Prima del torneo

di VidelB
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Finzione ***
Capitolo 2: *** Realtà ***



Capitolo 1
*** Finzione ***


Sera di primavera: una brezza tiepida filtrava tra i vetri socchiusi di una piccola abitazione illuminata. In casa Son si era appena finito di cenare.

A degli estranei sarebbe parso un giorno come un altro, ma non era così: la mattina seguente avrebbe avuto inizio il torneo indetto da Cell.

La famiglia era occupata nelle solite faccende: Goku parlava con Gohan mentre Chichi stava sciacquando le ultime stoviglie. Quest’ultima non aveva rivolto affatto la parola al marito nelle ultime ore, se non per urlargli contro quando lui, bevendo, aveva mandato in frantumi il bicchiere. Si trattava dell’ultimo di una lunga serie di disastri susseguitisi quella settimana. La donna credeva di averne compreso l’origine: non era tranquillo come voleva far credere, perciò non era capace di controllarsi. Per loro figlio era comprensibile, ma per lui no: era stato sempre capace di trattenere la sua forza, nonostante i continui allenamenti. In passato, altrimenti, come avrebbe potuto mangiare senza rompere il tavolo, darle una pacca sulla spalla senza farla volare in avanti o aprire la porta evitando di scardinarla? Non era possibile che di punto in bianco non ci riuscisse più, doveva esserci un motivo valido; che fosse a causa di quella strana trasformazione, stentava a crederlo. Da una parte avrebbe desiderato parlargli per capire e incoraggiarlo, ma non poteva: l’indomani Goku sarebbe andato al torneo e portandosi dietro loro figlio per giunta, con la chiara intenzione di farlo combattere. Non riusciva assolutamente ad accettarlo e, quindi, nemmeno ad affrontare il discorso a quattr’occhi con l’interessato.

A giudicare dalle risate allegre che giungevano da dietro le sue spalle, era lei la più angosciata. Dopotutto il sayan che era il marito non avrebbe fatto ciò che preferiva su ogni cosa andando a combattere? Lo avrebbe dovuto aspettare fiduciosa e basta. Facile a dirsi, immaginava già le sue parole. Stai calma, non c’è nulla di cui preoccuparsi, andrà tutto bene.

Chichi abbassò la testa in un sospiro, distolse lo sguardo dal lavello e sbirciò l’uomo seduto a tavola. Era tutta la sera che faceva il pagliaccio, pensò stizzita… e si rese improvvisamente conto di quanto fosse palese quella messa in scena. Perché si era sentita tanto bene nell’ultima settimana? Goku aveva fatto in modo che lo fosse, nonostante i piccoli disastri: era stato sempre accondiscendente, l’aveva portata in macchina fino al lago dove usavano mangiare quando Gohan era molto piccolo, si era complimentato più del solito per il cibo e le aveva addirittura dato ragione sull’educazione di loro figlio! Era piacevolmente meravigliata, felice, e glielo aveva confessato Sei il marito migliore del mondo Goku! aveva detto quel pomeriggio senza pensarci troppo, ricevendo in cambio un’espressione imbarazzata.

Che stupida.

C’era una spiegazione molto semplice a quel cambiamento improvviso: lui voleva distrarla dal pensiero del torneo.

La donna si asciugò le mani col grembiule, prima di sfilarlo e guardare intensamente le due persone più importanti della sua vita: Goku continuava a ridere, mentre Gohan sembrava distratto; chissà quanti pensieri gli affollavano la testa in quel momento.

Chichi si avvicinò, posando una mano sulla testa del ragazzino; lui volse incuriosito gli occhi nella sua direzione finendo per incontrare un paio di iridi nere, severe ma eccessivamente lucide:

- Cos’hai mamma?- domandò preoccupato, mentre il sayan ammutoliva.

