Claire Bennet

di kekko_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cosa mi sta succedendo? ***
Capitolo 2: *** Ciao sono Claire Bennet ***
Capitolo 3: *** L'uomo nero ***
Capitolo 4: *** L'impresa ***
Capitolo 5: *** Mia madre ***
Capitolo 6: *** Il Burattinaio ***
Capitolo 7: *** Due anni Dopo... ***



Capitolo 1
*** Cosa mi sta succedendo? ***


Cosa mi sta succedendo?

 

 

Mi sono alzata di fretta dopo che la sveglia non era suonata e oggi era anche il mio primo giorno di scuola. Il primo giorno in cui avrei potuto rincontrare quel bel fusto di josh che conoscevo fin dalle elementari ad Odessa, quando avevo 8 anni lui mi aveva chiesto di essere fidanzati ma a me non piaceva, ma ora che è cresciuto la situazione si è ribaltata sono io che lo voglio. È cosi bello con i suoi occhi azzurri e i capelli brizzolati neri.
Appena alzata sono corsa subito in bagno, mi sono sistemata i capelli e poi mi sono infilata qualcosa. Sono scesa di corsa ho ingerito un waffle di fretta ho salutato i miei e sono andata a prendere il pullman. Scesa dal pullman ho incontrato la mia migliora amica Elle, anche a lei piaceva josh ma lui era mio.
-Elle aspettami – dissi correndo
- Claire finalmente sei arrivata e mezz’ora che ti aspetto-
- Eh lo so ma mi sono svegliata tardi per colpa della sveglia-  succedeva sempre il primo giorno di scuola
- Dai andiamo in classe che c’è il professore di matematica-  disse ma si era scordata che c’era anche josh?
 
Siamo entrate in classe con 5 minuti di ritardo. Eravamo sfinite per quanto avevamo corso, ma per fortuna il professore non ci ha detto niente. Josh era seduto vicino a quell’oca di Kyle Amstrong la cheerleader più antipatica di tutta Odessa. Era così antipatica  e crudele che avrei sempre voluto darle un pugno sul naso ma per fortuna sua mi trattengo. Dopo matematica ci è toccato fare altre ore molto stressanti ma finalmente l’ultima è arrivata.
DRIN DRIN
È suonata finalmente. Sono uscita con Elle che purtroppo è andata subito a casa perché aveva da fare. All’uscita Josh mi è venuto a salutare.
-Claire Claire – mi chiamò
-Ehi Josh- ero arrossita
- Come stai?-
-Bene e tu?-
- Male non sopporto più quella smorfiosa di Kyle mi sta sempre appiccicato -
Si! Non la sopportava che bello
-ho notato- dissi
- ora vado Claire ci vediamo domani- e mentre finiva la frase mi stampò un bacio sulla guancia. Non lo potrò mai dimenticare
Mentre anch’io tornavo a casa sentì una voce stridula
-Claire- era l’oca
- Che c’è Kyle- quanto la odio ho pensato a mente mia
-  La devi smettere di rubare i ragazzi a tutta Odessa e soprattutto il mio Josh, Lui non lo devi neanche sfiorare-
Ma chi si crede di essere.
-Chi ti dice che è tuo?-
-Io-
-E tu chi sei?-
- Ovviamente quello che tu non sarai mai  cioè La più popolare di tutta Odessa-
 la odio non la sopporto
Mi sono girata e me ne sono andata senza ribattere ma ad un certo punto sentì un freddo in testa e poi su tutto il corpo. Era Kyle che mi aveva tirato addosso la granita e io senza neanche dargli importanza me ne sono andata a casa.
Aprì la porta e ho visto che c’era la mamma che preparava il pranzo.
 Ovviamente il papà non c’era non c’era mai, lui lavorava alla PrimaTech un’industria che produceva carta. Ma stava sempre fuori casa lo vedevo poche volte a settimana. A volte non lo vedevo per niente.
Ho voglia di  conoscere mio padre biologico forse lui  è più presente in casa.
 Si ero stata adottata da Noah Bennet e Sandra Bennet.
-Amore ma cosa ti è successo- disse mamma
- Kyle-
-Cosa ti ha fatto quella strega?- rispose con tono severo
-Mi ha rovesciato addosso la granita mentre tornavo a casa-
-Ma come si permette, prima o poi ci parlo io con quella brutta oca-
Mamma mi difendeva sempre era per questo che io le volevo molto bene era come il mio angelo custode.
Sono salita di sopra e mi sono cambiata. Mentre scendevo sentivo che al telegiornale dicevano che tra tre giorni ci sarebbe stata un’eclissi solare.
Era da tanto che non la vedevo dai tempi delle elementari, l’ultima volta lo vista ad otto anni con mio padre ed ora la rivedrò a 15.
Sono andata a dormire senza mangiare perché mi sentivo male avevo giramenti di testa, sudavo e sentivo un dolore alle ossa. Mi sentivo diversa.
Mi sono svegliata che erano le 4:40 del mattino, non riuscivo a dormire per quanto stavo male. Sono scesa per prendermi un bicchiere d’acqua e dato che c’ero ho mangiato anche una mela. Il dolore non era passato anzi era aumentato. Mentre salivo le scale sono caduta causandomi un bel livido sul ginocchio.
 
