Defying Gravity

di Heart to heart
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Some Nights ***
Capitolo 2: *** Wherever you will go ***
Capitolo 3: *** Love you like a love song ***
Capitolo 4: *** Are you okay, Annie? ***
Capitolo 5: *** Light up the world ***



Capitolo 1
*** Some Nights ***




Certe notti sono più devastanti delle altre.
Certe notti vorresti che grazie a qualche miracoloso incantesimo si riuscisse a ribaltare la realtà o quanto meno che questa smetta di fare tanto male.
Certe notti ti senti schiacciato dagli eventi che sembrano fare il loro corso senza che tu possa fermarli.
Certe notti ti ritrovi a lottare senza riuscire a trovare un motivo che ti spinga a farlo.

Quella del 7 Maggio per me, Santana Lopez, era una di quelle notti.
Mi ritrovai seduta sulle scale del mio dormitorio. Il cellulare segnava le 2 in punto, sapevo che sarei potuta restare lì, sola con i miei dubbi anche tutta la notte, senza che questi trovassero soluzione.
Gran parte degli studenti della Dalton doveva ancora rientrare dalle vacanze primaverili, così avevo la certezza che nessuno si sarebbe accorto di me, nessuno avrebbe provato a consolarmi.
Saremmo state sole, io e la pioggia, mia unica compagna in quella notte così strana.
Accesi una sigaretta e nell’espirare mi resi conto che qualcosa di bagnato solcava la mia guancia, non si trattava di pioggia però.

Merda.Che fai, piangi adesso, piccola sciocca di una Lopez?

Cercai di darmi un po’ di contegno ma fu inutile; le lacrime continuarono a fluire.

Come ho fatto a ridurmi così?

 

 



But I still wake up, I still see your ghost
Oh Lord, I’m still not sure what I stand for oh
What do I stand for? What do I stand for?
Most nights, I don't know anymore...

 

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Capitolo 2
*** Wherever you will go ***


Sei mesi prima.
 
È davvero frustrante tornare dalle vacanze di Natale: tutti i tuoi amici sono lì a raccontarti quanto incredibilmente felici e allegri siano stati quei giorni per loro, tu ti limiti ad annuire con un sorriso e quando ti chiedono come siano state le tue di vacanze rispondi “bellissime, davvero”.
O almeno, questo è quello che faccio io di solito.
Odio tornare a casa, mi fa sentire piccola e insignificante. A casa non c’è mai posto per i miei racconti, i miei successi o semplicemente : non c’è posto per me.
Solo quando sono qui, alla mia amata Dalton, scuola delle Arti più rinomata dell’intero Ohio, riesco a sentirmi completamente a mio agio, insomma nel posto giusto
Annuisco e sorrido ancora un po’ mentre Kurt finisce di raccontarmi di quanto siano finalmente felici Burt e Carole e di come Finn sia forse riuscito a trovare una ragazza, una certa Rachel mi sembra.
A chi importa? Cerco di mandare avanti la conversazione ma vedo che il ragazzo viene distratto da qualcosa, qualcuno. Mi volto e abbraccio Blaine, è particolarmente bello con quella sciarpa rossa di Marc Jacobs, evidente regalo del fidanzato.
Li saluto con un veloce bacio sulla guancia ciascuno e li lascio soli, come mi ordinano gli occhi di Kurt. Mi avvio verso il dormitorio, trascinando a fatica la mia pesantissima valigia.
Ho fatto appena due passi quando l’enorme peso sembra scomparire: “Non devi, Mike”. Non gli do il tempo di dire nulla, gli porto le braccia al collo e mi aggrappo a lui con tanto impeto che per poco non cade.
“Mi sei mancato da morire!” gli sussurro tra i capelli. “Anche tu, ma di certo non le tue valigie!” risponde ridendo. Mi fermo a osservarlo un momento : il mio migliore amico è cresciuto, eccome se è cresciuto!
Credo superi il metro e ottantacinque ormai, ma a colpirmi è il suo volto: i lineamenti del ragazzino con cui ho condiviso alcuni tra i momenti più belli della mia vita sono scomparsi per far posto a quelli di un uomo.
“Che c’è, ti sei incantata ad ammirare la mia bellezza?” mi fa l’occhiolino mentre avanziamo verso la mia camera, la valigia sempre nelle sue mani; “contavo i tuoi punti neri!” rido di gusto, quanto mi mancava
Trovo la porta della mia camera socchiusa.
Che sia tornata prima di me?
Busso ed entro, eccola lì la mia bellissima compagna di mille avventure, impegnata a riporre i suoi vestiti nella sua parte dell’armadio.
Mi sente entrare e si alza per salutarmi. “Santana, oddio, sei ancora più bella di quanto ricordassi!”, “disse la miss Ohio 2012 Quinn Fabray!”
Sento un colpo di tosse e mi ricordo di Mike, che ha ancora in mano la mia valigia e aspetta, visibilmente imbarazzato, appoggiato allo stipite della porta. “Meglio che io vada.. Ci vediamo a cena Sanny!” , abbassa gli occhi e cambia tono, diventa più freddo “Ciao Quinn”.
Mi chiedo da sempre perché a Mike non piaccia quella ragazza, è così dolce! Ci sto ancora riflettendo quando i miei occhi, fino a quel momento vaganti per tutta la stanza, si accorgono che Quinn ha sforato e i suoi vestiti stanno occupando la mia parte di guardaroba.
“Ehi-ehi, lo sai come funziona nelle case popolari di Lima Bean quando qualcuno ruba?” le chiedo scherzando “mandano Santana Lopez, la paladina della giustizia?” risponde prontamente lei.
Non faccio in tempo a ribattere che mi arriva una cuscinata in faccia. La prima di una lunga serie.
...È così bello essere a casa.
 
 
Mancano ancora due giorni alla ripresa delle lezioni, ho tutto il tempo per sistemare le mie cose e riprendere lentamente i ritmi frenetici che questa scuola impone. Se solo non fosse per i compiti…
Devo terminare il saggio per il corso di scrittura creativa , sento ancora le parole di rimprovero di Quinn “ti riduci sempre all’ultimo momento, si può sapere come fai? Hai avuto tre settimane!”.
Ha ragione, diavolo se ha ragione, ma cosa posso farci se a casa mia mi sento tutto meno che creativa?
Così è l’una di notte e io sono ancora qui, nella biblioteca a cercare disperatamente tremila parole da combinare sino a formare un saggio di senso compiuto.
-Musica: Lampadina per le anime perse nel buoi della vita…
Che cavolo faccio? Paragono la musica a una lampadina?
-Musica: da sempre musa ispiratrice di poeti e scrittori.-
Penoso, semplicemente penoso.
Mi viene da urlare, poi mi ricordo di dove sono e cerco di controllarmi, ma la mia testa sembra all’improvviso incredibilmente pesante e crolla sopra quella pila di fogli pieni di scarabocchi..
“Sanny, si può sapere che fai ancora qui?” una voce nel buio, la riconosco, è Mike.
“Lasciami stare Mike, voglio morire. Qui. Adesso. Diventerò una mummia! Farò parte dell’arredamento della stanza, nessuno si accorgerà della mia assenza. Tu puoi invertanti una scusa, del tipo che sono partita per l’Argentina e lì ho conosciuto un certo Esteban che mi ha offerto la possibilità di scrivere una collana di romanzi dal valore superiore al milione di dollari, ci crederanno tutti.”
Non mi sforzo neanche di alzare la testa, mentre aspetto la sua risposta sarcastica. Eccola che arriva :
“Punto 1 Esteban? Davvero, Sanny? Punto 2 Dubito seriamente che riusciresti a resistere più di due minuti come silenzioso pezzo di mobilio. Punto 3 Non è credibile come storia! Tutti sanno che non mi lasceresti mai qui da solo a sopportare tutto questo stress!”
Non ho la forza per ridere, ma vorrei davvero, riesco a biascicare un “e perché dovrei portarti con me?” senza neanche aprire gli occhi, da quando i fogli sono così comodi?
“Perché…” esita un secondo, o forse sono io che non lo seguo più “perché sono adorabile, è ovvio!”. Quanto vorrei avere la forza per tirargli un pugno! Ma non riesco neanche ad alzare il braccio.
Sento allora che Mike mi solleva dalla sedia e mi carica sulle sue spalle, in silenzio.
A metà tragitto recupero un po’ di lucidità, o forse sto sognando “tu mi seguiresti in Argentina?” lo dico così, per scherzare, per spezzare quel silenzio così strano “io andrò ovunque tu andrai. Sempre.”.
Mi colpisce la sicurezza con cui lo dice, non è da lui, ma forse è solo un sogno.
 
 
Mi sveglio avvolta dalle coperte calde del mio letto, guardo l’orologio : le 9:30. Sono tentata dall’idea di riaddormentarmi ma sento ancora l’ansia per il saggio addosso.
Mi alzo e faccio la doccia, indosso la tuta più comoda e vecchia che ho : non intendo di uscire dalla mia camera prima di aver finito questo stramaledettissimo saggio.
Prendo il mio I-pod e imposto la modalità casuale, in meno di un’ora ne ho già scritto più della metà. Sto per completare la parte storica quando uno strano rumore mi distrae, è la vibrazione del mio telefono.
Inserisco la password e rabbrividisco : 2 chiamate perse e 4 messaggi. Ok, con calma.
 Le chiamate sono entrambe di Mike, risalgono a ieri notte, prima che mi trovasse in biblioteca, tutto normale. Leggo il primo messaggio

-Si può sapere dove sei? Non dirmi che devi ancora completare quello stupido saggio!” Mike.
Ok, vai col secondo, questa volta è di mamma
-Io e tuo padre partiamo per un convegno a Cuba!! Ci sentiamo tra due settimane mi amor!-
Digito velocemente una risposta e passo al terzo sms, non ci credo Noah Puckerman! Il mio unico vero amico rimasto al McKinley finalmente si fa sentire!
-Domani sera tutti a casa Puckerman per sballarci prima del (vostro) ritorno a scuola ;) non si accettano rifiuti!-
E chi si azzarda a rifiutare?!Conta su di me Puck bello :D-
Arrivo all’ultimo messaggio.. Strano, davvero strano, è di Kurt.
-Ciao Satana, ci tengo a precisare che io non c’entro niente con le informazioni che seguono, è stato Blaine.
luisolosaperchè- mi ha implorato affinchè ti comunicassi che Sebastian Smithe è ufficialmente tornato single…
Davvero San, perché devo dirtelo? Cosa c’entri tu con una mangusta come quello?
E se te lo stai chiedendo no, non sono preoccupato per te. Semplicemente mi appassiona il gossip. Kurt
-.

