Another new life.

di sheloveszayn
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Now, I hate New York! ***
Capitolo 2: *** Who is her? ***
Capitolo 3: *** Maybe I like you. ***
Capitolo 4: *** You can't have my lips. ***
Capitolo 5: *** I feel good, with you. ***
Capitolo 6: *** If I trust you? ***
Capitolo 7: *** Surprise! ***
Capitolo 8: *** Doubts. ***



Capitolo 1
*** Now, I hate New York! ***


Now, I hate New York

Ennesimo trasloco, mi tocca cambiare di nuovo amici, scuola, città e cominciare una nuova vita. Mia madre, con il lavoro che fa, è costretta a viaggiare molto ed io insieme a lei, stavolta si vola a New York. Dopo aver trascorso otto mesi in una piccola città del Kansas pensavo che la mia vita avesse trovato un po’ di pace, andava tutta a meraviglia: la scuola, gli amici era tutto perfetto. Dovevo trovare il coraggio per dire a Lauren, la mia migliore amica, che mi sarei trasferita a chilometri di distanza da lei, così presi il telefono e le inviai un messaggio:

“Lau dieci minuti e sono da te, ti devo parlare :)” 
“Ok.. ti aspetto <3”

Ero fuori casa sua ma non trovavo il coraggio di entrare, non trovavo le parole adatte per non farla soffrire e mentre il mio cervello elaborava qualche bel discorso per dirle addio, il mio corpo faceva a cazzi suoi e bussò il campanello. Quando mi aprì aveva stampato in faccia il suo solito sorriso a 32 denti, adoravo quel sorriso:
“Finalmente! Ce ne hai messo di tempo Taylor” mi disse abbracciandomi. Non risposi, mi limitai a sorriderle.
“Allora cosa dovevi dirmi di tanto urgente da non poter aspettare stasera?” mi chiese mentre entravamo in casa per poi sederci sul suo
divano in pelle nera. Aspettai un po’ prima di rispondere, non sapevo come cominciare, così dissi le prime parole che mi vennero in mente:
“Lauren devo partire!” lei mi guardò interrogativa.
“Ah e quanto starai via?” lo sapevo quella cogliona come al solito non aveva capito e mi toccava spiegarle tutto. Feci un lungo respiro, la guardai negli occhi e iniziai il mio monologo:
“Mia madre è stata trasferita di nuovo, stavolta a New York, non sarà una cosa di pochi giorni. Ha già comprato una casa lì, parto domani mattina presto.” A quelle poche parole vidi già i suoi occhi iniziare a gonfiarsi. Rimase inerme per un po’, poi prese coraggio e iniziò a parlare.
“New York? Ti trasferirai a New York? Mi stai dicendo che non ci vedremo più?” stavolta le lacrime iniziarono a scendere. Odiavo vederla piangere. Non sapevo cosa rispondere così mi limitai ad abbracciarla rassicurandola che non ci saremo perse. “Tu sei la mia migliore amica, non sarà di certo qualche chilometro a separarci” le disse stringendola tra le mie braccia e piangendo.
 
Sabato
Erano le 6.00 di mattina la macchina era già carica e mia madre continuava a sbraitare come solo lei sa fare. Mi assicurai di aver preso tutto e prima di andare diedi un’ultima occhiata alla mia camera color verde, adoravo quel colore.
“Devo aspettare ancora?” mi disse mia madre. Non le risposi continuando a camminare con in mano l’ultima valigia. La odiavo per quello che mi stava facendo ma tra l’altro non era nemmeno colpa sua. Mi sarebbe mancato tutto di quella città, non so se sarei riuscita a sopportare un altro cambiamento.
Dopo ore strazianti di viaggio arrivammo a 'casa'. Sapete quando vi dicono che New York ti conquista subito, con i suoi colori, le sue luci, bhè è così era stupenda anche se in quel momento la odiavo perché mi teneva lontana da Lauren. Dovevo ammetterlo quella casa era stupenda: era circondata da un enorme giardino con qualche sentiero in pietra per evitare di calpestare il prato, era tutta bianca e piena di finestre. Appena entrata ne rimasi incantata era altissima e spaziosa, non avevo mai avuto una casa così. Salii di sopra per vedere la mia stanza; era la più grande di tutte, aveva un enorme finestra che affacciava sulla strada principale e un’altra più piccola ma il panorama non era lo stesso, si vedeva la stanza di un ragazzo o almeno suppongo sia di un ragazzo a giudicare dalle condizioni di quella stanza, c’erano vestiti ovunque e il letto in disordine. Comunque sia, dopo aver fatto un tour per tutta la casa mi decisi a scendere giù per dare una mano a mia madre che aveva la capacità di urlare e saltellare di qua e di là anche dopo ore di viaggio.
“Io scarico gli ultimi bagagli tu porta tua sorella dentro che dorme ancora” ordinò mia madre. Continuai a non risponderle era troppo arrabbiata con lei, così presi mia sorella in braccio e la portai dentro. Ma quanto cavolo pesi Madison? Eppure hai solo cinque anni. Uscii di nuovo fuori per aiutare mia madre con le ultime valige dopodiché presi tutto ciò che era di mio possesso e lo portai in camera mia. Nel mettere tutto a posto persi la cognizione del tempo, si fece già ora di cena. “Taylor scendi è pronto” si esatto è mia madre, l’unica donna al mondo che è in grado di urlare sempre e non perdere mai la voce, mi irritava.
Scesi di sotto e la scena era davvero buffa c’erano Mad e mamma che litigavano:
“Mamma non voglio mangiare le verdure, almeno per stasera posso avere solo il gelato?” piagnucolava mia sorella.
“Ho detto di no! Adesso ti siedi e mangi quello che ho cucinato.” Le rispose mia madre. La questione andò avanti così per un po’ così decisi di prendere posto e iniziare a mettere qualcosa nel mio stomaco che non vedeva del cibo dalla mattina, troppo tempo per me.
“Tesoro mi passi dell’acqua?” da brava figlia passai l’acqua a mia madre continuando a fissare il mio piatto di insalata. “Per quanto tempo hai ancora intenzione di non parlarmi?” madre non rompere i coglioni e lasciami mangiare in santa pace. “Taylor ti sto parlando guardami in faccia e rispondimi” in preda alla disperazione dato che la voce di mia madre era l’unica che sentivo da più di 14 ore, alzai lo sguardo e le risposi.
“Non lo so mamma, so solo che ora gradirei finire la mia insalata senza sentire i tuoi continui lamenti.”
“Non permetterti più di rispondermi in questo modo. Sono sempre tua madre”.
Rispose quasi offesa.
“Ah si, sei mia madre? Come mai te lo ricordi solo quando ti fa comodo? Come mai non decidi di parlarmi quando devi dirmi che dobbiamo trasferirci per l’ennesima volta? E come mai non mi chiedi almeno una volta se sono d’accordo a lasciare la mia vita per il tuo lavoro del cazzo?” non rispose subito era in difficoltà. Appena stava per spiccicare una sillaba le squilla il telefono, classico!
“Aspetta rispondo e continuiamo il discorso” disse gesticolando con la mano.
“Mamma sono 17 anni che aspetto di parlare con te, non sei mai pronta ad ascoltarmi e poni sempre avanti il tuo lavoro” dissi agitandomi e alzandomi violentemente dalla sedia. Feci una corsa per le scale per raggiungere la mia stanza mentre sentivo mia madre urlare il mio nome. “Fanculo” dissi aprendo la porta e gettandomi sul letto. Presi il telefono e chiamai Lauren, già mi mancava terribilmente.
“Stronza sei solo da poche ora a New York e già ti sei dimenticata di me?” mi chiese ironica Lauren. “Non dirlo nemmeno per scherzo demente, ero impegnata a litigare con mia madre”.
“Come se fosse una novità. Stavolta il motivo è..”
rispose la mia amica lasciandomi continuare la frase.
“E me lo chiedi pure?! Mi ha portato lontana da te e dalla mia città e per l’ennesima volta non mi ha chiesto se fossi d’accordo. Non trova mai un momento per me e sta sempre al telefono. Non è che sia la migliore delle madri.”
“Taylor non dire così, lo sai che tua madre cerca sempre prima di tutto la felicità tua e di Mad, il lavoro le porta via molto tempo ma non per questo è una cattiva madre”.
Saggia la mia amica vero?!
“Lo s..” stavo per continuare il discorso quando dall’altro lato del telefono sento urlare “Lauren muoviti mi serve il telefono” “ti ho detto di aspettare coglione” “ho detto che è urgente e devi darmelo subito” “che palle Adam!” erano Lauren e Adam, suo fratello, che come al solito litigavano.
“Amore devo staccare, a quel bradipo di mio fratello serve il telefono” disse innervosita. Non risposi perché ero impegnata a ridere avendo appena assistito ad una delle litigate più idiote che potessero fare. “Taylor ci sei? Certo continua pure a ridere delle sfortune altrui, non è di certo colpa mia se ho un fratello deficiente”
“Non ti preoccupare Lau, ci sentiamo domani”
dissi tra una lacrima e l’altra per le troppe risate.
Casa nuova e vita nuova ma i compiti erano sempre gli stessi. Scesi giù per portare fuori la poca spazzatura che avevamo fatto, sentivo mia madre ancora parlare al telefono. Ci metteva poco diceva, avrebbe continuato il discorso con me diceva. Si come no. Rassegnata uscii e arrivai fuori al cancello di casa mia dove c’erano i cassonetti della spazzatura. Stavo per rientrare quando mi girai ed ad incrociare il mio sguardo fu un ragazzo che mi sorrise. Avevo un sorriso fantastico, metteva sicurezza. Ricambiai il sorriso anche un po’ imbarazzata. Era decisa a rientrare quando vidi che il ragazzo veniva verso me. Restai ad aspettarlo immobile non sapendo cosa fare e se non stava venendo da me? Avrei fatto la figura della cretina. Così guardai dietro e nel rigirarmi il ragazzo era già ad un metro da me.
“Ciao” mi disse sorridendo.
“Io sono Liam, tu sei la mia nuova vicina?” continuò. Da vicino era ancora più bello. Bene questa città inizia a farsi interessante.
“Io sono Taylor e si sono la tua nuova vicina” risposi sorridendo.
“Finalmente una vicina decente. Sai sono dieci anni che vivo qui e per dieci anni ho sempre avuto vicine vecchie e antipatiche, che mi rimproveravano di buttare la spazzatura troppo presto, di avere la musica troppo alta, di organizzare troppe feste.” Andò avanti così per un po’ facendo facce buffe. Mi fece ridere, era così spontaneo quel ragazzo riusciva a mettermi a mio agio.
“Sarò anche una ragazza ma anche a me dà fastidio la musica alta e il fatto che organizzi troppe feste” dissi ironica. Lui rise.
“Allora vuol dire che dovrò iniziare a dar retta alla mia vicina” stavolta era più serio. Mi sentii chiamare da mia madre che mi diceva di tornare dentro. Tempismo perfetto mamma.
“Ora devo andare. E’ stato un piacere Liam” lo congedai così con un sorriso spontaneo.
“Il piacere è stato tutto mio. Spero di vederti presto.. bhè ci vedremo spesso considerato che sei la mia vicina, cioè ci vedremo sempre perché abitiamo vicini..” quel ragazzo è parecchio logorroico  stava riprendendo a parlare velocemente gesticolando e facendo di nuovo quelle sue facce buffe. Lo interruppi altrimenti sarebbe potuto andare avanti per ore. Tra un sorriso e un altro rientrai in casa e andai subito di sopra, avevo bisogno di dormire. Entro nel mio comodo letto matrimoniale, mi infilai sotto le coperte e stavo per chiudere gli occhi ma ovviamente chiedere un po’ di tranquillità in questa casa è impossibile, infatti sentii bussare la porta.
“Posso?” disse mia madre dall’altro lato della porta.
“Entra” le dissi scocciata.
“Dormivi?” mi chiese. Ma guarda il mio intento era quello, poi una certa persona ha bussato e ha infranto ogni mio sogno.
“Volevo parlarti..” avanti spara se non ti rispondo non vuol dire che non ti ascolti.
“So che sei arrabbiata con me ed hai tutte le ragioni di questo mondo per esserlo, però vorrei solo che tu capissi che tutto questo che sto facendo è per voi” iniziò mettendomi una mano sulla spalla essendo sotto le coperte girata verso la finestra. “da quando tuo padre è morto..” al suono di quelle parole mi alzai e mi misi seduta in mezzo al mio enorme letto. L’argomento 'papà' era delicato per me non volevo che in casa se ne parlasse tanto.
“Puoi farmi il tuo discorso senza mettere papà di mezzo per favore?” dissi un po’ irritata.
“Amore so quanto ti faccia male ma sto cercando di dirti che da quando sono rimasta sola l’unica forza che ho siete voi. Sto male quando anche tu mi lasci sola, quando avrei bisogno del tuo appoggio, il lavoro non verrà mai prima di voi..” si fermò. Avevo un nodo alla gola, stava per piangere. Mi sono sentita crollare il mondo addosso, non è mai bello vedere la propria madre piangere soprattutto quando sai che lo fa per te, mi sono sentita terribilmente in colpa. Prima che potesse continuare a parlare l’abbracciai.
“Mamma scusa!” le dissi sincera. Quelle due semplice parole e quel forte abbraccio bastarono per cancellare tutte le incomprensioni di quei giorni. Mi sentii decisamente meglio. Non riuscivo a dormire, sarà stata la nuova casa e il discorso con mia madre o il mio nuovo vicino. Non so perché ma da quando si era presentato non facevo altro che pensare al suo sorriso.



Ciao a tutte :D
Ragazze questa è la mia prima fan fiction, penso si noti,
comunque spero vi piaccia. Fatemi sapere cosa ne pensate!






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Capitolo 2
*** Who is her? ***


 Who is her?