La mattina seguente anche se ero ancora dolorante sono andata a scuola senza neanche fare colazione. Ho fatto tutte quelle ore stressanti di lezione e poi sono uscita. Josh oggi non c’era chi sa dove stava e con chi. Elle anche mancava la cosa mi sembrava alquanto strana però non volevo dare nell’occhio.
Alzai gli occhi al cielo e ho visto una strana sfera che si stava per sovrapporre al sole era la Luna.
L’eclissi.
Tornata a casa ho pranzato con Mr.Babbani il mio cagnolino. E poi sono salita di sopra per studiare un po’, anche se alla fine non ho fatto un bel niente. Erano le 18:00 e il telefono è squillato
-Pronto- chi poteva essere
- Claire ti devo dire assolutamente una cosa- era Elle e mi sembrava preoccupata
- Dimmi-
-Lo sai perché oggi Josh mancava?-
- Perché?- ero incuriosita.
- Perché è andato a fare una passeggiata con la sua ex Eleonor- cosa con quella “so tutto io”.
- Ah non mi interessa- non era vero ero verde dall’invidia.
- Ora ti saluto a domani- riattaccai.
Erano le 20:00 sono scesa per cenare papà ancora non era tornato e a causa di quello che Elle mi aveva detto non ho mangiato quasi niente.
Sono andato a dormire mi sentivo di nuovo strana. Stava cambiando qualcosa in me .
Mi sono svegliata ma oggi non volevo andare a scuola sia per Josh ma anche perché non stavo per niente bene. Sono rimasta a casa da sola. Oggi era il giorno che aspettavo da tanto tempo. L’eclissi.
Mancavano solo poche ore e la luna avrebbe oscurato il sole.
Intorno alle 13:00 c’è stata l’eclissi completa. Mentre cucinavo vedevo il sole oscurato e ad un certo punto mi sono tagliata. Sono corsa in bagno per mettermi un cerotto.
Ma arrivata la ferita era scomparsa e ho notato anche che era sparito anche il livido.
Presi una lametta e mi feci un taglio sul polso. La ferita si rimarginò-
Cosa stavo diventando. E perché avevo quella specie di “dono”?
Cosa mi stava succedendo?

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Capitolo 2
*** Ciao sono Claire Bennet ***


Ciao sono Claire Bennet

 
Ho scoperto che un dono, un dono che nessun altro ha. So rigenerarmi, non posso morire e soprattutto non  posso avere una vita normale , una vita come tutti gli altri. Mio padre e mia madre erano inconsapevoli di tutto, almeno credo. Ero come quei film in cui c’è l’eroe che salva tutti perché non muore mai. Ecco io sono così.
 Forse i miei genitori biologici sono come me si sanno rigenerare oppure hanno poteri simili. Voglio scoprirlo.
Intanto ero scesa in cucina per fare colazione, ovviamente con i miei adorati waffle. Papà ancora non era tornato era quasi una settimana che non lo vedevo.
-Buongiorno mamma- 
-Buongiorno tesoro- ogni mattina me lo diceva era così dolce.
-Come hai dormito?-
-Un po’ male-  se sapessi cosa mi sta accadendo.
- Dai ora mangia e vedrai che ti sentirai meglio- 
- Grazie mamma-
-E di cosa?-
-Di tutto quello che fai per me-
-Sei o non sei mia figlia?- 
-Oggi non cucinare per me perché vado a pranzo da Elle-  le dovevo raccontare tutto. Tra migliori amiche si fa.
-  Basta che non torni tardi-
-Certo mamma ora vado-
Mamma non sa che dopo che avrò raccontato tutto a Elle andò a provare il mio “dono” cercando di suicidarmi.
Arrivata da Elle ho cercato di non dare nell’occhio.
-Claire- mi abbracciò tanto che quasi mi soffocava.
-Elle … ti devo dire una cosa molto importante- Era arrivato il momento
- Cosa?- era agitata si vedeva.
Non ho fatto in tempo a dire una parola che subito sono scivolata sul pavimento bagnato andando a finire sopra a un tavolino di vetro che con il mio peso si è frantumato in tanti piccoli frammenti. Elle mi credeva morta, anche perché il pavimento si era tinto di rosso, ma quando mi sono rialzata quasi sveniva. Mi era procurata un bel taglio sull’addome. La ferita si rimarginò quasi immediatamente.
-C-Claire come hai fatto?- era senza parole.
-Elle scusa per il tavolino, è ora che ti racconto quello che mi sta accadendo-
Dopo aver raccontato tutto alla mia amica le ho detto che volevo provare questo potere, suicidandomi, ma volevo registrare tutto con una videocamera. Siamo andate in una casa abbandonata molta alta di Odessa lì mi sono buttata dal 5° piano e ne sono uscita in lesa.
-Claire ma è fantastico questo potere- disse Elle
- Ma cosa dici non sono una persona sono diversa da tutti io non posso morire-  Perché proprio io tra tanta gente che c’è nel mondo perché proprio Claire Bennet.
- si ma sei speciale- replicò Elle
- no mi sento diversa, forza  continuiamo-
Quel giorno abbiamo fatto molte prove mi sono pugnalata, mi sono ustionata con l’acqua bollente e  mi sono rotta gambe, braccia e collo buttandomi sotto un autobus. E ogni volta mi ripetevo “sono diversa”.
-Ciao sono Claire Bennet e questo era il tentativo numero 10-
Dieci volte avevo provato ad uccidermi ma niente. Era invincibile, ma non me ne vantavo.
 
