NON E' QUELLO CHE VOGLIO

di geggia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1-passato e presente ***
Capitolo 2: *** 2-L'inizio di tutto ***
Capitolo 3: *** 3-L'incontro ***
Capitolo 4: *** 4-Ritorno al passato ***
Capitolo 5: *** 5-Il piano ***
Capitolo 6: *** 6-Un giorno insieme ***



Capitolo 1
*** 1-passato e presente ***


non è quello che voglio

NON E’ QUELLO CHE VOGLIO

 

Non poteva crederci, si erano lasciati circa un anno fa e adesso lui era lì, su quel maledetto palco, che cantava una canzone che parlava della loro storia e del suo cuore spezzato. Si sentiva in colpa, infondo era stata lei a lasciarlo l’anno prima … ma perché? A quel tempo gli era sembrato giusto così, lui era troppo diverso, era troppo fiero, troppo … sbagliato e pieno di sé; un bel giorno si sarebbe stancato di lei e l’avrebbe lasciata, lei lo sapeva, perché lui era fatto così. Ma allora perché si sentiva in colpa? Era sicura che lo stava facendo proprio per farla sentire colpevole, d'altronde, era troppo fiero per farsi lasciare da una ragazza e poi non fargliela pagare e lui sapeva che il senso di colpa era la cosa che lei odiava di più "Ma perché canta questa maledetta canzone! Vuole farmela pagare? Ma è passato un anno! Brutto stronzo!" e più pensava più si rendeva conto che il suo piano, sempre che fosse quello, stava riuscendo. E allora che doveva fare? Andare a parlargli e dirgli che si sentiva in colpa? No! Non gli avrebbe mai dato questa soddisfazione, sarebbe rimasta distaccata come aveva fatto fino adesso, anche se, prima era stato più facile perché frequentavano università diverse, ma adesso la cosa si faceva più difficile perché lui si era trasferito nella sua stessa facoltà, per fortuna stavano in corsi diversi! La canzone intanto si era fatta più travolgente e carica di rancore e lui, mentre la cantava, sembrava essere in preda a un dolore profondo "E’ un bravo attore" pensava lei "lo è sempre stato, per aver spezzato i cuori di tutte le ragazze con cui è stato prima di mettersi con me" Gliene aveva sempre parlato, le aveva elencate tutte e l’aveva tranquillizzata dicendo che con loro aveva sempre scherzato ma che con lei faceva sul serio e lei gli aveva creduto, ma lo aveva lasciato dopo quasi due anni che stavano insieme, lui l’aveva presa abbastanza bene, almeno così aveva creduto: le aveva detto che la capiva anche se non era d’accordo con lei e che, se fosse rimasta con lui, avrebbe cercato di essere un po’ meno fiero e le avrebbe dato tutto ciò di cui aveva bisogno. Ma lei lo aveva lasciato … era scappata … aveva avuto paura di quel ragazzo che fin dal primo giorno aveva odiato e che, per giunta, stava dalla parte del male. Ecco! Forse era per questo che lo aveva lasciato, la loro relazione era segreta, non si poteva sapere in giro che lei, una della più brave streghe della sua università, stava con la stessa persona che aveva ucciso il preside della sua vecchia scuola, come non si poteva sapere che lui stava con una "mezzosangue" , così la chiamavano quelli come lui, ma lui aveva sempre negato, diceva che ormai non gli importava niente del fatto che lei non fosse una sangue-puro. "Adesso basta! Me ne vado! Mi sono rotta di starti a sentire" e si avviò verso l’uscita. Aveva creduto che appena fosse uscita fuori avrebbe smesso di pensare, ma non era così. Pensò di tornare a casa e di mettersi a leggere un libro (il suo passatempo preferito) e di rilassarsi per dimenticare quell’orribile giornata.

"Hermione!" la ragazza si girò

"Finalmente! E’ tutto il giorno che ti cerco!"

"Ginny!" improvvisò un sorriso

"Ciao, scusa ma stavo andando a casa e …"

"Si, si, certo … ma ti volevo chiedere se questa sera ti andava di uscire con me, Ron e Harry, sai, Ron non lo ammetterebbe mai, ma sarebbe felice se tu venissi …"

"Grazie Ginny, la tua proposta mi attira molto, ma vedi, sono un po’ stanca e poi … domani ho un esame e devo svegliarmi presto"

"Già, gli esami, me ne ero completamente dimenticata" Hermione la guardò stupita allora Ginny aggiunse "No! Non è come pensi! So che devo dare molti esami! E’ solo che … da quando sto con Harry … lo sai come sono queste cose no?"

"Veramente, io metto lo studio sempre al primo posto" diceva così, ma in fondo la capiva bene.In effetti, adesso che ci pensava, anche quando stava con lui non studiava molto –ma che sto pensando- e scrollò la testa.

"Vabbé ora devo andare, Harry mi starà aspettando, gli avevo detto che ci saremmo visti davanti al cancello mezz’ora fa! Ciao ci vediamo" e si allontanò e, mentre correva disse "Se ci ripensi chiamami"

Hermione si voltò e si avviò velocemente verso casa.

 

 

Tutti applaudivano e esultavano e lui si meravigliò a scoprire che non era affatto felice, non sapeva perché ma non gli andava neanche di sorridere e scese dal palco mettendosi a sedere su una delle sedie poggiate lì a caso per i partecipanti allo spettacolo. Si asciugò la fronte e si aggiustò i capelli che gli finivano davanti agli occhi. Non capiva, eppure si era aspettato di essere allegro, aveva presentato quella canzone allo spettacolo proprio per farla pagare alla ragazza che lo aveva lasciato, per farla sentire in colpa perché sapeva che il senso di colpa era la cosa che lei odiava di più.

L’aveva vista andarsene poco prima della fine della canzone e aveva sorriso, finalmente l’aveva umiliata … ma la felicità si era subito trasformata in qualcosa che neanche lui era riuscito a spiegarsi "Ma che cavolo! Ho fatto cose peggiori! Perché mi devo sentire in colpa proprio adesso? E’ da deboli sentirsi in colpa, in fondo se l’è meritato!" pensava così ma la sua espressione diceva il contrario. Non si era mai sentito in colpa, neanche quando uccideva le persone per conto del Suo Signore. Già, lui era la causa di tutto, fin da quando fu costretto ad unirsi ai Mangiamorte aveva saputo che era la cosa sbagliata ma non aveva avuto scelta, come poteva mettersi contro suo padre e contro il Signore Oscuro? Naturalmente si era subito pentito della sua scelta, avrebbe preferito vivere una vita normale che essere un Mangiamorte e vivere nella riservatezza e non poter dire a nessuno chi era veramente, se l’avesse detto a qualcuno, di sicuro lo avrebbero fatto arrestare. Adesso che ci pensava, l’unica persona che sapeva chi era e che non lo aveva tradito era proprio la ragazza che fino a un anno prima era stata la sua ragazza, ma lo aveva lasciato e ancora non capiva il perché; eppure gli aveva dato tutto … forse alla fine anche lei lo aveva temuto e aveva scelto di stargli lontano "Ma allora perché ha convinto Potter della mia innocenza quella sera? Forse non era spaventata da me ma da qualcos’altro" Scrollò il capo e pensò che infondo era lì per farla soffrire come lei aveva fatto con lui, quindi non importava. Adesso che si era iscritto alla sua università avrebbe avuto tutto il tempo per portare a termine la sua vendetta.

