Am I like him? di akira90 (/viewuser.php?uid=20476)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'arrivo di Goku ***
Capitolo 2: *** Fuori uno ***
Capitolo 3: *** Inizia lo scontro ***
Capitolo 4: *** A volte il caso... ***
Capitolo 5: *** Hai veramente deciso? ***
Capitolo 6: *** Perché tutto questo? ***
Capitolo 7: *** Mi manchi ***
Capitolo 8: *** Saiyan vs Freezer ***
Capitolo 9: *** Supersaiyan ***
Capitolo 10: *** Tutto finito ***
Capitolo 1 *** L'arrivo di Goku ***
La solita calma prima della tempesta. L’agitazione
continuava a farsi sentire dal giorno prima.
Il suo arrivo era imminente ma per alcuni dei suoi amici
era
già troppo tardi.
Non voleva ancora crederci ma purtroppo il suo cuore gli
diceva, che non poteva fare più nulla per i suoi amici morti durante lo
scontro.
Volava con una velocità doppia rispetto alla norma ma,
nonostante ciò, gli sembrò di impiegare molto tempo a raggiungere il
luogo dove
i due Saiyan, Crilin e Gohan stavano aspettando il suo arrivo.
Una volta giunto, vide il Saiyan più muscoloso
sogghignare e
farsi avanti.
Goku lo guardò con aria di sfida.
“Papà, finalmente sei arrivato!” disse il piccolo Gohan
con
le lacrime agli occhi.
“Goku, ce ne hai messo del tempo per arrivare!”
farfugliò
Crilin pieno di entusiasmo e meraviglia.
“Beh, sì…sapete ho avuto qualche imprevisto. Ma ora sono
arrivato e spero di poter sistemare per le feste quei due” disse Goku
guardando
di sottecchi i due nuovi nemici.
Vegeta, sentite queste parole, sputò per terra.
“Ma fammi il piacere di stare zitto, Kaaroth!” abbaiò
Vegeta
a Goku.
Goku fece finta di non aver sentito. Era troppo
superiore a
lui per ribattere ad una simile provocazione.
“È meglio che voi adesso ve ne andiate via da qui…non
vorrei
che vi accadesse qualcosa” si preoccupò Goku, rivolto al figlio e
all’amico.
“Ma, ma, ma se avrai bisogno di noi?” chiese timidamente
il
bambino, udite le parole amorevoli del padre.
“Non ti preoccupare Gohan. Se morirò nello scontro ci
penserai tu a batterli, ne sono certo”.
“Quel moscerino lì dovrebbe batterci? Ma se non è
nemmeno
capace di stare in piedi!” disse Nappa indignato dalle parole di Goku.
Anche questa volta Goku non rispose. Non lo degnò
neppure di
uno sguardo.
Gohan ormai piangeva a dirotto e neppure le parole dolci
del
padre sapevano consolarlo.
Il bambino non voleva perdere di nuovo suo padre. Era
troppo
importante per lui.
Teneramente Goku si avvicinò al figlio e gli sussurrò
all’orecchio: “ Non avere paura, piccolo mio. Tornerò a casa sano e
salvo, te
lo prometto. Lo sai che non potrei darmi pace se non tentassi di
riportare la
pace sulla Terra. E cosa più importante lo devo fare soprattutto per
difendere
te e la mamma. Ti voglio bene e spero che tu capisca i miei motivi,
anche se
sei molto piccolo”.
A queste parole Gohan strinse ancora di più a sé il
padre,
che, inorgoglito dall’amore che il figlio provava per lui, sorrise
soddisfatto.
Lentamente il piccolo fu staccato dall’abbraccio dalle
possenti mani di Goku, che lo stava fissando negli occhi con evidente
commozione.
“Ma papà…io voglio rimanere qui con te!”
“No, non se ne parla più Gohan, te l’ ho già detto”.
Il bambino continuava a guardarlo con gli occhietti
lucidi
ma Goku era irremovibile.
“Andate, ora. Prima incominciamo meglio è”.
“Come desideri, Goku” disse Crilin prendendo Gohan per
il
braccio.
Il viso del bambino continuava ad essere rivolto verso
il
padre che non vedeva da così tanto tempo.
Pensare che poteva non rivederlo mai più creava dentro
di
lui un senso di angoscia e tristezza.
Obbedendo alle sue parole, seguì controvoglia Crilin
verso
la casa del Genio.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Fuori uno ***
Non appena i due furono volati via dal campo di
battaglia,
Vegeta si alzò dal sasso su cui era seduto per avvicinarsi a Nappa.
