Il principe azzurro scolora al primo lavaggio. di Tuttoatemiguida (/viewuser.php?uid=203955)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Savannah. - Georgia. ***
Capitolo 2: *** Da Carlo's, part one. ***
Capitolo 1 *** Savannah. - Georgia. ***
Il
principe azzurro scolora al primo lavaggio.
Spalancai la finestra
della mia nuova camera, e vidi un paessaggio cittadino, ancora
sconosciuto, davanti a me.
Savannah.- Georgia.
Eccomi in una nuova
città, l'ennesima.
Non avrei avuto il tempo
di conoscere ciò che la caratterizzava,come i ciliegi di cui
avevo tanto sentito parlare.
Sapevo che ci saremmo
trasferite prima. Era così da circa tre anni.
Ma mi andava bene, o
meglio fingevo che tutto questo andasse bene.
Non volevo inasprire
maggiormente il rapporto con mia madre, che da quando si era separata
da
mio padre, era andato a farsi fottere.
Mi voltai. Scatoloni con
il mio nome erano disseminati ovunque. Alcuni pieni e ancora
imballati,altri completamente vuoti.
Afferrai un jeans e una
canotta bianca e mi diressi in bagno.
Mi buttai sotto la
doccia, per scollarmi da dosso tutta quella rabbia, quell'ansia e
quella
polvere accumulata nei giorni passati.
Velocemente mi
asciugai, infilai la divisa, spazzolai la mia zazzera rossa, alla quale
mia madre non si era ancora abituata.
Non mi avrebbe mai perdonato il fatto di essermi tinta i capelli, di
aver sostituito il mio biondo cenere naturale, con un rosso alla
"Sirenetta".
Infilate le mie solite
converse nere, scesi
al piano inferiore, dove ad aspettarmi c'era mia madre intenta a
preparare la colazione.
- Ah, Sissi,
finalmente.- disse
mia madre con il suo solito sorriso sul volto. - Sai, penso che ti
troverai davvero bene in questa scuola. -
-L'hai detto anche per
l'ultima,e per quella prima ancora.- risposi atona.
Un silenzio imbarazzante
cadde nella stanza,fino a che non fu di nuovo lei a romperlo.
- Vuoi che t'accompagni
io? - la sua voce trasudava gentilezza.
Ma io quella gentilezza
l'avevo sempre interpretata come una forma di pentimento.
Rimorso.
Per aver lasciato mio padre. Per avermi costretto a questa vita. Per
l'aria insostenibile in casa.
Sa ch'è colpa sua.
- No,grazie. Preferisco
prendere l'autobus. E poi non vorrei farti arrivare tardi a lavoro. -
risposi con
un sorriso finto,quasi forzato.
Finita la
colazione, presi la borsa e usci di casa salutandola.
Aspettai più
o meno dieci minuti alla fermata.Poi finalmente l'autobus
arrivò.
Non c'era molta
gente, era troppo presto. Ma l'aria in casa mia era diventata
insostenibile.
Scesi e davanti a me si
stanziava un imponente edificio: La Midwood High School..
Entrai e mi diressi
all'ufficio della preside che avrebbe dovuto assegnarmi alla classe a
me più consona.
Detto fatto. Appena
entrai, mi fecero accomodare su di una poltrona scarlatta, molto comoda.
-Allora, signorina
Curtis ,a quanto
pare sei un ottima studentessa. Ottimi voti,prestazioni sportive
eccelenti...-disse la preside, una vecchietta simpatica con degli
occhiali piccolissimi sul naso, scomparendo dietro un foglio
bianco.- Penso che la classe,in cui ti troveresti meglio è
senz'altro la B.- Disse scrutando attentamente un altro foglio.
Così
ringraziai,e mi diressi verso la mia nuova classe.
