Una su un milione

di Sbren
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incontro sull'autobus ***
Capitolo 2: *** Una serata tranquilla per Evan ***
Capitolo 3: *** Kelly e Will - problemi differenti con i genitori ***
Capitolo 4: *** Un nuovo bacio. ***
Capitolo 5: *** Una breve passeggiata con Key ***



Capitolo 1
*** L'incontro sull'autobus ***


[Capitolo 1]
Continuava a fissare l’orologio contando i secondi. Odiava quando l’autobus era il ritardo e quel giorno erano già passati tre minuti in più rispetto al solito, il che la irritava incredibilmente. Le auto sfrecciavano davanti ai suoi occhi mentre sperava che il prossimo veicolo a svoltare e a fare capolino dall’immensa curva in fondo alla strada fosse il suo bus.
-Scusa, è già passato il 23?- chiese un ragazzo moro e con il fiatone tra una pausa e l’altra per prendere fiato.
-No, è in ritardo.- cercò di sorridere Kelly, ma non riuscì a nascondere la sua inquietudine.
-Vai di fretta?- continuò il ragazzo, cercando di attaccare bottone.
-No, perché?- tentava di non essere scortese lei.
-Mi sembri un po’ agitata.- sorrise il ragazzo.
Lei lo squadrò dalla testa ai piedi con una buffa espressione interrogativa. E senza dare una risposta, chiese a sua volta -E tu sei di fretta?-
-No, avevo solo paura di averlo perso.- non smise di sorridere il moro, tanto che Kelly si chiese cosa avesse da essere così felice, ma decise di lasciar stare. A questo punto si voltò di nuovo a guardare il curvone e finalmente avvistò il tanto atteso autobus. Mentre quest’ultimo si avvicinava a gran velocità, lei fece segno con la mano. I ragazzi salirono e dopo che le porte si richiusero prontamente dietro di loro, Kelly trovò un posto vuoto accanto al finestrino.
Il sole non era troppo forte ma si stava bene a maniche corte. La gente parlava al telefono distrattamente ed i bambini urlavano senza un motivo ben preciso, mentre gli anziani li osservavano e ricordavano (o almeno ci provavano) la loro infanzia.
Lei era incantata a guardare tutto ciò che scorreva sotto i suoi occhi, pensando che una volta non le importava niente di quel tutto poiché per lei c’era solo una cosa di cui le importasse davvero, peccato che non fu mai veramente sua.
Intanto lui la rimirava senza che lei se ne accorgesse. Riusciva a scorgere gli occhi timidi della ragazza nascosti dietro il folto ciuffo di capelli che copriva metà del suo viso. Le sue mani erano poggiate sui jeans blu stranamente non strappati, quindi in controtendenza alla moda giovanile del momento. Truccata non troppo, niente smalto, niente collane, niente orecchini, niente bracciali. Dopo essersi infilata le cuffie dell’iPod touch, aveva iniziato a battere il piede destro a tempo. Indossava delle Nike bianche con il simbolo viola apparentemente nuove poiché erano pulitissime. Solo un esperto come Evan poteva notare l’usura provocata dai jeans sul bordo superiore delle scarpe. Kelly dopo poco si girò di scatto e assunse un’espressione spaventata visto che non si era accorta della vicinanza del ragazzo. Così, togliendosi le cuffiette, gli chiese -Come ti chiami?-
-Evan.-
-Ok Evan. Che vuoi da me?-
-Oh, niente. Anzi… come ti chiami?-
-Kelly.-
-Ok Kelly. Sei un tipo strano.- sorrise di nuovo il moro.
La ragazza, senza emettere un fil di fiato, si limitò a fare spallucce lasciando ad intendere che per lei la conversazione sarebbe potuta concludersi anche lì. Ma il ragazzo non demordeva –Quanti anni hai?- aggiunse dopo poco.
-Abbastanza per prendere un autobus da sola.-
-Ah, io sedici.- disse lui, facendo finta di non aver colto la voluta acidità di Kelly. Lei si voltò nuovamente verso di lui e, scostandosi un ciuffo di capelli ribelle, inclinò la testa da un lato, come per osservarlo da sotto tutti i punti di vista. Decisamente gli avrebbe dato qualche anno di più.
-Tutto okay?- chiese Evan mentre si scansava per far passare una signora che non si degnò neanche di chiedere ‘permesso’ e di ringraziare.
-Sì.-
-Dove scendi?- Evan si ripromise che se a quella domanda la ragazza avesse risposto seccamente, non le avrebbe chiesto più niente. Sarebbe stato fiato sprecato.
-Alla prossima.- risponde lei, mentre raccoglie il suo zaino ed infila l’iPod in tasca per poi chiudere la cerniera.
-Allora ciao.- si scansa lasciandole lo spazio per andare verso l’enorme portiera.
-Ciao Evan- rispose lei con un piccolo sorriso accompagnato da un gesto della mano aperta.
Come avrebbe dovuto interpretare quell’improvvisa dolcezza affiorata all’improvviso dopo una discussione fredda e asettica?
Ma una cosa che non era da chiedersi e che sapevano per certo entrambi è che non sarebbe finito tutto lì.

