Amore e Guerra

di PersephoneAm
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1. Tradizioni di famiglia ***
Capitolo 3: *** Dimostrazioni al Gymnasium. ***
Capitolo 4: *** Piccolo scontro.. tra gentes. ***
Capitolo 5: *** Nuovi amici? ***
Capitolo 6: *** Incontri nei locali. ***
Capitolo 7: *** Sete. ***
Capitolo 8: *** Il Marchio. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


P.O.V. esterno.

-Melissa!-.

Una ragazza dai lunghi capelli biondi e dagli intensi occhi blu notte alzò il viso dal libro di "Storia della Razza", aggrottando la fronte. Aveva sentito male o qualcuno l'aveva ...

-MELISSA!-.

Chiamata?

Melissa si alzò fulminea dalla sedia e in un secondo di ritrovò davanti una porta di legno scuro. Bussò e aprì.

-Finalmente sei arrivata!-esclamò un uomo dai capelli biondi come la ragazza e gli occhi tra un rosso scuro e un marrone cioccolato sulla quarantina, seduto alla scrivania.

-Stavo ... stavo studiando!-balbettò Melissa.

La bocca dell'uomo si curvò in un sorriso.-Rallegrati, figlia mia! La tua domanda all'Accademia degli Immortali è stata accettata!-.

Nonostante fossero nel 1994 suo padre si ostinava a usare un lessico ottocentesco, che era un po' contrastante con l'abbigliamento Versace!

Melissa aggrottò le sopracciglia confusa.-Ma padre! Io sono già iscritta all'Accademia!-.

-Figlia incosciente!-sbottò l'uomo,-La domanda per l'ammissione al Quarto Livello!-.

Il viso della ragazza si illuminò.-Ringraziando gli dèi!-.

Gli dèi, già! La famiglia di Melissa, come tutte quelle della loro razza, erano politeisti, più precisamente adoravano i loro progenitori, il dio Marte e la dea Ebe. Melissa non era umana, era una vampira!

Una vampira che si nutriva di sangue degli appartenenti alla sua razza, perché il sangue umano era l'unica cosa che li uccideva. Era una Vampira che poteva esporsi alla luce del sole, riuscendo anche ad abbronzarsi; poteva avere figli e fare le stesse cose che potevano fare gli umani. L'unica differenza tra le due razze era che una era mortale, mentre l'altra era immortale.

Una cosa fondamentale tra quelli della specie era la Gerarchia, il sistema sociale nel quale erano divisi tutti gli Immortali: c'erano prima gli dèi, la famiglia reale, i nobili, dei quali Melissa faceva parte e poi c'erano i liberti e gli schiavi. La loro società era rimasta intatta per oltre duemila anni e da allora non era mai cambiata.

Se da una parte la struttura sociale era quella romana, il sistema militare era greco, specificatamente spartano, con alcune differenze: nelle famiglie nobili venivano scelti i secondogeniti di sette anni ed entravano a far parte dell'Accademia, la scuola militare della Razza. Indistintamente entravano a fare parte della scuola maschi e femmine, ma ovviamente i maschi erano molto più numerosi, perché inspiegabilmente le femmine dei Vampiri erano meno ruboste dei maschi e quindi venivano scartate.

Melissa, come il suo gemello Alessandro, vennero portati all'età di sette anni dove un tempo sorgeva la gloriosa Sparta e lì vennero a contatto connun primo allenamento militare. I corsi erano quattro, Primo, Secondo, Terzo e Quarto Livello, più si diventava bravi, più c'era la possibilità di passare al livello superiore. Melissa era passata dall'allenamento iniziale al Primo livello e da lì era arrivata in poco tempo al Terzo, dimostrando una notevole capacità combattiva.

E finalmente ora era al Quarto Livello, con due anni di ritardo rispetto a suo fratello, quindi avrebbe finito i dodici anni obbligatori di Accademia al Quarto Livello, questo voleva dire che era divenuta una Guardia molto ricercata e preziosa per la propria Razza, sarebbe finita tra le Guardie Reali, a palazzo.

-Sono fiero di te, sorellina!-esclamò Damiano, il fratello maggiore, che era in piedi fuori sul balcone dello studio del padre.

La ragazza si voltò verso il fratello, un vampiro alto e muscoloso, con folti capelli castani e occhi color miele e gli sorrise calorosamente.

-Anche nostra madre lo sarebbe!-mormorò Alessandro, un ventenne alto e atletico, biondo come la sorella e con degli stupendi occhi verde prato.

Il padre dei tre Vampiri annuì. Melina, la loro madre, se ne era andata dopo aver dato alla luce Christian, l'ultimogenito dei Sergii.

Il loro padre si sedette comodamente sulla poltrona di pelle, sospirando.-Purtroppo non ci sarò dopodomani!-.

-E perché mai?-chiese Alessandro, smettendo di ridere.

-Ho un'importante affare da concludere e devo partire!-.

-Potrete sempre tenervi occupato per quando avremo i prossimi Giochi, padre!-gli propose Melissa.

-A quelli ci sarò sicuramente! Il Re ha invitato me e Damiano come ospiti d'onore!-disse Giorgio,-Non potrei mancare neanche se volessi farlo apposta!-.

Melissa rise, posando la mano sulla spalla del suo gemello, che si era seduto su una sedia.-Non vorrete farci cadere in disgrazia tutti quanti!-.

-Non sia mai!-ridacchiò Damiano, entrando nella stanza.

Bussarono alla porta e un liberto annunciò l'arrivo di una lettera urgente da parte del Re per Giorgio. Il Pater Familias guardò i suoi tre figli, poi fece cenno loro di uscire dalla stanza. Il Vampiro faceva sempre così, quando arrivava una missiva urgente: prima le leggeva da solo, poi le comunicava a Damiano e infine ai due gemelli.

Giorgio era il Consigliere del Re, a lui arrivavano le copie di ogni dichiarazione di guerra, di ogni uccisione di Vampiri da parte dei Demoni di Aereno o le copie dell'affrancamento degli schiavi. La gens dei Sergii era da sempre a servizio della famiglia reale, della gens degli Octavii, da quando la prima colonia di Vampiri si era insediata a Roma, insieme al figlio di Venere, Enea e da allora non avevano mai lasciato Roma.







Eccomi qua!(: altro giro altra corsa!(non so nemmeno perché l'ho detto) coooomunque.. Come molte di voi avranno notato, sto riscrivendo la storia.. Per la milionesima volta, lo so. Ma sapete quando c'è quella specie di ansia tipo: "perché è scritto così male?" oppure "oh mamma che schifo!".. Ecco, rileggendo la storia avevo pensato queste cose, quindi si rifa da capo! Eehh ora vi lascio. Au revoir 😊❤

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Capitolo 2
*** 1. Tradizioni di famiglia ***


-Coraggio, va a prepararti per il tuo ritorno all'Accademia!-mi disse Clelia, il giorno della ripresa dei corsi,-E non mettere troppe cose nella valigia. Solo gli abiti essenziali, Melissa. Capito?-.

-Si, capo!-ridacchiai, beccandomi uno scappellotto da parte della nostra governante.

-E la divisa, Melissa! Non dimenticarti la divisa!-.

-No, Clelia. Non la dimentico, l'ho già buttata in valigia!-.

-Buttata?-ripeté lei, indignata,-Oh, Marte! Vuoi farmi impazzire? Devi piegare i tuoi abiti, non buttarli nella valigia come fossero spazzatura. Altrimenti sembreranno tutti stropicciati e la mia fatica a stirarli per bene sarà stata vana!-.

-Clelia, da quando non ti prendi una vacanza?-le chiesi.

Lei mi guardò con occhi di rimprovero.-Non farmi arrabbiare, signorina!-.

-No, dico sul serio! Quanto saranno? Mille? Millecinquecento anni?-.

-Millesettecento, per l'esattezza! Da millesettecento anni servo la tua famiglia e tu, in diciannove anni, mi stai facendo rimpiangere diciassette secoli!-.

-Oh Clelia! Non dirmi così, ché poi ci rimango male!-.

Lei se ne andò via, borbottando in latino, così potei fare in beata pace la valigia, mettendoci dentro tutto quello che volevo portare all'Accademia.

Erano appena finiti i festeggiamenti in onore del dio Marte e la vita dei Vampiri avrebbe ripreso il solito ritmo entro due giorni al massimo, compresi i corsi dell'Accademia

Quello che a me e a tutte le ragazze che entravano nella scuola ci preoccupava era il fatto che i ragazzi erano di più rispetto a noi poveri individui del gentil sesso. Questo significava che i maschi pensavano di poter disporre di noi femmine a loro piacimento. Era anche vero che c'erano alcune vampire che potevano essere colleghe delle donne umane di strada, ma ero sicurissima che i loro genitori erano completamente all'oscuro del loro comportamento, altrimenti sarebbe scoppiato un putiferio.

Io fortunatamente ero lasciata in pace perché una volta due Vampiri ci avevano provato con Cassandra, la ragazza di mio fratello e io li avevo aggrediti, stordendoli con un solo sguardo. Solo il giorno successivo scoprii che quei due erano fratello e cugino del principe ereditario Adriano, un ex compagno di corso di Damiano. Mio fratello aveva frequentato una scuola diversa da me e Alessandro, la sua era stato l'addestramento militare per eccellenza, quello dei Guerrieri.

I Guerrieri erano dei Vampiri che combattevano lungo i fronti o nelle Guerre contro i Gewalt, che erano nostri nemici da alcuni secoli e Adriano comandava addirittura la Prima Legione degli Octavii.

Ora però il principe non si faceva vedere da un pezzo, si diceva che fosse in missione in qualche posto a Roma e che non sarebbe tornato molto presto. Forse il contenuto della lettera che era arrivata a mio padre due giorni fa, riguardava qualcosa di questa missione. Forse era per questo che nostro padre aveva deciso di non leggercela, ma aveva chiesto a Damiano di andare a prepararsi, di raccogliere il nostro esercito, formato da due Legioni e di raggiungere il confine. Io non lo vedevo da quando aveva quindici anni e nemmeno ci tenevo a farlo!

Quando finii di preparare la valigia, la chiusi e la portai davanti all'ingresso, posandola affianco a quella di Alessandro. Camminai per il lungo corridoio del palazzo, osservando e studiando attentamente quei quadri che mi sembravano così familiari ormai. Erano tutti lì, in fila: in fondo alla hall c'erano i busti dei nostri antenati, che poi venivano sostituiti da quadri o arazzi, sempre raffiguranti i nostri antenati. Mio padre, da buon conservatore, aveva commissionato un busto di marmo e un quadro con l'intera famiglia, anche se la mamma non c'era più. Noi eravamo gli ultimi della parete, dopo quella sfilza di illustri avi, come Cosso, Planco, Silo o il suo bisnipote Catilina.

