tutta colpa dei desideri

di Kiko93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo uno ***
Capitolo 2: *** capitolo due ***
Capitolo 3: *** capitolo tre ***
Capitolo 4: *** capitolo quattro ***
Capitolo 5: *** capitolo cinque ***
Capitolo 6: *** capitolo sei ***
Capitolo 7: *** capitolo sette ***
Capitolo 8: *** capitolo otto ***
Capitolo 9: *** capitolo nove ***
Capitolo 10: *** capitolo dieci ***
Capitolo 11: *** capitolo undici ***
Capitolo 12: *** capitolo dodici ***
Capitolo 13: *** capitolo tredici ***
Capitolo 14: *** capitolo quattordici ***
Capitolo 15: *** capitolo quindici ***
Capitolo 16: *** capitolo sedici ***
Capitolo 17: *** capitolo diciassette ***
Capitolo 18: *** capitolo diciotto ***
Capitolo 19: *** capitolo diciannove ***
Capitolo 20: *** capitolo venti ***
Capitolo 21: *** capitolo ventuno ***
Capitolo 22: *** capitolo ventidue ***
Capitolo 23: *** capitolo ventitrè ***
Capitolo 24: *** capitolo ventiquattro ***
Capitolo 25: *** capitolo venticinque ***
Capitolo 26: *** capitolo ventisei ***
Capitolo 27: *** capitolo ventisette ***



Capitolo 1
*** capitolo uno ***


Ciao a tutti, questa è la mia prima ff!! L'ho scritta qualche anno fa e l'avevo pubblicata su di un sito...mi farebbe tanto piacere avere altre recensioni (ne accetto sia positive che negative)! Buona lettura!!

Intro
A  volte i desideri espressi alla vista di una stella cadente possono cambiare positivamente o negativamente la vita di due persone…questa è una di quelle volte, ma sta a voi decidere se le vite in questione sono state cambiate in positivo o in negativo.
 
1° capitolo
“Jessy…sveglia che è tardi!!!!” disse una dolce voce proveniente dalla cucina.
“No…dai…altri cinque minuti!” risposi io tra uno sbadiglio e l’altro.
“Jè se non ti svegli vengo lì e ti verso addosso una bacinella piena d’acqua gelata!!” disse un'altra voce proveniente dal bagno con un tono un po’ isterico.
Nonostante questa “minaccia” non mi alzai dal letto…era troppo bello rimanere sotto le lenzuola calde quando fuori facevano circa 10°, dato che stavamo in pieno inverno.
“Va bene. Ho capito, qui ci vuole il solito risveglio!”
Detto questo, la ragazza si diresse verso lo stereo ed inserì un cd…
 
Last night I saw the fireworks,
the kind of pain that never hurts
The one you hate to love that's made for you
Another unsuspecting Sunday afternoon

 
 Queste erano le note e parole che uscivano dalle casse; al suono di queste mi alzai di scatto dal letto, come se fossi un robot telecomandato a distanza,e, con fare ancora assonnato, mi diressi in cucina.
Lì ad aspettarmi c’erano le mie due coinquiline: Martina e Martina, due amiche di vecchia data con le quali ho passato i momenti più belli della mia vita. Nonostante hanno lo stesso nome, sono due persone completamente diverse sia caratterialmente che fisicamente. Una è bionda con gli occhi azzurri, fisico perfetto con piccole curve, amichevole e dolce, sempre disponibile in ogni eventualità e pronta ad ascoltarti; l’altra mora con gli occhi castani, snella (anche troppo per i miei gusti), un poco isterica,ma quando lo vuole sa essere una buona amica.
Ah, dimenticavo. Io sono Jessica e ho 24 anni. D’aspetto si può dire che sono carina: ho lunghi capelli ricci castani e occhi azzurri, non sono tutta questa perfezione nel fisico, ma non mi lamento. Caratterialmente sono pigra, sempre in cerca di qualche ora libera per riposarmi, sempre con la battuta pronta, un po’ timida, anzi fin troppo per i miei gusti. Frequento l’università nella facoltà di architettura, mentre le mie amiche lavorano come commesse in un negozio al centro.
“Buon giorno!! Ben alzata!!” mi disse Martina con fare dolce.
“Alla buon ora! Certo che se ogni mattina c’è questo risveglio, arriverà il giorno che cambierò casa!” sempre la solita era Marty.
“Non vedo l’ora!” gli risposi io sorseggiando la tazza di latte caldo che mi ero appena preparata.
“Ma la piantate voi due? Sempre a litigare! Non ce la faccio più! Va a finire che cambio io casa!”
“Ma è lei che provoca!” gli risposi io mettendo il broncio.
“Secondo te ti pare il modo di iniziare la mattina con la voce di questi quattro esseri?!” disse l’isterica rivolta a Martina.
“Come li hai chiamati?? Loro hanno un nome. Backstreet boys per l’esattezza!!” gli risposi io seccata.
   “Fatto sta che non sanno cantare!”
“Cosa hai detto?? Vieni qui se hai il coraggio!!”
Iniziai a inseguirla per tutta casa con in bocca una brioche…ogni mattina era sempre così fino a quando:
“La volete piantare voi due!? Non si può tutte le mattine così!!!” disse Martina in tono severo.
“Ok” rispondemmo in coro io e Marty abbassando il capo.
Non appena Martina si rigirò, dissi a bassa voce:
“Questa te la farò pagare!”
 
 
Appena finita la commedia che ogni mattina si presentava in casa, uscimmo tutte e tre, ben coperte, per passare in pieno divertimento questa giornata tutta per noi.
“Allora dove si va oggi?” dissi io già in eccitazione.
“Beh…mentre tu ancora stavi nel mondo dei sogni, abbiamo un po’ stabilito il programma di oggi. Allora per cominciare mattinata al centro per negozi, per fare un buono e sano shopping…”
“Che bello!! La cosa che adoro di più!!” dissi io interrompendo il discorso di Marty “E poi e poi??” continuai.
“Se mi facevi finire forse già lo sapevi!” mi disse lanciandomi un occhiataccia.
“Ok scusa…continua giuro che non interrompo più!” risposi abbassando lo sguardo.
“Poi pranzo al McDonald…”
“Uh…fantastico…dove mangia sempre Nick!”
“Oddio Martina io non ce la faccio. Ti prego continua tu altrimenti la strangolo!” disse Marty alterandosi un po’.
“Dai Jè però pure tu…”
“Vabbè scusate, ma che ci volete fare, sono così…giuro che ora non interrompo più!” risposi io.
“Comunque, nel pomeriggio facciamo qualche giro tra i monumenti di Roma e poi la sera cenetta in pizzeria…allora che ne dici Jè?” concluse Martina.
“Per me va alla grande” risposi con un sorriso a 130 carati “Allora che aspettiamo?!”
“Bene allora…SI PARTE!!!” risposero in coro le altre due.
 
La giornata passò in fretta. È vero, quando si sta bene il tempo passa in un attimo. Noi tre insieme eravamo un trio fenomenale. Non passavano minuti senza che le nostre risate risuonavano per le vie di Roma. Riuscivamo ad attirare l’attenzione di tutti, la maggior parte dei quali si chiedeva ‘Ma che si sono bevute queste?’…ma a noi più di tanto non importava, anzi quasi non ci rendevamo conto della gente intorno a noi…solo dei bei ragazzi…infatti:
“Ma avete visto quelli?! Stanno proprio guardando noi” Marty era la solita, non le sfuggiva niente.
“Si, si come no!” risposi io senza darle peso…ma poi mi voltai…”Oddio è vero!”
“Sempre la solita mal fidata tu eh?” mi rispose Marty in modo seccato.
“Ehm, ehm..” dissi grattandomi la testa e poi sorridendo.
 “Si vabbè ma adesso che facciamo?” disse Martina interrompendoci.
“Ma che ne so io!!! L’esperta in queste cose è Marty!!” risposi io voltandomi verso la diretta interessata, seguita a ruota da Martina.
“Atteggiamoci, così da attirare ancora di più la loro attenzione!” rispose dopo un attimo di silenzio.
“Se vabbè…ciao Marty!!!” le rispondemmo io e Martina in coro allungando il passo in modo da lasciarla indietro.
 “E che ho detto?!...boh…” disse poi raggiungendoci.
 
Ormai la sera era calata, così dopo essere tornate a casa, decidemmo di comune accordo di passare qualche minuto fuori dal balcone ammirando le stelle.
“Che bello oggi. Il cielo è pieno di stelle!” dissi io guardando in alto mentre sistemavo la coperta che mi riscaldava.
“E già! È proprio bello!” disse Martina sempre guardando in alto.
Dopo ciò calò il silenzio. Ognuna era assorta nei suoi pensieri mentre ammirava il cielo stellato. Fino a quando…
“Guardate!!! Una stella cadente!! Esprimiamo un desiderio!” disse Marty.
Dopo qualche secondo dissi:
“Fatto!! Chissà se si realizzi” dissi con gli occhi sognanti senza distogliere lo sguardo dal cielo.
“Chissà…lo spero con tutto il cuore…che avete desiderato?” ci  disse Marty con gli occhi che luccicavano di curiosità.
“Non te lo diremo mai!!!” rispondemmo in coro io e Martina.
“Uff…provo ad indovinare. Allora…” iniziò Marty con fare pensieroso “…tu, Martina, hai sicuramente desiderato di metterti con Patrizio…mentre tu, Jessica, fammi pensare…beh è semplice…hai desiderato di incontrare i Backstreet boys e di metterti con Brian...” si fermò per un attimo per poi continuare “…ho indovinato?”
“Per me forse…” disse Martina alzando gli occhi al cielo.
“Per me hai sbagliato in pieno!!!! Visto che sono un fan accanita dei Backstreet boys non è detto che desidero solo incontrarli!!! Ho tanti altri desideri che non li riguardano!!!” risposi io un po’ alterata.
“Vabbè calmati era per scherzare!!!” disse Marty sulle difensive.
“Ok scusa. Ma tu che hai desiderato?” dissi io con un sorriso malizioso.
“E no. Top secret!!” disse lei trattenendo a stento la risata.
“Se se…lo riuscirò a scoprire prima o poi…ma non ora che ho sonno!!” dissi io iniziando a sbadigliare.
“E che te pareva!”  dissero in coro le due Martine.
E così si concluse quell’incredibile giornata insieme alle mie due migliori amiche.
Ma che sarebbe successo il giorno dopo???

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Capitolo 2
*** capitolo due ***


2° capitolo
Ormai la luce del sole, affievolita dal contatto con le tende, penetrava nella mia camera quando il campanello di casa iniziò a suonare. Inizialmente rimasi sdraiata sul letto pensando che una delle mie due coinquiline andasse ad aprire, ma non fu così. Armata di santa pazienza, data la continua insistenza della persona fuori dalla porta, mi incamminai ancora assonnata  verso l’ingresso. Arrivata alla porta l’aprii e…non potevo credere a ciò che i miei occhi mi mostravano…non poteva essere…no è tutto un sogno.
A quella vista ebbi un mancamento e mi accasciai sul pavimento.
 
Dopo circa dieci minuti riaprii gli occhi…ma non era possibile ancora quell’immagine davanti a me.
“ODDIOOOOOOOOOOOOOO…” iniziai ad urlare.
“Calmati!!!!” mi disse quell’essere poggiando una sua mano sulla mia bocca.
Iniziai a calmarmi così mi tolse la mano dalla bocca.
“Mi vuoi spiegare come fai ad essere uguale a me in tutto, persino la voce?!” chiesi io ancora incredula di quello che avevo davanti agli occhi.
“Questo non lo so. Ma non sono l’unico a quanto pare…” disse poi indicando uno specchio. Io iniziai a voltarmi lentamente avendo paura di c’ho che quello specchio mi mostrava…
“NON è POSSIBILEEEEEEEEEEE!!!! COME FACCIO AD ESSERE UN UOMO??” dissi urlando. Non era possibile, come facevo ad essere nel corpo di un uomo? E non un comune uomo…ero nel corpo di BRIAN LITTRELL…il mio idolo di sempre…
“No dai dimmi che è uno scherzo!!” dissi quasi implorandolo mentre ancora mi specchiavo incredula.
“No non è uno scherzo…” iniziò lui con la mia voce “questa mattina mi sono svegliato così…nel tuo corpo in un appartamento che non era il mio, in una città che non era mia, in un mondo diverso dal mio…”
A quelle parole iniziai a scrutare l’appartamento in cui mi trovavo…non era il mio!!!
“No dai non è possibile…ma dove ci troviamo?” dissi io iniziando ad andare avanti e indietro per la stanza.
“Stiamo a New York, nel mio appartamento!” mi rispose lui con voce tranquilla.
“COSAAAAAAAAAAAAA?????? A NEW YORK????” ricominciai ad urlare.
“Ma ti vuoi calmare?!”
“COME FACCIO A CALMARMI SE NON SONO IN ME NEL VERO SENSO DELLA PAROLA??? ME LO SPIEGHI???”
“Ti devi calmare e basta perché così non concludi niente!!”
Aveva ragione, non serviva a niente alterarsi.
“Ok scusa!” dissi abbassando la testa, mentre iniziò a calare il silenzio nella stanza.
È stato lui a romperlo dicendo:
“Senti visto che per ora non c’è una soluzione a questa situazione che ne dici se ci presentiamo?” disse lui sfoggiando  uno dei miei soliti sorrisi.
‘Come se non lo conoscessi’ pensai. Gli  feci solo un cenno con il capo. Così si avvicinò e allungò la mano dicendo:
“Piacere Brian Littrell! Cioè il corpo in cui ti trovi è Brian Littrell” disse sorridendo.
Ecco ci mancava solo che iniziasse a scherzare.
“Piacere io sono Jessica! Comunque ti conosco bene…sono una tua fan…cioè dei Backstreet boys” risposi tenendo il volto basso.
“Ah bene…è posso sapere chi è di noi il tuo preferito?” disse lui in modo malizioso.
“Non te lo dirò mai!!! Forse quando e se torneremo di nuovo nei nostri rispettivi corpi!!!” risposi io facendogli la linguaccia.
“Uff…non è giusto…” rispose lui mettendo il broncio.
Certo se qualcuno avesse visto questa scena con le presentazioni ci avrebbe presi per pazzi.
“Senti…” iniziò lui assumendo un tono molto più serio “hai qualche idea di come è possibile questa imbarazzante situazione?” concluse guardandomi fisso negli occhi.
“Ehm…no…” iniziai “però ora che mi ci fai pensare…no non è possibile…” dissi io inizialmente con un aria pensierosa e poi scrollando la testa.
“Cosa non è possibile? Che è successo??”
“È che ieri con le mie amiche abbiamo visto una stella cadente e abbiamo espresso un desiderio…” iniziai io soffermandomi un po’ “ No dai non è possibile!”
“MI VUOI DIRE CHE COSA HAI DESIDERATO???” disse lui alterandosi.
“Ho desiderato di essere un'altra persona con una vita meno monotona, più movimentata…” risposi con un filo di voce per paura della sua reazione.
“Ecco ora si spiega tutto! È colpa di quel tuo desiderio!” disse un po’ soprappensiero.
“Scusa Brian non pensavo si avverasse…ma ora come facciamo?”
“È facile! Tu ora fai la mia vita e io…bhè io rimango qui ad aiutarti!”
Che situazione. Solo a me possono succedere queste cose. Mi sento un peso sullo stomaco. È tutta colpa mia! Tutta colpa di quella stella cadente…ma chi mi ha detto di esprimere quel maledetto desiderio?
Mentre i miei sensi di colpa venivano a galla, il telefono iniziò a squillare.
“Oddio chi è adesso??” dissi io preoccupata.
“Non lo so…devi rispondere. Ora sei tu Brian!” mi disse.
È vero ormai ero io Brian…anche se ancora non mi ero abituata ad esserlo.
Così iniziai ad avvicinarmi al telefono, alzai la cornetta e…
“Ciao Frick, finalmente ti sei deciso a rispondere!!” oddio era Nick!!
“ Ah si scusa stavo al bagno!” che cacchio di scusa che mi sono inventata “Come mai hai chiamato?”
“Ti sei scordato che oggi abbiamo le prove dei balletti per il tour? E sei in leggero ritardo…non è da te!” mi rispose Nick inizialmente con un tono da rimprovero e poi trattenendo a stento le risate.
A quelle parole sbiancai in volto e rimasi a bocca aperta.
“Ohi ci sei? Terra chiama Brian!” si metteva pure a scherzare ora…
“Si ci sono…ora arrivo!” risposi io e riagganciai.
 
L’agitazione si faceva largo dentro di me. Camminavo avanti e indietro per la stanza senza mai fermarmi. Che avrei fatto ora?
“Ti vuoi calmare?!” mi disse Brian.
“Quando me lo volevi dire che oggi avevi le prove?” gli risposi io guardandolo fisso negli occhi.
“Ehm…veramente…” iniziò grattandosi la testa “Mi sono dimenticato!”
“Ma bravo e ora io che faccio???” ero furiosa.
“Ci vai ormai, come ho detto prima, tu sei Brian!! Che ti preoccupa??”
“Primo non vi ho mai visto da così vicino e la cosa mi agita non poco…secondo…bhè…non sono molto sciolta nella danza…” dissi abbassando la testa.
“Dai non ti preoccupare. Uno perché gli altri sono molto amichevoli con tutti e poi ricorda che tu sei me, quindi uno di “famiglia”…due se proprio non sai ballare la brutta figura ce la faccio io non tu!” detto questo mi sorrise.
Un po’ mi aveva rassicurata così dissi:
“Ok mi hai convinto, allora andiamo…” mi fermai un po’ per poi dire “Ma che gli diciamo di te…cioè di me?? Vabbè insomma mi hai capito…”
Iniziò a pensarci…poi disse:
“Beh io sono una tua amica venuta da Roma a trovarti…”
“Ci crederanno???” dissi io un po’ perplessa.
“Si…o per lo meno spero!” mi sorrise.
“Allora speriamo…vabbè andiamo!” dissi mentre già mi stavo dirigendo verso la porta.
Ma che sarebbe successo all’incontro con il resto del gruppo???  

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Capitolo 3
*** capitolo tre ***


Nessuno che mi lascia qualche commento? Accetto anche critiche...in ogni caso ecco il nuovo capitolo!

3° capitolo
Dopo un quarto d’ora eravamo arrivati nel posto dove il gruppo provava. Nemmeno eravamo entrati che il mio cuore iniziò man mano ad aumentare sempre di più il battito.
Mi ripetevo in continuazione ‘Dai Jè ce la puoi fare, anzi ce la devi fare…ora tu sei Brian!’ ma queste parole non funzionavano come calmante, anzi mi facevano agitare ancora di più. Mai in tutta la mia vita avrei creduto di poter incontrare i miei idoli così da vicino ma nelle sembianze di uno di loro. Sembrava tutto assurdo, ma non lo era.
Mentre questi pensieri si accavallavano nella mia mente, le sagome di tre ragazzi venivano a delinearsi sempre di più, fino a che…
“Alla buon ora bro! Stavamo tutti aspettando te!” era la voce di Nick che aveva rivolto l’attenzione di tutti i ragazzi verso di me.
A quella vista mi voltai e iniziai a camminare a passo spedito nella direzione opposta, quando Brian mi bloccò il braccio.
“Che fai?!” mi disse.
“Brian non ce la faccio è più forte di me!!!” dissi abbassando lo sguardo mentre i miei occhi diventavano lucidi.
“Dai piccola non fare così. Vedrai che ce la farai. Io sono qui!” dopo avermi detto questo mi sorrise sfoggiando uno dei miei più bei sorrisi.
Oddio mi aveva chiamato “piccola”. Certo faceva un altro effetto sentirlo dire dalla tua stessa voce, ma dato che sapevo che era lui a dirmelo, arrossii.
“Ok Bri, ci proverò” gli sorrisi.
Così dicendo ci incamminammo verso gli altri che ci aspettavano impazienti.
“Vai più lento di una lumaca…è la vecchiaia che si fa sentire, eh?!” alle parole di Nick scoppiarono tutti a ridere. Poi continuò “Ma chi è questa bella ragazza che ti accompagna??” finì sorridendo maliziosamente.
Tutti erano in attesa di una mia risposta, che non arrivò poiché per l’agitazione le miei parole rimanevano chiuse, come in una cassaforte, nella mia bocca, così prese la parola il diretto interessato…
“Ciao ragazzi, io sono Jessica e vengo da Roma. Sono una amica di Brian e sono venuta qui per fargli una visitina!” dopo aver detto questo Brian sfoderò uno dei miei migliori sorrisi.
“Ma bravo Brian. Hai un’amica così carina e non ce ne hai mai parlato?!” disse Aj abbassandosi gli occhiali da sole e squadrandola dall’alto al basso.
“E già Frick…perché non ce ne hai mai parlato?!” disse a sua volta Nick iniziando anche lui a squadrarla.
“Ma la piantate voi due??!! Così la mettete in imbarazzo!” disse Howie dando una pacca dietro il collo ad entrambi “Comunque io sono Howie e loro sono rispettivamente Nick e Aj!” disse poi sfoderando un dolce sorriso e subito dopo guardando storto i due.
Mentre Alex e Nick continuavano a squadrare il mio corpo, un ragazzo sulla trentina si avvicinò a noi.
“Allora ragazzi siete pronti? Siamo già in ritardo, è ora di iniziare le prove!!” era il coreografo.
A quello parole sbiancai in volto tanto che…
“Bri ti senti bene??” mi chiese Howie preoccupato.
Inizialmente esitai a rispondere, ma poi…
“No Dee, sto bene. Non ti preoccupare!” gli sorrisi.
“Allora andiamo a scatenarci!” questo ero Nick, che già stava in fibrillazione per le prove.
Così iniziammo ad incamminarci verso la sala…ormai il mio cuore batteva a mille e niente poteva fermarlo…non sapevo come comportarmi con gli altri e soprattutto come fare con il ballo…che situazione!!
 
Arrivati in sala il coreografo iniziò dicendo:
“Allora ragazzi io avrei deciso di iniziare le prove con il balletto per…” attimo di suspance e poi “…Treat me right! Per voi va bene??!!” finì poi guardando ogni nostra minima reazione.
“Ma lo chiedi pure?! Questa è la mia canzone preferita!” disse subito Aj spruzzando felicità da tutti pori.
“Bene bene…ci avrei scommesso!” rispose il coreografo sorridendo “e per voi?” concluse poi.
“Anche per noi va benissimo!” rispose Howie anche per Nick “e per te Bri?”
In un nano secondo mi ritrovai gli occhi di tutti puntati addosso, e non ne capivo il perché dato che per quanto ero persa nei miei pensieri, non avevo ascoltato la discussione. Così per porre fine a quei sguardi imbarazzanti risposi con un filo di voce:
“Ah…si…non c’è problema!”
 
Finalmente iniziarono le prove: inizialmente non riuscivo a muovere nemmeno un passo, ma poi, incoraggiata dallo sguardo di Brian, mi scatenai nel vero senso della parola.
Certo che era bello ballare con loro, quando ci si mettevano erano proprio fuori di testa, in quella sala si trattenevano a stento le risate!
Le prove, al contrario di quanto pensavo, passarono in fretta e al termine di queste ci dirigemmo nello spogliatoio.
Non potevo credere ai miei occhi…in poco tempo mi ritrovai in quella stanza con Alex, Nick e Howie in soli boxer! Che scena imbarazzante! In men che non si dica divenni rossa come un peperone dalla punta dei piedi a quella dei capelli, tanto che…
“Oddio Frick ti senti bene?? Sei bordeaux in faccia!” disse Nick in tono preoccupato.
E ora che mi invento? Non gli posso dire che non sono Brian, ma la ragazza che era di fuori ad aspettarli! Che situazione!
“Ah…veramente? Non è niente. È solo che…” mi fermai pensando a cosa inventarmi “… fa un po’ caldo qui..” la scusa più banale di questo mondo “…non trovi?!” gli risposi mentre tra me e me pensavo ‘Jè calma i tuoi bollenti spiriti!’ ma era un po’ complicato data la situazione che man mano andava peggiorando…infatti gli altri due erano già sotto le docce intenti a lavarsi, mentre Nick li stava seguendo a ruota.
“Si in effetti! Dai bro vieni anche tu a farti una doccia…ti rinfreschi un po’!” detto questo si tolse i boxer e si diresse nella doccia libera.
O mio diooooo…non posso guardare…non devo guardare!!!! Che vergogna!!! Istintivamente mi coprii gli occhi.
Dai Jè calmati e inventati qualcosa, basta che esci di qui!!!
“Scusate ragazzi ho da fare con Jessica, mi farò una doccia a casa!” dissi io ancora rossa in faccia.
“Ok” risposero in coro i tre.
Meno male, per questa volta me la sono cavata. Così mi incamminai verso la porta in modo spedito, iniziai ad aprirla quando…
“Ah bro…ricordati della cena di stasera! L’appuntamento è alle 20 sotto casa tua e porta con te anche Jessica, così si ambienta un po’!” disse Nick facendo capolino dalla doccia e terminando con un sorriso malizioso.
Non risposi, feci solo segno con la testa…era troppo il mio imbarazzo!
 
Finalmente uscita fuori mi ritrovai Brian davanti…
“Ciao Brian…bellissime prove!!” era lui, ma dato che non ci volevamo far prendere per pazzi, era l’unico modo per comunicare quando stavamo in un luogo pubblico.
“Ah grazie Jè, inizialmente ero un po’ agitato, ma poi mi sono sciolto grazie anche a te!” gli sorrisi, mi era stato davvero di aiuto. “Senti stasera c’è una cena con gli altri del gruppo e sei invitata!” gli dissi guardandolo storto come per dire ‘Perché non me l’hai detto?’
“Ah…si…grazie…” mi rispose grattandosi la testa come per dire ‘Scusa me lo sono dimenticato.’ Poi continuò “Senti non ho portato nessun vestito per l’occasione…che ne dici se dopo usciamo per fare un po’ di compere?”
E certo che non hai niente per l’occasione, non hai portato nemmeno un mio vestito!!
“Ok…” lo guardai furiosa.
Detto ciò uscimmo dal grande palazzo e ci incamminammo per le vie affollate di New York in cerca di qualche vestito per l’occasione.
Dopo qualche giro, trovammo il negozio che faceva per noi: aveva di tutto dagli abiti più eleganti a quelli di uso comune. Così oltre all’abito per la cena mi compravo anche vestiti per tutti i giorni, dato che i miei Brian li aveva lasciati tutti a Roma.
All’incirca avremmo passato due ore in quel negozio…tutte le commesse erano al nostro servizio…ma alla fine eravamo riusciti a trovare ciò che cercavamo.
Dopo questa disperata ricerca di abiti ritornammo distrutti a casa.
Ma che sarebbe successo a quella fatidica cena con gli altri??? 

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Capitolo 4
*** capitolo quattro ***


4° capitolo
Il tempo passò in fretta tanto che era già ora di quella fatidica cena. Non riuscivo a rilassarmi, ero agitata e si notava lontano un miglio…
“Ti prego Jè calmati! Mi stai facendo venire la nausea a vederti camminare avanti e indietro!” mi disse Brian bloccandomi e poi accennando un sorriso.
“Non ce la faccio Bri, e non so spiegarmi il perché. Eppure oggi è andato tutto liscio…” mi soffermai su questo e poi continuai “…ad eccezione di quell’imbarazzante situazione nello spogliatoio!” terminai con un filo di voce.
“Cosa è successo nello spogliatoio?” mi disse guardandomi incuriosito.
“Ehm…” iniziai a grattarmi la testa “…niente!” terminai.
“Tu non me la racconti giusta!!” mentre diceva ciò si stava sempre di più avvicinando a me pericolosamente.
“Bri che intenzioni hai?” dissi io preoccupata.
“Oh niente…” disse sorridendo maliziosamente.
Così dicendo iniziò a farmi il solletico nei punti strategici del suo corpo. La cosa che non sopporto di più al mondo!
“No…dai…Brian…” le mie parole erano intervallate da risate “Ti…prego…Bri…non resisto…fermati…” non riuscivo a fermare le risate, era più forte di me.
“No finchè non mi racconti tutto!!!” disse scoppiando a ridere per le facce buffe che facevo.
Ma mentre questa scena andava avanti suonò il citofono.
“Grazie ragazzi!!! Siete stati la mia salvezza!!” dissi io, riprendendo fiato, non appena Brian smise di farmi il solletico per andare a rispondere al citofono.
“Ok ragazzi scendiamo!” rispose, poi continuò rivolto verso di me “Con te finisco dopo! Ora scendiamo che ci aspettano!”    
 
Così scendemmo e mi ritrovai davanti Alex, Howie e Nick belli come non mai, tanto che rimasi a bocca aperta, ma come del resto fecero loro alla vista di Brian…cioè di me.
Infatti potevo dire che con quel vestito che avevamo comprato poche ore prima ero uno schianto: era un vestito con delle bretelle fine e una lieve scollatura, lungo fino alle ginocchia di un celestino chiaro, che risaltava i miei occhi, leggermente stretto sul busto che poi ricadeva morbido dai fianchi in giù.
Quella situazione durò per qualche minuto fino a che Howie, con un leggero gesto, chiuse le bocche dei suoi amici e disse:
“Jessica mi permetto di dirti che sei bellissima! Stai davvero bene con questo vestito!” poi sorrise dolcemente.
Istintivamente risposi io:
“Grazie Howie. Mi fai diven…” non conclusi la frase perché mi ritrovai gli occhi di tutti puntati addosso, solo dopo mi resi conto di cosa stavo facendo e dissi:
“Ehm…scusate oggi non so cosa mi frulla nella testa!”
“Infatti Frick, già da stamattina ti ho visto strano…soprattutto nello spogliatoio…” mi rispose Nick.
A queste parole, soprattutto alle ultime, Brian si voltò verso di me iniziando a fissarmi, come per dire ‘Dopo quando torniamo a casa mi racconti tutto!’.
“Va bene ragazzi, ora è meglio andare, altrimenti facciamo tardi!” era Alex che interruppe quell’imbarazzante momento.
 
Finalmente, dopo un viaggio di quasi mezz’ora, arrivammo a destinazione. Il ristorante in cui i ragazzi avevano prenotato era a dir poco lussuoso: aveva una grande sala decorata con fiori bianchi posti in ogni angolo e tavolo, al centro di questa vi era un grande lampadario fatto di cristallo che la illuminava tutta, ogni tavolo aveva un suo cameriere…a quella vista pensai ‘Certo che non badano a spese i ragazzi!’.
Appena entrati un cameriere ci scortò al nostro tavolo e porse, per ognuno di noi, un menù. Iniziai a scrutare quest’ultimo in cerca di cosa mangiare, ma il mio occhi cadde sui prezzi…o madonnina santa sono altissimi! Meno male che paga Brian…a quel pensiero sorrisi.
 
Dopo aver preso le ordinazioni, Alex disse:
“Allora Jessica parlaci un po’ di te…che fai nella vita?? Hai qualche passione in particolare??” terminò poi sorridendo.
Mi voltai verso Brian…’Meno male che gli avevo parlato un po’ di me dopo essere tornati dalla passeggiata’ pensai.
“Allora come vi ho detto sono di Roma, dove vivo con due mie amiche e frequento l’università nella facoltà di architettura. Diciamo che studio dalla mattina alla sera…l’università occupa la maggior parte del tempo nella mia vita, ma, quando trovo un po’ di tempo, adoro uscire con le mie due coinquiline ed ascoltare la musica…soprattutto…” si fermò…non ci credo gli stava dicendo anche questo…”…VOI!” terminò abbassando il volto…certo che la mia parte la recitava proprio bene...
“Ah veramente??!!” disse Alex un po’ perplesso “è un onore per me, ma penso anche per i miei amici, avere un fan bella come te!” dopo aver terminato sorrise maliziosamente.
Non ero abituata a tanti complimenti nell’arco di una giornata soprattutto da ragazzi come loro, così inevitabilmente divenni rossa in volto, ma questa volta, per mia fortuna, non si accorsero di niente, poiché prontamente Brian rispose:
“Grazie tante Alex!!! Però se continuate con tutti questi complimenti, il mio volto non tornerà più al suo colorito normale!” sorrise.
Al termine di queste parole tutti scoppiarono a ridere.
 
La serata procedeva splendidamente; tra chiacchiere e risate, ero riuscita ad abituarmi a quella situazione. Tutto era normale fino a quando…
“Nick, cozza ore dodici!” era Alex.
“Chi delle tante?” rispose Nick, per poi girarsi “No, lei no! Ma allora mi perseguita!” terminò con tono seccato.
Iniziai anche io a voltarmi…non l’avessi mai fatto: mi ritrovai a qualche metro di distanza lei…l’ex ragazza di Nick…la più odiata da tutti…Paris Hilton…che man mano si stava sempre di più avvicinando al nostro tavolo.
A quella vista Nick prese il mio volto e, avvicinandosi sempre di più alle mie labbra, le baciò…io rimasi inizialmente incredula a quella scena, ma poi iniziai a trattenere a stento le risate, perché sapevo che Nick, a sua insaputa, aveva baciato Brian…quest’ultimo intanto, dopo che il contatto con le labbra di Nick terminò, si alzò di scatto e corse al bagno. Così mi alzai anche io per seguirlo, ma prima dissi, vedendo il volto di Nick sorpreso:
“Frack però pure tu!” con inizialmente un tono serio e poi ridendo sotto i baffi.
 
Mi diressi verso i bagni e istintivamente entrai in quello delle donne.
“Bri ci sei?” dissi, ma nessuno mi rispose.
Allora provai a bussare e ad aprire le porte dei vari bagni fino che…
“MANIACO!!! SEI UN MANIACO!! ESCI SUBITO DI QUI!!!” era un’anziana signora che mi urlò contro e mi tirò tutto ciò che le capitava sotto le mani.
Così uscii di corsa da quel bagno e mi diressi in quello degli uomini. ‘Forse si sarà sbagliato anche lui!’ pensai. Infatti era così…lo ritrovai davanti al lavandino intento a lavarsi con cura la bocca.
“Bri come va?” dissi io con un filo di voce leggermente divertita da quella scena.
“SECONDO TE COME VA? NON è LA PRIMA VOLTA CHE BACIO NICK…”  a quelle parole rimasi perplessa “…MA QUESTA VOLTA ERA DIVERSO…NON ERA PER SCHERZO..STAVA PROVANDO AD ENTRARE CON LA LINGUA!!” rispose con tono alterato per poi continuare a sciacquarsi la bocca.
Io a quelle parole non riuscii a trattenermi e scoppiai a ridere. Così si voltò e mi fulminò con lo sguardo, tanto che smisi di ridere.
“Dai Bri…non fare così…guarda il lato positivo…” ci pensai…non c’era un lato positivo..e ora che mi invento? “…ehm…” lampo di genio “…non baciava proprio la tua bocca, ma la mia!” terminai accennando un lieve sorriso.
“Vabbè…mi hai convinto! Ma se lo fa un’altra volta giuro che uno schiaffo non glielo toglie nessuno!” rispose in tono serio.
“Ok, allora per evitare che ciò succeda, appendiamo un cartello ai vari ristoranti o locali dove andiamo insieme a lui con su scritto ‘Vietato entrare alle ex di Nick Carter!’…che ne dici?”
A quelle parole scoppiammo entrambi a ridere e iniziammo a dirigerci verso il tavolo.
 
La serata proseguì bene senza altri intoppi: Nick si scusò con Brian, insomma era tornato tutto normale. Però purtroppo era ora di salutarci, poiché il giorno dopo ci sarebbero state di nuovo le prove.
“Ragazzi, grazie della magnifica serata!! A domani!” disse Brian.
“Grazie a te per la tua presenza!” rispose Howie, che dolce che era!
“Ciao a tutti! Ci vediamo domani alle prove!!” dissi io.
“Ok a domani! Mi raccomando non fare tardi come oggi!!” mi rispose Nick ridendo.
“A domani!” si limitò Alex.
 
Così entrammo in casa e, come se fosse la mia, mi buttai a peso morto sul letto.
“Allora piccola…come è andata?” mi disse Brian sorridendo.
Ancora quell’aggettivo…mi faceva sentir bene essere chiamata così da lui.
“È andata benissimo!!! Mi sono divertita molto…soprattutto quando Nick ti ha baciato!” l’avevo detto apposta…lo volevo provocare.
“Ah si…vieni qui se hai il coraggio!!!” rispose iniziando ad avvicinarsi sempre di più al letto.
Mi alzai di scatto e iniziai a correre per tutta la casa.
“Guarda che ti prendo!!” mi disse lui inseguendomi e, dopo un po’, raggiungendomi.
Così mi bloccò e iniziò a farmi il solletico.
“Noi due avevamo un conto in sospeso!!” mi disse guardandomi fisso negli occhi.
“No dai Bri!!! Non resisto!!! Fermati!!” iniziai a ridere “ok, basta mi arrendo ti dico tutto!!!” gli dissi in tono supplichevole.
Si fermò e gli iniziai a raccontare tutto quello che era successo nello spogliatoio.
“È tutto qui?” mi disse al termine del racconto. Gli annuii con il capo. “Chissà che pensavo fosse successo!” terminò.
“Sei tu che hai tanto insistito torturandomi!!! Io te l’avevo detto che non era niente!” gli risposi “Ora me la paghi!!”
Così dicendo iniziai io a fargli il solletico, fino a che, entrambi esausti, ci addormentammo così sul letto.   
Cosa sarebbe successo nella seconda giornata di prove?

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Capitolo 5
*** capitolo cinque ***


5° capitolo
Una fievole luce che penetrava nella stanza mi illuminò delicatamente il volto. Iniziai leggermente ad aprire gli occhi, ma la voglia di alzarmi era ben poca. Così mi voltai dall’altra parte e notai che Brian si era già alzato. ‘Mattutino il ragazzo!’ pensai guardando l’orologio posto sul comodino: erano da poco le sette e mezza.
Mentre nella mia mente si accavallavano vari pensieri, sentii dei rumori di passi provenienti dalla cucina che man mano si avvicinavano, fino a che  dalla porta fece capolino prima un vassoio e poi il mio volto…era Brian!
“Buon giorno bella addormentata!” mi disse sorridendo “Ti ho preparato qualcosa per colazione in stile americano!” concluse.
“Ma grazie mio bel principe!” risposi ancora assonnata, mentre mi mettevo seduta sul letto. “Allora che hai preparato di buono? Era da tanto che volevo provare una colazione in stile americano!” gli sorrisi.
“Allora qui abbiamo…” iniziò indicando ogni volta il pasto che stava per mostrare “…un aranciata appena spremuta, poi dei bei pancakes con sciroppo d’acero, un po’ di uova al tegamino con delle strisce di bacon fritto ed infine dei toast imburrati. Che dici può andare bene come prima colazione all’americana?” concluse sorridendomi.
“Ma stai scherzando Bri?! No che non va bene!!!” gli dissi con fare serio.
A quelle parole Brian abbassò il volto che ormai era diventato triste, glielo alzai e dissi guardandolo negli occhi:
“Bri ma mi hai creduto? Stavo scherzando!!! Hai fatto anche troppo!!! Non credo che da sola riesca a mangiare tutto!!” indicai tutto quel ben di dio “Quindi mi serve il tuo aiuto!” terminai dandogli un bacio sulla guancia per ringraziarlo e poi gli sorrisi.
Divenne rosso in volto e poi mi rispose:
“Ok ti darò una mano, però la prossima volta non mi far prendere questi colpi, altrimenti ti torturo!!”
“No la tortura no!!!” gli risposi con tono ironico come per prenderlo in giro.
“Ah così la metti…allora…” non terminò la frase che già era iniziata una vera e propria lotta di cuscini. Quest’ultimi, dopo vari lanci e scontri, iniziarono a perdere le piume che pian piano ricoprirono tutta la stanza. Che disastro! 
“Ok tregua!” disse Brian poi continuando “ora è meglio che ci gustiamo la colazione giusto per riprendere le forze e poi…” si fermò “…dobbiamo andare alle prove!!!” concluse guardando l’orologio: erano già le otto passate.
Ci stavamo troppo divertendo che non ci eravamo resi conto dell’orario. Così mangiammo di fretta la colazione per poi prepararci ed andare a fare le prove.
 
Eravamo arrivati al grande palazzo dove si tenevano le prove. Questa volta non ero agitata, ormai mi ero abituata a quella situazione e poi mi divertivo con gli altri.
Entrati trovammo già i ragazzi che ci aspettavano quando Nick vedendoci disse:
“Frick ma che ti prende?! Sei sempre in ritardo!!! Non è da te e dico sul serio!” fece una pausa e poi continuò “Non è che…niente niente…tu e Jessica…eh…insomma…” concluse con aria maliziosa dandomi delle leggere gomitate sui fianchi.
“Ma che dici Frack!! Io e Jessica non stiamo insieme…se lo vuoi sapere è libera!!” gli risposi io.
Subito Brian mi guardò storto e io, in risposta, gli sorrisi. Nick a quelle parole iniziò a strofinarsi le mani e a farfugliare qualcosa come per dire ‘Bene, bene ho il campo libero!’, ma non era il solo, anche Alex iniziò ad avere uno strano comportamento, come se fosse con la testa altrove ad architettare chissà che cosa.
A riportarli alla realtà fu come al solito Howie:
“Vabbè ragazzi ora che sappiamo la straordinaria notizia di Jessica che è single…” disse in modo ironico “…che ne dite di andare a provare??” terminò diventando serio.
A quella domanda annuirono tutti.
Così ci recammo nella sala dove il coreografo, un po’ spazientito per l’attesa, ci disse:
“Allora ragazzi oggi terminiamo il balletto per ‘Treat me right’ e poi iniziamo quello per ‘Panic’! Per voi va bene?”
Quella canzone…l’adoravo!! Ogni volta che la sentivo mi metteva una carica inimmaginabile! Il mio corpo iniziava da solo a muoversi senza che la mia testa lo comandasse! Così risposi immediatamente di si come fecero gli altri!
Iniziarono le prove, avevo l’adrenalina a mille come non mai, forse perché solo ora iniziai a vedermi come uno di loro, come del resto loro mi vedevano.
Feci tutti i passi alla perfezione meravigliandomi di me stessa!
Le prove terminarono anche troppo presto per i miei gusti, così, come il giorno prima, ci recammo nello spogliatoio. Questa volta però rimasi dentro. Non so cosa mi frullava nella testa, ma volevo godermi lo spettacolo che però non arrivò, poiché tutti e tre scapparono dicendo di avere altro da fare.
Così, dopo essermi fatta una doccia veloce ed aver ammirato per qualche minuto il corpo in cui mi trovavo, uscii e trovai Brian che parlava con Nick. Quando quest’ultimo si allontanò, mi avvicinai a Brian e gli chiesi con far curioso:
“Allora Jè…” la solita messa in scena “…che ti ha detto Nick?”
“Ehm…” iniziò imbarazzato “…mi ha detto che per farsi perdonare della storia del bacio di ieri, mi invita oggi a pranzo fuori!” concluse abbassando lo sguardo.
Io iniziai a ridere all’idea di Brian e Nick a pranzo fuori…così scherzando gli dissi, mentre ci stavamo incamminando verso la macchina:
“Insomma hai fatto colpo!” poi scoppiai ancora di più a ridere, ormai non riuscivo a trattenermi.
“Forse tu hai fatto colpo!” mi rispose con tono triste.
Non riuscivo a capire quel suo tono così gli chiesi:
“Bri che ti prende?”
“No niente…pensavo…” rispose un po’ soprappensiero, poi continuò “Comunque ho accettato!” mi sorrise, ma nei miei occhi leggevo un velo di tristezza, li conoscevo troppo bene.
“Ma bravo!! Però non ci prendere troppo l’abitudine in questi appuntamenti!! Non vorrei che cambiassi gusti e diventassi dell’altra sponda!!” gli dissi scoppiando a ridere, seguita a ruota da lui, che poi disse:
“Non ci contare troppo! Anche se non lo do a vedere come Nick, io adoro le donne!!”
Ancora ridendo per quella mia insolita battuta, ritornammo a casa. Qui Brian iniziò a prepararsi per l’uscita con Nick. Sotto mio consiglio, aveva indossato un paio di jeans e un maglioncino attillato con una lieve scollatura. Appena pronto, il citofono suonò: era Nick puntuale come non mai.
“Allora Bri dacci dentro!!!” gli sorrisi.
“Ci puoi scommettere piccola!! Lo farò cadere ai miei, ai tuoi piedi!” scoppiammo entrambi a ridere.
Così dicendo scese dal suo cavaliere…al pensiero di loro due a pranzo fuori mi faceva ridere, soprattutto dopo il bacio del giorno prima.
 
Rimasta sola in casa, decisi di preparare qualcosa per pranzo in stile italiano, in onore di quando ero me stessa. Perciò mi diressi in cucina per vedere cosa c’era nella dispensa…aprii…non era possibile…non c’era niente!
Rimasi sbalordita e pensai subito alla colazione di quella mattina…come aveva fatto se non c’era niente? Forse si era alzato presto per comprare qualcosa. A quel pensiero mi si stampò istintivamente un sorriso sul volto. Che dolce che era stato!
Così, senza pensarci due volte, dato che il mio stomaco brontolava incessantemente, uscii alla ricerca di un mini-market, giusto per comprare lo stretto necessario.
Dopo qualche giretto lo trovai, ma non feci in tempo ad entrare che venni assalita da una folla di ragazzine urlanti. Inizialmente non capii il motivo, poi riflettendoci me ne resi conto e pensai ‘Certo che non ha nemmeno il tempo di respirare!’.
“Brian, Brian, ti amo!!” era questo quello che urlavano…e come non biasimarle!
Così, data la situazione, iniziai a fare mille autografi e foto a destra e a sinistra, pensando ‘Certo che queste americane sono munite di ogni cosa per ogni evenienza!! Come fanno ad avere a portata di mano le macchinette fotografiche? Nemmeno a dire che era una cosa premeditata che andassi al mini-market oggi e a quest’ora!’ a questo pensiero sorrisi.
Finalmente riuscii a liberarmi da quella morsa di fans accanite ed entrai nel mini-market. Feci una bella scorta di cibo, per evitare delle uscite come quella, e me ne tornai a casa piena di buste.
Arrivata, mi misi subito a lavoro per il pranzo: preparai un bel piatto di pasta con tonno in bianco accompagnata da un piattone d’insalata. Ora si che ero sazia!
Mi sistemai su una poltrona a guardare la tv tanto per ammazzare il tempo, ma il mio pensiero era rivolto a Brian…come stava procedendo quell’insolito appuntamento con Nick?
 