A quest’ultimo non sfuggì il movimento del compagno e
quindi
si voltò nella sua direzione con aria interrogativa.
“Lo sistemi tu, Nappa? O ci devo pensare io?” chiese il
Principe dei Saiyan al suo amico.
“No, pensaci pure tu a schiacciare quel moscerino!”
“Grazie mille Vegeta…non vedo l’ora di ridurlo in
poltiglia!”
“Figuriamoci se io mi abbasso a combattere contro questo
Saiyan di livello così basso! Sono il Principe dei Saiyan e come tale i
miei
avversari devono essere soltanto i migliori combattenti!” pensò Vegeta
alle
parole di Nappa.
Il Saiyan rivolse il suo sguardo famelico verso Goku,
che lo
guardava con una calma impressionante.
Non sembrava per nulla intimorito dalla figura che si
ritrovava davanti.
La distanza fra loro due si stava riducendo, poiché
Nappa si
stava dirigendo con passo svelto verso Goku.
All’improvviso attaccò Goku, il quale schivò il pugno
con
notevole facilità.
L’altro rimase sorpreso dai riflessi dell’avversario ma
continuò a cercare di colpirlo invano.
Pochi minuti dopo aveva già il fiatone.
“Sei già stanco?” chiese Vegeta divertito dalla scena.
Nappa, infastidito dalla domanda, gli rispose
bruscamente:
“Certo che no! Come vedi il bello deve ancora cominciare!”.
Dopo circa mezz’ora era ormai stremato, mentre Goku
sembrava
che non si fosse ancora mosso.
Vegeta non toglieva gli occhi di dosso da Kaaroth, il
quale
si era accorto di essere osservato attentamente. Per questo motivo
decise di
non lasciar capire a Vegeta che sta contenendo la sua potenzialità
combattiva.
Ma non era uno stupido e aveva capito esattamente quello
che
Goku stava facendo. Decise di dirlo a Nappa.
“Ehi, Nappa, non ti sei accorto che sta contenendo la
sua
forza?”.
“Ma che cosa stai dicendo? È impossibile!” rispose il
compagno.
“Dai, togliti di mezzo, ci penso io a spedirlo all’altro
mondo!” urlò l’altro.
“Non ti devi abbassare, ce la faccio benissimo anche da
solo”.
“A quanto pare non sembra” disse Vegeta sarcastico.
“Adesso lo finisco, non ti preoccupare!”
Vegeta si alzò e andò verso Nappa, il quale lo guardò
con
aria interrogativa.
Sul viso di Vegeta si disegnò un sorriso sadico.
Il suo compagno cominciò ad avere paura. Non aveva mai
visto
il Principe rivolgergli quell’espressione.
All’improvviso prese il braccio di Nappa e lo scagliò
per
aria.
“Che stai facendo, Vegeta? Non hai la benché minima
pietà
per chi ti ha servito?”
“Non mi servi più, Nappa!” disse Vegeta ridendo di gusto.
Dalle mani del Principe dei Saiyan si formò una sfera di
energia che si diresse verso Nappa.
Per quest’ultimo non ci fu nulla da fare; fu colpito e
ridotto in polvere come se fosse uno spiedino cotto troppo sul fuoco.
Goku rimase sbalordito. Il Saiyan che si trovava davanti
era
talmente crudele da uccidere il compagno senza pensarci due volte.
Vegeta si mise di nuovo a ridere di gusto. “Non eri
altro
che un’incapace! Ecco la fine che fanno quelli come te!” disse Vegeta
tra una
risata e l’altra.
Da lontano Crilin e Gohan sentirono che l’aurea di Nappa
era
scomparsa e pensarono che Goku lo avesse ucciso.
I
due rimasero stupiti dal fatto che il loro amico lo avesse fatto fuori
così rapidamente.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Inizia lo scontro ***
“Ma
non hai pietà!” disse Goku a Vegeta.
Vegeta, dal canto suo, sorrise beffardamente. “ Si vede
che
non sei degno della nostra razza, Kaaroth!”.
“Beh ora possiamo cominciare” disse l’altro con aria di
sfida.
Vegeta annuì facendo cenno con la testa. Volò su una
cima,
in modo tale da risultare più in alto del suo unico suddito.
Stare più in alto lo faceva sentire superiore a lui. E
in
effetti per se stesso lo era.
Per qualche minuto i due avversari si studiarono
fissandosi
negli occhi, anche se erano molto distanti.
Improvvisamente lo scontro iniziò. Fulmini e pezzi di
roccia
circondavano i due antagonisti mentre combattevano. La loro potenza
faceva
tremare la terra intera. Tutta la gente aveva paura. Sembrava la fine
del
mondo. Anche se non lo era, da questo scontro dipendeva la sorte di
tutta
l’umanità che viveva sulla Terra.