Devo sedermi.
Sebastian Smithe, il playboy-spezzacuori-cantantesolistadegliusignoli-sexsimboluffialediquestaschifodiscuola è single.
Non mi ricordo… come si faceva a respirare? 

If I could, then I would,
I'll go wherever you will go
Way up high or down low, I'll go wherever you will go

*Fine Primo Capitolo*

Scrivo giusto per farvi capire qualcosa! ^.^
Ebbene si, i nostri amici del Glee non sono più al McKinley ma non posso farci niente Amo la Dalton! così ho pensato di modificarla e farla diventare una scuola 'd'arte' maschile e femminile :) così da poter includere molti più personaggi! :)
Essendo il primo, si tratta di un capitolo leggero mirato solo a far capire il contesto della storia! 
Come avrete capito Santana non è lesbica, non fraintendetemi AMO la Brittana, ma dopo aver visto Smooth Criminal... *Basta ho già detto troppo*
E Mike?! che ne pensate di lui? Adoro il suo personaggio in Glee e mi dispiace sia messo in secondo piano così eccolo quì, semi-protagonista *.*
Non ho resistito ed ho inserito un pò della mia amata Klaine, spero non vi dispiaccia :)
Ditemi ciò che pensate *non siate troppo cattivi*
Baci, Aurora 

 


 

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Capitolo 3
*** Love you like a love song ***


...Love you like a love song!



Riprendermi dalla notizia del ritorno alla libertà amorosa di Sebastian Smythe si era dimostrato difficile quasi quanto terminare il mio stupido saggio.
Ma ormai mi ero abituata all’idea, tanto non sarebbe cambiato niente, giusto?
Fin dal mio primo momento qui alla Dalton avevo sentito parlare dell’incredibilmente bello e talentuoso usignolo che l’anno prima era riuscito a diventare capitano del rinomato coro nonostante fosse solo uno del primo anno. Ma nulla avrebbe potuto prepararmi alla reazione che ebbi nel vederlo la prima volta.
La lezione di scrittura creativa era appena terminata, stavo cercando l’aula magna per parlare con l’altrettanto famigerato Blaine Anderson e proporgli di aggiungere il mio nome alla lista delle selezioni per i Wablers, quando, tutto merito della mia grazia paragonabile a quella di un mobiletto Ikea, andai a sbattere contro qualcosa che solo dopo identificai come una persona. Sebastian Smythe. E chi se no? Rimasi com’ero – appoggiata al pavimento, coperta dai miei mille appunti sulla lezione precedente- a guardarlo. Dio. Era bellissimo. Non riuscii a proferire parola, nemmeno un banale “scusami, non ti avevo visto”. Nulla. Per un attimo mi sembrava di poter sentire Puck “che cazzo fai Lopez? Alzati e fai vedere a quel damerino quanto sono belle le ragazze dei sobborghi di Lima! ”. Ma fu tutto inutile, per degli istanti che mi sembrarono anni mi limitai a fissarlo, in tutta la sua perfezione, mentre parlava con Jesse St. James, allora studente del penultimo anno, fin quando non si accorse che qualcosa gli bloccava il cammino e parlò : “Scusami, non so come sia riuscito a non vedere una tale bellezza!”, fece l’occhiolino e riprese a parlare con il compagno, continuando a camminare. Era fatta. Boom, baby. Cupido aveva scoccato la sua freccia e io non ero più riuscita a liberarmene. L’anno scolastico era proseguito senza che accadesse nulla : Sebastian si ostinava a cambiare ragazza con lo stesso ritmo cui Kurt cambiava out-fit e io ero rimasta single, nonostante un breve flirt non andato a buon fine con Sam, ora mio caro amico.
 
Smettila di pensare a lui! E finisci questo stramaledettissimo saggio, prima che Mike ti uccida!
 
Aaah, Mike. Il miglior amico che si potesse mai immaginare… Le nostre strade si sono incrociate alle scuole medie quando il destino, o meglio un’insegnate del nostro istituto, decise che saremmo stati perfetti insieme, come coppia di punta del musical scolastico. Aveva perfettamente ragione, non solo perché il musical fu probabilmente il migliore mai realizzato in una scuola media dell’intero Ohio, ma perché io e Mike eravamo perfetti insieme, in ogni senso. Il suo carattere così buono e calmo fece si che riuscì a sopportarmi anche durante i miei momenti peggiori, le mie sfuriate in lingua ispanica. Ma non si trattava solo di questo, si trattava di sostegno. Sostegno che ci siamo offerti ogni giorno  sino ad ora e, probabilmente, ci offriremo per sempre. Io ero lì per lui, ad aiutarlo, quando suo padre tentò di farlo iscrivere a un liceo scientifico, così da essere agevolato una volta iscritto all’università di Medicina, ero lì per permettergli di inseguire il suo sogno, ballare. Lui era pronto a salire in macchina e raggiungermi tutte le volte che scappavo dall’inferno di casa mia e volevo solo piangere. Lui era lì, ad asciugare le mie lacrime e farmi ricominciare.
L’affetto, l’amore, nel senso più puro di questa parola, che provo per lui non è paragonabile a quello che provo per nessun’altra persona.  Si tratta di mio fratello, del mio migliore amico.
 
Concentrati San, hai una festa a cui devi andare sta sera!
E non si tratta di una festa qualunque, nossignore, si tratta di una festa in casa Puckerman, il che implica la presenza di un numero sconsideratamente alto di bei ragazzi e soprattutto di tutti i tuoi ex compagni del McKinley, non puoi permetterti di sfigurare con loro.
 
Non vedevo Sam, Puck, Finn, David, Azimio e tutti gli altri insieme da quando avevo lasciato quella scuola pubblica, due anni prima, per trasferirmi all’accademia delle Arti, la famigerata Dalton, con Mike. Non che non amassi il McKinley, semplicemente mi ero resa conto che quello non era il mio posto, non era quello a cui ero destinata. Alla Dalton si rese tutto più complicato a causa dello studio che, durante l’anno, impegnava la maggior parte del mio tempo così da non trovarne abbastanza per coltivare una vera e propria relazione o, più semplicemente, per uscire con loro. Non riuscii neanche a incontrare , nonostante me lo fossi ripromessa più e più volte, il professor Shue, l’unico insegnante che mi sostenne nella scelta di cambiare istituto. Ora mi mancavano tutti da morire, ma nessuno quanto Noah.  Prima che lasciassi il McKinley non eravamo mai stati tanto uniti, o quantomeno non ce ne eravamo resi conto. La situazione cambiò radicalmente quando ci ritrovammo separati. Cominciò a farsi sentire sempre più spesso con scuse del genere “Le ispaniche fanno impazzire il piccolo Puckerman” o persino “l’aula del Glee sembra molto più ampia da quando le tue enormi gemelle non la occupano più!”. All’inizio non gradii molto questo genere di attenzioni ma poi mi resi conto che si trattava di semplici contesti per parlare con me, anche solo per litigare al cellulare.

Perché aveva bisogno di me. E io avevo bisogno di lui.


Apro l’armadio e comincio a uscire tutto quello che trovo ma nulla sembra adatto.
Va bene, anche io so riconoscere quando ho bisogno dell’aiuto del miglior consulente di moda esistente, per quanto mi costi. Prendo il cellulare e compongo il numero…
Bip, Bip, Bip.
“Ciao porcellana!”, nonostante io sappia quanto lo infastidisca non riesco a  fare a meno di chiamarlo così.
“Cosa vuoi Satana?” , ottima risposta Kurt.
Penso bene a come formulare la frase senza apparire troppo disperata
“Non riesco a trovare nessun capo che valorizzi il mio sexy corpo ispanico per sta sera. Non sapevo a chi rivolgermi dato che Quinn è ancora in palestra ad allenarsi…”  mi blocco, sei patetica Lopez!
La risata di Kurt risuona cristallina dal mio cellulare “quindi hai bisogno di me, eh? Ammettilo e sarò subito da te”
Riesco a immaginarlo in questo momento, mentre sorride soddisfatto, magari in braccio al suo amato Blaine.
“Mai! Avanti Kurt, so quanto ti diverte mostrare le tue doti stilistiche a chiunque respiri e per una volta sono ben disposta ad ascoltarti… non basta a convincerti?”
Aspetto in silenzio una risposta che non arriva. Ok, è ora di giocare il mio asso nella manica.
“Puoi anche occuparti dei capelli e del make-up” sento il suo gridolino entusiasta e viene da ridere anche a me.
“Sarò li in meno trenta secondi.” Dice tutto d’un fiato.
“È impossibile Kurt, il dormitorio maschile è nell’ala opposta rispetto a quello femminile…”
non ho il tempo di finire di formulare la frase che qualcuno bussa ripetutamente alla porta.
La apro, con il telefono ancora in mano e vedo entrare un Kurt particolarmente eccitato “Che il re-styling abbia inizio!” proclama battendo le mani.
Qualcuno mi aiuti
 
Tre ore e qualche centinaio di cambi dopo, siamo pronti ad andare.
Mi guardo riflessa nello specchio e mi rendo conto che Kurt ha fatto davvero un lavoro ottimo, credo davvero dovrebbe lavorare nella moda!
Indosso un abito bianco molto corto e scollato che avevo praticamente scordato di possedere, con sopra una giacca- tailleur nera, foderata in bianco. Come da contratto, porcellana ha anche provveduto ai capelli che si è divertito a piastrare, nonostante le mie proteste.*

Noi della Dalton partecipanti alla festa di Puck, siamo riuniti nella sala grande, mentre aspettiamo Mike, mooolto stranamente, in ritardo. Mi fermo un attimo a guardarli : Tina, nel suo coloratissimo vestito lungo oltre il ginocchio, Quinn, in un abito rosso fuoco che non ho mai visto prima nel nostro armadio, Kurt e Blaine nei loro immancabili completi eleganti. Sono bellissimi, tutti quanti. Sono i miei amici, così perfetti in tutti i loro difetti.
Tra un bacio e l’altro vedo Blaine guardare preoccupato il telefono, per poi chiedere sottovoce a Kurt “Non glielo hai detto vero?”
Il ragazzo indugia, non riesce a mentire al suo grande amore
“ No, non potevo! Non so come avrebbe reagito, forse sarebbe voluta rimanere qui, mentre deve andarci.” Sembra davvero determinato, chissà di chi parlano?
“Per fortuna arriveranno solo più tardi, altrimenti..” perdo le ultime parole di Blaine, sconvolta da ciò che i miei fortunatissimi occhi stanno vedendo.
“Mike, sei stupendo!” gli corro incontro e inciampo nei miei tacchi fin troppo alti, ma lui mi prende al volo. Grazie mille Kurt, penso.
“Anche tu e sei anche considerevolmente alta, per i tuoi standard!” mi sorride, felice.
Prendiamo la monovolume di Blaine, così possiamo fare strada tutti insieme sarà necessario un solo guidatore designato. Come sempre, si offre Mike: non ricordo una sola volta che abbia bevuto più di un bicchiere di birra, non che io sia una grande amante dell’alcol! Mi è capitato di esagerare solo una volta, non ricordo perfettamente ma da ciò che mi hanno raccontato ho iniziato a piangere a dirotto senza alcuna ragione apparente, meglio non rischiare!