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Capitolo 6
*** capitolo sei ***


6° capitolo
Mentre io stavo da sola a casa di Brian, quest’ultimo stava trascorrendo quell’insolito pomeriggio con Nick.
 
Appena sceso, l’aveva trovato appoggiato alla sua BMW grigia in leggera agitazione e, quando lo vide, gli disse subito:
“Hey bellezza, sei uno splendore!” gli sorrise dolcemente.
“Grazie Nick! Anche tu non sei da meno!” gli rispose Brian disgustato non poco dalle parole appena dette e contraccambiando il sorriso. “Allora dove mi porti di bello?” concluse, dopo che entrambi erano entrati in macchina.
“Inizialmente avevo pensato di portarti dal McDonald…” a quelle parole Brian pensò ‘Sempre il solito! Non cambia mai! Anche con delle ragazze va lì!’ a quel pensiero scrollò la testa. “…ma non mi pareva il caso, così andiamo…” non terminò la frase, lasciò Brian con questo punto interrogativo.
“Andiamo dove?!” disse allora Brian incuriosito.
“Ehm…sorpresa!” rispose Nick sorridendogli.
“Uff Nick! Sono curiosa!” gli disse Brian mettendo il broncio e recitando bene la sua parte.
“Dai piccola, lo vedrai presto!” al termine di quelle parole Nick sfiorò la coscia di Brian.
A quel tocco quest’ultimo sbiancò in volto, avendo paura che qualche situazione  imbarazzante come quella del bacio della sera prima accadesse di lì a poco.
Mentre questi pensieri affollavano la mente di Brian, la BMW di Nick fermò la sua corsa.
“Siamo arrivati!” disse allora Nick aprendo lo sportello a Brian.
Davanti ai loro occhi vi era un piccolo ristorante, un po’ isolato, ‘Da Gianni’, così si chiamava.
“È un ristorante italiano. Adoro la cucina italiana e…” disse Nick fermandosi e poi continuando “…le italiane!” terminò sorridendo maliziosamente a Brian.
“Ah, bene! Allora che aspettiamo ad entrare?!” disse Brian cambiando subito discorso ed evitando quel sorriso.
 
Appena entrati, un signore sui cinquant’anni si avvicinò ai due.
“We Nick! Il solito tavolo?” disse.
“Ciao Gianni! Si, il solito!” rispose Nick sorridendogli.
A quelle parole Brian si intromise dicendo:
“Insomma Nick, sei un cliente fisso!”
Nick gli sorrise, ma non fece in tempo a rispondere che:
“Eh si! Lui e Alex sono due clienti fissi! Ogni volta che hanno tempo e, soprattutto fame, vengono qui! E sono sempre i ben venuti!” rispose Gianni facendo l’occhiolino a Nick.
Appena scortati al tavolo, i due rimasero soli in un religioso silenzio scrutando il menù, fino a quando Brian prese parola:
“Allora che mi consigli di buono?”
“Beh, io adoro tutto di qui…” rispose Nick, passando lo sguardo dal menù alla bella ragazza che aveva davanti “…però ti posso consigliare  un bel piatto di fettuccine al ragù per primo e per secondo una scaloppina al limone.” concluse sorridendo e mantenendo fisso lo sguardo su Brian, dando ogni tanto qualche occhiatina alla scollatura del maglioncino.
“Ok, mi hai convinta!” rispose Brian appoggiando il menù sul tavolo e sorridendo.
 
Dopo aver ordinato e iniziato a mangiare, Nick iniziò dicendo:
“Senti Jessica, ripensando a ieri, ti chiedo scusa! Non so che cosa mi sia preso…ho visto quell’essere avvicinarsi al nostro tavolo e istintivamente ti ho baciata! Scusa ancora, non era mia intenzione…anche se…” non concluse perché Brian disse:
“Non preoccuparti! È passato!” gli sorrise, incredulo anche lui per quello che aveva appena detto.
A quelle parole Nick alzò il volto, poco prima abbassato per l’imbarazzo, e incontrò il sorriso di Brian, così iniziò ad avvicinare la sua mano a quella di ‘lei’.
Brian si stava agitando a quella vista, ma…
“Ho portato il conto!” era il cameriere.
Così Nick ritirò subito la mano per afferrare il conto sbuffando leggermente, mentre Brian pensò sospirando ‘Cameriere, santo subito!’
Dopo aver pagato, si incamminarono verso la BMW e, inaspettatamente per Brian, Nick passò un braccio intorno alle sue spalle.
A quel gesto, un brivido percorse il corpo di Brian, che, silenziosamente, iniziò subito a pregare il cielo che Nick non facesse nient’altro di avventato come la sera prima.
Finalmente in macchina, dopo circa venti minuti, Nick si fermò sotto casa di Brian.
“Ciao Nick! Grazie per il pranzo fantastico!” disse Brian sorridendogli.
“No, grazie a te!” rispose Nick dandogli un bacio all’angolo della bocca.
Brian, dopo essersi voltato, si pulì accuratamente il punto dove poco prima Nick l’aveva baciato.
 
“Allora Bri, come è andata?” gli dissi appena rientrò in casa.
“Diciamo bene…” rispose andando diretto sul divano.
“Tutto qui?!” chiesi con gli occhi spalancati dalla curiosità.
Ma non ricevetti nessuna risposta, allora:
“Eh no, Bri! Tu ora mi racconti tutto per filo e per segno!” dissi con fare severo impugnando stretto lo scopettone che poco prima stavo utilizzando.
“Ok, ok! Ti racconto tutto!” mi rispose impaurito.
Così iniziò a raccontarmi tutto quello che era successo in quell’insolito pomeriggio.
Io, mentre ascoltavo, trattenevo a stento le risate. Era troppo divertente immaginarsi quello che era successo. Era tutto così surreale!
“Ma la pianti di ridere?!” disse rimproverandomi “era per questo che non volevo dirti niente!” concluse abbassando lo sguardo.
“Dai Bri, non fare così! Lo capisci anche tu che è tutto un po’ surreale!” gli risposi accennando un leggero sorriso.
 “Si, hai ragione! Non so che mi prende!” mi rispose.
“Dai non ti preoccupare! Vedrai che in un modo o nell’altro riusciremo a tornare normali!” gli dissi dandogli un bacio sulla guancia “ora che ne dici di andare a farci uno spuntino?” conclusi già in piedi e diretta verso la cucina.
“Ok! Buona idea!” mi rispose nascondendo il leggero imbarazzo che aveva, forse per il bacio.
Così in cucina, tra una chiacchiera e l’altra, mangiammo un panino e poi ci sdraiammo sul divano a guardare un po’ di tv.
Dopo nemmeno mezz’ora ci addormentammo come due bambini l’uno abbracciato all’altro.
Ma che sarebbe successo nella terza giornata di prove?

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Capitolo 7
*** capitolo sette ***


7° capitolo
Ormai un nuovo giorno era iniziato, così, tra uno sbadiglio e l’altro, mi recai in cucina da dove provenivano vari rumori.
Appena feci capolino in cucina, Brian mi disse:
“Buongiorno piccola! Ben alzata!” mi sorrise e poi tornò a lavorare ai fornelli.
“Buongiorno anche a te! Che stai preparando di buono?” dissi un po’ incuriosita e affamata.
“Guarda con i tuoi occhi!” mi rispose voltandosi con un vassoio in mano.
“Bri, ma tu così mi vizi!” gli dissi iniziando a gustare quei squisiti pancakes.
Poi continuai tra un boccone e l’altro:
“Secondo me, se non avessi intrapreso la carriera di cantante, saresti stato un cuoco eccezionale!” terminai sorridendogli.
“Si, si, come no! Già me lo immagino ‘Brian’s restaurant’!” disse in modo ironico.
A quella affermazione scoppiammo entrambi a ridere come matti. Quando le risate diminuirono dissi:
“Vabbè, però non è male!” sorrisi, ancora trattenendo a stento le risate.
“Si, vabbè! Ora vai a prepararti che è già tardi!” mi disse tornando serio.
“Ok capo! Vado!” gli risposi portando la mano sulla fronte come un saluto militare.
Così dicendo andai a preparami e, in meno di venti minuti, ero già pronta.
 
Arrivati al grande palazzo, entrammo e, come le volte precedenti, erano tutti lì ad aspettarci, ma questa volta erano in quattro e non riuscivo a capire chi fosse la quarta persona.
Ci stavamo avvicinando ai ragazzi quando, come sempre, Nick portò l’attenzione su di noi.
“Ma allora sta diventando un vizio, Frick! Sei sempre in ritardo!”
Dicendo queste parole gli altri tre si voltarono nella nostra direzione e solo allora capii chi era la quarta persona. Era Leigh, la moglie di Howie.
Era molto carina dal vivo e, di primo impatto, simpatica.
Dopo un attimo di silenzio, iniziò proprio lei a parlare.
“Allora Brian non mi presenti la tua amica?!” disse squadrando il mio corpo da cima in fondo.
“Ma te ne ho parlato!” le disse Howie con un filo di voce.
A quelle parole Leigh lo guardò storto, tanto da fargli abbassare il volto, come se volesse che proprio Brian la presentava.
“Ciao, Leigh! Si te la presento subito…” iniziai io recintando al mio meglio la parte “…allora lei è Jessica, una ragazza di Roma che mi è venuta a fare una visitina e…” glielo dico o non glielo dico? Vabbè glielo dico! “…è una nostra fan!” conclusi sorridendogli.
“Piacere, io sono Leigh, ma penso che tu lo sappia, visto k sei una fan di questi quattro ragazzi!” rispose sorridendo anche lei.
“E si, ti conosco! Comunque piacere mio!!!” rispose Brian contraccambiando al sorriso.
“Vabbè ragazzi, ora che sono finite le presentazioni, è meglio che andiamo in sala, altrimenti questa volta il coreografo va su tutte le furie!!” era Alex che, non capivo il perché, era un pochino agitato.
Così, lasciammo Brian e Leigh lì a parlottare chissà su che cosa, mentre io e gli altri andammo in sala. Lì ad aspettarci come sempre c’era il coreografo che questa volta ci fece la romanzina appena entrati.
“Allora ragazzi che vi prende?? In tutti i tour che vi ho seguito, non arrivavate così in ritardo alle prove!” iniziò in tono alterato “C’è qualcosa che non va??” concluse un po’ più pacato guardandoci fisso uno per uno negli occhi.
Il primo a rispondere fu Nick, dicendo:
“Ah, Steve, non guardare me!!! Per la prima volta non sono io il ritardatario in questione!” iniziò portando una mano sul petto e l’altra alzata, come per dire ‘Non è colpa mia!’ “Piuttosto rivolgiti a Brian che da quando abbiamo iniziato e, soprattutto, da quando c’è Jessica, viene sempre in ritardo!” concluse mandandomi un’occhiataccia.
E bravo Nick!! Ora fai pure la spia!!! Che bell’amico!!
Così, non avendo altra scelta, dissi:
“Nick ha ragione, è colpa mia! In questo periodo non riesco più ad essere puntuale! Scusa ancora Steve!” abbassai il volto e pensai ‘Questa me la paghi Nick!’
“Ok, sei scusato, anche perché capisco il motivo del tuo ritardo!” disse maliziosamente alzando gli occhi al cielo, poi continuò “Da ora in poi cerca di andare a ‘letto’ presto e calmare i tuoi bollenti spiriti con Jessica!” concluse trattenendo a stento le risate.
“Ma veramente io…” replicai, ma venni subito fermata da Steve.
“Si, si! Come no! Dicono tutti così!” iniziò con tono ironico “Però ora lasciamo stare questa storia e iniziamo le prove!” concluse tornando serio.
Annuirono tutti all’ultima affermazione di Steve, così finalmente, dopo un momento di imbarazzo, iniziammo le prove.
Questa volta, nei primi venti minuti ripassammo ‘Treat me right’ e ‘Panic’, mentre nelle due ore successive, iniziammo ad imparare il ballo per ‘Everyone’.
Quando Steve disse il titolo del brano su cui quel giorno ci cimentavamo, ero incredula, non pensavo che durante l’Unbreakable Tour facessero quella canzone!
Come sempre mi scatenai come non mai a ritmo di musica, ma sul più bello quella giornata di prove terminò.
Stavo per varcare la porta della sala quando:
“Ah Bri! Mi raccomando domani non tardare! Cerca di andare a letto prima e, se proprio non riesci a calmare i tuoi bollenti spiriti, fallo appena tornato dalle prove e non fino a notte inoltrata!” mi disse Steve ridendo.
Non gli risposi, accennai un lieve assenso con il capo.
Che ridicola situazione! Ma come potevano pensare che io e Brian stavamo insieme?
Questa volta Nick me la paga!!!
Mentre mi ricavo nello spogliatoio con tutti questi pensieri nella testa, sentii Brian chiamarmi. Così mi voltai e li trovai tutti lì ad aspettarmi. Chissà che era successo!
“Brian…” era Leigh “…già prima che tu e Jessica arrivaste, avevamo programmato per stasera una bella cena a casa mia e di Howie, tanto per stare insieme e, a questo punto, conoscere meglio Jessica. Che ne dici?” concluse sorridendo.
“Per me va più che bene!” risposi subito “Non so se per Jessica è lo stesso!” conclusi voltandomi verso Brian.
“Si, per me non c’è problema. Già me ne aveva parlato prima Leigh!” mi rispose Brian.
“Ok, ora che siamo tutti d’accordo, vi aspettiamo a casa nostra verso le sette e mezza! Ciao e a dopo!”  ci disse Howie che ora si stava incamminando con Leigh verso l’uscita.
“Vi saluto anche io che ho da fare! A dopo!” ci disse a sua volta anche Alex.
“Aspetta bro, vengo con te!” disse Nick salutando prima Brian con un bacio sulla guancia.
Non appena erano lontani dissi:
“Insomma come sempre siamo rimasti da soli!” gli sorrisi “Che ne dici se torniamo a casa?”
“Si certo, sono un po’ stanco con questi tacchi!” mi rispose sbuffando.
A quell’affermazione risi leggermente seguita a ruota da lui.
 
Arrivati a casa mi recai subito al bagno per farmi una bella doccia. Ogni volta che mi ritrovavo in soli boxer, non riuscivo a distogliere lo sguardo dalla mia immagine riflessa sullo specchio, ci rimanevo anche per delle decine di minuti. Non riuscivo a credere che quel corpo di cui per anni avevo fantasticato, ora era il mio!
Riuscita a distogliere la mia mente da quei pensieri, scesi in cucina dove trovai, come ormai era d’abitudine, Brian davanti ai fornelli.
“Ma non è che niente niente ci stai prendendo gusto ad essere me?” gli dissi sorridendo.
“Tutto può essere…non è niente male essere una donna!” disse in modo serio.
“Oh no. Lo sapevo che prima o poi sarebbe successo! Ti prego non mi dire che hai cambiato sponda, che questa non me la perdono!” gli dissi un po’ sbalordita di quelle parole che aveva appena detto.
Non riuscì a rimanere serio, scoppiò a ridere.
“Mi dici ora che ti prende? Perché ridi? È una cosa seria questa!” gli dissi in modo seccato.
“Dimmi un po’ tu come si fa ad essere seri con quelle facce buffe che fai!!!” rispose intervallando le parole da risate “Guarda che stavo scherzando prima!!” concluse poi continuando a ridere.
“Brian Thomas Littrell, mi hai fatto prendere ufficialmente un infarto!!!!” gli dissi in tono austero “questa me la paghi…inizia a correre!!” conclusi divertita.
Così iniziò una vera e propria rincorsa per tutta la casa, che terminò con una tregua accordata da entrambi.
 
Il tempo passò in fretta e ormai si stava avvicinando l’ora della grande cena, così iniziammo a prepararci.
Stavamo per uscire quando…
  
I don’t mean to drag it on, but I can’t seem to let you go
I don’t wanna make you face this world alone
I wanna let you go

 
Era la mia suoneria del cellulare…Incomplete…l’adoravo quella canzone. Mi stavo dirigendo per rispondere, quando mi fermai, mi voltai verso Brian e gli dissi:
“Ehm, tocca a te rispondere! Sei tu ora Jessica!” gli sorrisi, quella scena l’avevo già vissuta, ma al contrario.
“Ma chi sarà?” mi disse leggermente agitato.
“Dai, non ti preoccupare, metti il vivavoce e ti do una mano!” continuai a sorridergli.
Così deciso rispose:
“Pronto?”
“Ciao Jè, è da tre giorni che non ti fai viva. Dove sei?” era Martina.
“Oh, ciao…” gli feci capire con i gesti chi era e continuò “…Martina! Sono a casa di un mio amico che si è trasferito da poco in America, non so quando torno però.”
Stava andando tutto liscio quando…
“Ah…sei in America. Brava! Mi raccomando vai alla ricerca dei tuoi idoli e soprattutto se li trovi cerca di far colpo su…”
Oddio ora??!! Non può sapere che è il mio preferito!! Nooooo!!!
Così con uno scatto presi il cellulare dalle mani di Brian e riattaccai.
“Ma che fai?” mi disse guardandomi storto.
“No, niente…” e ora che gli dico? “…è solo che…” dai Jè spremi le meningi “…è tardi…ci aspettano gli altri!! Martina quando inizia a parlare non la finisce più!” gli sorrisi e poi mi voltai verso la porta.
Brian non era convinto di quella scusa ma lasciò correre, così uscimmo diretti verso casa di Howie.
Ma che sarebbe successo durante quella, apparentemente, tranquilla serata tra amici??
 

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Capitolo 8
*** capitolo otto ***


8° capitolo
Dopo venti minuti di macchina, arrivammo a casa di Howie. Era una reggia, molto grande con un giardino nel retro e una piscina. Rimasi letteralmente a bocca aperta, tanto che Brian mi disse:
“Eh, già! È davvero grande! La famiglia Dorough non bada a spese!” mi sorrise.
Contraccambiai il sorriso, mentre, finalmente, l’auto si fermò.
Stavamo davanti al portone di casa e il mio cuore iniziò ad aumentare i battiti. Ero agitata e non ne capivo il perché, eppure era da ben tre giorni che ero in quel mondo così diverso dal mio e, apparentemente, mi ero abituata.
Brian stava per suonare, quando si voltò verso di me.
“Jè che hai?” mi disse un po’ preoccupato.
Non gli risposi, ma si accorse che ero letteralmente agitata, così mi afferrò la mano e me la strinse, dicendo:
“Dai piccola! Sei andata alla grande fino adesso!!! Continua così!! Poi ci sono io con te!!! Non ti abbandono sai?!” mi sorrise.
Ogni sua parola riusciva ad infondermi coraggio, così gli sorrisi abbassando leggermente il volto per non fargli notare l’imbarazzo, e gli dissi:
“Grazie Bri!!! Ora però è meglio se entriamo!!”
Così dicendo Brian, finalmente, suonò il campanello e ad aprirci fu Leigh, bella come non mai.
“Buonasera!!! Prego accomodatevi!” ci sorrise.
Era fantastica la casa, ben arredata…insomma ciò che mi aspettavo da quella splendida coppia.
Ci stavamo recando in salotto da dove provenivano le voci di Alex e Nick, intenti non so a che fare, quando ci venne incontro Howie con un sorriso a 132 carati. Ci salutò e poi disse urlando leggermente:
“Ragazzi, sono arrivati Brian e…” non fece in tempo a finire la frase che subito la voce di Alex lo interruppe:
“Aspetta un attimo! Dobbiamo finire la partita!!” poi continuò “Goal! Te l’ho fatta Nick!”
“Ma ragazzi c’è anche Jessica, non fate i…” anche questa volta non riuscì a finire la frase che tutti e due al suono del nome ‘Jessica’ si catapultarono in corridoio, nel vero senso della parola dato che mancava poco che entrambi cadevano inciampando sul tappeto.
“Ma lo potevi dire prima Dee!!!” disse subito Nick, recuperando il fiato, dando una pacca sul collo ad Howie.
“Se non mi fate finire le frasi!” replicò subito Howie.
“Si certo, come no!” disse Alex.
Poi sia, Alex che Nick, si voltarono verso Brian, gli presero ognuno una mano e, rispettivamente la baciarono.
“È un grande piacere rivederti!” dissero in coro i due sfoderando i loro magnifici sorrisi.
“Anche per me è un piacere!” rispose Brian un po’ schifato.
“Certo che ve la siete studiata bene la scenetta!!” disse Leigh trattenendo a stento le risate.
A quelle parole iniziammo tutti a ridere, a parte i diretti interessati che abbassarono il volto imbarazzati.
“Ok, ragazzi che ne dite ora di andare a sederci per iniziare questa cena tra amici?” come sempre era Howie a far ritornare la situazione normale.
Annuirono tutti, così iniziammo a dirigersi nella sala da pranzo. Ad un tratto dissi pensando a prima:
“Certo ragazzi, avete fatto quella scenetta per Jessica e non vi siete degnati nemmeno di dirmi un semplice ‘Ciao’?” misi il broncio, poi continuai “Che begli amici che siete!” conclusi voltandomi dal lato opposto.
A quelle parole entrambi si voltarono e con un cenno della mano dissero in coro:
“Ciao Bri! Contento ora?!” conclusero con far seccato.
“Si, mi sento meglio!” gli risposi in tono ironico ridendo sotto i baffi.
 
Finalmente ci sedemmo al tavolo per cenare, quando Howie disse:
“Jessy ti dico in anticipo che mia moglie cucina divinamente, quindi non ti preoccupare che sarà tutto squisito!”
“Ah…non gli dare retta! Esagera sempre!!!” disse dal canto suo Leigh diventando rossa in volto.
“Non esagero io!” rispose Howie tirando a sé Leigh: era iniziato un momento di coccole e baci per i due, fino a quando Nick li interruppe:
“Si, ok, abbiamo capito che vi amate alla follia, però, vi prego, risparmiateci questi momenti! Non voglio avere lo stomaco scombussolato prima di cena!” concluse in modo schifato.
“Ma dai Nick! Sono così dolci!!” dissi io guardandoli con tenerezza.
“Si come no!” disse Alex appoggiando l’idea di Nick “Bri, mi stai diventando sdolcinato come una donna!! È ora che te ne trovi una e risvegli l’animo da sporcaccione che c’è in te!!” concluse facendomi l’occhiolino.
Oddio ma che dice? Ero rimasta allibita da quelle parole!
Mentre ancora ero sconvolta da quelle parole, Leigh già si era ricomposta ed aveva iniziato a portare degli antipasti sul tavolo.
Iniziammo a mangiare, come aveva detto Howie era tutto squisito, ogni boccone era intervallato da risate, con loro non si finiva mai di ridere.
La cena procedeva benissimo, fino a quando Leigh fece una domanda alla quale sia io che Brian non ci eravamo preparati.
“Allora Jessica, ormai, mi hai raccontato tutto di te, l’unica cosa che non mi hai detto è come hai incontrato Brian!”
A quelle parole rimasi pietrificata! E ora che gli diceva Brian?
Quella domanda inoltre aveva incuriosito anche gli altri, che ora non distoglievano lo sguardo da Brian, che stava letteralmente entrando in crisi, fino a che, un lampo di genio.
“Ah si, ricordo come se fosse qualche giorno fa…” iniziò mentre io pensai ‘Infatti era così!’ “…nel 2005 diciamo che ci siamo incontrati-scontrati. Era il periodo del vostro concerto a Milano e, avendo il biglietto, sono partita il giorno prima da Roma pensando di visitare così la città e lo feci. Arrivata nel pomeriggio iniziai a girovagare per le vie di Milano, quando mi scontrai letteralmente con il ragazzo qui presente…” mi indicò e sorrise “…così per scusarsi mi invitò a bere un caffè in un bar dove ci scambiammo i numeri e da lì siamo sempre rimasti in contatto! Tutto qui!” concluse sorridendo.
“Wow, che bella storia! Comunque strano che non ce n’hai mai parlato Bri!” disse Leigh.
“Eh vabbè, non mi sembrava importante!” risposi io grattandomi la testa.
“Come non ti sembrava importante??!!” disse Alex allibito “Tu ci hai nascosto che conoscevi una ragazza così magnifica??”
“Vergognati!!” continuò Nick in tono da rimprovero.
“Dai ragazzi! Ora la conoscete!” gli dissi allora io cercando di riparare la situazione.
“Vabbè ragazzi, ora spostiamoci nel salotto per il dolce!” disse Howie interrompendo quella situazione.
‘Grazie Howie! Che tu sia benedetto!’ pensai.
 
Così ci spostammo in salotto dove iniziai a parlottare con Howie che dopo nemmeno cinque minuti fu richiamato da Leigh che le serviva un aiuto con il dolce.
Rimasta sola, cercai con lo sguardo Brian, che in men che non si dica era sparito. Stavo iniziando ad agitarmi quando lo notai fuori dal balconcino.
Così decisi di raggiungerlo, ma, con mia sorpresa, notai che era in ‘dolce’ compagnia. C’era Nick con lui. Così mi nascosi dietro la porta che dava sul balcone per origliare ciò che dicevano.
“Posso?!” gli disse Nick in tono gentile.
“Si, stavo solo pensando!” gli rispose Brian voltandosi leggermente per poi tornare con lo sguardo verso il cielo e pensando ‘Ci mancava solo lui!’
“Ah…anche io stavo pensando…” iniziò poi concluse “…a quanto sei bella!” sorrise dolcemente.
A quelle parole Brian si voltò di scatto e incrociò quei dolci occhi azzurri di Nick.
“Grazie Nick! Così mi metti in imbarazzo!” gli rispose un po’ disgustato.
“Era quello il mio scopo! Sei ancora più bella così!” gli disse sorridendo maliziosamente.
Dopo quelle parole calò il silenzio tra i due, fino a che un brivido percorse la schiena di Brian e Nick dolcemente gli disse:
“Tieni!” le poggiò il suo giacchetto sulle spalle “Non ti vorrai ammalare!” concluse poi.
Mentre quella scena si presentava ai miei occhi sentii una presenza dietro di me. Mi voltai: era Alex che mi disse a bassa voce:
“Geloso eh?!” in modo malizioso, poi continuò abbassando ancora di più la voce “Anche io!” abbassò lo sguardo tristemente.
Non potevo credere a quelle due ultime parole pronunciate da Alex. Che avessi fatto colpo anche su Alex? No, dai, è impossibile!
A riportarmi alla realtà fu Leigh:
“Ragazzi, venite in piscina!!! C’è il dolce!!”
 
Così ci dirigemmo in piscina dove gustammo insieme quella fantastica torta di mele.
“Leigh, sei una cuoca fantastica!” gli dissi tra un boccone e l’altro.
“Grazie Bri!!”
Mentre finivo di gustare la torta, notai che Alex si stava sempre più avvicinando a Brian. Stavano parlottando, chissà che dicevano.
Intanto Nick stava facendo avanti e indietro sul bordo piscina con aria furente, forse per Alex.
Mi venne in mente la mattina delle prove e che a qualsiasi costo gliela dovevo far pagare. Così mi avvicinai sempre di più a lui dicendo:
“Frack lo sai che ti voglio un mondo di bene…”
“Si, anche io…ma perché mi guardi in…”
Non gli feci finire la frase che ‘SPLASH’…lo avevo buttato in acqua.
“Questo è per quello che hai detto stamattina!!! Spia!!!!” gli dissi facendogli la linguaccia.
A quella scena scoppiarono tutti a ridere.
“Questa me la paghi Frick!!” disse dando un pugno sull’acqua “Inizia a correre!!” terminò.
Iniziò ad uscire dall’acqua…ormai per me era il tempo di…SCAPPARE!!!
Così iniziai a correre per tutto il bordo piscina, ma purtroppo mi raggiunse e mi catapultò in acqua, dove iniziò per noi due una vera e propria lotta di schizzi.
Alla fine distrutti e accompagnati dalle risate di tutti gli altri, uscimmo dall’acqua.
 
Ormai era l’una di notte e di comune accordo ci salutammo dato che il giorno dopo, come sempre, avevamo le prove.
“Grazie per la magnifica serata Dee!!” dissi a Howie “E faccio ancora i miei più sentiti complimenti alla cuoca!” terminai sorridendo.
“Mi unisco anche io!! Grazie e complimenti Leigh!” disse Brian.
“Grazie a voi!”dissero in coro la coppia.
“A domani allora!! Ciao!” conclusi uscendo dalla casa seguita da Brian.
 
Arrivammo a casa distrutti, ma prima di abbandonarci sul letto, Brian mi disse:
“Sai piccola, quando ero fuori al balconcino ho visto una stella cadente…” si fermò un attimo per poi continuare “…ho espresso di tornare normali!”
“Ah…” ero un po’ sorpresa “…bene! Allora domani sapremo se si esaudirà!” gli sorrisi “ora però andiamo a dormire che sono esausta, soprattutto dopo la lotta con Nick!”
Non riuscivo a capire perché aveva quell’aria triste, specialmente quando nominavo il nome di Nick…ma ora era troppo tardi per pensarci, così andai a dormire.
Ma che sarebbe successo il giorno dopo? Si sarebbe avverato il desiderio di Brian??
 

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Capitolo 9
*** capitolo nove ***


9° capitolo
La luce del sole, come ogni mattina, penetrava dalle finestre e arrivava lieve sul mio volto. Così  iniziai leggermente a svegliarmi e, voltandomi, notai che Brian, come il suo solito, si era già alzato. Mentre stavo iniziando ad alzarmi dal letto, ripensai alla splendida serata che avevo appena trascorso e poi mi venne in mente il desiderio di Brian.
Lentamente con gli occhi semichiusi mi avvicinai allo specchio della camera, avevo paura di ciò che mi avrebbe mostrato. Mi stavo sempre più avvicinando quando sentii una presenza dietro di me…non ebbi il tempo di voltarmi che:
“Piccola, non ha funzionato! Siamo rimasti così!”
Aprii bene gli occhi guardando allo specchio: l’immagine riflessa era uguale a quella dei tre giorni precedenti…ero rimasta nel corpo di Brian!
Mi voltai e incrociai il mio sguardo che era malinconico, lo conoscevo troppo bene, così dissi a Brian avvicinandomi:
“Dai Bri! Sono sicura che riusciremo a tornare normali! Troveremo il modo giusto per riuscirci!” gli sorrisi “Ora che ne dici di non pensarci più e di andare a fare un’appetitosa colazione? Ho un certo languorino!” conclusi sempre sorridendogli.
Non mi rispose, fece solo un assenso con il capo.
Così ci recammo in cucina e per la prima volta preparai io la colazione.
“Allora Bri, per la prima volta e solo per te, cercherò di fare dei pancakes!!” gli dissi destreggiando tra i fornelli e sorridendo “Però se verranno una schifezza la paghi tu la colazione al bar!!” conclusi cercando di tirargli su il morale.
Dal canto suo Brian accennò un lieve sorriso.
Non lo potevo vedere così, faceva nascere dentro di me un senso di colpa per quel maledetto desiderio che avevo espresso pochi giorni prima. Era tutta colpa mia quella surreale situazione.
Mentre questi pensieri occupavano la mia testa, ero riuscita a preparare degli ottimi pancakes. Così facemmo colazione in totale silenzio, entrambi persi nei propri pensieri.
 
Sempre in totale silenzio ci recammo nel grande palazzo per le prove.
Questa volta, strano ma vero, eravamo i primi ad essere arrivati e lo feci notare a Brian.
“Ma che è successo qui?? Non c’è ancora nessuno?? Ora mi sentirà Nick quando viene!” dissi con fare serio.
“Ehm…veramente sono solo le otto e le prove dovrebbero iniziare tra mezz’ora!” mi fece notare Brian.
“Ah…” risposi imbarazzata grattandomi la testa.
Dopo quella mini-conversazione calò di nuovo il silenzio tra di noi, quando:
 “Hey Brian!” mi voltai…era Steve.
“Ciao Steve!” gli sorrisi.
“Non ci posso credere, sei arrivato puntuale!! Ma bravo! Vedo che quando vuoi sai calmare i tuoi…” non terminò la frase che si accorse che non ero sola “Ah…ma lei deve essere la famosa Jessica!” continuò allungando la mano a Brian “Piacere di conoscerti! Sono Steve, il coreografo!” terminò sorridendo.
“Piacere mio!” rispose Brian accennando un sorriso malinconico.
“Vabbè io vado in sala. Ci si vede dopo Brian!!” disse Steve già incamminandosi, poi si avvicinò a Brian “Mi raccomando non me lo stancare troppo!” gli disse indicandomi e facendo l’occhiolino.
Quando la sagoma di Steve ormai era sparita dietro una porta, Brian mi disse:
“Che cosa voleva dire Steve con quella frase??” avvicinandosi con fare curioso.
“Ehm…non saprei…boh…” risposi imbarazzata guardando da tutte le parti per evitare il suo sguardo.
“Ma sei proprio sicura?? Non me la racconti giusta…” mi disse sempre più curioso “…sai che cosa succede se non me lo dici, vero?!” concluse maliziosamente.
“No, please! Il solletico no!!” gli dissi io scrollando la testa.
“Allora?!”
“Va bene…” iniziai ormai avendo ceduto “…il fatto è che Steve pensa che noi due…” mi fermai un attimo “…beh…” mi bloccavo ogni cinque secondi “…insomma hai capito…” conclusi diventando rossa in volto.
“Beh, in effetti…” si bloccò un attimo “…NO! Non ho capito niente! Ti vuoi spiegare meglio, nemmeno uno scienziato ti avrebbe capito!” concluse un po’ seccato.
“Beh… pensa che noi due stiamo insieme e la causa del tuo solito ritardo sia io, che non ti faccia dormire la notte per fare altre cose…capito ora?” gli dissi tutto d’un fiato.
“Si ora ho capito…anche se non proprio quelle cose che facciamo la notte…” rispose con tono malizioso.
“Ma Brian Thomas Littrell!! Ti devo fare un disegnino??” risposi con far divertito.
“Ah…se proprio insisti!” rispose ridendo seguito a ruota da me.
Dopo che le risate si attenuarono, gli dissi:
“Ora si che ti riconosco Bri!” gli sorrisi “Non riuscivo a vederti triste! Anche perché la colpa è solo mia!” conclusi abbassando il volto.
“Dai piccola! Non è solo colpa tua!” mi disse alzandomi il volto “Ora, però, non essere tu triste…anche perché non sono molto affascinante con il volto triste, sai?” concluse sorridendomi.
“Ah, sei modesto Bri!” gli sorrisi “Grazie!”
Al termine di queste parole mi abbracciò. Ma in quello stesso momento arrivarono anche gli altri.
“Ehm, ehm…” era Nick che si stava schiarendo la voce, forse perché eravamo ancora abbracciati.
“Ah, ciao ragazzi!” dissi io allontanandomi, prontamente, dall’abbraccio di Brian.
“Ciao Bri…” era Alex “…e ciao a te bellezza!” concluse maliziosamente rivolto a Brian.
Dal canto suo Brian rispose leggermente disgustato:
“Ciao a tutti e ciao anche a te Alex!” sorrise.
“Ehi, piccola ci sono anche io!!” disse Nick un po’ seccato.
‘Certo che qualcuno gli dovrebbe dire che il “Ciao a tutti” era rivolto anche a lui’ pensò Brian tra sé e sé, poi dicendo:
“Eh si lo so, ciao Nick!” sorrise e poi per consolarlo gli diede un bacio sulla guancia.
Dal canto suo Nick, come un bambino di cinque anni, fece una linguaccia ad Alex, come per dire ‘A me ha dato il bacio e a te no! Pappapero!’.
Ora i due si stavano fulminando con gli occhi, quando Howie li portò alla realtà.
“La smettete voi due! Nemmeno i bambini fanno così!” gli disse afferrandoli entrambi per l’orecchio “Vedi che effetto gli fai Jè?!” concluse rivolto a Brian sorridendo.
Scoppiammo tutti a ridere, tranne i diretti interessati che facevano le più buffe smorfie per colpa di Howie che ancora gli tirava le orecchie.
“Vabbè dai ragazzi andiamo a provare! Che è tardi e per questa volta non è colpa mia!” dissi io alzando gli occhi.
Così andammo in sala dove trovammo Steve che stava provando chissà che cosa.
“Alleluia ragazzi!! Ce l’avete fatta!!!” disse appena ci aveva visto entrare “Oggi, come sempre, prima ripassiamo gli altri balletti e poi facciamo quello per ‘Unmistakable’, per voi va bene, vero?” concluse poi.
Annuimmo tutti, così iniziarono le prove.
Finiti i primi venti minuti con il ripasso dei balletti precedenti, cominciammo quello nuovo.
“Allora ragazzi, per questo balletto abbiamo bisogno delle sedie, per l’esattezza tre. Nella prima parte della canzone, dove canti tu Brian, sarai in piedi e camminerai dietro le sedie sfiorandole leggermente…mentre voi altri ragazzi farete questi movimenti seduti…” disse mostrando ogni passo “…poi arriva il tuo pezzo Alex, così ti alzerai e lascerai il tuo posto a Brian, durante ciò voi ragazzi farete questo sempre sulle sedie…” continuò sempre mostrando ogni passo “…poi al ritornello vi alzerete tutti e farete questi diversi movimenti…poi nel secondo ritornello tu Brian dovrai metterti in piedi sulla sedia così…” mi mostrò come “…poi per il resto sempre gli stessi movimenti. Tutto chiaro???” concluse.
“Si, tutto chiaro!” rispondemmo in coro.
“Allora proviamo!” disse andando verso lo stereo e accendendolo.
Stava andando tutto alla grande, quando toccò il pezzo in cui dovevo salire in piedi sulla sedia…BOOM!
Ero caduta come una stupida.
“Tutto bene?” mi chiese Steve dopo aver spento lo stereo ed avermi raggiunto, mentre gli altri se la ridevano di gusto.
“Beh…stavo meglio prima! Non credi?!” risposi iniziando ad alzarmi.
“In effetti! Mamma mia che volo che hai fatto!” mi disse iniziando anche lui a ridere come un matto.
“Frick, solo tu puoi cadere da una sedia!!!” mi disse Nick tra una risata e l’altra.
“Ahahaha…no! Non è per niente divertente!” gli dissi io mettendo il broncio.
“Come no! Ho ancora tutta la scena davanti agli occhi!! Ahahahah!!” mi disse Alex non riuscendo a trattenersi.
“Dai ragazzi, piantatela!” disse Howie, mentre io pensai ‘Oh, meno male che c’è Howie!’ poi continuò “Però anche tu Bri! Sei stato proprio buffo!” concluse anche lui tornando a ridere.
Ecco mi aveva abbandonato anche Howie!
Alla fine le risate si calmarono e continuarono le prove, questa volta senza altre cadute.
Al termine di queste ci recammo negli spogliatoi, ma prima:
“Ah, ragazzi!! In bocca al lupo per stasera!!” ci disse Steve.
“Grazie!” dissero in coro gli altri.
Io non riuscivo a capire per che cosa ci aveva augurato buona fortuna, così chiesi un po’ perplessa ad Howie:
“Scusa Dee, ma in bocca al lupo per cosa??”
“Ma come per cosa??” mi rispose allibito “Oggi abbiamo un’apparizione in tv!! Te ne sei scordato??” concluse.
“C..c…cosa???” dissi io spalancando gli occhi e la bocca.
“Hai capito benissimo! Stasera siamo ospiti all’ ’Ellen show’!!!” mi rispose Howie un po’ seccato.
“Ah…” risposi ancora sorpresa “…vabbè ragazzi io vado! Ci vediamo stasera!” conclusi come se le parole uscissero da sole dalla mia bocca.
“Ok! Ricordati alle sette e mezza davanti allo studio!” mi disse Howie.
Non gli risposi, uscii dalla porta diretta verso Brian furiosa.
“Che hai?” mi disse appena mi aveva visto.
Non gli risposi, gli afferrai il braccio e lo portai di forza in macchina, poi lì risposi alterata:
“QUANDO ME LO VOLEVI DIRE CHE STASERA TU E IL GRUPPO AVETE UN’APPARIZIONE IN TV?? EH??” ero agitata e rossa dalla rabbia.
“Allora per prima cosa calmati, poi che cosa ti spaventa? Te l’ho già detto che stai andando alla grande nei miei panni e non sarai da meno lì!!” mi rispose con tranquillità.
“Come devo stare calma?? Non ho mai cantato davanti ad un pubblico!! Non sono mai riuscita nemmeno a recitare una poesia davanti a della gente, pensa se riesco a cantare davanti a milioni di persone!!!” gli risposi.
“Devi stare calma!! Che ce la farai!!” mi disse sorridendomi.
“È facile per te che sei abituato!! Ma io non faccio parte di questo mondo e non penso che ci farò mai parte!!! Dirò che non mi sento bene!!” gli risposi tranquillamente.
Intanto eravamo arrivati a casa, dove proseguì quella discussione.
“No, tu non ti puoi dare da ammalata!! Ci devi andare!!” mi disse alterato “Dai piccola che ce la fai!!” disse con tono più pacato “Immaginateli tutti in mutande!!” concluse ridendo seguito a ruota da me.
“Ok, Bri!! Spero di riuscirci!! Anche se non ne sono molto convinta!!” gli risposi poi continuando “E se prendo una stecca??” terminai preoccupata.
“Più di buttarti i pomodori addosso, non può succedere niente!” mi rispose serio.
“Certo che sei molto incoraggiante!!” gli dissi ancora più preoccupata.
“Ma scherzo!!!” mi sorrise “Ora fatti una bella dormita e non ci pensare più!! Poi vedremo stasera che cosa succederà!!”
“Mi hai fatto prendere un colpo!! Seguirò il tuo consiglio!!” gli sorrisi e mi appoggiai sul letto.
Ma come sarebbe andata quella sera?? Sarei riuscita a cantare davanti a un milione di spettatori??

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Capitolo 10
*** capitolo dieci ***


10° capitolo
Il grande tendone si apre ed eccoli là, circa un centinaio di persone urlanti più la varie telecamere. Ero agitata, ma ci dovevo riuscire. Ed ecco le note di ‘Helpless when she smiles’ farsi largo nel grande studio.
 
She keeps the secrets in her eyes
She wraps the truth inside her lies
And just when I can't take what she's done to me
She comes to me
And leads me back to paradise

She's so hard to hold
But I can't let go

 
Aveva cominciato Alex a cantare, poi il ritornello…
 
I'm a house of cards in a hurricane
A reckless ride in the pouring rain
She cuts me and the pain is all I wanna feel
She danced away just like a child
She drives me crazy, drives me wild
But I'm helpless when she smiles

 
Stava andando tutto alla grande, per adesso…quando…
 
Maybe I'd fight it if I could
It hurts so bad, but feels so good
She opens up just like a rose to me
When she's close to me
Anything she asked me to, I would
Out of control
But I can't let go

   
Era il mio pezzo e non sono riuscita ad intonare nemmeno una nota. Ero terribilmente a disagio perché tutti mi stavano fissando infuriati soprattutto i boys e poi il pubblico aveva iniziato a tirarmi di tutto…
 
“Piccola…ehi piccola, sveglia!” era Brian.
“No, no, i pomodori no!” continuavo a rigirarmi nel letto.
“Ehi, calmati piccola!! È solo incubo!” mi disse un po’ preoccupato Brian.
Al suono di quelle parole e soprattutto data l’insistenza di Brian nello scuotermi, mi misi di scatto seduta sul letto con gli occhi spalancati.
“Che è successo??” dissi guardando negli occhi Brian e con il cuore all’impazzata.
“Niente piccola, hai avuto solo un incubo!” mi rispose accarezzandomi la testa come per calmarmi.
“Bri, non credo di farcela!! Senti…” gli dissi afferrandogli la mano e portandola sul ‘mio’ petto “…ho già il cuore a tremila, pensa quando salirò sul palco! Rimango lì stecchita!”
A quella mia affermazione Brian iniziò a ridere.
“E ora che hai da ridere?! È seria questa cosa!!” dissi io diventando seria in volto.
“Prima di tutto io non ti permetterò di rimanerci stecchita, anche perché poi dovrei rimanere per tutta la vita nel tuo corpo e non credo di resistere ancora per molto alle avance di Nick e Alex!” mi rispose divertito dalla sua stessa affermazione “Secondo, non ti scordare che ci sono io a supportarti, non ti lascerò da sola su quel palco!” concluse sorridendomi dolcemente.
“Bri, grazie per tutto! Ma me lo sento, farò una pessima figuraccia su quel palco!! Ho una vaga sensazione che il mio incubo diventi realtà!” dissi abbassando la testa per coprire i ‘miei’ occhi che ormai erano diventati lucidi.
“Ohi, piccola!” mi disse alzandomi il volto “I pomodori, per prima cosa, non se li portano da casa!” sorrise “Poi non voglio vedermi così! Non sono bello triste!!” concluse ridendo.
“Bri, non è il momento di scherzare! Non ce la faccio, è più forte di me!” una lacrima iniziò a rigare il ‘mio’ volto “Maledetta me e il giorno che ho espresso quello stupido desiderio!” ce l’avevo con il mondo intero. Non riuscivo a capire come la cosa più surreale che abbia mai chiesto si realizzi in una sola notte, e le cose che avrei voluto da una vita non si siano mai realizzate. Il destino si sta divertendo a torturarmi!
“Dai piccola, non fare così! So come ti senti! L’ho passato alle prime esibizioni con i ragazzi e, a dirti la verità, sono ancora agitato ogni santa volta che ci esibiamo in concerto o da qualsiasi parte!” mi disse un po’ imbarazzato.
Non credevo alle parole che mi aveva appena detto. Non capivo come in ogni modo riusciva a rassicurarmi.
“Grazie Bri! Sono una rottura, lo so! Mi faccio sempre troppi problemi!” gli sorrisi.
“Ma stai scherzando?!  Senti ora che ti sei un po’ calmata, è meglio che ti prepari che come sempre stiamo in ritardo!” mi sorrise.
“Ok! Vado e torno!” contraccambiai il sorriso.
Così in nemmeno dieci minuti ero già pronta.
 