Lunedì mattina
Quella sveglia non smetteva di suonare. Era peggio della voce di mia madre quando urlava, fidatevi non era facile superarla.
Utilizzai tutti i metodi possibili per non ascoltare quell’assordante rumore ma niente da fare, fui costretta ad alzarmi.
Tolsi il cuscino che avevo sopra la testa, mi feci coraggio e scesi dal mio caldo e comodo letto. Andai in bagno per sistemarmi e la scena a cui dovetti assistere non era delle migliori. Avevo un aspetto spaventoso, i capelli non seguivano un filo logico, la sera prima dimenticai di struccarmi per cui il mascara era colato tutto sotto gli occhi; insomma, per farla breve, avrei potuto fare la protagonista di un film horror.
Scesi in cucina per fare colazione e sul tavolo trovai un biglietto lasciato da mia madre: “Sono dovuta uscire prima per accompagnare tua sorella a scuola, appena arrivo accompagno te. Ti voglio bene!”
Dato che erano ancora le sette decisi di prendermela con comodo. Mi preparai un enorme tazza di latte e cereali, andai in salone accesi la tv e mi sedetti sul divano. Non è che avessi proprio voglia di andare a scuola quella mattina. Dopo aver finito di mangiare guardai l’orario dall’orologio che era in cucina ed erano già le otto meno un quarto, diciamo che me l’ero preso troppo con comodo. Salii di corsa le scale per andare in camera a prepararmi.
Aprii l’armadio e presi la prima cosa che mi capitò: un paio di jeans, una semplice maglia bianca larga e le mie amatissime converse bianche. Andai in bagno mi lavai velocemente i denti e mi truccai appena. Erano le otto e di mia madre nemmeno l’ombra, la chiamai svariate volte e continuava a ripetermi che era bloccata nel traffico. Perfetto è il mio primo giorno in una scuola che non conosco e già sono in ritardo! Sentii il clacson della macchina di mia madre così presi la borsa che era sopra il tavolo della cucina e corsi fuori casa.
“Mamma devi correre sono in un ritardo pazzesco!” mia madre come risposta mi lanciò uno sguardo di intesa. E fu così che mi ritrovai nel bel mezzo di una gara automobilistica. Mia madre spingeva contro l’acceleratore, superava chiunque avesse davanti, non rispettava nessuno dei segni stradali, ho visto tutta la mia vita passarmi davanti agli occhi. Finalmente arrivai a scuola, salutai mamma con un bacio e mi catapultai fuori dalla macchina. Il cortile era deserto, erano già tutti dentro. Corsi fino all’entrata e ad aspettarmi c’era un uomo grosso, con degli enormi baffi grigi, una tuta con su scritto Bob e con le braccia conserte.
“Mi scu.. mi scusi sono in ritardo, mi può lasciare passare?” gli dissi con il fiato alla gola appoggiando le mani sulle ginocchia.
“Mi dispiace ma non puoi passare. Sarai costretta a tornartene a casa.” Senti scimmione o mi lasci passare o.. o.. o cosa?! E va bene per stavolta hai vinto tu. Ma la guerra è aperta. Stavo per voltare le spalle e andarmene quando pare che in King Kong si accese un briciolo di umanità:
“Puoi provare a passare per la porta di servizio” mi disse. Come una bambina che scarta il suo regalo di Natale mi si illuminarono gli occhi e corsi verso il retro della scuola. Nel correre attraverso quella minuscola porta la borsa si bloccò nella maniglia. Una semplice domanda, ma che ho fatto di tanto male per essere così sfigata? Nel tentativo di liberarmi dalla presa di quella porta sentivo qualcuno che da dietro urlava qualcosa.
“Senti tesoro sono ritardo, non posso perdere tempo. Mi lasci passare?” ah giusto perché io sono qui a litigare con una porta per puro divertimento vero? Ci mancava solo sto cretino.
“Innanzitutto tesoro ci chiami tua sorella e poi non vedi che..” mi girai per guardare questo deficiente negli occhi ma nel farlo mi bloccai di colpo. Era stupendo, aveva gli occhi più belli che avessi mai visto, uno sguardo così intenso, una bocca che sembrava disegnata. Rimasi immobile per circa cinque minuti e molto probabilmente avevo anche la bocca aperta, lo so non è il modo migliore per presentarsi ad un ragazzo. Vedevo solo le sue labbra muoversi e le sue mani agitarsi, del suo lungo discorso riuscii a capire solo le ultime parole “..quindi un imbranata che blocca il passaggio è l’ultima cosa di cui ho bisogno” disse con un tono alterato. Mi bastarono solo quelle poche parole per cancellare la visione angelica che avevo creato nella mia mente. Bello ma odioso.
“Sai cosa? Sono in ritardo il mio primo giorno di scuola, la giornata è iniziata malissimo e un cretino che mi mette fretta è l’ultima cosa di cui ho bisogno. Quindi se Mr. Presunzione vuole darmi una mano ce ne usciamo prima da questa spiacevole situazione.” Gli risposi a tono. Così insieme cercammo di liberare la manica della borsa dalla maniglia della porta. Nel frattempo il ragazzo farfugliava cose incomprensibili, si lamentava peggio di mio nonno. “Almeno sei carina” disse.
Lo fulminai con lo sguardo ma lui non se ne accorse o almeno così sembrava. Finalmente la porta decise di liberare i suoi ostaggi e subito mi incamminai in quel lunghissimo corridoio.
“Ci vediamo in giro imbranata.” Era la voce di quell’odioso ragazzo che da lontano mi salutava con una mano e un sorriso da demente. Gli feci il dito medio e mi diressi verso la mia classe. Ci misi un po’ a trovarla, girovagai per i corridoi con un foglio in mano con su scritto la mia aula e il mio orario. Prima ora francese, indovinate un po’?! Odiavo il francese.
Finalmente raggiunsi la mia classe. Mi bloccai fuori la porta per qualche secondo prima di entrare, feci un lungo respiro, allungai la mano e aprii la porta.
Buon giorno! Mi scusi il ritardo.” Dissi un po’ imbarazzata al professore che era già impegnato a spiegare qualcosa per me incomprensibile. Sarebbe stata meglio una lezione di arabo.
“Tu devi essere Taylor Backer, la ragazza nuova. Prego accomodati pure dove vuoi. E che questi ritardi non capitino più” era la prima persona gentile che incontrai quella mattina. Mi diressi verso i banchi in cerca di un posto libero. Mi sentivo osservata da tutti quei ragazzi che non conoscevo. Mi osservavano come fossi un’aliena. Già, ero ‘quella nuova’. Girai lo sguardo e vidi una ragazza che mi accolse con un gran sorriso e che mi faceva segno di sedermi vicino a lei. Quel sorriso mi ricordava Lauren, un po’ le assomigliava. Forse per questo non esitai un attimo ad accettare il suo invito.
“Ciao! Io mi chiamo Sophie Gray ” disse allungando la mano verso di me.
“Ciao io sono Taylor” le dissi stringendole la mano.
“Non spaventarti se ti guardano in modo strano. All’inizio non sono molto cordiali, possono metterti a disagio ma poi passerà” mi disse la bionda sempre sorridente.
“Me ne sono accorta” dissi ridendo a bassa voce per non farmi sentire. Ma il mio piano fallì dato che il professore ci richiamò.
Quella giornata fu straziante ma passò abbastanza velocemente. Usciti dall’aula la situazione che trovai all’esterno era paragonabile alla prima guerra mondiale: ragazzi che correvano di qua e di là, ragazze che urlavano e i professori che cercavano di richiamare l’ordine, ma ovviamente non furono presi in considerazione. “Vieni ti faccio conoscere i miei amici” mi disse Sophie prendendomi per un braccio e portandomi chissà dove.
“Ciao ragazzi!” disse lei avvicinandosi ad un gruppo di ragazzi. Li guardai più attentamente e tra di loro c’era anche Liam. A quella visione fu invitabile sorridere, lui mi riconobbe,  infatti mi sorrise subito. Mi stavo per avvicinare a lui e salutarlo quando il mio sguardo incontrò quello di Mr. Presunzione che era proprio di fianco a Liam. Mi bloccai sul posto e il mio sorriso se spense in un attimo. Non riuscivo a sopportare la sua presenza e quella sua aria di superiorità.
“Lei è Taylor” disse Sophie indicandomi presentandomi a quei tre ragazzi. Uno di loro mi era nuovo. Aveva due bellissimi occhi verdi, un sorriso dolcissimo e dei bellissimi capelli ricci. Fu proprio lui il primo a presentarsi.
“Ciao io sono Harry.” Aveva una voce bellissima. Ricambiai con un sorriso. Liam aspettò il suo turno per salutarmi.
“Taylor!” urlò quasi sorpreso. Non esitò ad abbracciarmi. Mi trovò impreparata, non sapevo come comportarmi così un po’ titubante ricambiai l’abbraccio.
“Voi due vi conoscete?” urlarono in coro Sophie e il tipo odioso.
“Si lei è la mia nuova vicina. Quella di cui vi ho parlato l’altro giorno.” rispose Liam. Ebbi una strana sensazione al suono di quelle parole. Perché aveva parlato di me ai suoi amici? Ma soprattutto cosa aveva detto?
“L’imbranata è la tua vicina allora!” disse il moro con un sorrisetto del cazzo al quanto irritante. Adesso il mio nome è ‘imbranata’?
“Spero di non averti fatto fare troppo tardi stamattina” risposi innervosita.
“Quindi lei è la stessa ragazza tanto carina di cui ci hai parlato stamattina Zayn?” disse il riccio. E’ così che si chiama allora, Zayn. Il moro rivolse uno sguardo assassino ad Harry che rise divertito. Cosa c’è Zayn? Sei tanto forte e poi hai vergogna ad ammettere che mi trovi carina?
“Finalmente questo strazio è finito! Mi sei mancata piccola!” perché urlano tutti in questa scuola? Mi girai e quella che vidi fu una scena bellissima. Sophie fu travolta da un bellissimo ragazzo che l’abbracciò forte. Era più alto di lei quindi la copriva totalmente, sembrava così piccola vicino a lui. Il ragazzo prese la testa della bionda fra le sue mani e la baciò dolcemente. Lei si alzò sulle punte per poterlo baciare meglio e mise le sue mani intorno al suo collo mentre lui la stringeva forte a sé. In quel momento ho invidiato Sophie, si vedeva che quel ragazzo la amava follemente. Si notava dal modo in cui la baciava, in cui l’abbracciava, il modo in cui la guardava. Anch’io avrei voluto essere amata così da qualcuno. Quel ragazzo era accompagnato da un biondino dagli occhi celesti. Perché sono tutti così dannatamente belli qui?
Il biondino si avvicinò a me presentandosi: “Ciao io sono Niall”.
Stavo per rispondere quando fui travolta dal ragazzo di Sophie che sovrastò Niall.
“Tu devi essere Taylor. Io sono Louis, il fidanzato di Sophie” disse con voce squillante.
“Lou non aggredirla!” disse ridendo Liam allontanandomi con un braccio.
Ci dirigemmo verso l’uscita e prima di tornare a casa ci fermammo in un bar. Sophie mi disse che era una tappa abituale che facevano sempre una volta usciti da scuola.
Ci sedemmo al bar ma l’unico che ordinò qualcosa fu Niall. Non avevo mai visto nessuno divorare delle frittelle come faceva quel ragazzo.
“Come mai ti sei trasferita a New York?” mi chiese Harry.
“Mia madre è costretta a viaggiare molto per lavoro e stavolta dal Kansas ci siamo trasferiti qui” risposi.
“Il Kansas! Posto interessante. Ne ho sentito parlare bene” disse Niall con un boccone di frittella in bocca.
“Niall ingoia prima di parlare. Hai sempre avuto questo vizio, finirai per affogarti” disse Sophie.
“Bionda non ti preoccupare. “ rispose Niall. Era una scena buffa. Sophie sembrava la madre che riprendeva suo figlio. Fu per questo che a tutti scappò una risata.
Dopo un po’ ci salutammo e tornammo a casa. Io e Liam ci avviammo insieme dato che dovevamo percorrere la stessa strada.
“Mi ha fatto piacere rivederti oggi a scuola. Scusami per i miei amici, sono fatti così, sai sono molto.. espansivi.” Iniziò Liam.
“Figurati, sono stati carinissimi. Forse un po’ troppo espansivi, si.” Dissi ridendo, scaturendo anche una sua risata. Arrivammo a casa, forse troppo presto. Avrei voluto che quel tragitto fosse durato di più, in sua compagnia stavo bene. Liam era il tipico ragazzo della porta accanto.
“Stasera andremo tutti da Harry, ti va di venirci con me?” mi chiese Liam prima di rientrare.
“Va bene.” Accettai subito, anche un po’ lusingata.
“Allora a stasera. Sarò qui da te per le nove.” Mi disse sorridendo. Così lo salutai con la mano ed entrambi entrammo in casa. Appena misi piede in casa salutai mamma che subito mi fermò prendendomi per un braccio:
“Che è successo?” mi chiese.
“Non è successo niente mamma. Perché me lo chiedi?”
“Hai un’aria diversa. Centra di sicuro un ragazzo.”
Disse sicura di sé. A mia madre non ho mai potuto nascondere nulla, per questo tra me e lei non ci sono mai stati troppi segreti. Davvero Liam era riuscito a farmi cambiare umore con così poco? Quel ragazzo ebbe un notevole influsso su di me, fin dall’inizio. Non risposi a mia madre ma le feci uno sguardo che lei capì sicuramente fu per questo che non mi fece altre domande. Il pomeriggio passò abbastanza velocemente e non capivo perché ma ero in ansia per la sera che mi aspettava. Stavolta scelsi più accuratamente cosa mettere così iniziai a preparami due ore prima dell’appuntamento. Aprii l’armadio mi sedetti sulla punta del letto e iniziai a scrutare ciò che vi era all’interno. Quell’armadio era pieno di vestiti ma non sapevo mai cosa mettere. Dopo circa mezz’ora passata solo a guardare i miei vestiti ma senza prendere niente mi alzai e decisi di indossare un paio di shorts di jeans, una t-shirt bianca a mono spalla con dei disegni blu e degli stivaletti neri con delle borchie. Dato che la serata era abbastanza ventilata indossai anche un giubbino corto in pelle nera. Sul trucco rimasi sempre molto leggera, non mi è mai piaciuto truccarmi troppo. Misi solo del mascara e un po’ di blush sulle guance. Erano già le nove e venti, come al solito anche se mi ero preparata con due ore di anticipo ero in ritardo. Mi affacciai alla finestra e Liam era già giù, ma non era solo, era in compagnia di qualcuno che non riuscivo a vedere bene forse era Sophie.
“Ciao mà!” dissi a mia madre che era in cucina insieme a Mad, scendendo di corsa le scale.
“Ciao tesoro. Non fare troppo tardi.” Sentii mia madre urlare in lontananza.
Uscii dal cancello con un enorme sorriso e le farfalle allo stomaco. Ero contenta di passare una serata in compagnia di Liam. Mi girai per salutarlo e a quanto pare non ero l’unica che voleva passare una bella serata con lui. Il moro era in compagnia di una bella ragazza dai lunghi capelli ricci neri che gli teneva la mano. Persi nuovamente il sorriso, mi gelai. E adesso questa chi è? E perché è così attaccata a Liam?
 
 
Arieccomi girls! Non credevo di poter iniziare anch’io una ff
e invece eccomi qui che mi ritrovo a scrivere già il secondo capitolo.
Se siete curiose di sapere chi è questa misteriosa riccia, continuate a leggere :)
#waitingfor3rdchapter
alla prossima belleee!

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Capitolo 3
*** Maybe I like you. ***


 Maybe I like You.

“Piacere io sono Lisa” disse la riccia allungandomi la mano. Non risposi subito e non ricambiai quel gesto formale della mano.
“Io sono Taylor” dissi un po’ irritata. Si forse non avevo motivo di essere arrabbiata con Liam, ma vederlo abbracciato ad un’altra ragazza mi dava fastidio. La situazione era imbarazzante, nell’aria si avvertiva una certa tensione, Liam sembrò accorgersene e per sdrammatizzare iniziò a sparare qualche cazzata delle sue: “Fa davvero caldo stasera, vero?” disse.
“Liam ci saranno cinque, sei gradi al massimo”. Rispose Lisa.
“Ah già..” rispose imbarazzato. Forse se stavi zitto era meglio.
 
Il tragitto durò poco, fortunatamente casa di Harry era molto vicina alla mia, impiegammo 10-15 minuti al massimo.
Quando arrivammo c’erano già tutti: Niall e Zayn erano seduti a terra a giocare a chissà quale stupido gioco; Louis e Sophie erano insieme, ovviamente. Lei era seduta sul divano tra le sue gambe mentre lui le cingeva i fianchi. Confermo la mia ipotesi, quei due erano fatti l’una per l’altra. Poi c’era Harry che andava avanti e indietro dalla cucina per portare quello che c’era da mangiare sotto lo sguardo indifferente degli altri. Begli amici.
“Ciao ragazzi!” ci disse Niall vedendoci arrivare.
Non persi tempo e mi sedetti vicino a lui. “Ciao mora!” mi salutò sorridendo. Come risposta gli scompigliai quel suo ciuffo biondo, prendendo un po’ di pop corn che, chissà perché, erano proprio di fianco a lui.
“Ciao Kansas!” disse Louis. Ora anche Kansas?! Ricapitolando mi hanno chiamata: vicina, imbranata, Kansas e mora. Ma Taylor è così difficile da imparare?
“Ciao Lou”. Risposi sorridente.
“Ciao eh?!” mi disse Zayn.
“Ciao. Scusa non ti avevo visto” gli dissi con un sorriso provocatorio. Invece l’avevo visto e come. Non potevi non notarlo, si, mi stava sulle palle ma quanto era bello! Quello sera lo era particolarmente eppure non avevo nulla di speciale rispetto agli altri giorni.
“Liam, alla fine si ritorna sempre alle origini..” disse Harry a bassa voce per evitare di farsi sentire. Si guardarono e si sorrisero. Basta la curiosità ora è troppa, devo sapere questa chi è!
“Ragazzi giocate alla play da ore perché non vi staccate un po’?” disse Louis rivolgendosi a Niall e Zayn.
“Lo dici solo perché in realtà vuoi giocarci tu” rispose Zayn impegnato a torturare il joystick e tenendo lo sguardo fisso su quegli omini che andavano avanti e indietro rincorrendo una palla.
“I patti sono patti Zayn, è il turno mio e di Sophie”. Rispose Louis. Assistevo sempre divertita a quelle scene, sembravano degli eterni bambini, forse proprio perché si conoscevano da quando erano piccoli. Amavo questa complicità che c’era tra di loro, si avvertiva ed ero contenta che volessero che ne facessi parte.
“Amore dai è inutile litigare. Quando hanno finito giochiamo noi, perché hai così tanta fretta di perdere?”. Disse Sophie a Louis per provocazione. Quella frase ci fece ridere tutti.
“E’ inutile ridere. Tu parli così solo perché in realtà mi temi”. Rispose Louis facendole il solletico facendola cadere dall’altra parte del divano.
Erano tutti impegnati in qualcosa e dopo essermi fatta miseramente distruggere alla play da Niall mi accorsi dell’assenza di Liam e Lisa. Mi alzai da quel freddo pavimento che avevo fatto diventare il mio sedere quadrato e con lo sguardo cercavo i due eremiti.
“Se cerchi Liam è fuori con Lisa. Fossi in te non li disturberei” disse quell’irritante ragazzo appoggiando una mano sul mio fianco e avvicinandosi da dietro al mio orecchio.
“Non cerco nessuno Zayn, mi sono alzata solo per sgranchire un po’ le gambe..” dissi negando l’evidenza.
“Bhè io ti ho avvertita. Era solo un consiglio.” Disse, stavolta, mettendosi di fianco a me.
“Non ho bisogno dei tuoi consigli, ma grazie lo stesso”. Dissi tenendo fisso lo sguardo fuori dalla finestra.
“Dimmi la verità non sapevi che Liam fosse fidanzato?” quella parola mi fece uno strano effetto.
“Certo che lo sapevo”. Dissi mentendo ancora una volta.
“E allora perché sembri così delusa?” ora capite perché lo reputo irritante!?
“Zayn ma che cavolo vuoi da me? Non hai di meglio da fare?”
“Sai una cosa? Sei davvero antipatica”.
“Io non sono antipatica. Lo sono solo con chi non mi piace”.
Dissi con le braccia conserte sempre senza incontrare il suo sguardo.
“Quindi io non ti piaccio?” perspicace Zayn! Non risposi, feci solo una mossa con le spalle.
“Ti farò cambiare idea..” disse avvicinandosi di nuovo al mio orecchio e toccandomi la schiena per poi allontanarsi. La sua voce così vicina mi procurò un brivido. Aveva una voce così calda e intensa capace di farti assentare dal Pianeta Terra se solo l’ascoltavi per qualche secondo.
“Tay vieni fuori con noi” mi invitò Harry con un gesto della mano. Finalmente uno che mi chiama con il mio nome, non era per intero ma meglio di niente.
Ecco quello che non volevo vedere; Liam e Lisa attaccati che ridevano e scherzavano spensierati. Quella ragazza mi irritava. Si lo so starete pensando ‘ma a questa la irrita tutto’, voi come vi sentireste se scopriste che il ragazzo che vi piace in realtà è fidanzato?! Ad ogni modo mi feci coraggio e mi sedetti vicino Sophie che miracolosamente non era con Louis. Ci sedemmo tutti in cerchio e rimanemmo lì per un po’, parlammo per parecchio tempo. Dopo un po’ presi il cellulare per vedere l’orario e c’erano tre messaggi tutti di Lauren:

AAA cercasi la mia migliore amica.”
“Non vorrei disturbarti, ma ti ricordo che dovevi chiamarmi u.u”
“Oddio la mia amica è stata rapita dagli alieni. AIUTOOOOO!”  

Leggendo l’ultimo messaggio non potetti non ridere. Ho un’amica decelebrata lo so. Mi mancava terribilmente. Mi allontanai dalla massa indicando a Sophie il telefono e lei capì.
“Aiutami Lau, gli alieni non vogliono liberarmi. Vieni a salvarmiii!” dissi a Lauren ricollegandomi al suo messaggio. Lei scoppiò in una risata che mi ruppe i timpani.
“Quanto sei cretina. Cos’hai da fare di così importante da non potermi chiamare?”
“Lau sai com’è città nuova, amici nuovi, sto cercando di seguire i ritmi di questa città. Scusa.”
“Che non si ripeta più”
rispose ironica.
“Allora? Dimmi tutte le novità che hai in serbo per me” continuò esaltata.
“Nessuna novità, mi manca la mia città e mi mancano tutti i miei vecchi amici. Vorrei ritornare da voi. Però non mi lamento.”
“Anche tu ci manchi. Soprattutto ad una certa persona. Sai Chris chiede in continuazione di te.”
Si Chris, era il ragazzo con cui ‘stavo’ quando ero ancora in Kansas. Lui mi piaceva tanto ma era un perfetto stronzo, arrogante, si credeva superiore a tutti e quando stavamo insieme non faceva altro che stuzzicarmi, un gioco che mi piaceva ma che dopo un po’ stancava. Ferme tutte, mi sbaglio o ho appena fatto la descrizione di qualcuno che conosco? Arrogante, pieno di sé, STRONZO, si senza dubbio Zayn gli assomigliava molto sotto quest’aspetto.
“Bhé dì a Chris che se ha voglia di sapere come sto potrebbe anche mandarmi un messaggio. Anzi no resetta tutto quello che ho detto. Che cancellasse anche il mio numero.”
“Dai che in fondo ti piace ancora.”
Disse Lau per farmi arrabbiare. Ci stava riuscendo.
“Si?! Arrivo subito. Lau scusa ma devo proprio andare mi stanno chiamando. Ciao ti voglio bene.”
“Ma che.. non è vero non ti sta chiamando nessuno. Taylor non fare la str..”
troppo tardi. Non potette continuare la frase che le attaccai il telefono. Ottimo modo per evitare un argomento che non volevo affrontare. Dopo nemmeno cinque minuti mi arriva un suo messaggio: “Stronza non ti azzardare più ad attaccare mentre parlo. Ti voglio bene!”