 
Arriviamo a casa Puckerman alle 21 in punto, ci accoglie sulla porta Sam, bello come sempre.
Saluta tutti e, quando siamo rimasti soli, faccio ciò che avrei dovuto fare mesi fa, quando ci siamo lasciati.
Tiro fuori il mio quadernetto e sputo fuori tutto  
“Ciao uomo ranocchia! Mi sei mancato tanto da quando la tua famiglia ha fatto i bagagli, te li ha messi in bocca e si è trasferita! Non sai quante volte ho avuto voglia di sottaceti ma non c’era nessuno che li aprisse come li aprivi tu. Avrai probabilmente trovato lavoro come ostetrico, la tua bocca deve essere un’ottima ventosa. Non vedevo un sorriso così grande da quando l’uomo delle nevi si è fatto estrarre i denti dall’elfo gay di quel film di Natale!”.
Mi guarda un momento e poi scoppiamo a ridere “Mi sei mancata San”.
Entro in casa e riconosco tutte le classiche componenti di una festa di Puck :
il salotto, che è stato sgombrato spostando tutti i divani infondo alla stanza, così che ci sia abbastanza spazio per ballare ; una scorta di alcolici di varia natura da fare invidia a un’Irish pub e soprattutto musica. Musica a tutto volume, da spaccare i timpani.
Vedo Azimio e Dave su uno dei divani, impegnati a fumare. Li saluto con un cenno, concentrandomi sul gigante che mi ha appena pestato il piede. “Finn, sei sempre il solito! Hai la grazia di un balenottero” scherzo, lui lo sa. Mi saluta con un bacio veloce sulla guancia e scappa in direzione di una ragazzina che non conosco…
Guardandola da qui riesco a notare solo il suo enorme, sproporzionato naso. Deve trattarsi di Rachel. Vorrei chiederlo a Kurt che è ancora accanto a me, intento a levarsi la giacca ma all’improvviso sento i miei piedi lasciarae il suolo.
“Puck, Puck mettimi giù!” urlo, ridendo.
“Come vuole, principessa” mi lascia scendere dalle sue spalle, “l’aereo Puckerman è pronto ad atterrare, ma le ricordo che qualora volesse approfittare, sa be, di un altro tipo di servizio, sarà sempre disponibile” dice ammiccando.
“Te lo farò sapere, grazie” rispondo e sorrido.
Mi volto verso Mike che mi rivolge il suo sguardo alla “È tutto inutile, non cambierà mai”. Rido ancora.
Ho l’impressione che andando avanti così per la fine della serata mi faranno male le guancie, eppure ho un brutto presentimento… Per il momento lo allontano e accetto l’offerta di un ballo con Blaine, sopportando volentieri le occhiatacce di Kurt: per essere paragonabile a un nano da giardino Blaine è davvero un ottimo ballerino.  La canzone finisce e Kurt strappa Blaine dalla mia presa con un impeto sicuramente non da lui. Lo capisco, è suo.
Pazienza, so a chi rivolgermi quando ho voglia di ballare. Faccio cenno con la mano a Mike di avvicinarsi, lo vedo dire qualcosa velocemente a Tina e correre verso di me.
Mi cinge i fianchi con le sue mani grandi e calde : che si aprano le danze. Ballo fin quando non mi fanno male i piedi: ballo con Puck, ballo con Quinn, ballo con i miei amici e mi sento felice, come non mi sentivo da tempo.
Ad un certo punto la musica viene interrotta da una vocina che trovo estremamente irritante.
“Buona sera a tutti, sono Rachel Berry e sta sera canterò per voi “Need you now” con l’aiuto del padrone di casa : Noah Puckerman! Anche se credo sia impossibile eguagliare il mio livello, chiunque voglia provare ad esibirsi dopo, potrà farlo”. Guardo Puck stranita, lui si limita ad avviarsi verso quello che ha tutta l’aria di essere un palco improvvisato all’ultimo momento, mimando con le labbra qualcosa come “Finn mi ha costretto”.
Ora capisco. Mi sforzo di non vomitare sotto le note di quella canzone e decido di accettare la sfida : che si fotta quella Berry, le farò vedere come si canta a Lime Heights !
Finiscono la loro esibizione accompagnati da pochi applausi decisamente non convinti.
Dopo essermi messa d’accordo con Sam (DJ della serata) salgo sul palco e annuncio che il vero spettacolo sta per cominciare
 
It’s been said and done
Every beautiful thought’s been already sung
And I guess right now here’s another one
So your melody will play on and on, with best we own
You are beautiful, like a dream come alive, incredible
A center full of miracle, lyrical
You’ve saved my life again
And I want you to know baby


Guardo il mio pubblico infiammarsi e allora continuo, supportata dal loro battito di mani che segue il ritmo
 
I, I love you like a love song, baby
I, I love you like a love song, baby
I, I love you like a love song, baby

And I keep it in re-pe-pe-peat
I, I love you like a love song, baby
I, I love you like a love song, baby
I, I love you like a love song, baby

And I keep it in re-pe-pe-peat
 
Sento un urlo provenire dal fondo della stanza “Spogliati Santana!!” ah, non sapevo ci fosse anche Jacob Ben Israel.

Cursing me, boy you played through my mind like a symphony
There’s no way to describe what you do to me
You just do to me, what you do
And it feels like I’ve been rescued
I’ve been set free
I am hyptonized by your destiny
You are magical, lyrical, beautiful
You are…I want you to know baby


Il mio sguardo cade su Mike che mi sorride, ricambio e finisco di cantare senza che i nostri occhi si stacchino.

I, I love you like a love song, baby
I, I love you like a love song, baby
I, I love you like a love song, baby

And I keep it in re-pe-pe-peat
I, I love you like a love song, baby
I, I love you like a love song, baby
I, I love you like a love song, baby

And I keep it in re-pe-pe-peat
 
Scendo dal palco mentre tutti, a eccezione della Berry, applaudono e fischiano.
Vorrei abbracciare Mike, che con il suo sguardo mi ha sostenuta ma Jacob si piazza davanti a lui
“Cosa vuoi per lei? Ti do casa mia! Uccido i miei genitori e ti do casa mia!”
Scoppio a ridere, ma Mike sembra molto serio “Non è in vendita, mi spiace” stringe i pugni e allora capisco di dover intervenire.
“Mi spiace Jacob, non sei il mio tipo” gli sorrido mentre si allontana, sconfitto.
“Che ti salta in mente? Sai com’è fatto! Non devi mica prenderlo così sul serio!” davvero ancora non ha capito che tipo è?
“Non voglio che dica certe cose su di te. Non sei sua.” Abbassa lo sguardo, come se avesse appena realizzato di aver detto qualcosa di sbagliato.
“Non sono neanche tua se è per questo! Santana Lopez appartiene solo a..”
“Buona sera gente!!” Sento quella voce e mi blocco. Merda. MerdaMerdaMerdaMerdaMerdaMerda.
Tutti si voltano verso i nuovi arrivati : Nick, Jeff e ovviamente Sebastian. Il suo sguardo sembra scrutare ogni invitato, quasi stesse decidendo se fosse il caso di restare o fuggire verso una festa che fosse degna di lui.
Vado nel panico mentre si avvicina verso di me, Mike solleva il mio mento e mi costringe a guardarlo. Mi sento più calma.
“Lopez! Mio dio sei uno schianto sta sera e la tua esibizione, che per la cronaca si sentiva fin dall’isolato precedente, è stata niente male” mi schiocca un bacio sulla guancia.
Respiro profondamente  “Grazie Seb, anche tu stai bene.”
Fiuuuuuuuuuuuuuf, è andata.
 