La macchina sfrecciava per le strade di New York senza alcun problema di traffico, sembrava come se tutti fossero a casa ad aspettare chissà che cosa.
Finalmente arrivammo al palazzo dove c’era lo studio. C’erano già tutti che ci aspettavano in ansia. Uscimmo dalla macchina, questa volta la romanzina la ricevo da Howie.
“Ma ti sembra l’ora di arrivare Brian? Anche qui fai tardi?? Non riesco a capire che cosa ti prende in questi ultimi giorni!” non ebbi il tempo di replicare che continuò “Ora non voglio discutere che è già tardi! Abbiamo pochissimo tempo! E per colpa tua sono saltate le prove!” era furioso, non mi sarei mai aspettata di vedere questo altro lato di Howie.
Così senza dire una parola, entrammo tutti quanti nello studio. Era bello grande e, a differenza del mio incubo, c’erano molti più posti per gli spettatori e molte più telecamere. A quella vista la mia agitazione iniziò ad aumentare.
I tecnici, appena entrati, ci portarono nei camerini dove c’erano quattro ragazze: erano delle truccatrici. Iniziarono a sistemarci un po’ i capelli e poi a truccarci leggermente. Non resistevo, già di natura odiavo truccarmi, anche ora, nei panni di un uomo, devo subire questa tortura.
“Mi scusi! Può anche bastare!” le dissi anche stufata.
La ragazza non mi rispose, si allontanò solamente offesa.
L’operazione trucco, per mia fortuna, era finita. Ora era rimasto aspettare per entrare in scena.
Ero agitatissima e si notava lontano un miglio, dato che non facevo altro che camminare avanti e indietro per tutto il backstage.
“Bri, calmati!” mi disse Brian con la solita messa in scena appoggiandomi una mano sulla spalla.
“Non ce la faccio…” iniziai giocherellando con un bottone del giacchetto “…e se mi dimentico le parole?” conclusi guardandolo fisso negli occhi non poco agitata.
“Se vabbè tu che dimentichi le parole!” mi rispose sorridendo poi continuò “Dai spacca tutto! In bocca al lupo!! È il momento!!” concluse incoraggiandomi in tutti i modi possibili.
E si, era il momento…la presentatrice stava annunciando il nostro ingresso…
“Signore e signori, ecco a voi i Backstreet boys con il loro nuovo singolo ‘Helpless when she smiles’! Un applauso!!” concluse poi lasciando il palco.
E di nuovo quella scena…il tendone che si apre…più di un centinaio di ragazze che urlavano e altri milioni che facevano lo stesso davanti alla tv…e poi quelle note…
 
She keeps the secrets in her eyes
She wraps the truth inside her lies…
 
Aveva iniziato Alex alla perfezione…intanto il mio cuore andava a tremila. Mi voltai verso l’unica entrata del palco come per calcolare bene la distanza per svignarmela in modo rapido e poco visibile ma…incrociai il mio volto che mi sorrideva…era Brian che cercava di incoraggiarmi…mentre ero persa nei miei pensieri non mi accorsi che già la base era arrivata al mio assolo…mi voltai un’ultima volta verso Brian per cercare quell’ultimo pizzico di incoraggiamento di cui avevo bisogno e iniziai tenendo gli occhi chiusi…
 
Maybe I'd fight it if I could
It hurts so bad, but feels so good
She opens up just like a rose to me
When she's close to me
Anything she asked me to, I would
Out of control
But I can't let go
 
Avevo terminato il mio pezzo…riaprii gli occhi…non c’era nessuno che mi lanciava niente. Mi voltai verso Brian: mi sorrideva e mi faceva segno di ‘ok’ con la mano. Ce l’avevo fatta! Così continuai a cantare senza più agitazione! Avevo vinto la mia paura finalmente!
La canzone era finita. Ricevemmo gli applausi da tutti e anche i complimenti della conduttrice. Finalmente era tutto passato!
 
Al termine della serata, ci salutammo tutti e tornammo nelle rispettive case.
“Che ti avevo detto che ce la facevi??” mi disse Brian non appena rientrati con fare compiaciuto.
“Grazie, grazie, grazie, grazie!!!!!” gli dissi ciò saltandogli letteralmente addosso.
“Certo queste cose le avrei volute sperimentare nel mio corpo!” mi disse ridendo.
“Sei proprio scemo!!” gli dissi rialzandomi e dandogli una pacca sul braccio.
“Beh, che ho detto?” mi disse indifferente.
“Lascia perdere! Comunque la prossima volta non seguirò il tuo consiglio del ‘riposino e non pensarci più’…ha fatto l’effetto contrario!!” gli dissi facendogli la linguaccia.
“Ah, si! Questo è il ringraziamento??!! Vieni qui tu!!!” mi disse, mentre io iniziai a scappare per tutta casa.  
Così iniziò una vera e propria rincorsa per la casa che terminò con entrambi esausti accovacciati sul letto nel dolce mondo di Morfeo.
Ma che sarebbe successo nella quinta giornata di prove??

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Capitolo 11
*** capitolo undici ***


11° capitolo
Il sole iniziò a sorgere e una nuova giornata ebbe inizio.
Per la prima volta mi alzai per prima, Brian stava ancora nel mondo dei sogni e dal suo sorriso sembrava ne stesse facendo uno molto bello. Chissà che cosa gli frullava nella testa…
Con questo pensiero mi recai, tra uno sbadiglio e l’altro, in cucina per preparare giusto qualcosina da mettere sotto i denti. Assorta nei miei pensieri non notai nemmeno che erano appena le sei di mattina. Mi ero sbalordita di me stessa: non mi ero mai alzata così presto in vita mia se non per un impegno ben preciso, forse sarà stata per tutta l’adrenalina che avevo ancora in corpo per il giorno prima.
Così, data l’ora, decisi di preparare un bel ciambellone bianco e nero, come quello di mia madre che adoravo quando ero piccola. A quel pensiero sorrisi, adoravo quando mia madre si metteva davanti ai fornelli per preparare qualcosa o sperimentare qualcosa di nuovo. Alla fine i risultati erano sempre eccellenti.
Con quei ricordi nella testa iniziai a cercare i vari ingredienti e li posai sul tavolo. Meno male c’era tutto, altrimenti non avrei voluto uscire e, come l’ultima volta, venire assalita da delle ragazze urlanti.
Iniziai a preparare il tutto e infornai così il preparato.
Ora toccava solo aspettare un’oretta e tutto sarebbe stato pronto.
Tanto per ammazzare il tempo, andai a farmi una doccia. Ogni volta rimanevo estasiata alla vista del corpo nudo di Brian…ancora non mi ero abituata al tutto, anche se molte volte avevo sognato quel corpo e, decisamente, era molto meglio dal vivo.
Entrata in doccia, l’acqua iniziò a scorrere su quel magnifico corpo che apparentemente era il mio. Vari pensieri navigavano nella mia testa, primo fra tutti quello che riguardava questa assurda situazione…sarei mai riuscita a tornare me stessa? E soprattutto come ci potevo riuscire? Non avevo risposte a queste domande, non riuscivo proprio a trovare una soluzione a tutto ciò. Un altro pensiero era legato alla mia vita a Roma…avevo lasciato tutto senza alcuna spiegazione, ormai le mie amiche, nonostante la telefonata di Martina, mi avranno data per dispersa e poi…l’università…avrei dovuto dare tra pochi giorni uno degli ultimi esami e grazie sempre a questa situazione non avrei potuto, anche se potevo mandare Brian al posto mio, però non potevo permettergli di studiare, non sarebbe stato giusto.
Assorta nei miei pensieri e ancora sotto la doccia, sentii un profumo provenire dalla cucina…IL CIAMBELLONE!
Così uscendo velocemente dalla doccia e indossando qualcosa mi recai in cucina, dove spensi il forno. ‘L’aspetto è ottimo, speriamo anche il sapore!’ pensai.
Mentre sistemavo un po’ la cucina e aspettavo che il ciambellone si raffreddasse, sentii rumori di passi farsi pian piano più forti…sicuramente era Brian. Infatti dopo nemmeno qualche secondo dalla porta fece capolino il mio volto mezzo assonnato.
“Ehi, piccola che cos’è questo profumino?” mi disse stropicciandosi gli occhi tra uno sbadiglio e l’altro.
“Beh, visto che questa mattina mi sono alzata presto, ho preparato un bel ciambellone da poco sfornato!” gli risposi sorridendo e mostrandogli la mia creazione “Spero che sia venuto bene…basta provare…” continuai passando lo sguardo da Brian al ciambellone “…vuoi essere la prima vittima?” conclusi scherzosamente.
“Ok, sarò la tua vittima!!” mi rispose sorridendo, poi afferrò una fetta e preoccupato disse “Non è che mi vuoi avvelenare? Non voglio morire giovane e nel corpo di una ragazza!” concluse sempre con fare preoccupato.
“Ops, mi hai scoperto! Ora vedrai la mia vera identità! Io sono…” mi fermai, iniziando a fare dei movimenti come per togliermi una maschera “…sono la strega cattiva di Biancaneve e per essere con i nuovi tempi ho avvelenato un ciambellone invece di una mela che ormai è passata di moda!” conclusi seria, anche se era molto difficile trattenere le risate.
A quelle parole Brian iniziò a ridere seguita a ruota da me, e poi mi disse:
“Certo che come ti escono queste battute ancora me lo devi spiegare!” ancora ridendo.
“Beh, è l’effetto che mi fa stare nel tuo corpo! Ihihihih Scherzo! Comunque sono proprio così!!” gli risposi sorridendo “Allora non lo assaggi? Ormai ti sei offerto volontario non ti puoi ritirare!!” conclusi ancora sorridendo maliziosamente.
“Ok, però se non ne uscirò vivo, ti prendi tutte le responsabilità!” mi disse serio.
“Ok, giuro! Però ora assaggia!” gli dissi.
Così iniziò ad avvicinare la fetta del dolce alla bocca, quando si accasciò sul tavolo.
“Bri, non fare lo scemo!!! Mangia!!!! Si è visto lontano un miglio che non hai aperto la bocca!!” gli dissi dandogli una pacca sul braccio.
Alzò il volto sorridendo e finalmente si decise a dare un morso al dolce che aveva tra le mani. Io, dal canto mio, lo fissavo cercando di non perdermi nessun reazione al sapore del dolce.
“Allora com’è?” gli chiesi un po’ preoccupata non appena ebbe finito di gustare il primo morso.
 “Beh, piccola ti devo dire la verità…” mi rispose in tono serio un po’ preoccupante “…È SQUISITOOOOO!!!” concluse sorridendomi e finendo di gustare quella fetta.
“Mi stavi facendo prendere un colpo!!! Sono contenta che ti piaccia!!!” dissi con sorriso a 132 carati “Senti ora vai a prepararti che ci sono le prove!!” conclusi seria.
“Ok! Però prima…” disse iniziando a tagliare un’altra fetta del ciambellone “…questa è mia!!” concluse poi uscendo di corsa dalla cucina con in bocca un pezzo di dolce.
A quella vista sorrisi pensando ‘Meno male che aveva paura di essere avvelenato!’.
 
In nemmeno dieci minuti, dopo che eravamo entrambi pronti, arrivammo nel grande palazzo delle prove. Ad aspettarci c’erano tutti e anche questa volta ad accompagnare Howie c’era la dolce Leigh.
“Ciao ragazzi e ciao Leigh!!” dissi io sorridendo non appena eravamo vicini a loro.
“Ciao bellezza!!” disse Alex rivolto a Brian sorridendo maliziosamente.
“Ciao baby!!” disse a sua volta Nick sempre rivolto a Brian.
Come al solito non venivo considerata, così dissi ironicamente:
“Grazie del benvenuto!! Sono anche io contento di vedervi!!” poi continuai sbuffando “Che begli amici che mi ritrovo! Nemmeno salutano!!!”
“Dai Bri, non fare così!! Era a tuo rischio e pericolo presentargli Jessica!!” mi disse Howie dandomi una pacca sulla spalla come per consolarmi, mentre Leigh annuiva alle parole del marito divertita da quella scena.
A riportare alla realtà i due ragazzi, che non facevano altro che riempire Brian di complimenti il quale era letteralmente disgustato, fu proprio Leigh che disse:
“Ehm, ragazzi! Mi fate il piacere di lasciare in pace quella povera ragazza e di ascoltarmi??!!”
I diretti interessati si voltarono e fecero un cenno di assenso con il capo, anche se ogni tanto ritornavano a guardare Brian.
“Allora io e Howie, data la divertente serata che abbiamo passato qualche giorno fa, volevamo organizzare questo fine settimana tutti insieme nella nostra villa in Florida. Che ne dite??” disse guardando ogni piccola reazione in tutti noi.
Io ero felicissima e si notava, mentre Nick e Alex non sembravano molto convinti all’idea, fino a che Leigh concluse dicendo:
“Ah, dimenticavo…anche tu Jessy sei invitata!!” sorrise.
A quelle parole i volti di Nick e Alex si illuminarono di gioia.
“Grazie Leigh e Howie! Sono felicissima che mi abbiate invitato!” disse Brian sorridendo ai due.
“Beh, se viene Jessica, come possiamo mancare noi?? Vero bro??” disse Nick rivolto ad Alex.
“Certo!! Conta su noi!!” rispose Alex sorridendo.
“Anche per me va bene!!” risposi io, sprizzando felicità da tutti i pori.
“Bene ragazzi!! Allora domani alle otto di mattina appuntamento sotto casa di Brian!! Ora però è meglio se andate in sala!! Buone prove!!” ci disse Leigh sorridendo e dando un bacio a stampo al suo maritino.
 
Così ci recammo in fretta nella sala, dove trovammo Steve in trepida attesa un po’ stufato.
“Alleluia ragazzi!! Ce l’avete fatta!!!” disse seccato non appena entrammo, poi continuò “È inutile che vi faccio la solita predica, però per favore la prossima settimana cercate di arrivare in orario” disse quasi supplicandoci “Vabbè ragazzi ora il solito ripasso e mi raccomando nel pezzo di ‘Unmistakable’ non voglio nessun botto!!” concluse sorridendo.
Quell’ultimo pezzo era rivolto a me, lo sapevo bene, così gli feci una linguaccia, mentre tutti se la ridevano.
Iniziò così il ripasso tra una risata e l’altra e, per fortuna mia, senza nessuna caduta.
Alla fine del ripasso, Steve disse:
“Bene ragazzi, ora facciamo il nuovo balletto che sarà per la canzone…” come sempre lasciava un po’ di suspance “…’Any other way’!! Siete d’accordo??” concluse serio.
Annuimmo tutti contemporaneamente.
“Ok, ragazzi allora iniziamo!! Ah, tanto per la cronaca, Brian non ci sono sedie in questo balletto!!” terminò iniziando a ridere seguito a ruota dagli altri.
“Ma me lo rinfaccerete per tutta la vita??” dissi mettendo il broncio.
“Eh, siiiiiiiiiiii!!” dissero in coro.
Così con il broncio, iniziarono le prove. Era stupenda quella canzone e trasmetteva una carica enorme. Mi scatenai come sempre, ormai ci avevo preso gusto a quella vita.
Le prove terminarono e come sempre ci recammo nello spogliatoio, ma anche quella volta se ne andarono tutti prima senza nemmeno fare una doccia perché avevano da fare. Ma io dico, proprio il primo giorno che mi ero ritrovata in questo corpo e non ero abituata non avevano impegni?? Ora che avevo il coraggio di vederli come ‘mamma li aveva fatti’, non avevano il tempo di fare una doccia. La solita sfigata!
Con questi pensieri mi feci una doccia lampo e, dopo essermi vestita andai da Brian.
Aprendo la porta dello spogliatoio notai che stava parlando con Alex, chissà che cosa si staranno dicendo.
Non appena si allontanò, mi avvicinai a Brian e gli chiesi subito:
“Che ti ha detto Alex??” con far curioso.
“Indovina?!” mi disse un po’ seccato, ma notando la mia faccia ancora più allibita, continuò “Mi ha invitato ad uscire con lui lunedì pomeriggio!” concluse un po’ disgustato.
Rimasi a bocca aperta, incredula.
“Hai fatto strage di cuori!!” disse tristemente appena entrati in macchina.
“Dai, piantala Bri! È solo un’uscita tra amici! Non è niente di che!” gli risposi.
“Se se, fatto sta che tocca a me uscire con lui, se non si risolve questa situazione!” disse sempre più disgustato.
Non risposi, aveva pienamente ragione.
 
Arrivammo così, in pieno silenzio a casa. Entrata dissi:
“Bri vado a preparare le valige per questo week-end!! Intanto tu prepara qualcosa da mangiare, ormai sei la donna di casa!!” dissi ridendo a quell’ultima mia affermazione.
“Spiritosa!!” mi rispose facendomi la linguaccia.
Il pomeriggio passò tranquillamente, per la prima volta senza nessuna strana situazione, solo io e Brian a casa intenti a guardare la tv e a scherzare tra di noi. Era molto piacevole passare quei momenti con lui. Mi sentivo a casa mia ormai.
Così la notte calò e, dopo aver cenato, mi ritirai subito in camera per dormire, mentre Brian rimase sveglio fino a tardi.
Ma che sarebbe successo durante quel week-end tra amici a casa di Howie??
 
 
 

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Capitolo 12
*** capitolo dodici ***


  12° capitolo
Il sole iniziò a sorgere e, come ogni mattina, non avevo voglia di svegliarmi.
Aprendo leggermente gli occhi notai che anche Brian era ancora lì, sdraiato sul letto nel dolce mondo di Morfeo. Così mi riaddormentai.
 
“BEEP!! BEEP!! BEEP!!!” era il suono del clacson di una macchina che proveniva dalla strada.
A quel rumore mi alzai di scatto dal letto per andare a vedere dalla finestra chi fosse quell’impertinente che insisteva a suonare con il clacson a quell’ora del mattino: erano da poco le otto.
Mi affacciai dalla finestra con aria infuriata pronta a dirne quattro a quella persona che a quanto pare andava di fretta, quando…
“Frick, finalmente ce l’hai fatta ad affacciarti!!” era Nick che urlava dalla strada. C’erano tutti giù impazienti. Vedendoli pensai ‘Oddio il week-end tra amici…mi ero dimenticata!’ pensando ciò mi diedi una pacca sulla fronte.
“Che aspettate a scendere??! Stiamo aspettando solo voi come al solito!!!” concluse con fare seccato.
“Ecco, altri dieci minuti e scendiamo!!”
Così dicendo chiusi la finestra e riportai il mio sguardo su Brian…non era possibile, con tutto quel rumore, era ancora nel mondo dei sogni. Così iniziai ad avvicinarmi leggermente al letto ed iniziai ad accarezzare dolcemente il mio volto accompagnando questo gesto da queste parole sussurrate piano:
“Bri, svegliati!! Dobbiamo partire!! Ci sono tutti giù che ci stanno aspettando!!” conclusi sorridendo, notando che pian piano Brian stava aprendo gli occhi.
“Uhm, buongiorno piccola!! Ma che ore sono??” mi disse stropicciandosi gli occhi.
“Buongiorno bel addormentato!!” gli risposi sorridendo e poi continuando “È tardi!! Ci sono gli altri che ci stanno aspettando!! Dobbiamo sbrigarci!!”
“È vero!! Il week-end da Howie!!” mi disse alzandosi di scatto dal letto e correndo in bagno per prepararsi.
“Piccola, intanto che mi vesto, prepara qualcosa per colazione!!” mi disse poi urlando dal bagno.
“Parolina magica?” gli risposi un po’ divertita usando il suo stesso tono di voce.
“Per favore!!” mi rispose con tono supplichevole facendo capolino dalla porta del bagno.
“Beh, se me lo chiedi proprio così!!” gli dissi sorridendogli, mentre già era rientrato in bagno.     
Così dopo esser riusciti a prepararci e a far colazione, uscimmo di casa. Prima che raggiungessimo gli altri dissi a Brian:
“Meno male che le ho fatte ieri le valige, altrimenti saremo stati pronti domani mattina!!” gli sorrisi divertita.
“E già…meno male che ci sei tu!!!” mi rispose dandomi un bacio sulla guancia e contraccambiando al sorriso.
Divenni rossa in volto a quel gesto così semplice, forse perché mi rendevo conto da chi provenisse. A riportarmi sulla Terra fu Alex dicendo un po’ seccato:
“Ce l’avete fatta!! Era ora che scendevate!!”
“Scusate ragazzi è colpa mia!!!” rispose Brian abbassando il volto.
“Ah, ok!! Bellezza non c’è problema!! Sei scusata!!” disse Alex sorridendo maliziosamente e togliendo quel tono seccato dalla sua voce.
“Si, non ti preoccupare!!! Non fa male aspettare!!!” disse a sua volta Nick sorridendo dolcemente.
“Siamo alle solite!!” disse Leigh scrollando la testa a quella scena, poi continuò “Vabbè ragazzi, oltrepassiamo i convenevoli e che ne dite di partire finalmente dato che il viaggio sarà lungo??” concluse guardando i due negli occhi.
Non risposero, fecero un cenno di assenso con il capo un po’ imbarazzati.
“Allora ragazzi prima andiamo all’aeroporto dove ci aspetta un piccolo aereo privato che ci porterà direttamente ad Orlando e poi da lì ci aspetterà un bus che ci porterà alla villa…” a quelle parole rimasi a bocca aperta ancora incredula da ciò che avevo appena sentito, poi continuò dicendo “…come facciamo, partiamo con tre macchine o ci riuniamo e partiamo con due??” concluse chiedendo Howie guardando gli altri.
“Io direi con due macchine! Così Jessica viene nella mia macchina con Alex…” iniziò Nick guardando prima maliziosamente Alex e poi Brian “…mentre Brian va con te e Leigh!”  concluse sorridendo e sicuro che il suo piano si realizzasse.
A quelle parole Brian mi guardò terrorizzato all’idea di stare in macchina da solo con Nick e Alex e supplicava che facessi qualcosa.
“Io penso che sarebbe meglio andare con tre macchine!!” dissi io seria, poi continuai “Almeno così non ci saranno i terzi incomodi nelle varie macchine!!” conclusi ridendo seguita a ruota dagli altri ad eccezione di Nick che mi guardava con occhi furenti.
“Ok, allora facciamo come dice Brian…partiamo con tre macchine!” disse Howie ancora un po’ divertito, mentre già era salito in macchina seguito da Leigh.
Così io e Brian ci dirigemmo verso la macchina e prima di entrare mi voltai verso di Nick che con lo sguardo infuriato mi fece il segno come per dire ‘Con te parlo dopo!’.
Appena entrata in macchina dissi a Brian un po’ preoccupata:
“Bri, che ha intenzione di fare Nick?? Mi spaventa con quello sguardo…”
“Beh, non saprei! Comunque non credo che ti debba preoccupare, anche se…”
“Oddio Bri, anche se…??? Mi stai facendo preoccupare tremendamente!!” dissi ancora più spaventata.
“Dai, non preoccuparti, ci sono io a proteggerti!” mi rispose sorridendomi.
“Si, nei panni di una ragazza tu vorresti proteggermi??”
“Vabbè questo è irrilevante!!” mi rispose continuando a sorridere.
“E questo lo trovi irrilevante??!!” gli dissi guardandolo storto poi continuai “Vabbè lasciamo stare! Starò attenta nelle prossime ventiquattro ore alle mosse di Nick!” conclusi quasi sbuffando.
Presi com’eravamo da quella ‘discussione’, non ci eravamo accorti di essere arrivati all’aeroporto, così fermammo la macchina e scendemmo.
“Allora ragazzi siamo arrivati!! Ora dobbiamo salire sull’aereo!!” ci dissi Howie non appena tutti fossimo scesi dalle auto.
Io mi voltai per un nano secondo verso Nick…ancora quello sguardo furioso…mi metteva paura…
Cercai di non pensarci e salii sull’aereo.
Mi guardai intorno…era veramente grande e lussuoso, molto bello.
“Bri, lo sai che è la prima volta che volo?? E sono un tantino agitata!!” dissi a bassa voce a Brian senza farmi notare dagli altri.
“Veramente in pratica saresti salita su un aereo proprio per venire qui!!” mi disse sorridendo.
Sapevo a che cosa alludeva, così gli dissi sorridendo e dandogli una pacca sul braccio:
“Scemo!! Quello non conta!!”
A quella scena assistette Nick che subito mi venne incontro e…
“Ehi Fick, non ti hanno insegnato che non si toccano le ragazze nemmeno con un dito?!” mi disse guardandomi fisso negli occhi in tono severo, poi portò l’attenzione su Brian e continuò “Tutto ok baby??” concluse con fare preoccupato.
Ecco ora era sicura al cento per cento: Nick ce l’aveva con me, per cosa ancora non riuscivo a capire, nemmeno a dire che l’avevo preso a parolacce…boh…
“Nick non ti preoccupare!! Stava scherzando Brian! E poi sono in grado di difendermi!!” concluse Brian sorridendogli un po’ divertito dalla situazione.
“Ok, se lo dici tu!!” rispose Nick imbarazzato poi continuò rivolto a me in tono di sfida “Con te faccio i conti dopo!!!”  e se ne andò.
“Ecco ora ho paura!!” dissi a Brian a bassa voce.
“Piantala piccola!! Non ti preoccupare, non ti farà niente di grave!!” mi disse sorridendomi dolcemente.
“Ok…speriamo in bene!!”
 
Il tempo sull’aereo passò tranquillamente e in fretta, anche perché mi ero addormentata per tutto il tragitto un po’ per la sonnolenza e un po’ perché volevo evitare di ‘fare quei conti’ con Nick. Ma a quanto pare non li evitai nemmeno da addormenta, infatti…
“BOOM!!”
“Oddio che è??!!” mi alzai di scatto dal sedile e iniziai a guardare a destra e a sinistra con il cuore a mille. Vidi Nick con in mano una busta da poco scoppiata visto che aveva un grande foro nella parte inferiore. Lo guardai storto, mentre se la rideva insieme agli altri.
“Te l’avevo detto che facevamo i conti dopo!!!” mi disse ancora ridendo.
“Ah si?! Allora vieni qui che ora sono io a dover fare i conti con te!!!” gli dissi infuriata iniziando a rincorrerlo per tutto l’aereo.
“Non mi prendi!! Non mi prendi!!” mi diceva mentre correva facendomi la linguaccia.
Nel momento giusto gli dissi:
“Ma sei proprio sicuro??!!”
Al suono di quelle parole Nick si voltò leggermente continuando a correre e disse:
“Sicuriss…” non terminò la parola che…’SBADABOOM!!’ inciampò su una poltroncina e cadde per terra.
“Ora sei proprio sicuro??” gli dissi non appena lo bloccai.
“Beh…ora non proprio, ma…” si fermò, mentre io lo guardavo perplessa, ed iniziò a farmi il solletico.
“Nooooo…Frack…così nooooooo!!” dissi io tra una risata e l’altra.
“Vedi alla fine vinco sempre io!!” mi disse con tono trionfante.
A terminare quella tortura fu Howie.
“La finite??!! Che siamo arrivati!!” ci disse con tono severo.
“Ok capo!!” dicemmo in coro io e Nick, poi ridendo.
 
Così, dopo essere atterrati, scendemmo ed ad aspettarci, come già ci aveva anticipato Howie, c’era un bus. Entrammo…rimasi a bocca aperta…nonostante ero da quasi una settimana in quel corpo ancora non mi ero abituata a quel mondo…era lussuosissimo quel bus, una limousine gli avrebbe fatto un baffo!
Mentre ero presa da quella vista, Leigh disse:
“Bene, ora andiamo fuori città, perché è lì dove abbiamo la villa!”
Iniziò così un altro viaggio che passai osservando il panorama fuori dal bus, mentre gli altri giocavano a Wii.
Dopo nemmeno mezz’ora arrivammo a destinazione.
Davanti ai miei occhi c’era un villino stile ‘800 attorniato da verde con la vista su un piccolo lago.
“Questo è il nostro piccolo paradiso!!” disse Leigh rivolta a Brian abbracciando Howie con gli occhi sognanti.
Ci fece visitare tutta la casa e ci mostrò le nostre stanze. Così sistemai le valige e mi distesi sul letto.
Ma che sarebbe successo in quei due giorni di apparente relax??  
 

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Capitolo 13
*** capitolo tredici ***


13° capitolo
Distesa sul letto con lo sguardo rivolto verso il soffitto, riaffiorarono in me vari pensieri, la maggior parte dei quali riguardavano questa strana situazione.
Sarei riuscita a tornare in me?? Forse no, ma a pensarci bene non avevo poi così tanta voglia di ritornare in quella vita monotona che era la mia. Mi stavo abituando a quella vita che ormai mi piaceva più della mia. Però dovevo pensare a Brian…non credo che riuscirebbe a resistere nemmeno un altro giorno nel mio corpo…
Mentre nella mia testa navigavano questi pensieri, dalla cucina provenne la voce di Leigh che diceva:
“Ragazzi visto che è ora di pranzo, ho preparato qualcosa da mettere sotto i denti!! Venite in cucina!! Poi organizziamo la giornata!!!”
Così ancora immersa nei miei pensieri andai in cucina dove già c’erano tutti che mi aspettavano nel mangiare ad eccezione di Nick.
“Ma bravo Frack!!! Non te l’hanno insegnato da piccolo che si aspetta che tutti siano a tavola prima di iniziare a mangiare??” gli dissi seria ma trattenendo a stento le risate.
“Beh Fick…” iniziò tra un boccone e l’altro “…in teoria si, ma sai come sono fatto!! Non riesco a trattenermi davanti al cibo!!! E poi dopo tutta la corsa che mi hai fatto fare sull’aereo, ho bisogno di energie!!!” concluse poi ritornando a gustare il piatto che aveva davanti.
“In effetti lo so troppo bene come sei fatto!!” a queste parole si voltò e mi sorrise per poi rivoltarsi sul piatto e continuare a mangiare.
“Beh…ragazzi penso sia meglio sederci e iniziare anche noi a mangiare, altrimenti penso che il nostro caro amico Nick non ci lasci niente da mettere sotto i denti!!!” disse Leigh divertita mettendosi seduta.
 
A termine del pranzo, ci spostammo in salotto per programmare le varie attività che avremmo fatto durante quel week-end appena iniziato.
“Allora boys io direi che oggi, tanto per rilassarci del viaggio, passiamo il pomeriggio in piscina anche perché il tempo è stupendo e qualche bel bagno in piscina non fa mai male!!” iniziò Howie sorridendo poi continuò “Ed infine questa sera vi delizierò con una bella brace!!! Che ne dite??” concluse guardandoci uno per uno.
“Beh, io direi che come inizio è ottimo!!!” dissi io sorridendo.
“Anche per me va bene Dee, però non mi fido della brace…sei proprio sicuro di saperla fare??” disse Nick con fare un po’ preoccupato.
“Sono d’accordo con Nick! Non è che questa sera al posto della carne di animali alla brace ci mangiamo pezzi di te arrostiti?? Sai Dee non ti ci vedo proprio alle prese con la brace!!” disse a sua volta Alex anche lui preoccupato.
‘Sempre d’accordo quei due!’ pensai tra me e me, mentre Howie con fare offeso rispose:
“Spiritosi!!! Guardate che io sono un mago della brace!! Non mi batte nessuno!!!” concluse con fare trionfante.
“Si, anche perché hai seguito un corso!!” fece notare Leigh iniziando a ridere dall’espressione imbarazzata assunta dal marito.
Così iniziammo a ridere tutti, finchè Howie, sempre tra l’imbarazzato e l’imbronciato, disse:
“Vabbè ora la potete anche finire!!! È meglio se andiamo a metterci il costume per la piscina!” si fermò poi continuò “Ah…se avete bisogno io e Leigh abbiamo dei costumi in più!!” concluse alzandosi e andando verso le scale.
 
Così, dopo esserci preparati, andammo in piscina che si trovava nella parte retro del villino.
“Allora ragazzi, lotta di schizzi??” disse Nick non appena eravamo tutti intorno alla piscina.
“Ma certo bro!!! Ma preparati a perdere!!!” gli rispose subito Alex con tono di sfida tuffandosi in piscina.
“Si, come no!!” disse Nick all’amico, poi portò l’attenzione su gli altri e continuò “E voi?? Dai non ditemi che rimarrete tutto il pomeriggio sui lettini??” concluse un po’ deluso.
“Frick io entro in acqua fra un po’!!” gli dissi sedendomi vicino a Brian.
“Anche io forse entro più tardi!!” disse Brian.
“Vabbè a voi non lo chiedo nemmeno!!” disse Nick rivolto ai due sposini che erano intenti a farsi le coccole, poi, un po’ disgustato continuò “Allora bro preparati…1…2…3…BANZAI!!!” concluse gettandosi in acqua facendo arrivare i schizzi dappertutto e iniziando così quella gara con Alex.
“Certo che sono sempre i soliti!! Non cambieranno mai!!” mi disse Brian guardando quella scena divertito e allo stesso tempo scrollando la testa.
“Sai da fan me li sarei immaginati proprio così…un po’ pazzi ma dolci nello stesso tempo!!” dissi guardandoli con occhi sognanti.
“Eh si…te li sei immaginati proprio bene!!!” mi rispose ancora guardandoli e poi continuò “E io, come mi immaginavi??” concluse portando l’attenzione su di me con sguardo incuriosito.
“Beh…” e ora k mi invento? Non posso dirgli quello che penso di lui...
Mentre pensavo a cosa rispondergli, notai che Nick e Alex si stavano sempre più avvicinando a noi e mi facevano segno di stare zitta. Che avevano in mente??
Poco dopo riuscii a capire le loro intenzioni, infatti non riuscivo a trattenermi nel ridere e Brian se ne accorse:
“E ora che hai da ridere??” mi disse seccato non avendo ricevuto risposta alla domanda precedente.
“Lo vedrai…” gli risposi ancora ridendo e indicando con il dito alle sue spalle.
Alex e Nick ormai erano dietro di lui, così non gli diedero il tempo di voltarsi che lo presero in braccio e lo gettarono di peso in piscina.
Io scoppiai a ridere seguita a ruota anche da Alex e Nick, mentre Brian, in acqua, borbottava contro i due:
“Ragazzi!!! Questa non me la dovevate fare!!!! Me la pagate…” si fermò, mentre già stava uscendo dall’acqua, poi continuò venendo verso la mia direzione dicendo “…ma, prima di loro, la devo far pagare a te!!!”
“Ma io che centro Br…Jè!?” per un attimo mi stavo fregando con le mie stesse mani.
“Tu centri centri!!” mi rispose guardandomi maliziosamente.
Così dicendo, dopo essermi alzata dal lettino, iniziai a indietreggiare, mentre lui si faceva sempre più vicino…ma non notai che la direzione in cui stavo andando era proprio quella sbagliata, infatti…SPLASH!! Caddi da sola in piscina.
A quella scena iniziarono tutti a ridere.
“Ah, ma non è finita eh!!! Con voi due ho un conto in sospeso!!” disse Brian avvicinandosi ora ad Alex e a Nick.
“No, risparmiaci!!” dissero in coro quasi supplicando.
Brian dal canto suo fece segno di no con il capo, così entrambi iniziarono a correre per tutto il bordo piscina.
Intanto Howie e Leigh fermarono le loro coccole per assistere a quella scena così divertente e, proprio quando le due vittime arrivarono vicino ai due sposini, Leigh allungò la gamba indifferentemente e fece inciampare i due che andarono dritti in piscina.
“Oops…non l’ho fatto apposta!!!” disse Leigh ironica battendo il cinque con Brian.
Soddisfatti di ciò che avevano fatto si guardarono negli occhi e poi passarono lo sguardo su Howie…ora era diventato lui la vittima!!
“No…ragazze…parliamone!!!” disse Howie guardandole impaurito e quasi pregandole.
Ma niente, anche lui finì in acqua.
“E vincono le donne!!!” disse Leigh festeggiando con Brian che sembrava divertito dalla situazione. “Beh, ora socia non mi sembra il caso di lasciarli lì soli soletti…la nostra rivincita ormai l’abbiamo avuta!!” concluse facendo l’occhiolino a Brian.
Così ci ritrovammo tutti in acqua a fare ‘la terza guerra mondiale’ tra schizzi, inizialmente donne contro uomini, poi tutti contro tutti.
Ci divertimmo come non mai tra schizzi e scherzi.
Ma la sera iniziò a calare e così esausti uscimmo dalla piscina e, a turno, ci facemmo una doccia e iniziammo a prepararci per quella famosa brace.
 
Dopo essermi preparata, uscii in giardino dove c’erano già tutti, dato che ero l’ultima del turno della doccia.
Howie già era alle prese con la brace e, a quanto vedevo, non stava andando proprio bene…non riusciva a regolare il fuoco.
“Amore credo che sia un po’ alta la fiamma!! Attento che ti bruci!!!” gli diceva Leigh preoccupata, mentre Alex e Nick se la ridevano di gusto.
“Meno male che eri il mago della brace!! Si vede!!!” disse Nick continuando a ridere insieme ad Alex.
Intanto io mi avvicinai a Brian e gli dissi sotto voce:
“Certo Bri, Howie è sempre la vittima di quei due!! Povero cucciolo!!!”
“Eh si!! Gli abbiamo fatto passare di cotte e di crude sin dall’inizio!!!” mi rispose divertito, forse ripensando a quello che gli avevano fatto.
“Ma bravo!!! Anche tu gli facevi gli scherzi!! Che crudele che sei!!” gli dissi seria.
“Ma dai piccola era per divertirci!!” mi rispose con lo sguardo innocente.
“Stavo scherzando Bri!!” gli risposi sorridendo e incamminandomi verso gli altri.
 
Alla fine, dopo una bella mezz’oretta, riuscimmo a mangiare e Alex disse:
“Beh, però è buona!!” gustando il pezzo di carne.
A quella affermazione annuimmo tutti e così Howie disse:
“Beh, io che vi avevo detto?! Sono il mago della brace!!”
A quelle parole lo fulminammo tutti con lo sguardo, tanto che Howie si fece piccolo piccolo per quanto era in imbarazzo.
La cena proseguì tranquillamente tra una risata e l’altra. Al termine di questa, restammo fuori nel giardino sulle panchine ad ammirare le stelle ognuno immerso nei propri pensieri in un religioso silenzio, fino a che…
“Guardate ragazzi una stella cadente!!!” disse Leigh affascinata da quello spettacolo.
Al suono di quelle parole, a me molto famigliari, io e Brian ci guardammo con fare complice riportando poi gli occhi al cielo per esprimere entrambi quel desiderio, sperando che quella volta si avverasse.
Qualche minuto dopo, ci ritirammo tutti nelle proprie stanze per dormire.
Ma che sarebbe successo il giorno dopo?? Questa volta si sarebbe avverato il desiderio???

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Capitolo 14
*** capitolo quattordici ***


14° capitolo
Il sole non tardò a sorgere e, come mia abitudine, rimasi distesa sul letto in dormiveglia, fino a che…
“Ehi piccola!!! È ora di alzarsi!!”
“Ti prego Bri, altri cinque mi…” non ci potevo credere la mia voce…era proprio la mia!!
Mi alzai di scatto dal letto con gli occhi spalancati e fissai Brian che dalla mia reazione aveva stampato un dolce sorriso sul volto…era lui nel suo corpo!! Aveva funzionato questa volta il desiderio!!! Finalmente eravamo tornati normali!!
Istintivamente per la felicità saltai letteralmente addosso a Brian che per pochissimo non perse l’equilibrio.
“Che bello Bri, siamo tornati normali!!! Sono felicissima!!!” gli dicevo mentre lo stringevo in un abbraccio.
“Eh si, questa volta ha funzionato!!” mi rispose sorridendo, poi continuò “Però non mi stringere così che soffoco!!!” concluse continuando a sorridere.
A quelle parole tornai alla realtà, mi distaccai da lui e abbassando il volto imbarazzata gli dissi:
“Scusa Bri, ero troppo presa dalla felicità!!”
Brian, dal canto suo, posò l’indice sotto il mio mento e delicatamente alzò il mio volto, dicendo:
“Non ti preoccupare piccola! Sono anche io felicissimo di essere tornato in me nel vero senso della parola,” disse sorridendo, poi continuò “ anche perché ora posso perdermi nel celeste dei tuoi occhi…” a quelle parole quasi sussurrate arrossii “…e posso fare questo…” si fermò di nuovo e, ancora con l’indice sotto il mio mento, si stava sempre più avvicinando alle mie labbra, quando dei rumori provenienti da dietro la porta della camera attrassero la mia attenzione, così mi voltai per andare ad aprire la porta per vedere che cosa succedeva e lasciai lì fermo e un po’ deluso Brian.
Aprendo la porta mi ritrovai davanti agli occhi una scena comica: Nick stava cercando di strozzare Alex per chissà quale motivo. Ma quando mi videro, si ricomposero e, imbarazzati, dissero in coro:
“Buongiorno principessa!!”
“Buongiorno miei principi!!” gli risposi sorridendo “Ma che ci fate qui a litigare??” conclusi un po’ incuriosita.
“Beh…io personalmente volevo darti il buongiorno per primo…” iniziò a spiegare Nick “…ma quando sono arrivato qui c’era già Alex che stava per bussare alla porta…” venne interrotto dal diretto interessato che continuò:
“Così mi si è scagliato contro e poi il resto lo sai…” concluse con fare triste come se volesse essere consolato.
“Ma Nick, non si fanno queste cose!!” dissi seria come se fossi una madre che rimprovera suo figlio e poi consola l’altro “Povero Alex!!” continuai avvicinandomi a quest’ultimo e dandogli un bacio sulla guancia “Va meglio ora??” conclusi sorridendogli.
“Eh si, va alla grande ora!!! Bro picchiami più spesso se poi ricevo questa consolazione!!” disse Alex rivolto a Nick ma senza degnargli uno sguardo.
Io risi a quell’affermazione…erano troppo buffi quei due.
“Si, si, come no!! Proprio adesso che so che va a finire così non ti toccherò più nemmeno con un dito!!” gli rispose Nick imbronciato.
“Dai Nick non fare così…ecco un bacio anche a te!!” gli dissi avvicinandomi e dandogli così anche a lui un bacio sulla guancia “Ora siete pari!!” conclusi ridendo da quella situazione.
“Eh si, ora va meglio anche per me!!” iniziò Nick ritornando raggiante; poi si sporse per vedere la mia camera e notò Brian che fino a quel momento aveva assistito alla scena in silenzio e continuò dicendo “Ma lui che ci fa qui??” concluse con fare seccato.
“Beh, veramente lui è stato il primo a darmi il buongiorno!!” risposi voltandomi verso il diretto interessato e sorridendogli dolcemente, poi continuai “Ragazzi che ne dite di scendere in cucina?? Ho un leggero languorino!!” conclusi continuando a sorridere a tutti e tre cercando di evitare che si fulminassero con gli occhi.
Non aspettai risposta che già mi stavo incamminando per le scale, seguita dai tre, pensando a cosa sarebbe successo se Alex e Nick non avessero disturbato quel momento tra me e Brian.
 
Arrivati in cucina trovammo i due sposini intenti a coccolarsi sul tavolo. Fu Nick come al solito a disturbarli dicendo:
“Ehm, ehm!!” come per schiarirsi la voce “Non ne avete avuto abbastanza di tempo ieri notte per queste smancerie??” concluse un po’ disgustato.
“Beh sai Nick, quando avrai una moglie o una ragazza così bella la sera non basta mai per queste cose!!” gli rispose Howie dando un ultimo bacio a Leigh per poi iniziare a gustare il suo caffè.
A quella affermazione sorrisi…finalmente Howie aveva avuto una piccola rivincita su Nick.
Così iniziammo a fare colazione con degli ottimi pancakes preparati da Leigh e una tazza di caffè.
“Beh, ragazzi oggi che facciamo?? Io avevo intenzione nel pomeriggio di andare a cavallo visto che qui vicino c’è un mio amico che ne ha vari e sarà sicuramente d’accordo nel prestarceli per un pomeriggio…però riguardo ad adesso non saprei proprio…voi che avevate in mente??” concluse poi guardandoci uno per uno negli occhi.
“Io sono d’accordo per quanto riguarda il pomeriggio!! Ho sempre adorato andare a cavallo!!” iniziai sorridendo e poi continuai “Per quanto riguarda adesso non saprei nemmeno io anche se…” mi fermai e poi continuai “…io sarei impegnata!!” conclusi lasciando tutti a bocca aperta.
“E che impegno avresti??” mi chiese Brian incuriosito, mentre gli altri annuivano a quella domanda.
“Beh…volevo ringraziarvi per questa splendida settimana e anche per l’invito qui…e per farlo avevo in mente di preparare qualcosa per pranzo in stile romano!!” gli risposi sorridendo.
“Ma no, dai Jè, non ti devi preoccupare!! È stato un piacere per noi averti qui e soprattutto averti conosciuta durante questa settimana!!!” mi rispose Leigh sorridendo e abbracciandomi.
“Leigh così mi fai arrossire!! Ma mi fa piacere farlo!! In un modo vi devo pur ringraziare no?!” gli dissi sempre sorridendo.
“Ok! Però se ti serve una mano chiamami!!!” mi rispose Leigh.
“Non ti preoccupare…pensa a Howie!!!” gli risposi maliziosamente, poi continuai “Allora ragazzi, voi uscite, mentre io rimango qui a cucinare! Tornate per l’una e mezza che dovrebbe essere tutto pronto!!” conclusi sempre sorridendo.   
“Ok, grazie principessa!!” mi disse Nick avvicinandosi e dandomi un bacio sulla guancia.
“Eh si, grazie infinte my lady!!!” mi disse Alex dandomi anche lui un bacio sulla guancia.
Preso dalla situazione anche Howie si avvicinò e mi disse:
“Grazie veramente Jè!!” si stava avvicinando anche lui per darmi un bacio sulla guancia quando Leigh lo prese per un orecchio e lo allontanò dicendo seria quasi rimproverandolo:
“Amore ti ricordo che sei sposato!!”
“Ma…” non lo fece replicare che continuò dicendo:
“Niente ma…ora preparati ad una ‘dolorosa’ punizione!!!” concluse Leigh trascinandolo fuori dalla cucina sempre per l’orecchio e facendomi l’occhiolino maliziosamente.
Eravamo rimasti solo io e Brian in quella cucina in un religioso silenzio, fino a che Brian non proferì parola:
“Piccola ormai sei diventata una di famiglia!! Ti vogliono tutti un gran bene!!” mi disse sorridendo.
“Non sai quanto sono felice delle tue parole!! State diventando veramente come una seconda famiglia per me…anche se questo lo eravate già da molto tempo, a vostra insaputa però!!” iniziai a ridere dalle ultime parole che avevo detto.
“Eh, già!!” disse lui ridendo, poi continuò “Grazie per tutto!!” concluse mentre si stava avvicinando sempre più a me.
“Beh Bri, dovrei essere io a ringraziarti per…” mi appoggiò un dito sulle labbra impedendomi di continuare a parlare e man mano la distanza tra i nostri volti stava sempre di più riducendosi fino ad arrivare a qualche millimetro, quando…
“FRICK, ALLORA?? TI DECIDI A VENIRE?? STIAMO ASPETTANDO SOLO TE PER ORGANIZZARE LA MATTINATA!!!” era la voce di Nick proveniente dal salotto.
A quelle parole Brian, seccato, si allontanò leggermente da me per poi darmi un bacio sulla guancia e dirmi:
“Beh piccola, mi chiamano!! Ci vediamo dopo!!” mi disse sorridendo. Se ne stava per andare quando si voltò e continuò “E mi raccomando se proprio devi avvelenare qualcuno con il pranzo, risparmiami!!” concluse ridendo.
A quelle parole gli feci una linguaccia, mentre lui già era sparito dietro la porta della cucina.
 
