Tre all'improvviso

di Ofelia20
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sebastian vs. Blaine ***
Capitolo 2: *** Blaine Vs. Gli Appuntamenti ***
Capitolo 3: *** Sebastian vs. I Mesiversari ***
Capitolo 4: *** Sebastian e Blaine Vs. Gli Addii ***



Capitolo 1
*** Sebastian vs. Blaine ***


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Le note dl valzer che dava il via alle danze riecheggiava nella stanza avvolgendo le orecchie dei presenti con la sua tenue e romantica melodia e su quelle ottave gli sposi volteggiavano goffamente dilettandosi in piroette e passi troppo lunghi o troppo stretti. L’organza bianca del abito della sposa di muoveva sinuosa sulla pista da ballo mentre i raggi del tramonto battevano sui centinai di piccoli stras del corpetto che fasciava la sua vita formando un caleidoscopio di colori sul pavimento scuro. Sulle labbra dello sposo si distinguevano perfettamente i numeri dei passi che stava contando, e la sua espressione coperta dal sudore lasciava intendere che non vedeva l’ora che la musica finisse. Blaine Anderson, testimone dello sposo nonché suo migliore amico, si ritrovò a sorridere tra se e sé mentre si gustava la scena nella piccola televisione attaccata alla parete del appartamento dei novelli sposi. Si perché quella era la terza volta che riguardavano tutti insieme il filmato del matrimonio di Thad e Samantha. Ancora una volta, una lacrima che tentava di nasconderla cercando di asciugarla con la manica della maglia, era scappata dai castani e grandi occhi di Blaine. Al suo fianco i due innamorati si tenevano per mano mentre gustavano di nuovo passo dopo passo quello che era stato uno dei loro giorni più belli, anche se il vistoso pancione di Samantha stava a segnalare che un’altra importantissima e felicissima data stava per avvicinarsi nella vita dei due giovani. A rompere questo romantico ed idilliaco quadro c’era Sebastian Smythe, altro amico dello sposo, che se ne stava appoggiato alla parete dietro i tre, con una bottiglia di birra tra le mani ed un’espressione annoiata e quasi disgustata sul volto, la stessa che aveva mantenuto anche per tutta la durata del matrimonio, il filmino che stavano guardando ne era la prova.

“Dio, quanto odio i matrimoni!” sentenziò non appena comparve la scritte “Fine” sullo schermata nera.

“Io invece li adoro” replicò Blaine per il solo gusto di contraddirlo. Non era infatti un segreto di Stato che tra i due non scorresse buon sangue, anche se, secondo Sam e Thad c’era una qualche attrazione non confessata tra i due.

“L’ho notato. È la terza volta che vediamo la scena degli anelli e tu, tutte le santissime volte, ti metti a frignare come una ragazzina” gli rispose Sebastian posando la sua birra sul tavolino del salotto e avvicinandosi di nuovo al gruppo per sedersi proprio di fianco al suo nemico numero uno.

“Davvero non capisco quale sia il tuo problema Sebastian! Cosa c’è di così difficile nell’essere felice per qualcun altro?” sbottò spazientito l’altro mentre le sue guancie cominciavano ad arrossire, campanello d’allarme che segnalava che si stava arrabbiando.

“Non bisogna piangere come dei poppanti per dimostrare di essere felici. E davvero, io non capisco per quale motivo abbiamo dovuto rivedere questo filmato” il ragazzo dovette trattenersi per mantenere un’espressione seria, la situazione lo divertiva tantissimo e considerava stuzzicare il povero Blaine uno dei suoi divertimenti preferiti.

“Perché è bello ricordare dei momenti così! Ed è bello vedere che esistono coppie che si amano ancora e che credono nel vero amore, invece che credere che esistano solo persone come te, che vedono l’amore solo dal punto di vista sessuale, che usano i ragazzi solo per divertirsi, come fossero giocattoli.” La voce del ragazzo si era alzata, tutti nella stanza rimasero pietrificati. Tutti tranne Sebastian che invece ruppe l’imbarazzo con una sonora e fragorosa risata.

“Cosa hai detto scusa? No ti prego ripetilo perché troppo divertente!” disse tra le risate passandosi una mano tra i capelli castano chiari.

“Lascia perdere. Sei solo uno stronzo, egoista e narcisista Sebastian Smythe” rispose Blaine scuotendo la testa ed alzandosi dal divano diretto a prendere la sua giacca per andare via.