“Di nuovo tra noi? Finalmente” disse Liam vedendomi tornare. Allora ti sei accorto che ci sono anch’io?  Feci un sorriso e ripresi il mio posto. Si se non fosse occupato da Louis, così dovetti cercarmi un’altra postazione e sfortunatamente capitai tra Lisa e Zayn. Ero seduta solo da qualche minuto quando fui costretta a rialzarmi perché Liam voleva parlami. Avevo una vaga idea di quella che voleva dirmi ma ero comunque curiosa.
“Vieni, entra.” Disse Liam facendomi strada con una mano dentro casa.
“Ti volevo chiedere scusa” riprese.
“Scusa per cosa? Non hai fatto nulla per cui io debba scusarti.” Risposi così per non risultare troppo pesante.
“E invece si e tu lo sai bene. Non ti ho detto che stavo con Lisa e ho visto che ne sei rimasta un po’ sorpresa.” Ma si notava così tanto che mi piaceva Liam?
“Se io non ti ho detto nulla è perché quando ti ho conosciuta io e lei non stavamo insieme..”
“Liam non mi devi alcuna spiegazione.”
Lo interruppi prima che potesse continuare.
“Invece si, lasciami finire. Tra me e Lisa la storia è un po’ complicata, stiamo insieme da circa sei mesi però ci conosciamo da più tempo, tre anni quasi. In questi sei mesi ci siamo lasciati parecchie volte, forse perché siamo incompatibili, siamo molto diversi, però alla fine ritorno sempre da lei, forse perché mi sono reso conto che mi piace davvero tanto, con lei ci sto benissimo, posso essere me stesso..” all’improvviso, senza accorgermene, mi ritrovai nel bel mezzo de ‘La vita di Liam Payne: un interessante viaggio nella vita di un comune teenager’. Da brava ragazza stessi zitta durante tutto il suo lungo monologo e ascoltai tutto quello che aveva da dire. Apprezzai comunque le sue scuse, erano sincere e si vedeva.
Non facemmo in tempo ad uscire di nuovo fuori che si spostarono tutti dentro. Ripresi il telefono per ricontrollare l’orario, dato che prima avevo fatto tutto fuorché quello.
“Ragazzi si è fatto tardi io devo ritornare.” Mi alzai per divulgare la mia interessante notizia a tutti.
“Aspetto vengo con te.” Disse Zayn alzandosi.
“No non ti preoccupare vado  da sola.” Dissi per evitare di passare più cinque minuti sola in sua compagnia.
“No sul serio, ti accompagno io sono anche con la macchina.” Guarda moro che la mia non era un’esortazione quindi riporta quelle chiappe sul divano e sta zitto. Comunque non rifiutai anche perché non sono la persona più atletica di questo mondo e la mia pigrizia non voleva proprio che io camminassi.
“Buona notte a tutti.” Disse Zayn.
“A domani ragazzi.” Lo imitai io.
Arrivammo fuori e Zayn mi fece strada fino alla sua macchina. Vedi un po’ che macchina. Era uno di quei fuoristrada enormi, era di un nero vernice, anche i finestrini erano dello stesso colore. Per entrare ci misi un po’, sapete non è che sia proprio altissima e l’altezza di quell’auto non mi aiutava. Mentre riuscivo nell’ardua impresa Zayn era già al volante che avendo assistito a quell’esilarante scena gli scappò una risata.
“Cazzo ridi Malik?” dissi aggiustandomi la cintura di sicurezza.
“Sei buffa.” Disse ridendo.
“Spero per te sia un complimento.” Risposi incrociando le braccia per il freddo.
“Hai freddo?” mi chiese.
“Si un po’.”
“Ti accendo il riscaldamento. Così va bene?”
mi chiese dopo avermi accontentato. Risposi con un cenno del capo. Era strano vedere Zayn prendersi cura di me. Forse ho fatto male a giudicarlo troppo presto.
“Zayn fermati qui, questa è casa mia.” Gli dissi indicandogli casa con un dito.
“Siamo già arrivati.. che peccato”. Disse guardandomi. Allora forse non mi hai capito che così non devi guardarmi. Stavo per perdermi di nuovo nel mio fantastico mondo ma riuscii a schivare il suo sguardo e a ritrovare la mia sanità mentale.
“Grazie per il passaggio.” Dissi aprendo lo sportello della macchina e avvicinandomi al suo lato.
“Quando vuoi.” Rispose lui. Notavo che il suo sguardo, il modo in cui mi guardava era diverso e stava facendo un certo effetto anche a me. Ma no, non potevo cedere di nuovo, basta stronzi pieni di sé.
“Si ma non ti ci abituare. Da domani torniamo ad odiarci, ok?” gli dissi porgendogli la mano per sdrammatizzare la situazione.
“Va bene, da domani tu cominci ad essere la solita stronza..”
“..e tu il solito stronzo.”
Continuai. Ci scambiammo gli ultimi sorrisi di pace e poi voltai le spalle per rientrare.
Entrai in casa e tutto quello che desideravo era tornare da lui, il mio letto.
Mi ci scaraventai sopra e quando stavo per chiudere occhio il telefono si illumina, quella luce in quel momento per me era accecante. Era un messaggio di un numero che non conoscevo: “Buona notte <3 p.s: ho rubato il tuo numero da Sophie.”
Non solo mi hai distratta dal mio sonno, ma non scrivi nemmeno chi sei? Ero troppo stanca per rispondere e per risolvere l’enigma, quindi posai il telefono, stavolta però lo spensi per evitare che potessi essere di nuovo disturbata. Cercai di riprendere sonno però ammetto che ero curiosa di sapere chi fosse;  forse, dentro di me, speravo che fosse lui..
 
 
i’m baaaaack!
Che ne pensate? Vi piace questo terzo capitolo?
Già da qui si iniziano a capire un po’ di cose, ma la storia è ancora lunga,
c’è ancora molto da scrivere.
Continuate a leggere se vi va. Alla prossima <3
 

 

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Capitolo 4
*** You can't have my lips. ***


 You can’t have my lips.
 
Quella notte passò molto velocemente, o almeno a me sembrò così. Dato che erano già le sette mi alzai e andai subito a lavarmi. Misi le prime cose che trovai nell’armadio, scesi giù in cucina e addentai un cornetto, il tutto con gli occhi ancora chiusi per il sonno. Miracolosamente quella mattina ero in perfetto orario e così mia madre ebbe la brillante idea di farmi andare a scuola a piedi.
La salutai con un bacio sulla guancia e con l’altra posai il cornetto, a cui avevo dato solo due o tre morsi, sul tavolo.
Uscii dal cancello di casa e mi avviai verso scuola. Faceva abbastanza freddo così alzai il cappuccio della mia amatissima felpa, lasciando fuori la mia lunga treccia e misi le mani nelle tasche. Percorsi un po’ di strada con gli occhi chiusi, quell’atmosfera mattutina, quando tutti ancora dormono, con il sole che inizia ad intravedersi tra le foglie degli alberi, era tutto così bello e rilassante.
La mia quiete fu però disturbata da qualcuno che non riuscii a riconoscere subito.
“Tay fermati.” Mi girai e quello che riuscii ad intravedere fu un ragazzo che correva verso di me facendomi segno di aspettare con una mano. Credo fosse Liam. Ne ebbi la certezza quando mi raggiunse.
“Stai andando a scuola?” mi chiese. No Liam alle 7.45 del mattino mi diverte scendere per strada a prendere freddo e rischiare di farmi buttare sotto da una macchina presa totalmente dal sonno.
Dato che da quando ero ‘sveglia’ dalla mia bocca non uscì ancora nessun suono non avevo intenzione di cominciare proprio in quel momento, così mi limitai a fare cenno di sì con la testa. Liam sorrise, forse perché si accorse che quella mattina assomigliavo ad un orso appena uscito dal letargo.
“Come stai?” iniziò il moro per fare un po’ di conversazione, poiché, fosse stato per me, avremmo potuto proseguire in silenzio fino a scuola. Stavolta dovetti rispondere.
“Bene, tu come stai?” chiesi fingendomi interessata. Non che non mi importasse di Liam ma appena sveglia non sono la persona più adatta per fare conversazione.
“Sto bene, soprattutto dopo averti parlato. Temevo fossi ancora arrabbiata con me.” Mi disse rivolgendo lo sguardo verso il basso e mettendo le mani nelle tasche.
“Liam tu sei troppo paranoico.” Iniziai. Lui mi guardò interrogativo. “Non devi preoccuparti, non hai nessuna colpa ed io non ho motivo di essere arrabbiata con te.” Al suono di quelle parole accennò un sorriso.
“Come mai non sei con Lisa?” dissi dopo qualche minuto di silenzio. Liam non sembrò sorpreso da quella domanda, forse se l’aspettava.
“Lei non frequenta la nostra stessa scuola, forse è questo uno dei motivi per cui litighiamo spesso. Ci vediamo sempre dopo scuola ma a volte per i suoi impegni o per i miei riusciamo a vederci poco.” Rispose prontamente. Sembrava non aspettasse altro, ogni volta che parlava di lei gli brillavano gli occhi. Quella ragazza suscitava un po’ di gelosia in me e potete immaginare il perché.
In meno di quindici minuti arrivammo a scuola. Ad aspettarci c’erano Sophie abbracciata come suo solito a Louis e Zayn. Mi sorprese non vedere Niall ed Harry.
La mia attenzione cadde involontariamente su Zayn, che vedendo arrivare me e Liam insieme fece una strana smorfia a cui però non diedi peso.
“Taylooor”. Disse la bionda catapultandosi su di me, lasciando la presa di Louis.
“Sophie. Da quanto non mi vedi?!” chiesi retorica.
“Bhé se ti dà fastidio dimmelo non ti abbraccio più.” Disse ironica voltandomi le spalle. Così le saltai addosso per farmi perdonare e a giudicare dalla sua reazione mi perdonò. Amavo già quella ragazza, sarà che mi ricordava Lauren, ma riusciva a farmi sempre tornare il sorriso.
“Ciao Lou.” Gli dissi alzando la mano pronta per un ‘cinque’ che ricevette subito.
“Ciao Kansas!” rispose lui. Ormai il mio soprannome era quello. Ma se era Louis a dirlo non mi dispiaceva.
Stavolta salutai anche Zayn, sforzo davvero enorme. Lui ricambiò con un semplice gesto della testa.
Perfetto la missione ‘irritare Taylor anche stamattina’ è riuscita Zayn, complimenti. Quel ragazzo era strano la sera prima quasi ci prova con me e il giorno dopo non riesce nemmeno a dirmi un ‘ciao’. Ripensando a quella sera mi venne in mente del misterioso messaggio che ricevetti:
Buona notte <3
p.s: ho rubato il tuo numero da Sophie.”
 Me n’ero completamente dimenticata e dovevo assolutamente scoprire di chi era.
“Niall e Harry?” chiese Liam mentre ci avviavamo verso le nostre classi.
“Salteranno la prima ora perché abbiamo il compito di chimica.” Rispose Zayn. Ah allora e solo con me che non parli. Dimenticavo della promessa che ci eravamo fatti, oggi tornava ad essere il solito stronzo. Almeno posso dire che era uno di parola.
Io e la bionda arrivammo subito davanti la porta della nostra aula, Sophie salutò Louis con un bacio sulle labbra e così entrammo. Raggiungemmo molto velocemente le nostre solite postazioni: ultimo banco, in fondo a destra. Ottimo posto per dormire senza che nessuno ti veda e sembrava proprio che quello fosse il mio piano per la giornata. Ve l’ho già detto che sono pigra? In tal caso, penso l’abbiate capito da soli.
Il professore di matematica continuava a spiegare, benché mi piacesse tanto quella materia non ascoltai una sola parola di quello che diceva. Dovevo scoprire chi fu a mandarmi quel messaggio.
“Sophie per caso sai chi mi ha mandato questo messaggio ieri sera?” le dissi a bassa voce facendole leggere il messaggio. Non rispose subito, prima si limitò a sorridere compiaciuta.
“Sophie?!” la esortai a rispondere.
“Sapevo che avrebbe ceduto alla fine. E’ fatto così. Ecco perché ieri mi chiedeva in continuazione il telefono.” Disse come se stesse parlando tra sé e sé. Pronto amica? Io sono qui.
“Di chi stai parlando?” le chiesi più curiosa che mai.
“Credo sia Zayn. Ieri ha insistito tanto perché gli dessi il telefono e non ha voluto dirmi il perché.” Finalmente mi rispose. Non fui sorpresa da quella risposta, molto probabilmente perché speravo fosse stato lui. Lo ammetto mi fece piacere ricevere quella notizia, così sorrisi istintivamente.
“No! Non dirmi che ti piace? Pensavo vi odiaste.” Disse ridendo Sophie. Scossi la testa per mandar via l’immagine di Zayn dalla mia mente.
“Ma che! Non vedi quanto è antipatico? A me non piacciono i tipi come lui.” Risposi.
“Lui si comporta così solo con le ragazze che gli piacciono.” Quelle parole catturarono subito la mia attenzione. “Zayn è uno che non si affeziona molto facilmente, però se riesci a farti amare credimi è completamente diverso dal Zayn che vuole farti vedere. Dà tutto sé stesso, ti dà la sua completa fiducia, devi essere davvero speciale per riuscire a catturare la sua attenzione. Forse non dovrei dirtelo, ma credo che tu ci sia riuscita. Certo tu sei speciale.” L’ultima frase la disse rivolgendo ovvia il suo sguardo avanti, non chiedetemi poi perché già la amo. Comunque sia, rimasi totalmente paralizzata dopo aver ascoltato tutto quello che aveva da dirmi. Perché mi faceva così piacere sapere che potevo interessare a Zayn? In fondo con me si è sempre comportato male, eccetto ieri sera. Forse era proprio di questo che parlava Sophie, Zayn in realtà è quel ragazzo premuroso che ti accende il riscaldamento in macchina se hai freddo, è quel ragazzo che insiste per accompagnarti a casa, è quel ragazzo che ama la tua goffaggine perché sei semplicemente te stessa. Bene mi mancava sentire solo questo. Persa ancora nei miei pensieri non mi accorsi che la campanella suonò l’ultima ora, fu una spinta di Sophie a farmi ritornare sul nostro pianeta.  Uscimmo e stavolta c’erano anche Niall e Harry. Mi gettai subito tra le braccia del biondino che ricambiò con un calorosissimo abbraccio.
“Com’è andato il compito?” Chiese Sophie ai ragazzi senza però prima aver stampato un bel bacio a Louis.
“La prof si è assentata.” Disse Liam ridendo abbondantemente guardando i due furbi che saltarono la prima ora proprio per il compito.
“Non è per niente divertente Liam, credimi.” Disse annoiato Harry.
“Non prendertela riccio.” Dissi sorridendo passando una mano tra i sui capelli. Adoravo quei ricci.
Zayn era particolarmente silenzioso quel giorno, si limitava a guardare la scena divertito e bisbigliava qualcosa con Louis. Mi stava irritando quel suo comportamento, soprattutto dopo aver saputo tutte quelle cose da Sophie. Ed ecco che ancora una volta il mio pensiero si fossilizzò su di lui.

Il giorno dopo non c’era scuola, per cui decidemmo prima di fare una passeggiata al Central Park, sono nella mia città preferita da ormai poco più di una settimana e ancora dovevo andarci.
Fortunatamente vivevamo nel centro di New York per cui avevamo tutto a pochi minuti da noi.
Arrivammo al parco e dopo aver passeggiato un po’ ci sedemmo sul prato. Di fianco a me stava per sedersi Niall poi vidi Zayn che gli fece segno di spostarsi. Il biondo acconsentì con un sguardo complice e si allontanò lasciando il posto a colui che fino ad ora sembrò non curarsi della mia presenza.
“Buon giorno.” Disse con un sorriso beffardo soddisfatto del suo comportamento.
“Non ridere, mi irriti.” Risposi guardando quella formica che camminava sull’erba davanti a me.
“A me irritano le persone che non rispondono ai messaggi.” Così ebbi la conferma che fu lui ad inviarmi quel messaggio. Non risposi e continuai a fissare il movimento di quella minuscola formica.
“E va bene hai ragione oggi mi sono comportato male. Come posso farmi perdonare?” disse sempre col suo immancabile sorriso da stronzo, avvicinandosi a me facendosi forza sulle braccia. Non risposi e mi allontani imitandolo. Non contento si riavvicinò. Ci provava davvero gusto a farmi arrabbiare.
“Allora? Parla ti ascolto.” Disse.
“Cosa te ne fai del mio perdono, Zayn?” dissi stavolta guardandolo negli occhi. Non rispose, continuò a fissare il mio sguardo. Eravamo tanto vicini, mai avuto così tanto contatto con lui, situazione che non mi dispiaceva. Il suo sguardo era uno dei più belli e intensi che avessi mai visto, ma iniziava ad essere invadente. Fortunatamente a distrarmi da quegli occhi nocciola fu l’assordante risata di Niall.
A procurare quella risata fu forse la più memorabile caduta della storia dell’umanità. Purtroppo non assistii alla dinamica dei fatti, ma quello che vidi fu questo: Harry praticamente steso a terra in pancia in giù, con la faccia schiantata contro un albero e senza una scarpa. Era la scena più esilarante che avessi mai visto. Nessuno di noi corse subito ad aiutarlo, prima ridemmo per circa venti minuti.
“No sto bene, posso anche alzarmi da solo.” Disse Harry irritato alzandosi dolorante, per poi andare a recuperare la sua scarpa zoppicando.
“Har-Harry ti sei fatto male?” chiese Sophie ancora tra le risate. Il riccio non rispose e le lanciò uno sguardo di odio. Recuperammo i resti di Harry e tornammo a casa.
 
Quella sera decisero di portarmi a conoscere New York di notte, enfatizzavano molto su questa frase, forse perché New York di notte doveva essere un vero spettacolo.
Tay stasera passo a prenderti io. Vengo per le 10. Un bacio.”  Era un messaggio di Sophie.
Dopo aver fatto la mia telefonata quotidiana a Lauren, decisi di prepararmi. Anche quella sera andai sul leggero sia nel vestirmi che nel truccarmi. Con mia enorme sorpresa anche quella sera ero in orario, anzi in anticipo, così scesi giù in salone mi sedetti sul divano e accesi la tv aspettando che si facessero le dieci.
Siamo qui! :)” dopo aver letto il messaggio di Sophie, salutai mia mamma che era seduta di fianco a me e diedi un bacio a mia sorella Mad che già dormiva. Era un angelo.
“Sera ragazzi!” dissi aprendo lo sportello della macchina. C’erano Louis, che guidava, Sophie,  Liam e Lisa, mi sentivo di troppo, ma presto avremmo raggiunto gli altri.
“Dove mi portate di bello?” chiesi curiosa.
“Vedrai.” Rispose Louis più eccitato di me.
Non potevo crederci finalmente ero a Times Square. Era una vita che volevo andarci e quei ragazzi riuscirono ad esaurire il mio desiderio. Le luci, la frenesia delle persone che camminavano in direzioni diverse, gli enormi cartelloni pubblicitari, musiche e odori diversi proveniente da tutti i ristoranti posti ad ogni angolo della pazzia.
“Allora è o non è uno spettacolo questa città?” mi disse Louis appoggiando un braccio sulla mia spalla ammirando insieme a me quel fantastico panorama. Lo era e come.
Dopo aver assistito a quella che aveva tutta l’aria di una visita guidata, entrammo in un locale.
Ci sedemmo su dei divanetti bianchi in pelle, posizionati attorno a dei tavolini di vetro sul quale c’erano i menù per i drink. 
Niente di meglio che passare una splendida serata, in una splendida città, in splendida compagnia.
“Adoro questa canzone.” Esclamò Sophie bevendo un ultimo sorso del suo drink per poi posarlo sul tavolino. Si alzò e trascinò con sé il povero Louis che con uno sguardo rassegnato e con la bocca ancora attaccata al bicchiere la seguì. Ero impegnata a guardare quella scena quando vidi una mano rivolta verso di me che mi invitata ad alzarmi.
“Vuoi ballare?” mi chiese Zayn. Senza rispondere mi alzai, gli sorrisi e accettai la sua proposta.
Ci catapultammo in pista raggiungendo Louis e Sophie che erano già totalmente presi dalla musica. Le luci blu del locale, il drink e la musica ad alto volume  fecero sì che non riuscii più a capire ciò che mi era attorno. In un attimo mi trovai praticamente attaccata a Zayn che aveva una mano dietro la mia schiena che mi spingeva verso di lui, il mio corpo aderiva perfettamente al suo e i nostri visi erano vicinissimi. Sentivo il suo respiro sempre più attaccato al mio collo e i nostri nasi avvicinarsi lentamente. Realizzai quello che stava per accadere e non doveva succedere, non avrei concesso a Zayn di potermi baciare, non quella sera e non così facilmente.
 



