Street of dreams

di Nadim
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Bad day ***
Capitolo 2: *** Sister and brother. ***



Capitolo 1
*** Bad day ***



Un'altra giornata . Come ieri , come l’altro ieri , come due giorni fa.
“ Hey , Bailey, allora? Dov’è il tuo amichetto?’’
L’unica differenza, è che ora, Jeff non c’è. Sono rimasto completamente solo.
“ Allora? Ti fermi nanerottolo?”
Non riesco ad affrontare tutto questo senza di lui. Senza il mio amico.
“ Non mi piacciono le persone scostumate. Sai?”
Ahio. Un pugno in pieno viso. Non bastava mio padre . Devo anche subirmi lui tutti i giorni. E lo devo fare da solo.  Bella merda. Se ci fossi stato tu Jeff, oggi ci avrebbe preso a pugni insieme e poi avremo riso quando se ne sarebbe andato. Come sempre. Invece,no. Non ci sei.  
“ E fai l’uomo! Fighetta reagisci! “
Ancora . Nella pancia. Come è fredda la terra. Fredda…Perché? Perché questo sapore salato in bocca? Perché questa lacrima? Jeff, avremo riso io e te. Vedi, non ce la faccio. Io ho bisogno di te.
“ Che fai piangi nanerottolo? “
Vedo un calcio avvicinarsi alle costole. Non ha importanza, oramai…
“ Ringrazia che è suonata. Mi raccomando, non far parola con nessuno. Altrimenti avrai il resto.
Uh inizia a piovere. Alzati presto, ed entra in classe .Non voglio vederti sporco di fango. A tra poco Bailey.”
***
“ Isbell Dean Jeffry.”

 “ Isbell Dean Jeffry .”
“ E’ assente professoressa. “ Dice la secchiona del primo banco. Una ragazza brufolosa , con l’apparecchio ai denti e bigodini. Non ho mai visto una persona più brutta di lei. Sarò cattivo,ma è così. E’ sola ,anche lei. Sta sempre in disparte. Dicono che non vuole mai essere disturbata,perciò non ha nessuno. Potrei socializzare con lei e … nah. Che schifo.
“ Filone. Chiameremo a casa. Oppure, Bailey ,tu ne sai qualcosa?”
“ E’ malato. “
“ Ah,meglio. Un nullafacente in meno. “
“ Ah,professoressa, badi alle parole che usa, Bailey potrebbe minacciarla. “
Un risolino, da parte di tutta la classe. Non li sopporto.
“ Infatti, prima per aver offeso il suo amichetto guardi che mi ha fatto. Mi ha minacciato con un coltellino.“
Tre lividi sul braccio e un taglio sul mento. Oggi finisce male. Tutti sanno che non ho i nervi calmi.
“ Bailey, ma cosa bisogna fare con te! Minacciare un compagno con un coltellino,capisco la tua situazione,ma...”
“Vaffanculo…” Sussurro a denti stretti. Ora basta, è troppo. Se ci fosse Jeff saprebbe come fare, come fermarmi. Ma non c’è. Allora, devo agire io,a modo mio.
“ Come scusa?”
“ Si! Vaffanculo , piccola zitella acida, non ho bisogno della vostra pietà ,non ho bisogno delle vostre parole! Tu “ Indico il mio compagno “Sei la feccia dell’umanità! “ Lo prendo per il colletto della camicia e lo sbatto al muro . “ Chi è il nanerottolo? Chi è la fighetta? Né? Io te la farò pagare. “
Un pugno. Lo stesso che ha dato a me, coglione. “ Coglione ! Io ti ammazzo, capito che ti ammazzo?”
“ Non penso che ti è convenuto, Bailey…” Mi sussurra a denti stretti. Mette le mani sul naso . Un ‘crack’ e poi del sangue. “ Penso proprio che tu sia nei guai.”
” AHI ,professoressa,mi ha rotto il naso, guardi! Del sangue,mi ha rotto il naso ! Mandatelo dal preside. Ora! Sospendetelo , mi ha rotto il naso! “
Non… mi allontano piano dal muro. Gli occhi puntati su di me. Tremo. Non è possibile, non può averlo fatto. Coglione.
“ Bailey, dal preside , subito! Chiameremo i tuoi genitori. “
“ Ma,io…”
“ Niente ,ma ! Vai da preside! “
Passo vicino la cattedra e prendo l’accompagnamento. Mi giro verso la classe. Tutti mi guardano con occhi di disprezzo e di accusa. La professoressa consola Woolfe. Si il coglione che mi picchia. Che scena pietosa…
“ Domani ne avrai di più…” Mima con la bocca.
Che guaio. Che cazzo di guaio.