"Un applauso al mio tesoro! Sei stato bravissimo …"

"Grazie, ma non voglio complimenti" –non per questa canzone- pensò.

"Ma dai, sei stato bravissimo. Adesso però dobbiamo tornare a casa perché ti devi riposare, domani hai un esame ricordi?" La ragazza aspettava una risposta ma si accorse che il ragazzo non la stava neanche ascoltando

"Draco? Tutto bene? E’ da un po’ che sei strano"

"Non ti preoccupare per me. Piuttosto, perché intanto non vai a casa e prepari qualcosa da mangiare eh? Non vorrai farmi morire di fame?" Lo disse cercando di abbozzare un sorriso che svanì appena la ragazza se ne andò tutta contenta.

Le voleva bene, questo si, ma non si era messo con lei per amore, piuttosto per compagnia; quale ragazzo non avrebbe accolto l’opportunità di stare con una ragazza carina e gentile anche se non provava niente per lei? Probabilmente nessuno. Si alzò dalla sedia e si avviò verso l’uscita accennando un saluto a tutti quelli che conosceva. Arrivato fuori fu investito da una ventata di aria gelida, rabbrividì. Prese la strada più lunga per arrivare a casa, per avere più tempo per pensare … ma a cosa? L’unico pensiero che gli fluttuava per la mente era quello per cui aveva partecipato al concerto e che lo stava facendo soffrire: lei. Insomma, com’era possibile che stesse tanto male per una Mezzosangue? Mezzosangue … questa parola gli ricordava i tempi di Hogwarts, lui era molto diverso a quel tempo, molto più attaccato alle cose materiali e attento alle persone che lo circondavano. Rise pensando al suo comportamento … era un ragazzino viziato e pensava che solo i più ricchi potevano comandare. Col tempo però, si era reso conto che al mondo esisteva qualcosa di più importante, come una persona di cui ci si possa fidare e si era sentito veramente solo. Da qui aveva iniziato a cambiare opinione sulle persone e aveva trovato nella ragazza che odiava di più, la compagnia giusta, quella cioè, che gli serviva per sentirsi più libero.

Pian piano era arrivato sotto casa e aveva deciso di fingersi felice e di non far trasparire il suo stato d’animo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** 2-L'inizio di tutto ***


non è quello che voglio

Non è quello che voglio

 

 2- L’INIZIO DI TUTTO

Era una notte buia. Fuori il temporale stava distruggendo gran parte della vegetazione. Hermione stava con Ron e Harry alla Tana, pensavano a come sconfiggere l’ultimo gruppo rimasto di Mangiamorte.

“Fino ad ora ce la siamo cavata con i soliti incantesimi, ma ora la faccenda è più seria …” Harry sedeva di fronte agli altri due che lo ascoltavano attentamente

“Adesso dobbiamo sconfiggere i più devoti a Voldemort, e la cosa non sarà facile …”

“Ma dove li andiamo a cercare? Saranno cinque o sei e si sanno nascondere bene, ma tu lo sai meglio di me, vero Harry?”

“Si, ma non m’importa. Li cercherò fino alla morte se sarà necessario –si fece serio –due anni fa, quando Piton ha ucciso Silente, ho giurato che lo avrei vendicato uccidendo Voldemort e tutti i Mangiamorte, e così sarà!”

Hermione, che seguiva il discorso, si alzò e si avviò in cucina per preparare un po’ di tè. Sapeva bene quanto Harry avesse a cuore quella missione, ma era diventata troppo pericolosa: l’ultima volta era quasi morto combattendo contro Voldemort e, dopo una violenta battaglia, era riuscito ad indebolirlo tanto da costringerlo alla fuga, ma non ad ucciderlo. Da allora non lo avevano più visto. Mentre pensava, vide un bagliore provenire da fuori, scostò le tendine e, vedendo ciò che era nascosto dietro, lanciò un urlo. Ron e Harry corsero subito e, quando lo videro, rimasero col fiato sospeso: era Draco Malfoy , era tutto bagnato e ricoperto di sangue. Appena aprirono cautamente la porta, cadde a terra perdendo i sensi. Si risvegliò poco dopo, ritrovandosi in una camera da letto. Cercò di alzarsi ma non ci riuscì: gli girava terribilmente la testa

“Hai perso molto sangue ti conviene stare a letto più che puoi” Draco si girò verso la voce. L’aveva già sentita e sapeva di chi era, anche se la sua vista era sfocata

“Tu che mi dici cosa devo fare?!? Devo aver dormito per molto tempo!”

“Non fare lo spiritoso Malfoy. Se non fosse stato per me, tu ora saresti morto. Io ho convinto Harry e Ron ad aiutarti”

“In questo caso, grazie Mezzosangue” e accennò un inchino

“Detto da te è un complimento! Ora resta qui e non provare a scappare, Harry e Ron ti tengono d’occhio, basta un solo gesto e ti spediscono ad Azkaban”

“Non penserai che saranno quei due a fermarmi?” la ragazza lo guardò male“Non guardarmi così mezzosangue! Anche se volessi non potrei. Non riesco neanche ad alzarmi dal letto e poi, fuori piove … non sono mica scemo.”

“Davvero? Eppure avrei giurato che un Mangiamorte non avesse mai chiesto aiuto a dei cacciatori di Mangiamorte”. Il tono di Hermione era pieno di sarcasmo.“Non rivolgerti a me con questo tono mezzosangue! Anche se mi hai aiutato, non vuol dire che ti puoi permettere di trattarmi come ti pare! E poi … io non vi ho chiesto aiuto”

“Allora diciamo che –pensò un secondo- passavi da queste parti e sei stato attirato dal bianco candito della porta di casa …”

“Era meglio la teoria dell’aiuto” disse il ragazzo.

Hermione era stupefatta. Lo conosceva da otto anni ormai e non l’aveva mai sopportato. Ma adesso, qualcosa in lui era cambiato … ma che cosa? Era il solito sbruffone, ma nel suo sguardo c’era qualcosa di più … la solitudine.

Hermione, alquanto perplessa, si girò e si avviò verso la cucina.

“Ehi mezzosangue!”

“Che vuoi ancora?”

“Portami qualcosa da mangiare! Ho fame!”

“Ok, stai calmo!” e se ne andò.

I giorni passavano e Draco non accennava ad andarsene o almeno a provarci.

Harry aveva ucciso tre degli ultimi Mangiamorte e ora ne rimanevano due: Malfoy e Greyback.

“Andiamolo a cercare, secondo me sta …” ma Ron non riuscì a finire la frase perché Harry lo interruppe.“Prima pensiamo a Malfoy … dobbiamo ucciderlo prima o poi”

“Ucciderlo? Ma come! Prima lo aiutiamo e poi lo uccidiamo? Non ha senso!”

“Hermione … tu … vuoi lasciarlo in vita?” Ron era stupefatto.

“Bé, non sembra tanto cattivo e poi … insomma! Secondo me non è cattivo”

“No, certo che no! Lo sai Ron, sembra che uccidere le persone sia diventato un hobby !”

“Ma Harry! Chi ti dice che ha ucciso qualcuno? Da quando è qui non ha fatto niente di male …”

“Senti Hermione, credo che tu non abbia afferrato il concetto: è un MAN –GIA –MOR –TE” Harry scandì bene le parole.