I’m here, again.
Come state ragazzeee?  Allora eccoci qua anche con il quarto capitolo.
Non so voi ma io sono sempre più curiosa di sapere cosa succederà tra Zayn e Taylor,
ce ne saranno di sorprese.
Fatemi sapere che ne pensate in attesa del quinti capitolo. :)

Love youuuu!!

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Capitolo 5
*** I feel good, with you. ***


  I feel good, with you.
Uscii velocemente dal locale facendomi spazio tra la folla a suon di gomitate. Mi sentivo chiamare, ma non mi girai e continuai a camminare per arrivare all’uscita che sembrava non arrivare mai.
Fuori! Aria pulita, poche persone e niente musica. Feci un respiro di sollievo.
Mi sentii prendere per un braccio abbastanza violentemente, gesto che mi costrinse a girarmi.
“Perché sei andata via?” mi chiese Zayn affannato per la corsa che dovette fare per raggiungermi.
“Avevo caldo, stavo per sentirmi male. Avevo bisogno di aria pulita.” Dissi mentendo e abbassando lo sguardo ancora sotto la presa del  moro.
“Hai scelto il momento meno opportuno per andare via..” disse avvicinandosi a me molto lentamente. Diciamo che non afferrò il motivo reale per  cui ero uscita da quel locale. Non sapevo che fare. Volevo allontanarmi, o almeno quello era ciò che mi suggeriva la mia mente, ma il mio corpo era deciso a rimanere lì. Vi ho già detto che la mia mente e il mio corpo non vanno molto d’accordo vero? Era sempre più vicino, il suo viso era vicinissimo al mio e le sue labbra stavano per sfiorare le mie. Mi sentivo impotente, ero senza forze, mi piaceva quella situazione. Stavo per cedere lo sentivo.
 
“Ragazzi andiamo?” disse Louis urlando all’entrata. Dio, ragazzo mi hai salvata! Mi staccai velocemente dalla sua presa. Continuai a tenere lo sguardo rivolto verso il basso un po’ imbarazzata.
“Tempismo perfetto eh Lou?!” disse a voce bassa Zayn avvicinandosi a Louis, che se la rideva. Perfetto o no, il tuo tempismo mi ha salvata.
“Che si fa ora?” chiese Sophie rivolgendosi alla troupe.
“Io voglio dormire.” Disse Niall sbadigliando. Mia sorella che ha cinque anni è più attiva di lui, la sua funzione era mangiare e dormire. Era tenero però. Dopo le mie dovute riflessioni su Niall ci avviammo verso il parcheggio.
“Posso accompagnarti a casa?” sentii Zayn con voce bassa, vicino al mio orecchio. Il ragazzo quella sera era uscito con un unico obiettivo a quanto vedo.
“No, non preoccuparti vado con Louis. Grazie lo stesso.” Dissi sorridendo. Non volevo passare altro tempo sola con lui, stavolta non era per l’odio che in genere nutrivo verso di lui, era diverso.
“Dai insisto. Non ti mangio mica.” Disse sorridendo. Quanto cazzo odiavo quel sorriso, non sapevo resistergli. Mi girai verso Sophie per cercare l’appoggio di qualcuno e fu lei ad incitarmi ad accettare l’invito di Zayn, gesticolando e facendomi segno con la testa di salire in macchina.
“Ok.” Accettai dopo un po’. Con un grande sorriso soddisfatto mi fece strada fino allo sportello della macchina, costringendo Niall ed Harry ad andare con Liam, Louis, Sophie e Lisa.
“Ti serve una mano per salire?” mi chiese Zayn ridendo riferendosi a quando mi accompagnò a casa per la prima volta.
“Non farmi pentire di aver accettato il tuo passaggio.” Dissi, cercando di salire senza fare ulteriori figure di merda.
“Persone che hanno scalato il monte Everest hanno fatto meno fatica di te.” Disse il moro ridendo abbondantemente mentre metteva la cintura di sicurezza.
“Simpatico..” dissi innervosita tra me e me.
 
She was a fast machine she kept her motor clean
She was the best damn woman that I ever seen
She had the sightless eyes telling me no lies
Knocking me out with those American thighs…”
“Davvero ascolti sta roba?” dissi sentendo una canzone degli ACDC, mi pare.
“Questa è storia babe.” Disse alzando il volume dello stereo e cantando a squarciagola. Sarà anche storia ma non era musica che mi attirava molto.
“Puoi abbassare che ho mal di testa?” dissi irritata.
“Cosa? Non ti sento.” Disse ridendo e alzando ancora di più il volume di quel dannato stereo.
“Zayn non fare il coglione. Mi fa male la testa.” Dissi girandomi verso di lui.
“Che palle che sei Tay.” Disse rassegnato abbassando il volume. Si forse era un po’ pesante ma quando avevo mal di testa non tolleravo nulla.  Misi il broncio e incrociai le braccia guardando fuori dal finestrino. Stemmo in silenzio per un po’.
Ero impegnata ad osservare il panorama e mi accorse che quella non era la strada per tornare a casa.
“Conosci una scorciatoia per arrivare a casa mia?” chiesi a Zayn che agitava la testa e  batteva le dita a tempo di quell’orrenda canzone, sul manubrio.
“Ti porto in un posto speciale, anche se non te lo meriti.” Disse continuando a gasarsi.
“Dove mi porti Zayn? Io devo tornare a casa, mia madre sarà in pensiero. È già tardi..” agitavo le mani di qua e di là ma lui non sembrava minimamente disturbato dalla mia agitazione. La mia frase fu interrotta quando Zayn mi porse il suo telefono.
“Tieni! Chiamala e dille che stasera farai tardi.” Disse guardandomi. Si esatto, uno dei suoi sguardi.
Non mi opposi stavolta. In fondo non mi andava di ritornare a casa. Poi ero curiosa di sapere dove mi avrebbe portata. Presi il telefono dalle sue mani e composi il numero di mia madre.
“Pronto mamma? Senti stasera farò un po’ più tardi, Sophie ha insistito tanto perché l’accompagnassi.. in un posto.. non ho capito bene dove..” non sapevo che dire in quel momento.
“..No mamma, non preoccuparti non farò troppo tardi. Si sto attenta. Ciao mamma!” nemmeno le avessi detto che andavo in covo di drogati o chissà dove. Attaccai e restituii il cellulare al proprietario.
“Non sei mentire bene, vero?” disse Zayn posando il suo iPhone in tasca.
“Non ho avuto il tempo di inventare una bugia plausibile.” In genere sapevo mentire molto meglio. Beh l’importante era che mia madre mi avesse creduta.
“Siamo arrivati.” Mi disse fiero Zayn scendendo e aprendomi lo sportello da gentiluomo. Gentiluomo si fa per dire, non aspettò nemmeno che scesi che già era parecchio più avanti di me.
“Ma perché cavolo non mi aspetta..” farfugliali tra me e me aggiustandomi la maglia. Raggiunsi Zayn che era fermo osservando ciò che gli era davanti. Rimasi incantata, la luna piena rifletteva nell’acqua limpida di quel lago, che sembrava fatto di diamanti. Ci dirigemmo su una di quelle piattaforme di legno avete presente? Arrivammo alla fine e ci sedemmo. Decisi di interrompere quel silenzio che durava già da troppo.
“Come mai mi hai portata qui?” gli chiesi curiosa facendo dondolare le gambe che appena sfioravano l’acqua.
“E’ da un po’ che volevo portarti. Questo è un posto speciale per me, ci vengo quando sono triste, quando sono confuso, quando non so che fare. Il lago, quest’atmosfera, mi aiutano a pensare e a riflettere su tutti gli errori che ho commesso. Nessuno sa di questo posto, nemmeno i ragazzi.” Lo lasciai sfogare. Osservavo le sue labbra muoversi mentre parlava. Aveva un profilo che sembrava disegnato. Una cosa non mi era chiara. Perché portare proprio me in un posto così speciale? Anteponendomi addirittura ai suoi migliori amici. Dopo che finì il suo discorso si rivolse verso di me sorridendomi.
“Perché hai voluto portare proprio me?” gli chiesi continuando a guardarlo.
“Non lo so. E come se sentissi che tu sei l’unica persona degna di poter conoscere questo posto. Poi il fatto di stare solo con te, qui, in un posto così speciale per me, mi fa stare bene.” A quelle parole sorrisi istintivamente. Non stavo parlando con Zayn Malik, non quello stronzo che a scuola faceva fatica a salutarmi o che si divertiva a farmi innervosire. Era totalmente diverso. Continuai a sorridere e abbassai la testa.
“Sei bellissima quando sorridi così..” disse più vicino a me. Quella sua voce così calda mi procurò un brivido lungo la schiena, brividi che provavo solo quando ero con lui. Non risposi e agitai più velocemente le gambe. Spostò una ciocca dei miei lunghi capelli dietro l’orecchio e dopo mi accarezzò la guancia. Volevo morire, con un solo tocco mi portò sulla Luna. Non potete capire cosa avevo dentro in quel momento, emozioni che non capivo nemmeno io, il mio stomaco era sotto sopra e le mani iniziavano a sudare.
“Cosa ne hai fatto del Zayn che si diverte a prendermi in giro?” dissi ridendo per sdrammatizzare la situazione.
“Fai conto che stasera è rimasto a casa perché non si sentiva bene.” Disse sorridendo e avvicinandosi a me prendendomi per la nuca. Senza nemmeno accorgermene le sue morbide e carnose labbra erano attaccate alle mie. Quel timido bacio si trasformò presto in un bacio più coinvolgente. Restammo attaccati per parecchio. Quando ci staccammo rimasi ancora per un po’ con gli occhi chiusi appoggiata alla sua fronte, avevo paura che fosse tutto un sogno. Quando riaprii gli occhi mi accorsi che stava sorridendo mentre si leccava le labbra anche lui ancora con gli occhi chiusi.
Ci guardammo imbarazzati e ridemmo. Mise un braccio intorno al mio collo e io appoggiai le gambe sulle sue, totalmente rannicchiata sul suo petto abbastanza palestrato.
Iniziammo a parlare di tutto. Lui era lì che mi accarezzava i capelli mentre io gli parlavo della mia vita. Zayn è riuscito a sapere così tanto di me in una sola serata più di altre persone in tutta una vita. Quella sera gli raccontai anche di mio padre, del brutto incidente che ebbe quando avevo solo  13 anni e di quanto mi mancasse ogni giorno di più. Iniziai a piangere, ricordare quel brutto momento della mia vita. Era difficile per me, non ne avevo mai parlato con nessuno, Zayn fu il primo.
“..mio padre era importantissimo per me.. era una figura fondamentale e non riesco ancora..” non riuscii a continuare la frase. le lacrime scendevano sempre più veloci sul mio viso.
“Hei non devi per forza raccontarmi tutto.” Mi disse Zayn con tono rassicurante asciugandomi la guancia e alzandomi la testa con una mano.
Tirai su col naso e con una mano asciugai l’altra guancia. Gli stampai un bacio sulle labbra, un’ iniziativa che non avrei mai preso prima, ma la voglia di avere di nuovo un contatto con quelle labbra era troppa.
Mi ritrovai di nuovo fra le sue braccia coinvolta in uno dei suoi baci, avremmo continuato per molto ma fummo interrotti dallo squillare del mio telefono. ‘Mamma’. Avevo dimenticato di avere una famiglia, una casa. Dopo le urla isteriche di mia madre fummo costretti ad alzarci e a ritornare in macchina.
Mi tenne la mano per tutto il tempo ed io ero praticamente attaccata al suo braccio. Durante tutto il tragitto a casa non riuscivo a smettere di sorridere.
 
“Eccoci arrivati.” Disse Zayn accostando la macchina fuori casa mia.
“Allora ci vediamo domani?” disse prima di scendere dall’auto.
“A domani.” Disse sorridendomi. Mi aspettavo che si facesse avanti per baciarmi e invece no, rimase al suo posto. Così scesi delusa dalla macchina e mi diressi verso la porta di casa.
“Dove vai imbranata?” eccolo lì, lo stronzo di sempre.
“Imbranata?” gli chiesi avvicinandomi di nuovo alla macchina.
“Si imbranata. Mi sa che hai dimenticato qualcosa.” Disse baciandomi.
“Allora Zayn, quello stronzo, è ancora a casa che non sta bene!?” dissi allontanandomi, senza voglia, dalle sue labbra. Mi sorrise.
“Diciamo che il dottore si è raccomandato che stia a casa anche per un po’.” Disse baciandomi di nuovo. Aspettai che girò l’angolo con la macchina e poi entrai.
“Ma ti sembra questa l’ora di tornare?” mia madre, colei che se non rispondo al cellulare pensa che sono stata rapita, colei che se tardo di mezz’ora crede che sono stata violentata o uccisa o chissà cosa.
“Mamma non sarà mica così t..” dissi prendendo il telefono dalla tasca per vedere l’orario. Mi fermai di colpo perché erano le tre passate, e beh si, era tardino. Comunque sia ero troppo felice per sentire la voce assordante di mia madre, così salii le scale e mi catapultai sul letto. Rimasi a fissare il soffitto. Stavo facendo un replay di tutta la serata. Non ero mai stata così bene con qualcuno. Solo Zayn riusciva sempre a farmi provare nuove emozioni. Ero stanchissima gli occhi si chiudevano da soli, prima di addormentarmi però mandai un messaggio a Lauren. Era la prima che doveva sapere tutto.
Se mi chiedessi ora se sono felice, ti direi di si.. notte amore, ti voglio bene (:” .
Mi addormentai subito senza nemmeno spogliarmi ero stanchissima.
 
Erano le 10:15, non mi svegliai a causa dell’assordante suono della mia sveglia ma a svegliarmi fu l’odore di cibo che proveniva dalla cucina. Era domenica e mia madre si dilettava a preparare ‘la colazione della domenica’, così la chiamava. Preparava cornetti, frittelle, pane e nutella, latte, caffè, succo e chi più ne ha più ne metta. Prima di alzarmi presi il telefono, c’erano quattro messaggi. Uno era di Zayn.
Non considerai gli altri tre messaggi e aprii quello di Zayn:
Buon giorno (:”
si un messaggio semplice, ma che mi mise di buon umore.
Gli altri tre erano suoi, si Lauren:
Cos’è successo?”
“Non puoi mandarmi un messaggio così e non rispondermi!!”
“E va bene, ho sonno me lo dici domani -.-.. ti voglio bene.”
Benché mi fossi svegliata tardi e non avevo scuola, le mie funzioni celebrali non mi consentivano di muovere le dita sulla tastiera del telefono per rispondere, così lo posai e scesi per mettere qualcosa nello stomaco.
“Buon giorno.” Dissi sorridente a mia madre mentre addentavo un cornetto.
“Di buon umore sta mattina? Guarda che non mi sono dimenticata di ieri sera.” Mi rispose mentre frullava qualcosa in una grande ciotola gialla.
“Nemmeno io..” dissi a bassa voce riferendomi a la fantastica serata passata con Zayn.
“Cosa?”
“Niente mamma. Senti scusami per ieri, non era mia intenzione fare tardi, ma sai com’è tra una chiacchiera e un’altra abbiamo perso la cognizione del tempo.” Le dissi sedendomi sul tavolo della cucina continuando a mangiare il mio cornetto.
“Erano le tre Tay! Che non si ripeta più.”
“Non preoccuparti mamma.” Le stampai un bacio sulla guancia e salii sopra per farmi una doccia.
Andai in bagno, mi tolsi i vestiti ed entrai in doccia. L’acqua calda che scorreva sulla mia pelle mi rilassava. Rimasi sotto l’acqua per un po’. Spostai in avanti i capelli bagnati, presi l’asciugamano e uscii.
Sophie: “Tra mezz’ora sono da te. Preparati <3”
Trovai questo messaggio di Sophie e in tutta fretta asciugai i capelli, presi un paio di jeans, che infilai saltellando per tutta la stanza, mentre parlavo con Lauren per raccontarle tutto, tenendo il telefono tra la guancia e la spalla, indossai una camicia a quadri rossa e un paio di converse.
In meno di dieci minuti ero pronta. Sentivo un clacson bussare, era la macchina di Louis.
Scesi di corsa le scale salutando, come sempre, mia mamma con un semplice ‘Ciao mà’.
“Ciao ragazzi.” Dissi entrando in macchina.
“Ciao Taylor..” disse Sophie sorridendo e girandosi verso di me. Avevo già capito cosa volesse.
“Tu.. devi dirmi.. qualcosa. Vero?” disse con fatica dato che era impegnata a scavalcare per passare dietro da me.
“Io non devo dirti niente.” Dissi girando gli occhi dall’altra parte facendo finta di nulla.
“Tu invece devi parlare e come. Non ti preoccupare, tanto Louis sa tutto.” Disse rassicurandomi dandomi una pacca sulla gamba. Sapevano già tutto, tutti. Bene!
Le raccontai tutta la serata trascorsa con Zayn e Sophie sembrava più contenta di me.
“Io lo sapevo! Finalmente si è deciso. Era da una settimana che mi chiedeva dei consigli, non sapeva se parlarti o no. Mi piacete troppo!” disse urlando. Trascorreva troppo tempo con Louis quella ragazza. Non mi fece nemmeno parlare e iniziò ad abbracciarmi.
“Ora posso sapere dove stiamo andando?” chiesi ai due.
“Da Niall. Ci ha invitato a pranzo da lui.” Rispose Louis.
 