- Dovresti andare a dormire fra un po’.- rispose lei, ignorando volutamente il vero senso della domanda e passandogli le dita fra le ciocche ribelli… seppur di colore diverso erano comunque impossibili da pettinare- Così sarai riposato per… quello che devi fare.- aggiunse con voce tremante, quindi si girò. Aveva paura di aver detto troppo.

- Non devi preoccuparti, papà è sicuro che andrà bene.- replicò il ragazzino, comprendendo al volo - Giusto?- fece rivolto all’altro genitore.

- Sì, certo tesoro. Stai tranquilla.- annuì energicamente quest’ultimo. Lei non lo degnò di un’occhiata. Preferì scrutare il pavimento e poi chinarsi per baciare il figlio confuso sulla fronte e abbracciarlo forte.

- Torna da me.- lo supplicò. Gohan la strinse in silenzio per alcuni istanti, con affetto, pensando a quanta fragilità nascondesse la sua mamma con quel modo di fare a volte brusco.

- Ora vado. Sai, ti voglio tanto bene.- sussurrò allontanandosi, imbarazzato delle proprie parole, ma lanciandole un ultimo sorriso prima di salire le scale.

La donna intenerita contraccambiò ma, appena si ritrovò sola col marito, un velo di tristezza le incupì il volto. Non le importava quello che egli avrebbe potuto pensare vedendola così. Era stufa, sfinita, provata dalle emozioni negative con cui aveva iniziato a convivere da quando Goku aveva scoperto le sue vere origini. L’indomani sarebbe successo qualcosa di brutto, lo sentiva.

Il sayan, turbato dal profondo silenzio, si costrinse a parlare:

- Prometto che tornerà.

Chichi lo squadrò finalmente, incredula.

- Non mi dare false speranze, è peggio te lo assicuro.- replicò a bassa voce.

- Che sarà mai, ti preoccupi sempre troppo!- esclamò l’altro sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi. Di solito in questo modo riusciva a tranquillizzarla, ma stavolta non funzionò. Anzi, la donna lo fulminò:

- Dacci un taglio.

Goku rimase spiazzato e prese a sfregarsi la nuca, indeciso:

- Cioè?

- Sai che non c’è niente di sicuro, non sei rilassato davvero, smettila di fingere insomma!!!- urlò lei in un crescendo di rabbia, drizzandosi di scatto a fissarlo nelle iridi verde acqua, a pugni stretti. Il marito rimase sconvolto a bocca aperta… pensò di sfuggita che, se avesse potuto, in quel momento si sarebbe trasformata in supersayan anche lei! Buttata via quell’idea fuori luogo, si ritrovò a fissare il muro.

- Non voglio che tu abbia paura.- mormorò, stanco ormai anche lui di recitare.

- Impossibile. Come non potrei? Capisco meglio di chiunque altro quando stai mentendo, non prendermi in giro!- replicò afferrandolo minacciosa per la canottiera- Se solo…- continuò titubante- … potessimo avere una vita “normale”… ma sei un sayan, a te piace rischiare appena si presenta occasione e non posso farci niente.

La schiena di Goku fu attraversata da un brivido e ribatté impulsivamente, offeso, come non aveva mai osato prima:

- Sono così, amo combattere, è vero. Mi dispiace per il dolore che devi provare a causa mia.- la fissò dritta negli occhi- Mi dispiace di essere un alieno, di non lavorare, di rovinarti la vita. Hai sbagliato a sposarmi; perché l’hai fatto se sono così inutile? Perché hai voluto un figlio da me, per capriccio?- si bloccò dopo l’ultima parola, accorgendosi in ritardo di come il controllo della situazione gli fosse presto sfuggito. Non avrebbe mai detto certe cose normalmente, che gli era preso? Si morse la lingua pentito e distolse lo sguardo. Forse era semplicemente nervoso...