Iniziano a girare gli alcolici più forti e io non so resistere, tanto c’è Mike a riportarci alla Dalton sani e salvi. La festa prosegue normalmente tra un ballo e l’altro, quando torna a parlare quell’oca giuliva.
“Bene, chi vuole un’altra mia esibizione?” Ha già un piede sul palco quando Puck la prende di peso e la fa scendere, mentre il resto degli invitati lo applaude.
Dio grazie.
Non avrei sopportato di sentire ancora la sua voce così lagnosa.
“Perché non giochiamo al gioco della bottiglia?” propone qualcuno che non riesco a riconoscere, devo aver bevuto parecchio.
Chi se ne frega?
Prendo parte al cerchio che si è formato, seduta al fianco di Mike e Nick.
La prima a girare la bottiglia è Quinn. Vedo parecchi ragazzi mandare preghiere silenziose. Ironia della sorte a vincere il bacio della principessa e il principe dei gay: Kurt.
Quinn sorride ma io so che in realtà sperava di poter baciare Puck. È un bacio freddo e privo di passione, a cui Kurt si sottrae piuttosto velocemente. Sento Azimio dargli della checca imbecille. Uomini!
Tocca a Puck. “Lo dico prima: l’aereo Puckerman è aperto a tutti i tipi di passeggeri, purchè siano donne!”
Kurt risponde prontamente “Perché? Pensi davvero che un uomo sano di mente vorrebbe baciarti?” Noah scuote la testa e fa girare la bottiglia : Tina!
“Vieni qui bella signora!” Il loro è un bacio lungo, molto, molto lungo. “Hai capito Tina!” urla David divertito. Finalmente si staccano e si può proseguire.
Finn prende in mano la bottiglia, pronto al suo turno. “Sia chiaro, Finn è M I O!”. La uccido. Giuro che la uccido. Uccido lei e quella sua voce così irritante.
Il ragazzo non sembra dare troppa attenzione alle parole della sua fidanzata e fa girare la bottiglia.
Ovvio. Chi doveva sopportare tutte le lamentele della Berry se non io? 
“Ok balenottero facciamolo durare poco, non voglio dovermi difendere da quella nasona.”
Ci baciamo. Dura poco più di tre secondi, poi Finn fine trascinato via da Rachel, che si attacca a lui come una cozza al suo scoglio. Rido. Come riesce a sopportarla?
Mi alzo un secondo per prendere un altro bicchiere di Vodka.
Torno e per poco non sputo tutto dal naso. Povero, povero Mike. Gli è toccato baciare la Berry, da sobrio.
Quando torna a sedersi gli do una pacca sulla spalla e gli sussuro “mi spiace davvero”.
Mi sorride, rassegnato. Tocca a me!  Prego semplicemente che non debba baciare Azimio o Jeff: sono quelli che hanno fumato di più sta sera e io non amo il sapore del fumo.
La bottiglia continua a girare per quelli che sembrano secondi interminabili. Poi si ferma, alzo lo sguardo per vedere chi sarà il fortunato.
Sebastian mi guarda con quel sorrisetto ironico che lo accompagna sempre. Non ho la lucidità per dire nulla, così mi avvicino a lui. Quando riesco a sentire il suo respiro contro la mia pelle mi blocco.
“Baciami.” Sembra un  ordine, chi sono io per non ubbidirgi?  Ci voglio provare. Voglio sfidare la sorte, prendermi gioco di lei come lei ha già fatto troppe volte con me.
Lo bacio.
 
Il suo sapore mi invade. Devo aver bevuto troppo, non credo stia accadendo davvero.
Come può un misto di alcol e fumo essere così dannatamente buono? Sento le sue mani muoversi tra i miei capelli e un brivido mi percorre la schiena.
Davvero San? Stai provando tutto ciò per un bacio che probabilmente domani avrai scordato?
Sposta le mani sul mio volto e lo tiene ben fermo, come temesse che io possa staccarmi da lui. Ignora che io vorrei poter restare così per sempre. I nostri corpi si avvicinano, come attratti da due calamite opposte.  Riesco ad avvertire il battito accelerato del suo cuore, il mio deve essere esploso qualche minuto fa. Mi manca il respiro, ma devo resistere.
 
Poi accade, lui si stacca da me e sorride “Wow Lopez, ti avevo decisamente sottovalutata!”.
Non riesco ancora a parlare, così mi limito a fingere di schiaffeggiarlo. Riprendiamo i nostri posti nel cerchio, sotto gli sguardi poco convinti di tutti gli altri : non mi sfugge l’espressione di Mike, un’espressione nuova, a me sconosciuta.
Nel sedermi sfioro la sua mano e lo sento irrigidirsi. È tutto così strano. Vedo Kurt cambiare colore mentre viene annunciato il bacio tra Blaine e Nick.
Mi fermo un attimo perché mi gira la testa.

È successo davvero?


FINE CAPITOLO 

 
*L’ out-fit che ho usato nella storia per Santana la sera della festa è reale ed è questo qui  (non ho capito bene se è una gonna e una maglietta o un vestito quindi ho optato per un vestito u.u)
 
 
Buona seraaaaa :) Si, ho un ritardo C O L O S S A L E. ma purtroppo è ricominciata la scuola e io ho dovuto recuperare tuuutto quello che non ho fatto in estate :S passiamo a cose serie :) vi è piaciuto il capitolo? È un po’ (molto) più lungo del precedente (credo il doppio) spero vi siano piaciuti i riferimenti agli episodi di Glee (come la sfuriata di Santana a Sam, so che non c’entrava molto ma io ho AMATO quella scena <3  e volevo riproporla :), come la scena con Jacob!! Mio dio quella volta credo di essere caduta per terra per le risate :D *UccidoIMieiGenitoriETiDoCasaMia* o le canzoni… sia chiaro IO NON ODIO RACHEL BERRY, odio la NUOVA Rachel Berry.. quella tutta *aiutiamoilmondosiamocarinicontuttivomitiamoarcobaleni* la vera Rachel, quella originale era ambiziosa oltre ogni limite, antipatica, petulante, ossessiva con Finn! E ho cercato di ricrearla con una delle sue prime (e più mielose) canzoni *NEEDYOUNOW*, per quanto riguarda l’esibizione di Santana avrei voluto inserire Back to Black, poi mi sono detta DIAVOLO è UNA FESTA! E ho cambiato :) nonostante non sia l’esibizione che preferisco!)
Coooomunque spero vi sia piaciuto il capitolo.. (uno dei capitoli chiave ovviamente) finalmente si sono baciati muahahahah *.* [per chi non lo avesse ancora capito NO, SEBASTIAN NON è GAY!] quindi non vi stupite :P
Inizialmente non avevo intenzione di soffermarmi tanto sulla prima parte *LezioniDiStileDiKurt* ma poi non ho resistito *.* Fatemi sapere cosa ne pensate :) :Recensite genteee :)
Ps grazie a tutte quelle persone che hanno inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate vi amo tutte *.* e spero di non avervi deluse!!
PPS ora che è iniziata la scuola (stupido 4° anno) spero riuscirò ad aggiornare ogni 8-10 giorni! :)
Un grooooooooooooooosso bacio :), Aurora 

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Capitolo 4
*** Are you okay, Annie? ***


Il risveglio dopo una festa a casa Puckerman non è mai un momento felice, ma ora si esagera.
Ho un mal di testa feroce, come se mille piccole Rachel Berry stessero tenendo un concerto privato per i miei poveri neuroni sfiniti dall’alcol.
Mi sforzo di alzarmi: è l’ultimo giorno di vacanza prima che cominci il secondo trimestre, non ho intenzione di trascorrerlo a letto. Barcollo un po’ nel mettermi in piedi, ma riesco a raggiungere il bagno senza svegliare Quinn che dorme, con ancora addosso gli abiti di ieri sera e non sembra aver voglia di smettere presto. Faccio una doccia veloce, mi vesto e ed esco dalla camera, in cerca di qualche amico che si sia già ripreso dalla festa. Andando verso il dormitorio maschile scorgo una fitta calca nella sala grande. Mi inserisco nella folla e , tra calci e spintoni, mi ritrovo davanti alla bacheca: Che ci sarà mai scritto di tanto interessante?
“Silenzioooooo!”, Jesse StJames, il nostro rappresentante d’istituto si è fatto largo nella folla e, dopo l’urlo alla Albus Silente, è ora in piedi su una delle poltrone che occupano la sala.
“Abbiamo appena deciso di limitare la partecipazione al musical ai soli studenti dell’ultimo e del penultimo anno”,  urla di dissenso si sollevano tra la folla. Blaine, seduto alla scrivania dei membri onorari dei Wablers, sbatte il martello sul tavolo, così da richiamare tutti all’ordine.
“Ragazzi per favore non è nulla di personale” riprende Jesse “Quest’anno ci sono state troppe richieste ed è giusto che i membri più anziani abbiano la possibilità di esibirsi prima di lasciare definitivamente l’accademia. Le audizioni si terranno questo stesso pomeriggio, così che già dalla prossima settimana sia tutto pronto per iniziare a provare”.

Faccio mente locale tra i miei amici più stretti…
 
Mike Chang: penultimo anno
Blaine Anderson: ultimo anno
Kurt Hummel: secondo anno
Tina Cohen-Chang: secondo anno
Quinn Fabray: penultimo anno
Nick Duval: ultimo anno
 
Peccato.. Tina non potrà partecipare e neanche Kurt… ma scommetto che si batteranno per avere almeno il ruolo di costumista.
So che, per quanto breve, l’elenco è terminato… eppure c’è un dato che continua a tornarmi in mente:
 
Sebastian Smythe: ultimo anno.
 
 
 
Devo iscrivermi! Alla Dalton partecipare al musical vuol dire fama e rispetto. Non che mi interessino particolarmente ma io e Mike ce lo siamo promessi, all’inizio di quest’anno: volevamo a tutti i costi partecipare a un corso insieme, ma lui ha scelto, ovviamente, quello di danza e io quello di canto. Avevamo bisogno di un compromesso e così ora sto segnando i nostri nominativi, sotto lo sguardo attento di Tina.
Appena finisco, lei mi attacca con tono stranamente freddo, io rispondo di conseguenza.
“Hai inserito due nomi: il tuo e quello di Mike.”
“Grazie Sherlock. Ho altri dati interessanti per la tua ricerca così approfondita : il cielo è blu e l’acqua bagnata.”
Stronza. Sono una stronza. So che posso tranquillamente parlare così a Mike, Puck o Quinn che sono ormai abituati al mio tono ironico e tagliente, ma non con Tina… Lei è sempre così fragile
“Scusami io…” odio scusarmi, lo odio profondamente.
“No! Scusa me! Non ho il diritto di contestare ciò che fate. D'altronde lui è il tuo ragazzo e io…”
Non credo alle mie orecchie MIKE….. il  mio…. Mike il mio ragazzo?
Scoppio a ridere in maniera convulsa.
“Tu…tu davvero credi che io… che noi..” non riesco a continuare, ho le lacrime agli occhi e mi fa male la pancia.
“Quindi voi.. non state insieme?” chiede molto più allegra di prima
“No! Claro que no!”
Sul finire della frase vengo colta da un altro attacco di ridarella, Tina mi guarda con un’espressione confusa e si allontana.
Che strana conversazione.
 