Il giorno seguente mi sono alzata per andare a scuola sono scesa come tutti i giorni a fare colazione con i miei waffle e sono andata a scuola. Mi avevano detto che oggi c’erano le audizioni per diventare cheerleader, non avevo mai provato a farlo ma mi era sempre piaciuto. Tra tutte le ragazze che facevano le cheerleader c’era anche Kyle che poi era il capo tra tutte.
-La prossima- disse urlando Kyle
-Eccomi- spavalda andai davanti a Kyle
- ah! Claire vuoi fare anche tu le audizioni per diventare cheerleader? Ahhahah mi fai ridere- 
Si credeva importante ma non lo era.
Senza rispondere ho incominciato a fare ruote, spaccate e via dicendo.
-Mi dispiace ma non ti prendiamo sei scoordinata-
-Kyle smettila ora!- da dietro una voce severa parlò.
Era la preside.
-Kyle Claire è coordinata ed è adattissima a fare la cheerleader quindi è dentro!-
- Ma mamma?!-
Mamma? Non sapevo che la mamma di Kyle era la signora Amstrong.
-Mamma niente! Claire tieni questa è la divisa –
Si sono passato così ti impari Kyle. Così impari a fare l’antipatica.
Sono tre giorni che non vedo Josh da quando è uscito con Eleonor.
Staserà c’è la feste di benvenuto per le nuove cheerleaders sperò di incontrarlo.
Tornata a casa ho visto che papà era tornato
-Papà- ero quasi commossa
-Orsacchiotta-  mi chiamava così da sempre.
-Lo sai che mi hanno preso a fare la cheerleader?-
-Davvero sono contento? Hai visto l’eclissi?- perché mi faceva questa domanda?
- Si era da tanto che non la vedevo-
-Mamma papà ora vado alle festa ci vediamo più tardi-
Sono salita sopra mi sono messa la divisa e sono uscita di casa.
Arrivata alla festa vidi subito Josh, mi indicò di andare con lui siamo andati vicino a un falò. Li ci siamo seduti e mi sono fatta spiegare perché era uscito con Eleonor. Lui mi ha detto che doveva dirgli che amava un'altra ragazza.
E adesso chi era questa?
Avevo le farfalle allo stomaco . Si avvicinò alle mie labbra e le sfiorò.
Ero io quella ragazza.
Ci siamo staccati perché mi sono sentita una pallottola in petto.
Qualcuno mi aveva sparato. Sto per rigenerarmi davanti agli occhi di Josh.
-C-Claire svegliati-  non ho risposto anche se potevo
-Claire! Io ti amo svegliati per favore – mi amava volevo rispondere, baciarlo ma non potevo.
Mi fingevo morta. Finalmente dopo 5 minuti è scappato via. Mi sono alzata mi sono sgranchita le gambe e sono tornata a casa. Ero viva.
Volevo sapere chi mi aveva sparato. Dopo quest’accaduto ho capito che devo confessare tutto ai miei genitori.
Il giorno dopo Josh mi venne a trovare facevo finta di star male.
-Claire come stai?-
-Mi fa male la testa e la ferita- stavo fingendo
-Non sei morta per fortuna-
- Ora io vado ci vediamo domani a scuola- No! Non andare
-Ci vediamo domani-
Mi baciò sulle labbra e andò via. Ero riuscita a conquistarlo.
Lo amavo.


 

 

Ciao a tutti io sono Kekko_    LOL
 Questao è il secondo capitolo della mia storia su claire bennet
spero che vi piaccia e scusate gli errori.
se vi è piaciuto, lo spero, lasciatemi una piccola recensione :D
Grazie di aver letto un bacio :*
KeKKo_

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Capitolo 3
*** L'uomo nero ***


L’uomo nero


 