“Allora facciamo così” Ron fece un passo avanti, mettendosi tra i due “Intanto io e Harry andiamo a cercare Greyback e poi ne riparliamo”

Harry fece un cenno di assenso e si andò a preparare.

Ron e Hermione rimasero soli, il ragazzo la guardava e, abbassando gli occhi, disse : “Senti, io non sono affatto d’accordo, però ti ho dato la possibilità di far cambiare idea a Harry”

“Ron…-esitò- come devo fare?”

“Cerca un modo per far si che Harry sia in debito con lui”

“Ma come …”

“Ora devo andare, ci vediamo” e uscì.

Hermione rimase sola nella stanza. Aveva notato lo sguardo triste di Ron –grazie Ron –pensò lei sorridendo .Aveva capito che non lo faceva solo per Draco, ma anche per se stessa. Non sapeva ancora bene il perché, ma era così.

“Granger!” Draco la chiamò dall’altra stanza

“Che vuoi?”

“Ho fame”

“Ma insomma! Mi hai preso per la tua schiava?”

“Si”

“Allora muovi il sedere e prendi da solo ciò che ti serve”

“Ma Granger, Harmy, dai, ti prego … ho fame!”

Hermione sbuffò, andò in cucina, prese qualcosa dal frigorifero e entrò nella stanza che ormai ospitava Draco da due settimane.

“Tieni! Ma questa è l’ultima volta!”

“Dici sempre così, ma in realtà so che ti piace rendermi felice” e le fece l’occhiolino

“Se sei felice per così poco…”I due si guardarono per un attimo, che per Hermione durò tantissimo. In quello sguardo vedeva tutta la sofferenza e la solitudine che il ragazzo nascondeva.

“Draco … io” ma si fermò

“Che c’è?”

“Volevo chiederti una cosa, però credo non sia il caso”. Si girò per andarsene ma lui le prese il braccio e la bloccò.Hermione si girò stupita e vide che il ragazzo la stava guardando e quello sguardo le penetrava l’anima.“Che mi vuoi chiedere?” lei esitò

“Volevo … volevo chiederti se ti sentivi solo, tutto qui”

Draco le lasciò il braccio e si voltò rimanendo in silenzio.

“Mi dispiace” disse Hermione avvicinandosi “avevo solo pensato che …”

“Hai ragione”

“C-Cosa?”

“Hai ragione, sono solo”. Si sorprese vedendo che Hermione stava sorridendo.

“Questa cosa ti rende felice?”

“Bé, vedere un Malfoy rinnegato non è una cosa da tutti i giorni”

“Allora ridi pure”. Lo sguardo si perse nel vuoto.

“Non posso crederci! Sono settimane che ti servo come un sguattera e tu che fai? Ti lamenti perché sei solo! E io che dovrei fare? Buttarmi dalla finestra?”

“Siamo al piano terra”

“Lo so … era un esempio” disse sospirando “Comunque, dovrei essere io a lamentarmi! Non fai mai quello che ti dico! Parlare con te è come parlare al muro”accennò un sorriso.

“Rimango sempre un Malfoy, a me non si comanda di fare niente” e questa volta fu lui ad accennare un sorriso.

 

Hermione si svegliò di soprassalto. Impossibile! Lo aveva sognato ancora … ormai ci aveva fatto l’abitudine, ma era comunque strano per lei.

Si alzò e andò in cucina a preparasi un caffé.

Erano passati circa tre anni da quando era accaduto ciò che aveva sognato, ma ricordava bene quello che successe dopo: lui si era confidato con lei e le aveva spiegato che stava scappando dai Mangiamorte e che non voleva più esserlo.

Erano diventati molto amici e avevano cercato un modo per far cambiare idea a Harry. Draco aveva trovato subito una soluzione:sapeva dove si nascondeva Greyback e lo avrebbe portato da Harry in qualche modo e così fece.

Hermione si sedette e guardò l'orologio, le cinque e un quarto ... era ancora presto. Si lavò, si vestì e si rimise a letto.Chiuse gli occhi.

Le immagini di lui le riaffollarono la mente. Quella stanza, il suo sorriso, ma soprattutto i suoi occhi:fin dalla prima volta l'avevano colpita. Aveva uno sguardo che le perforava l'anima. Si sentì rabbrividire ripensando a quando si erano messi insieme ...

"Draco ... ti avevo giudicato male ... grazie a te sono riuscito a mandare Greyback ad Azkaban"

"Non ringraziarmi Potter! Non l'ho fatto per te, ma per me stesso"

"Comunque sia, ormai non c'è più bisogno di mandarti ad Azkaban, visto che non stai più al servizio di Voldemort, quindi sei libero"

"Ehi Potter! Non è che ti sei un pò montato la testa? Guarda che se avessi voluto me ne sarei andato senza il tuo permesso"

“Bé, allora vai! Noi non ti tratteniamo"

"Non così in fretta...chi ti dice che me ne voglio andare?Io invece rimango".

Ron si girò nella direzione di Hermione, poi le disse a bassa voce "Per caso gli hai messo tu in testa di restare qui?"

"Ron!Ma come puoi pensare che ..."

"Certo, certo -la guardava torvo- allora è meglio che lo porti lontano da Harry prima che si ammazzino!" La ragazza prese Draco per un braccio e lo portò nella camera dove stava da tre mesi, mentre Ron portava Harry nella sua stanza.

"Non ti conviene far arrabbiare Harry, potrebbe decidere di ucciderti"

"Muoio di paura! Lascialo venire e vedi cosa gli faccio"

"Non cambi mai eh?"

"Ma se cambiassi non ti piacerei più, non è così?" la ragazza lo guardò perplessa "Ho visto come mi guardi Mezzoangue, lo so che ti piaccio, anche uno stupido se ne sarebbe accorto"

"In effetti ... tu sei uno stupido,quindi te ne sei accorto"

"Attenta Granger, potrei arrabbiarmi con te e odiarti per tutta la vita"

"Allora fallo"disse la ragazza molto disinvolta.

"Come vuoi..."il ragazzo le si avvicinò, le prese un braccio e disse:"Ti odio"e la baciò.

Hermione ancora più perplessa di prima disse:"E' illogico ... Prima dici che mi odi e poi mi baci … vedo che sei un pò confuso"

"E scommetto che non volevi che ti baciassi, è vero?" la ragazza non disse nulla e lui la baciò ancora. Finalmente lei gli rispose "Si, volevo che mi baciassi" e continuò a baciarlo

"Perchè?" lui la strinse a se guardandola negli occhi e cercando la risposta

"Perchè mi piaci, soddisfatto?"

"Si" e la baciò ancora. Le sue labbra calde riuscirono a scaldargli il cuore e a trasformare quello sguardo di ghiaccio in uno sguardo pieno di amore che aumentava di giorno in giorno. Ma quando Voldemort tornò a uccidere, il loro rapporto si fece più difficile: Draco aiutava Harry e Ron a catturare il malvagio che andava in cerca di nuovi seguaci.

Più volte erano riusciti a ferirlo, ma non ad ucciderlo. Hermione si era fatta più sospettosa nei confronti di Draco e sospettava che lui fosse ancora dalla parte del Signore oscuro, lo diceva sempre e lui la guardava ogni volta tristemente dicendo che non era vero, ma lei alzava sempre la voce e finivano per litigare.