 
Sto ancora cercando di riprendermi quando vado a sbattere contro Mike, che dopo l’impatto s’irrigidisce.
“Hola chico!” lo abbraccio e piano piano si scioglie
“Ciao Sanny” non faccio caso alla sua espressione, sto fremendo per comunicargli la grande notizia!
“Indovina?! Ho appena aggiunto i nostri nomi alla lista per le audizioni del musical! Non è fantastico? Passeremo tutti i pomeriggi assieme e magari, anzi sicuramente, saremo i protagonisti!”
Mi sento Kurt Hummel il giorno dell’inizio dei saldi, ma Mike sembra sovrappensiero… nonostante sia nota a tutti la sua timidezza, io so che è strano non abbia ancora detto nulla.
Agito le mie mani d’avanti al suo volto “Despertarse dormido!” *
“Scusa, stavo pensando ad altro. Comunque è fantastico! Ora devo andare..”
Lo fisso negli occhi e vi riconosco un’ombra nuova, un’ombra triste.
Che è successo Mike?
Lo guardo mentre si allontana e penso a ciò che è appena successo.
Conversazioni strane di oggi: due. Ed è appena ora di pranzo.
 
 
Aaaaah, la sala mensa della Dalton. Teatro da sempre delle migliori esibizioni degli usignoli, dei discorsi pre-elettorali degli studenti e di quelli motivazionali della preside. Ma soprattutto, luogo preferito dagli studenti più romantici e smielati per cantare una serenata al proprio amore.
Cosa che ha giustappunto finito di fare Blaine, come al solito. Da quanto ho capito oggi lui e Kurt festeggiano il loro mesiversario  , quindi ha deciso di deliziarci con la performance di “Somewhere only we know”. L’esibizione è stata fantastica, ovviamente, ma ormai anche quelli del primo anno si sono abituai al loro continuo scambio di serenate!
Esauriti gli ultimi applausi, Blaine torna a sedersi al nostro tavolo dove, ai soliti posti, siamo seduti io, Quinn, Kurt, Wes, Nick, Jeff e .. aspetta un attimo..
“Dov’è Mike?” lo stavo solo pensando eppure è uscito dalla mia bocca senza che lo volessi.
“Non ne ho idea! Eravamo in fila ai vassoi insieme poi l’ho perso di vista!” dice Nick con tono distratto.
“Non lo vedi, Miranda Priestly*, è proprio dietro di te, al tavolo con Tina, Matt e gli altri del corso di danza..” dice invece Kurt.
Alle sue parole mi volto, Mike è proprio lì : seduto accanto a Tina.. dalla sua gestualità capisco che è in imbarazzo, sei il solito timidone Mike! Eppure ora sorride a Matt che gli ha detto qualcosa a me incomprensibile.Certo mi dispiace che non mi abbia avvertito che non sarebbe stato con noi a pranzo, ma mi fa piacere vederlo ridere, che sia per merito mio  o per merito di chiunque altro.

Il mio cellulare, poggiato sul vassoio vuoto, vibra e suona improvvisamente riportandomi alla realtà. Non ero l’unica sovrappensiero:a Blaine , fino a quel momento troppo assorto nella contemplazione degli occhi cristallini del suo ragazzo, si sono rizzati i ricci,  come gli succede sempre in presenza di rumori inaspettati.
“Ben ti sta Anderson! Così impari a fare sempre il piccioncino!” lo schernisce Wes, lui mette il broncio e si gira verso Kurt, che sta disperatamente cercando di ridare un senso alla sua capigliatura. Rido guardando la scenetta. Uomini, tutti così diversi eppure tutti così uguali!
Mi ricordo di controllare il cellulare:
1 nuovo messaggio da sconosciuto.
È stato molto divertente ieri sera! Si, ti avevo decisamente sottovalutata. ;)
Rabbrividisco. La frase non mi suona nuova eppure non ricordo nulla di successivo all’esibizione, fatta eccezione per quelle labbra maledette.  Che mi sono persa?
Potrei chiedere a qualcuno del tavolo ma da ciò che ricordo erano ridotti tutti più o meno come me, l’unico che può rispondermi è Mike!
Non aspetto neanche la fine del pranzo, devo sapere che diavolo ho combinato.
Mi avvicino al suo tavolo e poggio le mani sulla spalliera della sua sedia
“Ciao ragazzi, come state?” non sono minimamente interessata a saperlo così stronco sul nascenre ogni loro possibile risposta “ immagino state bene, vi rubo Mike se non vi dispiace. O anche se vi dispiace, non mi importa.” Faccio spallucce e attiro il mio migliore amico verso di me tirandolo per la giacca della divisa. Lo trascino in un angolo abbastanza appartato della stanza senza fare troppo caso alle facce stupite e sdegnate del gruppo del corso di danza. Devono somigliare molto a quella che ha Mike in questo momento.
“Santana, ti sembra modo? Stavamo ancora mangiando tu non puoi..” lo interrompo, sono troppo spaventata da ciò che avrei potuto fare!
“Scusa, scusa, scusa! Ma è troppo importante!” Lo fisso dritto negli occhi e lui sembra capire, mi lascia parlare
“Devi dirmi cosa è successo ieri sera dopo il gioco della bottiglia! Io non ricordo nulla e ora mi è arrivato un messaggio di un numero che non..” mi blocco guardandolo : il suo volto si è rabbuiato, stringe i pugni e strizza un po’ gli occhi, come provasse rabbia.
“Non ricordi nulla?” comincia a farmi paura, ha parlato stringendo i denti, senza neanche guardarmi.
“Nulla! Niente di niente! Nada! Per favore, spiegami!” l’ansia sta per uccidermi ma lui non risponde, si limita a guardare in basso. Lo scuoto prendendolo dalle spalle e costringendolo a guardarmi.
“Chiedilo a Smythe cos’è successo!”
Se ne va così. Mi lascia sola, con un buco nero nel petto.

Ma che diavolo ho combinato ieri sera?  
 
 
 
Le audizioni inizieranno tra pochissimo e io sono ancora qui in biblioteca, su questa stupida e inutile poltrona, a riflettere su ieri sera. Non riesco a rendermi conto di cosa io abbia potuto fare!
Prima di cominciare ad incamminarmi per l’auditorium ripeto ancora mentalmente l’ordine della serata. I saluti, il discorso a Sam, i balli prima con Blaine poi con Mike, l’esibizione della Nasona, la mia esibizione, il gioco della bottiglia e i suoi due baci. Il primo lo ricordo bene, nonostante non sia stato proprio il migliore della mia vita, è stato con Finn ed è stato molto veloce. Solo al pensiero del secondo bacio, i battiti del mio cuore accelerano: ricordo le labbra morbide, il sapore di fumo e alcol, le sue mani tra i miei capelli, ricordo che mi girava la testa. Ma soprattutto ricordo quegli occhi. Quelle meravigliose iridi verdi che mi hanno rapita, legata a loro senza possibilità di oppormi; sono entrate nella mia testa, nel mio cuore. Concentrati.
 Poi abbiamo continuato a giocare per un po’ e alla fine ci siamo divisi e siamo tornati alla Dalton, ricordo il sedile di pelle e il profumo di auto nuova. Dannazione. L’auto di Mike non ha i sedili di pelle e di sicuro non è nuova. Ho fatto centro, ora devo solo capire come e soprattutto con chi sono tornata ieri sera.
Grazie a Mike almeno so a chi chiedere, ma prima devo concentrarmi sull’audizione .
Arrivata all’auditorium Jesse segna una crocetta accanto al mio nome, mi consegna un numeretto e mi indica dove sedermi. Passa qualche minuto poi Jesse sale sul palco e inizia a spiegare come si svolgerà il tutto: “Le audizioni della Dalton sono molto particolari ma sono così strutturate nel solo interesse di non favorire nessuno e di permettere a tutti di mostrare il proprio valore. Nel settore  in alto a sinistra si trovano tutte le altre ragazze che fanno il provino come cantanti. Ognuna ha il suo numero, questo sarà sorteggiato insieme a uno del gruppo a loro affiliato: quello composto dai ragazzi-cantanti. Un procedimento analogo verrà svolto con i due gruppi, quello femminile e quello maschile, dei ballerini. Ogni coppia potrà usare il tempo in cui gli altri si esibiranno, per scegliere una tra le cinque tracce da noi proposte e provare, a seconda della categoria, qualche passo o qualche strofa. Nessuna coppia sarà avvantaggiata : infatti sorteggeremo i numeri della coppia successiva solo quando la prima starà per iniziare, così che tutti abbiano più o meno lo stesso tempo ovvero il minimo indispensabile.
Nonostante io non veda come sia possibile farlo, sia chiaro a tutti che alla Dalton non si bara.
Ora, se non ci sono domande, cominceremo con il sorteggio. Buona fortuna a tutti!”
Bene, quindi adesso non mi resta che aspettare e nel frattempo godermi qualche esibizione.
Scorgo Quinn due file più avanti e la raggiungo.
“Ehi bellezza, che numero sei?” le chiedo
“Il 13, ma con la fortuna che ho mi chiameranno per ultima!” si lamenta lei.
Jesse ha estratto il primo numero, quello del gruppo maschile : “numero 31: Nick Duval!”
Ti prego. Ti prego estrai il mio nome! Nick ha una voce straordinaria, la sua performance di “Uptown girl” è tuttora una delle più note all’interno dell’accademia, e inoltre è un mio amico, renderebbe tutto più semplice!
“Per le ragazze numero 13, Quinn Fabray!”
Fanculo.
Mentre si alza sussurro a Quinn un veloce in bocca al lupo e mi metto comoda, sarà un lungo pomeriggio.
Mi godo l’esibizione dei miei amici e applaudo, fiera di loro. Ripeto la stessa scena più o meno quindici volte, acclamando ballerini e cantanti di cui riconosco a stento le facce.
Sobbalzo sentendo chiamare Mike o più precisamente il ballerino numero 25, Mike Chang Junior che si esibirà con la ballerina numero 63, una certa Brittany S. Pierce di cui non ho mai sentito parlare.
Agito nervosamente la gamba e mi mordo tutte le unghie, in attesa di vederlo salire sul palco.
Eccoli finalmente! Guardandola con attenzione mi ricordo di lei, era al tavolo con Mike oggi, credo. Brittany annuncia che hanno scelto di ballare accompagnati dalle note di “Valerie”.
Da quello che vedo nei tre minuti successivi, è stata una scelta più che azzeccata! Conosco meglio di chiunque altro il grande talento di Mike eppure sta volta mi sorprende davvero: è fantastico, un ballerino eccezionale e devo ammettere che neanche la ragazza è stata male. Mi alzo in piedi per applaudire e costringo con lo sguardo tutte quelle rimaste nel mio settore a fare lo stesso; ha ragione Puck : non c’è niente di più efficace della paura.
I due spariscono dietro le quinte e io mi risiedo, assistendo ad altre tre performance prima di sentire il mio nome  “con il numero 26, Santana Lopez” mi alzo e comincio a scendere le scalinate, in attesa di scoprire chi sia il mio compagno.
“Con il numero 3: Sebastian Smythe.” Annuncia Jesse.
Cerco di convincermi che la tensione che sento è dovuta al fatto che sto per esibirmi e non al fatto che sto per farlo con Sebastian. Lo vedo alzarsi dal suo posto e farmi cenno di seguirlo. Ci viene consegnato un foglio con la lista delle cinque tracce disponibili :

