Mezza Luna Di Sangue

di DarkChan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -**-INTRODUZIONE-**- ***
Capitolo 2: *** -**-IL GIORNO PRIMA-**- ***
Capitolo 3: *** -**-1 INIZIO-**- ***
Capitolo 4: *** -**-2 IL MONDO DEI PUPAZZI-**- ***



Capitolo 1
*** -**-INTRODUZIONE-**- ***


 

 Mezza luna di sangue. 

 

Ero seduta a guardare la finestra. Ero triste, le cose non andavano come dovevano. Ero infelice e non aspettavo altro che qualcuno o qualcosa venisse in mio aiuto. Tutti si comportavano male nei miei confronti e mi trattavano come se fossi una persona inferiore. Mentre tutti si davano arie e non facevano altro che mostrarsi per quello che non sono, io me ne restavo qui, sola come sempre. Nessuno si preoccupava che ci fossi o meno. Provavo un intenso odio verso questi individui; questi esseri che sapevano solo essere finti , tutti amici, tutti felici, e invece si odiavano nel profondo... piangevo e rimpiangevo  di essere in questa situazione… ma come ci ero potuta finire? Pensavo e ripensavo a questa frase, “Come ci ero potuta finire, come ci ero potuta finire…”e dentro di me si racchiudeva uno strato di ghiaccio indistruttibile, un ghiaccio da cui è difficile liberari, un ghiaccio che non si scoglie... 

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Capitolo 2
*** -**-IL GIORNO PRIMA-**- ***


Il giorno prima

Il tempo scorreva lento in quella mattina d’inverno a scuola: alla prima ora  inglese, poi letteratura…,e il tempo non passava mai. Le ore di scuola erano pesanti…
Finita la scuola andai a casa. Mi sedetti sul letto e pensai: “oramai non capisco il motivo per cui devo andare a scuola, è inutile per me.”
A quel tempo non capivo ancora cosa potesse accadermi, ed ero senza aspettative, senza desideri, senza obbiettivi. E ne era consapevole. Ma quella sera qualcosa stava cambiando. Un qualcosa che rese la mia vita unica e irripetibile…
Mi fermai a guardare la finestra. Era calmo il cielo, fissarlo mi rasserenava molto. Le stelle illuminavano il firmamento come lucciole illuminano un prato immerso e buio della notte. Rimasi lì, ferma, immersa nei miei pensieri… come quando si è a scuola davanti alla prof che spiega la radice cubica…! Ci si perde nei pensieri a volte, no?! Ti immergi in un mondo misterioso da cui non fai più ritorno!( Almeno per la lezione mattutina di matematica e letteratura!!)
Andai silenziosamente a dormire. Il cielo mi era sembrato stranamente diverso, come se mi avesse catturato in quell’attimo di enfasi, dove tutto era bello mi addormentai…

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Capitolo 3
*** -**-1 INIZIO-**- ***