Mi sono svegliata come al solito di sovra salto sono scesa dopo essermi preparata per andare a scuola. Pensavo all’home coming che si terrà stasera nella nostra scuola. Sono emozionata, ma allo stesso tempo agitata. Era da tanto tempo che aspettavo questo tempo ed ora finalmente è arrivato.
-Buongiorno mamma-
-Buongiorno Tesoro-
-Stasera c’è l’home coming-  stavo parlando mentre mangiavo un waffle
-Era da tanto che aspettavi questo momento e finalmente è arrivato non sei felice?-
-Certo. Ora vado ci vediamo più tardi- 
Questa mattina avevo preso il pullman dopo perché ero stanca. Sono arrivata a scuola con qualche minuto di ritardo, mentre io arrivavo Elle correva vai.
Forse mi stava evitando. Che gli avevo fatto?
-Elle fermati!-
Lo rincorsa per dieci minuti
-Elle per favore    non ce la faccio più-
Finalmente si è fermata. Era strana.
-C-Claire perdonami per favore non è stata colpa mia. Ti prego perdonami- che cosa le dovevo perdonare
-Perché cos’è successo?-
-Il video- 
-Quale video?- avevo capito ma ne volevo essere certa. Stavo quasi per svenire.
-Quel video- ecco lo sapevo.
-Dov’è il video Elle?-
-Stamattina mentre ero sul pullman un uomo mi si è avvicinato con un passa montagna mi ha preso la borsa ha preso il video e se ne è andato. Era venuto solo per quello , anche perché dentro la borsa avevo dei soldi- 
Cosa voleva quell’uomo dal video?
-Elle stai tranquilla. Ora però dobbiamo scoprire assolutamente chi ti ha rubato il video o tutti sapranno del mio segreto-
Sono entrata in classe è ho fatto lezione.
Finita la scuola sono andata in un bar con le mie “amiche ” cheerleaders, mentre parlavamo ho visto dal vetro del bar mio padre. Sono uscita fuori per salutarlo.
-Orsacchiotta- disse
- Papà, che ci fai da queste parti non sei andato a lavoro?-
- Oggi non mi sentivo in forma per andare a lavoro-  non si sentiva in forma  è uscito comunque di casa.
-Oggi c’è l’home coming-
-Giusto- era preoccupato me lo sentivo.
-Che c’è papà?- dissi
-Niente. Vieni a mangiare con me o vai con le tue amiche?-
- Mi dispiace papino ma devo andare con loro dobbiamo organizzarci per stasera-
- Ma io ti devo dire una cosa importante- 
-Cosa?-  cosa voleva dirmi?
-Mi dispiace Orsacchiotta. Ma tu stasera non potrai andare all’home coming-  cosa sta dicendo? Sa che lo aspettavo da tanto tempo
-Ma cosa dici papà? io devo andarci per forza-
-No! Tu non ci andrai perché…-
-Perché?-
Una lacrima mi rigò il viso.
-Perché, io so dei tuoi poteri e sono stato io a rubare a Elle il video-  il cuore mi si era spezzato.
- Tu-Tu io ti odio- 
Si lo avevo detto.
-C-Claire ascolta un uomo che ha dei poteri ma non se ne accontenta vuole i tuoi poteri e io lo devo impedire- mi disse con voce dura
-Papà ti prego non mi succederà niente- continuavo a piangere
-No! basta non si discute ho deciso. Tu stasera resti a casa-
Sono andata via senza neanche salutarlo come poteva essere stato lui a rubare il video a Elle e perché mi doveva impedire di fare una cosa che aspettavo da tutta la vita. Lo odiavo. Non potevo credere a tutto ciò che mi stava facendo. E poi chi era quest’uomo che voleva i miei poteri?
Ma io ci andrò lo stesso all’home coming con o senza il permesso di mio padre.
 
Sono tornata a casa senza avvertire le mie amiche.
Mi sono rinchiusa in camera, senza pranzare, e li ci sono rimasta per ore e ore a riflettere e a piangere. Non volevo vedere nessuno tranne che Josh. Lui si! Era l’unica persona che poteva capire quello che mi stava succedendo. Le ore passavano e ormai era ora di andare all’home coming.
Mi sono infilata la divisa e mi sono calata dalla finestra. Giù mi aspettava la mamma di Elle che era inconsapevole del fatto che ero in punizione.
Arrivata all’home coming io e Elle ci siamo separate. Sono andata in bagno per finirmi di preparare. Nel corridoio incontrai un uomo giovane con i capelli lunghi e gli occhi marroni.
 
-Ciao- mi disse
-Ciao-
-Piacere Peter petrelli- che nome strano
- Piacere Claire Bennet-  ma cosa voleva da me?
-Conosci ragazza- indicò la foto di Kyle
-Si purtroppo!- ma cosa voleva da lei?
-Grazie mille ora vado-
-Prego- 
Mah che strano.
Sono arrivata in bagno li ho visto Kyle che si stava cambiando io ho incominciato a prepararmi, ad un certo ho visto Kyle venire scaraventata su un armadietto come se colpita da una botta di vento enorme. Io mi nascosi per la paura, vidi un uomo vestito di nero avvicinarsi a lei e allungare un dito. E con quel solo dito scoperchiare il cranio di Kyle. Il sangue mi schizzò tutto addosso. Non sono riuscita a trattenere un grido l’uomo con quel suo dito “magico” mi fece un taglio sulle braccia e sulla pancia. Ma le  ferite si sono subito rimarginate. Sono corsa verso le scale li ho incontrato di nuovo Peter.
-Aiuto! Aiuto!- urlai mentre correvo
-Claire- urlò Peter
Sono riuscita ad arrivare sul tetto ma li non avevo via di scampo. L’uomo nero si scaraventò contro di me ma Peter lo fermò e tutti e due caddero giù per poi finire sul marciapiede della strada. Sembravano morti ma alla fine l’uomo nero si alzò e corse via. Mentre Peter si alzò dopo cinque minuti. Era illeso aveva lo stesso mio potere.
Ma cosa voleva quell’uomo? Forse era l’uomo che mio padre mi avevo descritto? L’uomo che voleva il mio potere e allora perché aveva ucciso Kyle?
A tutte queste domande non avevo risposta. Aveva ragione papà non dovevo venire all’home coming.
Sono scesa giù per vedere come stava Peter lì c’era anche mio padre che nel frattempo era arrivato. Mi sono scusata sia con Peter che con mio padre. E siamo tornati a casa, ero tinta di sangue di Kyle. L’avevo sempre voluta morta ma non sul serio. Ora che lo era mi mancava.
Dovevo assolutamente sfuggire all’uomo nero. 