Dietro di me sentii dei suoni metallici, dei passi e capii subito chi era.

-Sei sempre qui a guardare questa parete!-sorrise Damiano, sistemandosi la pettorina di metallo.

-E tu sei sempre qui a guardarmi, fratello caro!-gli dissi, aiutandolo a vestirsi.

I Guerrieri avevano la classica armatura da soldato romano, che si passava di padre in figlio e, da Guerriero qual'era, Damiano la indodsava in quel momento.

-Le caligole sono ben allacciate, fratello?-gli chiesi,-Non voglio che tu cada per una sciocchezza del genere!-.

-Sta tranquilla, Mel!-mi disse lui, dandomi un bacio sulla fronte,-Sono preparatissimo!-.

Annuii, buttandogli le braccia al collo.-Torna da vincitore, come fai sempre!-.

-Te lo prometto, sorella!-.

-Ti conviene prometterle anche di tornare intero, fratello!-.

Ci girammo verso le scalinate e vedemmo Alessandro, con indosso già la divisa da Guardia e i Pugnali incrociati sul petto, che ci veniva incontro.

I miei fratelli strinsero i loro avambracci destri, posando le mani sinistre sulle spalle dell'altro.

-Quando finirai l'Accademia sappi che ti voglio con me, fratello!-disse Damiano,-Quindi non scherzare tanto!-.

-E chi scherza?! Io già non vedo l'ora di menare le mani!-sorrise Alessandro.

Tutti e tre ci voltammo contemporaneamente verso la porta d'ingresso, dopo aver sentito un fruscio e lentamente andai ad aprirla: nel nostro giardino c'erano molti legionari, che aspettavano solo il loro comandante, che mi raggiunse all'esterno, salutando i suoi soldati.

Prima che Damiano potesse partire lo abbracciai nuovamente, poi lo lasciai andare, mentre una sola lacrima scivolava sul mio viso. Damiano passò sulla mia guancia il pollice, posò un bacio sulle mie labbra e se ne andò.

Il suo bacio non aveva nulla di passionale, era solamente una tradizione della nostra gens: se il Guerriero che partiva non era sposato, doveva baciare la parente più prossima, una sorella o una cugina perché, secondo i nostri antenati, il bacio era un augurio per tornare a casa.

Quando la legione sparì in un battito di ciglia, Alessandro posò le sue mani sulle mie spalle, spingendomi verso la porta.-Andiamo a finire di prepararci, Mel!-.

Annuii e lo seguii, andando in camera mia e afferrando il mio beauty case e la collana con lo stemma della mia famiglia, poi scesi al piano di sotto dove Clelia e Christian stavano aspettando me e Alessandro davanti all'ingresso.

Clelia stava quasi scoppiando a piangere, mentre Christian era su di giri.

-Mi raccomando, comportatevi bene!-ci disse Clelia, dandoci un bacio sulla guancia,-E se volete tornare a casa per qualche giorno, chiamatemi e vi preparerò lasagne e tutti i dolci che volete!-.

Io e il mio gemello scoppiammo a ridere e abbracciammo la nostra governante.

-Ti chiameremo certamente, Clelia!-disse Alessandro,-Non possiamo fare a meno delle tue leccornie, lo sai!-.

Christian ci salutò con un sorriso.-Mel mi porti con te?-.

-Ma come?-feci io,-Tu devi stare qui ad aiutare Clelia e a farle compagnia!-.

-Si, ma voglio anche venire con voi!-protestò mio fratello.

-Quando ci saranno i Giochi verrai!-disse Alessandro,-Aspetta il mese prossimo, Cri!-.

-Ma un mese è tanto!-.

-Ma no! Il 21 giugno è vicinissimo, Cri, fidati!-.

-Va bene!-sospirò il bambino, mettendo il broncio.

Gli scompigliai i capelli, poi afferrai la maniglia della mia valigia e la portai nella mia auto, insieme al beauty case, chiusi il bagagliaio e mi misi al posto del passeggero. Aspettai che mio fratello arrivasse e mettesse in moto la macchina, poi partimmo.

-Passiamo a prendere Cassandra!-mi disse lui.

Annuii e abbassai il finestrino, gustandomi l'aria che entrava nella vettura. In pochi minuti arrivammo alla villa dove abitava Cassie, che ci aspettava fuori con sua madre. Cassandra era una vampira minuta, con i capelli lunghi, ricci e rossi e gli occhi grigio acciaio. In pratica era bellissima, simpatica ed estroversa, sapeva conversare e si trovava a suo agio con tutti. Era il mio opposto eppure ci combinavano insieme alla perfezione.

-Ragazzi!-ci salutò la donna.

-Emilia!-risposi io, con un sorriso, facendomi baciare sulla guancia,-Come stai?-.

-Bene, cara ragazza. Molto bene!-mi disse lei,-E tu?-.

-Sto bene, sono pronta al mio ultimo anno!-.

-Sei sempre al Terzo Livello?-.

-No, sono passata al Quarto!-esclamai io, felice.

-Oh, che meraviglia!-disse la donna,-Tesoro, hai sentito?-.

-Non potevamo aspettarci altro da Melissa, mamma!-sorrise Cassandra,-Sarà sicuramente la migliore delle Guardie reali!-.

Quando arrivammo all'Accademia, Ale parcheggiò l'auto nel garage sotterraneo della scuola, che ovviamente era invisibile all'occhio degli umani o di altre Razze Immortali. Salimmo le scale dei sotterranei, dove c'erano anche le nostre camere ed entrammo nella segreteria, per registrarci al nuovo anno. Dopo aver firmato uscii dalla stanza, seguita da mio fratello e da Cassandra.

In quel momento vidi quelli del Primo Livello, "i nuovi arrivi", come li chiamavano i più grandi.

-Oh,Marte!-esclamai,-Proteggili tu, visto che non hanno idea di quanto saranno presi per il culo!-.

-Già!-annuì mio fratello,-Dai, andiamo nelle nostre camere!-.

Mentre scendavamo le scale li guardai entrambi e, dal loro sguardo, quei due avevano già in programma qualcosa che li avrebbe tenuti molto attivi!

-Sentite, andatevene perché mi state facendo venire il diabete!-risi, baciando la guancia del mio gemello e abbracciando Cassie.

-Sai che, probabilmente, sei l'unica femmina del nostro Livello?-sghignazzò Ale.

-Quindi cerca di non fare cazzate!-mi disse la rossa.

Io sorrisi.-Ovviamente!-.

-Tuo fratello ti terrà d'occhio,vero Alex?-.

Il vampiro ci guardò.-Ovviamente!-rispose con lo stesso tono che avevo appena usato, così caricai un destro diretto allo stomaco, che Ale incassò più che bene.

I due se ne andarono in fretta e furia, mentre io mi fermai davanti alla porta della mia nuova stanza e bussai.

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Capitolo 3
*** Dimostrazioni al Gymnasium. ***


-Avanti!-gridò una voce femminile dall’interno.

Beh, perlomeno sarei stata in stanza con una femmina, meno male. Aprii la porta ed entrai.

-Devi essere la mia compagna di stanza, giusto?-chiese una ragazza alta, dai capelli rossi e ricci e gli occhi verdi. Era paurosamente somigliante a Cassandra!

-Si, sono Melissa, della gens dei Sergii!-mi presentai,-E tu sei?-.

-Il mio nome è Claudia!-si presentò l’altra,-Sei della gens dei Sergii?-.

-Si!-risposi io, con un sorriso.

-Che forza!-esclamò lei,-Non ho mai sperato di avere una compagna femmina, al Quarto Livello e ora scopro che sei anche una Sergia!-.

-Tu a quale gens appartieni?-gli chiesi, posando la valigia su letto e aprendo la cerniera.

-Sono della famiglia degli Emilia!-.

-Bene, allora piacere di conoscerti Claudia Emilia!-le dissi, porgendole la mano destra, che lei strinse prontamente.

-Siamo le uniche due femmine ad appartenere al Quarto Livello, sai?-.

-Davvero?!-chiesi, stupita.

Quest'anno non sarebbe stato facile come i precedenti: le femmine non erano viste di buon occhio e per di più ora saremmo state letteralmente in due! Non poteva andarni peggio!

Claudia annuì.-Gira la voce che per difendere una tua amica, tu abbia aggredito il principe Ottavio e il cugino Aurelio! E’ vero?-.

Ridacchiai.-Le voci sono vere!-dissi,-Hanno importunato la fidanzata di mio fratello e non ho potuto starmene con le mani in mano!-.

-Purtroppo non possiamo farci nulla!-sospirò lei,-Qui tutti credono che le femmine, anche se sono Secondogenite, devono rimanere a casa. Sono un po' arretrati, non trovi?-.

-Troppo!-annuii,-Cambiando discorso, come funziona il nostro corso?-.

-Allora, i pasti sono a mezzogiorno e alle sette, le lezioni di teoria dalle due di pomeriggio alle sei, mentre l'allenamento fisico... Beh è quello più pesante: va dalle dieci di sera fino alle cinque del mattino!-.

-Mh!-annuii,-Beh, abituarmi agli orari non è un problema: dormo già poco normalmente!-.

-Come mai?-mi chiese lei.

Feci spallucce. Non potevo rivelare il mio segreto, il patto che avevamo fatto con il sovrano doveva rimanere nascosto a tutti finché rimanevo all'Accademia.-Non so perché. Non dormo e basta!-.

Aprii l'armadio, che stava alla destra del mio letto, infilandoci dentro tutti i miei vestiti, le mie scarpe e le mie cose per la toilette. Mi spogliai dei miei vestiti, buttandoli sul materasso, poi afferrai la mia divisa da combattimento e la indossai.

-Ti aiuto?-mi chiese Claudia, quando vide che non riuscivo ad allacciare la cerniera dietro.

Mi voltai verso di lei, sorridendole.-Te ne sarei grata!-.

-Ho notato che usi la fascia al seno!-fece lei, tirando su la zip del vestito.

-Si, senza non mi trovo molto bene!-dissi,-Purtroppo ho il seno abbastanza grande e questo non favorisce gli allenamenti!-.