Non combattevano al massimo delle loro capacità, se ne
rendevano conto entrambi. Vegeta era molto sicuro di sé, mentre Goku
non sapeva
ancora fino a che livello la forza del Principe arrivasse, quindi non
si
sbilanciava a fare previsioni sull’esito del combattimento.
Dopo circa tre ore di combattimento senza sosta, si
fermarono, stanchi di non aver ancora scoperto le vere potenzialità
dell’avversario.
Di nuovo si guardarono sfidandosi e questa volta
cominciarono anche a parlare.
“Ehi, Kaaroth, sei già stanco?”
“Forse sarai tu quello stanco!” ribatté Goku.
“Non credo proprio! È strano che guerrieri di basso
livello
come te riescano a tenere testa al Principe dei Saiyan…Ti faccio i miei
complimenti!” disse sarcastico Vegeta.
“Se usassi tutta la tua potenza potresti sconfiggermi!”
lo
provocò Goku.
“Io toglierei il condizionale, Kaaroth!” disse l’altro,
abboccando alla provocazione.
Goku sorrise. Con le parole era sicuramente lui in
vantaggio. Era soddisfatto. Ora doveva solo riuscire a fare abbassare
la cresta
al Saiyan presuntuoso che si trovava davanti. Era anche molto
desideroso di
scontrarsi con Vegeta alla massima potenza. Ma la pazienza è una virtù
dei
forti, perciò Goku si impose di rimanere calmo e di non fare cose
troppo
precipitose, che potrebbero costare care al pianeta Terra.
Il Saiyan si avvicinò a Goku. Quest’ultimo era molto più
alto del Principe e un po’ Vegeta si vergognava di essere inferiore in
altezza
nei confronti di Goku. Un altro punto in vantaggio dell’eroe della
Terra.
Vegeta alzò la testa per fissare meglio il viso di Goku,
che, al contrario, l’abbassò.
Il sole stava già scendendo dietro le montagne, creando
sul
cielo macchie rosse che tinteggiavano il paesaggio pittoresco. Stava
cominciando a fare freddo ma i due Saiyan non ci fecero caso.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** A volte il caso... ***
In lontananza si sentì un elicottero arrivare. Dopo
qualche
minuto atterrò vicino a loro. I due combattenti fissarono l’elicottero,
da cui
scesero due giornalisti. Vegeta fece una smorfia, notevolmente
infastidito da
quell’arrivo inaspettato. Si inumidì le labbra con un tocco di lingua e
poi si
leccò completamente le labbra. Amava predominare sui più deboli.
Come fece con Nappa, scagliò una sfera di energia contro
i
due nuovi arrivati. Goku non mosse un dito. Aveva seguito la scena
senza
minimamente preoccuparsi per la sorte di quegl’innocenti. Neanche lui
sapeva
spiegarne il motivo, perciò rimase colpito dal menefreghismo appena
dimostrato.
“Per oggi credo che possa bastare” disse il Principe dei
Saiyan, cercando di prendere il comando della situazione.
L’altro sotto shock annuì. Decisero che avrebbero
ripreso lo
scontro alle nove del giorno dopo.
Così Goku si alzò da terra e volò verso casa.
Non mangiò come al
solito. Chichi se ne accorse ma fece
finta di nulla.
Insieme, poi, si sdraiarono sul letto matrimoniale ma
Goku
non riusciva a prendere sonno. Chichi, invece, dormiva beatamente.
Il suo compagno continuava a rimuginare sull’accaduto
delle
ultime ore. Non riusciva a togliersi dalla mente il fatto di non essere
per
niente dispiaciuto per la morte dei due giornalisti.
“In fondo se l’erano cercata, decidendo di venire a
filmare
il loro scontro. Sapevano la pericolosità di Vegeta” pensò.
“Ma io non dovrei pensare queste cose…non sono come
Vegeta,
io…ma…entrambi abbiamo il sangue Saiyan nelle vene, quindi potrei
essere come
lui…Ma sono cresciuto sulla Terra, sono diverso per questo!”
Goku iniziò a piangere silenziosamente. Si rendeva conto
di
non sapere se essere una persona buona o cattiva. Voleva sapere chi lui
era
veramente: l’eroe buono della Terra o l’ ultimo suddito spietato del
Principe
dei Saiyan?
Poco dopo il sonno ebbe la meglio su Goku e si
addormentò.
Non ebbe incubi ma la sua notte fu comunque molto agitata.
