This Is Halloween!

di Lepricano_di_inchiostro85
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il piano di Stiles. ***
Capitolo 2: *** La festa abbia inizio! ***



Capitolo 1
*** Il piano di Stiles. ***


This is Halloween!

Il piano di Stiles.

 

 

Vi siete mai chiesti che cosa accadrebbe, se l'affascinante madre di Scott decidesse di organizzare una festa di Halloween? Questo è ciò che potrebbe verificarsi ipoteticamente: 

 

«Dannazione!! Maledetto bastardo, questa me la paga!» sbottò Scott, dando un pugno all'armadietto di scuola.

«Accidenti amico, hai proprio la luna storta stamattina!» replicò Stiles. «Qualsiasi cosa sia successa, ti consiglio di darti una regolata. Hai piegato uno sportello di metallo nel bel mezzo del corridoio di scuola e...se voi altri vi state chiedendo come ha fatto, la risposta è si! McCall fa una dieta iper proteica! Tranquilli,  non è un lupo mannaro. I licantropi non esistono, come i kanima d'altronde!» continuò Stiles, urlando, a squarciagola, l'ultima parte di quanto aveva appena detto.

«Quei due sono proprio svitati!» commentò la folla di scolari, prima di disperdersi al suono della campanella.

«Saresti di cattivo umore anche tu, se sapessi...»

«Se sapessi, cosa? Com'è essere un lupo mannaro, o com'è avere una ragazza che ti vuole, che ti da retta, che ti chiama per nome; non che fa finta di niente e preferisce uscire con un ex varano gigante.» rispose il ragazzo, afflosciandosi sul pavimento, triste e depresso.

«Non hai il tempo di deprimerti! Quel cane rognoso e subdolo di Peter Hale sta macchinando qualcosa. Ha convinto mia madre a dare una festa di Halloween a casa nostra, e lei, puntualmente, mi ha chiesto di invitare tutti i miei amici. Perfino tuo padre.»

«Mio padre odia Halloween! Tutte le volte, dopo questa festa, i casini in città aumentano, e così gli tocca sgobbare più del solito. Senza contare che, per colpa sua, anch'io odio questa festa. Tutto è iniziato il giorno in cui gli chiesi di comprarmi un costume. Mi rispose che se ne sarebbe occupato lui. Tornò a casa con una coperta sporca di fango e con foglie marce cucite sopra. Disse: “T'ha da, il mostro della palude!” Quell'affare odorava di fogna ed era infestato. Puzzai di morto ed ebbi i pidocchi per una settimana!»

«La famosa settimana in cui avevi contratto quel raro virus influenzale?»

«Esattamente, proprio quella. In realtà non avevo proprio un bel niente, ma come potevo presentarmi a scuola in quello stato? Comunque sia, di acqua sotto i ponti ne è passata, quindi torniamo a noi. Se Peter Hale ha fatto veramente quel che hai detto, deve avere qualcosa di veramente strano in mente. Magari qualcosa che potrebbe farlo tornare alla ribalta....»

«Tornare alla ribalta? Gli abbiamo dato fuoco, Derek gli ha tagliato la gola e lui è tornato comunque, più in forma che mai. Neanche Elvis è riuscito a fare tanto. Più alla ribalta di così!»

«Che centra Elvis? Lui era il re del rock, non un ex Alfa risorto come l'araba fenice.»

«Si, ho capito, ma non è questo il punto. Secondo te che cosa sta macchinando?»

«Sicuramente non vuole mettere insieme una band! Tu sei stonatissimo, e con il carattere che ha Derek, i vostri ipotetici fans non sopravvivrebbero al primo concerto. Senza contare il nome della band, come potreste mai chiamarvi? I Mannari di zio Peter? O forse è meglio i Wolves Boys? Ti piace? É ispirato ai Beach Boys, californiani anche loro.»

«Si, ma non di Beacon Hills! Inoltre il loro leader non era uno psicopatico che ci prova con mia madre!»

«Hai ragione, Wolves Boys è tremendo...Ahia!» esclamò indolenzito Stiles, dopo aver ricevuto un cazzotto sulla spalla da Scott. «Ok, messaggio ricevuto! Smetto di scherzare e cercherò di scoprire qualcosa sull'aspirante allievo del Joker.»

«Eh eh eh eh, del Joker?»

«Certo, del Joker! La pettinatura, la risata e il modo di vestirsi di Peter Hale mi fanno venire i brividi. Pensa se diventasse il fidanzato di tua madre …..»

«Batman avrebbe un bel da fare e tu saresti uno Stiles morto! Devi aiutarmi a scoprire che cosa sta architettando.»

«D' accordo. Ora, però, andiamo a lezione, c'è il compito di chimica. Penseremo più tardi al da farsi.»

 

Svariate ore più tardi:

 

«Ebbene qual'è il piano, Stiles?» domandò Scott impaziente.

«C'è solo un modo per entrare nella mente di un Hale!»

«Quale? Un'autopsia del cranio?»

«Eh eh eh, divertente! Non fare lo scemo! Sei tu quello che rischia di andare a vivere nel Manicomio Criminale di Arkham, insieme a tua madre e a Peter Hale.»

«Non me lo ricordare. Comunque, sputa il rospo. Di che cosa abbiamo bisogno?»

«Non di che cosa, ma di chi.»

«Derek!?»

«Precisamente.»

«Perché?»

«Perché? Perché Peter Hale è furbo, ed è un licantropo. Quante speranze pensi che abbiamo solo io te? Più siamo meglio è!»

«Va bene, andiamo immediatamente da Derek.»

 

Raggiunto il covo dello scontroso Alfa con la Stiles Mobile:

 

«Che ci fate qui?» ruggì Derek.

«Buongiorno anche a te, Derek.» rispose Stiles, ironico.

«Abbiamo un problema.» iniziò, serio, Scott.

«Ancora gli Argent?»

«No, ancora Halloween!» rispose Stiles.

«Halloween? Non riuscite a trovare un costume adatto? Qui, comunque, di dolcetti non ne abbiamo, quindi fatemi il favore di spar...»

«Tuo zio ha convinto mia madre a dare una festa di Halloween a casa nostra. Quindi consideratevi invitati, te ed Isaac.»

«Una festa? Che diavolo avrà mai in mente questa volta?»

«Io adoro Halloween! Ho anche un costume strafigo.» intervenne Isaac.

«Ah si, e che cosa sarebbe?» domandò l'Alfa.

«Mi vestirò da Dracula.»

«Un lupo mannaro travestito da vampiro! Con questa, escludendo mio zio, penso di averle viste proprio tutte. Tornando a noi, che cosa pensate stia combinando?»

«Non lo sappiamo, ed qui che entri in gioco tu. Ci aiuterai a capire che intenzioni ha.» spiegò Scott.

«Non ho un granché voglia di aiutarvi. Ma, visto i recenti sviluppi, è meglio evitare brutte sorprese. Ditemi qual è il piano.»

«Appunto. Digli qual è il piano Stiles.» disse Scott.

«Il piano è suo? Allora si che siamo fregati!» rispose Derek.

«Che hai contro di me? Ho sempre ottime idee, e poi ho tenuto io le tue chiappe mannare a galla, quando quel lucertolone di Jackson ha tentato di farci la festa.»

«È stato un momento di distrazione. Comunque....come vorresti agire?»

«Siccome tuo zio è furbo e ha sensi prodigiosi, come voi del resto, proporrei di seguirlo, alternativamente, durante i suoi spostamenti. Useremo due macchine.»

«Dobbiamo seguirlo in macchina?» chiese Derek.

«No, in canoa. È ovvio che useremo la macchina. Come vorresti pedinarlo, a piedi?»

«Non daremo nell'occhio?»

«Affatto, se usiamo la mia e quella di Scott.»

«Perché, la mia auto che ha che non va?»

«Niente! Ma quante Camaro nere hai visto ultimamente in città?»

«Nessuna, qui avete tutti un pessimo gusto.»

«Disse colui che veste Giorgio Armani, Ralph Loren, giubbotto di pelle costosissimo, ma vive come un barbone in una stazione per vecchi vagoni.» concluse Stiles.

«Levamelo di torno, o lo scanno! Alle 14.00, davanti a casa tua Scott, non tardare! Ora lasciateci, io e Isaac dobbiamo allenarci.»

«D'accordo, ci vediamo oggi pomeriggio.» disse Scott, trascinandosi dietro l'amico.

 

Usciti dalla stazione:

 

«Pensi che i poteri da lupo mannaro possano avere, sul cervello, gli stessi effetti di una malattia autoimmune?» domandò Stiles.

«No, non credo. Ma che cosa c'entra adesso?»

«Niente, ma spiegami...come cavolo fai ad arrivare in ritardo, se il luogo dell'appuntamento è casa tua?»

«Non ne ho idea. A volte Derek straparla, deve essere la tua presenza ad irritarlo.»

 

Saliti in macchina, si diressero immediatamente a casa McCall:

 

«Mamma, sono tornato!»

«Ciao, Scott. Ci sei anche tu Stiles? Non vi siete messi nei guai, vero?»

«Affatto, signora McCall. Scott mi ha invitato a pranzo.»

«Ho ordinato cinese, spera vi piaccia.»

«Nessun problema. Adoro il cinese. É pronta per la festa di stasera?»

«Certo, ho noleggiato un costume fantastico. É invitato anche tuo padre, ma credo che Scott te lo abbia già detto. Per voi va bene?»

«Certamente, mio padre...adora Halloween.»

«Bene! Non vedo l'ora che arrivi stasera. Adesso vi lascio, ho il turno in ospedale. Ci vediamo più tardi.»

