Un marmocchio problematico

di fliflai
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Tsunayoshi Sawada si stava domandando con disperazione come fosse arrivato a rincorrere il piccolo Lambo e come mai si fosse ritrovato nella sua scuola. La risposta non era poi così difficile,bastava andare indietro di un'ora, anche meno.

Era uscito da scuola, stranamente da solo. I suoi due accompagnatori abituali, cioè Gokudera e Yamamoto, erano stati messi in punizione per aver fatto troppa confusione in classe, e così si erano dovuti fermare a pulire l'aula mezza distrutta dalle bombe.

Quando era arrivato a casa aveva trovato un biglietto sul tavolo in cucina. Su di esso vi era scritto che i suoi genitori e Reborn erano partiti per qualche mese chissà dove. Era rimasto spiazzato perché, insomma, avvertire prima era troppo di disturbo?

Era sicuro che dietro tutto ciò ci fosse il suo Tutor, anche se non aveva idea del perché avesse fatto una cosa del genere.

Poi aveva sentito dei strani rumori provenire da camera sua. Era salito non sapendo cosa l'aspettasse, ma dopo l'arrivo dell'Arcobaleno si era abituato (più rassegnato in realtà) alle visite di gente piuttosto strana.

Però di certo non si aspettava di trovarvi l'inventore dei Vongola.

Il ragazzo lo guardò stupito, poi scosse la testa per riprendersi. << Giannini-san cosa ci fai qui? Ti ha chiamato Reborn? >> domandò.

L'altro scosse la testa. Se si trovava lì era perché la famiglia Bovino gli aveva inviato una lettera dove lo pregavano di migliorareil Bazooka dei 10 anni.

Tsuna voleva prendere la parete a testate. Seriamente, come era possibile che la famiglia di Lambo avesse domandato proprio a Giannini di migliorare la loro preziosa arma? Il ragazzo sapeva che proprio lui non doveva parlare, ma non si sentiva in colpa a definire l'uomo un gran imbranato. Gli veniva ancora in mente Gokudera nel corpo di un bambino.

Il boss dei Vongola rabbrividì dall'orrore. Sperò con tutto il cuore che Giannini non avesse toccato l'arma del piccolo Lambo.

Evidentemente Giannini doveva aver capito almeno in parte i suoi pensieri, perché affermò orgoglioso di aver migliorato il Bazooka.

Tsuna stava letteralmente impazzendo, se quel... quel coso fosse passato per le mani del bambino sarebbe stato un disastro, ne era certo. All'improvviso gli sorse un atroce, orrendo, terribile dubbio.

<< Lambo ha già preso il Bazooka? >>.

L'inventore sorrise con aria rassicurante, poi annuì. Un attimo dopo il quattordicenne si era fiondato alla ricerca del Bovino. Lo trovò poco dopo che giocava alla guerra, da solo per altro. Appena lo vide saltò su tutto contento chiedendogli di giocare. Il ragazzo sorrise intenerito, ma dovette rifiutare. << Senti Lambo, ce l'hai il Bazooka dei 10 anni? >>. Il piccolo fece di si con la testa e Sawada tirò un sorriso di sollievo.

<< Me lo daresti per favore? >> chiese con un sorriso gentile.

Che, naturalmente, non servì a niente.

Lambo lo prese come un gioco e scappò ridendo come solo lui sapeva fare. Tsuna lo rincorse. Ma perché la gentilezza non serviva quasi mai con i membri della famiglia Vongola?

Il bambino lo fece correre per tutta la casa, poi uscì dal cancello e andò per la strada.

Ed ecco come era finito a scuola per la seconda volta nella giornata.

Il Vongola vide entrare il suo Guardiano del Fulmine nella classe 1-A, cioè la sua. All'interno vi erano gli altri due Guardiani. Subito gli vennero incontro, Yamamoto con il solito sorriso a trentadue denti stampato in faccia, Gokudera con viso preoccupato e il sempre presente “Decimo!” sulle labbra. Dovette spiegare loro la faccenda a grandi linee, per evitare di perdere di vista Lambo. Naturalmente accettarono di aiutarlo, Yamamoto perché lo considerava l'ennesimo gioco, Gokudera invece perché lo considerava il suo dovere di braccio destro.

Così si misero a rincorrere la “stupida mucca”, come aveva urlato l'italiano. Solo che era molto difficile visto che era davvero veloce.

La situazione peggiorò drasticamente quando entrò nell'aula Lui.

<< Vi morderò a morte per aver disturbato il mio riposo e la quiete di Namimori >>disse con voce tranquilla ma minacciosa il Presidente del Comitato Disciplinale.

<< Hibari-san! Ti vuoi unire a noi? Stiamo facendo un gioco bellissimo! E' così divertente! >> Yamamoto, dopo aver detto ciò, scoppiò a ridere. Come sempre Gokudera si irritò non poco per l'atteggiamento del ragazzo e si mise a urlargli contro, tirando fuori la dinamite.

Tsuna urlò disperato vedendo Hibari prendere i fidati tonfa. Avrebbe fatto un strage, ne era certo. E lui ne sarebbe stato al centro, visto che si era avvicinato a lui per cercare di calmarlo. Quando gli si avvicinò ricevette un'occhiata gelida dal ragazzo più grande, che lo spaventò a morte. Si fece coraggio e prese la parola. << P- per favore Hibari-san non li picchiare, loro non hanno fatto niente.. >> si fermò spaventato quando vide l'altro alzare un sopracciglio, poi vedendo che stranamente lo stava ascoltando proseguì. << Vedi.. Lambo, il bambino vestito da mucca ha un'arma molto pericolosa tra i capelli e.. ecco io lo stavo seguendo per prendergliela ma sono finito qui >> provò a sorridere, sentendosi anche un po' colpevole per aver distrutto la disciplina che tanto amava il suo Guardiano della Nuvola. Lo vide fare un movimento improvviso e chiuse gli occhi convinto di ricevere come minimo un tonfa sulla testa. Ma non accadde. Hibari aveva colpito Lambo, facendolo cadere.

Dai suoi capelli uscì il tanto ricercato Bazooka dei 10 anni.

Tutti, chi con stupore, chi con paura e chi con indifferenza lo vide colpire Tsuna in pieno. Un denso fumo rosa si espanse per tutta la stanza.

<< Cosa ne verrà fuori dopo che è passato per le mani di Giannini-san? >> rise Yamamoto. Gokudera diede in escandescenze. << Cosa ci trovi di divertente idiota del baseball? Il Decimo è appena finito dentro un'arma decisamente pericolosa! >> urlò arrabbiato.

Quando la nuvola si diratò i ragazzi videro un figura svenuta per terra.

<< Decimo? >> urlò preoccupato Gokudera avvicinandosi al suo adorato Boss.

Però quello per terra non era il ragazzo che tutti conoscevano.

<< D- Decimo?! >>.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


<< D- Decimo?! >>.

Quell'urlo svegliò la figura svenuta che appena aprì gli occhi vedendo gli occhi allucinati dei tre ragazzi puntati su di sé scoppiò a piangere, chiamando i suoi genitori con tutto il fiato che aveva nei polmoni. Persino Yamamoto non rideva, si limitò solo a sorridere e a prendere in braccio il bambino, cercando di calmarlo.

<< Come è possibile? Quello non può essere il Decimo! >> esclamò con voce sconvolta l'italiano.

Yamamoto si mise a ridere, senza un'apparente motivo, mentre il piccolo si dimenava tra le sue braccia.

Hibari grugnì disgustato dal modo in cui quei tre facevano branco. Normalmente stavano sempre insieme, adesso facevano anche la famigliola. Aveva già visto quel Bazooka in azione, ma non credeva che sarebbe successa una cosa del genere. Doveva ammettere che era rimasto sconvolto, ma non molto naturalmente. Lui non si faceva mai sconvolgere da niente.

Ascoltò irritato le lamentele disperate dell'erbivoro con i capelli argentati, che non faceva altro che parlare inutilmente disperandosi per la situazione, inoltre lo stava infastidendo. Dopo diversi minuti di parole sprecate per niente ( e lui odiava gli sprechi ) perse le staffe e gli diede un tonfa in piena faccia, con tanta forza da farlo cadere. << Smettila di lagnarti erbivoro, mi irriti. Tra cinque minuti tornerà a essere lo stupido e imbranato erbivoro di prima >>.

Hayato si alzò irritato dal comportamento sempre presuntuoso dell'altro, ma un altro tonfa lo rispedì a terra. << Brutto presuntuoso, non osare insultare il Decimo! >>. Poi si fermò, ragionando, e arrivando alla conclusione che per una volta, solo una si intende, il moro aveva ragione.

Non rimaneva che aspettare.

Ma dopo cinque minuti non era cambiato assolutamente nulla, Tsuna continuava a piangere e soprattutto a essere un bambino.

Poteva essere un problema. Anzi, lo era.

Yamamoto posò il bambino di quattro anni sul banco più vicino, non riusciva più a tenerlo fermo. Il piccolo era palesemente terrorizzato, il che era normale visto che all'improvviso si era trovato in un'aula sconosciuta con persone altrettanto sconosciute.

Hibari era molto irritato, quel marmocchio non la smetteva di frignare. Facendo ciò mandava letteralmente in frantumi la disciplina di Namimori.Questo non poteva assolutamente accettarlo. Doveva farlo tacere. Gli si avvicinò e lo fissò con sguardo truce.

Tsunayoshi Sawada riusciva sempre a distruggere la pace della scuola, anche a quattro anni. Era una delle molte cose che non sopportava di lui, a parte il suo essere sempre in pensiero per gli altri e il fatto che sorridesse sempre con tutti, fidandosi ciecamente.

Il piccolo Tsuna si zittì incominciando a guardarlo a sua volta. Sembrava impaurito, ma anche curioso. Continuarono a guardarsi ancora per qualche secondo, poi il diciassettenne sbuffò irritato, si girò e incominciò a incamminarsi verso il Comitato Disciplinare.

Gokudera lo rincorse, urlando che doveva aiutarli in quanto membro della famiglia.

Il moro si fermò, si voltò e lo guardò con sguardo annoiato. << Io non faccio parte di nessuna famiglia, sbrigatevela da soli >> affermò convinto. L'italiano stava già per tirare fuori la dinamite quando si dovette fermare. Yamamoto si stava congratulando con il bambino, per un motivo che gli altri due non conoscevano. Non doveva essere granché visto che l'idiota del baseball si stupiva per qualsiasi cosa.

La ragione di così tanto stupore era un Tsuna che camminava tutto solo ( cosa anche abbastanza normale per un bambino di quattro anni, o almeno per Hibari ).

Con gran sollievo di del Guardiano della Tempesta il piccolo sembrava essersi calmato. Lo vide che gli veniva incontro con un passo un po vacillante, poi, quando gli fu vicino lo squadrò incuriosito. Dopo abbassò lo sguardo, leggermente spaventato. Infine trovò il coraggio di parlare, intimidito dallo sguardo del ragazzo. << Etto... d-dove tono mamma e papà? >> chiese con vocina incerta.

<< Gokudera, Tsuna sa già già parlare così bene! >> rise ammirato Yamamoto.

<< Non mi sembra una cosa così strana erbivoro >> il tono di Hibari era scocciato, voleva andarsene. Lo stavano trattenendo fin troppo. Lui aveva cose importanti da fare.

Come dormire sul terrazzo.

Il bambino intanto continuava a guardare i tre con speranza. C'era solo un problema. Gokudera non aveva la più pallida idea di dove si trovassero i coniugi Sawada.

Si inginocchiò davanti al bambino. Lui non impazziva per i marmocchio, ma il Decimo era decisamente diverso da Lambo e I-Pin, quindi forse poteva provare ad andarci d'accordo. Guardò il piccolo negli occhi, poi provò a spiegare al suo adorato Boss che per un po' sarebbe stato con loro visto che i suoi genitori erano partiti per un tempo non definito. Gli occhi di Tsunayoshi si riempirono subito di lacrime, poi scoppiò a piangere in modo disperato.

<< Mamma e papà non mi voliono più bene! Sono paltiti senza di me! >> urlò disperato singhiozzando.

Yamamoto si inginocchiò accanto al bambino, provando a calmarlo. Non ci riuscì.

L'unica cosa che tratteneva Gokudera dal prendere il marmocchio per la testa e scaraventarlo fuori dalla finestra era la coscienza che avrebbe fatto del male al Decimo. E non poteva farlo.

Tuttavia credette che il piccolo avrebbe fatto quella fine quando vide Hibari che gli si avvicinava. Evidentemente Sawada stava violando con il suo pianto sfrenato la sacra disciplina di Namimori, e Hibari voleva punirlo.

Invece fece una cosa che stupì non poco gli altri due ragazzi.

Si inginocchiò anche lui e lo prese in braccio, mormorando qualcosa scocciato.

Il pianto cessò subito.

<< Questo è il colmo... >> mormorò esterrefatto l'italiano.

<< Ahahah Hibari sei stato bravissimo! Come hai fatto? >> si complimentò il fissato del baseball.

<< Non vedo perché dovrei dirlo ad un'inutile erbivoro come te... >> rispose,

<< Tu brutto... >> iniziò Gokudera, interrotto subito dal Guardiano della Nuvola.

<< Tuttavia per questa volta ve lo dirò visto che il marmocchio ve lo dove tenere voi. Semplicemente gli ho intimato di non piangere >> rispose con tono annoiato. << E ora riprendetevelo >> ringhiò porgendo il piccolo Tsuna ai due.

C'era solo un problema. Il bambino non si voleva staccare, anzi, ricominciò a piangere.

<< Impossibile! Non dirmi che si è affezionato a un pazzo come quello! >> esclamò il Guardiano della Tempesta.

<< Mollami subito stupido moccioso! >> tuonò Hibari cercando di staccarselo di dosso.

Niente da fare. Il piccolo si mise a piangere ancora più forte, rischiando di rompere i timpani ai tre giovani studenti.

<< Ho capito... >> sospirò rassegnato. Prima o poi si sarebbe dovuto staccare, a quel punto sarebbe scappato e non avrebbe più avuto a che fare con quella situazione. Voleva andare a dormire maledizione!

Baby Sawada smise di piangere, e lo guardò con occhini curiosi e lucidi di lacrime.

Kyoya Hibari non capì assolutamente perchè, ma sentì un'emozione strana che provava da un po' di tempo quando guardava Tsunayoshi Sawada. Cioè... tenerezza. Era piuttosto insolito, provava un simile sentimento per uno stupido imbranato ora diventato un marmocchio assolutamente rompiscatole? Più che altro, lui riusciva a provare un'emozione da erbivoro come quella? Si stava proprio rammollendo.

<< Ti sto dando l'onore di essere tenuto in braccio da me solo perché altrimenti avresti mandato in frantumi la disciplina della Naminori, sappilo Tsunayoshi Sawada >> mormorò con un ringhio.

Evidentemente Tsuna non aveva più paura di lui perché gli sorrise e lo abbracciò. E lui voleva ricambiare quell'abbraccio e stringerlo con più forza a se.

Va bene, ormai l'aveva capito.

Era impazzito.

Totalmente fuori di testa. Solo uno non sano di mente poteva avere un desiderio simile. Lui i mocciosi li odiava.

E avrebbe continuato a non sopportarli.

Provò di nuovo a staccarselo di dosso ma lui fece resistenza e mise su un broncio davvero adorabile. Mica tanto in realtà, poteva di rimettersi a piangere a giudicare dagli occhi già umidi.

Ma lo faceva a comando? Hibari non ne era sicuro, ma sospettava che la risposta fosse affermativa. Il marmocchio era astuto. Perchè poi si fosse affezionato a lui era un mistero. Per quanto ne sapeva nessuno dei due genitori di Sawada avevano un carattere come il suo, quindi perchè non si voleva staccare?

La voce di Hayato Gokudera lo strapparono dai suoi pensieri. << Visto che il Decimo non si vuole allontanare da te, per una ragione a me sconosciuta, da oggi starà con te. Intanto io e l'idiota del baseball cercheremo di contattare Reborn, sicuramente lui saprà come risolvere la situazione >> dopo aver detto ciò il ragazzo prese per un braccio Yamamoto e scomparì.

Lasciandolo lì, solo con il marmocchio che gli si era appiccicato addosso come una cozza.

Fantastico.

<< Hayato Gokudera e Yamamoto Takeshi vi morderò a morte >> rispose al niente con voce incazzata.


Hayato Gokudera si sentiva enormemente gratificato per essere riuscito a ingannare per la prima volta Kyoya Hibari.

Comunque avevano cose più importanti a cui pensare. Dovevano rintracciare al più presto Reborn. Era assolutamente necessario che il Decimo tornasse il ragazzo quattordicenne che era per la settimana che doveva venire.

La data della riunione di tutta la famiglia Vongola.

Quello era il problema.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Hibari lasciò praticamente cadere a terra il povero Tsuna (quando riuscì a staccarselo di dosso).

Fortunatamente il piccolo non si fece niente.

Il Presidente del Comitato Disciplinare si incamminò verso la sua aula senza curarsi del bambino che, alzandosi, lo rincorse per raggiungerlo.

Quando arrivarono Hibari si sedette sul suo divano. Dopo poco sentì un respiro affannoso e altri rumori. Guardò accanto a sé e vide il bambino che provava a sedersi sul divano. Era quasi comico, provava a salire ma, essendo troppo basso, non ci riusciva, né arrampicandosi né saltando.

Hibari sbuffò esasperato, lo prese da sotto le ascelle e lo mise a sedere accanto a lui.

Tsuna lo ringraziò con un enorme sorriso.

Il moro si ritrovò a domandarsi perchè provava tenerezza per quel marmocchio. Sapeva bene che era un cosa quasi impossibile. Certo lui non odiava Sawada come tutti gli erbivori che lui chiamava amici, non sapeva perché ma lo trovava meno stupido delle altre persone, il chè non era proprio vero sotto tutti i punti di vista. Era un imbranato cronico e non era assolutamente bravo a scuola. Nonostante ciò Tsunayoshi Sawada era l'unica persona che si preoccupava per lui, senza ragione per altro. Come se lui non si sapesse difendere...

In teoria a lui non doveva importargli, e infatti non gli importava, ma ogni volta che veniva a sapere che l'altro era in pericolo perchè quegli stupidi erbivori non riuscivano a fare il loro lavoro accorreva per proteggerlo o, naturalmente a modo suo, per tirarlo su di morale, come quando aveva combattuto contro quell'erbivora dei Simon. In un modo o nell'altro appariva sempre quando l'altro era in difficoltà. E anche in quel momento si stava comportando esattamente come le altre volte, Tsunayoshi era senza dubbio in difficoltà, dopotutto si era trasformato in un bambino.

E lui lo stava nuovamente aiutando.

Ogni volta sui domandava perchè lo facesse, senza mai trovare una risposta.

Adesso doveva solo trovare un modo per tenere buono il marmocchio e far si che la disciplina di Namimori non ne risentisse. Non che lui dovesse fare niente a parte firmare dei noiosissimi moduli. Naturalmente se ne infischiava e faceva fare tutto ai suoi sottoposti, ma quella volta era molto importante che ci fosse proprio la sua firma su quei stupidi pezzi di carta.

In quel momento decise che non gliene importava niente, li prese e li strappò in mille pezzi per poi lanciarli in aria. Il bambino rise divertito e provò a prenderli con mani.

<< Se oseranno lamentarsi li morderò tutti a morte>> bisbigliò con voce neutrale.

Il castano si fermò e lo guardò leggermente spaventato.

Perchè solo un po'?

Lui doveva essere terrorizzato come tutti gli altri. All'inizio quel suo comportamento era sembrato a Hibari una palese sfida e lo aveva attaccato. Quando poi aveva continuato con quell'atteggiamento aveva capito che Sawada Tsunayoshi era così, si preoccupava degli altri più che di se stesso, e combatteva solo per buone ragioni, lui odiava uccidere.

Come aveva fatto a diventare il Decimo Boss dei Vongola era per Kyoya un mistero, l'altro era troppo buono. Lui odiava quel tipo di carattere ma non odiava Sawada. Era molto complicato per il ragazzo comprendere quel suo comportamento.

Venne strappato dai suoi pensieri quando vide il bambino che stava per cadere dal divano. Con uno scatto repentino lo prese e lo rimise al suo posto, seduto. Continuava a essere un imbranato totale.

Tsuna lo ringraziò arrossendo leggermente. Continuava a essere timido.

Hibari non vedeva tutte questa differenza con il Sawada adolescente, a parte la grandezza naturalmente.

Non che fosse così strano, dopotutto erano la stessa persona. In qualunque sua forma Tsunayoshi era un mistero per lui, l'unica persona in grado di metterlo in difficoltà. Proprio per questo cercava di tenere le distanze dall'altro, senza per altro riuscirci.

La porta si aprì improvvisamente ed entrò il vicepresidente. Kusakabe si chiuse silenziosamente la porta alle spalle, conscio di quanto Hibari odiasse il rumore. Non ci mise molto a notare la al dir poco strana presenza nella stanza.

<< P-Presidente, cosa ci fa qui un bambino? >> domandò con stupore ma cauto.

Il sopra citato Presidente non rispose, ignorandolo completamente. Preferì invece tenere buono il piccolo seduto accanto a sé dandogli una caramella comparsa da chissà dove.

Kusakabe Tetsuya vide per la prima volta in vita sua Hibari Kyoya comportarsi in modo civile con un altro essere umano. E il privilegiato era un bambino!

Guardandolo meglio il vicepresidente notò una cosa piuttosto strana in quel marmocchio.

<< Presidente perchè quel bambino assomiglia così tanto a Sawada Tsunayoshi?>>.

<< Perchè è lui>> rispose con semplicità Kyoya.

Kusakabe restò pietrificato dalla naturalezza con cui l'altro ragazzo aveva affermato la cosa.

Poi scoppiò.

<< Presidente! Non si rende conto che la cosa oltre che assolutamente irreale e assurda è anche problematica? Il Decimo boss dei Vongola è diventato un bambino!>> urlò indicando il piccolo Tsuna che, a quelle urla, si mise a piangere gridando a pieni polmoni la sua paura.

Hibari lo guardò un secondo, poi, con aria omicida, prese i sempre presenti tonfa. A quel punto si girò verso Kusakabe e guardandolo con occhi che lanciavano fiamme disse con un tono spaventoso: << Ti morderò a morte >>.

il poveretto credette di morire e cercò di scusarsi in tutte le maniere possibili al mondo con il suo adorato presidente che, naturalmente, non lo ascoltò è gli diede un tonfa nella pancia. Per fortuna in quel momento si sentì la tanto amata e familiare canzoncina “ cresceranno i fiori qui a Namimori” provenire dal cellulare del moro diciassettenne, che lasciò perdere momentaneamente l'altro. Tetsuya ne approfittò per darsela a gambe.

Hibari guardò chi lo stava chiamando. Appena lesse la parola “Preside” chiuse la chiamata come faceva tutte le volte. Non appena vide che il suo vicepresidente era scappato sentì un'irrefrenabile voglia di mordere qualcuno a morte. Si girò verso il divano.

E per poco, stranamente, non gli venne un infarto.

Del piccolo Tsunayoshi Sawada neanche l'ombra.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Hibari si sdraiò tranquillamente sul terrazzo della sua scuola, ci era andato dopo la scomparsa del bambino.

Si era liberato di un peso enorme. Quel marmocchio gli aveva fatto venire a galla sentimenti che aveva sempre cercato di respingere. Lui non aveva debolezze, non ne aveva mai avute.

Ma Tsuanyoshi lo stava diventando. Meglio eliminare il problema alla radice. Con il bambino scomparso lui non aveva più bisogno di preoccuparsi di dover mostrare sentimenti scomodi come la gentilezza e l'affetto. Quelle cose erano da erbivori. E lui non era uno di loro.

Sawada era un enorme peso, se ne era reso conto fin da principio.

Con questi pensieri il ragazzo chiuse e si addormentò sentendo il dolce peso di Hibrid sulla spalla.

 

*-*-*-*

 

Tsuna aveva paura. Molta paura.

Si era allontanato perchè doveva andare in bagno, solo che si era scordato che non era a casa sua.

Così si era perso.

Poi era uscito nel giardino di quel posto. Lì aveva cercato qualcuno a cui chiedere, solo che aveva trovato tre ragazzi davvero spaventosi. Appena lo avevano visto i loro volti si erano illuminati con un sorriso maligno.