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Angolo autrice
 
Buon quellocheèmentrestateleggendo :)
E' la prima storia che pubblico (ma ne ho scritte altre) e spero che vi piaccia. Vi chiedo un piccolo favore... Recensite? A voi non costa nulla mentre per me, nel bene o nel male, è importante.
Spero che continuiate a seguire la mia storia e che man mano vi appassionerete ai personaggi :)
Grazie C:
-Sbren




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Capitolo 2
*** Una serata tranquilla per Evan ***


Capitolo 2

Mentre chattava con Will, a Evan tornò in mente la ragazza di due settimane prima. Certe volte aveva l’impressione di sentire ancora il suo profumo addosso. Certe volte si sfiorava la mano con cui l’aveva accidentalmente toccata mentre saliva sul bus. Certe volte ripensava alla loro discussione e certe volte gli veniva quasi voglia di scriverla per non dimenticare mai ogni piccolo dettaglio che lo aveva sconvolto. Certe volte gli era saltato in mente di cercarla su facebook, ma ‘Kelly’ come indizio non bastava o probabilmente era l’abbreviazione di un nome più complesso, il fatto è che non riusciva proprio a capire quale. Certe volte pensava che stesse sbagliando tutto, a partire dall’aver cercato una qualche sorta di confidenza.
-Devo andare, mia mamma dice che devo aiutarla.- scrive Will.
-Da quando fai i servizietti di casa?- lo stuzzica Evan.
-Da quando ho ospiti a cena.-
-Nonnina?-
-Una cugina mai vista, ma l’ho cercata su facebook ed è più che scopabile. Peccato che sia mia cugina.-
-Sei il solito maniaco.-
-Cerca Kelly Parker. Poi giudica tu.-
“Kelly. Kelly Parker. Kelly??” pensò Evan, affrettandosi a digitare il nome sulla barra di ricerca del social network. Quel nome, ripetuto nella sua mente, gli appariva come un concetto reale, concreto, che avrebbe potuto scatenare in lui una reazione forte, nuova, come un’esplosione di qualcosa dentro di sé che non sapeva neanche di avere. E fu così che, senza pensarci due volte, trovata la ragazza, la aggiunse ai suoi amici aspettandosi che da un momento all’altro avrebbe accettato. Intanto ammirava l’immagine del profilo della ragazza nella quale compariva una figura formosa, senza un etto di troppo ma con le curve al posto giusto, avvolta in un vestitino giovanile con piccoli fiori ed un paio di tacchi neri davvero alti. I capelli lunghi le incorniciano un volto un po’ tondo da cui spiccano due occhi neri vivaci e misteriosi, ma Evan non poté fare a meno di notare le voluminose labbra rosso valentino sulla quale si soffermò qualche secondo in più, pensando a come avrebbe voluto… lasciamo stare.
-Hai visto che tette?- messaggio di Will.
-Sei il solito maniaco, lo ribadisco.-
-Non fare il gay.-
-Tu sei gay.-
-Tu sei gay.-
-Non è un’offesa essere gay. Ma è una parola che non mi descrive.-
-Come ti pare NERD (questa ti descrive?). Devo andare. Tieni il telefono accanto a te. Ti Faccio sapere ahahahah ciao stronzo.-
-Ciao stronzo.-
La classica chiacchierata tra due amici di infanzia che sono come fratelli. Che termina con l’immancabile offesa.
Attese ancora cinque minuti che Kelly rispondesse alla sua richiesta, ma, guidato dalla ragione e mettendo da parte il cuore, decise di stendersi un po’ sul letto. “Riposare due secondi gli occhi non può che farmi bene” pensò ed abbracciò il suo cuscino stringendolo come un ragazzina che si è appena lasciata con l’amore settimanale della sua vita.
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La vibrazione di qualcosa sotto il proprio sedere, fece svegliare Evan di soprassalto. Inarcando un po’ la schiena e toccando con la mano sinistra alla ceca, afferrò il telefonino e stringendo gli occhi cercando di mettere a fuoco ciò che vedeva, si rese conto che aveva passato troppo tempo, rispetto a quel che poteva permettersi, nel suo letto. Così mise prima un piede giù, poi l’altro e aiutandosi con le mani si mise seduto. Si massaggiò il collo e si alzò aggiustandosi i vestiti oramai stropicciati, prese nuovamente il telefonino in mano e si avviò verso la cucina a piedi scalzi.
-Alla buon ora.- esordì sua madre.