 

Quando la madre fu uscita:

 

«Hai detto che tuo padre detesta Halloween. Perché le hai fatto intendere che ci sarete entrambi, quando è chiaro che verrai solo tu?»

«Perché convincerò mio padre a venire alla festa, a costo di farlo ubriacare.»

«Farlo ubriacare? Ma è lo sceriffo!»

«É una storia vecchia e per niente interessante, un giorno te la racconterò.»

«Come vuoi. Spiegami una cosa. Perché ci tieni tanto a far venire anche tuo padre?»

«La questione è molto semplice: ho notato che vanno abbastanza d'accordo. Quindi...»

«Quindi stai tentando di farli accasare?»

«Non essere drammatico, e ascolta: dopo l'abbandono da parte di tuo padre e la morte di mia madre, risulta evidente che ad entrambi manca un genitore. Inoltre, a causa delle loro tristi vicissitudini, credo si siano un po' depressi. Dunque, a mio avviso, avrebbero entrambi bisogno di vedersi con qualcuno. Nel caso di tua madre, Peter Hale è sicuramente la persona meno indicata, visto che non è neanche una persona! Quindi, se ti trovi costretto a scegliere tra uno Stilinski ed un Hale, fossi in te io voterei per il primo. Pensa, potremmo diventare fratellastri! E poi tua madre è molto simpatica. Per carità, avete il brutto vizio di usare le mazze da baseball per fini contundenti e non sportivi, ma è un qualcosa a cui si può porre rimedio. Infine, mio padre è lo sceriffo, ed ha una pistola. Questo significa che ha il potere di chiamare altri uomini con la pistola. Sai, con due Hale in giro per casa, non si può mai dire.»

«Dimentichi che il piombo ha poco effetto sui lupi mannari.»

«Ma l'aconito, invece, funziona benissimo. Prima di venire alla festa, potrei creare dei dardi avvelenati con l'aconitina. L'ho vista nel nostro laboratorio di scienze.»

«Come spiegherai la cerbottana?»

«Niente di più facile. Verrò mascherato da Indio delle Amazzoni o qualcosa del genere. Ebbene, che ne dici?»

«Che mi sembra un piano pazzesco, ma potrebbe funzionare.»

«E per la questione “mio padre e tua madre”?»

«Beh...faccio il tifo per tuo padre!»

«Bene, così ti voglio! Adesso pensiamo a mangiare, abbiamo molto da fare.»

 

Dopo molti ravioli cinesi, involtini e chiacchiere, arrivarono le due.

 

«Derek e Isaac non si vedono ancora.» osservò Stiles, sbirciando fuori dalla finestra della camera di Scott.

«A dire il vero siamo qui.» annunciò Derek, apparendo all'improvviso alle loro spalle.

«Quante volte ti ho detto di non fare così!» sbraitò Scott.

«Così come?» domandò l'Alfa.

«Spuntare dal nulla, come il cattivo tempo in montagna, ecco come. Ci hai spavento!»

«Ben detto Scott, cantagliele!»

«Chiudi il becco Strambinski!»

«Questa voleva essere una battuta, Derek? Ti prego! Combinare il mio aspetto, che ammetto essere un po' strano, con il mio cognome, è pessima anche per uno come te.»

«Lo volete o no il nostro aiuto?»

«Si, certamente.»

«Allora, Scott, dì al tuo amico di non infastidirmi.»

«Stiles, ti prego, fa il bravo!»

«Stiles ti prego fai il bravo? Non è colpa mia se invece di comportarsi da lupo, sembra più un orso!»

«Un orso? Fammi capire. Secondo te che comportamento dovrei avere? Tipo l'orsetto Winnie the Phoo?» domandò sarcastico l'Alfa.

«Beh...non dico che devi girare senza pantaloni con un vasetto di miele sottobraccio, e una vocina maniacale ma......si, dovresti più o meno avere il suo temperamento. Sorridi, sii allegro, sei un lupo mannaro, la vita ti sorride.»

«La vita mi sorride? Hanno bruciato casa mia, sterminato la mia famiglia, ho un parente psicopatico in giro per Beacon Hills, e dovrei sorridere?»

«Va bene, come non detto, sei un caso disperato.»

«Adesso piantatela voi due! Abbiamo qualcosa da fare, se non sbaglio.» intervenne Scott, riportando l'ordine.

«Allora, ascoltate. La festa a casa McCall è alle...a proposito, a che ora è la festa?»

«Alle 20.00. »

«Molto bene, la festa è alle 20.00. Questo significa che abbiamo circa 6 ore per capire che cosa sta architettando tuo zio. Agiremo così: Derek ed Isaac prenderete la macchina di Scott, mentr...»

«Perché devono prendere la mia, non possono usare la tua jeep?»

«No!»

«Perché no?»

«Per due ottime ragioni: primo, la Stiles Mobile la può guidare soltanto lo Stiles Rider, che sarei io; secondo, perché il piano l'ho ideato io, quindi mi spetta qualche diritto in più, chiaro? E poi Derek ha la sua Camaro. Se ti danneggia la macchina potrai sempre rigargli le portiere.»

«Che cosa dovrebbe fare alla mia auto?»

«Ok, non ricominciate. Derek puoi prendere la mia auto. Ecco le chiavi. Fai attenzione, è l'unica che ho!»

«Dove eravamo rimasti..... ah si! Derek ed Isaac prenderete la macchina di Scott, e pedinerete Peter Hale fino alle 17.00. Io e Scott, invece, useremo la mia, e lo pedineremo per il tempo restante, fino alle 19.30. Smettiamo mezz'ora prima per prepararci per la festa, sperando che il nostro sospetto si tradisca prima. Ci terremo in contatto con delle ricetrasmittenti. Scott, ce le hai ancora quelle che ti regalò mio padre due anni fa per il tuo compleanno, vero?»

«Sicuro, le tengo qui.» disse il ragazzo, tirando fuori, da sotto il letto, una vecchia scatola.

«Molto bene. Le sintonizzo sulla vecchia frequenza di Radio BH. Tanto non la usa più nessuno, e il comune non l'ha ancora eliminata. Per parlare bisogna tenere premuto questo tasto. Si inizia la conversazione con la parola Roger e si termina con Passo. Ci sono domande o osservazioni? » finì Stiles.

«Una sola.» intervenne Derek. «Questo piano fa schifo! Dove troviamo mio zio? Non ho la minima idea di dove possa essere.»

«Come sarebbe? É un tuo parente. Dovrai conoscerlo almeno un po'!»

«Posso dirvi io dove trovarlo. Ho fatto un paio di domande a mia madre riguardo tuo zio. Alloggia presso il Beacon Hills motel, non troppo lontano qui. Mi ha anche detto che puntualmente, alle tre, esce e va a prendere un caffè con cornetto al White Moon bar. Adesso sono le 14 e 20. Significa che avete 40 minuti per intercettarlo. Affrettatevi, dunque.»

 

Derek ed Isaac uscirono, misero in moto l'auto e partirono diretti al Beacon Hills Motel.

 

«Noi, Stiles, che cosa facciamo nel frattempo?» domandò dubbioso Scott.

«E me lo domandi? Tu telefoni ad Allison, io mi occupo di Lydia e Jackson.»

«Jackson? Vuoi veramente che venga alla festa?»

«No,! Ma se voglio che ci venga Lydia, devi invitare per forza anche lui. Questa festa potrebbe essere l'occasione buona per far riavvicinare te ed Allison, e far notare a Lydia che io sono il ragazzo perfetto per lei.»

«Dopo aver telefonato, che cosa facciamo? Resta ancora molto tempo.»

«Andiamo a scuola.»

«A scuola?»

«L'aconitina, ricordi?»

«Ah...dimenticavo, hai ragione.»

«Bene, mettiamoci all'opera.»

 

Digitati i numeri di telefono, Scott e Stiles parlarono con i rispettivi interessati:

 

«Pronto...?»

«C-ciao Allison, disturbo?»

«Scott!?»

«Già! Volevo sapere come stai. È una settimana che non vieni a scuola e non rispondi alle chiamate di nessuno.»

«Perdonami, ma ultimamente avevo voglia di stare un po' da sola.»

«Capisco. È stata dura anche per me, quando mio padre se ne è andato, abbandonando me e mia madre. Comunque, non ti ho telefonato per intristirti ancor di più con le vicende della mia vita. Il motivo è un altro. È la notte di Halloween, e mia madre dà una festa a casa nostra. Volevo chiederti se ti andava di venire. Se rifiuti possa capirti benissimo, non dev...»

«Verrò, a che ora è?»

«Verrai, veramente?»

«Si! In questi giorni a casa mia si respira un'aria piuttosto pesante. Ho bisogno di svagarmi. Infondo la vita continua, giusto?»

«Si, ma non devi sentirti obbligata a fare niente.»

«Io voglio venire Scott......ho bisogno di vederti.»

«Anch'io voglio vederti, Allison.»

«Devo vestirmi normalmente, o mi preferisci mascherata?»

«A me basta che ci vediamo, mia madre, invece, è stata categorica: “invita chi vuoi Scott, purché mascherati”»

«Ah ah ah. Capisco. Allora mi travestirò. A che ora è?»

«Alle 20.00.»

«Bene, ci vediamo stasera. Ciao.»

«Allora a stasera Allison, ciao.»

 

«Pronto...?»

«Ehm mm ….uhhh .eehhh.»

«Pronto! C'è qualcuno in linea? Se è uno scherzo non è divertente. Chiunque tu sia, se richiami ancora avvertirò lo sceriffo Stilinski, sono stata chiara?»

«No..aspetta Lydia, sono Stiles!»

«Stiles Stilinski!? Nel tempo libero ti diverti a fare il maniaco?»