"Sei sempre il solito! Lo so che mi nascondi la verità!Tu stai ancora dalla sua parte, non mentirmi".

"Non lo sto facendo, sei tu che lo pensi"diceva lui con tono calmo

"Bugiardo!Smettila!" e se ne andava via sbattendo la porta.

Lui rimaneva solo, ma non era triste, sapeva che sarebbe tornata.

Si lasciarono proprio durante una di queste discussioni. Lui era andato a cercare il nascondiglio di Voldemort ma aveva incontrato un Mangiamorte che gli aveva riferito un messaggio dal Signore Oscuro nel quale diceva che, se fosse tornato entro quella mezzanotte, lo avrebbe perdonato per il tradimento. Sfortunatamente Hermione lo aveva seguito e aveva sentito tutto ciò che si erano detti e, notando l'esitazione del ragazzo nel rispondere, aveva capito che lui apparteneva a quel mondo e che neanche lei sarebbe riuscita a cambiarlo.

Lo aveva lasciato proprio quel giorno e lui aveva deciso di tornare ad essere un Mangiamorte per sfogare la sua rabbia e per vendicarsi con lei. La rabbia di un uomo é la cosa più pericolosa, ma quella di un uomo tradito è ancora peggio. E' così che si sentiva: tradito dall'unica persona che era riuscita a farlo innamorare, a fargli provare emozioni che mai avrebbe provato con nessun altro.

Hermione si preparò ad uscire. Aveva deciso che sarebbe arrivata in anticipo per ripassare scienze della magia, prima dell’esame.

Uscì di casa, il vento le spettinò i capelli, si sentiva stranamente felice e non sapeva il perché. Si avviò verso l’università e, proprio mentre stava per entrare, vide Ron davanti al cancello.

“Ciao” disse il ragazzo facendole un grande sorriso

“Ciao Ron, come stai?”

“Così…E tu? Pronta per l’esame?”

“Certo! Che domande” Ron sorrise

“Sei sempre la solita Hermione, non cambi mai eh?”

“Certo che no. Ma Ron perché sei qui?”

“Volevo augurarti buona fortuna” il ragazzo si fece rosso in viso

“Bè sei gentile. Me ne servirà tanta”

“Vedrai che lo superi. Sei sempre andata bene in tutto”

“Grazie. Ora vado, devo ripassare…ciao” il ragazzo se ne andò e lei si ritrovò di nuovo sola. Ci stava facendo l’abitudine: negli ultimi giorni si ritrovava spesso sola … da quando lui si era trasferito in quella università, passava molto tempo a pensare … e lo stava facendo anche adesso. Scrollò la testa ed entrò nell’università

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Ed ecco il secondo capitolo...

Spero che vi sia piaciuto...

Ritengo che sia giunto il momento di ringraziare due persone che hanno reso possibile la realizzazione e la pubblicazione di questa ff:

Amazzone91 senza di te non sarei mai riuscita a inventare questa storia, infiniti grazie

Nebula91 grazie a te ho scoperto questo sito e il mondo delle ff, tantissimi grazie

e naturalmente grazie a tutti quelli che leggono...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** 3-L'incontro ***


non è quello che voglio

NON E' QUELLO CHE VOGLIO

 

3-L’INCONTRO

Lo vide. Era lì, seduto al tavolo della biblioteca, nel posto dove di solito si sedeva lei. Quando gli passò davanti, lui alzò lo sguardo verso di lei, ma si rimise subito a leggere. Hermione sentiva il suo cuore battere così forte da temere che lui l’avesse potuto sentire. Lo osservò leggere il libro di scienze della magia, probabilmente anche lui aveva l’esame quel giorno. Hermione si chiedeva cosa stesse pensando e continuò a guardarlo nascondendo il volto dietro il suo libro.

“Cosa guardi Granger?” la sua voce la fece trasalire. Se n’era accorto e adesso? Come si doveva comportare? Decise di non rispondere.

“Cosa c’è? Il gatto ti ha morso la lingua?” la guardava e vedeva la sua vergogna. Posò violentemente il libro sul tavolo provocando un tonfo assordante. Hermione lo guardò per un secondo e ritrasse subito lo sguardo continuando a leggere. Lui si alzò e si avvicinò al suo tavolo. Si sedette di fronte a lei e iniziò a guardarla. Hermione sapeva che stava cercando di leggerle l’anima per scoprire ogni sua sensazione. Posò il libro e, continuando a guardare la copertina disse:

“Cosa vuoi?” il tono era insicuro

“Ti ho fatto una domanda.”

“Scusa non ti ascoltavo” disse con tono di sfida.

Draco non voleva discutere con lei. Aveva sperato a lungo che arrivasse questo momento per rinfacciarle tutto quello che gli aveva fatto, ma adesso, con sua sorpresa, voleva solo parlare, chiarirsi e dirle tutto quello che provava, come si sentiva, descriverle la tempesta di sensazioni che gli imprigionava l’anima e che non lo faceva essere più lui. Non disse nulla.

Improvvisamente Hermione iniziò a fissarlo, questa volta era lei che gli scrutava l’anima per studiare i suoi sentimenti.

“E’ inutile! Io so fingere bene, ricordi?”

“Già…” disse Hermione. Si sentiva il viso caldo ed era molto a disagio.

Non sapeva come comportarsi. Per fortuna lui iniziò a sorriderle

“Non devi sentirti a disagio. Non sono mica l’esaminatore!”

Veramente Hermione era più che sicura che se lui fosse stato l’esaminatore si sarebbe sentita più a suo agio.

“Avanti Granger! Almeno una parola me la dici? Non ti chiedo tanto…”

“Sei un bastardo”

“Non era proprio quello che volevo sentire…”

“E che ti aspettavi? -aveva alzato la voce- un ti amo forse?”

“Come stai sarebbe stata la cosa migliore” sorrideva ancora, sapeva quanto le dava fastidio e si divertiva.

“Come puoi farti vedere ancora, dopo tutto quello che è successo?!?”

Hermione aveva scelto di parlargli e di chiarire la questione una volta per tutte.

“Quello che è successo tra noi due intendi? Bè non potevo mica lasciarti in pace senza farti sentire in colpa” c’era sarcasmo nel suo tono

“Bastardo” disse Hermione, gli occhi le si riempirono di lacrime

“Ma perché te la prendi con me adesso? Sei tu che mi hai lasciato, è solo colpa tua…”

“Colpa mia!?! Forse ho affrettato un po’ le cose, però alla fine è successo no? Sei un Mangiamorte adesso”.

“Ne sei sicura?” lei non sapeva che si era rimesso al servizio di Voldemort perché, da quando si erano lasciati, non l’aveva più vista e, se l’avesse saputo, Draco ne era sicuro, l’avrebbe spedito ad Azkaban.

“Smettila di fare il vago, sappiamo tutti e due che è così e tu sei venuto qui per farmi sentire in colpa per averti lasciato. Sai che ti dico? Non mi sento affatto in colpa”

“Se è come dici, allora dimostri tutto il contrario”

“Adesso basta! Io no ci voglio parlare con te. Perché non parli con la tua ragazza, da quello che ho potuto notare ti sta molto a cuore”

Hermione non sapeva bene perché avesse detto così e si rese conto di aver fatto un grosso sbaglio. Draco si alzò dalla sedia e si piantò davanti a lei.