<< Chi è questo marmocchio? Sembra il fratello minore di ImbranaTsuna! >> aveva chiesto il primo, avvicinandosi per guardarlo meglio.

Tsuna aveva lentamente indietreggiato.

<< Probabile, sono praticamente uguali >> aveva commentato l'altro.

<< Che vi importa? E' il bambino che stava in compagnia di Hibari oggi! Non è più facile vendicarsi i quel pazzo usando questo bambino? >> aveva proposto con un ghigno davvero spaventoso il terzo.

Il bambino non aveva capito tutto, ma i loro volti non gli risultavano molto amichevoli. A quel punto aveva cercato di scappare, ma i tre erano stati naturalmente più veloci. Uno di loro lo aveva preso in braccio e lo aveva voltato verso di lui. Il suo sguardo aveva spaventato tantissimo il piccolo Sawada. Sentì gli occhi inumidirsi mente il mento incominciava a tremare.

<< Ora ci divertiamo un po' va bene? >>. Il ghigno sul volto del ragazzo era diventato, se possibile, ancora più ampio agli occhi di Tsuna.

Era completamente solo, non c'era nessuno che lo potesse aiutare, né mamma né papà,tanto meno quel ragazzo strano di cui non aveva ben appreso il nome, forse Hibari. Lui si che era bravo a difendere le persone, anche qualche volta faceva paura.

Ma ora era completamente solo, stava per scoppiare a piangere.

Quando il primo schiaffo lo raggiunse gli spacco quasi il labbro. Faceva davvero male.

Scoppiò in lacrime.

Gli venne in mente che poco tempo prima il ragazzo strano gli aveva detto di non piangere. Ma era davvero doloroso. Poi se piangeva qualcuno poteva sentirlo e soccorrerlo.

Lo lasciarono cadere violentemente a terra. << Stai zitto! >> ringiò uno prendendolo per i capelli e picchiandolo con forza.

Lo riempirono di calci e schiaffi.

Tsuna urlava terrorizzato, piangeva si dimenava sperando che qualcuno venisse ad aiutarlo, senza successo.

Non venne nessuno.

Poi, all'improvviso un ragazzo urlò di dolore e cadde a terra con un braccio rotto, seguito subito da un altro.

Il ragazzo che in quel momento stava per tirare un altro calcio a Tsuna, raggomitolato a terra per il dolore, si volto e vide proprio l'ultima persona che avrebbe voluto vedere.

Hibari Kyoya si ergeva davanti a lui, imponente, con un'aura nera e intorno al corpo e occhi che rispecchiavano intenzioni omicide.

<< Non mi pare che all'interno del regolamento della Namimori sia possibile picchiare un bambino. Quindi stai infrangendo la disciplina della Naminori.

Questo mi irrita terribilmente.

Poi mi hai svegliato e presumo che, chiunque tu sia, tu sappia cosa succede a chi disturba il mio sonno.

Questo mi fa arrabbiare.

In oltre stai picchiando la persona sbagliata, solo il fatto che tu abbia pensato che io e quel marmocchio fossimo legati da qualcosa mi fa incazzare >> incenerì lo studente con gli occhi. Poi sorrise in quel modo folle che tanto lo caratterizzava: << Ti morderò a morte >>.

Il ragazzo lasciò perdere il bambino, che aveva smesso di piangere dall'arrivo di Hibari, e provò a scappare.

Il piccolo Tsuna rimase affascinato dell'agilità con cui si muoveva il moro e della bravura con cui combatteva con quei cosi di metallo. Era bravissimo a maneggiarli. Lo vide raggiungere e battere il ragazzo in pochissimo tempo, un minuto forse. Dopo aver sistemato “ il cattivo” si voltò verso di lui e lo fissò con occhi severi.

Tsuna sapeva quello che sarebbe successo.

 

*-*-*-*

 

Il bambino abbassò gli occhi, colpevole. Hibari era combattuto tra la voglia di picchiarlo per essersi allontanato e quella di portarlo nell'infermeria della scuola per curarlo.

Aveva deciso di lasciarlo al suo destino, prima sulla terrazza, convinto che non gliene importasse niente di lui. Ma non era vero. Appena aveva sentito il discorso dei ragazzi e lo aveva sentito piangere aveva avuto l'impulso di correre ad aiutarlo. Tuttavia era rimasto fermo.

Poi aveva sentito i pugni, i calci il pianto del piccolo e le risate degli studenti. A quel punto il sangue aveva incominciato a bollirgli nelle vene. Si era alzato in preda ad una rabbia accecante.

Poi lo aveva visto sporco, con le gote rosse per gli schiaffi, il labbro inferiore spaccato. In quel momento aveva deciso che tutti sarebbero morti in modo atroce per averlo ridotto in quello stato. Soltanto alla fine si era rifugiato dietro la scusa della disciplina e tutto il resto.

Lui li aveva picchiati per salvare Sawada, ne era consapevole.

Kyoya prese in braccio il suo Boss e si avviò verso l'infermeria. Per i corridoi tutti sussurravano, chiedendosi molte cose, ma nessuno osò avvicinarsi per paura di essere morsi a morte. Il ragazzo sentì Tsuna rannicchiarsi contro il suo petto, impaurito dagli sguardi di tutti e ancora visibilmente scosso dall'accaduto, e Hibari se lo strinse contro in modo protettivo.

Quando giunse a destinazione l'infermiera lo guardò impaurita, ma non appena vide il motivo di quella insolita visita prese il bambino, che non voleva staccarsi ( con grande stupore della donna ) dal moro. Appena riuscirono nella loro impresa, Hibari doveva ammettere che Tsunayoshi era piuttosto resistente, la donna lo curò come poteva. Qualche cerotto e qualche pulita dopo il piccolo fu lasciato andare.

Il castano saltò giù dal lettino e corse incontro al Presidente del Comitato Disciplinare. Abbassò lo sguardo colpevole e arrossì un po' quando l'altro lo rimproverò con lo sguardo più severo che esistesse. << S-scuta... >> sussurò.

Il moro voleva picchiarlo. Una scusa non bastava di certo! Stava per dire qualcosa, ma si zittì non appena vide gli occhi e il sorriso speranzoso del marmocchio mentre gli tendeva la mano.

Sospirò rassegnato, consapevole di aver perso contro quel faccino a cui non si poteva dire di no.

<< La prossima volta che devi andare da qualche parte avvisami erbivoro. Se non lo farai io ti morderò a morte >> lo avvisò. Tsuna annuì, dimostrando di aver capito. Prese per mano il bambino e si avviò verso l'uscita della scuola, ormai la campanella delle lezioni pomeridiane di recupero era suonata.

Il ragazzo aveva capito che doveva portarselo fino a casa, il marmocchio.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Hibari Kyoya era davanti a un dilemma. Un grosso dilemma. Un'importante dilemma.

Come vestire il bambino per la notte?

Lui di certo non andava in giro portandosi dietro un pigiama da bambini! Ma, ora che ci pensava, il cambio per Tsunayoshi come se lo procurava?

Kyoya non sapeva rispondere a quelle domande, decise quindi di ignorarle. Avrebbe risloto il problema quando sarebbe sorto. Tanto quella situazione non sarebbe durata a lungo.

O almeno sperava.

Il problema di come vestire il piccolo parassita per la notte comunque, restava. Per risolverlo il moro non vide altra soluzione se non quella di cedere la camicia del suo pigiama in seta nera, lui avrebbe dormito con i pantaloni. C'era solo il problema che il marmocchio dentro la camicia ci galleggiava, ma a Hibari francamente non importava, quindi si coricò e andò a dormire. Tsuna doveva dormire a terra, visto che il letto era singolo.

Il bambino si era addormentato a giudicare dai suoi occhi chiusi. Il moro sospirò girandosi dall'altra parte. Ora poteva tranquillizzarsi, dopotutto durante la notte i bambini avevano l'abitudine di dormire, e quindi di non causare problemi. Non vedeva ragione per cui Tsunayoshi dovesse fare eccezione.

Passò poco tempo quando sentì un corpo che si rannicchiava contro la sua schiena. Aprì gli occhi di scatto.

Non era difficile capire chi fosse.

<< Che diavolo ci fai nel mio letto? >> mormorò irritato.

<< Ho p-paula del buio... >> rispose in un pigolio il piccolo Tsuna.

Hibari respirò profondamente per calmarsi. Lui non doveva uccidere nessuno.

<< Non mi interessa, tu devi dormire a terra! >> ringhiò. Lo prese per la testa e lo rimise al suo posto. Tsunayoshi piagnucolante si sistemò su parquet. Hibari stava per riaddormentarsi quando...

<< Hiba-chan devo andale in bagno >> sussurrò il piccolo.

<< Hiba-chan? Ti morderò a morte per questo! >> disse indignato. Come si permetteva quel marmocchio? Ma in quel momento c'era una faccenda più importante a cui pensare, come fece ben presto notare il bambino. << Pipì! Pipì! Pipì!!! >> urlò il piccolo Tsuna con voce urgente. Hibari si stava sentendo decisamente male. << Questo non lo faccio! >> mormorò a se stesso. Ma il marmocchio era davvero pressante. Si mise a urlare come un pazzo: << Bagno! Pipì! Devo fale la pipì! >>. E poi il colpo di grazia.

<< Mi faccio addotto! >>. a quel punto Hibari non esitò neanche un momento e gli indicò disperato la porta del bagno.

Ma naturalmente non bastò.

<< Non ci allivo! >> piagnucolò Tsuna. Hibari Kyoya maledisse la bassa statura di Tsunayoshi Sawada.

Però sul letto ci saliva senza problemi!

Le urla del bambino lo riportarono alla realtà. << Come fai a non arrivarci? Poveri noi! >> esclamò esasperato scendendo dal letto.

<< Tloppo taldi, me la tono fatta addotto... >> disse con voce innocente Sawada.

Hibari si alzò con un'aura nera intorno al corpo mormorando in modo spaventoso il solito “ti morderò a morte”. Il bambino si spaventò moltissimo.

<< E-etto... io... me la sono lifatta addotto >> disse imbarazzato.

Il moro voleva prendere a tonfate qualcosa. << Come è possibile, non l'avevi appena fatta? >> chiese allucinato. Il bimbo lo guardò e, con tono ovvio disse: << Non ci potto fale niente, se ho paula la faccio >>. Kyoya si stava domandando perchè non aveva ucciso prima il marmocchio.

Per non cedere ai suoi istinti omicidi disse al piccolo mostriciattolo di dormire, dopo aver pulito tutto ovvio, anche se restò un po' umido... Dopodiché si stese anche lui.

Ma, naturalmente, appena toccò il materasso le lamentele di Tsuna lo raggiunsero.

<< Ma fa fleddo qui. E' tutto bagnato! >> si lamentò il castano.

<< Va bene, ti lascio dormire sul letto >> si arrese il moro.

<< Ma ho le mutande bagnate! >>. Evidentemente Tsunayoshi non sapeva che stava andando in conto a un destino orribile.

<< Cambiale >> disse ovvio Hibari.

Tsuna si alzò. Forse voleva collaborare.

<< Dove tono? >> chiese. Ma come faceva a fare delle domande così stupide?

Si costrinse a rispondere con tono calmo. Naturalmente si trovavano nel cassetto dell'armadio lì vicino. Aveva capito? Bene.

<< E' tloppo in alto non ci allivo... >>

<< Ora – ti – elimino >> ringhiò. Non aveva fatto conto che Quel bambino aveva mille qualità.

<< E io me la faccio addotto! >> rispose risoluto. Quel ricattatore...

Hibari si alzò, stanco di quella battaglia in piena notte. << E va bene, dammi quei boxer! >> esclamò esasperato.

Il bambino ( se così si poteva chiamare ) glieli consegnò. Il ragazzo, disgustato, li lanciò nel cesto dei panni sporchi. Poi prese un paio delle sue mutande e le lanciò a Sawada.

<< Tieni e infilali >> gli disse sbrigativo. Desiderava solo dormire.

<< Come ti infilato quetti robi enolmi? >> chese, forse anche un po' giustamente, Tsuna. Kyoya Hibari stava letteralmente scoppiando.

Prese i boxer che il marmocchio teneva in mano e glieli infilò a forza. A quel punto lo prese in braccio e si avviò verso il letto. << Hiba-chan quetti cosi mi tanno scivolando, non liesco a tenelli su >> lo informò il piccolo boss. Forse aveva ragione, per lui erano davvero troppo grandi, ma non aveva niente di meglio da dargli.

<< Non farci caso. Ora dormi! >> gli ordinò.

<< Che ole tono? >>

<< Che ti fotte? >> ringhiò.

<< Che vuol dile? >> domandò curioso il piccolo.

Panico.

<< Sono le tre! >> rispose infretta.

<< Oh no! Io ho tonno! >> si lamentò Tsunayoshi, senza alcuna ragione per altro secondo Hibari. Era lui che non si decideva a stare in silenzio e a dormire!

<< E allora dormi >> gli consigliò. Magari lo ascoltava quella volta.

<< Ma ho fame! >>. Naturalmente no.

<< Come fai ad avere fame? >> domandò stupito.

Quel marmocchio riusciva a fargli esprimere emozioni che non faceva mai vedere agli altri.

Il parassita trasformato in bambino fu irremovibile.

Lui aveva fame.

Il Presidente del Comitato Disciplinare della scuola Namimori prese per l'ennesima volta in braccio quello che il giorno prima era ancora un normalissimo studente della sua scuola, nonché suo boss, e lo portò in cucina, facendolo sedere su uno sgabello.

Prese la prima cosa che gli capitò sotto mano. Un'arancia. La porse al piccolo.

<< Tieni un'arancia >>.

<< Non mi piacciono >>.

<< Una banana...? >>.

<< Nemmeno >>.

Ma era incontentabile!

<< Una mela !? >> sperò.

<< Le odio! >> affermò convinto Tsuna.

A quel punto scoppiò. Lo prese nuovamente in braccio e si riavviò verso la camera da letto ringhiando: << Se continuiamo così avrò una crisi di nervi, andiamo a letto! >>.

<< Va bene, ma domani a col- >>

<< Stai zitto marmocchio o giuro che le prendi! >>.

Per tutto il resto della notte non si sentì volare una mosca.

 

 

Per questo capitolo devo ringraziare la mia cara amica Killer Shizuku che mi ha aiutato a scriverlo. Senza di lei non sarei riuscita ad andare avanti!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


La mattina seguente fu davvero difficile arrivare a scuola.

Quando si svegliò dalle poche ore di sonno che riuscì a fare trovò il bambino che lo guardava con un'espressione felice.

<< Buon giolno Hiba-chan >> lo salutò abbracciandolo.

Il moro si irritò subito. Lo minacciò di morte se lo avesse ancora chiamato così.

<< Ma Hiba-chan è semple Hiba-chan, come ti dovlei chiamale? >>domandò perplesso. Il ragionamento non era dei migliori ma Kyoya lo ignorò, non perchè era Tsunayoshi Sawada naturalmente, ma solo perchè era un marmocchio.

Dopo essersi cambiato portò il bambino in cucina per la colazione. Lui voleva la frutta.

Ma non poteva fare colazione come tutti gli altri bambini? Una tazza di latte e via? No, voleva la frutta. Ma tutta quella che aveva in casa l'aveva sdegnata durante la notte. No, lui continuava a volere la frutta.

<< Dimmi marmocchio, quale vuoi se non ti piace niente di quello che ho? >> cercando di non farlo spaventare con la voce. Non voleva certo che si ripetesse la scena del bagno...

Il piccolo ci pensò su. << Una pesca >> decise.

<< Siamo in inverno >> gli ricordò.

<< L'uva allora >>.

<< Ti ripeto che non siamo in estate >>. Cominciava a irritarsi.

<< L'albicocca! >> disse con tono convinto.

<< Continuiamo a essere in inverno >> disse con tono leggermente arrabbiato.

<< Ma io voglio l'albicocca! >> iniziò a lamentarsi il piccolo mostro.

Lui non ce le aveva le albicocche, che doveva fare?

Dopo pianti sfrenati e dopo diversi fazzoletti Hibari vide Tsunayoshi che si calmava ( finalmente! ) e che a malincuore beveva il latte.

Ma non doveva essere la bevanda preferita dei bambini? Che moccioso complicato.

Stava per uscire di casa quando si ricordò una cosa, il piccolo non aveva alcun vestito.

Ma perchè avere un moccioso implicava così tanti problemi? Anzi, perchè lui aveva un marmocchio per casa?

Si ricordò di dover uccidere il teppistello e l'altro stupido. Lo avrebbe fatto di sicuro.

Aprì la porta, sperando di trovare un qualsiasi negozio che vendesse vestiti, ma la sua attenzione venne attirata da una scatola che si trovava davanti alla porta. Dentro vi si trovavano dei vestiti per bambini. Sorrise, quello era sicuramente opera dell'altro moccioso.

<< Hiba-chan! >> sentì la voce del bambino che lo chiamava.

Con un sospiro entrò in casa. Trovò Tsuna sul letto che gli sorrideva. Prese dei vestiti e glieli porse. Lui lo guardò incuriosito.

<< Mettili >>spiegò. Il piccolo lo guardò con due occhi da cucciolo.

No, non l'avrebbe fatto. Però rischiava di arrivare in ritardo a scuola.

Lo aiutò a vestirsi. Stranamente si allacciò le scarpe da solo. Era davvero una persona particolare.

 

*-*-*-*

 

Finalmente riuscirono ad avviarsi verso la Namimori, ma i problemi non erano finiti.

<< Hiba-chan! >>. Perchè doveva rompere le scatole appena apriva bocca?

<< Che vuoi ora? E smettila di chiamarmi in quel modo! >> mormorò.

<< Va bene... ti chiamerò Kyo-chan! >> propose.

<< Cosa dici marmocchio?! Non ci prov->> venne interrotto dal grido di una donna.

<< Ma che bel bambino! >>. Da dietro le spalle di Hibari comparve l'erbivora di nome Haru che, come era risaputo, amava due cose: Tsuna e i marmocchi!

<< E tu che diavolo vuoi? >> ringhiò il moro all'indirizzo della ragazza.

<< Ahahahah mamma! >> rise felice il bambino.

I due si bloccarono per un istante, Hibari disgustato e Haru imbarazzata. Poi si ripresero.

<< Marmocchio ma cosa dici! >>

<< Haiiii che vergogna! >> strillò la ragazza rossa in faccia. Afferrò il povero “papà” e mise in atto la sua mossa da professionista e, per miracolo, riuscì a scaraventarlo a terra. Dopodichè scappò.

<< Maledetta, ti morderò a morte >>sussurrò arrabbiato, ma poi sentì il pianto scatenato del bambino che era stato scaraventato a terra insieme a lui. Adesso quando avrebbe smesso?

 

*-*-*-*

 

Quando il fiume di lacrime cessò erano ormai arrivati al cancello della scuola. Appena entrò ( era riuscito ad arrivare in ritardo per la prima volta in vita sua! ) si levarono i sussurri di tutti gli studenti.

<< Ma come mai si porta un bambino così piccolo dietro? >>.

<< Secondo me è suo figlio >>.

<< Già a questa età?! E poi chi lo vuole un altro Hibari in giro per la scuola? >>.

<< Chi sarà la madre? >>.

<< Zitte! Se vi sente vi concia per le feste! >>.

Hibari voleva dire a quelle erbivore pettegole che le sentiva benissimo, ma decise di ignorarle.

Ma come potevano pensare che quel mostro di bambino fosse suo figlio voleva capirlo, insomma,era assurdo!

In quel momento gli si parò davanti Sasagawa femmina, che stava guardando il bambino intenerita.

Non dinuovo.

<< Che carino che sei! Quanti anni hai? >> chiese al piccolo che rispose “quattro” con una vocina gentile.

<< Allora sei grande! >>. Kyoya voleva urlare che era solo uno stupido marmocchio che non lo faceva dormire la notte e lo faceva arrivare in ritardo a scuola, ma decise di tacere.

Meglio non attirare troppo l'attenzione.

<< Sei proprio carino! >> disse la ragazza.

Il piccolo la prese con forza per il braccio.

Brutto presentimento.

La avvicinò a sé.

Bruttissimo presentimento.

<< Mamma! >>.

Presentimento confermato.

<< No piccolo, non sono la tua mamma >> provò a spiegargli lei imbarazzata.

<< Si invece e lui >> disse in dicando un più che incazzato Kyoya << è il mio papà! >>.

<< Allora è di Kyoko il bambino! Chi se lo aspettava da una come lei! >>. La ragazza non potè fare altro che correre via imbarazzata.

<< Marmocchio io – non – sono – tuo – padre! >> scandì bene prima di tirargli un pugno sulla testa.

Fu il finimondo.

Tsuna scoppiò in un pianto ancora più sfrenato dei precedenti, tenendo le mani chiuse a pugni sugli occhi.

<< Hiba-chan sei cattivo! >> urlò mentre si dimenava tra le sue braccia. Dovette poggiarlo a terra, rischiava di ricevere dei calci molto potenti dove non voleva riceverli.

In quel momento non fece caso al fatto che lo aveva chiamato in quel modo decisamente imbarazzante, doveva rimediare all'errore commesso.

Come faceva a calmare quel mostro di bambino?

Intanto tutti sussurravano indignai: << E' proprio senza cuore, far piangere così un bambino innocente >>.

Il moro aveva qualcosa da ridire sull'innocente, ma aveva fatto piangere Tsunayoshi e, non sapeva perchè, non ne era affatto fiero. Si sentiva piuttosto in colpa, e il fatto che quel moccioso fosse Sawada Tsunayoshi non centrava assolutamente nulla.

O forse si.

Questo non andava per niente bene, si stava affezionando?

Non era possibile. Lui non aveva, e non voleva, punti deboli. E non ne avrebbe mai avuti.

Tuttavia si inginocchiò per far finire quel fastidiosissimo rumore.

Assottigliò gli occhi. << Cosa ti avevo detto? Non devi piangere >> gli ricordò.

<< Ma mi hai picchiato! >> piagnucolò tirando su con il naso il baby boss.

Non aveva tutti i torti.

Lo prese in braccio e lo strinse a sé come per chiedergli scusa. Il piccolo sembrò capire il messaggio perchè il pianto cessò.

<< Hiba-chan sei stlano >> lo informò Tsunayoshi.

Forse era vero.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Era domenica e come tutti i giorni bisognava affrontare un problema.

I vestiti che Reborn aveva mandato per il piccolo Tsuna erano finiti. Certo, ogni persona normale avrebbe pensato di fare una bella lavatrice, ma Hibari non ne aveva assolutamente voglia.

Risultato?

Tsuna girava nudo per casa.

<< Hiba-chan fa fleddo, sono nudo! >> si lamentò come sempre il piccolo.

<< Oggi andiamo a fare compere >> sospirò.

<< Ma come faccio a uscile nudo?! >> chiese un po' allucinato il marmocchio.

Hibari si stava, per la quattordicesima volta in quella mattina,irritando.

<< Una mia maglietta ti sta a vestito vero? Bene! Infilatela! >> gli ordinò porgendogli una delle sue magliette nere.

Tsunayoshi lo guardò in modo strano, poi si giro ed esclamò un secco “ NO!”. Kyoya alzò un sopracciglio. Si stava... ribellando?

<< Marmocchio ti ho detto di mettertela! Non fare storie o mi arrabbio >> gli intimò. Tsuna in risposta si sedette a terra.

Ma che aveva quel giorno? Di solito era un marmocchio rompiscatole, ma ora stava superando il limite.

<< Tsunayoshi Sawada mi stai facendo irritare. Mettiti questa maglietta! >>. Dopo aver detto ciò si avvicinò e lo prese sotto le ascelle, sollevandolo.

Il moccioso si ribellò e , con un calcio piuttosto forte fece mollare la presa al ragazzo.

Hibari a quel punto perse le staffe. Prese i tonfa e mormorò: << Ora ti elimino >>.

Tsuna, capendo l'enorme errore commesso non poté che alzarsi e mettersi a correre.

<< Vieni qui stupido marmocchio! Tanto ti prendo! >>ringhiò Hibari all'indirizzo della testolina castana che si era intrufolata sotto il letto. Il ragazzo lo sollevò con facilità. Ma sotto non c'era assolutamente nessuno.

Sentì dei passi frettolosi che si dirigevano verso il salotto. Quando raggiunse il moccioso lo vide tremare di paura.

