Il principe azzurro scolora al primo lavaggio.

di Tuttoatemiguida
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Savannah. - Georgia. ***
Capitolo 2: *** Da Carlo's, part one. ***



Capitolo 1
*** Savannah. - Georgia. ***


Il principe azzurro scolora al primo lavaggio.



Spalancai la finestra della mia nuova camera, e vidi un paessaggio cittadino, ancora sconosciuto, davanti a me.
Savannah.- Georgia.

Eccomi in una nuova città, l'ennesima.
Non avrei avuto il tempo di conoscere ciò che la caratterizzava,come i ciliegi di cui avevo tanto sentito parlare.
Sapevo che ci saremmo trasferite prima. Era così da circa tre anni.
Ma mi andava bene, o meglio fingevo che tutto questo andasse bene.
Non volevo inasprire maggiormente il rapporto con mia madre, che da quando si era separata da mio padre, era andato a farsi fottere.
Mi voltai. Scatoloni con il mio nome erano disseminati ovunque. Alcuni pieni e ancora imballati,altri completamente vuoti.
Afferrai un jeans e una canotta bianca e mi diressi in bagno.
Mi buttai sotto la doccia, per scollarmi da dosso tutta quella rabbia, quell'ansia e quella polvere accumulata nei giorni passati.
Velocemente mi asciugai, infilai la divisa, spazzolai la mia zazzera rossa, alla quale mia madre non si era ancora abituata.
Non mi avrebbe mai perdonato il fatto di essermi tinta i capelli, di aver sostituito il mio biondo cenere naturale, con un rosso alla "Sirenetta".
Infilate le mie solite converse nere, scesi al piano inferiore, dove ad aspettarmi c'era mia madre intenta a preparare la colazione.
- Ah, Sissi, finalmente.- disse mia madre con il suo solito sorriso sul volto. - Sai, penso che ti troverai davvero bene in questa scuola. -
-L'hai detto anche per l'ultima,e per quella prima ancora.- risposi atona.
Un silenzio imbarazzante cadde nella stanza,fino a che non fu di nuovo lei a romperlo.
- Vuoi che t'accompagni io? - la sua voce trasudava gentilezza.
Ma io quella gentilezza l'avevo sempre interpretata come una forma di pentimento.
Rimorso.
Per aver lasciato mio padre. Per avermi costretto a questa vita. Per l'aria insostenibile in casa.
Sa ch'è colpa sua.

- No,grazie. Preferisco prendere l'autobus. E poi non vorrei farti arrivare tardi a lavoro. - risposi con un sorriso finto,quasi forzato.
Finita la colazione, presi la borsa e usci di casa salutandola.
Aspettai più o meno dieci minuti alla fermata.Poi finalmente l'autobus arrivò.
Non c'era molta gente, era troppo presto. Ma l'aria in casa mia era diventata insostenibile.
Scesi e davanti a me si stanziava un imponente edificio: La Midwood High School..
Entrai e mi diressi all'ufficio della preside che avrebbe dovuto assegnarmi alla classe a me più consona.
Detto fatto. Appena entrai, mi fecero accomodare su di una poltrona scarlatta, molto comoda.
-Allora, signorina Curtis ,a quanto pare sei un ottima studentessa. Ottimi voti,prestazioni sportive eccelenti...-disse la preside, una vecchietta simpatica con degli occhiali piccolissimi sul naso, scomparendo dietro un foglio bianco.- Penso che la classe,in cui ti troveresti meglio è senz'altro la B.- Disse scrutando attentamente un altro foglio.
Così ringraziai,e mi diressi verso la mia nuova classe.
Aspettai fuori dalla porta,fino a quando non senti il professore dire:-Ragazzi,da oggi avrete una nuova compagna di classe.Prego,entra pure Elizabeth.-
Entrai e mi trovai tutti gli occhi puntanti addosso. Il professore mi chiese di prensentarmi,e così feci.
Sfoderai un bel sorriso ed iniziai a parlare di me.
-Salve a tutti. Io mi chiamo Elizabeth Curtis, ma tutti mi chiamano Sissi.- Odiavo presentarmi.
All'inizio ero sempre imbarazzata, ormai però, ci avevo fatto il callo.
Come avevo fatto l'abitudine al cambiare città ogni due mesi, e agli occhi curiosi dei miei compagni.
Il professore mi fece accomodare vicino ad una ragazza davvero carina.

Bionda,occhi color nocciola,onde morbide le arrivavano fino al seno, abbondante. Se non fosse vissuta in una cittadina tanto anonima, avrebbe sicuramente potuto diventare "qualcuno."
Tra una lezione ed un'altra scambiai qualche parolina anche con altre ragazze,fino a quando il suono assordante della campanella non annunciò la fine del mio primo giorno di scuola.
Riposi i libri nello zaino,uscì dall'aula e mi diressi alla fermata.
Quando...

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Capitolo 2
*** Da Carlo's, part one. ***


1. Da Carlo's, part one.



Quando mi senti chiamare.