“Ti da fastidio eh?”

“Cosa?”

“Il fatto che amo un’altra, ti da molto fastidio,non è cosi?”

“No, per me puoi fare quello che ti pare”

“Questo è positivo. Vuol dire che quando stavi con me hai imparato a mentire”

“Smettila Malfoy, se credi di farmi pentire di quello che ho fatto, ti sbagli e se aspetti le mie scuse puoi anche andartene”.

“Non mi aspetto le tue scuse…voglio solo sapere cosa provi”

“Intendi dire cosa provo per te?” il suo tono era molto più calmo di prima.

“Esatto Mezzosangue, voglio sapere se…”

“Non dirlo! Non voglio neanche sentire quello che stai per dire”

“Che mi amavi e che forse mi ami ancora? E’ questo che non vuoi sentire? Non mentirmi Hermione, non ci sei mai riuscita con me e non ci riucirai mai” Hermione rimase col fiato sospeso e gli occhi pieni di lacrime. Lui le aveva preso le braccia e aveva avvicinato il suo corpo a quello di lei.

Hermione non riusciva più a trattenere le lacrime e si mise a piangere.

Con le sue lacrime si liberò anche la sua anima: appoggiò la testa sulla spalla di Draco e lo strinse forte. Lui le accarezzava i capelli dolcemente.

“Mi dispiace Draco, non avrei mai voluto lasciarti ma, quando ti ho visto con quel Mangiamorte ho avuto paura e ho pensato che non sarei mai riuscita a cambiarti, che tu ormai appartenevi a quel mondo”

“Non preoccuparti. Infondo avevi ragione. Io avevo cercato di spiegarti come erano andate le cose. All’inizio non mi ero arrabbiato con te. Ma poi tu hai mandato Potter a cercarmi e allora io… ho sentito il bisogno di vendicarmi e di sfogare la mia rabbia facendo qualcosa e allora…”

Adesso era lui quello insicuro. Le aveva lasciato andare le braccia e si era allontanato. Hermione aveva intuito cosa stava per dire e sperava di sbagliarsi -ti prego non dirlo, non dirlo- nella sua mente c’era solo quella frase e sperava che l’avesse sentita.

“Sono tornato al servizio di Voldemort”

“Dimmi che non è vero! Ti prego! Dimmi che fa parte della tua vendetta!”

“Mi dispiace ma è così. Io volevo vendicarmi all’inizio, ma non sono riuscito a odiarti, Hermione, e non ci riuscirò neanche se deciderai di mandarmi ad Azkaban…”

“Come potrei spedirti ad Azkaban adesso? Se solo lo avessi detto mezz’ora fa, ti ci avrei mandato, ma ora ho capito finalmente quello che non ho voluto capire per tutto questo tempo… che ti amo”

Lo sguardo del ragazzo si fece più intenso e sul suo volto si formò un sorriso che rispecchiava la tristezza del suo animo.

“Allora avevo ragione! Mi ami ancora”

“Esatto, ma l’ho scoperto troppo tardi, ora tu ami la tua ragazza”

“Ti sbagli! Io ti ho amata due anni fa e ti amo ancora proprio come quando stavamo insieme. Non ho mai smesso di pensare a te”

I due si baciarono e quel bacio tanto atteso segnò la fine dei loro dubbi. Tutto gli era chiaro, sapevano di amarsi e questo gli bastava, sapevano anche che la colpa di ciò che era accaduto era di entrambi e che niente gli avrebbe impedito di stare insieme.

 

 

Intanto, nel castello Malfoy…

“Signore, qui non c’è. L’ho cercato d’ovunque.

“Mmmh, deve essere uscito. Cercatelo! Vedete di trovarlo e ditegli che suo padre lo sta cercando.”

“Va bene.”

 

..................................................................................................................................................................................

E qui la curiosità inizia a diffondersi...

Ecco un altro capitolo della mia storia..

Scusate se ci ho messo tanto ma ero indecisa su come farlo finire: se lo interrompevo quando loro si baciano, nessuno avrebbe letto il seguito. Adesso però siete tutti curiosi di sapere che succede vero?

Lo saprete nel prossimo capitolo...

Ciao a tutti e grazie per le recenzioni!

                                                      gEgGiA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** 4-Ritorno al passato ***


non è quello che voglio

NON E' QUELLO CHE VOGLIO

 

 

4-RITORNO AL PASSATO

Tre uomini uscirono dal castello e si diressero verso la strada. Erano coperti da lunghi mantelli neri e si muovevano molto velocemente tra la folla, come se per loro il tempo fosse accellerato.

Arrivarono nei pressi dell’università e si fermarono.

“Sarà qui dentro… Mi pare che Lucius abbia detto che frequentava questa università”

“Si credo abbia detto così”

“Sono le dieci, fermiamoci e aspettiamo”. I tre si appostarono dietro il cancello e dopo circa mezz’ora videro Draco uscire dalla porta.

Si avvicinarono e puntarono la bacchetta verso di lui. Questa provocò un sibilo simile al verso di un serpente. Draco, che stava aspettando Hermione, appena udì quel suono si girò nella direzione degli uomini e gli si avvicinò. Era serio in volto.

“Che volete?”

“Tuo padre ti deve parlare”

“Ho da fare adesso”

“Non importa, avrai tempo per fare tutto dopo, ora devi venire con noi”

Draco abbassò gli occhi, sapeva di non potersi mettere contro di loro.

“Voi andate, vi raggiungo fra un istante” se ne andarono e nello stesso istante arrivò Hermione

“Ciao” era molto felice

“Come è andata?” disse lui fingendosi disinvolto

“Trenta su trenta, più la lode” era molto soddisfatta

“Come sempre…”

“E tu?”

“Ventinove…”

“Cos’hai?” chiese la ragazza vedendo il suo sguardo perso nel vuoto

“Mio padre vuole vedermi” si era fatto serio

“Tuo padre? Ma non stava ad Azkaban?”

“Si, sta ancora là, ma vuole che io vada a trovarlo”

“Che farai?” lei sapeva già la risposta

“Andrò a trovarlo”

“Fa attenzione” e lo baciò

“Non preoccuparti, ci vediamo” la salutò con un bacio e se ne andò

Azkaban era piena di dissennatori. Draco rabbrividì pensando a com’era vivere lì dentro. Fu accolto dal guardiano che lo scortò fino alla porta della cella del padre. Entrò e lo vide seduto su una specie di sedia. La cella non era per niente accogliente. Il pavimento era freddo e pieno di sporcizia, non dovevano pulire spesso. Il padre lo stava osservando, era molto dimagrito dall’ultima volta che l’aveva visto. Indossava un “abito” quasi tutto stracciato ed era pallido in viso. E’ ridotto male, pensò Draco.

“Finalmente, ce ne hai messo di tempo” la sua voce era più roca del solito

“Stavo all’università… oggi ho dato un esame”

“Tu e questi esami! Ci sono cose più importanti al mondo”

“Cosa vuoi?” disse il ragazzo con tono gelido

“Riferirti il piano del Nostro Signore” abbassò il tono

“Non mi interessa” il padre lo fissò severamente e si alzò di scatto dalla sedia. Avvicinò il suo volto a quello del ragazzo

“Non provare a usare questo tono con me! Anche se sei diventato un debole, sei sempre un Malfoy e devi rispettare il Tuo Signore!”