***
 
“ Oggi mi ha chiamato il preside. “
Si avvicina nell’oscurità .
“ Figlio di un pastore che rompe il naso alla gente… “
“ Ma,io…”
“Zitto!”
E’ vicino vicinissimo,il mio naso sfiora il suo, i suoi occhi come lastre di ghiaccio accusano i miei.
“Sai cosa ti aspetta , vero?”
Il rumore della cinta sulle sue mani. Quel terribile suono, mi fa rizzare la pelle.
“ Avanti, sai che devi fare. “
Mi alzo la maglietta e appoggio le mani al muro. La cinta attraversa l’aria e arriva sulla mia schiena. Una,due ,tre più volte. Mi brucia la pelle e se piango mi brucerà ancora di più.
Ora, non ci sarà nessun Jeff che mi asciugherà le ferite, che mi dirà ‘non ti preoccupare’,che mi terrà stretto a se… Nessuno. Una lacrima mi investe il viso.
Ecco, brucia di più.
Jeff…


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o.o
Oddio, povero Axl ora piango ç___ç
Okei, allora, questa è una storia che già da parecchio tempo mi frulla in testa e visto che l’ispirazione per le altre due ,mi ha fatto momentaneamente ‘’Ciao ,ciao’’ , posto questa. Spero che piacerà a chi la legge. Anche se questo primo capitolo mette depressione.
ç___ç Vabè, bando alle ciance. Non posterò molto frequentemente,perché la scuola, mi mangia il tempo. Ed è anche per questo che mi sto perdendo (e quindi non commentando) tantissime delle vostre storie. Chiedo perdono *Si scusa* Anyway… alla prossima. Ciao!
 

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Capitolo 2
*** Sister and brother. ***