<< Ti plego Hiba-chan non mi uccidele! Scuta... scuta! >> implorò. Hibari si fermò e rimise a posto i tonfa. Poi guardò il bambino con severità. Gli porse nuovamente la maglietta.

Tsuna la guardò poi, esitante, la prese in mano.

<< Ma mi devo ploplio vestile così? >> chiese guardandolo.

Il ragazzo sospirò inginocchiandosi per essere all'altezza di Tsuna. << Ti ho detto che stiamo andando a fare compere stupido marmocchio. Così ti potrai vestire. Ora muoviti! >> disse prendendolo per mano e trascinandolo fuori.

<< Ma... e va bene >> si arrese seguendolo.

<< Hiba-chan mi plendi in blaccio? >> chiese con voce speranzosa. Kyoya rispose di no, infondo lo aveva fatto dannare tutta la mattina.

<< Ti plego! Salò buono! Plendimi in blaccio! >> lo supplicò guardandolo.

Hibari si arrese e sollevò il piccolo che in cambio gli regalò un bellissimo sorriso.

<< Da qui si vedono più cose >> spiegò Tsuna. << E poi Hiba-chan è comodo >> Kyoya non sapeva se prenderlo come un complimento, ma lo ignorò.

Stettero molto fuori, girando per molti negozietti e pagando con soldi usciti chissà dove.

Tsuna mantenne la promessa, e, almeno per quella mattinata si comportò in maniera decente.

 

*-*-*-*

 

<< Quante buste, e che glosse, potlei ballalci dentlo! >>. Certe volte aveva proprio delle idee stupide, il marmocchio.

<< Evita di farlo... >> gli consigliò.

Tsuna lo guardò. Hibari notò qualche nei suoi occhi. Sbuffò, doveva sempre chiedergli qualcosa quel moccioso?

<< Ho fame, mi polti al litorante? >>. Ecco, appunto.

<< La parola magica che ti ho insegnato qualche giorno fa? >>.

<< Pel favole...? >>. Occhi da cerbiatto.

Sospirò. << E va bene, andiamo >>.

 

*-*-*-*

 

Arrivarono al ristorante preferito di Hibari, dove servivano cibi di tutto il mondo.

<< Oldiniamo, oldiniamo, oldiniamo! Ho fameeeeeee! >> saltellò il bambino urlando.

Ma perchè si doveva comportare così? E pensare che il suo lui di quattordici anni era una persona così tranquilla...

<< Si, ma tu vedi di non sporcare i vestiti nuovi! >> gli ricordò.

<< Ma tei tu che non me li lavi! >>.

<< Cosa hai detto? >> chiese assottigliando gli occhi in modo minaccioso.

<< Bene, oldiniamo!>>. Furbo il moccioso.

<< Cosa vorresti? >> domandò gentilmente il cameriere all'indirizzo del piccolo dall'aria fintamente angelica ( almeno per Kyoya ).

<< La cosa più costosa che c'è! >> rispose il piccolo demonio innocentemente. Ma c'è l'aveva con lui?

“Questo bambino è un mostro” pensò il moro, che ordinò solo un piatto di ramen.

Si sedettero ed aspettarono. Il moccioso era davvero impaziente. Hibari lo dovette minacciare di farlo dormire nella vasca da bagno ( il terrore del piccolo Tsunayoshi Sawada per qualche strana ragione ) per tenerlo seduto.

<< Ecco a voi >> disse il cameriere mettendo i piatti davanti ai due.

Tsuna guardò disgustato il suo patto. << Cosa tono? >> chiese.

<< Escargot! >> fu la risposta.

Hibari stava ridendo sotto i baffi.

<< Ma dei Chupa chups no? >> domandò il piccolo. Perchè doveva sempre fare delle domande così idiote?

<< Non serviamo caramelle, mi dispiace >> rispose leggermente divertito l'uomo.

<< Avete le albicocche? >> chiese speranzoso il castano.

Hibari voleva sotterrarsi.

<< Siamo in inverno >>. Il cameriere era decisamente divertito.

<< Mi date tutti la stessa risposta >> si imbronciò Tsunayoshi.

<< Marmocchio taci! >> lo ammonì Kyoya.

<< Ma no, non si arrabbi con suo figlio, vedrò cosa posso fare >> cercò di calmarlo, decisamente con poco successo, il cameriere.

Hibari si voltò verso quest'ultimo con occhi che esprimevano intenzioni omicide. Cosa ci trovavano di simile tra lui e il moccioso?

<< Anche tu, taci! >> sibilò al poveretto, che scappò spaventato.

<< Hiba-chan ho fame! >> continuò a lamentarsi il piccolo demone.

<< Allora mangia >>.

<< Ma non mi piacciono! >> rispose guardandolo.

<< Le hai ordinate tu, ora mangiale! >> ribatté guardandolo male.

Tsuna si arrese e ne mise una in bocca. Poco dopo, con un sonoro “Bleah!”, la sputò in faccia a Hibari.

Il moro si alzò piano, con sguardo truce, e mentre si puliva lentamente mormorò: << Ti morderò a morte >>.

Il piccolo tremò dalla paura.

In quel momento davanti a Tsuna comparve un cesto con dentro delle... albicocche? Da dove saltavano fuori?

Il moccioso esultò andando all'attacco.

<< Almeno ringrazia >> disse Hibari mentre vedeva il piccolo mangiare la frutta a una velocità spaventosa.

<< Gracchie! >> mugolò guardando il cameriere con occhi felici, ma quello si era già dilegiuato.

Doveva avergli fatto paura.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


A scuola non si faceva altro che spettegolare su di lui e sul moccioso, suo presunto figlio, ma francamente non gli interessava.
Quel giorno Tsunayoshi se ne era andato a spasso per l'edificio scolastico tutto solo, dopo essere sfuggito al controllo pressante e vigile di Hibari che non faceva altro che tenerlo d'occhio dopo quello che era successo il pomeriggio di quella domenica. Il fatto era andato così, il piccolo aveva chiesto dei soldi per comprarsi un gelato ( in pieno inverno! ). non doveva essere una cosa difficile, si trattava solo di attraversare la strada e ritornare indietro. Certo, forse lui non doveva fare uscire solo un bambino di quattro anni, ma quello era un dettaglio irrilevante per Hibari. Fatto sta che un'ora dopo un poliziotto si era presentato alla sua porta con il moccioso, dicendogli di averlo trovato dall'altra parte della città, che si aggirava solo con un gelato in mano. Come ci era arrivato restava un mistero, ma da quel momento aveva deciso di marcare il piccolo Sawada, per evitare che gli procurasse altri problemi.
Tsuna ritornò nell'aula del Comitato Disciplinare accompagnato da Kusakabe che era andato a ripescarlo.
<< Hiba-chan gualda cosa ho tlovato sotto un banco! Cos'è? >> domandò appena entrato.
Quel libro a quale malcapitato l'aveva sottratto?
Lo prese in mano con poco interesse. Un semplice libro di grammatica. << Non ti deve interessare, vieni a sederti. Non provare a svignartela di nuovo è chiaro? >>. Il piccolo annuì con un sorriso aperto mentre Kyoya lo sollevava per le ascelle e lo faceva sedere sul divano.
Il marmocchio prese a sfogliare il libro affascinato. Ad un certo punto si fermò su una pagina guardandola con interesse.
<< Hiba-chan mi insegni quetta cosa? >> chiese speranzoso.
<< No, sono impegnato >>. Non era assolutamente vero. Non stava facendo niente.
Tsunayoshi lo guardò con occhi da cucciolo mentre avvicinava il libro al ragazzo che sospirò sconfitto. Accettò il libro.
Tanto cosa aveva sa fare?
Guardò la pagina. Il verbo essere. Cosa c'era di difficile?
Guardò il bambino accanto a sé che si era sistemato in attesa di una spiegazione.
Kyoya Hibari sospirò. Aveva l'impressione che sarebbe stata una cosa lunga.
 
*-*-*-*
 
Un'ora dopo Hibari stava impazzendo. 
<< Allora Tsunayoshi e da un'ora che te lo spiego. Io sono... >>.
<< Hiba-chan! >> affermò convinto il bambino.
<< No, non è così. Io sono, tu sei... >>.
<< Tsunayoshi Sawada >> rispose il bambino. Sembrava divertirsi un mondo.
<< Continui a non capire stupido marmocchio! Io sono, tu sei, egli è... >>.
Tsuna si guardò intorno incuriosito.
<< Qui non c'è nessun altro. Hiba-chan hai la febble? >> domandò con occhi preoccupati il moccioso.
<< Nooooo! Io sono, tu sei, egli è, noi siamo... >> venne interrotto dal bambino che esclamò: << Hiba-chan e Tsuna! >>.
Ma lo faceva apposta? Probabilmente si.
<< Marmocchio hai mai sentito parlare di grammatica? >>.
Tsuna ci pensò su. Infine scosse la testa. << No, centla con il sesso? >>chiese.
L'adolescente era scioccato.
<< P-prego? >>. Doveva aver sentito male.
<< Che c'è? Papà dice semple che il sesso è il saké della vita >> lo informò.
<< Ma come ti hanno educato? >> chiese allucinato come poche volte in vita sua.
Non lo ascoltò, anzi gli chiese: << Hiba-chan tu me lo spieghi cos'è il sesso? >>.
<< NO! >> urlò.
 
*-*-*-*
 
Poco dopo Hibari aveva preso in braccio Tsuna e lo aveva portato fuori.
<< Basta, andiamo in piscina, la grammatica non fa per te >>.
<< Ma non so nuotale! >> protestò il piccolo. Doveva avere sempre qualcosa da ridire, era snervante.
<< Impari >> disse con tono deciso.
<< Non voglio! >> si impuntò il bambino. 
Si stava innervosendo.
<< Ti insegno a forza >> rispose.
<< Nooo!!! >> urlò Sawada incominciando a dimenarsi. Certo che quando ci si metteva era davvero insopportabile. 
Riuscì a cambiarlo per miracolo tra pianti, manate e pedate. Quando voleva era davvero forte.
Arrivati al momento di tuffarsi Tsuna si mise quasi a piangere dalla paura.
Guardò il piccolo che si avvicinava intimorito all'acqua. Hibari si immerse subito, fortuna che era calda.
<< Hiba-chan devo ploplio? >> domandò tirando su con il naso.
<< Si >> rispose irremovibile. Doveva fargliela passare quella paura dell'acqua, ogni volta che doveva fargli il bagno era un disastro.
<< Su vieni qui >> mormorò prendendolo sotto le ascelle e facendolo immergere accanto a lui nell'acqua bassa.
Tsuna incominciò a tremare terrorizzato. Poi atterrò accanto a lui.
<< Ma ci tocco! >>esclamò stupito.
<< Certo che ci tocchi mica ti faccio annegare >>.
<< A no? >> chiese il piccolo.
<< Come scusa? >>.
Il bambino sorrise innocentemente. Se la cavava sempre in quel modo.
 
*-*-*-*
 
Hibari si stava disperatamente chiedendo perchè Sawada non riuscisse a imparare a nuotare. Dopo avergli spiegato in qualsiasi modo possibile ( anche rendendosi decisamente ridicolo ) come nuotare a stile libero, si stava fermamente convincendo di non riuscire mai nel suo scopo.
<< Non si fa così! Non c'è niente da fare, sei un caso disperato marmocchio >> sospirò.
Il bambino lo guardò dispiaciuto. << Scuta Hiba-chan >>.
Perchè si stava scusando? Certe volte non lo capiva.
<< Non è così difficile piccolo. Basta che muovi le braccia avanti e indietro >>  disse una voce.
Tsunayoshi si illuminò. << Ho capito! Così! >>esclamò facendo due bracciate incerte.
<< Bravissimo! >> esclamò la voce prima di scoppiare a ridere.
<< Takeshi Yamamoto, cosa ci fai qui? Non importa ti morderò a morte >> sibilò verso il ragazzo che se la diede subito a gambe levate. Hibari si alzò per rincorrerlo, ma l'improvviso peso del bambino sulle sue spalle lo fece fermare.
<< Hiba-chan poltami nell'acqua alta! >> lo pregò il marmocchio. E così andarono nell'acqua alta.
<< Vai Hiba-fido! >> strillò elettrizzato il mostriciattolo.
<< Cos'era quel nome? >> disse minaccioso. La risposta fu che se non voleva chiamarsi in quel modo si sarebbe dovuto chiamare Hiba-Rex.
Voleva annegarlo. 
Tsuna rise divertito quando Hibari si spinse dove il piccolo non toccava. Certo che quando aveva quattro anni non faceva che ridere. Lo preferiva da adolescente, almeno quando lo era aveva paura di lui e lo rispettava, non prendendosi troppe confidenze. Però c'era qualcosa... non aveva la più pallida idea del perchè ma forse, e solo forse, lo preferiva quando gli parlava come  con tutte le persone normali.
 
*-*-*-*
 
Dopo essere usciti dall'acqua si videro arrivare incontro Gokudera e Yamamoto, i due stavano discutendo.
<< Sei veramente stupido! E io che ti avevo solo chiesto di dire loro che la riunione era annullata! Ma perchè devo fare sempre tutto io? >>.
<< Eheheheh dai Gokudera non ti arrabbiare, succede a tutti di essere un po' distratti! >> rise l'altro.
<< Ma a te succede sempre! >>urlò l'italiano.
<< Ma se tu quando ci hanno messo in punizione hai  fatto slatare in aria metà classe! >>.
<< Quello non centra! >> arrossì l'argenteo.
<< Deficienti >> mormorò neutro Hibari.
Tsuna corse contro ai due, riconoscendoli, e loro si zittirono.
Li guardò un po', poi si aggrappò a Gokudera e con un'enorme sorriso esclamò:  << Papà! >>.
<< Decimo ma cosa dice! >> urlò Hayato.
Tsuna si aggrappò con l'altra mano a Hibari, che si era avvicinato, e urlò la stessa cosa.
I due si guardarono in silenzio.
Yamamoto si mise a ridere, ma smise immediatamente quando Tsuna, con un sorriso a trentadue denti, urlò guardandolo: << Mamma! >>.
Ci fu un attimo di silenzio.
<< Sono io il papà! >> esclamarono in tre in coro.
<< Io! >>.
<< No sono io! >>.
<< Zitti erbivori, sono arrivato per primo! >>.
<< Che stupidi, state litigando per decidere chi è il padre del bambino >> disse Hana, arrivata in quel momento.
Tsuna la guardò affascinato e esclamò: << Mamma! >>.
La ragazza impallidì. << Nooo, stai lontano da me mostro! >> strillò mentre scappava.
Kyoya recuperò il marmocchio, che stava inseguendo Hana, e lo prese in braccio. Si avviò verso gli spogliatoi.
<< Non fare mai più una cosa del genere hai capito? >> disse guardandolo male.
<< Ricevuto! >> rise il piccolo.
Arrivarono a destinazione. Hibari lo vestì e gli asciugò i capelli.
Tsuna si allacciò le scarpe tutto soddisfatto e poi saltò giù dalla panchina urlando: << Torototo missione compiuta >>.
Hibari alzò un sopracciglio perplesso. Era uno strano soggetto Tsunayoshi Sawada.
 
*-*-*-*
 
Arrivati a casa il bambino mangiò tutto velocemente, miracolosamente si lavò da solo e poi, con la camicia del pigiama che gli stava di sei e anche più taglie  più grande si coricò nel letto, senza permesso naturalmente. Poco dopo Hibari si sdraiò accanto a lui. Come tutte le notti, il piccolo lo abbracciò nel sonno.
Era abituato anche a quello.
Si addormentò quasi subito. La piccola peste era in grado di prosciugargli tutte le energie.
Durante la notte, all'improvviso, apparve una nuvola rosa.
Tsunayoshi Sawada aprì gli occhi di scatto. Era tornato normale.
Si guardò intorno, spaesato. “Va bene, mi trovo in un posto sconosciuto, con soltanto una camicia addosso, tre volte più grande di me tra l'altro e delle mutande. Inoltre sono... abbracciato ad uno sconosciuto? no... lo conosco... è... Hibari-san! Perchè sono nello stesso letto di Hibari-san e per di più abbracciato a lui?” pensò disperato e decisamente impaurito. Se Hibari si fosse svegliato lo avrebbe morso a morte, ne era sicuro.
C'era un altro problema, da non sottovalutare.  Non ricordava assolutamente niente dopo quel giorno in cui aveva inseguito Lambo dentro la scuola. 
Si alzò velocemente, spaventato, e uscì dalla casa, sbattendo violentemente la porta.
Era l'una di notte quando Hibari Kyoya aprì gli occhi di scatto.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


<< Ma che... che cosa è stato? Ho sonno maledizione! Quel marmocchio, se lo prendo lo riduco in poltiglia! Ma... qui manca qualcosa. Dov'è il moccioso? >>.

Hibari si alzò di scatto. Controllò in cucina. Non c'era. In bagno. Nemmeno. Nel salotto. Neppure.

Poi notò una cosa che, fino a prova contraria, era diversa dal solito.

All'una di notte la porta era socchiusa. Perchè?

La risposta era abbastanza ovvia.

<< Merda! >> esclamò. Si vestì in modo veloce e uscì.

Dove poteva trovarsi un marmocchio a quell'ora? Purtroppo non ne aveva la più pallida idea. Questo poteva essere problematico.

Per la prima volta in vita sua Hibari Kyoya era disperato. Cosa poteva succedere a un bambino di quattro anni, solo, di notte, in un quartiere di periferia dove giravano praticamente solo drogati e alcolizzati?

Risposta? Di tutto. Questo pensiero non lo rincuorava molto.

Il ragazzo si mise a correre, lasciando a sua volta la porta aperta, chiamando a gran voce Sawada.

Come avrebbe fatto a trovarlo era un mistero. Ci voleva molta, ma molta fortuna. Questo era certo.

 

*-*-*-*

 

Tsuna non aveva la più pallida idea di dove si trovasse. Non aveva mai visto un quartiere simile a quello. Per lui poteva anche essere fuori da Namimori.

Aveva molta paura, in quel posto non c'era nessuno, faceva freddo, ed era quasi totalmente buio. Non c'erano molti lampioni.

Si irrigidì non appena sentì dei passi dietro di lui. Chi poteva essere? Il moro non voleva scoprirlo.

Le lacrime incominciarono a spingere per uscire, ma le trattenne. Non era quello il momento di mettersi a piangere.

Si mise a correre più velocemente possibile. Dopo un tempo per lui lunghissimo sbattè conto una persona e cadde a terra.

Tsuna aprì gli occhi e vide un uomo sulla quarantina che lo guardava stupito.

<< Ti sei fatto male? >> chiese con un sorriso gentile.

<< N-no >> balbettò confuso aggrappandosi alla mano che l'uomo gli porgeva.

<< Cosa ci fai tutto solo a quest'ora e vestito in quel modo ragazzino? >> domandò giustamente guardando Tsuna.

<< E- ecco... io... in realtà non lo so >> rispose con occhi sperduti.

L'uomo fece un lieve sorriso. << Sembri stanco. Sono un poliziotto, mi chiamo Amane. Mi sembra abbastanza ovvio che ti sei perso. Purtroppo le stazioni di polizia ora sono chiuse, vieni da me, ti riporterò a casa domani mattina >> lo invitò.

Forse fu perchè era impaurito e stanco, o forse perchè non aveva la più pallida idea di dove andare, ma accettò l'invito dell'uomo con gratitudine.

 

*-*-*-*

 

La casa del poliziotto era molto modesta. Il proprietario lo fece sedere su una sedia in cucina.

<< Ti preparo una cioccolata calda per riprenderti. Devi avere freddo vestito in quel modo >>. Tsuna arrossì notando che effettivamente non poteva definirsi proprio vestito.

L'uomo era gentile. Appena la cioccolata fu pronta gliela porse.

<< Tieni, bevila con calma, è bollente. Intanto vedo se ho dei vestiti che possano starti >> disse.

Il ragazzo lo ringraziò con un sorriso e bevve un sorso di quello che gli era stato offerto.

Quella bevanda aveva uno strano sapore.

Erano passati ormai dieci minuti, e di Amane non c'era nanche l'ombra. La vista di Tsuna si stava annebbiando improvvisamente.

“Ho come uno strano sonno improvviso. Non posso addormentarmi, sarebbe sgarbato, infondo è stato così gentile con me...” pensò il castano mentre la testa incominciava a ciondolare.

“ Ghh! Cosa mi succede? Non mi sento affatto bene, cosa c'era in quella bevanda?”. Il ragazzo si sentiva stordito.

Che gli succedeva? Aveva come l'impressione di non poter più comandare il suo corpo. Si poggiò con il busto al tavolo e, tra la mente annebbiata, sentì un pezzo del discorso dell'uomo che lo aveva accolto.

<< Si, ne ho trovato uno, completamente solo, sembra non sapere neanche dove si trova. Te lo porto tranquillo, però prima fallo provare a me>>.

Anche per uno in uno stato come il suo quelle parole non sembravano proprio amichevoli.

Con uno sforzo estremo si alzò e uscì da quella casa. L'uomo se ne accorse.

<< Merda è scappato! >>.

Tsuna ciondolò per tutta la strada, vedeva tutto sfocato e stava malissimo. Si rannicchiò in un angolo e vomitò tutto quello che poteva vomitare.

Non riusciva più a capire niente, il mondo intorno a lui era sfocato e girava, i rumori erano attoniti. Andò a sbattere contro una vetrina e la ruppe. L'allarme suonò. Tsuna afferrò la prima cosa che gli capitò sotto mano e si mise a correre.

Dopo un tempo non definito sentì le mani dell'uomo che lo afferravano per le spalle. Lo spinse con forza a terra, e l'uomo lo sovrastò con il suo corpo.

Il castano era confuso, sentiva gli occhi che si stavano per chiudere.

L'uomo gli strappò i bottoni della camicia.

Non riusciva quasi a muovere gli arti del corpo, aveva una nausea tremenda.

L'uomo gli tolse con forza la camicia.

Chiuse gli occhi, non riuscendo a tenerli aperti oltre.

Il finto poliziotto aveva già messo mano all'elastico dei boxer e stava per tirarli giù quando...

<< BASTARDO! Che cazzo fai? >> urlò Hibari tirando al volo un tonfa sulla testa dello stupratore.

L'uomo svenne.

Il moro corse verso il corpo steso a terra dell'altro giovane, trovandolo stranamente quattordicenne.

Tsunayoshi era privo di sensi, quasi sicuramente l'avevano drogato.

Il Presidente del Comitato Disciplinare ringraziò chissà chi per essere arrivato in tempo, non voleva nemmeno immaginare cosa sarebbe successo all'altro se ciò non fosse avvenuto.

Legò il criminale e chiamò la polizia. Poi coprì il castano con la sua giacca e se lo caricò sulle spalle. Durante il tragitto sentì Tsunayoshi che si stringeva leggermente a lui tremante, poi udì che mormorava qualcosa di fin troppo simile a “Hiba-chan”. Ma sarebbe mai finito?

Quando arrivò alla sua abitazione ringraziò di aver lasciato la porta aperta, entrò e la chiuse con un calcio. Si avviò verso la sua stanza e lì adagiò Sawada sul letto, poi lo coprì con le lenzuola. Quando provò ad allontanarsi Tsunayoshi mormorò qualcosa nel sonno, corrugando la fronte e stringendogli la mano. Hibari sospirò e si sedette sul letto accanto a lui.

Sapeva benissimo che il giorno dopo sarebbe stato difficile da affrontare per Tsunayoshi, e forse anche per lui.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Quando Tsuna si svegliò aveva una nausea terribile. Si guardò intorno, e si accorse di essere steso su quel letto. Di nuovo.

<< Finalmente ti sei svegliato >>. Quella era la voce di Hibari-san.

Sicuramente.

Perchè quando si svegliava c'era sempre sempre il Presidente del Comitato Disciplinare della Namimori?

Comunque gli era riconoscente. Se non fosse arrivato... Tsuna sentì dei brividi lungo la schiena, di terrore. Provò ad alzarsi, ma dovette ristendersi a causa della nausea che minacciava di farlo rimettere.

Hibari si accorse subito che il castano stava male, si alzò e lo aiutò ad alzarsi, sostenendolo. Lo accompagnò in cucina, e lo fece sedere. Si mise a preparare qualcosa da far mettere sotto ai denti al ragazzo.

All'improvviso si ricordò di una cosa. Forse era un'idea stupida ma per non rischiare il moro decise di chiederlo ugualmente.