Il ragazzò si allontanò di qualche centimetro dal padre, osservandolo in modo minaccioso

“Tu sei un mangiamorte non ricorti? Perciò devi ubbidire al Signore Oscuro e se provi a tradirlo, sarai ucciso insieme alla tua amichetta Mezzosangue” rise. Draco gli si avvicinò e lo afferrò per la maglietta

“Non provare a toccarla o giuro che ti ammazzo con le mie stesse mani!”

“Allora tu fai quello che ti dico e io non la toccherò” lo disse con tono di sfida

“Parla” disse il ragazzo, tenendosi a distanza

“Lord Voldemort sta riunendo tutti i Mangiamorte che riesce a trovare.

E’ diventato debole a causa della lotta contro Potter, un anno fa. Si è nascosto per tutto questo tempo per riuscire a rimmettersi in forze e riuscire a sconfiggere Potter una volta per tutte.

Ma, mentre la sua forza è tornata quella di un tempo, il suo corpo è semi-distrutto e non c’è modo di ridargli l’aspetto originale. Allora ha iniziato a riunire i Mangiamorte per formare un’armata e scegliere tra di essi un corpo adatto a lui. Esaminerà ogni uomo che gli sarà portato e ne scegliera uno, che gli donerà il suo corpo.”

“E io che c’entro in tutto questo?”

“Tu devi riunire tutti i Mangiamorte che riesci atrovare e dovrai andare dal Signore Oscuro fra tre giorni”

“Tre giorni!?! Ma come faccio a trovare dei Mangiamorte in tre giorni?”

“Ti organizzi. Se fossi in te io inizierei le ricerche oggi stesso” e sorrise

Draco lo guardò e si alzò di scatto. Si avviò verso la porta e la aprì.

“Ricordati che sei un Malfoy” Draco chiuse la porta.

Stentava a crederci. Suo padre lo aveva obbligato a riunirsi con Voldemort e a cercare per lui dei Mangiamorte. Ma come cavolo faccio? Pensò il ragazzo avviandosi verso casa. Ad un tratto passò davanti ad un ristorante, lesse l’insegna: La serpe. Ci sono! E si avviò verso casa …

Hermione stava leggendo un libro babbano sulla magia. Si divertiva vedendo come i babbani la interpretavano. Pensavano davvero che fosse solo un insieme di trucchi. Non hanno tutti i torti, pensò guardando la figura di un prestigiatore, guarda come si vestono! Un mago vero non si concerebbe mai così, neanche se lo pagassero. Improvvisamente suonò il telefono. La ragazza corse a rispondere.

“Ciao Hermione…” la ragazza si stupì che proprio lui l’avesse chiamata

“Ti ho disturbata?”

“No, non preoccuparti. Ma come mai mi hai chiamata? E’ successo qualcosa?”

“Bé no, non preoccuparti. Volevo solo chiederti un favore

“Dimmi …”

“Devo parlare con Potter”

“Cosa! Tu che vuoi parlare con Harry!?! Non capisco”

“Tu digli che gli devo parlare, poi ti spiego”

“Sei sicuro che non è niente di grave?” era visibilmente preoccupata

“No, va tutto bene. Ti prego, dì a Potter di vederci domani mattina alle sei davanti al ristorante La serpe ok?”

“D’accordo, però poi mi spieghi tutto va bene?”

“Te lo prometto. Ora però devo andare … Ci vediamo presto” la salutò e riagganciò.

Hermione non sapeva che pensare, Draco che vuole parlare con Harry è una cosa molto strana, di sicuro c’è qualcosa sotto.

Prese il telefono e chiamò Harry. Gli disse tutto quanto e gli riferì l’ora e il posto dove si sarebbero incontrati il giorno dopo. Anche Harry era parecchio sorpreso. Si salutarono e Hermione riagganciò.

Guardò l’ora, le tre e trentasette, decise di rimettersi a leggere per distrarsi.

Draco uscì di casa. Aveva appena chiamato Hermione e sperava che avesse riferito il messaggio a Potter. L’idea di avere un appuntamento con lui era l’ultima cosa che avrebbe mai voluto, ma era indispensabile.

Avrebbe preferito dire tutto a Hermione, ma era sicuro che non gli avrebbe permesso di fare ciò che gli era venuto in mente.

L’insegna del ristorante gli aveva fatto ricordare di alcuni suoi amici di Hogwarts che volevano diventare dei Mangiamorte. Questo è il vostro giorno fortunato, pensò il ragazzo.

Percorse una stradina buia e si fermò davanti una delle tante porte di legno che si affacciavano su di essa. Suonò il campanello. Un ragazzo, che aveva più o meno la sua età, gli aprì. Appena lo vide rimase immobile.

“Ciao Theodore” Draco entrò senza neanche chiedere il permesso

“Draco! Da quanto tempo! Non avrei mai pensato di vederti proprio qui in casa mia”

“Dovresti saperlo che da me ci si può aspettare di tutto” e gli lanciò un’occhiata, poi si sdraiò sul divano

“Fai come se fossi a casa tua”

“Lo sto facendo” prese un bicchiere e lo riempì di whisky.

“Come mai sei qui? No grazie” Disse Theodore quando Draco gli porse un bicchiere colmo della bevanda.

“Prima bevi e poi te lo dico” e porse nuovamente il bicchiere all’amico che questa volta lo afferrò e iniziò a bere. Draco invece si attaccò alla bottiglia.

“Allora, che volevi dirmi?”

“Ricordi quando andavamo a Hogwarts e tu mi chiedevi sempre di spiegarti com’era essere un Mangiamorte?”

“Si e allora?”

“Oggi è il tuo giorno fortunato” fece un ghigno

“Che vuoi dire?”

“Che diventerai un Mangiamorte” Theodore lo guardò torvo

“Non credo che …”

“Ti stai mettendo contro di me?” lo guardò con aria di sfida. Theodore sapeva di non potersi mettere contro di lui e poi, diventare un Mangiamorte non gli dispiaceva.

“Come vuoi, ma perché proprio adesso?”

“Dopo ti spiego, adesso ho altre persone da convincere o meglio, da obbligare” fece un sorriso, si alzò e se ne andò sbattendo la porta.

Erano quasi le otto e già aveva trovato dieci aspiranti Mangiamorte.

Però, mica male, ho ancora qualche autorità su di loro” Draco era soddisfatto di se stesso. Voleva tornare a casa per riposarsi visto che il giorno dopo si sarebbe dovuto alzare presto, ma aveva un’altra cosa urgente da fare. Entrò in una biblioteca. Si avvicinò al bancone. Vode l’uomo che stava alla cassa e gli accennò un saluto con la testa. Lo conosceva bene, era un mago anche lui. L’uomo lo scortò fino ad una grande porta chiusa con un lucchetto, si guardò intorno e con un colpo di bacchetta lo aprì e fece entrare il ragazzo.

“Hai un’ora di tempo” disse il bibliotecario chiudendo la porta.

Draco non perse neanche un secondo e iniziò a cercare tra i libri. In quella stanza c’erano i libri di magia che potevano leggere solo gli appartenenti alla comunità magica. Si bloccò di colpo quando vide un libro intitolato: Scambio d’anima.