Si svegliò verso le
sette di mattina. Non era mai stato così
agitato prima di una battaglia. Fece colazione, indossò la solita tuta
arancione e salutò il piccolo Gohan e Chichi.
Alle otto si trovava già dove il giorno prima si era
scontrato con Vegeta.
Il Principe era già là, sotto l’ombra di un albero e
intento
a sbocconcellare la carne di un animale arrostito. Vegeta fece finta di
non
averlo visto e Goku decise di non rivolgergli la parola per il momento. Mai disturbare un Saiyan mentre
mangia.
Erano entrambi in anticipo, perché non vedevano l’ora di
battersi.
Quando Vegeta ebbe finito la sua colazione alzò gli
occhi in
direzione di Goku, che stava fissando i resti dell’animale che si
trovavano di
fronte al Principe. Vegeta se ne accorse e, per avere l’attenzione di
Goku, li
incenerì. Si alzò e si diresse verso il suo avversario.
“Bene, possiamo riprendere da dove avevamo interrotto
ieri”
disse Vegeta incamminandosi lontano da lui.
“Certo, e spero proprio che oggi potrò misurarmi
con un avversario alla mia
altezza!” disse Goku provocandolo ancora una volta.
Vegeta si irritò ma sapeva che non doveva cedere alle
sue
provocazioni.
“Iniziamo, così potrai misurarti con me!”
“Bene, non vedevo l’ora!”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Hai veramente deciso? ***
Cominciarono a battersi come il giorno prima, senza
aumentare troppo la propria potenza. Dopo poco, però, iniziarono il
vero
combattimento, aumentando le loro auree e utilizzando tecniche che
prima non
avevano ancora sfoderato.
Si scontrarono fino a pomeriggio inoltrato, senza
nessuna
interruzione, fino a che, stremati dalla fatica e dalla rabbia, poiché
nessuno
dei due cedeva, si fermarono in piedi sopra ad una roccia.
“Già stanco, Kaaroth?” chiese Vegeta, tentando
disperatamente di nascondere il fiatone e il sudore che cadeva dal suo
corpo.
“Certo che no, Vegeta, siamo solo all’inizio!” rispose
Goku
nelle medesime condizioni del suo nemico.
Sapevano che non potevano andare avanti così. Sarebbero
morti entrambi per l’impossibilità di uno di prevalere sull’altro.
Così Vegeta decise di iniziare a provocare Goku.
“Sai Kaaroth, stavo pensando…come mai ieri non hai fatto
niente per salvare quei terrestri insulsi? Insomma, tu, l’eroe della
Terra, che
non tenti di tutto per aiutare i più deboli…Mi sembra molto strano!
Forse tu
non sei realmente buono come vuoi far credere! Sei un Saiyan!”
Goku, a quelle parole, rabbrividì. Vegeta sembrava aver
capito perfettamente la battaglia che si stava svolgendo nella sua
mente e
stava cercando di sfruttarla a suo favore.
Il Principe, vedendo che Goku esitava, riprese con
coraggio:“Tu dovresti comportarti da Saiyan, sei un Saiyan, non lo puoi
negare…anche la passione per le sfide, i combattimenti, la voglia di
prevalere
lo confermano…non puoi nasconderlo!” disse con voce persuadente.
Ancora una volta Goku non disse nulla. Era confuso, non
sapeva più chi lui fosse…o forse no lo aveva mai saputo. Vegeta era
l’unico
rimasto della sua razza. Inoltre sapeva che le parole del Principe
erano vere:
il suo stile di vita era proprio di un guerriero Saiyan e il fatto di
non aver
salvato quei giornalisti innocenti confermavano che lui era della
stirpe dei
Saiyan, anche se non lo voleva ammettere a se stesso. Ora lo sapeva e
stava
cominciando ad accettare la sua natura.
“Io sono cattivo, altrimenti perché non ho voluto
salvare
quei terrestri?” si chiese.
Vegeta aveva perfettamente ragione. Doveva essere un
Saiyan
al completo. Cattivo, potente e spregiudicato. E da allora lo sarebbe
stato.
Il suo avversario
vide
che era quasi riuscito a convincerlo della verità delle sue parole. Ora
doveva
terminare la sua orazione.
“Vedrai, starai
meglio se
ti comporterai come me…rispetterai la natura della tua razza e ti
sentirai più
te stesso!” proseguì Vegeta, stupendosi di dire cose che non aveva mai
detto
prima di allora.
Goku ascoltava le sue
parole tenendo la testa bassa. Ormai aveva quasi deciso
definitivamente.
Sarebbe stato il nuovo compagno del suo Principe.
