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- Ran, io esco!- urlò il bambino sulla soglia
di casa.
- D’accordo! Fai attenzione e torna a casa per
cena!- gli rispose la ragazza dalla cucina.
- Tranquilla! Ci vediamo più tardi!-
Conan si chiuse la porta alle spalle e scese
le scale.
In fondo ad esse vi trovò Goro, che tentava di
raggiungere il suo ufficio barcollando, già evidentemente ubriaco.
- Ciao Goro!- lo salutò il piccolo detective.
- Ehilà,
Conan!! Hic! Come ti va la vita?!- domandò l’uomo rischiando
di cadere, ma salvandosi aggrappandosi al corrimano.
- Sicuramente meglio di te! Vatti a fare una
bella dormita! Se Ran ti vede in queste condizioni sono guai!-
- Hai ragione! Hic! Quella ragazza sta
diventando peggio di sua madre! Hic! Bè, ci si vede!- disse salutando nella
maniera militare per poi salire le scale e sparire nel suo ufficio.
Conan uscì all’aria aperta sorridendo e
scuotendo la testa: Goro non sarebbe mai cambiato.
Il bambino si diresse verso la gelateria, dove
aveva appuntamento con gli altri componenti della squadra dei giovani
detective: Ayumi, Genta, Mitsuhiko e Ai.
Erano iniziate da pochi giorni le vacanze
estive, così i 5 bambini avevano più tempo per uscire e stare in compagnia.
Conan voleva bene ai suoi piccoli amici, si
era affezionato a loro, ma desiderava ardentemente tornare il diciassettenne di
sempre.
- Ehi, Conan! Siamo qui!-
Il bambino fu risvegliato dalla voce di Ayumi
che lo chiamava, correndogli incontro insieme agli altri.
- Ciao ragazzi!- li salutò lui.
- Ciao Conan!- lo saluto Mitsuhiko.
- Finalmente! Non potevi arrivare prima?! Io
sto morendo di fame!- si lamentò Genta.
- Forza, allora! Andiamo a prendere il
gelato!- propose Ayumi ridendo.
Così i tre bambini si diressero correndo verso
il bancone dei gelati, mentre Conan li seguiva, affiancato da Ai.
- Ciao Shinichi! Tutto bene?-
- Ciao Ai! Tutto bene, tu? E per favore, non
chiamarmi Shinichi in pubblico!- le disse.
- OK, come vuoi, ti chiedo scusa… Conan!-
- Come vanno i tuoi studi?- chiese poi il
bambino diventando serio: quello era una argomento delicato.
- Sempre allo stesso punto! Purtroppo senza la
formula originaria dell’APTX di cui ricordo solo alcuni elementi posso fare ben
poco! Mi dispiace! Se solo non l’avessi lasciata nel mio laboratorio…- aggiunse
mortificata.
Il detective sospirò, chiudendo gli occhi
rassegnato.
- Non preoccuparti! Non è colpa tua!- la
tranquillizzò sorridendo.
- Piuttosto, vedi di non affaticarti troppo!-
- Tranquillo! Sono abbastanza grande per
badare a me stessa, non credi?!-
- Giusto!- rispose Conan ridendo.
In fondo lei era l’unica a capirlo sul serio:
erano entrambi adolescenti intrappolati in corpi di bambini, lui per
ingiustizia, lei per sua volontà, ma pur sempre bambini.
- Ehi, voi due! Vi muovete si o no?!- li
rimproverò Genta.
- Arriviamo!- rispose Conan, raggiungendo gli
amici insieme ad Ai.
Il pomeriggio passò veloce tra chiacchiere e
passeggiate per il parco.
Presto arrivarono le 6.30, così Conan salutò
gli altri per tornare a casa.
- Ciao ragazzi! Ci vediamo domani!-
- Ciao Conan!- lo salutarono loro.
Mentre si dirigeva verso casa, i suoi pensieri
tornarono al dialogo avuto poche ore prima con Ai: se solo avessero avuto la
formula dell’APTX, entrambi sarebbero potuti tornare alle loro vere sembianze.
Ma come fare?!
Di certo non potevano tornare al laboratorio
di Sherry, era troppo pericoloso e non erano nemmeno sicuri che ci fosse
ancora.
Forse quelli dell’Organizzazione l’avevano
distrutto.
Non restava altro da fare se non attendere.
Conan fu distratto dai suoi pensieri da un
rumore alle sue spalle.
Il bambino si voltò, ma non vide nessuno.
Riprese la sua strada, convinto che fosse
stato frutto della sua immaginazione.
Ma il suono si ripeté e quando si girò
nuovamente, la strada era deserta.
Ricominciò a camminare, velocizzando
l’andatura.
I rumori continuavano e presto capì che
qualcuno lo seguiva.
Il detective svoltò l’angolo e si rifugiò in
un vicolo laterale.
Dopo pochi secondi una figura apparve davanti
a lui.
- Fermo!- gli intimò puntandogli contro
l’orologio con le freccette narcotizzanti.
La sagoma si bloccò.
- E ora dimmi perché mi seguivi!-
- Caspita, non ti facevo così sospettoso!-
rispose una voce femminile.
La figura si fece avanti permettendo a Conan
di vederla in faccia.
Era una ragazza sui 17 anni, capelli castano
chiaro mossi e occhi scuri, neri, profondi.
Lo guardava sorridendo.
- Abbassa la tua arma! Non ti serviranno le
freccette narcotizzanti! Non sono pericolosa!- disse alzando le mani per
mostrare che era disarmata.
Conan abbassò il braccio, stupito.
- Chi sei?-chiese poi.
- Mi chiamo Eiko! Piacere di conoscerti…
Shinichi Kudo!-
Ciao a tutti!!!
Sono tornata, ma questa volta con una storia
su Detective Conan!
Conan rimase immobile a fissare a bocca aperta
la ragazza davanti a lui.
Non aveva avuto le allucinazioni, l’aveva
proprio chiamato con il suo nome, il suo nome da diciassettenne.
Eppure come poteva sapere che lui in realtà
era Shinichi?
Nessun altro oltre al professor Agasa, Ai,
Heiji e i suoi genitori conoscevano la sua storia.
- T-ti… ti sbagli! Io mi chiamo Conan
Edogawa!- esclamò il bambino cercando di apparire naturale e tranquillo.
Ma Eiko scoppiò a ridere.
- Avanti, Shinichi! Non hai bisogno di mentire
a me! So tutto!- disse poi.
Ora gli occhi del piccolo detective lasciavano
trasparire la paura e la preoccupazione.
E se quella ragazza faceva parte…
- Stai tranquillo!! Non sono un membro
dell’Organizzazione!- aggiunse poi lei all’improvviso, come se gli avesse letto
nel pensiero, notando la sua espressione.
- Sai dell’Organizzazione?!- chiese Conan
ancora più incredulo.
Ormai era inutile far finta di nulla: era
evidente che quella ragazza sapeva più di quello che avrebbe dovuto.
- Quindi non ho sbagliato persona?! Sei
proprio Shinichi Kudo?-
- Non hai risposto alla mia domanda!- le fece
notare il bambino più tranquillo: quella ragazza non sembrava pericolosa.
- Si, so dell’esistenza dell’Organizzazione!
So tutto di te, o almeno da quando sei tornato bambino! Ho sentito mio zio e la
tua amica parlarne un giorno. Credevano fossi uscita, invece ero dietro alla
porta e per errore ho ascoltato tutto!- ammise infine Eiko.
- Tuo zio? La mia amica? Ma…-
Conan fece mente locale delle persone che
erano a conoscenza del suo segreto.
Poi capì.
- Non mi dire che tuo zio è…-
- Mio zio è il professor Agasa. Suo fratello è
mio padre. Io sono Eiko Agasa!- spiegò lei con un cenno della testa.
- Non ci posso credere! È pazzesco!-
- E invece è così! Qualche mese fa, come ti ho
già detto, ho origliato per sbaglio una conversazione tra mio zio e Ai, così
mossa dalla curiosità ho fatto qualche ricerca! Poco fa ti ho visto in
compagnia dei tuoi amici e ti ho riconosciuto subito, grazie ad una foto che
mio zio ha sul suo caminetto. Così ti ho seguito! Sai, non capita tutti i
giorni di incontrare un mio coetaneo rimpicciolito! E poi io sono famosa per la
mia curiosità!- gli disse scompigliandogli i capelli.
- Ehi! Ne ho le sembianze, ma non sono un
bambino!- si lamentò Conan.
- Ops, scusa!- disse imbarazzata Eiko,
arrossendo e ritirando la mano.
La ragazza guardò l’orologio.
- Caspita! È tardissimo!! Sarà meglio che mi
sbrighi! Arrivederci Shinichi! È stato un piacere conoscerti! Ci si vede!- e
con queste parole si voltò per andarsene.
- Ehi, aspetta!- le urlò il bambino
raggiungendola.
- Dove stai andando?-
- Vedi, devi sapere che i miei sono dovuti
partire improvvisamente per l’Europa, così mi hanno spedito qui, da mio zio. Ma
il fatto è che lui non sa che sto arrivando!- spiegò lei.
- Vengo con te!- disse Conan, guadagnandosi
un’occhiata interrogativa da parte di Eiko.
- Devo dire due paroline al professore!-
La ragazza rise, intuendo a cosa si riferisse
il bambino.
Poco dopo arrivarono davanti alla casa di
Agasa.
- Cavolo! Ho perso la lettera per lo zio! Mi
deve essere caduta! Torno indietro a cercarla! Tu vai pure avanti!-
- Sicura che non vuoi che ti dia una mano?!-
- No, grazie! Faccio da sola, non
preoccuparti!- rispose la ragazza allontanandosi.
Così il piccolo detective raggiunse la porta
della grande dimora e suonò il campanello.
Pochi secondi dopo arrivò in professor Agasa.
- Shinichi! Non ti aspettavo! Che ci fai
qui?!- chiese l’uomo quando vide il bambino sulla soglia.
- Quando lei ed Ai parlate di me, vedete di
accertarvi che non ci sia nessuno nei paraggi!-
- Come scusa?!- chiese Agasa senza capire.
- Ehi, Shinichi! L’ho trovata! Oh, ciao zio!-
lo salutò Eiko, arrivando correndo e poggiando le mani sulle ginocchia per
riprendere fiato.
- Eiko! Cosa ci fai qui?!-
Solo in un secondo momento l’uomo si rese
conto di come la nipote aveva chiamato il suo piccolo amico.
- Che ne dice di farci entrare? Così le
spiegheremo tutto con calma!- lo precedette Conan.
Così, una volta accomodati, la ragazza
raccontò tutto, dalla conversazione udita all’incontro con Shinichi.
- Caspita, Shinichi! Mi dispiace! Io non ci
avevo nemmeno pensato al fatto che mia nipote potesse sentirci! E dire che so
perfettamente che è una curiosona di prima categoria!- si scusò il professore,
mentre la ragazza gli rivolgeva una linguaccia.
- Non si preoccupi! Ormai quel che è fatto è
fatto!- disse Conan sospirando.
- Ehi, sarò anche una curiosona, ma non sono
una pettegola! Il tuo segreto è in buone mai! A meno che…- protestò Eiko.
- A meno che?!- chiese il detective
preoccupato.
- A meno che tu non mi faccia arrabbiare!-
Il bambino si rilassò, rilasciando quel
respiro che per pochi secondi aveva trattenuto.
- A parte gli scherzi, il tuo segreto è al
sicuro!- gli ripeté poi lei, rivolgendogli un sorriso bellissimo, che lasciò il
piccolo spiazzato per alcuni secondi.
- A proposito, Eiko! Non mi hai detto perché
sei qui!- esclamò all’improvviso l’uomo rivolto alla nipote.
- Giusto, hai ragione!-
La giovane estrasse la lettera del padre dalla
borse e la porse all’uomo.
- Mamma e papà sono dovuti partire, perciò mi
hanno spedito da te come al solito!-
Il professore lesse il foglio poi alzò lo
sguardo verso la nipote.
- È qualcosa di serio?!-
- Mmmh… non credo! Non mi hanno detto molto,
ma saranno le solite cose! Sai cosa comporta il loro lavoro!-
- Che lavoro fanno?!- chiese curioso Conan.
- Sono agenti dell’FBI!- disse la ragazza.
- Sul serio?!- esclamò stupito il bambino.
- Proprio così! Parecchi anni fa mio fratello
partì per l’America con l’intenzione di entrare a far parte dell’FBI: era
sempre stato il suo sogno fin da piccolo! Lì ha conosciuto Valery e si sono
sposati. Entrambi stavano studiando per diventare agenti, e pochi anni dopo la
loro assunzione nacque Eiko. Capita spesso che debbano partire per lavoro, così
quando serve, lei viene a stare da me!- spiegò Agasa.
- Quindi sei americana?!- chiese poi Conan.
- Metà americana e metà giapponese!-
- Wow!- esclamò il bambino.
- Già! Sono fiera di entrambe le mie origini!
Inoltre i miei genitori mi hanno trasmesso la loro passione per il mistero!!!
Dovresti saperne qualcosa, vero piccolo detective?!- sorrise lei.
- Sai proprio tutto, eh!- esclamò il bambino
guardando il professore.
- Bè, ecco… qualche anno fa le avevo raccontato
di un ragazzino appassionato di misteri come lei, così…- si giustificò l’uomo
grattandosi la nuca.
- Zio, ti dispiace se io vado a sistemarmi?!-
chiese Eiko, interrompendo la discussione.
- No, vai pure! La stanza è la solita!-
- Grazie! Ciao Shinichi! È stato un piacere
conoscerti! Spero di rivederti
presto!- salutò Eiko.
- Lo stesso vale per me! Buonanotte!- rispose
il piccolo mentre la ragazza si allontanava lungo il corridoio, lanciando un
ultimo saluto con la mano.
- Sarà meglio che vada anche io o Ran
comincerà a preoccuparsi! ( e chi se ne frega!!! NdCicci12)(@_@ NdConan e
tutti)(^/////^ NdCicci12). Arrivederci professor Agasa!-
- Arrivederci Shinichi!-
Conan uscì e si diresse verso casa, ripensando
a quella strana ragazza venuta dall’America.
Ed eccovi il 2° chap!!! Anche se in effetti
non avete recensito in tanti!! Solo una!!!! Grazie Viky! Almeno tu che mi
sostieni!!! ç_ç
Cmq il bello della storia deve ancora venire!
Questi primi chap saranno di presentazione e conoscenza di Eiko!!!
Spero che leggerete la mia storia.
Al prossimo chap e vi prego…
RECENSITEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!
Capitolo 3 *** "Salvataggio" al centro commerciale ***
Cap. 3 Salvataggio al centro commerciale
Cap. 3 “Salvataggio” al centro commerciale
La mattina seguente Conan si svegliò tardi e ancora una
volta si ritrovò a pensare ad Eiko: poteva fidarsi di lei?
Bè, in fondo era la nipote del dottor Agasa,
perché non avrebbe dovuto farlo?
- Ehi, Conan! Alzati!- esclamò Ran entrando
nella stanza e aprendo le finestre.
- Oh! Ran! È ancora presto!- protestò il
bambino coprendosi gli occhi dalla luce del sole, sprofondando la testa sotto
la coperta.
- Sono le 10! Non è presto! Quindi alzati che
tra mezz’ora abbiamo appuntamento con Sonoko!-
- Perché abbiamo appuntamento con l’ister….
ehm… Sonoko?- chiese preoccupato il detective, riemergendo dalle coperte.
- Andiamo a far compere! Sbrigati!- e senza
lasciargli il tempo di ribattere, chiuse la porta.
Sospirando, si alzò controvoglia: solo l’idea
di dover passare una giornata intera con quella maniaca dello shopping, lo
faceva star male.
Alle 10.30 in punto si trovavano davanti al
centro commerciale.
- Siete in ritardo!- li rimproverò Sonoko, che
li aspettava davanti all’entrata.
- Ma di soli 30 secondi!- protestò Conan,
guardando l’orologio.
- È un ritardo enorme! Quando si parla di
shopping non bisogna perdere tempo!-
Il bambino alzò le spalle rassegnato, sapendo
che era inutile discutere.
Così iniziarono il loro tour per inegozi, trascinandosi dietro un
annoiatissimo Conan.
Erano già 3 ore che camminavano, quando il
bambino si fermò.
- Vi prego! Facciamo una pausa!- le pregò.
- Come sei noioso! Voi ragazzi siete tutti
uguali!- disse Sonoko.
- Per fortuna allora, che non tutte le ragazze
sono come te!-
- Cosa vorresti dire, mocciosetto?!-
I due si stavano sfidando con lo sguardo,
quando Ran esclamò:- Ehi, Conan, ma quella non è Ai?-
Il detective si voltò nella direzione indicata
dall’amica: davanti ad una vetrina c’erano Ai ed Eiko.
- Ma chi è quella ragazza che è con lei?-
chiese curiosa Sonoko.
- È la nipote del dottor Agasa!- spiegò Conan.
- Ai! Eiko!- le chiamò poi.
Le due ragazze, sentendosi chiamare, si
voltarono e quando videro l’amico, gli si avvicinarono sorridendo e salutando.
- Ciao Shin…
Conan!!- si corresse Eiko.
- Cosa ci fai qui?!- chiese poi Ai.
- Sono qui con Ran e Sonoko!- rispose lui,
facendo capire di essere estremamente annoiato.
- Oh, piacere! Io sono Eiko!- si presentò la
ragazza.
- Piacere! Io sono Ran e lei è Sonoko! Conan
ci ha detto che sei la nipote del dottor Agasa!-
- Già, infatti! I miei sono partiti, quindi
starò da mio zio per un po’ di tempo!-
- Eiko è per metà americana!- spiegò poi
Conan, intrufolandosi nella conversazione.
- Dici sul serio?!?!- chiese ammirata Sonoko.
- Si! Sono nata a Los Angeles. Mia madre è
americana e mio padre giapponese!-
- Ora capisco! Mi sembrava che avessi tratti
stranieri!- notò Ran.
- E dimmi…. È vero che i ragazzi americani
sono bellissimi?!- domandò poi la ragazza dai capelli corti.
- Si, sono carini! Ma non hanno nulla di
meglio di quelli giapponesi!- rispose ridendo Eiko, mentre Conan si copriva il
viso con una mano.