Conosceva quel libro, gliene aveva parlato Piton durante i suoi colloqui con Voldemort. Suo padre, poco prima, gli aveva detto che Voldemort avrebbe scelto un corpo con cui unirsi, proprio come aveva fatto con Raptor molto tempo prima e gli era venuto in mente che Piton aveva detto che c’era un aspetto negativo in quell’incantesimo, ma non ricordava quale. Era per questo che stava cercando informazioni su quell’incantesimo: se cera anche solo una possibilità di far fuori Voldemort, doveva trovarla. Si era stufato di sentirsi legato a quell’essere che, ne era sicuro, avrebbe ucciso tutti i maghi e le streghe che lo avrebbero intralciato, nessuno escluso e lui non avrebbe potuto fare niente.

Sfogliò velocemente le pagine. C’erano incantesimi di ogni tipo: come trasformarsi in un animale, come scambiarsi l’anima, come leggere nella mente delle persone … Sorrise. Tutti quegli incantesimi gli sarebbero stati utili molte volte in passato o almeno gli avrebbero reso la vita più facile, ma ora non ci poteva pensare: aveva poco tempo per trovare ciò che cercava. Passò circa un quarto d’ora prima che Draco trovasse la formula della doppia anima. La lesse da cima a fondo, ma non trovò niente. Stava quasi per rinunciare, quando vide una scritta molto piccola alla fine della pagina: era proprio quello che stava cercando! Lesse velocemente la postilla e se la imparò a memoria. Uscì in fretta, salutò il proprietario e si avviò verso casa.

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Curiosi di sapere qual'è il piano??

Lo scoprirete nel prossimo capitolo, che probabilmente pubblicherò a Settembre, visto che nn avrò internet per tutta l'estate....

Ma non vi preoccupate, se ce la faccio lo pubblico prima di partire :)

Grazie a tutti i lettori e anche alle mie amiche, che mi hanno aiutata.

                                                  gEgGiA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** 5-Il piano ***


non è quello che voglio

NON E' QUELLO CHE VOGLIO

 

 

5-IL PIANO

 

Harry si svegliò di colpo quando suonò la sveglia. Guardò l’ora, erano le cinque e venti, e si alzò. Ginny era già in piedi e gli aveva preparato il caffé. Harry si lavò e si vestì molto in fretta, tra mezz’ora doveva vedere Draco Malfoy davanti al ristorante La serpe, così gli aveva detto Hermione il giorno prima al telefono. Bevve il caffé, si allacciò il mantello, baciò Ginny e uscì. L’aria era fredda e il cielo ancora scuro. Harry si avviò verso il locale dell’appuntamento. Non riusciva ad immaginare perché Malfoy, il ragazzo che odiava da sempre e che era stato sul punto di uccidere, gli volesse parlare, lo aveva aiutato una volta a catturare Greyback, ma lo aveva fatto solo per se stesso. Non lo aveva più visto da allora e si era molto meravigliato quando Hermione gli aveva rifarito dell’appuntamento.

Voltò l’angolo e si ritrovò davanti all’insegna del ristorante che recava la scritta: La serpe. Che strana coincidenza, lui stava per incontrarsi con una serpe! Sorrise vedendo che lo stemma del locale era un serpente verde e argentato, proprio come a Hogwarts.

Non appena si girò per scrutare la strada, vide una figura venirgli incontro:

Era un ragazzo magro, capelli biondo cenere e uno sguardo di ghiaccio.

“Ehi Potter! E’ da un po’ che non ci si vede”

“Malfoy, non sviare! Perché hai voluto vedermi?”

“Come vedo non sei cambiato affatto Potter, sei sempre il solito insolente! Comunque, non siamo qui per parlare di te, seguimi e ti spiegherò tutto”

I due si incamminarono seguendo la strada che Harry aveva percorso prima.

“Allora Potter, per quanto non mi piaccia questa idea, ti devo chiedere un favore”

“E cosa ti fa pensare che accetterò?”

“Il fatto che interessa anche te”

“Che vuoi dire Malfoy?”

“Voglio dire che anche tu vuoi uccidere Voldemort, o sbaglio?” Harry lo guardava cercando di capire ciò che voleva dire questa frase.

“Avanti Potter! Possibile che non capisci? Mi serve il tuo aiuto per uccidere Voldemort!” Harry lo guardò stupefatto

“Tu che vuoi uccidere Voldemort!?! Non prendermi in giro!”

“Non ti sto obbligando a credermi, ma ad ascoltarmi”

Harry si fece serio e si concentrò su quello che Draco stava dicendo

“Voldemort sta cercando nuovi Mangiamorte e a chiesto a me di trovarli. Riunito un bel gruppo ne farà la sua armata e inizierà ad uccidere tutti coloro che gli si metteranno contro …”

“Ma com’è possibile!?! L’ultima volta l’ho ridotto male e non può essersi ripreso in così poco tempo!”

“Fammi finire Potter! Domani sera dovremmo presentarci da lui e portargli tutti gli aspiranti Mangiamorte. Voldemort li esaminerà e ne sceglierà uno per …”

“Aspetta un attimo! Tu sai dove si nasconde Voldemort!?! E perché non me l’hai detto prima? Avrei potuto ucciderlo molto tempo fa!”

“Piantala di interrompermi! Fammi finire di spiegare! Allora, come stavo dicendo, sceglierà uno dei tanti Mangiamorte e si servirà di lui proprio come ha fatto con Raptor”

“Vuoi dire che avranno il corpo in comune?”

“Esatto! Vedo che hai capito”

“Ma perché mi hai fatto venire qui? Non potevi dirmelo attraverso Hermione?”

“Ehi! Io non sfrutto le donne! Per chi mi hai preso!?! E poi, Hermione non lo sa, e non lo deve sapere!” lo disse con aria minacciosa

“Va bene, non lo dirò ad Hermione, anche se non capisco tutto questo interessamento nei suoi confronti…”

“Fatti i fatti tuoi e ascoltami! Ho travato un incantesimo che può distruggerlo, senza dover trovare tutti gli Horcrux” a Harry si illuminarono gli occhi

“Che aspetti! Dimmi!”

“Allora, in pratica dovrai scagliare un Patronus subito dopo che si sarà unito con il Mangiamorte”

“Un Patronus!?! Sei sicuro? Sembra troppo facile”

“Stai mettendo in discussione le mie parole? Ti conviene fare come ti dico”

“Ma il Patronus fa effetto solo sui Dissennatori!”

“Insomma Potter, possibile che ti devo spiegare sempre tutto? Prima che Voldemort si inserisca nel corpo del Mangiamorte, dovrà trasformare il suo corpo con un incantesimo chiamato AMINA che farà si che la sua anima si unisca perfettamente con il corpo scelto. Il contro incantesimo, come avrai capito, è il Patronus: distruggerà la sua anima proprio nel momento in cui essa si unirà con l’altra”. Aveva un’aria soddisfatta.

“Aspetta un attimo! Che ne sarà dell’anima del Mangiamorte?”

“Bè, verrà distrutta insieme a quella di Voldemort”

“Capisco” rifletté un secondo

“Non c’è niente da pensare Potter! E’ l’unico modo e non va sprecato. Se Voldemort riuscisse a rinascere, ci ucciderebbe tutti, compreso me”

“Che perdita!”

“Di sicuro conta di più la mia morte che la tua!”

“Basta che ci credi” Draco lo guardò con aria di sfida.

“Allora Potter, ci stai o hai troppa paura?”