<< Tsunayoshi vuoi una pesca? >>.

Il castano lo guardò come se fosse pazzo.

<< No, grazie mille Hibari-san non mi piacciono >> mormorò imbarazzato.

<< L'uva? >> chiese guardandolo.

<< Ho l'intolleranza... >> disse con un sorriso timido.

Cosa mangiava l'erbivoro? Stava diventando un mistero.

Alla fine si illuminò. << L'albicocca? >>.

Tsuna si grattò la guancia imbarazzato, poi rispose: << Sono allergico >>. Quando vide che il moro lo stava fulminando con gli occhi aggiunse uno “scusa” prima di guardarlo con due occhi leggermente intimoriti e un lieve sorriso imbarazzato.

A quanto pare non cambiava mai.

Alla fine decise di fargli un tè per far passare, in parte, la nausea.

 

*-*-*-*

 

Un'ora dopo uscirono. Tsuna aveva indossato i vestiti di Hibari che, anche se pressoché enormi, gli permettevano di non uscire in mutande.

Il Decimo Boss dei Vongola veniva sorretto dal suo Guardiano della Nuvola. La nausea era meno forte, ma aveva già vomitato due volte.

Giunti a casa dell'erbivoro Hibari decise di andarsene ma, vedendo come il più piccolo barcollava verso la porta si disse che infondo, non poteva lasciarlo da solo in quelle condizioni. Quindi lo raggiunse e gli aprì con la chiave che trovò sotto il tappetino davanti alla porta. Sawada gli sorrise riconoscente.

Appena entrarono il padrone di case lo fece accomodare in cucina. << Non hai mangiato vero Hibari-san? Allora per ringraziarti ti preparo io qualcosa >> gli sorrise.

Perchè sorrideva sempre? Cosa aveva, una paralisi facciale? Hibari se lo chiedeva spesso, ma non trovava mai risposta alle sue domande quando si trattava di Tsunayoshi Sawada.

Vide il castano aprire una specie di armadio a muro, la dispensa probabilmente, per prendere qualche cibo. Peccato che da lì uscì qualcosa di decisamente più sgradito, o almeno per Hibari.

<< Tsunayoshi-kun! >> esclamò con voce felice Rokudo Mukuro saltando al collo del povero ragazzo, a cui era quasi venuto un infarto.

<< Mukuro-san... cosa... cosa ci fai qui? >> domandò ansimando Tsuna mentre cercava di staccarsi di dosso l'illusionista che lo stava tenendo in un abbraccio stritolante.

<< Mi sono stabilito a casa tua! >> lo informò. Il castano spalancò gli occhi ed esclamò un “cosa” piuttosto stupito.

<< Levagli le mani di dosso maniaco testa ad ananas >> ringhiò Hibari dando quasi un tonfa in testa a Mukuro.

<< Kufufufu che sorpresa Hibari Kyoya in casa di un altro essere vivente! >> disse il ragazzo guardando.

Quanto lo irritava quella risata.

Tsuna parve accorgersi che i due non stavano andando ( e quando mai? ) d'accordo, e probabilmente si accorse anche della voglia quasi irrefrenabile di Hibari di mordere a morte l'altro, perchè fece sedere anche il nuovo arrivato, se così si poteva dire, a tavola.

Hibari sbuffò quando Mukuro si sedette accanto a lui. L'altro gli lanciò un'occhiata di sfida.

Per cosa poi?

Tsuna si mise ai fornelli. Il moro aveva abbastanza paura di finire avvelenato. Quasi sicuramente la casa sarebbe scoppiata.

Ne era praticamente sicuro.

 

*-*-*-*

 

Hibari aveva torto. La casa non scoppiò e lui non finì avvelenato. Anzi, Tsunayoshi mise loro davanti un piatto stracolmo di cibo che, a giudicare dall'odore e dall'aspetto, era delizioso.

<< Kufufu Tsunayoshi-kun non ne avrai cucinato troppo? Siamo solo in due! >>.

Tsuna arrossì leggermente. << Mi dispiace, mia madre mi ha insegnato a cucinare solo una certa quantità di cibo >> si scusò. Ma che razza di scusa era?

Hibari venne, all'improvviso, distratto dai suoi pensieri quando notò in che modo l'illusionista da strapazzo fissava Sawada.

Sembrava quasi... deliziato?

Il Guardiano della Nuvola sentì la rabbia che lo assaliva. Come si permetteva quel maniaco di guardare in quel modo Tsuna?

Il moro si bloccò. Da quando aveva incominciato a chiamare l'erbivoro con il suo soprannome?

La cosa stava sfuggendo al suo controllo. Questo non andava bene. Per niente.

 

*-*-*-*

 

Dopo aver provato ( con scarso successo ) a mangiare tutto quello che Tsunayoshi aveva messo loro davanti, Hibari si alzò dicendo questa frase: << Bene, addio Tsunayoshi Sawada >>.

Ci fu un attimo di silenzio interrotto da Mukuro che mormorò: << E' proprio portato per le frasi ad effetto >>.

Tsuna lo guardò perplesso. << Perchè, dove vai Hibari-san? Parti forse? >> chiese curioso.

Hibari lo guardò come se fosse scemo. Poi sbuffando rispose che no, non partiva, andava solo a fare la spesa.

<< Ma il mio frigo è pieno! >>.

<< Non mi importa del tuo stupido frigo da erbivori! Io devo fare la spesa per me!>> ringhiò Hibari.

Tsuna gli si avvicinò preoccupato. Mettendogli una mano sul braccio gli rispose con voce calma: << Hibari-san rilassati, non fa bene agitarsi così tanto, dovresti prendere un calmante... comunque non credevo mangiassi così tanto! >>.

Il moro inspirò per calmarsi. Forse l'erbivoro aveva ragione, non doveva agitarsi per così poco.

<< Non sono io quello che mangia in modo spropositato, è uno stupido marmocchio che mi gironzolava per casa mezzo nudo e che riusciva sempre a farmi saltare i nervi! >> spiegò. Non voleva certo che Tsunayoshi si immaginasse una scena del tipo lui circondato da ciotole vuote di cibo intento a mangiare a più non posso.

Non voleva dargli quell'impressione, anche perchè non era assolutamente vera!

Tsuna non sembrò farsi un idea sbagliata di lui per fortuna, perchè gli chiese curioso: << Hai un fratello? >>.

Evidentemente le domande idiote erano una sua specialità, sia da moccioso sia da adolescente.

<< Non proprio, per lui ero più come una specie di baby sitter, anche se alcune volte mi chiamava papà >>.

Mukuro sorrise sotto i baffi. La conversazione incominciava e a essere interessante evidentemente.

<< Davvero?! Me lo fai conoscere? >> chiese Sawada aggrappandosi al suo braccio.

Hibari pensò che non fosse necessario. << Lo conosci fin troppo bene, come le tue tasche >> fu la risposta.

Il ragazzo si mise a pensare.

<< Lambo! >> si illuminò.

Hibari fece una smorfia. << No, per niente >>.

<< I-Pin! >> ritentò.

Ma dove gli uscivano certe idee?

<< Quella sottospecie di bomba? Certo che no! >>. Il moro voleva solo andarsene. La situazione stava prendendo una brutta, bruttissima, piega.

Per lui si intende. Come dire a Tsunayoshi che si era trasformato in un bambino?

Meglio tacere.

<< Allora è il tipo che durante la battaglia dei rappresentati ti gironzolava sulla testa, Fon! >>.

Questo era il massimo. << Ma ti pare che possa essere quell'Arcobaleno? >> chiese massaggiandosi il naso esasperato.

Tsuna alzò le mani in segno di resa. Dichiarò che ci rinunciava.

<< Ma che bravo marmocchio! >>. Si pentì subito di averlo detto.

<< Ma che diavolo... >> mormorò perplesso Tsuna. Non riuscì a dire altro, Hibari si era già dileguato con un veloce: << Bè ciao! >> davvero poco da lui.

Il castano fissò stupito il piunto in cui era scomparso il Guardiano della Nuvola. Chissà come aveva fatto.

Non poté interrogarsi oltre perchè l'illusionista gli si avvicinò con una strana espressione sul volto.

<< Ora siamo soli soletti e Tsunayoshi-kun! Kufufu... >> sussurrò con voce maliziosa Rokudo.

L'illusionista lo spinse sul divano e gli mise una mano tra i capelli.

Tsuna fu preso alla sprovvista, e quando si rese effettivamente conto della situazione era tardi. Mukuro lo aveva bloccato, e il ragazzo non riusciva a muoversi.

Aveva un brutto presentimento.

<< Sei così docile Tsu-kun! Io desidero il tuo corpo, ma questo lo sai già... >> sussurrò il maggiore avvicinando pericolosamente il viso a quello dell'altro.

A Tsuna tornarono improvvisamente in mente le immagini sfocate della sera prima. Si affacciarono alla sua mente violentemente, facendogli ricordare quello che stava per accadergli. Fu colto dal panico.

Incominciò a ansimare e a tremare, gli occhi si riempirono di lacrime.

Riuscì solo a mormorare un nome. Quello della persona che lo aveva salvato.

<< Hi-Hiba-chan... >> mormorò con voce tremante.

Mukuro si fermò nel bel mezzo dell'esplorazione del collo di Sawada, e lo guardò perplesso.

<< Hiba...che? >>.

La finestra della camera si aprì improvvisamente.

Hibari fece la sua comparsa.

<< Mi hai chiamato Sawada? >> chiese con i suoi solito occhi freddi. Che cambiarono subito espressione non appena vide quello che stava succedendo.

L'ira si impossessò di lui. << Che CAZZO fai? >> urlò lanciandosi con i tonfa in mano contro Mukuro, pronto per lo scontro.

<< Kufufufufufu che c'è Hibari Kyoya? Ti infastidisce che io stia troppo attaccato al tuo prezioso Tsunayoshi? >> ridacchiò malizioso l'illusionista. La rabbia di Hibari crebbe.

Cosa ne sapeva lui di quello che provava?

Il moro si fermò improvvisamente, realizzando che, effettivamente, lui a Sawada ci teneva. E se ne rese conto quando lo vide rannicchiato e tremante sul divano. Quella che gli stava scendendo lungo il volto erano lacrime?

Quel bastardo lo aveva fatto piangere.

Si voltò con una spaventosa aura nera intorno al corpo, e guardò Mukuro.

<< Ti morderò a morte >>.

Così iniziò lo scontro.

 

 

Penso che da adesso in poi dovrò aggiornare un po' più lentamente, devo prendere in mano tutti gli altri capitoli per rivederli. Mi dispiace ma voglio davvero scrivere questa storia decentemente, quindi mi ci vorrà un po' più di tempo.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Hibari combatteva contro Mukuro ormai da dieci minuti.

Era furioso.

Come si era permesso di mettere le mani su Sawada? Lo aveva persino fatto piangere!

Non poteva perdonarlo.

In quel poco tempo che aveva trascorso con il suo baby Boss si era reso conto di tante cose.

Come del fatto che Tsunayoshi fosse più importante di qualsiasi altra persona.

Tsunayoshi gli apparteneva. Si, era suo. E lui non tollerava che le sue cose venissero toccate.

Mai.

<< Hibari-san... Mukuro-san... smettetela, per favore! Non dovete litigare. Dai... la mia casa... la state distruggendo!>> implorò Tsuna dopo essersi ripreso dal momento di paura di prima. Ora era concentrato sulla battaglia scatenata per... giusto, perchè stavano litigando, se così si poteva dire? Antiche rivalità?

Non lo sapeva. In quel momento l'unica cosa di cui era consapevole era la sua nausea e la sua casa semi distrutta.

Tsuna, dopo l'ennesimo tonfa schivato, forcone mancato, oggetti fragili presi al volo con qualunque parte del corpo decise che così non poteva andare avanti.

Almeno chè non volesse ritrovarsi per una strada in cerca di elemosina per ricostruire la sua abitazione. E non voleva finire così. Assolutamente.

Così si mise in mezzo ai due.

Un tonfa per poco non lo colpì sulla testa, esattamente come il forcone di Mukuro che stava per infilzarlo.

<< Che cosa stai facendo? >> chiesero in coro i due.

Il castano non rispose, limitandosi a sospirare sollevato. Poi, a causa delle gambe che ancora non lo reggevano bene, cadde in avanti. Due braccia forti lo sorressero.

<< Sawada ti senti bene? >>. Il tono con cui Hibari glielo chiese parve a Tsuna quasi preoccupato. Cosa impossibile.

Annuì. << Grazie Hiba-chan >>.

Nella stanza calò il silenzio. Tsuna si coprì la bocca con le mani. Ma come gli era venuto in mente di osare chiamare il Presidente del Comitato Disciplinare della scuola media Namimori in quel modo imbarazzante e assolutamente inappropriato?

Si aspettava di essere picchiato, ma Hibari gli scompigliò solo i capelli mormorano un “non cambia mai”.

<< Hiba-chan eh? Kufufu interessante >> ridacchiò Rokudo.

<< Non dovresti parlare Kufu-chan! E' colpa tua che hai provocato Hiba-chan se casa mia è quasi distrutta! >> lo rimproverò Tsuna con un tono non molto severo. Non riusciva a essere troppo serio con qualcuna della sua Famiglia.

<< Kufu... chan? >> mormorarono gli altri due perplessi. Ma da dove gli venivano fuori certi nomi?

Questa volta fu il turno di Hibari di ridacchiare sotto i baffi.

<< Zitto Hiba-chan! >> ringiò l'illusionista.

<< Non aprire la bocca Kufu-chan! >> replicò colpito sul vivo l'altro ragazzo.

<< Hiba-chan! >>.

<< Kufu-chan! >>.

<< Hiba-chanbastardo! >>.

<< Kufu-chancoglione! >>.

<< Hiba-fido! >>.

<< Mister Kufu-chan! >>.

Calò il silenzio.

Hibari guardò Mukuro. << Come fai a sapere di Hiba-fido? >>.

<< Kufufufu ho le mie fonti >> ridacchiò l'altro enigmatico.

Hibari, con un volto decisamente arrabbiato, prese nuovamente i tonfa.

Tsuna, ancora appoggiato al petto del più grande, afferrò le mani di quest'ultimo.

<< Non ricominciate... per favore! >> li implorò guardandoli.

E chi resisteva a quei suoi due enormi occhi da cucciolo?

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


E chi resisteva a quei suoi due enormi occhi da cucciolo?

In quel momento non Hibari e Mukuro, perchè ignorarono totalmente il povero ragazzo, ricominciando a combattere, fregandosene altamente della casa che stava per disintegrarsi.

Tsuna incominciò ad arrabbiarsi, e anche tanto. In un momento di pura follia si mise a urlare ai due: << Ora basta! SEDUTI! TUTTI E DUE! >>.

i due ragazzi si fermarono, sconvolti dalla sfuriata di Tsunayoshi, che incominciò a sgridarli con tono alto, spaventandoli per quel suo improvviso cambiamento di carattere.

 

*-*-*-*

 

Cosi, dopo che Tsuna riuscì finalmente a mandare via Mukuro, che non voleva saperne di lasciarlo, i due ragazzi della scuola Namimori rimasero soli.

Hibari sospirò. Non riusciva a sopportare quello stupido testa ad ananas.

Non gli era mai piaciuto, ma in quel momento non poteva proprio sopportarlo. Il moro aveva finalmente capito che stavano combattendo per la stessa cosa. E lui non perdeva mai una sfida.

Si girò e vide Tsunayoshi steso sul divano aspettando che la nausea passasse. Gli si avvicinò.

Quando l'altro lo vide sorrise, con aria dispiaciuta. << Scusa Hibari-san. Sto bene, non ti voglio trattenere. Non dovevi andare a fare la spesa? >>. Si preoccupava per una stupidaggine simile?

Evidentemente si.

Lo scrutò con il suo sguardo freddo. E prese una decisione. << Resto ancora u po' >>. Il più piccolo lo ringraziò a bassa voce.

Il silenziò calò nella stanza, pesante. Fu Tsuna a romperlo. << Io... io non so perchè ti ho chiamato Hiba-chan... ecco... non so, è come se ti appartenesse... >> mormorò arrossendo.

<< Per forza, stupido erbivoro, me lo hai dato tu! >> sbuffò Hibari.

Tsuna sgranò gli occhi. << I-io? E quando? >>. Il poveretto sembrava spaesato.

Hibari sospirò. << La storia è un po' lunga. Vedrò di riassumerla. Dopo che sei stato colpito dal bazooka di quella mucca rompi-disciplina hai non ti ricordi più niente vero? >>. Il castano annuì.

<< Ebbene, questo perchè ti sei trasformato in un fastidiosissimo marmocchio di quattro anni. Ti sei attaccato a me, senza ragione per altro,e non ti volevi più staccare. Quegli altri due erbivori ti hanno mollato a me e sono scappati. A quel punto mi hai assediato la casa. La prima notte te la sei fatta addosso due volte per la paura. La mattina volevi mangiare la frutta. Mi chiamavi Hiba-chan o papà, e tutte la ragazze che incontravi le chiamavi mamma. Giravi addirittura nudo per casa. Ho provato a insegnarti a nuotare, ma tu hai imparato solo quando Yamamoto Takeshi ti ha insegnato lo stile libero in modo davvero pietoso. Insomma, eri una vera seccatura. Poi sei divantato normale e sei scappato, svegliandomi >>. Tsuna era arrossito ad ogni parola del diciassettenne.

<< ero spaventato... mi sono svegliato in un posto sconosciuto a-abbracciato a t-te... p-penso di aver anche rubato qualcosa durante la fuga del maniaco,ma non mi ricordo bene... >> mormorò.

Hibari si fece attento. << Cosa hai fatto? >> chiese.

Tsuna abbassò ancora di più il viso, rossissimo per la vergogna. << Ho rubato qualcosa... un paio di occhiali da sole penso... >>. Sembrava davvero intimorito dallo sguardo dell'altro.

<< Degli occhiali... hai rubato degli occhiali... e dove sarebbero, adesso, questi occhiali? >> domandò.

Tsuna abbassò il capo, colpevole, e mormorò: << Ehm... ehm.. non... non lo so >> poi si affrettò ad aggiungere: << Cioè, non è che non me lo ricordo, solo che è uno dei ricordi andati perduti in memoria >>.

<< Non è una scheda telefonica, è il tuo cervello. Fai uscire quel ricordo hai capito? >> disse con tono intimidatorio.

Sawada, con voce impaurita esclamò: << Ma non posso! Non me lo ricordo! Il mio cervello ha bruciato quel ricordo! >>.

Hibari era perplesso dal discorso poco sensato che stavano facendo. Ma, d'altronde, quando in quell'ultimo periodo aveva fatto un discorso sensato con Tsunayoshi? Mai.

<< Stupido erbivoro! Il cervello non brucia informazioni! Non mi importa come, basta che ti fai venire in mente dove hai messo quei CAZZO di occhiali! >> disse con voce piuttosto alta.

Tsunayoshi tremò spaventato. << Non è colpa mia... non me lo ricordo! >> balbettò con voce tremante.

Cosa stava facendo? Si stava per rimettere a piangere? No, lo stava già facendo.

Hibari si calmò un po'. << Va bene, ricapitolando: sei scappato, ti sei fatto abbindolare da un maniaco che ti ha drogato. Sei scappato nuovamente, e hai commesso due crimini, quello di rompere una vetrina e quello di rubare un paio di occhiali, infine ti sei fatto quasi stuprare. E corretto? >> chiese.

Il ragazzo annuì tremante. Tirando su con il naso ribadì che non voleva rubare niente e che era davvero dispiaciuto di quello che aveva fatto.

Hibari gli si avvicinò e si inginocchiò in modo da essere alla sua altezza. Gli prese il viso tra le mani e glielo fece alzare.

Il volto di Tsuna era rosso e le guance erano rigate dalle lacrime.

Gliele asciugò con i pollici.

In quel periodo si stava rammollendo, si stava comportando sempre più spesso da erbivoro.

<< Va bene Tsunayoshi, questo problema si risolve. Andrò a cercare questi stupidi occhiali dove sei stato aggredito. Capito? >>. Tsuna annuì. << E smettila di piangere, non vedi che sono calmo? Non ti faccio niente! Per carità non fartela addosso! >> quasi implorò.

Tsuna lo guardò come se fosse pazzo. << S-scusa Hibari-san... ma perchè me la dovrei fare addosso? >> chiese guardandolo.

Kyoya era decisamente in difficoltà. Forse non riusciva ancora a distinguere tra il Tsunayoshi adolescente e quello bambino. Così preferì tacere. Tsuna non disse niente, e nella stanza calò un silenzio imbarazzante.

Sawada cercava un argomento con cui romperlo, ma non era facile. Cosa si poteva dire a uno come Hibari Kyoya?

Si mosse in imbarazzo, poi notò che gli occhi grigi del più grande lo stavano fissando. Arrossì. No, lo stavano studiando. Non capiva cosa volesse da lui, continuava a stare zitto, ma Tsuna capiva che gli voleva dire qualcosa. Però stava fermo e zitto.

Il ragazzo, ormai molto a disagio, alzò il viso per guardare l'altro, e si ritrovò a pochi centimetri di distanza dalle labbra dell'altro.

Tsuna sgranò gli occhi.

Hibari si era avvicinato, attratto dal volto dell'altro, rosso d'imbarazzo. Lo trovava assolutamente adorabile. E lui aveva un debole per le cose carine, lo sapeva da tempo ormai. Prima Hibird, poi Roll e infine Tsunayoshi Sawada.

Tutte cose decisamente carine.

Proprio per quello aveva avvicinato il volto a quello del suo Boss, attratto dalle labbra dell'altro.

Sawada non era perfetto, per niente. Non era bravo a scuola ed era un imbranato. Forse proprio per tutte queste sue caratteristiche piaceva ad Hibari. E quando si trovò a pochi centimetri di distanza da lui il suo cuore si mise a battere velocemente, sensazione che non aveva mai provato prima di allora. Quel ragazzo era riuscito, in poco tempo, a fargli provare certe sensazioni che Kyoya non credeva aveva mai provato.

Tuttavia, nonostante la situazione Tsuna continuava a guardarlo incuriosito.

<< Hibari-san cosa stai facendo? Ho qualcosa sul volto? >> domandò innocentemente.

Troppo innocentemente.

Ma come era possibile che non si rendesse conto delle sue intenzioni? Eppure il padre gli doveva aver insegnato qualcosa! Dove era finita la storia del sesso che era il sakè della vita?

Ad Hibari sorse un dubbio. Tsuna sapeva cosa voleva dire sesso?

Sperò di si, anche se non ne era così sicuro nonostante le diverse aggressioni che l'altro aveva subito.

Lo guardò ancora per qualche istante negli occhi, poi si ritrasse velocemente. Non voleva approfittare di Tsunayoshi.

<< Mi pare che tu stia bene ora. Me ne vado >> disse alzandosi velocemente.

<< Va bene, grazie Hibari-san! >> lo ringraziò con un sorriso a trentadue denti il castano.

Hibari si irrigidì. Quanto odiava quel sorriso da erbivoro! Riusciva sempre a mandarlo in confusione.

<< Tsunayoshi Sawada smettila di guardarmi ni quel modo. Mi irriti! >> ringhiò.

Tsuna fece un'espressione perplessa. << In che sen- >> non finì la frase. Hibari Kyoya si era già dileguato.

<< Hibari-san? >> chiese al vuoto Tsuna.

<< Ma come fa? >> si domandò il ragazzo perplesso.

Intanto Hibari Kyoya si stava lavando il volto con dell'acqua fredda. Non poteva continuare così.

Assolutamente.

 

 

 

Anche per un pezzo di questo capitolo devo ringraziare la mia cara amica, è riuscita a farmi finire questo capitolo!

Grazie!

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


 Il giorno dopo Tsuna si ripresentò a scuola. La gioia dei suoi amici era palese, Yamamoto gli scompigliò i capelli e Gokudera lo abbracciò quasi.

All'inizio delle lezioni si giustificò per tutte quelle assenze a causa di una malattia. Il professore decise di non indagare oltre dopo aver visto lo sguardo assassino di Hayato Gokudera. Quel ragazzo a volte lo spaventava. Inoltre il Presidente del Comitato Disciplinare quella mattina, appena aveva messo piede nella scuola ( il territorio del ragazzo ), lo aveva minacciato di morderlo a morte se avesse fatto domande a Sawada. Quindi stette zitto. Non voleva morire così presto.