Arrivammo a casa del biondo e in giardino c’erano già Liam e Zayn che chiacchieravano. Non sapevo se corrergli incontro ed abbracciarlo, che era quello che volevo fare, o rimanere lì, sorridere e aspettare che si avvicinasse. Era appoggiato alla parete della porta, con un bicchiere in mano ed una mano in tasca, appena mi vide diede il bicchiere a Liam mi sorrise e si avvicinò.
“Buon giorno.” Disse prendendo la mia testa tra le mani e baciandomi. Nessuno sembrava sorpreso da quel gesto, ciò significava che sapevano tutto. Aspettai che salutò gli altri e poi entrammo insieme in casa.
“Ciao Niaaall!” dissi correndo verso il biondino a braccia aperte.
“Ciao Taylor!” rimanemmo attaccati per circa cinque minuti. Adoravo i suoi abbracci.
“Conviene staccarci. Ora devi tener conto del grande capo.” Disse indicando Zayn con un gesto della testa.
“Ben detto Niall.” Disse Zayn portando un braccio intorno al mio collo. Insieme ci avviammo sul divano.
“Vieni.” Disse battendo le  mani sulle sue gambe per farmi sedere su di lui. Sorrisi ed annuii.
“Vediamo se ho capito bene: ora non posso abbracciare più i miei amici?” gli chiesi abbracciandolo.
“Vedi, non sono abituato a vedere la mia ragazza abbracciare un altro ragazzo.” Fermi tutti! La mia che?! Ha detto ragazza. L’avete sentito no? Ha detto proprio ragazza.
“La tua ragazza?” gli chiesi sorridendo per avere conferma di quanto avevo sentito.
“Io non bacio tutte. Se ieri l’ho fatto è perché mi piaci davvero tanto e che ti piaccia o no da oggi sei la mia ragazza.” Disse per poi darmi un bacio sulle labbra. Rimasi a guardarlo sorridendo senza dire nulla. Mi piaceva il fatto che da quel momento venivo considerata ‘la ragazza di Zayn Malik’.
“Ragazzi è pronto.” Urlò Niall dall’altro lato della casa. Ci alzammo e raggiungemmo gli altri a tavola. Notai che Harry era in compagnia di una ragazza. Ogni giorno ne scopro una nuova, magari domani vedo Niall insieme ad un’altra ragazza.
“E lei è?” dissi sedendomi vicino al riccio.
“Una.. ragazza?” disse ovvio.
“Cretino.” Dissi dandogli un leggero schiaffo dietro la testa. “Che è una ragazza lo vedo, voglio sapere chi è? una tua amica?”
“Non per molto..” disse vago portando alla bocca la pasta al sugo cucinata dal padrone di casa.
 
La giornata passò molto velocemente e dato che dovevo farmi perdonare da mia madre chiesi a Zayn di riaccompagnarmi a casa, anche se avrei voluto rimanere con loro ancora per molto.
“Devi rientrare subito?” mi chiese Zayn accostando la macchina sotto casa mia.
“Mia madre è arrabbiata con me, per colpa tua.”
“Per colpa mia? Scusami tanto se avevo voglia di stare con te già da un po’ di tempo.” Mi disse sorridendo.
Lo presi per il colletto della sua polo bianca e lo baciai. Sono tutte cose che non avrei mai fatto prima, ma con lui mi riusciva spontaneo. Riusciva sempre a mettermi a mio agio.
“Ci sentiamo dopo.” Disse dandomi un altro bacio.
“A dopo.” Risposi per poi scendere dall’auto ed entrare in casa.
 Appena posai il telefono sul mobile del salone, iniziò a squillare, così tornai indietro e risposi. Era Lauren.
“Ciao amica!” risposi.
“Ciao amica. Ho un importantissima notizia da darti. Tieniti forte.” Mi disse emozionata.
“Dimmi tutto.” Risposi curiosa.
“Il prossimo week-end sarò da te.” Non risposi ero troppo contenta da non riuscire a spiccicare nessuna parola.
“Non essere troppo contenta, mi uccidi così..” disse Lauren infastidita.
“Non so che dire. Sul serio verrai da me?”
“Certo che verrò da te. Ti fa piacere?”
“Certo che si. Non ci credo amore, finalmente ti rivedo.”
“Finalmente io rivedo la mia migliore amica.” Mi rispose. “Non esultare troppo, dovrai venirmi a prendere tu alla stazione.” Continuò.
“E il problema dov’è?” le chiesi.
“Ti conosco bene, so che non ami svegliarti presto e so che non ti farà altrettanto piacere sapere che dovrai venire a prendermi alle sette.”
“Alle sette? Non sei nemmeno qui eppure a modo tuo hai già rotto le palle.” Dissi ridendo.
“Pensa che dovrai sopportarmi per due interi giorni. Tay ora devo staccare, ci sentiamo dopo. Ti voglio bene.”
“A dopo Lau. Ti voglio bene anch’io.” Posai il cellulare e andai devo ero diretta, in cucina, e dove sennò?
Stava andando tutto fin troppo bene: la mia migliore amica sarebbe venuta nel week-end, Zayn mi stava facendo sentire una nuova persona e quasi mi ero dimenticata, che per il lavoro di mia madre,  saremmo potute essere trasferite da un momento all’altro. Avevo paura che tutta questa felicità potesse svanire in qualsiasi momento.
 
 
 
Si, sono viva. No, non mi hanno rapita gli alieni.
Sono stata molto assente lo so, ma spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo.
A me piace anche se non è la mia opinione che conta ma la vostra.
Quindi voglio sapere cosa ne pensate, se vi piace o no.
Spero di ritornare presto anche col sesto capitolo.
Un bacio girls, vi voglio bene! (:
 

 I feel good, with you.

Uscii velocemente dal locale facendomi spazio tra la folla a suon di gomitate. Mi sentivo chiamare, ma non mi girai e continuai a camminare per arrivare all’uscita che sembrava non arrivare mai.
Fuori! Aria pulita, poche persone e niente musica. Feci un respiro di sollievo.
Mi sentii prendere per un braccio abbastanza violentemente, gesto che mi costrinse a girarmi.
“Perché sei andata via?” mi chiese Zayn affannato per la corsa che dovette fare per raggiungermi.
“Avevo caldo, stavo per sentirmi male. Avevo bisogno di aria pulita.” Dissi mentendo e abbassando lo sguardo ancora sotto la presa del  moro.
“Hai scelto il momento meno opportuno per andare via..” disse avvicinandosi a me molto lentamente. Diciamo che non afferrò il motivo reale per  cui ero uscita da quel locale. Non sapevo che fare. Volevo allontanarmi, o almeno quello era ciò che mi suggeriva la mia mente, ma il mio corpo era deciso a rimanere lì. Vi ho già detto che la mia mente e il mio corpo non vanno molto d’accordo vero? Era sempre più vicino, il suo viso era vicinissimo al mio e le sue labbra stavano per sfiorare le mie. Mi sentivo impotente, ero senza forze, mi piaceva quella situazione. Stavo per cedere lo sentivo.
 
“Ragazzi andiamo?” disse Louis urlando all’entrata. Dio, ragazzo mi hai salvata! Mi staccai velocemente dalla sua presa. Continuai a tenere lo sguardo rivolto verso il basso un po’ imbarazzata.
“Tempismo perfetto eh Lou?!” disse a voce bassa Zayn avvicinandosi a Louis, che se la rideva. Perfetto o no, il tuo tempismo mi ha salvata.
“Che si fa ora?” chiese Sophie rivolgendosi alla troupe.
“Io voglio dormire.” Disse Niall sbadigliando. Mia sorella che ha cinque anni è più attiva di lui, la sua funzione era mangiare e dormire. Era tenero però. Dopo le mie dovute riflessioni su Niall ci avviammo verso il parcheggio.
“Posso accompagnarti a casa?” sentii Zayn con voce bassa, vicino al mio orecchio. Il ragazzo quella sera era uscito con un unico obiettivo a quanto vedo.
“No, non preoccuparti vado con Louis. Grazie lo stesso.” Dissi sorridendo. Non volevo passare altro tempo sola con lui, stavolta non era per l’odio che in genere nutrivo verso di lui, era diverso.
“Dai insisto. Non ti mangio mica.” Disse sorridendo. Quanto cazzo odiavo quel sorriso, non sapevo resistergli. Mi girai verso Sophie per cercare l’appoggio di qualcuno e fu lei ad incitarmi ad accettare l’invito di Zayn, gesticolando e facendomi segno con la testa di salire in macchina.
“Ok.” Accettai dopo un po’. Con un grande sorriso soddisfatto mi fece strada fino allo sportello della macchina, costringendo Niall ed Harry ad andare con Liam, Louis, Sophie e Lisa.
“Ti serve una mano per salire?” mi chiese Zayn ridendo riferendosi a quando mi accompagnò a casa per la prima volta.
“Non farmi pentire di aver accettato il tuo passaggio.” Dissi, cercando di salire senza fare ulteriori figure di merda.
“Persone che hanno scalato il monte Everest hanno fatto meno fatica di te.” Disse il moro ridendo abbondantemente mentre metteva la cintura di sicurezza.
“Simpatico..” dissi innervosita tra me e me.
 
She was a fast machine she kept her motor clean
She was the best damn woman that I ever seen
She had the sightless eyes telling me no lies
Knocking me out with those American thighs…”

“Davvero ascolti sta roba?” dissi sentendo una canzone degli ACDC, mi pare.
“Questa è storia babe.” Disse alzando il volume dello stereo e cantando a squarciagola. Sarà anche storia ma non era musica che mi attirava molto.
“Puoi abbassare che ho mal di testa?” dissi irritata.
“Cosa? Non ti sento.” Disse ridendo e alzando ancora di più il volume di quel dannato stereo.
“Zayn non fare il coglione. Mi fa male la testa.” Dissi girandomi verso di lui.
“Che palle che sei Tay.” Disse rassegnato abbassando il volume. Si forse era un po’ pesante ma quando avevo mal di testa non tolleravo nulla.  Misi il broncio e incrociai le braccia guardando fuori dal finestrino. Stemmo in silenzio per un po’.
Ero impegnata ad osservare il panorama e mi accorse che quella non era la strada per tornare a casa.
“Conosci una scorciatoia per arrivare a casa mia?” chiesi a Zayn che agitava la testa e  batteva le dita a tempo di quell’orrenda canzone, sul manubrio.
“Ti porto in un posto speciale, anche se non te lo meriti.” Disse continuando a gasarsi.
“Dove mi porti Zayn? Io devo tornare a casa, mia madre sarà in pensiero. È già tardi..” agitavo le mani di qua e di là ma lui non sembrava minimamente disturbato dalla mia agitazione. La mia frase fu interrotta quando Zayn mi porse il suo telefono.
“Tieni! Chiamala e dille che stasera farai tardi.” Disse guardandomi. Si esatto, uno dei suoi sguardi.
Non mi opposi stavolta. In fondo non mi andava di ritornare a casa. Poi ero curiosa di sapere dove mi avrebbe portata. Presi il telefono dalle sue mani e composi il numero di mia madre.
“Pronto mamma? Senti stasera farò un po’ più tardi, Sophie ha insistito tanto perché l’accompagnassi.. in un posto.. non ho capito bene dove..” non sapevo che dire in quel momento.
“..No mamma, non preoccuparti non farò troppo tardi. Si sto attenta. Ciao mamma!” nemmeno le avessi detto che andavo in covo di drogati o chissà dove. Attaccai e restituii il cellulare al proprietario.
“Non sei mentire bene, vero?” disse Zayn posando il suo iPhone in tasca.
“Non ho avuto il tempo di inventare una bugia plausibile.” In genere sapevo mentire molto meglio. Beh l’importante era che mia madre mi avesse creduta.

“Siamo arrivati.” Mi disse fiero Zayn scendendo e aprendomi lo sportello da gentiluomo. Gentiluomo si fa per dire, non aspettò nemmeno che scesi che già era parecchio più avanti di me.
“Ma perché cavolo non mi aspetta..” farfugliali tra me e me aggiustandomi la maglia. Raggiunsi Zayn che era fermo osservando ciò che gli era davanti. Rimasi incantata, la luna piena rifletteva nell’acqua limpida di quel lago, che sembrava fatto di diamanti. Ci dirigemmo su una di quelle piattaforme di legno avete presente? Arrivammo alla fine e ci sedemmo. Decisi di interrompere quel silenzio che durava già da troppo.
“Come mai mi hai portata qui?” gli chiesi curiosa facendo dondolare le gambe che appena sfioravano l’acqua.
“E’ da un po’ che volevo portarti. Questo è un posto speciale per me, ci vengo quando sono triste, quando sono confuso, quando non so che fare. Il lago, quest’atmosfera, mi aiutano a pensare e a riflettere su tutti gli errori che ho commesso. Nessuno sa di questo posto, nemmeno i ragazzi.” Lo lasciai sfogare. Osservavo le sue labbra muoversi mentre parlava. Aveva un profilo che sembrava disegnato. Una cosa non mi era chiara. Perché portare proprio me in un posto così speciale? Anteponendomi addirittura ai suoi migliori amici. Dopo che finì il suo discorso si rivolse verso di me sorridendomi.
“Perché hai voluto portare proprio me?” gli chiesi continuando a guardarlo.
“Non lo so. E come se sentissi che tu sei l’unica persona degna di poter conoscere questo posto. Poi il fatto di stare solo con te, qui, in un posto così speciale per me, mi fa stare bene.” A quelle parole sorrisi istintivamente. Non stavo parlando con Zayn Malik, non quello stronzo che a scuola faceva fatica a salutarmi o che si divertiva a farmi innervosire. Era totalmente diverso. Continuai a sorridere e abbassai la testa.
“Sei bellissima quando sorridi così..” disse più vicino a me. Quella sua voce così calda mi procurò un brivido lungo la schiena, brividi che provavo solo quando ero con lui. Non risposi e agitai più velocemente le gambe. Spostò una ciocca dei miei lunghi capelli dietro l’orecchio e dopo mi accarezzò la guancia. Volevo morire, con un solo tocco mi portò sulla Luna. Non potete capire cosa avevo dentro in quel momento, emozioni che non capivo nemmeno io, il mio stomaco era sotto sopra e le mani iniziavano a sudare.
“Cosa ne hai fatto del Zayn che si diverte a prendermi in giro?” dissi ridendo per sdrammatizzare la situazione.
“Fai conto che stasera è rimasto a casa perché non si sentiva bene.” Disse sorridendo e avvicinandosi a me prendendomi per la nuca. Senza nemmeno accorgermene le sue morbide e carnose labbra erano attaccate alle mie. Quel timido bacio si trasformò presto in un bacio più coinvolgente. Restammo attaccati per parecchio. Quando ci staccammo rimasi ancora per un po’ con gli occhi chiusi appoggiata alla sua fronte, avevo paura che fosse tutto un sogno. Quando riaprii gli occhi mi accorsi che stava sorridendo mentre si leccava le labbra anche lui ancora con gli occhi chiusi.
Ci guardammo imbarazzati e ridemmo. Mise un braccio intorno al mio collo e io appoggiai le gambe sulle sue, totalmente rannicchiata sul suo petto abbastanza palestrato.
Iniziammo a parlare di tutto. Lui era lì che mi accarezzava i capelli mentre io gli parlavo della mia vita. Zayn è riuscito a sapere così tanto di me in una sola serata più di altre persone in tutta una vita. Quella sera gli raccontai anche di mio padre, del brutto incidente che ebbe quando avevo solo 13 anni e di quanto mi mancasse ogni giorno di più. Iniziai a piangere, ricordare quel brutto momento della mia vita. Era difficile per me, non ne avevo mai parlato con nessuno, Zayn fu il primo.
“..mio padre era importantissimo per me.. era una figura fondamentale e non riesco ancora..” non riuscii a continuare la frase. le lacrime scendevano sempre più veloci sul mio viso.
“Hei non devi per forza raccontarmi tutto.” Mi disse Zayn con tono rassicurante asciugandomi la guancia e alzandomi la testa con una mano.
Tirai su col naso e con una mano asciugai l’altra guancia. Gli stampai un bacio sulle labbra, un’ iniziativa che non avrei mai preso prima, ma la voglia di avere di nuovo un contatto con quelle labbra era troppa.
Mi ritrovai di nuovo fra le sue braccia coinvolta in uno dei suoi baci, avremmo continuato per molto ma fummo interrotti dallo squillare del mio telefono. ‘Mamma’. Avevo dimenticato di avere una famiglia, una casa. Dopo le urla isteriche di mia madre fummo costretti ad alzarci e a ritornare in macchina.
Mi tenne la mano per tutto il tempo ed io ero praticamente attaccata al suo braccio. Durante tutto il tragitto a casa non riuscivo a smettere di sorridere.
 
“Eccoci arrivati.” Disse Zayn accostando la macchina fuori casa mia.
“Allora ci vediamo domani?” disse prima di scendere dall’auto.
“A domani.” Disse sorridendomi. Mi aspettavo che si facesse avanti per baciarmi e invece no, rimase al suo posto. Così scesi delusa dalla macchina e mi diressi verso la porta di casa.
“Dove vai imbranata?” eccolo lì, lo stronzo di sempre.
“Imbranata?” gli chiesi avvicinandomi di nuovo alla macchina.
“Si imbranata. Mi sa che hai dimenticato qualcosa.” Disse baciandomi.
“Allora Zayn, quello stronzo, è ancora a casa che non sta bene!?” dissi allontanandomi, senza voglia, dalle sue labbra. Mi sorrise.
“Diciamo che il dottore si è raccomandato che stia a casa anche per un po’.” Disse baciandomi di nuovo. Aspettai che girò l’angolo con la macchina e poi entrai.
“Ma ti sembra questa l’ora di tornare?” mia madre, colei che se non rispondo al cellulare pensa che sono stata rapita, colei che se tardo di mezz’ora crede che sono stata violentata o uccisa o chissà cosa.
“Mamma non sarà mica così t..” dissi prendendo il telefono dalla tasca per vedere l’orario. Mi fermai di colpo perché erano le tre passate, e beh si, era tardino. Comunque sia ero troppo felice per sentire la voce assordante di mia madre, così salii le scale e mi catapultai sul letto. Rimasi a fissare il soffitto. Stavo facendo un replay di tutta la serata. Non ero mai stata così bene con qualcuno. Solo Zayn riusciva sempre a farmi provare nuove emozioni. Ero stanchissima gli occhi si chiudevano da soli, prima di addormentarmi però mandai un messaggio a Lauren. Era la prima che doveva sapere tutto.
Se mi chiedessi ora se sono felice, ti direi di si.. notte amore, ti voglio bene (:” .
Mi addormentai subito senza nemmeno spogliarmi ero stanchissima.
 