Goku, dopo circa
mezz’ora
senza dire una parola, si decise a parlare:“Sì, hai ragione…credo che
comincerò
a comportarmi completamente come uno della nostra razza.”
“Hai fatto la scelta
migliore, Kaaroth! E ora se sei d’accordo, andiamo alla conquista del
pianeta
Slipliat!” disse Vegeta eccitato dall’aver finalmente convinto Kaaroth.
“Ti seguo!” disse
Goku
fermamente convinto di quello che stava facendo.
Vegeta volò in
direzione
delle navicelle con cui lui e Nappa avevano viaggiato per arrivare
sulla Terra.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Perché tutto questo? ***
Dopo circa sei mesi
atterrarono sul pianeta Slipliat. Era il triplo più grande della Terra
ma ci
avrebbero messo poco a conquistarlo.
Appena arrivati
cercarono
qualcosa da mangiare. Appena finito di cenare si misero a dormire. La
conquista
del pianeta era rimandata al giorno dopo.
Quando si
svegliarono, il
sole era alto nel cielo, segno che avevano dormito troppo. Non potevano
più
sprecare tempo prezioso. Dovevano muoversi.
Vegeta spiccò il volo
e
Goku lo imitò. Volarono fino a che non trovarono un piccolo villaggio
abitato
da un popolo di statura molto piccola e di colore della pelle viola.
Goku non
aveva mai visto un popolo simile. Sembravano gente tranquilla e
pacifica.
Ma Goku non aveva più
la
pietà e la bontà di una volta. Sia lui che Vegeta si misero ad uccidere
tutti
gli abitanti: uomini, donne, bambini che urlavano per la paura e la
disperazione. Non sapevano il motivo di quel gesto da parte di due
stranieri.
Non li avevano mai visti prima di allora, perciò non avevano mai fatto
loro
qualcosa di male.
Terminata la loro
opera
di conquista del villaggio, si sedettero vicino ad una capanna e
consumarono il
pasto che la famiglia che viveva lì stava preparando prima del loro
arrivo.
Quando ebbero finito
si
diressero verso altri villaggi, che conquistarono senza fatica.
Completata la
conquista
del pianeta in due giorni, Vegeta decise di dire a Goku il motivo per
cui
doveva sottomettere interi pianeti.
“Kaaroth”
“Dimmi, Vegeta” disse
Goku assonnato.
“Dovrei dirti una
cosa”
“Sentiamo, che hai da
dirmi di così importante da impedirmi di dormire?”
“Devo dirti perché
facciamo tutto questo.”
“Cosa intendi per
tutto
questo, Vegeta?” chiese Goku non capendo a cosa alludesse il Principe.
“Ti dovrei dire
perché
noi stiamo conquistando dei pianeti.”
“Non lo facciamo
perché
siamo Saiyan?” chiese Goku confuso. Non riusciva a trovare un altro
motivo per
ciò che facevano. Glielo aveva detto lo stesso Principe, che i Saiyan
sono nati
per combattere e per dominare sugli altri. “Perché adesso dovrebbe
darmi un
altro motivo?” si chiese fra sé e sé.
“Il motivo principale
è
un altro – iniziò Vegeta – che adesso ti esporrò brevemente. Molto
tempo fa il
nostro pianeta, che si chiamava Vegeta, era retto da mio padre e tutti
i Saiyan
gli obbedivano. Conquistavamo pianeti quando e come volevamo ma un
giorno
arrivò Freezer che è l’essere più potente dell’universo e noi abbiamo
dovuto
sottometterci a lui per non essere uccisi tutti. Ben presto, però, mio
padre e
alcuni altri si ribellarono e furono uccisi. Poco più tardi un
meteorite cadde
sul nostro pianeta e tutti i Saiyan morirono. Ci salvammo solamente io,
Nappa e
Radish perché eravamo in missione. Rimanemmo al servizio di Freezer,
che io
personalmente odio, ma non avevamo altra scelta se non volevamo essere
eliminati da lui o da uno dei suoi scagnozzi disgustosi. Da allora noi
conquistiamo pianeti per lui.”
Dopo di che, Vegeta
tacque pensieroso. Si vergognava a dire che anche lui, il Principe dei
Saiyan,
era sottomesso alla volontà di un essere più potente. Aveva deciso di
dirlo a
Kaaroth perché Freezer gli aveva comandato di tornare da lui per
impartirgli
ulteriori ordini.
Goku allora prese la
parola deciso:“Domani partiamo e andiamo da Freezer e gli facciamo
vedere di
che pasta sono fatti i Saiyan!”