- Guarda!- disse poi. – Questo è il mio ex!-
ed estrasse una foto dalla borsetta, raffigurante un ragazzo alto, biondo con
gli occhi chiari e abbronzato.
- È meraviglioso!- esclamò Sonoko con gli
occhi luccicanti.
- Già! Ma anche molto stupido e immaturo! Ci
siamo lasciati qualche settimana fa e continua a perseguitarmi con chiamate e
messaggini!-
- Come mai vi siete lasciati?- chiese Ran.
- Mi ha fatto una scenata enorme perché diceva
che passavo troppo tempo con il mio migliore amico! Così l’ho scaricato!-
spiegò Eiko con un’alzata di spalle.
- Hai una foto anche del tuo migliore amico?!-
chiese sognante Sonoko.
- Si, eccola!- rispose la ragazza estraendo
una seconda fotografia: questa volta il ragazzo ritratto insieme a lei era moro
con gli occhi verdi.
- È stupendo! Voglio vivere in California!- si
lamentò la ragazza attirando lo sguardo di alcuni passanti e facendo ridere
Eiko, mentre Ran e Conan sembravano visibilmente imbarazzati.
- Sarà meglio andare! È stato un piacere
conoscerti, Eiko!- disse poi Ran.
- Il piacere è stato mio ragazze!-
- Andiamo!- disse poi la Mouri al bambino, che
si preparò a seguirla sbuffando.
- Ah, Conan! Noi stiamo andando da Genta e gli
altri! Vieni con noi?!- propose l’americana mentre il trio cominciava ad
allontanarsi.
Il detective si voltò a guardarla, poi posò il
suo sguardo su Ran.
- Posso?!- chiese speranzoso.
- Si, vai pure! Ma non fare tardi!- rispose la
ragazza.
Così Conan salutò le amiche e seguì Eiko ed
Ai.
- Grazie ragazze! Non ce la facevo più a stare
dietro a quelle due!- le ringraziò il bambino.
- Lo avevo intuito! Per questo ho inventato
quella scusa!! Mi devi un favore, Shinichi!- disse la ragazza dagli occhi
profondi.
- Dici sul serio?! Bè, vorrà dire che ti
pagherò un caffè!!-
- Occhio a non sprecarti mi raccomando!!- lo
prese in giro la ragazza, guadagnandosi una linguaccia da parte del bambino,
che venne prontamente ricambiata.
Tutti e tre si diressero verso casa del dottor
Agasa, dove restarono tutto il pomeriggio a chiacchierare.
Verso le 19 Conan guardò l’orologio.
- Sarà meglio che vada! Ran dovrebbe essere
rientrata!- disse il bambino alzandosi e dirigendosi verso l’uscita.
- Ok! Ciao
Shinichi! Buonanotte!- lo salutò Eiko.
- Notte!- salutò lui.
Così il bambino si avviò lungo la strada,
mentre le ragazze rientravano in casa.
Tornarono in salotto e su un mobile
l’americana vide una foto di una ragazza e un ragazzo con suo zio: lei era Ran,
ma lui non lo conosceva.
- Ehi, Ai! Chi è quel ragazzo con Ran e lo
zio?!- chiese curiosa.
- È Shinichi!-
- Dici sul serio?!- esclamò l’altra stupita.
- Già!! Credo sia stata scattata poco tempo
prima che tornasse bambino!-
- Capisco!- concluse il discorso la ragazza,
mentre la bambina si dirigeva verso il suo laboratorio.
Eiko prese in mano la foto, scrutandola
attentamente.
“ Però! Niente male il detective!” penso, con
il sorriso sulle labbra.
Ecco il terzo chap! Mmmh…. Eiko ha già messo
gli occhi su Shinichi!! Mica scema però!!! Hihihi!! ^_^
Lo so che in questo chap non succede niente di
particolare, ma è una specie di introduzione per poi continuare la storia.
L’ho scritto anche per presentare meglio il
personaggio di Eiko.
Passiamo ai ringraziamenti:
Viky4forever: giusto!! Intanto in questa ff
non credo che Shin si occuperà molto di Ran!!! Hihihihi!!! Cmq grazie ancora
per il sostegno!! Spero che la storia continui ad interessarti!! Ciao baci
tvttttttttttb
Dany92: oh, un’altra persona che segue la mia
ff ( e spero che continui a farlo)!!!! Ne sono felicissima!!!! Come vedi ho
messo qual’cosina in più su Eiko! Ma il bello deve ancora venire!! ^:^ continua
a seguirmi!!! Ciao baci.
Bene, ora vi lascio!
Al prossimo chap
e….RECENSITEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!
Nei giorni successivi Eiko si ritrovò spesso con Conan e i
bambini, divertendosi ad ascoltare i loro racconti dei casi che avevano
risolto.
- E così, grazie al nostro aiuto, la polizia
ha catturato il colpevole!- terminò Genta orgoglioso, alla fine di una delle
tante storie della squadra dei giovani detective.
- Dici sul serio?! Caspita, siete davvero in
gamba!- fece loro i complimenti la ragazza, mentre i bambini sorridevano
soddisfatti.
- Però gran parte del merito è di Conan! È lui
la mente della squadra!- le spiegò poi Ayumi.
- Posso immaginarlo!- rispose Eiko sorridendo
al bambino con gli occhiali, che arrossì lievemente.
- È vero che anche tu sei una detective?- le
chiese improvvisamente Mitsuhiko, stupendola.
- E chi vi ha detto questa cosa?- si informò
lei.
- Il dottor Agasa!-
- Bè, allora lo zio ha un po’ esagerato!
Diciamo che i miei genitori sono agenti dell’FBI e di conseguenza mi hanno
trasmesso un po’ del loro amore per il mistero!-
- Questo significa che hai risolto molti
casi?!- chiese curioso Genta.
- Molti non direi proprio! Qualche d’uno
magari! Mi è capitato di aiutare mia madre e mio padre, ma niente di
particolare!-
- Una ragazza detective?! Ora le ho sentite
proprio tutte!- la prese in giro Conan.
- Credi che non sia in grado di risolvere un
omicidio?!-
- L’unica cosa che potresti risolvere sono gli
indovinelli trovati nelle patatine!-
- È una sfida la tua?-
- Può darsi!-
Eiko e Conan si guardarono negli occhi,
sfidandosi con lo sguardo per poi scoppiare a ridere divertiti.
- Cavolo! Ho una fame da lupi! Perché non
andiamo a mangiare qualcosa?- chiese all’improvviso Genta, con lo stomaco che
brontolava, reclamando cibo.
- Sei sempre il solito!- lo ammonì Mitsuhiko.
- Ho sentito che hanno aperto un nuovo locale,
non molto lontano da qui. Che ne dite se andiamo a dare un’occhiata?- propose
Ai.
- Io ci sto!- esultò Genta.
- Non ne avevamo dubbi! Forza, andiamo!- disse
poi Conan e tutti si diressero nella direzione indicata dalla bambina.
Erano a metà di una via, quando un urlo
agghiacciante li fece raggelare.
L’istinto di detective di Conan lo fece
scattare e correre fino al luogo da cui sembrava essere provenuto il grido.
Si trovò davanti ad una casa: la porta era
semiaperta.
Scavalcò il muretto con agilità, seguito a
ruota da Eiko.
Quando i due entrarono si guardarono intorno:
alla loro sinistra vi era una donna, ferma sulla soglia di una stanza,
accasciata a terra e con gli occhi spalancati, che guardava dritto davanti a
se.
La raggiunsero e si voltarono verso ciò che
attirava la sua attenzione: quando videro la scena rimasero impietriti.
Davanti a loro, disteso e terra, vi era un
uomo.
La ragazza si avvicinò e gli mise due dita
vicino alla gola: era morto.
- Chiamate la polizia!- ordinò Eiko a Genta e
gli altri che li avevano raggiunti.
- Signora, venga!- continuò poi cercando di
tranquillizzare la donna, ancora sotto shock.
Anche se con un po’ di fatica, riuscì a farla
alzare per poi aiutarla a sedersi su una sedia in cucina.
- Ayumi, Ai! State con lei!- disse poi la
ragazza.
- D’accordo!-
In seguito Eiko raggiunse Conan nel salotto:
il bambino stava esaminandi il corpo da lontano.
L’americana si inginocchiò accanto al cadavere
per osservarlo meglio.
- Si tratta di omicidio! Direi che gli hanno
sparato! Circa 4 colpi! E ad una distanza ravvicinata! Intorno ai fori
provocati dai proiettili è evidente della polvere da sparo!- ipotizzò Eiko,
indicando le ferite letali.
- Allora era vero quando dicevi di
intendertene di omicidi?!- le disse il detective.
- Bè, quando stai per 17 anni a stretto
contatto con due agenti dell’FBI, impari sicuramente qualcosa, credimi!-
rispose lei, sorridendo.
Dopo pochi minuti arrivò la polizia.
La ragazza e i bambini si allontanarono dalla
scena del crimine, per non intralciare gli agenti.
- Ricapitolando: la vittima si chiamava
Akinori Tanaka, aveva circa 48 anni e viveva con la moglie!- disse l’ispettore
Megure.
- Ed è stata uccisa da circa 3 proiettili!-
aggiunse l’agente Takagi, segnando il tutto sul suo taccuino.
- In realtà i colpi sono 4! Se osservate bene
vi è una ferita anche sul fianco destro e si può intuire che la distanza da cui
l’assassino ha sparato era molto ravvicinata! Ci sono tracce evidenti di
polvere da sparo!- esclamò Eiko, intromettendosi.
- La ragazza ha ragione, ispettore! Qui ce n’è
un altro!- affermò un agente che stava esaminando il corpo.
- E tu si può sapere chi sei?- chiese poi
Megure rivolto alla giovane.
- È la nipote del dottori Agasa! Si chiama
Eiko!- spiegò Conan, attirando l’attenzione su di se.
- Conan? Cosa ci fai qui? E ci siete anche voi
ragazzi?- esclamò l’uomo, vedendo la squadra dei giovani detective al completo.
- Passavamo di qui per caso, quando abbiamo
sentito la moglie della vittima gridare!-
- E come al solito vi siete subito intrufolati
nelle indagini!-
- Avete già scoperto che tipo di pistola ha
sparato questi proiettili?- chiese Eiko, che si era avvicinata al corpo.
- Ehi, tu! Non puoi stare lì!- la richiamò
l’ispettore.
- Stia tranquillo! È una detective!- spiegò
Genta.
- Una detective?-
- Non lo stia ad ascoltare! Sono solo figlia
di due agenti dell’FBI! Se vuole può chiamarla una specie di eredità!- disse
l’americana sorridendogli.
- Capisco…- rispose ancora perplesso Megure.
- Non ha ancora risposto alla mia domanda!-
riprese la ragazza, guadagnandosi un’occhiata interrogativa da parte
dell’ispettore.
- La pistola con cui è stato ucciso!- gli
ricordò lei.
- Ah! No, la scientifica non ce l’ha ancora
comunicato!-
Conan affiancò la ragazza, guardando la
vittima.
- Secondo te perché è stato ucciso? Sembra una
persona a posto!- le chiese lui.
- A volte le apparenze possono anche
ingannare, Shinichi! Comunque non ne ho la minima idea! Dovremo aspettare che
interroghino la moglie!- rispose Eiko.
Così quando sentirono Takagi comunicare
all’ispettore che erano pronti per l’interrogatorio, il bambino e la ragazza si
affrettarono a raggiungerli.
- Signora, dovremmo farle qualche domanda! Se
la sente di rispondere?-
La donna annuì semplicemente.
- Che lavoro faceva suo marito?-
- Era un avvocato! Aveva uno studio legale in
centro!- rispose meccanicamente lei.
- Ha qualche idea di chi avrebbe potuto o
voluto uccidere suo marito?-
- No, nemmeno una!- disse puntando lo sguardo
fisso davanti a se.
- Non sa se aveva dei nemici?-
- Che io sappia no! Con i suoi cliente ha
sempre avuto buoni rapporti e non credo che ci fosse nessuno che voleva
vendicarsi! Quei criminali che ha mandato in galera non si sono mossi da lì!-
- Capisco! E non può dirci altro? Ci pensi
bene!-
Ma la donna scosse la testa.
- D’accordo! Se le viene in mente
qualcos’altro ce lo faccia sapere!- disse l’ispettore, sapendo che insistere
non sarebbe servito a nulla.
- Ispettore! Sono arrivati i risultati della
scientifica!- esclamò un agente raggiungendo Megure e consegnandogli un foglio.
- Dunque… vediamo… la vittima è stata uccisa
da 4 colpi di pistola a distanza ravvicinata!- lesse ad alta voce, alzando poi
lo sguardo verso l’americana.
- Proprio come avevi detto tu!-
- Vada avanti, per favore!- lo incoraggiò lei.
- La pistola utilizzata è… una Walther P1
calibro 9x21!-
Conan ed Eiko si guardarono perplessi:
chiunque avesse usato quella pistola voleva essere sicuro che la sua vittima
morisse all’istante.
Ciao a tutti!!
Allora come vi sembra questo capitolo?!?!?
In realtà doveva esserci anche un’altra parte,
ma poi diventava troppo lungo, così l’ho divisa in due!
Vi dico subito che il tipo di pistola che ho
scritto l’ho cercato disperatamente su internet, quindi non sono del tutto
sicura che sia una pistola che uccide, ma me ne serviva una dal calibro alto.
Ora ringrazio:
DarkSelene89Noemi:
sono contenta che ti sia piaciuta!! Anche tu sei una anti-Ran?! Se è così,
benvenuta nel club!!! Comunque spero che continuerai a seguirmi! Un’ultima
cosa: sei tu che hai preso il mio indirizzo msn? Ciao ciao a presto!!
Dany92: grazie
ancora per il sostegno! In questo chap la storia comincia ad entrare nel vivo!
Spero ti piaccia!! Ciao baci
Viky4forever: Ciao Vikyyyyyy!!!!! Sono
contentissima che il chap ti sia piaciuto!!! Spero sia lo stesso con questo? E
come sempre… ABBASSO RAN!!!!!!!! Hihihi!!! A presto… baci tvttttttb
Karen_Love:
eccoti il continuo!! in effetti non si può non considerare Shinichi un gran bel
figo, xkè è un gran bel figo!! ^.^ comunque continua a seguirmi! Ciao ciao baci
Stava calando la sera, ma tutti erano ancora
in casa Tanaka.
Conan ed Eiko non avevano scoperto nulla di
nuovo, se non che la vittima doveva essere immischiata in una faccenda più
grande di lei.
Questo, i due detective, l’avevano capito dal
modello di pistola utilizzato per uccidere l’avvocato: chiunque l’avesse usata
doveva essere molto importante e soprattutto molto potente.
Erano quasi le 19:30 e gli agenti erano già
andati via tutti; erano rimasti solamente Eiko, i bambini, l’ispettore Megure e
Takagi.
- Ragazzi, è meglio tornare a casa! Si è fatto
tardi!- disse loro l’ispettore.
- Domani tornate per le indagini, vero?-
chiese l’americana.
- Si, perché?- chiese sospettoso l’uomo.
- No, niente! Curiosità!- rispose lei, facendo
la finta tonta.
- Cos’hai in mente?!-
- Io?!?! Assolutamente nulla!-
- Questa ragazza è peggio di quel Kudo!-
commentò tra se Megure, allontanandosi, mentre la ragazza e Conan si guardavano
ridendo sotto i buffi.
I due detective, insieme ad Ai, salutarono gli
altri e si diressero verso casa.
- Hai qualche idea?- chiese improvvisamente la
ragazza, dopo alcuni minuti di silenzio.
- Nemmeno una! Penso che la vittima fosse
coinvolta in qualcosa di grosso e pericoloso, ma non saprei cosa!- rispose il
piccolo.
A differenza di lui, Eiko aveva già una vaga
idea di cosa poteva trattarsi e, scambiandosi uno sguardo con la bambina
accanto a se, capì che la pensava come lei, ma decisero, con un muto accordo,
di non dire nulla al bambino: prima dovevano trovare le prove della loro
teoria.
A metà strada si salutarono per poi dividersi.
Quando giunsero alle rispettive case, Conan
non disse niente a Goro, mentre le due ragazze, dopo cena, raccontarono tutto
al dottor Agasa.
- E non avete idea di come sia accaduto?-
chiese l’uomo, alla fine del racconto.
- No! Purtroppo siamo in alto mare!
Nell’abitazione della vittima non abbiamo trovato nulla! Ma domani torneremo
per controllare meglio!- gli rispose la nipote.
- Credo sia la cosa più giusta! Ora andate a
dormire; è tardi!-
- D’accordo! Notte zio!- lo salutò Eiko
stampandogli un bacio sulla guancia.
L’americana fece fatica ad addormentarsi:
continuava a pensare a quella sua teoria e la cosa la preoccupava molto.
Ma alla fine si lasciò cullare dalle braccia
di Morfeo.
La mattina seguente si alzò piuttosto tardi e
si diresse verso la cucina per la colazione.
Dalla stanza provenivano due voci ben
distinte: una era quella di suo zio, ma l’altra non la conosceva.
- Buongiorno, zio!- lo salutò lei, ferma sulla
soglia della stanza.
La sua attenzione si spostò sul ragazzo seduto
di fronte all’uomo: era giovane, sui 17 anni, occhi e capelli scuri e pelle
abbronzata.
Era evidentemente giapponese, ma sembrava
avere qualche tratto occidentale.
Allo stesso modo lui scrutò lei:le gambe lunghe
e snelle erano rimaste scoperte, mentre indossava un paio di pantaloncini corti
e sopra una canottiera, che usava come pigiama, e i capelli erano tenuti fermi
da un ciappo, con qualche ciuffo ribelle che le ricadeva sul bel viso.
Era davvero molto carina, pensò il giovane.
- Oh, cara! Ti sei svegliata! Scusa, non ti ho
avvertito che avremmo avuto ospiti!- la salutò il dottor Agasa.
- Non ti preoccupare, zio!- rispose lei.
- Scusa, non ho ancora fatto le presentazioni!
Lui è Heiji Hattori!-
Il ragazzo si alzò sorridendo e stringendole
la mano.