ciao belli ecco a voi il terzo capitolo :D
spero che vi piaccia e scusate gli errori.
se vi piace lasciatemi una piccola recensione.
un bacio :*
kekko_

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Capitolo 4
*** L'impresa ***


L’impresa

Durante questi giorni riflettevo a cosa era successo all’home coming. Non riuscivo a capire come mio padre sapeva di quel’uomo. Mi nascondeva qualcosa forse?
Mi sono svegliata e ho sentito mia madre e mio padre gridare. Era da tanto che non mi svegliavo con le loro urla. Cercavo di capire qualcosa ma niente. Mi sono vestita e sono scesa giù, mia madre era andata via e mio padre stava facendo colazione. Mi sono seduta insieme a lui, non abbiamo parlato sicuramente era ancora arrabbiato.
-perché ci sei andata- mi disse mentre uscivo
-Dovevo-
-Hai visto cosa è successo potevi esserci tu al posto di Kyle- aveva ragione da una parte.
-Ora vado è tardi ne parliamo quando torno- non mi diede importanza.
Sono andata a scuola. Arrivata ho visto Elle ,stranamente non mi aveva aspetto.
-Elle fermati-
Non si fermò la prima volta ma dopo dieci volte che l’avevo chiamata si è girata.
-Parli con me? Ci conosciamo?- voleva scherzare
-Dai, smettila andiamo in classe-  mentre le parlavo le ho preso la mano
-Lasciami, io non ti conosco-
-Basta Elle! Non ho voglia di scherzare-
- Scusa ma tu chi sei? E cosa vuoi da me?- era seria
Stavo per scoppiare in lacrime.
-Ma perché non mi riconosci? Sono Claire- 
-No! non conosco nessuna Claire. Ora vado non posso perdere tempo con te ho lezione-
-No fermati!- non mi diede retta.
Sono scoppiata in lacrima non uscivo a capire perché Elle, la mia migliore amica, non riusciva a riconoscermi. Cosa le era successo?
Stavo male così ho deciso di tornare a casa.
-Papà-
-Orsacchiotta. Cosa ci fai qui?-
-Elle non mi riconosce, non si ricorda chi sono. Sto malissimo, ho perso la mia migliore amica-
-Ma cosa dici Orsacchiotta? Ne potrai avere tante altre- era strano
-No, non come lei!-
Mentre io e papà parlavamo è arrivata la mamma.
-Claire perché non sei andata a scuola? E perché piangi?-
-Elle non mi riconosce-
-Ma chi è Elle tesoro?-
-Elle Tomlinson, la mia migliore amica-
Non ricordava Elle.
-Io non conosco nessuna Elle-
-Mamma che ti è successo? Anche tu non ricordi, papà che sta succedendo?-
Papà mi guardò e mi porto in camera.
-Cosa sta succedendo alla mamma- dissi
-Niente. Ha un po’ di mal di testa- mentiva
-Papà cosa mi stai nascondendo?-
-Niente Orsacchiotta-
-Papà smettila! Ti conosco mi stai mentendo-
-Claire vai in camera tua!- mi disse con tono severo
Stava succedendo qualcosa di grave alle persone che mi stavano accanto. Forse la causa di tutto erano i miei poteri. Ma perché mio padre ricordava tutto?
Mentre riflettevo qualcuno alle mie spalle mi mise una mano sulla bocca.
-Claire sono qui per aiutarti-
Mi tolse la mano.
-Chi sei?- dissi a bassa voce
- Sono l’haitiano! E sono qui per aiutarti-
-Aiutarmi?-
-Si. Tuo padre mi ha mandato da te per cancellarti la memoria. E questo il mio potere-
Ecco chi era stato quel traditore di mio padre.
-E tu come fai a conoscerlo?-
-lavoro con lui-
-Anche tu lavori all’industria PrimaTech?-
-Si magari fosse un industria. È tutta una farsa. In realtà si chiama  impresa, ed è composta da uomini che vogliono catturare tutte le persone che hanno i poteri, ma alcune le ingaggiano con loro per farsi aiutare. Io sono uno di questi ma ora sono stanco voglio che tu sappia tutta la verità-
Ero incredula. Ecco come mio padre conosceva l’uomo nero.
-E perché mio padre mi ha nascosto tutto?-
-Perché voleva cancellarti la memoria in modo che tu non potevi ricordarti dei poteri-
-E perché non dovrei sapere dei poteri-
-Perché l’impresa altrimenti ti catturerà. Ora vado, ascoltami bene tu devi fare finta di non sapere nulla di ciò che ti ho detto. Devi far finta di aver perso la memoria-
Se andò. Non volevo mentire a mio padre ma lui con me lo aveva fatto.
Sono scesa per cena. Mio padre mi assaliva di domande ma io facevo finta di non saperle. Non potevo durare a lungo se ne  sarebbe accorto.
Il giorno dopo non sono andata a scuola facendo finta di star male. I miei erano andati via e io sono sgattaiolata nell’ufficio di mio padre e mi sono messa davanti al suo computer. Volevo scoprire qualcosa.
Ho aperto alcuni file che parlavano di uomini che avevano dei poteri tra questi c’era anche il signore ch ami aveva salvato all’home coming. Peter petrelli lui aveva il potere di assorbire, attraverso il contatto delle mani, i poteri delle altre persone.
Scorrendo ancora ho visto l’immagine dell’uomo nero, che in realtà si chiamava Sylar o meglio Gabriel Gray.
Mentre stavo leggendo i file ho sentito aprire la porta d’ingresso era mio padre. Ho chiuso il computer e sono andata in cucina.
-Orsacchiotta, Che ci facevi nel mio ufficio?-
-Stavo facendo una ricerca-
Non mi credeva lo sapevo ma ho fatto finta di niente e sono salita sopra.
Passarono tre giorni e io costantemente mentivo, Elle ancora non mi parlava e mia madre sembrava quasi non conoscermi più. Avevo deciso di riferirle tutto.
La sera sono scesa per cena mio padre era strano. Mia madre sembrava un robot.
Mi sono alzata dalla sedia e sono andata verso mia madre ho preso un coltello e mi sono tagliata sul polso. Mamma era incredula vedendo la mia mano rigenerarsi.
Mio padre si alzò di scatto.
-Claire smettila-
-Che c’è papà sto mostrando a mamma il mio potere-
-Claire ti metterai in pericolo-
-In pericolo, no io posso rigenerarmi-
-Claire non prendermi in giro-
- E allora perché tu prendi in giro noi dicendoci che lavori in un industria della carta mentre lavori nella cosiddetta “impresa” e che ogni giorno te ne vai in giro a catturare tutte le persone come me. Quanta gente avrai ucciso fino ad ora?-
-Noah è la verità- disse mia madre scioccata
Mio padre si è diretto verso la finestra ha attaccato un sonaglio ed è tornato in cucina.
-Claire smettila ora! è vero ti ho mentito, ma ti volevo prottegere-
Mentre stavamo parlando ho visto entrare dalla porta l’haitiano.
Mio padre è corso verso di me mi ha preso in braccio e mi ha portato in camera.
Da lì ho visto L’haitiano posare sulla fronte di mia madre la sua mano e fare forza per poi toglierla .
Mia madre intanto era finita a terra sfinita.
 Le aveva tolto la memoria. E sicuramente non era la prima volta.