-Ti capisco!-sospirò lei, slacciando i bottoni sul davanti e aprendo la giacchetta,-Per me è lo stesso!-.

Anche lei aveva una fascia contenitiva per il seno, che era molto schiacciato sotto la divisa. Per le Vampire che facevano le Guardie il seno era un problema: si faticava a combattere o a tendere l'arco. All'inizio si era pensato ad adottare la pratica delle amazzoni, ma in molti erano discordi, soprattutto per il fatto che i futuri nascituri sarebbero stati nutriti la metà dei neonati figli di Vampire che non erano Guardie. Così si era arrivati alla fascia contenitiva che, una volta tolta a fine giornata, soprattutto per chi aveva seni prosperosi, era un calvario ancor peggiore dei cilici che indossavano i maschi della nostra specie, durante gli allenamenti, per sopportare il dolore durante il combattimento.

-Almeno chi ha delle taglie piccole non sente tutto quel dolore quando toglie la fascia!-mormorai, vedendo Claudia annuire con la testa.

In quel momento sentimmo qualcuno bussare alla porta. Claudia si riallacciò il giacchetto velocemente, mentre io andai ad aprire. Sussultai dalla sorpresa quando vidi sulla soglia Ottavio e Aurelio, il fratello e il cugino di Adriano, il Principe Ereditario. Mi inchinai a loro solo per educazione, ma in realtà stavo mordendomi l'interno della guancia per non mandarli a quel paese.

-Finalmente sei nostra compagna!-disse Ottavio, ghignando,-Per il combattimento tu sei mia!-. Lo vidi avvicinarsi al mio orecchio e mi sussurrò:-Magari anche per il resto!-.

Ridacchiai, poggiando entrambe le mani al petto del vampiro, il quale si irrigidì, trattenendo il respiro.-Ti piacerebbe, vero Ottavio?-gli chiesi, avvicinando le mie labbra a quelle del vampiro,-E’ così?-.

Lo stavo incantando e ci stavo riuscendo alla grande: stava praticamente pendendo dalle mie labbra, così colsi l'occasione e chiusi loro la porta in faccia, sotto lo sguardo incredulo di Claudia.

Aldilà della porta qualcuno ridacchiò con strafottenza.-Ci vediamo, Melissa Sergia!-.

-Per il grande Marte, Melissa!-esclamò la rossa, quando quei due se ne andarono,-Sei una potenza!-.

-Non li sopporto!-ringhiai -Te lo giuro, non li sopporto!-.

-Fa attenzione, però!-mi riprese, facendomi segno di sedermi sul letto per farmi una treccia rigida, che non mi intralciasse l'allenamento,-Qui le Vampire non sono viste di buon occhio!-.

-Farò del mio meglio!-. *Per non farmi rompere i coglioni!*, aggiunsi mentalmente.

Alle sette tutti i vampiri del Quarto Livello salirono dai sotterranei fino alla mensa per mangiare. Eravamo i primi, quelli privilegiati, quindi avremmo mangiato i cibi migliori, le carni più prelibate e nutrienti e tutto quello che avrebbe aiutato il nostro metabolismo a ricevere energia sufficiente per le lezioni e soprattutto per l'allenamento.

-Per fortuna sei arrivata!-sospirò a bassa voce Claudia, mentre prendevano posto a un tavolo per due, lontane dai maschi,-D’ora in poi non devo più allenarmi da sola!-.

Portai alla bocca un boccone di carne.-Da sola? Non ti volevano … -.

-In mezzo ai piedi!-finì la rossa,-Me lo fecero capire subito!-.

Rimasi a bocca aperta: possibile che anche mio fratello fosse dello stesso avviso degli altri Vampiri? Gli stessi Vampiri che ora fissavano me e la mia compagna di stanza come se fossimo delle prede con cui giocare. Non riuscivo a captare nessuno dei loro pensieri, perché erano schermati, ma non ci si metteva molto a capire quali fossero le loro intenzioni, bastava solo guardarli negli occhi e basta.

Un quarto d’ora dopo arrivarono alla mensa quelli del Primo Livello, una cosa alquanto strana, perché quello del Primo Livello mangiavano per ultimi. Anzi, a volte non mangiavano proprio, per far si che la loro mente si temprasse e divenisse più forte, ma quel giorno erano arrivati alla mensa per secondi e ora erano totalmente spaesati, non capivano cosa fare o perché erano lì.

-Claudia Emilia! Melissa Sergia!-ci chiamò il professor Doctus,-Potreste venire con me ed aiutarmi con quelli del Primo Livello?-.

Mi alzai subito dalla sedia, addentando la mela, con i canini ben in vista. Claudia invece finì di mangiare il suo filetto e mi seguì.

-Cosa dobbiamo fare, prof?-gli chiesi, notando che uno di quei moccioso continuava a fissarli con sguardo estasiato.

-Lezione!-rispose vagamente il nostro insegnante, con un sorrisetto che, in quindici anni che lo vedevo, continuava a farmi paura come la prima volta che lo vidi.

Capii le sue intenzioni: io e Claudia dovevamo dare una lezione dimostrativa ai mocciosi nel Gymnasium e subito le mani iniziarono a prudermi per l'eccitazione. Sorrisi a quelli del Primo Livello, mostrando loro le zanne.-Sarà un piacere!-.

-Quanto è bella!-sospirò uno di loro,-Sembra una dea!-.

Lo presi per un orecchio, digrignando i denti.-Non ti piacerò ancora per molto, fidati!-.

Sentii qualcuno tra i maschi ridere, mentre portavo in palestra quel moccioso, tenendolo sempre per l'orecchio. Lui si lamentava, continuava a dire di lasciarlo stare e più mi pregava, più gli stritolavo l'orecchio.

-Smettila di lamentarti come una femminuccia!-gli ringhiai contro io,-Questa è l'Accademia dove apprenderai come difendere la tua Razza, non è un ufficio di incontri per Vampirelli in piena crisi ormonale!-.

Dopo avergli detto quelle cose, non lo sentii più lamentarsi, anzi! Stringeva le labbra, sopportando in silenzio la mia stretta, fin quando arrivammo al Gymnasium, dove erano presenti molti studenti. Anche quelli del Quarto Livello stavano accorrendo al Gymnasium, che era diventata una sorta di arena.

Mi voltai verso Claudia, che era sorpresa come me per quello che stava vedendo davanti a sé, ma mi ripresi subito dalla botta, evitando che il panico si prendesse gioco di me, lasciandomi confusa e agitata.

-Claudia!-la chiamai, avvicinandomi al suo orecchio,-Se è spettacolo quello che vogliono, lo avranno!-.

Lei mi guardò per qualche momento, poi annuì. Mi fece un cenno e si slacciò la divisa rimanendo con i pantaloncini e la fascia addosso. Alzai gli occhi al cielo, mentre metteva in mostro il suo corpo, passando davanti alle Vampire del Primo Livello, che la guardarono rapite.

Quando fu il mio turno nessuno riuscì a trattenere un sospiro estasiato: noi Sergii eravamo famosi per la nostra bellezza, la mostra forza e la nostra fisicità. In qui campi solo la famiglia reale ci batteva, ma per il resto noi eravamo i migliori. Le mie cosce e le mie braccia non mostravano molta muscolatura, così come i miei addominali, che non erano scolpiti come quelli di Claudia, ma sapevo che era solo una facciata...

Mentre Claudia continuava a girare per la Gymnasium come una tigre in gabbia, io presi un codino e feci una specie di chignon, per evitare che lei potesse afferrarli e farmi male, poi li fermai con una retina, che tenevo sempre nella tascha della mia divisa e la fermai con delle forcine.

Finalmente ero pronta.







Buondi, care! Che ve ne pare? Non fanno neanche in tempo a tornare all'Accademia, che Melissa e Claudia devono dare una dimostrazione ai novelli alunni. Come avrete notato l'anno scolastico dei Vampiri del Primo Livello è diverso dal nostro: iniziano a maggio, dopo i primi allenamenti, che fanno a Sparta, con dei Guerrieri e finiscono come tutti prima del 25 dicembre, che era la festa del Sole vincente per gli antichi romani. Si lo so, è un po' un casino, ma spiegherò tutti più avanti (: come al solito non mi resta che ringraziarvi per esservi soffermate, o soffermati, a leggere la mia storia e vi aspetto alla prossima. Un bacio, Stefania❤

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Capitolo 4
*** Piccolo scontro.. tra gentes. ***


Picchiai con la schiena contro al muro, mentre Claudia si lanciava verso di me. Avevamo appena iniziato il combattimento ed ero in leggero svantaggio su di lei, ma era così che Alessandro mi aveva sempre detto di fare: confondere i nemici, facendo loro sperare di essere vicini alla vittoria. Nel frattempo loro si stancavano per i continui attacchi, che paravo sempre e rimanevano senza energia, come stava per accadere a Claudia.

La mia avversaria intanto stava caricando il gancio destro, ma lo schivai prontamente e lei finì per sfondare la parete. La vidi ansimare per la fatica, così decisi che quello era il momento giusto per contrattaccare. Le afferrai i capelli con la mano destra, mentre con la sinistra gli arpionai il braccio, lanciandola verso il fondo del Gymnasium.

Corsi velocemente e la atterrai al pavimenti con una ginocchiata, ma lei si alzò in piedi e iniziò a sferrare calci e pugni, che continuavo a parare o schivare. Vidi la sua espressione adirata quando bloccai con la mano un altro dei sue pugni. Si allontanò di proposito, estraendo dalla pettorina i suoi Pugnali. Sentii il professor Doctus sussultare spaventato.

-Ragazze io non volevo arrivare a questo!-ci disse, ma nessuno delle due lo ascoltò, ormai eravamo troppo prese dal combattimento per ascoltarlo anche solo per un momento.

Con un paio di ruote all'indietro arrivai alla mia divisa, prendendo i miei Pugnali e girandoli tra le mani, fissando negli occhi Claudia. Fu in quel momento che, dietro di lei, vidi mio fratello Alessandro e Cassandra, uno con lo sguardo attento a ogni mossa, l'altra preoccupata per la piega che avrebbe potuto prendere quella lotta.

-Sei pronta?-mi chiese Claudia, richiamandomi all'attenzione.

La guardai, sfidandola.-Sono nata pronta, è diversa la cosa!-.