“Si vede che non
conosci
la sua potenza, Kaaroth!” disse Vegeta con un filo di malinconia nella
sua
voce.
“Non ti preoccupare per questo – disse Goku – ho
in
mente un piano infallibile.”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Mi manchi ***
Gohan era molto triste. Suo padre mancava già da
parecchi
mesi e per di più sapeva che era in giro per lo spazio con Vegeta,
perché
percepiva, seppur debolmente, le loro auree in una qualche parte
dell’universo.
Si chiedeva perché suo padre avesse deciso di seguire quell’essere
spietato e
crudele e, più ci pensava, più si rattristava e gli veniva voglia di
piangere
fra le braccia della sua mamma. Non voleva credere che era diventato
cattivo
tutto in una volta.
Stava facendo i compiti, quando sentì una voce familiare
bisbigliare al di fuori della finestra. Incuriosito, si voltò e vide
Crilin al
di là del vetro. Gohan aprì la finestra, perché non riusciva a capire
cosa
l’amico gli stesse dicendo. Era felice di vederlo dopo così tanto
tempo;
infatti non si vedevano da quando avevano lasciato Goku a combattere da
solo
contro Vegeta.
“Ehilà, ciao Gohan, quanto tempo!” disse Crilin
entusiasta
di rivedere il suo piccolo amico.
“Ciao, che piacere rivederti!”
“Anche per me! Sai sarei venuto prima ma ho avuto molti
contrattempi!”
“Non ti preoccupare…l’importante è che ora sei qui!”
disse
il bambino piangendo dalla felicità.
“Mm, senti…sono, ehm, anche venuto per chiederti
se…se…hai
avuto notizie di Goku” disse Crilin in imbarazzo.
Il piccolo si rattristò tutto in un botto. Non si
sarebbe
mai aspettato una domanda simile in quel momento da Crilin. Si mise a
piangere
per aver ricordato la lontananza del padre.
“No dai su Gohan, non piangere…ehm…sono venuto qui
apposta
per proporti di andare a cercare Goku e riportarlo a casa!” disse
Crilin,
tentando di consolare il bambino.
Gohan si asciugò le lacrime con i pugni e tirò su con il
naso.
“E come facciamo a riportarlo a casa se è diventato
cattivo
come Vegeta?” chiese subito dopo.
“Beh, lo troviamo e poi lo supplichiamo di tornare a
casa con
noi!” rispose Crilin.
“E se non vuole?”
“Vedrai che riusciremo a convincerlo!”
“E Vegeta?”
“Lui lo sistemerà Goku in un batter d’occhio!” disse
Crilin
facendo finta di essere convintissimo di quello che stava dicendo.
“E che navicella usiamo per andare da mio padre?”
“La navicella che sta costruendo Bulma apposta per noi.”
“Viene anche lei?”
“Spero proprio di no! Sarebbe solo di intralcio!”
rispose
Crilin ridendo.
“Quando partiamo?”
“Se tutto va bene domani. Dovresti venire domani a casa
di
Bulma verso le sette. Non dirlo alla mamma altrimenti non ti lascerebbe
venire!” disse Crilin ridendo ancora una volta.
I due amici si salutarono con il sorriso sulle labbra.
L’indomani si trovarono da Bulma alle sette e salirono
sulla
navicella enorme che la ragazza aveva costruito apposta per loro.
Crilin indicò
al computer di bordo le coordinate di dove Goku si trovava e la
navicella partì
a razzo sotto gli occhi estasiati della sua costruttrice.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Saiyan vs Freezer ***
I due Saiyan erano entrambi consapevoli che la battaglia
contro Freezer sarebbe stata dura e entusiasmante e che se fossero
riusciti a
batterlo sarebbero diventati i padroni assoluti dell’universo.
“Precisamente, in che cosa consisterebbe il tuo piano?”
chiese Vegeta avido di sapere l’arma segreta del suo compagno.
“Esiste una tecnica che permette a due persone con circa
la
stessa potenza di unirsi in un unico corpo e questo darebbe vita ad un
essere
molto più potente dei due originari” spiegò Goku a Vegeta.
“Sarebbe una sorta di fusione?”
“Sì, ma credo che il suo effetto duri solo trenta
minuti”
rispose l’altro.
“E come si fa a fare una fusione?” chiese Vegeta sempre
più
incuriosito. Se si fondesse con Kaaroth, diventerebbe un Saiyan in
grado di
sconfiggere Freezer e perché no, forse anche un Supersaiyan.
L’importante,
comunque, era sbarazzarsi di Freezer per diventare il padrone assoluto
del
mondo intero.
“Bisogna imparare delle mosse e poi unire gli indici per
poter realizzare la fusione” continuò a spiegare Goku.
