Shadow of your love.

di mrs_mckagan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** There's a new kid in Town. ***
Capitolo 2: *** How d'ya get your cash? ***
Capitolo 3: *** I'd stare a lifetime into your eyes. ***



Capitolo 1
*** There's a new kid in Town. ***


Beth era seduta al bancone del pub, lo zaino e la sua piccola valigia tra le gambe, e beveva distrattamente la birra che aveva davanti, e ogni tanto guardava di sbieco il ragazzo con i capelli neri seduto poco lontano, che non aveva smesso di fissarla un attimo da quando era entrata. La sua mente però era rivolta ad altro.
Sul palco del locale stava suonando una band, facevano un cazzo di casino, e il cantante urlava al microfono come se avesse avuto l’intenzione di lacerarsi le corde vocali.
Ma Beth li sentiva appena.
Pensava soltanto “Cosa diavolo ci faccio io qui?”
 
Fino a una settimana prima, era solo Elizabeth Springs, una normale diciassettenne, che viveva in un’anonima casa in una qualsiasi strada di Londra. La sua famiglia però era normale solo all’apparenza. Sua madre era morta tre anni prima, e suo padre aveva sposato un’altra donna, Olive, che era venuta a vivere con loro insieme a suo figlio.
Dopo la morte della sua prima moglie, il padre di Beth aveva iniziato a bere, prima con moderazione, poi sempre di più e più frequentemente. La sera tornava a casa ubriaco e sfogava la rabbia sulla figlia. Olive faceva finta di non vedere, e si limitava a preoccuparsi del suo benessere e di quello del figlio, poco male se a spese di Beth.
Il giorno del suo diciottesimo compleanno, Beth lo aveva passato da sola in camera sua, a sistemare gli ultimi dettagli della sua fuga. A mezzanotte, prima che suo padre fosse rientrato dalle sue bevute notturne, Beth aveva preso un taxi fino all’aeroporto, e da lì era partita per Los Angeles.
Arrivata lì, non aveva esattamente le idee chiare su cosa fare, ma aveva trovato un motel economico e aveva dormito lì per qualche sera, mentre nel giorno cercava un lavoro. In pochi giorni però i soldi per la stanza erano finiti, e la proprietaria del motel l’aveva cacciata.
Aveva passato una notte, poi due, poi tre per strada.
Ed eccola lì, seduta in un pub, a spendere gli ultimi soldi che le rimanevano per una birra.
 
