastuono che li circondava.

- Noi… eravamo nelle vicinanze quando abbiamo sentito il boato.- rispose per entrambi Kudo.

- Sembra che abbiamo messo una bomba da qualche parte.- li informò l’ispettore.

- Ci sono dei morti?- chiese invece l’americana.

- Ancora non lo sappiamo. Dateci una mano. I miei uomini non bastano.-

Così i due giovani aiutarono i feriti e gli agenti a mantenere la calma tra la folla.

Dopo circa un’ora la zona era stata evacuata e i feriti portati all’ospedale.

Per fortuna nessuno era rimasto ucciso, ma ancora nessuno si spiegava il motivo della presenza della bomba lì.

- Lei a visto qualcuno di sospetto?- sentirono chiedere da Takagi ad una delle persone che erano nei pressi del luogo in cui era scoppiato l’ordigno.

- Io… non lo so… mi faccia pensare. Ora che ci penso ho visto un tipo strano aggirarsi qui intorno. Era vestito tutto di nero con gli occhiali da sole. Era abbastanza alto e robusto. Mi sono allontanata subito perché sembrava un poco di buono.- rispose la vecchietta.

Eiko e Shinichi si guardarono terrorizzati: quella era la descrizione dettagliata di… Vodka.

 

 

Eccomi di nuovo qui!

Certo che non si ha mai un attimo di pace.

Sembra che come al solito l’Organizzazione centri qualcosa.

Sarà la volta buona che li catturano?

Intanto ringrazio magicadula e Viky4forever per aver commentato.

Alla prossima

Baci

Cicci12

 

 

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Capitolo 18
*** Nuovi avvertimenti ***


Cap. 18 Nuovi avvertimenti

Cap. 18 Nuovi avvertimenti

 

Shinichi ed Eiko si trovavano sulla strada di casa.

Da quando avevano lasciato il luogo dell’attentato, se così si poteva definire, nessuno dei due aveva detto una parola, ma entrambi pensavano la stessa cosa: Gin e Vodka erano tornati all’attacco.

- Credi che quella bomba fosse destinata a noi?- chiese improvvisamente Kudo, facendo sussultare l’americana.

- Non lo so… non credo. Insomma, non sapevano se noi saremmo passati da quella strada. E soprattutto non credo che vogliano eliminarci così in fretta. Si vogliono divertire con noi.- rispose Eiko, stringendo la maniglia della cartella.

- Già, la penso come te.- disse lui.

- Quello che mi fa più arrabbiare è che ci siano andati di mezzo degli innocenti. Io…-

La rabbia dell’Agasa aumentò, e così la stretta sul cuoio.

- Ehi, piccola, calmati. Vedrai che quella gente se la caverà. Per fortuna nessuno è rimasto ucciso.- cercò di tranquillizzarla Shinichi, posandole una mano sul capo.

Eiko si rilassò, allentando la presa sul manico, e voltandosi per rivolgere un sorriso triste al ragazzo.

- Hai ragione. Ma mi fa arrabbiare comunque. -

- Lo so, fa arrabbiare anche me. Ma adesso dobbiamo concentrarci solo su quei due.- disse Kudo, prendendola tra le sue braccia.

La giovane rispose alla stretta, sorridendogli contro il petto e respirando quel suo profumo che tanto le piaceva.

- Ehi, voi due piccioncini, avete intenzione di rimanere lì tutto il pomeriggio?- chiese il professor Agasa, sbucando dalla porta di casa: senza nemmeno accorgersene, i due si erano fermati davanti al cancello di casa Agasa.

- Zio!- disse Eiko arrossendo, mentre Shinichi rideva e le scompigliava i capelli.

Appena furono entrati i due raccontarono al professore ciò che era accaduto vicino al parco.

- E pensate siano stati gli uomini in nero?- chiese lui, alla fine della spiegazione.

- La descrizione di quell’anziana signora sembrava proprio quella di Vodka.- rispose Kudo.

- E anche lo stile è il loro.- concluse lei.

- Che farete adesso?- domandò l’uomo.

- Niente. Purtroppo non abbiamo molti indizi. Dobbiamo solo aspettare che si rifacciano vivi.- disse il ragazzo, sedendosi sul divano accanto all’americana.

- Credo tu abbia ragione. Meglio che vada a preparare la cena. Sarete affamati.-

- Già, ottima idea professore.-

L’uomo sparì in cucina, così l’attenzione del detective si spostò sulla compagna.

- Tesoro, sei stranamente silenziosa. È tutto ok?- chiese preoccupato, scostandole un ciuffo dal viso.

Lei annuì, mugugnando un debole sì in risposta.

- Non mi dire che pensi ancora a quello che è successo.-

- Si. Cioè no. Pensavo a quale sarà il prossimo avvertimento: un virus diffuso tra i cittadini, un attentato diretto alle nostre vite… non abbiamo indizi, Shin, potrebbe capitarci di tutto.- disse lei guardandolo.

- Vedrai che andrà tutto bene. Come hai detto tu vogliono divertirsi con noi, questo significa che non ci vogliono uccidere, non subito almeno. Questo ci lascerà il tempo di scovarli e sbatterli in galera.- cercò ancora una volta di tranquillizzarla, con un bacio sui capelli.

- Hai ragione, forse mi sto preoccupando troppo.- disse Eiko, abbassando gli occhi e appoggiando la testa sulla spalla del ragazzo.

- Già. Ora mangiamo qualcosa poi subito a letto. Siamo stanchi, abbiamo bisogno di riposare.-

Così come aveva detto Shinichi, i due detective, dopo cena, si ritirarono nelle rispettive camere, prendendo sonno quasi subito, nonostante i pensieri che vorticavano loro in testa.