“Candles”  Hey Monday
“Broken Strings” Nelly Furtado e James Morrison
“Perfect” Pink
“Smooth Criminal” Micheal Jackson
“Kiss” Prince
 
Accantono la paura per lasciare spazio al mio spirito di competizione: voglio quella parte.
“Ok Sebastian sia chiaro io ho già scelto : Smooth Criminal, non si discute. Conosco quella canzone praticamente a memoria, non ho né voglia né bisogno di provare quindi stammi bene a sentire: devi raccontarmi esattamente cos’è successo ieri sera dopo il gioco della bottiglia, se resterà tempo scalderemo la voce” lo fisso dritto in quei bellissimi occhi azzurri e aspetto una risposta che non tarda ad arrivare.
“Fortunatamente per te io conosco quella canzone, come praticamente tutto il repertorio di Micheal Jackson meglio di chiunque altro e si da il caso che neanche io abbia voglia di provare, altrimenti non avrei mai acconsentito alle tue richieste. Ora dammi una delucidazione : vuoi che ti racconti cos’è successo dopo il gioco della bottiglia… ovvero dopo il nostro bacio?”
arrossisco e lo vedo sghignazzare
Punto per lui, accidenti!
“Si, voglio che me lo racconti perché non ricordo quasi nulla e Mike si è seccato con me per una ragione che io non conosco.” Non ho tempo e voglio fare chiarezza.
“E così il damerino si è arrabbiato!” sul suo volto si ridisegna il suo solito ghigno ma comincia a raccontare
“Comunque non è successo gran che. Abbiamo continuato a giocare per un altro po’, poi al momento di tornare ci siamo divisi: a disposizione c’era la mia macchina e quella del damerino. All’andata erano venuti con me Nick e Jeff ma al momento erano entrambi ridotti troppo male per salire sulla mia bimba! Continuavano a vomitare e io ho appena fatto montare i sedili di pelle nuovi.”
Alzo gli occhi al cielo e gli faccio cenno di continuare
“Così ho lasciato loro al damerino e tu sei salita in macchina con me. Il problema credo sia stato il fatto che non abbiamo avvisato nessuno perciò a metà tragitto lui ha chiamato al tuo cellulare e ho risposto io, credo fosse preoccupato perché eri sparita o qualcosa del genere…”
Ora capisco.
“Certo che era preoccupato! Potevi avvisare! Io non ero in condizione di farlo…”
“Si avrei potuto, ma non mi andava. È stato più divertente!” alza le spalle come ad indicare che il racconto per lui è finito, ma non mi basta.
“Dopo non è successo nulla?” mi vergogno un po’ a chiederglielo sapendo che intenderà la frase nel senso sbagliato
“No, non abbiamo fatto nulla di caliente. Però ci siamo divertiti, ci siamo fermati per strada e tu hai cominciato a fare delle strane imitazioni della Berry e di Kurt, è stato forte.” Pensa a qualcosa e poi ride.
“Che c’è?” gli chiedo.
“Niente. Sei brava con i soprannomi: Nasona e Porcellana sono perfetti per quei due!”
Ora rido anche io, non è stato così tragico come mi aspettavo.
Lui sghignazza ancora.
‘Che altro è successo??” Forse il peggio non è passato.
“Niente, solo… Non so come ma sei riuscita a rubare una bottiglia intera di Vodka-Lemon. Quando eravamo arrivati al posteggio della Dalton ti stavo aiutando a scendere e l’ho vista. L’abbiamo bevuta insieme, anche questo è stato divertente. Tu sei divertente, per questo ti ho mandato quel messaggio prima. Peccato che tu lo sia solo da ubriaca.”
Mi fa l’occhiolino e sorride. Sto per rispondergli per le rime ma sento la voce di Jesse chiamarci sul palco.
Entriamo in scena e tutto viene naturale, tutto sembra giusto, nonostante non abbiamo provato nulla.
Partono le prime note della canzone e, solo con il suo sguardo, Sebastian mi dice che sarà lui a cominciare. Così a lui toccano le strofe di apertura:
 
As he came into the window
It was the sound of a crescendo
 
Mi si avvicina fino a toccarmi la spalla. Un brivido mi percuote.

He came in her apartment
He left the blood stains on the carpet
She ran underneath the table
He could see she was unable


Mi rendo conto che conosce davvero Michel Jackson e che non è niente male. Forse sbaglio, ma glielo faccio capire con un’occhiata veloce.

So she ran into the bedroom
She was struck down, it was her doom


È bravo, veramente bravo. Ma ora basta. È il turno di Santana!
 
Annie are you okay?
 
Le nostre voci si accavallano nell’eseguire il ritornello, cerchiamo di superarci l’un l’altro dando tutto quello che abbiamo, entrambi.
Annie are you ok?

Continua a fissarmi, mentre diamo inizio a una danza provocatoria, una danza di sfida, la nostra danza
So, Annie are you ok

Ci ritroviamo faccia a faccia, riesco a sentire il suo calore, questo mi distrae, così decido di allontanarmi

Are you ok, Annie

Riprendiamo il contatto visivo, anche se a distanza e terminiamo il ritornello alternandoci
 
Annie are you ok?
So, Annie are you ok?
Are you ok, Annie?
Annie are you ok?
 
Continuiamo nella nostra danza, senza accorgercene siamo scesi dal palco e ora ci stiamo muovendo attorno al tavolo dove sono seduti Jesse e gli insegnanti. I nostri occhi non smettono di fissarsi.

(Annie are you ok?)
(Will you tell us that you’re ok?)
(There’s a sign in the window)
(That he struck you – a crescendo Annie)
(He came into your apartment)
(He left the blood stains on the carpet)
(Then you ran into the bedroom)
(You were struck down)
(It was your doom)

Ci ritroviamo di nuovo vicini, così lo spingo via, in maniera al quanto teatrale.
 
You’ve been hit by
You’ve been hit by – a smooth criminal
 
Continua ad avvicinarsi e guardarmi, provocarmi.
Ora basta, Sebastian Smythe, Santana ha bisogno di brillare.
Mi allontano e faccio il mio acuto

 I don’t know

Guardo solo per un attimo il volto di Jesse, sembra estasiato.
Sebastian però, in tutta risposta, non si lascia scappare l’altro pezzo di assolo

So they came into the outway
It was Sunday – what a black day
Mouth to mouth resuscitation
Sounding heartbeats – intimidations


Ora dobbiamo dare tutto ciò che ci resta: sono le battute finali, quelle con le quail si dichiara il migliore e nessuno dei due vuole cedere.
 
(Will you tell us, that you’re ok?)
Dad gone it – baby!
(There’s a sign in the window)
Dad gone it – baby!
(That he struck you – a crescendo Annie)
Hoo! Hoo!
(He came into your apartment)
Dad gone it!
(Left blood stains on the carpet)
Hoo! Hoo! Hoo!

(Then you ran into the bedroom)

Dad gone it!
(You were struck down)
(It was your doom – Annie!)


So quando giorcarmi le mie carte così aggiungo un “ Aaow!” fuori programma.

You’ve been struck by – a smooth criminal

Nell’emettere l’ultima frase Sebastian mima il gesto di uno sparo con la mano, io la blocco, ma accade qualcosa di inaspettato: lui la stringe.
La canzone finisce e Jesse applaude, spronandoci ad andarcene dalla loro postazione.
Noi seguiamo le sue istruzioni, senza smettere si guardarci e senza che le nostre mani si lascino.
 

 Fine Capitolo

 
 
 
Note capitolo: 
*Despertarse dormido: svegliati dormiglione :)
*Miranda Priestly è il nome del personaggio interpretato da Marilyn Streep nel Diavolo Veste Prada, mi sembrava un ottimo soprannome da fare scegliere a Kurt per Santana! :)


Spazio dell'autrice!
Hola classssseee :
) [weloveyouHolly] come state? :D io sono in ritardo.. giàgià *perdono* ma ho avuto la febbre e quindi non avevo la forza fisica di scrivere o fare qualsiasi altra cosa XS
Coooomunque... spero che questo capitolo vi sia piaciuto :) a me piace molto.. soprattutto il finale...:) chissà cosa accadrà? riuscirà Sebastian a mettere da parte il suo lato da playboy per Santana? lo scoprirete restando con noi :) 
Poooi per quanto riguarda il duetto ho cercato di riproporre più o meno le stesse mosse della vera esibizione perchè, parliamoci chiaro, è STUPENDA :D e non ho resistito a inserirla :) 
Per quanto riguarda la riflessione di Santana all'inizio (Kurt Hummel secondo anno, Blaine Anderson Penultimo) ebbene si, Blaine è più grande di Kurt. secondo me è così che sarebbe dovuta andare in Glee e quindi almeno quì ho il potere di cambiare le cose muahahahah ^.^ Parlando di KLAINE. io mi devo ancora riprendere da Teenage dream versione acustica, rischio di disidratarmi se continuo così... :'( E poi ci metteranno anche la pausa! Sapremo come finirà solo dopo un mese!! QUESTO è ACCANIMENTO, PELATONE! 
Lasciando perdere le mie opinioni sul caro Ryan, spero vi sia piaciuto il capitolo :) Come sempre grazie a tutti quelli che hanno inserito la storia tra le preferite/seguite :) continuate così.. e recensite! :D 
Peace&Love 
Aurora

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Capitolo 5
*** Light up the world ***


Abbiamo appena lasciato l’auditorium quando Sabastian molla la mia presa.
Perfetto, momento di felicità finito.
Sarei pronta a scommettere che sta per darmi qualche spiegazione ironica sul perché del gesto quando lo vedo avvicinarsi pericolosamente al mio volto.
Accade così, un minuto prima non siamo niente, l’altro diventiamo qualcosa.
Mi ritrovo appoggiata al muro, le sue braccia perfette a intrappolarmi.
Le nostre labbra si incontrano di nuovo.
Questa volta però non c’è nulla che mi permetta di perdere anche un solo istante di quella magia.
Il contatto della sua pelle contro la mia mi provoca un formicolio che si estende in tutto il corpo accendendo il mio desiderio. La sua mano si muove sicura tra i miei capelli attirandomi ancor di più a lui.
I suoi occhi verdi puntano i miei e mi tengono imprigionata facendomi perdere il senso dell'orientamento e del tempo, entrando in una realtà dove esistiamo solo noi due.
Stordita dalla sua impetuosità, appoggio le miei mani sul suo petto, per poi farle salire sulle spalle e accarezzargli il collo con i pollici, al mio tocco lo sento gemere.
Mi separo dalle sue labbra per riprendere fiato.
Mi stringe contro il suo petto, dove sento battere il suo cuore, alla stessa velocità del mio.