Mostrò le mosse a Vegeta, il quale, vedendole, urlò:“E
io
dovrei fare una cosa del genere? Non ci penso nemmeno!”.
“Dai, Vegeta, non fare il bambino, non ti vedrà nessuno!”
“E va bene, Kaaroth, lo faccio solo per sconfiggere
quell’essere repellente!”
I due incominciarono a provare la fusione e, dopo tanti
e
vani tentativi, riuscirono a fondersi in modo giusto.
Dopo la fine dell’allenamento si riposarono e il giorno
dopo
partirono per raggiungere Freezer.
Giunti sul pianeta su
cui si trovava Freezer, i due Sayan lo
raggiunsero in poco tempo.
Freezer era circondato dai suoi seguaci e li stavano
aspettando.
“Oh, eccoti, Vegeta…e hai portato anche un ospite, vedo!
Ci
sarebbe da conquistare quel pianeta di cui ti dicevo l’altra volta…”
disse
Freezer ma fu interrotto da Goku.
“Bando alle ciance, mostro, siamo venuti qui per
batterci
con te!” disse Goku minacciando Freezer.
“Ah, ma davvero?” chiese il mostro ironicamente. Era da
molto tempo che non combatteva e non gli dispiaceva battersi in quel
momento.
Vegeta intanto era preoccupato. Freezer era diverso
dall’ultima volta. Ed era anche molto più potente. Lo sentiva dalla sua
aurea.
Evidentemente aveva combattuto con qualcuno contro cui aveva dovuto
usare gran
parte della sua potenza. “Ma chi era quel qualcuno?” si chiese Vegeta.
Non
seppe darsi una risposta. Non era importante. Comunque ormai lui e
Kaaroth
erano in gioco e non potevano tirarsi indietro.
Incominciarono subito con la fusione. Al primo tentativo
la
fusione riuscì perfettamente.
Freezer rimase stupefatto.
“Bene, bene, vedo che vi siete potenziati!”
“Trema, Freezer, perché io sono colui che ti
disintegrerà!”
lo minacciarono senza ascoltarlo i due Saiyan.
I due avversari cominciarono a battersi ma, come era
prevedibile, utilizzarono solo una minima parte della loro potenza.
Dopo mezz’ora i due Saiyan si divisero. Era un problema.
Non
potevano fare una fusione ogni mezz’ora. Freezer non glielo avrebbe
permesso.
Si trovavano nei guai fino al collo ma cercarono di mantenere la calma.
Tentarono
di fondersi ancora una volta ma Freezer li fermò, facendoli
volare contro delle rocce. Vegeta non riusciva a rialzarsi. Goku,
invece, ci
riuscì e cominciò a battersi con Freezer.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Supersaiyan ***
All’inizio i due avversari erano alla pari. Presto,
però,
Freezer si stufò e decise di aumentare il suo livello di forza
combattiva,
poiché era intenzionato a mettere fine a quel duello. Goku fu spiazzato
dalla
potenza del nemico e si schiantò di nuovo contro delle rocce che
andarono in
frantumi. Aveva moltissime ferite e le ossa erano indolenzite. Non
riusciva a
rialzarsi.
Vegeta, vedendo Goku in quelle condizioni, si alzò da
terra
e sferrò un colpo a Freezer, il quale, non avendo più badato a lui,
perché non
lo aveva più considerato pericoloso, fu gettato a terra violentemente.
Si rialzò
quasi subito, scrollandosi la polvere di dosso, arrabbiato con se
stesso per
non aver prestato attenzione a Vegeta.
“Tsk, cosa credevi di fare?” gli chiese con aria da
superiore.
Rapidamente volò verso il suo nuovo avversario e
cominciò
una nuova battaglia. Vegeta riuscì a tenergli testa per molto tempo.
Freezer si
stupì della potenza del Principe, che aveva sempre considerato un buono
a nulla
proprio come suo padre, così innalzò di nuovo il suo livello di forza.
Vegeta,
con nuovo stupore di Freezer, riuscì nuovamente a parare i suoi colpi.
Era migliorato molto dall’ultima volta che lo aveva
visto
combattere. Nemmeno Vegeta, prima di allora, sapeva di possedere così
tanta
potenza.
“Ora mi hai stufato, Saiyan! Ti faccio vedere di cosa
sono
realmente capace!” urlò Freezer.
Lampi e sassi, sollevati grazie all’aurea che stava
emanando, cominciarono a circondare il suo corpo e la terra iniziò a
tremare
spaventosamente.