Ero rimasta sola in casa, erano usciti tutti anche Leigh e Howie. Così mi guardai intorno nella cucina e notai uno stereo vicino al frigorifero. Mi ricordai di aver visto il giorno prima una serie di cd in salotto, così andai lì ed ecco…proprio il cd che cercavo: Unbreakable. Lo presi e lo inserii nello stereo.
Ora ad accompagnarmi durante quella mattina in veste di cuoca, c’erano le loro voci, le loro canzoni con le loro melodie. Tutto questo mi aveva sempre dato ispirazione in tutto.
Così con quelle melodie che pian piano si diffondevano nella casa, iniziai a pensare a cosa preparargli di tipico romano.
Alla fine decisi di fare come primo una bella carbonara, sicuramente avrei fatto ancora di più colpo su Alex, poi come secondo saltimbocca alla romana accompagnati da insalata e altre verdure e per concludere un bel ciambellone bianco e nero.
Così con quell’idea iniziai a prendere i vari ingredienti, ringraziando il cielo che c’erano tutti, altrimenti avrei dovuto cambiare tutto il menù, e mi misi all’opera, sperando di fare in tempo con il tutto.
Mentre preparavo i vari pasti, cantavo appresso al cd e improvvisavo dei piccoli passi di danza. Se qualcuno mi avrebbe visto, ora sarei a cantare in un manicomio!
La preparazione del pranzo stava andando a gonfie vele: avevo appena infornato il preparato per il ciambello, le varie verdure erano condite e poste sul tavolo, i saltimbocca erano pronti in padella, il ‘condimento’ per la pasta era pronto e quest’ultima l’avevo appena messa in pentola. Ora dovevo solo aspettare.
Così iniziai ad apparecchiare la tavola, mentre cantavo:
“  You’re always walking away…One step and everything’s over…So you’re running back to me…You say I let you down…” il tutto accompagnato da qualche passo di danza improvvisato.
Quando, continuando a cantare, mi voltai verso la porta della cucina e rimasi di sasso. Erano tutti lì che mi fissavano sorridenti. Che vergogna!! In quel momento mi sarei sotterrata nel profondo della Terra.
“Ehm, scusate!!” gli dissi grattandomi la testa ed andando ad abbassare il volume dello stereo.
“Non ti preoccupare!! Stavi andando alla grande!!” mi disse Brian sorridendomi “Potresti unirti al nostro gruppo!!” concluse iniziando a ridere.
“Beh, non sarebbe una cattiva idea!! Così prenderesti il posto di una certa persona, non faccio il nome, che mentre balla cade dalle sedie!!” disse Nick iniziando a indicare con l’indice Brian senza farsi accorgere dal diretto interessato.
A quell’affermazione tutti scoppiarono a ridere tranne Brian che non capiva a chi si stava riferendo.
“Scusate ragazzi, ma chi è caduto??” chiese Brian con fare interrogativo.
“Ma come chi è caduto?! Non ti ricordi ‘Unmistakable’, sedie e botto?!” disse Alex incredulo dall’evidente espressione di Brian che non riusciva a ricordare.
“Evidentemente quella caduta gli ha procurato qualcosa alla testa!” iniziò Nick ridendo e poi portando la mano chiusa a pugno sulla testa di Brian continuò “Toc, toc! C’è nessuno?!” concluse ancora di più ridendo contagiando anche gli altri.
“Ah, ah! Spiritoso!!” gli rispose Brian facendo la linguaccia e poi continuando “Penso che questa domanda la dovresti fare alla tua testa!!” concluse serio ma trattenendo a stento le risate.
Per evitare che succedesse qualche cosa tra i due, dissi:
“Va bene ragazzi, ora è meglio se iniziamo a mangiare!! È già tutto pronto!”
“Ok! Forse è meglio!!” rispose Leigh iniziando a mettersi seduta seguita da Howie e dagli altri, poi continuò “Che cosa ci hai preparato di buono?” concluse leggermente incuriosita.
“Beh, per primo, per la gioia di Alex,” iniziai guardandolo e sorridendo “ho preparato la carbonara!! Poi…” non riuscii a finire che Alex si alzò di scatto e mi abbracciò dicendo:
“Jè io ti sposo!!!”
A quella affermazione divenni rossa con un sorriso a 132 carati stampato in volto, mentre gli altri, soprattutto Brian e Nick, lo fulminavano con lo sguardo.
“Per così poco?!” gli risposi sorridendo per poi continuare “Vabbè poi per secondo dei saltimbocca alla romana accompagnati da verdure varie ed infine il dolce che è ancora in forno!!” conclusi sempre sorridendo.
“Hai fatto le cose in grande!!” mi rispose Leigh “Che aspettiamo a mangiare??!!” concluse sorridendomi.
Così ebbe inizio quel pranzo, durante il quale ricevetti i complimenti da tutti, soprattutto da Alex che non faceva altro che ringraziarmi per la carbonara.
Alla fine, dopo aver sistemato la cucina, ci preparammo per quel pomeriggio a cavallo, l’ultimo di quel week-end tra amici.
Ma cosa sarebbe successo?? E come sarebbe andato il viaggio di ritorno a New York???
 

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Capitolo 15
*** capitolo quindici ***


15° capitolo
Ormai eravamo tutti pronti, così uscimmo dal villino a piedi, poiché Howie aveva detto che la casa del suo amico era poco distante da lì.
Durante la passeggiata Alex e Nick non facevano altro che scherzare tra di loro per cercare di attirare la mia attenzione, ma senza riuscirci dato che non toglievo gli occhi da quel fantastico paesaggio e ogni tanto davo un’occhiatina a Brian che la maggior parte delle volte se ne accorgeva e mi sorrideva. Che figura!!
 
Dopo nemmeno dieci minuti, arrivammo al villino dell’amico di Howie che subito notandoci, ci disse:
“Ciao Howie! Come va?? Vedo che hai portato con te un po’ di amici!!” concluse sorridendo.
“Ciao George!! Tutto bene grazie!! Comunque questi sono rispettivamente…” iniziò presentandoci “ …Leigh, mia moglie che conosci, loro sono Nick, Alex e Brian, gli altri componenti del gruppo, ed infine lei è Jessica, un’amica italiana di Brian!!” concluse sorridendogli.
“Ciao a tutti e piacere di conoscervi!! Come ti posso essere d’aiuto??” disse George sempre sorridendo.
“Beh, veramente ti volevo chiedere se ci potevi, diciamo, prestare dei tuoi cavalli per un giretto qui intorno al lago!” rispose Howie in leggero imbarazzo.
“Non c’è problema Howie!! Sono più che felice che me l’abbia chiesto!!” iniziò George, poi continuò “Però…” ecco ci doveva essere sempre un ‘però’ “….me ne sono rimasti solo quattro e voi siete in sei…” concluse quasi con tono triste.
“Non ti preoccupare George! In un modo o nell’altro ci arrangeremo!! Grazie davvero!!” rispose Howie in tono rassicurante.
“Ok! Grazie a te!!”
Così dicendo George ci condusse nella stalla dove c’erano quatto fantastici cavalli.
“Ragazzi io vi lascio!! Mi raccomando riportatemeli tutti interi!!” disse George scoppiando a ridere e lasciandoci lì nella stalla.
“Allora come facciamo?? Noi siamo in sei e i cavalli sono in quattro!!” disse Nick grattandosi la testa come per pensare.
“Ma bravo Frack!! Sai contare!!!” gli rispose Brian in tono ironico.
A quell’affermazione scoppiai a ridere.
“Beh, veramente l’ha detto prima George!!” disse imbarazzato Nick.
“Ah…ecco come fu!! Ora è tutto chiaro!!” continuò Brian prendendolo in giro.
Scoppiammo tutti a ridere, fino a che Howie, tornato serio, disse:
“Ragazzi, a parte gli scherzi, come si fa?? Io avrei in mente che Leigh viene con me su un cavallo e poi Jessica potrebbe andare insieme…” non riuscì a terminare la frase che Alex e Nick dissero in coro:
“A me!!” poi si guardarono con sguardo di sfida e, sempre in coro, continuarono “No, a me!!”
Era nata una vera lotta tra i due e la causa, come sempre, ero io. Mi dispiaceva vederli così però da una parte erano davvero buffi.
“Vi prego ragazzi finitela, non mi sembra il caso!!” gli dissi sorridendo.
A quelle parole si fermarono entrambi e, voltandomi verso Brian, notai in lui una aria triste, così senza pensarci due volte dissi:
“Per non deludere nessuno dei due e in modo che nessuno abbia rancore nei confronti dell’altro…” sorrisi ad entrambi “…vado a cavallo con Brian!!!” mi voltai verso il diretto interessato e conclusi sempre sorridendo “Sempre se per te va bene!”
In quel momento Brian cambiò totalmente espressione: il volto malinconico venne vivacizzato da un radioso sorriso di quelli che solo lui sapeva fare.
“Ma certo che per me va bene piccola!!” mi rispose con quell’espressione.
Non ci potevo credere per la prima volta mi aveva chiamata ‘piccola’ davanti a tutti!
“Bene ora che si è risolto tutto, che aspettiamo ad andare?!” disse Howie aiutando Leigh a salire in sella e poi raggiungendola.
A quelle parole montai anche io in sella seguita da Brian.
Salita sul cavallo mi voltai verso Nick e Alex che stavano parlottando e ogni tanto si voltavano verso Brian con sguardi come per dire ‘Ce la pagherai!’. A quella vista tra me e me pensai sospirando ‘Ecco ho combinato un guaio! Era meglio se rimanevo al villino di Howie!’, ma ora ero lì e speravo che quei due non facessero dei brutti scherzi a Brian.
Con la mente sommersa da quelle preoccupazioni, non mi resi conto che già eravamo usciti dalla stalla e ancora Nick e Alex non avevano fatto nessuna mossa avventata contro Brian fino a che…
“Ragazzi che ne dite di fare una gara?” disse Nick maliziosamente con sguardo di intesa rivolto verso Alex “A chi arriva prima al piccolo molo lì giù!!” continuò indicandolo, poi concluse “Ci state??”
Ecco lo sapevo. ‘Ti prego Bri non accettare!’ mi ripetevo in testa preoccupata, ma la mia preghiera non fu esaudita infatti…
“Io ci sto!! Preparatevi a perdere!!” gli rispose Brian già con tono trionfante.
“E tu Howie??” gli chiese Alex.
“Io no…farò da giudice insieme a Leigh e intanto decideremo quale sarà la penitenza per i due perdenti e il premio per il vincitore!” rispose Howie sogghignando insieme a Leigh, poi continuò “Noi ora andiamo lì al molo e quando vedrete Leigh sventolare un fazzoletto partirete!”
I tre annuirono e, dopo ciò, Howie se ne andò verso il molo.
Intanto Alex mi disse:
“Tu che fai bellezza?”
Bella domanda…ora che facevo io? Pensai un attimo e poi risposi:
“Gareggio con Brian!” come se fosse la cosa più ovvia e scontata.
A quell’affermazione si voltarono tutti verso di me: Alex e Nick mi fissavano a bocca aperta meravigliati, mentre Brian mi guardava sorridendo dolcemente.
“Benvenuta in squadra piccola!” mi disse Brian sempre sorridendomi e dandomi il cinque.
 
Ormai Howie era arrivato al molo e poco prima che la gara iniziasse, Brian mi disse:
“Piccola è meglio se ti tieni bene a me!! Vinceremo a tutti i costi questa gara!!” così dicendo afferrò le mie braccia e le strinse intorno alla sua vita.
A quel tocco, così semplice e delicato, entrai in stato di trance…ero circondata da cuoricini e da petali di fiori che, leggeri, venivano trasportati dal vento. Mi sembrava di stare in una scena romantica di un cartone animato. Possibile che un suo tocco così naturale mi facesse questo effetto??
Tornata del tutto cosciente, mi accorsi che la gara era iniziata e Alex era in leggero vantaggio rispetto a noi e Nick. Sin dall’inizio era un testa a testa tra tutti: in un momento io e Brian eravamo in vantaggio, dopo qualche secondo Nick ed infine Alex.
A quanto vedevo nessuno dei tre voleva perdere, stavano facendo di tutto per vincere. Non capivo proprio quel comportamento…era una banalissima gara tra amici o per loro c’era un altro scopo sotto? Boh, vai a capire gli uomini!
Con questi pensieri notai che mancavano poco più di dieci metri al traguardo e ancora c’era un testa a testa tra i tre, fino a che…
“Piccola stringiti forte!” mi disse Brian.
Non feci in tempo a rispondere che Brian, dando un colpo con il piede al cavallo, fece aumentare la corsa dell’animale lasciando completamente indietro e soprattutto sbalorditi Nick e Alex.
In pochi minuti raggiungemmo il traguardo per primi, e, quando arrivarono anche Alex e Nick, Howie disse:
“Complimenti Brian e Jessica…” mentre si complimentava tra me e me pensai ‘Certo io non ho fatto niente, però i complimenti non fanno mai male!’ a quel pensiero sorrisi, intanto Howie continuò “…è stata davvero una bella gara, combattuta fino all’ultimo! Bravissimi ragazzi!” terminò sorridendo.
“Certo che era più bella se vincevo io!” disse Nick in tono triste.
“Dai bro, alla prossima gara lo batteremo! Stanne certo!!” gli disse Alex dandogli delle pacche sulla spalla come per rincuorarlo, poi continuò “Bro ti faccio i miei complimenti! Ci hai stracciati!” concluse rivolto a Brian.
“Ma grazie ragazzi! Beh per una volta sono riuscito a battervi! Poi avevo con me Jessica…” concluse sorridendo e portando verso di me l’attenzione di tutti.
Non capivo il significato delle ultime parole, io in sostanza non avevo fatto niente.
“Ma veramente io…” iniziai ma venni subito bloccata da Brian che mi diede un bacio sulla guancia. Per la seconda volta nell’arco di nemmeno mezz’ora ero rientrata in trance e sicuramente ero diventata rossa in volto per l’imbarazzo.
A porre termine a quel momento, fu Howie che disse:
“Vabbè ragazzi è meglio se riportiamo i cavalli a George che dobbiamo preparare tutto per tornare a New York!”
 
Così, dopo aver ridato i cavalli dall’amico di Howie, ci incamminammo verso il villino. Anche questa volta mi ritrovai a guardare quello splendido paesaggio che mi si mostrava davanti agli occhi.
In poco tempo ci ritrovammo nella casa e mi recai subito in camera per rifare la valigia. In un tempo record sistemai il tutto e scesi in cucina dove trovai Leigh che trafficava tra i fornelli.
“Hey Leigh, che fai?” le chiesi sorridendo.
“Oh Jè, preparo del thè. Ne vuoi una tazza?” mi rispose contraccambiando il sorriso.
“Si, grazie!”
Così dicendo presi la tazza con la bevanda calda iniziando a sorseggiarla pian piano.
“Senti Jè, mi togli una curiosità?” mi chiese Leigh.
Non le risposi, mi limitai a fare un cenno di consenso con il capo, così mi disse:
“Ma tu e Brian?!” non riuscivo a capire quella domanda e Leigh se ne accorse “Insomma siete amici o qualcosa di più? A me lo puoi dire!” concluse sorridendo con fare rassicurante.
“Beh…veramente siamo solo amici…anche se io…” ma cosa stavo dicendo…amici e basta…non lo deve sapere quello che provo.
“Anche se tu…??!!” mi disse con fare sempre più curioso.
Dovevo assolutamente cambiare discorso.
“Io??!! Niente!!” le risposi ma non la convinsi “Vabbè Leigh intanto che i ragazzi finiscono di prepararsi vado a farmi una passeggiata al lago!!”
Non le diedi il tempo di rispondere che uscii dalla cucina per poi rientrare rapidamente dicendo:
“Ah…dimenticavo questo!!” presi la tazza con il thè e riuscii dalla stanza.
Stavo aprendo la porta d’entrata della casa quando Leigh quasi urlando dalla cucina mi disse:
“Jessy sappi che non mi convinci!!”
A quelle parole chiusi la porta e a bassa voce dissi:
“Lo so…ma non posso…”
 
Con vari pensieri nella testa mi recai al lago dove c’era una panchina. Mi sedetti e con in mano la tazza ancora calda contemplai quel panorama che durante quei due giorni aveva attirato la mia attenzione. La scena era sensazionale ed emozionante: il lago circondato da alberi, le chiome dei quali si muovevano all’unisono grazie alle leggere brezze che iniziavano a spirare ed infine il sole che stava tramontando che aveva colorato il cielo di un leggero arancione. Era tutto fantastico!
Iniziai così a ripensare alla settimana appena trascorsa e a quella situazione surreale che ora, per fortuna, si era risolta.
Ora che era tornato tutto alla normalità dovevo tornare in Italia, avevo lasciato tutto così all’improvviso, anzi, più che altro, non ero proprio in me quando ero partita. A quel pensiero iniziai a ridere da sola anche perché nella mia mente si erano riproposte le immagini delle varie ‘disavventure’ che Brian aveva dovuto passare nel mio corpo, primo fra tutti il bacio con Nick.
Ripensando ai giorni trascorsi nel corpo di Brian mi ritornò in mente la telefonata di Martina e il modo brusco con il quale l’avevo terminata, sicuramente Brian mi avrà presa per pazza! Così senza pensarci due volte presi il cellulare e iniziai a chiamare.
Uno, due, tre squilli…niente fino a che…
“Pronto?!”
“Ciao Martina! Da quanto tempo che non ci si sente!” le dissi ridendo.
“Scusi ma lei chi è?” mi rispose con fare serio.
“Dai Martina non fare così! Lo so che non mi sono fatta sentire e quando mi hai telefonato ti ho letteralmente agganciato in faccia, ma diciamo che non ero in me nel vero senso della parola.” le risposi cercando di convincerla.
“Ma si può sapere lei chi è?” mi disse sempre più insistente.
“Sono Jessica scema!” le risposi seccata.
“Ma come si permette di parlarmi così? E poi io non conosco nessuna Jessica!” iniziò quasi con tono alterato, poi continuò “Marty conosci una Jessica tu?” rivolta all’altra mia coinquilina. Aveva messo il vivavoce.
“No…anche se…no non la conosco perché?” le aveva risposto Marty.
“Dai ragazze!! Vi scongiuro!! Non fate così!! Non mi sono fatta sentire solo per qualche giorno, ma ora ho chiamato!!” dissi ad entrambi quasi scongiurando.
Ci fu un attimo di silenzio fino a che…
“Vabbè Jè, però ci hai fatto preoccupare!! Non ti sei fatta sentire e poi quando ti ho telefonato quasi non ti ricordavi come mi chiamavo!” mi disse Martina con tono preoccupato.
“Beh, in quel momento, diciamo, che non ero in me! Vi racconterò tutto quando torno, anche se sicuramente non mi crederete!”
“Ah, a proposito, quando torni?? Che ti ricordo che devi fare degli esami all’università e poi, sai, ora non è più la stessa cosa alzarsi e non sentire le canzoni dei Backstreet boys!” mi disse Martina quasi ridendo.
“Non saprei, vi faccio sapere! E comunque se sei in astinenza non ci vuole niente ad inserire il cd nello stereo!” le risposi quasi seria, ma trattenendo le risate a stento.
“Ma anche no!! Sono stata una settimana in pace senza la voce di quei quattro esseri e non voglio rinunciare a questa pace!!” era Marty sempre la solita.
“Vedo che non sei cambiata di una virgola, eh?!” le dissi io poi scoppiando a ridere seguita dalle due.
“Vabbè ragazze ora vi lascio! Vi farò sapere quando tornerò! Baci vi voglio troppo bene!!”
“Ok! Baci! E non combinare guai lì in America!” mi risposero in coro e poi riagganciai.
  
Così, dopo quella telefonata, iniziai a contemplare di nuovo il paesaggio pensando a quando sarei tornata in Italia. Mi sarebbe mancata troppo quella vita.
Immersa nei miei pensieri non mi accorsi che insieme a me c’era qualcun altro. Mi voltai e trovai Brian al mio fianco che mi fissava.
“Hey Bri! Non mi ero accorta della tua presenza!” gli dissi quasi imbarazzata “Da quanto sei qui?” conclusi sorridendogli.
“Beh, da un po’! Ma se disturbo posso ritornare dagli altri!” mi rispose sorridendo e già iniziando ad alzarsi.
Gli afferrai il braccio e leggermente lo tirai a me facendo in modo che si risiedesse.
“Ma no che non mi disturbi! È solo che stavo pensando…” gli dissi poggiando la mia testa sulla sua spalla e osservando il tramonto.
“All’Italia, vero?” mi chiese come se già sapesse la risposta.
“Si, ora che si è tutto sistemato devo proprio tornare. Ho lasciato tutto così all’improvviso…l’università, le mie amiche…tutto insomma…” gli risposi quasi in tono triste.
“Lo so, piccola! Ma facciamo così…” iniziò prendendo il mio volto tra le sue mani “…rimani un’altra settimana giusto per ammirare la bellezza della Grande Mela e poi tornerai in Italia, ok piccola?” concluse guardandomi fissa negli occhi.
Mi ero persa nell’azzurro dei suoi occhi…ma come facevo a dirgli di no?
“Ok, mi hai convinto Bri!” gli risposi sorridendo dolcemente per poi continuare “Però ora penso che sia il caso di rientrare. Ci avranno dati per dispersi gli altri!!” conclusi ridendo.
Così dicendo tornammo dagli altri e finalmente partimmo per far ritorno a New York.
 
Il viaggio di ritorno andò benissimo.
Sull’aereo da una parte c’erano Leigh e Howie appartati a coccolarsi e dall’altro Brian, Nick e Alex intenti a giocare alla Playstation. Erano sempre in competizione quei tre. Così decisi di intrufolarmi anche io nella partita.
“Ragazzi gioco anche io!! Preparatevi a perdere!!” gli dissi ridendo.
A quelle parole si voltarono tutti verso di me allibiti.
“Oddio che ho detto??!! Vabbè se non sono ben accetta lo potete anche dire!!” gli dissi seccata.
Mi ero voltata quando…
“Dai piccola puoi giocare!! Ma ti avverto che sarà dura contro di noi!!” mi disse Brian maliziosamente.
“Ah, bene! Allora giochiamo e vedremo chi vince!!” gli risposi con il suo stesso tono.
Iniziammo a giocare e all’inizio il primo posto era conteso fra i tre ragazzi, mentre io ero ultima, ma alla fine con un asso nella manica vinsi e festeggiai la vittoria insieme a Leigh che nell’arco della partita mi aveva incoraggiato.
“E le donne vincono sempre!!!” disse Leigh dandomi il cinque.
“Ma è stata solo fortuna!!” disse Nick seccato, mentre gli altri tre annuivano a quell’affermazione.
“Si come no! Fatto sta che ho vinto!” gli risposi facendogli la linguaccia.
In quel momento vidi confabulare i tre ragazzi qualcosa. Che avevano in mente?
Ad un tratto si voltarono verso me e Leigh guardandoci in modo malizioso e man mano avvicinandosi. A quella vista dissi a Leigh:
“Socia forse è meglio iniziare a….SCAPPARE!!”
Così dicendo ebbe inizio una vera e proprio rincorsa, maschi contro femmine, che terminò con l’atterraggio dell’aereo.
 
Finalmente eravamo sotto casa di Brian per i saluti.
“Ragazzi ci vediamo domani alle prove!! Mi raccomando Brian, puntuale!!” disse Howie serio ma ridendo sotto i baffi.
“Si ok, sarò puntuale!! Grazie per lo splendido week-end!! A domani!!” rispose Brian.
“Grazie veramente Howie e Leigh!! Sono stata veramente bene in questi due giorni!! A domani!!!” dissi io sorridendo.
Così mi recai insieme a Brian ad aprire il cancello quando mi sentii bloccare…
“Bellezza ci vediamo domani!! Ricordati dell’appuntamento!!” era Alex che mi diede un bacio sulla guancia e mi lasciò andare.
Era vero l’appuntamento, me ne ero proprio dimenticata.
Salita in casa mi distesi subito sul letto pensando a quell’appuntamento e mi addormentai poco dopo con quel pensiero.
Ma cosa sarebbe successo il giorno dopo?? E soprattutto come sarebbe andato quell’appuntamento con Alex??
      

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Capitolo 16
*** capitolo sedici ***


16° capitolo
Un altro giorno ebbe inizio e come al solito rimasi sul letto cercando di riaddormentarmi. Non avevo proprio voglia di svegliarmi quel giorno!
Ma niente, il mio destino, almeno per quella volta, era di non dormire fino a tardi e di svegliarmi presto, infatti…
“Ehi dormigliona sveglia!!” era Brian.
“No ti prego, un altro po’!” gli risposi rigirandomi nel letto.
“Dai ho preparato la colazione. È bella calda!” mi fece notare con aria soddisfatta di quello che aveva fatto.
“Può anche aspettare la colazione!!” obbiettai affondando ancora di più il capo sul cuscino.
“Ah, è così che la metti?!” replicò Brian alzandosi dal letto e uscendo dalla stanza.
Quel tono non aveva niente di rassicurante, ma non ci feci caso così mi riaddormentai. Quel mio riposo durò ben poco dato che Brian rientrò nella stanza e disse:
“Sei proprio sicura di non volerti alzare??” con tono malizioso.
Non gli risposi, mi limitai a rigirarmi nel letto, al che Brian continuò:
“Allora te la sei cercata!”
In men che non si dica mi ritrovai la testa e i capelli bagnati…mi aveva gettato addosso un bicchiere di acqua congelata. A quel contatto con l’acqua fredda mi alzai di scatto incredula di quello che Brian aveva appena fatto. Dopo un attimo di incredulità, mi voltai con lo sguardo verso quel ragazzo dall’apparenza un santarellino che mi aveva fatto quel brutto scherzo di prima mattina che intanto se la rideva di gusto.
“BRIAN THOMAS LITTRELL MA CHE TI È SALTATO IN TESTA?? TI SEI AMMATTITO DI PRIMA MATTINA?? TI PARE IL MODO DI SVEGLIARE UNA RAGAZZA??” gli dissi urlando in tono di rimprovero.
“Beh per una ragazza qualunque no…ma se la ragazza in questione è PIGRA COME TE,” accentuò queste parole “ non c’è nessun modo migliore di questo per svegliarla!” concluse serio.
A quelle parole lo fulminai con lo sguardo e poi dissi infuriata:
“PIGRA A CHI??” mi fermai per poi continuare “TI CONVIENE SCAPPARE ALTRIMENTI ANDRAI ALLE PROVE CON QUALCHE COSA DI ROTTO, SEMPRE SE CI ARRIVERAI ALLE PROVE!!!” conclusi alzandomi dal letto e iniziando a rincorrerlo per tutta la stanza.
Ad un certo punto della rincorsa mi bloccai. Passando davanti alla specchio notai una cosa anomala nella mia figura riflessa.
“Oh mio dio!!” rimasi a bocca aperta davanti allo specchio “Hai visto come hai ridotto i miei capelli?? Si sono tutti ammosciati! BRI HAI PASSATO IL LIMITE! GIURO CHE OGGI SARÀ IL TUO ULTIMO GIORNO DI VITA!!” mi fermai cercando in tutti i modi di sistemare i capelli senza riuscirci “Dì LE TUE ULTIME PREGHIERE!!!”
Così dicendo ripresi a rincorrerlo ora per tutta casa ma non riuscii a capire il motivo per cui Brian si stava recando all’entrata della casa.
“Bri mi dispiace ma non vale scappare uscendo di casa!!” gli dissi ridendo.
“Ma veramente io non volevo scappare! Volevo solo andare alla mia cappella di fiducia per dire le mie ultime preghiere e così salutare per l’ultima volta il parroco e perché no, parlargli anche del mio imminente funerale!” mi rispose.
“Spero che stai scherzando, vero???” gli chiesi interrogativa non essendo certa che la sua risposta fosse un si.
Brian, dal canto suo, scoppiò in una fragorosa risata e disse tra un sogghigno e l’altro:
“Sei troppo buffa!! Non puoi immaginare l’espressione che hai!! Lo ripeto sei troppo buffa!! Poi con quella nuova acconciatura!!” terminò la frase e scoppiò ancora a ridere.
“Ma la finisci di ridere?? Non infilare il dito nella piaga!! Me ne sono accorta da sola di come ho i capelli per colpa TUA!!! E poi non è divertente!” gli risposi seccata mettendo il broncio.
“Io non credo proprio!! È troppo divertente!! Guarda con i tuoi occhi!!” mi rispose prendendo uno specchio e alzandolo in modo che io vedessi la mia immagine riflessa.
Mi voltai piano verso quell’oggetto squadrato e iniziai anche io a trattenere a stento le risate…ero davvero buffa!
“Avevi ragione Bri!” continuai a ridere “Però ora che ne dici di fare finalmente colazione?? Mi ricordo che qualcuno mi ha detto che l’ha preparata!” gli dissi facendo l’indifferente e incamminandomi verso la cucina.
“Ma…ma quindi non è più il mio ultimo giorno di vita oggi??” mi rispose serio.
Gli feci cenno di no con il capo divertita da quella situazione e lui continuò dicendo:
“Mannaggia mi stavo preparando psicologicamente e soprattutto stavo elaborando mentalmente il discorso da scrivere nel testamento dove cedevo tutto in beneficenza! Pazienza sarà per un'altra volta!!”
“Dico io ma sei scemo o cosa?? Pensavi veramente che ti avrei ammazzato?? Ma lo sai che io ti…” ma che cosa sto dicendo…Jessica fermati prima di combinare un guaio.
“Che tu??” controbattè incuriosito avvicinandosi sempre di più a me.
Ecco non ne combino una giusta! Jessica pensa…lampo di genio:
“Che io…ti voglio un mondo di bene!!” gli sorrisi.
“Ah…” mi rispose un po’ deluso.
“Ma che è quella faccia?? Non ti sta bene che ti voglio bene?? No perché dovrei odiarti per quello che mi hai fatto oggi!!” replicai seccata quasi offesa.
“Ma no piccola non fare così!! Anche io ti voglio un mondo di bene…” mi dissi consolandomi con un bacio sulla guancia “…che tu nemmeno te lo puoi immaginare!!”
A quelle ultime parole assunsi una faccia interrogativa…non riuscivo a capire il senso.
Vedendomi così Brian divenne rosso in faccia come imbarazzato e cercò in tutti i modi di deviare il discorso su quelle ultime parole da lui pronunciate riuscendoci solo…
“Piccola ma non avevi fame??” mi disse sorridendo sperando in una mia risposta affermativa.
“Beh effettivamente…” gli risposi alzando gli occhi al soffitto.
A quella mia affermazione Brian diede un sospiro di sollievo.
Così senza avere delle risposte andammo in cucina a fare quella colazione ormai raffreddata da un pezzo.
 
Dopo aver fatto colazione ed esserci preparati, finalmente ci recammo al palazzo per le prove che per la prima volta non ero io che dovevo fare.
Arrivati, come ormai di consuetudine, erano tutti lì ad aspettarci.
“Frick ormai non c’è più niente da fare con te!! Ti nominiamo ufficialmente ‘Ritardatario dell’Unbreakable tour’!!” era Nick con il suo solito umorismo.
Scoppiarono tutti a ridere compresa io, mentre Brian faceva l’offeso.
“Ah ah ah…molto divertente!! Allora tu Nick?? Che nell’arco della carriera dei Backstreet boys solo ora riesci ad essere puntuale??” rispose Brian in tono di sfida.
Come al solito litigavano, ma che gli prendeva??
“Dai ragazzi basta! Brian è solo un soprannome e tu Nick non puntualizzare ogni volta!” dissi ad entrambi cercando di riappacificarli “E ora che ne dite di andare a fare le prove?” conclusi sorridendo cercando di placare gli animi di quei due.
Così dicendo i due, senza replicare, si stavano dirigendo in sala, mentre Howie mi si avvicinò.
“Grazie mille Jessy!! Per una volta mi hai risparmiato il duro compito di riappacificare quei due!! Vabbè ora vado! Ci si vede dopo!” mi sorrise e poi si allontanò.
Intanto anche Alex mi si era avvicinato e non appena eravamo rimasti soli mi disse:
“Allora bellezza oggi alle 16 pronta che ti vengo a prendere!! Pomeriggio di puro divertimento con il qui presente Mr McLean!!”
“Ok Mr McLean!! Sarò pronta per quell’ora!!” gli risposi sorridendo dandogli un bacio sulla guancia dopo il quale se ne andò tutto contento verso la sala.
 
Ero rimasta da sola…e ora che facevo??
Proprio oggi che avevo bisogno di un po’ di compagnia, Leigh non c’era. Che potevo fare??
Senza pensarci tanto decisi di fare un giro turistico per le vie di New York anche perché non ne avevo avuto modo in quella settimana trascorsa se non per qualche giro per cose personali come il guardaroba e la spesa.
Così uscii e iniziai ad incamminarmi per le vie affollate della Grande Mela.
Ero affascinata da tutto ciò che mi circondava. Sembravo un piccolo insetto a confronto con quegli enormi grattaceli. Mi sembrava di vivere in un sogno: sin da piccola era il mio desiderio più grande visitare l’America in particolare New York, ma non ne avevo mai avuto modo. E ora per una situazione surreale ero lì e soprattutto ero proprio a casa dell’uomo più bello sulla faccia della Terra…ma che dico sulla faccia dell’Universo!!
C’era gente che correva da una parte all’altra della strada, che entrava e usciva da un negozio all’altro, era tutto in movimento…era proprio come me l’immaginavo!
Passeggiando notai una banca e così decisi di andarci per ritirare dei soldi, almeno così sarei riuscita a pagarmi il viaggio di ritorno per l’Italia.
Già l’Italia, un po’ mi mancava soprattutto le mie due amiche…chissà come stavano passando le giornate in mia assenza! Me le immagino…tutte le notti a rimorchiare nei locali! A quel pensiero sorrisi.
Intanto avevo ritirato un po’ di soldi, ma non riuscivo a capire il motivo per cui l’impiegata mi ripeteva di avermi già visto da qualche parte, eppure non assomiglio a nessuna persona famosa e soprattutto americana.
Con quel pensiero notai l’orario..era tardi!!!
Dovevo tornare a tutti i costi al palazzo delle prove!!
Così iniziai a correre per i grandi marciapiedi urtando per la maggior parte delle volte le varie persone che stavano tranquillamente passeggiando.
Arrivai con il fiatone al grande palazzo tale che la gente mi guardava spaventata come per dire ‘Oddio ora si sente male e sviene!’.
Entrata non trovai nessuno, mi spaventai, ma ad un certo punto si aprì la porta dello spogliatoio da dove uscirono loro quattro. Tirai un sospiro di sollievo e li raggiunsi.
“Ciao ragazzi! Come sono andate le prove??” gli dissi sorridendo ma ancora con un leggero fiatone.
“Diciamo bene, a parte che Brian non si ricordava nemmeno un balletto…” iniziò Howie dando un’occhiataccia al diretto interessato poi continuò “…ma a proposito cos’è quel fiatone??” concluse preoccupato.
“A no, niente…” gli risposi sorridendogli per rassicurarlo, poi continuai ricordandomi una cosa “Ma alla fine avete deciso il premio e la penitenza della gara a cavallo di ieri??” conclusi rivolta a Howie con aria sempre più incuriosita.
“Eh si, che avete deciso??” intervenne Nick più curioso di me appoggiato nella sua affermazione dagli altri due.
“Beh…veramente…” iniziò Howie grattandosi la testa come a disagio “…ieri ne stavamo parlando con Leigh sul letto…ma voi potete immaginare come sia andata a finire…” concluse ancora più imbarazzato di prima.
“Ma bravo il nostro Sweet D!!!” disse Alex improvvisando un applauso.
“Ci diamo da fare!! Fra un po’ avremo un piccolo Dorough!!” disse scoppiando a ridere, subito dopo tornando serio e dicendo questa volta rivolto a Brian “Anche tu ti dovresti dar da fare…soprattutto ora che hai in casa una ragazza così carina! Vabbè meglio per me!!” concluse portando lo sguardo malizioso su me.
Quelle parole avevano decisamente innervosito Brian che stava di lì a poco per rispondergli male, così intervenni dicendo:
“Vabbè non fa niente, però oggi pensateci ma, mi raccomando, non sul letto!!” scoppiai a ridere seguita dagli altri poi continuai “Ora però io e Brian dobbiamo andare! Ci vediamo domani! Ciao ragazzi!!”
Così ci salutammo e prima di uscire  mi voltai verso Alex e gli feci segno con la mano come per dire ‘Ci vediamo dopo!’.
 
Arrivati a casa, pranzammo in silenzio…da quando avevamo salutato gli altri non ci eravamo detti niente. Non capivo il suo comportamento, non riuscivo proprio a capire cosa gli prendeva. La mattina a casa tutto allegro con la voglia di scherzare, invece non appena arrivati dagli altri era come ammutolito e non riusciva a stare agli scherzi.
Così decisi di chiederglielo…
“Senti Bri ti posso chiedere una cosa??”
Non mi rispose si limitò ad un assenso con il capo.
“Mi spieghi cos’hai? Sei come ammutolito da quando siamo andati alle prove. C’è qualcosa che non va?” gli dissi allora leggermente preoccupata.
Anche questa volta non mi rispose, abbassò solo il capo iniziando a giocherellare con i bottoni della camicia.
“Ok, ho capito non ne vuoi parlare! Vabbè ti lascio solo, vado in camera a prepararmi per l’appuntamento con Alex! Però ricorda che se ti serve qualcosa ci sono…puoi dirmi tutto!” dissi alzandomi e regalandogli un sorriso.
Ma non riuscii a spostarmi nemmeno di un centimetro che mi bloccò afferrandomi il braccio…
“Aspetta! Ti prego…rimani un po’ qui accanto a me!” mi disse quasi implorandomi con lo sguardo e il tono della voce.
Così mi sedei di nuovo vicino a lui che si avvicinò appoggiando il capo sulla mia spalla. Rimanemmo così, nel più totale silenzio, per una decina di minuti.
Guardai poi l’orologio: era tardi, mi dovevo preparare. Così mi scostai, gli diedi un bacio sulla fronte come si fa con i bambini e mi recai in camera.
Lì mi iniziai a preparare pensando ancora a cosa frullasse nella testa a Brian, ma di nuovo non riuscii a capire il motivo di quel suo comportamento.
Pronta non ebbi il tempo di scendere che Alex suonò alla porta, così correndo per le scale, quasi cadendo, scesi e salutai Brian dicendogli:
“Bri ci vediamo stasera! Ti prometto che torno presto!”
Così dicendo gli diedi un bacio e uscii senza dargli il tempo di rispondere.
 
“Ciao Mr McLean!!” gli dissi sorridendogli.
“Ciao bellezza!! Sei bellissima!” mi rispose dandomi un bacio sulla guancia e aprendomi lo sportello della macchina.
“Grazie, ma così mi fai arrossire!” gli risposi decisamente arrossita in volto, poi continuai cercando di superare quel momento imbarazzante “Allora dove mi porti di bello??”
“Beh, lo vedrai!!” mi rispose in tono malizioso e mettendo in moto la macchina.
“Uffa, io sono curiosa!!” replicai imbronciata.
“Dai, dai che il tragitto non è lungo…fra poco vedrai!”
“Nemmeno un indizio?!” gli dissi con fare da bambina.
“Ehm…fammi pensare…NO!” mi rispose divertito da quella situazione.
“Antipatico!” replicai facendogli la linguaccia.
A quella scena scoppiammo tutti e due a ridere, dopodichè ci fu un attimo di silenzio fino a che…
“E voilà!! Siamo arrivati!!” mi disse sorridendo e indicandomi il panorama.
Parcheggiò e una volta usciti mi disse:
“Ti presento il Central Park!!” con fare soddisfatto.
Rimasi incantata da quello scenario un po’ fiabesco.
“Wow Alex! È meraviglioso!! Questo è il posto in assoluto più bello che io abbia mai visto!! Grazie per avermi portato qui!!!” gli dissi ancora stupefatta da quella vista, mentre ci stavamo addentrando in quel magnifico luogo.
“Grazie a te per la compagnia!!” mi rispose sorridendomi dolcemente poi continuando “Sai quando sono pensieroso e ho bisogno di stare solo la maggior parte delle volte vengo qui…mi rilassa!” concluse guardando il cielo e sorridendo al pensiero di quei momenti.
“Anche io quando voglio stare sola, mi reco al parco vicino a casa mia…certo non ha niente a che vedere con questo!!!” gli dissi ridendo.
“Beh insomma abbiamo un po’ di cose in comune…questo, poi la passione per la carbonara…”
A quell’affermazione scoppiai a ridere, seguita poi a ruota da lui.
“Sai a parlare di carbonara mi è venuto un certo languorino…” gli dissi massaggiandomi la pancia.
“Beh questa cosa però ce l’hai in comune con Nick!!” mi disse serio ma trattenendo a stento le risate.
“Divertente!!” replicai facendogli la linguaccia “Mi vorresti dire che tu non hai fame??”
“In effetti!!” rispose facendo l’indifferente.
Così ci incamminammo verso un venditore ambulante di hot dog per prenderne uno a testa.
“Sai che sono veramente buoni!!” gli dissi gustando l’ultimo pezzo.
“Eh si sono squisiti!” mi rispose sorridendo poi continuò “Ora penso che sia il caso di tornare…si è fatto tardi!”
In questo modo tornammo al parcheggio e ci incamminammo verso casa.
Durante il tragitto mi chiese:
“Che ne dici di salire un po’ a casa mia…giusto per stare un altro po’ insieme!” con tono malizioso di chi non promette niente di buono.
Dopo un attimo di incertezza, gli risposi:
“Ok volentieri!”
Poco dopo ci trovammo a casa sua.
“Senti Jè, mi vado a cambiare un attimo e poi ti mostro tutta la casa!” mi disse con il solito sorriso.
Non risposi annuii con la testa mentre intanto mi guardavo intorno.
Notai subito un computer portatile sulla scrivania, così dissi quasi urlando:
“Alex ti dispiace se do un’occhiata al computer??”
“Si non c’è problema!!” mi rispose dall’altra parte della casa con il mio stesso tono.
Così andai davanti al pc e l’accesi. Come mia abitudine entrai in internet e digitai il sito del forum…era da tanto che non ci andavo!
Mi accorsi subito di avere la cartella dei messaggi privati piena, ma decisi di leggerli dopo, così diedi un’occhiatina alle varie sezioni fino al che notai un topic strano nella sezione di Nick; ‘Nick solo con una fan in un ristorante italiano a New York’ questo era il titolo. Incuriosita aprii il topic e rimasi quasi paralizzata dalle foto che vi erano dentro. Non potevo credere a ciò che i miei occhi vedevano. Istintivamente dissi ad alta voce:
“Oh mio dio!”
“Che è successo??” era Alex, un po’ preoccupato, che intanto si era cambiato ed era sceso.
“Guarda con i tuoi occhi!” gli risposi indicando ancora paralizzata lo schermo del pc.
“Oh mio dio! Ma quando sei uscita con Nick?” mi rispose allora ancora più scioccato di me.
Ma infatti quando ero uscita con Nick?? Non me lo ricordo proprio…ah…è vero la scorsa settimana, ma in teoria non ero io, era Brian…che problema!
“Beh…veramente la scorsa settimana…ma non è questo il problema, il vero…”
Non riuscii a concludere la frase che…
“Ma come non è un problema che sei uscita prima con Nick che con me?!” mi disse un po’ amareggiato.
“Dai Alex, ora mi sembra che sono qui con te?!” gli feci notare sorridendogli “Comunque il problema è che tutti ora sono venuti a conoscenza di quell’incontro e le sisse mi uccideranno! E se l’hanno anche pubblicato su qualche giornale??!! Oddio non posso pensarci!!” conclusi demoralizzata.
“Dai ora non pensarci…spegni questo computer che ti preparo una bella tazza di thè per rilassarti, intanto accomodati sul divano!” mi disse allora con fare rassicurante.
Così mi sedetti sul divano in attesa di Alex con il thè. Era davvero comodo che nel giro di pochi minuti venni sopraffatta dalla stanchezza al che mi addormentai.
Ma che sarebbe successo il giorno dopo???  
 