 
Restiamo abbracciati per un tempo indefinito, le sue dita tra i miei capelli e le mie labbra adagiate sul suo collo. Sembra il più perfetto tra i sogni, vorrei poter non svegliarmi mai.
Apro gli occhi lentamente, come mi stessi liberando da un incantesimo scagliato dal mago più attraente del mondo, un mago di nome Sebastian Smythe.
Sobbalzo nel notare che il corridoio si è svuotato, le luci dell’auditorium sono state spente e sembriamo esserci solo noi nell’intero piano.
Sebastian si accorge dei miei lievi movimenti e scioglie l’abbraccio.
Stringe la mia mano e si allontana molto lentamente, ci ritroviamo vicinissimi, riesco ad avvertire i soffi del suo respiro sulla mia bocca.
“Dobbiamo andare, si è fatto tardi e avevo appuntamento con Jeff..- guarda l’orologio che ha al polso- esattamente un’ora e mezza fa.” Ridiamo insieme e ci baciamo ancora.
Le nostre dita ancora incrociate, ci dirigiamo verso i dormitori, dove l’usignolo doveva vedersi con l’amico.
Camminando senza fissarlo riprendo un po’ di lucidità e riesco a focalizzare lo sguardo su tutte quelle ragazze che, vedendoci camminare mano nella mano davanti alla sala grande, mi squadrano dalla testa ai piedi, per poi decidere che non sono niente di che. Che si fottano, io sono qui, mi sta accadendo davvero.
Devo raccontare tutto a Quinn e a Mike… se vorrà ancora ascoltarmi.
Decido che preparerò un discorso di scusa ufficiale e allora sarà praticamente costretto a perdonarmi.. si,  funzionerà.

Arriviamo al dormitorio femminile e Sebastian si guarda intorno confuso,non riesce a identificare la mia camera. Rido e gli faccio cenno di seguirmi: “Non ti puoi sbagliare, è l’ultima in fondo.”
Ho appena inserito la chiave nella serratura quando sento le sue mani calde e sicure cingermi i fianchi da dietro. Il mio cuore sussulta al suo tocco. Mi giro verso di lui e assaporo ancora le sue labbra, sto sviluppando una sorta di dipendenza, ne sono sicura. Ne disegno il contorno con la lingua e avverto il suo sapore. Non ho alcuna intenzione di disintossicarmi.

Mi spinge contro il muro, senza che le nostre lingue smettano di cercarsi e torturarsi neanche un istante.  Nell’impeto del gesto il suo bacino sbatte contro il mio e solo allora mi rendo conto della sua, della nostra, eccitazione.
Sento la mia coscienza razionale urlare da un angolo remoto del mio cervello, cercando di farmi capire che per oggi può bastare, che devo smetterla.
Ma i suoi occhi, ridotti a due piccole fessure che lasciano intravedere solo alcune sfumature di verde smeraldo, mi ipnotizzano, riuscendo ad annullare qualunque mia volontà.
Ha il più totale controllo su di me.
Sto giusto iniziando a dedicarmi al suo labbro inferiore, così roseo e invitante quando avverto una vibrazione proveniente dalla tasca del suo blazer.
Mentre Sebastian si allontana per rispondere alla chiamata, io cerco di ricompormi.
Aggiusto la camicetta bianca, stropicciata e noto anche alcuni bottoni slacciati, deve essere successo involontariamente, senza che me ne accorgessi.
Sistemo le pieghe della mia gonna, imprecando contro le stupide divise che la Dalton impone.
Sebastian gesticola e urla a tal punto che riesco a capire esattamente cosa dice.
“Si cazzo, ti ho detto che sto arrivando!” fa una breve pausa, lo vedo alzare gli occhi al cielo
“ Resta dove sei e arrivo, va bene?” , non attende neanche la risposta, chiude la chiamata e si riavvicina a me. Man mano che la distanza tra noi diminuisce, avverto i battiti del mio cuore accelerare.
“Scusami davvero, devo andare. Jeff sta sclerando per non so quale motivo.” Sbatte ripetutamente la testa contro la parete, facendomi capire il suo grado di disperazione.
“Non preoccuparti, tanto devo ancora studiare, domani ricominciano le lezioni…” Rabbrividisco, non ho ancora finito quel fottutissimo saggio.
Mi bacia velocemente sulle labbra e si allontana correndo. Resto sul ciglio della porta immobile per qualche istante, cercando di ricordare ogni dettaglio di questa giornata.
Mi arriva un messaggio, è suo.
- Ci vediamo a mezzanotte in punto nelle scale d’emergenza accanto al laboratorio di grafica. Non dirlo a nessuno e soprattutto non farmi aspettare, non so quanto posso resistere lontano da te. S.-

Sorrido spontaneamente, possibile che il mio sogno sia divenuto realtà?
 
Entro in camera e mi ritrovo davanti Quinn in pigiama, stesa sul letto, intenta a ripassare qualche materia. La fisso aspettando che si accorga della mia presenza.
Lei si limita a parlare senza distogliere l’attenzione dal libro.
“Non ti ho visto oggi a cena dopo le audizioni.” Dice, con tono distratto e lontano.
“No, ero impegnata in attività di diverso tipo e non avevo fame.” Mi siedo sul letto e prendo il pigiama: mancano ancora più di due ore alla mezzanotte e io voglio stare comoda.
Sentendo le mie parole, Quinn si raddrizza e posa finalmente il libro sul cuscino.
“La cosa si fa interessante…” Mi fa l’occhiolino e batte la mano sul suo letto, invitandomi a sedere vicino a lei.
Mi sposto mentre inizio a raccontare
“Si tratta di Sebastian.” La fisso dritto negli occhi e li vedo illuminarsi di felicità e stupore.
“Sebastian sonounfigononmiavraimai Smythe?” chiede tutto d’un fiato
“Proprio lui.” Mi fissa con gli occhi sgranati, che mi implorano di andare avanti.
Le racconto tutto, dal post serata di ieri ai malintesi con Mike, dall’esibizione alla chiamata di Jeff. Sorvolo solo sull’appuntamento di sta sera, almeno per ora, resterà un nostro segreto.
Bevo un po’ d’acqua per riprendermi da quel lungo racconto e aspetto con ansia la sua reazione.
Mi sono alzata per riporre la bottiglietta nel frigo bar sotto la scrivania quando Quinn mi si getta letteralmente addosso, facendomi perdere l’equilibrio e cadere sul pavimento. Inizia a farmi il solletico e io non resisto, inizio a ridere in maniera convulsa, mi fa male la pancia. Riesco a capire solo alcune delle cose che mi dice come “E brava Sanny” o “il ragazzo più figo dell’accademia.”.
Quando ho quasi totalmente perso le facoltà respiratorie, Quinn mi lascia andare, decidendo che può essere abbastanza. La abbraccio fino a stritolarla, un po’ per vendetta un po’ perché ho imparato a volerle bene.
Lei scioglie l’abbraccio e afferra con aria minacciosa il suo cuscino, mi chiudo in bagno prima che possa colpirmi. Avverto il cuscino sbattere contro la porta del bagno, mentre Quinn urla “Questo è per avermi distolto dal ripasso di storia. Se domani mi interrogherà, ti distruggerò.”.
“Ti voglio bene.” le grido aprendo l’acqua della doccia. Mi resta un’ora e trenta prima dell’appuntamento e il mio saggio è ancora in condizioni pietose.

 
Aspetto che Quinn si addormenti per cambiarmi: indosso dei jeans blu scuro molto attillati e una camicetta rossa, se Kurt è riuscito ad insegnarmi qualcosa in questi due anni è che il rosso è decisamente il mio colore.
Infilo il cellulare e le chiavi della camera in tasca, prendo il cappotto e mi dirigo verso il luogo dell’appuntamento.