Durante la lezione tutti si resero conto che Tsuna non stava bene, continuava a guardare fuori dalla finestra con sguardo perso. Il centro dei suoi pensieri non era lontano. Si trovava nella terrazza della scuola.

Stava ripensando al giorno prima. Cosa aveva provocato quella reazione al suo Guardiano della Nuvola? Era stato lui? Non lo sapeva, ma si sentiva un po' in colpa. Forse non era un buon Boss.

Però lo aveva solo ringraziato per la sua gentilezza. Infondo lo aveva aiutato quando era un bambino! Chissà cosa aveva combinato durante quel periodo.

Forse un grazie non bastava ad Hibari. Era quella la ragione per cui se n'era andato via in quel modo?

Era offeso?

Tsuna continuò a guardare fuori, cercando un modo per dimostrare la sua gratitudine alla Nuvola.

E lo trovò.

 

*-*-*-*

 

Il giorno di San Valentino la scuola era piena di ragazze in agitazione.

A Tsuna non importava, tanto lo sapeva che nessuna ragazza gli avrebbe regalato la sua cioccolata. Ormai c'era abituato.

E poi aveva cose più importanti a cui pensare. Come a Hibari per esempio.

Da quel giorno il ragazzo moro non gli aveva più parlato, però lo incontrava sempre più spesso, e tutte le volte che provava ad alzare gli occhi su di lui doveva subito riabbassarli. Le pupille dell'altro sembravano incollate a lui, e non faceva altro che osservarlo. Da una parte quel suo comportamento lo spaventava, dall'altra gli faceva... piacere. Voleva dire che non era molto offeso.

O forse lo era talmente tanto che stava cercando il momento per morderlo a morte. Ipotesi molto più plausibile. Così il ragazzo castano cercava di restare solo il meno possibile.

Ma quel giorno avrebbe risolto tutto.

La campanella dell'intervallo suonò, tutte le ragazze si alzarono velocemente per portare la loro cioccolata al prescelto.

Una ragazza mora gli si avvicinò, sembrava imbarazzata.

<< Tsunayoshi Sawada? >> chiese con voce timida guardandolo.

<< Si? >> rispose. Non l'aveva mai vista ma aveva un non so chè di familiare...

<< V-vorresti la mia... cioccolata? >> gli domandò porgendogliela con un sorriso timido.

Il ragazzo avvampò di colpo.

Gokudera e Yamamoto, che stavano osservando la scena ( sotterrati dalla cioccolata ) rimasero sbalorditi.

Il castano rispose con un sorriso altrettanto imbarazzato, ma riuscì a dire: << Rokudo Mukuro perchè stai dando la tua cioccolata a me nel giorno di San Valentino? >>.

Il sorriso della ragazza cambiò radicalmente, come il suo aspetto.

<< Kufufufu Tsunayoshi-kun con te non c'è divertimento >>.

<< Ehi tu! Lascia in pace il Decimo! >> urlò l'italiano mettendosi tra i due.

<< Gokudera-kun lascia stare. Probabilmente Mukuro-san voleva solo essere gentile >> lo fermò Tsuna sorridendo all'illusionista.

Mukuro si chiese se il ragazzo si fosse reso conto di cosa volesse dire quel suo gesto. Dal sorriso che gli stava rivolgendo immaginò di no.

<< Erbivori che state facendo? La campanella è suonata. Se non andate a sedervi sarò costretto a mordervi a morte >>. Difficile non immaginare chi avesse parlato.

Hibari vide Rokudo accanto a Tsuna, e la cioccolata che quest'ultimo stava tenendo in mano.

I suoi occhi si accesero per la rabbia. << Rokudo Mukuro, cosa ci fai qui? Non è permesso entrare nella scuola agli estranei >> gli disse con voce alterata.

<< Kufufu va bene, me ne vado. Tanto il mio dovere l'ho fatto >> disse l'ananas. Prima di farlo però si chinò verso il castano. E gli sussurrò ad un orecchio: << Ci vediamo Tsunayoshi Sawada >>.

Poi gli diede un bacio sulla guancia.

Gokudera si arrabbiò moltissimo e incominciò a lanciare dinamite a destra e a manca.

Yamamoto capì che le intenzioni dell'illusionista verso il castano non erano proprio caste, sfoderò la spada ( uscita da chissà dove dove ), mettendosi davanti al suo Boss.

Hibari diede decisamente in escandescenze, prese i fidati tonfa, tirò Tsuna verso di sé. Con occhi che lanciavano fiamme si rivolse all'altro: << Fallo di nuovo e non mi limiterò a morderti a morte, stanne certo >>. persino Mukuro ebbe un brivido lungo la schiena nell'udire il tono con cui Kyoya pronunciò quelle parole.

<< Non ho capito bene perchè vi siete tutti arrabbiati così con Kufu-chan, ma non era necessario >> disse Tsuna ancora perplesso dal comportamento dei suoi Guardiani.

<< Kufu-chan? >> dissero in coro in coro il Guardiano della Tempesta e quello della pioggia.

Il castano si coprì la bocca con le mani. << Scusate, mi sfugge ancora qualche nome strano >> mormorò.

Nessuno fece commenti.

Il professore rientrò in classe, e il piccolo gruppo dovette dividersi. Mukuro scomparve, Hibari andò chissà dove ( probabilmente sulla terrazza ), e i tre si sedettero.

Quella lezione era noiosa, ma Tsuna non la ascoltò neanche. Era troppo felice, Hibari non era offeso allora!

Ma per esserne sicuro doveva fare quel passo e andargli a chiedere scusa nel modo che aveva scelto.

Solo così poteva esserne sicuro al cento per cento.

 

*-*-*-*

 

La scuola era finita da ormai dieci minuti, e Hibari aveva deciso di festeggiare la fine di quel giorno così da erbivori dormendo ancora un po' sul tetto.

Tanto nessuno glielo poteva impedire.

Quando ormai credette che tutti gli studenti se ne fossero andati chiuse gli occhi, rilassandosi. Poi sentì dei passi che si avvicinavano e la porta della terrazza che si apriva. Chi era l'erbivoro che aveva osato interrompere il suo sonno? Lo avrebbe morso a morte.

<< Hibari-san? Sei qui? >> chiese la voce incerta di Sawada.

Il moro si alzò subito, andando verso quella voce.

<< Cosa c'è? >> chiese comparendogli alle spalle. Il più piccolo sussultò dalla paura.

Si girò verso di lui e lo guardò incerto.

Cosa voleva adesso? Perchè continuava a guardarlo in quel modo?

Se continuava così non era certo di mandarlo a casa con ancora tutti i vestiti interi.

Per niente.

<< Ecco... io ti volevo dare questa! >> gli disse porgendogli un pacchetto. Con dentro della cioccolata.

A lui?

<< Cosa stai facendo Tsunayoshi Sawada? >> chiese guardandolo con occhi freddi. Però il suo cuore batteva a mille e probabilmente, se non fosse stato lui, sarebbe anche arrossito.

Il ragazzo sorrise. << Ti do la mia cioccolata >>.

<< Questo l'avevo capito da solo >> disse con voce ovvia. << Mi stavo domandando il motivo del tuo gesto >>.

Tsuna abbassò gli occhi, in imbarazzo.

Doveva dirgli una cosa dal genere “ Mi piaci, ti metteresti con me Hibari-san?” per caso?

Fa di si, fa di si, fa di si!

<< Ehm.. è per... >> cominciò incerto Tsuna.

Hibari si avvicinò maggiormente, il cuore ormai era a mille. Aspettava.

<< Per... >>.

Hibari si tese.

<< Per dirti grazie mille! >> esclamò il castano alzando di botto la testa, colpendolo quasi, e guardandolo.

<< Gra... grazie? >> sbuffò perplesso.

<< Si, perchè tu mi hai tenuto quando mi sono trasformato! Allora volevo ringraziarti,. Non sei arrabbiato vero? >>.

Kyoya era deluso. Molto deluso. Forse doveva aspettare ancora un po' per quel genere di dichiarazione...

<< Perchè dovrei essere arrabbiato erbivoro? >> chiese perplesso.

Tsuna lo guardò negli occhi. << Perchè non ti ho ringraziato come si deve no? Non era per quello che mi guardavi sempre in quel modo strano? >> disse un po' preoccupato dalla reazione dell'altro.

Ma allora non aveva davvero capito niente?

Lo rassicurò, non era affatto arrabbiato con lui. Quello era certo.

Il castano, con un enorme sorriso esclamo: << Davvero? Sono così felice! >>. poi lo salutò e se ne andò.

Hibari Kyoya sospirò afflitto per la prima volta in vita sua.

Si prospettava una conquista difficile.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Qualche giorno dopo San Valentino tutto era tornato come sempre.

Yamamoto continuava a dormire in classe, Gokudera a lanciare dinamite e Tsuna a non capire nulla di quello che il professore diceva.

Normale routine insomma.

Mukuro continuava a fare i suoi piani di conquista, Hibari altrettanto.

Tra i due c'era una specie di odio. Decisamente non cordiale. L'illusionista mandava fiori di ciliegio al moro. Hibari, di rimando,mandava ananas pestate, o comunque non in buono stato.

Si odiavano così.

Il diciassettenne non voleva cedere, esattamente come l'altro.

Tsuna, tuttavia, continuava ad ignorare la situazione, limitandosi a sorridere ogni volta che vedeva uno dei due ragazzi, distruggendo così ogni loro speranza.

Il Presidente del Comitato Disciplinare era così stressato che cominciò addirittura a fare sogni non descrivibili sul castano.

Quello stupido erbivoro gli stava sconvolgendo l'esistenza maledizione!

Il suddetto erbivoro stava entrando in quel momento a scuola, da solo.

MIRACOLO!

In meno di un secondo si era materializzato accanto a lui. Tsuna sussultò dalla paura, spalancando gli occhi sorpreso.

<< Hib-Hibari-san! Che paura! Da quanto sei qui? Non ti avevo notato >> .

Non rispose. Lo guardò negli occhi, indeciso se porgli quella domanda o no.

Forse stette zitto troppo a lungo, perso nelle sue indecisioni, ma Tsuna non disse niente. Aveva capito che il suo Guardiano della Nuvola stava passando un momento particolare. Meglio non farlo irritare, in quel periodo era strano.

<< Tsunayoshi Sawada... >> incominciò.

Il castano sorrise incoraggiante. Come sempre.

<< Sei libero questa sera? >> chiese. Era stato molto diretto, forse così il più piccolo si sarebbe reso conto dei suoi sentimenti.

Il quattordicenne ci pensò un po' su. Poi annuì. << Non penso di avere impegni... perchè? >> domandò curioso.

Hibari si chiese se Tsunayoshi avesse mai avuto un appuntamento. Sperò di no, ma questo significava che probabilmente non aveva capito che non era un appuntamento qualunque.

<< Fatti trovare fuori da casa tua alle otto. Andiamo al ristorante >>.

Forse era stato troppo brusco.

Per fortuna il volto di Tsuna si illuminò, sembrava felice. << Davvero? E con chi? >>.

Ma lo faceva apposta?

<< Io e te, soli >>.

<< Da soli? Uhm.. va bene! Grazie Hibari-san! >> gli sorrise.

Bene. Era andata. Si girò e si avviò verso il suo “ufficio”.

<< Ma sei sicuro? >>. A quella domanda il moro si voltò.

Tsunayoshi lo guardò incerto.

<< Sei sicuro di voler uscire con ImbranaTsuna? Se si venisse a sapere a scuola per te sarebbe un problema! >> si preoccupò Sawada.

Per lui.

Si stava preoccupando per lui! Hibari Kyoya era al settimo cielo.

<< Sono sicuro. E se qualcuno dirà qualcosa lo morderò a morte >> affermò convinto. Il più piccolo parve calmarsi e, dopo averlo nuovamente ringraziato, se ne andò.

Hibari lo guardò mentre si allontanava.

Hibird gli volò sulla spalla e lo fisso. Sembrava incuriosito.

<< Non capiresti mai >> sospirò accarezzandolo.

 

*-*-*-*

 

Tsuna uscì da casa alle otto in punto. Hibari lo stava già aspettando.

Era vestito con dei jeans neri e una camicia di colore analogo, con sotto una maglietta bianca.

Sawada non capì perchè,ma sentì uno strano tuffo al cuore, quella sera Kyoya era particolarmente affascinante. Arrossì un po' quando si vide. Lui era semplicemente vestito con dei jeans e una felpa azzurra.

Quando il più grande lo notò gli venne incontro. Si salutarono.

Il moro fece salire Tsuna su una macchina, poi si mise alla giuda e partirono.

<< Ehm... Hibari-san? >>.

<< Mh? >> fu la risposta.

<< Ma tu hai la patente? >> domandò incerto.

Hibari gli rivolse un'occhiata strana. Non indagò oltre.

Quando arrivarono Tsuna notò che era stato portato in un ristorante che non aveva mai visto, ma aveva l'aria di essere molto costoso.

Il moro lo fece scendere e si avviarono, vicini.

Il diciassettenne notò il disagio dell'altro. Per tranquillizzarlo gli mise una mano intorno alle spalle.

Tsuna arrossì ma non disse nulla. Meglio così.

Appena entrarono Hibari si fece subito dare un tavolo in disparte, aveva tutte le intenzioni di restare solo con il suo Tsunayoshi.

Un cameriere gli si avvicinò. << Scusi signore... ma non è permesso portare animali qui dentro >>.

Hibari alzò un sopracciglio perplesso e anche scocciato.

<< Io non vedo nessun animale >>.

<< M-ma signore! Il pulcino che ha sulla testa! >> provò a spiegare l'uomo.

<< Mi vuoi buttare fuori erbivoro? >> domandò minaccioso.

<< C-certo che no! Solo, il pulcino... >>.

<< Io sono con il pulcino. Siamo la stessa cosa. Ora ripeto. Mi vuoi buttare fuori erbivoro? >>

<< No! Certo che no! >> esclamò spaventato il cameriere scappando.

 

*-*-*-*

 

Durante la serata Tsuna fu l'unico a parlare. Hibari era troppo concentrato a guardarlo.

Quando finirono il castano tirò fuori il portafoglio. Kyoya lo fermò all'istante, affermando che lo avrebbe morso a morte se avesse solo provato pagare.

Tsuna non obbiettò.

 

*-*-*-*

 

Arrivarono a casa del castano, che lo invitò ad entrare.

Hibari accettò. Non vedeva perchè non farlo,infondo sarebbe stato di più con l'altro.

Non era sicuro all'idea di lasciarlo solo. E non voleva farlo.

Avevano trascorso una serata piacevole. Lo aveva osservato e ascoltato. Forse avrebbe dovuto parlare di più, ma lui non era un gran conversatore.

<< Vieni Hibari-san! Non c'è nessuno, i miei genitori non sono ancora tornati, e Lambo e I-Pin sono da Dino >> lo informò.

Entrò nella casa, e Tsuna lo fece accomodare sul divano.

<< Vuoi qualcosa? Ho dei cioccolatini che mi ha spedito Reborn >> gli chiese.

Il più grande si limitò ad alzare le spalle.

Il castano decise di tentare, dal momento che non aveva ricevuto una vera e propria risposta. Quella sera Hibari era strano, di solito gli parlava, anche solo per minacciarlo.

Sospirando prese la scatola e la portò nell'altra stanza.

 

*-*-*-*

 

Alla fine l'unico che mangiò il dolce fu Tsuna.

Unico problema: i cioccolatini erano pieni di liquore. Era riuscito ad ubriacarsi.

<< Ahahah Hibari-san ti shei sdoppiato? >> chiese con voce strascicata il ragazzo.

<< No, stupido erbivoro, sei tu che sei ubriaco >> sospirò Hibari.

C'era qualcosa di meglio per concludere una serata? Si, decisamente.

<< Davvero? >> chiese Tsuna scoppiando a ridere. Poi cadde letteralmente addosso al povero Kyoya, trascinandolo a terra con sé.

Il moro si ritrovò sotto uno Tsuna del tutto sbronzo.

Cosa poteva succedere in una situazione simile? Niente di buono ad avviso di Hibari.

Il castano, a cavalcioni sull'altro, alzò il busto poggiandosi con le mani al petto dell'altro, poi si guardò stupito intorno.

<< Tsunayoshi levati >> disse frettolosamente il Presidente del Comitato Disciplinare della Namimori. Quella posizione non gli piaceva.

<< Hibari-san! Da quanto tempo sei qui? >> gli sorrise.

Fantastico. Ma come si faceva ad ubriacarsi così dopo solo tre cioccolatini? Hibari ne era sempre più convinto, Tsunayoshi Sawada era un soggetto a parte.

Anche volendo non poté rispondere alla domanda che gli era stata fatta, perchè Tsuna gli ricadde addosso.

<< Che bello! Hibari-san sei venuto a trovarmi! >> biascicò il castano incominciando a strusciare il volto nell'incavo del suo collo.

<< T-Tsunayoshi.. levati! >> provò a spostarlo. La cosa non doveva andare avanti. Assolutamente no!

Niente da fare, il castano per poco non si mise a fare le fusa.

Dopo un po' si decise ad alzarsi nuovamente come prima, puntò gli occhi annebbiati su di lui, e lo guardò perplesso.

<< Che strano, c'è qualcosa che mi preme sulle natiche.. >> mormorò.

A quel punto Kyoya decise che poteva bastare. Se lo tolse malamente di dosso e lo prese in braccio. Dopo poco Tsuna si addormentò con la testa sul suo petto.

Hibari salì le scale, entrò nella stanza del più piccolo e lo adagiò sul letto.

Poi se ne andò.

Si era eccitato per così poco. Cazzo, non gli era mai successo.

Poteva solo sperare che Tsunayoshi il giorno dopo non ricordasse niente. 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Il giorno dopo, quando Tsuna aprì gli occhi, aveva un gran mal di testa. Si guardò intorno.

Come ci era arrivato nella sua camera da letto? Non si trovava in salotto con Hibari?

C'era qualcosa che gli sfuggiva... Si ricordava di aver mangiato dei cioccolatini, e dopo... tutto era annebbiato.

Ricordò solo di essere caduto addosso a qualcuno. Arrossì. Probabilmente quel qualcuno era Hibari-san. Molto probabilmente.

Non poté stare a riflettere oltre perchè, vedendo l'ora, si rese conto che se non voleva arrivare in ritardo a scuola si doveva sbrigare.

 

*-*-*-*

 

Quando arrivò a scuola venne accolto dal suo braccio destro e dal suo braccio sinistro.

Non poterono fermarsi a parlare, la campanella suonò e tutti gli studenti andarono nelle rispettive classi.

La lezione cominciò. Il professore decise di chiamare uno studente per iniziare le interrogazioni.

Il castano sperò con tutto se stesso che non lo scegliesse, non sapeva assolutamente nulla.

<< Yamamoto Takeshi, vieni tu >>.

Il ragazzo appassionato di baseball si diresse verso la lavagna.

E così incominciò l'interrogazione. Venne posta la prima domanda,ma appena Yamamoto provò ad aprire la bocca venne interrotto dal rumore della porta che veniva aperta.

<< Boss! >> esclamò una Chrome affannata.

Tsuna la guardò sorpreso. << C-Chrome! Che ci fai qui? >> chiese.

<< Tsunayoshi Sawada come è possibile che in un modo o nell'altro tu riesca sempre a interrompere le lezioni? >> domandò il professore con tono esasperato.

Il ragazzo si scusò dicendo di non farlo apposta. Venne comunque messo in punizione in un anglo della classe.

<< Sono davvero dispiaciuta Boss >> si scusò la ragazza.

Tsuna sorrise rassicurante. << Non fa niente. Piuttosto devi dirmi qualcosa? >> andò subito al punto il ragazzo.

<< Non io Boss, ma Mukuro-sama >> lo informò.

Il castano si chiese preoccupato cosa fosse successo. In un secondo al posto della ragazza comparì Rukudo Mukuro. Era davanti al più piccolo, e lo stava guardando.

Tutta la classe, con l'eccezione di Hayato e Takashi, spalancò gli occhi. I ragazzi e il professore si chiesero come avesse fatto quel ragazzo a comparire lì.

<< Ma guarda l'ananas! >> commentò Gokudera, procurandosi così un'occhiataccia da parte dell'illusionista.

<< Ciao Mukuro! >> lo salutò allegramente Yamamoto

<< Mukuro-san! >> esclamò stupito Tsuna.

Il più grande si guardò intorno, pensoso.

Poi afferrò Sawada per un braccio. << Kufufu troppa gente >>disse trascinandosi dietro il ragazzo.

Il castano e l'illusionista si fermarono solo quando raggiunsero il giardino sul lretro della scuola.

<< Mukuro-san! E' successo qualcosa? >> chiese ansioso il più piccolo.

L'ananas sorrise. << No, ma mi fa piacere che ti stia preoccupando per me >> mormorò avvicinandosi.

Tsuna continuò a guardarlo, ora più perplesso.

<< Allora perchè mi hai praticamente rapito? >> domandò.

Il ragazzo alzò le spalle. << Non c'è una ragione, volevo vederti >> sorrise chinandosi verso l'altro, che aveva sgranato gli occhi.

<< E poi volevo darti questi >> aggiunse porgendo al castano un mazzo di fiori.

Tsuna arrossì come un peperone. << G-grazie... >> mormorò prendendolo.

Si chiese se quel gesto avesse un significato.

<< Muk-Mukuro-san perchè ti sei avvicinato così tanto? >> chiese quando vide il viso dell'illusionista vicino al suo.

Rokudo sorrise in maniera strana. << Ti sto osservando. Sai che sei molto carino? >> lo infermò.

Tsuna abbassò il capo, imbarazzato.

<< Kufufu temo che il mio tempo sia scaduto. Ti saluto Tsunayoshi-kun >>.

 

*-*-*-*

 

Hibari camminava per la scuola. Non aveva una destinazione precisa, semplicemente non aveva niente da fare. Poi vide Sawada in giardino, da solo. Aveva un'aria... strana.

Il moro esitò, le immagini della sera prima che si affollavano nella sua mente, ma alla fine gli andò incontro.

<< Cosa ci fai qui? Le lezioni sono iniziate >> disse.

Tsuna sussultò e si voltò verso di lui.

Aveva il viso rosso e dei fiori in mano.

<< Cosa sono quelli? >> chiese arrabbiato.

<< Uhm me li hai dati Mukuro-san poco fa... >> mormorò.

Stavano così le cose allora?

<< Non è permesso tenere dei fiori a scuola. Buttali via! >> gli ordinò.

<< Perchè? Io li voglio tenere! >>protestò l'adolescente.

<< No! Non puoi! >> si infuriò.

<< Ma perchè no? >> si impuntò Tsuna.

<< Te l'ho già detto stupido erbivoro! >> urlò.

Il castano si fece piccolo. Le spalle gli tremavano.

<< Perchè oggi sei così cattivo? Cosa ho fatto? >>chiese con voce rotta dal pianto il Deimo Vongola.

Passo falso. Enorme passo falso. Lo aveva fatto piangere.

<< Tsunayoshi... >> incominciò con tono più calmo di prima.

<< E va bene, li butto! >> gridò lanciandoglieli contro, con il volto rigato dalle lacrime.

<< Ieri sei stato così gentile, oggi sembri tutt'altra persona! Avevo pensato che non fossi così terribile di carattere. Evidentemente mi sbagliavo! Mukuro-san è molto meglio di te! >> singhiozzò prima di correre via.

<< Merda! >> esclamò Hibari.

Aveva l'impressione di aver rovinato tutto.

 

*-*-*-*

 

Tsuna si era rinchiuso in bagno. Non stava affatto piangendo per i fiori. Lui stava piangendo per Hibari Kyoya.

La sera prima era stato davvero benissimo con l'altro, aveva sentito qualcosa... il cuore gli batteva più velocemente del solito quando guardava il moro, o quando gli parlava. Adesso che gli aveva urlato contro, con quel viso arrabbiato, si era sentito triste, e il cuore gli stava facendo male. Inoltre non poteva negare a sé stesso di sentire una sensazione analoga quando vedeva Mukuro.

Cosa gli stava succedendo?

Il castano pianse più forte, sia per quel suo strano dolore al petto sia per la sua confusione.

Sentiva di volere più che bene ad Hibari, ma evidentemente non era ricambiato.

Allora perchè lo aveva invitato al ristorante?