“Ehi non esagerare adesso B. Non puoi darmi dello stronzo e cavartela così.” Anche Sebastian era balzato dalla poltrona e ora stava trattenendo il ragazza per la manica della sua maglia e i suoi penetranti occhi verdi lo fissavano ardenti.

“E cosa vorresti farmi? Picchiarmi magari?” replicò Blaine cercando di raccogliere quel poco di coraggio che un ragazzo inguaribilmente romantico, innamorato del amore, che da sempre era stato vittima dei bulli a scuola e che passava la maggior parte del suo tempo a cucinare, potesse avere.

“Ma con chi credi di avere a che fare? Non voglio farti proprio niente. A meno che tu non voglia essere sculacciato da me ed allora sarei ben felice di accontentarti” Sebastian sorrise per non essere riuscito a mantenere quella battuta, ecco un’altra cosa che Blaine odiava di lui, le sue battute piccanti, prive di senso e talvolta volgari. “Ma comunque vorrei solo farti notare che, quando voglio, so essere un tipo romantico ed elegante anche io. E che riuscirei a farti innamorare di me anche con un solo appuntamento.” Lanciò la sua sfida il ragazzo avvicinandosi di ancora qualche centimetro al volto dell’ altro.

“Non credo proprio.” Rispose stizzito Blaine.

“Vuoi scommettere?” gli occhi di Sebastian si ridussero a due piccolissime fessure pieni di sfida. L’altro fece per ribattere quando la voce nasale di Samantha si mise tra di loro:

“Sapete credo che dovreste vedervi qualche volta, solo voi due intendo.”

“Cara, non mi sembra il momento” la zittì Thad a denti stretti dandole di gomito, erano anni che assisteva agli scontri tra Blaine e Sebastian e ormai aveva imparato a lasciarli cuocere nel loro brodo certo che tanto primo o poi sarebbe tutto finito, per poi però ricominciare dopo pochissimo.

“Neanche morto passerei una serata con te Sebastian” disse Blaine sperando che quelle parole ponessero fine alla discussione.

“D’accordo. Tanto sei tu che ci perdi” rispose secco l’altro lasciando finalmente la presa intorno alla manica e tornando a riprendere la sua bottiglia.

“Secondo me dovreste darvi una chance. Il confine tra odio e amore alle volte può essere molto sottile.” Continuò a sostenere la sua tesi Sam decisa ad ignorare il marito che cercava in tutti modi di sviarla. “Si credo proprio che.. uh!” si bloccò di colpo per portarsi una mano sulla pancia, dopo qualche secondo il sorriso ricomparve sulle sue labbra e riprese a parlare dopo aver tirato su un lungo sospiro: “Vedete? Anche la piccola qui dentro è d’accordo! Sta scalciando tantissimo e lo fa solo quando la pensa come me!”

“Oh la mia nipotina che inizia a farsi sentire!” Sebastian si avvicinò alla ragazza e posò delicatamente la mano sulla sua pancia per cercare di sentirla, era davvero sorprendente come il suo atteggiamento potesse cambiare quando si parlava della bambina, quello che lui stesso aveva definito la sua futura nipotina. Blaine invece non aveva osato avvicinarsi per evitare di ritrovarsi di nuovo ad una distanza minima dall’altro, ma anche il suo cuore esplodeva di gioia nel sapere che tra qualche settimana avrebbe avuto una seppur acquisita nipotina.

“Sai cosa ti dico Sebastian? Che accetto la tua sfida!” esordì dopo il suo silenzio grattandosi la testa ed abbassando lo sguardo.

“Come? Come dici B.?” Sebastian strabuzzò gli occhi.

“Uscirò con te. Ma non per dimostrare che “il confine tra odio e amore è sottile”, io ti odio e ti odierà per tutta la vita. Ma per dimostrare che un appuntamento con uno zotico come te non potrà mai avere una buona fine” si affrettò a spiegare Blaine, e questa volta erano i suoi occhi a brillare di sfida. Non sapeva perché avesse deciso di accettare la proposta di Sebastian, ma era deciso a dimostrare che loro due non sarebbe mai e poi mai potuti stare insieme.