Il presentatore era salito sul palco e stava gridando qualcosa, mentre il gruppo stava sbaraccando.
Beth era così persa nei suoi pensieri che nemmeno si accorse che il ragazzo dai capelli scuri si era seduto accanto a lei.
-Hey, tu, tutto apposto? Dico a te!
Beth trasalì, e si girò verso lo sconosciuto.
-Sul serio, tutto bene? Hai l’aria di una che non mangia da giorni …
Beth continuava a fissarlo, un po’ frastornata.
Lo sconosciuto si presentò: -Comunque io sono Izzy.
Beth annuì, mentre si rendeva conto di dove fosse.
-Senti, ti va un sandwich o qualcosa da bere? Offro io.
La ragazza recuperò finalmente l’uso della parola. -Sarebbe fantastico, sto morendo di fame. Comunque io sono Beth.- E strinse la mano al ragazzo.
Izzy chiese al barista due bottiglie di Night Train, un vino che –spiegò a Beth- costava pochi dollari, ma ti stendeva con poco.
Restarono ancora un’ora lì a parlare e a bere, mentre il locale piano piano si svuotava. Beth gli raccontò che era scappata di casa, ma non scese troppo nei particolari. Conosceva Izzy solo da mezz’ora, non se la sentiva di scendere nei dettagli.
A una cert’ora il barista dovette mandarli via, perché doveva chiudere.
-Ascolta- fece a quel punto Izzy -tu non hai un posto dove stare, questa notte. Se vuoi stasera puoi dormire da me, abito con altri ragazzi dietro l’angolo. Siamo una band, i Guns N’ Roses.
Beth accettò. Preferiva stare a casa di quel tizio e dei suoi compagni di band, piuttosto che di nuovo per strada.
Arrivarono alla fine della via e, girato l’angolo, entrarono in un palazzo.
-Non c’è l’ascensore.- Disse Izzy a mo’ di scusa.
Prese la sua valigia e iniziò a salire le scale, e Beth lo seguì con lo zaino in spalla. Arrivato al terzo piano, Izzy posò la valigia per terra con non troppa delicatezza e batté il pugno sulla porta. Dopo la terza volta, finalmente qualcuno si decise ad aprire.
Dietro la porta apparve un ragazzo magro, dai capelli rossi, che salutò Izzy con un cenno e poi si rivolse a qualcuno dentro gridando: -Non lo so dove sono finiti i tuoi cazzo di popcorn, ok?!-
Poi si girò di nuovo verso la porta e notò la presenza di Beth.
-Lei sarebbe…? apostrofò Izzy.
-E’ Beth, viene da Londra. Non ha un posto dove stare questa notte, così pensavo che poteva stare da noi.
Il ragazzo, che poi si presentò come Axl, il cantante della band, strinse le spalle e poi li fece entrare.
In quella casa regnava il caos. Per terra era pieno di mozziconi di sigarette, cartacce e involucri di cibo vuoti. Un tipo biondo in mutande si aggirava per la stanza, cercando disperatamente qualcosa, mentre sul divano un altro, dai capelli lunghi, scuri e ricci, fumava una sigaretta.
-Loro sono Slash e Steven, chitarra e batteria.- spiegò brevemente Izzy. -Quello è il bagno e lì c’è la cucina, mentre le altre due porte sono le stanze da letto… Per te va bene dormire sul divano?
Beth annuì, un po’ frastornata. Il ragazzo bruno, Slash, si alzò e cercò di levare un po’ della cenere che aveva sparso sul divano.
-Duff non è ancora rientrato?- chiese Izzy.
-Sarà andato di nuovo a sbronzarsi con quei tipi dell’altra sera- borbottò Slash. Neanche lui sembrava troppo sobrio però.
Il ragazzo biondo, Steven, continuava a cercare disperatamente i suoi popcorn. Me li avete nascosti voi, vero? Lo so che me li avete nascosti, dai, parlate!
Continuò così per qualche minuto, poi si accasciò sfinito sul pavimento, e Slash e Axl lo dovettero trascinare in una delle due stanze da letto.
-Benvenuta a Hell House, Beth. Non sarà un granché- disse Izzy -ma è casa.-
Poi diede a Beth una coperta da stendere sul divano e andò a letto anche lui.
 
La mattina dopo Beth si alzò per prima. L’unico elemento differente nella stanza rispetto alla notte precedente era un ragazzo biondo accasciato sulla poltrona, che immaginò essere Duff.
Si diresse verso la cucina, per vedere se poteva mettere insieme qualcosa per la colazione.
Aprì la credenza e le sfuggì un gemito. Forse sarebbe stato più complicato del previsto.
Una voce accanto a lei la fece sobbalzare: -Ciao, chi sei?
Si girò, e vide quello che doveva essere Duff. A vederlo in piedi, era decisamente alto.
-Ehm, ciao, io sono Beth. Ieri sera ho incontrato Izzy, e mi ha invitata a passare la notte qui.- Poi arrossì di colpo, pensando alle implicazioni di quello che aveva appena detto. Cercò di cambiare argomento: -Tu sei Duff, vero?
-Si, sono io. Sono il bassista della band … Ti serve una mano per la colazione?.
 
Quando il resto della band si era alzato, Duff e Beth avevano dato una sistemata alla cucina e al salotto e avevano preparato qualcosa degno di essere chiamato colazione.
 