Erano le 10:15, non mi svegliai a causa dell’assordante suono della mia sveglia ma a svegliarmi fu l’odore di cibo che proveniva dalla cucina. Era domenica e mia madre si dilettava a preparare ‘la colazione della domenica’, così la chiamava. Preparava cornetti, frittelle, pane e nutella, latte, caffè, succo e chi più ne ha più ne metta. Prima di alzarmi presi il telefono, c’erano quattro messaggi. Uno era di Zayn.
Non considerai gli altri tre messaggi e aprii quello di Zayn:
Buon giorno (:”
si un messaggio semplice, ma che mi mise di buon umore.
Gli altri tre erano suoi, si Lauren:
Cos’è successo?”
“Non puoi mandarmi un messaggio così e non rispondermi!!”
“E va bene, ho sonno me lo dici domani -.-.. ti voglio bene.”
Benché mi fossi svegliata tardi e non avevo scuola, le mie funzioni celebrali non mi consentivano di muovere le dita sulla tastiera del telefono per rispondere, così lo posai e scesi per mettere qualcosa nello stomaco.
“Buon giorno.” Dissi sorridente a mia madre mentre addentavo un cornetto.
“Di buon umore sta mattina? Guarda che non mi sono dimenticata di ieri sera.” Mi rispose mentre frullava qualcosa in una grande ciotola gialla.
“Nemmeno io..” dissi a bassa voce riferendomi a la fantastica serata passata con Zayn.
“Cosa?”
“Niente mamma. Senti scusami per ieri, non era mia intenzione fare tardi, ma sai com’è tra una chiacchiera e un’altra abbiamo perso la cognizione del tempo.”
Le dissi sedendomi sul tavolo della cucina continuando a mangiare il mio cornetto.
“Erano le tre Tay! Che non si ripeta più.”
“Non preoccuparti mamma.”
Le stampai un bacio sulla guancia e salii sopra per farmi una doccia.
Andai in bagno, mi tolsi i vestiti ed entrai in doccia. L’acqua calda che scorreva sulla mia pelle mi rilassava. Rimasi sotto l’acqua per un po’. Spostai in avanti i capelli bagnati, presi l’asciugamano e uscii.
Sophie: “Tra mezz’ora sono da te. Preparati <3”
Trovai questo messaggio di Sophie e in tutta fretta asciugai i capelli, presi un paio di jeans, che infilai saltellando per tutta la stanza, mentre parlavo con Lauren per raccontarle tutto, tenendo il telefono tra la guancia e la spalla, indossai una camicia a quadri rossa e un paio di converse.
In meno di dieci minuti ero pronta. Sentivo un clacson bussare, era la macchina di Louis.
Scesi di corsa le scale salutando, come sempre, mia mamma con un semplice ‘Ciao mà’.
“Ciao ragazzi.” Dissi entrando in macchina.
“Ciao Taylor..” disse Sophie sorridendo e girandosi verso di me. Avevo già capito cosa volesse.
“Tu.. devi dirmi.. qualcosa. Vero?” disse con fatica dato che era impegnata a scavalcare per passare dietro da me.
“Io non devo dirti niente.” Dissi girando gli occhi dall’altra parte facendo finta di nulla.
“Tu invece devi parlare e come. Non ti preoccupare, tanto Louis sa tutto.” Disse rassicurandomi dandomi una pacca sulla gamba. Sapevano già tutto, tutti. Bene!
Le raccontai tutta la serata trascorsa con Zayn e Sophie sembrava più contenta di me.
“Io lo sapevo! Finalmente si è deciso. Era da una settimana che mi chiedeva dei consigli, non sapeva se parlarti o no. Mi piacete troppo!” disse urlando. Trascorreva troppo tempo con Louis quella ragazza. Non mi fece nemmeno parlare e iniziò ad abbracciarmi.
“Ora posso sapere dove stiamo andando?” chiesi ai due.
“Da Niall. Ci ha invitato a pranzo da lui.” Rispose Louis.
 
Arrivammo a casa del biondo e in giardino c’erano già Liam e Zayn che chiacchieravano. Non sapevo se corrergli incontro ed abbracciarlo, che era quello che volevo fare, o rimanere lì, sorridere e aspettare che si avvicinasse. Era appoggiato alla parete della porta, con un bicchiere in mano e l'altra mano in tasca, appena mi vide diede il bicchiere a Liam, mi sorrise e si avvicinò.
“Ciao.” Disse prendendo la mia testa tra le mani e baciandomi. Nessuno sembrava sorpreso da quel gesto, ciò significava che sapevano tutto. Aspettai che salutò gli altri e poi entrammo insieme in casa.
“Ciao Niaaall!” dissi correndo verso il biondino a braccia aperte.
“Ciao Taylor!” rimanemmo attaccati per circa cinque minuti. Adoravo i suoi abbracci.
“Conviene staccarci. Ora devi tener conto del grande capo.” Disse indicando Zayn con un gesto della testa.
“Ben detto Niall.” Disse Zayn portando un braccio intorno al mio collo. Insieme ci avviammo sul divano.
“Vieni.” Disse battendo le mani sulle sue gambe per farmi sedere su di lui. Sorrisi ed annuii.
“Vediamo se ho capito bene: ora non posso abbracciare più i miei amici?” gli chiesi abbracciandolo.
“Vedi, non sono abituato a vedere la mia ragazza abbracciare un altro ragazzo.” Fermi tutti! La mia che?! Ha detto ragazza. L’avete sentito no? Ha detto proprio ragazza.
“La tua ragazza?” gli chiesi sorridendo per avere ulteriore conferma di quanto avevo sentito.
“Io non bacio tutte. Se ieri l’ho fatto è perché mi piaci davvero tanto e che ti piaccia o no da oggi sei la mia ragazza.” Disse per poi darmi un bacio sulle labbra. Rimasi a guardarlo sorridendo senza dire nulla. Mi piaceva il fatto che da quel momento venivo considerata ‘la ragazza di Zayn Malik’.
“Ragazzi è pronto.” Urlò Niall dall’altro lato della casa. Ci alzammo e raggiungemmo gli altri a tavola. Notai che Harry era in compagnia di una ragazza. Ogni giorno ne scopro una nuova, magari domani vedo Niall insieme ad un’altra ragazza.
“E lei è?” dissi sedendomi vicino al riccio.
“Una.. ragazza?” disse ovvio.
“Cretino.” Dissi dandogli un leggero schiaffo dietro la testa. “Che è una ragazza lo vedo, voglio sapere chi è? una tua amica?”
“Non per molto..”
disse vago portando alla bocca la pasta al sugo cucinata dal padrone di casa.
 
La giornata passò molto velocemente e dato che dovevo farmi perdonare da mia madre chiesi a Zayn di riaccompagnarmi a casa, anche se avrei voluto rimanere con loro ancora per molto.
“Devi rientrare subito?” mi chiese Zayn accostando la macchina sotto casa mia.
“Mia madre è arrabbiata con me, per colpa tua.”
“Per colpa mia? Scusami tanto se avevo voglia di stare con te già da un po’ di tempo.”
Mi disse sorridendo.
Lo presi per il colletto della sua polo bianca e lo baciai. Sono tutte cose che non avrei mai fatto prima, ma con lui mi riusciva spontaneo. Riusciva sempre a mettermi a mio agio.
“Ci sentiamo dopo.” Disse dandomi un altro bacio.
“A dopo.” Risposi per poi scendere dall’auto ed entrare in casa.
 Appena posai il telefono sul mobile del salone, iniziò a squillare, così tornai indietro e risposi. Era Lauren.
“Ciao amica!” risposi.
“Ciao amica. Ho un importantissima notizia da darti. Tieniti forte.” Mi disse emozionata.
“Dimmi tutto.” Risposi curiosa.
“Il prossimo week-end sarò da te.” Non risposi ero troppo contenta da non riuscire a spiccicare nessuna parola.
“Non essere troppo contenta, mi uccidi così..” disse Lauren infastidita.
“Non so che dire. Sul serio verrai da me?”
“Certo che verrò da te. Ti fa piacere?”
“Certo che si. Non ci credo amore, finalmente ti rivedo.”
“Finalmente io rivedo la mia migliore amica.”
Mi rispose. “Non esultare troppo, dovrai venirmi a prendere tu alla stazione.” Continuò.
“E il problema dov’è?” le chiesi.
“Ti conosco bene, so che non ami svegliarti presto e so che non ti farà altrettanto piacere sapere che dovrai venire a prendermi alle sette.”
“Alle sette? Non sei nemmeno qui eppure a modo tuo hai già rotto le palle.”
Dissi ridendo.
“Pensa che dovrai sopportarmi per due interi giorni. Tay ora devo staccare, ci sentiamo dopo. Ti voglio bene.”
“A dopo Lau. Ti voglio bene anch’io.”
Posai il cellulare e andai devo ero diretta, in cucina, e dove sennò?
Stava andando tutto fin troppo bene: la mia migliore amica sarebbe venuta nel week-end, Zayn mi stava facendo sentire una nuova persona e quasi mi ero dimenticata, che per il lavoro di mia madre,  saremmo potute essere trasferite da un momento all’altro. Avevo paura che tutta questa felicità potesse svanire in qualsiasi momento.
 
 

 
Si, sono viva. No, non mi hanno rapita gli alieni.
Sono stata molto assente lo so, ma spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo.
A me piace anche se non è la mia opinione che conta ma la vostra.
Quindi voglio sapere cosa ne pensate, se vi piace o no.
Spero di ritornare presto anche col sesto capitolo.

Un bacio girls, vi voglio bene! (:
 

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Capitolo 6
*** If I trust you? ***


 If I trust you?

Erano le 7:45 quasi, sarei andata a scuola insieme a Zayn, così mi preparai in tutta fretta.
“Amore il tuo amico è qui.” Disse mia madre aprendo la porta della mia camera. Marcò molto su ‘il tuo amico’ forse perché capii che era più di un semplice amico, primo o poi avrei dovuto spiegarle tutto.
La salutai con un enorme sorriso e l’abbracciai forte.
“Almeno lui riesce a metterti sempre di buon umore. Da quanto non mi abbracciavi così?” disse mia madre ricambiando l’abbraccio.
“Da troppo tempo, scusa. Ci vediamo oggi mamma!” dissi staccandomi da lei.
Eccolo che mi aspettava appoggiato alla sua macchina, bello più che mai. Giacca di pelle, t-shirt bianca, jeans scuri. Appena mi vide sorrise, buttò la sigaretta che stava fumando e si avvicinò per baciarmi.
“Buon giorno.” Dissi sospirando dopo aver assaporato il sapore delle sue labbra.
“Buon giorno a te.” Disse guardandomi con un aria diversa.
“Perché mi guardi così?” dissi entrando in macchina.
“Oggi sei più bella del solito.” Disse continuando a fissarmi e sorridere. Da quando ero la ragazza di Zayn non facevo altro che sorridere, mi sarebbe venuta una paralisi primo o poi. Ma non potevo fare altrimenti.
“Da quando fumi?” in effetti mi stranì vederlo fumare. Non gliel’avevo mai visto fare prima.
“Da parecchio. Un brutto vizio, ma non riesco a smettere.” Mi disse facendo una mossa con le spalle come per dire: ‘non è colpa mia’.
“Io ci riuscirò.” Gli risposi guardando fuori dal finestrino.
“A fare cosa?” mi chiese facendo finta di non capire.
“A farti smettere di fumare. Non mi piace che fumi.” Dissi rivolgendomi verso di lui.
“Adesso che stiamo insieme cerchi già di cambiarmi?” disse ironico. Mi faceva sempre uno strano effetto quando qualcuno mi ricordava che stavamo insieme.
“Non voglio cambiarti, è solo per il tuo bene. Un giorno mi ringrazierai.” Dissi incrociando le braccia e ritornando a guardare fuori.
 
Arrivammo a scuola mano nella mano e tutti ci guardavano straniti come se non avessero mai visto Zayn in compagnia di una ragazza. Non ci diedi peso e continuai a camminare fiera insieme a lui.
“Eccoli qua.” Disse Harry di nuovo insieme a quella ragazza.
“Ti sono mancato vero Harry?” gli disse Zayn avvicinandosi a lui.
“Tanto. Non riuscirai a portarmelo via.” Mi disse il riccio facendo una buffa espressione con la faccia, cosa che fece ridere tutti.
“Ci vediamo dopo.” Disse Zayn baciandomi. La domanda era: sarei riuscita a passare cinque ore lontana da lui? Riuscii a sopportare 17 lunghi anni senza lui avrei affrontato anche cinque ore.
Io, Sophie e la misteriosa amica di Harry ci avviammo in classe. Finalmente decisi di presentarmi.
“Ciao. Io sono Taylor.” Dissi allungando la mano verso di lei.
“Piacere Emily.” Ricambiò sorridente.
“Come mai non ti ho mai vista prima?” le chiesi curiosa.
“Ho cambiato scuola da poco. Io abito qui da sempre però frequentavo un’altra scuola, per passare più tempo insieme ai miei amici..”
“e a Harry.”
La interruppe Sophie.
“..ai miei amici!” ribadì guardando la bionda. “Ho deciso di trasferirmi in questa scuola.” continuò.
Storia interessante. Arrivammo in classe e raggiungemmo i nostri posti. Delle ragazze che prima videro me e Zayn insieme mi fissavano e farfugliavano qualcosa tra di loro.
“Non farci caso. Sono gelose.” Disse Sophie essendosi resa conto che lo cosa mi stava infastidendo.
Il professore ancora non era in classe così messaggiavo liberamente con Zayn, che invece stava facendo lezione.
Zayn:“La mia prof di chimica è vecchia. u.u”
Io: ”Informazione interessante Zayn.”
Zayn: “AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA”
Io: “Perché ridi?”
Zayn: “La prof ha appena sgridato Louis perché imita le sue mosse mentre è all’interrogazione ahahahahahaha”
Io: “Ahahahahahahahahah quanto è cretino!”
Zayn: “Mi manchi già.. :(“
Io: “Anche tu, tanto!”
Il professore di storia arrivò in classe e non potetti continuare la mia interessante conversazione con Zayn così posai il cellulare in borsa.
Erano passate solo due ore ma il mio cervello era già collassato.
“Prof posso andare in bagno?” chiesi all’uomo seduto dietro la cattedra tutto intento a spiegare qualcosa di cui non mi interessava molto.
Ricevuto il consenso dal professore uscii dall’aula e raggiunsi il bagno delle donne. Mi sciacquai un po’ la faccia per risvegliarmi dal sonno causato da due ore di lezione. Appoggiai le mani sul lavandino e mi guardai allo specchio.
“Che dici sta prendendo in giro anche lei?” sentii una ragazza mentre mi asciugavo la faccia.
“La lascerà non appena avrà ottenuto quello che cerca.” Rispose un’altra. Di chi stavano parlando? Posai l’asciugamano e continuai ad ascoltare quella conversazione.
“Zayn non è fatto per stare con qualcuno. Deve solo provare anche quella nuova.” Mi immobilizzai. Stavano davvero parlando del mio Zayn? In fondo loro lo conoscevano meglio di me e io non sapevo gran che di lui. Tutte le certezze che avevo andarono letteralmente e farsi fottere.
“Non resta che aspettare. Gli dò tempo qualche settimana e lascerà anche lei.” Disse la bionda guardando l’amica, uscendo dal bagno. Continuai a non muovermi, avevo un nodo in gola e gli occhi lucidi. La bionda e l’amica mi guardarono soddisfatte, con un sorriso cattivo. Per come sono fatta avrei subito preso entrambe per la testa e gli avrei fatto provare l’emozione di scoprire com’è fatto un muro all’interno, ma non riuscivo a muovermi e lasciai che le due oche uscissero da quel bagno illese.
Entrai in classe ancora scioccata da quello che avevo sentito.
“Stai bene Tay?” mi chiese Sophie preoccupata per l’espressione che avevo.
“Si sto bene..” ovviamente mentii, ma non mi andava di raccontarle quello che avevo ascoltato.
La campanella suonò l’ultima ora ed ero un po’ agitata. Non potevo far finta di niente, avrei dovuto parlare con Zayn e sapere se quello che avevo sentito era vero.
Raggiungemmo i ragazzi salutai tutti e facendo finta di niente salutai anche Zayn. Non gli rivolsi la parola, non avevo voglia di affrontare l’argomento a scuola e non davanti a tutti.
“Hei, qualcosa non va?” mi chiese Zayn vedendomi troppo taciturna.
“No, va tutto bene..” mentii per l’ennesima volta fingendo un sorriso.
“Non va tutto bene. Ti conosco abbastanza per capire che c’è qualcosa che non va.” Insistette non credendomi.
“Forse non mi conosci quanto credi..” dissi guardando davanti a me.
Sembrò che si arrese e non mi chiese più niente.
“Oggi studiamo insieme Tay?” mi chiese Sophie.
“Si, ti aspetto per le quattro. Va bene?” le risposi.
“Va benissimo.” Mi disse allontanandosi insieme a Louis.
 
“Grazie Zayn, ci sentiamo dopo.” Dissi prendendo la mia borsa che appoggiai ai miei piedi.
“Aspetta..” disse Zayn prendendomi per un braccio impedendomi di uscire. “Vuoi dirmi cos’hai? In genere sei più.. affettuosa.” Continuò.
“Non ho niente, Zayn, davvero. Non preoccuparti.” Gli diedi un bacio e scesi dalla macchina. Era il momento giusto per parlargli e non so perché non ho colto l’occasione, forse perché non credevo molto alle parole di quelle due ragazze e mi andava di fidarmi del mio istinto, ma non potevo fingere. Quelle parole mi misero in crisi.
Mangiai un hamburger con un po’ di insalata, mi si chiuse anche lo stomaco.
“Siamo silenziose oggi?” mi chiese mia madre.
“E’ così strano?” chiesi fissando l’ultimo pezzo di hamburger.
“Mia figlia che non parla? Si è strano.” Era anche strano che fu mia madre la prima a farmi sorridere.
“Mamma quando hai conosciuto papà ti sei fidata di lui sin da subito?” le chiesi posando la forchetta nel piatto.
“Si. Ho capito che era l’uomo giusto per me dal nostro primo incontro. Non ho mai avuto dubbi eppure tuo padre era molto ambito al liceo, c’erano parecchie ragazze che cercavano di mettersi tra me e lui, a volte ci riuscivano ma io mi sono sempre fidata di lui e non di quello che dicevano di lui. Vuoi sapere una cosa? Ho fatto proprio bene.” Mentre parlava guardava nel vuoto e le brillavano gli occhi ricordando i bei tempi con mio padre. Non ho mai visto due persone amarsi così, li avevo sempre ammirati.
“Perché me lo chiedi? C’entra per caso quel ragazzo che da qualche giorno ti accompagna sempre a casa?” mi chiese curiosa avvicinandosi alla tavola. Perché indovinava sempre tutto senza che dicessi niente?
“Si c’entra lui. Penso tu l’abbia già capito, ci stiamo frequentando da poco e credimi io mi fido di lui. Non sono stavo così bene con un ragazzo, dai tempi di Chris, però oggi mentre ero in bagno delle ragazze sparlavano di noi. Dicevano che Zayn è quel tipo di ragazzo che dopo aver ottenuto ciò che cerca ti abbandona.” Le spiegai.
“Tesoro tieni davvero a questo ragazzo?” chiese mia madre.
“Si..” risposi riflettendo su quello che provavo per lui.
“Allora lasciale parlare. Fidati solo del tuo istinto e cerca di dare fiducia anche a lui. A me piace, sembra un bravo ragazzo. Non prendere decisioni affrettate e non farti convincere dalla cattiveria delle persone.” Mi serviva sempre parlare con mia madre e poi sapere che Zayn piaceva anche a lei mi rassicurò. In genere non sbaglia mai.
“Grazie!” le dissi abbracciandola.
“Se hai bisogno di parlare, io sono qui.” Mi disse con tono rassicurante.
 