«No, affatto, come potrei? Mio padre è lo sceriffo, la mia carriera avrebbe vita breve. Volevo chiederti se ti andava, stasera, di fare un salto ad una festa di Halloween, organizzata a casa McCall.»

«Una festa....in maschera?»

«No, in mutande! Ma certo che è in maschera! Allora...?»

«Verrò se ci saranno anche Allison e Jackson, altrimenti nisba!»

«Scott ha invitato Allison poco fa, e mi ha detto che ci sarà.»

«Perfetto, e Jackson?»

«Beh...potresti dirglielo te della festa.»

«Lo informerò. A che ora è?»

«Alle 20.00.»

«Ho capito...beh, a stasera dunque.»

«A stasera allora. Ciao.»

 

«Pronto?»

«Papà..»

«Stiles!? O dio, dimmi che non stai chiamando dalla galera.»

«Non sono in galera!»

«Lascia che indovini, sei di nuovo in punizione, giusto?»

«No, non sono in punizione.»

«Dunque stai bene e non sei nei guai.»

«Esattamente!»

«Bene. Che cosa ti occorre?»

«Niente. Dovresti solo venire ad una festa di Halloween, dai McCall.»

«Halloween, stai scherzando? Io detesto Halloween, lo sai benissimo!»

«Come so benissimo che tre anni fa mi rovinasti questa festa, traumatizzandomi. Quindi in un certo senso me lo devi.»

«Te lo devo!? Vogliamo parlare delle volte che ti ho tirato fuori dai guai, ragazzo?»

«E se ti dicessi che ti ha invitato esplicitamente la signora McCall?»

«Ti risponderei che sarebbe scortese rifiutare.....e che, se è una delle tue solite cavolate, questa volta ti ci ficco io al fresco, insieme ad un energumeno, intesi?»

«Come vuoi, purché in cella con me ci sia anche Scott. Per il resto puoi fare come ti pare.»

«Scott, dici? Passamelo un attimo.»

«Salve sceriffo Stilinski!»

«Ciao Scott, che diamine state combinando?»

«Niente, solo un'innocua festicciola.»

«Un'innocua festicciola!? È vero che tua madre mi ha invitato personalmente?»

«Beh...si, ha detto di invitare anche lei. Alle 20.00, a casa nostra.»

«Se le cose stanno così.... ripassami mio figlio.»

«Allora papa?»

«Va bene, verrò alla festa. Come faccio per il costume?»

«Tu non preoccuparti! Penso io a tutto.»

«Ok. Adesso ti devo lasciare, dobbiamo perquisire un'auto sospetta! Ci vediamo stasera a casa. Ciao!»

«Ciao, a stasera.»

 

Agganciato, definitivamente, il telefono:

 

«Bene, è anche questa è fatta! Adesso Scott, non ci resta che andare a scuola a prendere l'aconitina.»

 

In fretta e furia, i due ragazzi montarono sulla jeep, ed arrivarono a scuola. Stiles, alla chetichella, si intrufolò nell'edifico, per uscirne circa 10 minuti dopo, con l'essenza di strozza-lupo.

 

«L'hai trovata?» domandò Scott.

«Si! Ma la prossima volta l'acquisterò in erboristeria.»

«In erboristeria?»

«Già, in erboristeria! Mi è costata cara. Ho dovuto corrompere il bidello, in cambio del suo silenzio. Mastrolindo non ha voluto saperne delle mie suppliche. Ha preteso di parlare con il presidente Grant.»

«Gli hai dato 50 dollari?»

«Già. Se li spenda tutti in fiale per capelli! Erano due settimane di paghetta.»

 

Allontanatosi dalla scuola, la Stiles Mobile riportò i due amici a casa Mc Call. Qui, Scott aiutò Stiles a confezionare i dardi avvelenati. Dopodiché si misero in ascolto.

 

«Crrr...crrrrr....rrrr Roger, siamo appostati davanti al luogo. Il sospetto non si vede ancora. Passo.»

«Roger. Ricevuto. Tienici informati, Isaac. Passo.» rispose Stiles.

«Roger. D'accordo. Passo.»

 

Arrivarono le 14.50:

 

«Roger. Il sospetto sta uscendo dal motel, e si sta dirigendo, come previsto, verso il White Moon bar. Passo.»

«Roger. Ricevuto, stategli addosso! Passo.»

 

Dopo circa 20 minuti di silenzio radio:

 

«Roger. Il sospetto sta uscendo dal bar, lo seguiamo. Passo.»

«Roger. Ricevuto. Passo.»

«Roger. Il soggetto sta camminando lungo il viale. Non è guardingo, penso che riusciremmo a scoprire che cos'ha in mente. Passo.»

«Roger. Molto bene. Significa che non sospetta niente. Continuate a tenerlo d'occhio ragazzi! Passo.»

«Roger. Ok! Passo.»

«Roger. Secondo voi dov'è diretto? Passo.»

«Roger. Ci sono diversi negozi. Forse vuole fare shopping. Aspetta! Il soggetto si sta dirigendo verso un'auto. Ha aperto la portiera, penso sia la sua vettura. Passo.»

«Roger. Che macchina è? Passo.»

«Roger. Una Ford Mustang del 69. Rossa fiammante. Interni bianchi di pelle. Cromature sui cerchioni. È una macchina da sballo, molto ben tenuta! Passo.»

«Roger. Una Ford Mustang del 69? Che cosa darei per averne una. Passo.»

«Roger. Si sta muovendo. Gli andiamo dietro. Ci aggiorniamo non appena si ferma. Passo.»

«Roger. Va bene. A risentirci, dunque. Passo.»

 

Qualche minuto più tardi:

 

«Roger. Ha parcheggiato. Si sta dirigendo verso una pasticceria. Passo.»

«Roger. Ricevuto. Informateci quando esce. Passo. »

«Roger. Come al solito. Passo, crrrr rrrrrr.»

«Roger. Che succede Isaac? Passo.»

«Succede che mi sto rompendo di tutti questi Roger e Passo, ecco cosa.»

«…...»

«Ehi, mi ricevete?»

«…...»

«Ehi, riuscite a sentirmi? Questo dannato aggeggio devi essersi rotto.»

«Non si è rotto, Derek. Semplicemente se non dici Roger e Passo, io non ti rispondo.»

«Roger un cavolo! Non so neanche chi diamine sia! Perchè dobbiamo dirlo tutte le volte che parliamo. Non possiamo semplicemente comunicare e basta?»

«…...»

«Stiiiiles! Vuoi rispondere? O devo giocare a domino con i tuoi denti?»

«Alfa...Roger....Passo...»

«Grrrrr....umhf, e va bene! Roger. Appena ti prendo sei morto! Passo.»

«Roger. Vedremo, ripassami Isaac. Passo.» lo scontroso Alfa ridiede la ricetrasmittente al Beta, che riprese le comunicazioni.

«Roger. Rieccomi. Per ora ancora nulla. Passo.»

«Roger. Ricev...»

«Roger. C’è movimento! Sta uscendo dalla pasticceria, ha qualcosa in mano! Passo.»

«Roger. Riesci a capire cos'è? Passo.»

«Roger. Sembrerebbe una scatola di cioccolatini assortiti. Passo.»

«Roger. Cioccolatini assortiti? Passo.» domandò Scott, che, udito il messaggio, si era impadronito, momentaneamente, della ricetrasmittente.

«Roger. Sono proprio cioccolatini assortiti. Mi sembrano di una marca costosa. Passo.»

«Dannazione, cioccolatini, e per giunta costosi. Può significare soltanto una cosa, Stiles!» disse, adirato, Scott.

«Che il vecchio zio Peter ha intenzione di fare il marpione stasera, senza badare a spese! E, se la logica del corteggiamento e il mio sesto senso non mi ingannano, mancano ancora due acquisti.»  dedusse.

«Ovvero?»

«Facile. Fiori e una bottiglia di vino pregiato. Fanno sempre un certo effetto alle donne.»

«Roger. Mi ricevete? Il sospetto si sta allontanando nuovamente. Alla prossima meta riprenderò le comunicazioni. Passo.» informò Isaac.

«Roger. Penso di sapere dove sta andando! Comunque stiamo a vedere. Passo.»

 

Derek ed Isaac restarono imbottigliati nel traffico, due vetture dietro a zio Peter che, ignaro, si godeva un cd. Quando le strade tornarono più praticabili, la Mustang rossa svoltò dal corso principale, per fermarsi di fronte al Californian Shop Flowers, noto negozio di piante a Beacon Hills. Come previsto, il signor Hale acquistò un mazzo di fiori, che sistemò, sul sedile posteriore, insieme alla scatola di dolci. Poi mise nuovamente in moto, per dirigersi, questa volta, all'enoteca cittadina, dove acquistò una grossa bottiglia di rosso. Tappa finale del suo itinere fu il centro commerciale di Beacon Hills, dove vi restò quasi fino alle 17.00. Previdentemente, Stiles e Scott raggiunsero Derek ed Isaac, sotituendoli appena in tempo. Difatti, alle 16.55, zio Peter uscì con due buste, che caricò in macchina. Terminati gli acquisti, ritornò al Beacon Hills Motel. Passarono poco più di due ore, ma non accadde ancora nulla di rilevante:

 

«Roger. Derek, mi ricevete? Passo.»

«Roger. Forte e chiaro Scott. Che cosa succede? Passo.»

«Roger. È questo il punto! Sono le 19.00 ed è ancora in Motel. Penso che ci resterà ancora per molto. Se tra mezz'ora non esce, ritorniamo alla base. Passo.»

«Roger. Anch'io penso che non uscirà. Si starà rilassando e tirando a lucido. Passo.»

«Roger. Diamogli trenta minuti. Passo.»