Lei fece una smorfia e si lanciò contro di me, colpendomi con i Pugnali, fendente dopo fendente. Nessuno dei suoi attacchi arrivò a buon fine, li paravo tutti, nessuno escluso, finché non me ne cadde di mano uno e fui costretta a fermare un colpo con la mano nuda. Sussultai di dolore per un millesimo di secondo, ma non mi lasciai sopraffare e così la spinsi all'indietro, dandole un calcio all'addome, che la piegò a terra, facendole perdere la presa sulle sue armi. Gettai l'altro mio Pugnale a destra, conficcandolo nella sabbia dell'arena, poi mi avvicinai alla mia avversaria, che mi lanciò addosso del terriccio, ma riuscii a creare uno scudo avanti a me e la sabbia non mi dette alcun fastidio. Mentre le andavo incontro la vidi spalancare gli occhi per lo spavento e tentò l'ultima mossa, tirandosi su in piedi e mettendosi in posizione di difesa, con i pugni chiusi davanti al viso. Era stanca! Finalmente si era stancata per attaccare. Ora era il mio turno!

Caricai un sinistro e la colpii sul braccio, poi un destro e un sinistro. E ricominciai da capo, finché lei non dette segni di cedimento e riprese ad attaccare. Le intrappolai nuovamente il pungo destro nella mia mano e glielo tirai sul viso, atterrandola un'altra volta.

Vidi che non riusciva più a rialzarsi, così le salii sull'addome e le portai la mano al petto, davanti al suo cuore, fermandomi a pochi centimetri dalla sua pelle, mentre tutti i presenti sussultarono, facendo finalmente silenzio.

Avevo vinto! Avevo fatto scacco!

Tutte e due avevamo il fiatone per la fatica e per i colpi ricevuti, così mi rialzai in piedi, offrendole la mia mano, che lei accettò, tirandosi su. Tra la folla incrociai lo sguardo di Ottavio, che mi fissava con una strana luce maliziosa negli occhi e sorrideva maligno.

Il professor Doctus si avvicinò a noi e iniziò a battere le mani, seguito dai presenti, insegnanti e allievi. Quasi tutti i Vampiri del Quarto Livello rimasero impassibili e non si mossero dal posto in cui erano, ma a dire la verità me ne importava poco se applaudivano o meno.

-Sei davvero brava!-esclamò Claudia, passandomi un braccio sulle spalle e abbracciandomi.

Risi.-Anche tu mi hai dato dei problemi, sai?-.

-Non scherzate tanto, signorine!-ci riprese il professor Doctus,-Vi avevo detto che volevo una dimostrazione calma e tranquilla, non una botta del genere!-.

Io e la mia compagna scoppiammo a ridere, mentre ci rimettevamo le divise, sotto gli occhi estasiati di alcuni maschi del Primo e del Secondo Livello.

-L'ho sempre detto che saresti stata una brava Guardia, Melissa!-disse qualcuno alle mie spalle,-Mio padre non vede l'ora di fare la tua conoscenza e di vedere se ho ragione o meno!-.

Il professore e Claudia si inchinarono a Ottavio e Aurelio, mentre io sorridevo loro, facendo finta di niente. Lo sapevo che si erano avvicinati solo per provocarmi, ma ancora non avevano capito che con me non attaccava.

-Sono grata per i suoi complimenti, principe Ottavio!-gli sorrisi io, facendo un piccolo inchino.

-Ti aspettiamo più tardi per l'allenamento allora?-ghignò suo cugino.

-Certamente!-risposi, vedendoli andare via insieme a molti dei nostri compagni.

-Sorellina!-mi chiamò Alessandro,-Mi hai stupito!-.

Mi voltai verso di lui, mettendo una mano sul fianco.-Ti ho stupito?!-.

-Certo, non mi aspettavo questa tua bravura!-.

-Mi prendi in giro, fratello?-gli chiesi, inarcando un sopracciglio, mentre Cassandra ridacchiava.

Alessandro assunse un'aria pensierosa.-Ma si che ti prendo in giro, stupida! Ti ho allenato io no? Quindi devi essere per forza brava!-.

Allungò una mano per scompigliarmi i capelli, ma gli ringhiai contro infastidita-Cretino! Ricordati che sono nata io per prima, quindi devi rispettarmi!-.

-Guarda che quando nascono due gemelli, quello partorito per secondo è il più grande!-fece lui, guardandomi con sufficienza.

-Resta il fatto che sono nata io per prima!-esclamai, facendo una smorfia da sapientona e andandomene, mentre Alessandro e Cassandra scoppiavano a ridere.

Fuori dal Gymnasium notai Claudia ridere e scherzare con un ragazzo, un Vampiro del Quarto Livello. Lo riconobbi di quel corso perché era uno degli amici più stretti di Ottavio, se ricordavo bene erano cresciuti insieme.

Appena la mia compagna di stanza mi vide, mi chiamò e mi fece segno di avvicinarmi a lei.-Melissa, volevo presentati Enrico Porcio, il mio ragazzo!-.

Lo guardai e lo studiai attentamente: un ragazzo alto e muscoloso, dai folti capelli castani e gli occhi grigi. Un ragazzo abbastanza carino, in effetti; Claudia aveva ottimi gusti, in fatto di maschi!

-Così tu sei un Discendente di Catone!-gli dissi, porgendogli il braccio destro, che lui strinse al suo.

-In vero!-rispose, con un sorriso,-E tu la Discendenti di Catilina!-.

-È così!-annuii.

-Un congiurato la cui famiglia finisce per fare da braccio destro alla Gens Octavia!-.

-Enrico!-lo riprese Claudia, sconvolta.

-Mentre tu sei contrario ai costumi greci!-dissi io, con un finto sorriso, mentre lui si irrigidiva,-Tale e quale al tuo Avo!-.

-Non possiamo sceglierci la famiglia!-fece lui, dopo essersi ripreso,-Comunque è un piacere fare la tua conoscenza!-

-Non possiamo scegliere la nostra famiglia, ma possiamo guidare autonomamente le nostre scelte!-concordai,-Anche per me è un piacere!-.

Entrambi ci rilassammo, così come fece Claudia. Molti di noi erano nemici gli uni con gli altri, vecchi rancori giunti dall'epoca romana fino ai giorni nostri, per questo c'erano le Guardie. Le Guardie difendevano una Gens dall'attacco di un'altra. Era tutto molto medievale, ma questo era il problema di una Bolla Reale di due secoli fa: la famiglia reale non poteva e non voleva intromettersi negli screzi e nelle faide delle famiglie. L'ultima volta che era successo il Re era caduto nella trappola di una congiura ed era morto: il Re Alekos era intervenuto a difesa di una Gens a discapito di una famiglia appartenente al regno dei Gewalt ed era rimasto ucciso.

Da allora era scoppiata la guerra fra Sagitta e Gewalt.




Buonasera e buon primo luglioooo! Come state passando le vacanze? Spero bene, perché le mie sono abbastanza noiose.. :( tanto noiose da vedere per tre volte di seguito "Suite Francese".. Uno spettacolo di film😍, ve lo consiglio. Ora, bando alle ciance! Che vi sembra la storia?(: vi piace, fa schifo, è scontata, banale, bella? Perché non c'è nessuno a recensire o commentare (mi viene da piangere, sono sconsolata). Anche se il succo principale, ovvero Adriano, ancora non è spuntato.. Ma ci arriveremo ehehehh(; ora vi lascio, vado a vedere se trovo qualche altro film, altrimenti mi metto giù a scrivere qualcosina! Ciao donzelle❤😊

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Capitolo 5
*** Nuovi amici? ***


Qualche giorno dopo la ripresa dell'Accademia mi intromisi a difendere un pivello del Primo Livello dalle angherie di Ottavio.

-Melissa, Melissa!-mi riprese il Principe,-Perché devi fare sempre l'eroina della situazione, mh?-.

Non mi avrebbero fatto nulla, perché eravamo nel bel mezzo del corridoio, che sarebbe stato presto riempito dalle classi che uscivano da lezione di teoria.

-Io non faccio l'eroina. Semplicemente mi piace interrompervi quando date fastidio a qualcuno!-gli spiegai con un sorriso, carezzandogli il petto da sopra la divisa.

Mi divertiva provocarli, come loro provocavano me, con la sola differenza che io fingevo di sedurli, mentre loro lo facevano solo per darmi fastidio e ovviamente quelli che cedevano prima erano loro.

Ottavio allungò le zanne, ringhiando e stringendomi a lui con uno scatto, poi mi sfregò le zanne sul collo, lì dove suo fratello anni prima aveva lasciato il segno del suo morso, senza però marchiarmi.

Lo sentii annusarmi e cercò di mordermi, ma subito mi scansai, rifugiandomi tra le persone che in quel momento stavano uscendo da lezione. Percepii anche a distanza la sua rabbia e mi venne da ridere: bastava poco per metterlo k.o., davvero bastava poco!

Nel pomeriggio avevo avvisato Claudia di quello che era accaduto in corridoio e lei mi aveva rivolto uno sguardo preoccupato.

-Hai intenzione di farli incazzare davvero?-mi aveva chiesto.

-Tu sta tranquilla!-le avevo risposto,-Se solo mi fanno qualcosa ne risponderanno al Re!-.

-Al Re? E come mai?-.

-Non posso dirti nulla, ma presto si saprà tutto!-.

Dopo quelle frasi non avevamo parlato di nulla, ci eravamo recate alla mensa per cenare, ma non era successo niente di strano, quindi capii subito che si sarebbero mossi durante l'allenamento, cioè quando gli insegnanti non sarebbero stati presenti.

Arrivate al Gymnasium notammo qualcosa di insolito: i maschi sembravano esaminare le loro armi. Non parlavano, non si muovevano e non scherzavano tra loro, ma era stata proprio l'assenza di mio fratello a farmi capire che la situazione non quadrava.

-Iniziamo col tiro al bersaglio?-mi propose Claudia, guardandomi con un sorriso.

Io però non la stavo ascoltando: prestavo attenzione a quello che ci stava accadendo attorno, rimanendo in attesa.

-Melissa?-mi chiamò l’amica,-Che stai facendo?-.

Aprii un canale mentale con la ragazza.*E’ strano*, pensai.

*Cosa?*

*Il silenzio!*

Lei si guardò attorno.*In effetti di solito iniziano gli allenamenti!*.

Proprio in quel momento un sibilo in aria mi fece voltare e riuscii a fermare giusto in tempo un coltello da lancio con la lama lunga quanto un mio braccio e appuntita quanto le mie zanne.

-Porca. Puttana!-sibilò Claudia.