Non lo capiva, era tutto troppo confuso, e si rattristì ancora di più per quei pensieri.

Rimase lì, rannicchiato in un gabinetto, per chissà quanto tempo.

Intanto Kyoya lo stava cercando.

Doveva chiedergli scusa.

Assolutamente.

 

*-*-*-*

 

Hibari trovò l'altro ragazzo nel bagno maschile, attratto dai singhiozzi.

Aprì la porta, e trovò il quattordicenne rannicchiato con le gambe al petto. Appena lo sentì entrare alzò il viso per guardarlo, ma subito dopo lo riabbassò.

Il moro si sedette accanto a lui. Aveva paura di toccarlo e anche solo di parlargli per timore di rovinare tutto. Voleva Tsunayoshi, ma non riusciva a conquistarlo. Era frustrante.

Si avvicinò maggiormente all'altro che non si ritrasse, ma continuò a non guardarlo in faccia.

<< E' colpa mia che ho alzato la voce, non dovevo. Scusa >> mormorò.

Ora che si era umiliato in quel modo ( perchè chiedere scusa per lui era un umiliazione enorme ) lo avrebbe perdonato?

Sperò di si, non voleva che Tsunayoshi lo odiasse.

<< Va bene... >>. Hibari si voltò verso il castano.

<< Ve bene >> ripetè << Però tu... non urlare più >> mormorò.

Kyoya si ripromise di ricordarselo. Non sapeva se avrebbe avuto un'altra possibilità dopo quella che gli era stata concessa, quindi annuì.

Tsuna accennò un sorriso. Hibari guardandolo si accorse nuovamente di come l'altro fosse dannatamente carino.

E non seppe resistere.

Si sporse verso Tsuna e lo baciò. Non in modo profondo, fu un semplice bacio a stampo.

Il quattordicenne sgranò gli occhi, restando fermo, quasi paralizzato.

Quando il moro si rese conto di quello che aveva fatto si stupì di se stesso. Si era lasciato andare troppo facilmente.

Si alzò, lo guardò ancora un po' negli occhi stupiti. Tsuna arrossì di botto, abbassando la testa.

Hibari si voltò, andandosene e lasciandolo solo.

Tsuna si rannicchiò maggiormente su se stesso.

Perchè gli batteva così forte il cuore?

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Tsunayoshi Sawada si aggirava furtivamente per la scuola, cercando di evitare Kyoya Hibari a tutti i costi.

Era troppo imbarazzato dal giorno prima, da quel bacio, per riuscire a guardarlo in faccia come faceva tutte le altre volte. Per questo si stava comportando come un criminale, evitando qualsiasi posto che si potesse vedere dal tetto della scuola. Cosa quasi impossibile, ma lui non si arrendeva.

Purtroppo quel pomeriggio, all'uscita da scuola, tutti i suoi sforzi furono inutili.

Hibari Kyoya era davanti a lui.

Fantastico.

Tsuna sgranò gli occhi stupito. Ma quando era arrivato?

<< Salve Tsunayoshi Sawada >> lo salutò.

<< Hibari-san! C-ciao... scusa se non mi fermo a parlare, devo tornare a casa... sai... >> balbettò prima di scappare.

O almeno ci provò, perchè la mano dell'altro gli afferrò con forza un braccio, fermandolo.

<< Hib-Hibari-san!? >>.

<< Tu vieni con me >> decise il moro.

Tsuna venne praticamente trascinato via.

<< Hibari-san! Lasciami! >> si divincolò.

Arrivarono alla sala del Comitato Disciplinare. Il castano venne praticamente gettato sul divano, mentre il più grande chiudeva tutte le finestre e le tapparelle. In poco tempo tutto divenne buio.

<< Cosa stai facendo Hibari-san?! >> chiese allarmato il Decimo Vongola.

Il ragazzo gli si sedette accanto. Una televisione che riempiva praticamente metà parete comparve all'improvviso, stupendo il castano.

Hibari la accese. Subito una musica tetra si diffuse in tutta la stanza, spaventando il povero Sawada.

<< Ora io e te ci guardiamo un film >> lo informò il Guardiano della Nuvola.

<< Ma... ma io.. >> provò a ribattere il quattordicenne, prontamente zittito da un'occhiataccia del più grande.

Tsuna sospirò.

E va bene, si sarebbe guardato quel film con Hibari-san.

 

*-*-*-*

 

Un ora dopo, verso la fine del film, Tsuna stava praticamente piangendo dalla paura.

Quella pellicola era terrorizzante, perchè Hibari gliela aveva fatta vedere? Il ragazzo seduto accanto a lui non aveva battuto ciglio per tutta la durata del film, a differenza del castano che aveva urlato diverse volte, mentre si nascondeva accartocciandosi su se stesso.

<< No, non aprire quella porta! >> si terrorizzò Tsuna.

Hibari lo abbracciò, stringendoselo contro, e il ragazzo fu ben contento di nascondere il viso nel petto dell'altro per non vedere la scena finale. Gli bastò sentire quelle urla terribili.

Quando capì che il film era finito alzò il volto, guardando l'altro con le lacrime agli occhi.

<< Hibari-san sei cattivo! Perchè mi hai fatto vedere una cosa come quella? Hiba... ri>>. Finì la frase in un sussurro quando il moro gli si avvicinò,con le chiare intenzioni di baciarlo.

Il ragazzo arrossì, ma non si ritrasse. Non voleva.

Così avvicinò le labbra a quelle di Kyoya.

<< Cosa state facendo? >> chiese la voce incazzata di... Hibari Kyoya?

Tsuna sgranò gli occhi, girandosi. Non si era sbagliato, quello che era davanti a lui era proprio il Presidente del Comitato Disciplinare. Ma allora quella strana sensazione che aveva provato prima...

Si voltò verso l'altro Hibari Kyoya, che gli sorrideva.

<< Ripeto: cosa – state – facendo? >> scandì guardandoli.

<< Kufufu, non lo capisci da solo? Siamo impegnati >> disse Rokudo Mukuro.

<< Si, ma quello è il mio corpo >> ringhiò il moro.

<< Ora non più >> ridacchiò l'illusionista cambiando aspetto.

<< Ma... ma... >> balbettò Tsunayoshi leggermente spaesato.

<< Ora sono Hibari Kyoya >> disse Mukuro ridacchiando diventando il moro. << Ora non lo sono più! >>. Sembrava divertirsi.

Hibari sentì che la sua pazienza ( già enormemente limitata ) stava per finire. Prese un tonfa e lo diede in testa all'altro ragazzo.

Tsuna sussultò. << Hibari-san! Fermo! >> esclamò.

<< Kufufu tranquillo Tsunayoshi-kun non mi ha colpito >> disse il ragazzo ammiccante.

Kyoya alzò un sopracciglio, quella specie di uomo era disgustoso a suo parere. Ma lui aveva le sue buone ragioni per non sopportarlo.

Afferrò Tsuna per un braccio, facendolo alzare. << Lascialo stare maniaco! >> mormorò minaccioso.

Rokudo scoppiò in una risata: << Kufufufufufufufufufufu ma senti chi parla, quello che si è eccitato quando ti si è strusciato addosso! >>.

Tsuna spalancò gli occhi, un vago ricordo che gli si affacciò alla mente. Arrossì.

Hibari si irrigidì. A quanto pare era davvero difficile nascondere qualcosa a quell'ananas.

<< Tu non lo toccare lo stesso! >> ringhiò. Sembrava un cane a parere del castano.

Mukuro lo afferrò per l'altro braccio. << Mollalo tu razza di cane bavoso! >> esclamò tirando verso di lui.

Dire che Hibari si infuriò per quel soprannome era un efeumismo.

Tirò il ragazzo castano, che era in mezzo ai due, verso di sé con forza. << Lascialo razza di ananas bacata! >>.

Tsuna sentì le lacrime agli occhi per il dolore.

<< Mollalo! Stupido Hiba-chan! >> urlò Mukuro tirando il castano verso di lui.

<< Lascialo! Idiota di un Kufu-chan! >> urlò di rimando Hibari tirandolo invece dalla sua parte.

<< Cretino Hiba-chan! >>. Strattone al povero Tsuna.

<< Deficiente Kufu-chan! >>. Altro strattone a al povero malcapitato.

<< Hiba-rex! >>.

<< Ananas! >>.

<< Lui è mio! >> esclamò deciso Rokudo.

<< No, ti sbagli stupido erbivoro! E' mio chiaro? >> rispose con tono altrettanto alto Kyoya.

<< Mio! >>.

<< Mio! >>.

<< Mukuro-san.. Hibari-san.. mi fate male! >> piagnucolò Tsunayoshi.

Venne totalmente ignorato.

<< Lascialo! >>.

<< Mollalo! >>.

<< Cane bavoso! >>

<< Ananas! >>.

<< Lui non ti vuole! >> gridò Mukuro tirandoselo ancora una volta contro.

<< Noi ci siamo baciati! >> affermò di rimando il moro.

Tsuna arrossì.

Dopo qualche minuto decise che se non voleva perdere le braccia doveva fare qualcosa.

In un attimo entrò in modalità Hyper-mode.

Si liberò dalla loro presa e li prese per la testa, schiacciandogliela con forza per terra.

Dopo di chè scappò a gambe levate.

Quando arrivò a casa vi trovò Gokudera e Yamamoto che lo stavano aspettando.

<< Decimo! >>.

<< Yo Tsuna! >>.

Il castano, con faccia sconvolta, si fiondò verso i due, abbracciandoli.

<< D-Decimo? >> chiese stupito l'argenteo.

Yamamoto lo guardò preoccupato.

<< Salvatemi! Quei due sono pazzi! >> esclamò sconvolto il povero Sawada.

I due bracci del Decimo Vongola capirono subito a chi si riferiva il ragazzo.

<< Giuro che la prossima volta che li vedo li ammazzo! >> ringhiò Gokudera.

<< E perchè non ora? >> chiese la voce di Yamamoto.

L'argenteo si voltò verso l'altro.

Il Guardiano della Pioggia aveva una di quelle espressioni arrabbiate che gli si vedevano poche volte sul viso.

Gokudera mormorò: << Si... perchè non ora effettivamente? >>.

E così i due si avviarono a scuola, certi di trovare le persone che cercavano.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Gokudera e Yamamoto arrivarono a scuola e, come avevano previsto, i due pazzi erano ancora lì.

Si stavano picchiando.

<< Stupido lo hai fatto scappare! >>. Quella era la voce di Mukuro.

<< E' colpa tua maniaco! >>. Ma era Hibari Kyoya che si stava esprimendo in quel modo? Non aveva ancora detto la parola erbivoro

<< Stupido erbivoro! >>. A ecco.

Gokudera si stava incazzando. Quei due non li avevano neanche notati.

Yamamoto sorrise leggermente. << Andiamo Gokudera! Se non ci muoviamo perdiamo tutto il divertimento! >> lo incitò.

Ma lo aveva capito che quello non era un gioco? L'argenteo preferì non rispondersi, prese le sue dinamite e la lanciò verso i due. Mukuro e Hibari, con i riflessi pronti, la scansarono.

A quel punto si girarono e li videro. Yamamoto aveva estratto la sua spada e la teneva appoggiata sulla spalla. Gokudera aveva preso altra dinamite, ed era pronta ad accenderla.

<< Kufufu cosa volete voi due? >> ridacchio Mukuro con aria omicida.

<< Stupidi erbivori toglietevi di mezzo! Ci intralciate! >> ringhiò Hibari mettendo i tonfa davanti a sé, col chiaro intento di attaccarli se non si fossero messi in disparte.

Solo che i due Guardiani non volevano assolutamente farlo.

Gokudera, in tutta risposta, accese la dinamite e mormorò: << Voi avete sconvolto il Decimo. In qualità di suo braccio destro non posso lasciarvi impuniti >>.

<< Tsuna era davvero spaventato. Non posso perdonarvi >> disse con tono arrabbiato Yamamoto.

<< Che seccatura. Chi devo mordere a morte prima? Yamamoto Takeshi o il teppistello? >> sbuffò il diciassettenne.

<< Kufufu vi ucciderò in fretta, così potrò finalmente combattere in santa pace contro Hibari Kyoya >>. Detto ciò l'illusionista si buttò contro i due, quasi in sincronia con Hibari.

 

*-*-*-*

 

Un professore stava tranquillamente camminando per la Namimori. Poi sentì dei rumori provenire dall'aula del Comitato Disciplinare. Non voleva certo disturbare il Presidente ( quel ragazzo faceva paura! ), ma in qualità di insegnante non poteva certo ignorare una rissa. Così si avviò verso la provenienza dei rumori.

Solo che non trovò una semplice rissa. Certo che no.

Un altissimo ragazzo moro, che l'uomo identificò come Yamamoto Takeshi, gli sbatté contro con tanta forza da farlo quasi cadere.

<< Scusi prof! >> disse con un sorriso il ragazzo. Poi si buttò nuovamente dentro la stanza.

Decise di entrare. Grandissimo errore.

Dentro quel posto i mobili era tutti rovesciati, e altri tre ragazzi stavano combattendo.

Uno era sicuramente Kyoya Hibari.

Poi c'era anche Gokudera Hayato. E l'altro era... un perfetto sconosciuto.

<< Stupidi erbivori! Se danneggerete l'edificio scolastico vi morderò a morte! >>.

<< Kufufu >> rise lo strano ragazzo lanciandosi contro Hayato. Quest'ultimo gli buttò contro molte dinamiti.

<< Smettila di scomparire brutto codardo! >> urlò al niente.

L'uomo spalancò gli occhi. Effettivamente lo sconosciuto era scomparso.

Venne distratto da Yamomoto.

Il moro stava combattendo contro Hibari.

<< Stupido erbivoro! Ti morderò a morte! >>. Ma non sapeva dire altro?

<< Ahahahahah dai Hibari! Mettici più grinta, altrimenti il gioco non è divertente! >> rise Takeshi.

Subito dopo venne sbattuto contro una parete, esattamente come Gokudera. Quest'ultimo, alzandosi, disse: << Si fa cambio di obbiettivo >>. Dopo di ché si mise a combattere con Hibari.

<< Ma si! >> sorrise il giocatore di baseball.

Il povero professore girava la testa da una parte all'altra, cercando di distinguere le sagome dei ragazzi.

Alla fine si fece coraggio.

<< Ragazzi! Ora basta! Devo mandarvi in presidenza? >> urlò con tomo autoritario.

I quattro ragazzi si voltarono verso di lui, con sguardi che rispecchiavano intenzioni omicide.

<< Vuole che la infilzi? >>.

<< La faccio saltare in aria! >>.

<< Kufufu la porterò all'inferno >>.

<< La morderò a morte! >>.

L'uomo decise di lasciare stare. Dopotutto non stavano facendo un granché.

<< Professore! Si allontani da lì! E' pericoloso! >>. Quella era una nuova voce.

Stranamente non aveva mai visto quel ragazzo. Era arrivato da poco alla Namimori, ma conosceva già tutti gli studenti.

<< E tu chi saresti? >> chiese.

<< Tsunayoshi-kun! >>.

<< Tsunayoshi Sawada! >>.

<< Decimo! >>.

<< Tsuna! >>.

Esclamarono in coro i quattro fiondandosi addosso al ragazzo.

<< HIIIII lasciatemi stare! Ma che vi è successo? Siete tutti impazziti a venire qui a scuola a combattere? Anzi! Perchè vi state uccidendo a vicenda? Smettetela subito! >> urlò Sawada arrabbiato come poche volte in vita sua.

<< Kufufu quando ti arrabbi sei ancora più carino! >> affermò Rokudo.

Tsuna arrossì. Gli altri tre lo fulminarono.

Si rimisero a combattere.

Tsunayoshi incominciò a tremare dalla rabbia.

Il professore decise di allontanarsi. Meglio preservarla la vita quando si poteva.

Tsuna non si era mai arrabbiato così tante volte in vita sua in soli pochi giorni.

Quello era un record.

<< ADESSO BASTA! >> urlò scaraventando tutti a terra con un solo colpo.

<< Se vorrete stare ancora in mia compagnia dovrete chiedermi scusa! Mi state sconvolgendo la vita, inoltre mettendovi troppo in risalto mi state anche mettendo nei guai! Come spiegherete questa confusione? >>.

Tutti lo guardarono stupiti.

<< Chiederti scusa? >> domandarono in coro.

Tsuna annuì.

<< Non ci penso neanche! >>.

<< Io l'ho già fatto un volta in vita mia erbivoro. Non si ripeterà >>.

Gli altri due rimasero zitti, ancora sconvolti.

Tsunayoshi voltò le spalle ai quattro, facendo intendere che stava per andarsene.

<< MI SCUSI DECIMOOOOO! >> urlò Hayato buttandosi ai suoi piedi.

<< MI DISPIACE TSUNA! >> fece altrettanto Yamamoto.

Il castano li perdonò. Non era le loro scuse quelle che voleva sentire, bensì quelle degli altri due.

Che però non fecero niente.

<< Bene, a quanto pare non avete capito. Yamamoto, Gokudera, per carità alzatevi! Ce ne andiamo >>.

E così l'illusionista e il carnivoro rimasero lì da soli.

Conseguenza? Si rimisero a combattere, tutti e due per liberarsi dalle frustrazioni.

Adesso si dovevano andare a umiliare per avere il perdono di Tsunayoshi Sawada.

Quel ragazzo era pieno di sorprese.

Aveva proprio un bel caratterino.

 

 

 

 

Dovete scusarmi, ma non sono molto brava a descrivere i combattimenti, quindi non credo sia venuta una gran cosa!

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Hibari Kyoya si aggirava per la scuola. Quel giorno sembrava più incazzato del solito.

Per spiegarlo meglio: tutti, ma proprio tutti, anche i più temerari, quel giorno non osarono avvicinarsi al ragazzo. Il massimo di vicinanza erano 10 metri. In sostanza quel giorno il moro era decisamente isolato, questo gli stava dando molto sui nervi. Lui voleva trovare qualcuno da picchiare. E subito.

Il povero malcapitato era un povero professore, che per sua grandissima sfortuna si aggirava a una distanza non raccomandabile dal Guardiano della Nuvola.

<< Professore! >> lo chiamò con tono arrabbiato.

Il pover'uomo si irrigidì, girandosi.

<< Ma lei è quello di ieri! Meglio così, le avevo detto che l'avrei morsa a morte vero? >> disse avvicinandosi.

Il professore sgranò gli occhi.

<< Mi stai minacciando Hibari Kyoya? Tu non ne hai il diritto io sono... >> non finì la frese.

Hibari lo aveva sbattuto contro il muro, mettendogli un tonfa sul collo.

<< Non apra la bocca chiaro? Oggi non sono buono come tutti gli altri giorni >> mormorò guardandolo.

Ma quando mai sei stato buono?” pensò il povero malcapitato.

<< Hibari-san! Ma cosa stai facendo?! Lascia subito andare il professore! >> la voce di Tsuna era stata categorica.

Povero ragazzo, cosa ha fatto per me! Ora morirà al posto mio! Figurati se un pazzo come questo lo ascolta!” furono i pensieri pieni di rimorso del prof.

Hibari si drizzò immediatamente. Poi girò piano la testa.

Che brutta fine, povero studente.

Kyoya tuttavia, non lo picchiò affatto. Anzi si avvicinò sbuffando un “e va bene!” piuttosto scocciato.

Un momento, lo stava... ascoltando?

Chi era quella specie di Dio che riusciva a fermare Hibari Kyoya?

<< Tsunayoshi Sawada, mi neghi tutto il divertimento >>.

Tsunayoshi Sawada. Il professore decise di rendere quel ragazzo l'idolo della scuola e di far costruire una statua in suo onore. Era il minimo.

Sawada si girò senza neanche rispondere.

Hibari parve prenderla male.

Mai ignorare Kyoya Hibari.

Raggiunse l'altro con tre veloci falcate, e lo fermò prendendolo per il braccio.

Lo voleva uccidere?

<< No! Hibari non lo... >> provò a dire.

<< Scusa! >> esclamò il moro dopo un enorme respiro.

L'uomo rimase spiazzato.

Aveva assistito a una scena che credeva di non poter vedere mai in vita sua.

Hibari Kyoya aveva chiesto scusa a un altro essere umano! Anzi, a un altro essere vivente!

Allora quel Tsunayoshi Sawada era davvero un Dio!

Tsuna rimase per un attimo zitto. Poi si aprì in un sorriso stupendo.

Prese l'altro per le braccia e lo fece girare insieme a lui.

Ora il professore poteva vedere il volto di Kyoya. Era impassibile. Era un progresso, almeno non era incazzato.

<< Hai visto Hibari-san che ci sei riuscito? Non è stato tremendo no? >> chiese con voce allegra il quattordicenne.

Il diciassettenne sbuffò, ma non disse niente.

Il castano sorrise e lo abbracciò.

<< Hibari-san sono così felice! >>.

Il professore sgranò gli occhi quando vide quella scena. Poi per poco non li fece uscire dalle orbite quando vide l'espressione vagamente da maniaco che aveva il ragazzo più grande. Sembrava stare proprio bene con quel Sawada.

Poi il più piccolo si staccò e divenne rosso non appena capì quello che aveva fatto.

<< Ehm... si... i-io dovrei... andare in classe... sai le lezioni... uhm si, ci vediamo Hibari-san. Sono molto felice di aver sentito nuovamente le tue scuse.. bene... ec-ecco io vado.. >>. Balbettò allontanandosi con il capo chino. Non vide il sorriso dolce di Hibari che lo stava guardando.

Dolce!?

E da quando quel ragazzo sorrideva se non in modo folle?

Poi cosa voleva dire “sono felice di aver sentito nuovamente le tue scuse”? Si era già scusato in vita sua?

Il povero professore per poco non svenne a causa delle troppe informazioni sconcertanti apprese su Hibari Kyoya in pochi minuti.

Quest'ultimo alzò il volto e lo guardò. Il suo sguardo cambiò radicalmente. Divenne nuovamente duro e freddo.

Gli andò incontro, poi gli sussurrò all'orecchio con tono decisamente minaccioso: << Se prova a dire anche solo a un altro essere vivente quello che ha visto le assicuro che non esiterò a venire in capo al mondo per morderla a morte. Ha capito professore? >>.

L'uomo rabbrividì. Aveva capito. Certo che aveva capito. Cosa era successo dopo essere stato minacciato da Hibari Kyoya? Non lo sapeva. Ma guarda un po' aveva una strana amnesia!

 

*-*-*-*

 

Hibari sbadigliò, steso sul tetto.

Hibird gli volò su una spalla, cantando l'inno della Namimori.

Dopo averlo accarezzato si mise a sorridere in modo strano.

Aveva sicuramente guadagnato più punti dello stupido Ananas. Ne era valsa la pena chiedere per la seconda volta scusa al SUO Tsunayoshi.

In cambio aveva ricevuto non solo uno dei suoi sorrisi più belli ( che Hibari, per quanto potesse essere una cosa da erbivoro, adorava ), ma anche un abbraccio.

Non aveva potuto fare a meno di fare un sorriso strano, probabilmente anche un po' maniaco, ma il calore del corpo di Sawada contro il suo gli piaceva. E tanto.

Non si sarebbe certo fatto fregare sotto il naso l'unica persona che riusciva a fargli battere il cuore in quel modo davvero assurdo!

Tsunayoshi Sawada era davvero adorabile, a parere di Kyoya, sopratutto quando era imbarazzato. Era assolutamente la cosa più carina che avesse mai visto. Era sicuro al cento per cento che sulla terra non ci fosse niente di più adorabile, nemmeno Hibird o Roll. Lui riusciva a superarli tutti.

Quando si rese conto dei pensieri assolutamente da erbivoro che stava facendo il ragazzo si meravigliò di se stesso.

Forse anche lui aveva una parte erbivora nel suo cuore.

Scosse la testa con forza. No, non era possibile. Lui era carnivoro in tutto per tutto!

Quelli erano solo pensieri di un momento di follia, ne era certo.

O forse no?

<< Maledizione! Tsunayoshi Sawada me la pagherai per avermi ridotto in questo stato! >> esclamò facendo spaventare il pulcino sulla sua spalla.

In quel periodo il suo padrone era strano, Hibird se n'era reso conto. E quasi sempre c'era di mezzo quel ragazzo castano.

Il pulcino considerava quel Sawada assolutamente carino, se avesse potuto sarebbe volato subito sulla sua spalla. Però aveva paura delle conseguenze, il suo padrone non avrebbe gradito.