 

Mezz'ora trascorse più in fretta del previsto, e di Peter Hale nemmeno l’ombra. Così Scott e Stiles si ritirarono, ritornando a casa McCall. I quattro ragazzi parlarono per un po', convenendo, alla fine, che, per ora, non vi era niente di sospetto negli acquisti e negli spostamenti dell'uomo. Decisero, dunque, di tenerlo d'occhio durante la festa. Derek ed Isaac tornarono alla stazione, per prepararsi. Anche Stiles abbandonò il campo. Giunto a casa propria, salì, come un fulmine, in camera sua, e mise mano al porcellino di emergenza, traendone fuori svariate banconote di grosso taglio. Prelevati i quattrini, si diresse, veloce come una saetta, prima in una pasticceria, poi da un fioraio, all'enoteca, ed infine in un negozio dove noleggiavano costumi. Comprato quanto doveva, si rifiondò a casa, dove lo aspettava il padre.

 

«Ragazzo, dov'eri finito? Tra cinque minuti dobbiamo essere a casa McCall.» lo rimproverò.

«A fare compere dell'ultimo minuto. Ora va su, ed infilati questo.» disse Stiles, porgendogli una busta.

«Che cosa sarebbe?»

«Niente domande, va su e indossalo. Io farò altrettanto.»

 

Eseguito il cambio d’abito, padre e figlio confrontarono i loro rispettivi travestimenti.

 

«Carino il mio costume da Zorro! Un po' attillato sul cavallo, ma niente male, devo ammetterlo.»  commentò il signor Stilinski, rimirandosi avvolto nel mantello.

«Già, niente male davvero! E del mio che ne pensi?»

«Beh....umphf ah ah ah ah, non saprei. Non riesco a capire da cosa sei vestito: se da uomo fagiano, o da danzatrice brasiliana ah ah ah ah ah.» rispose ridendo.

«Beh, tante grazie davvero! Sono vestito da Quetzalcoatl, una divinità Azteca.»

«D'accordo Quarzotostat, o come accidenti si dice, vogliamo andare?»

«Certo! Prendi quelle buste e andiamo.»

«Cosa c'è qui dentro?»

«Un pensierino per la signora McCall, non vorrai presentarti a mani vuote?»

«Giusto, ottima pensata!»

«Porta anche la pistola!»

«La pistola? Stiamo andando ad una festa o ad una sparatoria?»

«È la notte di Halloween! Ci saranno un sacco di schizzati là fuori!»

«Hai ragione! La metterò nella fondina schienale, sotto il mantello.»

«Molto bene! Adesso possiamo andare.»

 

Rapida e leggera, la jeep portò i suoi passeggeri a destinazione. Arrivati dinanzi all’abitazione, gli Stilinski incontrarono Isaac, Derek e Scott.

 

«Salve ragazzi. Ciao Scott, tua madre è in casa?»

«Si, signor Stilinski! Si accomodi pure.»

«Bene! Allora io vi precedo, ci vediamo dentro!»

 

Entrato in casa, Zorro, alias lo sceriffo Stilinski, venne ben accolto dalla signora McCall:

«Sceriffo Stilinski, come siamo eleganti! Questo costume ti dona, lo sai?»

«Grazie! Carina la tua tutina da ladra. Esalta le tue...»

«Esalta le mie....»

«Esalta... la tua silhouette. Fai aerobica per caso?»

«Aerobica, no! Corro avanti indietro per i corridoi dell'ospedale. Sai, fare l'infermiera dà un bel daffare, come far rispettare la legge, d'altronde. Comunque, grazie per il complimento.»

«Oh, figurati Melissa! Io tramuto in parole solo ciò che gli occhi pensano. Ah....dimenticavo. Questi sono per te!» disse il signor Stilinski arrossendo, e consegnando alla madre di Scott una scatola di cioccolatini, un bel mazzo di rose rosse e una bottiglia di Merlot.

«Sono per me? Sei molto galante, Jeff. Vado a sistemarli di là. Nel frattempo mettiti pure a tuo agio. Fa come se fossi a casa tua.»

«Va bene, grazie!» rispose, dirigendosi in salotto. «Qui, si imbatté in uno strano individuo travestito da Joker, che aspettava comodamente seduto sul divano.

«Oh...salve. Jeff Stilinski!» si presentò, porgendo la mano allo sconosciuto.

«Lo sceriffo, se non sbaglio? Io mi chiamo Robert Preston, mi occupo di farmaceutica. Piacere.»

 

Fatte le presentazioni, i due restarono a lungo in silenzio, seduti fianco a fianco, finché non ritornò la padrona di casa:

 

«Spero abbiate fatto conoscenza. Suppongo che, visto che siete stati entrambi così gentili a farmi dono di cioccolatini, fiori e vino, non ci siano problemi se vi chiedo di aiutarmi a portare le pietanze in tavola, vero?»

«Io e il signor Stilinski saremo felici di aiutarti, dico bene?»

«Non sia mai. Siamo qui per servire.»

«Posso chiamarti Jeff?»

«Certamente, Robert.»

 

Mentre i tre erano affaccendati, fuori i ragazzi parlavano tra loro:

 

«Bei costumi!» commentò Isaac. «Molto originali.»

«Per curiosità, chi dovreste essere conciati così?» domandò Derek.

«Io Peter Pan.» rispose Scott.

«Io invece Quetzalcoatl.» rispose Stiles.

«Quetzalcoatl, il dio azteco? A me ricordi più un uccel di bosco. Un fagiano gigante direi. Quindi, fossi in, te correrei in casa, non si sa mai. Potrebbe esserci qualche cacciatore in giro nei boschi. Eh eh eh.» commentò sarcastico Derek.

«A quest'ora ne dubito. Per ora, nei boschi di Beacon Hills, abbiamo incontrato soltanto lupi mannari scorbutici o svitati.» rispose Stiles. «Se non sbaglio questa è una festa maschera. Che fine ha fatto il tuo costume, Derek?» aggiunse.

«Il mio costume, dici? Eccolo, c'è lo indosso.»

«Indosso? A me sembri vestito come al solito.» osservò Scott.

 

A quel punto, Derek si trasformò davanti a loro.

 

«Sei impazzito? Non vorrai entrare in casa nostra...in questo stato?» domandò preoccupato.

«E perchè no? Pensi che lo sceriffo possa credermi realmente un licantropo?»

«Lo sceriffo no, ma mia madre potrebbe, visto che ha già visto trasformato me.» precisò Scott.

«Ti ha visto trasformato? E come ha reagito?»

«Non mi ha parlato per una settimana. Poi un giorno ci siamo seduti e ne abbiamo discusso. All'inizio non voleva accettarlo. Quando ha capito che non sono pericoloso, perché sono in grado di controllarmi, ha accettato la realtà. Inoltre mi ha detto che qualsiasi cosa io faccia o sia, resterò sempre suo figlio.»

«Bene, allora non ci sono problemi.»

«Ma non pensi ad Allison e a Lydia?» domandò Stiles.

«Allison ha perso sua madre non per colpa nostra, ma per la famiglia di psicopatici a cui appartiene. Per quanto riguarda Lydia, ha già visto Jackson trasformarsi davanti ai suoi occhi, e la sua reazione non mi è sembrata delle peggiori.»

«Va bene! Torniamo a mio padre, allora. Come lo spiegherai il fattore “vocina”? Quando parli sembri l'anticristo. Non potresti provare a modularla un po'?»

«Concesso!.....uhm uhm grrrrrrr rrrrrr.» l’Alfa si schiarì la voce. «Così va meglio?»

«Accettabile! E gli occhi rossi?»

«Congiuntivite.»

«Ah, si? E dovuta a cosa, alla kriptonite rossa? Per favore, qualcosa di più credibile!»

«Lenti fluorescenti.»

«Uhm, passabile. A questo punto, mi sembra che sia tutto a posto. Speriamo in bene. In ogni caso ho sempre la cerbottana.»

«Non mi risulta che Quetzalcoatl avesse una cerbottana.» fece notare Derek.

«Lui no, ma io si.»

«E a che ti serve? A sparare pezzetti di carta?»

«Non è da escludere. Inumiditi al punto giusto sono parecchio fastidiosi nell'orecchio.»

 

Derek lo guardò torvo:

 

«È une bene che mio zio abbia morso Scott e non te. Tu sei completamente pazzo. Jackson si è trasformato nel kanima, chissà cosa saresti diventato tu.»

 

In quel momento arrivò una porche, con a bordo Jackson, Lydia e Allison.

 

«Ciao a tutti!» salutò Lydia. «Vedo che avete dei costumi particolari. Sopratutto quello da uomo lupo e da....da cosa sei vestito Stiles?» aggiunse, squadrandolo.

«Da Quetzalcoatl.»

«Quetzalcoatl, la divinità azteca?»

«Precisamente.»

«Le penne sono perfette, e anche gli ornamenti. Il problema è un altro.»

«Quale?»

«Quetzalcoatl era un serpente piumato, non una danzatrice del carnevale di Rio.»

«Beh, ho fatto una rivisitazione personale!»

«Che razza di patetico sfigato. Non sei neanche in gradi di procurarti un costume decente? Guarda il mio e impara.» intervenne Jackson, con la sua innata simpatia.

«Chi dovresti essere?» domandò Stiles.

«Al Capone, chi altro?»

«Il costume da Wonder Woman ti dona, Allison.» disse Scott.

«Anche il tuo da folletto dei boschi è fatto molto bene.»

«Veramente, sarei Peter Pan. Il fatto è che è un costume vecchio, e mia madre non ha avuto il tempo di allungarmi i calzoni e la maglietta.»

«Io invece sono vestita da Miss Marvel.» intervenne Lydia.