- Il famoso detective del liceo! Ho sentito
parlare molto di te! Piacere, io sono Eiko Agasa!- si presentò lei, rispondendo
al sorriso e alla stretta.
- Il piacere è mio! Tuo zio mi ha raccontato
un po’ di te e della tua scoperta!-
- Ti riferisci a Shinichi? Bè, a volte lo zio
ha la lingua un po’ troppo lunga!- rispose Eiko ridendo, mentre l’uomo
arrossiva.
- Ma non credo che tu sia venuto fin qui da
Osaka solo per sentir parlare di me!- disse poi sedendosi e tavola e versandosi
una tazza di caffè.
- No, infatti! L’ho chiamato io! Ho pensato
potesse dare una mano per le indagini!- si intromise il dottore.
La nipote lo guardò stupita e un po’
infastidita.
- Il dottor Agasa mi ha chiesto di aiutare
Shinichi a risolvere il caso!- spiegò Heiji.
- Allora ti sei fatto un viaggio per niente!
Basto io!-
- Tu?- chiese stupito il detective.
- Come, lo zio non te l’ha detto?! Sono una
sottospecie di detective! Non sarò in gamba come Shin, ma me la cavo!-
- Eddai, Eiko! Non fare l’antipatica! Un aiuto
in più non fa mai male!- gli disse Agasa.
- Lo ripeto e lo ribadisco: hai la lingua
troppo lunga!- lo rimproverò lei, facendolo arrossire di nuovo.
In seguito la ragazza, spostò il suo sguardo
sul giovane, poi sospirò.
- D’accordo! Se è così allora… ti ringrazio
per l’aiuto, Heiji!- disse, recuperando il suo splendido sorriso.
- Non c’è di che! Quando si parla di omicidi
sono sempre pronto!- rispose lui sorridendo a sua volta.
- Vado a chiamare Shinichi!- disse poi
l’americana, alzandosi e dirigendosi verso il salotto.
Digitò il numero ed attese che rispondessero
dall’altro capo del telefono.
- Pronto?! Agenzia investigativa Mouri!
Desidera?- rispose finalmente una voce di ragazza.
- Ran, ciao sono Eiko! C’è Conan?-
- Oh, ciao Eiko! Si,
te lo chiamo subito!-
La giovane aspettò ancora, finché non sentì la
voce dell’amico.
- Anche alla mattina mi devi chiamare,
adesso?-
- Oh, scusa! Ti ho disturbato mentre guardavi
i cartoni animati?- lo prese in giro lei.
- Spiritosa! Che vuoi?-
- Ti sei alzato con il piede sbagliato
stamattina? Comunque potresti venire da me?!-
- Quando?-
- Adesso!-
- Perché?!-
- Tu vieni e non ti preoccupare!-
- Ok, arrivo! A dopo!- e riattaccarono.
Eiko andò a cambiarsi per rendersi più
presentabile, poi tornò in salotto per spiegare il caso ad Heiji in modo più
dettagliato.
- Quindi non sapete chipotrebbe averlo ucciso?- chiese infine il
ragazzo.
- Sappiamo solo che deve essere stato qualcuno
di potente!- rispose lei, scuotendo la testa.
Fece una pausa di alcuni secondi poi
aggiunse:- In realtà una mezza idea ce l’avrei, ma voglio prima procurarmi le
prove!-
I due ragazzi si guardarono: anche Heiji aveva
intuito cosa pensasse la ragazza.
Proprio in quel momento suonarono al
campanello.
- Deve essere Shinichi! Vado ad aprire!-
Il giovane la guardò dirigersi verso la porta.
- Allora, si può sapere che c’è?!- chiese
Conan, quando Eiko gli aprì.
- Ciao Shin! Si, io sto bene, grazie! E tu?-
Il bambino la guardò, poi scoppiò a ridere.
- Va bene! Hai vinto tu! Ma ora spiegami
perché mi hai fatto venire qui! Hai scoperto qualcosa di nuovo sul caso?- le
chiese entrando in casa.
- Ehm… veramente no! Il fatto è… che abbiamo
visite!-
- E mi hai chiamato solo perché qualcuno è
venuto a trovarti?- disse il piccolo.
- È così che si salutano gli amici?!- chiese
Heiji, facendo il finto offeso, quando i due entrarono nella stanza.
- Heiji?! Cosa ci fai qui?-
Così i due ragazzi gli raccontarono tutto.
- In poche parole sei venuto a ficcare il
naso!- commentò Conan.
- Se preferisci dirlo così… ma io preferisco
dire che sono venuto a darti una mano!-
- D’accordo!- disse il bambino sospirando.
–Essere in tre è meglio che essere solo in due! Anche perché il caso sembra
piuttosto complicato!- aggiunse, pensoso.
- Già!- disse Eiko.
- Ok! Allora che ne dite se andiamo a dare
un’occhiata? La polizia dovrebbe già essere sul posto!- suggerì Conan.
Gli altri due annuirono, così si diressero
verso la casa della vittima, con l’intenzione di far luce su quel caso che
sembrava irrisolvibile.
Ecco il 5° chap!!! Ce l’ho fatta!!! Sono 3
giorni che l’ho scritto, ma non avevo mai il tempo di postarlo!!!
Cmq spero vi sia piaciuto!!
È arrivato anche Heiji!! Non potevo fare
mancare quel figon…. Ehm… il caro Heiji!! ^///^
Allora ringrazio:
DarkSelene89Noemi:
scusa se ho scritto il tuo indirizzo!! ^///^ cmq l’ho cancellato, tranquilla!!!
Bè, se sei anche solo un minimo anti-Ran, sei cmq la benvenuta nel club!!!
Continua a seguirmi!! Bacio
Dany92: sono
contenta che ti piaccia!!! In effetti io adoro i gialli, quindi dovevo per
forza scriverne uno!! Spero che anche questo nuovo chap ti piaccia! A presto…
baci…
Viky4forever:
in effetti sembravi un po’ macabra, ma ho capito che era un complimento! ^_^
Ran apparirà solo se ne avrò bisogno!! MUAHAHAHAHAH!!! A presto… baci tvtttttttb
I tre amici giunsero a casa della vittima; l’intera
abitazione era circondata da un nastro giallo, simbolo delle indagini in corso.
I detective lo scavalcarono ed entrarono nel
giardino per poi varcare la porta; in tutte le stanze vi erano agenti intenti a
rilevare le impronte digitali e a cercare indizi utili per il caso.
- Ehi, cosa ci fate voi qui?!- attirò la loro
attenzione Megure, andando verso i tre.
- Siamo venuti a dare un’occhiata!- rispose
Heiji.
- Hattori?! Anche tu qua?!- chiese stupito
l’uomo.
- Già! Sono venuto a dare una mano!-
- Ecco! Ora manca solo Kudo e siamo a posto!-
I ragazzi si guardarono sorridendo.
- Possiamo dare un’occhiata in giro?!- chiese
poi Eiko.
- D’accordo! Ma vedete di non toccare niente!-
li avvertì l’ispettore allontanandosi.
L’americana, il bambino e il giovane si
concentrarono sul salotto, luogo in cui era avvenuto l’omicidio.
Solo in quel momento, osservando attentamente
la stanza, Conan si accorse della lampada che doveva trovarsi sul tavolino accanto
al divano, e che invece era a terra, in frantumi.
- Credo ci sia stata una colluttazione tra i
due prima che la vittima venisse uccisa!- osservò il piccolo ad alta voce.
- Già! La tua supposizione è esatta! Secondo i
risultati della scientifica sulle braccia del signor Tanaka sono stati trovati
diversi graffi, segni evidenti del fatto che ha lottato con il suon aggressore
prima di morire!- confermò Heiji, leggendo i fogli che aveva sottratto a
Takagi.
- Mi scusi, agente! Sa dirmi se sono state
rilevate impronte digitali non appartenenti alla vittima?!- chiese Eiko,
rivolgendosi ad un uomo poco distante.
- In effetti si! Ne abbiamo trovate alcune su
quel tavolo, le stesse rilevate sull’orologio che portava al polso l’avvocato!
Ma ancora non sappiamo a chi appartengano!- rispose lui, indicando il mobile
interessato.
- Grazie!- disse la ragazza sorridendo.
- Bene! Quindi direi che possiamo escludere la
moglie dalla lista dei sospetti! È ovvio che l’assassino è venuto
dall’esterno!- riprese poi rivolta ai 2 amici.
- Sembrerebbe di si! Possiamo escludere anche
l’ipotesi di un furto! Non sono state trovate tracce di scasso e ho visto
l’orologio del signor Tanaka: sembrava valere parecchio! Se fosse stato un
ladro ad ucciderlo, l’avrebbe preso!- osservò Conan.
- Giusto! Quindi possiamo ipotizzare che la
vittima conosceva il suo assassino e che l’ha fatto entrare in casa di sua
spontanea volontà!- concluse Heiji.
Eiko aprì alcuni cassetti e in uno di questi
vi trovò un’agenda: all’interno vi erano tutti gli appuntamenti che la vittima
aveva avuto o avrebbe dovuto avere con i suoi clienti.
L’americana la sfogliò, fino ad arrivare alla
data del giorno precedente.
Si fermò quando giunse alle ore 16: le cifre
erano cerchiate con un pennarello rosso.
- Heiji, a che ora è avvenuto il delitto?-
chiese poi la ragazza.
- Dunque… vediamo… intorno alle 16:30!
Perché?-
- Coincide! Secondo quest’agenda sembra che il
signor Tanaka avesse un appuntamento importante alle 16! Ovviamente non c’è
scritto nessun nome, ma l’ora corrisponde più o meno con quella della morte!-
rispose lei, mostrando il libricino agli altri due.
- Io sono sempre più convinta che l’ipotesi
mia e di Shinichi si azzeccata!- continuò Eiko, tornando ad osservare le
pagine.
- E quale sarebbe?- chiese curioso Hattori.
- Che la vittima era coinvolta in qualcosa di
grosso e pericoloso!- terminò Conan per lei.
- Ehi! Aspettate un attimo! C’è qualcosa qui!-
esclamò improvvisamente la giovane, avvicinando l’agenda alla luce.
I due ragazzi le si accostarono, per osservare
meglio.
- Cos’hai visto?!- chiese il detective di
Osaka.
- Guardate qui! Sembra che la scritta sia
stata cancellata, ma si vede ancora il solco lasciato dalla penna! Vediamo…-
avvicinò di più il foglio agli occhi. – Sembra ci sia scritto “ur” oppure “or”
o qualcosa del genere! E sotto… questa sembra una “g”!-
- Pensi che possa servirci per scoprire chi è
il colpevole?- chiese il bambino, osservando a sua volta la pagina.
- Può darsi! Potrebbero essere le iniziali o
qualcosa di simile…-
La ragazza rimise l’agenda al suo posto e
riprese le sue ricerche.
Mentre Heiji e Conan continuavano a cercare in
salotto, lei si spostò nella camera della vittima e della moglie.
Per sua fortuna non c’erano agenti nei
paraggi, così poté dare un’occhiata in giro in tutta tranquillità.
Osservò le foto sul comò: alcune ritraevano
l’avvocato con la consorte, altre i due coniugi con una ragazza di circa 25
anni, probabilmente la figlia.
Infine si decise a controllare un po’ nei
cassetti.
Aprì prima quelli del comò e dell’armadio,
trovandovi dentro solo vestiti ed accessori, poi si dedicò a quelli del
comodino del signor Tanaka.
Li aprì tutti, ma fu l’ultimo ad attirare la
sua attenzione: al suo interno vi erano parecchi documenti.
Li prese in mano e cominciò a sfogliarli:
molti erano casi che gli erano stati affidati dai clienti che aveva difeso.
Ma tra di essi ve n’erano alcuni molto
sospetti.
Li guardò tutti, ma solo quando lesse le prime
due parole di uno di questi, cominciò a preoccuparsi.
- Heiji, Conan! Venite qui!- li chiamò Eiko.
- Che c’è? Hai trovato qualcosa?!- le chiese
il giovane di Osaka.
- Shin, dimmi una cosa: quella sostanza che ti
ha rimpicciolito, si chiama APTX, vero?-
- Si, perché?- chiese il piccolo, cominciando
a preoccuparsi a sua volta.
- Perché in questo caso, credo di sapere chi
ha ucciso Tanaka!- rispose la ragazza, sollevando il foglio che aveva in mano:
sulla cima, a caratteri cubitali, vi era scritto FORMULA APTX.
Eccovi il 6° chap finalmente!!!! Ovviamente
avete capito chi è l’assassino!!!
E avete capito anche a cosa corrispondevano le
iniziali trovate sull’agenda?! Cmq sia, ora la storia comincia ad entrare nel
vivo!!
Intento ringrazio:
tigre: bè, il caso
è praticamente stato risolto, ma ti dirò che non è questo il succo della
storia! Cmq si, sono iscritta al forum di detective Conan, anche lì ho
pubblicato la ff!! Anche tu sei iscritto? Continua a seguirmi! Ciao ciao
Dany92: oh, ecco la
mia lettrice fedele! Spero di non aver deluso le tue aspettative rivelando il
colpevole così presto, ma il caso è appena entrato nel vivo, ci saranno ancora
parecchie sorprese! Continua a seguirmi! Ciao baci
Viky4forever:
ciao amichettaaaaaaaaa!!! Quella di Ran potrebbe essere un’idea, ma non voglio
essere così cattiva!!! :P Comunque ovvio, come potevo non inserire il mio 2°
amore di DC?! A prestissimo… baci tvtttttttttttttttb
Karen_Love: Ciaooooooooo!!!! Tranquilla!! Anche
io sono piena di verifiche, in fondo sono gli ultimi giorni!!! Comunque sono
contenta che la ff ti piaccia, e anche la coppia Eiko/Shin… che tra parentesi
ancora non si sa se diventerà una coppia!!! Ciao ciao bacioni…
DarkSelene89Noemi:
per fortuna avevo cancellato il tuo indirizzo, o rischiavo che le tue ire si
riversassero su di me! :P Comunque ora sai chi è il colpevole: era chi avevi
intuito tu?! Se si, sei un’ottima detective!!! ^_^ a presto ciao baci..
I due detective erano ancora immobili ad osservare il
foglio ricoperto di numeri e formule.
- Non posso crederci! Quindi pensi che Tanaka
facesse parte…- iniziò Conan, lasciando la frase in sospeso.
- Già, penso proprio che la vittima facesse
parte dell’Organizzazione! Insomma è l’unica spiegazione per la presenza della
formula nel suo cassetto!- disse Eiko, tornando ad osservare il documento e
scrutandolo con attenzione.
Purtroppo per lei non era mai stata una cima
in fisica e non ci capiva assolutamente nulla, ma era sicura che Ai l’avrebbe
decifrata con facilità.
- Ehi, aspettate un attimo!- esclamò
all’improvviso.
- Cosa?!- chiese il bambino.
- Stavo ripensando alle iniziali che abbiamo
trovato sull’agenda: “or” sta per Organizzazione… quindi “g” sta per…-
- GIN!!!- dissero in coro la ragazza e il
piccolo, capendo all’istante.
- Ehi, ehi, ehi! Calmi!!
Vi dispiacerebbe spiegare anche a me?- chiese Heiji, dopo aver perso il filo
del discorso.
- Come saprai già gli uomini dell’Organizzazione
sono quelli che hanno fatto tornare bambino Shinichi! Gin è uno degli esponenti
maggiori!- spiegò Eiko, cercando l’assenso di Conan, non essendo perfettamente
informata sulla cosa.
- Esatto! E anche uno dei più potenti! È stato
lui a stordirmi, mentre Vodka mi somministrava il veleno!- annuì il bambino.
- Gin?! Vodka?! Ma che razza di nomi sono?!-
chiese stupito il detective di Osaka.
- Sono nomi in codice!- gli spiegò Conan.
- E ora che si fa?!- chiese poi, dopo un lungo
e preoccupato sospiro.
- Per ora credo sia meglio tornare a casa e
mostrare la formula ad Ai, poi discuteremo sul da farsi!- disse l’americana,
uscendo dalla stanza seguita dai due ragazzi.
Si stavano dirigendo verso l’uscita della
casa, quando la voce di Megure li bloccò.
- Ragazzi, ve ne andate di già? Avete scoperto
qualcosa?!- chiese loro l’uomo.
- Ehm…- iniziò Eiko, guardando gli altri due.
- Veramente no, niente di nuovo!- rispose poi
titubante, con un sorriso tirato.
- Peccato!! Comunque credo che saremo qui
anche domani! Se volete tornare...- disse loro l’ispettore.
- D’accordo! La ringrazio! Arrivederci!- e i
tre si affrettarono a dirigersi verso la casa del dottor Agasa.
- Mi spieghi perché non hai detto niente
all’ispettore?!- chiese Heiji, non capendo il gesto dell’amica.
- Perché avremmo rischiato di dover raccontare
tutto anche di Shinichi! Per il momento meglio tenere le cose per noi! Se ce ne
sarà bisogno, contatteremo la polizia!- spiegò la giovane, senza fermarsi.
La ragazza si voltò poi verso il bambino che
camminava accanto a lei.
- Ehi, Shin! Tutto ok?!-
- Mmh?! Si, si! Stavo solo pensando…-
- Che ora che l’Organizzazione si è rifatta
viva hai paura che ti abbiano scoperto e che le persone a cui tieni siano in
pericolo!- concluse lei per lui, guadagnandosi un’occhiata stupita da parte del
bambino.
- Stai tranquillo! Non succederà nulla a
nessuno!!- cercò di rassicurarlo Eiko, mentre arrivavano a casa sua.
Conan la osservò pensieroso: sembrava che
quella ragazza gli avesse letto nel pensiero.
Come faceva?
Era come se loro due avessero una sintonia
particolare.
Le sue riflessioni furono interrotte dalla
voce del dottor Agasa.
- Ragazzi! Cosa ci fate già qui?- chiese
l’uomo.
- Abbiamo già risolto il caso, zio!- gli
rispose la nipote.
- Cosa?!?!?!-
- Ai è in laboratorio?!- chiese poi lei senza
concedergli una risposta.
- Si, ma…-
- Io vado da lei! Spiegate voi cosa è
successo!- disse Eiko, rivolta agli altri due, mentre si dirigeva verso la
stanza in cui la bambina faceva i suoi esperimenti.