<< Hibird smettila di fare quello strano sguardo! Non ti è permesso pensare alla mia vita privata, chiaro stupido volatile? >>.

Il piccolo pulcino si calmò subito.

Meglio non farlo arrabbiare, il padrone.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


 

Tsuna stava correndo. Era durante la lezione di educazione fisica, e lui stava letteralmente per morire dalla fatica.

Gokudera e Yamamoto, essendo molto più allenati di lui, faticavano a stare al suo passo, molto più lento del loro.

Tuttavia non lo stavano lasciando indietro, e il castano ne era molto felice.

In quel momento stavano passando accanto a una porta, che dalla palestra portava al giardino.

Una mano sbucò improvvisamente da lì, gli prese il braccio e lo trascinò via.

I suoi due amici sgranarono gli occhi, esattamente come il professore.

Dove era finito il suo studente preferito, quello che lo aveva salvato il giorno prima?

Quando i tre uscirono fecero appena in tempo a vedere la testa del ragazzo che voltava l'angolo. Si misero a correre in quella direzione. Tuttavia, quando arrivarono al giardino, non vi trovarono nessuno.

Dietro un angolo Mukuro stava stringendo Tsunayoshi a sé, tappandogli la bocca con una mano. Si sporse per vedere se quei tre erano ancora nei paraggi. Non c'era più nessuno.

<< Che scocciatori... >> sbuffò. Poi fece voltare il ragazzo verso di sé.

Il quattordicenne arrossì, trovandosi stretto contro il petto del più grande, con i volti molto vicini.

Ma non si era certo scordato che non doveva più parlargli.

Mukuro sorrise leggermente, stringendo maggiormente l'altro.

<< Kufufu, forse ti dovrei porgere le mie scuse >> sussurrò al suo orecchio. Il castano rabbrividì, mentre l'illusionista gli baciava un orecchio.

<< Uhm... si va bene... ora però lasciami Mukuro-san... >> balbettò in imbarazzo.

Venne totalmente ignorato.

Il ragazzo più grande gli sollevò il viso e lo guardò negli occhi, in silenzio.

Tsuna era terribilmente in imbarazzo. Era fin troppo vicino all'altro, e non capiva molto bene le sue intenzioni.

<< Kufufu mi chiedevo se... >> incominciò Mukuro attirando l'attenzione dell'altro ragazzo.

<< Mi chiedevo come reagiresti se io ti dessi un bacio ora >>. Tsunayoshi arrossì ancora di più se possibile.

<< Ma che domanda è? Io... ehm... non saprei >> rispose incerto.

Il sedicenne ridacchiò. << Vuoi provare? >>.

Sawada si allontanò subito, con gli occhi sgranati. Ma cosa aveva quel giorno Mukuro? Gli stava facendo delle strane proposte...

L'illusionista gli si avvicinò e gli prese il volto tra le mani.

<< No... Mukuro-san... >> provò ad opporsi il povero ragazzo.

Il ragazzo lo strinse nuovamente a sé, questa volta con più forza.

Tsuna tremò impaurito. Ma che cosa voleva da lui?

<< Non mi hai rifiutato giusto Tsunayoshi-kun? Allora non vedo nessuna ragione per non baciarti >> gli disse avvicinando pericolosamente le labbra alle sue.

<< HIBARI! HIBARI! >> si sentì cantare Hibird.

Il moro comparve davanti ai due all'improvviso. Ma da dove spuntava pure lui? Tsuna se lo domandava sempre più spesso.

<< Non osare andare oltre chiaro? >> disse con tono minaccioso. Poi accarezzò il piccolo volatile che gli si era posato sulla spalla. << Hai fatto un ottimo lavoro Hibird >> mormorò.

Tsunayoshi sgranò gli occhi. Era stato pedinato da un... pulcino?

Mukuro non lo lasciò affatto andare, anzi lo prese in braccio come una principessa e saltò sulla terrazza più bassa della scuola.

<< Kufufu prendimi allora! >> lo provocò.

In un attimo anche Hibari era accanto a lui, e afferrò il più piccolo che, con le lacrime agli occhi, lo stava implorando: << Salvami Hibari-san! >>.

E come resistere a quella sua richiesta di aiuto?

Dopo pochi salti il moro riuscì a prendere l'altro ragazzo. Mukuro, stranamente scomparve.

Come mai si era arreso così facilmente? A Hibari quel suo comportamento puzzava...

comunque in quel momento doveva decise di rivolgere le sue attenzioni al ragazzo che stava tra le sue braccia. Tsunayoshi sembrava sconvolto. << G-grazie Hibari-san... ora mi puoi mettere giù? >> chiese. Il diciassettenne eseguì.

Sawada lo ringraziò. << Oggi Mukuro-kun era proprio strano... >> mormorò il castano.

Hibari sbuffò. << E colpa tua stupido erbivoro, sei troppo carino >>.

Tsuna spalancò gli occhi, diventando rosso.

<< In... in che senso carino? >> domandò guardandolo incerto.

Il moro sospirò, ma come si faceva a non capire neanche una dichiarazione come quella?

Odiava gli sprechi di parole, quindi per sottolineare meglio il concetto prese Sawada, lo strinse tra le braccia e poi lo baciò.

E non fu un bacio come quello dell'altra volta. Assolutamente no.

Quando si staccarono il quattordicenne lo guardò con stupore.

Ora aveva sicuramente capito.

<< BASTARDO ! Cosa hai fatto al Decimo? >> urlò un incazzatissimo Gokudera arrivando in quel momento.

Hibari non lo calcolò neanche, semplicemente voltò le spalle ai due e si incamminò verso la scuola. Ma venne fermato da la voce del castano.

<< Hibari-san! Ecco io... >> venne interrotto da un'altra voce che urlò: << Attenzione! >>.

Hibari si voltò velocemente. Giusto in tempo per vedere una palla che colpiva con forza considerevole Tsunayoshi sulla nuca.

Sgranò gli occhi, fiondandosi verso l'altro che si stava afflosciando a terra.

Gokudera fece lo stesso. << Decimo !? >> esclamò prendendolo.

Il moro glielo strappò praticamente dalle braccia, guardandolo.

Tsunayoshi era svenuto, e non accennava a riprendersi.

Maledizione, ma perchè era successo?

<< Tsunayoshi... avanti stupido erbivoro apri gli occhi! >> urlò.

Gokudera lo guardò in modo strano. Forse anche il Guardiano della Nuvola ci teneva al loro Boss.

Il professore, seguito da Yamamoto, arrivò di corsa.

Dopo aver controllato lo stato del castano disse con tono grave che era meglio portarlo in infermeria.

Hibari non ci pensò neanche un secondo, lo prese in braccio e si avviò verso la struttura scolastica.

In quel momento voleva solo rivedere gli occhi di Tsunayoshi aperti, mentre lo guardavano allegri.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Tsunayoshi non aprì gli occhi fino alla fine delle lezioni.

Hibari non ne voleva sapere di muoversi dall'infermeria, e aveva minacciato di mordere a morte tutti quelli che si sarebbero opposti.

Quindi era rimasto lì per circa cinque ore di fila, accompagnato solo da Hibird, che saltellava dalla sua spalla a quella di Tsuna.

Alle cinque di pomeriggio finalmente il castano accennò a svegliarsi. Il moro, se pur mal volentieri andò a chiamare l'infermiere, quel Shamal, che anche se aveva affermato di non curare maschi, aveva fatto un'eccezione per Sawada ( sotto esplicita minaccia di tutti e tre i Guardiani ).

Quando l'infermiere lo raggiunse il quattordicenne aveva appena aperto gli occhi, e si guardava intorno con curiosità e smarrimento.

<< Tsunayoshi...? >> lo chiamò esitante l'uomo.

Il ragazzo lo guardò perplesso. << Si? >>.

Hibari sospirò quasi per il sollievo. Allora stava bene e non gli era capitato niente. Se fosse successo chissà come avrebbero fatto per risolverlo!

Tsunayoshi fece un piccolo sorriso guardandoli. Poi, con una genuina innocenza, chiese: << Scusate ma voi chi siete? >>.

A Hibari parve di sprofondare. Ma perchè era successo? Si era scordato di tutto quello che aveva fotto in quel periodo per conquistarlo?

Si era scordato di lui?

Il moro sentì un gran dolore al petto. Era colpa di Tsunayoshi se si sentiva così, sicuramente.

Shamal fece uno sguardo grave. Poi chiese a tutti di uscire. Doveva visitarlo.

Per la prima volta in vita sua Kyoya eseguì un ordine di qualcuno che non fosse Sawada.

Si sedette fuori, insieme agli altri erbivori. Forse in quel momento lo era anche lui.

<< Maledizione! Ma non potevo trattenerlo per qualche minuto in più? >> urlò Gokudera picchiando un pugno nel muro.

Yamamoto stette zitto. Era una delle poche volte che non sfoggiava uno dei suoi sorrisi smaglianti per rincuorare qualcuno.

Hibari restò zitto, perso nei suoi pensieri.

Tsunayoshi aveva perso la memoria, e già solo quel concetto era difficile da accettare.

Ma la cosa che più lo affliggeva era che aveva perso tutte le memorie su di lui. Probabilmente non lo considerava più neanche una persona da temere.

Lui per Sawada Tsunayoshi non esisteva più. Non era mai esistito.

L'umore di Hibari si fece ancora più nero.

In quel momento capì. Lui non era solo infatuato di Tsunayoshi. Lui era innamorato.

Sbuffò. Quei sentimenti così da erbivoro stranamente non gli facevano affatto ribrezzo.

Solo che li aveva capiti in un momento davvero pessimo.

Quando l'infermiere uscì dalla stanza affermò che si, Tsunayoshi Sawada aveva perso tutti i ricordi dopo la sua entrata alla Namimori. Era rimasto fermo all'estate in cui doveva iniziare ad andare in quella scuola.

Fantastico.

Il moro si alzò. In quel momento non aveva alcuna intenzione di andarlo a trovare.

Prima doveva rimettere in ordine le sue idee. Poi avrebbe agito.

 

*-*-*-*

 

Per mettere in ordine i suoi pensieri Hibari ci mise tre giorni interi.

Alla fine si degnò di andare in ospedale per rivederlo.

Si rendeva conto di pensare al castano come se fosse morto. Ma quasi lo era, per lui.

Tsuna stava seduto sul letto. Quando lo vide entrare lo guardò interrogativo. Ma non si pose il problema di chi fosse, semplicemente lo fece accomodare su una sedia accanto al suo letto,indicandogliela.

<< Salve Tsunayoshi Sawada >>.

Tsuna sorrise. << Buon giorno signore sconosciuto! >> esclamò con tono allegro e piuttosto infantile.

Hibari sperò che non fosse tornato a un'età mentale di quattro anni. Non sapeva se sarebbe riuscito a reggerlo nuovamente.

Decise di presentarsi. Almeno era un passo avanti.

<< Hibari Kyoya >> mormorò.

Tsunayoshi si fece pensoso. << Questo nome... si mi ricorda qualcosa... uhm... >> mormorò.

Hibari ebbe un tuffo al cuore. La speranza era l'ultima a morire, come diceva il proverbio.

Ma molto spesso veniva infranta in mille pezzi. E fu così.

<< No... mi devo essere sbagliato... scusa! >> disse con voce leggermente contrariata Sawada.

<< Molto spesso quando provo a scoprire perchè certi volti o certi nomi mi ricordano qualcosa la testa incomincia a farmi davvero male. Così rinuncio >> gli spiegò.

E andava a raccontare quei suoi fatti personali a un presunto sconosciuto?

Ecco perchè qualche tempo prima si era quasi fatto violentare... si fidava troppo delle persone.

<< Senti... posso chiamarti Hiba-chan? >> gli domandò con occhioni da cucciolo.

Vedendolo perplesso gli spiegò: << In questi tre giorni sono venute tante persone a farmi visita, anche se non ho capito perchè, e mi hanno permesso di dargli dei soprannomi. Per esempio Haya-chan, Kufu-chan, Yamamoto-san... >>.

Lo fermò immediatamente. << Perchè Yamamoto-san? >>.

Il ragazzo rispose che effettivamente non lo sapeva, ma gli suonava bene.

Hibari decise che quello era un buon motivo per mordere a morte quello stupido giocatore di baseball.

Tsuna lo guardò, sempre sorridente. Poi spalancò gli occhi e esclamò: << Ma che bel pulcino! >>.

Il Presidente del Comitato Disciplinare della Namimori guardò il piccolo canarino che gli stava sulla spalla. In un attimo, senza neanche pensarci un attimo, Hibird decise di fare la pericolosa scelta. Volò sulla spalla di Sawada, accoccolandosi.

<< Traditore! Ti morderò a morte! >> mormorò minaccioso.

Un ricordo improvviso si affacciò alla mente del castano. Una voce che diceva proprio “ti morderò a morte”.

Davanti agli occhi, in una frazione di secondo, gli comparve il volto di un ragazzo moro, identico a quello del ragazzo seduto accanto a lui.

<< Hibari-san... >> mormorò con tono atono.

Kyoya alzò velocemente il volto verso quello dell'altro.

Tsunayoshi sorrise un po' perplesso. Si grattò la guancia leggermente spaesato.

<< Niente, scusa Hiba-chan... mi è sembrato di... niente, non è possibile. Io e te ci siamo conosciuti oggi no? >> mormorò.

No maledizione! Io e te ci conosciamo da almeno tre anni! Voleva urlare. Ma non lo fece.

Tsunayoshi lo guardò, ancora pensieroso. C'era qualcosa che gli sfuggiva. Poi sentì nuovamente quella forte fitta alla testa.

Hibari andò subito a chiamare il medico. Quest'ultimo disse che era abbastanza normale, ormai era una cosa che si ripeteva tutte le volte che il ragazzo provava a ricordare qualcosa.

Non è affatto normale! Stupido vecchiaccio!” pensò arrabbiato il moro. Ma decise di non dire niente.

Poi se ne andò, seguito da Hibird. Quando il piccolo volatile gli si posò sulla spalla lo guardò male. << Tu piccolo traditore... >> mormorò.

Hibird si stava scocciando delle manie di possessione che aveva il suo padrone. Se lui voleva volare sulla spalla di qualcun altro era libro di farlo per tutti i becchi!

Hibari girò la testa e lo guardò. << Io non ho manie di possessione, se così si può dire. E smettila di sbuffare scocciato stupido pennuto! Mi dai fastidio! >> ringhiò.

Hibird decise di non contraddire oltre il padrone, e Hibari sbuffò.

Arrivato a casa si stese sul letto e si addormentò.

Sognò uno Tsunayoshi Sawada che gli correva in contro con un bellissimo sorriso esclamando << Hibari-san! >> con tono felice.

Quando avrebbe potuto rivedere quella scena ?

Gli mancava il suo Tsuna.

<< Mmm... Tsunayoshi... ti amo >> mormorò nel sonno.

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Hibari andava a trovare Tsunayoshi da almeno una settimana.

Quel giorno, quando si presentò all'ospedale, il medico gli andò incontro.

<< Cosa vuoi erbivoro? >> chiese impaziente.

Voleva andare da Sawada. Subito!

<< Ehm... mi scusi ma se sta cercando Tsunayoshi Sawada non lo troverà più >> lo informò.

Kyoya sentì subito il cuore accelerare di battiti.

In che senso “non lo troverà più”? Cos'era successo?

Tsunayoshi era morto?

Non poteva essere! Avrebbe morso a morte il responsabile!

<< Scusi ma... volevo dirle che se vuole può andarlo a trovare a casa. Lo abbiamo dimesso >> disse il medico, guardando quello strano ragazzo. Chissà cosa aveva capito!

Il moro lo guardò, mascherando il suo stupore. Lo avevano dimesso? Evviva! Allora era guarito!

<< Abbiamo fatto la cosa giusta mandandolo nuovamente a casa, dopotutto non c'era niente da fare. La memoria tornerà a tempo debito. Se solo qualcuno gli facesse provare un'emozione tale da risvegliare i suoi ricordi... >> venne interrotto da Kyoya, che gli aveva puntato un tonfa alla gola.

Il povero dottore deglutì, spaventato. Lo sguardo di quel ragazzo non era per niente gentile. Anzi, sembrava che volesse ucciderlo in quel momento.

<< Cosa stai dicendo erbivoro? Non gli è tornata la memoria? >> mormorò arrabbiato.

Il poveretto scosse la testa.

<< Chi è venuto a prenderlo quando lo avete dimesso? >> chiese.

<< Ma... n-noi non possiamo dirlo... >> Hibari sia avvicinò maggiormente, con aria per niente rassicurante. << C-con il signor Yamamoto e il signor Gokudera! >> rispose velocemente il medico.

Il moro lo lasciò andare.

Si diresse a casa Sawada. Ora aveva una scusa in più per mordere a morte Yamamoto Takeshi.

A Hayato Gokudera ci avrebbe poi pensato un'altra volta.

 

*-*-*-*

 

Tsuna stava tranquillamente chiacchierando con quei due strani ragazzi, Haya-chan e Yamamoto-san, quando all'improvviso la finestra della camera si aprì e fece la sua comparsa Hiba-chan.

I due Guardiani rimasero basiti, Tsuna invece, non sapeva perchè, ma lo considerava abbastanza normale, per cui gli andò incontro per salutarlo.

Hibari lo salutò a sua volta in modo civile. Poi intercettò lo sguardo del Guardiano della Pioggia. Immediatamente tirò fuori i tonfa e gli si buttò contro.

<< Ahahahah Hibari dai! Perchè fai così? >> chiese Yamamoto schivando per un pelo i suoi colpi.

<< Yamamoto-san! Stai attento, ho come l'impressione che Hiba-chan sia piuttosto forte! >> gli disse il castano.

Hibari assottigliò gli occhi quando Sawada disse il nome del giocatore di baseball.

A quel punto il ragazzo con il sorriso perennemente stampato in faccia capì.

<< Ahahahah dai Hibari! Ti sei arrabbiato per una stupidaggine del genere? Sarà perchè gli ho insegnato a nuotare! >> rise Yamamoto.

La pazienza del carnivoro finì in quel momento.

I due si misero a combattere. In realtà Hibari si mise a combattere, il povero Guardiano della Pioggia non ne aveva alcuna intenzione, ma non poteva certo ignorare dei tonfa che cercavano di colpirlo con l'intento di ucciderlo. E chi lo avrebbe fatto?

Mentre Gokudera guardava la scena preoccupato per la casa del suo adorato Decimo, il suddetto Decimo sembrava non farci caso.

<< Vieni Haya-chan, ti preparo un caffè >> lo invitò Tsuna.

Cosa centrava il caffè? Hayato decise di non indagare.

<< Tsunayoshi! Tsunayoshi! >> si sentì la voce di Hibird che veniva verso di loro.

Il ragazzo lo accolse sulla spalla, con un sorriso, e lo accarezzò.

<< Hai imparato il mio nome alla fine! Allora le lezioni clandestine sono servite! >> esclamò contento.

<< L-lezioni clandestine? >> chiese allucinato Gokudera.

Tsuna annuì. << Hiba-chan non voleva, ma Hibird veniva a farmi visita anche la sera, quindi ne ho approfittato! >> gli rivelò.

Un altro dato da non spargere in giro. Hibari non ne sarebbe stato contento.

Intanto dall'altra stanza provenivano dei rumori decisamente non rassicuranti.

Meglio andare a controllare.

Pessima idea.

Una lampada volò sopra la testa del povero argenteo.

Tsuna la prese al volo.

Un vaso per poco non uccise il povero Gokudera.

Tsuna lo prese al volo.

Un tavolo stava decisamente per spiaccicare l'italiano.

Tsuna lo schivò, abbassandosi velocemente.

Hayato chiuse la porta. Meglio non interferire.

<< D-decimo? Dove è finito? >> chiese preoccupato non vedendolo più.

<< In cucina! >> lo raggiunse la voce del castano. Lo raggiunse.

Il ragazzo era circondato da ciotole, pentole, mestoli, forchette, cibi di qualsiasi tipo.

<< Ma cosa sta facendo? >> chiese allucinato. E il suo caffé che fine aveva fatto?

Tsuna sorrise. << Preparo qualcosa! Immagino che avranno fame no? >>.

In quella stanza c'era la terza guerra mondiale e lui si metteva a cucinare? Ma non ci pensava alla sua casa?

<< Haya-chan mi aiuti per favore? >> gli chiese.

<< Ma veramente... io non sono molto bravo a cucinare... >> rivelò imbarazzato.

Sawada annuì. << Allora saresti così gentile da andare di là ad aiutare Yamamoto-san? Sembrava in difficoltà... >> sospirò leggermente impensierito il quattordicenne.

<< Cosa devo fare? >> rispose immediatamente Gokudera avvicinandosi al tavolo dove si trovava l'altro.

 

*-*-*-*

 

Due ore dopo i due Guardiani avevano finito di uccidersi a vicenda.

Tsunayoshi li aveva accolti facendoli sedere in cucina. Poi aveva messo loro davanti del cibo. Tanto cibo. Troppo cibo.

<< Ma perchè tutte le volte? >> si lamentò a bassa voce il moro.

<< Ahahahaha... Tsuna... ma quanto è?! >>. il tono di Yamamoto era davvero stupito.

Il castano li guardò perplesso. << E' troppo poco? Mi dispiace, vado subito a cucinarne dell'altro! >> disse con tono davvero dispiaciuto Sawada alzandosi per andare verso i fornelli.

Hibari si alzò di scatto, fermandolo in tempo.

<< Non credo che ce ne sia bisogno Decimo... >> disse Gokudera facendolo di nuovo sedere.

Tsunayoshi sospirò sollevato.

<< Allora Hiba-chan, tu e Yamamoto-san avete risolto i vostri problemi? >> chiese guardando il moro con un sorriso.

Kyoya sbuffò, guardando male prima il giocatore di baseball e poi il piccolo pulcino sulla spalla di Tsunayoshi. Quello stupido pennuto ne avrebbe subito le conseguenze.

<< Ahahahaha... >> rise Yamamoto con tono preoccupato.

Il castano lo prese come un si.

 

*-*-*-*

 

Un'ora dopo i Guardiani della Pioggia e della Tempesta se ne andarono, lasciandoli soli.

<< Hiba-chan mi aiuti a pulire i piatti? >> domandò con occhioni da cerbiatto Sawada.

Quel maledetto era furbo anche quando non ricordava niente!

Fatto stà che Kyoya lo aiutò. Anzi, pulì tutto lui, lasciando Tsunayoshi seduto sul divano nella stanza accanto.

Quando finì si diresse dal castano. Dovevano parlare.

<< Tsunayoshi...? >> chiese. Ma dove era finito?

Poi vide una testa castana spuntare dal divano. Si avvicinò.

Come aveva immaginato Sawada si era addormentato.

Lo coprì col la giacca. Poi si sedette e lo guardò.

<< E' davvero carino... >> mormorò. Se non fosse stato Kyoya Hibari sarebbe sicuramente arrossito.

Però era vero. Tsunayoshi quando dormiva era irresistibile.

E chi era lui per non cedere alla tentazione?

Si chinò piano verso di lui, stava per baciarlo ma Tsuna aprì di scatto gli occhi e lo guardò perplesso.

<< Cosa fai Hiba-chan? Sono sporco sul viso? >> chiese. Ma era tutte le volte la stessa storia?

Si ritarasse, negando con il capo.

Sawada si tirò su, sbadigliando.

<< Hiba-chan cosa fai? Perchè ti sei avvicinato così tanto? >> chiese stupito quando vide che il moro si era nuovamente sporto verso di lui.

Hibari lo stava guardando. Era tremendamente, irrimediabilmente, carino per poter anche solo pensare di non fare quello che voleva fare.

Quindi spense il cervello. Lo abbracciò, lo stinse e lo baciò. Tsuna si irrigidì, ma poi rispose al bacio, mentre il volto gli diventava rosso pomodoro.

Si staccarono.

Tsunayoshi lo guardò stupito. Poi i suoi occhi si accesero, come se si fosse svegliato da un lungo sonno.

<< Hibari-san... >>.

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


Dopo quel bacio Tsuna era praticamente svenuto dalla vergogna. Hibari aveva dunque deciso di andarsene. Una cosa era certa: Tsunayoshi aveva capito.

Inoltre Kyoya era felice. Molto felice. Non solo il castano aveva recuperato la memoria, ma aveva anche risposto al suo bacio.