Si fecero subito le quattro e Sophie era in perfetto orario.
“Ciao.” Disse urlando appena le aprii la porta. Ribadisco: passava troppo tempo con Louis. Con lei c’era anche Emily.
“Ho portato anche lei ti dispiace?” disse indicando la rossa.
“Certo che no. Entrate.” Dissi facendogli strada con la mano.
“Salve signora Backer.” Disse Sophie e mia madre, che ricambiò con un gesto della mano e un sorriso dato che era troppo impegnata a parlare a telefono per cose di lavoro.
Salimmo in camera e iniziammo a studiare matematica. Studiammo per molto, circa tre o quattro ore, così prendemmo una pausa.
“Frequenti Zayn da molto?” mi chiese Emily sorseggiando del succo che le offrii.
“In verità è solo qualche giorno che ci frequentiamo.”
“Siete così affiatati, sembra che state insieme da sempre.”
Mi fece piacere sentirle dire quelle cose. Mi convinsi ancora di più che dovevo seguire il mio istinto e fidarmi di lui.
“Tu invece? Conosci da molto Harry?” le chiesi.
“In verità da sempre. Ci conosciamo da quando avevamo all’incirca tre anni, siamo cresciuti insieme. Poi a causa della scuola non ci vedevamo molto, non vedevo molto tutti loro e allora ho deciso di cambiare.”
“Siete molto amici?”
chiesi interessata.
“Si amici..” sbottò Sophie, adorava stuzzicare quella ragazza.
“Sophie non rompere siamo solo amici!” instette lei.
“Vorresti dire che ti dispiacerebbe essere più di una semplice amica per Harry?” disse la bionda mettendosi al centro del letto ed incrociando le gambe.
“No.. ma.. lui mi vede solo come un’amica.” Rispose timida. Si vedeva che le piaceva e non poco.
“Non è vero.” Al suono di quelle parole si girarono entrambe di scatto e mi guardarono interrogative.
“Che ho detto?” chiesi sentendomi sotto esame.
“Se sai qualcosa ti conviene parlare.” Disse Sophie minacciandomi con una penna.
“Non so niente. Ho solo detto che secondo me anche ad Harry piace Emily. Lo capisco da come le parla, da come la guarda. Fidatevi di me, ho un sesto senso per queste cose.” Dissi fiera incrociando le braccia.
Finimmo di studiare e Sophie ed Emily tornarono a casa.
Loro sarebbero uscite insieme ai ragazzi ma io dovevo rimanere a casa insieme a mia sorella perché mia mamma aveva un’importante cena di lavoro.
“Se vuoi non esco, vengo da te.” Disse Zayn al telefono.
“Non preoccuparti esci, tanto non potrei nemmeno darti retta perché mia sorella è impossibile da sostenere.” Non volevo che si annoiasse con me e la rompi palle di Mad.
“No, senza di te non esco. Tra un’ora al massimo sarò da te.” Non mi lasciò nemmeno replicare che attaccò. Infondo non volevo che uscisse da solo ma non volevo risultare troppo pesante.
“Allora io vado. Mi raccomando se succede qualcosa o hai bisogno di qualcosa chiamami.” Disse mia madre andando avanti e indietro per la casa prendendo le ultime cose.
“Si mamma, ora vai.”
“Ah e qui c’è anche il numero del ristorante se il mio telefono non dovesse prendere.”
“Ok mamma, ma non ce ne sarà bisogno.”
“In forno c’è la vostra cena. A Madison non dare gli spinaci sai che non le piacciono, ci sono le patatine se vuoi prendine un po’ anche tu e poi..”

“Mamma basta!” la fermai mettendole le mani sulle spalle per non farla più muovere. N NNnnjl nNon si fermava un attimo e continuava a scrivere delle avvertenze per me su un foglietto.
“Devi andare farai tardi. Non è la prima volta che ci lasci sole, stai tranquilla.” La calmai così.
“Lo so, a dir la verità non so perché sono così agitata. Forse perché qui non conosco ancora i vicini, non so a chi affidarmi e non voglio essere in pensiero.”
“Mamma non ti devi preoccupare. Vai che sono già le otto e mezza.”
La rassicurai.
“Ok tesoro. Non farò tardi.” Mi diede un bacio e finalmente uscì. Quella donna sapeva essere davvero stressante. Mi sedetti sul divano sospirando ma la mia quiete fu disturbata da mia sorella che aveva fame.
“Tay mi prepari la cena?” non potevo resistere a quella vocina e a quel visino così dolce. Mi alzai, a malincuore, dal divano e raggiunsi la cucina.
Durante la cena fui costretta a vedere Peppa Pig, quel cartone idiota che piace tanto a mia sorella. A salvarmi da quello strazio fu il campanello della porta.
“Zayn!” esclamai vedendolo sulla soglia della porta. Gli saltai al collo e lo baciai.
“Sei strana forte eh?” disse prendendomi per i fianchi.
“Perché?” gli chiesi, ma in realtà già sapevo la risposta.
“Stamattina a stento mi parlavi e adesso mi salti addosso. Non che mi dispiaccia eh..” disse dandomi un altro bacio.
Entrammo in cucina e presentai Zayn a mia sorella.
“Mad lui è Zayn.” Dissi mentre Zayn si avvicinava a lei.
“Ciao piccola. Molto piacere.” Disse scompigliandole i capelli.
“Ciao Zen.” Scoppiammo a ridere entrambi.
“Zayn amore, Zayn.” La corressi.
Lascia mia sorella in cucina a guardare i cartoni, con la porta aperta per poterla controllare e andai in salone insieme al moro.
Ci sedemmo sul divano, io fra le sue gambe mentre lui cingeva i miei fianchi con le braccia.
“Zayn posso farti una domanda?” volevo togliermi questo dubbio e parlare di oggi anche con lui.
“Dimmi.” Disse mentre mi accarezzava i capelli.
“Oggi ero in bagno ed ho sentito delle ragazze che parlavano di noi, o meglio di te..” mi fermai per guardarlo.
“E..” mi esortò a continuare.
“Hanno detto che tu sei quel tipo di ragazzo che una volta aver ottenuto ciò che vuole ti abbandona e che è già successo con altre ragazze.”
“Chi l’ha detta sta cazzata? Si è vero in passato mi sono divertito con qualcuno, ma non vuol dire che farò lo stesso anche con te. Non pensare a quello che dice la gente Tay..”
“Zayn fermati.”
Lo bloccai. “Ho capito da me non devi spiegarmi niente.” Continuai.
“Voglio che tu capisca che sei diversa, è diverso per me. Non sei una ragazza di Zayn, tu sei la ragazza di Zayn.” Mi fermi a guardarlo e a sorridere.
Mi baciò e con quel bacio mi fece capire che era sincero. Gli credevo e stavo bene con lui. Mi fece stendere sul divano mentre lui era su di me che continuava a baciarmi. Aveva una mano dietro la testa e con l’altra reggeva il suo peso.
“Taylor?” la voce di mia sorella mi fece sobbalzare. Scaraventai Zayn per l’aria, mi aggiustai i capelli e mi alzai mentre Zayn nell’altro angolo del divano se la rideva.
“Mad che c’è?” le chiesi avvicinandomi.
“Ho sonno.” Disse strofinandosi un occhio. La presi in braccio e la portai di sopra.
“E’ meglio che vada. E’ tardi.” Disse Zayn una volta che scesi, mentre metteva giacca di pelle.
“Se vuoi puoi rimanere.” Gli dissi.
“Si è fatto tardi e domani abbiamo scuola. è meglio se torno a casa.”
“Va bene.”
Lo accompagnai alla porta ci baciammo e poi andò via.
Perché quando stavo con lui il tempo volava? Vorrei che ogni istante con lui durasse in eterno.
 
 
 
Ciao bellezze!
Non so voi ma a me la coppia Taylor-Zayn  piace tanto :3
Fatemi sapere cosa ne pensate, è davvero importante per me.
Quindi recensite, recensite e recensite.

Vi voglio bene, a presto!!

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Capitolo 7
*** Surprise! ***


 Surprise!
 

Venerdì

Io, Taylor Backer, alle otto in punto sono a scuola. No tranquilli, non è arrivata già la fine del mondo, la mia precisione era dovuta al fatto che quel giorno avevamo una gita e quindi non avrei dovuto sopportare cinque interminabili ore di pura noia.
Saremmo andati in un museo, gita interessante.
Eravamo in fila aspettando che il professore finisse il lungo appello per poter salire sul pullman. Io ero con Zayn, davanti a noi c’erano Louis e Sophie che facevano le loro solite smancerie, dietro di noi c’erano Emily ed Harry che non fecero altro che parlare e ridere tutto il tempo e parlando di risate, anche se dalla fine della fila, si sentiva quella di Niall che era con Liam.
Il professore terminò l’appello e salimmo per prendere posto.
“Il posto all’interno è mio!” urlò Liam facendo a gara con Niall.
“Non ci provare nemmeno Liam. Quel posto è mio.” Lo seguì il biondino.
“Ragazzi che differenza fa dove vi sedete? Tanto tra meno di mezz’ora saremo arrivati.” Dissi vedendo i due azzuffarsi per guadagnarsi il posto tanto ambito. Alla fine si ricomposero e Niall, rassegnato, concesse il posto a Liam. Anch’io mi sedetti all’interno. Era il mio posto preferito, forse perché poteva appoggiare la schiena alla finestra e le gambe su chi mi stava a fianco e così feci. Zayn dovette sopportare il peso delle mie gambe per tutta la durata del viaggio.
“Sei contenta?” mi chiese Zayn strofinando delicatamente la sua mano sulla mia gamba.
“Per cosa?” chiesi interrogativa.
“Domani arriva la tua amica Lauren, o sbaglio?” allora è proprio vero che quando ero con lui mi dimenticavo di tutto.
“No, non ti sbagli. Certo che sono contenta, mi manca tanto.” Risposi dopo che Zayn mi fece ricordare quanto aspettassi con ansia quel giorno.
“Mi fa piacere conoscerla.” Disse sorridente.
“Farà piacere anche a lei.” Ricambiai. In realtà faceva piacere anche a me. Forse perché il fatto che Zayn conoscesse la mia migliore amica, una delle persone per me più importanti, faceva diventare anche lui parte integrante della mia vita, più di quanto non lo fosse già.
Era da un po’ che non sentivo il resto dei ragazzi così alzai lo sguardo e vidi che Louis e Sophie erano abbracciati, impegnati ad ascoltare musica, Harry ed Emily parlavano. Che novità! Ma che avranno di così importante da dirsi. Ad ogni modo quei due insieme erano perfetti.
Lui non faceva altro che farla ridere, il suo era un sorriso sincero, il sorriso di una persona felice, felicità che, per quello che potetti vedere in soli due giorni, aveva solo con Harry. Quando Emily rideva il riccio la guardava incantato e scappava un sorriso anche a lui. Si ribadisco che quei due insieme erano perfetti.
Come previdi il viaggio durò meno di mezz’ora. Scendemmo dal pullman e da bravi scolari seguimmo il professore all’entrata del museo, dove ci aspettava la nostra guida.
Sono sempre stata affascinata dai musei, tutta quella storia racchiusa in solo posto, reperti che hanno più di duemila anni, persone che hanno compiuto imprese eroiche e sono stati ricordati per il loro coraggio. Tutto ciò mi attirava molto.
“Questo è uno dei capolavori più ricordati, che ha notevolmente colpito l’occhio di molti studiosi..” sentivamo in lontananza la nostra guida che ormai parlava per sé e il professore, da più di un’ora.
“Ragazzi io non ce la faccio più ad ascoltare questo mortorio.” Disse Harry appoggiandosi alla parete.
“Styles si tolga da lì! È appoggiato ad uno dei quadri più importanti della storia.” Lo riprese il professore.
“M-mi scusi prof!” disse Harry alzando una mano in segno di scuse. Scoppiammo tutti a ridere e annoiati più che mai riseguimmo la massa.
Il tizio continuava a parlare e se prima la mia mente poteva captare qualche parole adesso era completamente assente.
“Basta! Non lo voglio più sentire. Mi rifiuto.” Dissi girandomi verso Zayn che non lasciò la mia mano nemmeno per un secondo quella mattina.
“Non dobbiamo farlo per forza.” Disse sorridendo.
“Che intendi?” avevo già capito che quello che aveva in mente ci avrebbe fatti finire nei guai.
“Seguimi.” Disse tirandomi per un braccio, allontanandoci dal gruppo. Non chiesi dove fossimo diretti e lo seguii correndo e mantenendomi la borsa che portavo a tracolla. Entrammo in un corridoio dalle pareti scure, di un color verde petrolio, c’erano statue ovunque ma più giù vedemmo la nostra salvezza: delle panchine. Il posto non era dei migliori, eravamo vicino ai bagni, ma tutto pur di far riposare le mie stanche gambe.
“Se il professore si accorge che non siamo più con loro finiremo nei guai, lo sai?” dissi col fiato alla gola per la corsa.
“Tu non preoccuparti. Fin quando sarai con me non ti potrà mai succedere nulla.” Rispose con una mano sullo stomaco anche lui intento a riprendere fiato. Con quella frase mi tranquillizzò. Credevo alle sue parole e credevo che con lui non mi sarebbe mai potuto succedere niente.
“Hai ancora il fiatone?” disse Zayn dopo un po’ dandomi un leggero pugno sulla spalla.
“Io non sono abituata a correre, anzi odio correre. Quindi non farmelo ripetere mai più.” Dissi a mo' di minaccia.
“Quanto sei pigra.” Disse ridendo. Mi guardò per un po’ e poi mi baciò. I suoi baci! Erano quello di cui avevo bisogno. Sempre al momento giusto e mai fuori luogo.
“Dovresti venire da me in questi giorni. Così conosci anche la mia famiglia?” cosa? Eravamo già arrivati a quella fase?
“Davvero vuoi che conosca la tua famiglia?” gli chiesi meravigliata. Mi lusingò il fatto che volesse farmi conoscere i suoi, avevano sempre rivestito un ruolo molto importante per lui, ma allo stesso tempo, un po’, mi spaventava.
“Perché non dovrei? Sei o non sei la mia ragazza? E allora conoscerai la mia famiglia.” Mi sembrava tutto così surreale, stava accadendo tutto molto velocemente. Non sapevo se esserne contenta o preoccupata. Avevo sempre la tremenda paura che potesse finire tutto da un momento all’altro, per questo non volevo essere troppo contenta della mia vita. La nostra conversazione fu interrotta dallo squillare del telefono di Zayn.
“Liam cosa vuoi?” rispose il moro.
“Siamo.. siamo.. non so dove siamo precisamente. Perché?” continuò guardandosi attorno.
“Ok, arriviamo.” Si alzò e mi porse la mano per fare alzare anche me.
“Cos’è successo?” chiesi mentre stavamo ripetendo quella corsa.
“Dobbiamo andare e il professore sta ripetendo l’appello. Dobbiamo essere lì prima che inizi.” Rispose il moro tirandomi con forza.
Arrivammo giusto in tempo prima che il prof completò l’appello.
“Come mai siete affannati ragazzi?” chiese l’uomo tenendo lo sguardo fisso su un foglio su cui stava scrivendo qualcosa.
“Eravamo rimasti più indietro.. perché incantati da un’opera e.. non ci siamo accorti che vi siete allontanati.” Ci giustificò Zayn tra un respiro e l’altro.
Il professore sembrò non darci troppa importanza e ritornò avanti. Così rompemmo le posizioni rette che assumemmo per non dare nell’occhio e iniziammo a respirare.
“Ma dove siete stati?” ci chiese Emily che con mia grande sorpresa dava la mano ad Harry.
“In giro.” Risposi vaga e guardai Zayn ridendo. Richiamai Emily dandole uno leggero schiaffo sulla spalla per sapere di più su quanto avevo appena visto.
“Ti spiego tutto dopo.” Disse con un sorriso a trentadue denti, avendo già capito cosa volevo chiederle.
 
Tornammo a scuola ed ad aspettarmi c’era mia madre, che mi avrebbe riaccompagnata a casa.
“Ci sentiamo dopo.” Dissi dando un bacio a Zayn per salutarlo.
“A dopo piccola.” Disse baciandomi la fronte. Rimasi per un attimo in silenzio, dovevo ancora metabolizzare il fatto che mi avesse chiamata ‘piccola’. A malincuore mi allontanai da lui e dagli altri e mi diressi verso la macchina, dove c’era mia mamma che mi aspettava già da un po’.
“Ciao mamma.” Esclamai sorridente a mia mamma salendo in macchina. Mi girai e vidi che anche lei sorrideva.
“Perché ridi?” le chiesi.
“Non rido, sorrido. È diverso.” Disse ingranando la prima pronte per partire.
“Per me non c’è molta differenza. Comunque mi dici perché sorridi?” risposi.
“Sorrido perché ho assistito alla tenera scena con il tuo amico e perché vedo dopo tanto tempo mia figlia felice.” Perché continua a ripetere che sono felice? Non deve! Non devo abituarmi a questa felicità!
“Dovrai imparare a chiamarlo Zayn, mamma. Non più ‘amico’.” Le risposi girandomi nel verso opposto per evitare il discorso.
 