Bussò 2 volte, fino a che non sentì la
risposta giungere dall’interno.
- Avanti!-
- Ai, sono io!-
- Ah, Eiko! Sei tu?! Siete già tornati?!
Questo significa che avete risolto il caso?-
- Più o meno! Ma abbiamo trovato una cosa che
potrebbe interessarti!-
La giovane le consegnò il foglio, aspettando
la sua reazione che non ci mise molto ad arrivare: la bambina sgranò gli occhi
nell’osservare quella distesa di formule.
- Dove l’hai trovata?!-
- Nel cassetto del comodino della vittima,
nella sua stanza!-
- Vuoi dire che…-
- Che probabilmente gli assassini sono quelli
dall’Organizzazione! E abbiamo trovato altri indizi che ci fanno credere che ad
uccidere il signor Tanaka sia
stato proprio… Gin!-
Ai spalancò ancora di più gli occhi, quando
sentì pronunciare quel nome.
- L’avete detto alla polizia?!-
- No, ancora no! Abbiamo deciso di
aspettare!!-
La bambina si limitò ad annuire, mentre
riportava la sua attenzione sul foglio.
- Ho pensato di portartela!! Io non ci capisco
assolutamente nulla, mentre per te sarà diverso! Poi ho pensato che potesse
servirti per…-
Non ci fu bisogno che l’americana finisse la
frase: Ai aveva capito cosa intendeva.
- Ora è meglio che ti lasci lavorare! Se ci
sono novità avvertici!-
- D’accordo!- rispose semplicemente la
bambina.
- Ah, a proposito! Da quello che ho capito non
hai mai sentito il nome della vittima quando facevi parte dell’Organizzazione!
Ti dispiacerebbe cercare qualche informazione? Il nome è Akinori Tanaka!-
- Si, certo!- rispose la bambina, ancora un
po’ scombussolata.
- Grazie!- le disse sorridendo.
Così Eiko la salutò e tornò in salotto, dove
trovò lo zio e i due amici comodamente seduti.
Quando entrò nella stanza le loro attenzioni
si concentrarono su di lei.
- Allora, avete raccontato tutto?!- chiese la
giovane ai due detective,
- Si! E tu?!- chiese Conan, preoccupato per la
possibile reazione di Ai.
- Si! Le è bastato vedere il foglio per capire
tutto! Non ho dovuto raccontarle nulla! In più le ho chiesto di fare qualche
ricerca sulla vittima! Per saperne di più!-
- Cosa contate di fare adesso?- chiese il
dottor Agasa.
- Per ora nulla!! Aspettiamo di vedere cosa
scopre Ai!- rispose la ragazza.
- Giusto! Ora sarà meglio tornare a casa! Si
sta facendo tardi!- disse Heiji.
- Già! Per il momento non possiamo fare
niente! Vi accompagno alla porta!- disse Eiko ai due ragazzi.
Così i detective salutarono il padrone di
casa, e dopo aver fatto lo stesso con l’amica tornarono alle rispettive dimore,
dandosi appuntamento 3 giorni dopo, proprio in quella casa.
Quei 3 giorni passarono in fretta: Conan
usciva raramente di casa, e lo stesso faceva Eiko.
Ogni tanto si sentivano per telefono, ma
finivano sempre per parlare del caso.
Per quanto riguardava Ai erano giorni che era
chiusa nel suo laboratorio: sia la ragazza che suo zio sospettavano che non
dormisse da parecchie ore.
Come stabilito, 3 giorni dopo il ritrovamento
della formula, i tre amici si ritrovarono a casa del dottor Agasa.
- Allora, qualcosa di nuovo?- chiese Heiji
all’americana.
- No, niente! La polizia non mi ha contattata,
quindi credo non abbiano scoperto nulla!- rispose lei.
- E Ai?- chiese Conan.
- Lei è giorni che non esce dal laboratorio,
quindi non so…-
Proprio in quel momento sentirono una porta
aprirsi e, pochi secondi dopo, apparve la bambina.
- Ai! Finalmente! Cominciavamo a
preoccuparci!- le disse Eiko.
- Tranquilla, sto bene! E ho delle notizie!
Due per l’esattezza!-
- Belle o brutte?!- chiese preoccupata la
giovane Agasa.
- Non saprei…-
- Avanti, non tenerci sulle spine!- la incitò
Heiji.
- Ok, allora… la prima è che ho scoperto
qualcosa sulla vittima: faceva parte dell’Organizzazione solo da pochi mesi,
per questo non avevo mai sentito parlare di lui! Deve aver fatto qualcosa molto
contraria al volere di Gin per far si che lo uccidessero in quel modo! La
seconda notizia è…-
La bambina si interruppe, titubante.
- Continua!- le disse Eiko.
- La seconda è che…. Ho trovato l’antidoto per
l’APTX!-
Sono bastarda, eh, a lasciarvi così?! Eh, lo
so!!! MUAHAHAHAHAH!!! :P
Cmq sembra che nel prossimo chap ci saranno
delle sorprese!! Chissà cosa accadrà!!!!
Intanto ringrazio:
Dany92: allora, l’assassino è chi avevi
pensato tu?! Bè, se avevi pensato a Gin, ci hai azzeccato!!! Comunque sono
contenta che la ff ti piaccia!! Ciao ciao baci
Viky4forever: eh, già, tu hai l’anteprima!!!
Ma sono al pari anche al forum, quindi… cmq ora hai scoperto chi è
l’assassino!!!! Hihi!!! A presto… baci tvttttttttttttttttttttttb
DarkSelene89Noemi: Ciao!!! Per fortuna!!!
Anche perché se ti arrabbiavi con me come facevo a continuare la ff?!?!?! :P
Cmq spero che l’assassino sia chi ti aspettavi!!! Grazie del commento!!! Baci
ciao
Cele$te4ever: ehi, hai intenzione di prevedere
il futuro della mia ff?! bè, non ci riuscirai perché sono imprevedibile!!! :P
cmq grazie per il commento!!! Già, ora manca ancora meno alla fine della tortura!!
Ciao ciao baci
Conan fissava l’amica a bocca aperta e con gli
occhi spalancati.
- Dici sul serio?- chiese Eiko al posto del
bambino.
Ai annuì semplicemente.
- Fantastico!! Così tu e Shinichi potrete
tornare adulti!- disse entusiasta Heiji.
- Non è così semplice come sembra!- gli
rispose la bambina.
- Cosa intendi dire?- chiese l’americana,
mentre Conan restava in silenzio.
- Ho trovato l’antidoto, quindi possiamo
riprendere le nostre sembianze, ma dobbiamo pensare ai pericoli che corriamo! L’Organizzazione
ci crede morti; se Shiho e Shinichi tornano all’improvviso, non passeranno
inosservati! Dobbiamo rifletterci attentamente!- spiegò la piccola scienziata.
Eiko si voltò verso il bambino con gli
occhiali guardandolo attentamente, cercando una risposta nei suoi occhi che
però non trovò.
- Shinichi?!- cercò di attirare la sua
attenzione.
Conan, riprendendosi dal suo stato di
“catalessi”, fissò l’amica.
- Ora spetta a te decidere!- gli fece notare
l’americana.
Il bambino si limitò ad annuire, tornando a
fissare il vuoto.
- Facciamo così: ora torniamo tutti a casa e
riflettiamo sulla situazione!- propose la giovane Agasa, ottenendo il consenso
generale.
- Dicono che la notte porta consiglio!-
aggiunse poi con un sorriso rassicurante rivolto a Conan, che rispose più
sollevato.
Così il bambino ed Heiji, dopo aver salutato
le due ragazze e il professore, tornarono alle rispettive dimore.
Conan e Ai rimasero svegli tutta notte per
prendere la loro decisione: era più difficile del previsto, ma dovevano farlo.
Anche Eiko impiegò parecchio tempo per
addormentarsi: continuava a pensare al fatto che se Shinichi avesse deciso di
prendere l’antidoto, finalmente avrebbe visto il suo vero aspetto.
Ma perché era così agitata?
In fondo lei lo conosceva solo come Conan e lo
aveva visto con le sue vere sembianze solamente in foto…
Finalmente, dopo diverse ore, riuscì a
prendere sonno.
La mattina dopo si svegliarono abbastanza
presto.
Eiko non era riuscita a chiedere ad Ai quale
decisione avesse preso, poiché si era chiusa nel suo laboratorio già all’alba.
I ragazzi si erano dati appuntamento per le 4
di quel pomeriggio e all’ora stabilita tutti si trovavano in casa Agasa.
Erano radunati nel salotto, ma nessuno si
attentava a rompere il silenzio.
Così fu l’americana a parlare per prima.
- Rimanendo qui a fissarci non risolveremo
nulla! Mi dispiace insistere, ma dovete prendere una decisione!- disse,
guardando Conan ed Ai.
I due bambini si guardarono, sospirando.
- Hai ragione! Io ho deciso…- iniziò il
piccolo. – Ho deciso di prendere l’antidoto!-
Il cuore di Eiko cominciò a battere
all’impazzata, senza che la ragazza avesse una spiegazione per questo.
- Sei sicuro? Hai pensato bene alle
conseguenze?- gli chiese il dottor Agasa.
- Si, ci ho pensato tutta la notte! Prima o poi
dovrò tornare ad essere un liceale, e tutti voi sapete quanto odi essere un
bambino, quindi perché aspettare? Quando Gin e Vodka si faranno vivi, penserò
alle conseguenze. In fondo è meglio affrontarli con le mie sembianze d’adulto
che di ragazzino delle elementari!- spiegò, chiudendo gli occhi, come per
riflettere.
- Inoltre basterà che non si sappia troppo in
giro del mio ritorno!- aggiunse, guardando i presenti.
- Giusto! Non fasciamoci la testa prima di
essercela rotta!- concordò l’americana, sorridendo al bambino.
- Ai! Tu invece cos’hai deciso?- le chiese il
professore.
La bambina sospirò per la seconda volta.
- Io ho deciso di non prenderlo!- rivelò.
Tutti rimasero stupiti.
- La decisine di Shinichi mi ha aiutata ad
esserne sicura! È meglio se non torniamo tutti e due insieme, il pericolo
sarebbe doppio! In fondo io sto bene nei panni della bambina, non mi dispiacerà
restarci ancora per un po’!- spiegò poi.
- Ne sei sicura?- le chiese Conan,
preoccupato.
- Si, tranquillo!- rispose lei, cercando di rassicurarlo
con un sorriso.
- D’accordo! Quindi non ci resta che provare!-
concluse Heiji, dopo alcuni secondi di silenzio.
- Shinichi, prima di darti l’antidoto, devo
avvisarti che non so cos’accadrà! Insomma, potrebbero esserci degli effetti
collaterali…-
- Correrò il rischio! Anche la prima volta ha
avuto degli effetti non previsti, quindi sono pronto a tutto!-
- Ok, allora vieni con me!-
Ai si avviò verso il suo laboratorio, mentre
Conan si accingeva a seguirla.
Dopo aver mosso pochi passi, il bambino fu
fermato da una mano che si era postata sulla sua spalla.
Si voltò e accanto a sé vide Eiko.
- Buona fortuna!- gli disse con un sorriso
incoraggiante.
- Grazie!- rispose, rispondendo al sorriso.
Poi scomparve nell’altra stanza con la
bambina.
Passò circa un’ora, in cui la ragazza, lo zio
ed Heiji rimasero seduti in salotto, silenziosi.
Non avevano ancora avuto notizie dei due, e la
cosa li preoccupava un po’.
Finalmente, intorno alle 18:30, sentirono il
cigolare di una porta, segno che qualcuno stava uscendo dal laboratorio.
Infatti, dopo pochi secondi, apparve Ai.
Tutti i presenti si alzarono in piedi,
interrogandola con lo sguardo.
- È andato tutto bene!- disse infine la
bambina.
- Shinichi… è tornato?- chiese agitata Eiko.
- Si! Ora sta dormendo! Meglio lasciarlo
riposare!-
Il dottor Agasa e il giovane detective
annuirono, mentre il cuore dell’americana riprese a battere, come impazzito.
Che le stava succedendo?
Ok essere ansiosa di conoscere finalmente il
famoso Shinichi Kudo, ma in fondo lo conosceva già da qualche giorno.
Cosa sarebbe cambiato?!
Il tempo continuò a scorrere ininterrotto.
Il professore aveva preparato qualcosa da
mettere sotto i denti, più per ingannare il tempo che per la fame.
Erano ormai le 10 di sera e il ragazzo non si
era ancora svegliato.
Stavano per scoccare le 11 e tutti i ragazzi
stavano per crollare dal sonno, quando sentirono una porta aprirsi.
I presenti si drizzarono sulle loro poltrone,
guardando verso il corridoio che portava alla stanza di Ai.
Tutti trattennero il respiro.
Un ragazzo alto, moro con gli occhi azzurri
fece il suo ingresso.
- Certo che ora, sembra tutto più grande!-
proferì il giovane.
Gli amici sorrisero: Shinichi Kudo era
tornato!
Eccolo!!! È tornato!!! SHINICHI!!!! AMORE
MIOOOOOOOOOOO!!! Ok, basta!!! Allora come vi sembra questo chap?
Come sempre ringrazio tutti in modo
particolare Viky4forever, Dany92 e Cele$te4ever!!!
Shinichi continuava a guardarsi intorno, un po’ spaesato:
non era più abituato a vedere le cose da quell’altezza.
- Shinichi…- sussurrò Eiko, come rapita.
Solo il ragazzo la udì e si voltò a guardarla
per poi sorridere.
- Kudo!!! Finalmente sei tornato!!- esclamò
Heiji, abbracciando l’amico, realmente contento di vederlo, interrompendo così
quello scambio di sguardi
- Già! Non ci speravo più, ma rieccomi qua!-
rispose il giovane, preso un po’ alla sprovvista dalla reazione del detective.
- Shinichi, sono felice che tu sia tornato!-
lo salutò il dottor Agasa, stringendogli la mano.
- La ringrazio, professore!- disse rispondendo
alla stretta.
- Bè, almeno uno di noi è tornato quello di
sempre!- osservò Ai, guardandolo dal basso.
- Mi dispiace che tu non abbia preso
l’antidoto…- le disse, inginocchiandosi per arrivare alla sua altezza.
- Non ti devi preoccupare, sto bene così.- lo
tranquillizzò sorridendo.
Quando Shinichi si rialzò, si trovò davanti la
giovane americana.
- Finalmente ti conosco di persona, Shinichi
Kudo!- disse cordialmente, allungando una mano per stringere la sua.
- Piacere di incontrarti, Eiko Agasa!- rispose
lui.
Ma invece di prendere la sua mano,
l’abbracciò: il cuore della ragazza perse un battito, mentre rispondeva a
quella manifestazione d’affetto.
I due ragazzi si allontanarono, ma Shinichi
non vide il rossore sulle guance di lei.
Che cosa le stava succedendo?
Le stava forse salendo la febbre?
- Ora manca solo una cosa da fare.- disse
improvvisamente Ai.
- Cosa?!- chiesero tutti, stupiti.
- Avvertire Ran che Conan non tornerà più!-
Tutti abbassarono gli occhi: nessuno aveva
pensato a quella cosa.
Eiko osservò Kudo: aveva lo sguardo triste,
anche se cercava di non darlo a vedere.
Anche lei si intristì; il ragazzo doveva
tenerci molto a Ran.
- La chiamo io!- si offrì così la ragazza.
Questa volta gli occhi dei presenti si
posarono su di lei.
- Sei sicura?- chiese Shinichi.
- Si.- rispose sicura la giovane. – Devo dirle
anche che Shinichi è tornato?-
- No… le farò una sorpresa!-
Eiko si intristì ancora di più: quando lui e
la giovane si sarebbero rivisti si sarebbero sicuramente dichiarati.
In fondo era tanto tempo che non si vedevano e
dicono che la lontananza faccia crescere certe emozioni.
- D’accordo, come vuoi.-
Si diresse verso il telefono e compose il
numero dell’agenzia di Goro.
- Agenzia investigativa Mouri. Buonasera. Mi
dica.-
- Ran, ciao… sono Eiko.-
- Oh, ciao! Cercavi Conan? Mi dispiace ma è
uscito. In effetti è piuttosto tardi…-
- Ecco, è proprio di lui che volevo parlarti…-
L’americana rimase qualche minuto in silenzio,
aspettando una reazione da parte dell’amica.
Notando che l’altra non diceva nulla, decise
di continuare.
- Bè, questo pomeriggio… non so come dirtelo…
è venuta la madre di Conan a casa mia e… l’ha portato via!-
Ran rimase in silenzio per alcuni secondi,
reazione che preoccupò Eiko.
- Quindi Conan se n’è andato senza nemmeno
salutarmi?- chiese improvvisamente la ragazza, facendo sussultare l’amica.
- Vedi, è stata una cosa così improvvisa… nemmeno
lui se lo aspettava. Sono sicura che appena avrà un po’ di tempo ti chiamerà.-
cercò di tranquillizzarla.
- Ok… ti ringrazio. Ciao.- e riattaccò.
Il tono di Ran sembrava alquanto piatto:
doveva esserci rimasta davvero male.
Eiko posò la cornetta e si voltò verso gli
amici.
- Allora, come l’ha presa?- chiese curioso
Shinichi.
- Non saprei. Non ha manifestato molto le sue
emozioni, ma credo che ci sia rimasta piuttosto male.-
Il giovane annuì semplicemente: non sembrava
preoccupato per l’amica e la cosa spiazzò particolarmente l’americana.
- Domani la chiamo. Ora sarà meglio che torni
a casa.- proferì il moro, dirigendosi verso l’uscita.
- Shinichi, aspetta.- lo fermò il dottor
Agasa.
- Forse è meglio che tu non torna a casa tua.
L’Organizzazione potrebbe rintracciarti più facilmente.- gli spiegò l’uomo.
- Già, ha ragione!- disse pensieroso. – Ma
dove potrei andare?-
- Rimani qui da noi. Abbiamo tante stanze, ci
farà piacere avere della compagnia in più.-
- Cosa?!?!?!?!-
Gli sguardi stupiti degli amici si posarono su
Eiko, che aveva appena parlato.