Quello era un buon segno.

Hibari arrivò la mattina seguente a scuola, e la prima cosa che fece fu mettersi sul terrazzo, per sorvegliare l'entrata degli studenti nella struttura scolastica.

In realtà non aveva la più pallida idea di come comportarsi con l'altro, avrebbe agito nel momento del bisogno.

<< Hibari! Hibari! >> cinguettò il piccolo pulcino giallo mentre svolazzava introno alla sua testa.

Il moro lo guardò con sguardo truce.

<< Vattene stupido pennuto. Hai passato il segno. Ti dovrò mordere a morte >> mormorò minaccioso alzandosi e cercando di prendere il canarino con movimenti scattanti. Hibird decise che forse doveva andare a farsi un giretto in altri cieli, così per sicurezza.

<< Ehm... Hibari-san ma cosa stai facendo? >> disse la voce perplessa di Sawada Tsunayoshi.

Il diciassettenne si bloccò di colpo.

Tsuna lo stava guardando con curiosità.

<< TSUNAYOSHI! TSUNAYOSHI! >> cantò felice il canarino. Salvezza.

Tsuna lo fissò strabiliato, accogliendolo sulla sua mano.

<< Quando hai imparato il mio nome? >> domandò con tono felice.

Hibari rammentò quello che aveva detto il dottore qualche giorno prima.

Anche se riacquistasse la memoria non si ricorderebbe niente del periodo dell'amnesia “.

Doveva essere successo quello.

<< Cosa ci fai qui Tsunayoshi Sawada? >> chiese irritato.

Il castano arrossì e gli si avvicinò esitante.

<< Uhm... riguardo a ieri... io ecco... >> balbettò in difficoltà.

Hibari sentì un tuffo al cuore quando sentì quelle parole uscire dalle labbra del ragazzo di fronte a se.

Si avvicinò maggiormente, guardandolo dritto negli occhi.

<< E-ecco io volevo dirti... no non è che... si uhm... penso di star facendo un po' di confusione... >> disse con tono imbarazzato.

Kyoya doveva capirlo che Tsuna non lo voleva. Probabilmente se il giorno prima aveva risposto a quel bacio era perchè si era lasciato trasportare.

Tuttavia, nonostante si fosse preparato diverse volte a un rifiuto dell'altro, sentì il cuore sprofondare.

Probabilmente se non fosse stato lui si sarebbe anche messo a piangere come una ragazzina isterica.

Decise perciò di allontanarsi, per ridurre almeno in parte il suo dolore.

Tsuna alzò il viso guardandolo. << Dove vai Hibari-san? Io ti devo dire che... >> Provò a spiegargli il quattordicenne, prontamente interrotto dal moro, che praticamente gli urlò contro: << Lo so benissimo cosa mi devi dire stupido erbivoro! E non vogli sentire quelle parole! CHIARO? >>.

Il castano sussultò spaventato.

Il moro si avviò nuovamente verso il suo ufficio. Ma poi si fermò.

Tsunayoshi stava piangendo.

Perchè stava piangendo?

Non ne aveva alcun motivo! Quello stupido erbivoro era troppo complicato per Hibari, non c'era niente da fare. Non riusciva mai a capire cosa volesse fare.

Piangeva perchè era spaventato?

Perchè gli aveva urlato contro?

Oppure...

<< Hibari-san sei un mostro! >> singhiozzò disperato Tsuna.

A quelle parole Kyoya si voltò e lo raggiunse con poche falcate. Poi lo afferrò per le spalle con forza.

<< Stupido erbivoro! Perchè mai dovrei essere un mostro? >> mormorò con tono minaccioso.

Tsunayoshi continuò a singhiozzare, poi si degnò di guardarlo negli occhi.

Ma come faceva a essere dannatamente carino anche quando piangeva?

Hibari non lo sapeva, ma il suo cuore batteva a una velocità davvero improponibile per un carnivoro come lui.

Aveva l'impressione che dimenticarsi di uno come Tsunayoshi Sawada fosse una cosa difficile. Se poi pensava che probabilmente aveva scelto quell'ananas marcia il suo orgoglio andava a farsi friggere.

Ma che aveva quel tipo in più di lui? A parere del giovane niente, ma di certo non era lui quello che decideva.

<< Hibari-san sei cattivo! Prima mi baci e poi te ne vai senza neanche ascoltarmi! >> pianse Tsuna.

Ma che voleva? Che stesse lì a umiliarsi mentre lo rifiutava? Non lo avrebbe fatto!

Tuttavia non si spostò neanche di un centimetro.

Si chiese cosa ci provasse a farsi ferire ulteriormente da quell'erbivoro. Forse era masochista.

Probabile.

<< Avanti allora, cosa mi devi dirmi erbivoro? >> sospirò.

Sawada lo guardò stupito. Poi si fece nuovamente esitante.

<< Ecco io... è difficile da dire... >> mormorò in imbarazzo. Era il minimo.

<< Uhm Hibari-san io... no! E' troppo imbarazzante! >> esclamò il castano fermandosi.

Almeno si sentiva un po' in colpa.

<< P-posso passare ai fatti? >> balbettò più rosso che mai, domandandoglielo con gli occhi.

E che voleva fare? Schiaffeggiarlo?

Hibari annuì. Uno schiaffo non avrebbe fatto molto male dopotutto. Forse lo avrebbe svegliato.

Tsuna prese un enorme sospiro.

Kyoya lo guardò impassibile.

Il castano si avvicinò e si alzò sulle punte.

Ma si voleva spiccare?

In fine Tsunayoshi fece una cosa che stupì fin troppo il moro.

Lo abbracciò. Hibari spalancò gli occhi.

Tsuna era rossissimo in viso, era ancora un po' incerto.

Poi si fece coraggio. Avvicinò il viso a quello di Kyoya e lo baciò. E non a stampo.

Dire che Hibari si stupì per quel gesto era un eufemismo, ma suo malgrado rispose a quel bacio.

Dopo un po' dovettero staccarsi per riprendere ossigeno.

Tsunayoshi Sawada aveva racimolato tutto il suo coraggio per compiere quel gesto, ma ne dovette utilizzare ancora di più dire la frase che sussurrò con tono basso all'orecchio di Hibari Kyoya.

<< Hibari-san... io... ti amo >>.

Il moro incoronò quel giorno come il più bello di tutta la sua vita.

<< Anch'io >>.

 

 

Scusate se non ho aggiornato ieri, ma oltre alle numerose verifiche che dovevo preparare era anche il compleanno di una persona davvero speciale.

Chiedo ancora scusa a tutti xD

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


Dopo le loro dichiarazioni i due ragazzi avevano passato tutta la giornata insieme.

Tsuna era addirittura andato a dormire a casa del moro.

Hibari non si era certo permesso di toccarlo. Più semplicemente lui aveva dormito su uno scomodissimo pavimento, mentre il castano sul suo comodissimo letto.

La mattina lo aveva svegliato, e si erano poi avviati insieme a scuola.

Quando arrivarono si separarono. Tsunayoshi lo salutò con un enorme sorriso, dirigendosi verso la sua classe.

Uhm... sono un po' preoccupato... cosa dirò aYamamoto e a Gokudera? Non so affatto come potrebbero prenderla. In realtà non mi preoccupo molto di Takeshi ma....” i pensieri del ragazzo vennero interrotti da una voce che esclamava allegra: << Decimo! >>.

Sawada si voltò e sorrise all'argenteo. << Buon giorno Gokudera-kun! >> lo salutò a sua volta.

<< Yo Tsuna! Tutto bene? >> lo salutò con un larghissimo sorriso Yamamoto.

Il ragazzo rispose anche a quel saluto.

Poi entrarono in classe, quasi subito seguiti dal professore di quell'ora.

La lezione incominciò.

 

*-*-*-*

 

La campanella suonò, e tutti gli studenti si dispersero per andare a fare l'intervallo.

Tsuna stava aspettando qualcuno in giardino, dopo la lezione di educazione fisica.

<< Decimo che fa qui da solo? Non vuole venire con me e l'idiota del baseball? >> gli domandò gentilmente Hayato.

Tsunayoshi stava per dire di si, quando una nuova voce si aggiunse alla conversazione.

<< Lui non va da nessuna parte >>.

Il castano sorrise felice, andando verso Hibari.

Sotto lo sguardo piuttosto stupito di Gokudera lo abbracciò.

E dopo lo baciò.

Hayato credette di svenire a quella scena.

<< Ahahahah ma che state facendo? >> chiese la voce di Takeshi.

Appunto, cosa stava facendo quel maniaco al suo adorato Decimo?

Gokudera prese della dinamite, e la lanciò contro Hibari con aria piuttosto incazzata.

Il moro la schivò, e spinse velocemente via Sawada.

<< Cosa stai facendo al Decimo? >> gridò l'argenteo con tono arrabbiato.

<< Gokudera... >> provò a dirgli il sopra citato Decimo.

<< Non ti azzardare a toccarlo più neanche con un dito! >> continuò imperterrito l'italiano.

<< Gokudera... >>.

<< Ti ammazzo! >>. Hayato stava decisamente sclerando.

<< Stai zitto stupido erbivoro! >> rispose di rimando il moro.

Lo stava assecondando?

<< Smettetela! Se proprio dovete litigare per Tsuna voglio partecipare anche io! >> disse Yamamoto ai due.

Hibari sbuffò, Gokudera fece prima a dirgli che quello non era un gioco.

Cosa assolutamente inutile.

E così i tre si misero a combattere.

Tsuna sospirò. Ma perchè tutte le volte?

A quel gran rumore accorse subito il professore. << Cosa sta succedendo qui? >> domandò affannato.

<< Prof! Mi scusi è colpa mia se stanno litigando! Adesso li fermo! >> rispose con tono dispiaciuto Tsunayoshi.

L'uomo lo guardò.

<< Lascia stare Sawada, non c'è ne bisogno! >> disse l'insegante di educazione fisica.

Come poteva rimproverare lo studente che gli aveva salvato la vita? Sarebbe stato davvero un ingrato.

Di certo non aveva saldato il suo debito facendo saltare a Tsunayoshi tutti gli esercizi più faticosi e mettendogli sempre un ottimo voto a ogni test anche se non faceva niente. Quello non bastava.

Assolutamente.

<< Ma professore! Come mai è così gentile con me? >> chiese il ragazzo. Non che si dispiacesse. Naturalmente.

L'uomo non rispose.

Lo prese velocemente per le spalle e lo buttò praticamente a terra, facendogli evitare una dinamite.

Tsunayoshi sgranò gli occhi, e mormorò riconoscente: << G-grazie! >>.

Decise dunque di fermare i suoi Guardiani.

<< Smettetela! Hibari-san, Gokudera, Yamamoto fermatevi! >> urlò all'indirizzo dei tre.

Non venne ascoltato.

A quel punto decise di passare a altri metodi.

<< HIBA-CHAN, HAYA-CHAN, YAMAMOTO-SAN FERMIII! >> urlò con tutto il fiato che aveva nei polmoni. Chissà da dove gli erano usciti quei nomi... non se lo ricordava.

Il professore sgranò gli occhi. Hiba-chan? Ma allora Tsunayoshi voleva proprio sfidare il destino.

I ragazzi si fermarono. Sawada sospirò sollevato.

<< Cosa stavate facendo? Perchè tutte le volte che vi incontrate è sempre la stessa storia? >> li rimproverò il castano.

<< Tsuna! Io volevo solo giocare! >> disse dispiaciuto Yamamoto.

<< Va bene, ma non fare questi giochi! Capito? >> rispose il più basso.

Il giocatore di baseball annuì.

<< Decimo! E' colpa di questo qui! L'ha baciata! >> disse con tono da bambino capriccioso Hayato.

Hibari lo guardò male. << Stupido erbivoro! Non scaricare tutta la colpa su di me! Sei tu che mi hai attaccato! >> replicò piccato il moro.

Ma che razza di discussione era?

<< Senti Hayato... >> iniziò Tsuna.

Lo aveva chiamato per nome! Doveva essere una cosa davvero seria!

<< E' normale che mi abbia baciato. Stiamo insieme! >> spiegò con ovvio candore Tsunayoshi.

Attorno al Guardiano della Tempesta si cerò il buio, mentre le parole del suo adorato Decimo rimbombavano intorno a lui.

Stiamo insieme... stiamo insieme... stiamo insieme...”.

In quel momento Gokudera considerò saggio fare una cosa che non aveva mai fatto prima in vita sua.

Svenire.

<< G-Gokudera-kun! >> esclamò preoccupato il castano.

Il professore, che fino a quel momento era rimasto zitto, scioccato, decise di intervenire.

Prese il ragazzo privo di sensi al volo, caricandoselo poi su una spalla.

In fondo voleva intralciare la felicità di Tsunayoshi. Non poteva permetterlo. Decise quindi di portare via, possibilmente in infermeria, Hayato Gokudera.

Takeshi era rimasto zitto, e li guardava perplessi.

<< In che senso state insieme? >> domandò.

Hibari sbuffò irritato. << C'è solo un senso stupido erbivoro! >> ringhiò.

Yamamoto annuì andandosene pensoso.

Possibile che non avesse capito?

Secondo Kyoya, prendendo il soggetto da analizzare, era una cosa molto probabile.

Sbuffando nuovamente afferrò Tsuna per i fianchi e lo avvicinò a sé. Il ragazzo fece quasi le fusa, e appoggiò il volto sul suo petto.

<< Scusa Hibari-san per averti chiamato in quel modo. Però non mi stavi ascoltando >> mormorò il quattordicenne.

Kyoya non disse nulla.

<< Hibari-san... >> attirò la sua attenzione l'altro.

<< Mm? >>.

Tsuna era rossissimo.

<< Mi... mi baci? >> chiese guardandolo incerto.

E perchè rifiutare quella richiesta? Non c'era motivo per farlo a suo parere.

Quindi lo fece.

Si abbassò sull'altro e lo baciò.

Quando si staccarono il castano sorrise felice.

<< Le persone che tu consideri amici sono davvero strane, sappilo Tsunayoshi >> disse per rompere il silenzio.

Tsuna lo guardò perplesso. << In che senso? >> chiese.

Hibari sollevò un sopracciglio. Evidentemente Sawada non si rendeva conto ancora di molte cose.

<< Lascia perdere >> mormorò.

Adesso avevano solo un altro problema.

Una carta ananas marcia...

 

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


Tsuna quella sera era andato a dormire a casa di Hibari, cosa normale in quel periodo, e ora si stava ingenuamente domandando perchè quest'ultimo avesse nuovamente deciso di dormire per terra. Lui non lo capiva. Così decise di chiederlo.

<< Hibari-san... non vuoi dormire con me? >>.

il ragazzo interpellato si fermò di scatto, irrigidendosi.

La verità era che aveva piuttosto paura della reazione del suo corpo. L'ultima volta che Tsunayoshi si era avvicinato troppo era stato al ristorante, e lui si ricordava fin troppo che cosa era successo...

<< Tsunayoshi lascia perdere >> mormorò.

Il castano si rabbuiò un po'. Aveva per caso fatto qualcosa a Hibari? Non voleva dormire con lui perchè lo aveva offeso?

Il diciassettenne notò quel cambiamento nell'altro ragazzo, e decise che, forse, uno strappo alla regola lo poteva anche fare...

sospirò.

<< Va bene, oggi lo farò >> mormorò all'orecchio dell'altro prima di baciarlo.

Non gli era mai capitato di comportarsi in maniera così romantica, ma con Sawada gli veniva piuttosto spontaneo.

Il quattordicenne sorrise felice.

 

*-*-*-*

 

Hibari si stese accanto al corpo ormai rilassato nel sonno del suo... ragazzo. Si poteva chiamarlo così.

Tsuna stava tranquillamente occupando tutto il letto, per cui dormire con lui era una cosa un po' complicata. Ma il moro ci riuscì con successo spingendolo quasi a terra.

Appena si sdraiò il castano si girò nel sonno e lo abbracciò.

<< Hiba-chan... >> sospirò nel sonno con un lieve sorriso. Certe cose non cambiavano mai a quanto pare.

Kyoya sbuffò piano, abbracciandolo a sua volta. Gli piaceva tenere tra le braccia Tsuna.

Il quattordicenne si rannicchiò e posò la testa sul suo petto.

Hibari chiuse gli occhi, e poco dopo si addormentò.

 

*-*-*-*

 

Tsuna era stato portato nell'infermeria della scuola, dopo essere caduto per le scale cercando di raggiungere Hibari Kyoya intento a mordere a morte qualcuno.

Aveva così passato la mattinata a dormire, quando si era svegliato tutti i suoi Guardiani erano lì. Da un Sasagawa che urlava come al solito “All'estremo!” fino a un Lambo che mangiava tranquillamente caramelle. Dunque aveva passato una buona mezzora in loro compagnia. Poi tutti se n'erano andati, e lui era rimasto solo.

Così si era riaddormentato.

A risvegliarlo fu una carezza tra i capelli. Aprì piano gli occhi cercando di mettere a fuoco la figura accanto a sé.

<< Mu- Mukuro...? >> mormorò ancora mezzo addormentato.

L'altro ragazzo sorrise. << Kufufu finalmente ti sei svegliato Tsunayoshi-kun! Sai che sei davvero molto carino quando dormi? >> gli rivelò con voce suadente min un sussurro all'orecchio.

Tsuna arrossì all'istante.

Mukuro sorrise più ampiamente, in modo affascinante.

<< Mi devo correggere, tu sei bellissimo in tutti i casi... >> disse guardandolo dritto negli occhi. Con uno sguardo ipnotizzante. Tsuna vi si perse dentro.

Si sentiva come attratto dall'altro, ipnotizzato da quelle pupille di colore diverso. Non capiva neanche dove si trovasse, l'unica cosa di cui era certo era la presenza dell'illusionista accanto a sé.

<< Perchè dovresti stare con uno come Hibari Kyoya? >> gli domandò sempre in un sussurro, avvicinando il volto al suo.

Giusto perchè? Lui gli urlava contro... Mukuro sicuramente era una persona più gentile.

<< Si... perchè... ? >> mormorò con voce atona.

Il sedicenne sorrise. Il suo piano stava funzionando.

<< Ti farebbe soffrire >> continò.

<< Soffrire... >> ripeté Tsuna con lo sguardo perso nel vuoto.

<< Non sarei meglio io? >> disse continuando a guardarlo con quegli occhi ipnotici e avvicinandosi ancora di più alle labbra dell'altro.

<< Si... >> mormorò il ragazzo avvicinandosi all'altro.

Si stavano per baciare ma...

<< Cosa sta succedendo qui? >>. il tono di Hibari Kyoya non era amichevole. Per niente.

Tsunayoshi sgranò gli occhi, risvegliandosi da quella specie di bolla dove era stato rinchiuso.

<< Kufufu hai davvero un tempismo pessimo >> disse Rokudo irritato.

Hibari andò verso i due. Non sembrava avere delle buone intenzioni.

<< Mi pareva di averti già detto di stare lontano da lui, non lo devi toccare. E' MIO! >> ringhiò il moro tirando fuori i tonfa da chissà dove.

<< Hibari-san... >> mormorò il castano arrossendo.

Mukuro non sembrava affatto d'accordo con il Presidente del Comitato Disciplinare.

Rimasero a guardarsi per pochi secondi. Poi si lanciarono l'uno contro l'altro.

<< Ma perchè tutte le volte? >> si lamentò a bassa voce Sawada.

Hibari mancò di poco il ragazzo, esattamente come l'altro, che però fece una lunga crepa sul muro.

Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Kyoya si incazzò ancora di più.

<< Non – bisogna – danneggiare – l'ambiente – scolastico >> scandì bene. Ad ogni parola aveva colpito l'illusionista, che non riusciva più a essere veloce a causa della magia che aveva fatto prima.

Il risultato fu che Mukuro, ormai troppo debole, si sostituì con la povera Chrome, che si guardava intorno non capendo dove si trovasse.

<< B-Boss! Che ci faccio qui? >> chiese con aria sperduta. Poi notò una cosa. Si trovava in un'infermeria. E Sawada era seduto su un letto.

<< Scusi Boss! Me ne vado e la lascio riposare! >> disse dispiaciuta alzandosi velocemente.

Ora i due ragazzi erano soli.

Hibari si voltò verso l'altro che teneva lo sguardo basso.

<< Che cosa stavi combinando Tsunayoshi Sawada? >> chiese avvicinandosi.

Il castano strinse le coperte tra le mani e incassò maggiormente la testa tra le spalle.

<< N-non lo so... io non lo volevo b-baciare ma... era così strano... >> balbettò in difficoltà.

Era adorabile.

Kyoya gli prese il mento e glielo sollevò, trovandosi così a pochi centimetri dalle sue labbra.

<< Tu non devi baciare nessuno a parte me chiaro? >> domandò guardandolo dritto negli occhi.

<< Si... >> mormorò Tsuna ricambiando lo sguardo.

Il moro avvicinò le loro labbra , poi lo baciò. Stettero fermi in quel modo per pochi attimi, poi approfondirono il bacio.

Tsuna circondò il collo del diciassettenne con le braccia, stringendolo a sé.

Hibari spinse piano il castano sul letto, sovrastandolo con il suo corpo.

Tsunayoshi divenne rosso come un peperone mentre l'altro gli sfilava la camicia, lasciandolo a petto nudo. Era decisamente imbarazzante, ma decise che poteva farlo. Quello dopotutto era Hibari. Si fidava di lui.

Quest'ultimo lo baciò ancora una volta, poi scese a fare la stessa cosa sul suo collo. Tsuna divenne ancora più rosso, e rispondeva a quel trattamento con dei piccoli e bassi gemiti, trattenuti a stento.

Kyoya poteva ritenersi soddisfatto. Decise di osare un po' di più.

Scese lentamente, e gli baciò piano un capezzolo facendo poco dopo la stessa cosa con l'altro.

Tsuna dovette mordersi le labbra per non lasciarsi sfuggire un gemito troppo alto.

Poco dopo entrambi erano nudi.

Il castano era tremendamente imbarazzato, ed anche impaurito. Ma gli bastò incrociare gli occhi dell'altro per calmarsi.

Sapeva di potersi fidare.

Hibari lo baciò nuovamente, mente una mano andava al punto più intimo dell'altro ragazzo per prepararlo.

Tsuna gemette un po' per la sorpresa e un po' per il dolore.

Tuttavia ci volle ben poco per trasformare quel dolore in piacere, e il castano si ritrovò a dover trattenere i gemiti di piacere.

Aprì gli occhi, e si rispecchiò in quelli del moro. Sembrava indeciso. Voleva andare avanti?

Fu Sawada a decidere. Circondò nuovamente il collo del più grande con le braccia, e si alzò per baciarlo.

Quella risposta fu sufficiente.

Hibari penetrò piano Tsuna, che si aggrappò maggiormente alle sue spalle.

Quel dolore era molto più forte di quello di prima.

Dopo poco si abituò anche a quello, e provò un enorme piacere .

Raggiungere il piacere fu per Tsuna un'emozione del tutto nuova, che lo sconvolse totalmente.

Svenne.

Durante il sonno si aggrappò all'alto.

<< Hiba-chan... ti amo... >> mormorò sorridendo e raggomitolandosi sull'altro.

Hibari Kyoya si permise un unico, proibito, sorriso e accarezzò i capelli dell'altro, rispondendo con un sussurro << Ti amo anche io >>.

Lo guardò, trovandolo ancora una volta assolutamente adorabile.

Tsunayoshi Sawada, la sua unica, stupenda, debolezza.

 

 

 

 

Non uccidetemi, lo so benissimo di aver scritto qualcosa di fin troppo sdolcinato!

Volevo ringraziare le persone che hanno messo questa storia tra le preferite:

ciel9

Killer e Hikari

Killer Shizuku

Tenma

Xanxsus Superbi

 

Chi l'ha messa tra le ricordate:

Emy Kuran

Killer e Hikari

Killer Shizuku

Hiromi

 

E chi l'ha messa tra le seguite:

aokiba

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HikaruUzumaki

Isifiri

Killer e Hikari

Killer Shizuku

MaRmOtTeLiA

nove 76

Pix27

SweetHell

Tsubaki3

Vincent Dimitri Petrenko

Wolfgirl93

Un ringraziamento in particolare a Isifiri che ha avuto la pazienza di recensire tutti i capitoli.

Grazie mille a tutti voi!

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