 

 

 

Qualcuno a visto il film “3 all’improvviso?” Bè se non lo avete fatto non fa niente. Ma questa è la mia versione Seblaine di questo film che ho adorato alla follia, certo con qualche cambiamento. ^_^ Come avete visto compare anche Thad, non so come mai io abbia scelto lui, ammetto di aver preso un Usignolo  a caso. Allora voi cosa ne pensate? Sono curiosa XD

 

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Capitolo 2
*** Blaine Vs. Gli Appuntamenti ***


Se esisteva una cosa che Blaine Anderson odiava più di Sebastian Smythe, erano gli appuntamenti. Immaginate allora come potesse sentirsi cinque minuti prima di andare ad un appuntamento proprio con lui. Non aveva voglia di vestirsi in modo elegante per lui, ma non voleva neanche dargli modo di pensare che fosse una persona poco attenta alla sua immagine, così si limitò a vestirsi come se stesse andando ad una normale cena, camicia bianca, pullover celeste e pantaloni neri. Con ben tre quarti d'ora di ritardo sentì finalmente dal citofono  la voce di Sebastian intimargli di scendere. Il suo "amico" lo stava aspettando in macchina, a quanto pareva agli occhi di Blaine nemmeno lui si era impegnato troppo a vestirsi per l'occasione. Entrò in macchina sforzandosi di sorridere, più che un sorriso di felicità sembrava stesse avendo una colica renale.

"Buonasera" lo salutò Sebastian mettendo in moto.

"Sera" rispose l'altro con gli occhi fissi davanti a se. Sentiva premere dentro di se una forza che lo spingeva ad aprire lo sportello e a fuggire, ma almeno per il momento decise di ignorarla. Come la macchina inizio a muoversi, il ragazzo sentì qualcosa rotolare tre i suoi piedi, incurante di ciò che fosse realmente si chinò e la prese tra le mani, ma appena capì cosa era urlando la gettò in grembo all'altro che inchiodò bruscamente tra il vialetto di casa Anderson e la strada.

"Che diavolo ti prende Blaine?" chiese senza riuscire ancora a capire.

"Che cosa ci fa quella cosa nella tua macchina?"

"Ma cosa?" poi finalmente portò gli occhi a quello che aveva sulle ginocchia e capì "Oh questo intendi? Niente, è solo una cosa che il mio amico si è dimenticato qui."

"E questo lo chiami niente? Questo è lubrificante Sebastian!" Blaine era sull'orlo di una crisi di nervi.

"Che c'è? Non ne hai mai visto uno prima? Lo stavamo usando prima che ti venissi a prendere!" Sebastian trovava la situazione troppo divertente.

"Quindi mi stai dicendo che? Oh mio dio... Che schifo!" dopo aver metabolizzato quello che il ragazzo gli stava dicendo, Blaine aprì la portiera dell'auto e si affrettò ad uscire "Mio dio che schifo! Tu prega che non mi venga qualche malattia o ti ucciderò"

"Ma quale malattia Blaine? Sei sempre il solito. Non vuoi venire più a cena con me?" anche Sebastian era uscito dalla macchina e se ne stava appoggiato al tettuccio pregando di ricevere una risposta negativa dal'altro.

"Certo che non voglio più venire a cena con te! Non voglio più venire da nessuna parte con te!" Blaine si allontanò di qualche passo da quell'uomo così disgustoso ai suoi occhi.

"Bene. Così tornerò a quello che ho dovuto interromepere per colpa tua"

"Puoi tornare anche al diavolo per quello che mi riguarda"

In quel momento i cellulari di Sebastian e Blaine suonarono all'unisono, e quasi contemporaneamente senza neanche preoccuparsi di guardare il mittente risposero. In entrambi gli altri capi del telefono c'era la voce di Thad, i due ragazzi avrebbero sicuramente riso nel vedere il loro amico parlare contemporaneamente in due cellulari.

"Sebastian, Blaine ci siete?" i due si guardarono negli occhi e risposero.

"Cosa è successo Thad?" chiese preoccupato Blaine.

"Samantha è in ospedale, sta per partorire!" disse la voce eccitata di Thad

"Cosa? Adesso? Arriviamo subito!" rispose Sebastian con una strana luce negli occhi chiudendo la chiamata e mettendosi subito alla guida della sua auto. "Tu che fai vieni o resti qui?"

"Io non salgo nella tua macchina!" disse Blaine incrociando le braccia e rivolgendo un'occhiata disgustata all'altro.