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Capitolo 17
*** capitolo diciassette ***


17° capitolo
Il giorno seguente non tardò ad arrivare, infatti la luce del sole un po’ offuscata stava iniziando a penetrare nella camera in cui mi trovavo.
Aprii leggermente gli occhi ancora mezza assonnata…oddio ma quella non era la mia camera…cioè non era la camera di Brian!!! Ma dove mi trovavo??
Stavo iniziando ad agitarmi quando una sagoma si stava avvicinando e solo dopo capii che era Alex.
“Ma che ci fai tu qui?” gli chiesi quasi spaventata dalla risposta e cercando di coprirmi con la coperta che mi avvolgeva.
“Beh…veramente ci abito!” mi rispose tranquillamente.
“Beh allora che ci faccio io qui?? A casa tua, nel tuo letto…” a quelle ultime due parole da me pronunciate mi bloccai “…ti prego non mi dire che…” non terminai la frase, si capiva  a cosa alludevo.
“Per mia sfortuna…no…” mi rispose amareggiato, poi continuò con tono malizioso “…però se vuoi…” non gli feci concludere la frase che:
“Signor McLean!!” lo ammonii, poi continuai dicendo interrogativa “Ma mi spieghi perché te ne vai in giro in soli boxer senza nemmeno una maglia sopra??”
“Come ti ho detto prima sono a casa mia!” mi rispose sempre tranquillo.
“Beh, quello l’ho capito, ma ti ricordo che hai ospiti!” replicai senza togliere lo sguardo dal suo corpo perfetto.
“Questo è vero, ma noto che l’ospite gradisce la visione!” controbattè in modo malizioso.
“Beh…veramente…io…” non riuscivo a pronunciare una frase di senso compiuto dall’imbarazzo in cui mi trovavo. Che situazione!
“Veramente tu?!” continuò Alex ancora più malizioso e avvicinandosi al letto.
“Veramente….io…” niente non riuscivo a continuare; quel corpo mi aveva a dir poco ipnotizzato. Cercavo in tutti modi di far attirare la mia attenzione da qualcosa che non fosse quel corpo, ma senza riuscirci…era come una calamita…
Ma ora che gli dico…dai Jè pensa, pensa…trovato…
“Beh veramente io stavo ammirando…quella lampada a dir poco straordinaria dietro di te!”
Così dicendo per continuare la sceneggiata mi avvicinai a questa e iniziai a fissarla come catturata. Poi dissi, dopo aver superato la momentanea vergogna:
“Comunque, mio caro Alex, ho visto corpi molto più belli del tuo…” mi fermai un attimo e per poi continuare “…come quello di Johnny Depp, Orlando Bloom, e molti altri…” conclusi trattenendo a stento le risate e aspettando una sua reazione che non tardò ad arrivare; infatti non appena finii di pronunciare quelle parole, mi afferrò per i fianchi e mi tirò a sé. Quando mi trovai a contatto con il suo corpo, un brivido mi percorse la schiena che si ripeté nel momento in cui Alex mi sussurrò delicatamente all’orecchio con un leggero tono di sfida:
“Sei proprio sicura di ciò che hai appena detto?”
“Ehm…” mi fermai un attimo, poi continuai con tono deciso “…SI…perché altrimenti?” conclusi ricambiando il tono di sfida.
“Beh, altrimenti…È GUERRA!!”
Appena terminata la frase mi scaraventò sul letto e iniziò a farmi il solletico.
Non riuscivo a smettere di ridere; cercavo in tutti i modi una via di fuga da quella ‘tortura’, ma niente, mi aveva bloccata tra le sue gambe impedendomi ogni minimo movimento!
“Dai…Alex...smettila…ti prego…” gli dissi in modo supplichevole tra una risata e l’altra.
“Ah si…allora ammetti che prima stavi guardando proprio il mio corpo e non la lampada!” mi rispose, smettendo un momento di farmi il solletico, in tono come per dire ‘Non accetto risposte negative, altrimenti continuo all’infinito’.
“Ancora…non stavo guardando te!!” gli dissi fingendo un tono scocciato “È troppo bella quella lampada!” terminai divertita dalla situazione.
“Ah, se la metti così…” non appena finì di pronunciare quelle parole riprese a farmi il solletico più energicamente.
Era ricominciata di nuovo la guerra di cui l’unica vittima ero io. Ormai ero esausta: piangevo dalle risate e non riuscivo più  a muovere i muscoli facciali, si erano fossilizzati, per come mi sentivo, sembravo reduce da un lifting. Non ce la facevo più, così:
“Ok…ok, Alex! Lo ammetto…stavo guardando proprio te!!” gli dissi ormai sfinita.
Al suono di quelle parole Alex si bloccò.
“C’avrei scommesso!! Nessuno riesce a togliere lo sguardo dal mio fisico perfetto!” mi disse subito dandosi delle arie.
“Ma quanto sei presuntuoso!!” gli risposi dandogli un leggero schiaffo sul braccio, poi continuai tornando seria “Ok Alex, ora che ho ammesso che stavo guardando te, mi potresti lasciar andare?” conclusi quasi supplicandolo dato che non mi sentivo a mio agio nel modo in cui ci trovavamo.
Alex però non rispose né fece alcun movimento per ‘liberarmi’. Stava lì fermo a fissarmi negli occhi; mi sentivo ancora di più in imbarazzo, non riuscivo a reggere quello sguardo così penetrante.
Passò qualche minuto in quel silenzio e in quello scontro di sguardi, fino a che Alex iniziò ad avvicinare il suo volto sempre di più al mio. Sentivo il suo respiro sulla mia pelle; un susseguirsi di brividi mi percorse la schiena; ormai la sua bocca era a pochi centimetri dalla mia, ogni secondo la distanza diminuiva sempre di più, fino a che…
“Perdonami, ma non posso…” gli dissi quasi sussurrando abbassando lo sguardo.
Dopo un attimo di sbalordimento mi disse amareggiato allontanandosi dal mio volto e sedendosi al mio fianco:
“…Brian…Ho capito…”
‘Colpita e affondata’ pensai. Ma era così evidente?
Rimanemmo per qualche secondo in silenzio fino a che, ripensando a quel nome, dissi:
“Oddio Brian!!”
Mi alzai di scatto dal letto quasi agitata tanto che feci spaventare Alex.
“Che è successo?” mi disse subito.
“Gli avevo fatto una promessa ieri prima di uscire con te e non l’ho mantenuta!” gli risposi camminando avanti e indietro per la stanza.
“Ora calmati…” disse bloccandomi “…mi vesto e ti accompagno a casa di Brian basta che ti tranquillizzi!” concluse sorridendo dolcemente e iniziando ad incamminarsi verso la porta della camera.
Riuscii a dirgli un timido ‘Grazie’ al quale mi rispose sorridendo ‘Dovere!’.
 
Dopo un ‘viaggio’ di nemmeno un quarto d‘ora arrivammo sotto casa di Brian.
“Grazie di tutto per ieri!! È stato un pomeriggio fantastico!!!” gli dissi sorridendo aprendo lo sportello della macchina.
“Grazie a te per avermi fatto compagnia!!” mi rispose contraccambiando il sorriso.
“Ci vediamo più tardi alle prove!” conclusi iniziando ad uscire dalla macchina.
Non feci in tempo a mettere una piede al di fuori di questa che Alex mi bloccò per un braccio.
“Che fai?! Te ne vai senza nemmeno un bacio?!” mi disse quasi con il broncio e poi porgendo la guancia.
“E va bene…” gli risposi sorridendo e iniziando ad avvicinarmi alla sua guancia.
In un attimo, mentre ormai ero a pochi millimetri dalla sua guancia, Alex si voltò di scatto e le mie labbra trovarono le sue…ci fu un tenero e innocuo bacio a stampo.
Mi sottrassi da quell’inaspettato bacio quasi subito e uscii rapidamente dalla macchina completamente imbarazzata accennando con la mano un ‘ciao’ verso Alex.
Con mille pensieri nella testa arrivai davanti alla porta della casa di Brian e suonai.
Dopo qualche minuto mi venne ad aprire Brian mezzo assonnato e con il pigiama.
Stavo per dargli il buongiorno quando mi chiuse la porta in faccia.
Rimasi perplessa da quel suo comportamento e dopo capii che forse era rimasto male del fatto che non avevo mantenuto la promessa; così gli dissi da dietro la porta:
“Dai Bri, non fare così! Non l’ho fatto apposta ieri…mi sono addormentata…”
“Si, ora si dice ‘mi sono addormentata’!!” mi rispose con fare irritato.
“Che cosa vorresti insinuare signorino Littrell?” gli dissi leggermente alterata avendo capito a cosa si riferiva.
Non rispose, così calmandomi e tornando ad assumere un tono supplichevole continuai:
“Dai Bri, apri!! Ti scongiuro!!”
Dato che anche questa volta non rispose, pensai di utilizzare il mio unico ‘asso nella manica’: i cornetti e i caffè che avevo preso poco prima con Alex al bar.
“Va bene, se la metti così ti perderai dei bei cornetti caldi con il caffè che ho comprato prima per farmi perdonare…”
Appena finita la frase la porta si aprì leggermente tanto da far uscire il volto di Brian ed un braccio…
“Sapevo che non avresti resist…”
Non finii di pronunciare la frase che Brian prese con fare furtivo il pacchetto con i cornetti  dalle mie mani e rientrò subito in casa chiudendo la porta alle sue spalle.
Per la seconda volta mi aveva lasciato a bocca aperta.
“Che bel modo di ringraziare! Bell’amico che sei!!” gli dissi offesa poi continuai “Comunque se potrebbe cambiare le cose…non è successo niente tra me e Alex..”
Me ne stavo per andare, quando la porta si aprì…
“Dai entra…” mi disse.
Così entrai e andammo insieme in cucina a gustarci la colazione. Nessuno dei due parlava, forse perché entrambi immersi nei propri pensieri…fino a che dissi:
“Senti un po’ Bri, una curiosità, ma per caso sei geloso?”
“Vuoi altro caffè?” mi rispose.
“Non cambiare discorso!” lo rimproverai.
“Ho capito…vuoi il caffè…” mi disse di nuovo evitando di rispondere a quella domanda.
“Vabbè ho capito…lasciamo perdere…” gli risposi allora un po’ delusa; guardai poi l’orologio e ripresi dicendo “Bri, se non vuoi farti riprendere anche oggi da Nick , penso proprio che ti devi sbrigare a cambiarti!” conclusi indicando l’orologio.
“ODDIO, È TARDISSIMO!!!” mi rispose allora correndo subito verso la camera.
In nemmeno dieci minuti era già pronto, così ci incamminammo verso il palazzo per le prove.
Arrivati, trovammo, come sempre, tutti lì ad aspettarci.
“Alla buon ora!!” disse Nick non appena ci vide.
“Buongiorno anche a te Nick!” gli risposi io vedendo che Brian già si stava innervosendo, poi continuai “Buongiorno a tutti!” sorrisi.
“Buongiorno a te Jessy!” mi rispose Howie dolcemente.
“Ciao di nuovo bellezza!” mi disse Alex con fare malizioso.
“Ciao Alex!” gli risposi imbarazzata ripensando a quello che era successo un’oretta prima, poi continuai rivolta ad Howie “Allora Howie hai deciso insieme a Leigh la penitenza??” conclusi sempre più incuriosita e appoggiata dal resto dei ragazzi.
Dopo un attimo di silenzio, come per aumentare la suspance, rispose:
“Si, si…abbiamo trovato la penitenza e questa volta non abbiamo pensato sul letto…” disse scoppiando a ridere seguito da tutti gli altri, poi continuò “Comunque abbiamo deciso di fargli fare una cosa davvero terribile…siete pronti a sapere di che si tratta?”
Nessuno rispose: io e Brian annuimmo nello stesso momento, Nick e Alex, invece, stavano iniziando a preoccuparsi.
“Allora, tu, Alexander James McLean, e tu, Nickolas Gene Carter, dovete….rullo di tamburi…”
“Dai Howie taglia corto!” gli disse Brian mimando il gesto.
“Ok, ok…allora dovete…pagare un’intera serata ad un pub!!” si fermò un attimo e poi continuò “Allora che ne pensate?!”
“Ma va va Howie!!” rispose Brian, poi continuando “Chissà che cosa avevate architettato!!”
“Beh…non ci è venuto altro in mente!” disse grattandosi la testa dall’imbarazzo.
“Per noi va più che bene, vero Nick?” disse Alex avendo superato la momentanea preoccupazione.
“Si, si!! Ottimo direi!!” gli rispose Nick battendogli il cinque.
“Vabbè, è pur sempre una penitenza…allora facciamo stasera?” dissi passando lo sguardo su ognuno di loro.
“Si, non c’è problema!!” rispose Howie appoggiato da tutti gli altri.
“Allora è andata!” dissi sorridendo e poi continuai “Ora è meglio che andate a fare le prove che si è fatto tardi, altrimenti chi lo sente il coreografo!!” conclusi sogghignando.
Al quella mia affermazione corsero tutti verso la porta della sala senza nemmeno salutare.
Ma come sarebbe proceduta quella giornata? E che cosa sarebbe successo al pub quella sera?

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Capitolo 18
*** capitolo diciotto ***


18° capitolo
Le prove erano terminate e di nuovo ci ritrovavamo tutti insieme al corridoio principale del palazzo.
“Allora ragazzi come sono andate oggi le prove?” chiesi non appena uscirono tutti dalla sala.
“Bene, bene…” rispose Howie, poi continuò “...una personcina, non faccio nomi, sta piano piano rientrando nella dinamica pre-tour, anche se ancora non riesce a ricordarsi i balletti…” concluse alzando lo sguardo come per non far capire a chi si stesse riferendo, ma intanto sia Alex che Nick stavano dietro a Brian e lo indicavano: scena troppo comica.
“Vabbè dai…questa personcina starà passando un ‘brutto’ periodo…anche se non ne vuole parlare…” dissi rivolgendomi indirettamente a Brian che comprese subito ed abbassò lo sguardo. “Comunque ragazzi,” iniziai cambiando completamente discorso “Che ne dite se andiamo a pranzo fuori tutti insieme e poi facciamo un giretto per le vie di New York??” conclusi entusiasta di quella mia iniziativa.
“Beh, veramente io avevo già organizzato un pranzetto fuori con Leigh che dovrebbe arr…” Howie non concluse la frase, che…
“Ciao ragazzi!! E ciao Jessy!!” era Leigh che ormai ci aveva raggiunto.
“Ciao Leigh!!” gli risposi sorridendo, poi continuai “Comunque Howie non c’è problema! Vai, vai con Leigh! Ci vediamo stasera al pub allora!!”
“Ok!” mi rispose Howie “Allora stasera ci incontriamo sotto casa di Nick alle 20,30 e poi andiamo al pub tutti insieme!” concluse prima di salutarci ed avviarsi con Leigh verso l’uscita.
“Voi invece?” ripresi il discorso di prima.
“Voi invece cosa?” mi rispose Nick non capendo a cosa mi stessi riferendo.
“Scemo!” gli disse Brian dandogli una pacca sulla nuca, poi continuò “Stava parlando del pranzo fuori e del giretto per New York…comunque io ci sto!!” concluse sorridendo.
“Ah…a quello era riferito…” rispose Nick cadendo dalle nuvole “Comunque anche io ci sto!!” concluse anche lui sorridendo.
“Bene..” dissi contraccambiando il sorriso ad entrambi, poi ripresi rendendomi conto che ne mancava uno all’appello “E tu Alex, che fai, vieni?” conclusi facendo gli occhi dolci quasi supplicandolo a venire.
“Ehm…io…non posso! Devo fare una cosa per una certa personcina…” mi rispose in imbarazzo.
“Ok Alex! Allora ci vediamo stasera…” gli dissi delusa da quella risposta.
Ci salutò e anche lui come Howie se ne andò.
“E siamo rimasti in tre!” dissi sorridendo “Allora dove si va per pranzo?” conclusi chiedendo.
“Al McDonald!!!” mi rispose prontamente Nick.
“Sempre il solito!” disse Brian scuotendo il capo.
Risi a quella scena ricordando un po’ quello che succedeva con le mie amiche se decidevamo di andare dal McDonald, poi dissi:
“C’avrei scommesso!!” conclusi riprendendo a ridere seguita da Brian.
“Ah, ah, ah, ah! Molto divertenti!” disse in modo ironico e offeso Nick, poi riprese “Allora ci andiamo o no?”
“Si, si!!” dicemmo in coro io e Brian continuando poi a ridere.
“Ma la volete finire?” disse Nick ancora più offeso e mettendo il broncio.
“Ok!” dicemmo ancora in coro cercando di trattenere le risate.
“Allora andiamo!!” disse Nick entusiasta.
Ci stavamo incamminando verso l’uscita quando…
“Hey ragazzi! Aspettate che vengo anche io…” era Marcus, il bodyguard “C’è sempre bisogno di un po’ di ‘protezione’!!” concluse ridendo e raggiungendoci.
Nessuno di noi era entusiasta della compagnia di Marcus almeno per quel pomeriggio, così dissi:
“No, dai Marcus! Non ti preoccupare, ci sono io! Sono una professionista di arti marziali!” conclusi mentendo e mimando una mossa inventata sul momento.
“Si, si, come no!!” rispose Marcus trattenendo le risate “Comunque mi voglio fidare! Ci vediamo domani!”
Se ne stava andando quando…
“Ah, mi raccomando ragazzi tenetemela d’occhio, non vorrei che con quella sua ‘mossa micidiale’ faccia del male a qualcuno!” disse scoppiando a ridere e andandosene.
Gli risposi facendogli una linguaccia e poi dissi rivolta a Brian e Nick dandomi delle arie:
“Avete visto come sono convincente??”
A quella mia domanda scoppiarono entrambi a ridere.
“Bravi, questo è il ringraziamento!” dissi offesa mettendo il muso e incominciando ad avanzare verso l’uscita.
 “Dai non fare così piccola…ma è stata troppo divertente quella scena!!” mi disse Brian raggiungendomi e prendendomi sotto braccio.
“Sono pienamente d’accordo con B-Rok!!” disse Nick facendo lo stesso.
“Ok, allora siete perdonati…quindi destinazione McDonald!!!” dissi sorridendo.
 
Dopo nemmeno dieci minuti di passeggiata arrivammo a destinazione.
Per fortuna mia e di Brian il McDonald non era pieno, altrimenti Nick si sarebbe mangiato le persone che erano in fila per quanta fame aveva!!
Subito dopo aver preso i vari panini ci sedemmo ad un tavolino in un angolo dove iniziammo a mangiare in totale silenzio ognuno a gustarsi il proprio panino.
Non appena finii, dissi:
“Allora ragazzi che mi raccontate?”
Non rispose nessuno dei due…erano troppo impegnati a divorarsi i panini che forse nemmeno mi aveva sentito.
“Ohi ragazzi…ma mi avete sentito??”
Niente erano troppo presi ad abbuffarsi.
“Terra chiama base…ci siete Nick e Brian?” dissi divertita, poi continuai non avendo ricevuto risposta “Li abbiamo persi…”
“Che hai perso?” rispose Brian cadendo dalle nuvole preoccupato.
“I miei orecchini…” dissi bleffando iniziando a singhiozzare per continuare la messinscena.
“Dai non ti preoccupare piccola, ora li cerchiamo!” mi disse Brian sempre più preoccupato “Vero Nick?!” concluse dando una pacca sulla nuca di Nick che ancora era in trance.
“Ah, si…ma cosa?!” rispose Nick grattandosi la testa imbarazzato.
A quella sua domanda Brian lo fulminò con lo sguardo e poi disse:
“Jessica ha perso i suoi orecch…”
Nick non gli fece finire la frase che già stava guardando da tutte le parti alla ricerca di quei immaginari orecchini, seguito poi a ruota da Brian.
A vedere quella scena iniziai a ridere a crepapelle…
“Ma che ridi?? Ti stiamo cercando gli orecchini e ridi??” disse Brian tra l’offeso e il sorpreso.
“Beh…veramente stavo scherzando…” dissi ancora ridendo.
“Eh?!” dissero in coro.
“La faccenda degli orecchini era uno scherzo…” iniziai spiegando “…voi non mi stavate ascoltando e quando tu ‘sei ritornato sulla Terra’” dissi rivolta a Brian “…ho inventato la storia degli orecchini ed ho notato che almeno così mi date retta…”  conclusi scoppiando a ridere.
“Ma brava, te ne approfitti così…brava…ora ce la paghi, vero B-Rok?!” disse Nick con fare malizioso.
“Eh no, ragazzi!!” dissi io agitando l’indice mentre si stavano avvicinando “Se mi toccate urlo fino allo sfinimento, qualcuno così chiamerà la polizia e verrete denunciati e incarcerati per atti osceni in luogo pubblico!!” conclusi trattenendo a stento le risate.
“Ah se la metti così, preparati che la vendetta arriverà quando meno te lo aspetti!!” disse allora Nick scambiando uno sguardo d’intesa con Brian.
“Si si, come no!!” dissi ridendo e non credendo a quelle parole, poi continuai “Comunque ora che abbiamo tutti finito di mangiare, dove si va?” conclusi curiosa di sapere ciò che avevano in mente.
“Beh…veramente…decidi tu!” rispose Brian.
“Non saprei…siete voi gli esperti della Grande Mela!” risposi sorridendo.
“Ok, allora avrei una certa idea…” disse Nick.
“E allora che aspettiamo…andiamo!!!” dissi entusiasta anche se non sapevo ciò che mi aspettava.
Così uscimmo dal McDonald e iniziammo ad incamminarci per il grande marciapiede affollato.
Tra una risata e l’altra passeggiammo tranquillamente, anzi mi meravigliai che nessuno li aveva riconosciuti, fino a che si sentì, provenire in lontananza, delle urla, forse di ragazzine, che man mano si facevano sempre più forti…
“Oh, oh!” dissero in coro Nick e Brian scambiandosi uno sguardo preoccupato.
“Che cosa signifi…” non riuscii a terminare la frase che venni travolta nel vero senso della parola da una folla di ragazzine urlanti.
Non riuscii a realizzare quello che era successo che mi ritrovai in un nanosecondo scaraventata a terra.
“Ahia!” dissi alzandomi e iniziando a massaggiare le parti doloranti “Ma che si fa così?!” conclusi ma parlando al vento visto che erano tutte prese ad accalcarsi intorno a Nick e Brian.
Cercai di trovare una via per inoltrarmi in quella folla, ma niente, erano attaccate come sardine. Più volte provai a chiedere  ‘permesso’, ma niente, credo che nemmeno conoscessero il vero significato di quella parola. Allora provai con la forza, ma nemmeno in quel modo riuscii ad avvicinarmi ai boys. Allora lampo di genio..
“Guardate!! Lì ci sono Aj McLean e Howie Dorough!!” urlai indicando il marciapiede opposto.
Così nel momento in cui tutte si voltarono verso quella direzione, penetrai nella folla e presi sia Brian che Nick per le mani ed iniziai a correre a più non posso strascinandoli con me.
“Grazie, sei la nostra salvatrice!!” mi dissero in coro.
“Eh di che…ma se non continuiamo a correre quelle pazze scatenate ci raggiungono!” dissi avendo notato che la messinscena era durata poco.
Proseguimmo a correre fino a che, svoltando l’angolo, notai che c’era una macchinetta per fare le foto-tessere, così li trascinai lì dentro.
Rimanemmo in silenzio per cinque minuti, poi guardai fuori e dissi emettendo un respiro di sollievo:
“Se ne sono andate finalmente!!”
“Menomale!! Grazie infinite piccola, c’hai salvato la vita!!” disse Brian dandomi un bacio sulla guancia seguito poi da Nick.
“Dovere!! Ve l’ho detto che vi avrei protetto!!” risposi ridendo e alludendo alla scena di qualche ora prima con Marcus, poi continuai “Ma intanto che ci stiamo perché non ci facciamo delle foto?” conclusi in tono quasi supplichevole facendo gli occhi dolci.
“Ok!” dissero con tono entusiasta entrambi.
Così rimanemmo lì dentro per circa dieci minuti, facendo ben dodici foto, almeno così ognuno di noi ne aveva quattro per ricordo.
Usciti dissi:
“Ora che si fa?”
“Beh, penso che sia il caso di andare in un posto meno affollato, per evitare che quelle pazze scatenate ci ritrovino, un posto…diciamo ‘fuori stagione’!” rispose Nick scambiando uno sguardo d’intesa con Brian che aveva capito a cosa alludeva.
“Si, se mi fate capire anche a me sarei più contenta!” dissi avendo notato quello scambio di sguardi.
“Calma e sangue freddo!” mi rispose Brian, mentre Nick aveva chiamato un taxi.
Così, mettendo il muso, entrai nel taxi seguita dagli altri due.
 
Il breve viaggio in taxi durò circa un quarto d’ora e quando finalmente il taxi si fermò, capii a che cosa si riferiva ‘posto fuori stagione’, infatti davanti a me vi era…l’oceano.
“Mamma mia è stupendo!!” dissi spalancando gli occhi e correndo verso la spiaggia senza aspettare Brian e Nick.
Sembravo un bambina che dopo tanto tempo rivedeva il mare. Mi tolsi subito le scarpe e corsi verso la riva per sentire l’acqua: era gelata.
Intanto ritornata un po’ in me, mi girai e notai che Brian e Nick erano rimasti indietro a guardare la scena quasi divertiti.
“Che fate non venite? L’acqua è calda!” gli urlai ridendo.
Così corsero verso la riva togliendosi entrambi le scarpe, ma non appena sentirono l’acqua si voltarono verso di me leggermente furiosi.
“Meno male che era calda, questa volta ce la paghi!!” disse Nick.
Stavo per rispondere, quando Brian disse:
“E questa volta puoi anche urlare quanto ti pare, ma stiamo in un posto isolato quindi non hai nessuno via di scampo!!”   
‘Oh, oh…questa volta sono proprio nei guai…’ pensai mentre già avevo iniziato a scappare.
Non passarono nemmeno cinque minuti che mi avevano preso: Nick mi teneva per i piedi e Brian per le spalle. Man mano si stavano avvicinando al mare…
“Che cosa avete in mente??” dissi preoccupata dalla risposta anche se già l’avevo intuita.
“Eh, lo vedrai!” mi risposero in coro.
“No, no…dai ragazzi…l’avete detto anche voi, non è stagione per il mare…” cercai di convincerli, ma senza riuscirci, infatti…
“Beh, si può fare sempre un eccezione!” rispose Nick, poi iniziò con Brian a fare il conto alla rovescia “Tre, due, uno…”…SPLASH!!
Mi buttarono in acqua, battendo successivamente il cinque in segno di vittoria, e dissero:
“Al McDonald te l’avevamo detto che ce la pagavi!!”
C’erano riusciti a riscattarsi, ma non gliela davo vinta, così finsi di annegare nonostante stavo a riva.
“Aiuto, non so nuotare!!!” urlai agitando le mani.
“Oddio sta annegando!!” disse Brian preoccupato e avvicinandosi sempre più all’acqua.
“Ma che dici, sta a riva, è impossibile annegare!” rispose Nick non preoccupandosi, forse avendo capito dello scherzo.
Brian, nonostante la risposta di Nick, si tuffò subito in acqua e mi raggiunse.
Così emersi e gli dissi:
“Te l’ho fatta!!!”
Brian sorpreso da ciò, iniziò a schizzarmi l’acqua e contraccambiai…iniziò una vera e proprio lotta alla quale in seguito si aggiunse anche Nick…tutti contro tutti.
Quella lotta durò per circa dieci minuti fino a che decisi di svignarmela lasciandoli lì soli a continuarla e mi sedetti sulla sabbia a guardarli divertita.
Non appena si accorsero che li stavo osservando dalla spiaggia mi raggiunsero e si sedettero accanto a me e iniziarono a fissarmi.
“Ma non ve l’hanno insegnato da piccoli che è maleducazione fissare la gente?” dissi notando che mi stavano fissando.
“Beh veramente me l’hanno insegnato, ma non credo che il mio professore non avrebbe fatto da meno avendo questa visione davanti gli occhi…” rispose Nick continuando a fissarmi ancora più intensamente.
“Concordo!” disse Brian facendo lo stesso.
Mi guardai…oddio i miei vestiti, che per di più erano bianchi, erano diventati trasparenti per quanto erano bagnati…che figura!!!
Così iniziai a coprirmi in tutti i modi possibili diventando rossa in volto dall’imbarazzo.
“Brian da te non me lo sarei mai aspettata!” dissi alzandomi e incamminandomi a passo svelto verso la strada.
“Dai piccola, sarei curioso di vedere cosa avresti fatto se per caso avevi davanti a te un ragazzo bagnato con i vestiti che per quanto erano bagnati facevano intravedere il resto…” disse Brian alzandosi anche lui e seguendomi, seguito a ruota da Nick.
A quella affermazione mi fermai, pensai e mi voltai.
“Adesso che ci penso ci sono due ragazzi bagnati proprio davanti ai miei occhi!” dissi con fare malizioso e iniziandoli a fissare come avevano fatto poco prima loro.
Dopo nemmeno un minuto Brian disse appoggiato da Nick:
“Eh però così metti in imbarazzo!!”
“Ma è la stessa cosa che avete fatto voi!!” risposi facendogli la linguaccia.
“Eh vabbè questi sono dettagli!” disse Nick divertito.
“Si, si, come no!” risposi, poi continuai guardando l’orario “Ragazzi è meglio che ritorniamo adesso, altrimenti stasera si fa tardi al pub!!”
Così chiamammo un taxi e tornammo così ognuno alla sua casa.
 
“Bri, che mi metto?” dissi dalla camera da letto con addosso sul un asciugamano in quanto ero appena uscita dalla doccia.
“Che ne so…aspetta..” rispose Brian entrando in camera.
Non appena mi vide così, richiuse la porta dicendo imbarazzato “Oh scusa!”
“Scemo entra!” gli dissi tranquillamente.
Così rientrò lentamente ancora con il volto leggermente rosso dall’imbarazzo.
“Allora che mi posso mettere?” gli chiesi nuovamente frugando nell’armadio.
“Che ne so…una maglietta e un paio di pantaloni?!” mi rispose ridendo.
“Grazie, sei di molto aiuto…sembri mia sorella!” dissi sbuffando.
“In che senso?” mi rispose incuriosito.
“Perché sono le stesse parole che mi diceva mia sorella quando ancora vivevo con i miei genitori!” gli dissi, poi continuando “Ah, trovato!!”
Così dicendo presi quello che avevo scelto per la sera e iniziai a cambiarmi, ma mi fermai accorgendomi che Brian era ancora lì.
“Bri ora puoi anche andare!!” dissi sorridendo.
Dopo nemmeno dieci minuti scesi e dissi a Brian che mi stava aspettando:
“Allora come sto?”
“Sei be…bellissima!!” mi rispose Brian arrossendo e continuando a fissarmi.
“Grazie mille!!” risposi un po’ imbarazzata “Ora possiamo anche andare!” conclusi spezzando quel momento imbarazzante.
Così andammo verso casa di Nick all’appuntamento con il resto del gruppo dove c’erano già tutti tranne però il padrone di casa.
Non appena anche lui scese, decidemmo di andare con due macchine: da una parte io, Alex, Nick e Brian con la macchina di quest’ultimo, dall’altra Leigh e Howie con la loro.
 
Arrivammo al pub in nemmeno dieci minuti ed entrammo. Non c’era tanta gente, forse perché ancora presto. Ordinammo subito da bere e ci sedemmo a dei tavolini.
Passò un oretta in completa tranquillità tra una risata e l’altra accompagnati da una leggera musica di sottofondo, ma man mano che passava il tempo il locale iniziava a riempirsi di gente e la musica iniziava ad aumentare di volume.
La pista al centro del locale ormai era piena di gente che ballava, gli unici che non ballavano eravamo noi, fino a che…
“Dai alzati baby, è ora di ballare!!” mi disse Alex prendendomi per una mano e quasi trascinandomi sulla pista aiutato da Nick che mi teneva l’altra.
“No, dai ragazzi…” gli dissi supplicandoli, ma non mi davano retta, così continuai rivolta verso Brian “Bri aiutami tu!!”, ma niente, invece di aiutarmi mi diede una leggera spinta per facilitare la ‘missione’ degli altri due.
“Che bell’amico che sei!” gli dissi allora facendogli una linguaccia.
Così in un momento mi ritrovai in mezzo alla pista circondata da Nick e Alex che mi ballavano attorno. Che situazione! Non sapevo come comportarmi, così iniziai a fare qualche passo, fino a che non venni completamente trascinata dalla musica e da quei due. Cercai così di essere il più sensuale possibile per vedere la reazione di Nick e Alex e per divertirmi un po’. Questo durò per una decina di minuti, finché il dj disse:
“Allora ragazzi, ora passiamo a dei lenti per far contente tutte le coppie che sono in questo locale!”
Così dicendo partì una canzone lenta e d’istinto, mentre Howie e Leigh già stavano in pista, andai diretta ai nostri tavolini verso Brian.
“Lo so, di solito dovrebbe essere al contrario, ma signor Littrell mi concede questo ballo?” gli dissi imbarazzata porgendogli la mano.
“Certo piccola!” mi rispose sorridendo.
Così andati al centro della pista, misi le mie braccia intorno al suo collo e appoggiai la testa sulla sua spalla, mentre le sue mani mi cingevano la vita ed iniziammo quel lento.
Tutte le luci sembravano puntate su di noi, sembrava una scena stile film d’Hollywood, ma non l’avrei mai detto: tutto quello era reale.
Non parlammo per tutto il ballo. Il mio cuore batteva a mille, forse da un momento all’altro sarebbe uscito dal mio petto, ma percepivo anche in lui una strana agitazione.
Alzai per un attimo lo sguardo, gli sorrisi e intanto lui mi si avvicinò all’orecchio sussurrandomi:
“Piccola ti devo dire una cosa…io…”
Al suono di quelle parole il mio cuore iniziò a battere sempre di più anche se non sapevo cosa voleva dire, ma non l’avrei saputo in quanto Nick e Alex si erano avvicinati a noi ed avevano chiesto a Brian di cedergli il ballo.
Così mi ritrovai a concludere il lento tra Alex e Nick girandomi ogni tanto da uno e dall’altro per non scontentare nessuno dei due.
Al termine del ballo mi recai al tavolino ormai esausta e notai che su questo vi erano una decina di bicchierini stile da vodka vuoti davanti ad un Brian letteralmente ubriaco che intanto ne teneva un altro in mano mezzo pieno.
“Ma che fai?” gli dissi allibita togliendogli il bicchiere che aveva in mano.
“Quello che si fa in questi posti…bevo!” mi rispose tranquillamente chiamando un cameriere per ordinare un altro bicchiere.
“No, ora basta, torniamo a casa!” gli risposi arrabbiata cancellando quell’ordinazione al cameriere.
Così salutai gli altri facendogli capire la situazione e ritornammo a casa.
 
“Mi dici che ti è preso?” gli dissi per le scale sorreggendolo per salirle.
“Lasciami stare! Ce la faccio da solo!” mi disse alterato allontanandomi da lui, ma non appena si staccò da me, iniziò a barcollare, così mi avvicinai e lo sorressi di nuovo.
Senza dire alcuna parola entrammo in casa e lo portai in camera da letto. Lì gli tolsi le scarpe e lo aiutai ad infilarsi nel letto.
Iniziai ad incamminarmi verso la porta quando mi afferrò per un braccio e mi trasse sul letto. Ci ritrovammo faccia a faccia per qualche secondo fino a che Brian si avvicinò sempre di più con la sua e mi diede un dolce bacio sulla labbra. Terminando quel suo tenero bacio mi sussurrò:
“Mi sono innamorato di te!”
Sentendo ciò il mio cuore fece un salto dalla gioia, ma d’istinto mi alzai e corsi nel salotto sedendomi sul divano e ripensando a quelle parole che ormai si ripetevano in continuazione nella mia testa, fino a che la stanchezza prese il sopravvento e mi abbandonai al mondo dei sogni.
Ma cosa sarebbe successo il giorno seguente?  
    

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Capitolo 19
*** capitolo diciannove ***


19° capitolo
Ormai era giorno e di conseguenza la camera era illuminata dai primi raggi del sole che pian piano mi stavano svegliando. Come per allontanarli da me mi rigirai e…BOOM…caddi rovinosamente sul pavimento.
“Ahia!” dissi ancora mezza assonnata massaggiandomi la parte dolorante e guardandomi intorno per capire come era potuto succedere.
Solo dopo essermi veramente svegliata notai che la notte prima mi ero addormentata sul divano del salotto.
Mi alzai e, notando che Brian ancora non si era svegliato, andai diretta in cucina a preparagli la colazione.
Lì iniziai a rovistare nella dispensa alla ricerca di qualcosa da preparare, ma trovai solo un misero pacco di biscotti, del caffè e delle arance, così decisi di preparargli una spremuta di arancia con i biscotti e una tazzina di caffè forte all’italiana per  fargli passare un probabile mal di testa come conseguenza della sbornia della sera prima.
Fatto il tutto, mi recai nella camera da letto con il vassoio della colazione e, non appena entrata, posai quest’ultimo sul comodino.
“Alzati bell’addormentato!” dissi spalancando le tende per far entrare la luce del giorno.
“No, dai altri cinque minuti!” mi rispose rigirandosi nel letto.
A quella scena sorrisi ricordando quello che succedeva quando era lui a svegliarmi. Nel ricordare mi ritornò alla mente quella volta che mi svegliò gettandomi dell’acqua congelata, così decisi che era giunto il momento di vendicarsi.
Mi guardai intorno e notai uno stereo, così presi il primo cd che mi capitò tra le mani, lo inserii e alzai il volume a palla. Iniziai a cantare a squarcia gola e a saltare sul letto al che…
“Oddio ma che è??!! ABBASSA QUELLA MUSICAAAA!!” disse Brian ormai sveglio mentre si cercava di coprire le orecchie con il cuscino.
Non esaudii quella richiesta, anzi continuai a cantare e a saltare sul letto ancora più energicamente.
“Ah, bene, se la metti così…” disse con fare malizioso Brian, andando a spegnere lo stereo e poi guardando nella mia direzione.
In un nano secondo mi ritrovai sdraiata sul letto con Brian che mi faceva il solletico.
“No, dai Bri!” dissi tra una risata e l’altra.
“Eh mi dispiace piccola, ma non lo sai che i principi azzurri non si svegliano in questo modo??” mi rispose sorridendo smettendo di farmi il solletico.
“Ma infatti io qui non vedo nessuno principe azzurro!” risposi divertita dalla situazione e guardandomi intorno come per cercarne uno.
“Ce l’hai proprio davanti agli occhi!” disse Brian indicandosi presuntuosamente.
“Ah, ma veramente?! E da quando in qua tu saresti un principe azzurro?”
“Da sempre…sono il tipico principe: occhi azzurri e capelli biondi…” mi rispose sorridendo.
E come non dargli torto…era il principe azzurro che ognuno avrebbe voluto incontrare…o almeno io…
“E allora signor principe azzurro in che modo avrebbe gradito di essere svegliato?!” chiesi continuando ormai quella sceneggiata.
“Beh, io avrei preferito essere svegliato da una ragazza stile Pamela Anderson, ma mi posso anche accontentare…” mi rispose con tono ironico aspettando una mia reazione.
“Ah, bene, allora io posso anche andarmene!” dissi alzandomi dal letto e facendo la finta offesa.
“Dai piccola…stavo scherzando!” mi disse afferrandomi per il braccio.
Mi voltai e gli feci una linguaccia.
“Bri, comunque avevo portato la colazione…” iniziai allora cambiando completamente discorso “Però non c’è un gran che…hai la dispensa vuota!”
“Eh vabbè mi accontenterò!” mi rispose sorridendo.
Così iniziò a mangiare fino a che si alzò di scatto e corse al bagno.
Lo seguii preoccupata e vidi che stava rimettendo.
“Bri come ti senti?” gli chiesi sempre più preoccupata.
“Ho tutto lo stomaco sottosopra…” mi rispose sciacquandosi la bocca.
“Lo credo, con tutta la vodka che ti sei bevuto ieri!” gli dissi quasi per rimproverarlo, poi continuai “Ma si può sapere che ti era preso?”
A quella mia domando lo vidi leggermente a disagio fino a che rispose:
“Non lo so…in quest’ultimo periodo non mi riconosco proprio…comunque ti chiedo scusa per il mio comportamento di ieri e se ho detto o fatto qualcosa di strano non era mia intenzione, non ero in me…” concluse abbassando il capo.
 In un momento mi riaffiorò alla mente quella scena, quel bacio, quelle parole e mi ripetei nella testa ‘Stupida, stupida, stupida! Sei sempre la solita sognatrice! Era ubriaco, quello è stato solo una conseguenza, niente di più!’.
“Ohi piccola?! Ci sei ancora?!” mi disse Brian riportandomi alla realtà.
“Ah, si, si...non ti preoccupare sono cose che possono capitare! Comunque avevo preparato un caffè forte, bevilo ti dovrebbe far passare un po’ la nausea!” gli risposi iniziando ad incamminarmi verso la camera da letto.
“Grazie piccola, senza di te sarei un uomo morto!” mi disse allora rosso in volto dall’imbarazzo.
“E di che…” gli risposi sorridendogli e diventando anche io rossa in volto “…a proposito…oggi ci vai alle prove? Non ti farebbe male una giornata di riposo!” conclusi continuando a sorridere.
“Mi riposerò questo pomeriggio…devo ancora imparare bene le coreografie!”
“Ok, allora ti devi sbrigare che come al solito è tardi!” gli dissi indicandogli l’orologio.
Così balzò subito in piedi e corse in camera a vestirsi.
In men che non si dica era già pronto così ci recammo al palazzo per le prove.
 
“Ma ciao Frick! Oggi per tua fortuna non sei l’ultimo ad arrivare…” ci disse Nick non appena entrammo nel palazzo.
Infatti era vero: mancava ancora Alex all’appello.
“Che fine ha fatto Alex? Oggi è tardissimo!!” era Howie in preda ad una crisi isterica.
“Howie calmati, vedrai che fra un po’ arriverà…avrà avuto un contrattempo…” gli dissi per calmarlo.
“Ok, però basta che…”
Howie non finì di rispondere che…
“Ciao ragazzi! Scusate il ritardo, ma non mi sono svegliato!” disse Alex grattandosi la testa dall’imbarazzo.
“Che ti avevo detto Howie?” dissi sorridendo.
“Si, avevi ragione! Però ora è meglio che andiamo…”
Così dicendo se ne andarono tutti insieme quasi di corsa nella sala per le prove.
Ed ero rimasta sola, ormai come tutte le mattine, in cerca di qualcosa da fare.
Dopo cinque minuti decisi di andare a fare un giretto per il palazzo così tanto per curiosità.
Durante quel giretto incontrai Marcus.
“Ciao Marcus!!” gli dissi sorridendo.
“Ciao Jessy!! Come va?” mi rispose.
“Tutto bene, tu?”
“Tutto ok…”
“Hai visto che alla fine ti ho riportato Nick e Brian sani e salvi?! Sono troppo forte ve?” gli dissi scoppiando a ridere alludendo al giorno prima.
“Si, si…ho fatto bene a fidarmi…anzi d’ora in poi sarai un nuovo bodyguard!” mi rispose Marcus in tono ironico.
“Ah, ah, ah…spiritoso!!” gli risposi facendogli la linguaccia.
“Comunque Jessy, a parte gli scherzi, mi fa piacere che i boys hanno trovato un’amica come te, ormai ce ne sono poche in giro!” mi disse tornando serio.
“Grazie Marcus, così mi fai arrossire!” gli dissi ormai rossa in viso.
“Non scherzo! Ora ti lascio. Ci si vede!” mi rispose salutandomi e lasciandomi lì sola.
Con ancora quelle parole in testa e un sorriso da ebete stampato sul volto ritornai indietro verso la sala prove. Lì trovai una Leigh un po’ agitata che andava avanti e indietro con un giornale in mano.
“Ciao Leigh! Che cos’hai? Ti ved…” non finii di terminare la frase che…
“Ah, proprio te cercavo!” mi disse venendomi incontro.
A quelle parole sbiancai e preoccupata le risposi:
“Dimmi, ho fatto qualcosa che non va?”
“Guarda con i tuoi occhi…” così dicendo mi porse il giornale che aveva tra le mani.
Ancora non capendo, guardai quest’ultimo e…
“Oh mio dio!” dissi spalancando letteralmente gli occhi.
Nel giornale di gossip vi era un articolo su di me. ‘Stessa girlfriend per Brian, Nick e Aj dei Backstreet boys!’: questo era il titolo e sotto vi erano riportate tre foto: la prima ritraeva me e Brian che entravamo in casa, la seconda me e Nick al ristorante italiano e la terza me e Alex che ci baciavamo in macchina.
“Ora spiegami tutto!! La prima foto la posso capire, ma le altre due? E soprattutto l’ultima??” mi disse Leigh pretendendo delle spiegazioni.
“…Leigh…io…” non riuscivo a spiccicare parola, ero rimasta imbambolata con quel giornale in mano incredula di ciò che i miei occhi mi mostravano.
“Allora?!” mi disse Leigh impaziente ormai della risposta.
Non risposi, le parole si fermavano in bocca ma non avevano intenzione di uscire.
Quando finalmente stavo per rispondere…
“Ciao amore!!” era Howie appena uscito dalla sala prove che diede un dolce bacio sulle labbra di Leigh, poi continuò notando qualcosa di strano “Cosa c’è amore? Ti vedo un po’ tesa…”
Nel frattempo, mentre Howie aspettava una risposta da Leigh, anche gli altri erano usciti e rispettivamente l’avevano salutata.
“No, amore..non ho niente. Sarà la stanchezza…” rispose Leigh passando lo sguardo da Howie a me, mentre intanto avevo nascosto il giornale nella mia borsa.
“Allora è meglio che andiamo a casa così ti riposi!” disse allora Howie premuroso.
Avendo ricevuto un assenso da parte di Leigh salutò tutti e se ne andò con quest’ultima.
“Bri, che dici, andiamo anche noi? Sono un po’ stanca…” ma quanto sono bugiarda?!
“Si, ok andiamo!” mi rispose anche lui con un tono premuroso.
Così dicendo salutammo gli altri due e ci incamminammo verso casa.
 