-Avete già mangiato?- rispose lui parlando dell’unica cosa che in quel momento gli importasse.
-No. Io ho una cena con le mie amiche, tua sorella è a casa della nuova amica, quella che si è trasferita da poco, e papà ha il turno di notte. Se vuoi c’è la lasagna di mezzogiorno nel frigo. Ti voglio bene. Se ti cucini da solo stai attento al gas. Poi spegni la lavatrice. Appena esco chiuditi dentro con tre giri nella serratura e poi metti la chiave al contrario. Non dimenticarti di spegnere la lavatrice tra… esattamente ventitré minuti. Quando avrà finito la lavatrice, a stendere i panni ci penserò poi io, carica la lavastoviglie e accendila. Non combinare danni e non aprire a nessuno.- lo minacciò quasi puntando l’indice della mano destra verso il volto del figlio.
-Okay.- sbuffa Evan.
E prima di andarsene chiudendo la porta dietro di sé, la mamma emettè la sua ultima amorevole sentenza – Ti voglio bene.-
-Lo hai già detto.- ribatte disinteressato – Anche io.- accennò ad un piccolo sorriso –Ciao.- le chiuse la porta per poi girare la chiave come gli era stato ordinato.
Tornò in cucina e per l’ennesima volta afferrò il suo cellulare in mano. Un numero abbastanza grande che non aveva neanche voglia di leggere di messaggi. Si stiracchiò un pochino e incominciò a leggere.
-Mmh… Will… Will… Will… Will… Wind… Will… Will… Will… Will… Will… Will… Fratello di Will, quindi Will… Will… Will… Mia sorella… Will… Will… Will…- e andò avanti così ancora per un bel po’. Poi arrivò un altro messaggio: “So che non ti ricordi già più tutto quello che ti ho detto, quindi ti ho lasciato la lista scritta su un post-it attaccato alla lavatrice. Baci, Mamma.”
Bene.
Dopo decise di rispondere alla sorella, nonostante arrivassero messaggi a raffica di Will.
Lei “Ho scoperto che non mi piace il cinese. Lasciami qualcosa (qualunque cosa) pronta di commestibile nel frigo. Grazie <3 Jenna.”
“Ahahahah che è successo? Va bene. A dopo. Evan (:”
Ed infine… Will.
“Ti ho cercato alle 20.00” “Ti ho cercato alle 20.01…” “Ti ho cercato alle 20.02…” “Ti ho cercato alle 20.03…” “Oh rispondimi! Will.” “Ti ho cercato alle 20.10…” “Ti ho cercato alle 20.15…” “Tra un quarto d’ora arriva. Camicia bianca o nera? Will.” “Sono più sexy con quella nera. Will.” “No, sono sexy sempre. Will.” “Ti ho cercato alle 20.24…” “Ti ho cercato alle 20.29…” “E’ arrivata! Will.” “E’ simpatica (: Will.” “Non è fidanzata xD Will.” “Meno male che ti avevo detto di tenere il telefono vicino” “Non è oca. Will” “Credo che ti rimpiazzerò definitivamente con lei. Lei mi risponde ed è certamente di bella presenza. Will” “Oh che cazzo, mi rispondi? Will” “Ti ho cercato alle 22.39…”
“Ehm… scusa. Mi ero addormentato. Allora, come sta andando la serata? Evan (:”
La risposta arrivò immediatamente “Che coglione. Comunque bene. Mi ha dato il suo numero! O meglio gliel’ho chiesto. Peccato che sia mia cugina T.T Will.”
“Meno male che non è MIA cugina :P Evan”
“Io ti strappo tutti i capelli e poi li utilizzo per farci una bambola voodoo se ci provi. Will”
“O la donna o Battalfield 3. Decidi tu. Evan”
“Io non ti devo niente. Will.”
“Tu mi devi la vita. Evan”
“Scusa mamma. Non volevo ): Will”
“Vado a mangiare va xD A dopo. Evan (:”
“Okay. Will.”
Così aprì il frigo e prese tre uova e dopo averle rotte in una scodella, le sbattè per bene con un po’ di sale e tutto ciò di cui aveva bisogno. Versò il tutto nella padella e attese il tempo di cottura. Ogni tanto gli piaceva cucinare quando era solo, anche cose un po’ più complesse. Quando fu tutto pronto si sedette a tavola per gustare il frutto del suo lavoro e una volta finito, fregandosene altamente della lista della madre, si sdraiò di nuovo sul letto e attese un messaggio di Will, ma essendo impaziente, poco dopo gli scrisse “Che mi dici? Evan (:”
“Se ne stanno andando u.u je vais a lu lett. Will.”
“Quello sarebbe francese nella tua mente contorta è perversa? Evan.”
“Oh Yes (fumo un po’ e dopo gioco a PES) Will.
“Odio quella canzone. Evan.”
“Io no. Notte stronzo. Will”
“Notte coglione. Evan”
Così Evan si girò su un fiancò e si addormentò cullato dal silenzio di quella sera.
 