1-Inizio

La mattina seguente mi svegliai di soprassalto. Mi faceva male la testa… Mq mi preparai comunque in fretta e uscii. Faceva freddo, molto freddo, l’inverno non dà spazio al calore. Mentre mi incamminavo verso la scuola notai un negozio che fin ad allora non avevo mai visto. Di certo non mi potevo fermare a dare un’occhiatina, quindi continuai la mia strada ignorandolo.
Arrivata in classe delle voci che circolavano,mi incuriosirono:  mi avvicinai ad un gruppo di ragazze che stavano spettegolando. Ad una di loro avevo chiesto:-“Di cosa state parlando scusate se posso sapere?” E quella mi rispose:”Parliamo di una cosa interessantissima! Guarda abbiamo saputo da alcuni ragazzi che è stato aperto un nuovo negozio! Pare che vendano dei vestiti e altre cose molto carine!”” Ah ok, grazie mille.”Stavo per andarmene, ma la ragazza mi propose:”Senti… mi domandavo, siccome sei sempre sola, pensavamo, se ti andrebbe, magari di andare a vedere questo negozio!”Mi disse la ragazza sorridendomi. Ero incerta su cosa risponderle, una proposta così sui due piedi… non sono la tipa da andare continuamente in giro a fare shopping… “Bah… non saprei ma credo che non pos…” mi interruppe con una certa insolenza: “Allora è si??” “Ma veramente io…” “Ok!Appuntamento fissato per dopo la fine delle lezioni! Usciremo insieme e lo raggiungeremo a piedi, tanto se non ricordo male ci devi passare davanti per tornare a casa, no?” ” Uffa… e va bene, verrò con te…” “Grazie! Allora ti aspetto davanti al cancello della scuola alla fine delle lezioni!!” “… ok …” -Che insolente… prendere appuntamento così dal nulla… e io non volevo neanche…-pensavo mentre mi dirigevo in classe. Le ore passarono abbastanza velocemente. La novità del negozio di abiti mi attirava abbastanza, e mi ero sentita più integrata con la mia classe. Sentivo di avere un appuntamento, un impegno importante a cui non potevo mancare!
Uscita da scuola mi, diressi subito vicino al cancello. La mia compagna, che di nome faceva Isabel, mi raggiunse e insieme ci dirigemmo  verso quello strano negozio. Mentre ci incamminavamo parlavamo del più e del meno; mi parlava un po’ di lei e della sua famiglia, dei suoi sports preferiti, e mi raccontò come suo padre divenne uno sportivo. Io le raccontai dello sports che praticavo, il kung fu, e le dissi che fra poco sarei diventata cintura nera! All’inizio si meravigliò un po’, ma poi mi fece i complimenti.
Arrivate al negozio percepii una strana sensazione dentro di me, quasi come se quello fosse stato un grande passo nel mio destino, ma comunque non mi feci tanti problemi ad entrare. Dentro ci trovai molti abiti diversi: da una parte rosa-principessa, da un’altra trovavo vestiti rosso-dama e così via. Erano strani, di vestiti di questo genere non se ne vedevano più a quel tempo. Là dentro regnava una strana atmosfera: l’aria che si respirava sapeva di vecchio e anche il personale era particolare… Un commesso con fare gentile si avvicinò a me:”Dimmi ragazzina, cosa ti serve?” “beh… ecco…” non sapevo cosa dirgli, ma una sola parola mi rimbombava nella mente: Pupazzi… pupazzi… pupazzi… pupazzi… Sinceramente non sapevo perché quella parola mi era entrata nella testa. Anzi, pensandoci bene mi ossessionava fin da quando ero entrata nel negozio; forse perché l’aria racchiusa in quell’abitacolo mi sapeva un  po’ di bambola, chissà… forse un vecchio ricordo? No, non penso, visto che del mio passato non so nulla, o meglio non ho ricordi. Una volta la mia vecchia maestra mi disse:”I vecchi ricordi fanno parte della tua vita, se una persona non ricorda più nulla, non ricorda chi è, e non lo scoprirà fin quando la sua mente non sarà illuminata.” A dire la verità non avevo capito granché. L’unica cosa che avevo capito era che ero sfortunata più degli altri; ma d'altronde è normale, io sono sempre stata diversa.
“Vuoi per caso un pupazzo?” Quella frase mi sconvolse… come poteva sapere che nella mia testa gironzolava quella parola? Era forse magico? Forse era quel posto ad essere magico…?