- Cioè, voglio dire… magari Shin ha voglia di
tornare a casa sua… manca da tanto… avrà nostalgia delle sue cose…- cercò di
giustificarsi.
- Da una parte hai ragione… ma tu zio non ha
tutti i torti! Meglio non dare nell’occhio. Accetto volentieri la sua
ospitalità, professore!- accettò alla fine il giovane detective.
- Perfetto. Vado a prepararti la stanza.-
Shinichi si voltò verso Eiko e notò che aveva
abbassato gli occhi, come se volesse nascondere la sua tristezza.
- Ehi, se non vuoi torno a casa mia!- le disse
lui, avvicinandosi.
- Cosa?!- chiese lei, scendendo dalle nuvole.
– No, no! Lo dicevo solo per te! Perché dovrebbe darmi fastidio? Non
preoccuparti. Come ha detto lo zio la compagnia non ci dispiace!-
Il ragazzo le sorrise semplicemente, facendo
aumentare i battiti del cuore della ragazza.
Quel suo sorriso… l’aveva visto solo un paio
di volte da quando era tornato adulto e già la faceva sognare.
Ma che diavolo stava pensando?
Erano passati solo 10 secondi da quando
Shinichi si era stabilito a casa sua e già faceva certi pensieri?
Era questo il motivo per cui aveva insistito
perché tornasse a casa sua: quelle sue nuove emozioni la spaventavano.
Anche Kudo stava riflettendo: l’aveva stupito
la reazione dell’amica e avrebbe voluto chiederle qualcosa di più, ma non gli
sembrava il caso.
Si limitò ad osservarla da lontano: i capelli
castani le cadevano sulle spalle, con qualche ciocca ribelle sul viso, gli
occhi scuri e profondi erano persi nel vuoto.
Erano proprio quelli che gli piacevano di lei:
quando guardava in quei pozzi neri vedeva la vera persona che era Eiko, la
persona di cui forse di stava…
I pensieri dei due ragazzi furono interrotti
da Heiji.
- Vabbè, vi salutò! Sarà maglio che torni a
casa! È tardissimo. Ci sentiamo. Ciao ciao.-
L’Agasa lo accompagnò alla porta e dopo averlo
salutato tornò in salotto.
- Shinichi, vuoi qualcosa da mangiare?- gli
stava chiedendo il padrone di casa quando la giovane varcò la porta.
- No, la ringrazio professore.- rispose lui.
- Io vado a dormire. Buonanotte!- salutò la
ragazza, dirigendosi verso la propria stanza.
Ma fu fermata dall’amico, che le prese
delicatamente il braccio.
- Ehi, tutto bene?- chiese preoccupato.
- Si, tranquillo! Sono solo un po’ stanca. Ci
vediamo domani. Notte.- gli disse sorridendo.
E con queste parole entrò nella sua camera.
Eiko faticò parecchio ad addormentarsi: non
riusciva a togliersi dalla testa il sorriso di Shinichi e questo in un certo
senso la spaventava.
Che si stesse…
No, non poteva essere.
E con questi pensieri entrò nel mondo dei
sogni.
Salve a tutti!! Lo so, questo capitolo è
penoso!!!! Ma dovevo scriverne uno per descrivere il ritorno di Shinichi e per
permettermi di continuare la storia, e purtroppo non mi è venuto niente di meglio!
Scusate!! L
Cmq sia, spero che leggerete…
Ovviamente ringrazio tutti quelli che hanno
letto e recensito, in modo particolare magicadula,
Dany92 e Viky4forever.
La mattina seguente Eiko si svegliò con il trambusto che
proveniva dalla cucina.
Era ancora molto stanca, forse a causa
dell’ora tarda in cui si era ritirata la sera prima, ma sapeva che non avrebbe
ripreso sonno, così si alzò e scese in cucina per bersi una buona tazza di
caffè.
- Buongiorno.- disse varcando la porta e
sbadigliando, sfregandosi gli occhi.
- Buongiorno.- le rispose lo zio.
- Ben svegliata.- la salutò un’altra voce.
La giovane riaprì gli occhi di scatto: seduto
al tavolo vi era Shinichi.
Lui la guardò da capo a piedi, stringendo la
tazza tra le mani.
Anche l’americana si guardò: indossava un paio
di pantaloncini corti, molto corti, ed una canottiera, cui uno spallino era
sceso lungo la spalla.
Aveva i capelli un po’ in disordine, che le
cadevano sul viso.
Riportò lo sguardo sul ragazzo davanti a lei,
che la guardava sorridendo.
- Maglio che vada a cambiarmi.-
E in fretta si diresse verso la sua camera.
Dannazione, doveva proprio dimenticarsi che
Shinichi alloggiava a casa loro, si ritrovò a pensare.
Sentiva le guance in fiamme mentre si infilava
un paio di pantaloni ed una maglietta, ed era quasi decisa a non farsi più
vedere per tutto il giorno.
Ma poi decise che avrebbe fatto ancora di più
la figura della stupida, così raggiunse gli altri.
Quando entrò per la seconda volta in cucina,
sentì lo sguardo dell’amico su di se e quando si voltò a guardarlo vide che le
sorrideva.
Rispose al sorriso per poi sedersi a guastare
il suo caffè.
- Dormito bene?- le chiese Kudo.
- Si, direi di si. Tu? Com’è stata il tuo
primo risveglio da Shinichi?-
- Meraviglioso, direi.-
Terminarono la loro colazione in silenzio: lui
la guardava ogni tanto, al di sopra della sua tazza, e lei, che se n’era
accorta, cercò di non arrossire.
Poi il giovane si alzò, accingendosi ad uscire
di casa.
- Dove credi di andare?- lo fermò Eiko.
- A salutare Ran. Almeno questo glielo devo.-
le disse, guardandola stupito.
La gelosia cominciò a farsi spazio dentro di
lei, ma in quel momento non era quella la questione.
- Prima devi chiamare i ragazzi. Anche a loro
devi qualcosa.- gli ricordò con sguardo di rimprovero.
- Già, hai ragione. D’accordo. Chiamo gli
altri poi andrò da Ran.-
L’americana era felice di aver rimandato
quell’incontro almeno per il momento, ma sapeva che sarebbe avvenuto.
Sentì Shinichi che faceva le telefonate e che
parlava con Genta e gli altri utilizzando la voce di Conan, grazie al
modificatore di voci che gli aveva costruito suo zio.
Dopo 20 minuti circa, Kudo posò la cornetta.
- Allora, come l’hanno presa?- chiese Eiko,
apparendo alle sue spalle.
- Quella che l’ha presa peggio è stata Ayumi.
Genta e Mitsuhiko erano dispiaciuti, ma non si sono messi a piangere.-
- Capisco. Povera Ayumi.-
- Già.- rispose lui, abbassando gli occhi,
triste.
- Dai, non sentirti in colpa. Prima o poi
doveva succedere.- cercò di consolarlo lei, posandogli una mano sulla schiena.
- Hai ragione. Grazie.- disse guardandola e
sorridendole.
Quel sorriso… di nuovo.
Ritirò la mano come se si fosse scottata, ma
rispose al sorriso.
- Ora è meglio andare da Ran. A più tardi.-
E con queste parole uscì di casa.
Il sorriso sulle labbra di lei scomparvero,
all’idea che i due ragazzi avrebbero passato tutto il pomeriggio insieme.
Per non pensarci decise di lavorare un po’ al
computer: voleva scoprire qualcos’altro sul signor Tanaka e
sull’Organizzazione.
Passarono così un paio d’ore.
Nonostante si fosse imposta di non farlo, ogni
5 minuti lanciava un’occhiata al suo orologio, aspettando il rientro
dell’amico.
Riportò la sua attenzione sullo schermo,
scacciando l’immagine dei due che parlavano allegramente, e magari non solo.
L’immagine della vittima era davanti a lei.
Come le aveva già detto Ai, faceva parte
dell’Organizzazione da pochi mesi e come invece aveva intuito lei il suo lavoro
da avvocato gli serviva per scagionare eventuali colpevoli tra gli uomini in
nero.
Purtroppo non c’era altro, ma non si diede per
vinta e continuò la ricerca.
- Eiko!-
Era la voce del dottor Agasa che la chiamava
dalla cucina.
Sbuffando si alzò, e dopo aver spento il pc,
uscì dalla camera.
- Che c’è?- chiese infastidita, quando ebbe
raggiunto lo zio.
- Potresti andare a comprare qualcosa da
mangiare? Ora che c’è anche Shinichi abbiamo bisogno di più cibo.-
- Va bene.- accettò, anche se non era del
tutto contenta.
- Grazie. Tieni e questa è la lista.-
La giovane la prese e, dopo aver preso anche i
soldi, uscì di casa dirigendosi verso il supermercato.
Dopo circa un’ora che la ragazza era uscita,
rientrò Kudo.
- Oh, ciao
Shinichi. Bentornato. Allora, come l’ha presa Ran?- lo
accolse il professore, sbucando dalla cucina.
- Bene. Era contenta di vedermi.-
Stava sorridendo, ma il dottor Agasa aveva
notato che non era entusiasta come avrebbe dovuto esserlo nei confronti di Ran.
Il suo atteggiamento verso la ragazza era
cambiato da quando era arrivata la nipote.
- Eiko non c’è?- chiese poi il giovane,
notando il silenzio della casa.
- No. È uscita a fare compere. Le scorte
cominciavano a scarseggiare.-
- Capisco.- rispose il detective un po’
deluso: gli sarebbe piaciuto fare sue chiacchiere con l’amica.
- Tranquillo. Tornerà presto.- gli disse il
professore, come se gli avesse letto nel pensiero.
Ma non fu così.
Erano ormai diverse ore che Eiko era fuori
casa e non aveva né avvertito né altro.
Shinichi continuava a guardare fuori dalla
finestra, preoccupato.
- Dove diavolo è finita?- si chiese fra se e
se a bassa voce.
- Shinichi, tutto a posto?-
Kudo trasalì: non aveva sentito arrivare il
dottor Agasa.
- Sono preoccupato. Non è da lei fare tardi.-
- Vedrai che non tarderà molto.-
Ma anche questa volta le sue previsioni erano
errate.
Erano ormai le 20.30 di sera e della ragazza
nessuna traccia.
Il detective era ancora davanti alla finestra,
sperando di vedere entrare Eiko dal vialetto che portava alla casa.
Ma un brutto presentimento si faceva strada
dentro di lui.
All’improvviso, allo scoccare delle 9,una
macchina nera, una porche secondo Shinichi, si fermò davanti alla villetta.
Il ragazzo la riconobbe subito: era l’auto di
Gin.
Corse fuori, ma quando stava per raggiungerla,
questa partì.
- Maledizione. Mi hanno scoperto.- pensò Kudo.
- Shinichi! Cos’è successo?- chiese il
professore raggiungendolo.
- L’Organizzazione. Mi hanno trovato.-
Fu allora che vide, alle spalle di Agasa, un
foglio piantato alla porta da un coltello.
Si diresse verso di esso e lo prese.
Non era scritto a mano, ma con lettere
ritagliate dai giornali: una vera e propria lettera minatoria.
La lesse attentamente.
Diceva:
Abbiamo preso la tua amica, quindi per questa
sera non tornerà a casa e nemmeno per le prossime.
È arrivata la resa dei conti, detective.
Sa la vuoi rivedere dovrai fare quello che ti
diciamo noi.
Ti invieremo una e-mail con le istruzioni.
Se chiamerai la polizia la tua amica non la
rivedrai più.
Gin e Vodka.
Shinichi accartocciò il foglio: avevano preso Eiko.
Avevano perfino lasciato la loro firma, per
divertirsi di più.
Eiko.
In quel momento era nelle loro mani, chissà
dove, e tutto per colpa sua.
Deciso, si diresse verso l’interno della casa.
- Dove vai?- gli chiese il professore, seguendolo.
- Ad aspettare l’e-mail. Hanno preso Eiko e io
andrò a liberarla, costi quel che costi.-
Senza pensarci due volte si posizionò davanti
al computer: l’avrebbe salvata, a costo della vita.
Ehilà! Shinichi sembra alquanto deciso. Beata
Eiko che ha un ragazzo così devoto.
Ora cosa succederà? Shinichi andrà a liberare
la ragazza… e poi?
Scopritelo leggendo.
Intanto ringrazio Dany92,
magicadula e Viky4forever.
Voci. Voci di uomini. Voci di uomini che
parlavano animatamente.
Eiko aprì piano gli occhi: vedeva tutto
offuscato, ma vedeva una luce davanti a se.
Finalmente l’ambiente intorno a lei divenne
più nitido, ma un dolore acuto alla tempia le fece tornare in mente cos’era
successo.
Stava tornano verso casa, pensando se aveva
comprato tutto ciò che c’era nella lista, quando aveva sentito un rumore dietro
di se.
Non aveva fatto in tempo a girarsi che
qualcuno l’aveva colpita alla testa.
Che diavolo le era successo?
Sentì qualcosa premerle contro i polsi e le
caviglie.
Si guardò: era seduta su una sedia, legata
stretta con alcune corde.
Tentò di liberarsi, ma senza risultati.
- Oh, finalmente ti sei svegliata.- disse una
delle voci che aveva udito prima.
Un uomo con lunghi capelli biondi, naso
aquilino e vestito completamente di nero si trovava davanti a lei.
- Gin…- sussurrò lei, spaventata.
Shinichi le aveva spesso parlato di quell’uomo
e del suo compagno, Vodka, che, spostando lo sguardo, vide in piedi accanto al
collega.
- Vedo che mi conosci. Sono lusingato di
essere così famoso.-
La paura di Eiko si trasformò in disprezzo.
- Si, sei un uomo disgustoso.- gli disse a
denti stretti.
- Sentirti dire questo mi fa ancora più
piacere. Dimmi, è stato il tuo amico detective a parlarti così bene di me?-
Lei non rispose, continuando a guardarlo con
odio.
- Bè, vorrà dire che appena lo rivedrò dovrò
ringraziarlo. E credo che ciò accadrà molto presto.- disse con sguardo maligno.
Finalmente la Agasa capì: lei era solo un’esca
per attirare Shinichi.
- Non riuscirete nel vostro intento. Shinichi
non cadrà nella vostra trappola.- esclamò, cercando di liberarsi.
- Oh, questo lo dici tu. Sono convinto che
appena gli invieremo le nostre istruzioni, correrà qui a salvarti.-
Purtroppo anche lei sapeva che sarebbe
successo quello: anche se in fondo non significava più di tanto nella vita del
ragazzo, il suo animo buono e assetato di giustizia lo avrebbe spinto fino a
loro.
- Mi fate schifo!- urlò Eiko in un impeto di
rabbia, sputando ai piedi del biondo e tentando ancora una volta di liberarsi
dalle corde.
Nel giro di pochi secondi, i suoi movimenti
furono fermati da un coltello, che premeva senza pietà sulla sua gola.
- Sei coraggiosa, ragazzina. Ma il tuo
coraggio non ti servirà se il tuo amico non farà come diciamo noi.- le sussurrò
Gin all’orecchio.
La giovane deglutì, rimanendo immobile.
Nonostante non volesse mettere in pericolo la
vita di Kudo, non poteva evitare di sperare che arrivasse presto.
“Ti prego, Shin, fai presto. E soprattutto…
fai attenzione.” Pensò, mentre Vodka e il suo compagno tornavano alla loro
discussione.
Erano ormai 2 ore che Shinichi era immobile
davanti a quel computer.
Quanto tempo ci voleva per scrivere una
e-mail, maledizione, si trovava spesso a pensare.
Non riusciva a sopportare che la sua piccola
Eiko fosse nelle mani dell’Organizzazione per colpa sua.
Se fosse rimasto Conan ancora per un po’,
poteva progettare tutto per mettere in salvo le persone a cui voleva bene, ma
la sua fretta di tornare il liceale di sempre non l’aveva fatto ragionare.
Per quale scopo poi: i suoi sentimenti per
Ran, che fino a qualche settimana prima lo spingeva a voler tornare quello che
era, si erano assopiti, quasi fino a scomparire, ed Eiko, la piccola Eiko, lo
vedeva solo come un bambino.
Sullo schermo davanti a lui vide il riflesso
del dottor Agasa: era seduto immobile sul divano, con la testa tra le mani.
Quando Shinichi gli aveva detto che sua nipote
era stata rapita dagli uomini in nero, c’era mancato poco che corresse fuori
per andarla a cercare.
Solo l’intervento di Ai era riuscito a
calmarlo.
- Che ne dici di andarti a riposare un po’?
Sei esausto. Rimango io davanti al computer.- lo risveglio la bambina dai suoi
pensieri.
- No, Ai, grazie, ma resto io. Anche se
volessi non riuscirei a chiudere occhio. Aspetterò quella maledetta
e-mail,anche se dovessi rimanere
sveglio per le prossime 72 ore.-
La piccola osservò l’amico dal basso.
Non l’aveva mai visto così preoccupato,
nemmeno quando Ran era stata rapita durante quel torneo di tennis. ( Scusate
per lo spoiler. )
Il suo viso era segnato dalla preoccupazione:
si riteneva il responsabile di ciò che era successo.
Ma pensava che non si trattasse solo di
quello: da quando Eiko era entrata nelle loro vite, il ragazzo non aveva più
parlato molto di Ran e dei suoi sentimenti per lei.
L’Agasa doveva aver catturato il cuore del
detective.
- D’accordo, come vuoi.- decise di lasciarlo
in pace.
- Professore, vuole una tazza di caffè?- si
rivolse poi al dottor Agasa.
- Cosa?! Ah, no, grazie Ai.- declinò
gentilmente l’offerta lui.
Non poteva credere che la sua dolce nipotina
fosse nelle mani di quegli assassini.
Se solo non l’avesse mandata a prendere quelle
cose…
Ma sapeva che rimproverarsi non serviva a
nulla.
Un forte BIP risuonò in tutta la stanza,
attirando l’attenzione dei presenti.
- È arrivata.- li avvisò Shinichi, anche se
tutti lo avevano capito.
Posò la mano sul mouse e la freccina vagò
sullo schermo, fino a giungere al tasto dell’apertura dell’e-mail.
Il giovane ciccò e la pagina si aprì.
Non hai tentato di seguirci: mossa astuta.