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Angolo Autrice
Buon quellocheèmentrestateleggendo :)
Ho continuato la storia oggi sperando che qualcuno recensisca (please!). Siamo davvero ancora agli inizi e piano piano scoprirete sempre più aspetti riguardo al carattere dei personaggi.
Fatemi sapere che ne pensate!
-Sbren

 

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Capitolo 3
*** Kelly e Will - problemi differenti con i genitori ***


Capitolo 3

Kelly si tolse le scarpe e si buttò sul letto. Probabilmente se sua mamma avesse scoperto che aveva acceso il computer a quell’ora della notte, glielo avrebbe sequestrato per settimane. Ma a lei non è mai piaciuto stare alle regole degli altri. “Hai una testa? Usala.” Era quello che le diceva sempre suo padre prima di trovarsi a lottare contro il cancro che nove mesi prima glielo portò via. Le mancava terribilmente e sentiva gli occhi umidi ogni volta che pensava a lui. L’unico l’uomo che l’avesse mai fatta sentire davvero speciale e che le cantava sempre quella canzone che non scorderà mai…
 
“Accettami così
Ti prego non guardare.
Nella mia testa
C’è un mondo da ignorare.
Voglio che tu sia
Mia complice discreta.
Accettami e sarai la mia bambola di seta.”
 

Ed una prima lacrima rigò il suo volto ancora truccato.
 
Non ho detto mai
Di essere perfetto.
Se vuoi ti aiuto io
A scoprire ogni mio difetto.
Se ne trovi di più
Ancora mi sta bene.
Basta che restiamo ancora così insieme.”
 

E lei non aveva più l’opportunità di stringerlo a sé e di cucinare insieme a lui.
 
Amo amo
Il sugo sulla pasta:
finché non è finito non saprò mai dire basta.”

 
La cosa che più amavano cucinare e mangiare, il loro piatto preferito: la pasta con il sugo. La facevano la domenica di solito, poiché per loro era giorno di festa in quanto avevano tutta la giornata per stare in famiglia. Kelly amava stare con suo padre, sua madre e sua sorella la domenica sera tutti stretti sul divano a guardare un film. Era lì che provava quella sensazione di calore che dopo la morte del padre gli era sempre mancata. E nonostante l’avesse cercata buttandosi tra le braccia di tutti quelli che gli parevano bravi ragazzi, non la trovò mai (apparte uno, ma ne parleremo dopo). Al suo posto c’era la dura lezione della vita che detta legge spiegandoci che l’apparenza inganna.
Alla ricerca di pensieri più felici, si sedette alla scrivania e inserì la sua e-mail e la password per accedere al proprio profilo di facebook.
“Hai una nuova richiesta d’amicizia. Evan Lloyd” e accanto le icone ‘conferma’ e ‘non ora’.
Capì subito chi era, ma ci pensò un attimo su. Nonostante la promessa a sé stessa di non fidarsi mai più di un ragazzo, la sua mano si mosse da sola, accettando la proposta virtuale.
“Non sarà mica la fine del mondo.” Pensò.
Non avendo nulla di meglio da fare, cliccò sul profilo del ragazzo e guardò qualche foto. Gli si presentò davanti un ragazzo moro, con un fisico scolpito ma non esagerato, coperto solo da un costume a pantaloncino blu notte. Gli occhi neri della ragazza si soffermarono per un momento sulla tartaruga ben visibile sull’addome del ragazzo e le sue guance si arrossarono non nascondendo pensieri poco casti. Vergognandosi di sé, Kelly scosse la testa per poi ammirare gli occhi verde speranza di Evan. Dopo un lungo sospiro decise di spegnere il computer e si accoccolò sul morbido materasso in lattice nuovo di zecca.
---
Il giorno dopo, durante la lezione di storia dell’arte, si sorprese di ciò che la sua mano aveva fatto senza ragionarci. Sul suo banco era comparsa la scritta ‘Evan <3’ ed in un primo momento pensò di cancellarla, però poi si convinse che fosse più giusto che rimanesse lì.
Nel viaggio di ritorno a casa, sul famoso 23, sperò ad ogni fermata che salì il ragazzo. Non sapeva precisamente il perché, ma le avrebbe fatto piacere scambiare ancora qualche parola con lui. E quando le arrivò un messaggio sperò che fosse lui, ma rendendosi conto che non aveva il suo numero si rassegnò e quasi le passò la voglia di leggerlo. Ma la curiosità sovrastava la delusione, così afferrò il telefonino in mano e lesse “Mia mamma ha chiesto se vuoi venire a pranzo da noi visto che a casa sei sola. Poi ci sarà anche il mio migliore amico, almeno incominci a conoscere qualcuno (: Will.”
Kelly guardò un po’ fuori dall’enorme finestrino dell’autobus e poi rispose “Va bene, grazie. Tra dieci minuti sono lì (: Kelly xx”
E tornò a guardare assorta fuori la strada che correva. Lo faceva spesso poiché le ricordava che la vita non si ferma, ma va sempre avanti.
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-Mamma, ha detto che viene!- urlò Will da in cima le scale di casa sua. Poi tornò a leggere il suo ‘X-man Universe’ nella sua camera.
-Will! Scendi!- urlò sua madre.
-Che vuoi? Sto leggendo! Non mi rompere.- ribatté.
-C’è Evan che ti aspetta!-
-Fallo salire.-
-Scendi ho detto! O ti vengo a prendere per i capelli.-
-Vienimi a prendere per i capelli.-
-Scendi o ti strappo un riccio alla volta.-
-Fallo salire!-
-Scendi!-
-Fallo salire!-
-Ho detto scendi.-
-Fallo salire!-
-Salgo anche io e se trovo la camera in disordine non vedrai per un bel po’ Play Station, X-Box e computer.-
-Sto arrivando!- Si precipitò per le scale.
Evan lo stava attendendo in piedi, con lo zaino in spalla e lo guardava scendere gradino per gradino. Arrivato al quartultimo, Will si fermò e disse –Hey stronzo. Sali.- facendogli l’occhiolino.
-Che cosa sono queste parole? Non ti permettere mai più a rivolgerti così a qualcuno! Che figure mi fai fare? E i gradini devi scenderli tutti. No che ti fai solo meta scalinata.- scoppiò la madre.
-Ma ne mancano solo tre!-
-Ti brucio un fumetto per ogni gradino che non scendi.-
A queste parole Will scese tutti i gradini ed afferrò l’amico, che intanto sogghignava sotto i baffi che non aveva, e lo trascinò su per le scale.
 