Arrivammo a casa e dopo aver dato un bacio a mia sorella salii in camera, posai la borsa e mi stesi sul letto.
Sentii la tasca vibrare, dopo un po’ capii che a vibrare non era la tasca ma il telefono. Lo presi e risposi.
“Avevi ragione! Per lui non siamo solo amici, c’è di più solo che ancora dovevamo accorgercene..” iniziò ad urlare una sconosciuta dall’altro lato del telefono. Così la fermai per sapere chi fosse.
“Scusa, mmh, chi sei?”
“Sono Emily.”
Rispose la ragazza. Ora era tutto chiaro.
“Emily! Prima di tutto calmati e spiegami meglio che non ci ho capito niente.” La esortai a continuare.
“Si scusami. Avevi ragione tu, Harry non mi vede solo come una semplice amica. Oggi in gita abbiamo parlato molto e mi ha confessato che prova qualcosa per me già da un po’ di tempo, solo che non riusciva ad ammetterlo perché siamo sempre stati ottimi amici, anzi è da sempre il mio migliore amico.” Faceva fatica a parlare dalla troppa contentezza. Era emozionatissima, parlava molto velocemente, sembrava una bambina alle prime armi con l’amore, alla sua prima cotta. Quel ragazzo aveva un effetto molto influente su di lei.
“Così abbiamo deciso di provare ad essere più che amici.” Continuò dopo aver ripreso fiato.
“Non so che dire. Sapevo che non potevate continuare così, siete fatti per stare insieme.”
“Grazie, grazie mille. Forse se tu non me l’avessi detto quel giorno non ci avrei creduto e ora non sarebbe successo tutto questo. Ora devo staccare, ci vediamo domani. Grazie ancora!”
“Non devi ringraziarmi. Ciao a domani.”
Le risposi e poi riposi il telefono sul comodino.
“Taylor!” sentii mia madre urlare di sotto.
“Che c’è?” urlai io. Ero troppo pigra per scendere di sotto e vedere cosa volesse, se poi non era nulla di importante sarei scesa per niente.
“Scendi!” ecco la risposta che non avrei voluto sentire.
Scesi e con mia grande sorpresa trovai la figura del mio ragazzo che mi aspettava in salone un po’ imbarazzato, forse, per la presenza di mia madre.
“Zayn!” dissi correndogli contro per abbracciarlo. “Perché sei qui?” chiesi staccando le mie braccia dal suo collo.
“Volevo farti una sorpresa. Non sei contenta?” che domanda idiota.
“Contentissima.” Risposi guardandolo nei suoi stupendi, profondi occhi nocciola.
Presi la sua mano e lo portai in camera.
“Così questa è la tua stanza.” Disse guardandosi attorno.
“Si.” Risposi sedendomi sul letto aspettando che finisse la sua ispezione.
“E questo è il tuo letto.” Continuò avvicinandosi e buttandosi letteralmente su di me.
“Si.” Risposi ridendo sotto il suo peso.
“Mmmh comodo.” Disse iniziando a saltare su di me.
“Zayn mi fai male.” Dissi continuando a ridere come una demente.
“Si davvero comodissimo.” Continuò non curandosi di me che soffrivo schiacciata dal suo peso, sarà anche magro ma pesava.
“Zayn smettila. Sei un coglione.” Dissi sempre tra le risate e spingendolo con le mani. Mossa con cui riuscii a liberarmi da lui.
Si sedette come ogni essere normale, poi prese le mie gambe e le mise su di lui, mettendo le mani sui miei fianchi.
“Chissà quanti ragazzi hai portato in questa stanza.” Disse girando gli occhi, ironico. Si oggi era in vena di essere divertente.
“Zayn sono qui da poco più di un mese, chi vuoi che abbia portato?” risposi.
“Ah quindi ammetti che è solo per una questione di tempo che non ci hai portato nessuno.”
“Bhè si..”
risposi guardando verso il basso.
“Scusami?” alzai lo sguardo e vidi il moro avvicinarsi quasi offeso.
“Scherzo, Zayn. Come sei permaloso. Posso dirti che tu sei il primo, se ti fa sentire meglio.” Dissi stuzzicandolo e dandogli un bacio sulle labbra.
“Sei poco divertente.” Disse per poi continuare a baciarmi.
“Sono contento Taylor..” disse staccandosi dolcemente dalle mie labbra.
“Perché sei contento?” chiesi prendendo le sue mani.
“Perché sono qui con te.” Disse guardando le nostre mani incrociarsi. “Mi fai uno strano effetto. Forse è banale dirti che non sono mai stato così bene con una ragazza e che tu sei la prima per cui provo qualcosa di vero ma è così. Io non sono molto bravo con le parole, forse non riesco ad esprimermi al meglio ma sono sincero quando ti dico che sei quella giusta per me e ti prego di credermi. Ora come ora sono pienamente felice e non vorrei che tutto questo dovesse finire. Non chiedo di meglio.” Parlava tenendo lo sguardo basso che alzava di tanto in tanto per incontrare il mio, mentre giocava con le mie mani. Quando pronunciò le ultime parole mi sentii quasi in colpa. Io volevo esattamente le sue stesse cose, ma non sapevo quanto avrei potuto accontentarlo. Purtroppo la mia felicità non dipendeva da me, ma dal lavoro di mia madre.
Non risposi e abbassai la testa.
“Ho detto qualcosa che non va?” disse Zayn preoccupato dalla mia reazione.
“No.” Risposi alzando la testa e guardandolo.
“Allora perché non parli?” mi chiese.
“Perché ho paura..” mi guardò interrogativo, così decisi di continuare prima che potesse parlare. “Ho paura di ammettere che con te sto bene e che ora sono felice, ho paura che mi stia solo illudendo e che un giorno io mi svegli e mi accorgo che era tutto un sogno. Ogni volta che ho raggiunto la serenità qualcosa, come il lavoro di mia madre, me la porta via; perché io sono Taylor e non ho diritto alla felicità..” conclusi.
“Taylor io capisco le tue preoccupazione, però ti prego non vivere questa storia con l’ansia che un giorno potrebbe finire tutto. Pensa solo ad adesso, pensa che io sono con te e sono con te a New York, in Kansas o in Belgio, in Giappone o in qualsiasi altra parte del mondo.” Disse sorridendo, facendo sorridere anche me.
“Facciamo un patto: godiamoci questa storia finché dura senza pensare che in un futuro tu debba andare via..”
“Ma se accadesse?”
lo interruppi.
“Se dovesse accadere ci penseremo solo allora.” Lo guardai e con un sorriso gli feci capire che accettai quella proposta. Sorrise, mi fece avvicinare a lui prendendomi per i fianchi e mi baciò e dopo mi abbracciò forte.
Sentii la porta bussare ma non avevo la minima intenzione di staccarmi dalle labbra del moro così lasciai l’ospite ad attendere sperando che andasse ad aprire mia mamma.
“Taylor va ad aprire!” urlò isterica di sotto.
“Mamma vacci tu!” urlai anch’io per poi ritornare tra le braccia di Zayn.
“Non posso, vieni ad aprire!” rassegnata mi staccai da lui e scesi lasciando che Zayn mi seguisse.
“Mamma che palle, potevi anch..” mi interruppi di colpo quando vidi che dall’altra parte della porta c’era Lauren.
“Oh mio dio Lauren!” Urlai saltandole addosso e stringendola più forte che potevo. Mi erano mancati tantissimo i suoi abbracci.
“Taylor! Mi sei mancata!” disse la bionda senza staccarsi.
“Entra, posa pure le valige qui.” Dissi facendole strada in casa. Stavo per chiudere la porta ma fui bloccata da qualcuno. Così decisi di vedere chi fosse.
“E tu che ci fai qui?”...
 
 
Eccomi tornata!
Non so, vi sono mancata? A me si.
Soprattutto mi è mancato tanto scrivere,
ma spero di essermi rifatta con il settimo capitolo :3
si lo ammetto sono stata al quanto cattiva a finirlo così lol
però voglio sapere se vi piace. A me non molto però è voi che devo accontentare.
Spero di esserci riuscita, ho bisogno di sapere cosa ne pensate.
Quindi recensite.

Vi adoro tanto! Alla prossima! <3
Sciao ragazze!

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Capitolo 8
*** Doubts. ***


Doubts


 “Sai in questi casi si dice ‘ciao Chris come stai?’” Chris, l’idiota per cui sono stata anche male. La mia migliore amica aveva avuto la brillante idea di portarlo qui.
Forse non te lo chiedo perché non mi interessa.” Risposi fredda lasciandolo ancora ad attendere fuori la porta.
“Almeno mi fai entrare?” disse facendosi spazio per entrare in casa, senza nemmeno aspettare la mia risposta che sarebbe stata sicuramente un no. Lo lasciai passare e chiusi la porta.
Aspettai qualche secondo e poi mi girai.
“Ciao Lauren! Ci sei mancata!” urlò mia madre abbracciando la mia amica.
“Ciao Chris, mi fa piacere sia venuto anche tu.” Disse rivolgendosi all’idiota.
Interruppi quella dolce scena prendendo Lauren per un braccio e la portai in cucina.
“Posso sapere come ti è saltato in mente di portare anche lui?” urlai piuttosto infastidita.
“Taylor calmati. Pensavo ti avrebbe fatto piacere.” Cercò di giustificarsi la bionda.
“Pensavi male Lau. Io non posso crederci. Sai quanto mi sta sul cazzo, rovinerà anche il nostro weekend! Complimenti.” Sbottai.
“Scusa.. non voglio litigare.” Ne faceva di cazzate, una dietro l’altra, ma era la mia migliore e nessun Chris avrebbe potuto rovinare il nostro weekend. Decisi di passare sopra anche a questa stronzata e l’abbracciai forte.
“Sei una grande stronza e mi sei mancata.” Dissi stringendola, piccola e fragile com’era avrei potuto spezzarla.
“Anche tu, non immagini quanto.” Quando sciogliemmo l’abbraccio mi affacciai dalla cucina per vedere la situazione in salotto e, si, mi ero completamente dimenticata di Zayn. Era lì in mezzo alla stanza, imbarazzato più che mai, che cercava di isolarsi il più possibile da Chris e mia madre che facevano conversazione.
Corsi subito da lui, vedendolo in difficoltà.
“Scusa.” Dissi alzandomi sulle punte per arrivare al suo orecchio.
“Non mi lasciare più da solo.” Disse dandomi un leggero pizzicotto sul fianco.
“Allora passiamo alle presentazioni.” Iniziai.
“Lauren lui è Zayn.” Non c’era bisogno che le spiegassi chi fosse sapeva già tutto.
“Molto piacere.” Disse la bionda tendendogli la mano.
“E io sono Chris. Un carissimo amico di Taylor.” Era arrivato da soli dieci minuti e già desideravo che se ne andasse.
“E io Zayn. Il ragazzo di Taylor.” Affermò con un sorriso soddisfatto sulle labbra. Ovviamente rispose così per provocarlo, Zayn sapeva di Chris e della nostra storia.
Dopo le presentazioni accompagnai Lauren e Chris di sopra, per sistemare le valigie. Chris avrebbe dormito nella stanza di mia sorella, Mad con mia madre e Lauren con me.
“Scusa se ti ho fatto aspettare.” Dissi a Zayn che era intento ad infilarsi la giacca.
“Vai via?” gli chiesi.
“Si, stasera mangio da Liam.” Disse guardando di sopra.
“Bene, allora saremo vicini.” Riposi sorridendo. “Zayn che guardi?” chiesi girandomi verso le scale che erano dietro di me.
“Non dormirà mica con te?” disse riferendosi a Chris. Mi fece ridere.
“No dormirà nella stanza di mia sorella.”
“Chiamami se hai bisogno di me.”
Disse stampandomi un bacio sulle labbra. Adoravo il fatto che si preoccupasse per me.
Stavo per risalire le scale quando mi arrivò un messaggio di Emily: “Stasera usciamo insieme! :))”
Sorrisi e riposai il cellulare in tasca.
 
Emily
Per me era una situazione del tutto nuova, era strano uscire con Harry. Non si trattava più delle nostre solite uscite, quando andavamo al Central Park, ci sedevamo sulla nostra panchina e prendevamo in giro tutte le coppiette. Lui imitava la donna e io l’uomo, e la imitava davvero bene. O di tutte quelle volte che non potevo uscire e lui, in mia insaputa, veniva a casa mia con in mano due pizze, dicendo sempre la sua fatidica frase: “Sorpresa!” spuntando da dietro i due scatoli col suo magnifico sorriso. O quando lo chiamavo negli orari più improbabili perché stavo male e avevo bisogno del mio migliore amico, aprivo la porta in lacrime e lui senza chiedermi niente mi abbracciava, così forte da farmi mancare l’aria.
Harry c’è sempre stato, a qualsiasi ora, in qualsiasi momento, lui c’era. Solo per me.
Mi stavo sistemando i capelli quando il clacson della macchina di Harry risuonò dalla finestra della mia stanza. Mi diedi un’ultima occhiata allo specchio e poi scesi di corsa le scale.
“Mamma io esco!” urali alla donna in cucina senza nemmeno ascoltare la sua risposta.
Era lì davanti a me. Le mie mani iniziarono a sudare e lo stomaco era sotto sopra. Facendo finta di niente mi avvicinai a lui.
“Ciao.” Dissi fermandomi di fronte a lui sorridendo.
“Sei bellissima.” Mi disse sorridendo anche lui. Era lui, l’Harry di sempre, eppure in quel momento sembrava che non lo conoscessi.
“Dove mi porti?” chiesi curiosa entrando in macchina.
“E’ una sorpresa.” Rispose ingranando la prima.
Stemmo in silenzio per quasi tutto il viaggio, non era da noi non sparare minchiate al minuto, ma eravamo entrambi imbarazzati e si avvertiva.
“Siamo arrivati.” Disse il riccio spegnendo il motore dell’auto.
Scesi, curiosa di vedere dove mi avesse portata, infatti non aspettai nemmeno che scendesse dalla macchina.
“Non ci credo.” Dissi con gli occhi che brillavano. “Harry saranno anni che non veniamo qui!” continuai girandomi verso di lui.
“Lo so.” Rispose il riccio avvicinandosi alla rossa.
 Eravamo in un parco giochi per bambini, quelli composti da solo due altalene, uno scivolo e un percorso ad ostacoli, ma per me rimaneva il posto più bello in assoluto. Lì ci conoscemmo per la prima volta, avevamo all’incirca quattro anni. Il nostro primo incontro non fu del tutto pacifico. Litigammo perché si impossessò della mia altalena, lo odiavo. Dopo si rassegnò, mi cedette l’altalena e si sedette sull’altra. Da quel giorno ci incontravamo sempre lì e diventò il nostro posto.
“Vieni!” disse prendendomi per una mano. Andammo verso le altalene lui si sedette sulla sua ed io sulla mia.
“Ricordi quando ci incontrammo per la prima volta e litigammo per una stupida altalena?” cominciò il riccio, dondolandosi lentamente con lo sguardo che seguiva il movimento dei suoi piedi.
“Non era stupida, era la mia altalena.” Risposi imitando i suoi movimenti.
“Una bambina stupida che si arrabbiava per un’altalena stupida.” Disse guardandomi, provocandomi col suo sorrisetto.
“Fanculo Harry.” Dissi ridendo. “Comunque mi eri antipatico e non poco.”
“Tu eri antipatica. La solita bambina viziata che crede tutto suo ‘bimbo scendi dalla mia altalena!’”
disse imitando la mia voce da bambina.
“Senti chi parla ‘no sono arrivato prima io, vattene!’” dissi imitando stavolta lui. “E poi io non parlo così.” Dissi dandogli un calcio.
“Però ho capito da subito che non mi sarei più allontanato da quella bambina antipatica dai capelli rossi.” Si girò verso di me e mi guardò come nessuno mai prima d’ora.
Avevo i brividi e non era per il freddo, erano quegli occhi verdi puntati su di me. I più begli occhi che avessi mai visto.
Scese dalla sua altalena e si avvicinò a me. Mi porse una mano e mi alzai.
Continuava a guardarmi, sorrideva e non diceva nulla. Mi accarezzò una guancia e man mano si avvicinava a me. Aveva una mano dietro la mia schiena con cui mi spingeva verso di lui e l’altra dietro al collo. Portai le mie braccia dietro al suo collo e senza che me ne accorgessi le mie labbra erano sulle sue. Non fu un bacio invadente, era delicato, dolce. Per un po’ mi assentai, azzerai tutto quello che era al di fuori di noi. Era tutto perfetto. Lui era perfetto.
 
Taylor
Finimmo presto di cenare e colsi l’occasione per ritornare presto di sopra. Non sopportavo la sua faccia per qualche minuto a tavola, come avrei potuto sopportarlo due giorni interi?
“Io vado a disfare le valigie.” Disse Lauren seguendomi.
“Anche io.” Ci seguì Chris.
Gli indicai la stanza dove avrebbe dormito e senza nemmeno accompagnarlo entrai in camera mia per dare una mano a Lauren.
“Sei ancora arrabbiata con me?” mi chiese la bionda mentre prendeva dalla valigia una maglia bianca.
“Ti ricordi questa felpa? L’avevamo uguale solo che mia madre me la fece diventare rosa, io odio il rosa e non la misi più. Ci rimasi così male.” Dissi per cambiare discorso.
“Tay rispondimi.” Disse posando la camicia che aveva in mano.
“Non sono arrabbiata con te Lau, solo che potevi anche evitare di portare quell’idiota qui, in casa mia. Sapevi che avrei reagito così.” Risposi.
“Lo so, non so come mi sia venuto in mente. Però pensavo che tu dicessi quelle cose solo per orgoglio e che in realtà un po’ ti mancava. Certo questo prima di vederti con Zayn.” Disse riprendendo a disfare la valigia.
“Perché, come mi hai vista con Zayn?” chiesi curiosa.
“State benissimo insieme. Forse non ti accorgi di come ti guarda o di come ti stringe la mano, in così poco tempo mi ha fatto già capire che è presissimo da te.” Sorrisi istintivamente, forse perché mi faceva ancora più piacere sentire quelle cose dalla mia migliore amica.
“Scusate. Disturbo?” fummo interrotte da Chris.
“Si. Che vuoi?” risposi acida.
“Avrei bisogno di una mano.”
Posai seccata i vestiti della bionda sul letto e andai da Chris.
“Sforzati di trattarlo bene.” Mi raccomandò Lauren.
“Non ti prometto nulla.” Risposi.
“Potresti dirmi dove posare queste cose?” chiese porgendomi alcuni vestiti, quando arrivammo in camera.
“Dà qua.” Dissi prendendo quei vestiti e mettendoli in un cassetto nell’armadio dei giochi di mia sorella. Era l’unico posto libero.
“Ti trovo bene.” Disse Chris.
“Grazie.” Risposi senza dargli troppa importanza mentre mettevo a posto le sue cose.
“Allora come ti trovi qui?” continuò.
“Senti Chris, non sono qui per iniziare nessuna conversazione. Ne tanto meno ho voglia di parlarti. I tuoi vestiti sono lì, se hai bisogno di qualche altra cosa mi chiami.” Mi diressi verso la porta ma fui bloccata da lui.
“Taylor aspetta.” Mi girai verso di lui, e dopo tanto tempo mi soffermai a guardarlo negli occhi. Mi avevano sempre ingannato quegli occhi, grazie a loro notai Chris per la prima volta. Erano di un blu intenso. Un colore mai visto prima.
“So che non sei particolarmente contenta che io stia qui ed hai ragione, però non vorrei esserti un peso. Se almeno per questi due giorni potessi far finta di avermi perdonato e trattarmi almeno come tuo amico, mi faresti il ragazzo più contento al mondo.” Lo odiavo ancora di più in quel momento forse perché capii che era sincero. E odiavo ancora si più me perché forse gli credevo.
“Buona notte Chris.” Risposi liberandomi dalla sua presa. Uscii dalla stanza ed ero confusa, riusciva sempre a mettermi k.o. Perché se era davvero interessato non ha pensato a farsi perdonare prima? Mentre riflettevo su quello che provavo in quel momento mi arrivò un messaggio di Zayn:

Mi spieghi come faccio a dormire pensandoti da sola con lui?”
“Non sono sola, c’è Lauren :)” risposi ironica.
Non scherzo Tay, non mi fido di lui.”
“Prova a fidarti di me.”

Il problema era che nemmeno io mi fidavo di me e sapevo che quella situazione non avrebbe portato a nulla di buono.
 
 
I’m here!

Allora? Come sono andate le vacanze?
A me bene ma sono durate troppo poco çç
Non posso affrontare di nuovo la scuola!
Beh tornando al capitolo, cosa ne pensate? Non trovate che Harry ed Emily siano sbqhwj
A me piacciono tanto.
Vi lascio chiedendovi un piccolo favore. Ho davvero bisogno di sapere che ne pensate
perché avevo intenzione di scriverne anche un’altra
ma ho bisogno di sapere prima questa come va. Ringrazio sempre chi segue la mia storia.
Grazie mille.
Vi adoro**

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