Vuota.
La stanza, come me è vuota.
Prima c’erano tre persone. Io , papà e Jeff.
No, aspetta. Jeff non c’era e nemmeno papà. Quella persona non è mio padre. Un padre accarezza il proprio figlio, non lo picchia. Un padre gioca col proprio figlio,non lo costringe a cantare in un coro della Chiesa. Solo se non fossi suo figlio biologico, potrei scappare, andare via. Andare dal mio migliore amico. Ma lo sono. E’ questo il punto, non potrò mai liberarmi da queste catene.
Forse è meglio non farsi troppe seghe mentali.
Cerco di alzarmi dal freddo pavimento,nonostante il dolore alla schiena, e mi siedo sul letto. Non posso stendermi, purtroppo.
Sento un rumore, un cigolio: la porta. Un raggio di luce si fa strada in questo piccolo buco nero.
“ Papà? “ Chiedo. Il fascio di luce si rimpicciolisce e quando è completamente inesistente, si sente il rumore della porta chiudersi. No,non è papà. Questi passi sono leggeri e delicati. Quasi hanno paura di far rumore.
“Amy.”
“Will… è buio pesto qui. Non ti fa bene per gli occhi.“
La sento sedersi vicino a me. Profuma di buono.
“ Non mi fa bene nemmeno ricevere tanti colpi. “
“ Ti ha fatto tanto male? “
“ Più di quanto tu possa immaginare. “
Appoggia la testa sulla mia spalla destra .E’ mia sorella. Stiamo sulla stessa barca, sulla stessa via. Anche lei è vittima di mio padre. Anzi, lo è ancora di più. E’ una ragazzina, ha quattordici anni, i suoi ormoni sono quelli di un’ adolescente in piena crescita.
“ Cos’è che ti fa più male? “
Ma ogni volta che ha cercato di abusare del suo corpo, sono sempre arrivato in tempo. Certo, dopo, le cinghiate me le prendevo io,ma credo che non ci sia cosa peggiore di approfittarsi di una ragazzina.
“ Tu che dici? “
“ Jeff. Mancherà anche a me. “
Sospira. Credo che ora sia leggermente arrossita, non la riesco a vedere,ma la conosco.
“ Pulce! Non diventare rossa come i miei capelli!”
“ Non sono diventata rossa! “ Si scosta dalla mia spalla e si guarda i piedi.
“ E invece si, rossa,rossa,rossa, rossissima.”
“ Scemo…” Mi fa la linguaccia.
“ Tanto si sa…” Esclamo in tono molto serio.
“ Cosa? “
“ Ti … piace.”
“ No! Nono! Cosa dici, non è vero! E’ il nostro amico, anzi più tuo che mio, e solo perché mi sta simpatico, non vuol dire che mi piaccia.” Dice con lo sguardo puntato in aria e sbattendo i piedi a terra.
“ Ti capisco,sai. Anche a me piace. “
La vedo girarsi di scatto verso di me. Avrà uno sguardo sicuramente sbalordito.
“Come amico, intendo. A te piace come amico,no? “
“ No. No,no,no! Cioè volevo dire si, certo. Come amico. “
“ Ti ho preso in contropiede, dolcezza. “
Scoppio in una risata fragorosa. Immagino la sua espressione al momento. Adoro quando si arrabbia ed è imbarazzata allo stesso tempo.
“ Stronzo!” Ride anche lei.
Ecco. Amo anche quando ride. Sembra più bella. Titti quando ridono siamo un po’ più belli,no?
Purtroppo,però, sono proprio le cose più belle che finiscono e ora il nostro ‘giocare’ e terminato in un fastidiosissimo silenzio.
“ Quasi dimenticavo!” Esclamò ad un certo punto.
“ Cosa? “
Si alza, mi prende per mano e mi conduce verso la porta.
“ Amy che fai! Sai che papà non mi fa uscire quando ho combinato qualcosa!”
“ Ma ora, non c’è, e siamo liberi di fare ciò che vogliamo.”
“ Ma…”
Non mi da nemmeno il tempo di ribattere che apre la porta e mi trascina fuori insieme a lei.
“ Amy! Se poi viene sono guai per entrambi!”
“ Uffa. La smetti di essere paranoico? Papà ha detto che alle sette lo dobbiamo raggiungere in Chiesa per cantare durante la messa! Quindi non c’è pericolo,siamo soli.”
“ Sul serio? Anche io devo venire?”
“ Si Wiliam,si. Anche tu.”
“ D’accordo…” Dico poco convinto.
“ E’ così, fidati.” Mi stringe ancora di più la mano. Ho una sorella che ha una forza sovraumana. In senso ironico,ovviamente
“ Smettila, mi fai male. Dove mi stai portando?”
“ In soffitta.”
“ In soffitta? Per fare cosa?”
“ Aspetta e vedrai.”
Percorriamo il lungo corridoio ed entriamo in un piccolo atrio vuoto, dove sul soffitto, c’è una botola  . Prende una mazza poggiata al muro di quell’atrio e tira la corda che pende dal piccolo quadrato. Da lì ne esce una scala di legno.
“ Dai vieni!”
Salgo le scale e arrivo su in quel buco polveroso pieno di scope, casseforti, scatoli e libri.
Amy chiude la botola da cui siamo saliti e accende la lampadina al centro del soffitto.
“ Che dobbiamo fare, Amy?”
Non mi risponde, si limita a prendere una coperta poggiata su una delle casseforti e la stende a terra. Poi incomincia a scavare negli scatoli ,naturalmente,per cercare qualcosa.
“ Ma dove le ho messe…” Bofonchia di tanto in tanto.
Scava e riscava…
“ Sono sicura che erano qui!”
Caccia la roba fuori dagli scatoli finché tutt’ad un tratto si ferma e si gira verso di me con sguardo malizioso.
“Eccole! Siediti.”
La guardo incuriosito e mi sistemo a terra ,sulla coperta. Lei mi raggiunge sedendosi di fronte a me con una carta tutta stropicciata in mano.
“ Cos’è?”
Svuota in contenuto sulla coperta.
“Caramelle!”
Strofino gli occhi con le mani e la guardo con un espressione basita.
“ Su prendi!”
“ Ma… sai che non ci è permesso mangiarle.”
“ Certo che lo so,ma siamo soli! Su avanti, quella arancione è buonissima.”
Incomincio ad allungare la mano verso una quelle caramelle di tutti i colori. Ne prendo una rossa e la caccio in bocca. Da quanto tempo non ne mangiavo una!
“ Fragola… cavolo Amy, tu sei pazza, dove le hai prese?”
“Al negozio di dolci.” Esclama con tutta semplicità.
“ Con quali soldi ?”
Ne addento un’altra, questa volta verde. Mela,mh, poco buona. Non mi piacciono le mele.
“Non ha importanza con quali soldi. Con alcuni.”
La guardo sospettoso.
“ No,non ti preoccupare,non li ho rubati, se è questo che vuoi sapere.”
“ Mh…ok.”
“ E non fare il bravo ragazzo, Will! Goditi le caramelle per una volta.”
Infondo ha ragione. Soldi o non soldi le caramelle sono qua. E non le ha rubate, posso metterci la mano sul fuoco.
“ Hai ragione. Non so cosa farei senza di te.”
“ Niente! Ecco cosa faresti.” Mi rifà la linguaccia come in cameretta. Solo che questa volta la sua lingua è blu.
“ Hai la lingua blu!” Scoppio in una risata.
“ E tu ce l’hai verde!”
“ Oh,no!”
Continueremo così per tutta la serata : a scherzare e a ridere ,nonostante la  malinconia.. Ne sono sicuro.  Termineremo fin quando, appunto ,si faranno le sette e andremo a cantare nel coro. Rivedrò ,allora, quell’uomo che si spaccia per mio padre e così sì, la malinconia ritornerà. Ma per ora, preferisco non pensarci.
 
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Mi è venuta fame *va a cercare le caramelle* . Allora, cosa dire…bohbohboh. No, vabè, gazie a tutti quelli che hanno letto e recensito. Mi avete fatto un graaaaandissimo piacere. Siete cosi dolci *^* LOL Spero che questo capitolo vi piaccia, anche se forse è palloso, e può darsi che lo sarà anche il prossimo. Ma dopodiché le cose si smuoveranno. Non aggiungo altro *Si tappa la bocca*
Sapete preferisco spiegare bene l’antefatto… comunque ora vi lascio. Adieu :33
 

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