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Angolo Autrice
Buon quellocheèmentrestateleggendo :)
Allora... vorrei cominciare ringraziando tutti quelli che hanno recensito, aggiunto questa storia alle seguite e alle preferite. Grazie C:
Poi volevo dire che questo capitolo è un po' 'di passaggio'... cioè serve per poi sviluppare la storia vera e propria xD
Spero che continuiate a recensire e seguire la storia perchè più andrò avanti più diventerà interessante (spero) :)
Grazie per aver letto, continuate a sostenermi. Per me è importante <3
-Sbren

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Capitolo 4
*** Un nuovo bacio. ***


Capitolo 4

Camminando verso la casa del cugino, Kelly si specchiava nei vetri delle auto parcheggiate accanto al marciapiede, constatando che i capelli fossero apposto. Poi svoltò verso un vialetto e pochi passi dopo si fermò davanti ad una porta. Indugiò qualche secondo, ma poi si decise a suonare il campanello e si portò dolcemente un ciuffo di capelli, che le nascondeva il viso, dietro l’orecchio destro. Poco dopo le aprì una signora sulla quarantina che le rivolse un sorriso dolce e le disse senza salutare e senza aspettarsi alcuna parola da parte della ragazza –Benvenuta cara. Will è di sopra con il suo amico, raggiungili.- e si scansò facendole segno di entrare e poi continuò –Sali, sai già qual è la stanza, vero?-
-Sì, grazie.- Sorrise Kelly appoggiandosi al passamano.
-Vi chiamo io quando sarà pronto il pranzo.- così la donna si voltò e tornò tra i fornelli mentre la ragazza saliva i primi gradini.
Intanto, dalla camera, proveniva una voce conosciuta che disse –Cosa vuoi che faccia?-
E a questa domanda, la risposta fu –Basta che non fai il coglione, va bene qualsiasi cosa.
La ragazza aprì di scatto la porta, senza pensarci, e la scena che si trovò davanti era esilarante: Evan, tenuto per il collo da Will che gli sfregava la mano destra sulla testa, che mordeva e sbavava sulla maglia dell’amico per vendetta, mentre con le mani cercava di liberarsi. I due si fermarono a guardare Kelly immobile sull’uscio, e quest’ultima, senza fare una piega, disse –Avrei dovuto bussare, colpa mia. Facciamo così, chiudo la porta, busso, mi dite avanti, entro e faccio finta di non aver visto niente. Okay?
I due si limitarono ad annuire senza cambiare posizione, anche se scomoda ed imbarazzante.
Kelly richiuse  la porta, bussò ed i ragazzi risposero all’unisono –Avanti!- come prestabilito.
-Ciao! Scusate il ritardo, come va?- disse lei con eccessivo entusiasmo.
-Bene. Ti presento…- incominciò Will.
-Noi già ci conosciamo.- lo interruppe Evan per poi rivolgersi alla ragazza –Ciao Kelly, è un piacere rivederti.-
-Anche per me.- sorrise lievemente –Beh, che si fa?-
-Non so, Will… tu avevi in mente qualcosa?- chiese Evan facendogli l’occhiolino.
-Che ne dite di obbligo, verità o tre cose?- propone il riccioluto Will.
-Davvero alla vostra età giocate ancora a questo?- chiese scandalizzata Kelly.
-Si scoprono un sacco di cose sulle persone… anche su quelle che credevi di conoscere quasi più di te stesso. Ad esempio una volta a Evan è toccato dire una verità e…-
Evan si precipitò a tappargli la bocca –E’ possibile che tu debba sempre raccontare questa storia? Sono sicuro che non le interessa. Vero Kelly?-
-Veramente io…-
-Ecco, visto? Imparati a fare i cazzi tuoi ogni tanto.-
-Scusa, non pensavo te le prendessi tanto.- rispose Will in tono sarcastico –Allora? che facciamo?-
-Va bene.- disse Kelly.
I tre si sedettero per terra.