Nel frattempo nell’udire quella risposta la ragazza era impallidita, tanto che alla fine le guance avevano perso ogni traccia di colore. Mentre le ultime parole risuonavano nelle orecchie, avvertì le lacrime colmare gli occhi e iniziare a scivolare giù incontrollabili. Chichi ritrasse le mani prima strette intorno al tessuto come se quest’ultimo all’improvviso bruciasse, si drizzò bene in piedi e assestò un ceffone al marito con tutte le sue forze. Non aspettò una reazione, ma presa dal panico scappò subito via per le scale, rifugiandosi quindi in camera; girò la chiave nella serratura e si buttò sul letto singhiozzante. Perché le aveva detto cose tanto cattive, aveva frainteso completamente, sapeva benissimo quanto lo amasse nonostante i difetti. Quella serenità e quella spensieratezza che l’avevano colpita fin da bambina in certi casi si erano rivelate irritanti, vero, ma questo non significava che... non riuscì a completare il pensiero, sopraffatta da un turbine di emozioni contrastanti.

Goku nel frattempo era rimasto immobile, seduto; non aveva ancora mosso la testa dopo la schiaffo, quando udì dei singhiozzi disperati provenire dal piano superiore. Si maledì per aver mischiato i suoi veri pensieri con la rabbia. Il bruciore sulla guancia non accennava a diminuire e il giovane, ormai deciso, si posò due dita sulla fronte.


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Capitolo 2
*** Realtà ***


Un istante dopo Goku si ritrovò in camera, a pochi centimetri dal letto dove Chichi era sdraiata a pancia in giù. La ragazza, avvertendo la sua improvvisa presenza, strinse forte il cuscino, affondandovi il viso nel tentativo di smorzare ogni suono che non riusciva a trattenere. Ma anche per difendersi: non avrebbe retto un altro sguardo o altre parole simili a quelle di prima. Inoltre l’aveva malmenato, cosa avrebbero fatto ora? Sobbalzò terrorizzata e si raggomitolò tremante quando una mano di Goku le toccò la testa.

- Chichi.- la chiamò una voce triste, ma lei trattenne il fiato e rimase immobile. Quelle dita si mossero per accarezzarle lentamente i capelli, ora in parte sfuggiti all’elastico che li tratteneva. Non sembrava volerle fare dell’altro male.

Il letto scricchiolò sotto il peso dell’uomo che vi si era appena seduto.

- Tesoro, non volevo dirti certe cose.- mormorò, vedendola rilassarsi un minimo- La verità è che anch’io sono in pensiero per domani, lo ammetto. Cell è un avversario forte, per questo solo io e Gohan abbiamo possibilità di farcela. Puoi capirlo?

La donna rimase zitta, girandosi sul cuscino in modo da poggiarvi una sola delle guance rigate di lacrime.

- Non voglio capirlo.- rispose dopo alcuni secondi- Non voglio che andiate a farvi massacrare, ma il mio parere non conta, giusto? Il bene dell’umanità è più importante.- recitò senza alcuna convinzione.

- Il tuo bene è più importante- la corresse Goku- ma le due cose sono collegate, non ho scelta.

Lei mostrò un piccolo sorriso sarcastico:

- Il bene di una pazza che ha voluto sposarti solo per poterti tormentare? Troppo strano.

Il ragazzo deglutì e scosse il capo afflitto:

- Lo sai che non credo davvero quelle cose.

- Ah davvero? Io non so niente… e non m’importa nemmeno! Vai a farti ammazzare, io intanto starò ad aspettare. Così sei contento almeno…- la voce si era incrinata pericolosamente e nel mentre il giovane le aveva coperto la bocca con le dita per zittirla, quindi si chinò e la baciò su una guancia; un’espressione triste gli solcava il volto, mentre osservava da vicino quegli occhi grandi spalancati dallo stupore- Fidati completamente di me, per favore.- le sussurrò debolmente- Non voglio partire domani senza aver prima chiarito.

La ragazza borbottò:

- Resteresti qui in quel caso?

- No, dovrei comunque.- rispose con amarezza.

Lei abbassò lo sguardo contrariata.