Durante tutto il tragitto nessuno dei due fiatò…io stavo ancora pensando al giornale, e Brian, non ne avevo idea, ma anche lui era immerso nei suoi pensieri.
Arrivati a casa il silenzio continuò fino a che dopo pranzo Brian disse:
“Piccola io vado in camera a riposarmi!”
Così dicendo se ne andò in camera, mentre io rimasi in salotto.
Ormai sola presi il giornale dalla borsa e iniziai a leggere l’articolo.
‘A quanto pare Nick Carter, Brian Littrell e Aj McLean, tre componenti della famosa band dei Backstreet boys, oltre a condividere la stessa musica, condividono anche la stessa ragazza (come dimostrano le foto qui sopra riportate)…Riguardo alla ragazza non si sa nulla, ad eccezione di alcune voci che affermano che sia italiana…’ e continuava con la descrizione delle foto ed altre supposizioni.
Ci mancava solo essere nel mirino dei paparazzi. Ma che cosa avevo fatto di male al mondo per meritarmi questo?
Me lo sarei chiesto all’infinito ma la risposta non sarebbe mai arrivata.
Con ancora le parole di quell’articolo in testa, decisi di andare a fare la spesa tanto per riempire la dispensa e soprattutto distrarmi.
Così lasciai un bigliettino sul tavolo della cucina per Brian con scritto che ero andata a fare la spesa ed avevo preso le chiavi di casa, e uscii.
Camminando per la strada continuai a pensare all’articolo sperando che nessuna delle persone che passavano di lì l’avesse letto o che non ci fosse in giro qualche paparazzo, altrimenti già mi immaginavo l’articolo ‘La girlfriend dei tre Backstreet se ne va in giro da sola…che li avesse già lasciati?’.
Ormai quell’articolo era un chiodo fisso nella mia testa che mi accompagnò per tutta la durata di quell’uscita.
Fatta la spesa tornai subito a casa.
Aprendo la porta notai che Brian si era alzato in quanto c’era la tv accesa, così dissi:
“Bri mi daresti una mano che le buste sono un po’ pesanti?!” non avendo ricevuto risposta continuai sbuffando “Non ti scomodare troppo, mi raccomando!”
Così da sola piena di buste e bustine mi recai in cucina per posarle. Non appena fatto ciò andai in salotto per vedere che cosa stava facendo Brian di così importante da non rispondermi.
Lo trovai seduto sul divano intento a guardare qualcosa tra le mani.
“Vedo che sei molto impegnato eh…” dissi in tono ironico.
Non appena dissi ciò si voltò con in mano quel giornale…
“Senti posso spiegarti…” dissi cercando subito di fargli capire come stavano le cose.
“No, tu non mi devi spiegare niente. È la tua vita e fai quello che ti pare…” si fermò un attimo per poi continuare più alterato “Sai che ti dico…MI SONO STUFATO DI TE E DI TUTTA QUESTA SITUAZIONE…per colpa tua e del tuo maledettissimo desiderio sono indietro con la preparazione del tour e non sono più me stesso da quando hai stravolto la mia vita…ora vedendo queste foto mi sorge il dubbio che tu l’abbia espresso intenzionalmente quel desiderio..”
“COSA?! Pensi che sia stato divertente per me imparare quei ridicoli balletti che nemmeno ai ragazzini di 10 anni si insegnano? Non credere che per me sia stato facile cambiare radicalmente vita da un giorno all’altro! Se pensi questo non hai proprio capito niente di me…” risposi tutto d’un fiato trattenendo a stento le lacrime ferita da quelle parole.
Così corsi verso la porta e uscii sbattendo quest’ultima. Ormai fuori, le lacrime uscirono copiose sul mio viso…non riuscivo più a fermarle. Quelle parole mi avevano profondamente ferito, poi dette da lui…avevo il cuore in mille pezzi.
Camminando per le vie, nella mia mente si riproponevano le parole della sera prima in contrapposizione con quelle di poco fa. Non riuscivo a crederci, non da lui…
Forse in tutti questi anni l’immagine di lui che mi ero creata era tutto l’opposto di quella reale…ma era impossile…non poteva essere…
Mentre ormai la mia mente era immersa in quei pensieri, iniziò a piovere. Ci mancava solo questo. In quel momento avrei voluto solo allontanarmi da tutto e da tutti, ritornare alla mia ‘vecchia’ vita, cosa molto improbabile dato il tempo che via via stava peggiorando.
Intanto, senza nemmeno accorgermi, mi ritrovai davanti casa di Nick.
Dopo un attimo di incertezza decisi di bussargli alla porta anche perché non potevo rimanere l’intera notte sotto la pioggia.
Poco dopo aver bussato mi aprì…
“Jessy, che è succ…”
Non gli feci concludere la frase che istintivamente lo abbracciai iniziando a singhiozzare sempre di più.
In seguito ad un attimo di stupore, mi strinse calorosamente a lui e mi sussurrò:
I don't know what he does to make you cry, but I'll be there to make you smile.
A quel gesto e a quelle parole mi strinsi ancora di più tra le sue braccia diminuendo piano piano il pianto.
Dopo qualche secondo così, mi disse alzandomi il viso per incontrare il mio sguardo:
“Non voglio che piangi. Vai ad asciugarti che sei zuppa e poi se ti va ne parliamo!”
Così dicendo mi condusse nella sua camera dandomi una sua tuta e poi ritornò in salotto.
Appena aver finito di asciugarmi e di vestirmi, lo raggiunsi lì.
“Nick, dato che la tua tuta è abnorme, ho messo solo la felpa che tanto mi fa da vestito!” gli dissi sorridendo.
“Ah per me non c’è problema, anzi se vuoi poi anche toglierti la felpa..” mi rispose in modo malizioso.
“Scemo!” dissi ridendo.
“Ecco…così ti voglio…sorridente!” mi rispose serio.
Arrossii a quell’affermazione e risposi con un timido ‘Grazie!’.
Così mi sedetti sul divano affianco a lui e in un attimo il silenzio..nessuno dei due fiatò…forse perché entrambi aspettavamo la ‘mossa’ dell’altro.
“Nick, la storia è un po’ lunga…” iniziai di punto in bianco spezzando quel silenzio “…dovrei iniziare a raccontare da quando sono comparsa qui a New York o forse anche dal giorno prima…”
“Se non vuoi, non c’è nessun problema…” mi disse dolcemente.
“Non ti preoccupare. Pur con qualcuno mi dovrò sfogare, no?!” gli dissi sorridendo “Però ti avverto è un pochino surreale la cosa…”
“Ok, mi preparo psicologicamente..” mi rispose ridendo non avendo inteso la serietà della mia ultima frase.
“Allora…”
Così dicendo iniziai a raccontargli tutto per filo e per segno quello che era successo tra l’incredulità di lui e la mia tristezza.
“…Ed ora sono qui…” conclusi alla fine del mio racconto.
“…cioè…cioè…tu nel corpo di Brian…Brian nel tuo corpo…no , no, mi stai prendendo in giro, vero??” mi disse Nick con gli occhi spalancati.
Dissentii con il capo al che…
“Cioè questo significa che io ho baciato Brian??? Ti prego dimmi di no!!” mi disse allora allarmato.
“Ebbene si…hai baciato Brian!!” gli risposi scoppiando a ridere.
A quella mia risposta tanto temuta iniziò a pulirsi la bocca e la lingua con la mano come per togliere i residui di quel bacio.
“Ma dai Nick!! È successo più di una settimana fa!!” gli dissi ancora ridendo.
Così si fermò lasciando però sul volto un’espressione disgustata e poi disse tornando serio:
“Comunque, a parte gli scherzi, non capisco il comportamento di Brian. Ti giuro non è da lui, ormai lo conosco da una vita ed ti dico che non è il tipo da fare queste cose. Ci deve essere una spiegazione…”
“Io so solo che mi ha ferito profondamente…” dissi lasciando scendere sul mio volto una lacrima.
“Sei innamorata di lui, non è vero?” mi chiese sorridendomi.
“È tanto evidente?!” dissi diventando rossa in viso.
“Eh un pochino!” rispose continuando a sorridere “Dai vieni qui!” concluse abbracciandomi.
Confortata da quell’abbraccio dissi:
“Senti Nick, visto che per oggi non ho intenzione di tornare da Brian, potrei rimanere qui solo per questa notte?”
“Ah, per me non c’è nessun problema…però dovrei chiedere alla mia ‘coinquilina’!” mi rispose sorridendo e visto che aveva notato la mia faccia confusa continuò urlando “Lucky, vieni!”
Dopo qualche secondo vidi spuntare dalla porta…un cucciolo di labrador che saltò subito sulle gambe di Nick.
“Jessy ti presento Lucky!” mi disse Nick sorridendo.
“Ma è bellissima!” gli risposi iniziando a farle un milione di coccole.
“Beh noto con piacere che le piaci, quindi sei la benvenuta in casa!” mi disse allora entusiasta.
“Allora devo ringraziare la piccola Lucky!” dissi continuandola ad accarezzare.
“E anche il suo padrone!” mi disse allora Nick facendo il finto offeso.
“E certo!” gli risposi dandogli un bacio sulla guancia.
Così la serata procedette tra una risata e l’altra a coccolare la piccola Lucky fino a che non ci addormentammo tutti e tre sul divano.
Ma cosa sarebbe successo il giorno seguente?

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Capitolo 20
*** capitolo venti ***


20° capitolo
Un altro giorno ebbe inizio e, grazie alla fievole luce del sole che penetrava nella camera in cui mi trovavo, incominciai ad aprire gli occhi. Solo poco dopo essermi veramente svegliata realizzai di aver dormito l’intera notte tra le braccia di Nick sul divano con Lucky sulle gambe.
Dopo un attimo in cui rimasi immobile ad osservare Nick mentre dormiva, mi alzai senza far alcun rumore spostando Lucky delicatamente sul piccolo spazio di divano libero.
Così, ormai decisa ad andarmene da quel posto, da quella città, mi diressi in camera di Nick per rimettermi i miei vestiti ormai asciutti e fatto ciò ritornai in salotto.
Qui, decisi di lasciare un foglio sul tavolo con su scritto:
‘Ciao Nick,
questo messaggio ti sembrerà da codarda, anzi diciamo che lo è, ma odio gli addii e preferisco così. Ormai non posso rimanere qui, farebbe troppo male vivere ogni giorno con lui davanti agli occhi e inoltre, prima o poi, sarei dovuta tornare in Italia, no?! Questa non è la vita che fa per me e solo adesso l’ho capito veramente.
Non finirò mai di ringraziarti per ieri sera; sei stato unico!
Grazie anche per questi giorni trascorsi insieme: indimenticabili!
Salutami gli altri.
Baci                                                                             
                                                                                              Jessica’

Finito di scrivere lasciai il foglio sul piccolo tavolino che stava davanti al divano e uscii da quella casa facendo il minor rumore possibile nel chiudere la porta.
Fuori chiamai un taxi fischiando stile film hollywoodiani, e dal risultato direi proprio che funzionava. Infatti immediatamente il taxi che stava passando di lì si fermò e vi entrai. Così dissi al taxista di portarmi in aeroporto e l’auto partì.
Durante quel breve viaggio cercai in tutti i modi di non pensare a quanto era successo il giorno prima, ma ogni cosa mi portava alla mente quell’episodio fino a che lo stesso taxista mi riportò sulla Terra.
“Signorina siamo arrivati!” mi disse girandosi verso di me sorridendo.
“Ah, si, grazie! Molto gentile!”
Così dicendo pagai e uscii iniziando ad incamminarmi verso la biglietteria dell’aeroporto. Arrivata chiesi:
“Mi scusi signorina…”
“Mi dica!” mi rispose prontamente sorridendo.
“Mi saprebbe dire se c’è in mattinata un volo per Roma?”
“Si, un attimo che controllo…” rispose iniziando a guardare sul computer e poi continuò “Ce n’è uno proprio fra un’ora e mezza, le do un biglietto?” concluse continuando a sorridere.
“Si, grazie, molto gentile!” le risposi contraccambiando il sorriso.
“Prego, si figuri! Buon viaggio allora!” mi disse porgendomi il biglietto.
“Grazie infinite!” e così dicendo mi allontanai dalla biglietteria.
Iniziai a guardarmi intorno e notai un bar, così, dato che non avevo fatto colazione, ci andai e ordinai un cornetto alla cioccolata e una bella tazza di latte caldo.
Iniziai a gustare il tutto tranquillamente senza esser disturbata da nessuno quando…
“Mi scusi signorina le è caduto questo!” mi disse una voce alle mie spalle quasi famigliare.
Iniziai a voltarmi per ringraziare lo sconosciuto e prendere quello che mi era caduto e…no, non ci potevo credere lui…che ci faceva qui?
Mentre nella mia testa mi facevo quelle domande, mi riportò lui sulla Terra:
“So che odi gli addii, ma non volevo salutare gli altri al posto tuo, quindi eccoli tutti qui o quasi!” mi disse Nick spostandosi e facendo spazio agli altri.
C’erano Alex, Howie e Leigh lì davanti a me che mi sorridevano.
“Sei ufficialmente sulla mia lista nera Nick!” gli dissi facendogli una linguaccia “Per colpa tua ecco che inizio a piangere…” così dicendo una lacrima iniziò a rigarmi il viso.
“Dai non piangere! Sono sicurissimo che questo non è un addio ma un arrivederci!” mi disse Nick abbracciandomi.
“Ma non c’è nessuna cosa che possiamo fare per farti rimanere?” mi disse Alex speranzoso.
“Beh…una cosa ci sarebbe…” iniziai seriamente “…rimborsarmi il biglietto e i soldi dati al taxista per venire qui…” conclusi trattenendo a stento le risate.
A quella mia affermazione Howie e Leigh rimasero a bocca aperta dallo stupore, ma poco dopo capirono che era uno scherzo, mentre Alex e Nick, avvicinandosi l’un l’altro,  si misero a contare i soldi che avevano entrambi.
A quella scena scoppiai a ridere seguita da Howie e Leigh.
“Dopo questo ho capito che siete proprio scemi, ma anche per questo vi voglio un mondo di bene!!!” dissi andandogli incontro e abbracciandoli tutti e due insieme.
“Quindi questo significa che non c’è nessun modo per farti rimanere?” mi disse Alex cadendo dalle nuvole.
“No, non c’è nessun modo. Ormai ho deciso e poi, come ho già detto a Nick, questo momento sarebbe dovuto arrivare comunque..” gli risposi lasciando cadere sul volto altre lacrime.
Nel frattempo, come per spezzare quel triste momento, una voce femminile al microfono rimbombò nell’aeroporto:
“Signori e signore sono aperte ora le porte per l’imbarco del volo per Roma. Si pregano i gentili passeggeri di fare il check-in ed imbarcarsi. Grazie.”
“Beh, è arrivato il momento!” dissi asciugandomi le lacrime.
Così dicendo mi avvicinai a Leigh per salutarla.
“Grazie per questi giorni! Sei stata una vera amica!” le dissi abbracciandola.
“Grazie a te per la compagnia…finalmente ho trovato qualcuna con cui parlare di questioni femminili dato che da ormai troppo tempo sono circondata da soli ragazzi…” mi rispose ridendo e poi continuò “Scusami per la scenata di ieri. Nick ci ha spiegato tutto quello che è successo e Alex mi ha spiegato la situazione della foto…mi sono sbagliata e ti chiedo scusa!” concluse rammaricata.
“Non ti preoccupare, è acqua passata!” le dissi abbracciandola ancora una volta e poi continuai “Ma quindi sapete tutto del desiderio e di tutto il resto?” conclusi meravigliata.
“Ehm, si!” mi rispose Nick grattandosi la testa “Gli ho raccontato tutto prima di venire qui…”
“Ah…” dissi e dopo un attimo ripresi a salutare gli altri come per cambiare completamente discorso.
“Ciao Howie! Grazie per quel fantastico week-end nella tua villa e in generale per questi giorni passati insieme…mi raccomando se ci rincontreremo voglio vedere un piccolo Dorough tra le braccia di Leigh!” dissi ad Howie abbracciandolo.
“Ok, allora ci daremo da fare!” mi rispose sorridendo.
“E ora tocca a te Alex…beh che dirti?! Sei stato fantastico in questi giorni e non finirò mai di ringraziarti per quel pomeriggio trascorso insieme…mi hai mostrato una parte di New York a dir poco straordinaria! Grazie ancora!!” dissi rivolta ad Alex con le lacrime agli occhi e abbracciandolo fortemente.
“Grazie a te, sei stata tu che hai reso quel pomeriggio indimenticabile!! Per ringraziarti ho fatto questo cd per te; è per questo motivo che l’altro giorno non sono venuto con voi…” mi rispose un po’ imbarazzato.
“Grazie!” riuscii solo dire dato che le lacrime ormai scendevano copiose sul mio volto.
“Lo ascolterò appena torno a Roma, promesso!” ripresi dopo aver fermato un po’ il pianto.
“E ora tocca a me!!” disse Nick quasi entusiasta del momento.
“Beh, a te ho già detto tutto, basta questo…” così dicendo gli andai incontro e lo strinsi forte a me.
Dopo un attimo così mi distaccai e dissi:
“Bene, è ora che vado. Ho salutato tutti…quindi add…” non finii di terminare la parola che vidi Nick guardarmi storto, così mi corressi “…Arrivederci!” sorrisi e mi voltai iniziando ad incamminarmi verso il check-in.
Dopo nemmeno due passi mi rivoltai verso di loro e dissi:
“Ah, dite a Marcus che la sua bodyguard preferita gli manda un bacio e lo ringrazia…” finita la frase notai un’aria di incomprensione tra tutti così continuai “…capirà!”
Detto questo andai finalmente a fare il check-in e dopo nemmeno cinque minuti già mi stavo incamminando verso la direzione per l’imbarco quando decisi di voltarmi per un ultimo saluto e…vidi una persona in più tra di loro…Brian!
A quella vista mi voltai subito e come dal nulla incominciai di nuovo a piangere.
Con ancora le lacrime negli occhi mi imbarcai tra gli sguardi compassionevoli della gente.
 
Il viaggio in aereo durò un’eternità. Non riuscii a chiudere occhio, sembrava come se qualcuno per dispetto avesse messo degli stuzzicadenti per sorreggere le mie palpebre.
Quando finalmente l’aereo atterrò, era ormai da un pezzo calata la notte su Roma.
Dopo i soliti procedimenti di routine in aeroporto finalmente mi diressi verso casa con un taxi.
Mai come in quel momento ero felice di ritornare a casa dalle mie due amiche.
Arrivata, presi la copia delle chiavi di casa che ormai da una vita tenevamo sotto il piccolo vaso che stava vicino la porta in caso di emergenza ed entrai facendo il minor rumore possibile e non accendendo la luce per non far svegliare le miei due amiche, ma andai contro lo spigolo di qualche mobile al che…
“Ahia…” dissi istintivamente chiudendo però subito la bocca.
‘Ma che cavolo, manco nemmeno due settimane e già hanno spostato i mobili?! Speriamo che non mi abbiano sentito.’ pensai tra me e me.
Ma così non fu; infatti subito dopo sentii qualche rumore provenire dalle camere da letto e nemmeno dopo due minuti la luce si accese e…
“Fermo là, non fare un altro passo altrimenti…Jessica???!!!”
Erano Martina e Marty entrambe armate di manganello e scopa.
“Certo che un’amica se ne va per qualche giorno e questo è il modo di darle il ‘bentornata’?” chiesi facendo l’offesa.
“Pure tu però avverti!” mi disse Marty posando le ‘armi’.
“Eh vabbè, questi sono dettagli!” le risposi facendo l’indifferente.
“Eccolo là, sei appena tornata e già litigate…” disse Martina sbuffando.
Scoppiammo tutte e tre a ridere e ci abbracciammo per circa cinque minuti.
“Però ora raccontaci tutto, tanto la notte è giovane!” mi disse allora Marty curiosa.
“Allora hai incontrato i Backstreet boys?” mi chiese Martina presa anche lei dalla curiosità.
 A quella domanda annuii con aria malinconica.
“E allora perché quella faccia??” mi chiese di nuovo Martina non capendo “Che è successo?”
“Non sei riuscita a fare colpo su Brian, dì la verità, eh?!” disse Marty sogghignando.
A quel nome il mio cuore perse un battito e involontariamente una lacrima rigò il mio viso.
“Scema!” urlò Martina a Marty dandole una gomitata “Dicci cosa è successo…”
Così per la seconda volta raccontai tutta la storia fino alla mattina di quel giorno tra lo sgomento e l’incredulità di entrambe.
“Ma stai scherzando, vero? Voglio delle prove!” mi disse Marty ancora incredula.
“Beh, ci sono queste foto e il cd…ma della prima parte della ‘storia’ non ho niente…” così dicendo le mostrai le foto dell’uscita con Nick e Brian e il cd che mi aveva dato Alex “Se non ci vuoi credere, fai come ti pare…”
“Io ci credo, ma a questo punto ci odierai per il regalo che ti abbiamo fatto proprio oggi…” mi disse Martina guardando Marty che intanto si era alzata e diretta in camera mia.
Non capii a che cosa si stesse riferendo, così Martina continuò:
“Proprio oggi sono uscite le date del tour dei Backstreet boys qui in Italia e…”
“…ti abbiamo comprato subito un biglietto per la data di Roma del 30 aprile…” concluse Marty ormai tornata in salotto mostrandomi il biglietto.
“Beh, siete state gentilissime! Accetto volentieri il regalo,” dissi sorridendo “..anche se so per certa che non ci andrò…” conclusi quasi sussurrando.
“Meno male, altrimenti non saprei a chi lo potevamo dare…” disse Marty come sollevata dalla mia risposta.
“Sei sempre la solita!” le dissi ridendo e poi continuai “Beh, ora è meglio che vado a dormire che è stata una giornata straziante…e da domani si ritorna alla solita vita!!” conclusi entusiasta.
Così ce ne andammo tutte e tre a dormire.
Ma come sarebbero proceduti quei giorni di nuovo a Roma?  
 

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Capitolo 21
*** capitolo ventuno ***


21° capitolo
Mi stavo rigirando nel letto ormai da tutta la notte. Non ero riuscita a chiudere occhio e il tempo fuori dalla finestra non mi era d’aiuto: tuoni, lampi, vento impetuoso e pioggia insistente, sembrava una vera e proprio tempesta.
Così, guardando l’orologio sul comodino che segnava le sei e mezza di mattina, decisi di alzarmi cercando in tutti i modo di non svegliare le mie due amiche.
Mi diressi in cucina per prepararmi una bella tazza di cioccolata calda, l’unica vera amica in situazioni simili; dopo aver fatto ciò mi sedetti sul divano e iniziai a guardare la televisione mettendola a basso volume gustando la cioccolata calda che avevo appena preparato.
Iniziai a girare i canali evitando quelli di musica per paura di trovare un video dei Backstreet boys…ora più che mai ero decisa a non avere più a che fare con loro: le loro canzoni con le loro voci, i loro video e le loro immagini mi avrebbero riportato alla mente tutto quello che era successo e quindi mi avrebbero fatto soffrire ancora di più.
D’ora in poi la mia vita, per la contentezza di Marty, non sarebbe stata più accompagnata da loro, anche se molto presto mi sarei resa conto che questo sarebbe stato molto improbabile.
Mentre mi convincevo di ciò, Martina ancora mezza assonnata mi aveva raggiunto in salotto e si era seduta accanto a me.
“Notte insonne?! Non riesci a toglierti dalla testa quello che è successo?!” mi disse osservandomi dalla testa ai piedi.
“Come sempre mi capisci al volo, eh?!” le risposi forzando un sorriso.
“Beh, che cosa sono le amiche se non persone che ti capiscono e ti consolano nei momenti di bisogno?!” mi disse allora sorridendo e aprendo le braccia come per dire ‘Vieni qui!’.
Così, senza farmelo ripetere due volte, mi feci coccolare tra le sue braccia abbandonandomi in un pianto liberatorio.
L’adoravo quando, in circostanze come questa, mi rassicurava tra le sue braccia, come una madre fa con i figli.
“Grazie Martina, cosa farei senza di te?!” le dissi rimanendo ancora tra le sue braccia.
“Ti metteresti sicuramente in qualche casino insieme a Marty!” mi rispose sdrammatizzando riuscendo a farmi sorridere. “Senti, a parte gli scherzi, che farai adesso?” riprese tornando seria.
“Beh, ritorno alla mia vita…prima o poi mi dovrò laureare, no?!” risposi sorridendo e asciugandomi le ultime lacrime.
“Eh si, almeno tu!” mi rispose ridendo poi continuò “A proposito dell’università, ora come fai con gli esami che dovevi fare la scorsa settimana?”
“Mi sembra che ci sono dei richiami a febbraio-marzo…più tardi in caso faccio una scappata all’università, anche se penso che ormai sia chiusa per le vacanze natalizie, ma tentar non nuoce!” le risposi sorridendo.
“Ok. Ora è meglio che preparo la colazione che ormai sono le sette passate e devo andare al negozio…anzi vai a svegliare Marty che è tardi!” mi disse sorridendo.
Mi stavo incamminando verso la camera di Marty quando Martina riprese dicendo:
“Ah, dimenticavo! Ti do il permesso di utilizzare qualsiasi mezzo per svegliarla che durante queste due settimane mi ha assillato in continuazione con le canzoni dei Blue…non ne potevo più!!” concluse con aria disgustata.
“Ok!” le risposi strofinandomi le mani come per farle capire che stavo architettando qualcosa di ‘terribile’.
Così mi recai in camera di Marty facendo il minor rumore possibile. Entrata mi diressi subito verso le finestre e spalancando le tende dissi:
“Bell’addormentata sveglia!!”
“No, dai, cinque minuti e poi mi alzo!” mi rispose Marty con la voce ancora assonnata e coprendosi il volto con le coperte.
“Eh no, cara, ti alzi ora, altrimenti…beh altrimenti…sono guai per te!” le dissi con quel tono di chi non promette niente di buono.
Nonostante ciò notai che si era riaddormentata visto che aveva iniziato leggermente a russare.
“Bene, allora preparati!” dissi quasi sussurrando uscendo dalla stanza.
Così tornai in cucina perché avevo bisogno dell’aiuto di Martina e iniziai a preparare tutto il necessario.
Fatto il tutto ci recammo insieme nella stanza di Marty e dissi sottovoce a Martina:
“Pronta?” ricevuto un assenso da quest’ultima continuai “Uno…due…tre…via!!!”
Così dicendo Martina fece partire dal suo cellulare la musica del film dell’’Esorcista’ a massimo volume, mentre io mi avvicinai al letto.
In quel momento Marty si scoprì il viso dalle coperte dicendo:
“Ma che cavolo succ…”
Non le feci finire la frase che le gettai addosso una bacinella di acqua fredda dicendo:
“Beh, io te l’avevo detto!!” conclusi battendo il cinque con Martina.
Riuscendo solo ora a capire ciò che le era successo Marty disse:
“MA TI SEI AMMATTITA?” urlando, poi notando che Martina era stata mia complice continuò abbassando leggermente il tono “Non ci posso credere anche tu?! Da te non me lo sarei mai aspettata!” si fermò un attimo e poi concluse “Ma ora me la pagate tutte e due!!”
Così si alzò dal letto ancora gocciolando e iniziò a rincorrerci per tutto l’appartamento lasciando la scia di gocce d’acqua per tutto quest’ultimo fino a che, una alla volta, scivolammo su quest’ultime ritrovandoci così alla fine tutte e tre con il sedere per terra a ridere a crepapelle come bambine.
Restammo così per una decina di minuti continuando a ridere, quando Martina si accorse dell’ora e incitò Marty a prepararsi che erano in tremendo ritardo per andare al lavoro.
Così, in men che non si dica, mi ritrovai da sola in casa.
Decisi di prepararmi per andare all’università anche perché ormai aveva smesso di diluviare. Mentre mi stavo dirigendo verso la porta per uscire, notai il cd di Alex sul tavolino in salotto e, ricordando la promessa che gli avevo fatto, lo presi insieme al lettore cd e, mettendo tutto nella borsa, uscii.
In una mezz’oretta di autobus arrivai davanti all’università. C’era pochissima gente e questo provava che i corsi erano chiusi per le feste natalizie. Nonostante ciò mi recai alla facoltà di architettura per vedere almeno quando riapriva.
‘Comunicazione
La facoltà di architettura sarà chiusa dal 22 dicembre al 6 gennaio (compreso) per le festività natalizie. Per ulteriori informazioni sui vari corsi consultare il sito dell’università.’

Questo era quello che riportava un cartello appesa sulla porta d’entrata della facoltà.
‘Bene, avrò un po’ di giorni per rilassarmi, anche se in questo momento mi ci vorrebbe qualcosa per tener occupata la testa…’ pensai un po’ amareggiata.
Spostando poi lo sguardo notai un’altra comunicazione:
‘Comunicazione esami con il professor Smith
Gli esami riguardo il corso del professor Smith della scorsa settimana, sono stati rimandati a febbraio. Consultare il sito dell’università per vedere le nuove date.’

‘Meno male, hanno spostato gli esami che dovevo fare!!’ pensai sorridendo.
Così, dopo aver letto le comunicazioni, decisi di andare al parco vicino all’università tanto per ascoltare il cd che mi aveva regalato Alex.
Mentre mi stavo incamminando verso il parco, sentii suonare il cellulare…
“Pronto?!” risposi non conoscendo il numero.
“Signorina Jessica?!” mi rispose una voce maschile camuffata.
“Si, lei chi è?” chiesi educatamente.
“Beh, sono colui che prima o poi ti rapirà e ti riporterà al mondo a cui appartieni…” mi rispose serio sogghignando.
“Ma che vuole da me?” chiesi iniziando a spaventarmi.
“Voglio che diventi mia per l’eternità!! Muhaaaa!!!” mi rispose finendo con una risata diabolica.
“Ma lei è un MANIACO!!!! Guardi che do il suo numero alla polizia!!!” gli risposi facendomi un po’ di coraggio.
Dall’altra parte della cornetta, dopo quella mia affermazione, tutto taceva fino a che dopo un po’ non scoppiò una fragorosa risata.
“Ma ora che ha da ridere? Le fa ridere essere denunciati alla polizia??” domandai perplessa.
“Rido perché mi immagino la tua faccia in questo momento…” mi rispose riprendendo a ridere.
Ma quella voce…
“NICK???????” dissi allibita.
“Eh si, bellezza…sono proprio io! Piaciuto lo scherzo?” mi rispose allora divertito.
“Ma dimmi un po’…TI SEI IMPAZZITO O COSA????” gli risposi incavolata.
“Da questo deduco che non ti è piaciuto…” mi disse facendo svanire quell’aria divertita.
“Beh, tu che dici? Mi hai fatto prendere un colpo!!!” dissi offesa.
“Scusami!” mi disse amareggiato.
“Ok, però non lo fare mai più!!” gli dissi riprendendolo.
“Ok capo!” mi rispose serio trattenendo a stento le risate.
“Scemo!!” gli dissi; poi, notando che l’orologio segnava le dieci di mattina, continuai “Ma come mai questa telefonata soprattutto a quest’ora che in teoria lì a New York dovrebbero essere le quattro del mattino??” conclusi incuriosita.
“Beh…” iniziò con voce imbarazzata “…non riuscivo a dormire e poi…mi mancavi!!!” concluse ancora più imbarazzato.
“Oh Nick…anche tu mi manchi come del resto gli altri…a proposito, come va lì?” chiesi curiosa.
“ Tutto bene…si sente un po’ la tua mancanza…” mi rispose con tono triste.
“Ma se non è nemmeno un giorno che sono partita!”
“Beh è troppo tempo!! Comunque preparati che d’ora in poi, visto che ho rimediato il tuo numero, ti chiamerò ogni giorno!!!” disse entusiasta della sua affermazione.
“Ah, bene…” dissi pensando ‘Ecco, è svanita in un nanosecondo la speranza di allontanarmi da loro..’ poi ripresi sviando un po’ il discorso “Ma a proposito come hai fatto ad avere il mio numero?”
“Ho i miei informatori personali!” mi rispose con aria soddisfatta.
“Che hai ingaggiato alcuni agenti della C.I.A.??” dissi scoppiando a ridere.
“Tutto può essere…per te questo e altro!” mi rispose rimanendo serio ma trattenendo a stento le risate.
“Scemo!” gli dissi ancora ridendo poi continuai “Senti ora ti lascio. Ci sentiamo domani allora!”
“Si, si…d’ora in poi non ti libererai facilmente delle mie chiamate!!” mi rispose terminando con una risata diabolica.
“Ok, me ne farò una ragione!” dissi ridendo e poi conclusi con tono premuroso “Però non voglio che mi telefoni quando da te è piena notte..voglio che ti riposi, devi essere in forma per l’imminente tour!!”
“Ok mammina!” mi rispose facendo la voce da bambino.
“Ma lo sai che sei proprio scemo??”
“Si, me ne rendo conto!” disse scoppiando a ridere seguito da me.
“Ora però ti lascio. Baci, ti voglio bene!” dicendo ciò riagganciai.
Non so perché ma quella telefonata mi aveva rallegrato, e così con un sorriso sul volto mi sedetti su una panchina del parco che ormai avevo raggiunto e iniziai ad ascoltare il cd di Alex.
‘Ciao bellezza, sicuramente ti starai chiedendo il motivo di questo cd. Beh è solo un modo per ringraziarti di tutti i momenti passati insieme e visto che non sono bravo con le parole…’
Terminando così il suo breve ‘discorso’ iniziò a cantare una decina delle canzoni del suo album da solista accompagnato da una chitarra. Alla fine di questo, riprese dicendo:
‘Considera questo un concerto privato solo per te che potrai ascoltare ogni volta che vorrai, in qualsiasi posto tu sia e con chiunque. Questo ti basterà per ricordarti di me! Baci, ti voglio un mondo di bene!’
Così si concluse quel meraviglioso cd che era riuscito a commuovermi sin dalla prima parola.
Asciugandomi l’ultima lacrima mi alzai e mi incamminai verso casa.
La giornata procedette tranquillamente. Sembrava tornato tutto alla normalità anche se ogni tanto ripensavo a quello che mi era successo e qualche lacrima a quel pensiero rigava il mio viso. Ogni volta che non riuscivo a trattenermi, cercavo di convincermi che prima o poi sarei riuscita ad andare avanti. Ma ci sarei riuscita veramente?
 
 

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Capitolo 22
*** capitolo ventidue ***


22° capitolo
Ormai il nuovo anno era iniziato già da due mesi e con esso anche il tour dei Backstreet boys. Ogni giorno Nick, come già mi aveva avvertito, mi teneva aggiornata su tutto quello che succedeva: sui vari scherzi che lui e Alex facevano a Howie e le rispettive vendette, sulle nuove conquiste di Alex, sulle scenate di gelosia di Leigh verso alcune fan accanite del maritino, sui concerti…insomma mi teneva informata su tutto ad eccezione di Brian: nemmeno una volta durante le sue telefonate lo aveva nominato e per questo lo ringraziavo dal profondo del mio cuore.
Senza nemmeno accorgermi era arrivato il giorno del mio compleanno: il 27 febbraio.
Quella mattina non avevo voglia di alzarmi, non so perché ma mi sentivo terribilmente stanca, forse già si faceva sentire il peso di un anno in più sulle spalle.
Così rimasi sul letto nonostante il sole era ormai sorto da un bel po’, ma non riuscii a rimanerci a lungo dato che…
“Tanti auguri a te…tanti auguri a te…tanti auguri a Jessica…tanti auguri a te!!!” erano le due Martine che entrarono in camera portando un piatto con sopra un cornetto alla nutella e una candelina.
“Grazie mille ragazze!” dissi io stropicciandomi gli occhi ancora mezza assonnata.
“Spegni la candelina ed esprimi un desiderio…” mi disse Marty.
“A no, questa volta non ci penso minimamente…mi limito a soffiare sulla candelina!” risposi ricordando quello che era successo l’ultima volta.
“Sempre la solita, eh?!” disse Martina rivolta a Marty con tono di rimprovero.
“Oddio scusa non volevo…” mi disse allora Marty.
“No, non ti preoccupare, è tutto passato ormai!” le risposi  addentando il cornetto dopo aver spento la candelina.
“Allora che hai intenzione di fare oggi?” mi chiese Martina.
“Beh, non lo so. Dalle dieci alle cinque del pomeriggio ho tre lezioni all’università alle quali non posso assolutamente mancare, poi la sera avevo intenzione di mangiare una pizza con voi due e basta…perché che cosa avete architettato?” chiesi alla fine vedendo le loro facce compiaciute.
“Ma chi, noi?? NIENTE!!” risposero in coro.
“Si, vabbè, come no…non me la raccontate giusta, però non voglio indagare.” Dissi sorridendo, poi ripresi “Ora è meglio che mi preparo. Grazie ancora per il cornetto!”
Così dicendo iniziai a prepararmi per andare all’università e in men che non si dica ero pronta. Così avvertii le mie due amiche e uscii.
 
In nemmeno mezz’ora arrivai all’università e mi diressi subito verso l’aula in cui si sarebbe tenuta la prima lezione. Ancora non c’era molta gente dato che ero un po’ in anticipo, così decisi di sedermi ad un banco né molto vicino né molto lontano dalla cattedra del professore e iniziai a prendere dei fogli per gli appunti.
Dopo un quarto d’ora d’attesa arrivò il professore…
“Salve ragazzi, grazie di essere qui per assistere ad una delle ultime lezioni di questo corso…” e così dicendo iniziò a spiegare uno degli ultimi argomenti.
Tutto procedeva liscio: il professore parlava e io prendevo appunti, trascrivevo ogni sua parola; ma ad un certo punto nel bel mezzo della lezione un cellulare iniziò a squillare. Incominciai a guardarmi intorno per vedere chi era quel demente che lasciava il cellulare acceso in aula, ma voltandomi notai che tutti gli occhi degli altri studenti erano puntati su di me. Così, ascoltando meglio la suoneria di quel cellulare, realizzai che quel demente ero proprio io. Che figura!
In preda al panico non sapevo cosa fare: rispondere e uscire o riattaccare?
Ma quel dilemma ben presto venne sciolto, infatti…
“Ehm, ehm..” si schiarì la voce il professore per poi continuare “Signorina ha intenzione di lasciar squillare ancora a lungo il cellulare? La prego risponda!”
“Si, mi scusi!” gli dissi ormai bordeaux in volto uscendo dall’aula con il cellulare in mano.
Appena fuori guardai sul display per vedere chi fosse a quell’ora e poi risposi:
“Pronto, Nick?! Ma perché mi hai…” iniziai un po’ alterata, ma subito venni bloccata…
“Happy birthday to you…happy birthday to you…happy birthday to Jessica…happy birthday to you!!” erano tutti i boys che cantavano.
“Oddio ragazzi grazie infinite!!” dissi io cambiando completamente il tono in quanto mi ero un po’ commossa.
“Piaciuta la sorpresa?! Ora te li passo uno ad uno che ti vogliono dire qualche cosa…”
Non riuscii a rispondere a Nick che…
“Ciao Jessy! Auguri ancora!!” era Howie.
“Grazie mille Howie! Allora come va? Come sta Leigh?” gli chiesi.
“Tutto bene, anche Leigh…e tu?”
“Anche io..sono un po’ stanca per via dell’università, ma va tutto bene!” gli risposi.
“Allora riposati un po’…” mi disse premuroso e poi continuò “Ora ti lascio che c’è qui qualcuno che non vede l’ora di parlarti…”
Stavo per rispondere quando…
“Ciao bellezza! Tantissimi auguri! Ti sono mancato, eh?” era Alex che spruzzava di felicità.
“Grazie infinite Alex!!” iniziai imbarazzata, poi continuai con tono serio “A dire la verità non mi sei mancato!”
“Ah, tu invece tantissimo!” mi rispose con tono triste.
Notando quel tono scoppiai a ridere…come sempre ero riuscita a farlo cadere in un tranello.
“Alex stavo scherzando!! Mi sei mancato tantissimo anche tu!! Infatti quasi tutti i giorni ascolto il cd che mi hai regalato!!” gli dissi per consolarlo.
“C’avrei scommesso!! Tutte, una volta lontane da me, sentono la mia mancanza!!” mi rispose con aria trionfante.
“Ma quanto sei modesto?!” gli dissi allora scoppiando a ridere.
“Beh, un pochino!” mi rispose ridendo, poi continuò “Ora ti lascio agli altri! Ciao bellezza e auguri di nuovo!”
Anche questa volta non riuscii a rispondere che…
“Ciao…auguri!”
Quella voce…un sussulto al cuore…tutto si ripresentò alla mia mente…
“Grazie Brian…” riuscii solo a dire.
Dopo quelle parole da me pronunciate calò il silenzio che durò per circa cinque minuti fino a che lui disse:
“Ti devo parlare e spiega…” non riuscì a finire che…
“Tantissimi auguri Jessy!! Allora ti è piaciuta la sorpresa si o no?!” era di nuovo Nick che aveva letteralmente tolto il cellulare dalle mani di Brian.
“Grazie ancora Nick!! Comunque si, mi è piaciuta la sorpresa!” gli risposi ritornando in me.
“Avrei voluto essere lì di persona a farti gli auguri, ma sai oggi abbiamo un concerto nelle Filippine e la star del gruppo non può mancare!” disse quasi urlando come per farsi sentire dagli altri, infatti subito…
“E chi sarebbe la star del gruppo??!!” era la voce di Alex in lontananza che non prometteva niente di buono.
“Beh, credo che sia meglio che io attacchi perché qui presumo che me la vedrò brutta! Ti saluto Jessy, auguri di nuovo!! Ci sentiamo o almeno lo spero, sempre se riuscirò a sopravvivere!!” mi disse preoccupato e un po’ impaurito.
“Ok, Nick! Ciao e grazie di nuovo!!”
Così dicendo riagganciai ridendo un po’ immaginando quello che sarebbe accaduto a Nick.
Ancora con il sorriso sul volto stavo per rientrare in aula quando la porta di quest’ultima si aprì e tutti gli studenti uscirono: la lezione era appena finita.
Così entrai per prendere le mie cose un po’ imbarazzata per l’accaduto, chiesi di nuovo scusa al professore e uscii.
Mancava ancora un’ora e mezza alla lezione successiva e dato che era la mezza decisi di andare alla mensa dell’università tanto per mangiare qualcosa.
Fatto questo mi recai nell’aula delle ultime due lezioni della giornata e iniziarono così altre tre ora di intense spiegazioni durante le quali ogni tanto ripensai con aria malinconica a quello che mi voleva dire Brian.
 
Le dure ore di lezioni passarono più o meno in fretta e quando finalmente finirono decisi che, prima di tornare a casa, avrei fatto un giretto per i negozi del centro per farmi un bel regalo di compleanno. Così mandai un messaggio a Martina:
‘Sono appena uscita dall’università. Vado a fare un giro per il centro, torno verso le sette penso. Così avete tutto il tempo a disposizione per organizzare qualcosa! Ihihih Baci, a dopo!’
Mandato l’sms, iniziai ad incamminarmi verso il centro di Roma.
Le strade erano piene di coriandoli. Eravamo in pieno carnevale e come ogni anno la città si animava di bambini che giocavano nelle piazze mascherati dai propri eroi o eroine. Tutto questo rendeva felice l’animo di ogni persona, dai bambini alle persona anziane; anche io mi divertivo a guardare quei bambini spensierati giocare, ma quest’anno, non so per quale motivo, dentro di me c’era un velo di malinconia. Sarà per tutto quello che mi era successo in quell’ultimo periodo?! Non ci volevo pensare.
Così cercando di allontanare quei pensieri, iniziai a guardare le varie vetrine dei negozi, fino a che rimasi affascinata da un vestito: era un vestito blu notte senza bretelle, stretto sul busto e largo dalla vita in giù con qualche merletto sulla parte finale. Non esitai a comprarlo, certo non sapevo in quale occasione l’avrei indossato, ma mi aveva letteralmente incantata che non resistetti.
Dopo quel folle acquisto, continuai a girovagare per negozi, ma, notando che si stava facendo tardi, decisi di tornare a casa.
Arrivai dopo una mezzoretta, misi le chiavi nella serratura, aprii, era tutto buio, così dissi:
“Sono tornata!”
Feci in tempo a finire la frase che le luci si accesero e…
“Sorpresa!! Tanti auguri a te…tanti auguri a te…tanti auguri a Jessica…tanti auguri a te!!!” erano tutti i miei amici e la mia famiglia.
“Voi siete pazze!” dissi a bassa voce commossa alle mie due coinquiline che si erano avvicinate per abbracciarmi, poi alzando la voce ripresi “Grazie a tutti per la sorpresa!! Ed ora…INIZIA LA FESTA!!!” conclusi urlando le ultime parole per poi andare a salutare tutti.
La festa era sensazionale, fantastica…ogni secondo ringraziavo le mie due coinquiline per la sorpresa. Ci voleva proprio una festa così, mi fece allontanare dalla mente quei ricordi. Finalmente ero riuscita a passare una serata spensierata, di puro divertimento, di quelle che ultimamente non ero riuscita a trascorrere.
Però, come tutte le cose, anche questa festa finì e come ogni sera ci ritrovammo io, Martina e Marty sole in casa, esauste, sul divano in salotto.
“Bella festa, vero?” disse ad un tratto Marty.
“Si, però guarda che macello!” rispose Martina mettendosi le mani nei capelli disperata.
“Vabbè dai ci pensiamo domani mattina a sistemare!” dissi io consolandola poi continuai “Comunque grazie ancora!! Non so come sdebitarmi!!” conclusi commossa.
“Beh, un modo ci sarebbe…” disse Martina mandando sguardi complici a Marty, poi continuò “Ripulire il tutto domani mattina!”
“Bene, io vi apro il mio cuore e voi come mi ripagate?! Ritiro tutto quello che ho detto…che amiche perfide che ho!” dissi offesa.
In quel momento tutte e due scoppiarono a ridere e dissero in coro uno ‘Scema!’ accompagnato da due cuscini in piena faccia.
“Ah, è così che la mettete?! Allora è guerra!”
Così dicendo iniziò una vera e proprio battaglia di cuscini fino a che non stabilimmo di comune accordo una tregua.
“Vabbè io vado a nanna che è tardi!” dissi tra uno sbadiglio e l’altro.
“Si, fai bene che domani ti aspetta una dura mattinata di pulizie!” mi disse Marty sogghignando.
A quell’affermazione di Marty le lanciai l’ultimo cuscino in piena faccia tra le risate di Martina prima di correre in camera per finalmente dormire.
Ma come sarebbero andati i giorni a seguire? Avrei di nuovo sentito Brian?