Era Annie, la ragazza rossa, ma di un rosso molto più naturale del mio, che era seduta due posti dietro di me, e con cui avevo parlato quella mattina stesso.
Mi fermai di scatto,e mi voltai verso di lei,che correva a mo' di figlia dei fiori,lasciando i ragazzi presenti nel cortile in uno stato confusionale di catalessi.
E non solo loro, visto che intenta ad ammirarla, non mi resi conto dell' automobile che stava attraversando a tutta velocità, la strada in cui mi trovavo.
L'avevo a pochi metri da me, l'urlo di un'Annie spaventata mi destò, ma era come se i miei piedi fossero incollati al cemento, per quanto io volessi spostarmi, non ci riuscì.
Chiusi gli occhi, aspettando l'impatto.
Quando avverti un peso sullo stomaco,aprì gli occhi e mi ritrovai due occhi,di un particolarissimo color nero pece a scrutarmi.
Occhi negli occhi,restammo qualche minuto a guardarci,in quella danza di sguardi.
Quando lui ruppe il silenzio:-Ma sei scema?No,dico. Non l'hai vista la macchina?-
Rossa in viso,ma non di certo per l'imbarazzo accennai un sorriso e poi sbottai:- Certo che l'avevo vista, mi stavo per spostare quando un idiota mi si è buttato addosso.-
Esterrefatto,mi guardava rabbioso.
Certo,non si può dire che non fosse un bel ragazzo.
Anzi.
Era uno dei più bei ragazzi che io avessi mai visto,ma quell'aria di superiorità mi faceva imbestialire.
Intanto rispose:-Si da il caso,che questo idiota ti abbia salvato la vita.-
Beh, in effetti era vero, ma non gli avrei dato soddisfazione: - Oh,ma perfavore! Me la sarei cavata benissimo da sola. -
La sua risposta non si fece attendere:-Un semplice "grazie" sarebbe stato sufficiente,ma persone educate al giorno d'oggi non se ne trovano molte, fa nulla, va' pure.-
Mi aveva data della maleducata?
Ero davvero tentata di alzarmi,e prenderlo a schiaffi magari,ma poi notai la posizione in cui ci trovavamo,ero distesa sotto di lui,completamente bloccata da quelle spalle possenti,e in un certo senso,mi stava anche bloccando la riserva d'aria.
Cosi risposi atona,decisa a fargli fare davvero una figura:-Non posso.-
Curioso replicò:-E perchè sentiamo?Non riesci neanche ad alzarti da sola?-
Esplosi.
Ma come si permetteva questo!
Non mi trattenni e gli urlai in faccia:-Perchè mi stai sopra,idiota!-
Accertatosi della cosi,e imbarazzato in un certo senso,si alzo e mi pose la mano.
Che io rifiutai cortesemente.
Iris, aveva visto tutta la scena, e mi corse incontro insieme ad altri suoi amici.
Mi saltò letteralmente al collo,abbracciandomi.
Sorpresa dal suo comportamento,ricambiai l'abbraccio e smorzai l'atmosfera melodrammatica con una battuta:- Annie,a 'sto punto era meglio se mi investiva una macchina.-
Scoppiammo tutti a ridere,tranne ovviamente Brontolo,colui che mi aveva salvato.
Iris staccatasi da me,mi chiese:- Elizabeth, ti va di venire con noi da Carlo's?-
Non che fossi scossa per l'incidente,ma preferivo tornarmene a casa,così dissi:- Ragazzi,ho un mucchio di scatoloni ancora da sistemare.Mi disp...-
Notai lo sguardo implorevole di Iris ,e non seppi resistere,e annui rassegnata.
Ino,poi si voltò verso Brontolo,e gli domandò :- Vieni anche tu Victor?-
Visibilmente scocciato,annui,per mia sfortuna.
Arrivammo in un quarto d'ora,circa.
Eravamo, più o meno, sette persone.
Parlai con tutti,tutti molto simpatici,tranne il mio salvatore,ed un certo Marius.
Le ragazze, Annie,Sophia  e Valery  erano molto simpatiche,e subito iniziarono a farmi domande su domande.
-Allora,-esordì Valery, la ragazza dai capelli color caramello - da dove vieni?-
Con un sorriso rassegnato all'inverosimile risposi:-New York,Chicago,Los Angeles,ho girato molto, per colpa di mia madre.-
Le ragazze vedendo la mia espressione,decisero di cambiare discorso,toccando comunque un argomento che avrei preferito evitare.
-Sissi, posso chiamarti così(?);sei fidanzata?-disse Annie, sorseggiando il suo frappè alle more.
Mi rabbuiai, abbassai lo sguardo e cortesemente risposi:-Lo ero,abbiamo dovuto chiudere a causa del mio trasferimento,la lontananza ci avrebbe ucciso.-
Iris si senti in colpa, e non fece più domande,stranamente Sophia,la ragazza timidissima, con il blocco da disegno sempre in mano, continuò: - Ci dispiace molto, non avremmo dovuto...-
Sorrisi dell'immensa dolcezza della ragazza, e risposi di rigetto:-Ma no,figuratevi,e poi fa bene parlarne. John mi manca,ma ci sentiamo spesso,in fondo non lo sento molto lontano.
Ma ora basta parlare di me, Ruby qualcosa mi dice che tu sei fidanzata.Sbaglio?-
Ruby, in tutta risposta si strinse nel ragazza accanto a se,che stava disperatamente cercando di fare alcuni conti scritti su un tovagliolo..Poi con una linguaccia esordì:- Leight è mio,capito?-
Scoppiammo tutte a ridere,intanto voltai il viso verso quel brontolone,e scopri che con la testa appoggiata al braccio a sua volta appoggiato al tavolo,mi stava fissando,parlando distrattamente con Marius.
Non arrossì,ma mi voltai di scatto,e nella pancia sentì improvvisamente qualcosa svolazzare.
Ho bevuto troppo frappè al cioccolato,ripetei tra me e me...


Ecco il secondo capitolo, ho cercato di aggiornare il più presto possibile.
Chiedo venia per i nomi, un po' antiquati. Se avete suggerimenti sono ben'accetti. :D
Un bacio.

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