“Non temere Malfoy, non perderei questa occasione neanche se fosse l’ultima della mia vita”

“Infatti lo è” i due si guardarono un secondo, senza dire niente, poi Draco disse:

“Immagino che tu debba andare, giusto?

“Si, ho molto da fare. Ah, dimenticavo! Porterò con me qualche auror se per te va bene, in caso mi servisse una mano”

“Fai come ti pare. Ma cerca di non farti scoprire prima del tempo come fai sempre”

“Non lo farò, tu però fammi sapere quando avverrà il fatto altrimenti rischio di arrivare tardi” e se ne andò.

Draco rimase solo, guardando Harry che si allontanava. Erano le nove passate e ormai era tardi per tornare a casa, doveva incontrarsi alle nove e mezza con i dieci Mangiamorte che aveva rimediato. Si sedette al tavolo del bar davanti al ristorante e aspettò che gli altri arrivassero.

Dopo circa tre quarti d’ora, intravide un gruppetto di figure incappuciate avvicinarsi.Si alzò dalla sedia e li raggiunse.

“Siete in ritardo!”

“Scusaci, ma non sapevamo chi aspettare, non ci avevi detto chi doveva venire!”

“Già” Draco stava pensando a come organizzare il suo piano.

“Allora? Perché siamo qui?”

“Sapete che siete stati scelti per diventare il nuovo esercito del Signore Oscuro? Bene. Dovete incontrarlo domani sera”. Draco vide gli sguardi stupiti e impauriti dei ragazzi

“Che pensavate? Che vi avrei invitati ad una festa?”

“No è solo che, non ci aspettavamo di doverlo incontrare così presto!”

“Siete stati fortunati! A pochi capita questa possibilità”

“Dove e quando?”

“Per ora non ve lo posso dire. Ci incontreremo domani e vi porterò io da lui. Facciamo domani sera alle sette davanti a questo bar?

“OK” fecero quelli all’unisono.

“Bene. E ora andate”. Il gruppo si dileguò velocemente.

Draco sorrise, non si era mai sentito così perfido in tutta la sua vita. Stava condannando i suoi amici ad una vita d’inferno e di paura e non gli importava proprio un bel niente. Si accorse di essere fermo in mezzo alla strada e si spostò sul marciapiede. Era già l’una e iniziava ad avere fame. Si fermò d’un tratto davanti alla vetrata del ristorante La serpe. Ne era sicuro, l’aveva appena vista entrare, era proprio lei, Hermione. Sbirciò, socchiudendo gli occhi. Adesso la vedeva bene, stava sorridendo mentre parlava con la ragazza alla cassa, probabilmente andava spesso lì.

Appena la vide avvicinarsi si girò di scatto e fece l’indifferente.

Quando Hermione uscì e lo vide, sembrò molto contenta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** 6-Un giorno insieme ***


non è quello che voglio

 

                                                                               NON E' QUELLO CHE VOGLIO

 

 

6-UN GIORNO INSIEME

“Draco!” gli si avvicinò e lo baciò

“Ehi! Che ci fai qui? Pensavo stessi all’università!”

“Ho finito tre ore fa e ho pensato di venire qui a prendermi qualcosa da mangiare” e indicò la busta che aveva in mano.

“Io invece stavo cercando qualcosa da mangiare” fece il vago

Hermione scoppiò a ridere.

“E’ un modo per chiedermi di invitarti a casa?”

“Può darsi” il biondo gli fece l’occhiolino

“Allora ti invito a venire a pranzo a casa mia”

“Se proprio insisti” e le sorrise .

I due arrivarono a casa della ragazza e prepararono la tavola per il pranzo.

Era la prima volta dopo tanto tempo, che pranzavano insieme. Hermione ricordò i vecchi tempi e guardò Draco che stava cercando di capire come usare la bacchette cinesi per afferrare il riso.

“Ma perché, tra tutti i cibi, hai scelto il più complicato? Vuoi farmi morire di fame, non è così?”

“Se continui così finirai domani!” e scoppiò a ridere

“Non ridere! Non sono mai riuscito a mangiare il cinese” disse sconsolato

“Allora usa questa” e gli porse una forchetta

“Potevi darmela prima” la guardò male

“Uffa! Ti lamenti sempre!” e scoppiarono a ridere

Draco e Hermione passarono tutto il pomeriggio insieme passeggiando per il parco, girando tutta la città e, la sera, decisero di tornare a casa.

Erano ormai le dieci e Draco si rese conto di aver dimenticato di avvertire la sua “ragazza” che non sarebbe tornato a casa. Decise di telefonarle.

“Posso fare una telefonata?” disse ad un certo punto

“Certo, il telefono è lì” e lo indicò

Draco sollevò la cornetta e compose il numero …

“Ciao… si, lo so scusa ma non ho avuto il tempo di… ma che ti viene in mente! Certo -sbuffò- ascolta ne riparliamo dopo ok? Si si certo, ciao.

Ah dimenticavo! Non torno a casa stasera… te lo spiego dopo ciao”

Hermione stava in cucina e ascoltava la conversazione, si rattristò pensando alla ragazza di Draco, probabilmente non l’avrebbe lasciata per mettersi con lei…

“Tutto fatto” sorrise “che c’è? Cos’è quella faccia?”

“ E’ la mia faccia naturale…” la ragazza era terribilmente seria

“No, la conosco bene quell’espressione! Cosa c’è Hermione?” Le si avvicinò e la prese per le braccia, guardandola negli occhi

“ Devi voler bene alla tua ragazza, da quanto ho potuto constatare”

Draco scoppiò a ridere e se ne andò nell’altra stanza, buttandosi sul divano.

Hermione entrò poco dopo, un po’ perplessa

“Cos’è che ti fa tanto ridere?”

“Tu, come nascondi la gelosia”

“Io cosa? Guarda che non sto nascondendo niente!”

“Certo, quindi non ti da fastidio se torno a casa dalla mia ragazza?”

Hermione lo guardò male, poi si girò dall’altra parte

“No, non mi dispiace affatto”

Draco le si avvicino, l’aveva già persa una volta, non voleva fare lo stesso errore e non poteva più aspettare, questa, forse, era l’ultima notte che passava con lei… La prese per la vita e l’abbracciò. Hermione rimase immobile, stringendosi a lui come per non cadere

“E pensare che fino a tre giorni fa ti odiavo…” disse Hermione a Draco che si staccò da lei e iniziò a guardarla negli occhi. Il suo sguardo era quello di sempre, dolce e profondo, la ragazza vi si perse.

Hermione sapeva che quello che desiderava di più era di stare con lui, non gli importava quello che gli altri avrebbero detto.

Lui le prese le mani e la baciò.

“Draco io…”

“Non parlare, abbiamo già perso troppo tempo” sorrise.

Quella sera Hermione e Draco riuscirono a non pensare al mondo che li circondava e a lasciarsi guidare solo dal loro cuore.

 

 

Scusate il ritardo ma ecco un nuovo capitolo!! questo è più una parentesi in mezzo alla storia: non potevo non farli stare insieme almeno per un giorno no??  Presto arriverà il proseguimento, che ho già scritto e sto ricontrollando.

Grazie a tutti coloro che recensiscono o semplicemente, a coloro che leggono...

Un grazie a Amazzone e Nebula che tengono sempre accesa la mia fantasia!

                                                                  GRAZIE

           

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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