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Capitolo 23
*** capitolo ventitrè ***


 
23° capitolo
Altri due mesi passarono in fretta. Dal giorno del mio compleanno non avevo più sentito Brian, ma questo non si poteva dire di Nick: ogni giorno come un orologio svizzero mi chiamava sempre alla solita ora, mi raccontava di tutto e di più senza dimenticare niente, anzi se per caso si dimenticava qualcosa dopo cinque minuti che la nostra telefonata era finita, mi chiamava di nuovo per raccontarmi quel dettaglio che poco prima aveva dimenticato. Era completamente fuori di testa e ogni volta che glielo dicevo mi ripeteva ‘Voglio renderti partecipe di quello che succede qui. È un modo questo per sentirti vicino a me!’. La prima volta che me lo disse rimasi di stucco, non riuscivo a crederci che lo stava dicendo proprio a me.
Ultimamente però ogni volta che ci sentivamo mi ripeteva che di lì a poco ci saremo rincontrati, anzi tutte le volte mi faceva una specie di conto alla rovescia. Allora un giorno provai a vedere sul calendario a quale data corrispondeva quel conto alla rovescia e notai che era il 29 aprile…inizialmente non capii, poi guardai il biglietto del loro concerto di Roma sul comodino: il concerto si sarebbe tenuto il 30 aprile; nonostante questo non capii…come mi avrebbe fatto ad incontrare il giorno prima del concerto se non sapeva dove abitavo?
 
Aprile stava finendo: era arrivato quel fatidico 29 aprile.
Come ormai da tre settimane la sveglia suonò alle sei di mattina; cosa molto inconsueta per me, ma questa era la vita che ogni volta facevo per prepararmi ad un esame.
Mi alzai ancora mezza assonnata e mi diressi in cucina per prepararmi una tazza di latte caldo, utile per svegliarmi un po’ prima di quelle dure ore di studio. Fatto ciò tornai in camera, chiusi la porta per non svegliare le mie due coinquiline e mi sedetti sulla sedia alla scrivania. Il libro era già aperto al capitolo da cui avrei incominciato quel giorno. Avevo già tutto programmato: avrei finito il libro nell’arco della giornata, sempre se non ci fosse stato alcun intoppo. Così iniziai a studiare con in mano una matita per sottolineare e affianco un foglio per appuntare le cose più importanti come avevo fatto sin dall’inizio.
Tra una pagina e l’altra notai che si era già fatta l’ora di pranzo; così uscii dalla camera, preparai un panino in cucina e poi tornai subito in camera con il panino tra i denti. Alla vista di quella scena Marty disse rivolta a Martina perplessa:
“Ma come fa a fare una vita così, sommersa dallo studio? È da tre settimane che non esce da quella camera se non per andare al bagno o per prepararsi qualcosa da mettere sotto i denti, sono sicura che se fosse possibile non uscirebbe nemmeno per quei motivi…”
“Non ti meravigliare…è sempre stata così, a differenza di qualcun’altra!” le rispose Martina pronunciando le ultime parole con aria indifferente.
“Ma infatti è proprio per questo che ho iniziato a lavorare!” rispose Marty capendo che quella frecciatina era rivolta a lei, salvandosi così in calcio d’angolo.
Mentre le mie due coinquiline continuavano a parlottare in cucina, ripresi a studiare i tre capitoli rimanenti non appena finito il panino.
Lo studio procedeva tutto liscio senza nessuna pausa; le ore passarono in fretta e ormai erano le cinque passate, l’ora in cui quotidianamente mi telefonava Nick, ma questa volta niente. Non si fece sentire. Non diedi peso a ciò anche se ogni tanto davo un’occhiata al cellulare e così continuai a studiare tranquillamente.
Passarono così altre due ore fino a che finalmente riuscii a finire il libro: la prima fase della preparazione all’esame era finalmente finita, dal giorno successivo avrei iniziato a ripassare sui vari schemi che avevo fatto man mano che studiavo.
Così stiracchiandomi un po’ uscii finalmente dalla mia camera e mi diressi in salotto dove c’erano le mie due amiche intente a guardare la televisione sul divano.
“Ragazzeeeeeee ho finitooooooo!” dissi tutt’un tratto facendole letteralmente saltare dato che non avevano notato la mia presenza.
“AMEN!” dissero allora in coro riprendendosi dallo spavento.
“Allora dove andiamo stasera??” dissi entusiasta volendo almeno per quella sera uscire da quelle quattro mura.
“Boh, non saprei...una bella pizza al solito ristorantino??” mi disse Martina.
“Per me va più che bene…basta che esco di casa!!” dissi sorridendo.
“Anche per me va bene!” rispose allora Marty.
“Ok, allora è deciso!! Vado a farmi una doccia!” dissi io salterellando qua e la in direzione del bagno.
Rimasi sotto la doccia per una decina di minuti; ci sarei rimasta anche di più dato che mi rilassava sentire lo scorrere dell’acqua sul corpo, ma sentii suonare alla porta di casa…ma chi era a quell’ora?
Curiosa più che mai uscii dalla doccia e coprii il mio corpo con un asciugamano che arrivava poco più su delle ginocchia.
“Allora chi era alla porta?” dissi ad alta voce uscendo dal bagno e incamminandomi per il corridoio.
Nessuno mi rispose fino a che non spuntò davanti a me Marty che mi faceva segno di stare zitta.
“Ma che c’è? Chi era alla porta?” dissi allora a bassa voce.
Non mi rispose, iniziò solo a fare dei segni incomprensibili con le mani. Le espressioni che assumeva erano un misto tra lo spaventato e l’incredulo e notando ciò le dissi:
“Ma che hai visto un fantasma?? Non mi dire che alla tua età credi ancora ai mostri??”
Ma anche questa volta non mi rispose, si limitò a fare di no con la mano per poi riprendere a fare quei gesti incomprensibili.
Così spazientita da quella situazione andai in salotto e…
“No, non ci credo!” dissi allibita spalancando gli occhi.
“Beh, io te l’avevo detto che oggi ci saremo incontrati!” era Nick con un sorriso a 132 carati.
“Io ormai te lo dico ogni giorno che sei matto!!” e così dicendo corsi ad abbracciarlo.
Dopo nemmeno un minuto mi ricordai di essere appena uscita dalla doccia, così mi staccai da quell’abbraccio e dissi:
“Oops, ti ho bagnato tutto!” cercando in tutti modi di rimediare.
“Non fa niente, qui fa un caldo!” mi rispose iniziando a sbottonarsi i primi tre bottoni della camicia che indossava.
“Beh, a me non pare, anzi fa freschetto…” dissi guardandomi intorno e poi continuai notando che mi stava fissando dalla testa ai piedi “Sei proprio scemo! Vabbè mi vado a vestire così questi calori ti passeranno!” così dicendo corsi letteralmente in camera, indossai la prima cosa che mi capitò tra le mani e tornai in un lampo in salotto da Nick.
“Eccomi!” dissi appena tornata in salotto.
“Stavi meglio con solo l’asciugamano!” mi disse Nick sorridendo poi notando il mio sguardo continuò cambiando completamente discorso “Allora dove mi porti di bello? Ti devo dire un po’ di cose…”
“Beh, in verità dovevo uscire con le mie due amiche…” risposi un  po’ dispiaciuta.
“Non fa niente, sarà per un’altra volta…esci pure con Nick. Ti diamo la nostra benedizione!” mi disse Martina facendo capolino dalla porta del salotto insieme a Marty che intanto mi faceva l’occhiolino.
“Ok, grazie infinite della benedizione…” le risposi guardandola storto e poi continuai rivolta Nick “Allora andiamo!!” così dicendo lo presi sottobraccio ed uscimmo.
 
“Non far caso alle mie due coinquiline, sono un po’ pazze…” me ne uscii tutt’un tratto mentre stavamo passeggiando.
“Non ti preoccupare, sono tutti così gli amici più stretti…” mi rispose alludendo agli altri boys, poi continuò “Allora dove mi porti?” concluse eccitato.
“Andiamo ad una pizzeria per prendere un po’ di pizza da portare via e dopo andiamo ad un parco non molto lontano da qui, così mangiamo in tranquillità e mi dici tutto quello che mi devi dire!” gli risposi concludendo con un sorriso.
“Ok, ottimo programma!” mi rispose allora sorridendo.
Così dicendo ci incamminammo verso la pizzeria e in nemmeno cinque minuti arrivammo a destinazione. Entrati presi più tipi di pizza tanto per far assaggiare a Nick la vera pizza italiana e, non appena fatto ciò, ci dirigemmo al parco.
Ormai arrivati ci sedemmo su una panchina ed iniziammo a gustare la pizza.
“Allora com’è?” dissi notando il modo in cui Nick si abbuffava.
“OTTIMA!” mi rispose con la bocca piena.
A quella scena scoppiai a ridere seguita a ruota da lui che intanto continuava ad abbuffarsi.
Dopo nemmeno cinque minuti la pizza finì, la maggior parte divorata da Nick, e così ci spostammo sulle altalene.
“Allora Nick non mi hai ancora detto quale buon convento ti porta qui!” chiesi iniziandomi a dondolare su una di queste.
“Beh, domani abbiamo un concerto qui a Roma e siamo venuti un giorno prima tanto per girare la città…” mi rispose iniziando anche lui a dondolarsi.
“Ah, si…è vero…” dissi quasi cadendo dalle nuvole, poi continuai “Ma come hai fatto a trovarmi? Chi ti ha dato il mio indirizzo?” conclusi curiosa.
“Come ti ho detto qualche tempo fa, ho i miei informatori!!” mi rispose sogghignando.
“Ecco, ora sono più convinta che hai ingaggiato degli agenti della C.I.A. per spiarmi 24 ore su 24…magari ci stanno spiando anche adesso!” dissi iniziando a guardare da tutte le parti.
A quella mia affermazione Nick scoppiò a ridere seguito da me.
Dopo un attimo di risate, Nick disse tornando serio:
“Comunque, a parte gli scherzi, ti ho cercata perché mi mancavi, non mi bastava sentire la tua voce…” iniziò imbarazzato poi continuò “…e poi dovevo darti questo…”
Così dicendo tirò fuori dalla tasca un pezzo di carta…
“Questo è un biglietto per il concerto di domani…mi farebbe piacere che tu venissi…anzi ti supplico!!!” riprese porgendomi quel biglietto.
“Beh, a dire la verità…un biglietto io già ce l’ho…” dissi abbassando lo sguardo.
A quelle mie parole sul volto di Nick si stampò un mega sorriso che subito svanì quando continuai…
“Però…avevo intenzione di non venirci…” conclusi sempre con lo sguardo basso.
“Per Brian, non è vero?!” mi chiese anche se sapeva bene la risposta, infatti continuò “Lo so che sei stata male per lui ed io non ti ho proprio aiutato con le continue telefonate giornaliere che ti ho fatto durante questi mesi perché ogni giorno ti riportavo nel mondo nel quale volevi allontanarti, però anche Brian sta male. Da quando sei partita non ride più; hai presente quel Brian giocherellone, che non sta mai fermo, che in ogni situazione riesce a mettere il buon umore a tutti con quelle sue uniche battute e quei suoi sorrisi?! Beh, non c’è più; quella parte di Brian è come se fosse partita con te. Non te l’ho voluto dire per telefono perché altrimenti avrei solo peggiorato le cose. Quindi per favore vieni domani al concerto, è un possibilità per chiarirvi.”
“Perché fai questo?” riuscii a dire mentre qualche lacrima rigava il mio viso.
“Perché voglio bene sia a te che a Brian e non ce la faccio a vedervi così!” mi rispose alzandosi dall’altalena e abbracciandomi.
“Grazie!” dissi semplicemente stringendomi in quell’abbraccio.
Rimanemmo così per qualche minuto fino a che dissi distaccandomi dal suo abbraccio:
“Ora però basta piangere…” iniziai asciugandomi le ultime lacrime “…ormai ogni volta che ti vedo va a finire sempre così!!” continuai sorridendo “Allora come va con le ragazze? Per telefono non mi hai detto niente riguardo le tue nuove conquiste…” conclusi cambiando letteralmente discorso.
“Beh, ultimamente non mi è andata proprio bene, forse perché sto cercando la donna perfetta…” mi rispose abbassando lo sguardo imbarazzato.
“Non ci credo…il signorino Nick Carter sta mettendo la testa apposto!” dissi sbalordita.
“E con questo cosa vorresti insinuare?!” mi disse allora con un tono che non prometteva niente di buono.
“Ma chi, io?! NIENTE!!” così dicendo mi alzai di scatto dall’altalena ed iniziai a correre per tutto il parco inseguita da Nick.
Dopo una decina di minuti di rincorsa, ormai tardi, ci dirigemmo verso casa sottobraccio.
“Beh, siamo arrivati!” dissi appena davanti al portone di casa voltandomi verso Nick.
“Grazie per questa serata!” mi disse allora Nick sorridendomi.
“Grazie a te per la visita!” risposi contraccambiando il sorriso.
“Questo è tuo. Non ti obbligo a venire, ma sappi che, se verrai, sarai la benvenuta e farai felici tutti quanti!!” mi disse Nick porgendomi il biglietto.
“Ok, grazie ancora! Diciamo che c’è un possibilità su un milione che venga, ma chissà…” gli risposi prendendo il biglietto “Allora ciao…forse a domani!” conclusi dandogli un bacio sulla guancia e subito svanendo dietro il portone di casa.
 
“Allora??? Racconta, racconta!” era Marty che mi assalì insieme a Martina non appena entrai in casa.
“Non ho un ragazzo, ma in compenso ho due suocere…andiamo bene!” dissi scoppiando a ridere nel vedere le loro facce che non aspettavano altro che sapere cosa era successo durante quella serata con Nick.
“Invece di fare queste battute che non fanno ridere nessuno, racconta un po’ che hai combinato con Nick!” mi disse allora Marty seccata.
Così senza fare tanta resistenza raccontai tutto per filo e per segno.
“Bene, ora ci mancava solo un altro biglietto per il concerto in giro per casa…” disse allora Marty sbuffando non appena finii di raccontare.
“Beh se ti dà fastidio, ne puoi benissimo vendere uno su Ebay…” le risposi seccata, mentre Martina le diede una gomitata sul braccio.
“Che farai, ci andrai domani?” mi chiese Martina con tono leggermente preoccupato.
“Non lo so…staremo a vedere. Ora vado a dormire. Chissà, la notte porterà consiglio…”
Così dicendo andai nella mia camera e, sdraiata sul letto, mi abbandonai al mondo dei sogni.
Ma cosa avrei fatto? Ci sarei andata al concerto?
 

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Capitolo 24
*** capitolo ventiquattro ***


24° capitolo
Non ero riuscita chiudere occhio per tutta la notte. Mi rigiravo in continuazione nel letto ormai da un bel po’ di ore alla ricerca della posizione adatta per addormentarmi, ma invano. Nella mia mente si riproponevano ogni minuto le parole di Nick che mi aveva detto qualche ora prima e soprattutto mi chiedevo se sarei andata o no a quel benedetto concerto. Una parte di me voleva andarci, voleva rincontrare e salutare quella ‘famiglia adottiva’ che aveva trovato per puro caso oltreoceano, ma l’altra parte di me non voleva andarci perché sapeva benissimo che rivedere Brian l’avrebbe fatta soffrire. Ma a quale parte di me dovevo dare retta?
Le ore passarono inesorabili e ben presto la sveglia suonò: erano le sei del mattino.
Come un automa mi alzai dal letto e mi recai in cucina per preparare la colazione facendo il minor rumore possibile per non svegliare le mie due coinquiline. Mangiai un bel cornetto al cioccolato con una tazza di latte caldo, tanto per riacquistare quelle forze che la notte insonne mi aveva fatto perdere.
Fatto ciò, tornai in camera, chiusi la porta e, come ormai da quasi tre settimane, mi sedetti alla scrivania iniziando a sfogliare i vari fogli con i schemi riassuntivi che avevo fatto. Li divisi in due parti ed iniziai a ripassare la prima parte guardando ogni tanto sul libro le pagine inerenti.
La fase del ripasso stava procedendo a gonfie vele: ero riuscita ad allontanare dalla mia mente la storia del concerto ripassando, anche perché dovevo dare il massimo per quell’esame che era uno dei più importanti prima della laurea. Questa concentrazione ben presto però svanì, in quanto, sentendo dei rumori di passi e capendo che erano le due Martine che ormai si erano svegliate, mi voltai verso il comodino per vedere l’ora, ma nel farlo l’occhio mi cadde proprio sui due biglietti del concerto posti vicino l’orologio. Fu un attimo che quei pensieri che non mi fecero chiudere occhio la notte si ripresentarono alla mia mente. Cercai di ritrovare la concentrazione nello studio, ma niente. Così sbuffando uscii dalla mia camera e andai in cucina.
“Non ci credo, già hai finito di ripassare?!” mi chiese Marty sbalordita appena mi vide far capolino in cucina.
“Se magari…” le risposi sbuffando per poi continuare “È  tutta colpa vostra..non potevate essere un po’ più delicate alzandovi?” conclusi prendendomela con loro anche se sapevo che in realtà non avevano fatto niente.
“Allora la prossima volta cercherò di andare in cucina spiccando il volo!” mi disse seccata Marty.
“Piantatela voi due!” disse allora Martina evitando una delle tante liti.
“Scusatemi, voi non centrate niente…è che non riesco proprio a concentrarmi nello studio e per questo ho lasciato perdere…” dissi abbassando il capo.
“Per il concerto?!” chiesero in coro.
“Già…non so proprio che fare: da una parte ci voglio andare, li voglio salutare tutti, ma dall’altra so per certa che tornerei più ferita di prima…uffa!” risposi sbuffando “Che mi consigliate?” conclusi sperando che un loro consiglio mi avrebbe aiutato a capire quello che dovevo fare.
“Non saprei…da una parte ti direi di andarci, dall’altra ti consiglierei di rimanere qui…fai quello che ti senti..” mi rispose Martina.
“Io se fossi al posto tuo ci andrei, tanto che potrà succedere?! Starai lì seduta a vedere un normalissimo concerto, non avrai nessun incontro ravvicinato con chi tu sai, anche perché da quanto mi risulta Nick ti ha dato solo un biglietto per il concerto e non un pass o roba varia per il dietro le quinte, quindi…” mi rispose invece Marty tranquillamente sorseggiando il suo caffè.
“Beh questo è vero…” disse allora Martina riflettendo sulla cosa.
“E se mi nota tra il pubblico e fa una delle sue solite pazzie?? No, no…non ci vado…” dissi immaginandomi la scena.
“Che potrebbe fare?? Mica può abbandonare un concerto per raggiungerti e parlarti…” mi rispose Marty sempre più convinta che dovevo andarci.
“Beh, non credo…” dissi abbassando il volto.
“E allora che aspetti ad andare?! Se succede qualcosa ti do il permesso di picchiarmi quando torni!!” mi disse allora Marty sorridendo.
“…Ok…ci vado…” disse quasi bisbigliando.
“Cosa hai detto?!” mi chiese Marty facendo la finta tonta dato che aveva capito bene.
“CI VADO!!” le risposi alzando il tono della voce.
“Ecco così ti voglio, bella decisa!” mi disse Marty continuando a sorridere.
“Allora a che ora ci vai?” mi chiese Martina.
“Non lo so…penso che chiamerò un taxi per le cinque, così sarò davanti al Palalottomatica per le sei tanto prendo il biglietto che mi ha dato Nick che è della tribuna; non mi va di stare al parterre…” risposi guardando l’ora.
“Scusa ti accompagno io con la macchina e poi ci mettiamo d’accordo per una determinata ora per venirti a riprendere alla fine del concerto, no?!” mi disse allora Martina.
“Ok, però ora ho fame…che c’è per pranzo?” domandai notando che ormai era ora di pranzo.
“Boh…ancora non abbiamo preparato niente…” mi rispose Marty.
Così dicendo tutte e tre insieme iniziammo a preparare qualcosa da mettere sotto i denti.
 
“Io mi appoggio un po’ sul letto, svegliatemi verso le quattro e mezza!” dissi non appena finii di pranzare.
Non diedi il tempo a nessuna delle due di rispondermi che già avevo raggiunto la cameretta e mi ero appoggiata sul letto.
Non passò tanto tempo che mi accorsi che anche questa volta non sarei riuscita ad addormentarmi; così rimasi sdraiata a pancia all’insù con lo sguardo rivolto al soffitto.
Continuai a pensare a quello che mi poteva succedere andando al concerto; facevo una sorta di filmini mentali, i quali tutti si concludevano con me che correvo fuori dal palazzetto piangendo. Ma sarebbe veramente andata a finire così? Sinceramente non ci volevo pensare anche perché più ci pensavo e più svaniva la voglia di andarci, così accesi il computer e iniziai a giocare a vari giochi su internet per tenere occupata la mente da altre cose.
Le ore passarono così e quando arrivarono le quattro e mezza spensi il computer, uscii dalla stanza e dissi quasi urlando:
“Ragazze abbiamo un problema…”
A quella mia affermazione tutte e due si alzarono di scatto dal divano e si piazzarono davanti a me con aria interrogativa…
“Che è successo adesso?!” mi chiese Martina facendo anche da portavoce per Marty.
“Non so che mettermi…” dissi abbassando lo sguardo in attesa di una loro reazione.
“Ma va va…chissà che era successo…” mi rispose Marty appoggiata da Martina, poi entrando nella mia camera “…comunque…fammi cercare…uhm…” iniziando a frugare nell’armadio “…ma dove l’hai messo?!” non mi diede il tempo di rispondere che… “Ah…eccolo…” tirò fuori il vestito e concluse “Che ne dici di questo?”
“Ma dai, dove vado in giro con quello?!” risposi io allibita di quella scelta: era il vestitino che mi ero fatta per regalo da sola per il mio compleanno.
“Beh, che male c’è…” mi rispose Marty facendo spallucce.
Mi voltai verso Martina per vedere cosa ne pensava.
“Non c’è niente di male…appoggio Marty!” mi disse allora Martina.
“Vabbè, mi avete convinto…” e così dicendo presi il vestitino ed entrai in camera per prepararmi.
Dopo nemmeno dieci minuti uscii dalla mia stanza ed andai in salotto.
“Sono pronta! Possiamo anche andare!” detto questo salutai Marty ed uscii di casa insieme a Martina.
 
“Allora alle undici sarò qui ad aspettarti! Mi raccomando divertiti e non pensare ad altro!” mi disse Martina non appena arrivammo davanti al palazzetto.
“Ok, ci proverò…” le risposi mentre pensai ‘La fai facile tu!’.
Così dicendo uscii dalla macchina, diedi un ultimo saluto a Martina e mi voltai subito verso il palazzetto facendo un lungo respiro.
‘Ok, andiamo Jè!’ pensai iniziando ad incamminarmi verso l’entrata.
Erano quasi le sei e i cancelli erano ancora chiusi: li avrebbero aperti intorno alle sette e mezza; ora che facevo?
Stavo pensando a ciò che potevo fare mentre intanto guardavo le centinaia di persone che erano in fila per il parterre, quando mi sentii chiamare:
“Hey, Jessy!”
Quella voce…
“Marcus?!” dissi voltandomi di scatto.
“Eh, già…da quanto tempo che non ci si vede, eh?! Allora come sta la mia bodyguard preferita??” mi chiese Marcus da dietro il cancello.
“Tutto bene, e tu?” risposi avvicinandomi al cancello.
“Anche io…senti ho ricevuto l’‘ordine’ di portarti dentro, quindi non accetto contraddizioni!” mi disse aprendomi leggermente il cancello.
“Agli ordini capo!” gli risposi entrando e sorridendo.
Così dicendo tra una chiacchiera e l’altra mi portò nel backstage dove c’erano tutti.
Appena mi videro arrivare ci fu un boato generale e tutti mi corsero incontro.
“Ciao Jessy!” mi disse Howie abbracciandomi stretta a lui “Allora come stai?” concluse distaccandosi da quell’abbraccio.
“Ciao Howie!! Tutto bene e tu…e voi?” dissi correggendomi rivolta a tutti gli altri.
“Mamma mia quanto mi sei mancata…” mi disse Alex abbracciandomi e alzandomi da terra con quel suo abbraccio “Sei più bella dell’ultima volta che ci siamo visti!” concluse dopo avermi rimessa giù.
“Grazie mille Alex!” dissi arrossendo “Mi mancavano tutti questi complimenti!” continuai sorridendo “Comunque mi siete mancati tantissimo anche voi!” conclusi sempre sorridendo.
“E io?! Non mi saluti?!” era Nick che aveva messo il broncio.
“Beh, ci siamo visti ieri noi due!” gli risposi facendogli una linguaccia e, notando le facce perplesse di Alex e Howie, ripresi “Come, non ne sapevate niente della ‘geniale’ idea del vostro amico?!” conclusi allibita.
“Beh veramente non ho detto niente a nessuno…” disse Nick grattandosi la testa imbarazzato.
“Ah…comunque non è successo niente di che…ieri è venuto a casa mia e mi ha supplicato di venire oggi al concerto dandomi un biglietto…tutto qui!” dissi chiarendo subito le cose.
“E bravo Nick!” disse Alex dandogli una pacca sulla spalla.
Sorrisi a quella scena, mentre intanto notai una cosa…
“Mi manca qualcuno all’appello…non c’è Leigh?!” chiesi guardandomi intorno.
“No, non è potuta venire perché aveva delle cose urgenti da fare a New York, ma ci dovrebbe raggiungere il mese prossimo!” mi rispose prontamente Howie.
“Ah, mi raccomando salutala da parte mia quando vi raggiunge!” gli dissi allora sorridendo.
“In teoria manca anche Brian all’appello; in pratica è rinchiuso nel camerino da un paio di ore…bah, chi lo capisce è bravo!” disse Alex indifferentemente.
“Ah, già, è vero…” risposi quasi cadendo dalle nuvole, poi continuai in modo supplichevole “Vi prego non gli dite che sono qui al concerto!”
“Ok!” risposero tutte e tre in coro con tono premuroso.
Dopo quelle parole calò il silenzio che durò fino a che…
“Ragazzi è ora di andarvi a preparare!” era un ragazzo della troupe.
“Dai andate e in bocca al lupo!! Mi raccomando spaccate tutto!!” dissi incoraggiandoli.
“Crepi…ci puoi contare!” mi rispose Nick stampandomi un bacio sulla guancia seguito poi a ruota da Alex e Howie.
Così dopo averli salutati e incoraggiati, andai alla ricerca del mio posto nella tribuna.
Feci per più di due volte il giro di tutto il primo anello fino a che chiesi ad un’assistente che mi indicò subito il posto: ero nella seconda fila del primo anello alla destra del palco.
Mi sedetti ed iniziai a guardarmi intorno: il palazzetto si stava pian piano riempiendo.
 
Ormai mancava qualche minuto all’inizio del concerto e il palazzetto era pieno. Ero contentissima per loro e molto orgogliosa delle fan italiane: non c’era niente da fare siamo e resteremo le migliori.
Mentre continuavo a guardare la gente che c’era, le luci si spensero, un boato generale e una musica di sottofondo partì accompagnata da una voce che presentò tutti i boys.
Il primo nome fu quello di Brian e subito le mie gambe iniziarono a tremare…ma perché continuava a farmi questo effetto??
Dopo un attimo in cui ero assorta nei miei pensieri, notai che tutti boys vestiti da pugili erano saliti sul ring al centro del palco e la musica era partita…Larger than life…
I may run and hide
When you're screamin' my name, alright

Iniziò Brian a cantare, mentre insieme agli altri ballava…non potevo credere a ciò che si erano inventati sul ring.
Non so perché ma non riuscivo a non cantare…era più forte di me.
Quando la canzone fu alle ultime battute, tutti e quattro si misero vicino ai bordi del ring incitando il pubblico a battere le mani a tempo, quando…il suo sguardo si poggiò su di me…non ci potevo credere, era riuscito a trovarmi tra tutte quelle persone!
Istintivamente abbassai il volto: non riuscivo a reggere quel suo sguardo.
Sentii il suo sguardo su di me fino a che la canzone finì e le luci si spensero, ma quando le luci si riaccesero accompagnate dalle note di ‘Everyone’ il suo sguardo tornò su di me. Fu così ad ogni canzone; sembrava come se volesse dedicarmele tutte. Gli unici momenti in cui non ero nel mirino dei suoi sguardi furono i vari assoli dei boys. Ma ben presto fu il turno del suo…
“Ciao Roma!” urlò Brian appena uscito da dietro le quinte “Come ben sapete nel 2006 ho pubblicato il mio primo cd da solista ‘Welcome home’…” a quell’affermazione un urlo generale da parte di tutto il palazzetto “Beh, da questo vostro clamore deduco che vi sia piaciuto!” continuò sorridendo suscitando altre urla “Ora vorrei cantarvi una canzone di quel cd…” non fece in tempo di dire queste parole che già tutto il palazzetto gridava ‘Welcome home! Welcome home!’, ma Brian continuò “Questa sera canterò un’altra canzone che voglio dedicare a una persona molto importante per me che è qui tra il pubblico…My answer is you…” così dicendo partì la musica..
 
There's a world of difference when faith is in a heart
It stands out like sunlight
Life becomes so dark

And when those around me ask me why I dare to dream
Or why I love or why I sing

 
Non ci credevo stava cantando per me e soprattutto stava cantando la mia canzone preferita…
 
My answer is You
My answer is You
You're the hope that my heart is holding on to
Skeptics won't understand
It's strange from the world's point of view
My answer is You

 
Non ce la facevo a rimanere lì seduta: volevo correre, andarmene, uscire da quel palazzetto subito…ma c’era qualche cosa nella mia mente che mi bloccava, che non mi permetteva di alzarmi e fare ciò che avrei voluto fare. Così rimasi lì, seduta, con il volto abbassato piangendo, ad ascoltare quella canzone che mi stava dedicando.
 
You're the reason I'm alive
For every good thing in my life

My answer is You
My answer is You
You're the hope that my heart is holding on to
Skeptics won't understand
It's strange from the world's point of view
But my answer is plain and it's simple, Lord
My answer is You

 
Accompagnato dalle ultime note Brian tornò dietro le quinte e per un attimo le luci si spensero: il suo assolo era terminato tra gli applausi e le urla generali. Asciugai le ultime lacrime, mi ripresi giusto in tempo per l’ultima parte del concerto.
Le ultime canzoni si susseguirono in modo inesorabile fino ad arrivare ad ‘Everybody’: durante questa canzone tutti i boys, soprattutto Alex e Nick, erano super scatenati, a guardarli veniva voglia di ballare con loro, ma al termine di questa calò la tristezza in tutto il palazzetto: l’inchino, i saluti generali davano l’idea che il concerto era finito ma…dopo qualche minuto in cui era tutto spento, le luci si accesero e le note di un’altra canzone partirono.
‘Ti prego questa no…non posso resistere a questa canzone..’ pensai avendo capito di che canzone si trattava…Shape of my heart…
“Questa è per te!” disse Brian uscendo dalla penombra per poi iniziare a cantare.
 
Baby please try to forgive me
Stay here don't put out the glow
Hold me now, don't bother
If every minute it makes me weaker
You can save me from the man that I've become
Oh yeah

 
Mi stava fissando e come prima abbassai il volto iniziando a piangere. Ma perché stava succedendo a me?
 
Lookin' back on the things I've done
I was trying to be someone
Play my part & kept ya in the dark
Now let me show you the shape of my heart

 
Ma perché la stava cantando tutta lui?? No, no, non ce la faccio, non ci riesco…e così dicendo mi alzai e di corsa uscii dal palazzetto piangendo.
Appena fuori guardai l’orologio: ancora dieci minuti e Martina sarebbe arrivata.
Dal palazzetto risuonavano le ultime note di quella canzone e non volendole sentire mi incamminai a passo spedito verso il cancello principale asciugandomi le ultime lacrime, quando mi sentii bloccare per un braccio…
“Ti prego perdonami. Appena ti ho notato tra gli spalti, non c’ho visto più. Ti devo dire un sacco di cose, spiegare tant’altre che avrei dovuto spiegarti prima..” mi disse Brian tenendomi ancora il braccio per paura che me ne andassi.
Dal canto mio rimasi lì immobile faccia a faccia con lui trattenendo a stento le lacrime senza fiatare.
“C’è una cosa importante che non sai…tutta la situazione del desiderio, tu nel mio corpo e io nel tuo, non è stata solo per colpa tua…quella notte anche io ho visto quella stessa stella cadente ed ho espresso il desiderio di essere un persona normale con una vita più tranquilla; è per questo che solo quando tutti e due insieme abbiamo espresso di tornare normali si è avverato e non quando l’ho espresso solo io…”
A quelle parole non ci vidi più dalla rabbia, feci in modo che mi lasciasse il braccio e dissi:
“COSA?? MI HAI FATTO SENTIRE UN VERME PER TUTTE E DUE LE SETTIMANE CHE SONO STATA Lì PERCHÈ MI REPUTAVO L’UNICA COLPEVOLE DI QUANTO SUCCESSO E POI MI VIENI A DIRE CHE LA COLPA È ANCHE TUA?! SEI PROPRIO UN BASTARDO!” e così dicendo corsi via lasciando che le lacrime iniziassero a bagnare il mio volto.
“Ti prego, aspetta…” mi afferrò di nuovo per un braccio, ma mi voltai subito di scatto e gli diedi uno schiaffo in piena faccia al che mi lasciò andare.
Mi diressi verso il parcheggio dove già c’era Martina che mi stava aspettando; entrai in macchina e…
“Che ti è succ…” non le diedi il tempo di finire la frase che…
“Ti prego torniamo a casa…” le dissi ancora piangendo.
 
Per tutta la durata del ‘viaggio’ di ritorno nessuno delle due fiatò, anche se notai che ogni tanto Martina mi guardava preoccupata.
Arrivate a casa entrai e subito Marty disse:
“Allora come è and…” non terminò la frase dato che Martina le faceva segno di tacere.
Così andai subito in camera e appoggiandomi sul letto ancora vestita e tra le lacrime, mi addormentai.
Ma cosa sarebbe successo il giorno seguente?
 

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Capitolo 25
*** capitolo venticinque ***


25° capitolo
‘C’è una cosa importante che non sai…tutta la situazione del desiderio, tu nel mio corpo e io nel tuo, non è stata solo per colpa tua…quella notte anche io ho visto quella stessa stella cadente ed ho espresso il desiderio di essere un persona normale con una vita più tranquilla; è per questo che solo quando tutti e due insieme abbiamo espresso di tornare normali si è avverato e non quando l’ho espresso solo io…’
Quelle parole mi risuonarono nella testa per tutta la notte. Non riuscivo a chiudere gli occhi per qualche minuto che l’intera scena mi riaffiorava alla mente. Ma come aveva potuto dirmelo solo adesso, dopo quello che mi aveva detto quel pomeriggio a casa sua?? Era imperdonabile. Lo odiavo per questo; mi aveva fatto soffrire con quelle parole  dicendomi di essere l’unica colpevole del fatto che non era al passo con la preparazione al tour e solo ora mi dice la verità?? Beh, io ora più che mai avevo chiuso con lui e con tutti gli altri…ma ben presto avrei cambiato completamente idea…
 
La sveglia suonò anche questa volta alle sei del mattino: dovevo a tutti i costi finire di ripassare perché il giorno dopo avrei dovuto dare l’esame. Mi alzai dal letto e mi diressi in cucina per prepararmi la solita colazione: dovevo assolutamente riacquistare un po’ di forze perse a causa dell’ormai abitudinaria notte insonne.
Con ancora la brioche in bocca ed una in mano in caso di attacco improvviso di fame nell’arco della mattinata, tornai in camera, chiusi la porta e mi sedetti alla scrivania.
Guardai l’infinità di fogli che mi attendevano…ce l’avrei fatta a finire in tempo il ripasso??
Senza pensarci oltre iniziai riprendendo da dove ero rimasta il giorno prima.
Stavo procedendo alla grande senza alcun intoppo, se continuavo così avrei finito anche prima di cena: quello che speravo, almeno avrei avuto un po’ di tempo per rilassarmi dopo quest’ultima. Ma ad un tratto suonarono alla porta…
“Andate ad aprire??!!” urlai non volendo andarci per non perdere la concentrazione nello studio.
“Vado io!” mi rispose Martina un po’ sbuffando.
Dopo di ciò sentii leggermente parlottare, ma, non dandogli peso, continuai a ripassare fino a che non bussarono alla mia porta…
“Avanti…” dissi non alzando gli occhi dalla scrivania.
Dopo qualche minuto di silenzio durante il quale mi dimenticai completamente che una persona era entrata in camera, quest’ultima mi disse:
“Grazie mille della considerazione!”
 Mi voltai di scatto e notai un Nick seccato seduto sul letto.
“Mi hai fatto prendere un colpo…ma come sei entrato?” dissi allibita cadendo dalle nuvole.
“Mi stai prendendo in giro??!! Ho bussato alla porta, tu mi hai detto ‘Avanti’ ed eccomi qui!” mi rispose sbalordito della domanda.
“Ah, si, scusa…è dalle sei di questa mattina che sono sommersa dal mondo dell’architettura e ora sono un po’ fusa…” a quella mia affermazione quasi priva di senso notai la faccia perplessa di Nick così continuai “Lascia stare, troppo complicato…comunque come mai qui? Oggi non avete concerti??” conclusi non capendo la sua visita.
“No, oggi giornata di riposo…domani si riparte…andiamo in Germania! Comunque volevo invitarti a fare una passeggiatina, tanto per stare insieme visto che domani parto…allora vieni??” concluse facendomi gli occhi dolci.
“Mi dispiace Nick, ma non posso proprio, devo studiare che domani ho un esame importante all’università!” gli risposi dispiaciuta.
“Vabbè, non fa niente…sarà per un’altra volta, anche se non so quando e soprattutto se ci sarà…” mi rispose afflitto abbassando il volto.
“Dai non fare così…” cominciai sempre più dispiaciuta, poi continuai con un lampo di genio “Facciamo una cosa: ci vediamo stasera verso le nove e mezza al parco dell’altra volta alle altalene, tanto penso che a quell’ora ho finito di ripassare, così passiamo un po’ di tempo lì insieme…ok?!” conclusi sorridendo.
“Grazieeeeeeeeee!!” mi rispose alzandosi di scatto e abbracciandomi forte.
“Così mi soffochi!” dissi cercando di respirare.
“Oddio, scusa!” mi rispose imbarazzato lasciandomi libera.
“Non fa niente!!” gli dissi sorridendo per poi continuare “Ora è meglio che vai, altrimenti non riuscirò a finire di ripassare in tempo per stasera!”
“Agli ordini capo!” mi rispose Nick facendo il saluto militare.
“Sei proprio scemo!” gli dissi lanciandogli un piccolo cuscino.
“Lo so!” mi rispose dandomi un bacio sulla guancia per poi sparire dietro la porta della camera.
Rimasi per cinque minuti a fissare la porta con un sorriso da ebete pensando a quanto volevo bene a quel ragazzo e poi, ritornando in me, riportai gli occhi e la mia concentrazione sui fogli.
Avevo ripreso a ripassare concentrata più che mai: tutti i pensieri che non riguardavano l’architettura sembravano come svaniti dalla mia mente e di questo ero supercontenta.
 
Era passata qualche ora da quando era venuto Nick ed avevo finito il primo blocco di fogli giusto in tempo per il pranzo. Così uscii dalla mia camera per dirigermi in cucina dove avrei preparato il solito panino, ma appena entrai in cucina mi ritrovai Martina davanti con un piatto in mano.
“Già tutto pronto!” mi disse porgendomi il piatto con il panino sopra.
“Grazie mille! Non so cosa farei senza di te!” le risposi sorridendole prendendo il piatto.
“E io?! Non mi ringrazi?” disse Marty mettendo il broncio.
“Perché tu cosa avresti fatto??!!” le chiesi fissandola interdetta.
“Beh, avrei fatto la spesa ieri…quindi quel pane e quel prosciutto sono stati pagati con i miei soldi!” mi rispose seccata.
“Se è per questo…allora grazie!!” le risposi tanto per accontentarla.
Detto questo mi sedetti al tavolo della cucina e iniziai a mangiare quel panino.
Non avevo fatto in tempo nemmeno a dare il secondo morso che mi ritrovai gli occhi delle due Martine puntati su di me. Immaginai subito che volevano sapere cos’era successo al concerto il giorno prima, al che dissi un po’ innervosita:
“Ma la volete piantare di fissarmi??!! Tanto dalla mia bocca non uscirà nemmeno una parola riguardo a quello che è successo ieri…quindi mettevi l’anima in pace!”
Ma, giusto il tempo di finire la frase che…
“Beh…dalla tua bocca no…ma da quella del giornalista si…” mi disse Marty alzando il volume della televisione.
A quelle parole mi voltai di scatto verso la tv…non ci potevo credere!!!
‘Ieri sera si è tenuto il concerto dei Backstreet boys al Palalottomatica di Roma, ultima data italiana. Come le prime due date, il concerto è stato sold out e lo possono dimostrare queste immagini…’ e partirono così degli spezzoni del concerto; al termine di questi il giornalista riprese dicendo ‘Per chi ha assistito al concerto ha potuto notare come questa band sia cresciuta nel tempo sia musicalmente che artisticamente, ma una cosa è rimasta invariata: l’amore per le fans e la dolcezza con cui fanno le cose. Questo è quello che ha dimostrato ieri il componente del gruppo Brian Littrell dedicando ben due canzoni ad una persona del pubblico…’ detto questo partirono i pezzi iniziali delle due canzoni.
A quelle immagini le due Martine si voltarono verso di me a bocca spalancata, ma prima che dicessero qualcosa il giornalista riprese dicendo:
‘…Ma questo non è tutto…sempre Brian a metà dell’ultima canzone è scomparso dietro le quinte…avrà forse raggiunto la ragazza a cui ha dedicato le canzoni??!! Chi lo sa…Ma ora passiamo ad un’altra notizia…’ dette queste parole Marty spense la tv e come in simbiosi si voltarono tutte e due verso di me iniziando a fissarmi e attendendo delle spiegazioni.
“Beh, ho capito…è giunto il momento di…tornare a ripassare!” dissi cercando di sgattaiolare in camera con in mano l’ultimo pezzo del panino, ma invano, infatti..
“No, no…tu resti qui e ci racconti tutto! Poi potrai benissimo tornare a studiare o quello che devi fare!” mi disse Martina appoggiata da Marty, mentre tutt’e due mi trascinavano sottobraccio sulla sedia da cui mi ero da poco alzata.
“Beh, è lunga la storia…non vi vorrei annoiare!” dissi sottraendomi da loro e iniziando a dirigermi a passo spedito verso la mia camera, ma niente, anche questa volta mi ritrovai bloccata da entrambe, così continuai “Però non è giusto…due contro una non vale!” conclusi mettendo il broncio e lasciandomi trascinare sulla sedia.
“È proprio per questo che non hai via di scampo, quindi ci devi raccontare tutto per filo e per segno!” mi disse Marty battendo il cinque con Martina.
“Siete proprio perfide!” dissi facendo la linguaccia ad entrambe, per poi dire “Comunque vi conviene mettervi sedute che la storia è un po’ lunga…allora…”
Così dicendo iniziai a raccontare tutto, da quando Marcus mi ha fatto entrare nel backstage alla discussione con Brian fuori dal palazzetto.
“…ed è per questo che sono tornata a casa piangendo…contente ora che sapete tutto?!” conclusi sbuffando perché in quel momento l’unica cosa che mi serviva era dimenticare quella sera e raccontarla aveva fatto inevitabilmente l’effetto contrario.
“E adesso che farai??” mi chiese Martina.
Per un attimo un déjà vu: quella stessa domanda me l’aveva fatta la prima notte che ritornai a Roma.
“Beh, stasera darò un ultimo saluto a Nick e chiudo definitivamente con loro perché non ce la faccio ad andare avanti così, domani darò questo benedetto esame e poi tutto come prima…almeno lo spero…” le risposi tenendo lo sguardo fisso sul piatto, poi alzandolo di scatto e fissando Marty ripresi con tono di chi non promette niente di buono “Preparati psicologicamente che noi due abbiamo un conto in sospeso...” per poi continuare seccata “…meno male che non poteva abbandonare il concerto per parlarmi…” e dicendo questo mi diressi in camera per riprendere lo studio.
“Ma non finisci il panino??” mi urlò dalla cucina Martina.
“No, mi è passato l’appetito…” le risposi ricambiando il tono.
Così mi sedetti alla scrivania e iniziai a ripassare il secondo blocco di fogli.
Anche in quel momento riuscii a concentrami al massimo, ma nonostante questo ogni tanto mi fermavo perché, più forti della concentrazione, i ricordi della sera prima mi si ripresentavano nella testa come delle scene di un film.
Malgrado questi brevi momenti, lo studio procedette alla grande: man mano che passavano le ore mi meravigliavo di me stessa perché stavo riuscendo a mantenere un buon ritmo nonostante la stanchezza delle ultime notti insonni. 
Con molta meraviglia riuscii a terminare il ripasso intorno alle otto e mezza, così, dopo essermi un po’ stiracchiata, andai in cucina, mangiai qualcosa e poi tornai in camera a cambiarmi.
Erano le nove e un quarto ed ero già pronta, così dissi:
“Io vado al parco…ci si vede dopo!!”
Non aspettai alcuna risposta che presi subito le chiavi di casa e uscii.
 