«Io adoro i fumetti della Marvel.» precisò Stiles.

«Isaac, giusto?» domandarono Allison e Lydia.

«Si!»

«Sei un conte Dracula da paura!»

«Visto che ci siamo presentati tutti, con le nostre nuove identità, direi di entrare.»

 

Per coloro che sono giunti alla fine del capitolo:

1) Lasciate un commento!

2) Spero di non avervi annoiato, e che vogliate proseguire nella lettura!

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Capitolo 2
*** La festa abbia inizio! ***


This is Halloween!

La festa abbia inizio!

 

Il gruppetto, affamato e ansioso di darsi ai bagordi, si diresse in casa:

 

«Benvenuti a tutti!» li accolse la madre di Scott.

«Ciao ragazze, come state?» domandò il signor Stilinski.

«Salve sceriffo, c'è anche lei?» domandò Lydia.

«Mi hanno invitato, dunque eccomi qui!»

«Salve sceriffo!»

«Jackson, come stai? Ti sei ripreso? Ho saputo della tua morte apparente. È stata una fortuna che tu ti sia ripreso prima di essere sepolto.»

«Concordo. Ho intenzione di guidare la mia porche ancora per molto.»

«Buonasera a tutti!» intervenne Peter Hale.

«Ragazzi! Tutti voi conoscete già lo sceriffo Stilinski, ma non questo simpatico personaggio. Ho il piacere di presentarvi Robert Preston.»

«Robert Preston?» domandarono in coro Stiles, Scott e Derek.

«Già, Robert. Ma se volete potete chiamarmi zio Robby.»

«Va bene, zio Robby, piacere di conoscerti!» si presentò Derek, stringendogli la mano quasi fino a stritolarla.

«Però, bella stretta ragazzo. Adesso puoi anche lasciarmi la mano, se vuoi.»

«Oh....scusami tanto.....zio Robby!» esclamò l’Alfa, fulminandolo con lo sguardo.

 

Anche Scott, Stiles ed Isaac stettero al gioco. Lydia, Allison e Jackson invece, non riconoscendo Peter Hale, si presentarono. Dopodiché, tutti si spostarono in sala da pranzo, e presero posto. La tavola era imbandita con ogni ben dio: lasagne, cosce di pollo al forno, patate al burro croccanti, pisellini e prosciutto arrosto, involtini di zucca fritta e altre leccornie. Da bere vi era: alcune bottiglie di vino, escluse quelle donate da Hale e Stilinski, e di birra Corona, riservate agli adulti, e bottiglie di bibite varie e acqua.

 

«Ragazzi, servitevi pure dal buffet e non fate complimenti. Qui c'è da mangiare per cento!» li invitò la signora McCall.

 

Dato il via al rinfresco, gli invitati si fecero sotto. Lydia, con molta classe, compose un piatto con un po' di tutto, seguita da Allison e Melissa McCall; poi si versò dell'acqua, prontamente imitata dalle altre due donne. Peter Hale e Jeff Stilinski si servirono sopratutto con cosce di pollo e pisellini, e dichiararono entrambi assedio alle bottiglie di vino. Stiles ed Isaac presero doppia porzione di lasagne e involtini di zucca fritta. Scott e Jackson si riempirono il piatto con patate, pisellini e tre fette, a testa, di prosciutto arrosto. I primi bevvero della Coca Cola, gli altri due della Sprite. Derek, che era in modalità lupo mannaro, mise nel piatto tutto ciò che gli capitava a tiro, stappò una bottiglia di Corona,  ed iniziò a mangiare, avidamente, con le mani.

 

«Però....il ragazzo ha una fame da lupo.» commentò divertito lo sceriffo.

«Già! Sono le maniere ad essere da maiale.» aggiunse Stiles, indicando le posate a Derek.

«Perché mai dovrei usarle? Hai mai visto un lupo mannaro usare forchetta e coltello?»

«Certo che no, ma siccome sei seduto tra persone civili, nessuno si offenderebbe se tu le adoperassi.» lo riprese, cortesemente, Robert Preston, alias Peter Hale.

«Hai sentito Fido, prendi le posate, da bravo bello!» lo stuzzicò Stiles. Derek reagì ruggendo e illuminando gli occhi di rosso.

«Porca vacca che occhi rossi! Hai per caso la congiuntivite ragazzo? Posso chiedere a Melissa se ha del collirio da darti, se vuoi.» si preoccupò il signor Stilinski.

«Non si faccia ingannare sceriffo. Sono solo lenti a contatto.» rispose l'Alfa.

«Dovrei comprarne un paio anche io. Sai come scapperebbero i criminali!»

«A gambe levate, suppongo. Quasi avessero dietro un lupo mannaro.» disse Scott, guardando bieco Derek.

«Per il ruggito, invece, che cosa usi?» domandò, ancora, lo sceriffo.

«Mi alleno a ruggire, utilizzando il metodo Staicolcaski.»

«Stanislavskij, vorrai dire. Non Stai coi caschi, o qualsiasi altra cosa tu abbia detto.» lo corresse Lydia. «É un metodo che si basa sull'approfondimento psicologico del personaggio, e sulla ricerca di affinità tra il suo mondo interiore e quello dell'attore. Così facendo si esternano le emozioni interiori, attraverso la loro interpretazione e rielaborazione a livello intimo.» spiegò a tutti i presenti.

«Sentito come si dice, Derek?» ridacchiò Stiles.

«Sei non stai zitto, tra non molto sarei tu ad avere bisogno di un casco!»

«Non credo che tu possa farmi molto, c'è mio padre qui!»

«Ti sbagli. Io sono qui in veste di Zorro, non di sceriffo. Tu l'hai stuzzicato, quindi sbrigatela da solo. È tutto tuo Derek! Solo....non sciuparmelo troppo. In fondo è l'unico figlio che ho.» alle parole del signor Stilinski, Derek guardò famelico Stiles che, mettendo le mani sotto il tavolo, iniziò a stringere la cerbottana.

«Derek, visto che il tuo costume non mi sembra molto pratico per mangiare, se vuoi puoi andare in bagno a cambiarti. Puoi sempre rivestirti più tardi.» intervenne Melissa McCall.

«La ringrazio! Datemi un istante, e sarò subito da voi.»

«Cerca anche di lavarti la faccia, visto che hai un pisellino ficcato nel naso!» lo informò, con sdegno, Jackson. L'Alfa, in risposta alle parole del ragazzo, aspirò dell'aria con il naso, risucchiando il pisellino nella bocca, dove venne masticato ed inghiottito.

«A dir poco disgustoso.» proferì Peter Hale.

«Da vero lupo mannaro!» esclamò lo sceriffo, strizzando l'occhio e facendo il gesto della pistola a Derek. Egli, mostrando le zanne, fece altrettanto, poi si diresse in bagno. Cinque minuti dopo, ritornò in sala, da essere umano, e riprese posto.

 

La cena proseguì tranquillamente, tra chiacchiere varie e battutine pungenti.

 

«Spero che tutti abbiate gradito. Adesso, è arrivato il momento di spostarci in salotto, e di dare il via ai giochi!» annunciò la padrona di casa. «Visto che siamo in dieci, proporrei di fare cinque squadre da due. Il primo gioco sarà quello dei mimi! Uno dei due membri di ogni coppia deve mettere in scena una recita, che rappresenti la scena di un film; all'altro, invece, spetterà il compito di indovinare. È concessa una sola battuta d'aiuto, si può rispondere alle domande senza dare indizi, e si ha a disposizione una clessidra da cinque minuti.» aggiunse.

«Benissimo. Sembra un gioco divertente! Come sono le squadre?» domandò il signor Stilinski.

«Pensavo di farle così: io e Robert saremo la prima, Lydia ed Allison la seconda, Jeff e Jackson sarete la terza; Isaac e Scott la quarta, Derek e Stiles la quinta.» spiegò.

«D'accordo. Iniziamo allora. Tu, Jackson, come te la cavi? Sei un buon mimo?»

«Certamente, signor Stilinski. Sono un grande in tutto ciò che faccio!»

«Sei la sicurezza fatta persona, ragazzo. Comunque anch'io sono abbastanza bravo. Inoltre ho visto parecchi film, dunque dovremmo essere in una botte di ferro.»

«Visto che dobbiamo giocare, puoi andare a rimetterti il costume Derek.»

«Certamente, signora McCall.»

 

L'Alfa ritornò in bagno, attese cinque minuti, si trasformò, e raggiunse il resto dei partecipanti in salotto. Spostato il tavolino, i ragazzi ricavarono lo spazio per un rudimentale palcoscenico. Gli invitati, sedendosi per terra, formarono un semi cerchio, e furono pronti ad assistere alla prima esibizione:

 

«Vorrei recitare io, se non ti dispiace, Mel.» disse Robert.

«Mel? Carino, mi piace! Nessuno mi aveva mai chiamato così, Rob.»

 

In quel momento, il signor Stilinski colse il guanto di sfida, lanciato da Peter Hale, e promise a se stesso due cose: anzitutto, al prossimo gioco, lui e non Robert, avrebbe fatto coppia con Melissa McCall; in seconda battuta, non avrebbe abbandonato per niente al mondo il campo, si sarebbe battuto senza esclusione di colpi, sfoderando tutto lo charme e il sex appeal degli Stilinski.

 

«Spero sia un film facile, Rob.»

«Non preoccuparti Mel, è un classico! Non puoi non averlo visto.» detto ciò, la sabbia prese a scendere, e  Peter Hale cominciò a gesticolare, interpretando due personaggi.

 

«Sembrerebbero un uomo e una donna.»

«Si.»

«Stanno litigando?»

«No, affatto.»

«Stanno discutendo?»