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L’ho scritta nel delirio della febbre e mentre ascoltavo i Led Zeppelin, quindi non sono molto sicura di cosa sia uscito fuori … ;)
Fatemi sapere cosa ne pensate!! A presto! c:

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Capitolo 2
*** How d'ya get your cash? ***


Verso mezzogiorno, qualcuno bussò alla porta. Steven balzò in piedi e corse ad aprire, lasciando stare una buona volta i suoi amati popcorn. Entrò una ragazza bruna e pallida, che si gettò fra le sue braccia e lo baciò.
-Uhm, ciao Adriana- borbottò Slash, distogliendo a malincuore la sua attenzione dalla colazione.
La nuova arrivata, Adriana, salutò tutti quanti e poi si presentò a Beth come “la ragazza di Stevie”.
-Avevo fatto un po’ di spesa, ma vedo che alla colazione hai già pensato tu.
Beth la aiutò a sistemare la spesa, mentre Adriana osservava la cucina meravigliata: - E’ tutto così pulito, sei stata tu?
-Mi ha dato una mano Duff stamattina- rispose Beth, arrossendo un pochino.
-Io faccio la spesa per loro praticamente ogni giorno, altrimenti questi cazzoni resterebbero qui a morire di fame …
-Hai un lavoro qui a Los Angeles? Dove li trovi i soldi?
-Faccio la ballerina nei locali- rispose Adriana strizzando l’occhio -ma sono tutti soldi guadagnati onestamente. Ne metto da parte un po’ per prendergli qualcosa da mangiare, e loro ne guadagnano alcuni suonando, ma puoi ben immaginare come vengano spesi quei soldi … Pensi che resterai qui a lungo?
-Stavo cercando un lavoro, preferirei essere autosufficiente, ma non sono stata molto fortunata.
-Oggi sono un po’ occupata, ma domani usciamo insieme a cercare qualcosa, ok?
Beth le sorrise grata: -Va bene. Dai, finiamo di sistemare la spesa
 
Dopo la colazione Adriana e Steven uscirono “a fare una passeggiata”. Slash andò a comprare le sigarette mentre Izzy e Axl uscirono insieme a un loro amico, Marc, per cercare un locale dove suonare una di quelle sere.
Beth rimase a casa con Duff. Propose di sistemare un po’ anche il resto della casa. Duff trovò dei detersivi impolverati sotto il lavandino della cucina, così si misero a pulire prima il bagno, poi il resto della casa. Finite le pulizie, non trovando nient’altro da fare, si misero a guardare la tv, mangiando dei biscotti che aveva portato Adriana.
 
Passarono il resto del pomeriggio girando per Los Angeles senza una destinazione precisa, chiacchierando del più e del meno. Duff le fece girare un po’ il quartiere, e si fermarono a fare uno spuntino al ristorante dei genitori di Marc Canter, il Canter’s Deli. Quando rientrarono, il resto della band era già a casa. C’erano Axl e Slash, Izzy, Pamela e Desi, le ballerine della band –Desi era anche la ragazza di Izzy-, Steven e Adriana. Izzy era sulla poltrona con Desi sulle ginocchia, mentre Steven, come al solito, cercava disperatamente i suoi popcorn. Finalmente Adriana ne tirò fuori un sacchetto la dispensa, e Steve si calmò un pochino. Axl, Slash e Pamela erano seduti in cerchio sul pavimento e discutevano animatamente sulla scaletta dell’esibizione della sera successiva, al Roxy.
Duff si unì a loro e prese parte alla discussione, e Beth si sedette accanto a lui, non sapendo bene che fare.
Alle nove di sera, erano riusciti a stabilire un elenco di canzoni, e si stavano preparando per uscire. Quella sera al Whiskey avrebbero suonato i Poison e i Ruby Slippers, e, anche se a Slash i Poison stavano alquanto sul cazzo, avevano tutti quanti voglia di fare baldoria.
 
Il mattino dopo Beth si svegliò con un forte mal di testa. Il suo primo pensiero fu: “Dove sono finita?”.
Era in una delle due stanze da letto, probabilmente quella che Izzy e Axl si dividevano. Non riusciva a ricordare esattamente cosa fosse successo la sera precedente. In testa aveva una gran confusione.
Piano piano però i ricordi cominciarono a riaffiorare …
 
Erano usciti di casa e si erano stipati tutti nell’auto di Adriana, che aveva guidato fino al Whiskey. Erano arrivati al locale, avevano tutti preso un drink, i Ruby Slippers avevano suonato. Poi era toccato ai Poison. Slash, che dai Poison in passato aveva anche fatto le audizioni come chitarrista, si era messo a fischiare, ma alle ragazze non dispiacevano.
Dopo lo show, erano rimasti tutti e nove al Whiskey, e …
 