"Bene allora resta qua!" e mise in moto facendo per andarsene ma Blaine aprì lo sportello ed entrò in macchina.

"Solo per questa volta..."

 

Sebastian e Blaine se ne stavano seduti nella sala d'aspetto dell'ospedale l'uno di fronte all'altro senza però permettere mai ai loro sguardi di incrociarsi. Avevano saputo da una infermiera che la piccola era già nata e che il parto era andato bene, ma non avevano ancora avuto il permesso di vederla. Le parenti bianche della stanza li avvolgevano separandoli dal resto del mondo, immergendoli nei loro pensieri, anche se non  lo avrebbe mai ammesso,Sebastian sentiva delle farfalle volare nel suo stomaco, era emozionato all'idea di conoscere il nuovo membro della famiglia. Blaine aveva già gli occhi lucidi, e sapeva che non sarebbe più riuscito a trattenere le lacrime alla vista di quella piccola creaturina. Una nuova infermiera di affacciò nella sala, questa volta seguita da un Thad in preda all'emozione e all'eccitazione che aveva ancora il viso rigato dalle lacrime,e fece loro cenno di entrare. Quando entrarono nella stanza di Sam, la videro visibilmente stanca ma con un radioso sorriso pieno d' orgoglio sulle labbra carnose, tra le braccia teneva stretto un groviglio di lenzuola e un piccolissimo batuffolo rosa con appena un ciuffetto di capelli scuri che aveva  gli occhi chiusi.

“Guarda come è carina!” esclamò Blaine chinandosi su di lei per vederla da vicino. L’altro deglutì rumorosamente, aprì la bocca per parlare ma non uscì nessun suono e dovette limitarsi a fare  un cenno con la testa.

“Dai prendila!” disse Samantha rivolta a Sebastian.

“No, no io… io non posso. Potrei fargli male” balbettò scuotendo la testa. Blaine si girò un attimo ad osservarlo, gli sembrava così diverso da ragazzo che poco prima gli aveva confessato tranquillamente di aver fatto sesso nella sua macchina. Il Sebastian che aveva adesso davanti era emozionato per la nascita della sua figlioccia, e per un istante persino Blaine si dimenticò di quanto lo odiasse.

“Blaine prova a prenderla tu allora” ripeté la donna porgendo la piccola a Blaine. Cose se fosse cristallo il ragazzo la prese tra le braccia attento a non fare del male, da così vicino riuscì a vedere ancora meglio quanto fosse meravigliosa: se ne stava assopita, assaporando il tepore delle coperte che la avvolgevano, aveva il viso tondo e paffuto, due occhi che anche se chiusi sembravano essere grandi e vispi, le labbra rosse e una ciuffo morbido di capelli scuri.

“Avete deciso come la chiamerete?” chiese Sebastian continuando a guardare incantato la bambina senza però osare avvicinarsi.

“Veramente ancora no…” ammise Thad sorridendo.

“Cosa ne dite di Jenna?” azzardò Blaine cullando la piccola.

“No! Jenna è orribile!”  rispose per tutti Sebastian scuotendo la testa accigliato.

“Allora che ne dite di Emily?” si intromise Sam sorridente come al solito.

“Assolutamente no!” esclamò Thad.

“Erika?” propose ancora Blaine.

“No no, alle elementare avevo una compagna di classe che si chiamava così! Non la sopportavo proprio!” gli rispose Sebastian.

“Seb a te è antipatico il 98% della popolazione mondiale!” lo ammonì l’altro “Che dite allora di Susan?”

“No! Mia figlia non si chiamerà Susan!” questa volta fu Samantha a smentire il ragazzo.  Nella stanza cadde un silenzio tombale, tutti erano concentrati a cercare un nome per la nuova arrivata.

“Linda!” esclamò Sebastian colto da un’improvvisa illuminazione.

“Come dici?” chiesero tutti all’unisono richiamati dai loro pensieri.

“Linda! È un nome perfetto per lei.” Ripeté il ragazzo avvicinandosi per la prima volta alla bambina e azzardando a sfiorarle la guancia con la punta dell’indice.

“Linda? Si mi piace!” rispose Thad accompagnato dalla moglie che annuiva.

“Allora benvenuta piccola Linda!” le sussurrò Blaine.