All’improvviso la potenza che sprigionava giunse al
culmine
e quindi attaccò Vegeta con tutta la sua forza. Il Saiyan tentò di
parare il
colpo ma non ci riuscì, perciò gli arrivò un pugno nello stomaco, che
gli fece
sputare sangue. Freezer gli diede un calcio sul viso che gli ruppe la
mandibola
e lo fece precipitare a terra. Vegeta svenne. Il tiranno scese a terra
e si
avvicinò al corpo martoriato del Principe dei Sayan. Allora gli lanciò
un laser
di energia rosa che trapassò il corpo di Vegeta, uccidendolo.
“Così impari a metterti contro di me, stupido
scimmione!”.
Goku, vedendo quanto quel terribile mostro fosse
spietato,
ricordò quanto lui era diventato malvagio e si pentì di quello che
aveva fatto
da quando aveva incontrato Vegeta. Dai suoi occhi uscirono lacrime,
lacrime
versate per pentimento, non tanto per la morte di Vegeta. Era
dispiaciuto anche
per lui ma lo era di più per quello che aveva fatto a persone innocenti.
Decise: non era quello il momento di piangere ma di
reagire
e di rimediare al male che aveva fatto.
La rabbia per tutto ciò che era successo lo invase
completamente e sfoderò tutta l’energia che aveva in corpo, urlando
tutto il su
rancore. Freezer si accorse che Goku stava aumentando la sua potenza in
modo
spaventoso.
Iniziò a tremare per la paura. Era la prima volta che
gli
capitava. Il livello del Saiyan era altissimo, i suoi capelli
diventarono biondi
e i suoi occhi azzurri. Freezer intuì che Goku si era trasformato nel
leggendario Supersaiyan.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Tutto finito ***
Lo scontro iniziò di nuovo. Goku era nettamente in
vantaggio
rispetto al suo avversario. Se ne rendeva conto ma tentava di rimanere
calmo,
non sapendo se potesse avere altri assi nella manica.
Improvvisamente giunsero Gohan e Crilin che a stento
riconobbero Goku. Rimasero lontano dai due avversari, per evitare di
essere
visti da Freezer. I due combattenti non si accorsero di loro, perciò
continuarono il loro scontro come se non fosse accaduto nulla.
Due ore dopo lo scontro era ancora dominato da Goku, che
non
dava segno di stanchezza, in poco tempo aveva acquisito una potenza
straordinaria che gli consentiva di contrastare quel mostro.
Crilin e Gohan notarono il corpo senza vita di Vegeta,
che
giaceva poco più in là, e un po’ furono dispiaciuti per lui.
Ad un tratto, però, Freezer colpì di spalle il
Supersaiyan,
ferendolo alla schiena e rompendogli una spalla.
“Sei un vigliacco…lo sai che non si colpisce un
avversario
alle spalle!” lo rimproverò, cercando di trattenere un urlo, ma il
dolore era
troppo forte.
Gohan e Crilin urlarono per la disperazione.
Freezer, poi, prese
il corpo di Goku e lo incenerì in un sol colpo.
Urlò a lungo. Non
sapeva dire per quanto tempo. Aprì gli
occhi. Era buio. Il suo cuore batteva forte e il suo respiro era
affannoso. Si
trovava seduto sul suo lettino.
“Gohan, Gohan, che succede piccolo mio?” chiese una voce
alquanto famigliare. Era sua madre. In pochi secondi Chichi era di
fianco al
suo letto tutta preoccupata.
“Hai avuto un brutto incubo, tesoro?”
Il bambino, ancora sconvolto per l’incubo appena avuto,
fece
cenno di sì con la testa e poi deglutì. Voleva assolutamente sapere
dov’era suo
padre.
“Papà, dove sei?” chiese temendo il peggio.
“È a dormire, Gohan, non ti preoccupare” lo rassicurò la
madre.
Ma il piccolo aveva paura che la madre non dicesse la
verità
così andò in camera dei genitori.
Trovò il padre che dormiva beatamente occupando tutto il
letto,
dato che Chichi si era alzata per accorrere dal figlio.
Gohan sorrise. Era solo un incubo. Niente di più. Ma per
un
attimo aveva temuto il peggio.
Andò in cucina, bevve un sorso d’acqua e si ricordò che
Freezer era stato sconfitto poco tempo prima da suo padre.
Ritornò in camera dei genitori e riguardò Goku.
Vedendolo si
chiese come avesse fatto a sognare il padre come un Saiyan cattivo e
spietato.
Ma i sogni possono anche non avere un significato,
mentre le
persone a cui si vuole bene hanno un significato enorme nella vita di
ciascuno
di noi.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=129160
|