La tua amica è ancora viva, ma lo sarà per
poco se non farai quello che ti diciamo.
Ti aspettiamo al cantiere abbandonato del
nuovo teatro in costruzione.
Fra un’ora.
Niente polizia, niente amici. Da solo.
L’unica persona che potresti portare con te
sarebbe… la piccola Shiho.
Ricorda, niente polizia o la ragazza muore.
Diretto e circonciso.
Non una parola di troppo.
Shinichi rilesse una seconda volta il
messaggio, poi si alzò.
- Vado all’appuntamento. Non chiamate la
polizia… almeno per il momento. Dovrete farlo quando vi manderò il segnale con
la spilla-ricetrasmittente.-
- Ma sei sicuro? È pericoloso…- iniziò il
professore.
- Lo so, ma è me che vogliono.-
- Vengo con te.- disse improvvisamente Ai.
- Cosa?! Neanche per sogno.-
- Ma l’e-mail…-
- L’hanno detto, lo sospettano, ma non sono
sicuri che tu sia con me. Non ho intenzione di trascinare anche te in questa
situazione.-
- Ma…-
- Niente ma. Io vado. Al mio segnale, chiamate
la polizia.-
Si precipitò fuori dalla casa, prima che
qualcuno potesse fermarlo, e si diresse al luogo dell’appuntamento.
Eiko si trovava ancora nella stessa posizione.
Stava tentando nuovamente di liberarsi, ma
senza risultati.
Gin le si avvicinò, le slegò mani e pieni e,
strattonandola, la mise in piedi.
- Bene. Ora andiamo ad incontrare il tuo
amico. Sono sicuro che non mancherà. Prova a fare qualche mossa falsa e non
arrivi viva.- le comunicò ghignando.
Era meglio fare come diceva: quei tipi non
scherzavano.
Ma in quel momento solo una cosa riempiva la
sua mente: Shinichi.
Era in pericolo.
Eccovi in nuovo chap.
Si è scoperto qualcosa in più sui sentimenti
dei due ragazzi!! J
Come è coraggioso il mio Shin!!!!!!!!!! :P
Spero vi sia piaciuto.
Intanto ringrazio Viky4forever,
tigre, Dany92 e
magicadula ( Veramente il nome Eiko l’ho trovato su internet: ho fatto
la ricerca di nomi giapponesi femminili, mi è piaciuto Eiko e l’ho usato! )
Shinichi continuava a correre senza fermarsi: non aveva
mai corso così tanto in vita sua.
Mancava ancora mezz’ora all’ora
dell’appuntamento, ma aveva paura che facessero una mossa non prevista, anche
se sapeva che, per quanto spietati potessero essere, gli uomini
dell’Organizzazione erano uomini che mantenevano le promesse.
Continuò a correre, pensando a lei: ora tutto
dipendeva da lui, la vita stessa di Eiko dipendeva da lui.
L’avrebbe salvata e non avrebbe permesso che
quegli assassini le torcessero un capello.
Guardò l’orologio ed aumentò l’andatura:
mancavano 10 minuti all’incontro.
Finalmente arrivò al cantiere del nuovo
teatro: erano ormai parecchi mesi che nessuno ci lavorava più e doveva
ammettere che avevano scelto il luogo adatto.
Dovette attendere solo pochi secondi prima di
veder apparire due uomini vestiti di nero.
Kudo aguzzò la vista: erano Gin e Vodka.
Il primo teneva stretta accanto a se una
figura: Eiko.
- Eiko.- la chiamò Shinichi, temendo che non
avessero mantenuto la parola di non farle del male.
Ma la sagoma si mosse, sussurrando: -
Shinichi…-
- E bravo il nostro detective. Vedo che hai
fatto esattamente quello che ti avevamo detto. Però…- aggiunse Gin guardandosi
intorno. – Vedo che non hai portato con te la cara Shiho.-
- Forse non l’ho fatto perché non so nemmeno
chi sia questa Shiho.- rispose il giovane.
Aveva già messo in pericolo l’Agasa, voleva
almeno salvare Ai.
- Sono qui, come volevate. Lasciate andare la
ragazza.- disse loro Kudo.
- E perché mai. Ci stiamo divertendo a vederti
sulle spine.-
- Che cosa?- chiese alterato: sapeva che non
poteva fidarsi di loro.
- È me che volete, lasciatela in pace.-
- Vedi se noi la lasciassimo andare adesso,
sono sicuro che tu tenteresti di fuggire insieme a lei e noi questo non
possiamo permettertelo.-
Shinichi strinse i denti: doveva trovare una
soluzione.
Il ragazzo guardò la figura stretta al corpo
del biondo: aveva le mani legate e non riusciva a muoversi o forse non ne aveva
la forza.
I loro sguardi si incrociarono: lui vi lesse
come una richiesta di aiuto, ma allo stesso tempo vi era una luce di
determinazione, come se volesse convincerlo ad andarsene senza di lei.
Ed era proprio ciò che Eiko provava: avrebbe
voluto andare via con lui, ma allo stesso tempo non voleva che fosse in
pericolo, non voleva essere lei la causa della sua cattura da parte degli
uomini in nero.
Come se lui le avesse letto nel pensiero
scosse leggermente la testa, per farle capire che non l’avrebbe mai lasciata
nelle mani dell’Organizzazione, e lei sembrò comprendere.
Per questo, probabilmente, ora leggeva nei
suoi occhi la paura.
- Allora, ti sei imbambolato? Perché stai lì
immobile?- gli chiese Vodka, spazientito.
- Ditemi voi cosa devo fare. Ma quando mi
avrete, dovete promettermi che la lascerete andare.-
- Ma certo. Noi siamo sempre stati uomini di
parola.- gli disse Gin, sogghignando.
Quella smorfia apparsa sul volto del suo
nemico non lo rendeva per niente tranquillo, ma non poteva far altro se non
fidarsi.
- Ora verrai verso di noi e quando sarai
abbastanza vicino noi lasceremo andare la tua amichetta e prenderemo te,
d’accordo? Quindi cerca di non fare strani movimenti o tentare di fuggire.-
- Ok.-
Fu in quel momento che decise di dare il
segnale ad Ai e al professor Agasa.
Premette il tasto della ricetrasmittente che
si trovava nella sua tasca, sperando che la polizia arrivasse il prima
possibile.
Guardò negli occhi l’uomo che gli stava di
fronte, poi, piano piano, cominciarono a muoversi gli uni verso l’altro.
Contemporaneamente, a casa del professore, la
bambina aveva ricevuto il segnale di Shinichi e si era precipitata al telefono.
- Pronto, polizia. C’è stato un omicidio. Si,
proprio così. Il corpo si trova nel cantiere del nuovo teatro. Fate presto.-
Riattaccò e si voltò verso il dottor Agasa.
- Ma… non c’è stato nessun omicidio.- le fece
notare lui.
- Lo so. Me era l’unico modo per farli
muovere.-
Nessuno dei due, però, sapeva quanto erano
andati vicino alla verità.
I tre e Shinichi continuarono a muoversi:
sembrava un’eternità che camminavano e il ragazzo non faticava a pensarlo sul
serio.
Cercava di prendere più tempo possibile così
che la polizia potesse arrivare.
Sperava che, sentendo le sirene in lontananza,
i due si sarebbero spaventati e fuggiti.
In quel momento non gli interessava che Gin e
Vodka venissero arrestati; voleva solo che Eiko fosse al sicuro.
Mancavano pochissimi metri, e il respiro del
detective si fece sempre più pesante.
Aveva paura, ma ne aveva di più per la ragazza
davanti a lui.
Quelli erano degli assassini ed erano capaci
di tutto.
Era arrivato: a meno di un metro da lui
c’erano i suoi nemici, coloro che gli avevano somministrato l’APTX, facendolo
tornare bambino.
- Molto bene, e adesso…- iniziò Gin.
Ma le sue parole furono interrotte dalle
sirene della polizia in lontananza, che però si avvicinavano sempre di più.
- Maledizione. Quel ragazzino ha chiamato la
polizia.- eslamò Vodka.
Gli occhi di ghiaccio dell’altro uomo si
posarono su Shinichi.
- Tu, stupido bamboccio, hai segnato la
condanna della tua amica.-
Estrasse la pistola, ma prima che potesse fare
qualsiasi cosa, Eiko, con uno strattone, si liberò dalla sua presa e tentò di
fuggire.
- Shinichi, scappa!- gli urlò lei.
- Questo non avresti dovuto farlo ragazzina.-
Puntò la pistola e sparò.
Eiko quasi non si accorse di nulla.
Sentì solo l’urlo di Shinichi che la chiamava
per nome, poi lo vide pararsi a braccia aperte davanti a lei.
E infine lo vide accasciarsi tra le sue
braccia, svenuto.
Le volanti della polizia erano ormai arrivate
e gli agenti stavano scendendo dalle auto.
- La polizia. Filiamo.- disse Gin al suo
socio, e si dileguarono nel buio.
Nel frattempo la giovane Agasa era
inginocchiata a terra, con il corpo dell’amico tra le braccia.
- Shinichi…- sussurrò, accarezzandogli una
guancia e spostandogli un ciuffo dal viso, sperando di vederlo riaprire gli
occhi.
Ma non successe nulla, e lui rimase fermo
immobile.
- Shinichi!- urlò poi la giovane, mentre
lacrime calde le rigavano il viso.
Quando Megure e Takagi arrivarono videro solo
lei, piegata sul corpo di Kudo, piangente.
Lo so. Vi state chiedendo se è morto.
Mah, chi lo sa? Si scoprirà nel prossimo
capitolo.
Spero che il chap vi sia piaciuto e vi abbia
coinvolto.
Se così è stato sono riuscita nel mio intento.
Grazie a tutti quelli che mi seguono e mi
sostengono, in particolare ringrazio tigre, Dany92,
viky4forever e
magicadula.
Eiko era ancora chinata sul petto di Shinichi quando
l’ambulanza arrivò sgommando.
Non riusciva a smettere di piangere.
Shinichi, il suo Shinichi, era lì, tra le sue
braccia, in bilico tra la vita e la morte.
Lo sapeva che era così, lo sapeva perché
sentiva il suo cuore: era debolissimo.
Takagi l’allontanò da lui: voleva protestare,
restare con lui, ma non ne aveva la forze e lo lasciò fare.
I medici caricarono il ragazzo sul mezzo poi
guardarono la giovane: non le chiesero nemmeno se era parente, le fecero solo
cenno di salire.
Lei lo fece e si sedette accanto alla barella:
le lacrime continuavano a scendere.
Gli prese la mano e gliela strinse.
Lo guardò a lungo, il petto che si alzava ed
abbassava debolmente: non un cenno, non una parola che le facesse capire che
lui si accorgeva della sua presenza.
Il suo viso sembrava quasi rilassato, come se
dormisse, come se non si accorgesse di quello che gli stava accadendo.
Il cuore di Eiko continuava a martellarle nel
petto: aveva paura, una paura tremenda, per quel ragazzo che le aveva rapito il
cuore.
Perché era proprio ciò che era successo: solo
in quella situazione così tragica la giovane si era accorta che quelle emozioni
che sentiva da qualche tempo erano qualcosa di molto vicino all’amore.
Lei si stava innamorando di Shinichi.
Per la prima volta da diversi minuti, Eiko
fece il suo primo pensiero egoista: voleva che Kudo si risvegliasse, per
sapere, conoscere i suoi sentimenti per lei.
La ricambiava?
O pensava ancora a Ran?
Non lo sapeva, e forse non lo avrebbe mai
saputo.
In quel preciso istante avrebbe voluto darsi
uno schiaffo, per il suo pensiero, per il fatto che le era semplicemente
affiorato alla mente un pensiero del genere.
Shinichi si sarebbe svegliato e chissà, forse
avrebbe ricambiato i suoi sentimenti.
Ma ciò che importava in quel momento è che lui
riaprisse i suoi incredibili occhi azzurri e continuasse a vivere.
- Torna da me, ti prego. Torna da me.-
sussurrò la giovane, in modo che solo lui potesse sentirla.
Ma sapeva che non poteva succedere.
Lui non la sentiva, non sentiva la sua voce:
il suo dolce angelo stava dormendo, ma presto si sarebbe risvegliato.
Non era ancora pronta lasciare che
quell’angelo tornasse da colui che l’aveva creato, che tornasse a casa, che
tornasse in paradiso.
Finalmente arrivarono in ospedale e i suoi
pensieri si interruppero.
Rimase accanto alla barella, mentre correva
per i corridoi, fino a giungere alla sala operatoria, dove lei non poteva
entrare.
Lo vide sparire dietro le porte, poi il
silenzio la circondò.
Si sedette e cercò di respirare.
In un momento di lucidità chiamò Ai e suo zio,
che la raggiunsero immediatamente.
- Eiko. Eiko tesoro.-
Non lo fece nemmeno parlare: si butto tra le
braccia del dottor Agasa e pianse ancora, fino a terminare tutte le lacrime.
L’uomo la strinse: era più tranquillo, la sua
nipotina era in salvo, ma il ragazzo che conosceva da quando era nato, che
vedeva un po’ come un figlio, era in una di quelle stanza a lottare contro la
morte.
Anche la piccola Ai versava qualche lacrima,
lei che era sempre così rigida.
Attesero a lungo: sembrava che il tempo non
finisse più.
Finalmente dopo un paio d’ore un dottore venne
loro incontro.
- Dottore. Come sta?- chiese impaziente il
professore.
- Voi siete i parenti?-
- N-no… ma i genitori sono all’estero e noi…
siamo gli amici più stretti che ha.- rispose Eiko, trattenendo le lacrime.
- D’accordo. Il ragazzo è fuori pericolo, ma……
è entrato in coma.-
L’americana trattenne il respiro, per non
ricominciare a piangere.
- Coma…- sussurrò Ai.
- Si. Ma cerchiamo di essere positivi.
Potrebbe risvegliarsi presto e stare meglio in un paio di settimane. La
pallottola è andata molto vicino al cuore, ma non ha lesionato nessuna arteria
o altro. È stato fortunato.-
Senza quasi accorgersene, Eiko tirò un sospiro
di sollievo: non tutto era perduto.
- Possiamo… possiamo vederlo?- chiese Agasa.
- Si, uno alla volta.-
- Vuoi andare tu?- chiese Ai all’americana.
- No, andate prima voi… io… ho bisogno di
restare un po’ sola.-
Così i due, uno alla volta, fecero visita al
giovane detective.
Quando la bambina tornò, Eiko vide che aveva
pianto: significava che la vista del giovane faceva quell’effetto?
La ragazza trasse un profondo respiro poi,
dopo essersi scambiata uno sguardo con lo zio, si alzò e si diresse alla camera
di Kudo.
Vi entrò lentamente, guardandolo da lontano.
Era steso sulla schiena immobile, con diversi
tubi attaccati qua e là.
Sembrava quasi morto, se non fosse stato per
il BipBip della macchina accanto a lui che indicava che il cuore continuava a
battere.
Come si era aspettata le lacrime cominciarono
a scorrerle sulle guance, incapaci di essere fermate.
Si sedette sulla sedia accanto al letto, senza
togliere gli occhi dal suo viso.
Gli accarezzò la fronte, poi una guancia: non
un movimento.
- Cosa ti hanno fatto? Che cosa ti hanno
fatto?-
Continuò a guardarlo.
Com’era bello…
Avrebbe voluto baciarlo, ma non voleva: se
doveva farlo lo avrebbe fatto quando lui poteva sentirlo.
- È stata tutta colpa mia.- continuò a dire,
prendendogli una mano e stringendola. – Se solo non mi fossi fatta catturare…-
Poggiò la testa sulle lenzuola, piangendo e
stringendogli la mano.
Rimase lì a lungo.
Dopo quasi un’ora venne raggiunta dal dottor
Agasa e Ai.
- Tesoro, noi andiamo a casa.- le disse lo
zio: aveva la sensazione che lei volesse restare.
- Va bene. Io resto qui. Ci vediamo domani.-
disse la ragazza, come aveva immaginato l’uomo.
Senza aggiungere una parola i due se ne
andarono lasciando soli i due giovani.
- Starò con te, fino a quando ti risveglierai.
Ma ti prego… torna da me.-
Senza quasi pensarci, appoggiò la testa sul
braccio la cui mano stringeva quella di Shinichi e senza più una parola, si
addormentò, stremata.
Lo so, non è successo molto.
Ma questo era un capitolo utilizzato per
descrivere i pensieri di Eiko e i suoi sentimenti.
Spero comunque che vi sia piaciuta.
Ringrazio magicadula,
Dany92 e
viky4forever per i commenti e tutti quelli che hanno letto.
Alcuni raggi di sole filtravano dalla finestra
dalla stanza andando a posarsi sul viso di Eiko.
La ragazza sollevò la testa, strofinandosi gli
occhi.
Guardò il giovane davanti a lei: le loro mani
erano ancora legate, ma gli occhi del ragazzo restavano chiusi.
Non avrebbe voluto lasciare solo Shinichi, ma
aveva un tremendo bisogno di caffè.
Si alzò e uscì dalla stanza.
Guardò l’orologio appeso alla parete di
fronte: erano quasi le 9.
Si diresse verso una delle macchinette che si
trovavano lungo i corridoi e si prese un caffè espresso.
Aveva appena preso in mano la tazzina quando
sentì una voce conosciuta venirle incontro.
- Eiko.-
La ragazza si voltò: Ran, Sonoko, Yukiko e
Yusaku, i genitori di Kudo, stavano venendo verso di lei.
L’Agasa non era del tutto felice di vedere la
sua rivale, ma capì che quello non era il momento di fare la gelosa: in fondo
lei e Shinichi si conoscevano da una vita.
- Ran, Sonoko. Cosa ci fate qua?-
- Abbiamo saputo di Shinichi. Come sta?- le
chiese la ragazza dai capelli lunghi.
- Non è in pericolo di vita, ma… è in coma.-
- O mio dio.- esclamò Yukiko, mettendosi una
mano davanti alla bocca, mentre il marito l’abbracciava per tranquillizzarla.
- Non si preoccupi, signora Kudo. I medici
sono stati ottimisti: hanno detto che potrebbe svegliarsi prima del previsto.-
cercò di tranquillizzarla Eiko.