Io seguii la traiettoria percorsa dall'arma e arrivai a posare lo sguardo su Ottavio! Stavo per rilanciarlo al legittimo proprietario, quando la mia compagna mi fermò.

-Fallo e sei morta!-mi disse calma, facendo un cenno con la testa.

Guardai il Gymnasium e notai che i maschi erano in posizione d'attacco, pronti per qualsiasi mia reazione, così stampai un sorriso sulle mie labbra perfette e mi diressi verso il principe. Quelli che dovevano essere cinque o sei metri sembrarono per tutti i presenti chilometri e chilometri. Arrivai davanti a Ottavio, portando i nostri volti uno vicino all'altro.

-Credo che questo sia vostro, mio Principe!-mormorai con voce calda e profonda,-Dovreste fare attenzione a dove lo lanciate!-.

Ottavio e Aurelio si incantarono sulle mie labbra e rimasero a fissarle, mentre tutti ci guardavano sconvertati. Li stavo semplicemente incantando e ci stavo riuscendo alla perfezione, ma qualcosa andò storto, perché Ottavio si risvegliò di colpo e mi afferrò il collo, stringendolo.

-Hai un collo molto bello, ragazza-tavola! Lungo e sottile, davvero elegante!-sibilò il vampiro.

-Lasciami, idiota!-ringhiai.

-Sei anche aggressiva!-esclamò Ottavio, ridendo,-Ora sei la mia vampira preferita!-.

Clelia si avvicinò a noi due ed Enrico la fermò a metà strada, bloccandola per le braccia. Lei provò a divincolarsi, ma senza successo.

-Non azzardarti più a metterti in mezzo a delle nostre discussioni, Melissa!-ringhiò Aurelio, schiaffeggiandomi sul labbro e facendomi cadere a terra.

In quel momento si avvicinarono due ragazzi che non avevo mai conosciuto all'Accademia. Sentii subito che il loro odore era diverso dal nostro e non ci impiegati molto a capire che erano due Lycan. I due mi sollevarono da terra per le braccia, portandomi verso la porta.

-Vieni con noi. Ora!-mi disse uno di loro, mentre l'altro si metteva tra me e un maschio che digrignava i denti, sibilando.

-Stai sanguinando, Mel!-esclamò Claudia.

Mi sfiorai il labbro, che effettivamente mi faceva un male terribile e mi guardai le dita: erano sporche di sangue!

Ci misi pochissimo a notare tutti i Vampiri che si stavano avvicinano, pericolosi e con una strana luce negli occhi, così uscii subito dal Gymnasium, insieme ai due Lycan e seguita da Claudia.

I due mi portarono in infermeria e curarono il taglio sul mio labbro. Non li avevo mai visti prima, ma se erano arrivati al Quarto Livello dovevano aver per forza frequentato l'Accademia! Quindi probabilmente ero stata io a non notarli mai...

-Chi diavolo siete voi?-chiesi io, aggrottando la fronte.

-I nostri nomi sono Nicholas e Andrea!-rispose quello biondo con dei dolci e caldi occhi castani,-Siamo gli unici Lycan del Quarto Livello!-

-Non dirmelo!-lo interruppi,-Siete figli dei due Capi Branco d'Occidente?-.

-Esatto!-esclamò quello moro dagli occhi d’oro, con un sorrisetto impertinente.

-Due punti per te, Melissa Sergia, unica figlia femmina di Giorgio!-esclamò quello chiamato Nicholas.

-Come fate a sapere … ?-.

-E’ un segreto!-sussurrò al mio orecchio Nicholas.

-Se te lo rivelassimo che segreto sarebbe?-finì la frase Andrea, ridendo.

-Perché non vi ho mai visti per i corridoi?-chiesi loro, dubbiosa e restia.

-Diciamo che non ci piacciono i Vampiri!-rispose Andrea,-Almeno non tutti!-.

-Ora rispondi tu alle nostre domande: ma cosa è preso a quel pazzo?-disse Andrea, parlando di Ottavio.

-Cercano un pretesto per sbattermi fuori!-risposi,-Fa attenzione, cazzo!-.

Nicholas tolse il fazzoletto dal mio labbro.-Merda! Il dolore fa affiorare il tuo lato volgare e odioso, Vampira!-.

-È colpa tua, Lupo!-ringhiai,-Hai la mano troppo pesante!-.

-Ma se ti sto trattando come un fiorellino!-esclamò lui, scocciato.

-Certo come no!-esclamai, alzando gli occhi al cielo.







Olleeee! Eccomi di nuovo, di ritorno dall'Ade. Che dite, Melissa avrà trovato degli amici, degli alleati, all'interno dell'Accademia o semplicemente i Lupi hanno uno scopo ben preciso? Chi lo sa.. Nel frattempo vi ringrazio per continuare a leggere la storia, che ha ricevuto 1897 visite solo nel secondo capitolo(thank you, thank you very much!) e vi aspetto alla prossima. Un bacio, Stefania (:❤❤

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Capitolo 6
*** Incontri nei locali. ***


P.O.V. Adriano

-Fratello, maledizione è una femmina!-esclamò Ottavio,-Falla uscire dal Quarto Livello così non mi rompe più i coglioni!-.

Guardai mio fratello fare su e giù per la stanza, nervoso. Ero appena tornato dal Confine Nord con le mie Legioni ed ero passato all'Accademia, per salutare mio fratello e invece avevo trovato una donnicciola isterica e rompipalle. Ottavio mi aveva raccontato di una ragazza nuova del Quarto Livello, che continuava a fargli fastidio e interrompeva i suoi passatempi con quelli del Primo Livello, ma non mi aveva ancora detto il nome di questa Vampira così coraggiosa da sfidare un membro della Famiglia Reale.

-Devo forse ricordarti che non posso decidere su quello che riguarda l'Accademia?-chiesi,-Chi è questa femmina?-.

-Melissa Sergia, figlia di Giorgio!-rispose il più piccolo.

Mi feci subito attento.-Ma va? La ragazza-tavola?-.

Melissa era chiamata fin da piccola ragazza-tavola per via del suo corpo, che non mostrava la benché minima curva fisica. Il soprannome lo avevo inventato io, dopo che Melissa mi aveva rifiutato. Io, un Vampiro di ottocentosette anni, ero stato rifiutato da una Vampira di soli sedici anni, non ancora trasformata.

-Tavola?-esclamò mio fratello Ottavio, facendomi tornare attento,-Se tu la vedessi ora ti verrebbe voglia di prenderla anche senza il suo consenso!-.

-Sei diventato cieco,fratello?-lo schernii,-Ma stiamo parlando della stessa Melissa?-.

-Non mi credi, Adriano?-.

-Vedere per credere, fratellino!-.

-Bene, allora ti porto con me ad un pub a Milano!-mi provocò Ottavio,-Io devo vedere una ragazza, ma ho sentito un Lycan dire che stasera sarebbero andati lì!-.

-Li hai "sentiti'?-chiesi, inarcando un sopracciglio.

Lo vidi fare spallucce, noncurante.

-Sei incorreggibile,Ottavio!-ridacchiai, seguito da mio fratello,-Forza, portami in questo locale!-.



P.O.V. Melissa

Nonostante la nostra conoscenza non iniziò benissimo, verso la fine di maggio io e i due Lupi diventammo presto buoni amici. Un sabato sera, verso l'inizio di giugno, decidemmo tutti insieme, anche con Claudia, di uscire e andare a divertirci.

-Cosa facciamo allora?-chiese Claudia.

-Conosco un posticino davvero carino per svagarsi e divertirsi!-disse Nicholas.

-Dove sta questo posticino?-chiesi.

-Un po' fuori Roma!-rispose Andrea,-Ci andiamo con le nostre auto!-.

-Oh, questo è sicuro!-esclamò Claudia,-Non volevate portarci in groppa alla vostra schiena, vero?-.

Scoppiammo a ridere, mentre tutti e quattro raggiungevamo le nostre stanze, per farci una doccia e poi prepararci per la serata. Per l'abbigliamento indossai un top bianco, una gonna a ruota e sotto delle scarpe da ginnastica, poi mi truccai con un po' di mascara e del rossetto color carne. Quando ci ritrovammo nella hall dell'Accademia, eravamo tutti su di giri, perché sapevamo ci avrebbe atteso una serata indimenticabile. Arrivammo ad un pub chiamato The Hill 12 ed entrammo subito, scavalcando una fila immensa, grazie al buttafuori, che era un amico di Nicholas.

Una biondina truccata come una maschera e con indosso un abitino succinto si mise a fissare Nicholas e capii subito che l'umana era attratta dal mio amico, così glielo feci notare.

-C'è quella che ti fissa continuamente!-ridacchiai.

-Ah, si?-fece Nicholas,-Vieni qui!-.

Il Lycan mi fermò davanti alla biondina, mi abbracciò e si avvicinò al mio viso, per baciarmi davanti alla ragazza. All'inizio mi colse di sorpresa quel gesto, ma subito risposi al bacio, lanciando alle volte degli sguardi verso la tizia. Anche Nicholas, come me, amava provocare gli umani e non era la prima volta che lo faceva.

Quando finalmente si staccò dalle mie labbra, notai che l'umana era circondata da un'aurea di invidia e mi rivolse uno sguardo davvero arrabbiato.

-Ops, si è infuriata!-mormorò Nicholas, facendomi scoppiare a ridere.

Sentii la sua mano sulle mie natiche, mentre mi spingeva dentro al locale e io non la scacciai, semplicemente lasciai che la sua mano rimanesse lì dov'era.

Ci buttammo in mezzo alla mischia fin da subito, ballando come dei pazzi. Se mio padre o i miei fratelli avessero mai saputo che ero stata in un locale a ballare come una volgare umana, mi avrebbero sicuramente punita. Ad un certo punto andai al bancone per chiedere qualcosa da bere e il barista mi offrì una Coca-Cola, dicendomi anche che c'era un tizio che mi cercava.

-Chi?-gli chiesi, incuriosita.

Lui si voltò a sinistra e mi indicò con un cenno del capo un tizio coi capelli scuri, che indossava però degli occhiali scuri. Era vestito con una t-shirt nera e un pantalone sportivo blu scuro.

-Melissa!-mi salutò lo sconosciuto, alzando il suo bicchiere verso di me,-Sei diventata splendida!-.

Inspirai l'odore che aveva quel tipo ... Vampiro. Era un vampiro! Mi ricordavo vagamente di quel profumo, ma non riuscivo a collocarlo.

-Chi sei?-chiesi cauta.