Erano le nove e mezza passate e di Nick nemmeno l’ombra. Non era da lui.
Passarono altri cinque minuti, ma niente. Così un po’ preoccupata presi il cellulare e iniziai a comporre il suo numero, quando mi arrivò un messaggio. Lo aprii: era Nick, così lo lessi.
‘Perdonami, ma l’ho dovuto fare. Ti voglio bene, Nick.’
Erano queste le poche parole che vi erano scritte.
Lo lessi e rilessi una decina di volte, ma più lo leggevo e più non capivo.
Ora bastava aspettarlo e chiedergli una spiegazione.
Passarono così, con questo punto interrogativo nella testa, altri minuti, fino a che una mano si posò sulla mia spalla: doveva essere Nick. Istintivamente posai la mia mano sulla sua e, iniziando a voltarmi, dissi:
“Finalmente…ma che significava quel mess…” non terminai la frase che voltandomi  dissi “…BRIAN??”
A quella vista capii subito il significato del messaggio di  Nick, ma non ce la facevo a rimanere lì con lui, così mi alzai subito dall’altalena e, senza che mi dicesse qualcosa, iniziai ad incamminarmi a passo spedito verso la strada, ma subito fui bloccata dalla sua mano sul mio braccio.
“Lasciami!” dissi cercando di divincolarmi da quella presa.
“Ti prego dammi solo cinque minuti, poi puoi benissimo mandarmi a quel paese e andartene, ma ho bisogno almeno di qualche minuto per dirti e spiegarti cose che ancora non sai…” mi rispose mantenendo salda la presa.
A quelle parole smisi di divincolarmi e rimasi lì ferma immobile dandogli le spalle in attesa che iniziasse a parlare.
“Sai la prima mattina in cui mi sono svegliato nel tuo corpo mi è preso quasi un infarto, mancava poco che svenivo, ma nonostante questo avevo una strana sensazione dentro di me appena ho visto allo specchio il riflesso del tuo corpo…hai presente l’‘amore a prima vista’?? Beh, credo sia stata proprio quella la sensazione. Forse all’inizio mi ero innamorato solo del tuo corpo, ma quando sono venuto a New York e abbiamo trascorso quella stravagante settimana io nel tuo corpo e tu nel mio, man mano iniziai ad innamorarmi anche del tuo carattere e del tuo modo di essere…” iniziò a raccontare Brian.
A quelle parole un sussulto al cuore. In quel momento volevo correre e tornare a casa, ma i miei piedi, come non d’accordo con quella volontà, rimasero impiantati sul terreno.
“Poi…” continuò Brian “…quando siamo tornati normali, avrei voluto tante volte dirti quello che provavo, ma le poche volte che cercai di dirtelo venni sempre interrotto da Nick o Alex, come quella volta al pub mentre ballavamo il lento…è stato anche per quel motivo che mi sono ubriacato, ma se non fosse stato per questo forse non avrei trovato il coraggio di baciarti e di dichiararmi…già, quel bacio e quella dichiarazione, me lo ricordo come fosse successo ieri. Ti giuro in quel momento ero l’uomo più felice del mondo, ma non so perché il giorno seguente il codardo che c’è in me si è rifatto avanti e ti ho fatto capire che quello che avevo fatto non era mia intenzione. Sai mi maledico per questo e soprattutto per la situazione in cui ci troviamo ora. Se non fosse stata per quella mia scenata quel pomeriggio forse tu eri ancora con me in America. Non so proprio che cosa mi sia preso quel pomeriggio, ma quelle foto sul giornale mi hanno fatto salire il sangue al cervello, non c’ho visto più dalla gelosia e ti ho detto tutte quelle cose. Solo quando ho sentito sbattere la porta, ho capito di aver combinato una stupidaggine e di averti persa per sempre. Invece ieri, dopo quasi quattro mesi in cui sono stato da schifo, ti ho vista lì ed ho avuto un sussulto al cuore. Avrei voluto subito venire lì tra gli spalti e parlarti faccia a faccia, ma non potevo abbandonare il concerto…solo all’ultima canzone, quando non ti ho vista più, sono venuto…non potevo lasciarti andare così un’altra volta, ma sappiamo benissimo tutti e due come è andata a finire ieri sera. Proprio per questo adesso sono di nuovo qui davanti a te per dirti tutta la verità, e ora che la sai puoi benissimo mandarmi a quel paese o darmi un altro schiaffo e andartene. Qualsiasi cosa tu decidessi di fare, sappi che ci sarà una persona oltreoceano che ti continuerà ad amare per sempre…” concluse Brian tutto d’un fiato attendendo una mia risposta o reazione.
Rimasi allibita da quelle parole…ma perché non me l’aveva dette prima??
Ormai stavo piangendo a dirotto, forse già dalla prima frase da lui pronunciata, ma non ce la facevo a rimanere lì, il mio cuore non riusciva a perdonarlo per quello che aveva fatto, era più forte di me. Così singhiozzando dissi:
“Ti prego, perdonami, ma non ce la faccio…” per poi correre verso casa lasciandolo lì da solo immobile con i suoi sensi di colpa.
 
Corsi fino allo sfinimento con gli occhi chiusi pieni di lacrime, urtando qualche persona per il marciapiede.
Con il fiatone in pochi minuti mi ritrovai a casa.
“Ma che è successo?” mi chiese Martina accorrendomi non appena mi vide in quelle condizioni.
“Niente…avevo voglia di correre…” dissi con ancora un po’ di fiatone alzandomi e asciugandomi le ultime lacrime.
“Questo prova il fiatone…ma le lacrime no…perché hai pianto?” ribattè Martina preoccupata.
“Sai come sono tristi gli addii…” le risposi mentendo.
“Jè il naso ti è arrivato fino a Shanghai…sputa il rospo!” mi disse allora Martina guardandomi storta, mentre intanto in pigiama era spuntata dal corridoio anche Marty.
“Non ti si può nascondere niente, eh?!” dissi ironica.
“Quando mai, è peggio di Sherlock Holmes, se c’è qualche problema lo fiuta da chilometri di distanza!” mi disse Marty divertita.
A quell’affermazione scoppiai a ridere e poi dissi:
“Grazie Marty, riesci sempre a tirarmi su di morale…”
“Prego, però ora basta con queste sdolcinatezze e racconta quello che è successo…” mi disse Marty con gli occhi ardenti di curiosità appoggiata da Martina.
“Ok, ok, calme…allora…” e così iniziai a raccontare per l’ennesima volta quello che era successo.
Raccontai per filo e per segno le parole di Brian e tutto il resto. Quando conclusi con la mia reazione, mentre Martina era rimasta a bocca aperta sin dall’inizio, Marty mi disse:
“Ma sei scema o cosa?! Il ragazzo per cui sbavi da tutta una vita, si dichiara e tu che fai?! Scappi via piangendo?! Ma non ti ho insegnato niente io?!” delusa dalla mia reazione.
“Beh, effettivamente Marty ha ragione, ma forse ci saranno dei buoni motivi per la tua reazione, no?!” mi chiese Martina non appena si riprese dallo shock del racconto.
“Non lo so…mentre mi diceva quelle parole mi ritornavano alla mente quelle di quel pomeriggio e non ce l’ho fatta…ma poi perché dirmelo solo adesso??” risposi, mentre intanto iniziai a mangiare della nutella presa poco prima.
“Che importanza ha se prima o ora?! Il fatto è che tu sei troppo orgogliosa…si sente da come parli che sei ancora terribilmente innamorata di lui, ma cerchi a tutti i costi di mascherare questo amore con l’odio per quello che ti ha fatto passare…solo tu puoi sapere se quello che veramente provi per lui è amore o odio…pensaci bene…” mi disse Martina appoggiata in pieno da Marty.
Così dicendo mi lasciarono lì sola a contemplare me stessa.
Passò qualche minuto così, con me a fissare il vuoto e a gustare ogni tanto un cucchiaio di nutella, fino a che, ancora immersa nei miei pensieri, andai in camera per cercare di dormire almeno per quella notte.
Ma cosa sarebbe successo il giorno successivo? Avrei dato quel benedetto esame?    
 

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Capitolo 26
*** capitolo ventisei ***


26° capitolo
Era ormai da quasi un’oretta che mi ero appoggiata sul letto, ma tra i pensieri dell’esame e di Brian non ero ancora riuscita ad addormentarmi. Ero rimasta nella stessa posizione per tutto il tempo a fissare il soffitto.
Decisa più che mai che almeno quella notte dovevo dormire, mi alzai per andare in cucina cercando di fare il minor rumore possibile, ma per sbaglio intruppai con il ginocchio contro il comodino…
“Che è successo?!” urlò subito Martina dalla suo camera.
“Niente, niente, dormi!” le risposi usando il suo stesso tono.
“Se forse non urlate, la gente potrebbe dormire…” disse Marty sbuffando con lo stesso nostro tono di voce.
“Ok , ok…scusate…adesso dormite…” dissi cercando di evitare altri inconvenienti.
Così arrivata in cucina riscaldai in un pentolino un po’ d’acqua e presi dallo scaffale una bustina di camomilla solubile.
Dopo aver preparato la camomilla, la bevvi subito tutta d’un sorso, senza aspettare che si freddasse, infatti mi scottai la lingua. Volevo assolutamente dormire in modo che avrei avuto più energie per sostenere l’esame del giorno dopo.
Così, dopo aver rimesso apposto tutto quello che avevo utilizzato, tornai in camera, questa volta senza far rumore.
Mi sdraiai di nuovo sul letto e in men che non si dica mi addormentai in un sonno profondo.
 
“Sveglia! È ora di alzarsi!” mi disse Martina spalancando le tende della mia camera.
“No, dai…cinque minuti e poi mi alzo…” le risposi rigirandomi nel letto per evitare che la luce del sole mi illuminasse il volto.
“Jè è da mezz’ora che la tua sveglia suona, credo che sia arrivato il momento che ti alzi…ti ricordo che hai un esame…” mi disse allora Martina spengendo la sveglia.
A quell’ultima parola mi alzai di scatto come un automa ripetendo agitata:
“Oddio, l’esame…e ora che faccio, è tardi…”
Non le diedi il tempo di dirmi qualcosa che già mi ero fiondata in bagno per prepararmi.
In nemmeno cinque minuti ero già vestita in camera, intenta a mettere i vari fogli e il libro nella borsa. Fatto ciò andai in cucina e dissi con una brioche in bocca appena presa:
“Ditemi ‘in bocca al lupo’!”
“In bocca al lupo!” mi dissero allora in coro.
“Crepi!” risposi aprendo di fretta la porta per uscire.
“Ma non diment…” aveva iniziato a dirmi Martina, ma ormai ero già uscita di casa.
Ferma davanti alla porta controllai se avevo preso tutto.
‘Allora il libro c’è, i fogli con gli schemi ci sono, la tessera per l’autobus c’è, il portafoglio con il numero di matricola c’è…’ feci mente locale rovistando nella borsa, ma poi controllando nelle tasche ‘…cavolo non ho preso il cellulare!’
Così suonai alla porta di casa.
“Per caso hai dimenticato questo?!” mi disse Martina non appena mi aprì mostrandomi il mio cellulare in mano.
“Beh, in effetti…” le risposi sorridendo imbarazzata.
Stavo per prenderlo quando ritrasse la mano che lo teneva.
“Sei proprio sicura della tua scelta?!” mi chiese seria.
Inizialmente non capii a quale scelta si riferisse, ma poi capendo che alludeva alla storia di Brian, le risposi:
“Si, è meglio così per tutti e due…”
“Si capisce dai tuoi occhi che non sei convinta di ciò…ma se è veramente quello che vuoi, più di dirti spacca tutto all’esame, non posso…” mi disse allora abbracciandomi.
Le sussurrai un ‘Grazie’ per poi prendere il cellulare ed iniziare ad incamminarmi per l’università.
 
In nemmeno un quarto d’ora di autobus ero già all’università.
Corsi subito verso l’aula in cui si sarebbe tenuto l’esame e con mia sorpresa trovai solo quattro persone, così guardai l’ora: mancavano ancora tre quarti d’ora all’orario previsto per l’inizio dell’esame.
‘Meno male che era tardi!’ pensai ricordando quello che mi aveva detto Martina poco prima a casa.
Ripresi un attimo il fiato per poi sedermi a terra e iniziare a ripassare sui vari fogli, tanto per ammazzare il tempo e soprattutto diminuire un po’ l’ansia.
I tre quarti d’ora passarono in fretta, ormai era arrivato il momento dell’inizio dell’esame, ma il professore ancora non era arrivato, così pensai:
‘Ogni volta ci dicono di essere puntuali, ma alla fine quelli che arrivano più tardi sono proprio loro…bah…’
Così continuai a riguardare i vari schemi, mentre intanto sopraggiungevano altre persone per l’esame, fino a quando…
“Scusatemi, ho avuto un contrattempo, ma ora possiamo anche iniziare..avanti il primo!” era arrivato finalmente il professore che, seguito dal primo ragazzo che doveva tenere l’esame, entrò in aula.
In nemmeno un minuto l’agitazione in me iniziò ad aumentare: avevo il cuore a mille, non riuscivo più a ricordare le cose nonostante le avevo da poco ripassate, non riuscivo più a connettere e guardare le persone che facevano avanti e indietro per il corridoio non mi era proprio d’aiuto.
A questo punto avevo rinunciato a ripassare anche perché più leggevo gli schemi e più le cose mi entravano da una parte e mi uscivano dall’altra, così rimasi lì seduta immobile a guardare la gente che entrava e che usciva da quell’aula notando ogni volta l’espressione che avevano i ragazzi non appena usciti per capire come gli fosse andato l’esame.
Ormai mancava poco al mio: era appena entrata la ragazza prima di me.
In quel momento iniziai a pregare che tutto andasse bene, dovevo a tutti i costi passare quell’esame, era importantissimo per la laurea finale.
Mentre continuavo a pregare, mi sentii vibrare una coscia: un messaggio al cellulare.
Presi quest’ultimo, aprii il messaggio e lo lessi: era Nick.
‘Volevo farti un grosso in bocca al lupo per l’esame e soprattutto volevo salutarti, fra un’oretta il nostro aereo per Oberhausen partirà. Spero vivamente che ricapiterà l’occasione di rivederci e in attesa di ciò preparati alle mie assillanti telefonate giornaliere!! Baci, ti voglio bene, Nick.
PS: Spero riuscirai a perdonarmi per ieri sera!’

Leggendo quelle ultime parole mi ritornò alla mente tutto quello che era successo la sera prima, le parole di Brian e quelle delle due Martine e subito pensai:
‘Ma che ci sto facendo qui?! C’è il mio più grande amore che fra poco parte e io?! Devo assolutamente raggiungerlo e dirgli tutto, tutto quello che provo…’
Pensando ciò mi alzai di scatto, misi di fretta tutti i fogli nella borsa senza badare se si accartocciassero e iniziai a correre verso l’uscita con un sorriso da ebete sul volto, quando…
“Signorina tocca a lei adesso!” mi disse il professore che, lasciando uscire la ragazza dall’aula, fece capolino dalla porta, ma dato che non gli risposi continuò alzando il tono della voce “Signorina, l’esame, è il suo turno!” non ricevendo di nuovo risposta concluse “Bah, non li capisco proprio i giovani di oggi…comunque a questo punto avanti il prossimo…” così dicendo rientrò in aula.
 
Ero finalmente uscita dall’università, ora bisognava solo trovare un taxi che mi portasse fino all’aeroporto…ma ce l’avrei fatta ad arrivare in tempo?
Senza pensarci due volte decisi di chiamare Martina evitando di aspettare un taxi a quell’ora.
Uno, due, tre squilli…’Dai rispondi!!’ pensai fremendo, quando…
“Pronto?!” finalmente mi aveva risposto.
“Ti prego vienimi subito a prendere all’università. È urgente. Non fare domande, ti spiegherò tutto strada facendo. Sbrigati! Ciao!”
E così dicendo, senza darle il tempo di dire né a né b, riattaccai.
Prima di rimettere il cellulare in tasca guardai l’ora: erano passati dieci minuti da quando Nick mi aveva mandato il messaggio, era tardi!
Inconsapevolmente iniziai a far avanti e indietro per il marciapiede farfugliando parole senza senso alla ricerca di quelle giuste da dire a Brian non appena l’avrei raggiunto all’aeroporto.
Ormai stavo continuando a camminare avanti e indietro da una decina di minuti, quando sentii suonare un clacson; mi voltai e…
“Alleluia!!” dissi alzando le braccia: era appena arrivata Martina.
Così corsi verso la macchina, salii in fretta e dissi agitata:
“Portami subito all’aeroporto!”
“Prima di tutto ‘Ciao’, secondo calmati e terzo…quale aeroporto??” mi rispose allora ripartendo con la macchina.
“Perché quanti aeroporti ci sono?!” dissi cadendo completamente dalle nuvole.
“Beh…DUE!!! Ti ricordo che siamo a Roma, non in una cittadina sperduta di campagna!” mi rispose secca.
A quelle parole il mondo mi crollò addosso…da quale aeroporto sarebbero partiti??
In un nano secondo l’agitazione si face largo dentro di me: iniziai a guardare in continuazione l’orario ed ogni tanto la strada.
“Ma mi spieghi che è questa storia dell’aeroporto?? E soprattutto fammi il santo piacere di calmarti!!!” mi disse allora alterata non distogliendo però lo sguardo dalla strada.
“Poco prima di entrare a fare l’esame mi è arrivato un messaggio di Nick…” presi il cellulare e le lessi il messaggio, poi continuai dicendo “…leggendo quel post scriptum mi è ritornata in mente quella sera, le parole di Brian e in un attimo…”
“In un attimo hai cambiato idea, che non dovevi perdere assolutamente questa possibilità e così mi hai chiamato…” mi interruppe Martina centrando in pieno la questione.
“Beh…si…” le dissi abbassando il volto.
“Io te l’avevo detto di pensarci bene…comunque, a parte questo, a quale aeroporto credi che stiano?” mi chiese decisa più che mai ad aiutarmi.
“Non ne ho idea…però penso che stiano a quello di Fiumicino…non stanno lì i voli internazionali??” le chiesi.
“Si, si…allora andiamo lì! Quanto tempo abbiamo ancora a disposizione??” mi chiese allora accelerando.
“Beh…poco più di mezz’ora…È TARDISSIMO!” dissi perdendo già le speranze di arrivare in tempo.
“Allora calmati, respira profondamente e non essere come il tuo solito pessimista..vedrai che arriviamo in tempo!” mi disse rassicurandomi con un sorriso.
Contraccambiai il sorriso e iniziai a fissare la strada sperando di non trovare traffico.
 
I minuti passarono inesorabilmente…cinque, dieci, venti…ormai mancavano una decina di minuti e il loro aereo sarebbe partito. Intanto ancora stavamo per strada imbottigliate nel traffico: sembrava come se quel giorno tutta Roma aveva preso la macchina giusto per impedirmi di arrivare in tempo all’aeroporto. Ormai persa l’ultima speranza, Martina ebbe un lampo di genio…
“Prendimi un fazzoletto bianco dalla borsa e fai finta di sentirti male!” notando la mia faccia allibita continuò “Non mi chiedere spiegazioni…fai quello che ti ho detto!” e così feci.
“Fatemi passare! C’è una ragazza che si sente male!!” urlò Martina dalla macchina sventolando di fuori il fazzoletto bianco.
In un attimo le macchine si spostarono facendo si che la nostra potesse arrivare sulla corsia d’emergenza per procedere a tutto spiano in direzione dell’ipotetico ospedale: Martina aveva avuto una magnifica idea.
Non appena uscimmo dall’autostrada mi disse entusiasta:
“Ora puoi anche smettere di fingere di star male…traffico superato!”
“Ma lo sai che io ti adoro?!” le dissi stampandole un bacio sulla guancia.
“Si, lo so, ma risparmiati queste smancerie per Brian che siamo arrivati!” mi disse allora frenando.
In quel momento iniziai a tremare.
“Calmati, esci dalla macchina e corri più che puoi fino a raggiungerlo…mi raccomando, voglio vederti uscire da quella porta sottobraccio a lui!” mi disse allora spingendomi letteralmente fuori dall’auto.
Le rivolsi un ultimo sorriso prima di iniziare quella corsa contro il tempo.
Appena entrata mi fermai un attimo, cercai con lo sguardo il cartello che indicava la direzione per gli imbarchi per i voli internazionali e, dopo averlo trovato, ripresi a correre questa volta verso quella direzione.
Stavo correndo da un paio di minuti, ma ancora non li avevo trovati, quando udii delle urla…sembravano proprio urla di fan: dovevano essere da quei paraggi!
Così corsi nella direzione delle urla fino a che mi ritrovai davanti agli occhi una grandissima folla. Subito mi feci largo tra quest’ultima raggiungendo in qualche secondo le guardie che la bloccavano.
“Vi prego fatemi passare! Devo assolutamente parlare con Brian!” dissi alle guardie supplicandole cercando intanto di vedere per lo meno le sagome dei boys da lontano.
“Beh, signorina arriva tardi…c’è un’intera folla che vorrebbe parlare con Brian e gli altri…” mi rispose una guardia sogghignando.
“Ma è questione di vita o di morte, la prego!” gli disse continuando a supplicare.
“Mi dispiace, ma abbiamo il compito di non lasciar passare nessuno…” mi rispose un’altra guardia più dolcemente.
Così, non potendo contare sull’aiuto delle guardie, iniziai ad urlare con tutta la voce che avevo il nome di Brian fino a quando notai una sagoma in lontananza voltarsi e tornare indietro a passo spedito.
A quella vista ebbi quasi un mancamento pensando che fosse Brian, ma, non appena la figura si avvicinò, notai che era Marcus.
“Marcus ti prego dì a queste guardie di lasciarmi passare…” dissi allora con il solito tono di supplica quando ormai Marcus si era avvicinato.
“Lei è con me…la potete lasciar passare!” disse alle guardie.
Così mi lasciarono passare.
“Che è successo Jessy?” mi chiese allora Marcus con tono preoccupato dopo avermi salutata e abbracciata.
“Devo assolutamente parlare con Brian…è questione di vita o di morte…” gli risposi diretta.
“Ho capito…allora sbrigati che si stanno per imbarcare!” mi rispose sorridendo.
“Grazie!” gli dissi prima di iniziare di nuovo a correre.
Attraversai il lungo corridoio in un minuto e quando svoltai l’angolo li ritrovai tutti lì a parlottare tra di loro.
“BRIAN!” urlai istintivamente.
A quel richiamo Brian si voltò subito con occhi sognanti.
Non appena lo raggiunsi dissi:
“Ti prego, non dire niente, ma ascoltami…” mi fermai riprendendo un po’ di fiato per poi continuare “…sai il primo giorno in cui mi sono ritrovata nel tuo corpo, per me è stato un sogno più che un incubo…se per caso qualcuno mi avrebbe detto che per qualche scherzo del destino mi sarei ritrovata proprio nel tuo corpo, non c’avrei mai creduto…e invece è successo…quel giorno quando ci siamo presentati e ti ho detto di essere una vostra fan, tu mi hai chiesto chi fosse il mio preferito…beh non ti ho risposto perché ERI PROPRIO TU…è da una vita che sognavo di incontrarvi e di parlarvi, e quando questo mio sogno si è avverato, ero in tutti gli aspetti la ragazza più felice al mondo…ma soprattutto non avrei mai creduto che passare due settimane insieme a te mi avrebbero fatto innamorare ancora di più di te, non solo del tuo lato famoso che ormai amo da una vita, ma del tuo lato di persona normale…per questo ti chiedo di perdonarmi per le mie reazioni delle scorse sere, non so cosa mi sia preso, quelle dichiarazioni mi avevano a dir poco confuso e sconvolto…” conclusi abbassando lo sguardo.
Dopo quelle mie ultime parole si susseguirono un paio di interminabili minuti di silenzio e quando ormai stavo perdendo le speranze in una sua risposta…
“Sai piccola io ti ho già perdonato non appena ti ho vista svoltare quell’angolo e chiamarmi…” mi rispose finalmente alzando il mio volto appoggiando l’indice sotto il mio mento.
“Sai, mi mancava sentirmi chiamare da te ‘piccola’!” gli dissi sorridendogli e abbracciandolo forte a me.
“Anche a me mancava chiamarti così!” mi rispose sorridendo e contraccambiando l’abbraccio.
Ancora avvolta da quel caloroso abbraccio, alzai lo sguardo e incontrai i suoi profondi occhi blu.
Rimanemmo stretti in quell’abbraccio a fissarci per qualche minuto quando pian piano vidi il suo volto avvicinarsi al mio e iniziai a sentire il suo respiro su di me fino a che le nostre labbra si incontrarono in un dolce bacio che poco dopo si tramutò in passionale: finalmente quello che avevamo desiderato entrambi da tanto tempo…
 
 

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Capitolo 27
*** capitolo ventisette ***


27° capitolo
Erano passati quasi cinque anni da quel giorno e le cose erano un po’ cambiate…
“Mamma, papà?!”
“Hey piccolino, vieni qui da zia!” dissi battendo due volte con la mano sulla parte libera del divano.
A quelle mie parole quel piccolo ometto si diresse di corsa verso di me per poi accomodarsi sul divano.
Era James, il figlio di Howie e Leigh che ormai aveva quasi quattro anni. Era un vero e proprio angioletto come il padre, gli assomigliava in tutto.
“Zia sai dove sono mamma e papà?” mi chiese guardandomi con occhi dolci.
“No, piccolino…perché? Cos’è successo?” gli chiesi un po’ preoccupata.
“Lo zio Nick e lo zio Alex non mi fanno giocare con le macchinine perché stanno facendo una gara tra di loro…” mi rispose triste con i lacrimoni agli occhi.
‘Sono sempre i soliti!’ pensai per poi dire “Dai piccolino non ti preoccupare, ora c’è la zia che gliene dice quattro…vieni qui!” conclusi aprendo le braccia per prenderlo in braccio.
“No, no zia! Non ti devi affaticare altrimenti la mia cuginetta o il mio cuginetto ne potrebbe risentire!!” mi disse allora sorridendo.
Eh già, ero incinta di otto mesi…chi l’avrebbe mai detto?
Così si alzò dal divano e mi allungò la mano. Dal canto mio, presi quella manina e la strinsi nella mia per poi alzarmi ed iniziare ad incamminarmi con lui verso la sua cameretta. Nel frattempo da quest’ultima provenivano varie voci…
“Dai…dai…dai…continua così…su su…” era Nick che incitava la sua macchinina.
“Forza dai…non mi puoi deludere anche questa volta…” questo invece era Alex che scongiurava la sua di non perdere.
Dopo queste parole un attimo di silenzio nel quale si sentivano solo le macchinette correre, fino a quando…
“VITTORIAAAAAA!!! We are the champions - my friends and we'll keep on fighting till the end…we are the champions…we are the champions…no time for losers…'cause we are the champions of the World!!!!” era Nick che entusiasta della sua vittoria correva da una parte all’altra della stanza cantando a squarciagola, mentre nel frattempo Alex litigava con la macchinetta per l’ennesima sconfitta.
A quella scena scoppiai a ridere: erano proprio dei bambini.
Tornando subito seria, cercai di portare l’attenzione su di me schiarendomi la voce.
Una, due, tre volte…niente, erano troppo concentrati uno ad esultare, l’altro a lamentarsi con la macchinina, quando lampo di genio…
“Ragazzi…” iniziai lamentandomi “…mi si sono rotte le acque…” conclusi piegandomi per il ‘dolore’ e facendo un rapido occhiolino al piccolo James per fargli intendere dello scherzo.
“Zii, la cuginetta o il cuginetto sta per nascere!!!” disse allora James aiutandomi nella messinscena.
A quelle due affermazioni nella stanza calò per un attimo il silenzio fino a quando sia Nick che Alex iniziarono a correre a destra a sinistra farfugliando cose senza senso come presi dal panico.
Alla vista di quella scena, all’unisono, io e James scoppiammo a ridere come matti.
“Ve l’abbiamo fatta anche questa volta!!” dissi non appena smisi di ridere battendo il cinque con James in segno di vittoria.
Ormai da quando aveva due anni eravamo complici in qualsiasi scherzo: le nostre vittime preferite, Alex e Nick ovviamente!
“Voi due insieme siete proprio perfidi!! Ma si può scherzare su queste cose?!” mi disse Alex offeso appoggiato da Nick.
“Beh, si, visto che è solo questo il modo per attrarre la vostra attenzione!!” gli risposi allora seria, per poi continuare “Comunque volevo solo dirvi di far giocare il piccolo che ormai l’età per le macchinine a voi è passata da un pezzo!!” conclusi facendogli la linguaccia.
“Agli ordini capo!!” mi disse Alex facendo il saluto militare con la mano, mentre Nick incitava James ad andare a giocare.
Così prima di lasciarlo andare gli sussurrai all’orecchio:
“Mi raccomando straccia i tuoi zii anche da parte mia!!” gli sorrisi, uscii dalla cameretta e mi incamminai per il corridoio.
Man mano che mi avvicinavo al salotto, un profumo di brace si faceva sempre più intenso, così proseguii verso il giardino da dove ero certa provenisse il profumo.
“Finalmente dopo cinque anni hai imparato a fare la brace!” dissi non appena uscita in giardino, vedendo Howie darsi da fare con la brace.
“È stata dura, ma alla fine ce l’ho fatta!!” mi rispose Howie alzando il braccio in segno di vittoria, ma nel momento in cui fece ciò, distraendosi dal fuoco, ecco che la fiamma divampò.
“AMOREEEEEE!!” urlò Leigh prendendo di corsa un secchio riempiendolo con l’acqua della piscina.
“Penso proprio che mi ci vuole qualche altro annetto di pratica!” disse allora Howie imbarazzato, non appena Leigh spense la fiamma.
“Credo proprio di si…” disse Leigh guardandolo storto.
“Dai, un altro po’ di pratica e sarai il re della brace!!” dissi incoraggiandolo, poi continuai cambiando completamente discorso “Ma sapete per caso dove sia Brian? Stamattina quando mi sono alzata, già non c’era…”
“Io l’ho visto questa mattina presto e mi ha detto che doveva andare ad Orlando a fare delle cose, ma non ha specificato cosa…però ha detto che sarebbe tornato per il pranzo…” mi rispose Howie.
“Ah…già mi immagino cosa sarà andato a fare…” dissi alzando gli occhi al cielo per poi continuare “Vabbè vi lascio alla brace…mi appoggio un po’ sul divano per riposarmi, ultimamente sono sempre stanca…bah…”
“Beh, forse io so il perché…” mi rispose Leigh passando lo sguardo sulla mia pancia.
“Ma no, ancora non è scaduto il tempo…mancano circa due settimane…” le risposi capendo subito a cosa alludeva.
“Sarà...” iniziò alzando gli occhi al cielo per poi continuare “…comunque va a riposarti che fa sempre bene nel tuo stato!!” concluse sorridendomi premurosa.
Così, ricambiando il sorriso, ritornai lentamente al divano dal quale dieci minuti prima mi ero alzata. Mi sdraiai e pian piano mi abbandonai al mondo di Morfeo.
 
“Hey piccola…” la voce di Brian risuonò dolce nelle mie orecchie, accompagnata da un delicato bacio sulla fronte.
Aprendo lentamente gli occhi, gli risposi ancora mezza assonnata:
“Hey Bri…”
Non ebbi il tempo di dire altro che le sue labbra si posarono sulle mie per un dolce bacio a stampo.
“Adoro questo risveglio…” dissi avvolgendo il suo collo con le mie braccia non appena allontanò leggermente il suo volto dal mio.
“Lo so…” mi rispose sorridendomi per poi continuare “…se fosse per me ti riempirei di baci per tutta la giornata…”
“Fallo…hai il mio consenso…” gli dissi allora sorridendo maliziosamente.
“Non mi pare il caso…siamo in presenza di minori…”
A quella affermazione mi guardai un po’ intorno per poi dire confusa:
“Non mi sembra…James non è nei paraggi…”
“Beh, James non c’è, ma…” mi rispose portando alla fine il suo sguardo sulla mia pancia come per farmi capire che il minore a cui si riferiva era il nostro bambino.
“Beh, non credo che al piccolo o alla piccola dispiaccia che i suoi genitori si diano un bacio, vero?!” risposi allora accarezzandomi la pancia come per ricevere una risposta dal/la diretto/a interessato/a, che dopo qualche secondo scalciò; così continuai “Ha appena scalciato…questo significa che non gli dispiace!” conclusi sorridendo.
“Allora se ho il suo consenso…” disse in modo malizioso senza concludere la frase.
Così iniziò sempre più ad avvicinarsi alle mie labbra fino a che…
“Ehm, ehm…”
Ci voltammo subito verso la porta del salotto: era Nick con in braccio James.
“Hey ometto!” disse Brian allontanandosi subito da me ed avvicinandosi ai due.
“Ciao zio!!” rispose James sporgendosi dalle braccia di Nick verso Brian come per andare tra le sue.
“Indovina un po’ cosa ti ho portato da Orlando??!!” disse allora Brian prendendolo in braccio esaudendo così la richiesta del piccolo.
“Che mi hai portato zio?! Che mi hai portato?” rispose allora al settimo cielo James muovendosi all’impazzata tra le braccia di Brian.
“Corri in giardino e vedrai…” disse Brian facendo scendere il piccolo James a terra che in un nanosecondo aveva già iniziato a correre per tutto il corridoio verso il giardino.
Così dopo aver sorriso a quella scena, Brian si voltò verso di me e disse iniziando ad avvicinarsi:
“Bene…dove eravamo rimasti??!!”
“Ehm, ehm…” era di nuovo Nick che era rimasto in salotto.
“Se non vuoi assistere a queste scene, è inutile che rimani lì impalato a schiarirti la voce, tanto non mi fermo questa volta!!” disse allora Brian senza voltarsi verso il diretto interessato e continuando ad avvicinarsi a me.
Non gli lasciai il tempo di accorciare a zero la distanza tra di noi che posai l’indice sulle sue labbra e dissi mettendo il broncio come una bambina di due anni:
“Mi sono svegliata questa mattina senza te affianco e oltretutto non mi porti niente per farti perdonare??!! Ma che bravo ragazzo che sei!!”
A quella mia affermazione Brian rimase con gli occhi spalancati, perplesso e alquanto rammaricato, mentre Nick se la rideva di gusto appoggiato allo stipite della porta del salotto.
Notando quella reazione dissi:
“Ehy Bri, ma è possibile che non riesci mai a capire che scherzo?!”
“Ma perché scherzavi?? Mi stavo troppo divertendo, volevo assolutamente assistere ad un vostro litigio!! Uffaaaaa!” disse prontamente Nick deluso.
“Ma certo che scherzavo!!! Come posso prendermela per queste sciocchezze?! Soprattutto con l’uomo che amo?!” dissi allora rivolgendo queste ultime parole al diretto interessato che al risuono di queste si svegliò dal momentaneo stato di trance in cui era caduto cinque minuti prima.
“No, scusa cosa hai detto?? Non ho ben capito…” mi disse allora Brian facendo il finto tonto.
“Che stavo scherzando…” risposi stando al suo gioco.
“No, no…dopo, cosa hai detto?” replicò Brian non avendo ricevuto la risposta giusta.
“Ehm…se potevo prendermela per una sciocchezza simile…” risposi allora.
“Ancora non ci siamo…cosa hai detto alla fine?” mi chiese allora Brian attendendo la risposta giusta.
“Che non potevo prendermela soprattutto con te…all’incirca era questo quello che volevo dire…” risposi girando intorno alla risposta esatta.
“Dai, piccola che ci sei quasi…” mi disse Brian ancora non contento della risposta.
“Allora…” iniziai afferrando delicatamente la sua mano “…fammi pensare…” continuai iniziando a trascinarlo lentamente verso di me “…beh forse mi ricordo…” mi fermai un attimo tenendo ancora stretta la sua mano per poi proseguire “…ah si…che non posso prendermela soprattutto con l’uomo che amo!!” conclusi sorridendo avvicinandomi pian piano al suo volto.
“E chi sarebbe quest’uomo così fortunato?” mi disse allora Brian sorridendo maliziosamente.
“Beh è un ragazzo dagli occhi azzurri e i capelli biondi. Quando sorride gli si chiudono gli occhi e lo adoro quando lo fa. Con gli amici è troppo buffo, ma sa essere anche dolce e romantico. Forse lo conosci, è un cantante famoso e appartiene ad un gruppo…” non riuscii a terminare che…
“Biondo, occhi azzurri, buffo, cantante famoso…non illuderti B-Rok…sono io questo ragazzo fortunato…” disse Nick sogghignando stando ancora lì sulla porta ad assistere a tutta la scena.  
A quell’affermazione Brian si voltò di scatto lanciando un’occhiataccia a Nick che prontamente disse:
“Ok, ok, calmo…me ne vado, me ne vado!” iniziandosi ad allontanare dal salotto.
“Allora stavi dicendo…” disse allora Brian rivolgendosi a me con il sorriso.
“Ah si…è un cantante famoso con una voce bellissima, che ogni volta che la sento mi fa venire i brividi…” continuai ormai bordeaux in volto “…insomma è una persona stupenda, unica nel suo genere. Forse te la dovrei presentare…” conclusi sorridendo.
“E si può sapere come si chiama?!” mi chiese allora Brian ormai divertito dal gioco.
“Il suo nome è…Brian Thomas Littrell!!” dissi arrossendo ancora di più.
“Ah, non l’ho mai sentito in vita mai!!” mi disse in modo serio guardando in alto.
“Sei proprio scemo!” gli dissi allora dandogli un pacca sul braccio.
Sorrise un po’ per poi tornare serio e dire:
“Comunque anche Brian Thomas Littrell ti ama, me l’ha confessato l’altra sera!”
“Ma se cinque secondi fa mi hai detto che non lo conosci!!” dissi notando l’affermazione completamente contraddittoria dalla precedente.
“Beh…questo non dovrei neanche dirtelo, ma un po’ di giorni fa, per qualche scherzo del destino, lo ‘spirito’ di questo Brian è entrato nel mio corpo e mi ha detto ciò…” mi disse allora Brian.
“Questa situazione non mi è nuova…” dissi sorridendo ripensando a quel contesto impensabile nel quale ci eravamo conosciuti.
“Comunque a parte gli scherzi, anche io ti amo e proprio per questo, come mi potevo dimenticare di te passando per Orlando??” mi chiese girandosi per prendere qualcosa da dietro il divano.
“Tu sei matto!! Ma quante volte ti ho detto che non ho bisogno di regali…l’unico dono che voglio è quello di averti affianco…” dissi un po’  in imbarazzo.
“Lo so alla perfezione ed è anche per questo che ti amo…ma questo è un regalo per il futuro membro della famiglia Littrell!” mi rispose allora entusiasta di ciò che mi stavo porgendo.
Con il sorriso sul volto iniziai a scartare quel pacchetto per poi dire meravigliata:
“Mamma mia sono stupendi!”
Iniziai a guardare con gli occhi lucidi quelle scarpette e quella salopette così piccole.
“Noto che ti sono piaciute!” mi disse fiero di sé.
“Si, da morire!” dissi mettendogli le mani al collo per poi finalmente baciarlo.
Era passato qualche minuto e stavamo ancora così a baciarci. Né io né lui volevamo staccarci, ma come al solito…
“È pronto!! Tutti in giardino!!!” era Leigh che urlava dalla cucina.
“Ma ce la faremo mai a stare in santa pace io e te?!” mi chiese Brian allontanandosi dalle mie labbra sbuffando.
“Credo proprio di no!” gli risposi sorridendo dandogli un ultimo bacio sulle labbra per poi alzarmi.
Iniziammo così mano nella mano ad incamminarci verso il giardino, quando notai Leigh indaffarata in cucina.
“Bri, tu intanto vai in giardino a dare una mano agli altri e io cerco di dare una mano a Leigh in cucina!” gli dissi.
“Ma…” cercò di dire Brian, ma lo fermai prontamente.
“Non ti preoccupare, cerco di fare lo stretto necessario senza affaticarmi!” gli dissi capendo immediatamente cosa voleva dire ed entrando subito in cucina.
 
“Ohi Jessy!” mi disse subito Leigh non togliendo lo sguardo dai fornelli.
“Ma hai anche gli occhi dietro?!” chiesi sbalordita non capendo come aveva fatto a notarmi.
“Magari!! Ti ho solo sentita parlare con Brian!!” mi rispose ridendo.
“Ah, tutto spiegato ora!!” dissi allora per poi continuare “Allora in che posso aiutarti?”
“Niente!” mi rispose secca.
“Dai non ti ci mettere anche tu…è da otto mesi a questa parte che mi sento inutile…” dissi amareggiata.
“Jessy siamo tutti preoccupati per la tua salute…non è niente contro di te…è stata la stessa cosa quando sono rimasta incinta di James, se ti ricordi…” mi rispose allora Leigh voltandosi finalmente verso di me.
“Si, lo so…ma non ci riesco a stare ferma a guardare voi che andate a destra e a sinistra!” iniziai con il volto basso per poi continuare “Nemmeno un piattino?!” conclusi alzando lo sguardo facendo gli occhi dolci.
“Ok, ma solo per questa volta!” mi rispose dopo un attimo di incertezza per poi indicarmi ciò che dovevo prendere.
“Ti adoro!” le dissi dandole un bacio sulla guancia per poi prendere il piatto indicato.
Non feci in tempo di fare qualche passo con il piatto che…
“ODDIO!” affermai lasciando cadere il piatto per terra.
“Che è successo?” si girò di scatto Leigh agitata.
Le indicai per terra sotto le mie gambe.
“BRIAN!!!” urlò subito a quella vista.
In un nanosecondo Brian si catapultò in cucina.
“Sta arrivando!” disse Brian non appena entrato.
“Si…” dissi con una faccia da ebete ancora incredula di ciò che di lì a poco stava per succedere.
“Alex prendi la borsa con le cose di Jessica, Nick vai a preparare la macchina di Brian, Howie prendi James e prepara l’altra macchina…SUBITO!!” era Leigh che aveva iniziato ad impartire ordini a destra e a manca, mentre sia io che Brian eravamo entrati nel panico più totale.
“Jessy respira tranquillamente e dì al piccolino di non avere fretta ad uscire!” mi disse Leigh accompagnandomi verso la macchina.
 
Dopo un quarto d’ora di auto, arrivammo finalmente all’ospedale dove mi portarono subito in sala parto.
“Signorina stia tranquilla…respiri profondamente e quando glielo dico spinga forte…” mi disse subito la dottoressa.
‘Vorrei vedere lei a stare tranquilla…’ pensai continuando a spingere. 
“Dai piccola respira…” mi disse Brian tenendomi la mano e mimando anche lui come dovevo respirare.
‘Meno male che ci sei tu qui al mio fianco!’ pensai perdendomi nei suoi occhi lucidi.
“Su, su continui così…manca poco ormai…” mi ripeteva l’ostetrica.
“Dai amore l’ultima spinta…” mi disse allora Brian.
Quando il pianto di un bambino…
“Ce l’hai fatta piccola!” mi disse Brian tenendomi ancora stretta la mano e dandomi un bacio sulla fronte.
Sospirai esausta.
“Congratulazioni, è una femmina!” ci disse l’ostetrica lasciando la bambina tra le braccia di Brian.
“Guarda che amore che è! Tutta sua madre!” mi disse Brian porgendomela.
“Benvenuta Nicole!” dissi accarezzandole la piccola guancia con un dito.
“Mi piace questo nome!” mi disse allora Brian sorridendomi per poi portare lo sguardo sulla piccola.
Non passarono nemmeno cinque minuti con la bambina tra le braccia che bussarono alla porta e…
“Scusate, ma devo portare la bambina a fare dei controlli! Non vi preoccupate ve la riporto il più presto possibile!” ci disse l’infermiera sorridente con un tono premuroso per poi continuare “Intanto vi lascio in compagnia dei vostri amici!”
Così dicendo fecero capolino dalla porta Howie e Leigh, seguiti da Nick e Alex, tutti e quattro con un grande sorriso stampato sul volto.
“Congratulazioni neogenitori!!” ci disse subito Leigh commossa avvicinandosi al lettino ed abbracciandoci.
“Grazie mille Leigh!!” le risposi ancora incredula lasciando uscire qualche lacrima di felicità.
“Che bello una nuova piccola mascotte nel gruppo!!” disse euforico Nick saltando a destra e a sinistra come un bambino seguito da Alex.
“Allora che nome avete pensato di darle?” ci disse Howie che in quel momento ero l’unico che si era contenuto.
“…Nicole…” risposi sorridendo.
“È un bellissimo nome…” rispose Leigh che nel frattempo non la smetteva più di piangere.
“Già…” dissi sorridendo ancora con occhi sognanti.
“Allora, come si sente il neopapà?” disse Alex dando una pacca sulla spalla di Brian.
“Mi sento l’uomo più felice al mondo…ma c’è ancora una cosa che devo fare e sarò l’uomo più felice di tutto l’universo…” rispose Brian voltandosi alla fine verso di me.
A quell’ultima affermazione lo guardai un po’ interdetta e così continuò…
“Sai, stamattina sono andato ad Orlando non solo per comprare quei regalini a James e alla nostra Nicole, ma anche per comprare qualcos’altro…per te! È da un bel po’ che avevo questa idea, ma solo stamattina ho trovato il tempo di portarla a termine…” si fermò un attimo per guardarmi, per poi proseguire “…mi sono fermato ad una vetrina e l’ho visto…sembrava fosse lì apposta ad aspettare che lo comprassi…non ho resistito ed eccolo qui…” iniziò a frugare con la mano nella tasca della giacca “…volevo dartelo appena tornato questa mattina, ma sono stato più volte interrotto da qualcuno…” si bloccò voltandosi verso di Nick, che dal canto suo disse imbarazzato:
“Oops…colpa mia!”
“Comunque…” riprese tornando a guardarmi “…non so se sia il momento giusto e se tu mi dirai di si…”
A quell’ultima affermazione iniziai a tremare.
“…ma tentar non nuoce…” si fermò per poi mettersi in ginocchio e tirare finalmente dalla tasta un cofanetto “MI VUOI SPOSARE?” aprendolo.
Non ci credevo…era un sogno o cosa?
Mi diedi un pizzicotto sul braccio per vedere se veramente era la realtà e…dolore...era tutto vero!!!!
“SI, SI, SI, SI, SI, SI…mille volte SI!!!” dissi sorridendo e lasciando che altre lacrime bagnassero il mio volto.
Si alzò con un sorrisone stampato sul viso, mi mise l’anello al dito e mi riempì di baci.
“Ti amo più della mia stessa vita!” mi disse all’orecchio.
“Anche io ti amo!!” gli risposi continuandolo a baciare, mentre nel frattempo si era sollevato un grande applauso degli altri in tutta la stanza.
“Questo sarà il vero inizio della nostra storia d’amore…”
 
 …Già, quello era solo l’inizio di quella storia d’amore nata in un contesto a dir poco surreale che era riuscita a sopravvivere nonostante tutto e che non sarebbe mai tramontata…
 

Fine

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