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Capitolo 3
*** Sebastian vs. I Mesiversari ***


Capitolo 3 Sebastian Vs. I mesiversari

 

 

"Che senso ha festeggiare un mesiversario?" chiese a se stesso Sebastian ad alta voce.

"Ha senso se si tratta dei primi tre mesi della nostra nipotina!" gli rispose Blaine che non si era perso il commento.

"Su questo devo darti ragione. Oh eccola che arriva!" disse Sebastian guardando Sam avanzare verso di loro con in braccio la piccola che indossava una tutina bianca con delle ciliege rosse. La ragazza diede con delicatezza la piccola in braccio a Sebastian che subito prese a cullarla tra le braccia.

"Ma ci pensate? Sono solo tre mesi che questa piccolina è tra noi e già le voglio un bene infinito" commentò Blaine solleticando la pianta del piede della bimba coperta solo da delle calzettine rosse, la piccola fece una smorfia simile ad un sorriso e ritirò d'istinto il minuscolo piedino.

"Ha cambiato la vita di tutti noi questa piccola pulce!" sentenziò Thad commosso.

"Bene se non sbaglio è il momento dei regali" interruppe il momento troppo sentimentale Sebastian, forse per non commuoversi anche lui. Il padre prese tra le braccia la piccola per permettere a Sebastian di prendere il suo pacchetto e di porgerlo a Samantha che lo aprì per la bambina.

"Bene Linda, vediamo cosa ci ha portato lo zio Sebastian!" la donna strappò la carta e mostrò alla piccola cosa vi era contenuto. "Oh un papero di peluche! Grazie Sebastian lo adoriamo già!"

"Ora tocca al mio regalo!" Blaine diede alla donna un pacchetto quadrato dal quale la donna tirò fuori un delizioso paio di scarpe in vernice nere firmate da un noto stilista per bambini. "Grazie zio Blaine, queste scarpe sono stupende!"

"È il minimo per la mia nipotina!" rispose.

Sam dovette portare la piccola Linda a letto, era arrivata l'ora del suo riposino e diventava davvero nervosa se lo saltava. Sebastian e Blaine se ne stavano seduti vicini a sorseggiare chi una birra chi quello che restava della sua tazza di te, mentre Thad se ne stava in silenzio seduto di fronte a loro a rigirarsi tra le mani il papero di peluche e le scarpe che gli avevano regalato i due con aria pensierosa.

"Linda è davvero fortunata ad avere dei padrini come voi" ruppe i silenzio rivolgendosi ai due "Ed io e Sam siamo fortunati ad avervi come amici. Siete la nostra famiglia." Il ragazzo e Samantha non avevano famigliari, entrambi avevano perso i genitori e i parenti che gli rimanevano erano troppo lontani.

"Siamo noi quelli ad essere fortunati Thad!" gli rispose Blaine mettendogli una mano sulla spalla e rivolgendogli uno dei suoi soliti sorrisi dolci.

"Sono sicuro che anche Linda quando sarà grande vi adorerà"

"Su Thad smettila di fare il sentimentale, e di dirci quanto tu sia fortunato ad averci tra i piedi.” disse Sebastian alzandosi dal divano, poi aggiunse: “Si ti vogliamo bene ma adesso non farne una notizia di prima pagina"

In quell’istante tornò Sam sorridete come al solito: “Caro gliel’hai già detto?”

“No tesoro, stavo proprio cercando di farlo in questo momento.” Rispose il marito facendo spazio sul divano per far sedere la donna al suo fianco.

“Cosa devi dirci?” chiese curioso come al solito Blaine.

“Se chiudi quella bocca lo scoprirai!” l’altro non mancò di ringhiargli contro.

“Abbiamo pensato che voi potreste…” iniziò Thad bloccandosi subito dopo alla ricerca delle parole giuste. Fortunatamente intervenne suo moglie per aiutarlo:

“Ci farebbe davvero tantissimo piacere se voi due diventasse i padrini di Linda!”

“Si davvero vorremo che, se mai, dovesse succederci qualcosa foste voi a prendervi cura di Linda” aggiunse il ragazzo.

“Sarebbe davvero un piacere essere il padrino di quella piccola principessa!” esclama entusiasta Blaine spalancando le sue labbra in uno dei più grandi sorrisi della sua vita.