- Oh, ti prego. Chiamami Yukiko e dammi del
tu.- le disse la donna sorridendole.
- Come preferisci… Yukiko.- le rispose la
giovane ricambiando il sorriso.
- Ma tu sei rimasta qui tutta notte?- le
chiese il signor Kudo, preoccupato, vedendo gli occhi gonfi della ragazza.
- Si, non me la sono sentita di lasciarlo
solo, dal momento che è colpa mia se è… in quelle condizioni.-
- Non devi sentirti in colpa. Tuo zio ci ha
spiegato come sono andate le cose. Nostro figlio è sempre stato una ragazzo
coraggioso, pronto a difendere le persone a cui vuole bene. E il nostro Shin
deve tenerci davvero molto a te.- la rassicurò Yukiko.
Con la coda dell’occhio l’Agasa vide una
strana luce negli occhi di Ran, come di gelosia.
- Possiamo vederlo?- chiese poi Yusaku.
- Certo. È la quarta porta a sinistra.-
Tutti e 4 si diressero verso la stanza da lei
indicata, mentre Eiko si sedeva su una sedia lungo il corridoio, sorseggiando
il suo caffè.
Dopo circa un quarto d’ora uscirono: le 3
donne avevano gli occhi lucidi, ma non piangevano e anche nello sguardo del
signor Kudo poteva leggere un certo shock.
- Sembra che… tutta via stia bene.- commentò
Yukiko.
- Già, come… come se dormisse. Dobbiamo pensarla
così, per non soffrire. Lui non vorrebbe che soffrissimo.- disse la giovane
seduta.
La donna davanti a lei annuì: anche lei la
pensava allo stesso modo.
- Vai casa, sei stanca.- le suggerì Yusaku.
- Ma io non…-
- Riposati. Ti chiameremo se ci saranno
novità.- insistette lui.
- D’accordo. Torno oggi pomeriggio.-
Così Eiko lasciò l’ospedale e si diresse verso
casa.
Quando vi arrivò il dottor Agasa ed Ai le
chiesero come stava Shinichi e anche lei.
Quando ebbe risposto si buttò sotto la doccia:
l’acqua fresca sulla pelle era molto rilassante.
In quei momenti di solitudine, però, non poté
fare a meno di ripensare alla sera precedente, al momento in cui Gin aveva
sparato e quando Shinichi si era gettato davanti a lei per salvarla dal colpo.
Le lacrime ricominciarono a scendere.
Quando si fu asciugata raggiunse gli altri in
cucina e tentò di mangiare qualcosa, ma senza riuscirci.
Come da lei promesso tornò in ospedale verso
le 6, dopo aver tentato di dormire un po’.
Sonoko se n’era andata e anche Yusaku era dovuto
tornare a casa: erano rimaste solo Ran e Yukiko.
- Novità?- chiese Eiko appena arrivata.
- No. Sempre allo stesso punto.- rispose la
donna.
Si vedeva che erano stanche così disse: -
Andate a casa. Resto io. Se ci sono novità non esiterò a chiamarvi.-
- Sei sicura? Hai passato qui anche la scorsa
notte…- si preoccupò l’attrice.
- Stai tranquilla. Non mi pesa. E poi anche
volendo non riuscirei a dormire.-
- D’accordo. Ho bisogno di una doccia. E anche
tu hai bisogno di riposarti, cara.- disse la giovane donna, rivolta alla
ragazza seduta accanto a lei.
- Ha ragione. E poi mio padre sarà
preoccupato.- rispose Ran.
Così le due se ne andarono, lasciando sola la
ragazza, che raggiunse l’”amico”.
Era sempre lì, non si era spostato di un
millimetro.
Se non lo avesse saputo avrebbe detto che era
morto.
Si avvicinò al letto e vi si sedette accanto,
prendendo ancora una volta la mano di Shinichi.
- Ehi, Shin. Sono tornata…-
Non un cenno, non una parola.
- Ti prego… svegliati…-
Gli strinse la mano e appoggiò la testa
accanto a lui.
Improvvisamente sentì un movimento: lento,
impercettibile, ma lei lo sentì.
- Eiko…- sussurrò debolmente il ragazzo.
- Shinichi… Shinichi…- esclamò agitata lei.
Il giovane aprì gli occhi lentamente e li posò
su di lei.
- Eiko… stai bene…-
La sua voce era un debole sussurrò, ma lei lo
udiva, perché lo udiva con il cuore.
- Si, Shinichi. Sto bene. E anche tu. Ti sei
svegliato.-
Lo abbracciò, non troppo forte, non voleva
fargli male, ma lo fece con tutto il suo amore.
- Oh, grazie al cielo stai bene. Quando Gin ha
sparato… ho temuto il peggio.-
- Sei uno stupido.- l’Agasa lo guardò con le
lacrime agli occhi, mentre lui la guardava stupito.
- Perché l’hai fatto? Hai rischiato… di
morire.- disse con voce spezzata.
- Ma non è successo… ora sono qui e anche tu
stai bene.- le disse, sorridendole ed accarezzandole i capelli.
I loro occhi si incatenarono.
Poi i loro visi si avvicinarono ancora di più,
fino a quando lo spazio tra le loro labbra fu nullo.
Si baciarono, con passione, rivelando con quel
semplice gesto ciò che non avevano fatto in quelle settimane.
Il bacio durò a lungo e nessuno dei 2 voleva
separarsi dall’altro.
Alla fine lo fecero e si guardarono di nuovo
negli occhi.
Poi Eiko si risvegliò e disse: - Devo chiamare
gli altri: Ran, Ai, lo zio, i tuoi… gliel’avevo promesso.-
Kudo annuì, come per darle il permesso di
lasciarlo solo.
Lei gli stampò un bacio sulle labbra e con il
sorriso stampato in viso corse verso il telefono nel corridoio.
Eccomi qua.
Shin si e risvegliato e… c’è stato il bacio
tanto atteso!!!
Vi è piaciuto il chap? Spero proprio di si.
Intanto ringrazio magicadula,
viky4forever, Dany92 e CelesteKiss e tutti quelli che hanno letto.
Eiko aveva fatto un giro di telefonate veloci, poi era
tornata in camera di Shinichi.
L’aveva trovato seduto, mentre guardava la TV.
- Ho chiamato lo zio, i tuoi genitori e Ran.
Saranno qui tra pochi minuti.- attirò la sua attenzione la giovane.
Il ragazzo si voltò e le sorrise; poi tornò ad
osservare lo schermo.
- Non li hanno presi, eh?- chiese poi.
- Come?!-
L’Agasa lo guardò, senza capire a cosa si
riferisse.
Lui le indicò semplicemente l’apparecchio
appeso al muro e lei guardò: in primo piano vi era una foto di Shinichi.
“ Il giovane detective del liceo si trova in
coma presso l’ospedale di Tokyo, in seguito ad una sparatoria avvenuta nel
cantiere abbandonato del nuovo teatro. La polizia non è ancora sicura di ciò
che è successo, ma si sa che con il giovane Kudo vi era anche Eiko Agasa,
nipote del famoso inventore, il dottor Agasa. Ancora non si hanno accertamenti
riguardo…”
La voce della giornalista fu sovrastata da
quella del giovane steso a letto.
- Se non sanno chi ha sparato, significa che
Gin e Vodka sono ancora a piede libero…-
Eiko annuì, abbassando gli occhi.
- Maledizione.- imprecò Kudo, stringendo i
denti.
- Shinichi, ti prego, non ci pesare adesso.
L’importante ora è che tu ti riprenda, poi potrai tornare alle tue investigazioni.-
lo scongiurò quasi la ragazza.
Il detective la guardò con dolcezza, poi le
sorrise.
- Hai ragione. Abbiamo già rischiato, per il
momento. Vieni qui.- la chiamò a se, allungando un braccio.
Eiko sorrise a sua volta e si diresse verso di
lui.
Si abbracciarono, poi lui posò le sue labbra
su quelle dolci e morbide di lei.
Si baciarono, mentre le loro lingue duellarono
senza sosta.
Entrambi avrebbero voluto che quel momento non
finisse mai, ma furono interrotti da dei passi lungo il corridoio.
Tutti e due si voltarono appena in tempo per
vedere Yukiko fondarsi sul figlio, lasciando appena il tempo alla ragazza di
sciogliersi dal suo abbraccio.
- Oh, piccolo mio! Grazie al cielo stai bene.
Ero così preoccupata.- esclamò la donna stringendolo forte.
- Mamma. Mi fai male.- si lamentò il giovane.
- Oh, scusa, tesoro.-
Lei si allontanò un po’, lasciando che anche
gli altri lo salutassero.
- Come stai figliolo?- chiese Yusaku,
abbracciandolo.
- Meglio, papà, grazie.-
Eiko guardò con tenerezza quella scena e senza
accorgersene si voltò verso Ran.
Vide che anche lei la guardava, come
infastidita: che li avesse visti abbracciati quando era entrata?
La giovane distolse lo sguardo, riportandolo
su Shinichi che stava stringendo la mano al professor Agasa.
- Ora ditemi: la polizia ha scoperto qualcosa?
Su quegli uomini intendo.- chiese dopo i saluti il detective.
- Purtroppo no. Quei due sono scappati e si
sono dileguati nel nulla.- rispose Ai, chiudendo gli occhi.
- Lo immaginavo.- sospirò il giovane.
- Ora è meglio se ti lasciamo riposare.
Torneremo domani.- intervenne il padre.
- D’accordo papà.-
Shinichi guardò Eiko che con un cenno del capo
gli indicò Ran: gli bastò questo per capire che doveva parlarle, così annuì.
Erano tutti sulla porta, quando Kudo parlò.
- Ran, potresti rimanere un secondo. Dovrei
parlarti.-
La ragazza rimase indietro, mentre gli altri
uscivano.
L’Agasa decise di attendere: voleva salutarlo
prima di andare a casa.
Passò circa un quarto d’ora, poi vide la Mouri
venirle incontro.
Le si fermò davanti e si fissarono negli occhi
per alcuni istanti.
Poi la giapponese parlò.
- Ho parlato con Shinichi. Mi ha parlato dei
suoi sentimenti. E… bè, io non posso farci niente, se non accettare. Hai vinto.
Ci vediamo domani.- e con queste parole la superò.
Eiko vide qualche lacrima scenderle sulle
guance e le dispiacque per lei, ma come aveva detto nessuno ci poteva fare
niente.
Al cuore non si comanda.
L’americana tornò nella stanza del detective.
- Come l’ha presa?- le chiese lui quando la
vide.
- Un po’ male… ma era comprensibile.-
- Mi dispiace farla soffrire, ma non ci posso
fare molto.-
La ragazza si avvicinò a lui e gli accarezzò
una guancia.
- Lo so. Non è colpa tua.-
Si sorrisero, poi lui si fece un po’ da parte
per farla sdraiare accanto a lui.
Lei appoggiò la testa sulla sua spalla mentre
lui le accarezzava i capelli.
- Come ti senti?- le chiese poi lei, alzando
il viso per guardarlo.
- Molto meglio.- rispose lui con sguardo
malizioso.
Sorrisero e si baciarono ancora.
Ci vollero circe 6 giorni prima che Shinichi
fosse dimesso dall’ospedale: tutti lo andavano a trovare e Eiko passava più
tempo fra quelle mura bianche che a casa sua.
Finalmente arrivò il giorno, e l’americana lo
andò a prendere per riportarlo a casa.
Entrarono dalla porta: Kudo teneva un braccio
intorno alle spalle dell’Agasa, che lo aiutava.
Quando entrarono in salotto, trovarono tutti
che li aspettavano.
- Bentornato a casa, tesoro.- lo salutò Yukiko
abbracciandolo.
Passarono così il resto della serata, tra
chiacchiere, risate, patatine e pop-corn.
Una vera e propria festa.
Era ormai l’una di notte quando decisero di
ritirarsi.
Eiko aiutò Shinichi ad andare nella sua camera
e a distendersi sul letto.
- Buonanotte.- gli disse lei, stampandogli un
bacio sulle lebbra.
- Dove credi di andare?-
Lui la attirò a se, facendola cadere sulle
lenzuola accanto a lui e cominciando a baciarla.
Quando lui passò al suo collo lei disse: -
Shinichi, sei appena uscito dell’ospedale. Sei ancora convalescente.-
- Sto benissimo, credimi.-
Continuarono a baciarsi e l’Agasa questa volta
non lo respinse.
La passione cominciò a crescere nei due, e
perfino Kudo non sentiva più alcun dolore.
Presto le loro magliette caddero a terra,
seguiti dai pantaloni e dall’intimo.
Poi, dopo essersi guardati negli occhi, lui
entrò in lei e divennero una cosa sola.
Non esisteva più nulla, nessun dolore fisico,
né morale, né nessuno uomo in nero; solo loro due e il loro amore.
Quando entrambi furono appagati si
abbracciarono e, cosa non prevista dalla ragazza, si addormentarono.
Eccovi il nuovo chap.
In questa ultima parte mi sono dovuta
trattenere, dal momento che ho messo il reating giallo, però spero di aver reso
l’idea.
Passo subito ad avvisarvi che per un po’ non
potrò aggiornare: parto per il mare e per 15 giorni non potrò scrivere.
Spero di non ricevere lettere minatorie.
Intanto ringrazio magicadula,
Dany92 e
viky4forever ( da Edimburgo. Che mita!!).
Erano ormai le 9 di mattina quando i raggi del sole
cominciarono a filtrare dalla finestre semi aperte della camera del giovane
detective.
Nel dormiveglia i due ragazzi udirono un
rumore di passi venire verso di loro.
Non fecero nemmeno in tempo ad aprire gli
occhi che, dopo due colpi veloci alla porta, una figura alta e snella entrò
nella stanza.
- Shin, tesoro, alzati. In salotto c’è…-
Yukiko lasciò a metà la frase, mentre Shinichi
ed Eiko, ancora nudi sotto le coperte dopo la notte passata insieme, sgranarono
gli occhi guardando la donna.
La ragazza di coprì più che poté con il
lenzuolo, mentre lui rimproverava la madre.
- Mamma! Ti sembra questo il modo di entrare
in camera mia?-
- Oh, scusa tesoro. Volevo solo dirti che in salotto
c’è la polizia. L’ispettore Megure vorrebbe farti qualche domanda. Ti
aspettiamo di là.-
Prima di uscire, Yukiko guardò l’americana
sorridendo, mentre quest’ultima arrossiva vistosamente.
Quando la porta si fu richiusa, Kudo si
sedette sul letto, afferrando i vestiti sparsi per terra e iniziando a
vestirsi.
- Ormai non si può avere nemmeno un po’ di
privacy qui dentro.- sbuffò il ragazzo alterato.
- Bè, a me sembra che stanotte di privacy ne
abbiamo avuta fin troppo.- commentò Eiko dopo essersi ripresa dalla figuraccia,
mettendosi in ginocchio dietro la schiena del detective e baciandogli in collo.
- Come darti torto?-
Shinichi si voltò verso di lei, baciandola con
passione e facendola ricadere sulle lenzuola.
Quando si staccarono per riprendere fiato si
guardarono negli occhi.
- Pensi che la polizia voglia farti qualche
domanda sulla sparatoria?- gli chiese lei, perdendosi dei suoi occhi blu.
- Credo di si. Vorranno indagare su Gin e
Vodka.-
Eiko lo scrutò attentamente, fino in fondo al
suo sguardo.
- E immagino che tu non te ne starai qui con
le mani in mano, ma indagherai per conto tuo. Ho indovinato?- disse infine
l’americana.
- Non ti si può nascondere niente.- e si chinò
per baciarla ancora.
Ma con grande stupore del giovane lei lo
allontanò delicatamente.
- Io sarò con te.- disse semplicemente
l’Agasa, ma lui capì perfettamente.
- Cosa? Neanche per sogno, è troppo
pericoloso.- le proibì Shinichi.
- Shin, mi sembrava che ormai noi fossimo una
squadra.-
Kudo la guardò nel profondo dei suoi occhi scuri,
neri come la pece, poi sospirò.
- Hai ragione. Ma appena si presenterà un
pericolo troppo grande per te dovrai scappare.- accettò alla fine il detective.
- Ma…- tentò lei.
- Promettimelo.-
- Va bene.- rispose infine la ragazza.
- Ora sarà meglio raggiungere gli altri.-
Così si alzarono dal letto e dopo essersi
rivestiti si diressero in salotto.
Seduti comodamente sul divano e sulle poltrone
vi erano l’ispettore Megure e l’agente Takagi, che conversavano con Yukiko e il
dottor Agasa.
- Shinichi. Sono contento di vedere che ti sei
ristabilito.- commentò l’uomo con i buffi, stringendo la mano al giovane.
- La ringrazio, ispettore. Devo immaginare che
siate qui per la sparatoria.-
- Infatti. Dobbiamo indagare e per riuscirci
dobbiamo avere alcune risposte. Se non ti dispiace vorremmo fare qualche
domanda anche a te, Eiko.-
- Nessun problema. Sono a vostra
disposizione.- rispose lei.
Così tra domande, racconti e appunti,
riuscirono a ricostruire i fatti di quella sera.
- Ricapitolando: Eiko è stata rapita e portata
in un vecchio magazzino. Ti ricordi dov’era situato?- le chiese Megure, alzando
gli occhi dal taccuino.
- Credo si trovasse accanto al porto.-
- Riusciresti a portarci lì?-
- Ci posso provare.- annuì lei.
- Perfetto. Dopo il rapimento hanno inviato una
mail a Shinichi con le varie istruzioni per l’incontro. Più tardi manderò qui
un tecnico: magari riesce a scoprire qualcosa sull’indirizzo che hanno
utilizzato. In seguito vi siete incontrati nel cantiere abbandonato del teatro.
Qui hanno proposto lo scambio tra voi due, ma quando avete sentito le sirene
della polizia, Eiko ha tentato di scappare, l’uomo le ha puntato la pistola
addosso e tu ti sei buttato per ricevere la pallottola al suo posto. È tutto
giusto?- chiese poi,rivolgendosi al
giovane Kudo.
- Esatto.-
- Dopo cosa è successo?- riprese l’uomo,
rivolto all’americana.