“Si!” risposi d’istinto, e lui subito mi disse:”Per la tua anima va bene questo…” E mi propose un pupazzo molto carino; era un lupetto con una faccia molto simpatica! Lo presi e ringraziai, ma non avevo soldi:”Mi dispiace, ma non lo posso comprare, non ho soldi” “Non ti preoccupare, mi porterai i soldi la prossima volta che mi verrai a trovare.”
Ero uscita dal negozio con la mia amica che continuava a farmi i complimenti:”Wow, hai fatto colpo! Non pensavo che ti bastasse solo un’occhiata per ricevere quello che pensi!” “Eh? Cosa? Pensi che abbia fatto una magia? No, non faccio magie!”Risposi sorridendole “Mmm… davvero?  Uffa, e io che pensavo di aver incontrato una persona particolare…” “Ah! Ah!” Dopotutto quella ragazza non sembrava cattiva, e neanche perfida come gli altri. Forse mi potevo fidare? Stava nascendo una vera amicizia, o era una trappola solo per prendermi in giro come sempre…?
Arrivata a casa mi sedetti sul mio letto e ripensai a ciò che era successo.
“Oggi mi sono divertita, ma è anche stata una giornata particolare, molto particolare: ho fatto amicizia con un’altra ragazza, e ho comprato un pupazzo. Anzi, me l’hanno praticamente offerto, regalato… molto strano… anche quel negozio… mi ha fatto sentire strane sensazioni… forse anche Isabel le ha sentite… domani glielo dovrò chiedere.”
Guardai il mio pupazzo nuovo, e delle inaspettate lacrime mi scesero dagli occhi. Piansi forse perché avevo trovato delle nuove persone di cui mi potessi fidare…?  Nessuno prima mi si era avvicinato tanto… per via del mio abbigliamento (vestivo  Dark), o magari per il mio comportamento distaccato, forse.
Pensavo a ciò che era successo nella giornata:
-“Scusa, di cosa state parlando?” “parliamo di una cosa interessantissima! Abbiamo saputo da alcuni ragazzi che è stato aperto un nuovo negozio! Pare che vendano dei vestiti e altre cose molto carine!”” Ah ok, grazie.”Stavo per girare i tacchi e andarmene, ma lei richiamò la mia attenzione:”Senti parchè non vieni con me a visitare questo negozio?” Mi disse la ragazza sorridendomi. Ero incerta su cosa rispondere, una proposta così sui due piedi… non sono la tipa da andare continuamente in giro a fare shopping… “Bah… non saprei ma credo che non pos…” mi interruppe con una certa insolenza: “Allora è si??” “Ma veramente io…” “Ok!Appuntamento fissato per dopo la fine delle lezioni! Usciremo insieme e lo raggiungeremo a piedi, tanto se non ricordo male ci devi passare davanti, no?” ” Uffa… e va bene, verrò con te…” “Grazie! Allora ti aspetto davanti al cancello della scuola dopo la fine delle lezioni!!” “… ok …” -Che insolente… prendere appuntamento così dal nulla… e io che non volevo neanche…-
Che scema che ero stata… pensare male di lei senza nemmeno conoscerla.
Abbracciai il pupazzo e piansi. Piansi per la mia stupidità… Volevo bene a quel pupazzo perché era l’unico con cui potessi sfogarmi in quel momento.
Poi mi alzai e mi avvicinai alla scrivania dove avevo posato il mio nuovo pupazzo. Ero stanca, e per di più erano le sette di sera. Non avevo fatto ancora i compiti, così mi avvicinai alla cartella per prendere i libri. Ad un certo punto udii un rumore provenire dalla scrivania. Avevo alzato la testa per vedere cosa aveva potuto provocare quel rumore, ma non notai nulla di particolare… anzi no! il pupazzo non c’era più! Mi alzai e lo cercai dietro alla scrivania, l’unico posto dove poteva essere caduto… “Uffa… sono la solita sbadata… ho lasciato cadere il mio nuovo peluche”.  Ma il peluche non era affatto caduto… e subito sentì sbattere la porta. Allora mi avvicinai ad essa e cercai di aprirla: non funzionò. Allora mi girai di scatto e trovai il mio pupazzo sul letto. Come poteva mai essere finito lì? E chi aveva chiuso la porta?? Forse mia mamma da fuori? No, non avevo sentito passi… Ma allora, che fosse stato quel pupazzo??
Mi avvicinai al letto. Ad ogni passo mi saliva l’ansia… non era possibile, un pupazzo non si può muovere. E se anche così fosse… chi era quel pupazzo, o meglio, chi era il commesso del negozio...? Come mai dentro al negozio c’era quello strano odore… e come mai mi era entrata quella parola nella testa!