«Si.»

«Lei è addolorata?»

«Di più, è disperata.»

 

Derek, osservando suo zio recitare, bisbigliò all'orecchio di Stiles: «É abominevole la sua peformance! Non si capisce se stia imitando una persona che piange, o se sia colto da colite spastica!»

«Concordo. Senza contare che, con il trucco che ha in viso e le smorfie che fa, ricorda tanto il protagonista del Rocky Horror Show.»

«Buona questa! Speriamo che questo schifo abbia presto una fine. Non so per quanto potrò reggere prima di saltargli addosso e accopparlo definitivamente.»

«Per ora, l'unica vittima accertata è l'interpretazione teatrale. Non c'è stato niente da fare, l'abbiamo persa circa due minuti fa. Che riposi in pace!»

 

Mentre i due commentavano, lo spettacolo andò avanti:

 

«Lui sta sistemando qualcosa?»

«Si.»

«I documenti di separazione?»

«No, qualcosa di più voluminoso.»

«I suoi vestiti?»

«Si.»

«Soltanto i suoi?»

«Si.»

«Sta partendo lontano da lei?»

«Si, puoi scommetterci.»

«É il Patriota?»

«No.»

«L'Ultimo dei Mohicani?»

«Assolutamente...sei lontana anni luce!»

«Qual'è la battuta d'aiuto?».

«Francamente, me ne infischio!» pronunciò, con aria altezzosa, Peter Hale.

«É Via col Vento?»

«Si, bravissima Mel.» si congratulò, baciando sulla guancia la signora McCall. Scott, per lo shock, stava per trasformarsi in lupo mannaro, Stiles, per dare man forte, avrebbe tanto voluto usare la cerbottana, ma solo la coscienza glielo impedì.

«Abbiamo indovinato prima dello scadere del tempo, ci spetta un punto.» proclamò la signora McCall.

 

Segnato il punteggio sulla tabella, la seconda esibizione poté iniziare:

 

«Allison, ho già in mente la scena da recitare. Comincio io, dunque.»

«Come preferisci, Lydia.»

 

La ragazza si mise a quattro zampe, ed iniziò a muoversi  sinuosa, facendo ondeggiare le sue belle natiche e gonfiando il seno. Stiles, che era a meno di un metro da Lydia, squadrò la ragazza dalla testa ai piedi, soffermando lo sguardo prima sul sedere, poi sulla scollatura ed infine sulle labbra.

 

«É un animale?»

«Da un punto di vista biologico si! ti conviene essere più specifica.»

«D'accordo....è un essere umano?»

«Decisamente.»

«É un uomo?»

«No.»

«É una donna.»

«Si.»

«Può camminare anche normalmente?»

«Si.»

 

Lydia, che continuava a muoversi in maniera provocante, fece aumentare copiosamente la salivazione di Stiles e l'insistenza del suo sguardo. Derek fu l'unico, assieme a Scott, ad accorgersi di quanto stava accadendo. Stiles sembrava in trance mistico, rapito dalle forme di Lydia.

 

«Ehi, Stiles, va tutto bene?» gli sussurrò all'orecchio Scott.

«Tutto benissimo. Perché?»

«Hai uno sguardo strano!»

«Strano in che senso? Come quei ragazzi che ci hanno offerto da bere nel locale in cui Danny va a ballare, o strano tipo maniaco?»

«Direi il secondo, decisamente.»

«Grazie di avermi informato. Ma davanti a cotanta abbondanza, come si fa a resistere?»

«Non lo so, ma cerca di trovare un modo! Stai sbavando dappertutto!»

 

Derek, che aveva ascoltato quanto i due si erano detti, decise di agire, buttando benzina sul fuoco. Si avvicinò a Stiles, gli pose le mani artigliate sulle spalle ed iniziò a sussurargli:

 

«Certo che è proprio un gran bel pezzo di figliola! Capelli biondo ramato che scendono delicatamente sulla sua schiena. Labbra rosse come il vino. La pelle liscia e bianca come il latte. Un corpo perfetto. Immagina come potrebbe essere sotto la doccia. Tutta bagnata, mentre ti chiede di passarle il doccia schiuma e di accarezzarla.»

«.......il doccia schiuma.......» ripeté inebetito ad alta voce.

«Come hai detto Stilinski?» domandò Lydia.

«Uh?....cos...cosa c'è?»

«Non lo so, diccelo tu. Sei tu che ci hai interrotto, con il tuo doccia schiuma.»

«Ah...doccia schiuma, così ho detto? Intendevo dolce spuma! Già, quasi quasi vado a farmene un bicchiere, qualcuno ne vuole?» domandò il ragazzo, alzandosi.

 

In quel preciso istante, Lydia, che era carponi di fronte a lui, notò un particolare insignificante:

 

«Stilinski!?»

«Si, Lydia?»

«Che cos'è quel rigonfiamento? Ti sei messo qualcosa sotto il gonnellino?»

«Ha ragione, Stiles. Hai qualcosa che sporge da sotto il costume!» indicò, ridacchiando, Derek.

 

Stiles, in fretta e furia, prese un cuscino e se lo premette davanti al pube. Prima di incappare in domande imbarazzanti, raggiunse, ad ampie falcate, la cucina. Ritornò, in salotto, qualche minuto più tardi: completamente calmo e con un bicchiere di spuma. Nel frattempo la recita  era terminata, in quanto Allison aveva indovinato il film, rispondendo Catwoman. Fu la volta di Jackson e del signor Stilinski:

 

«Ragazzo, permettimi di iniziare.»

«Come vuole!»

 

Lo sceriffo si mise in posa, ed iniziò ad agitare le braccia, rivolgendo lo sguardo verso Melissa McCall.

 

«É un uomo?»

«Si, lo è.»

«Fa ginnastica?»

«No.»

«Sta ballando?»

«No! Che razza di ballo sarebbe, scusa?»

«Non lo so, me lo dica lei. Sembra che stia ballando.»

«Affatto, concentrati!.» lo sceriffo pose enfasi ai movimenti delle braccia, e gonfiò notevolmente il petto.

«Sta facendo il tacchino?»

«Quasi...»

«Il gallo?»

«All'incirca. Osserva meglio.» disse il signor Stilinski, dandosi una vistosa sistemata ai gioielli di famiglia. Nell'osservare quella scena, Jackson restò allibito e un po' sconcertato. Lydia, invece, si avvicinò ad Allison e le sussurrò all'orecchio:

 

«Prima il figlio, e adesso il padre. Hanno una mente malata! E pensare che uno viene a scuola con me, l'altro, invece, è lo sceriffo della città.»

 

Allison ridacchiò, e rispose:

 

«Devi ammettere, però, che sono alquanto simpatici.»

 

La recita proseguì, e Jackson, con i pochi indizi che aveva a disposizione, tentò di formulare un'ipotesi:

 

«Ricapitoliamo. Lei è un gallo che....che si aggiusta il pacco, se non ho capito male, dico bene?»

«Si figliolo, ma non dirlo con quel tono. Mi fai apparire sotto una strana luce.»

«Beh...ma è quello che stai facendo, Jeff.» lo schernì Peter Hale, ridendo.

«Forse ho capito. È per caso Full Monty?»

«No!»

«Qual è la battuta d'aiuto?»

 

Lo sceriffo, aggiustandosi i capelli, fece un passo avanti, guardò negli occhi Melissa McCall e ammiccando disse:

 

«Aho! Bella fica. Che deliziose tendine!»

«Jeff....ti prego, non davanti ai ragazzi, così mi fai arrossire!» esclamò la madre di Scott, sistemandosi la scollatura.

«Cosa...? No, Melissa, hai frainteso. Non che io non pensi che tu sia una....»

«Bella fica...papà....mi pare che tu abbia detto così!» precisò Stiles.

«Grazie Stiles, anche io so che Melissa è una bella fica,..... cioè, no…..aspetta….intendevo....oh insomma, che diamine mi fate dire. È solo la battuta del film.»

«Ho capito che film è. In e Out, giusto? È il film preferito del mio amico Danny!»

«Si, hai indovinato! Accidenti che fatica, vado a bere un sorso, con permesso.» Jeff andò in cucina, e si fece un cicchetto di whisky. Nel mentre, Isaac e Scott calcarono la scena:

 

«Hai in mente un film da recitare, Isaac?»

«A dire il vero, no. Speravo in te!»

«Tranquillo allora, sei in buone mani. Almeno spero!»

 

Scott iniziò a lanciare un fantomatico qualcosa di invisibile verso un punto imprecisato davanti a sé.

 

«Puoi iniziare, se vuoi.» lo informò Isaac.

«Lo sto facendo.»

«Facendo cosa? Pensavo stessi allontanando una mosca.»

«Guarda bene ciò che faccio, e ragiona. Non è difficile. È un film conosciutissimo.»

«Ok. Continua.»

 

Il ragazzo continuò a ripetere il gesto, più e più volte, ma Isaac non riusciva proprio a capire.

 

«Sembrerebbe quasi che tu stia mandando qualcuno a quel paese, ma con una certa eleganza nel movimento. È per caso un film di ballo?»

«Affatto.»

«È di azione?»

«Si.»

«Il personaggio è umano?»

«Si.»

«È Atto di Forza?»

«No.»

 

Isaac, per cercare di capire di che film si trattasse, decise di alzarsi in piedi e di osservare Scott da un’altra angolatura. Ma la situazione non cambiò:

 

«È colpa della tua faccia. È inespressiva! Sembri quasi un gargoyle.»

«La mia faccia non ha niente che non va. Sei te che sei a digiuno di film. Eppure è facilissimo.»

«Proviamo con la battuta, allora.» propose Isaac.

«Vai ragnatela, vai!»