Ciao Belli ecco a voi il quarto capitolo della storia.
spero che vi piaccia come al solito scusate gli errori e se vi va dopo 
aver letto mi lasciate una piccola recensione.
un bacio :*
kekko_

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Capitolo 5
*** Mia madre ***


Mia madre
heroes

Avevo scoperto chi era realmente mio padre, un bugiardo. Mi aveva mentito su tutto ma una cosa volevo sapere più di tutte le altre cose.
Chi è la mia madre biologica.
Sono salita in camera dopo che ero scesa per colazione, ho attaccato alla finestra un sonaglio e l’haitiano dopo un po’ si è presentato davanti a me.
-Ciao Claire-
-Sei arrivato finalmente-
-Cosa mi devi dire?-
-Tu lavori con mio padre no?-
-Si-   era preoccupato
-Allora sai tutto su di me-
-Si so molte cose perché?-
-Voglio sapere chi sono i miei veri genitori-
-Claire qui non posso, c’è tuo padre di sotto-
-Andiamo-
-Dove?- mi disse
Siamo arrivati in un vecchio porto.
-Raccontami dai!-
-Bè…Io tua madre la conosco ma tuo padre no-
  -Allora non sono morti come mi ha fatto credere mio padre-
-No! tua madre si chiama Meredith Gordon-
-Sai dove vive?-
-Si- mentre rispondeva cacciò dalla tasca una mappa e mi indicò il luogo.
Sapevo dove era. Avevo deciso di andarci, inventando una scusa.
Dopo aver chiarito con l’haitiano sono tornata a casa.
-Dove sei stata Orsacchiotta?-
-Sono andata a comprare i biglietti per l’Acquapark-
-Acquapark?-  che bella scusa
-Si è da tanto che non ci vado-
-Ok-
Sono andata di sopra, dopo aver mangiato, mi sono messa su internet e ho cercato mia madre. Mentre cercavo mi è apparso sullo schermo un pagina di un giornale con il titolo “Muore la piccola Claire…”
Ero io, ma nessuno sapevo che ero sopravvissuta. Anche mia madre doveva essere morta dopo quell’incendio, forse però anche lei aveva dei poteri come me.
Sono andata a dormire tardi perché stavo cercando informazioni su mia madre e perché l’avevo avvertita che domani sarei andata a conoscerla.
Mi sono alzata presto mi sono preparata e sono scesa giù per colazione, dopo sono andata sopra e ho fatto con il computer dei biglietti finti, ma sembravano veri.
Sono partita da casa con il pullman sono arrivata in un luogo molto caldo strano dove c’erano tutte roulette.
Mia madre non poteva vivere qui.
Invece si sono andata a bussare alla sua porta. Mi aprì una signora bella con gli occhi azzurri e capelli biondi come i miei.
-Ciao Claire finalmente ci conosciamo-
-Ciao mamma-  ero emozionata
-Vieni entra pure-
Sono entrata la casa non era male.
Mia madre mi raccontò dell’incendio
-Come hai fatto a sopravvivere?-  mi chiese
-Guarda-  mentre parlavo mi sono fatta un taglio sul polso che subito si è rigenerato
-Claire devi sapere qualcosa-
Dalla sua mani uscì una fiamma rossa e calda. Anche lei era come me.
-Anche tu mamma-
-Ecco come siamo sopravissute figlia mia-
Mi sono messa a raccontare tutto ciò che mio padre mi aveva fatto e tutte le volte che la mia mamma adottiva mi proteggeva.
-Mamma-
-Si Claire-
-Mio padre chi è?-
-Tuo padre figlia mia è un uomo che ho conosciuto al liceo molto carino e dolce. Ma dopo la tua nascita non si è fatto più sentire. Il suo nome è Nathan Petrelli-
-Nathan Petrelli? Io ho conosciuto un uomo di nome Peter Petrelli-