Il vampiro mi accarezzò i capelli e con fare possessivo mi si avvicinò.-Te la fai con un Lupo ora, Mel? I Vampiri non ti bastano più?-.

-Chi cazzo sei?-sibilai.

Lo sconosciuto odorò i miei capelli, come a volersi imprimere il mio profumo nella mente.-Io non mi rivolgerei a me in questo modo!-.

-Chi sei? Una spia mandata da mio padre per tenermi d'occhio?-.

Il vampiro scoppiò a ridere forte.-Una spia! Ahahah! Sei rimasta simpatica!-.

-Che cazzo ridi?-feci, adirata.

Il tizio mi afferrò dolcemente ma con fermezza la mandibola e mi avvicinò al suo viso. -Scoprirai molto, ma molto presto chi sono!-.

Mi diede un bacio a fior di labbra e se ne andò, lasciandomi da sola al bancone. Quel tizio mi aveva lasciata basita, soprattutto il suo odore: non riuscivo a collocare chi fosse, benché lo avessi già sentito.

-Chi era quello, Mel?-mi chiese Nicholas, avvicinandosi.

-Non ne ho idea!-risposi,-Un Vampiro di sicuro, ma non sono riscita a riconoscere bene il suo odore!-.

-Siete proprio strani, voi Vampiri!-ridacchiò lui, prendendomi per l'ennesima volta in giro,-Comunque, volevo dirti che mi ha chiamata la mia ragazza, qualche minuto fa e mi ha detto che arriverà dalla Spagna tra qualche giorno!-.

-Ma dai?! E come si chiama?-.

-Marta!-rispose Nicholas.-Anche lei è una Lycan! E' ... la persona più dolce e sensibile che conosca!-.

Vidi un'espressione bellissima, sul volto del mio amico: era innamorato, si notava molto. Sentii un sentimento mai provato prima e capii cosa avesse sentito l'umana quando aveva visto me e Nicholas baciarci. Era la prima volta che invidiavo qualcuno! Lo invidiavo, ma nel senso buono, perché alla fine mi faceva piacere che stesse così bene. Avrei tanto voluto che qualcuno, quando pensasse a me, aveva quello sguardo così perso e spaesato. Era questo che invidiavo.

Gli sorrisi.-Mi fa piacere! E sono curiosa di conoscerla!-.

-Magari riesce a farti calmare un po'!-mi prese in giro lui.

Lo guardai, assottigliando gli occhi.-Io non ho alcun bisogno di calmarmi. Vado bene così!-.

Lui ridacchiò.-Oh si, certamente!-.

All'una tornammo all'Accademia, perché Claudia era stata chiamata dal suo compagno, Enrico e lei sembrava come preoccupata da quella chiamata improvvisa. La lasciai nel corridoio, mentre Enrico si avvicinava con una strana faccia, quasi come fosse indifferente a tutto.

Andai nella nostra stanza e, dopo qualche minuto, sentii la porta aprirsi e chiudersi, segno che Claudia era entrata. Non mi ci volle molto a capire che la mia compagna di stanza era si tornata, ma che stava anche piangendo.

Andai a sedermi sul letto della mia compagna di stanza, che si era nascosta sotto le coperte e, quando le posai una mano sulla nuca, Claudia scoppiò in lacrime.

-Cosa è successo,tesoro?-chiesi a voce bassa, carezzandole i capelli.

-Mi ha lasciata!-singhiozzò Claudia,- Enrico mi ha lasciata per un’altra! Non mi ha chiesto neanche scusa! Me lo ha detto e se ne è andato!-.

Rimasi senza parole a quello che Claudia mi stava dicendo: avevo notato uno strano atteggiamento nel modo di comportarsi di Enrico, ma non ci avevo fatto molto caso e ora avevo scoperto il motivo.

-Cosa ti ha detto?-le domandai.

-Mi ha detto che si è stancato di me e che ha conosciuto qualcuno che non deve aspettare la fine dei corsi per dargli un figlio!-rispose lei,-Ma lui non ha mai voluto un figlio!-.

-Un figlio?-feci io, sorpresa da quella rivelazione.

Non era strano che un Vampiro volesse un figlio dalla sua compagna, ma non seppi mai spiegarmi come mai trovai quella cosa un po' strana.

-Mi dispiace!-mormorai,-A me non è mai capitato e non so cosa stai provando, ma se vuoi sappi che io ci sono quando vuoi parlare!-.

Lei mi abbracciò forte, uscendo dalle coperte, singhiozzante. Una decina di minuti dopo, Claudia si addormentò esausta e sfinita e io rimasi a vegliarla per tutta la notte, sentendola alle volte borbottare frasi insignificanti e senza senso, durante il dormiveglia



P.O.V. Adriano

Quando uscii dalla discoteca non potei fare a meno di sorridere: avevo visto mio fratello impegnato con una ragazzina niente male, probabilmente una sua compagna all'Accademia e poi LEI. Melissa.

Marte, era diventata stupenda! E il suo profumo! Giano Bifronte, era eccitante da matti!

Non ci avevo messo molto a pensare a quello che avrei fatto: avrei preso la ragazza come Guardia, l'avrei conquistata come tutte le altre e poi le avrei fatto pagare quella volta che mi aveva respinto, facendomi fare la figura dell'idiota. E, in più, quella sera mi aveva risposto anche male!

Melissa sarebbe stata la mia più grande sfida.

Si, l'avrei avuta.






Lo so, sono in ritardi, scusate molto! Ma il caldo non da tregua a nessuno e quest'anno, colpa anche la crisi, non posso nemmeno andare al mare, quindi sono un po' inviperita. s Siamo qua, sotto questo caldo infernale, in piena Como, che se non hai una piscina devi andare al lago e io al lago non so perché ma non ci riesco a nuotare! Ahahahah vabbe, scusatemi sto vaneggiando.. Comunque, che ve ne pare della storia?(: vi piace, non vi piace, vi fa schifo, non vi entusiasma...? Non so perché la seguite abbastanza, vedo molta gente che la visita, tante che la aggiungono alle proprie liste ma nessuno che commenta. Lo ripeto: non vi mangio mica eh! Ahahahh l'anguria mi piace di più😂😂 comunque fatemi sapere, ci tengo(: alla prossima, Stefania❤❤

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Capitolo 7
*** Sete. ***


Gli esami si stavano avvicinando per noi del Quarto Livello e c'era da dire che ero abbastanza nervosa nell’ultimo periodo, soprattutto con Claudia che ancora pensava alla sua storia finita male con Enrico, così ogni volta andavo ad allenarmi da sola nel Gymnasium, mentre lei se ne rimaneva nella nostra stanza, sul suo letto. Non faceva nulla, rimaneva lì e basta.

Nel pomeriggio del primo venerdì di giugno, ricevetti una visita molto inaspettata: aprii la porta e vidi che era stato Ottavio a bussare. Era appoggiato con la schiena sul muro di fronte, con le braccia conserte e gli occhi color smeraldo fissi nei miei.

-Buongiorno!-lo salutai fredda, nascondendo la sorpresa iniziale.

-Ciao, Mel!-rispose Ottavio, con un sorriso.

"Ciao, Mel!" ?! Ok stavo sognando era chiaro! Insomma, lui era Ottavio, ok? Non poteva rivolgersi a me in questo modo, era insolito e troppo imbarazzante, ma lui sembrava non curarsene più di tanto. Anzi, non se ne curava affatto!

-Dimmi tutto!-lo esortai, chiudendomi la porta alle spalle, per non svegliare Claudia, la quale dormiva serena, almeno per una volta.

-Avevo pensato che ti avrebbe fatto piacere se ti avessi chiesto di venire con me al Gymnasium ad allenarti. Noi due, visto che Claudia ti sta dando forfait, in questi giorni!-.

Rimasi basita dal suo comportamento. Eravamo sicuri che quello era Ottavio? Magari aveva un gemello nascosto, un cugino che gli somigliava (tipo me e mia cugina Aurora) oppure era caduto e aveva preso una bella botta. Altrimenti quella situazione non si spiegava!

-Pronto, Mel?-fece lui, agitandomi la mano davanti alla faccia,-Ci sei?-.

-Si, si. Tranquillo!-risposi, indietreggiando nella camera,-Però dammi cinque minuti per prepararmi!-.

-Ok!-.

Rientrai in stanza, ancora scioccata dal comportamento calmo e pacato di Ottavio e mi preparai: indossai la mia divisa da combattimento, presi la pettorina e vi infilai i Pugnali, per poi allacciarmela al petto. Indossai gli stivali di cuoio neri e legai i miei capelli in una lunga treccia e poi in uno chignon. Quando fui pronta uscii dalla camera, sempre facendo silenzio, per non svegliare Claudia e seguii Ottavio.

Nel Gymnasium non c'era nessuno, era stranamente vuoto e silenzioso, il che mi dava da pensare: che Ottavio ne avesse architettato una delle sue? Quando si trattava di lui ero sempre diffidente, in tutto. Anche se mi avesse portata a cena nel ristorante più elegante di tutta Roma avrei dubitato di lui. -Non si allena nessuno il pomeriggio?-chiesi, inarcando un sopracciglio, mentre ci dirigevamo al tiro al bersaglio.

-No, in molti hanno lezioni di teoria, mentre altri preferiscono uscire a prendere una boccata d'aria!-rispose Ottavio, afferrando un pugnale dalla lama a tridente,-Senti Melissa, volevo chiederti scusa per il comportamento che ho avuto con te in tutti questi anni!-.

Lo guardai, spalancando gli occhi sorpresa.-Cosa?-esclamai, non riuscendo a trattenermi.

-So che può sembrarti strano, ma fidati che sto parlandoti con le migliori intenzioni, per avere un rapporto amichevole!-.

-Dopo dodici anni?-feci io, prendendo un'ascia e soppesandola nella mano.

-Diciamo che mia sorella mi ha fatto notare che non è bello prendersela con una femmina!-.

-Te lo ha mostrato?-ripetei.

-È stata aggredita due giorni fa da due Demoni e mi sono reso conto, solo quando l'ho vista con un occhio nero, che io e i Demoni non abbiamo poi tante differenze!-mi spiegò, stringendo i pugni quando accennò a sua sorella.