Da lì in poi i ricordi di Beth si facevano confusi … “Dio, cosa è successo ieri sera?”
Uscì fuori dalla stanza barcollando, ma trovò il divano già occupato da Steven e Adriana, quindi si sdraiò come meglio poteva sulla poltrona e si addormentò di nuovo.
Quando si svegliò, era ormai quasi mezzogiorno, e l’unico che dormiva ancora era Slash, sul pavimento del bagno.
-Ben svegliata!!- esclamò Adriana, forse a voce un po’ troppo alta, uscendo dalla cucina con in mano una tazza di caffè.
-Uh … La mia testa … Ah, grazie- disse Beth mentre Duff passava una tazza anche a lei.
-Stamattina ormai è sfumata, ma oggi pomeriggio ti accompagnerò a un negozio qui vicino, so che stanno cercando una commessa- fece Adriana, e bevve il suo caffè tutto d’un fiato.
Beth la ringraziò, ma nella sua testa stava ancora cercando di ricordare i particolari della sera precedente …
 
Quel pomeriggio Adriana la accompagnò in un piccolo negozio di dischi. Il proprietario la assunse dopo averle fatto poche domande. In fondo avrebbe solo dovuto mettere a posto i dischi e aiutare i clienti …
La ricerca del lavoro si era dimostrata più lunga del previsto, perciò le ragazze passarono il resto del pomeriggio girando per la città e facendo un po’ di shopping.
-Appena riceverò il primo stipendio ti restituirò tutto- promise Beth, e bevve un altro sorso dal suo the.
-Ci conto!- Adriana guardò distrattamente l’orologio … -Oh, sono già le sei e mezza! Dovremmo iniziare a tornare a casa, stasera i ragazzi suonano al Roxy.
 
Stavano camminando sul marciapiede, quando Beth si fermò di botto. Le buste le caddero di mano. “Ecco cosa è successo ieri sera…”
-Beth, va tutto bene?- chiese Adriana preoccupata.
-Oh, merda …
 
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Cosa sarà mai successo al Whiskey? Lo scoprirete nel prossimo capitolo! c:
Grazie a voi che recensite, e grazie ai “lettori silenziosi” (sempre che ci siano lol).
Alla prossima!

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Capitolo 3
*** I'd stare a lifetime into your eyes. ***


Segnerò con un altro asterisco gli eventuali cambi di “punto di vista”. Buona lettura! :)
 
Dopo lo show, erano rimasti tutti al Whiskey, e Beth aveva iniziato a bere un drink dopo l’altro … Aveva perso il conto dopo il quinto, quando si fermò un attimo. Che cosa stava facendo? Tutta questa storia le ricordava fin troppo suo padre. Si era presa la testa fra le mani, le girava tutto.
- Beth, va tutto bene?- Oltre la sua spalla, Duff la stava guardando un po’ preoccupato. –Dai, vieni a sederti.
Si era seduto accanto a lei, le aveva poggiato la mano sulla spalla. – Cosa c’è che non va, Beth?-
Si era presa di nuovo la testa tra le mani. Tra le lacrime gli aveva raccontato tutto. Di sua madre, di suo padre … Tutto quello che non aveva mai confidato a nessuno, lo aveva raccontato a un ragazzo che conosceva da appena qualche giorno.
Duff le aveva preso le mani, lei lo aveva guardato negli occhi, ed era stato come se li avesse visti per la prima volta. Erano di un verde stupefacente, non riusciva a smettere di fissarli.
Duff si stava avvicinando sempre di più, e lei non riusciva a fare niente, quegli occhi l’avevano catturata. Le aveva lasciato le mani per cingerle i fianchi, e l’aveva baciata.
Improvvisamente era sparito tutto, le voci, la folla, tutto il locale. Erano rimasti solo Beth e Duff, seduti su una poltroncina.
Finito il bacio, Beth era tornata improvvisamente con i piedi per terra. Aveva balbettato qualcosa, ma in pochi secondi era andata nel panico. Non trovava nulla di intelligente da dire. Si era alzata di colpo, ed era uscita dal Whiskey. Duff l’aveva seguita subito, e l’aveva trovata seduta su una panchina, la testa che ciondolava. Si era seduto accanto a lei, e in breve aveva perso i sensi anche lui. Avevano entrambi bevuto decisamente troppo quella notte.
 