Evan sussurrò all’orecchio della ragazza –Spera che non tocchi decidere niente a Will, perché ci va giù pesante.-
Kelly, con gli occhi sempre più sbarrati, girò la bottiglia. Dopo poco questa si fermò indicando la direzione del temuto Will.
-Obbligo.-
Kelly spinse di nuovo la bottiglia per decretare chi avrebbe dovuto scontare la penitenza e tenendo le dita incrociate, sperò con tutta sé stessa che non indicasse lei.
Evan teneva le mani sugli occhi per non guardare, quando Will esultò -Tocca a Evan.-
-Dio… cosa ti ho fatto di male per meritarmi tutto questo?- intonò a preghiera in malcapitato.
-E pensa che ancora non ti ho detto che devi fare… ahahah… allora… ho deciso… che… devi…-
-Smettila di tenerci sulle spine…- traboccò Kelly.
-Ah sì? Allora Evan ti deve dare un bacio. Ma con la lin…-
-NON SE NE PARLA NEANCHE- decretarono all’unisono i due.
-E’ un obbligo sì o no? Non si discute.- disse Will assumendo un atteggiamento da primo ministro.
-Non vale.- gli strinse gli occhi la ragazza.
-Chi ha detto che non vale? Non mi pare che all’inizio del gioco abbiamo detto che non si poteva scegliere ‘bacio’ come punizione…-
-Ma con la lingua no!-
-E se no che penitenza è scusa?- ribadì Will come se fosse ovvio, per poi continuare –Non avete altra scelta.-
-Ma la punizione è sua. Che centro io?-
-Fai parte del gioco. Smettila di lamentarti.-
-Evan! Dì qualcosa a mio cugino.-
Evan guardò in cagnesco il suo amico, e disse –Te l’avevo detto che c’andava giù pesante.- si scrocchiò il collo e poi andò avanti –E va bene. Questo vuoi? Però se dovrò decidere io, preparati al peggio.- rivolgendosi a Will.
Kelly aprì la bocca per ribattere, ma fu subito riempita da un tenero bacio che la costrinse a chiudere gli occhi e ad assaporare la freschezza del sapore di quelle labbra.
Dopo pochi secondi, che ai due erano parsi un’eternità, Evan si staccò lasciando senza parole la ragazza.
-Contento ora?- e poi ordinò a Kelly –Gira di nuovo la bottiglia.-
Questa volta si fermò su di Kelly che senza pensarci un attimo disse –Verità.- e poi diede un’altra spinta. Ancora Evan.
-Ma cos’è? Oggi sono lo sfigato di turno? Gli dei si stanno accanendo contro di me?- volse gli occhi al cielo, poi guardò Kelly e sospirò –Dimmi.-
-Mi racconti la storia che prima stava raccontando Will?- sorrise timidamente.
-Sono sicura che non le interessa.- lo prese in giro Will facendo una vocina fastidiosa.
-Tu dovresti essere dalla mia parte! Non dalla sua!- disse Evan alla ragazza.
-E dai! Ora sono curiosa! Ti prego!-
-Okay… Allora… La racconterò brevemente. Stavamo giocando a questo gioco, quando un mio amico doveva farmi una domanda per la penitenza della verità. Non sapendo che chiedermi, disse ‘A che età hai dato il tuo primo bacio?’ e io gli risposi la verità, cioè che non l’avevo ancora dato. Tutto qui, nulla di esilarante.- raccontò Evan con non curanza.
-Tengo a precisare che è accaduto solo due mesi fa.- puntualizzò Will.
-Ma ti stai zitto, coglione?- lo sgridò Evan.
-E ora cosa risponderesti a quella domanda?- chiese Kelly in tono gentile, ma prima che Evan avesse il tempo di rispondere, la madre di Will la chiamò chiedendole aiuto in cucina, così si scusò con i ragazzi e disse –Torno tra poco.-
Appena chiuse la porta dietro di sé, Evan mollò uno schiaffo a Will.
-Sei uno stronzo.-
-Non ti preoccupare, anche per lei tu sei stato il primo bacio.- sorrise leggermente Will guardandolo con affetto, senza ricambiare la carezza ad alta velocità donatagli gratuitamente dall’amico.
 