«Vai raganella, vai. Sono una ranocchia, acchiapparmi non potrai! Son tutta verde, sono anche blu, se salto io, perché non salti anche tu?» disse Isaac, zompettando, mani in alto, intorno a Scott.

«Ti senti poco bene Isaac?»

«Affatto. La tua battuta mi ha fatto venire in mente una filastrocca che cantavo all’asilo. Pensavo che ripetendola, mi avrebbe aiutato a ricordare in quale film uno dei personaggi cerchi di lanciare una rana.»

«Di lanciare una rana? Io ho detto RAGNATELA non RAGANELLA!»

«Oh..scusa! Ho capito male! Quindi la parola è ragnatela!»

«Esattamente.»

«Film famosi con ragnatele….., mi viene in mente solo Spider Man.»

«Si......finalmente, hai indovinato!»

 

Venne il turno dell'ultima coppia:

 

«Derek, ho in mente un film grandioso!»

«Quindi vorresti recitare? Accomodati.»

 

Stiles prese posto, e lo spettacolo iniziò. Il ragazzo impersonava più di un personaggio, sotto gli occhi di Derek che, con aria confusa e meditabonda, tentava di cogliere qualche indizio:

 

«Uhm...siete quattro?»

«Si, esatto.»

«Qualcuno di voi è un guascone?»

«No, nessuno di noi è una bottiglia di vino. Siamo tutti esseri umani.»

«Prego? Ma che accidenti vai dicendo? I guasconi sono abitanti della Francia.»

«Quindi hai capito che siamo tutti esseri umani?»

«Certo che si, pezzo di scemo!» esclamò Derek, portandosi le mani alla faccia, e scuotendo la testa.

«Va bene, non è il caso di reagire così! Continuiamo.»

«Qualcuno di voi usa armi?»

«Si.»

«Per difesa?»

«No.»

«Per lavoro?»

«Si.»

«Il film è la Maschera di Ferro?»

«Affatto.»

«Le vostre armi sono fucili?»

«Si, all'incirca.»

«All'incirca? Lo sono o non lo sono? Qui si va per le lunghe. Qual è la battuta d'aiuto?»

«Digli del plumcake.»

«Cosa? Che centra il plumcake?»

«Si è proprio quello!»

«Quello cosa, il dolce? Ma di che accidenti stai parlando?»

«Del film, di cos'altro se no.»

«Un momento. Mi stai dicendo che “Digli del plumcake” è la battuta? Che razza di film ha una brioche ripiena di yogurt per indizio? Solo tu potevi sceglierlo. Ti farcirei di schiaffi! Adesso come facciamo a venirne fuori, non indovinerò mai!»

«Possibile che tu non abbia mai visto questo film? È una pietra miliare del cinema!»

«È la Fabbrica di Cioccolato?»

«No, Willy Wonka. Ti sembro forse uno degli Umpa Umpa?»

«No. Mi ricordi di più lo scemo dei Ghostbusters.»

«Come hai detto?»

«Lo scemo dei Ghostbusters.»

«Solo l'ultima parte.»

«...Ghostbusters....!?»

«Bravo, esatto.»

«I Ghostbusters? Per questo la battuta non mi diceva niente. L'ho visto a spezzoni questo film!»

 

Il gioco dei mimi proseguì fino alle dieci, e si concluse con la vittoria della squadra delle ragazze.

 

«Dopo il mimo, il gioco in programma è Just Dance 3. Quindi colleghiamo la Wii, e diamo il via alle danze.» informò la signora McCall. «Chi vuole essere il primo?»

«Io avrei un'idea in proposito!» esclamò Lydia.

«Sentiamola!»

«È molto semplice, signora McCall! Visto che eravamo cinque squadre, e i posti sul podio solo tre, proporrei che siano le due squadre arrivate per ultime ad esibirsi. Ovviamente la canzone verrà scelta dalle tre vincenti.»

«È un'idea fenomenale!» intervenne Allison.

«Veramente un'ottima trovata!» commentò Peter Hale.

 

Derek fece un passo indietro, poi si voltò verso Scott, Stiles ed Isaac e disse:

 

«Ragazzi, sento odore di guai. Non c'è bisogno che vi ricordi i nostri rispettivi piazzamenti. Quindi, fate silenzio e seguitemi!»

 

I quattro, in punta di piedi, raggiunsero la porta di casa, quando una voce li richiamò all'ordine:

 

«Ehi, voi! Dove state andando? Non vorrete andarvene sul più bello.» li fermò Melissa.

«Chi noi? Ma va, volevamo fare un po' di streching qua fuori. Sa... per scaldarci prima dell'esibizione. Dico bene ragazzi?» si scusò Stiles.

«Cero, come no.....non vediamo l'ora di dimenare le chiappe.» rispose Scott.

«Forza,....tornate di là! Avevate solo da impegnarvi di più nei mimi.»

 

I ragazzi, scortati dal signor Stilinski e da Peter Hale, vennero ricondotti in salotto e fatti sedere sul divano. Nel mentre che aspettavano, i vincitori si allontanarono in un angolo, confabularono tra di loro, e tornarono, pronti ad emettere la sentenza. La portavoce, designata per tale compito, fu Allison:

 

«Dopo un concitato dibattito, abbiamo deciso che la canzone che dovrete ballare e cantare..»

«Aspetta un momento! Se non sbaglio si era parlato solo di ballare, non di cantare, anche.»

«Avanti Derek, non vorrai deludere il tuo pubblico. Dopo tutto sei un Alfa, che vuoi che sia una canzone!» lo schernì Jackson.

«Un Alfa? È che diamine sarebbe?» domandò lo sceriffo.

«Gli Alfa sono…una band musicale! Sono alle prime armi, ma hanno uno stile entusiasmante. Ho il piacere di presentarvi i loro componenti: Derek, Isaac, Scott e Stiles!»

 

Seguì un piccolo applauso.

 

«Complimenti Derek! Non solo attore, addirittura musicista. Sei un artista completo!» affermò, ammirato, il signor Stilinski.

«Già, un vero genio.» rispose stizzito Derek.

«Non sapevo suonassi in una band, Scott.»

«Nemmeno io.....mamma.»

«Che strumento suoneresti, Stiles?»

«La batteria, papà.»

«La batteria!? D'altronde sei un casinista, uhm....si ci può stare. Solo una cosa. Ora che ci penso, tu non hai una batteria.»

«Lui no, ma io si. Gliela presto durante le prove.» diede manforte Isaac. «Io sto al basso, Scott alla chitarra insieme a Derek, che peraltro è anche la voce leader.»

 

Il suono di quelle parole, venne seguito dallo schiocco secco di uno scappellotto, che Derek assestò ad Isaac.

 

«La voce leader? Ma che cavolo vai dicendo? Persino da lupo mannaro sono più intonato.» rispose l’Alfa, prendendo da parte il Beta.

«Tranquillo! Tanto Jackson ci ha presentato come dilettanti. Qualche defaiance ci è concessa!»

«Qualche? Allora non hai ascoltato....»

«Basta parlottare voi due, e torniamo a noi.» si intromise Allison. «La canzone che dovrete ballare e cantare è “I was made for lovin' you.”, dei Kiss.» sentenziò.

 

Ascoltato il verdetto, Derek chiamò a raccolta gli altri:

 

«Aprite bene le orecchie. L'unico modo per uscirne, senza fare figuracce, è restare uniti. Cerchiamo di concentrarci e di dare il meglio di noi, intesi?»

«Signor si.» risposero all’unisono.

«C'è solo un piccolissimo problema.» intervenne Isaac.

«Quale sarebbe?» domandò Derek.

«Tu hai parlato di non fare figuracce, ma è impossibile! Io conosco Just dance 3, ci ho già giocato, e posso assicurarti che il balletto dei Kiss è alquanto imbarazzante. Senza contare che uno dei ballerini è una donna.»

«La donna può farla Stiles.»

«Un momento Derek, perché mai dovrei farla io?»

«Vuoi veramente che te lo spieghi?»

 

I tre ragazzi si avvicinarono a Stiles e lo circondarono, mostrandogli le iridi infuocate.

 

«Ok, messaggio ricevuto. I vostri fari nella notte sono stati piuttosto chiari. In fondo che vuoi che sia. Devo solo interpretare una ballerina davanti a mio padre, alla ragazza per cui stravedo ma che non mi fila, a quel presuntuoso di Jackson, a quel cagnaccio incimurrito di tuo zio, a tua madre e alla tua ragazza, Scott. Perderò la faccia davanti a tutti, e in meno di cinque minuti.» piagnucolò il ragazzo.

«Non farne una tragedia. Siamo coinvolti tutti. Se può farti sentire meglio, ti prometto che Jackson non la passerà liscia!» garantì Derek.

 

Terminata la consulta, il quartetto si diresse al patibolo. Ognuno di loro ricevette un controller:

 

«Considerando quanto detto da Isaac poco fa, Derek interpreterà il ballerino con il giubbetto rosa e i pantaloni zebrati; Scott farà quello vestito di giallo con il cilindro; Isaac quello azzurro con i baffoni, e Stiles la ragazza vestita di nero.» stabilì Allison

 

Definiti i dettagli, il gioco venne avviato e lo show ebbe inizio: svariati colpi di batteria e  strimpellate di basso e di chitarra, introdussero un “Uhmmmmmm yeeeeah!” di Derek. All’urlo del ragazzo, seguì un coro di molti “Du du du du du”, con tanto di balletto simultaneo,  ripetuto e diviso in due mosse: “La corsa Heidi styles” e quella del “Passa il vassoio!” combinata al “Doppio Urk” alla marinara. Eseguiti i passi, l'Alfa attaccò a cantare, prendendo una steccata tremenda. Ma il meglio doveva ancora venire. Quando Derek ebbe terminato le sue strofe, ecco ripartire la fantasmagorica coreografia e il coro di gruppo, più stonato che mai: “I was made for lovin' you baby, you were made for lovin' me, and i can't get enough of you baby, can you get enough of me.”