Trovo Sebastian appoggiato alla ringhiera della scale. Indossa dei pantaloni neri e una polo bianca, sulle spalle tiene legato un golf di lana grigio. È incredibilmente sexy.
Cerco di darmi un contegno, concentrandomi su qualcos’altro.
“Per quanto questo posto sia incredibilmente romantico- dico alludendo alle squallide scale d’emergenza- spero la nostra meta finale sia un’altra.”
Sul suo volto si disegna il solito ghigno, cerco di seguire ciò che mi dice ma riesco a sentire solo sexysexysexysexysexysexysexysexysexy .
Lui deve essersi accorto del mio stato semi-comatoso, così mi prende per mano e mi trascina su per le scale, fino all’ultimo piano.
Tira fuori una chiave dalla tasca dei suo pantaloni e apre la porta che conduce al tetto.
“Credo che sia proibito venire qui…” Lui mi blocca poggiando l’indice sulle mie labbra e, dopo avermi fatto indossare il cappotto, mi invita con la mano a uscire.
Ci ritroviamo sul balcone della Dalton, dove sono conservati tutti i vecchi banchi inutilizzati. Sono già stata qui. Non so cosa dire, mi guardo intorno sperando di trovare una possibile motivazione che abbia spinto Sebastian a portarmi qui.
Lui ride “Credi davvero che io ti porterei qui per il nostro primo appuntamento? Seguimi!”
Faccio come mi dice: ci arrampichiamo su una vecchia scala che prima non avevo notato e poi su un muretto troppo alto per i miei jeans così stretti. Dannazione. Cerco di superare l’ostacolo senza sembrare Finn mentre balla, ma è tutto inutile, non riesco a scavalcare.
Dopo alcuni miei pessimi tentativi, Sebastian decide che è ora di intervenire: mi porge le sue mani e mi aiuta a issarmi. Salto il muro e gli cado praticamente addosso. Lui mi blocca per i polsi e si avvicina. Riconosco nel suo sguardo quella convinzione, quel desiderio, quella voglia di me.
Non mi faccio pregare, lo bacio e lo ribacio, studiando minuziosamente ogni dettaglio della sua bocca e delle sue labbra.
Mi stacco da lui solo per ammirare il luogo dove mi ha condotto, cerco di memorizzare quanti più dettagli possibile. Rimango scioccata: il tetto è al quanto squallido, ma la vista è da mozzare il fiato.
Riesco a vedere quasi tutta Lima. Le migliaia di luci danno vita a uno spettacolo straordinario.
Mi perdo nella contemplazione di quella meraviglia tanto da sobbalzare sentendo la voce di Sebastian che dice “Io vengo spesso qui. Ogni qualvolta voglia pensare o semplicemente stare in pace, da solo. Non ti mentirò dicendoti che sei la prima che ci porto, perché così non è. Però sei la prima che porto qui al primo appuntamento.” Si siede sull’unico punto della terrazza privo di ringhiera.
Prendo posto accanto a lui. Avverto il vuoto sotto i miei piedi, ma a destabilizzarmi è sempre il suo sguardo. Mi mette i brividi.
“Perché allora hai deciso di portarmi qui al primo appuntamento?” chiedo, anche se ho paura della risposta.
Lui risponde con calma, dopo essersi acceso una sigaretta. Fa un tiro e me la porge, io rifiuto e gli chiedo di rispondere alla domanda.
“Ieri sera, dopo che ci siamo salutati, sono venuto qui. Da solo. Era stato così bello e divertente parlare con te che desideravo averti ancora accanto, qui.” Fa un altro tiro e poi riprende a parlare “questo posto… Questo posto è speciale, mi fa sentire bene, in pace col mondo. Tu.. tu meritavi di conoscerlo.”
Non resisto più. Afferro la sua mano libera e lo bacio con delicatezza, avverto il sapore del fumo, ma non mi importa. Sussurro contro le sue labbra un “grazie” e torno alla mia posizione iniziale.
“Allora, che fai qui a parte fumare e pensare?” Gli faccio l’occhiolino, alludendo agli auricolare che vedo penzolare fuori dalla sua tasca. Li esce e li collega al suo telefono, quindi se ne infila uno e mi porge l’altro. Scorro con il pollice l’elenco dei brani, indecisa su quale scegliere, mentre lui continua a fumare, con lo sguardo diretto alle luci della città.
Si volta di scatto, sorridendo “che dj scarso”. Faccio una smorfia e lui mi strappa il telefono di mano. Si gratta il mento, riflettendo ad alta voce “Vorrei qualcosa che tu possa ricordare, qualcosa di speciale… dovevo averla… ecco si!’ fa partire una canzone che riconosco già dalla strofa iniziale. “Glad you came.”
Ascoltiamo l’inizio in silenzio, senza nemmeno guardarci.

The sun goes down
The stars come out
And all that counts
Is here and now
My universe will never be the same
I’m glad you came

Mi prende la mano e l’adagia sulla sua.

You cast a spell on me, spell on me
You hit me like the sky fell on me, fell on me
And I decided you look well on me, well on me
So let’s go somewhere no-one else can see, you and me


Con la mano libera mi accarezza il viso per poi costringermi a voltarmi verso di lui.
Inizia a cantare a voce bassa, con dolcezza, senza mai distogliere i suoi occhi dai miei.
 
Turn the lights out now
Now I’ll take you by the hand
Hand you another drink
Drink it if you can

 
Ora canta con più convinzione e stringe la mia mano quasi fino a farmi male.
Ascolto con attenzione ogni singola parola che pronuncia, la incido sul mio cuore. So che difficilmente riuscirò a dimenticarne anche solo una.

Can you spend a little time,
Time is slipping away from us so stay,
Stay with me I can make,
Make you glad you came

 
Quasi sussurra l’ultima frase. Accende un’altra sigaretta e lascia la mia presa.
Riprendiamo ad ascoltare la canzone in silenzio, ma io appoggio la mia testa alla sua spalla.
 
You cast a spell on me, spell on me
You hit me like the sky fell on me, fell on me

And I decided you look well on me, well on me
So let’s go somewhere no-one else can see, you and me

 
Mi viene naturale cantare la parte successiva così lo faccio.
Prendo il suo volto tra le mani e apro il mio cuore, dedicandogli quelle parole perfette.
 
The sun goes down
The stars come out
And all that counts
Is here and now
My universe will never be the same
I’m glad you came

 
La ultime parole risuonano nelle nostre orecchie mentre ci stiamo scambiando l’ennesimo bacio.
 
Restiamo così, incastrati in modo perfetto, ad ascoltare le canzoni che la riproduzione casuale sceglie per noi. Chiudo gli occhi per un momento… Quando li riapro Sebastian mi tende la mano, pronto a riaccompagnarmi in camera. Controllo l’orario nel display del telefono.
Le 3: 30.
Complimenti Santana, hai dormito per circa metà del tuo primo appuntamento, bel colpo.
Percorriamo la strada del ritorno ancora in silenzio, ma sempre mano nella mano.
Sta volta non sbaglia e mi conduce esattamente davanti alla porta della mia camera.
Vorrei dirgli qualcosa, davvero, ma il mio cervello non connette più molto bene, così mi limito a fare ciò che ultimamente mi riesce meglio, lo bacio.
Credo sia felice che io abbia preso l’iniziativa, perché avverto che, staccandosi da me, sorride.
“Buonanotte.” Mi stampa un bacio sulla fronte e si allontana, ancora una volta.

Entro in camera con passo felino, attenta a non svegliare Quinn, e mi dirigo in bagno.
L’ultimo bacio mi ha decisamente svegliata e ora fremo dal desiderio di raccontare la serata a qualcuno. Riesco a immaginare la reazione di Quinn se la svegliassi, tremo di paura al solo pensiero.
Pensa. Chi è sveglio alle 3:40 della notte e disposto ad ascoltarti?
Illuminazione. Il re della notte. Noah Puckerman.
Prendo di nuovo chiave e cellulare ed esco in corridoio per chiamargli.
Il telefono squilla solo una volta prima che Noah risponda
“Ehilà bellezza!” riesco quasi a sentirlo sorridere.
 
“Ciao Puck! Sapevo di trovarti sveglio, come stai?”

“Come sempre, ovviamente. Mi divido tra Milf e adolescenti. E tu? Cosa ti porta a chiamare allo zio Puck nel bel mezzo della notte?”
 
Prendo un bel respiro e racconto tutto anche a lui, mantenendomi vaga sul luogo dell’appuntamento di sta sera, ma riempiendolo di particolari riguardo quanto fosse stato dolce Sebastian nel dedicarmi quelle parole. Sento Puck sospirare e gli chiedo se qualcosa non va.

“No, tutto apposto San. Solo.. ho abbandonato questa telefonata circa dieci minuti fa. In primo luogo perché una cameriera ci sta spudoratamente provando con me, poi perché so già cosa vuoi sapere.”

“Non capisco”

“Tu vuoi sapere cosa penso di tutta questa storia. Ecco cosa penso, ascolta attentamente perché non posso ripetere una seconda volta: non appena avrò finito di parlare chiuderò la telefonata e andrò a parlare con la mia nuova fiamma.”
 
Lo sento bere un sorso di qualcosa, probabilmente un alcolico.
 
“Allora, chica,  ci conosciamo da cinque anni e tu non mi hai mai chiamato per parlarmi di nessun ragazzo, mai. E dubito seriamente che questo usignolo sia la tua prima conquista. Il che vuol dire che hai già preso la tua decisione.. quindi per quanto io non appoggi le relazioni più lunghe di una notte, hai la mia benedizione. Riferisci soltanto al bell’uccellino che se ti torcerà anche un solo capello dovrà vedersela con il peggiore tra i cacciatori, mr. Noah Puckerman. Ci siamo capiti?
Pensa solo alla tua felicità, mettila al primo posto. Ora Puck ti saluta, sta per lasciare alla bella cameriera una mancia che difficilmente dimenticherà.”
 
Lo sento ghignare dal telefono, provo a rispondergli, ma è stato fedele alla sua promessa e ha già interrotto la chiamata.  
Alla fine è sempre Puck.
Rientro in camera, mi metto il pigiama e mi infilo a letto. La sveglia segna le 4:30.
Si, posso finalmente andare a dormire. 





Buon giornooooo gente :) come state? :D io mi sento incredibilmente soddisfatta, probabilmente per la prima volta nella mia brevissima carriera da scrittrice :)
Aspettavo di scrivere questo capitolo da quando ho dato vita al progetto originale della fanfiction *.* Spero di aver reso bene tutte le scene romantiche, mi sono impegnata molto per scriverle.
Purtroppo soffro di dipendenza da Noah Puckerman quindi lo vedrete spuntare spesso all'improvviso e senza alcun motivo, abituatevici. :P 
[Per quanto riguarda la versione di 'Glad you came', ho sempre pensato che una versione acustica sarebbe stata bellissima ma Ryan Murphy si ostina a ignorare i miei suggerimenti, quindi sono costretta a sfogarmi quì]
Per la prima volta non ho moltissimo da dire, aspetto i vostri pareri e ancora una volta mi scuso per l'immenso ritardo accumulato, se può in qualche modo consolarvi ho già chiaro come sviluppare il capitolo successivo, quindi dovrebbe arrivare prima degli altri, ma non assicuro niente :P
Approfitto ancora per ringraziare le 18 persone che seguono/preferiscono/ricordano questa fanfiction, vi amo con tutto il mio cuore <3
Mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate :)
Aurora 

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