                                    

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Capitolo 4
*** -**-2 IL MONDO DEI PUPAZZI-**- ***


2-Il mondo dei pupazzi

Mi avvicinai al letto. Ad ogni passo mi saliva l’ansia… non era possibile, un pupazzo non si può muovere. E se anche così fosse… chi era quel pupazzo, o meglio, chi era il commesso del negozio...? Come mai dentro al negozio c’era quello strano odore… e come mai mi era entrata quella parola nella testa……?
Arrivata ai piedi del letto guardai con occhi di spaventati il pupazzo: mi sentivo in trappola. D’un tratto avvertii la sensazione di cadere, le mie gambe avevano ceduto e così caddi in ginocchio. Allora la tensione cominciò a salire, e d’istinto mi rivolsi a lui dicendo:-“Perché mi fai questo? Cosa pensi di ottenere facendomi paura?...” Mentre parlavo mi tremavano le labbra. Forse mi avrebbe ucciso? D’un tratto il peluche si avvicinò a me e mi disse sussurrando:
-Il tuo cuore è troppo buono per sopportare un peso così grande. È per questo che ti ho scelta.- Quella frase mi sconvolse. In due parole aveva detto ciò che io non sono mai riuscita ad esprimere. Così lo implorai di dirmi perché mi avesse scelta e a cosa servivo. Lui mi rispose sussurrando come prima:-“Devi sapere che io e i miei fratelli abbiamo degli oggetti magici con una resistenza e una forza sovraumana. Però non li possiamo usare. Non abbiamo il corpo adatto e neanche le prestazioni fisiche adeguate. Quindi il nostro creatore ha voluto darci il potere di trasformare gli essere umani in bambole; voi avete prestazioni fisiche eccellenti, e siete anche molto più intelligenti e furbi di noi.”“ Cioè, io dovrei trasformarmi in una bambola e fare cosa???” “Dovrai usare la mia pergamena, il mio oggetto magico. Io e certi miei fratelli abbiamo lo stesso oggetto. In tutto esistono 5 oggetti magici: la pergamena;
il ventaglio;
la haru, che sarebbe… come dire… una molla, ecco, una molla! Una molla che tenuta in mano e usata con destrezza fa molto male, e può colpire anche a svariati metri, si allunga e si restringe. Chi la possiede deve essere molto agile e svelto.
Poi ci sono le chimu, che sono delle armi molto sottili e taglienti possono essere usate in tre modi, dipende dalla scelta del padrone: sottoforma di spada, sottoforma triangolare, o sottoforma rotonda; hanno usi diversi a seconda della situazione.
Ed infine il sen, che è un filo particolare attaccato ad una piccola asticella. Non sembra, ma il suo effetto dopo che è stato direzionato e lanciato verso un obbiettivo è catastrofico, è imprevedibile.” “Scusa ma perché continui a parlare sottovoce?” “Perché mi può sentire””Chi ti può sentire? Ci sono altri pupazzi qui in giro?” “ Hai detto ciò che non dovevi dire” Subito la porta si spalancò e una folata di vento entrò nella stanza. Comparve una bambola che teneva in mano un ventaglio. “Te l’avevo detto che hai parlato troppo” disse il peluche con un tono di voce più alto. “A…aiutami…! Dài! trasformami in bambola, fai presto!” “D’accordo, ma prima dovrai giurare che proteggerai, me e i miei fratelli che verranno.” “Cosa? I tuoi fratelli che verranno?? E questa da dove salta fuori?” “Sbrigati, se giuri vivrai questa avventura con il rischio di perdere ma anche il pregio di diventare la più brava domatrice di bambole… ah, un’altra cosa: se diventerai bambola, il tuo abbigliamento seguirà il tuo cuore.” “Ok… hem –Giuro o non giuro… -e… g-g-giuro!” Emanai all’istante n immenso bagliore. Subito la mia figura si rimpicciolì e pian piano il bagliore scomparve. Al mio posto comparve una bambola scura che indossava un tubino con spalline molto sottili, simili a quelle di una canottiera, ed una gonna molto ampia color nero. Questi nuovi abiti facevano un bellissimo contrasto sulla mia pelle bianca;  sembravo la luna in un cielo scuro o, meglio, una luce nel buio. Tenevo però in mano la pergamena del pupazzo. “Bene d’ora in poi ti chiamerai… ma… Kurai Shingitsu… o Kurai… o Shingitsu… a proposito, mi sono dimenticato di dirti che anche il comportamento sarà in base al carattere.” Guardai con occhi minacciosi il pupazzo,  infastidita. “Ho trovato! Ti chiamerò Kurai Shingitsu! Ti piace? Significa scura verità!” Io, Kurai Shingitsu, feci un sorrisino malizioso, quasi perfido:”Mi sta bene. Certo che di meglio non potevi trovare”   –È completamente diversa dalla personalità di prima. Io lo sapevo di aver scelto la persona giusta!-   Osservai  attentamente la pergamena: in uno sguardo capii subito come poteva servirmi.
La mia avversaria, stanca di aspettare, prese il ventaglio che teneva in mano e cominciò ad agitarlo, creando un grande vento. Subito e d’istinto aprii la pergamena. Essa si apriva solo fino a metà (perché era stata piegata in due e poi arrotolata). Così facendo mi riparai dal vento del ventaglio nemico. La bambola allora fece un ghigno:”Hihihi! Non pensavo che ti bastasse solo uno sguardo per capire come si usa quella pergamena, sei un soggetto interessante…” Disse osservandomi dall’alto in basso. Ma non si fermò di certo a guardare; subito chiuse il ventaglio e si precipitò su di me! Io, senza scompormi più di tanto, abbassai e arrotolai in men che non si dica la pergamena. La bambola mandò il suo ventaglio contro la mia testa. Ma io, da brava kung fu ki,mi piegai a semi spaccata, era un Pu Tui. La posizione era perfetta, anzi, impeccabile: io si che ero brava, nessuno mi diceva mai niente sulle posizioni. Alzai la pergamena con due mani, per parare il colpo. La nemica era spaesata, come poteva essere possibile che sapeva maneggiare la pergamena con tanta destrezza? Si allontanò con un balzo. “Ah!” disse sbuffando:”Non pensare di aver vinto così presto, vincerò io la prossima battaglia!...” Non fece in tempo ad aggiungere altro che subito  la interruppi:”Non ci pensare neanche!” La zittii! Aprii completamente la pergamena e a questo punto  il lupetto pensò bene di intervenire, ma io sapevo cosa fare; aperta la pergamena, con un dito feci un cerchio su di essa, poi appoggiai la mano sul cerchio che avevo tracciato mentalmente. Subito dall’estremità opposta fuoriuscì un raggio di energia potentissima che travolse la bambola. Essa cadde a terra rotta in mille pezzi.
Stranamente, mi  scese una lacrima, che il peluche notò subito .”Stava forse piangendo? E perché mai? Lei è una guerriera nata, non può piangere”, Eppure qualcosa, forse, mi aveva fatto riaffiorare alla memoria… non si capisce cosa, ma un frammento era tornato.

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