Sebastian rimase in silenzio per alcuni istanti, voleva davvero bene a quella famiglia e sarebbe stato davvero fiero di diventare il padrino di quella piccola bambina a cui si era affezionato con tanta facilità, ma non poteva evitare a se stesso se uno come lui fosse adatto per un simile ruolo. Sapeva che non ce l’avrebbe mai potuta fare se fosse stato da solo, ma poi i suoi occhi si posarono sul serafico ragazzo che gli sedeva accanto e che non vedeva l’ora di intraprendere quella missione, ed allora il suo tormento si placò. Se Blaine fosse stato con lui avrebbe potuto essere un magnifico padrino.

 

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Capitolo 4
*** Sebastian e Blaine Vs. Gli Addii ***


Capitolo 4 Sebastian e Blaine vs. Gli addii

Erano le nove e la piccola gastronomia di Blaine era già vuota da un pezzo. Le luci erano abbassate, ed il ragazzo aveva già girato il cartello attaccato alla porta a vetro verso la scritta  “Chiuso” ed abbassato le tendine. Si era seduto su un tavolo, uno di quelli che da troppo tempo non accoglieva più i suoi clienti, mangiando una fetta di cheesecake che aveva inutilmente preparato per la serata ma che nessuno aveva ordinato. La superficie del tavolo era piena di bollette e conti da pagare, a quelli del ristorante si aggiungevano anche le spese del piccolo appartamento che lo ospitava da quando era poco più che un ragazzino, e per quanto si sforzasse di far tornare i conti i soldi che gli servivano erano sempre troppo. Quei pochi che aveva gli sarebbero bastati solo per pagare gli arretrati dell’affitto di casa, ma poi sarebbe stato costretto a chiudere la gastronomia ed infine non avrebbe di nuovo più potuto pagare il mensile per la casa. Poggiò i gomiti sul tavolo e si prese la testa tra le mani intrecciando le dita tra i suoi ricci neri abbandonandosi alla disperazione. All’improvviso la campanella posizionata sopra la porta gli segnalò trillando l’entrata di un nuovo cliente, tra tutti i conti che stava facendo si era persino dimenticato di chiudere a chiave.

 “Ehi scusa il ritardo ma ho visto la luce accesa…” si scusò Sebastian. Per quanto Blaine lo odiasse doveva ammettere che era sempre stato un suo fedele cliente sinceramente innamorato delle sue torte e dei suoi famosi spaghetti.

“Tranquillo, non fa niente. Cosa ti servo?” rispose tirando su con naso l’altro alzandosi dalla sedia e di trascinandosi dietro al bancone.

“È rimasta un po’ della tuo cheesecake che mi piace tanto?”

“Ce n’è quanta ne vuoi. Te la vado a prendere!” Blaine sparì in cucina, e Sebastian allungò l’occhio verso la pila di documenti invadeva il tavolo su cui poco prima era seduto il ragazzo, capì immediatamente che gli affari del suo amico non andavano bene, e notò anche gli avvisi di pagamento della casa, ma decise di non dire niente e tornare ad aspettare la sua torta.

“Tieni, praticamente è tutta intera a parte il pezzo che ho tagliato per me. Prendila tutta, te la regalo.”

“Ma no, non posso accettare.” Esclamò tirandosi indietro.

“Insisto” disse senza enfasi nelle sue parole incartando il dolce, ma fu interrotto dallo squillo del suo cellulare. Lo prese dalla tasca posteriore dei suoi jeans e guardò il display, non riconobbe il numero, e per un istante fu quasi tentato di riattaccare pensando si trattasse di creditori, ma poi scusandosi con Sebastian accettò la chiamata. Dopo alcuni secondo un’espressione colma di preoccupazione si affacciò sul suo volto, sbianchì letteralmente e quando concluse la chiamata si lasciò cadere il cellulare dalle mani.

“Blaine è successo qualcosa di brutto?” persino Sebastian si preoccupò.

“Si tratta si Sam e Thad. Loro…  loro hanno avuto un incidente” disse senza fiato con gli occhi spalancati e fissi nel vuoto.

“Ma non è niente di grave, giusto? Si tratta solo di un banale incidente, vero?” una raffica di domande uscì dalle labbra dell’altro, i secondo che impiegò Blaine per rispondergli gli sembrarono anni.

“Loro non ce l’hanno fatta…  Quelle parole uscirono dalla bocca di Blaine pesanti come macigni, quando Sebastian udì quelle parole intorno a lui tutto diventò buio, cadde in un silenzio catatonico senza avere neanche la forza di muoversi.