La mattina seguente Eiko fece fatica a seguire le lezioni, ma anche per Kudo la situazione non era diversa: se lei era preoccupata per gli innocenti che venivano coinvolti, lui lo era per lei.

L’aveva trascinata in quella situazione pericolosa, e per questo si malediceva: se le fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato.

Akemi non si era più fatta avanti, nonostante gli sguardi pieni d’odio che lanciava all’americana: ma questa era troppo presa dai suoi pensieri per rendersene conto.

La scuola finì più velocemente del previsto, così Eiko e Shinichi, dopo aver salutato gli amici, si diressero verso casa.

Entrambi si guardavano intorno furtivi, temendo di vedersi scoppiare un’altra bomba sotto al naso.

Per fortuna non accadde nulla e i due ragazzi arrivarono a casa senza problemi.

Ne pomeriggio cercarono di rilassarsi e dopo aver svolto i compiti, si sedettero sul divano abbracciati a guardare la TV.

Eiko si sentiva protetta accanto a lui e sapeva che finchè Shinichi fosse rimasto con lei non le sarebbe accaduto nulla.

Purtroppo il loro momento di relax era destinato a finire presto: verso le 5 di pomeriggio il telefono di casa Agasa squillò.

- Pronto?- rispose il professore.

Rimase qualche secondo in silenzio per poi dire: - Si, glielo passo subito. Shinichi è per te.- disse poi rivolto al giovane.

- Per me? Ma chi è?- chiese lui, alzandosi.

- L’ispettore Megure.- rispose l’uomo, con voce lugubre.

I due giovani detective si guardarono interrogativi, e anche un po’ preoccupati.

- Si, pronto?- rispose Kudo al telefono.

- Pronto, Shinichi, sono l’ispettore Megure.-

- Si, mi dica.-

- Mi dispiace disturbarti a quest’ora, ma vorrei che tu ed Eiko mi raggiungeste sul luogo di un omicidio.-

- Il luogo di un omicidio? Ma non può chiamare il detective Goro per risolverlo?-

Shinichi sapeva che l’uomo non ne sarebbe stato in grado, ma non gli andava di essere disturbato in un pomeriggio di relax con la sua ragazza.

- Non è proprio per risolvere il caso… Shinichi, davvero, dovete venire voi. È importante.-

Il tono dell’ispettore era parecchio serio, così decise di non obbiettare e si fece dare l’indirizzo.

- Ok, ci vediamo fra poco.- e riagganciò.

- Che è successo?- chiese Eiko in piedi accanto a lui.

- Megure ci ha chiesto di raggiungerlo sul luogo di un delitto. Ha detto che è importante.- rispose.

L’americana non rispose, ma si limitò a seguire il giovane fuori casa.

Quando arrivarono la casa corrispondente all’indirizzo datogli dall’ispettore era circondata da un nastro giallo e dagli agenti della scientifica.

I due detective trovarono Megure e Takaji sul retro, a fianco dell’orto.

- Ispettore.- attirò la sua attenzione Kudo.

- Oh, Shinichi, Eiko, siete arrivati. Grazie per essere venuti.-

- Che cos’è successo?- chiese la ragazza, avvicinandosi agli agenti.

- Credevo fosse giusto mostrarvi questo.-

L’uomo si fece da parte lasciando passare i giovani: davanti a loro vi era un uomo voltato a pancia in giù, ricoperto di sangue e con un coltello conficcato nella schiena.

Ma quello che attirò l’attenzione dei detective fu un foglietto di carta trattenuto dalla lama.

Il messaggio diceva: Eiko Agasa, Shinichi Kudo. Questo è un avvertimento. G. e V.

Shinichi ed Eiko rimasero immobili a fissare la scritta, senza riuscire a proferire parola.

- Sembra che questo messaggio sia rivolta a voi due. Avete idea di chi possano essere G e V?- chiese loro Megure, riportandoli alla realtà.

- Noi… no, non saprei.- rispose l’americana, senza togliere gli occhi dalla vittima.

- Vigliacchi… - sibilò tra i denti Kudo.

- Forse… forse qualche criminale che abbiamo condannato…- inventò una soluzione la giovane.

Non sapeva nemmeno lei perché non avesse detto la verità all’ispettore: forse il suo istinto di detective era prevalso.

Comunque, nemmeno Shinichi intervenne.

- D’accordo se vi viene in mente qualcosa fateci sapere.- disse alla fine l’agente.

- D’accordo ispettore. Grazie per averci chiamato. Arrivederci.-

Shinichi salutò, poi prese Eiko per le spalle e la condusse lontano dal corpo.

- Sono tornati…- sussurrò l’americana seguendolo.

- Già. Avevamo ragione: anche la bomba era un avvertimento.- concordò Kudo, lanciando un’ultima occhiata al cadavere, per poi allontanarsi dalla casa.

- Una cosa è sicura: ci vogliono morti.- commentò alla fine Eiko, guardando gli occhi blu del giovane.

 

 

Si, lo so, sono in ritardo… non vorrete uccidermi?!?! (ovvio che si! V.V NdTutti)( Ma nuuu… ç_ç NdCicci12)

Ok, allora chiedo umilmente perdono…

Però sono tornata con un bel capitolo… o no? O.o (mmmh… mah, vedremo.. V.V NdTutti)( O.O NdCicci12)

Bè, gli MIB sono tornati all’attacco e i nostri detective sono di nuovo in pericolo…

Sarà la volta buona che li acciuffano?

Intanto ringrazio magicadula, Dany92 e Viky4forever e anche quelli che hanno letto ma non recensito.

Bè, al prossimo chap.. (quindi al prossimo mese! NdTutti)( Ma nuuuuuu… ç_ç NdCicci12)

Baci e……. RECENSITE!!!!!!!!!!!!!

Cicci12

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