- Ehi…- il sayan dai capelli biondi attirò di nuovo l’attenzione. Chichi lo fissò vagamente incuriosita. Kami, quanto gli donava quell’espressione intensa sul viso: erano rare le volte in cui si era sentita scrutata così attentamente da lui e ognuna di queste volte la prendevano i brividi. Arrossì appena, recuperando il colorito perso in precedenza.

- … Allora?- la incitò il marito.

- Cosa?- domandò confusa; aveva perso il filo del discorso.

- Stai dalla mia parte?- chiese speranzoso. Lei sospirò annuendo lievemente, quasi se ne vergognasse. Le faceva male appoggiarlo in quella follia, ma non poteva abbandonarlo nel momento del bisogno; lui aveva necessità della sua approvazione, del suo supporto. Le aveva confessato di avere dei dubbi e lei avrebbe dovuto infondergli maggiore fiducia, anche se le risultava complicato visto che era la prima ad avere un brutto presentimento.

- Ce la farete. Non voglio pensare che ci sia un’altra possibilità. Vincerete domani, mi sono spiegata? O ti puoi scordare che ti prepari da mangiare per le prossime ere.- lo ammonì puntandogli un dito contro, seria. Goku acchiappò al volo quella mano alzata e la strinse contro il proprio cuore:

- Grazie.- era raggiante di felicità.

Lei si ammorbidì finalmente in un ghigno giocoso.

- Se ti rendi conto di non potercela fare ritirati, o sarà peggio per te! Porterò la padella da casa, verrò lì a prenderti per le orecchie e…

Il ragazzo ridacchiò divertito dalle minacce e le tappò di nuovo la bocca con una mano, chinandosi ulteriormente fino a pochi centimetri dal suo volto.

- Sei proprio una chiacchierona!

Lei si liberò infastidita:

- Son Goku, irresponsabile, stammi a sentire…

L’interessato si abbassò ancora di più, serafico, al contrario di lei.

- Sì?- rispose in un sussurro.

- Tu non… capisci che… insomma.- iniziò a balbettare Chichi incerta, agitata dalla posizione equivoca. Goku si teneva con le mani premute sulla trapunta, ai lati della sua testa, e sembrava caderle addosso da un momento all’altro. Ogni residuo di pensiero coerente venne spazzato via dal bacio improvviso che ricevette sulle labbra; semplice ma appassionato, intenso e necessario. Tanta era l’emozione che non seppe come fosse arrivata ad accarezzare l’addome del giovane sotto la canottiera e ad essere a contatto con tutto il suo corpo un secondo dopo. Il ragazzo si distanziò un attimo per andare a mordicchiare la pelle del suo collo. Lei ne fu deliziata in un primo momento, ma rinsavì:

- Goku…- gemette prima di fermargli la testa, ignorando per quanto possibile il fatto che lui stesse continuando- Cosa diavolo stiamo facendo?- chiese supplicante di attenzione. Il giovane allora si risollevò per guardarla negli occhi stralunato:

- Beh, io pensavo tu volessi e così… stavo…- si colorò per l’imbarazzo.

- Ma tu dovresti riposare per quello che ti aspetta domani.- replicò titubante.

- Riposerò meglio se ti saprò soddisfatta.- le bisbigliò con voce sensuale in un orecchio, riprendendo da dove aveva interrotto, facendola rabbrividire violentemente.

La eccitava da morire essere in balia di quei gesti conosciuti ma sempre spontanei. Gli sollevò il viso per poterlo baciare di nuovo e poi osservarlo attentamente. Le palpebre si sollevarono rivelando un paio di occhi verde acqua, puntanti sulla sua anima; fili dorati e disordinati facevano da contorno al viso. Era bello, davvero, come sempre, anche se in modo diverso e questo la spaventava un po’. Aveva un certo timore ad abbandonarsi perché non sembrava esattamente Goku, anche se i gesti, gli atteggiamenti e la voce erano indubbiamente i suoi. Ma quel cambiamento la agitava, inutile negarlo.