Aspettai fuori dalla
porta,fino a quando non senti il professore dire:-Ragazzi,da oggi
avrete una nuova compagna di classe.Prego,entra pure Elizabeth.-
Entrai e mi trovai tutti
gli occhi puntanti addosso. Il professore mi chiese di prensentarmi,e
così feci.
Sfoderai un bel sorriso
ed iniziai a parlare di me.
-Salve a tutti. Io mi chiamo Elizabeth Curtis, ma tutti mi chiamano
Sissi.- Odiavo presentarmi.
All'inizio ero sempre imbarazzata, ormai però, ci avevo
fatto il callo.
Come avevo fatto l'abitudine al cambiare città ogni due
mesi, e agli occhi curiosi dei miei compagni.
Il professore mi fece accomodare
vicino ad una ragazza davvero carina.
Bionda,occhi color
nocciola,onde
morbide le arrivavano fino al seno, abbondante. Se non fosse vissuta
in una cittadina tanto anonima, avrebbe sicuramente potuto diventare
"qualcuno."
Tra una lezione ed
un'altra scambiai qualche parolina anche con altre ragazze,fino a
quando il suono assordante della campanella non annunciò la
fine del mio primo giorno di scuola.
Riposi i libri nello
zaino,uscì dall'aula e mi diressi alla fermata.
Quando...
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Capitolo 2 *** Da Carlo's, part one. ***
1. Da Carlo's, part one.
Quando mi senti chiamare.
Era
Annie, la
ragazza rossa, ma di un rosso molto più naturale del mio,
che era
seduta due posti dietro di me, e con cui avevo parlato quella mattina
stesso.
Mi
fermai di
scatto,e mi voltai verso di lei,che correva a mo' di figlia dei
fiori,lasciando i ragazzi presenti nel cortile in uno stato
confusionale di catalessi.
E
non solo
loro, visto che intenta ad ammirarla, non mi resi conto dell'
automobile
che stava attraversando a tutta velocità, la strada in cui
mi
trovavo.
L'avevo
a pochi
metri da me, l'urlo di un'Annie spaventata mi destò, ma era
come se
i miei piedi fossero incollati al cemento, per quanto io volessi
spostarmi, non ci riuscì.
Chiusi
gli occhi, aspettando l'impatto.
Quando
avverti
un peso sullo stomaco,aprì gli occhi e mi ritrovai due
occhi,di
un particolarissimo color nero pece a scrutarmi.
Occhi
negli occhi,restammo qualche minuto a guardarci,in quella danza di
sguardi.
Quando
lui ruppe il silenzio:-Ma sei scema?No,dico. Non l'hai vista la
macchina?-
Rossa
in
viso,ma non di certo per l'imbarazzo accennai un sorriso e poi
sbottai:- Certo che l'avevo vista, mi stavo per spostare quando un
idiota
mi si è buttato addosso.-
Esterrefatto,mi
guardava rabbioso.
Certo,non
si può dire che non fosse un bel ragazzo.
Anzi.
Era
uno dei più bei ragazzi che io avessi mai visto,ma
quell'aria di superiorità mi faceva imbestialire.
Intanto
rispose:-Si da il caso,che questo idiota ti abbia salvato la vita.-
Beh,
in effetti era vero, ma non gli avrei dato soddisfazione: - Oh,ma
perfavore! Me la sarei cavata benissimo da sola. -
La
sua risposta
non si fece attendere:-Un semplice "grazie" sarebbe stato
sufficiente,ma persone educate al giorno d'oggi non se ne trovano
molte, fa nulla, va' pure.-
Mi
aveva data della maleducata?
Ero
davvero
tentata di alzarmi,e prenderlo a schiaffi magari,ma poi notai la
posizione in cui ci trovavamo,ero distesa sotto di lui,completamente
bloccata da quelle spalle possenti,e in un certo senso,mi stava anche
bloccando la riserva d'aria.
Cosi
risposi atona,decisa a fargli fare davvero una figura:-Non posso.-
Curioso
replicò:-E perchè sentiamo?Non riesci neanche ad
alzarti da sola?-
Esplosi.