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(: Angolo autrice :)
Buon quellocheèmentrestateleggendo!
Ebbene sì. Sono tornata dopo mesi ahahah si avvicina Natale e spero di poter scrivere di più :3 mi è mancato un sacco scrivere questa storia *w* Cooooooomunque.... Stiamo incominciando ad addentrarci sempre di più nell'insidiosa storia d'amore tra Evan e Kelly muahahaha (?). Allora... che ne dite? Vi è piaciuto il capitolo?? :D Per consigli, se vi siete accorte che ho fatto qualche errore di battitura o comunque anche solo parlare o qualunque cosa potete scrivermi un messaggio :3 Vi sarei infinitamente grata se recensite :D
Bye Bye Dolls (?) <3
-Sbren

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Capitolo 5
*** Una breve passeggiata con Key ***


Capitolo 5

Dopo quel pomeriggio trascorso molto tranquillamente, passarono cinque giorni. Soprattutto all’inizio, Kelly pensò molto a quel bacio e tentò disperatamente di convincersi che per lei non era significato nulla. Lui probabilmente già aveva smesso di pensarci. Ma lei l’avrebbe tirata ancora per le lunghe, lo sapeva già, ma in fondo era giusto così poiché quello fu il suo primo vero bacio.
Così si interrogava sulle sue emozioni mentre portava a spasso Key, il suo cane. Ogni tanto alzava la testa dal marciapiede per accertarsi della direzione che stava prendendo e di non andare a sbattere contro nessuno. Stava facendo davvero buio ed erano le sei e mezza, così si girò per ripercorrere il marciapiede verso casa quando sentì pronunciare il suo nome in modo sorpreso da una voce inconfondibilmente maschile. Si limitò ad alzare lo sguardo, ma già sapeva chi fosse.
-Che ci fai qui, Cody?- chiese lei fingendo un sorriso.
-Sono venuto per un po’. Giusto qualche giorno. Be’, non mi abbracci?- gli sorrise sincero lui, avvolgendola con le sue calde braccia abbastanza muscolose.
-Che ci fai qui, Cody?- ripeté più seria lei.
-Te l’ho detto…-
-Oh, andiamo. Ti conosco da anni. A chi vuoi darla a bere?-
-E così hai conosciuto Evan Lloyd, eh?-
-Io e te non abbiamo più niente a che fare mi pare.-
-E’ questa l’accoglienza che mi riservi?-
-Evan è solo un conoscente.-
-Conoscente? Neanche amico? Mi deludi.- rispose Cody in tono sarcastico –E io? Io chi sono?-
-Tu sei Cody.-
-O meglio catalogato come…?-
-Ex.-
-Oh così è troppo facile. Ex mollato dopo aver cercato di baciarti poiché dopo una settimana che eravamo insieme e ne avevo il pieno diritto.-
-Cody, è una storia chiusa questa.-
-No, non lo è. Non per me. Io ti amo ancora e questo lo sai. Non m’importa se non ti senti ancora pronta a baciarmi, io ti amo e basta.-
-Le parole vanno dosate.-
-Sono le parole giuste per quello che provo, io ti amo. Lo so che lo senti anche tu.- disse avvicinandosi a lei, poi con un braccio la strinse a sé mentre con l’altro le sfiorava i capelli –Dimmi la verità. Non mi pensi più?-
Kelly era inebriata dal suo profumo. Lo avrebbe riconosciuto tra tantissimi: One Million misto al già dolce profumo naturale del ragazzo. Ma un motivo se l’aveva lasciato c’era.
Lei lo amava, lui la amava. Fino a qui nessun problema. Ma lei era così debole da cedere alle minacce degli altri. Sarah era la fidanzata storica di Cody e di certo non se lo sarebbe lasciato scappare per colpa di una sfigatella.
-Io non posso…- disse Kelly cercando di liberarsi dalla presa.
-Dimmi che non mi ami più-
-Cody… il mio cane vuole tornare a casa.-
-Non inventare scuse. Va bene, tanto ti convincerò.- e lasciò la presa.
Kelly notò così tanto il distacco dalla sua pelle, dal suo odore, che quasi lo stava per implorare di abbracciarla un altro po’. Una delle cose che la avevano fatta innamorare di lui, era la voce profonda e seducente che riusciva a tirar fuori in certi momenti, che la faceva impazzire.
Mentre lui tornava da dove era venuto a grandi passi, lei si rese conto di una cosa a cui prima non aveva badato: Cody conosceva Evan. Come? Perché? Da quando? Che rapporto c’era tra i due? Domande a cui non avrebbe saputo attribuire valide risposte in alcun modo.
Dopo essersi trasferita in seguito alla morte del padre, Kelly sperava di poter incominciare una nuova vita dove nessuno si sarebbe mai aspettato da lei grandi cose, voleva solo vivere quel che le rimaneva da vivere. E la strada era ancora lunga.