-Si Peter lui si che è bravo, lui è tuo zio-
-Che lavoro fa mio padre?-
-Lui è un politico-                                        
Abbiamo parlato per molto tempo.
-Mamma ora vado si è fatto tardi-
-Prima di andartene prendi questo-
Mi legò intorno al collo una collana verde.
-Mamma non dovevi-
-Si invece amore mi devo far perdonare-
-Grazie mamma ti voglio bene-
-Anch’io te ne voglio-
Me ne sono tornata a casa.
Arrivata c’era mio padre con i biglietti dell’Acquapark in mano.
Oh no! i biglietti li avevo dimenticati a casa.
-Dove sei andata Claire?- mi disse con voce severa
-All’acquapark- facevo finta di nulla
-E questi? Sono finti si vede-
-Papà in realtà sono andata a conoscere la mia madre biologica-
-Ora vai in camera tua-
Non aveva voglia di parlare e neanche io ne avevo.
Ma perché non voleva che io conoscessi mia madre?
Ma ormai la conosceva e si è presentata come una donna molto dolce e gentile.
Era da tanto che aspettavo questo momento.

ciao belli :3 
ecco finalmente a voi il 5° capitolo della 
storia spero che vi piaccia, come al solito
scusate gli errori e se vi va a fine lettura
lasciatemi una piccola recensione 
un bacio :*
kekko_

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Capitolo 6
*** Il Burattinaio ***


Il Burattinaio

 

ormai vedevo la mia mamma adottiva quasi tutti i giorni e la cosa mi faceva piacere perché ormai eravamo molto legate. Qualche giorno fa mio padre mi aveva detto di stare in casa perché dalla PrimaTech erano fuggiti dei pericolosi criminali con dei poteri altrettanto pericolosi.
Ovviamente non l’ho ascoltato ed io e mia madre abbiamo deciso di catturarli tutti.
Sono passati tre giorni da quando non vedo mia madre, dopo che mi aveva detto che si sarebbe occupata del burattinaio un criminale che lei, non so come, conosceva.
Il suo vero nome era Erik Doyle e aveva il potere di far muovere la gente a suo piacimento come dei burattini.
Ho deciso di andare al teatro dei burattini dove il burattinaio viveva.
-Vengo anche io con te- mi disse mia madre
-No, mamma è pericoloso-
-Appunto, come dice tuo padre uno di loro e uno di noi-
-Ok vieni con me-
Siamo arrivate davanti a questo edificio enorme io sono passata dal retro mentre mia madre dalla biglietteria.
Entrata ho visto sul palco mia madre che era immobile. Sono andata verso di lei ho cercato di farla muovere ma niente non si muoveva.
Ad un certo punto non riuscivo più a controllare i miei poteri era lui.
Si è avvicinato lentamente verso di me portandosi appresso la mia mamma adottiva.
Ci ha fatto sedere, a tutte e tre, su un tavolo rotondo. Ha messo in mezzo a noi una pistola.
Con la mia mano involontariamente l’ho fatta girare, si è fermata su mia madre Meredith.
-Spara- disse
-No!-
-Spara è un ordine-
-No fermo-
Ho sparato ma non c’erano colpi, per fortuna.
il burattinaio si è girato verso la mia mamma adottiva e le ha fatto girare la pistola.
Si è fermata su di me.
-Spara-
-No! non voglio!-
-Spara mamma, fai come ti dice- dissi
Sparò tre colpi. L’uomo si girò verso le mie due mamme. Mi sono alzata di scatto ho preso una sedia e l’ho sbattuta contro la testa di Erik.
Abbiamo chiamato mio padre che è venuto a prendere il burattinaio.
Ero riuscita a catturare il burattinaio e a salvare mia madre.
Ero fiera di me stessa