Ma
come si permetteva questo!
Non
mi trattenni e gli urlai in faccia:-Perchè mi stai
sopra,idiota!-
Accertatosi
della cosi,e imbarazzato in un certo senso,si alzo e mi pose la mano.
Che
io rifiutai cortesemente.
Iris,
aveva visto tutta la scena, e mi corse incontro insieme ad altri suoi
amici.
Mi
saltò letteralmente al collo,abbracciandomi.
Sorpresa
dal
suo comportamento,ricambiai l'abbraccio e smorzai l'atmosfera
melodrammatica con una battuta:- Annie,a 'sto punto era meglio se mi
investiva una macchina.-
Scoppiammo
tutti a ridere,tranne ovviamente Brontolo,colui che mi aveva salvato.
Iris
staccatasi da me,mi chiese:- Elizabeth, ti va di venire con noi da
Carlo's?-
Non
che fossi
scossa per l'incidente,ma preferivo tornarmene a casa,così
dissi:- Ragazzi,ho un mucchio di scatoloni ancora da sistemare.Mi
disp...-
Notai
lo sguardo implorevole di Iris ,e non seppi resistere,e annui
rassegnata.
Ino,poi
si voltò verso Brontolo,e gli domandò :- Vieni
anche tu Victor?-
Visibilmente
scocciato,annui,per mia sfortuna.
Arrivammo
in un quarto d'ora,circa.
Eravamo,
più o meno, sette persone.
Parlai
con tutti,tutti molto simpatici,tranne il mio salvatore,ed un certo
Marius.
Le
ragazze, Annie,Sophia e Valery erano molto
simpatiche,e subito iniziarono a farmi domande su domande.
-Allora,-esordì
Valery, la ragazza dai capelli color caramello - da dove vieni?-
Con
un sorriso rassegnato all'inverosimile risposi:-New York,Chicago,Los
Angeles,ho girato molto, per colpa di mia madre.-
Le
ragazze vedendo la mia espressione,decisero di cambiare
discorso,toccando comunque un argomento che avrei preferito evitare.
-Sissi,
posso chiamarti così(?);sei fidanzata?-disse Annie,
sorseggiando il suo frappè alle more.
Mi
rabbuiai, abbassai lo sguardo e cortesemente risposi:-Lo ero,abbiamo
dovuto chiudere a causa del mio trasferimento,la lontananza ci avrebbe
ucciso.-
Iris
si senti
in
colpa, e non fece più domande,stranamente Sophia,la ragazza
timidissima, con il blocco da disegno sempre in mano,
continuò: - Ci
dispiace
molto, non avremmo dovuto...-
Sorrisi
dell'immensa dolcezza della ragazza, e risposi di rigetto:-Ma
no,figuratevi,e poi fa bene parlarne. John mi manca,ma ci sentiamo
spesso,in fondo non lo sento molto lontano.
Ma
ora basta parlare di me, Ruby qualcosa mi dice che tu sei
fidanzata.Sbaglio?-
Ruby,
in tutta
risposta si strinse nel ragazza accanto a se,che stava disperatamente
cercando di fare alcuni conti scritti su un tovagliolo..Poi con una
linguaccia
esordì:- Leight è mio,capito?-
Scoppiammo
tutte a ridere,intanto voltai il viso verso quel brontolone,e scopri
che con la testa appoggiata al braccio a sua volta appoggiato al
tavolo,mi stava fissando,parlando distrattamente con Marius.
Non
arrossì,ma mi voltai di scatto,e nella pancia
sentì improvvisamente qualcosa svolazzare.
Ho
bevuto troppo frappè al cioccolato,ripetei tra me e me...
Ecco il secondo capitolo, ho cercato di aggiornare il più
presto possibile.
Chiedo venia per i nomi, un po' antiquati. Se avete suggerimenti sono
ben'accetti. :D
Un bacio.
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