- Oh, merda …
- Beth, che succede?
- Ehm … Mi è appena tornato in mente una parte di ieri sera che avevo dimenticato … Non so se hai fatto caso a quello che è successo ieri sera tra quelle poltroncine vicino al bancone …
- Intendi la rossa e il biondo di circa due metri che si guardavano negli occhi come due imbecilli?- Adriana ridacchiò.
- Esattamente.
- E cosa avresti intenzione di fare adesso?
- Non lo so! E’ questo il punto, non so cosa fare! Ho raccontato un sacco di cose che non avevo mai detto a nessuno a un tizio che conoscevo appena da un giorno, e poi l’ho baciato! Cosa dovrei fare?!- Beth era un po’ in crisi, e Adriana cercò di tranquillizzarla: - Dai, stai calma, adesso torniamo a casa e decidiamo sul da farsi.
 
*Duff*
 
Hell House era in fermento quella sera. Ormai gli show dei Guns N’ Roses erano molto frequentati, e quella sera al Roxy sarebbe venuta moltissima gente. Nel caos generale, Duff non riuscì a fermare Beth e a parlarle neanche una volta.
 - Duff, che c’hai?- Slash lo stava scrutando da sotto i capelli.
- Tutto apposto, stavo solo pensando a una cosa.
- Dai, cerca di essere concentrato, stasera potrebbe esserci Tom Zutaut, quello della Geffen, hai presente? Dai, che magari rimediamo anche un contratto.
Duff annuì distrattamente, stava guardando Beth che gli passava vicino di fretta. I suoi capelli rossi ondeggiavano ad ogni passo. I loro sguardi si incrociarono per una frazione di secondo.
- Duff, ci sei? Dobbiamo uscire!!
Izzy lo trascinò fuori di casa, e prima che potesse rendersene conto, furono al Roxy.
 
- Benvenuti al Roxy, e benvenuti nella Giungla!!
E avevano attaccato il primo pezzo.
Stava suonando, ma quella sera pensava ad altro. Ogni secondo i suoi occhi verdi scorrevano sopra la folla, cercando un altro paio di occhi.
Ogni volta che i loro sguardi si incontravano, sussultava leggermente, poi distoglieva lo sguardo e riprendeva a suonare.
 
-Come va, Roxy? Fatevi sentire! Mi auguro che comprerete le nostre fottutissime magliette!- esclamò Slash, prima di gettarsi a capofitto nel riff di Jumpin’ Jack Flash.
-Più spia per il batterista, non sente niente! – abbaiò Duff sul microfono, e riprese a suonare anche lui.
 
*Beth*
 
- Rallentiamo un po’ le cose. Questa è Don’t Cry. – e Axl iniziò a cantare.
Wow. Erano fantastici. Le loro canzoni ti prendevano, le sentivi dentro …
E continuava a incrociare gli occhi di Duff, di quel verde stupefacente, quasi animalesco.
Don’t Cry. Cavolo se era bella quella canzone. Bella e malinconica. E Duff, durante la canzone non aveva smesso di fissarla un secondo.
 
Dopo Don’t Cry, la band aveva fatto una piccola pausa nel backstage. Beth era seduta con loro, insieme anche ad Adriana e Desi.
Sussultò quando una mano si posò sulla sua spalla. Era di Duff.
La prese un attimo da parte: - Beth, senti, io …
- Duff, dobbiamo tornare sul palco!! – venne interrotto da un esaltatissimo Steven.
- Dopo però ti devo parlare. – Duff scoccò a Beth un’occhiata di ammonimento, poi le sorrise e tornò a suonare.
 
Chiusero il concerto con Goodnight Tonight, che Duff e Axl cantarono insieme.
 
- Beth, aspetta un attimo!!
Stava già per uscire dal backstage, quando Duff la fermò.
- Come ti è sembrato il concerto?
- Io … mi è piaciuto … Ma sembrava che stessi cercando qualcosa …
- Si, in effetti stavo cercando qualcosa … O qualcuno …
- E l’hai trovato?
 
Quando Izzy uscì dal backstage, pochi minuti dopo, non si erano ancora staccati.

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