Lo fissai senza parole: davvero non sapevo cosa dire! Nemmeno il peggiore dei Vampiri poteva essere paragonato a un Demone, ma lui l'aveva appena fatto, perché era pentito per tutto quello che mi aveva fatto passare sin dall'inizio, sin dal mio primo anno in Accademia. Non mi aveva fatto passare vita facile, né lui né Aurelio. Tra me e Alessandro solo il mio gemello era ben visto nella scuola. Questo perché solitamente, se i Secondogeniti sono due gemelli, soprattutto se sono un maschio e una femmina, si lascia la femmina a casa, mentre il maschio frequenta l'Accademia. Mio padre non volle in alcun modo dividerci, ma per un semplice motivo: al Re servivamo entrambi, sia Alessandro, che io!

-Ci sei, Mel?-mi richiamò Ottavio, sventolandomi una mano davanti agli occhi.

Io mi ripresi all'istante e lo guardai, sorridendo.-Non c'è alcun bisogno che tu ti paragoni a dei Demoni, mi basta la tua amicizia, Ottavio!-.

-Però accetta anche le mie scuse!-mi pregò lui, guardandomi negli occhi, con sguardo triste e colpevole.

Sorrisi.- Ok!-.

Vidi Ottavio rilassarsi e sorridermi di sbieco, mentre si apprestava a prendere posizione per lanciare il suo pugnale. L'arma arrivò al centro del cerchio rosso, con una precisione così letale, da spaventarmi e lasciarmi di sasso.

-È stato mio fratello Adriano ad insegnarmi a lanciare!-gongolò Ottavio.

-E noto che tu hai seguito i suoi consigli alla grande!-annuii,-Sei stato un buon allievo!-.

Mi posizionai al posto di Ottavio, davanti al bersaglio. Presi la mira, repirai a fondo e lanciai l'ascia, centrando in pieno il bersaglio e soprattutto il cerchio rosso al centro di esso. Ottavio strabuzzò gli occhi e fece una smorfia di apprezzamento.

-Hai una mira e una tecnica davvero superba!-si complimentò il principe.

Rimasi a bocca aperta per quel complimento, tanto da non sentire l'arrivo di qualcuno, una ragazza.-Emm grazie!-.

La tizia doveva probabilmente essere una sua ex, visto che mi guardava con due lingue di fuoco al posto degli occhi marroni. Non volevo neanche sapere a cosa stesse pensando la ragazza ma sperai che non credesse che io e Ottavio stessimo insieme!

-Ciao, tesoro!-lo salutò lei, baciandolo sull’angolo della bocca e rivolgendomi uno sguardo di puro odio.

- Beatrice, che vuoi adesso?-chiese lui, scocciato,-Se l’hai notato ci stiamo allenando!-.

-Ma è urgente!-protestò quella,-C’è tuo fratello nell’atrio che ti aspetta!-.

Il fratello di Ottavio, Adriano! Smisi subito di respirare: Adriano era lì? Non lo vedeva da anni, chissà come era cambiato, magari aveva conosciuto la  Vampira che sarebbe stata al suo fianco per tutta la sua esistenza.

Frenai subito i miei pensieri: perché stavo pensando alla compagna di Adriano? Cosa me ne interessavo a fare?!

-Vuoi venire a salutare Adriano?-mi chiese Ottavio,-So che i nostri fratelli erano compagni di classe!-.

-Certo, certo!-feci io. Cos'altro potevo rispondere? Un "no" sarebbe stato come un segno di irrispetto nei confronti del Principe Ereditario e futuro Re dei Sagitta. Quindi mi trovai costretta ad accettare.

*Costretta, certo!*, disse una voce nella mia mente,*Così costretta che stai accellerando il passo per la curiosità e l'impazienza di vederlo!*. A volte mi chiedevo cosa ci era stata data a fare la coscienza, se non faceva altro che irritarci e venirci contro!

Mentre salivamo le scale, la moretta mi si avvicinò, guardandomi negli occhi e facendomi un mezzo sorriso.

*State insieme?*.

Mi voltai verso la ragazza, strabuzzando gli occhi. La Vampira aveva davvero aperto un contatto mentale con me, che mi aveva quasi fulminato prima per dei viaggi mentali che si era fatta?

Decisi di rispondere alla sua domanda. *Insieme?! Io e Ottavio?! Ma scherzi? Non è il mio tipo! Perché,ti piace?*.

La ragazza arrossì e le sorrisi dolcemente.

*Perché non glielo dici?*, le proposi.

*Se lo faccio dopo non mi vorrà nemmeno nel suo letto!*, rispose lei, con voce triste.

Il contatto mentale era una cosa davvero stupenda, ma anche ambigua: potevi parlare con chi volevi, quando volevi, ma se tra due Vampiri passava un'emozione, l'altro la sentiva come se fosse sua. Quindi non mi preoccupai più di tanto, quando mi venne voglia di piangere, buttarmi per terra e urlare. "Sentivo" la tristezza e la frustrazione di Beatrice.

*Tesoro, è meglio sentirsi dire no che evitare il si per paura!*, le consigliai, pacata e diretta.

*E’ proprio questo il punto: io ho paura!*.

*Se gli piaci veramente allora ti vorrà con sé, altrimenti non è la persona giusta!*, mormorai, sorridendole,*Ci sono altri Vampiri altrettanto belli!*,

Nel frattempo eravamo arrivati nell’atrio e notai subito un odore già sentito da qualche altra parte. In men che non si dica mi venne in mente il locale in cui ero andata qualche tempo prima con Andrea e Nicholas e non potei fare a meno di guardarmi in giro per capire dove fosse quel tizio.

-Mio fratello è lì, venite!-disse Ottavio, indicando un vampiro alto e muscoloso, dalle spalle larghe.

Più mi avvicinavo a Adriano e più l’odore del tizio della discoteca aumentava, facendomi girare la testa e battere il cuore dall’eccitazione.

-Fratello!-lo chiamò Ottavio.

Adriano si voltò verso di loro e non potei evitare di trasslire, trattenendo il respiro.

Il ragazzo della discoteca.

E Adriano.

Erano la stessa persona!

In quel momento capii perché nel pub mi aveva detto che ci saremmo rivisti.

Mi presi del tempo per ammirarlo, nella sua armatura da Guerriero, che per alcuni aspetti, come le caligole, era uguale a quella di mio fratello, mentre per altre si differenziava, ad esempio il colore: mio fratello, che era un patrizio di origine aristocratica, portava il colore rosso, mentre Adriano, che era il Principe Ereditario, diretto discendente del dio Phobos, aveva il colore viola, quello dei 'princeps', ovvero degli imperatori.

Tornando al suo aspetto, Adriano aveva delle labbra molto sottili, dalla linea dura e rigida e i capelli neri facevano sicuramente la loro parte, nel renderlo tenebroso e misterioso, ma la cosa più bella erano gli occhi: erano azzurri, ma di una strana tonalità di azzurro, quasi simile al colore del ghiaccio, che potevano far impaurire un nemico o far scogliere una femmina in pochi sec...

Ma cosa diavolo stavo pensando? Doevo forse ricordare a me stessa che quello era ADRIANO?! Lo stesso Adriano che, da fratello maggiore, si era trasformato in un grande bastardo?!

-Melissa!-mi salutò lui, con un gran sorriso sulle labbra,-Tutto bene? Come sta tuo fratello Damiano?-.

Aprii la bocca per rispondere, ma Ottavio mi interruppe, informando il fratello maggiore che doveva andare da un suo amico, che si rivelò poi essere Enrico. Beatrice lo seguì come un cagnolino, così io e il Principe rimanemmo da soli a far compagnia l'uno all'altra.

-Hai perso la lingua, Mel?-mi chiese Adriano.

-N-no!-risposi,-Damiano sta bene, così come il resto della mia famiglia! E ora, se volete scusarmi, mi ritirerei: devo allenarmi per i Giochi estivi e non vorrei arrivare...-.

-Impreparata?-finì la frase, interrompendomi,-Mel, vuoi prendermi in giro? Tra tutte le femmine che conosco non c'è nessuna più brava di te. E lo sai!-.

Arrossii, sentendo le guance ardere come tizzoni, mentre Ottavio tornava da noi.

-Fratello!-lo chiamò il minore,-Purtroppo devo rubarti Melissa. Stavamo allenandoci quando sei arrivato e ci hai interrotti!-.

-Vi allenate insieme?-chiese Adriano, inarcando un sopracciglio.-Ma voi due non vi odiavate?-.

-Ci siamo chiariti!-risposi, cercando di chiudere il discorso,-Io inizio a scendere nel Gymnasium, Ottavio. Ti aspetto là!-.

Mentre il Vampiro annuiva, feci un inchino ad Adriano e me ne andai, tornando a respirare tranquillamente solo quando svoltai l'angolo e mi ritrovai nel Gymnasium, appoggiandomi al muro. Adriano era più bello di quanto mi ricordassi e l'odore del suo sangue... Marte, mi ricordavo benissimo il suo sapore! Dolce e forte allo stesso tempo, una delizia per il mio palato! I miei canini si allungarono tutto d'un tratto e d'istinto mi portai una mano davanti alle labbra. Scivolai con la schiena addossata al muro, fino a toccare terra, mugolando. Forse avevo semplicemente fame o forse no. Mi sdraiai sul pavimento, chiudendo gli occhi e lasciandomi andare a dei profondi respiri.

Ancora non mi ero ripresa del tutto, quando sentii qualcuno camminare verso il Gymnasium e aprire la porta per entrare nella palestra.

-Ottavio, perdonami, ma non credo di sentirmi bene!-dissi, tirandomi su a sedere e tenendo lo sguardo basso.

Credevo fosse lui, ma capii di essermi sbagliata quando l'odore che mi sopraggiunse al naso fu tanto forte da stordirmi.

-Perché sei scappata a quel modo?-mi chiese Adriano, fermandosi dietro di me.

Non potei evitare di far accelerare il battito del mio cuore.-Non mi sembra di essere scappata, devo solo allenarmi!-.

-E già!-fece lui,-E io sono Babbo Natale!-.

-Non mi interessa chi sei!-sbottai,-Lasciami allenare in pace e vattene!-.

Doveva andarsene o gli sarei saltata al collo in men che non si dica. Dal vampiro, invece, si levò un ringhio rabbioso e subito mi misi sulla difensiva, ma troppo lentamente, perché Adriano mi aveva afferrata dal collo e mi aveva messa con la faccia rivolta verso il muro, mentre i miei piedi non erano più posati a terra.

-Non lo sai che non devi osare rivolgerti a me in questo modo?-sibilò lui.

-Ho fame!-gemetti, sentendolo irrigidirsi,-Vi prego, Principe. Andatevene!-.