Ciao belli :3
ecco a voi il 6° capitolo della storia
so che è molto corto ma è solo di passaggio :D
scusate gli errori e dopo la lettura se vi va mi lasciate una piccola recensione.
un bacio :*
kekko_

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Capitolo 7
*** Due anni Dopo... ***


Due Anni dopo…

Ormai erano passati due da quando avevo scoperto il mio potere. Qualche mese fa era morta mia madre Meredith a casa di un incendio causata da lei stessa alla PrimaTech.
Sylar aveva cercato di uccidere tutti quelli come noi ma alla fine si è arreso. Peter Petrelli e mio padre Nathan hanno salvato il mondo da una grande esplosione e infine è nata una nuova impresa che vuole donare i poteri alle persone normali, attraverso un prodotto chimico, che si chiama  Pinehearst condotta da mio nonno Arthur Petrelli. Ma il suo piano è andato fallito grazie  ai suoi figli e a Sylar che lo ha ucciso con un colpo in testa.
Ora io vado al college in un altro paese, lì ho conosciuto una ragazza davvero speciale Gretchen che è diventata la mia migliore amica, oltre che compagna di stanza. Lei sapeva tutto di me anche il mio segreto. L’ho conosciuta quando, arrivata al college, ho conosciuta la mia ex compagna di stanza che poi, per motivi molto misteriosi, si è suicidata.
La cosa però non mi è tanto chiara.
-Buongiorno Claire, oggi tu e Gretchen dovete affrontare la prova d’iniziazione per far parte della confraternita-
Si stavo cercando di entrare in una Confraternita quella che, guarda caso, mia madre frequentava al college.
-Si dove si terrà?-
-In un vecchio magazzino qui vicino ci vediamo alle 15:00 non fate tardi- disse
-Certo. A tra poco-
Gretchen intanto era a lezione. Quando è tornata lo ha avvisata sul da farsi e ci siamo preparate. Mentre lei era a fare la doccia ho sbirciato un po’ il suo computer e ho visto che è pieno di foto mie personali. La cosa mi ha insospettito ma non ci ho fatto caso.
Siamo uscite dalla stanza e ci siamo dirette in questo magazzino sperduto.
Lì abbiamo incontrato anche Tiffany e Kimberly che stavano cercando, anche loro, di entrare a far parte della confraternita.
-Allora ragazze oggi dovete affrontare questa dura prova, cercate il tesoro e la prima coppia che lo trova entrare immediatamente a far parte della confraternita-
Siamo partite il luogo era buio e sporco.  Il pavimento era pieno di fango ed era coperto di tanti piccoli topi morti. La puzza era insopportabile, ma avrei fatto di tutto per la confraternita.
Siamo arrivate davanti a un gancio elettrico, li c’era attaccato un biglietto con scritto “ATTENTA”
Cosa voleva significare?
Non abbiamo fatto in tempo a riflettere che il gancio si è scaraventato Dritto verso Gretchen che ha fatto in tempo però a spostarsi.
-Gretchen come stai?- dissi preoccupata
-Bene stai tranquilla-
-Potevi morire non posso stare tranquilla- era diventata rossa in viso.
-Claire qui c’è qualcuno che vuole farmi del male-                                                                 
Mi sono girata e ho visto delle orme di scarpa, ma che non appartenevano a noi.
Qualcuno ci stava seguendo e non potevano essere Kimberly e Tiffany.
Andando avanti ho notato che Gretchen si era distaccata da me mi sono voltata e ho visto che una cinghia la stava soffocando. Sono andata verso di lei ho lanciato un calcio vicino a dove c’era la cinghia e davanti a me si è materializzata la figura di Katrine il capo della confraternita. Era lei che ci seguiva e aveva anche dei poteri poteva diventare invisibile.
Mi ha dato una spinta e sono andata a finire conficcata in un paletto di ferro. Dalla porta sono entrate anche Kimberly e Tiffany che sono rimaste scioccate dalla scena.
-Gretchen tutto ok?-
-Si Claire mi fa male solo il collo-
-Vieni andiamo fuori-
-Si andiamo-
Il giorno dopo è arrivato al college mio padre.
-Ho cancellato la memoria a loro due-
-Perfetto grazie papà-
Sono entrata in stanza lì c’era Gretchen che piangeva sono andata verso di lei.
-Ehi come stai?-
-Male qualcuno mi odia e vuole uccidermi-
-Tranquilla ci sono io a proteggerti-
-Si. Grazie Claire sei una vera amica-
-Anche tu lo sei- ero emozionata
-Claire ti devo dire una cosa-
-Dimmi-
Era diventata rossa in viso.
-Io-Io sono innamorata di te-
Cosa?
-G-Gretchen cosa dici-
Non ho fatto in tempo a finire la frase che mi baciò.
-Io ti amo Claire-
Lei mi amava ecco perché tutte quelle foto.
ed io, io la amavo?

Ciao Belli :3 
ecco a voi l'ultimo capitolo della storia
spero che vi piaccia lascio alla vostra 
immaginazione finire la storia :DD
scusate come al solito gli errori e 
se vi va dopo la lettura mi lasciate 
una piccola recensione.
una grandissimo bacio :**
Kekko_

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