Inutili erano state le parole di Blaine, l’altro non si accorse di nulla, neanche quando il ragazzo dai capelli neri dovette quasi prenderlo in braccio per farlo salire in macchina, si era semplicemente ritrovato seduto nella sala d’aspetto dell’ospedale di Lima. Quando rinvenne udì Blaine chiedere ad un infermiera notizie si Sam e Thad sperando che al telefono si fosse sbagliati, ma purtroppo non era così.

“Non posso crederci” finalmente Sebastian riuscì a rompere il suo silenzio assordante e a pronunciare sommessamente tre parole piene di dolore.  

“Lo so, è impossibile da credere.” Rispose Blaine posandogli una mano sulla spalla e dando finalmente libero sfogo alle lacrime.

“Loro non possono essere morti. Non Thad, siamo cresciuti insieme, è sempre stato il mio compagno di stanza, dovevamo diventare vecchi insieme. Non può essere successo, non a loro!” continuò a ripetere l’altro on la testa tra le mani, era certo che se avesse permesso alle lacrime di uscire si sarebbe sentito meglio ma la sua natura glielo impediva.

“Già, sembra che queste cose non possano mai accadere a noi ma dobbiamo guardare avanti. Loro avrebbero voluto così.” Blaine che in quel momento non chiedeva altro che conforto si ritrovò a consolare Sebastian che stava dimostrando tutta la sua debolezza anche se nella sua vita non aveva fatto altro che nasconderla.

“Non mi interessa cosa avrebbero voluto loro!” si ritrovò quasi ad urlare mentre si alzò velocemente dalla sedia, “Io avrei voluto che il mio migliore amico non mi abbandonasse e invece lui adesso non c’è più!” un delirio di sofferenza si era impossessato di Sebastian, quelle parole non fecero che scalfire ancora di più il cuore di Blaine che lo trattenne con un abbraccio che contro ogni aspettativa l’altro si ritrovò a ricambiare.

“Perché Blaine? Perché?” continuò a ripetere con il viso premuto contro la sua spalla.

“Non lo so… “ non poteva che rispondere con queste parole mentre le lacrime continuavano a scorrere sul suo volto e bagnare la camicia dell’altro.

Il quel momento i due ragazzi videro avvicinarsi a passo spedito un ragazza molto giovane con in braccio una bambina.

“Siete voi Sebastian e Blaine?” disse la ragazza, dal trucco sciolto si vedeva che anche lei aveva da poco smesso di piangere, i due fecero un cenno affermativo con la testa.

“Sono la baby-sitter di Linda. Sam e Thad mi avevano detto che se fosse successo qualcosa dovevo chiamare subito voi.” Si affrettò a spiegare la ragazza cullando la piccola che teneva stretta tra le braccia.

“Tu sai cosa è successo?” Sebastian cercò maggiori spiegazioni dalla ragazza.

“Erano usciti per andare a cena fuori e mentre stavano tornando la macchina è andata fuori strada e poi… Bè sapete cosa è successo poi. Fortuna che la piccola Linda è rimasta a casa con me.”

“Fortuna? Come puoi dire una cosa simile? È rimasta senza genitori come può essere fortunata!” il volto di Sebastian era diventato paonazzo, stava cercando di liberarsi da tutto quel dolore con la rabbia, prontamente Blaine si mise tra i due per cercare di dividerli, invitando poi il ragazzo ad allontanarsi a prendere una bottiglietta d’acqua dal distributore.

“Con chi rimarrà la piccola Linda adesso?” domandò Blaine avvicinando alla bambina che se ne stava accoccolata sulla spalla della ragazza ignara di tutto, il ragazzo ne fu quasi sollevato ed anche un po’ invidioso.

“Sai già che Thad e Samantha non avevano parenti, e quei pochi che gli erano rimasti si trovano oltre oceano. Ho parlato con gli assistenti sociali ed hanno acconsentito a farmela tenere con me fino a quando non ci sarà l’apertura del testamento, in cui hanno lasciato scritto chi dovrebbe prendersi cura della bambina in casi come questi.” Con la voce rotta dal pianto la ragazza spiegò a Blaine la situazione poi dopo aver firmato qualche carta portò Linda a dormire, e lo stesse fecero Blaine e Sebastian.

 

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