Sperai che potesse ascoltarmi, visto che mi ero rivolta a lui con formalità, ma quando mi voltò verso di sé, capii che lui voleva fare il contrario.

-Da quanto non ti nutri?-mi chiese,.carezzandomi i capelli.

-Da una settimana!-risposi, vedendolo spalancare gli occhi. Sentii i denti tirare, quasi come se stessero cercando di scappare dalla mia bocca per infilarsi nella carne di Adriano. Era un paragone orribile, ma questo era.

-Vi prego!-sospirai,-Non voglio dover approfittare di voi!-.

-Perché no?-mormorò lui, avvicinando il viso al mio -Fallo, Melissa!-.

-No!-dissi, strizzando gli occhi per non guardarlo e stringendo i pugni. Come se questo bastasse a fermare la Sete.

-Tranquilla, fallo!-ripeté, scoprendo il collo verso di me.

E io non potei fare altro, se non piantare i denti nel suo collo, gemendo.





Tadaaaaaa! Eccomi di nuovo, non sono ancora morta sotto al sole, tranquille! Allora, il capitolo è abbastanza lunghetto, ma non avevo idea di come dividerlo, quindi l'ho messo giù tutto insieme. Una cosa però volevo chiedervela, cosa ne pensate? Insomma, la storia vi piace? Perché, di tutte le persone che l'hanno aggiunta alla loro lista, nessuno ha scritto qualche piccola recensione, nemmeno un commento breve! Se è così non rompo le scatole e nemmeno mi metto ad aggiornare la storia, perché poi mi va giù il morale a vedere che nessuno lascia un suo parere (scusate, ma sono ansiosa quando c'è di mezzo il parere di una persona e soprattutto di una lettrice). Fatemi sapere qualcosina almeno, grazie (: alla prossima, Stefania❤❤❤

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Capitolo 8
*** Il Marchio. ***


Gustai appieno il suo sangue. Era dolce e un po' amaro, ma anche ferroso e incredibilmente buono, quasi come se creasse dipendenza. Nel frattempo lo sentii abbandonare la testa all'indietro, agevolandomi per nutrirmi da lui; si mise anche ad accarezzarmi la schiena con lenti movimenti circolatori, per farmi rilassare e mi feci carezzare, finché non fui sazia del suo sangue. Tolsi i denti dalla sua giugulare, sospirando, ma non notai che Adriano aveva appena sfoderato le sue zanne, piantandomele dritte nel collo.

Gemetti di dolore: da tempo Damiano si nutriva da me ed io viceversa da lui, ma Adriano era spettacolare, mentre beveva dalla mia carotide. L'attrito che si creò tra la sua bocca e la mia gola fu tanto eccitante, da lasciarmi senza parole. Mi ritrovai con la schiena appoggiata al muro, mentre mi aggrappavo ai suoi capelli, un po' per la foga del momento e un po' per la violenza con cui si stava nutrendo dalla mia arteria. Sicuramente i suoi denti mi avevano lacerato tremendamente la carne ed essendo una Vampira giovane, la mia ferita non si sarebbe cicatrizzata subito come la sua.

Quando mi rimise giù, avvertii immediatamente che il mio odore cambiato: aveva sicuramente messo il suo veleno nel mio corpo!

Mi aveva marchiata. E in più senza chiedermelo!

Odiavo questa cosa, soprattutto se quella pratica era fatta solo per possessione e non per amore.

«Levatemi di dosso il vostro odore. Ora!»sibilai.

«Non ci penso proprio.»fece lui. «Qui le regole le detto io, ragazzina.»

«Perché l'avete fatto?»chiesi, prossima alle lacrime.

«Perché ti prendo come mia Guardia.»mi disse lui, tenendomi stretta a sé, mentre una goccia del mio sangue scivolava dalle sue labbra.

Mi venne istintivo togliergliela con la punta dell'indice e lo vidi sorridere.

«Non è possibile e lo sapete! Io non ho ancora terminato gli studi.»protestai, ignorando il suo sorriso.

«Infatti li finirai e poi verrai a casa mia, sotto le vesti di mia compagna.»mi spiegò a bassa voce.

«Visto che parlate a bassa voce, potrei almeno sapere cosa sta succedendo?»domandai. «Insomma avete già un gruppo di Guardie a casa, perché proprio me?»

«Perché non voglio che le altre Guardie entrino in casa mia.»rispose lui. «Ho bisogno di aiuto per qualche tempo, devo riprendermi da una ferita.»

«Che ti è successo?»gli domandai preoccupata, passando direttamente al "tu".

«Preoccupata, Mel?»mi stuzzicò lui.

«Non sono preoccupata!»ringhiai lei. «E non mi chiamare Mel.»

«Oh, ma dovrò farlo se tu devi essere la mia compagna. Dovrai darmi del tu e chiamarmi Adriano.»

Con quella situazione ci sarebbe stata da ridere, già me lo immaginavo!

«Va bene, ma ad alcune condizioni.»dissi. «Non dovrete toccarmi.»

«Ti giuro che non ti toccherò se tu non vorrai.»promise Adriano, facendomi un sorrisetto ambiguo.

«Non avrete bisogno del mio consenso.»lo interruppi. «Voi non mi toccherete, perché è questo che voglio.»

Il principe ridacchiò. «Certamente.»

«E dovrete spiegarmi bene cosa sta succedendo.»

«Questo posso farlo solo in parte.»disse Adriano. «Sono affari interni della Razza, non puoi entrarci anche tu.»

Sospirai. «Va bene.»

Lui strabuzzò gli occhi. «"Va bene"?»

«Certo! Avete detto che non posso entrare in certe questioni, quindi mi faccio gli affari miei.»dissi, convinta.

«Mi sarei aspettato altro, a dire la verità. Voi femmine siete abbastanza simili da sapere cosa...»

«Non tutte le femmine sono uguali tra loro, come non tutti i maschi lo sono.»lo interruppi, guardandolo male. «Queste maledette generalizzazioni mi danno sui nervi!»

«Forse perché sono vere?»mi stuzzicò lui.

Scoccai la lingua sul palato, portando le braccia conserte davanti al petto e allontanandomi da lui. «E voi non avete mai pensato di sbagliarvi, giusto.»

«Io non sbaglio mai!»esclamò convinto. «E tu dovresti saperlo.»

«Vi siete sbagliato, invece.»

«No, io so che tu mi volevi, Melissa.»

«Avete interpretato male!»sibilai, cercando di chiudere il discorso. «Vado in camera mia. Alla prossima!»

Non gli lasciai il tempo di parlare, perché mi fiondai sulla porta, spalancandola e uscendo dal Gymnasium. Notai, con un certo fastidio, che molti maschi mi guardavano imbarazzati o sorpresi, persino Ottavio e mio fratello Alessandro.

«Mel!»mi chiamò il secondogenito del Re, rincorrendomi per quasi tutto il corridoio. «Mel, perché hai il Marchio di mio fratello addosso?»

«C'è qualcosa che devi dirmi, sorellina?»si intromise Alessandro, inclinando di lato la testa bionda.

«Lasciatemi in pace!»dissi senza alcuna sfumatura di tono, entrando nella mia stanza e chiudendomici dentro.

A chiave.

Rimasero davanti alla mia porta per due ore, finché non arrivò l'ora di mangiare e Alessandro mi informò che li avrei trovati al piano superiore, nella mensa. Ma non avevano ancora capito che mi interessava poco o nulla dei loro spostamenti o di dove li avrei trovati. L'unica persona a cui stavo pensando in quel momento era Adriano.

Sentivo che mi stava "chiamando", era come se la sua voce continuasse a sussurrare nella mia mente il mio nome. Mi buttai sul letto, sbuffando e mettendomi sulla testa il cuscino.

«Smettila!»gemetti, frustrata, scaraventando il cuscino contro la parete opposta al mio letto.

La porta di aprì in quell'istante e vidi una Guardia entrare nella mia camera, ispezionarla per bene e poi far passare Adriano, che mi sorrideva. La Guardia uscì, facendomi un inchino e chiuse delicatamente la porta. Mi sembrò strano vedere un colosso di un metro e novanta chiudere la porta con tutta quella delicatezza.

«Non vi basta sconvolgermi la mente?»gli urlai in faccia. «Ora dovete anche rompermi le scatole in camera mia?»

Lo vidi rimanere impassibile alle mie urla e si sedette comodamente sulla mia poltrona. Era semplicemente stupendo: le nostre radici greche erano concentrate sui maschi della nostra specie con una perfezione spaventosa e su Adriano si accentuava il tutto. Persino l'eleganza ferina e le sue agili movenze. Sembrava un leone pronto a scattare sulla sua preda, ovvero la povera sottoscritta.

«Mio fratello mi ha riferito che non stai bene e non ti sei recata nemmeno alla mensa.»disse lui, fregandosene di quello che avevo detto. «Perché?»

«Non ho fame.»dissi semplicemente.

«Sei sicura che non c'è altro sotto?»mi chiese lui.

«Cosa dovrebbe esserci?»ringhiai verso di lui. «A parte che sono stata marchiata contro la mia volontà e ora tutti mi fissano con stupore, come fossi una statua di grande valore?»

«Beh, sei stupenda, Mel! È normale che tutti ti guardino.»

Alzai gli occhi al cielo, sbuffando sonoramente. «Eh si, perché siccome mi guardavano così anche prima...»

«Magari tu non te ne sei mai accorta?»tentò di dire lui.

«Oh, Marte.»sospirai abbattuta, sedendomi sul letto e guardando il pavimento.

Non sentii neanche un minimo rumore, quando lui si alzò dalla poltrona e si fermò di fronte a me, prendendomi il mento con la mano e alzandomi il viso verso di lui. Quando i miei occhi si specchiarono nei suoi, sentii una sorta di solletico allo stomaco e ripensai a quando ero piccola e a quanto Adriano mi facesse divertire.





Oleee! Eccome di nuovoo con un altro capitolo! Finalmente sono riuscita ad aggiornare nuovamente la storia (e anche tutte le altre ahahaha). Allora, da qui si entra proprio nel pieno della storia, quindi già il Marchio di Adriano su Melissa ha il suo perché è il motivo, come avrete capito, non è solo per un'eventuale copertura, ma c'è un sentimento che è tra la vendetta e il possesso e la storia verrà poi spiegata più avanti. Fatemi sapere che vi pare e spero abbiate ancora la pazienza di aspettare i nuovi capitoli. Un bacio, Stefania ❤

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