Salendo le scale del condominio incontrò la signora Rooper che accarezzò dolcemente il cane e la salutò con un dolce sorriso.
-Come stanno i suoi nipoti?- chiese educatamente la giovane ragazza.
-Ah, crescono a vista d’occhio! Nonostante abbiano solo quattro e cinque anni, la mamma e io ci siamo messi di buona pazienza per insegnargli già un po’ a leggere e a scrivere. L’altro giorno Harry è tornato dall’asilo e mi ha regalato una poesia che mi ha scritto a scuola. Ero commossa.-
-Immagino. E’ sempre stato così dolce con tutti. E Louise come sta?-
-E’ stanca. Il secondo figlio ed è già all’ottavo mese!-
-Sarà un maschio?-
-No, dicevo genericamente. Questa volta non ha voluto sapere il sesso del nascituro poiché quando aspettava Ellie si era data alle spese pazze. Questa volta si è contenuta un po’ di più. Ha comprato qualche vestitino solo per i primi giorni, ma poi allargherà il guardaroba: se sarà femmina utilizzerà la vecchia roba di Ellie a parte qualcosina, se sarà maschio si farà regalare qualcosa da Jackie che ha conservato tutti i vestitini di Harry.-
-Be’ questa volta è un po’ più preparata.- sorride Kelly.
-Diciamo di sì. Oh cara, quasi dimenticavo. Ti andrebbe anche questo venerdì sera di venire a tenere Harry e Ellie? I loro genitori li volevano lasciare a me poiché Louise e David vanno a cena da amici e Jackie va al cinema con Jason… un film non adatto al piccolo Harry a quanto pare. E io ho la serata di poker con le mie amiche. Mio marito ha la partita di bowling, così non sanno a chi lasciarli. I bambini ti adorano e poi lo hai già fatto, si fidano di te.-
La signora Rooper è una donna di sessantaquattro anni di nome Helen. Si è sposata giovane con Tyler Rooper, un ballerino di tango di circa cinque anni più grande di lei. Da sempre una donna piena di vita, Helen nonostante la nascita dei suoi due figli, Louise e Jason, ha continuato a partecipare a concorsi di ballo a coppie con suo marito e si è sempre goduta ogni attimo. Simpatica e tenace, è una delle poche persone da cui Kelly prende esempio, aspirando a diventare come lei.
-Con piacere! Tanto il venerdì non ho mai niente da fare! Ci sarò senz’altro. A che ora?-
-Otto e mezza?- chiese la signora guardando l’orologio d’oro, ricordo di Buenos Aires, quando vinse i campionati mondiali di tango argentino.
-Va benissimo. A venerdì!- e con un ultimo sorriso salutò la donna e poi proseguì a salire le scale. Arrivata davanti al portone di casa, stava per infilare la chiave nella serratura quando le si aprì davanti.
-Chrissy?!- chiese Kelly trovandosi di fronte la sorella.
-Sì, non è il momento di parlare, sul pianerottolo poi. Mamma sta discutendo di affari con un tizio in sala e credo sia meglio non disturbarla. Lascia il cane dentro e poi usciamo.-
-Dove andiamo?-
-Mi ha chiesto Jenna se posso andare a casa sua, così ci vediamo un film. Se vuoi puoi venire.- disse in tono rassicurante Chrissy.
Kelly mollò il guinzaglio di Key e chiuse la porta dietro di sé.
-Andiamo.-
Kelly era già stata a casa di Jenna parecchie volte. Tra quindici giorni ci sarebbe stata perfino la festa dei diciotto anni della ragazza e Kelly si era impegnata tanto a cercare un vestito adatto all’occasione. Jenna aveva anche un fratello un anno più grande di Kelly, che però non aveva mai visto poiché era sempre a casa del suo migliore amico, ma la festa sarebbe stata l’occasione perfetta per conoscerlo poiché tutti dicevano che era un bellissimo ragazzo molto dolce, ma assai difficile da avvicinare. Ma a Kelly piacevano la sfide.
 
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 (: Angolo Autrice :)
Buon quellocheèmentrestateleggendo e quasi buon anno!
Era ora che aggiornassi, eh?
Coooomunque, che ve ne pare?? :D Nel prossimo capitolo ci sarà moooolto da dire e mooooolto da spiegare D:
Oggi mi sento di poche parole, quindi lascio dire tutto a voi :D
VI PREGO, VI SCONGIURO recensite! Mi fa piacere sapere che c'è qualcuno che legge la storia e che non scrivo ai muri è_é e poi per qualsiasi chiarimento, domanda, correzione, critica, esprimetevi! Io rispondo sempre e giuro che non mordo :3
Buon Natale in ritardo e Buon Anno in anticipo <3
-Sbren




 

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