- Niente, voi siete arrivati e Gi… e i due
uomini sono fuggiti.-
Aveva pensato di non rivelare il nome dei due
uomini: la polizia non sapeva
del legame di Shinichi con gli uomini in nero
e così doveva rimanere la situazione.
- Molto bene. Credo di non avere altre
domande. Se vi viene in mente qualcos’altro non esitate a chiamarmi.- concluse
l’ispettore Megure, alzandosi in piedi.
- Non ne dubiti ispettore.-
I due ragazzi accompagnarono i due agenti alla
porta: stavano per uscire quando Megure si voltò.
- Un’ultima cosa, ragazzi: mi raccomando, non
cercate di indagare per conto vostro, c’è già la polizia ad occuparsene.-
I due uomini si diressero lungo il vialetto
fino al cancello, mentre Shinichi ed Eiko si guardavano complici: l’uomo non
sapeva che era proprio ciò che loro intendevano fare.
Eccomi, sono tornata!!!!!!!!!!!!
Lo so, il chap non è dei migliori, è pure un po’ cortino, ma devo riprendere il
ritmo.
Intanto ringrazio magicadula,
Dany92 e Viky4forever per le recensioni.
L’estate era ormai finita e le scuole stavano
ricominciando.
Shinichi ed Eiko stavano camminando verso
l’edificio scolastico, parlando del caso ancora irrisolo degli uomini in nero.
Infatti la polizia non aveva scoperto niente
di nuovo: ma purtroppo anche i due ragazzi erano allo stesso punto.
Varcarono il cancello della scuola e subito
furono assaliti dai compagni.
- Shinichi! Finalmente sei tornato. E noi che
pensavamo te la fossi data a gambe.- esclamò un ragazzo, battendogli una mano
sulla spalla.
- Ciao ragazzi. Anche a me fa piacere
rivedervi.-
Subito dopo le attenzioni si spostarono tutte
su Eiko: qualche settimana prima i genitori della ragazza avevano telefonato
per dire che si sarebbero trattenuti in Europa più del previsto, così avevano
deciso che avrebbe iniziato la scuola lì a Tokyo.
- E questa bella ragazza chi è?- chiesero un
po’ maliziosi gli amici.
- Lei è Eiko Agasa, la mia ragazza.- rispose
Kudo, circondandole il bacino con un braccio, con fare possessivo.
- Uh, e bravo il nostro Shinichi. Ti sei dato
da fare in America, eh.- esclamò uno di loro.
- A dire il vero ci siamo conosciuti qui. Sono
la nipote del professor Agasa.- si affrettò a specificare l’americana.
- Esatto, e ora se non vi dispiace…-
Il detective lasciò la frase a metà e si
allontanò con Eiko.
- Sono simpatici i tuoi amici.- commentò lei.
- Sono degli impiccioni.- disse invece Kudo,
facendo ridere la giovane.
Arrivarono in classe e qui vi trovarono Ran e
Sonoko che chiacchieravano.
I due guardarono la ragazza, che ricambiò lo
sguardo: non si erano più parlati molto da quando Shinichi aveva detto a Ran
quali erano i suoi sentimenti.
- Ehi, ciao ragazzi. Che pizza, ricomincia la
scuola.- intervenne Sonoko, con la sua solita allegria.
- Già.- disse solo Eiko, per poi riportare lo
sguardo su Ran.
- Ciao Ran.- azzardò poi.
L’altra la osservò un po’, poi le sorrise e
disse:- Ciao Eiko.-
Anche il ragazzo sorrise: sembrava che l’amica
non provasse più del rancore per loro due.
- Shin, amore sei tornato!- squittì una voce
alle loro spalle.
Non fecero nemmeno in tempo a voltarsi che sue
braccia simili a tentacoli si aggrapparono al collo del giovane.
- A-Akemi… ci sei anche tu…-
- Certo. Cosa credevi, che avrei mancato di
darti il benvenuto?- disse la ragazza dai capelli biondi, mostrando uno
smagliante sorriso.
Lo scambio di “effusioni” fu interrotta da un
debole tossicchiare alle loro spalle.
Reiko guardò la persona che aveva prodotto
quel suono.
- Oh, tu devi essere nuova. Piacere, io sono
Akemi.- si presentò stringendole la mano.
- Piacere, io sono Eiko.- disse l’altra.
- Già, lei… è la mia ragazza. Si è trasferita
qui per un po’ e frequenterà la nostra classe per qualche mese.-
- La-la tua ragazza?- chiese quasi
terrorizzata la bionda.
- Esatto.- rispose la detective con uno
sguardo che significava “quindi giù le mani dal mio ragazzo”.
Proprio in quel momento entrò il professore,
così Akemi non poté ribattere.
Il prof presentò Eiko a tutta la classe, poi
la ragazza prese posto in un banco tra Shinichi e Sonoko.
Le ore passarono abbastanza in fretta e presto
arrivò il momento di tornare a casa.
- Allora ci vediamo domani.- si salutarono
Ran, Sonoko, Shinichi ed Eiko, mentre le prime prendevano una direzione e gli
ultimi un’altra.
- Allora?- chiese all’improvviso l’americana,
fermandosi e guardando il giovane con le mani sui fianchi.
- Allora che cosa?- chiese lui, senza capire.
- Akemi. Una bella ragazza.-
- Oh, non mi dire che stai pensando ancora a
quella. È solo una compagna che ha una cotta per me da quando abbiamo iniziato
il liceo, niente d’importante.-
- Niente d’importante, dici? Questo significa
che dovrò passare il resto della mia permanenza qui vedendo quella che ti salta
addosso ogni volta che ti vede?- chiese un po’ alterata Eiko, alzando un
sopracciglio.
- Neanche per sogno. Ehi, sbaglio o sei
gelosa?- le chiese Kudo, abbracciandola e guardandola negli occhi.
- Chi io? Ma no.-
Questa fu la volta del detective di guardarla
con un sopraciglio alzato.
- E va bene forse un pochino.-
Shinichi le sorrise soddisfatto.
- Ma non dovrei esserlo forse? Sto con uno dei
detective più famosi e affascinanti degli ultimi tempi.- si giustificò la
ragazza, facendogli passare le braccia intorno al collo.
Le loro labbra si avvicinarono fino a
giungersi in un bacio pieno di passione e allo stesso tempo dolcissimo.
Ma quel loro momento magico fu interrotto da
un fortissimo boato.
I due ragazzi si staccarono e si voltarono
verso destra: una grande nuvola di fumo si alzava verso il cielo.
I detective presero a correre attraverso il
parco per arrivare prima al luogo dell’esplosione.
C’era un gran caos: gente che correva, gente a
terra ferita, autopompe dei vigili del fuoco che arrivavano, poliziotti che
cercavano di far mantenere la calma.
- Che cos’è successo?- chiese Eiko ad un uomo
lì accanto.
- C’è stata un’esplosione. Credo fosse una
bomba.- rispose lui, ancora sotto shock.
- Una bomba?- sussurrò Shinichi, non capendo
cosa un ordigno ci facesse lì.
- Shinichi, Eiko. Cosa ci fate qua?- chiese
Megure, urlando per sovrastare il frastuono che li circondava.
- Noi… eravamo nelle vicinanze quando abbiamo
sentito il boato.- rispose per entrambi Kudo.
- Sembra che abbiamo messo una bomba da
qualche parte.- li informò l’ispettore.
- Ci sono dei morti?- chiese invece
l’americana.
- Ancora non lo sappiamo. Dateci una mano. I
miei uomini non bastano.-
Così i due giovani aiutarono i feriti e gli
agenti a mantenere la calma tra la folla.
Dopo circa un’ora la zona era stata evacuata e
i feriti portati all’ospedale.
Per fortuna nessuno era rimasto ucciso, ma
ancora nessuno si spiegava il motivo della presenza della bomba lì.
- Lei a visto qualcuno di sospetto?- sentirono
chiedere da Takagi ad una delle persone che erano nei pressi del luogo in cui
era scoppiato l’ordigno.
- Io… non lo so… mi faccia pensare. Ora che ci
penso ho visto un tipo strano aggirarsi qui intorno. Era vestito tutto di nero
con gli occhiali da sole. Era abbastanza alto e robusto. Mi sono allontanata
subito perché sembrava un poco di buono.- rispose la vecchietta.
Eiko e Shinichi si guardarono terrorizzati:
quella era la descrizione dettagliata di… Vodka.
Eccomi di nuovo qui!
Certo che non si ha mai un attimo di pace.
Sembra che come al solito l’Organizzazione
centri qualcosa.
Sarà la volta buona che li catturano?
Intanto ringrazio magicadula
e Viky4forever per aver commentato.
Shinichi ed Eiko si trovavano sulla strada di
casa.
Da quando avevano lasciato il luogo
dell’attentato, se così si poteva definire, nessuno dei due aveva detto una
parola, ma entrambi pensavano la stessa cosa: Gin e Vodka erano tornati
all’attacco.
- Credi che quella bomba fosse destinata a
noi?- chiese improvvisamente Kudo, facendo sussultare l’americana.
- Non lo so… non credo. Insomma, non sapevano
se noi saremmo passati da quella strada. E soprattutto non credo che vogliano eliminarci
così in fretta. Si vogliono divertire con noi.- rispose Eiko, stringendo la
maniglia della cartella.
- Già, la penso come te.- disse lui.
- Quello che mi fa più arrabbiare è che ci
siano andati di mezzo degli innocenti. Io…-
La rabbia dell’Agasa aumentò, e così la
stretta sul cuoio.
- Ehi, piccola, calmati. Vedrai che quella
gente se la caverà. Per fortuna nessuno è rimasto ucciso.- cercò di
tranquillizzarla Shinichi, posandole una mano sul capo.
Eiko si rilassò, allentando la presa sul
manico, e voltandosi per rivolgere un sorriso triste al ragazzo.
- Hai ragione. Ma mi fa arrabbiare comunque. -
- Lo so, fa arrabbiare anche me. Ma adesso
dobbiamo concentrarci solo su quei due.- disse Kudo, prendendola tra le sue
braccia.
La giovane rispose alla stretta, sorridendogli
contro il petto e respirando quel suo profumo che tanto le piaceva.
- Ehi, voi due piccioncini, avete intenzione
di rimanere lì tutto il pomeriggio?- chiese il professor Agasa, sbucando dalla
porta di casa: senza nemmeno accorgersene, i due si erano fermati davanti al
cancello di casa Agasa.
- Zio!- disse Eiko arrossendo, mentre Shinichi
rideva e le scompigliava i capelli.
Appena furono entrati i due raccontarono al
professore ciò che era accaduto vicino al parco.
- E pensate siano stati gli uomini in nero?-
chiese lui, alla fine della spiegazione.
- La descrizione di quell’anziana signora
sembrava proprio quella di Vodka.- rispose Kudo.
- E anche lo stile è il loro.- concluse lei.
- Che farete adesso?- domandò l’uomo.
- Niente. Purtroppo non abbiamo molti indizi.
Dobbiamo solo aspettare che si rifacciano vivi.- disse il ragazzo, sedendosi
sul divano accanto all’americana.
- Credo tu abbia ragione. Meglio che vada a
preparare la cena. Sarete affamati.-
- Già, ottima idea professore.-
L’uomo sparì in cucina, così l’attenzione del
detective si spostò sulla compagna.
- Tesoro, sei stranamente silenziosa. È tutto
ok?- chiese preoccupato, scostandole un ciuffo dal viso.
Lei annuì, mugugnando un debole sì in
risposta.
- Non mi dire che pensi ancora a quello che è
successo.-
- Si. Cioè no. Pensavo a quale sarà il
prossimo avvertimento: un virus diffuso tra i cittadini, un attentato diretto
alle nostre vite… non abbiamo indizi, Shin, potrebbe capitarci di tutto.- disse
lei guardandolo.
- Vedrai che andrà tutto bene. Come hai detto
tu vogliono divertirsi con noi, questo significa che non ci vogliono uccidere,
non subito almeno. Questo ci lascerà il tempo di scovarli e sbatterli in
galera.- cercò ancora una volta di tranquillizzarla, con un bacio sui capelli.
- Hai ragione, forse mi sto preoccupando
troppo.- disse Eiko, abbassando gli occhi e appoggiando la testa sulla spalla
del ragazzo.
- Già. Ora mangiamo qualcosa poi subito a
letto. Siamo stanchi, abbiamo bisogno di riposare.-
Così come aveva detto Shinichi, i due
detective, dopo cena, si ritirarono nelle rispettive camere, prendendo sonno
quasi subito, nonostante i pensieri che vorticavano loro in testa.
La mattina seguente Eiko fece fatica a seguire
le lezioni, ma anche per Kudo la situazione non era diversa: se lei era
preoccupata per gli innocenti che venivano coinvolti, lui lo era per lei.
L’aveva trascinata in quella situazione
pericolosa, e per questo si malediceva: se le fosse successo qualcosa non se lo
sarebbe mai perdonato.
Akemi non si era più fatta avanti, nonostante
gli sguardi pieni d’odio che lanciava all’americana: ma questa era troppo presa
dai suoi pensieri per rendersene conto.
La scuola finì più velocemente del previsto,
così Eiko e Shinichi, dopo aver salutato gli amici, si diressero verso casa.
Entrambi si guardavano intorno furtivi,
temendo di vedersi scoppiare un’altra bomba sotto al naso.
Per fortuna non accadde nulla e i due ragazzi
arrivarono a casa senza problemi.
Ne pomeriggio cercarono di rilassarsi e dopo
aver svolto i compiti, si sedettero sul divano abbracciati a guardare la TV.
Eiko si sentiva protetta accanto a lui e
sapeva che finchè Shinichi fosse rimasto con lei non le sarebbe accaduto nulla.
Purtroppo il loro momento di relax era
destinato a finire presto: verso le 5 di pomeriggio il telefono di casa Agasa
squillò.
- Pronto?- rispose il professore.
Rimase qualche secondo in silenzio per poi
dire: - Si, glielo passo subito. Shinichi è per te.- disse poi rivolto al
giovane.
- Per me? Ma chi è?- chiese lui, alzandosi.
- L’ispettore Megure.- rispose l’uomo, con
voce lugubre.
I due giovani detective si guardarono
interrogativi, e anche un po’ preoccupati.
- Si, pronto?- rispose Kudo al telefono.
- Pronto, Shinichi, sono l’ispettore Megure.-
- Si, mi dica.-
- Mi dispiace disturbarti a quest’ora, ma
vorrei che tu ed Eiko mi raggiungeste sul luogo di un omicidio.-
- Il luogo di un omicidio? Ma non può chiamare
il detective Goro per risolverlo?-
Shinichi sapeva che l’uomo non ne sarebbe
stato in grado, ma non gli andava di essere disturbato in un pomeriggio di
relax con la sua ragazza.
- Non è proprio per risolvere il caso…
Shinichi, davvero, dovete venire voi. È importante.-
Il tono dell’ispettore era parecchio serio,
così decise di non obbiettare e si fece dare l’indirizzo.
- Ok, ci vediamo fra poco.- e riagganciò.
- Che è successo?- chiese Eiko in piedi
accanto a lui.
- Megure ci ha chiesto di raggiungerlo sul
luogo di un delitto. Ha detto che è importante.- rispose.
L’americana non rispose, ma si limitò a
seguire il giovane fuori casa.
Quando arrivarono la casa corrispondente
all’indirizzo datogli dall’ispettore era circondata da un nastro giallo e dagli
agenti della scientifica.
I due detective trovarono Megure e Takaji sul
retro, a fianco dell’orto.
- Ispettore.- attirò la sua attenzione Kudo.
- Oh, Shinichi, Eiko, siete arrivati. Grazie
per essere venuti.-
- Che cos’è successo?- chiese la ragazza,
avvicinandosi agli agenti.
- Credevo fosse giusto mostrarvi questo.-
L’uomo si fece da parte lasciando passare i
giovani: davanti a loro vi era un uomo voltato a pancia in giù, ricoperto di
sangue e con un coltello conficcato nella schiena.
Ma quello che attirò l’attenzione dei
detective fu un foglietto di carta trattenuto dalla lama.
Il messaggio diceva: Eiko Agasa, Shinichi
Kudo. Questo è un avvertimento. G. e V.
Shinichi ed Eiko rimasero immobili a fissare la scritta,
senza riuscire a proferire parola.
- Sembra che questo messaggio sia rivolta a
voi due. Avete idea di chi possano essere G e V?- chiese loro Megure, riportandoli
alla realtà.
- Noi… no, non saprei.- rispose l’americana,
senza togliere gli occhi dalla vittima.
- Vigliacchi… - sibilò tra i denti Kudo.
- Forse… forse qualche criminale che abbiamo
condannato…- inventò una soluzione la giovane.
Non sapeva nemmeno lei perché non avesse detto
la verità all’ispettore: forse il suo istinto di detective era prevalso.
Comunque, nemmeno Shinichi intervenne.
- D’accordo se vi viene in mente qualcosa
fateci sapere.- disse alla fine l’agente.
- D’accordo ispettore. Grazie per averci
chiamato. Arrivederci.-
Shinichi salutò, poi prese Eiko per le spalle
e la condusse lontano dal corpo.
- Sono tornati…- sussurrò l’americana
seguendolo.
- Già. Avevamo ragione: anche la bomba era un
avvertimento.- concordò Kudo, lanciando un’ultima occhiata al cadavere, per poi
allontanarsi dalla casa.
- Una cosa è sicura: ci vogliono morti.-
commentò alla fine Eiko, guardando gli occhi blu del giovane.
Si, lo so, sono in ritardo… non vorrete
uccidermi?!?! (ovvio che si! V.V NdTutti)( Ma nuuu… ç_ç NdCicci12)
Ok, allora chiedo umilmente perdono…
Però sono tornata con un bel capitolo… o no?
O.o (mmmh… mah, vedremo.. V.V NdTutti)( O.O NdCicci12)
Bè, gli MIB sono tornati all’attacco e i
nostri detective sono di nuovo in pericolo…
Sarà la volta buona che li acciuffano?
Intanto ringrazio magicadula,
Dany92 e Viky4forever e anche quelli che
hanno letto ma non recensito.
Bè, al prossimo chap.. (quindi al prossimo mese! NdTutti)(
Ma nuuuuuu… ç_ç NdCicci12)