 

«Porca miseria, sono un supplizio! Se continuano così sarò costretto ad arrestarli per disturbo alla quiete!» esclamò lo sceriffo, tappandosi le orecchie.

«Non sono così male. La presenza scenica c'è, la coordinazione nei movimenti anche, dovrebbero solo allenarsi a cantare, non ad urlare!» commentò Peter Hale. Allison, Lydia e Melissa McCall, sconvolte dall'esibizione, non riuscirono a dire niente; non poterono far altro che osservare a bocca aperta e con sguardo esterrefatto. Jackson, invece, divenne paonazzo per il troppo ridere. Eppure, nonostante tutto, non vi era limite al peggio: con le strofe successive, Derek non riuscì più a tenere sotto controllo la sua voce, e pertanto riprese a cantare con il timbro da lupo mannaro.

 

«Accidenti, qualcuno chiami un prete! Che diamine è successo alla voce di Derek?» domandò preoccupato il signor Stilinski.

«Deve essere lo sforzo.» suggerì Melissa McCall. «Poverino, vado a prendergli qualcosa da bere, ne avrà bisogno dopo la canzone. Speriamo che la voce gli torni normale.» aggiunse, correndo in cucina e ritornando con una bibita gelata.

 

Venne nuovamente la volta del “quartetto di voci angeliche” e della ballata di gruppo, con lieve modifica dei passi: a tutto il repertorio, fin qui descritto, aggiungete un girarsi attorno a coppie, una crisi mistica di Derek, la famosa “Zampata della tigre”, il mulinello di pugni di Stiles, lo sgambare di chitarra di Isaac, Scott versione Jimi Hendrix, e l'immancabile “Lavata di denti a passo alternato”, per riprendere, poi, con il balletto normale e terminare, definitivamente, con la “Fatality strumentale”. I quattro erano arrivati fino in fondo, sudati e mortificati all'inverosimile.

 

«Eccoti una bibita, Derek. Mandala giù, e speriamo che la voce torni normale.»

«Grazie, ci voleva proprio!» rispose il ragazzo, con la sua soave vocina. «La voce sembra essersi normalizzata. Adesso ho bisogno di andare in bagno.» detto ciò, si defilò.

«Scott....»

«Si...mamma!?»

«Sei stato fenomenale, performance canora a parte. Avevi un sex appeal mostruoso!»

«Grazie..»

«Allison mangiava il tuo fondoschiena con gli occhi!» bisbigliò all'orecchio del figlio, facendolo arrossire.

«Stiles!»

«Si, papà?»

«Quando avete intenzione di esibirvi, voi Alfa?»

«Non so, perché?»

«Beh...fatemi sapere le date dei vostri concerti, qui a Beacon Hills, e cercherò di organizzarmi in anticipo.»

«Organizzarti, per cosa?»

«Per un cordone di sicurezza.»

«Per difenderci dai fans?»

«No, per difendere loro da voi! Le vostre voci sono pessime! Come avete fatto, finora, a portare a casa la pelle?»

«Abbiamo cantato e suonato in garage da Isaac,...di fronte a Jackson. C 'era soltanto lui.»

«Ora capisco. Comunque allenatevi a cantare, perché le movenze e la sincronia ci sono. E dite a Derek di fare dei gargarismi.»

«Comunque non siete andati malissimo. Siete....d'effetto.» disse Allison.

«Esibirsi non è solo muovere il deretano su e giù, e scatenarsi come forsennati. È anche intonazione vocale. Sentite e imparate.» dichiarò Lydia. «Chi vuole esibirsi con la sottoscritta?» aggiunse.

«Che canzone metti?» domandò la padrona di casa.

«Baby one more time.»

«Io adoro Britney Spears. Posso ballare?» domando lo sceriffo.

«Va beeeene. Nessun altro? Jackson?»

«Stai scherzando? No, passo.» rispose il ragazzo.

«Ballo io.» intervenne Allison.

«E io.» si aggiunse Melissa.

 

Altra canzone, altro giro. Avviata la musica, le tre donne e lo sceriffo iniziarono a cantare e a ballare, con moine da cheerleaders.

 

«Non posso crederci, che spettacolo deplorevole! Lo sceriffo che agita il culo come una signorina. Meno male che non c'è nessuno che filma.» commentò Stiles, stropicciandosi la faccia.

«Parla per te!» disse Derek che, apparso all'improvviso, stava riprendendo tutto con il suo cellulare.

«Ma che stai facendo, dai qua!» esclamò Stiles, togliendogli di mano il telefonino. «Se vuoi riprendere qualcuno, aspetta il turno di zio Robby!» finì.

«A proposito, dov'è finito?» domandò Derek.

 

Mentre tutti si erano distratti, Peter Hale era misteriosamente scomparso.

 

«Dobbiamo trovarlo. Penso che stia per mettere in atto ciò che aveva in mente!» esclamò Scott.

 

Nello stesso istante in cui il ragazzo terminò la frase, ci fu un blackout, e il buio calò su casa McCall.

«Restate calmi. Deve essere saltato un fusibile. Per sicurezza darò un'occhiata fuori, per vedere se è solo un nostro problema o di tutto il vicinato.» spiegò il signor Stilinski, dirigendosi alla finestra. «Ci sono degli strani tizi mascherati qua fuori. Non credo abbiano buone intenzioni! Sarà meglio tirar fuori la pistola e ......dannazione!» aggiunse.

«Che cosa c'è papà?»

«Ho scordato i proiettili a casa.»

«Siamo nella cacca fino al collo!» esordì Jackson.

«Non fasciarti la testa prima del dovuto, figliolo. La pistola è scarica, ma loro non lo sanno! Comunque sia, si stanno dirigendo qui. Non c'è tempo di preparare un piano, nascondetevi tutti! Faremo a questi balordi una bella sorpresa di Halloween.»

 

Fortunatamente il salotto era abbastanza grande e pieno di anfratti, così tutti riuscirono a prendere  posizione.

 

«Ognuno afferri qualcosa, e al mio segnale giù botte, intesi?»

«Ricevuto!»

 

La maniglia della porta di ingresso girò lentamente, e la porta si aprì: l'ombra di un uomo fece capolino sulla soglia, accompagnata da altre tre, che sembravano trasportare un pacco voluminoso. Gli sconosciuti entrarono in casa con atteggiamento circospetto, portando dentro la misteriosa scatola, che depositarono in sala da pranzo. Quando ebbero terminato, si diressero verso il salotto e si guardarono attorno.

 

«Adesso!» urlò lo sceriffo.

 

Gli ospiti di casa McCall, come ninja, uscirono dai loro nascondigli: quello che sembrava essere il capo venne atterrato con un calcio dal signor Stilinski, gli altri riuscirono a darsela a gambe.

 

«Ne abbiamo mancati tre!» esclamò lo sceriffo.

«Coff..in compenso, posso dirti che gli hai presi tutti e due!» si lamentò una voce familiare.

«Ma che diamine....qualcuno corra a ripristinare il contatore.»

 

Scott, seguito da Stiles, uscì e si diresse all'impianto elettrico. Ripristinata la corrente, la luce tornò.

 

«Robert? Che ci fai lì per terra?» domandò il signor Stilinski.

 

Robert Preston, alias Peter Hale, era sul pavimento, e con entrambe le mani si teneva i genitali.

 

«Ouch! Volevo farvi una sorpresa, ma l'avete fatta voi a me!»

«Perdonami, pensavo fossi un ladro! Su, ti do una mano a rialzarti!»

«Ho ordinato una torta di Halloween! Volevo farvela recapitare con un'entrata ad effetto....ed ecco il risultato, per poco non vengo castrato!»

 

Alla vista dello zio dolorante, i ragazzi non poterono trattenere le risate. Dopo diverse scuse e spiegazioni, il clima tornò sereno, i giochi ripresero e tutti si gustarono una fetta di torta al cioccolato, coperta di fondente arancione e dalle fattezze di zucca. La festa durò fino alle 2.00. Il mattino seguente, Beacon Hills si risvegliò con le strade coperte di coriandoli, stelle filanti, trombette, carte di caramella e quant'altro. Non mancarono gli episodi di vandalismo: due, fra tutti, colpirono gli agenti di polizia della città:

1)      Alla porche di Jackson Whitemore erano state smontate le gomme, e sostituite con quattro mattoni.

2)      Qualcuno aveva fatto irruzione nel negozio di musica della città. I soldi della cassaforte e la maggior parte dei cd non furono toccati. I vandali si erano limitati a distruggere tutte le copie dei Kiss, accanendosi in particolar modo su quei cd che contenevano il brano intitolato “I was made for lovin' you.” Fatto ancor più strano, sulla scena del crimine venne ritrovato del pelo di lupo, animale che in California è scomparso da più di 60 anni.

 

Dedicata a leyda e Rose_97. 

 

A tutti coloro che hanno letto questa storia:

 

 

1)      Per favore, lasciate un commento!

2)      Andate su you tube, digitate: just dance 3 kiss “I was made for lovin' you”, ed immaginate quanto è accaduto alla festa!

3)      Andate su google e digitate in immagini: Ford Mustang 69, e guardate che figata di macchina ha zio Peter!

4)      Se vi state chiedendo se la torta l'ha confezionata Buddy Valastro, la risposta è no! Lui è di Hoboken, non di Beacon Hills!

5)      Buon Halloween a tutti!

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