- Cosa c’è che non va?- chiese il giovane notando l’espressione smarrita- Se non ne hai voglia non ti preoccupare.- dedusse grattandosi la nuca- Non c’è problema davvero.- la rassicurò, ma fu trattenuto con determinazione.

- No, solo mi piacerebbe che tornassi normale prima.

- Intendi non supersayan?- domandò perplesso indicandosi.

- Esatto, vorrei che lo facessi per me.

- Uhmm sono brutto così? Non me ne ero accorto!- esclamò, sporgendosi verso il piccolo specchio sul tavolino- Fa parte dell’allenamento restare trasformato nella vita quotidiana, non saprei!

- Non sei brutto, non dire sciocchezze.- gli fece l’occhiolino- Ma solo per qualche ora, ormai domani ci sarà il torneo, direi che l’allenamento possa essere considerato finito, no? Voglio indietro il Goku che ho sempre visto, adesso, come ti ho conosciuto, e senza pensieri sul combattimento per un’ora almeno.

- Ok ti accontento.- mostrò un attimo la lingua scherzoso, quindi richiuse gli occhi e si concentrò per diminuire la sua aura gradualmente, finché i muscoli non diminuirono leggermente di volume; sopracciglia, capelli e iridi si scurirono tornando al colore naturale. Era tornato normale e le sorrideva con espressione sbarazzina; sembrava quasi tornato ventenne da come la stava osservando e Chichi sentì il cuore stringersi al ricordo della prima volta che si osservavano l’un l’altro con interesse particolare, su quel letto. Erano cambiati molto da allora, sebbene gli anni passati non fossero tanti: si erano presto ritrovati molto più maturi, in competizione per l’educazione del figlio, forti in entrambi i sensi, legati reciprocamente nonostante le apparenze esteriori, i distacchi e le attese. Sì, troppe cose erano successe per lasciarli indifferenti; e tante altre dovevano ancora accadere, perché non poteva finire tutto con quella notte. Una notte di passione in cui l’avrebbe risentito dentro di sé in ogni senso, con il corpo, la mente e l’anima, ma non doveva essere un finale, bensì un pegno e una promessa di vita. Avrebbe voluto dargli un altro figlio in quel frangente, le sarebbe piaciuto davvero tanto. Attirò il ragazzo a sé, spingendolo per le spalle, accarezzandole.

Goku nel frattempo le lambì teneramente i fianchi e le scostò all’indietro la frangia ordinata:

- Hai una bella fronte, dovresti scoprirla più spesso.- commentò posandovi un bacio, e Chichi finalmente chiuse gli occhi, abbandonandosi del tutto ai suoi gesti d’amore, almeno per quella notte.



*Come richiesto da ciuciui ho ingrandito il carattere, in effetti era un po’ troppo piccolo! Purtroppo prima utilizzavo un programmino per il codice html che visualizzava i caratteri o troppo piccoli o eccessivamente grandi e fra le due cose sceglievo la prima :P Ora ho scaricato quello consigliato da Erika e con un po’ di pazienza risistemerò anche le altre fanfiction pubblicate. Ho già iniziato oggi… e mi sono ritrovata a dare una letta alle vecchie storie. Sinceramente alcune sarei tentata di cancellarle dal sito perché ormai superate, ma d’altra parte sono una testimonianza dei lenti cambiamenti nel mio modo di scrivere; non saprei.

Vi ringrazio con un abbraccio per i commenti e i complimenti; ogni volta mi riempite di gioia, sono contenta di trasmettervi qualcosina^^. Piuttosto mi direte come vi è sembrato questo secondo e ultimo capitolo. L’ho scritto durante le prime ore della notte l’altro giorno... non so perché ma l’ispirazione è massima quando dovrei dormire. Forse è un modo alternativo di sognare, chi lo sa! XD Ci ho messo impegno, ma ho timore di averlo fatto troppo scontato… anche se, insomma, come ha scritto annetta chan, tutti sappiamo alla fine com’è andata!

Alla prossima, ciao a tutti :)*

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